L`immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale
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L`immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale
L’immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale La pubblicazione è stata realizzata dal Ministero dell’Interno Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione in occasione della Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione Milano, 25 e 26 settembre 2009 La realizzazione del volume è stata curata da Nomisma Gruppo di lavoro Giuseppe Cucchi (referente scientifico) Anna Lucia Colleo (coordinamento) Ersilia di Tullio Romina Filippini Federico Fontolan Elena Molignoni Mario Pelucchi Daniela Percoco Concetta Rau Valentina Solieri Vanessa Albertini (segreteria) Patrizia Gozzi (segreteria) Nomisma - Società di studi economici Strada Maggiore 44 I-40125 Bologna [email protected] www.nomisma.it Progetto grafico: Studio Francesca Cantarelli Realizzazione editoriale: a cura di DDE Editrice Illustrazione: Studio Francesca Cantarelli Finito di stampare nel mese di settembre 2009 1 2 INDICE Breve nota introduttiva Sezione I – Il contesto mondiale ed europeo I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo 14 I.1.1 La popolazione mondiale 14 I.1.2 I migranti nel mondo 15 I.1.3 Aree di residenza dei migranti 19 I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione universitaria 19 I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati 21 I.1.6 Le rimesse 22 I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa 25 I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita 25 I.2.2 L’immigrazione temporanea: flussi di ingresso e di ritorno 27 I.2.3 La mobilità interna all’Unione Europea 29 I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa 31 I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di età e livelli di istruzione 37 I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualificate: l’Europa nel contesto OCSE 42 I.2.7 Popolazione e dinamica demografica nell’Unione Europea I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e senza immigrazione 50 3 10 45 Sezione II – Gli immigrati stranieri in Italia II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di ingresso 54 II.1.1 Gli ingressi in Italia 54 II.1.2 La motivazione dell’ingresso 58 II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati 64 II.1.4 Gli ingressi irregolari 66 Approfondimento 1: Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati senza permesso di soggiorno 70 II.2 Gli stranieri residenti in Italia II.2.1 Aspetti demografici: residenti, incidenza sulla popolazione e proiezioni 71 II.2.2 Nazionalità degli stranieri in Italia 74 II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani 76 II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti 81 II.2.5 La suddivisione per classi di età 82 II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia 84 II.2.7 L’insediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia 87 II.2.8 Mobilità degli stranieri all’interno dell’Italia 91 II.2.9 Un profilo degli irregolari in Italia 93 I beneficiari delle regolarizzazioni 93 71 Approfondimento 1: L’opinione degli italiani sulla presenza di stranieri in Italia 102 Approfondimento 2: L’opinione degli stranieri sugli italiani e sulla cittadinanza italiana 104 Approfondimento 3: L’indice di integrazione CNEL 106 II.3 La casa degli immigrati stranieri 109 II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri 109 Lo stock abitativo e i servizi dell’abitare 109 Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza 118 La risposta dell’Edilizia Residenziale Pubblica 121 4 Approfondimento 1: Le famiglie, le coabitazioni, i “single” 123 Approfondimento 2: La condizione abitativa degli immigrati stranieri nel Sud Italia 126 II.3.2 L’accessibilità alla casa 134 La quota di mercato degli stranieri 134 Le tipologie abitative più richieste 134 Il mercato dei mutui 136 Approfondimento 3: Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini stranieri 140 II.4 I giovani stranieri nella scuola italiana 141 II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia 141 II.4.2 Le scuole con alunni stranieri 148 II.4.3 La dispersione scolastica 150 II.4.4 Gli studenti stranieri e l’istruzione universitaria e post-universitaria 152 Approfondimento 1: L’integrazione degli alunni stranieri secondo gli insegnanti italiani 156 II.5. La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari 158 II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri 158 II.5.2 La prevenzione 159 II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie 161 II.6 La dimensione economica dell’immigrazione: lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale 166 II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato con i paesi europei 166 Le forze lavoro e i tassi di attività 166 La disoccupazione degli stranieri 167 Gli occupati dipendenti e indipendenti 167 Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualifiche 168 II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una quantificazione del fenomeno e le sue caratteristiche 177 5 Le forze lavoro straniere 177 La tipologia di occupazione degli stranieri e la distribuzione per area geografica 178 Livelli di istruzione, qualifica e condizione retributiva 179 Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro 181 I contributi previdenziali 182 Le prestazioni inps a sostegno del reddito della popolazione di origine extra comunitaria e il gettito fiscale degli immigrati 183 II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro 196 Le esigenze di qualificazione 198 204 II.6.4 Le imprese degli stranieri Le caratteristiche e l’evoluzione dell’imprenditoria straniera 204 Approfondimento 1: I risultati di un’analisi diretta Unioncamere-Nomisma-Crif 212 Le caratteristiche dell’imprenditore e delle imprese 212 L’organizzazione dell’attività, la posizione di mercato e il finanziamento dell’attività 212 I servizi all’impresa 214 Approfondimento 2: La dinamica del credito dei Piccoli Operatori Immigrati 226 II. 7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi paesi di origine 229 II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dall’Italia 229 Approfondimento 1: Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e investimento delle rimesse degli albanesi in Emilia-Romagna 235 II.7.2 La migrazione di ritorno 240 Approfondimento 2: Il ritorno dei cittadini dell’Europa dell’allargamento: il caso del Regno Unito 242 II.7.3 Migrazioni e sviluppo 244 II.7.4 L’interscambio commerciale con i paesi di origine 247 6 ALLEGATI: Fonti utilizzate 251 Riferimenti bibliografici 253 Elenco di tabelle, grafici e mappe 256 7 8 Breve nota introduttiva 9 Questo volume accompagna i lavori della seconda edizione della Conferenza Nazionale sull’Immigrazione, voluta dal Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione per favorire un confronto aperto sulla progressiva trasformazione in senso multiculturale del nostro Paese. L’immigrazione in Italia non è un fenomeno transitorio. La presenza immigrata è diventata, al contrario, una caratteristica strutturale dell’Italia. Non si tratta di una presenza né omogenea né statica. Continuamente si rinnova e si modifica, per i nuovi ingressi, per gli spostamenti all’interno del Paese, per la molteplicità variegata di comportamenti e di culture che la compongono. Tanto più in Italia, dove convivono più di 160 diverse nazionalità. L’imponenza del processo non attiene infatti solo agli aspetti quantitativi della presenza degli immigrati, che pure ha superato il 6 per cento della popolazione residente (e continua a crescere), ma anche all’impatto dell’aumento della varietà culturale, sociale ed economica che l’immigrazione porta con sé, che genera una trasformazione delle dinamiche di convivenza e una domanda forte di politiche di tutela della coesione sociale e di valorizzazione della dinamica economica. Di qui l’importanza di dotarsi di un metodo e di una base conoscitiva strutturata e attendibile che accompagni la discussione in corso, rilevando le continue evoluzioni in atto e approfondendo la conoscenza di molti aspetti di novità della vita del Paese anche sotto l’angolo visuale della crescente presenza di stranieri che vivono, abitano, lavorano, nascono e vanno a scuola in Italia. Si è voluto rendere disponibile per la Conferenza il risultato di un primo sforzo, pur necessariamente incompleto, di raccogliere le molte informazioni che le fonti istituzionali mettono a disposizione. Un lavoro di raccolta di dati che, ordinati insieme, supporti l’impegno delle istituzioni e degli attori della società civile di guidare la complessità dei processi in atto verso un esito positivo. Le caratteristiche dei flussi migratori e le specificità dell’immigrazione in Italia sono state collocate nel contesto delle dinamiche 10 migratorie in atto nel mondo e, con maggiore dettaglio, nel continente europeo. I dati di provenienza non istituzionale, trattati come approfondimenti, sono segnalati e riconoscibili per il diverso formato grafico con cui sono riportati nel testo. A complemento dei dati istituzionali più aggiornati, sono stati infatti raccolti anche elementi di conoscenza e spunti di analisi che le fonti ufficiali ancora non offrono e che colgono invece aspetti importanti dell’evolvere serrato dei cambiamenti legati al fenomeno migratorio. In alcuni casi, si tratta di informazioni ancora inedite. Il confronto tra le diverse dimensioni territoriali e istituzionali coinvolte nella gestione dell’immigrazione anima le sessioni di discussione della Conferenza ed è riflesso, di conseguenza, nell’ossatura di questo volume. Le informazioni raccolte delineano gli aspetti più rilevanti dei flussi di ingresso nel nostro Paese e della popolazione straniera residente. Prendono in considerazione l’impatto demografico, la localizzazione e la mobilità sul territorio, il formarsi di nuovi nuclei familiari. La presenza di minori, immigrati dall’estero e nati in Italia, nelle scuole. I bisogni legati all’alloggio e all’assistenza sanitaria, l’inserimento nel mondo del lavoro, l’impatto sulla economia e lo scambio con i paesi di origine. Il volume delinea un profilo aggiornato dell’immigrazione in Italia ma anche, per comparazione con gli altri paesi europei, una fotografia attuale dello stato del Paese. 11 12 Sezione I Il contesto mondiale ed europeo Popolazione e migrazioni nel mondo Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa 13 I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo I.1.1 La popolazione mondiale La popolazione mondiale è più che raddoppiata negli ultimi 50 anni, passando dai circa 3 miliardi del 1960 ai quasi 6,5 miliardi stimati dalle Nazioni Unite per il 2005 (tab. 1.1). E’ triplicata la popolazione dell’Africa e grosso modo raddoppiata anche quella di Asia, America Latina coi Caraibi e Oceania, ma la crescita complessiva ha riguardato anche Europa (71 per cento) e America settentrionale (61 per cento). La battuta d’arresto si è verificata solo nel continente europeo, che nel passaggio tra il 2000 e il 2005 ha cominciato a registrare un tasso di crescita negativo. Nel complesso, quindi, la crescita della popolazione mondiale è stata alimentata dall’andamento demografico positivo dei paesi meno sviluppati, che nel loro insieme hanno mantenuto in media un tasso di aumento di oltre 2 punti percentuali l’anno, anche quando questo rallentava sia nei paesi in via di sviluppo, dove è passato dal 2,3 per cento del 1960-1965 all’1,47 per cento del 2000-2005, sia nei paesi più sviluppati, dove nello stesso periodo è passato complessivamente da 1,09 a 0,36 (tab. 1.2). Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (metà anno, migliaia) Anno Mondo Africa Asia Europa America Latina e Caraibi 1960 3.023.670 281.659 1.664.812 424.266 218.577 204.149 15.884 1970 3.696.128 363.535 2.094.849 458.196 285.196 231.931 19.639 1965 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 3.338.041 4.073.745 4.442.309 4.843.930 5.279.519 5.692.353 6.085.572 6.464.750 318.937 415.824 478.824 553.255 635.685 722.669 812.466 905.936 1.856.500 2.344.417 2.574.744 2.826.908 3.168.616 3.430.323 3.675.799 3.905.415 443.539 471.909 482.680 489.868 721.390 727.885 728.462 728.389 250.774 322.449 362.210 402.992 443.747 483.615 522.929 561.346 America del Nord Oceania 219.567 243.417 255.545 269.015 283.361 299.028 314.968 330.608 Paesi più sviluppati (a) 2.643.340 1.098.003 28.834 30.949 33.056 277.308 1.052.788 21.284 26.721 2.330.965 2.074.187 1.007.076 24.700 Paesi meno sviluppati (c) 949.482 17.788 22.893 Paesi in via di sviluppo (b) 1.138.196 2.975.743 3.304.113 1.175.829 3.668.102 1.173.983 4.518.369 1.148.572 1.193.354 1.211.265 4.130.947 4.892.218 5.253.484 246.910 314.107 355.870 402.902 457.958 521.816 596.962 673.524 759.389 (a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone. (b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia. (c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia. Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division 14 Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%) Anno 1960-1965 Mondo Africa Asia Europa 1,94 2,46 2,15 0,96 America America Latina e del Nord Caraibi 2,76 1,41 Oceania Paesi più sviluppati Paesi in via di sviluppo Paesi meno sviluppati 0,10 1,09 2,30 2,33 1965-1970 2,02 2,59 2,39 0,68 2,55 1,07 0,11 0,85 2,48 2,51 1970-1975 1,94 2,65 2,26 0,60 2,42 0,94 0,08 0,77 2,37 2,54 1975-1980 1,77 2,82 1,95 0,49 2,30 0,95 0,08 0,66 2,15 2,54 1980-1985 1,76 2,85 1,94 0,40 2,07 0,96 0,08 0,58 2,13 2,55 1985-1990 1,75 2,77 1,91 0,39 1,91 1,17 0,08 0,60 2,09 2,59 1990-1995 1,54 2,57 1,63 0,18 1,73 1,19 0,08 0,47 1,82 2,65 1995-2000 1,36 2,41 1,40 -0,02 1,55 1,20 0,07 0,34 1,62 2,44 2000-2005 1,26 2,34 1,25 0,08 1,31 1,01 0,08 0,36 1,47 2,36 (a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone. (a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone. (b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia. (c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division I.1.2 I migranti nel mondo Tra il 1960 e il 2005 il numero dei migranti nel mondo è raddoppiato: a metà di questo decennio, risiedeva fuori dai confini del paese di nascita il 3 per cento della popolazione mondiale, circa 190 milioni di persone, contro i 75 milioni del 1960 (tab. 1.3 e 1.4). Di questi, circa la metà sono donne, all’incirca la stessa percentuale di 50 anni fa (tab. 1.4). La concentrazione più rilevante di migranti in rapporto alla popolazione si trova oggi nell’America del Nord (13,5 per cento) e in Europa (8,8 per cento) e comunque, nel complesso, nei paesi più sviluppati. La propensione alla concentrazione nei paesi a più alto reddito risulta fortemente aumentata: i paesi più sviluppati registravano nel 1960 un rapporto complessivo tra migranti e popolazione nativa del 3,4 per cento; il tasso di oggi è 9,5 per cento (tab. 1.3). 