Aiutare i bambini... a superare lutti e perdite

Transcript

Aiutare i bambini... a superare lutti e perdite
Indice
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Premessa
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Introduzione
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CAP. 1
Anche ai bambini può spezzarsi il cuore
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CAP. 2
Perché la perdita è causa di tanto dolore
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CAP. 3
Come aiutare i bambini a comunicare ed elaborare le emozioni
provocate dalla perdita: cosa dire e cosa fare
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CAP. 4
Aiutare i bambini a comunicare ed elaborare le emozioni provocate dalla perdita o dal lutto
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CAP. 5
L’ipotesi di un counseling o di una terapia per i bambini che
hanno perso qualcuno che amavano
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Bibliografia
Premessa
Se desiderate che un bambino tragga pieno beneficio dal potenziale
terapeutico di Il giorno in cui il mare se ne andò per sempre, questa guida di
accompagnamento alla lettura sarà per voi una risorsa fondamentale. Leggetela
prima di raccontare la favola al bambino. In questo modo gli starete accanto con
un punto di vista più consapevole, e sarete in grado di offrirgli una risposta di
gran lunga più ricca e più empatica.
Facendo riferimento alle principali teorie al riguardo, in questa guida sono
analizzate le più comuni origini psicologiche dei problemi e delle questioni che
costituiscono il tema della favola. Approfondire il tema prima di raccontare la
favola al bambino, vi impedirà di assumere una posizione preconcetta o chiusa di
fronte a ciò che lo tormenta. Ad esempio: «Sono sicura che Johnny ha cominciato
ad andare male a scuola, perché gli manca il suo papà, che se n’è andato da qualche
mese» potrebbe essere un’ipotesi corretta, ma anche scorretta. Potrebbero esservi
altre ragioni che spiegano i problemi scolastici di Johnny, ma che non sono state
prese in considerazione. La questione potrebbe essere più complessa, così come
lo sono molti problemi psicologici. Quando l’adulto parte da un punto di vista
troppo ristretto, rischia di proiettare sul bambino le sue proprie emozioni e le sue
visioni del mondo.
Sono davvero pochi i genitori che si comportano consapevolmente in modo
crudele. Spesso, quando qualcosa va storto, è perché i genitori non possiedono una
conoscenza adeguata degli aspetti fondamentali della psicologia infantile e dello
sviluppo dei bambini. O, piuttosto, perché qualcosa era andato male nel modo in
cui loro stessi erano stati cresciuti. Esiste, comunque, un notevole scarto tra le
conoscenze esistenti sui temi riguardanti l’essere genitori e lo sviluppo infantile, e
quanto di ciò viene effettivamente comunicato ai genitori attraverso pubblicazioni
specifiche, la televisione e la stampa. L’intento di questo libro non è, quindi, quello
di sgridare i genitori. Anzi, il suo scopo è quello di fornire loro un supporto. Più
in generale, l’obiettivo è che chiunque si occupi di bambini possa acquisire una
maggiore consapevolezza di tutto ciò che potrebbe andare storto (malgrado le
migliori intenzioni), di come migliorare le cose, finché si è in tempo, o di come
risolvere situazioni ormai compromesse.
In questo libro troverete le parole di bambini che cercavano di affrontare i
problemi e le questioni di cui si tratta nella favola e alcune loro storie raccontate
attraverso il gioco. Troverete, inoltre, una sezione che offre suggerimenti e idee
riguardo a cosa dire e fare dopo aver letto al bambino Il giorno in cui il mare se
ne andò per sempre. Tali consigli sono concepiti specificamente per aiutare il
bambino a pensare, esprimere e gestire le proprie emozioni riguardo ai problemi
e alle questioni affrontate dalla favola. Alcuni degli esercizi sono stati pensati per
stimolare i bambini a parlare di più delle loro emozioni, raccontando liberamente
le loro storie.
