arte/pittore-ITA-E(ok stampa)

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arte/pittore-ITA-E(ok stampa)
arte
vittore
frattini
IN “LINEA” CON L’ARTE MODERNA
È dotato di tenacia,
di voglia di approfondire,
di grande tecnica.
Tra tele solcate da fasci
di colore, lame che tagliano gli
sfondi uniformi, Frattini
da sempre si confronta con uno
degli elementi portanti della
pittura: la linea.
Oggi è tra gli artisti più
amati dai collezionisti.
una grande conquista del Novecento, quella di aver
superato in pittura la necessità di ricorrere a un’immagine che sia narrazione, a una realtà che possiamo vedere intorno a noi. Da Kandinsky (padre dell’astrattismo)
in poi l’arte è diventata un mezzo per esplorare il nostro
“Io”, la nostra personalità, e stabilire un contatto diretto
tra le emozioni e l’immagine visiva.
Vittore Frattini ha fatto sua questa rivoluzione e ha scelto di lavorare sulla linea, elemento portante di tutta la sua
evoluzione. È un artista dotato di grande tenacia, di una
voglia di approfondire e, soprattutto, di grande tecnica. E
ricorda da vicino i maestri del “Color Field Painting”.
È
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Terra, Glass Murano, 2000, diam. 26 cm.
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Segni emotivi molto rapidi, mai uguali tra loro, le linee
rappresentano la cosa più importante che esiste per Frattini, ma sono anche la più difficile da realizzare, perché
richiedono grande concentrazione e attenzione. Ci sono
infinite possibilità di far incontrare queste linee sul supporto: controllare il rapporto tra superficie e colore, tra
superficie, colore e materia. La materia, poi, a sua volta,
è colore, ha una sua trasparenza, una sua riflessione alla
luce. L’uso di questi strumenti è cosa estremamente complicata, che richiede una relazione tra infinite varianti,
che l’artista deve saper controllare.
Proprio con questo sistema di variabili, con tutte le possibilità e le contraddizioni che esso contiene, Frattini pen-
sa di poter esprimere la sua ricerca ossessiva di una bellezza assoluta. La molteplicità, la relatività sfuggente del
mondo fenomenico, in cui ogni segno è contingente (in
se stesso, in rapporto agli altri elementi, al tempo, alla
luce, allo spettatore), non naufraga nel caos indifferenziato, generatore di angoscia ma è portatrice di significat in quanto racchiude in sé un valore assoluto e ad esso rimanda.
Le linee di Frattini sono il diario intimo di un uomo, che
non si esprime con le frasi scritte ma con il segno, la cui
intensità è una sorta di poesia muta.
Manuela Annibali
Dittico lumen, 1976, tecnica mista su tela, 60x31 cm.
A sinistra: Globi, Glass Murano, 2002, diam. 26 cm.
Dittico lumen, 1976, tecnica mista su tela, 60x31 cm.
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Il lavoro di Frattini
ha sempre una
dignità,
una qualità
che non scende
mai a livello
di errore.
La scultura di Vittore Frattini alla Malpensa.
La scultura di Vittore Frattini che si trova sull’autostrada
di accesso all’aereoporto della Malpensa si distingue
dalle altre opere dell’artista per una diversa prganizzazione dei volumi.
La forma non è più compatta in una sola massa, è divisa in modo da creare un nuovo rapporto, suggerendo
una relazione dinamica che conferisce un diverso significato alla scultura. Significato appropriato a un luogo dove il movimento, l’arrivare il partire è la funzione più
importante.
La forma più grande ha uno slancio verticale accentuato dalle strisce di colore che lo arricchiscono.
L’aereoporto è uno strumento per andare in alto. Essere sopra la terra verso il cielo.
Di notte la sua superficie riflettente svuota la massa in
un luccichio di ombre sfuggenti. Il destino di chi non è
più qui, è partito.
Queste sono alcune riflessioni che l’opera di Frattini suggerisce, una chiara prova della sua qualità.
Giuseppe Panza di Biumo
Studio per Grande V.
A destra: Grande V per Malpensa Airport
Terminal 1, 2002, acciaio inox, 12x8x4 m.
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“La coerenza nello sviluppare quel
discorso sulla linea è l’aspetto che più
mi interessa perché è difficile riuscire
ad essere sempre coerenti in un periodo
molto lungo. Ci sono tanti artisti che
hanno un momento di grande creatività
che poi si esaurisce rapidamente; non
riescono a mantenere lo stesso livello
qualitativo: cambiano direzione,
cambiano modo di esprimersi.
Ammiro molto, stimo grandemente
quei pochi che durante tutta la loro
esistenza hanno una grande coerenza e
sono fedeli a una scelta fondamentale.
Orizzonte, tecnica mista su tela, 1976, 80x160 cm.