15 Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) Anno Mondo Africa Asia Europa America Latina e Caraibi 1960 2,5 3,2 1,7 3,4 2,8 6,1 13,4 3,4 1970 2,2 2,7 1,3 4,1 2,0 5,6 15,4 3,6 1965 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2,4 2,1 2,2 2,3 2,9 2,9 2,9 3,0 3,0 2,7 2,9 2,6 2,6 2,5 2,0 1,9 1,5 1,2 1,3 1,3 1,6 1,4 1,4 1,4 3,8 4,3 4,5 4,8 6,9 7,6 8,0 8,8 2,3 1,8 1,7 1,6 1,6 1,3 1,2 1,2 America del Nord 5,8 6,3 7,1 8,2 9,7 Paesi più Oceania sviluppati (a) 14,3 15,8 16,4 17,0 17,8 3,5 3,9 4,2 4,6 7,2 Paesi Paesi in via di meno sviluppo sviluppati (b) (c) 2,1 2,6 1,6 2,3 1,8 1,5 1,6 1,6 1,8 2,5 1,9 2,3 2,0 2,1 11,2 17,5 8,1 1,6 2,0 13,5 15,2 9,5 1,4 1,4 12,8 16,3 8,8 1,5 1,5 (b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia. (c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia. Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division. 16 17 81.335.779 86.789.304 99.275.898 111.013.230 154.945.333 165.080.235 176.735.772 190.633.564 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 49,6 49,7 49,3 49,0 47,2 47,2 47,4 47,2 47,1 46,8 di cui donne (%) 9.944.018 9.441.931 9.134.224 A metà anno, migliaia 7,1 17.068.882 8,9 16.496.240 11,2 17.943.307 11,9 16.351.076 11,9 14.434.494 9,1 14.095.839 4,9 11.014.091 4,8 4,9 2,9 di cui rifugiati (%) 17,7 21,7 35,5 32,7 24,5 25,4 11,8 9,9 5,7 0,9 di cui rifugiati (% su totale migranti) Africa Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division. 78.443.933 75.463.352 1965 1960 A metà anno, Anno migliaia Mondo 53.291. 281 50.303.887 47.189.610 49.887.766 37.193.499 32.113.653 28.046.158 27.823.933 28.205.374 28.477.693 A metà anno, migliaia Asia A metà anno, migliaia 14,6 64.115.850 17,5 58.216.735 17,3 55.286.554 19,9 49.381.119 20,6 23.471.785 12,0 21.894.487 6,2 20.170.448 5,8 18.783.392 7,4 16.662.207 2,3 14.244.764 di cui rifugiati (% su totale migranti) A metà anno, migliaia 6.052.811 3,1 6.630.849 4,3 6.280.578 5,4 2,7 6.978.142 3,8 6.250.798 2,5 6.079.326 2,7 5.744.910 3,4 5.678.838 4,2 5.855.661 A metà anno, migliaia 0,5 44.492.816 0,8 40.387.759 1,7 33.553.904 17,2 27.596.538 5,6 22.142.796 2,4 18.086.918 1,7 15.290.319 1,8 12.985.541 0,0 12.711.910 A metà anno, migliaia 1,2 5.033.887 1,6 5.050.573 2,3 5.054.049 2,1 4.750.692 3,0 4.186.485 3,6 3.754.605 3,6 3.352.578 4,0 3.027.545 4,1 2.550.694 1,6 1,5 1,5 2,3 2,5 8,4 0,0 1,5 0,8 0,0 di cui rifugiati (% su totale migranti) Oceania 4,4 2.134.129 di cui rifugiati (% su totale migranti) America del Nord 0,0 12.512.766 di cui rifugiati (% su totale migranti) America Latina e Caraibi 6,2 6.018.088 di cui rifugiati (% su totale migranti) Europa Tab. 1.4 Stima del numero di migranti internazionali e incidenza di donne e rifugiati, 1960-2005 Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) Anno Mondo Africa Asia Europa America Latina e Caraibi America del Nord Oceania Paesi più sviluppati (a) 1960-1965 0,8 0,7 -0.2 3,1 -0,6 0,3 3,6 1,8 1965-1970 0,7 1,0 -0.3 2,4 -0,6 0,4 3,4 1,6 Paesi in via di sviluppo (b) Paesi meno sviluppati (c) 0,0 0,7 -1,1 -0,1 1,6 1970-1975 1,3 2,0 0,2 1,4 0,2 3,3 2,0 2,0 0,6 1975-1980 2,7 4,9 2,7 1,6 1,1 3,4 2,3 2,2 3,1 5,7 1980-1985 2,2 0,5 2,9 1,4 0,6 4,1 2,2 2,4 2,0 0,0 1985-1990 6,7 2,5 2,4 3,1 2,2 4,4 2,5 10,4 2,4 3,7 1990-1995 1,3 1,9 -1,1 2,3 -2,9 3,9 1,2 2,8 -0,7 2,2 1995-2000 1,4 -1,7 1,3 1,0 0,7 3,7 0,0 2,0 0,4 -3,5 2000-2005 1,5 0,7 1,2 1,9 1,1 1,9 -0,1 1,9 1,0 0,4 (a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone. (b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia. (c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia. Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division 18 I.1.3 Aree di residenza dei migranti Nel 2005, oltre il 60 per cento dei migranti nel mondo risiedeva nei paesi più sviluppati, percentuale in costante crescita dal 1960, quando erano il 42,8 per cento; la suddivisione tra aree continentali vede nel 2005 il 33,6 per cento dei migranti concentrati in Europa, il 28 per cento in Asia e il 23,3 per cento in America del Nord; solo una parte residuale si è spostata in un paese africano (9 per cento) o in America Latina (3,5 per cento): percentuali in netto calo dal 1960, a testimonianza dell’indebolimento progressivo della direttrice sud-sud nei flussi migratori globali (tab. 1.6). Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%) Anno Africa Asia Europa America Latina e Caraibi America del Nord Oceania Paesi più sviluppati (a) 1960 12,1 37,7 18,9 8,0 16,6 2,8 42,8 1965 12,0 36,0 21,2 7,5 16,2 3,3 45,2 Paesi in via di sviluppo (b) Paesi meno sviluppati (c) 54,8 8,9 57,2 8,5 1970 12,2 34,2 23,1 7,0 16,0 3,7 47,2 52,8 8,9 1975 12,7 32,3 23,2 6,6 17,6 3,9 48,9 51,1 7,9 1980 14,2 32,4 22,1 6,1 18,2 3,8 47,8 52,2 9,2 1985 13,0 33,5 21,1 5,6 20,0 3,8 48,3 51,7 8,2 1990 10,6 32,2 31,9 4,5 17,8 3,1 53,2 46,8 7,1 1995 10,9 28,6 33,5 3,7 20,3 3,1 57,5 42,5 7,4 2000 9,3 28,5 32,9 3,6 22,9 2,9 59,4 40,6 5,8 2005 9,0 28,0 33,6 3,5 23,3 2,6 60,5 39,5 5,5 (a) Comprende l’Europa, l’america del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone. (b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia. (c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia. Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division. I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione universitaria Secondo uno studio commissionato da OCSE nel 2007,1 nel 2000 la quasi totalità dei migranti altamente qualificati era originario di uno dei paesi dell’America del Nord o dell’Europa. In particolare, il 64,8 per cento veniva dall’America del Nord, percentuale rimasta sostanzialmente invariata rispetto al decennio precedente, e il 23,6 per cento dall’Europa (20,3 per cento nel 1990). Con una differenza sostanziale: i paesi del Nord America attiravano il 62,1 per cento dei laureati 1 Lowell B., Trends in International Migration Flows and Stocks, 1975-2005, OECD Social Employment and Migration Working Paper No. 58, OECD Publishing, 2007, Paris. 19 provenienti da altri paesi dello stesso continente; dei laureati residenti in Europa nello stesso anno solo il 36,7 per cento, invece, proveniva da altri paesi europei. Va segnalato però il miglioramento della capacità attrattiva dell’Europa sui propri laureati rispetto al 1990, quando solo il 27,2 dei cervelli europei emigrava in un altro paese europeo. La dinamica trova contralto nella forte diminuzione della concentrazione di migranti con un livello di istruzione elevato che si è verificata nello stesso periodo in Africa e in America Latina (tab. 1.7). Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine e di destinazione, 1990 e 2000 (%) Area di origine Sud America e Caraibi Asia Oceania Totale 49,9 0,6 1,6 11,3 100 24,9 62,1 4,6 2,3 6,1 100 8 88,3 1,3 1,4 1 100 Asia 14,5 73,1 0,1 4,2 8 100 Oceania 22,4 27,2 0,1 0,7 49,6 100 Africa 47,7 44,5 0,1 0,1 7,6 100 Area di destinazione Europa Nord America Europa 36,7 Nord America 2000 Sud America e Caraibi Totale 23,6 64,8 1990 0,7 2,4 8,5 100 Europa 27,2 57,2 0,8 0,9 13,9 100 Nord America 19,1 67,2 4,8 2,9 6 100 Sud America e Caraibi 7,9 87,3 2,2 1,2 1,5 100 Asia 13,5 69 0,2 7,7 9,6 100 Oceania 15,3 28,5 0,1 0,8 55,3 100 Africa 46,8 43,2 0,1 0,1 9,8 100 Totale 20,3 64,9 1 Fonte: Lowell 2007 per OCSE, sulla base di dati raccolti da paesi OCSE di destinazione 20 3,2 10,7 100 I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati L’incidenza dei rifugiati sul numero dei migranti nel mondo ha conosciuto una cresciuta esponenziale: dal 2,9 del 1960 al 7,1 del 2005 (tab. 1.4), con variazioni molto rilevanti tra le diverse aree continentali. Le dinamiche dell’asilo si sono sviluppate in direzione inversa rispetto ai cambiamenti nella concentrazione dell’insieme dei migranti: i rifugiati sono rispettivamente il 17,7 e il 14,6 degli immigrati in Africa e in Asia, mentre arrivano appena al 3,1 e all’1,2 in Europa e America settentrionale (tab. 1.4). Alla fine del 2008, dei 9 milioni di rifugiati nel mondo, oltre 2,5 milioni hanno trovato asilo in Asia, quasi 2,3 milioni in Medio Oriente e nel Nord Africa, 1,6 in Europa e nemmeno 500.000 nel continente americano, settentrionale e meridionale (tab. 1.8). La maggior parte di loro si è riversata in paesi vicini: quasi 3 milioni sono originari dell’Asia e 2,4 milioni del Medio Oriente e del Nord Africa (tab. 1.9). Di questi, 3,7 milioni vengono da Afghanistan e Iraq (tab. 1.10). Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008 Regione di asilo Rifugiati Richiedenti asilo Africa Centrale e Grandi Laghi 978.159 17.185 Africa Orientale e Corno d’Africa 763.857 35.344 Africa del Sud 161.140 243.841 Africa Occidentale 175.349 9.230 Asia e Pacifico 2.577.767 40.221 Medio Oriente e Nord Africa 2.278.151 35.003 Europa 1.616.015 273.070 499.960 173.429 Americhe Totale 9.050.398 827.323 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR/Governi Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008 Regione di origine Africa Centrale e Grandi Laghi Rifugiati Richiedenti asilo 1.219.884 90.146 932.940 Africa Orientale e Corno d’Africa Africa del Sud 190.978 Africa Occidentale 205.673 Asia e Pacifico 2.970.347 Medio Oriente e Nord Africa 2.402.784 Europa 793.352 Americhe 151.887 Vari/Apolidi 182.552 Totale 9.050.398 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati ACNUR/Governi 21 64.585 45.469 30.887 118.463 44.869 60.586 116.025 256.293 827.323 Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008 Paese di origine Rifugiati Richiedenti asilo 1.817.913 23.179 367.995 36.278 1.873.519 25.675 Myanmar 184.347 22.338 Territori Palestinesi 333.990 2.661 Serbia 185.432 14.683 Somalia 559.153 20.543 Sudan 397.013 18.080 Turchia 214.376 8.538 Vietnam 328.183 1.712 6.775.228 211.094 Afghanistan Rep. Dem. del Congo Iraq Totale Totale nel mondo 9.050.398 827.323 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR I.1.6 Le rimesse La Banca Mondiale stima che il totale delle rimesse trasferite dai migranti nel mondo sia passato da 121 miliardi di dollari americani nel 1998 ai 397 miliardi del 2008. Sono i paesi in via di sviluppo, e non quelli meno sviluppati, la principale destinazione delle rimesse: nel decennio 19982008 il flusso che questi hanno ricevuto è passato da 71.380 a 305.281 milioni di dollari USA. I paesi meno sviluppati, nei quali il volume totale è ugualmente quadruplicato, nel 2008 hanno ricevuto rimesse dall’estero per 20.744 milioni di dollari USA. La rilevanza dei risparmi dei migranti varia fortemente in relazione al prodotto interno lordo dell’area di arrivo, calcolata per il 2007: le rimesse costituiscono il 5,8 per cento della ricchezza dei paesi meno sviluppati e il 5,9 per cento della ricchezza dei paesi in via di sviluppo con i redditi più bassi. Facendo una panoramica tra le aree continentali, le rimesse costituiscono il 4,5 per cento del prodotto interno lordo dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, il 3,7 per cento di quello dei paesi dell’Asia meridionale, il 2,6 per cento della ricchezza dei paesi dell’Africa sub-sahariana, contro una media mondiale dello 0,7 per cento (tab. 1.11). Non stupisce che, guardando agli invii, sia dai paesi OCSE ad alto reddito che viene spedito il 66 per cento di tutte le rimesse nel mondo (tab. 1.12), dove come abbiamo visto si è andata concentrando la popolazione migrante. 22 23 13.795 15.825 13.052 13.350 4.327 46.815 9.990 14.389 12.809 14.557 4.397 47.007 5.231 121.163 4.696 119.531 1.084 12.915 15.238 1.144 65.890 7.374 7.907 63.473 73.264 1998 71.380 1997 126.645 5.744 1.075 48.335 4.433 15.084 12.800 17.603 11.629 15.686 69.666 7.569 77.235 1999 131.519 6.147 959 46.375 4.623 17.212 12.898 19.987 12.784 16.682 75.936 8.250 84.186 2000 Note: per i raggruppamenti dei Paesi si veda nota * a fine capitolo. Fonte: Elaborazione Nomisma su stime Banca Mondiale Paesi meno sviluppati (definizione ONU) Totale mondo Paesi non-OCSE ad alto reddito Paesi in via di sviluppo Paesi a basso reddito Paesi a medio reddito Asia dell’Est e Pacifico Europa e Asia Centrale America Latina e Caraibi Medioriente e Nord-Africa Asia del Sud Africa Subsahariana Paesi OCSE ad alto reddito Aree di destinazione 146.793 6.664 1.228 50.349 4.663 19.173 14.653 24.229 12.394 20.105 84.333 10.884 95.217 2001 169.546 8.421 1.119 52.881 5.030 24.137 15.211 27.918 13.729 29.521 100.239 15.307 115.546 2002 207.280 9.652 2.327 60.697 5.970 30.366 20.361 36.609 15.503 35.446 127.596 16.659 144.255 2003 234.941 10.879 3.387 67.134 8.021 28.694 23.034 43.330 22.177 39.164 144.804 19.616 164.420 2004 267.820 12.045 3.871 69.181 9.382 33.092 24.260 50.122 31.218 46.695 170.875 23.894 194.769 2005 306.640 14.499 4.099 73.847 12.871 39.615 25.739 59.208 38.313 52.948 197.754 30.940 228.694 2006 Tab. 1.11 Flussi di rimesse in arrivo per macroarea di destinazione, 1997-2008 (milioni di dollari USA) 370.765 17.432 4.415 85.672 18.584 52.086 31.289 63.107 50.377 65.236 240.740 39.939 280.679 2007 397.047 20.744 4.569 87.196 19.752 65.981 33.662 63.263 53.094 69.931 260.152 45.129 305.281 0,7 5,8 0,5 0,2 2,6 3,7 4,5 1,8 1,8 1,6 1,9 5,9 2,1 Rimesse in percentuale del PIL 2008e dell’area nel 2007 % 24 1.547 657 125 1.318 860 233 America Latina e Caraibi Medioriente e Nord-Africa 868 746 103.712 22.027 21.119 100.904 70.189 68.310 2.085 104.503 1.192 21.526 74.463 2.429 130 590 1.529 2.373 1.463 7.141 1.373 8.514 1999 110.108 1.417 23.356 76.768 2.512 575 861 2.004 2.293 1.740 8.492 1.492 9.984 2000 118.782 1.331 23.394 83.449 2.336 1.026 1.072 2.360 3.186 1.960 10.516 1.423 11.939 2001 131.297 1.334 23.719 88.864 2.510 1.489 3.580 1.904 3.814 5.417 16.976 1.738 18.714 2002 146.545 1.314 23.232 101.311 2.826 1.588 5.242 1.835 5.046 5.464 20.156 1.845 22.001 2003 167.193 2.035 22.633 114.804 3.518 2.032 5.715 2.055 7.966 8.471 27.169 2.587 29.756 2004 184.639 2.363 24.129 126.076 3.991 1.742 5.640 2.309 10.861 9.891 31.330 3.104 34.434 2005 213.192 2.679 27.710 142.233 4.345 2.032 6.194 2.704 17.541 10.432 39.722 3.527 43.249 2006 248.283 3.112 30.302 163.690 4.379 2.007 5.490 3.582 25.908 12.924 51.264 3.027 54.291 0,5 0,5 0,9 2,2 0,4 0,6 0,1 1,6 0,1 0,9 0,3 0,5 0,5 Rimesse in percentuale 2007 del PIL dell’area nel 2007 % Fonte: Elaborazione Nomisma su stime Banca Mondiale Note: per i raggruppamenti dei Paesi si veda nota * a fine capitolo e = stime Banca Mondiale. Raggruppamenti di paesi utilizzati dalla Banca Mondiale: Asia dell’Est e Pacifico: Samoa Americane, Cambogia, Cina, Fiji, Indonesia, Kiribati, Corea del Nord, Laos, Malesia, Isole Marshall, Micronesia, Mongolia, Myanmar, Palau, Papua Nuova Guinea, Filippine, Samoa, Isole Salomone, Tailandia, Timor-Est, Tonga, Vanuatu, Vietnam. Europa e Asia Centrale: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, BosniaErzegovina, Bulgaria, Georgia, Kazakistan, Kosovo, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldova, Montenegro, Polonia, Romania, Federazione Russa, Serbia, Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan. America Latina e Caraibi: Argentina, Belize, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Dominica, Repubblica