Il linguaggio di tutti i giorni non è il linguaggio naturale per un bambino che
voglia parlare di come si sente, ma con un adulto di cui si fida, può mostrare le
sue emozioni in modo efficace, mettendole in scena, disegnandole o esprimendole
nel gioco. Per questo, molti degli esercizi proposti forniranno al bambino un supporto per esprimersi in modo creativo e giocoso. Inoltre, per evitare che poniate al
bambino troppe domande mentre lo interrogate sulle sue emozioni (domande alle
quali spesso i bambini non rispondono), alcuni degli esercizi prevedono che lui
semplicemente indichi un’illustrazione, o scelga un’espressione o un’immagine.
8 ◆ Aiutare i bambini... a superare lutti e perdite
Introduzione
La perdita: com’è vissuta dal bambino
Questo libro parla del dolore causato dalla perdita di un altro essere umano
e di come aiutare un bambino che si trovi a soffrire per questo motivo. I bambini
hanno bisogno di aiuto per elaborare il dolore causato dalla perdita di qualcuno,
esattamente come gli adulti. Spesso, hanno bisogno di aiuto per comprendere come
vivere il proprio lutto.
Questo libro è stato scritto per:
✔ i bambini che soffrono a causa della perdita o della separazione da qualcuno
che amavano profondamente;
✔ i bambini che hanno subito l’abbandono da parte di un genitore o di un parente
stretto;
✔ i bambini a cui è morto un genitore;
✔ i bambini che hanno perso un amico importante;
✔ i bambini che soffrono in modo ossessivo per l’assenza di un genitore;
✔ i bambini che hanno perso qualcuno che amavano senza aver mai vissuto profondamente il proprio lutto;
✔ i bambini che piangono interiormente per la perdita di qualcuno, ma non riescono
a esternare il dolore;
✔ i bambini che cercano di affrontare da soli il dolore della perdita;
✔ i bambini che sono convinti di aver perso l’amore di qualcuno che amano profondamente;
✔ i bambini che soffrono di ansia da separazione;
✔ i bambini adottati, o in affidamento, che soffrono terribilmente per la mancanza
dei genitori naturali.
I messaggi psicologici più importanti da trasmettere a un bambino che ha perso
qualcuno che amava
✔ Perdere qualcuno che si ama è sempre causa di un grande dolore.
✔ Quando si perde qualcuno che si ama, il mondo viene privato del suo calore e
del suo colore, sembra un gelido e arido inverno. Ma, con il tempo, il mondo
torna a essere caldo e colorato.
✔ Quando si perde qualcuno che si ama, è facile arrivare a odiare la propria vita,
ma anche se può sembrare impossibile dopo un po’ di tempo tutto diventa più
facile e il sole torna a splendere.
✔ Quando si perde qualcuno che si ama, è naturale avere un’infinita voglia di
piangere; non bisogna trattenersi.
✔ Alcune persone piangono addirittura fiumi di lacrime, quando perdono qualcuno
che amano.
✔ È un segno di grande coraggio riuscire a piangere davvero quando ci si sente
piangere dentro.
✔ Quando si perde qualcuno che si ama, c’è sempre qualche persona affettuosa
capace di consolarci. Alcune volte si tratta soltanto di trovarla.
✔ I bambini sono molto bravi a riconoscere chi sia davvero affettuoso con loro,
chi sia capace di comprendere la loro tristezza e chi invece no.
✔ Perdere qualcuno che si ama può essere causa di un terribile shock. Per questo è
necessario essere molto comprensivi e amorevoli con noi stessi ed è necessario
che anche gli altri lo siano con noi.
✔ Perdere qualcuno che si ama può farci sentire diversi dentro: non solo il mondo
esterno cambia, ma anche la nostra persona.
✔ I nostri ricordi della persona che non c’è più sono come un tesoro che nessuno
può portarci via.
✔ Quanto più abbiamo avuto il coraggio di amare, tanto più soffriamo a causa
della perdita di chi amavamo. Se ora il tuo dolore è grande, è perché hai avuto
il coraggio di provare un grande amore.
10 ◆ Aiutare i bambini... a superare lutti e perdite
Scheda 6
La vita dopo aver subito una perdita
Dopo aver perso una persona importante, la vita può assomigliare a una di queste
situazioni.
Indica con un segno o colora le immagini che meglio rappresentano il tuo stato
d’animo.