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Sembra una cosa facile tracciare, una
linea su una superficie, sembra un
gesto automatico, quasi istintivo, ma
darle un valore espressivo diventa,
di contro, estremamente complesso,
perché entrano in gioco tanti elementi,
che hanno una forte influenza
sull’espressione: il rapporto tra la linea
e la superficie nella quale si inscrive; il
rapporto tra il fondo e la linea, il colore
e la linea; la qualità del colore, che
viene steso sulla superficie; la materia
che questo colore porta con sé nel gesto
di stenderlo”.
Giuseppe Panza di Biumo
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“Partito dal post-informale degli anni
‘55-‘60, attratto anche da effetti di
fenomeni naturali (temporali, fulmini),
a poco a poco ho cercato di eliminare
dalla tessitura dell’opera la trama del
gesto aggressivo creandone
volontariamente uno ex-novo.
Artisti americani (Noland, Newman e
Morris Louis), usando tele grezze mi
hanno aiutato a concepire una materia
più fresca; successivamente, quasi per
gioco provai dei colori acrilici
luminescenti e ne risultò una visione
anche notturna dell’opera: i Lumen
appunto”.
Vittore Frattini
Ascesa diagonale, tecnica mista su tela, 1979,
150x120 cm. Spazio Cappellini, Milano,
ottobre 2002.
3 Lumen, tecnica mista su tela, 2001, Spazio
Cappellini Milano, ottobre 2002.
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L’immagine deve essere
un veicolo efficace
per poter esprimere
quello che l’artista sente,
quello che vive.
Prezzi e mercato. I lavori di Frattini sono in esposizione permanente presso la Capricorno Gallery di Capri lo Studio Capparelli di Londra, la Adamar gallery di
Miani. Le quotazioni partono da un minimo di 1.600 Euro per le piccole dimensioni fino a superare 9.000/10.000
Euro e per le grandi tele. Le Sculture in vetro oscillano
tra i 3.000 e i 7.000 Euro.
Per informazioni, relazioni esterne Max Frattini: Tel.
335.5233302; e-mail: [email protected] o consultare il sito: www.vittorefrattini.com.
su ogni tela, stesi in modo da esaltarne le potenzialità tonali, atmosferiche o evocative oppure, al contrario, utilizzati in maniera impersonale e omogenea, per evitare di
manifestare coinvolgimenti emotivi o gestuali.
La tela appare così trasformata in un piano uniforme, come puro frammento di un “campo” che sembra ancora più
ampio di quello che è in realtà, come uno spazio infinito e
privo di qualunque distinzione fra soggetto e sfondo.
Biografia. Vittore Frattini nasce a Varese nel 1937.
Trascorre i primi anni di formazione tra lo studio del padre Angelo, scultore, e i corsi all’Accademia di Brera.
È stato tra i fondatori e il primo direttore del Liceo Artistico Statale di Varese. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo: alla 171° e alla 172° Exposition “Le
Salon” di Parigi; alla VIII Quadriennale di Roma (1963);
alla X Biennale di Venezia, per l’incisione; alla Rassegna
Artisti Italiani, a New York (1965); alla mostra Artisti Italiani a Toronto (1976); all’Arteder di Bilbao (1982); al Museum of Modern Art di New York (1993); alla Guggenheim
Collection di Venezia (1994). Nel 1986 la Georgetown
University di Washington D.C. gli dedica un’ampia mostra antologica. Frattini ha realizzato anche monumenti
in edifici pubblici e privati. Suoi sono: il Mosaico scultura, in collaborazione con Luigi Veronesi (1993) e il monumento a Giovanni Borgh,i a Varese (2001). Nel 2002
è stata inaugurata la scultura Grande V al Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa: due ali d’acciaio che si allungano verso il cielo. V come volare, ma anche come Viaggio. Il collezionista Giuseppe Panza di Biumo ha investito su Frattini e lo ha accolto in quell’Olimpo a stelle e
strisce che è la sua collezione
Parola chiave. Color Field Painting. Il termine
significa “pittura-campo cromatico” e indica quella pittura degli anni Sessanta che ha fatto del colore il protagonista dell’arte, rendendolo motivo autonomo e autodenotativo, libero da qualunque funzione denotativa o
localizzante.
L’idea viene da Matisse, che già nei primi anni del ’900
predicava che l’intensità del colore dipende dalla sua estensione: più è grande lo spazio del colore sulla tela, maggiore è la sua intensità. Il critico americano Clement Greenberg nel 1962 -indica gli artisti di “Color Field Panting ” di
prima generazione (Barnett Newman, Clyfford Still, Mark
Rothko, Ad Reinhardt) e di seconda generazione (Morris
Louis, Kenneth Noland, Ellsworth Kelly), che utilizzano una
gamma cromatica molto ridotta: non più di due o tre toni
Orizzonte, tecnica mista su tela, 1974, 35x40 cm.
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