Dominicana, Ecuador, El Salvador, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Giamaica, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Saint Kitts and Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent and Grenadines, Suriname, Uruguay, Venezuela. Medio Oriente e Nord Africa: Algeria, Gibuti, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Libia, Marocco, Siria, Tunisia, West Bank e Gaza, Yemen. Asia del Sud: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan, Sri Lanka. Africa Sub-Sahariana: Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Repubblica Centroafricana, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, GuineaBissau, Kenya, Lesoto, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Mayotte, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Ruanda, Sao Tomé e Principe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe. Paesi OCSE ad alto reddito: Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Corea del Sud, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Paesi Bassi. Totale mondo Paesi non-OCSE ad alto reddito Paesi meno sviluppati (definizione ONU) Paesi OCSE ad alto reddito Africa Sub-sahariana 2.036 3.509 3.573 2.468 4.560 Asia dell’Est e Pacifico Europa e Asia Centrale Asia del Sud 10.356 10.470 Paesi a medio reddito 1.140 1.005 11.496 11.475 1998 Paesi in via di sviluppo 1997 Paesi a basso reddito Aree di invio Tab. 1.12 Flussi di rimesse in uscita, per macroarea di invio, 1997-2007 (milioni di dollari USA) I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita Nel 2006, ultimo anno per cui Eurostat rende disponibili dati aggregati a livello europeo sui flussi di ingresso, la maggior parte degli ingressi nei paesi della UE, il 52 per cento, è stata di cittadini extra-comunitari, mentre i cittadini comunitari che si sono spostati all’interno di un altro Stato europeo rappresentavano il 34 per cento del totale degli ingressi. È interessante notare come una quota consistente di flussi di ingresso nei paesi della UE, pari al 14 per cento, fosse costituito da nativi di ritorno, ovvero da persone che avevano lasciato in precedenza il proprio paese e che avevano deciso di farvi ritorno. Sembra dunque trovare conferma la tendenza ad una crescita del fenomeno della migrazione temporanea o di ritorno2 all’interno della UE (graf. 2.1). Tra i flussi di ingresso di extra-comunitari, il Marocco occupa il primo posto tra i paesi di provenienza, seguito da Ucraina e Cina, riflettendo una distribuzione molto varia delle provenienze continentali (graf. 2.2). Guardando all’andamento dei flussi di immigrazione e di emigrazione tra il 2002 e il 2007 nei paesi dell’Unione Europea, possiamo fare alcuni confronti tra l’Italia ed altri paesi a forte presenza straniera. Innanzitutto, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito assorbono da soli, in media, più del 70 per cento dei nuovi ingressi di stranieri nell’Unione Europea. In particolare, Germania e Spagna sono i paesi che si contendono il primato per numero di ingressi. Se guardiamo al trend dei flussi di ingresso nei vari paesi UE, notiamo che la capacità attrattiva dei singoli paesi è molto cambiata negli ultimi anni. Ad esempio, mentre in Germania il flusso di immigrati è passato dagli 840mila del 2002 ai 680mila del 2007, in Spagna si è passati da 480mila a 950mila ingressi e in Italia da 210mila a 515mila ingressi nello stesso periodo. I paesi della sponda sud dell’Europa sono diventati mete preferenziali di ingresso nella UE. Importanti sono anche le differenze tra gli Stati Membri dell’Unione nel rapporto tra flussi in ingresso e flussi in uscita. Mentre Germania e Regno Unito hanno sia flussi di immigrazione che flussi di emigrazione molto elevati, 2 Per migrazione circolare si intende quella tipologia di movimenti migratori che prevede una mobilità continua tra paesi di origine e paesi di destinazione, mentre per migrazione di ritorno si intende quei percorsi migratori che si concludono con il ritorno dei migranti nel proprio paese di origine. 25 Italia e Spagna presentano invece uno scarto molto elevato tra il numero di ingressi e il numero di partenze, che è contenuto. Questo fenomeno ha fatto sì che in questi due paesi la crescita netta della popolazione straniera sia stata improvvisa e rapida (tab. 2.1). Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%) 34% Cittadini extra-comunitari Nativi 52% Cittadini da altri stati membri UE 14% Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze 2006 (migliaia) Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat 26 Federazione Russa Brasile Turchia Stati Uniti Albania Bolivia India Cina Ucraina Marocco 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007 Paese d’origine e di destinazione Austria 2002 2003 Immigrazione Emigrazione Immigrazione 113.165 79.658 113.554 2004 2005 2006 EmigraImmiEmigraImmiEmigrazione grazione zione grazione zione 77.257 127.399 76.817 117.822 68.650 Immigrazione 100.972 2007 Emigrazione Immigrazione Emigrazione 73.495 106.905 74.191 91.052 Belgio n.d. n.d n.d. n.d 85.378 42.046 n.d. n.d n.d. n.d 146.409 Bulgaria n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 1.561 2.958 Cipro 14.370 7.485 16.779 4.437 22.003 6.279 24.419 10.003 15.545 6.874 19.017 11.389 Repubblica Ceca 44.679 32.389 60.015 34.226 53.453 34.818 60.294 24.065 68.183 33.463 104.445 20.500 842.543 623.255 768.975 Germania Danimarca Spagna 52.778 43.481 49.754 n.d. 780.175 697.632 707.352 628.399 43.466 49.860 45.017 52.458 45.869 661.855 639.064 56.750 46.786 64.656 41.566 483.260 36.605 672.266 64.298 684.561 55.092 719.284 68.011 Finlandia 18.113 12.891 17.838 12.083 20.333 13.656 21.355 12.369 22.451 12.107 26.029 12.443 Ungheria n.d. n.d 21.327 3.122 24.298 n.d. n.d. n.d 21.520 3.608 24.361 4.500 Irlanda 50.500 20.700 50.100 18.500 70.000 16.600 86.900 17.000 103.260 38.866 88.779 42.538 Francia n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 213.202 41.756 440.301 n.d. 515.201 (a) n.d. Italia 840.844 142.296 680.766 636.854 48.706 414.880 49.910 304.960 53.931 254.588 (a) 958.266 227.065 Lituania n.d. n.d 4.728 11.032 5.553 15.165 6.789 15.571 7.745 12.602 8.609 13.853 Lussemburgo n.d. n.d 12.613 10.540 12.495 10.911 13.512 10.841 14.352 9.001 16.675 10.674 Lettonia 1.428 3.262 1.364 2.210 1.665 2.744 1.886 2.450 2.801 5.252 3.541 4.183 n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d n.d. n.d 1.829 1.908 6.730 5.029 101.150 132.470 116.819 n.d. 14.995 35.480 Malta Olanda 121.250 66.728 104.514 68.885 94.019 75.049 92.297 83.399 Polonia 6.587 24.532 7.048 20.813 9.495 18.877 9.364 22.242 10.802 46.936 Portogallo 17.041 8.814 14.389 6.687 16.761 10.680 n.d. 10.800 27.703 n.d. n.d. n.d Romania 6.582 8.154 3.267 10.673 2.987 13.082 3.704 10.938 7.714 14.197 9.575 8.830 64.087 33.009 63.795 35.023 62.028 36.586 65.229 38.118 95.750 44.908 99.485 45.418 Slovenia Svezia 9.134 7.269 9.279 5.867 10.171 8.269 15.041 8.605 20.016 13.749 29.193 14.943 Slovacchia 2.312 1.411 2.603 1.194 4.460 1.586 9.410 2.784 12.611 3.084 16.265 3.570 Regno Unito 385.901 305.931 431.487 313.960 518.097 310.389 496.469 328.408 Nota: (a) dati Istat. 529.008 369.470 526.714 317.587 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat I.2.2 L’immigrazione temporanea: flussi di ingresso e di ritorno Nell’analisi dei flussi migratori è importante considerare l’andamento dei flussi di lavoratori temporanei. Confrontando infatti i flussi di ingresso totali con i flussi di ingresso temporanei, è possibile muovere una serie di osservazioni sul tipo di immigrazione che si sta sviluppando in un determinato paese. In particolare, la migrazione odierna sembra essere caratterizzata da una crescente propensione a forme di mobilità aperta. Questo comporta che la popolazione straniera residente in un paese è caratterizzata da un forte 27 tasso di rinnovamento della sua composizione. Alcuni paesi hanno scelto di aumentare le quote destinate ai lavoratori temporanei, contribuendo a determinare un trend in crescita per questa categoria nella UE27. Fa eccezione la Germania, dove per due anni di seguito si è verificata una riduzione del flusso di lavoratori temporanei, ma è vero che in Germania si è notevolmente ridotto il flusso di immigrazione complessivo. Viceversa, l’Italia ha registrato un aumento consistente di lavoratori temporanei, passando dai 69.000 del 2003 ai 98.000 del 2006 (tab. 2.2). Sono in crescita anche le migrazioni di ritorno, ovvero il numero di migranti che decidono di tornare nel paese di origine dopo un periodo trascorso all’estero. Del fenomeno si parlerà più diffusamente nel capitolo 8, portando ad esempio il caso specifico del Regno Unito. Tuttavia, è importante sottolineare da subito che i dati riportati da OCSE su alcuni paesi selezionati indicano tassi di ritorno dopo cinque anni di residenza tra il 20 per cento e il 60 per cento (tab. 2.3). Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia) Austria 2003 2004 2005 2006 Ogni mille abitanti (2006) 2 31 33 42 4,0 5 6 30 Belgio Bulgaria - Danimarca 5 Francia 26 Germania Italia Portogallo Totale 27 28 379 43 52 56 83 70 13 9 85 8 7 137 239 275 na 18,73% 1,53% 769 Differenza annuale % 26 1 415 8 Regno Unito 5 1 4 440 3 Svezia 1 15 446 69 Olanda 27 913 927 98 7 7 266 921 0,5 0,1 1,1 0,5 4,6 1,7 5,1 0,7 0,8 4,4 -0,65% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati OCSE International Migration Outlook 2008 Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza (persone oltre i 15 anni di età) Irlanda Periodo di ingresso Tasso medio di ri-emigrazione dopo 5 anni (%) 1993-1999 50,4 1993-1998 Belgio Regno Unito 1992-1998 Norvegia 1996-1999 Paesi Bassi 1994-1998 Stati Uniti 1999 Fonte: OCSE International Migration Outlook 2008. 28 60,4 39,9 39,6 28,2 19,1 I.2.3 La mobilità interna all’Unione Europea L’allargamento dell’Unione Europea è stato uno degli avvenimenti più rilevanti degli ultimi anni, anche rispetto alle dinamiche migratorie. L’inclusione nella UE di 12 nuovi Stati Membri ha avuto un significativo impatto sul movimento di persone e di lavoratori al suo interno (graf. 2.3). Se guardiamo alle nazionalità dei cittadini comunitari che nel periodo 20032007 si sono trasferiti in un altro Stato Membro, Romania e Polonia sono i paesi da cui proveniva la maggior parte degli immigrati, costituendo insieme il 44 per cento di tutti gli spostamenti interni alla UE durante il periodo considerato (graf. 2.4). Se consideriamo la mobilità della forza lavoro, la propensione alla mobilità più elevata nel periodo 2003-2007 si registra, omogeneamente, per i paesi di nuova adesione. Lituania, Cipro, Romania, Polonia, Slovacchia e Bulgaria occupano le prime posizioni: in rapporto alla forza lavoro del paese di origine, sono stati i lavoratori di questi paesi a manifestare la propensione più elevata ad emigrare in un altro paese dell’Unione Europea. Se poi distinguiamo anche tra mobilità di breve e lungo periodo (inferiore e superiore ai 4 anni), è interessante notare come invece la mobilità di lungo periodo veda protagonisti il Portogallo e l’Irlanda, mentre Polonia, Slovacchia e Lituania risultano notevolmente ridimensionate (graf. 2.5). 29 Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006 350000 300000 250000 200000 150000 100000 50000 Portogallo Paesi Bassi Slovacchia Bulgaria Italia Francia Germania Regno Unito Romania Polonia 0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su stime Eurostat Graf. 2.4 Nazionalità dei cittadini comunitari che negli ultimi 4 anni hanno stabilito la loro residenza in un altro Stato Membro (gruppo d’età: 15-64 anni), 2007 (%) Altri cittadini UE; 18% Polonia 25 % Lituania 4% Italia 4% Slovacchia 4% Bulgaria 4% Romania 19% Portogallo 4% Francia 5% Regno Unito 6% Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat 30 Germania 7% Graf. 2.5 Tassi di mobilità intra-UE della forza lavoro (a) per anni di residenza, 2007 (%) 10,0 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 2,0 1,0 0,0 LT CY RO PL SK BG LV PT EE IE NL CZ BE DK HU AT EL SE UK DE FR FI Più di 4 anni IT ES 1,3 3,5 4,1 1,1 0,7 2,8 0,6 7,8 1,6 7,5 1,3 0,7 1,7 1,0 0,7 1,8 2,8 0,7 0,8 0,5 0,7 1,9 1,4 0,6 Almeno 4 anni 3,1 3,0 2,5 2,0 2,0 1,7 1,3 1,2 1,0 0,7 0,6 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1 Legenda: Lituania (LT) , Cipro(CY), Romania (RO), Polonia (PL), Slovacchia (SK), Bulgaria (BG), Lettonia (LV), Portogallo (PT), Estonia (EE), Irlanda (IE), Olanda (NL), Repubblica Ceca (CZ), Belgio (BE), Danimarca (DK), Ungheria (HU), Austria (AT), Grecia (EL), Svezia (SE), Regno Unito (UK), Germania (DE), Francia (FR), Finlandia (FI), Italia (IT), Spagna (ES). Nota: (a) misurata come rapporto tra la forza lavoro residente in un Stato Membro diverso dal proprio sul totale della forza lavoro nel paese di origine. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa La presenza di stranieri in Europa si concentra in termini assoluti nei paesi più popolosi ed economicamente sviluppati della UE: Germania, Francia, Italia, Spagna e Regno Unito (mappa 2.1). Dal 1999 al 2008 gli stranieri presenti nell’Unione Europea sono passati da circa 18 a circa 30 milioni di persone. Nel 2008, rappresentavano il 6,2 per cento della popolazione totale. L’elemento interessante è che la quasi totalità degli stranieri presenti nella UE 27 si trova sul territorio degli Stati UE 15 (pre-allargamento). Nei paesi di nuova adesione, l’incidenza della popolazione straniera tende ad essere molto bassa, con alcune eccezioni (Cipro, Lettonia), mentre nei paesi dell’Europa occidentale l’incidenza oscilla tra il 5 per cento e il 10 per cento, con punte massime in Irlanda e Lussemburgo (tab. 2.4). 31 Per quanto riguarda la provenienza degli stranieri residenti in Europa, nel 2007 si trattava per la maggior parte di cittadini provenienti dall’esterno dell’Europa. L’Italia si colloca al terzo posto per numero assoluto di residenti stranieri provenienti da paesi non UE; viceversa, non figura nemmeno tra i primi dieci paesi per numero di residenti stranieri provenienti da altri paesi UE 15, a sottolineare che il Paese non sembra esercitare un’elevata capacità attrattiva nei confronti di quei paesi dai quali emigrano soprattutto figure professionali altamente qualificate. Negli altri paesi europei a forte presenza straniera, il divario non è così eclatante. Molto significativa appare invece la capacità attrattiva dell’Italia nei confronti dei nuovi Stati Membri del 2007, Romania e Bulgaria. L’Italia attrae da sola circa il 25 per cento di tutti gli immigrati provenienti dai due paesi (tab. 2.5). Analizzando invece la provenienza continentale degli stranieri possiamo osservare quale area geografica di provenienza pesi di più nella composizione della presenza straniera all’interno degli stati europei. In Italia è la componente africana dell’immigrazione quella più consistente, tanto che solo il Portogallo ha un’incidenza di stranieri provenienti dall’Africa più elevata. Molto consistente in Italia è anche la quota di stranieri provenienti dall’Asia e dall’Europa non UE3 (dove pesa la presenza di immigrati albanesi). In rapporto alla media UE, l’Italia attira inoltre una quota più limitata di stranieri provenienti da altri paesi UE 15 (tab. 2.6). 