Se nessuno di questi disegni fa per te, puoi disegnare nel riquadro vuoto com’è cambiata
la tua vita dopo aver perso una persona importante.
Un naufrago su un’isola deserta
Sepolto vivo
Solo in fondo a una buca profonda
In un mondo senza nessun viso affettuoso
In un mondo in cui è sempre inverno
Figura 4 – La vita dopo aver perso una persona cara.
© 2006, M. Sunderland e N. Armstrong, Aiutare i bambini… a superare lutti e perdite, Trento, Erickson ◆
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Scheda 7
Un fiume di dolore
Qui sotto ci sono alcune delle emozioni che si provano quando una persona a cui vogliamo
molto bene ci abbandona o muore. Se hai mai provato qualcuna di queste emozioni,
indicala con un segno o colora l’immagine che la raffigura.
Se nessuna di queste emozioni è simile alle tue, puoi disegnare il tuo stato d’animo nel
riquadro vuoto.
Troppo pieno
di grida silenziose
Troppo pieno di
lacrime che non hai
pianto
Voglia di rinunciare
Voglia di
dormire per sempre
Non sentire niente,
ma è un niente orribile
Molto arrabbiato
Istinto di punire
la persona che ti ha
lasciato
Senso di colpa
Come se il tuo cuore
si fosse spezzato
Immensa nostalgia
per le coccole della
persona che
non c’è più
Spaventato
dalla tua sofferenza
Figura 5 – Un fiume di dolore.
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© 2006, M. Sunderland e N. Armstrong, Aiutare i bambini… a superare lutti e perdite, Trento, Erickson
Scheda 8
Vivere o morire:
sapevi che sarebbe successo
Questo esercizio è pensato per i bambini che hanno perso una persona che sapevano
sarebbe morta o partita. Si tratta cioè della situazione opposta al trauma di una scomparsa
improvvisa e non annunciata.
Fai un disegno che rappresenti le emozioni che hai provato quando hai saputo,
per la prima volta, che la persona che amavi ti avrebbe lasciato.
Fai un disegno delle emozioni che hai provato l’ultima volta che avete trascorso del tempo assieme.
Disegna le emozioni che provi adesso che questa persona non c’è più.
© 2006, M. Sunderland e N. Armstrong, Aiutare i bambini… a superare lutti e perdite, Trento, Erickson ◆
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Come aiutare i bambini a comunicare
ed elaborare le emozioni provocate
dalla perdita: cosa dire e cosa fare
Non è possibile elaborare completamente un lutto senza la presenza di un’altra persona.
(Bowlby, 1973)
Stare con le emozioni del bambino, per quanto dolorose siano, senza rispondere con
luoghi comuni o consigli banali
Se il bambino fa fatica a parlare di sé attraverso un discorso, aiutatelo a esprimersi per mezzo di
metafore e immagini. Gli esercizi proposti sono pensati proprio con l’intento di non far sentire la nostra
presenza come una minaccia per il bambino che soffre in seguito a una perdita subita. Dispensare consigli
o luoghi comuni è il modo più facile per inibire il suo desiderio di parlare del lutto.
Trovare parole e concetti adatti all’età del bambino e alla sua concezione della morte
In linea di massima, i bambini in età scolare hanno un’idea molto chiara dell’ineluttabilità della morte.
Sanno che la perdita che hanno subito è definitiva, che quella persona non tornerà mai più. I bambini di
età inferiore ai cinque anni hanno talvolta l’idea che la loro mamma o il loro papà siano semplicemente
andati altrove — ad esempio sopra una nuvola in cielo, o in paradiso —, che aleggino da qualche parte.
Potrebbero nutrire l’idea che la morte sia in qualche modo reversibile, che la persona morta, prima o poi,
tornerà. Altri bambini, invece, sanno molto bene che non tornerà mai più. È importante spiegare loro cosa
significhi la morte. Sono perfettamente in grado di capire una frase del tipo: «Il suo corpo ha smesso di
funzionare. Quando questo succede una persona muore. Nessuno può continuare a vivere senza il suo
corpo».