3 Nell’Europa non UE vengono conteggiati i cittadini provenienti da Albania, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Moldavia, Montenegro, Russia e Ucraina. 32 Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densità di presenze, 2008 Fonte: Eurostat population database 33 Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione totale, 1999 e 2008 1999 2008 di cui donne, % UE 27 30.798.059 (s) UE 15 18.293.280 (a) 29.227.474 (s) UE 25 Belgio 850.630 Bulgaria Repubblica Ceca Danimarca Estonia 39,9 38,4 7.319.593 7.255.395 Lettonia Lussemburgo Ungheria Olanda 298.450 229.300 (s) 11,6 3.432.651 50,4 27,8 52,5 1,1 49,7 85,8 42,4 47,6 56,9 3,8 125.300 (e) 415.493 48,4 7.879 15.460 Finlandia 85.060 132.708 2.297.947 4.020.800 (s) s= stima Eurostat e=stima (a)=eccetto Grecia. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat. 34 - 176.580 205.889 68.621 Regno Unito - 43,5 152.900 499.931 - 42.934 33.454 Svezia 8,8 39,8 Slovenia Slovacchia 5,5 47,2 446.333 Romania - 3,3 5.262.095 178.137 Portogallo - 37,7 0,3 12,6 688.375 Polonia 48,6 30,2 9,1 20,5 53.900 749.126 50,5 15,0 47,8 662.290 Austria 58,3 6,6 553.690 906.400 (s) 3.674.000 (s) 150.239 Malta 24.402 3.263.186 1.116.394 Lituania 7,4 347.649 748.954 Cipro 220.187 Spagna Italia 6,2 67,9 112.856 Francia 49,1 Irlanda Grecia 971.448 256.276 Germania 30.747.557 (s) di cui comunitari, Incidenza su totale % popolazione 2008, % 854.752 50,7 48,8 - - 6,2 57,7 38,2 35,5 23,0 40.904 37,1 48,9 - 1,2 1,8 4,1 4,2 26.100 524.488 18,5 25,9 42,4 48,4 5,8 15,9 10.3 53,1 25,0 5,8 41,9 57.842 - 8,1 16,1 64,1 35,5 45,8 - 0,2 0,1 3,4 0,7 2,5 5,7 6,7 35 15 13 19 210 150 37 20 186 978 6.018 163 24 211 162 40 21 188 940 6.435 163 17 229 175 41 22 196 934 6.624 173 50 13 60 16 21 112 924 - 2007 2003 533 13 68 10 1.773 482 136 31 26 25 1.068 42 1.116 40 134 56 - 51 18 69 17 23 168 1.007 - 68 23 77 18 27 281 1.255 3 78 29 84 21 34 479 1.665 85 36 90 24 44 662 2.016 4 6 4 27 10 1 3 13 691 - 6 5 28 8 1 3 21 878 - 7 5 30 13 1 3 28 1.071 - 7 5 30 14 1 3 35 1.331 - Stati membri UE-2 2007 2003 2004 2005 2006 23 4 6 10 16 22 2 2 2 2 600 133 113 112 120 203 34 32 41 47 48 150 252 371 490 664 39 20 14 14 29 83 189 264 315 362 Provenienza degli stranieri residenti Stati membri UE-10 2004 2005 2006 15 17 19 11 13 16 440 483 564 44 94 148 32 29 29 56 71 103 45 38 39 69 81 95 7 4 37 27 1 2 37 1.617 - 2007 19 3 119 56 843 36 431 126 363 531 185 70 259 1.707 14.055 15 2003 220 199 4.802 98 396 1.925 1.675 1.611 182 363 537 213 71 261 1.857 15.257 17 164 356 542 241 74 256 1.947 15.410 14 15 2006 254 193 4.725 121 461 2.856 1.691 2.332 186 348 536 236 78 241 2.123 16.209 Paesi non UE 2004 2005 260 250 194 192 5.017 4.448 105 105 436 450 2.300 2.676 1.696 1.729 1.931 2.131 208 365 539 283 84 241 2.271 17.429 16 2007 303 202 4.741 129 522 3.240 1.889 2.606 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat. 246 244 217 209 216 42 41 44 41 1 2 3 2 4 5 5 13 35 35 35 43 1 2 2 2 2 3 3 4 4 9 0 0 0 0 510 487 451 426 372 1 1 1 2 1 1 1 1 0 0 0 0 22 22 21 24 12 10 18 25 20 5 4 7 8 5 57 69 67 68 69 56 61 63 66 57 6 5 4 3 4 3 5 6 5 4 10 17 12 10 1 2 3 2 16 20 49 37 1 1 2 2 9 0 0 1 1 0 0 0 0 43 43 46 51 127 3 3 5 7 18 9 8 9 11 12 3 1 1 1 1 15 10 10 13 5 37 90 110 122 123 70 70 95 111 118 66 81 81 82 90 999 1.106 1.036 1.062 1.093 10 9 10 8 9 5 5 5 5 5 0 0 0 0 0 0 0 0 19 19 20 20 20 6 6 6 5 6 0 0 1 1 0 0 0 0 30 28 30 28 29 5.949 6.009 6.135 6.563 6.753 995 1.077 1.351 1.777 2.135 757 959 1.152 1.413 1.707 15.083 16.392 16.475 17.299 18.552 210 138 45 19 186 913 5.913 211 127 38 19 186 935 5.906 155 154 Olanda Austria Portogallo Finlandia Svezia Regno Unito Totale UE 15 Repubblica Ceca Estonia Cipro Lettonia Lituania Ungheria Malta Polonia Slovenia Slovacchia Totale UE 10 Bulgaria Romania Totale UE 2 Totale UE 27 Stati membri della UE-15 2003 2004 2005 2006 494 539 545 523 56 57 59 63 1.850 1.660 1.654 1.783 111 112 127 132 19 24 27 28 536 644 765 982 1.035 1.074 954 1.050 134 138 143 149 Lussemburgo Belgio Danimarca Germania Irlanda Grecia Spagna Francia Italia Paese di residenza Tab. 2.5 Numero stranieri residenti nei paesi della UE 27 per macrogruppo di cittadinanza, 2003-2007 (migliaia) 36 12.777 150.980 437 87 37.910 16 1.095 1,07 435 28.702 753 88.776 1.776 39.866 613 293.550 3.565 4.984 1.775.277 13.119 234.217 4.330 327 27.819 17.748 0,13 7,23 0,06 33,83 1,46 14,91 0,02 23,2 1,3 9,6 17,2 7,2 4,0 1,0 1,4 14,7 2,5 Numero assoluto 2,7 0,6 5,5 2,9 19,9 3,1 5,8 0,1 8,6 2,0 3,8 33,7 4,4 3,2 1,2 1,3 2,9 2,1 su totale stranieri, % Americhe 4.985 876 113.332 6.580 25.093 5.307 76.868 1.507 551.985 23.324 26.630 276.217 76.060 874.217 63.184 4.902 57.624 58.361 12,2 1,3 21,6 25,2 5,6 9,2 11,2 0,4 16,1 13,2 20,1 5,2 25,5 12,0 18,2 20,1 5,9 6,8 su totale Numero stranieri, assoluto % Asia Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat. 62 51 2.251 624 118 3.971 68 2.527 227 611 2.378 1.833 12.080 438 18 889 1.360 Numero assoluto 0,15 0,07 0,43 0,14 0,20 0,58 0,02 0,1 0,1 0,5 0,0 0,6 0,2 0,1 0,1 0,1 0,2 su totale stranieri, % Oceania (a) Albania, Bielorussia, Moldova, Ucraina, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia, Federazione Russa. Regno Unito Slovacchia Slovenia Svezia Romania 845 Portogallo Polonia 102.606 69 797.997 2.224 Paesi Bassi Lettonia Lussemburgo Italia Irlanda Ungheria Grecia Francia 905.639 Finlandia Spagna 21.441 289.610 3.437 345 142.655 21.486 su totale Numero stranieri, assoluto % Africa Danimarca Germania Repubblica Ceca Cipro Bulgaria Belgio Austria UE 15 UE 25 UE 27 Paese di destinazione Continente di provenienza 1.614.800 25.909 4.112 240.985 5.971 115.832 25.032 262.964 7.933 177.018 934.435 392.068 100.806 158.300 1.283.000 47.193 2.112.623 93.166 2.515.508 131.516 81.300 3.608 659.423 301.692 10.909.007 11.304.772 11.314.351 Numero assoluto 40,2 63,3 6,0 45,9 22,9 26,0 43,3 38,2 1,9 86,0 27,2 70,8 57,1 17,5 34,9 35,6 40,1 31,2 34,7 37,8 64,9 14,8 67,9 35,3 37,3 36,8 36,7 Europa su totale stranieri, % Europa UE Tab. 2.6 Stock stranieri nei paesi UE per continente di origine, 2008 (stock e incidenza su totale stranieri) 5.733 41.226 23.280 6.844 61.216 11.977 12.142 371.659 802.819 19.014 7.281 102.899 21.747 118.979 912.237 4.605 22.468 301.303 Numero assoluto 14,0 60,1 4,4 26,2 13,7 20,7 1,8 89,5 23,4 10,8 5,5 2,0 7,3 12,6 34,2 0,0 18,9 2,3 35,3 su totale stranieri, % Europa non UE (a) 6.239 58 0 46 273 216 5.223 722 4.168 260 722 534 3.570 526 15.235 56 476 2.920 Apolidi I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di età e livelli di istruzione La suddivisione per classi di età dei residenti stranieri nei paesi UE ci permette di osservare, tramite il calcolo dell’incidenza sulla popolazione residente nelle rispettive classi di età, quanto i processi migratori influenzino soprattutto le classi di età più giovani. In ogni paese europeo, infatti, gli stranieri pesano di più nelle prime due fasce di età, quella 0-14 e 15-39, a conferma che i flussi migratori contribuiscono ad una rigenerazione delle dinamiche demografiche (tab. 2.7). Per quanto riguarda invece l’età media degli stranieri presenti nei paesi UE, un’interessante distinzione riguarda la loro provenienza. Nel 2006 la popolazione dall’età media più bassa era rappresentata dai cittadini stranieri provenienti dai paesi non UE, che avevano in media 27,7 anni contro i 30 dei residenti stranieri provenienti da altri stati UE e i 30,6 anni dei nativi di ritorno. E’ interessante che l’età media dei nativi di ritorno sia piuttosto bassa; si tratta verosimilmente per la maggior parte di progetti migratori temporanei, per studio o per fare le prime esperienze professionali, e non di migranti di lungo corso che ritornano nella vecchiaia o comunque in età avanzata nel paese di origine (graf. 2.6). Un’ultima analisi da cui emergono elementi rilevanti riguarda i livelli di istruzione della popolazione straniera residente nella UE. Nel 2007, la percentuale dei nativi con un livello di istruzione basso era più elevata di quella degli stranieri comunitari, in particolare se paragonata alla fascia di stranieri comunitari residenti da meno di sette anni. La popolazione straniera non comunitaria registrava invece la percentuale più elevata di persone con un livello di istruzione basso. Tuttavia, se guardiamo alla fascia di persone con un livello di istruzione elevato, è evidente come la percentuale maggiore si riscontri tra gli stranieri residenti da meno di 7 anni, in particolare tra quelli comunitari. Questo suggerisce che l’immigrazione più recente verso gli stati UE ha coinvolto un numero crescente di laureati (graf. 2.7). Si tratta di un dato che trova conferma anche nell’analisi della situazione dei singoli paesi. Tra gli Stati Membri che attraggono più cittadini stranieri il livello di istruzione della popolazione straniera supera in percentuale quello della popolazione nativa. I casi più evidenti sono quello della Francia, dove il 16,9 per cento dei francesi ha un livello di istruzione universitario, contro 37 il 18,1 per cento dei nati all’estero; del Regno Unito, dove il 20 per cento dei nativi ha un livello di istruzione universitario, contro il 34,8 per cento dei nati all’estero; dell’Italia, dove le percentuali sono dell’8,1 per cento per gli italiani contro il 12,2 per cento dei nati all’estero. Solo la Germania fa eccezione, probabilmente per la forte presenza della comunità turca che presenta tassi di istruzione mediamente non elevati (tab. 2.8). 38 39 UE-27 13.363 3.810 Ungheria Lituania 95.425 2.689 2.376 69.771 3.672 1.912 Olanda Polonia Romania Svezia Slovenia Slovacchia 870.622 281.079 1.549.587 3.318.388 6.022.360 2.958.615 68.135 87.273 538.123 1.529.649 901.181 6.458.615 1.015.879 11.441.366 1.479.514 1.294.718 Totale popolazione 0-14 0-14 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat. 1.618 Malta 41.640 18.654 Finlandia Lussemburgo 644.835 47.986 Danimarca Spagna 928.505 25.163 132.942 Stranieri Germania Repubblica Ceca Austria Paesi Classi di età 162.684 391.010 Stranieri 133.823 0,2 1,3 4,5 0,1 0,0 3,2 2,4 47,7 0,7 0,9 2,1 15.605 25.313 226.581 16.179 19.367 360.896 5.253 80.529 19.163 84.823 61.808 10,0 2.588.808 4,7 8,1 3.426.521 1,7 10,3 Incidenza stranieri su totale, % 2.122.223 704.332 2.942.525 8.596.249 14.457.254 5.317.624 142.079 163.222 1.237.033 3.614.658 1.640.344 16.448.874 1.725.781 25.717.768 3.787.042 2.784.467 99.293 256.513 Stranieri 73.477 0,7 3,6 7,7 0,2 0,1 6,8 3,7 49,3 1,5 2,3 3,8 12.579 22.040 153.753 26.202 65.649 188.588 5.104 63.432 11.342 54.298 34.043 15,7 1.157.588 7,8 13,3 2.332.073 4,3 14,0 Totale Incidenza popolazione stranieri su 15-39 totale, % 15-39 1.761.153 705.335 3.039.708 12.529.355 1.527.189 5.713.401 141.358 158.863 1.082.452 3.316.723 1.866.713 14.159.725 1.862.772 28.856.483 3.538.196 2.816.707 Totale popolazione 40-64 40-64 0,7 3,1 5,1 0,2 4,3 3,3 3,6 39,9 1,0 1,6 1,8 8,2 3,9 8,1 2,8 9,1 Incidenza stranieri su totale, % Tab. 2.7 Stranieri residenti nei paesi UE per classi di età e incidenza su totale della popolazione, 2007 2.034 2.530 41.891 681 6.625 37.023 1.902 12.612 5.372 15.389 7.234 215.243 15.511 568.850 9.096 45.548 Stranieri 639.639 319.631 1.581.437 3.203.567 5.116.510 2.368.352 56.238 66.829 527.271 1.605.128 868.717 7.407.417 834.745 16.299.289 1.482.437 1.403.031 Totale popolazione 65 e oltre 65 e oltre 0,3 0,8 2,6 0,0 0,1 1,6 3,4 18,9 1,0 1,0 0,8 2,9 1,9 3,5 0,6 3,2 Incidenza stranieri su totale, % Graf. 2.6 Età media degli immigrati nella UE, 2006 30,6 31 30,5 30 29,5 29 28,5 28 27,5 27 26,5 26 30 28,8 Nativi di ritorno Immigrati extra-comunitari ri ita ri un ita m un co om Im m ig ra Im ti m ig ex ra tra ti -c id iv N at ei m ir m ig ito ra rn ti o Immigrati comunitari al To t Totale immigrati 27,7 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat Graf. 2.7 Livello di istruzione nella UE dei nativi, degli stranieri UE e degli stranieri non UE, 2007 0% 10% 20% 30% 40% 50% Basso Medio Alto Nativi Stranieri comunitari di cui: residenti > 7 anni residenti < 7 anni Stranieri extra-comunitari di cui: residenti > 7 anni residenti < 7 anni Nota: sono escluse dal calcolo Bulgaria, Germania, Irlanda e Regno Unito. Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat e DG Occupazione. 40 60% 70% 80% 90% 100% Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata all’estero, 2006 (%) Paese Austria Belgio Repubblica Ceca Germania Danimarca Spagna Finlandia Francia Regno Unito Grecia Ungheria Irlanda Italia Polonia Portogallo Repubblica Slovacca Svezia Olanda Istruzione Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria Primaria Secondaria Terziaria M 24,2 61,9 14,0 45,3 31,5 23,2 16,5 71,5 12,0 16,8 58,0 25,1 35,0 46,2 18,8 65,3 16,3 18,4 39,7 38,4 21,9 41,5 41,6 16,8 50,9 28,1 20,9 50,2 34,2 15,5 39,5 49,2 11,3 50,0 28,6 21,4 62,4 29,3 8,3 28,7 61,6 9,8 80,9 12,2 6,9 22,0 66,1 11,9 26,8 53,8 19,3 35,1 43,3 21,6 Nativi F 42,0 50,0 8,1 47,6 28,9 23,5 28,7 62,8 8,5 31,0 55,1 13,8 40,1 39,0 20,9 67,5 14,9 17,6 40,8 34,3 24,9 49,6 33,5 16,9 51,5 29,2 19,3 54,7 32,9 12,5 50,1 39,7 10,2 45,6 30,3 24,1 64,8 27,3 7,9 33,6 55,4 11,0 79,3 12,2 8,5 33,4 57,1 9,5 23,1 50,5 26,3 45,8 38,1 16,1 Tot 33,4 55,7 10,9 46,5 30,1 23,3 22,8 67,0 10,2 24,2 56,5 19,3 37,6 42,6 19,9 66,4 15,6 18,0 40,3 36,3 23,4 45,8 37,4 16,9 51,2 28,7 20,1 52,5 33,5 14,0 45,1 44,2 10,7 47,8 29,5 22,7 63,6 28,3 8,1 31,2 58,4 10,4 80,0 12,2 7,7 28,0 61,4 10,6 25,0 52,2 22,8 40,5 40,6 18,8 Nati all’estero M F 45,0 53,4 41,9 36,9 13,2 9,7 50,5 55,8 24,4 23,1 25,1 21,0 27,4 47,9 56,5 42,1 16,1 9,9 41,2 50,5 42,1 36,4 16,7 13,1 35,2 38,6 39,9 38,5 25,0 22,9 58,1 54,6 21,4 23,7 20,5 21,7 53,1 52,1 30,0 27,0 16,9 20,9 52,0 57,5 28,9 25,5 19,1 17,0 39,8 41,3 23,9 25,1 36,3 33,6 46,6 38,8 39,6 43,3 13,8 17,9 35,6 45,4 40,7 37,8 23,6 16,7 29,9 29,4 29,2 29,4 40,9 41,2 56,6 52,3 32,0 34,8 11,4 12,9 38,5 54,1 45,8 36,6 15,7 9,3 57,3 52,3 25,5 26,3 17,2 21,4 20,2 36,4 59,1 51,9 20,7 11,7 28,8 30,2 48,1 44,4 23,0 25,4 47,9 50,4 30,8 32,4 21,3 17,2 Tot 49,4 39,3 11,3 53,3 23,8 23,0 38,6 48,7 12,8 45,8 39,3 14,9 36,9 39,2 23,9 56,3 22,6 21,1 52,6 28,5 18,9 54,8 27,2 18,1 40,6 24,5 34,8 42,7 41,4 15,9 41,1 39,1 19,8 29,6 29,3 41,1 54,3 33,5 12,2 47,9 40,3 11,9 54,7 25,9 19,3 29,3 55,0 15,7 29,5 46,2 24,3 49,2 31,6 19,2 M 27,0 59,1 13,9 45,9 30,7 23,4 17,2 70,7 12,2 20,4 55,7 24,0 35,0 45,8 19,2 64,9 16,6 18,6 40,1 38,2 21,7 42,8 40,1 17,1 49,9 27,7 22,4 49,8 34,8 15,4 39,4 49,0 11,6 47,8 28,7 23,5 62,2 29,4 8,4 28,9 61,3 9,9 79,2 13,2 7,6 22,2 66,0 11,8 27,1 53,1 19,8 36,5 41,9 21,6 Nota: Istruzione primaria = elementari - medie; Secondaria = superiori; Terziaria = università – post-università. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE. 41 Totale F 43,5 48,2 8,3 48,5 28,2 23,2 29,9 61,5 8,5 33,7 52,6 13,7 40,0 39,0 21,0 66,8 15,4 17,8 41,1 34,1 24,8 50,5 32,6 16,9 50,5 28,8 20,8 52,9 34,0 13,1 49,9 39,7 10,4 43,8 30,2 25,9 64,3 27,6 8,1 34,1 54,9 11,0 77,5 13,1 9,4 33,9 56,8 9,3 24,1 49,7 26,2 46,3 37,4 16,2 Tot 35,6 53,4 11,0 47,3 29,4 23,3 23,8 65,9 10,3 27,2 54,1 18,7 37,5 42,3 20,1 65,9 15,9 18,2 40,6 36,1 23,3 46,8 36,2 17,0 50,2 28,3 21,6 51,4 34,4 14,2 45,0 44,0 11,0 45,8 29,5 24,7 63,3 28,5 8,3 31,6 57,9 10,5 78,3 13,1 8,5 28,3 61,2 10,5 25,6 51,4 23,0 41,5 39,6 18,9 I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualificate: l’Europa nel contesto OCSE Tra le diverse tipologie di migranti, quella degli studenti universitari e delle figure professionali altamente qualificate richiede un’analisi separata. Si tratta infatti di un tipo di immigrazione verso la quale i paesi più sviluppati adottano un approccio diverso. Nel mondo caratterizzato dalla globalizzazione la contesa per i lavoratori più qualificati è molto serrata e alcuni paesi europei si sono attrezzati per attrarre studenti e lavoratori in possesso di alte qualifiche. Questo corrisponde ad una tendenza generalizzata in Europa, nella gestione dei flussi migratori, ad aumentare la capacità di attrarre persone qualificate e a ridurre la quota di lavoratori poco qualificati. Possiamo tratteggiare a grandi linee la situazione attuale guardando al numero di stranieri iscritti nelle università, pesato sul totale degli iscritti e sul totale della popolazione residente, e al numero di laureati in ingresso e in uscita per alcuni paesi UE ed OCSE. Se consideriamo il numero di studenti stranieri iscritti nelle università dei paesi OCSE, nel 2006, il confronto tra l’Italia e i paesi OCSE più avanzati è eloquente. Mentre Francia, Germania, Canada e Regno Unito hanno tassi di iscrizione di studenti stranieri superiori al 10 per cento, l’Italia arriva al 2,4 per cento. Si tratta di un dato che colloca l’Italia in fondo alle classifiche OCSE, dietro tra gli altri anche a Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria (tab. 2.9). Per osservare il numero di laureati che decidono di trasferirsi da un paese verso un altro, abbiamo considerato per ogni paese OCSE lo stock dei laureati in uscita e in entrata, questi ultimi distinti tra laureati provenienti da paesi OCSE e provenienti da paesi non OCSE. In termini assoluti i paesi che ospitano il maggior numero di laureati stranieri sono Stati Uniti, Canada, Australia, Germania e Regno Unito. Anche in questo caso, l’Italia mostra una capacità attrattiva molto più limitata di quella dei paesi più avanzati, con uno stock di laureati stranieri pari a quello della Turchia. Considerando lo stock di laureati in entrata, si possono formulare osservazioni più approfondite. L’Italia, tra i grandi paesi europei, si trova in una situazione doppiamente negativa. Non solo non attrae un numero elevato di laureati dall’estero, ma ne perde anche molti che si sono laureati nelle università italiane e hanno poi deciso di trasferirsi in un altro paese. Il risultato è che il saldo finale tra laureati in ingresso e quelli 42 in uscita è pesantemente negativo, segno che il paese non è in grado di attrarre persone altamente qualificate né di trattenere le sue migliori risorse. Solo il Regno Unito nella UE 15 ha un saldo negativo pari a quello italiano (con la differenza sostanziale che il Regno Unito attrae molti laureati stranieri), e tra i paesi OCSE solo Polonia, Corea del Sud e Messico (tab. 2.10). Se appare naturale che in termini assoluti gli Stati Uniti attraggano più laureati rispetto ad altri paesi UE, possiamo pesare il numero di laureati sul totale della popolazione residente. Confrontando i tre casi di Stati Uniti, Regno Unito e Italia, si nota quanto, anche in relazione al peso della popolazione, Stati Uniti e Regno Unito hanno una capacità attrattiva molto più elevata rispetto all’Italia (graf. 2.8). Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006 Paese di destinazione Austria Totale iscrizioni % sul totale iscrizioni Ogni 1000 abitanti, % 24.854 6,3 2,4 30.366 Belgio Canada 148.164 Rep. Ceca 17.057 Danimarca 10.952 Finlandia 11.514 Francia 247.510 12,0 14,6 5,1 4,8 3,7 11,2 3,7 4,5 1,7 2,0 2,2 4,0 Germania 261.363 11,4 Ungheria 12.381 2,8 1,2 Irlanda 12.740 6,8 3,0 Grecia 16.558 Islanda 715 Italia 48.766 Giappone 119.120 Corea 22.260 Paesi Bassi 27.037 2,5 4,5 2,3 0,8 0,7 0,5 4,7 36.900 15,5 Polonia 11.365 0,5 4.114 1,5 2,4 2,9 Nuova Zelanda Norvegia 3,2 1,9 0,9 1,7 8,8 0,9 0,3 Portogallo 17.077 4,6 1,6 Spagna 18.206 1,0 0,4 Slovacchia 1.613 Svezia 21.315 Svizzera 28.016 Regno Unito USA 2,3 3,7 14,1 5,4 2.271.621 5,0 2,3 Note: se non diversamente indicato, i dati riguardano studenti non residenti. Fonte: Elaborazioni Nomisma OCSE, International Migration Outlook 2009. 43 5,0 13,7 0,3 330.078 584.814 Totale 0,8 3,3 2,0 Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001 Stock di migranti laureati Da altri paesi OCSE-30 Verso altri paesi OCSE-30 117.865 708.436 Austria 64.537 130.146 Belgio 73.914 Paesi OCSE-30 Australia Da paesi non OCSE-30 Saldo totale 811.751 1.520.187 -65.609 38.674 -26.935 13.738 60.176 25.856 86.032 1.166.275 523.461 642.814 1.557.820 2.200.634 826.301 Canada Repubblica Ceca Saldo 6.345 70.449 -64.104 40.643 -23.461 23.612 67.889 -44.277 16.023 -28.254 8.300 72.594 -64.294 13.211 -51.083 Francia 240.867 310.751 -69.884 368.118 298.234 Germania 566.185 936.520 -370.335 454.570 84.235 15.575 161.667 -146.092 49.209 -96.883 Ungheria 2.950 123.289 -120.339 9.595 -110.744 Islanda 4.270 7.125 -2.855 2.290 -565 Irlanda 90.668 228.141 -137.473 25.053 -112.420 132.097 278.268 -146.171 135.273 -10.898 Corea del Sud 18.375 612.937 -594.562 27.596 -566.966 Lussemburgo 13.987 6.419 7.568 7.785 15.353 Messico 51.235 949.330 -898.095 30.719 -867.376 170.422 254.730 -84.308 223.469 139.161 41.265 44.067 -2.802 22.639 19.837 135.201 174.870 -39.669 82.653 42.984 Polonia 14.957 454.557 -439.600 88.539 -351.061 Portogallo 12.197 145.765 -133.568 15.291 -118.277 Slovacchia 3.436 24.097 -20.661 2.477 -18.184 Spagna 111.450 154.650 -43.200 182.590 139.390 Svezia 100.706 80.553 20.153 95.163 115.316 Svizzera 189.274 92.554 96.720 90.801 187.521 Danimarca Finlandia Grecia Italia 57.515 Giappone Paesi Bassi Norvegia Nuova Zelanda Turchia Regno Unito 395.229 -337.714 -252.811 53.683 174.687 -121.004 95.006 -25.998 511.030 1.478.474 -967.444 722.391 -245.053 6.595.708 9.973.901 Stati Uniti 3.804.292 426.099 3.378.193 OCSE-30 8.510.921 8.510.921 0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE 44 84.903 11.915.816 Graf. 2.8 Immigrati ed emigrati con istruzione universitaria sul totale della popolazione del paese di residenza, 2006 6 5 4 3 2 1 0 Italia Regno Unito Immigrati Stati Uniti Emigrati Fonte Elaborazioni Nomisma su Fondazione Rodolfo De Benedetti I.2.7 Popolazione e dinamica demografica nell’Unione Europea Lo squilibrio demografico è una delle sfide che l’Europa deve affrontare. Il ruolo che l’immigrazione da paesi terzi ha sull’andamento della crescita della popolazione europea è un elemento rilevante da tenere in considerazione. Oggi nell’Europa unita risiedono legalmente circa 30 milioni di cittadini non europei (tab. 2.4). Recenti proiezioni Eurostat per il 2050 indicano che, anche prevedendo che nel 2050 risiederanno nella UE 40 milioni di immigrati, la popolazione europea totale diminuirà di 7 milioni di persone; la forza lavoro, di 52 milioni di persone. Guardando le elaborazioni del programma comunitario ESPON 2013 (European observation network for territorial development and cohesion)4 sulle dinamiche demografiche in Europa tra il 2001 e il 2005, possiamo osservare alcuni trend significativi. 4 Il Programma ESPON 2013 è stato avviato dalla Commissione Europea nel 2007 con lo scopo di supportare lo sviluppo di politiche in favore della coesione territoriale. La sua azione è soprattutto quella di fornire informazioni comparabili al livello territoriale più dettagliato possibile (http://www.epson.eu/). 45 Se consideriamo il bilancio migratorio, l’area che comprende la penisola iberica, il sud della Francia, l’Italia centro-settentrionale e l’Irlanda ha avuto una crescita annuale del saldo migratorio sempre superiore all’1 per cento. Quello che si nota immediatamente è che esiste una vera spaccatura tra i paesi della UE 15 e quelli dell’allargamento 2004 e 2007. Questi ultimi infatti, hanno subito una riduzione costante o una crescita vicina allo zero del saldo migratorio (fatta eccezione per Budapest e Riga). Nella UE 15, invece, la tendenza è stata quasi ovunque positiva (anche qui con le eccezioni di Berlino, Belgio e Lussemburgo). In Italia, è evidente la spaccatura tra il trend delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali, dove l’andamento del saldo migratorio è simile a quello delle regioni dell’Europa dell’Est, mentre il saldo è ovunque in crescita nel Centro-Nord (mappa 2.2). Per avere un quadro completo della situazione demografica, si guardi alla crescita naturale della popolazione: senza immigrazione, l’andamento demografico della popolazione europea tra il 2000 e il 2005 avrebbe conosciuto un rallentamento considerevole (mappa 2.3). Molte delle aree che presentano nel periodo considerato una crescita complessiva della popolazione residente avrebbero in realtà sperimentato una riduzione della popolazione in assenza di migrazione. Tra queste, l’Italia settentrionale, ampie zone della Spagna settentrionale e del Portogallo, gran parte della Francia occidentale, del Regno Unito, della Germania. E’ possibile dunque affermare che nel periodo preso in esame, la crescita del saldo migratorio ha pesato in genere più della crescita naturale della popolazione nel determinare l’andamento demografico complessivo. È stato soprattutto l’afflusso di migranti a portare ad un andamento positivo della crescita demografica, in particolare nelle regioni sopraelencate. L’impatto dei movimenti migratori ha invece un impatto inverso in quelle regioni dell’Europa orientale che hanno avuto una crescita naturale positiva ma hanno visto ridursi la popolazione totale per effetto dei flussi di emigrazione, come alcune aree delle Polonia e della Romania settentrionale (mappa 2.4). 46 Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005 Variazione annuale, anno base 2000: Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013 47 Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione, 2001-2005 Variazione annuale, anno base: 2000 Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013. 48 Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale, 2001-2005 Popolazione in crescita con: Saldo migratorio positivo e saldo naturale positivo Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo Popolazione in diminuzione con: Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo Saldo migratorio negativo e saldo naturale negativo Dato non disponibile Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013. 49 I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e senza immigrazione Un’ulteriore conferma dell’impatto degli spostamenti migratori sull’andamento demografico della popolazione europea viene dall’analisi delle proiezioni Eurostat per il 2010, 2020 e 2050 sulla popolazione residente nell’Unione Europea. Confrontando le due proiezioni, una in ipotesi di assenza di migrazione, l’altra comprendente tutta la popolazione residente, si ottiene una misura dell’impatto dei flussi migratori. In particolare, nel lungo periodo la differenza sarebbe notevole: se nel 2020 lo scarto tra i due scenari sarebbe di 20 milioni di persone, nel 2050 la differenza sarebbe di 70 milioni di residenti. L’afflusso di cittadini stranieri consentirà quindi una crescita demografica sostenuta, anche in virtù dei maggiori tassi di natalità che si riscontrano presso le comunità di immigrati (tab. 2.11). 50 51 Grecia 10.618.680 21.342.984 9.212.197 2.022.682 5.400.606 Portogallo Romania Svezia Slovenia Slovacchia 8.265.323 62.841.903 5.380.139 1.991.631 9.336.057 20.820.715 10.457.979 37.939.906 16.717.186 413.188 2.156.116 492.243 3.242.156 58.039.051 4.835.623 9.623.205 11.037.814 5.375.272 45.504.414 1.311.168 5.531.342 79.198.600 10.184.998 835.284 7.173.577 10.718.793 493.659.612 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat 61.592.547 38.123.296 Regno Unito 16.486.824 Polonia 411.461 2.249.138 485.257 3.341.745 Olanda Malta Lettonia Lussemburgo Lituania 59.490.526 5.318.283 11.226.463 Finlandia Italia 45.457.628 Spagna 9.983.116 1.334.181 Estonia 4.490.780 5.492.772 Danimarca Irlanda 81.817.819 Germania Ungheria 10.343.767 Repubblica Ceca 801.931 7.566.460 Bulgaria Cipro 8.336.926 10.681.845 Belgio 496.010.163 2020 In assenza di migrazione 2010 Austria UE 27 7.186.089 62.109.598 4.648.923 1.653.245 9.067.250 17.814.565 8.994.087 32.791.661 15.844.307 362.346 1.801.431 467.235 2.784.767 48.466.079 5.264.223 8.071.681 9.388.006 5.078.342 40.215.189 1.169.188 5.353.680 64.330.847 8.567.379 800.450 5.815.432 10.117.605 443.689.079 2050 Tab. 2.11 Proiezioni popolazione UE 27 2010, 2020 e 2050 8.404.899 61.983.950 5.407.491 2.034.220 9.305.631 21.333.838 10.723.195 38.092.173 16.503.473 413.542 2.247.275 494.153 3.337.008 60.017.346 4.614.218 10.023.453 11.306.765 5.337.461 46.673.372 1.333.210 5.512.296 82.144.902 10.394.112 820.709 7.564.300 10.783.738 499.389.380 2010 8.723.363 65.683.056 5.432.265 2.058.003 9.852.965 20.833.786 11.108.159 37.959.838 16.895.747 427.045 2.151.445 551.045 3.219.837 61.420.962 5.404.231 9.892.967 11.555.829 5.500.929 51.108.563 1.310.993 5.661.099 81.471.598 10.543.351 954.522 7.187.743 11.321.733 513.837.632 2020 Popolazione totale 9.127.487 74.505.797 4.859.108 1.878.003 10.671.512 18.149.247 11.448.641 33.274.651 16.909.471 414.781 1.803.536 697.206 2.736.885 61.239.852 6.530.607 9.061.131 11.445.296 5.448.360 53.228.962 1.181.421 5.895.057 74.491.350 9.891.885 1.251.488 5.923.361 12.193.915 515.303.488 2050 790.561 12.913.250 -541.498 -144.679 1.459.315 -3.193.737 829.961 -4.848.645 422.647 3.320 -445.602 211.949 -604.860 1.749.326 2.039.827 -921.985 218.833 130.077 7.771.334 -152.760 402.285 -7.326.469 -451.882 449.557 -1.643.099 1.512.070 19.293.325 2010 2.841.153 52.126 66.372 516.908 13.071 650.180 19.932 178.561 13.857 -4.671 58.802 -22.319 3.381.911 568.608 269.762 518.015 125.657 5.604.149 -175 129.757 2.272.998 358.353 119.238 14.166 602.940 458.040 20.178.020 2020 Differenza 210.185 12.396.199 224.758 1.604.262 334.682 2.454.554 482.990 1.065.164 52.435 2.105 229.971 -47.882 12.773.773 1.266.384 989.450 2.057.290 370.018 13.013.773 12.233 541.377 10.160.503 1.324.506 451.038 107.929 2.076.310 1.941.398 2050 71.614.409 52 Sezione II Gli immigrati stranieri in Italia Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di ingresso Gli stranieri residenti in Italia La casa degli immigrati stranieri I giovani stranieri nella scuola italiana La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari La dimensione economica dell’immigrazione: lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi paesi di origine 53 II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di ingresso II.1.1 Gli ingressi in Italia Il 2008 ha confermato il robusto andamento dei flussi di stranieri in ingresso nel nostro Paese, con quasi 470.000 nuove registrazioni in anagrafe di cittadini provenienti dall’estero. Durante l’anno precedente, nel 2007, si era registrato un numero di nuovi ingressi mai raggiunto prima in Italia, con un saldo migratorio a fine anno di oltre 490.000 nuove registrazioni (tab. 1.4). Se allunghiamo lo sguardo ai decenni dietro le nostre spalle, il bilancio migratorio è passato dal punto zero del 1988, a 49.000 persone dieci anni dopo, con un andamento progressivo della crescita, ai 434.000 nel 2008 (tab. 1.1). Il primo balzo in aumento si è registrato in occasione della regolarizzazione della posizione di lavoratori stranieri immigrati avviata negli ultimi mesi del 2002 e conclusasi nel 2003, e delle tappe del processo di allargamento dell’Unione Europa, nel 20041 e 20072. Nel 2002 il saldo migratorio era arrivato a 347.000 persone, contro le 46.000 dell’anno precedente; il 2003 aveva registrato 610.000 nuove presenze. Nel 2004, il saldo era stato di 558.000 persone e nel 2007, come si diceva, di quasi mezzo milione di persone (tab. 1.1). Se guardiamo alla provenienza dei nuovi arrivi, il dato risulta sostanzialmente confermato: secondo i dati del Ministero dell’Interno sulla presenza di cittadini stranieri residenti tra il 2005 e il 2007, il rapporto tra comunitari ed extracomunitari si ribalta nel 2007. Nel 2006 i nuovi residenti comunitari erano 80.000 e i non comunitari 180.000; nel 2007, i comunitari erano quasi 320.000 e i non europei 102.000 (tab. 1.2). Il saldo tra nuovi iscritti alle anagrafi dall’estero e cancellati per l’estero è positivo per tutte le aree d’Italia, anche se decisamente più elevato nel Nord-Ovest (oltre 160.000 unità), nel Nord-Est (quasi 150.000) e nel Centro (quasi 140.000), rispetto al Sud (poco più di 7.000) e alle Isole (13.352). 