I bambini più piccoli credono spesso, o vogliono credere, che i loro amati, anche se morti, mantengano
la funzionalità sensoriale di una persona viva, che possano vederli, sentirli, annusarli, che si muovano. Per
un bambino è difficile concepire l’idea che il genitore morto non esista più come entità sensibile o, ancora
peggio, che non abbia più un cervello con cui pensarli, gli occhi per vederli, le orecchie per ascoltarli. È
un tipo di consapevolezza che può provocare immenso dolore. È interessante notare come la maggior parte
dei bambini rimangano affascinati se vedono il corpo morto di un uccellino o di un verme. Può essere
l’occasione giusta per spiegare loro cosa sia la morte e il concetto di corpo che non funziona più.
È importante non proteggere i bambini dalla morte dei genitori
Proteggere un bambino dalla verità che il genitore sta morendo significa privarlo del tempo (spesso
poco) che gli rimane per accomiatarsi da lui, per dirgli tutto quello che ha bisogno di dire avendo ancora
il genitore ad ascoltarlo, a rispondergli. Questi ultimi scambi sono fondamentali per facilitare il successivo processo di elaborazione del lutto e rimangono per sempre tra i ricordi del bambino, come un tesoro
meraviglioso. Richiamare alla memoria quelle conversazioni piene d’amore attiverà il rilascio di oppiacei
nel suo cervello, come quando il genitore era ancora con lui.
Assistere al funerale può costituire un sollievo per il bambino
Analogamente, anche proteggere il bambino dal funerale può significare la potenziale privazione di
un essenziale momento di commiato. Un adulto che amava profondamente la persona morta, di solito, non
rinuncerebbe per niente al mondo ad assistere al suo funerale. È un processo di chiusura fondamentale.
Privarne il bambino, pensando che potrebbe rimanere turbato, è una follia. Il bambino è già profondamente
turbato e ha disperatamente bisogno di un modello per l’elaborazione del lutto, ha bisogno di piangere,
com’è naturale fare quando si perde qualcuno che si ama. Vedere il comportamento di chi è presente al
funerale può aiutarlo a normalizzare il suo dolore, il suo immenso desiderio di piangere.
Inoltre, se non assistono al funerale, o se non vedono il corpo senza vita della persona amata, i bambini possono essere spinti a credere che sia ancora viva, altrove, che se ne sia andata per un po’, ma che
tornerà. Senza un funerale, la morte può essere percepita dal bambino più come scomparsa, abbandono,
che come morte, con tutte le complicate conseguenze emotive che ciò può portare.
Le fantasie dei bambini di ricongiungersi alla persona scomparsa
Capita spesso che i bambini parlino della possibilità di ricongiungersi alla persona scomparsa. David,
un bambino di quattro anni che aveva perso il padre quando ne aveva due, disse: «Vorrei morire, così
potrei stare con il mio papà». Il fatto che un bambino possa desiderare di uccidersi per ricongiungersi alla
persona amata può risultare scioccante per gli adulti. Spesso questo desiderio è soltanto una fantasia e
non corrisponde davvero a un pericolo reale. Ma, se siete preoccupati che questo possa accadere, leggete
la sezione che riguarda la depressione dei bambino in lutto.
Proteggere il bambino dal dolore: un atteggiamento inutile
Alcuni bambini percepiscono il genitore psicologicamente sopraffatto dal dolore. Pensano quindi
che non vi sia spazio per il proprio, di dolore. Immaginano che se si mettessero a piangere, il genitore
crollerebbe del tutto o li abbandonerebbe. Evidentemente non nutrono fiducia nel fatto che qualcuno
possa essere loro di conforto.
Talvolta il bambino ha ragione riguardo alla vulnerabilità e fragilità del genitore; altre volte è fuori
strada. Questo accade quando sta invece proiettando su di lui la sua propria paura di crollare completamente. In questi casi, il suo desiderio di proteggere non è di aiuto per nessuno, in particolare per se stesso.
Ha bisogno che il genitore sia il primo a parlare, che gli mostri di essere abbastanza forte da affrontare
il tema della morte.
40 ◆ Aiutare i bambini... a superare lutti e perdite
In ogni caso, quando un genitore non è in grado di affrontare il dolore del suo bambino, oltre al
proprio, è giusto che ne sia consapevole senza biasimare se stesso. Deve riuscire ad accettare la propria
mancanza di disponibilità emotiva, chiedere aiuto a uno psicologo, a un terapeuta dell’infanzia, o a un
parente che giochi un ruolo significativo con cui il bambino senta di poter condividere il lutto.
Talvolta il gioco si capovolge. Il genitore cerca di proteggere il bambino non parlandogli della persona che è morta o se n’è andata. In realtà sta soltanto proteggendo se stesso. Parlare della perdita non
è mai fonte di inibizione del processo di elaborazione del lutto da parte del bambino, né costituisce un
freno. Le fotografie della persona che non c’è più dovrebbero rimanere visibili in casa, non essere rimosse. Ovviamente, se il turbamento del genitore fosse così forte da sfociare in pianti e lamenti, il bambino
potrebbe esserne turbato e impaurito. Ma un genitore che mostri le sue lacrime è un ottimo modello di
come il dolore possa essere espresso e, soprattutto, di come sia importante non reprimerlo.
La possibilità che il bambino regredisca a uno stadio precedente della crescita
Pur essendo già in una fase successiva dello sviluppo, un bambino che stia vivendo un lutto potrebbe
iniziare a soffrire di enuresi notturna o incontinenza, potrebbe manifestare difficoltà di linguaggio, regressioni in altri ambiti educativi o mostrare attaccamenti morbosi. È importante che non venga punito in
seguito a questi comportamenti. Bisogna comprendere che lo stadio evolutivo in cui si trovava (e che forse
aveva guadagnato già da un po’) nel processo di graduale passaggio dalla dipendenza all’indipendenza,
potrebbe subire una grave inversione di tendenza a causa del dolore per il lutto. Il bambino perde una
notevole dose di fiducia. Tornare a essere più dipendente è un modo per ricostruire dalle fondamenta la
fiducia nelle relazioni umane per sentirsi poi sufficientemente libero di tornare alla sua indipendenza.
Quando il lutto colora il mondo di fantasie catastrofiche e paure di abbandono
Se un bambino ha sofferto terribilmente a causa di una perdita, è possibile che venga tormentato da
una serie di paure del tutto irrazionali, dal timore che possa accadere qualcosa di orribile da un momento
all’altro. In altre parole, il suo passato colora di paura la sua immagine del presente e del futuro. Si tratta
di un approccio molto doloroso alla vita. Come dice il poeta Les Murray: «Il colpo che non arriva mai ti
abbatte il senno» (Murray, 1997). In questo caso i bambini possono essere aiutati spiegando loro come
funziona la mente umana, come un’esperienza passata possa influenzare la percezione del presente, come
il circuito della paura posto nel cervello inferiore (sub corteccia) possa essere sovra stimolato e reagire
di fronte al presente e al futuro come se dovessero ripetere il passato. Il problema è che il cervello superiore non è in grado di dire: «Guarda che stai solo ricordando», ma sarà convinto che si tratti di qualcosa
che riguarda il presente. Se il bambino non è consapevole di come funziona la mente, non può dire a se
stesso: «Stai tranquillo, stai confondendo quello che è successo quando è morta la mamma con le tue
paure terrificanti riguardo al futuro».
June, tredici anni
Un tempo, il padre di June tornava a casa la sera, cercava la sua «principessina», la prendeva
sulle ginocchia e la ascoltava mentre lei raccontava la sua giornata. Quando June aveva dieci
anni, il padre ha lasciato la moglie e se n’è andato di casa, si è trasferito all’estero con un’altra
donna. Le scriveva, ma andava a trovarla molto raramente. June aveva il cuore spezzato. Aveva
perso fiducia in tutte le sue amicizie. Spesso abbandonava un’amica convinta che questa preferisse qualcun altro a lei. Rifiutava gli altri perché si era sentita rifiutata a sua volta. Quando i
Come aiutare i bambini a comunicare ed elaborare le emozioni provocate dalla perdita: cosa dire e cosa fare ◆ 41