1 Con l’accesso di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria e Slovenia, oltre a Malta e Cipro. 2 Quando entrarono Bulgaria e Romania. 54 Vale la pena osservare anche l’andamento dei cancellati per l’estero: nelle regioni del Nord e del Centro ha un’incidenza limitata sul saldo migratorio (costituisce grosso modo un ottavo dei nuovi iscritti dall’estero); nelle Isole e al Sud, l’incidenza è decisamente maggiore (gli emigrati all’estero sono circa un quarto degli immigrati dall’estero); in particolare, nelle regioni del Sud i cancellati per l’estero sono passati da 1.362 nel 2003 a 15.448 nel 2008, mentre il tasso di incremento dei nuovi arrivati dall’estero nello stesso periodo è stato solo del 15 per cento (tab. 1.4). In termini di composizione per genere, i flussi del 2007 mostravano una sostanziale parità tra maschi e femmine, pur con una forte disomogeneità nelle presenze per nazionalità e nei motivi dell’ingresso in relazione alla provenienza. Le donne nel corso del 2007 sono più numerose tra le persone provenienti dall’Europa orientale, dall’Asia orientale (per l’incidenza di cinesi e filippine), e dall’America Latina (tab. 1.3). Non ci sono dislivelli eclatanti nel numero di donne nubili e sposate, fatta eccezione per le donne albanesi, tra cui le coniugate sono il doppio delle donne arrivate nubili in Italia, e, in misura più limitata, tra cinesi, filippine, ecuadoregne e peruviane. Viceversa, tra i maschi, prevalgono nettamente i celibi, tra gli albanesi ma anche tra le persone in ingresso dall’Africa, dall’Asia, dall’America del Nord e del Sud (tab. 1.3). Dal punto di vista delle zone di provenienza degli stranieri in arrivo, il nostro Paese ha mantenuto nel 2007 una forte attrattiva nei confronti dei cittadini non comunitari che sono presenti da tempo in Italia, come albanesi e marocchini, ma anche ucraini e moldavi, la cui presenza registrata è molto aumentata in seguito alla regolarizzazione del 2002; anche Cina, Filippine, India, Bangladesh e Sri Lanka alimentano consistenti flussi di ingresso. Come si vedrà nel capitolo successivo, la comunità più numerosa rimane tuttavia quella dei rumeni, con 780 mila residenti, che dal 2007 sono cittadini dell’Unione europea e non hanno più bisogno di ottenere un permesso di soggiorno per risiedere in Italia, quindi non compaiono tra i dati presi in esame (tab. 1.7). 55 Tab. 1.1 Popolazione residente e bilancio demografico, 1968-2008 (migliaia) Popolazione a inizio anno Nati vivi Morti Saldo naturale Saldo migratorio 56.063 721 540 181 3 1979 56.247 683 542 141 - 56.388 1980 56.388 657 559 98 -7 56.479 1981 56.479 628 541 87 -42 56.524 1982 56.524 635 538 97 -58 56.563 1983 56.563 613 564 49 -47 56.565 1984 56.565 598 536 62 -39 56.588 1985 56.588 589 549 40 -30 56.598 1986 56.598 562 545 17 -20 56.594 1987 56.594 560 535 25 -10 56.609 1988 56.609 578 538 40 - 56.649 1989 56.649 567 532 35 10 56.694 1990 56.694 581 544 37 13 56.744 1991 56.744 556 547 9 20 56.773 1992 56.773 575 545 30 18 56.821 1993 56.821 553 555 -2 24 56.842 1994 56.842 537 558 -21 23 56.844 1995 56.844 526 555 -29 29 56.844 1996 56.844 537 558 -21 53 56.876 1997 56.876 540 565 -25 53 56.904 1998 56.904 533 577 -44 49 56.909 1999 56.909 537 571 -34 49 56.924 2000 56.924 543 560 -17 54 56.961 2001 56.961 536 548 -12 46 56.994 2002 56.994 538 557 -19 347 57.321 2003 57.321 544 587 -43 610 57.888 2004 57.888 563 547 16 558 58.462 2005 58.462 554 567 -13 303 58.752 2006 58.752 560 558 2 377 59.131 2007 59.131 564 571 -7 495 59.619 2008 59.619 577 585 -8 434 60.045 Anni 1978 Popolazione a fine anno 56.247 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dell’ammontare di stranieri residenti, 2005-2007 (migliaia) Anni 2005 2006 2007 Stranieri entrati in Italia con permesso di soggiorno ancora in vigore a fine anno di cui UE10 Totale 206,8 57 181,5 49,4 (b) 252,4 0 di cui extra UE 134,6 122,6 (b) 252,4 Variazione dell’ammontare di cittadini stranieri residenti Totale 268,4 268,4 493,7 (a) Considerando Romania e Bulgaria come paesi UE. (b) Stima. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dell’Interno 56 di cui UE10 di cui extra UE 68 200,4 319,5 102 80 180 Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in Italia nel 2007 per sesso, area geografica e principali paesi di cittadinanza, per stato civile Maschi Stato civile Aree geografiche e paesi di cittadinanza Femmine Stato civile Celibi Coniugati Altro Totale Celibi Coniugati Altro Totale 23.324 15.813 160 39.297 23.344 31.124 2.330 56.798 Europa centro orientale 23.302 15.804 156 39.262 23.323 31.095 2.325 56.743 di cui: 10.628 6.158 51 16.837 3.297 8.804 334 12.435 1.036 1.042 3 2.081 158 339 6 503 EUROPA Albania Bosnia - Erzegovina Moldova 3.129 2.555 31 5.715 7.322 8.599 571 16.492 Ucraina 2.491 2.134 34 4.659 8.529 8.962 1.043 18.534 22 9 4 35 21 29 5 55 Altri paesi europei non Ue AFRICA 28.486 8.118 106 36.710 10.681 11.483 393 22.557 Africa settentrionale 19.476 5.635 59 25.170 6.650 9.170 296 16.116 2.252 761 2 3.015 198 926 14 1.138 13.084 4.027 36 17.147 5.845 6.583 249 12.677 3.427 692 11 4.130 475 1.245 28 1.748 Africa occidentale 5.687 1.521 20 7.228 2.237 1.577 34 3.848 di cui: Ghana di cui: Egitto Marocco Tunisia 1.470 400 2 1.872 606 411 2 1.019 Nigeria 1.020 236 3 1.259 690 293 6 989 Senegal 1.192 352 2 1.546 293 530 4 827 2.572 878 24 3.474 1.169 548 50 1.767 751 84 3 838 625 188 13 826 26.797 11.637 60 38.494 12.312 13.273 191 25.776 Africa orientale Africa centro meridionale ASIA Asia occidentale Asia centro meridionale di cui: Bangladesh 1.304 498 13 1.815 754 587 50 1.391 17.016 6.944 31 23.991 2.590 6.386 67 9.043 6.081 2.152 12 8.245 188 1.325 4 1.517 3.649 India 5.260 2.055 9 7.324 1.076 2.560 13 Pakistan 2.120 843 3 2.966 198 636 9 843 Sri Lanka 2.584 1.645 6 4.235 880 1.690 13 2.583 Asia orientale 8.477 4.195 16 12.688 8.968 6.300 74 15.342 di cui: Cina, Rep. Popolare 6.231 2.283 14 8.528 5.256 3.543 26 8.825 Filippine 1.545 1.352 2 2.899 2.501 1.963 34 4.498 AMERICA 7.641 4.259 93 11.993 11.812 7.986 584 20.382 America settentrionale 1.025 738 20 1.783 1.306 1.192 42 2.540 America centro meridionale 6.616 3.521 73 10.210 10.506 6.794 542 17.842 di cui: Brasile 1.506 732 15 2.253 2.206 1.970 113 4.289 Ecuador 1.150 657 5 1.812 1.618 741 43 2.402 Perù 1.374 852 5 2.231 2.678 1.190 46 3.914 97 80 2 179 124 97 5 226 3 - - 3 - - - - 86.348 39.907 421 126.676 58.273 63.963 3.503 125.739 OCEANIA Apolidi TOTALE Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, informazioni del Ministero dell’Interno 57 Tab. 1.4 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008 Anni Iscritti dall’estero 2003 2004 2005 2006 2007 2008 424.856 394.756 282.780 254.588 515.201 534.712 2003 2004 2005 2006 2007 2008 148.411 148.691 99.110 86.760 157.128 157.816 2003 2004 2005 2006 2007 2008 108.378 97.680 78.517 71.831 125.254 139.059 2003 2004 2005 2006 2007 2008 99.342 96.054 71.014 63.479 135.493 138.000 2003 2004 2005 2006 2007 2008 53.656 42.681 25.657 23.890 69.145 68.268 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Cancellati per l’estero ITALIA NORD-OVEST NORD-EST CENTRO SUD ISOLE 22.899 9.650 8.482 8.628 28.181 31.569 Saldo migratorio con l’estero 12.886 14.019 15.951 16.974 20.316 80.947 411.970 380.737 266.829 237.614 494.885 469.053 4.767 5.158 6.102 6.229 7.128 22.844 143.644 143.533 93.008 80.531 150.000 160.236 3.768 4.572 5.265 5.660 6.865 19.870 104.610 93.108 73.252 66.171 118.389 149.829 2.732 3.008 2.933 3.562 4.055 14.894 96.610 93.046 68.081 59.917 131.438 138.548 1.362 950 1.290 1.141 1.552 15.448 52.294 41.731 24.367 22.749 67.593 7.088 9.571 331 361 382 716 7.891 3.224 9.319 8.121 8.246 27.465 13.352 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat II.1.2 La motivazione dell’ingresso Nel complesso, il lavoro rimane la motivazione di ingresso prevalente per gli stranieri che arrivano in Italia: i visti rilasciati nel 2006 per lavoro (subordinato e autonomo) erano circa 94.000, nel 2007 erano poco meno di 225.000. Guardando 58 alle variazioni della motivazione dell’ingresso tra il 2000 e il 2007, si vedrà come l’incidenza di ingressi per motivi di lavoro alle dipendenze è raddoppiato (dal 7 per cento a oltre il 14 per cento del totale dei flussi in ingresso), mentre è calata di due terzi l’incidenza per lavoro autonomo. L’aumento dei visti per motivi di lavoro va certamente messo in relazione con la programmazione delle quote di lavoratori stranieri3; tuttavia, se confrontiamo la marcata prevalenza di visti per posizioni di lavoro subordinato, la forte tendenza alla contrazione di ingressi per lavoro autonomo, pur se da sempre limitata nella dimensione complessiva, e il forte calo negli ultimi anni dei visti per studio (da un picco di incidenza del 5 per cento nel 2003, nel 2007 si è arrivati al 3,3 per cento), le indicazioni sulla capacità attrattiva complessiva dell’Italia non sembrano lusinghiere (tab. 1.6). Le donne sono protagoniste delle migrazioni per motivi di lavoro dai paesi dell’Est europeo: l’88 per cento degli ingressi di moldavi nel 2007 era costituito da donne, le ucraine costituiscono l’86,7 del totale dei connazionali arrivati in Italia nello stesso anno; anche nel caso di cinesi e filippini le donne costituiscono più delle metà degli ingressi per motivi di lavoro (rispettivamente, il 66,7 e l’82 per cento); non differiscono ecuadoregne (63,9) e peruviane (73,5) (tab. 1.7). Gli ingressi per ricongiungimenti familiari sono tipici di comunità che si sono formate inizialmente con una migrazione maschile, come quella marocchina, tunisina e albanese, che stanno progressivamente consolidando la presenza nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Interno, sono più che altro le donne ad arrivare per ricongiungersi con il marito; questo vale per quasi tutte le nazionalità escluse quelle in cui abbiamo visto che gli ingressi per motivi di lavoro hanno una forte predominanza femminile (tab. 1.7). Le domande di ricongiungimento familiare sono aumentate per quasi tutti i continenti; fa eccezione il leggero calo registrato dall’America (da dove i flussi di prima emigrazione più consistenti sono quelli femminili). Le regioni nelle quali sono depositate le domande sono quelle che nel prossimo capitolo vedremo che hanno gli indici di integrazione più elevati: Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Sicilia e Toscana, dove il numero delle domande è aumentato tra il 2006 e il 2007 (addirittura raddoppiato in Emilia-Romagna) e Lombardia, che rimane la regione con il più alto numero di richieste di ricongiungimento ma nel 2007 ha registrato un leggero calo delle domande (graf. 1.4 e 1.5). 3 Programmazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato. 59 60 100 0,9 7,0 45,2 3,5 4,8 15,5 % 947.085 5.977 74.039 434.371 38.356 64.772 137.650 Numero 2001 100 0,6 7,8 45,9 4,0 6,8 14,5 % 852.347 4.711 59.928 389.518 40.659 62.067 122.788 Numero 2002 100 0,6 7,0 45,7 4,8 7,3 14,4 % 2003 874.863 5.145 82.005 394.546 43.457 65.808 118.534 Numero Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri - Annuario Statistico 1.008.971 8.830 Lavoro autonomo Totale visti 70.894 Lavoro subordinato 456.048 35.193 Studio Turismo/ADS 48.705 156.731 Affari Ricongiungimento familiare Numero Tipo di visto 2000 100 0,6 9,4 45,1 5,0 7,5 13,5 % 983.499 4.429 67.190 470.911 44.621 83.397 132.439 Numero 2004 100 0,5 6,8 47,9 4,5 8,5 13,5 % 2005 1.076.680 4.211 85.351 530.286 46.282 89.931 138.882 Numero Tab. 1.5 Visti rilasciati per tipologia e incidenza sul totale visti rilasciati per anno, 2000-2007 100 0,4 7,9 49,3 4,3 8,4 12,9 % 1.198.167 4.706 89.308 638.734 46.860 78.914 157.707 Numero 2006 100 0,4 7,5 53,3 3,9 6,6 13,2 % 1.519.816 5.012 219.317 775.518 49.775 88.649 185.069 Numero 2007 100 0,3 14,4 51,0 3,3 5,8 12,2 % 61 13.199 3.660 1.584 1.575 141 1 71.261 39,4 17,3 63,9 73,5 13,7 10.978 1.167 2.494 4.303 83 150.098 50,8 2.796 1.396 14.209 1.010 903 66,7 82,3 39,7 41,6 43,6 6,6 17,4 6,2 50,6 64,0 7.829 6.790 2.408 4.963 19.098 5.726 12.709 1.731 1.648 7.814 1.651 3.254 1.023 1.660 5.046 25,3 22.307 12.553 264 13.613 753 20,3 48,3 24,1 314 42.061 656 27 18.013 14.281 1.550 10.172 2.025 2.962 816 554 896 506 30,4 32,5 3,8 38,9 12,8 27,3 42,8 24,2 20,6 22,4 62,1 33,0 22,0 36,3 39,4 48,8 13,3 45,7 23,7 22,8 20,8 92,3 70,3 89,3 47,3 21,1 67,8 38,2 34,3 25,5 56,4 64,2 91,1 58,5 82,5 47,8 52,2 35,1 65,5 18,8 - Motivi dell’ingresso di cui donne % 25.284 31,0 25.257 31,0 12.526 72,3 2.902 10,1 3.520 11,3 Famiglia 26 di cui donne % 64,1 64,1 20,5 88,0 86,9 30.187 24.617 1.962 18.883 3.443 4.663 1.865 811 1.261 593 65.058 65.032 14.535 18.885 19.189 Lavoro Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dell’Interno EUROPA Europa centro orientale di cui: Albania Moldova Ucraina Altri paesi europei non Ue AFRICA Africa settentrionale di cui: Egitto Marocco Tunisia Africa occidentale di cui: Ghana Nigeria Senegal Africa orientale Africa centro meridionale ASIA Asia occidentale Asia centro meridionale di cui: Bangladesh India Pakistan Sri Lanka Asia orientale di cui: Cina, Rep. Popolare Filippine AMERICA America settentrionale di cui: Stati Uniti America centro meridionale di cui: Brasile Ecuador Perù OCEANIA Apolidi TOTALE Aree geografiche e paesi di cittadinanza 430 67 97 89 11.523 1.451 51 2.435 984 888 1.753 41 446 77 14 3.261 659 4.905 985 699 1.891 738 143 178 349 258 28 77 16 196 3 2.203 2.200 685 99 111 Studio 27 1 6 2 9.971 85 85 - 17 198 38 250 133 22 1.573 2.152 557 213 6.966 486 11 21 10 2.665 114 649 34 3.602 - Asilo politico e umanitari 766 766 46 19 10 1.258 68 164 92 9.562 2.339 224 2.937 598 532 234 43 445 51 48 603 681 1.539 255 174 2.210 1.164 487 570 51 528 68 157 166 344 34 2.784 2.750 1.480 302 363 Altro 6.542 4.214 6.145 405 3 252.415 28.052 7.397 32.375 4.323 3.971 17.353 9.762 10.973 3.809 6.818 28.030 33.034 64.270 3.206 1.664 59.267 41.286 4.153 29.824 5.878 11.076 2.891 2.248 2.373 5.241 90 96.095 96.005 29.272 22.207 23.193 Totale 18,5 7,8 10,6 19,3 1,0 12,2 11,9 8,8 12,2 15,2 15,0 12,6 19,2 16,7 9,7 13,4 11,6 15,6 13,6 15,2 13,0 9,8 9,9 7,8 10,8 8,8 7,7 10,1 7,4 4,7 15,9 1,0 13,4 13,6 9,6 30,7 16,6 % su totale permessi al 1/1/2008 Tab. 1.6 Stranieri extracomunitari entrati in Italia, per motivo della presenza, area geografica e principali paesi di cittadinanza, 2007 (valori assoluti e percentuali) Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali finalità, 2004-2007 (%) 60 57 54 51 48 45 42 39 36 33 30 27 24 21 18 15 12 9 6 3 0 53,31 47,88 49,25 2004 51,03 14,43 6,83 Turismo/ADS 7,93 2005 2006 2007 13,47 12,90 13,16 12,18 8,48 7,45 Lavoro subordinato Affari 8,35 6,59 5,83 Ricongiungimento familiare 4,54 4,30 3,91 3,28 Studio Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009 100000 90000 91.318 84.052 80000 72.477 70000 60000 69.739 56.407 50000 Domande presentate Esito positivo 40000 27.805 30000 20000 10000 0 2007 2008 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 62 2009 Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008 800000 701.510 700000 600000 477.079 500000 470000 400000 Domande Posti disponibili 300000 170000 200000 127.151 150.000 100000 0 2006 2007 2008 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del richiedente, 2006-2007 25000 22883 18742 20000 15000 17220 18351 13578 10000 11889 Totale 2006 4381 5000 4579 0 pa ro Eu a ric Af ia As a ric e Am Totale 2007 2930 728 9 21 nia ea Oc Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 63 on sc * ** o iut c os Graf. 1.5 Domande di ricongiungimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007 16000 14000 12000 10000 8000 6000 2006 4000 2007 ***sconosciuta Valle d'Aosta Umbria Toscana Sicilia Sardegna Puglia Piemonte Molise Marche Lombardia Liguria Lazio Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna Campania Calabria Basilicata Abruzzo 0 Veneto 2000 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno. II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati L’andamento delle richieste e delle concessioni di asilo politico risponde a fattori di causa diversi da quelli dei flussi migratori volontari, anche se è verosimile che il passaparola tra i migranti che tentano di raggiungere l’Italia clandestinamente possa incidere sull’aumento di richieste che non sono legate a condizioni di pericolo o persecuzione nel paese di origine. Potrebbe essere questa una delle cause dello sbalzo che il Ministero dell’Interno ha registrato nel numero dei richiedenti asilo tra il 2007, quando le domande ricevute erano state poco più di 14.000, e il 2008, quando sono state più di 31.000, anche se è solo parzialmente utile cercare di dare risposte univoche ad un fenomeno così complesso (tab. 1.6 e 1.7). 64 Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008 35.000 31.097 30.000 25.000 24.808 20.000 18.360 17.402 15.000 16.123 14.053 13.971 10.000 9.796 10.348 9.346 5.000 0 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Domande presentate Anni 24.808 18.360 17.402 16.123 13.971 9.796 9.346 10.348 2007 Totale Domande esaminate 8.239 24.978 13.148 16.890 11.144 8.584 11.589 9.260 13.509 117.341 785 1.615 2.052 1.235 720 771 961 878 1.408 10.425 6.579 21.617 6.908 4.186 2.658 3.277 1.701 3.681 4.908 55.515 853 1.615 1.312 729 2 2.366 4.084 4.338 6.318 23.444 14.053 134.207 di cui: Riconosciuti Negativi senza protezione Negativi con protezione Irreperibili 0 11 2.838 10.662 5.854 2.086 4.258 262 400 26.371 Sospesi 1 11 19 12 15 1 202 101 275 637 21 109 19 66 68 83 383 0 200 949 Altro Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 65 II.1.4 Gli ingressi irregolari Nel 2008 hanno raggiunto l’Italia via mare oltre 35.000 persone. Sono state trasportate da 665 imbarcazioni, di cui ben 537 sono arrivate sulle coste della Sicilia (397 a Lampedusa). Il numero medio di persone per imbarcazione lascia supporre che il traffico verso la Sicilia e la Calabria non sia l’esito di tentativi improvvisati ma faccia capo ad una organizzazione strutturata degli spostamenti: secondo i dati messi a disposizione dal Ministero dell’Interno, i clandestini approdati in Sicilia viaggiavano in media in gruppi di 66 persone, quelli arrivati nelle provincie di Catanzaro, Crotone e Reggio Calabria in gruppi di 60 persone, mentre in Sardegna e in Puglia hanno attraccato barche che trasportavano dalle 10 alle 20 persone (tab. 1.8). Si tratta in gran parte di uomini: l’incidenza delle donne varia dal quasi 10 per cento della Sicilia (esclusa Trapani) al 12 della Calabria, mentre solo pochissime donne erano a bordo dei barconi approdati in Sardegna e in Puglia. La presenza di donne è più alta tra i nigeriani (29,8 per cento). In Puglia la percentuale di minori è particolarmente elevata: il 60 per cento degli sbarcati, 77 persone, perlopiù non accompagnati. In Calabria scende al 18 per cento, in Sicilia al 12 per cento. L’incidenza di minori è altissima tra gli egiziani (41,8 per cento) (tab. 1.8 e 1.9). In generale, le nazionalità più numerose tra gli sbarcati sono quelle tunisina, nigeriana e somala. In assoluto, gli sbarchi interessano per la quasi totalità flussi che hanno origine in alcuni paesi del Maghreb e dell’Africa sub-sahariana, da dove raggiungono l’Italia attraversando le coste settentrionali dell’Africa (tab. 1.9 e mappa 1a). Secondo il Sisde (oggi Aisi), gli sbarchi dal Nord Africa apparivano sensibilmente diminuiti nel complesso e in particolare in Sicilia e nelle regioni costiere del Sud: nel confronto tra il primo semestre del 2006 e il primo del 2007 si è passati da 7.695 a 4.460 clandestini sbarcati. In Sardegna invece si è passati dai primi 8 del 2005 ai 389 del 2007 (mappa 1b e mappa 1c). Dell’insieme degli immigrati arrivati, 11.735 sono stati trattenuti nel 2008 in Centri di Identificazione e di Espulsione, di cui 4.473 rimpatriati, con una permanenza media di 32 giorni. Altri 21.478 migranti sono stati accolti nei Centri di Accoglienza, dove in media le persone nel 2008 sono rimaste 100 giorni. I Centri di Primo Soccorso e Accoglienza hanno 66 accolto 32.653 persone che allo sbarco avevano necessità di cure di prima assistenza; di queste, 31.250 sono passate dal Centro di Lampedusa (tab. 1.10). Il numero delle persone di nazionalità straniera che le forze dell’ordine hanno rintracciato e che non erano in possesso dei documenti o dei requisiti per rimanere in Italia non è variato in misura sostanziale tra il 1999 (112.881 persone) e il 2005 (119.923). Nello stesso periodo, invece, è diminuito sostanzialmente il numero delle persone allontanate , passate da 72.392 a 54.306. Questo calo è dovuto integralmente alla diminuzione dei respingimenti alla frontiera, passati dai 48.437 del 1999 ai 23.878 del 2005, mentre le espulsioni e i ritorni sono aumentati nello stesso periodo, da 23.955 a 30.428 (tab. A e tab. B). Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008 CALABRIA Catanzaro Totale sbarchi Totale persone di cui donne 11 663 84 4 Crotone 2 Reggio Calabria PUGLIA Lecce 83 3 33 31 4 5 SARDEGNA 110 1.621 SICILIA 537 110 Agrigento 430 Ragusa Trapani 31.370 22 22 3.825 3.538 40 37 33 2 2 2 33 33 2.582 2.426 1 1 1.844 1.824 30.657 3.522 2.325 1.771 30 1.430 134 72 17 665 36.951 3.935 2.749 1.909 33 TOTALE COMPLESSIVO 1.621 35.540 4 4 397 44 Siracusa - 8 62 34 di cui a Lampedusa 57 4 4 1 Cagliari 23 77 127 27 29 513 2 Taranto 94 di cui minori affidati 3 5 7 Foggia 67 di cui minori 1.330 410 152 1 81 3 81 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati forniti dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere. 67 3 Tab. 1.9 Prime 15 nazionalità delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008 Tunisia 7633 di cui donne, % 0,7 Somalia 5258 15,2 Eritrea 3943 15,3 9,2 Egitto 2281 0,1 41,8 Algeria 2019 1,4 1,8 Ghana 1996 3,7 7,7 Marocco 1800 8,4 2,7 Costa d’Avorio 618 0,5 4,4 Burkina 526 0 5,5 India 511 0 0,2 Gambia 422 0,7 10,2 Malì 397 0,3 3,0 Sudan 377 15,1 Paese di cittadinanza Totale Nigeria 6373 Togo 369 29,8 3,5 di cui minori, % 2,6 5,6 5,0 5,0 11,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza e nei Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, 2008 Centri di Identificazione ed Espulsione Ospiti trattenuti 11.735 Ospiti rimpatriati 4.473 Permanenza media (gg) 32 Centri di Accoglienza Persone accolte 21.478 Permanenza media (gg) Centri di Primo Soccorso e Accoglienza 100 Persone accolte 32.653 di cui a Lampedusa 31.250 Permanenza media (gg) 34 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 68 Mappa 1.1 (a) Rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Italia Fonte: Sisde (oggi Aisi) 2007 su dati Ministero dell’Interno Mappa 1.1 (b) Clandestini rintracciati sbarcati in Sardegna, 1998-2007 Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dell’Interno 69 Mappa 1.1 (c) Clandestini rintracciati sbarcati in Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007 Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dell’Interno APPROFONDIMENTO 1 Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati senza permesso di soggiorno Tab. A Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati in posizione irregolare, 1999-2005 1999 Totale rintracciati Totale persone allontanate Respingimenti alla frontiera Espulsioni/ritorni 2002 2003 2004 133.655 149.783 105.739 105.662 64,1 50,5 56,4 59,1 61,6 56,8 48.437 23.955 Non ottemperanti 2001 130.791 72.392 Allontanati, % 2000 112.881 40.489 66.057 42.221 23.836 64.734 75.448 41.058 34.390 58.207 88.501 65.153 43.795 27.397 44.706 37.756 61.282 40.586 59.965 24.528 35.427 45.697 2005 119.923 54.306 45,3 23.878 30.428 65.617 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network su informazioni del Ministero dell’Interno Tab. B Stranieri senza permesso di soggiorno rintracciati dalle forze dell’ordine, 2002-2004 2002 Stranieri rintracciati in posizione irregolare di cui : Non rimpatriati 2003 Stranieri rintracciati 150.746 in posizione irregolare di cui : 62.245 Non rimpatriati 2004 Stranieri rintracciati 105.957 in posizione irregolare di cui : 40.804 Non rimpatriati 105.662 45.697 Allontanati 88.501 Allontanati 65.153 Allontanati 59.968 Respinti alla Frontiera 37.656 Respinti alla Frontiera 24.202 Respinti alla Frontiera 24.528 Espulsi con accompagnamento alla frontiera Espulsi con 24.799 accompagnamento alla frontiera Espulsi con 18844 accompagnamento alla Frontiera 16.270 di cui: Respinti dai Questori Espulsi su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Stranieri riammessi nei Paesi di provenienza Stranieri non rimpatriati di cui presenti nei Centri al 31.12 di cui: 6.139 Respinti dai Questori 427 17.019 Espulsi su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Stranieri riammessi nei Paesi di provenienza 62.245 Stranieri non rimpatriati 963 di cui presenti nei Centri al 31.12 Fonte: Nomisma su dati Ministero dell’Interno. 70 di cui: 3.195 Respinti dai Questori 885 9.901 Espulsi su provvedimento dell’Autorità Giudiziaria Stranieri riammessi nei Paesi di provenienza 40.804 Stranieri non rimpatriati 977 di cui presenti nei Centri al 31.12 2.563 930 7.996 45.697 1.054 II.2 Gli stranieri residenti in Italia II.2.1 Aspetti demografici: residenti, incidenza sulla popolazione e proiezioni Grazie ai flussi di ingresso dall’estero, insieme al tasso elevato di fertilità degli stranieri, nel corso del 2008 la popolazione residente sul territorio italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 60 milioni di persone (tab. 2.1). La crescita della popolazione, pari a 434 mila nuovi residenti nel 2008, si deve interamente alla popolazione immigrata. Gli stranieri residenti erano 3 milioni e 900 mila al 1 gennaio 2009, il 6,5 per cento della popolazione residente. L’anno precedente, erano il 5,8 per cento (tab. 2.2). La popolazione straniera influisce sulla dinamica demografica in misura nettamente superiore rispetto al suo peso sulla popolazione complessiva. La crescita della popolazione che si è verificata tra il 2003 e il 2008 nelle regioni del Centro Nord, a fronte di un saldo naturale negativo, si deve quasi interamente agli iscritti alle anagrafi dall’estero. Nel Sud e nelle Isole il saldo migratorio con l’estero ha compensato l’emigrazione verso l’estero e verso il nord del Paese (Tab. 2.3)4. Le previsioni sulla popolazione residente per il prossimo futuro, diffuse nel 2008 da Istat, consentono di fare qualche considerazione sull’incidenza della componente straniera sulla dinamica demografica, pur con tutte le cautele d’obbligo quando ci si riferisce a scenari previsionali. In soli cinque anni, il numero dei residenti stranieri in Italia è raddoppiato: erano quasi due milioni nel 2003, sono quasi 4 milioni nel 2008. Stando all’ipotesi di scenario intermedia delineata da Istat, la popolazione straniera potrebbe ammontare a 6 milioni e 300 mila persone nel 2020, a 10 milioni e 600 mila nel 2050. L’incidenza sul totale della popolazione sarà triplicata rispetto ad oggi, con un tasso di oltre il 17 per cento, tendendo quindi ad aumentare in misura più che proporzionale rispetto alla crescita in valori assoluti. 4 In questo volume si è scelto di fare riferimento ai dati raccolti dalle anagrafi per le informazioni sugli stranieri residenti in Italia. È bene precisare però, seguendo Istat, che per quel che riguarda le iscrizioni in anagrafe, gli effetti del decreto flussi 2008 si producono principalmente nel 2009 mentre è possibile che, considerato il ritardo accumulato nella concessione dei permessi di soggiorno, le iscrizioni in anagrafe del 2008 derivino anche dai decreti flussi del 2006. In particolare, il d.p.c.m. del 15 febbraio 2006 autorizzava l’ingresso di 120 mila lavoratori extracomunitari non stagionali, mentre quello del 25 ottobre programmava in aggiunta al precedente un fabbisogno di 350 mila lavoratori extracomunitari non stagionali (nota 2 p. 241 Rapporto Annuale 2008). 71 In tutte le ipotesi formulate da Istat, compresa quella meno sfavorevole circa la contrazione della popolazione italiana autoctona, questa tenderà comunque a decrescere e saranno gli stranieri a fare fronte a questa dinamica negativa, consentendo una crescita limitata ma costante della popolazione (tab. 2.4). Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagrafico, 2001-2008 Popolazione residente a inizio periodo Saldo naturale Totale iscritti Iscritti dall’estero Saldo migratorio (interno + estero) Saldo totale Popolazione residente alla fine dell’anno 2001 (a) 56.995.744 -7.752 135.995 24.753 6.988 -2.002 56.993.742 2002 56.993.742 -19.195 1.650.961 222.801 238.005 327.328 57.321.070 2003 57.321.070 -42.405 2.057.970 470.491 440.199 567.175 57.888.245 2004 57.888.245 15.941 2.056.055 444.566 405.617 574.130 58.462.375 2005 58.462.375 -13.282 1.851.564 325.673 268.116 289.336 58.751.711 2006 58.751.711 2.118 2.056.944 297.640 244.161 379.576 59.131.287 2007 59.131.287 -6.868 2.062.210 558.019 503.464 488.003 59.619.290 2008 59.619.290 -8.467 2.046.718 534.712 469.053 425.778 60.045.068 Anni ITALIA (a) Popolazione al 21 0ttobre 2001 (popolazione legale in base al XIV Censimento generale della popolazione) e movimento anagrafico dal 22 ottobre al 31 dicembre. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008 Anno Saldo Naturale e Migratorio 2003 Saldo Naturale Saldo Migratorio e per altri motivi 2004 Saldo Naturale Saldo Migratorio e per altri motivi 2005 Saldo Naturale Saldo Migratorio e per altri motivi 2006 Saldo Naturale Saldo Migratorio e per altri motivi 2007 Saldo Naturale Saldo Migratorio e per altri motivi 2008 Saldo Naturale Maschi Femmine Totale -9.355 -33.050 -42.405 311.740 297.840 609.580 15.336 605 15.941 292.860 265.329 558.189 5.848 -19.130 -13.282 144.236 158.382 302.618 12.753 -10.635 2.118 178.800 198.658 377.458 10.538 -17.406 -6.868 220.768 274.103 494.871 - 8.467 Saldo Migratorio e per altri motivi Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 72 425.778 Tab. 2.3 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008 Anni Iscritti dall’estero 2003 424.856 Cancellati per l’estero Saldo migratorio con l’estero Popolazione straniera residente (a) ITALIA 2004 12.886 394.756 14.019 411.970 380.737 1.990.159 2.402.157 2005 282.780 15.951 266.829 2.670.514 2006 254.588 16.974 237.614 2.938.922 2007 515.201 2008 534.712 2003 20.316 494.885 3.432.651 80.947 469.053 3.901.704 2004 148.411 148.691 4.767 143.644 707.664 2005 99.110 6.102 93.008 976.887 NORD-OVEST 5.158 143.533 873.069 2006 86.760 6.229 80.531 1.067.218 2007 157.128 7.128 150.000 1.223.363 2008 157.816 22.844 160.236 3.768 104.610 1.383.599 NORD-EST 2003 2004 108.378 97.680 4.572 93.108 545.394 653.416 2005 78.517 5.265 73.252 730.569 2006 71.831 5.660 66.171 802.239 2007 125.254 2008 139.059 2003 99.342 6.865 19.870 118.389 149.829 923.812 1.073.641 CENTRO 2004 2.732 96.054 3.008 96.610 93.046 483.233 576.815 2005 71.014 2.933 68.081 641.158 2006 63.479 3.562 59.917 727.690 2007 135.493 4.055 131.438 857.072 2008 138.000 14.894 138.548 995.620 SUD 2003 2004 53.656 1.362 42.681 950 52.294 41.731 176.597 213.206 2005 25.657 1.290 24.367 229.375 2006 23.890 1.141 22.749 244.088 1.552 67.593 2007 69.145 2008 68.268 15.448 2003 22.899 9.571 331 9.319 2005 8.482 361 305.146 7.088 312.234 3.224 6.646.358 8.121 92.525 ISOLE 2004 9.650 85.651 2006 8.628 382 8.246 97.687 2007 28.181 716 27.465 123.258 2008 31.569 7.891 13.352 (a) Per il 2008, la popolazione residente è stimata sulla base del saldo migratorio dell’anno precedente. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 73 136.610 Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della popolazione (2010-2020-2050) Incidenza stranieri su tot. popolazione % 30.981.919 6,8 Maschi 2.013.368 2010 Femmine 2.106.783 Totale 4.120.151 60.224.113 6,8 Maschi 3.126.580 30.017.521 10,4 2020 2050 Totale stranieri Totale popolazione residente Anni 29.242.194 6,9 Femmine 3.192.489 31.616.893 10,1 Totale 6.319.069 61.634.414 10,3 Maschi 5.455.601 30.302.641 18,0 Femmine 5.180.883 31.413.876 16,5 10.636.484 61.716.517 17,2 Totale Fonte: Elaborazioni Nomisma su proiezioni Istat II.2.2 Nazionalità degli stranieri in Italia Al 1° gennaio 2009, quasi la metà degli stranieri residenti in Italia apparteneva a cinque sole nazionalità: Romania (circa 780.000, in aumento del 24,8 per cento rispetto all’anno precedente), Albania (oltre 440.000, con una variazione positiva del 9,7 per cento sul 2008), Marocco (circa 400.000, aumentati del 9,9 per cento), Cina (circa 173.000, aumentati di oltre il 10 per cento) e Ucraina (oltre 150.000, con una crescita del 16,5 per cento sull’anno precedente) (tab. 2.5). In una panoramica delle provenienze continentali, la presenza di neocomunitari, cittadini di paesi dell’Europa orientale entrati nell’Unione europea nel 2004 e nel 2007, è aumentata del 22,7 per cento tra il 2008 e il 2009 (la variazione percentuale registrata tra il 2007 e il 2008 era molto più alta, ma era dovuta in misura sostanziale alla registrazione di rumeni, diventati comunitari nel 2007, una parte dei quali è verosimile che fosse già presente in Italia). La presenza africana è aumentata di quasi il 10 per cento (passando dai 133.000 residenti del 2008 ai 155.000 del 2009), quella di asiatici del 14,3 per cento (631.000 persone circa nel 2009, 80.000 in più dell’anno precedente) e quella di persone provenienti dall’America del 12,1 per cento (passata da circa 293.000 a circa 330.000 persone). La variazione della presenza di stranieri provenienti da Asia ed America registrata tra 2008 e 2009 è raddoppiata rispetto alla variazione 2007/2008 (tab. 2.6). 74 Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1° gennaio 2008 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 Paesi Romania Albania Marocco Cina,Rep. Pop. Tunisia Senegal Egitto India Macedonia Filippine Serbia Mont. Bangladesh Pakistan Sri Lanka Ecuador Peru’ Polonia Ucraina Moldova Ghana Nigeria Algeria Germania Bosnia -Erzegovina Bulgaria Brasile Francia Regno Unito Croazia Costa d’Avorio Turchia Stati Uniti Colombia Eritrea Dominicana, Rep. Burkina Faso Argentina Spagna Svizzera Mauritius Russa, Fed. Iran, Rep. Islam. Grecia Camerun Paesi Bassi Cuba Etiopia Somalia Slovacchia Giappone Altri Paesi Totale Maschi 294.212 222.198 216.517 82.411 60.789 50.503 49.080 46.318 44.994 43.836 37.925 37.359 34.528 34.087 29.173 27.809 26.847 25.954 23.033 21.635 17.461 15.750 15.493 15.346 13.685 12.186 12.017 11.712 11.104 9.402 8.631 6.912 6.202 6.039 6.010 5.893 5.501 4.737 4.277 4.275 4.152 3.864 3.861 3.719 3.494 3.211 2.901 2.801 2.573 2.463 66.937 1.701.817 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 75 Femmine 331.066 179.751 149.391 106.764 74.108 63.371 61.839 45.558 44.062 42.946 33.096 32.812 31.114 30.617 26.977 25.662 24.670 23.180 20.492 19.792 18.786 17.883 17.371 16.765 14.816 14.736 12.617 12.581 12.117 12.010 11.688 11.370 10.204 8.124 7.730 6.991 6.922 5.931 5.521 5.347 4.971 4.890 4.671 4.597 4.496 4.493 4.430 4.066 3.897 3.753 89.792 1.730.834 Totale 625.278 401.949 365.908 156.519 132.718 105.675 93.601 90.218 78.090 77.432 73.235 70.755 69.572 68.591 68.542 62.620 61.064 55.242 49.344 40.641 40.163 38.400 37.848 33.477 30.803 27.356 26.448 22.672 21.523 21.308 18.591 17.890 17.354 17.132 15.036 14.581 14.562 12.492 11.386 9.798 9.246 8.960 8.165 7.463 7.331 7.063 7.060 6.940 6.913 6.609 161.087 3.432.651 Tab.2.6 Cittadini stranieri residenti per continente d’origine e paesi selezionati, 2008-2009 (numeri assoluti e variazione % annuale) Totale 1 gennaio 2008 Totale 1 gennaio 2009 Variazione % 2008/07 Variazione % 2009/08 UE 27 934.435 1.119.656 54,1 19,8 UE 15 157.667 166.448 5,9 5,6 Paesi nuova adesione 776.768 953.208 69,9 22,7 24,8 Aree geografiche e paesi di cittadinanza EUROPA 1.785.870 2.053.362 28,1 15 Romania 625.278 780.421 82,7 Albania 401.949 441.073 6,9 9,7 Moldova 68.591 92.637 22,9 35,1 16,5 Ucraina 132.718 154.670 10,5 797.997 876.120 6,4 9,8 69.572 76.566 5,9 10,1 Marocco 365.908 402.242 6,6 9,9 Senegal 62.620 68.134 4,6 8,8 551.985 631.061 7,7 14,3 Cina,Rep. Pop. 156.519 173.159 8 10,6 Filippine 105.675 119.864 4,3 13,4 293.550 328.935 5,2 12,1 Ecuador 73.235 81.488 6,3 11,3 Peru’ 70.755 83.321 6,4 17,8 2.527 2.635 -0,4 4,3 722 878 12,3 21,6 AFRICA Egitto ASIA AMERICA OCEANIA Apolidi TOTALE 3.432.651 3.892.114 16,8 13,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani Sono sempre più numerosi gli stranieri che decidono di avere figli in Italia. Solo nel 2007, i nati da coppie di genitori stranieri erano oltre 63.000, l’11,3 per cento dei nati in Italia, con un’incidenza sul totale molto superiore a quella della popolazione straniera complessiva (5,8 per cento nello stesso anno) (tab. 2.7). Se si amplia lo spettro di osservazione fino ad includere i nati da almeno un genitore straniero, l’incidenza sale al 14,6 per cento. Nel 2007, la maggior incidenza di nati stranieri si è registrata nelle regioni del Nord Est e del Nord Ovest, dove supera il 17 per cento delle nascite (dove la presenza straniera nel 2007 incideva complessivamente per il 7,8 per cento della popolazione residente); Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia sono le regioni che hanno registrato l’incidenza più elevata: oltre 20 neonati sul territorio regionale ogni 100 avevano almeno un genitore straniero. Nel Centro, l’incidenza arriva al 13 per cento (contro il 7,3 per cento di incidenza dei residenti stranieri sul totale della popolazione); spiccano i 76 valori elevati di Marche, Lazio e Toscana, che registrano un’incidenza di oltre il 15 per cento. Nel Mezzogiorno, l’incidenza degli stranieri sul totale dei nati è invece assai più contenuta: 2,8 per cento nelle regioni meridionali e 2,6 nelle Isole; fa eccezione l’Abruzzo, con una incidenza media che si aggira intorno all’8 per cento (tab. 2.7 e 2.8). Anche tra gli adulti si annoverano nuovi italiani: sono state quasi 40.000 le cittadinanze concesse nel 2008, di cui circa il 37 per cento per diritto acquisito durante la residenza in Italia e il 63 per cento tramite matrimonio; i dati dei due anni precedenti non differivano di molto (tab. 2.9 e graf. 2.1). Nella comparazione per genere, il numero delle cittadinanze concesse a donne è cresciuto in termini assoluti molto più di quello delle cittadinanze riconosciute a persone di sesso maschile; le donne naturalizzate italiane sono passate da circa 9.000 nel 1997 a circa 38.000 nel 2007; nello stesso periodo, le quasi 3.000 cittadinanze a uomini nel 1997 sono diventate circa 11.000 nel 2007 (graf. 2.2). I nuovi cittadini italiani sono in gran parte di origine europea (per l’esattezza, la cittadinanza italiana è stata riconosciuta a 15.249 persone nate in un altro paese europeo) e americana (12.337). Gli africani che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2008 sono stati 7.561 e 2.710 gli asiatici (graf. 2.3). Tra le nazionalità, spiccano quella marocchina, con oltre 5 mila e 500 cittadinanze concesse nel 2008, gli albanesi (oltre 3 mila), i rumeni (2 mila e 600), argentini, brasiliani e ucraini (graf. 2.4). Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %) Ripartizioni Italia nord-occidentale Nati stranieri Nati totali Iscritti in anagrafe per nascita Iscritti in anagrafe per nascita Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Incidenza % nati stranieri su nati totali Incidenza % nati stranieri su nati totali 12.728 12.114 24.842 75.546 70.814 146.360 17,0 17,0 Italia nord-orientale 9.976 9.219 19.195 56.022 52.735 108.757 17,6 17,6 Italia centrale 7.072 6.588 13.660 54.204 50.806 105.010 13,0 13,0 Italia meridionale 1.913 1.835 3.748 68.841 65.450 134.291 2,8 2,8 833 734 1.567 31.303 29.868 61.171 2,6 2,6 32.522 30.490 63.012 285.916 269.673 555.589 11,3 11,3 Italia insulare ITALIA Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 77 Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e incidenza %) Nati con almeno padre straniero Regioni Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia nord-occidentale Italia nord-orientale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare ITALIA Nati con almeno madre straniera Valore stimato Incidenza % Valore stimato Incidenza % 6.650 140 18.484 1.560 9.316 1.597 1.614 8.062 5.254 1.302 2.328 6.072 987 66 1.548 1.033 125 671 1.641 353 26.888 20.535 14.956 4.430 1.994 68.803 17,2 11,3 19,2 14,6 19,6 15,1 13,3 19,9 16,3 16 16,6 11,6 8,6 2,6 2,5 2,7 2,6 3,7 3,3 2,6 18,1 18,8 14,0 3,2 3,2 12,2 7.831 174 20.900 1.919 10.561 1.913 1.971 9.380 6.245 1.654 2.784 7.600 1.394 142 2.492 1.396 205 1.137 2.197 566 30.876 23.773 18.283 6.766 2.763 82.461 20,3 14,0 21,7 18,0 22,2 18,1 16,2 23,2 19,4 20,6 19,8 14,5 12,2 5,7 4,0 3,7 4,2 6,3 4,5 4,2 20,8 21,7 17,1 4,9 4,4 14,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab.2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008 Anni 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Inserite Matrimonio Residenza Totale Matrimonio Residenza Totale Matrimonio Residenza Totale Matrimonio Residenza Totale Matrimonio Residenza Totale Matrimonio Residenza Totale 17.944 9.149 27.093 19.756 10.841 30.597 18.770 10.240 29.010 17.341 13.232 30.573 21.257 25.261 46.518 24.959 32.026 56.985 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 78 Concesse 11.319 2.124 13.443 9.997 1.948 11.945 11.854 7.412 19.266 30.151 5.615 35.766 31.609 6.857 38.466 24.950 14.534 39.484 Respinte 201 1.801 2.002 261 1.056 1.317 337 829 1.166 279 243 522 84 63 147 434 305 739 Inammissibili 203 17 220 399 62 461 278 56 334 235 149 384 232 332 564 294 385 679 Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008 35000 30000 9 60 31 1 15 30 0 95 24 25000 20000 4 53 15000 19 3 11 54 Matrimonio 8 11 97 99 10000 14 12 74 5000 24 57 Residenza 68 15 56 48 21 19 0 03 20 20 20 20 07 06 05 04 20 08 20 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007 45000 40000 Femmin e Maschi 35000 30000 25000 20000 15000 10000 5000 0 1997 1998 1999 2000 2001 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 79 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007 16000 2004 2007 Europa Africa America Oceania 17 11 16 22 592 141 17 53 4793 Asia 3477 2348 2710 1110 1866 2393 4930 4000 5029 7509 6843 6000 7561 8000 11898 14514 10000 0 2006 12337 12000 2000 2005 15249 14000 Apolidi Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008 Marocco Albania Romania Argentina Brasile Ucraina Polonia Tunisia Altri Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno 80 II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti L’aumento dei matrimoni tra stranieri o che coinvolgono almeno uno straniero va certamente letto come un ulteriore indicatore della stabilizzazione della presenza straniera in Italia. Tuttavia, è bene anche tenere presente che il matrimonio, per i cittadini extracomunitari, può rappresentare un’occasione per acquisire la cittadinanza italiana, e quindi ovviamente il diritto a risiedere in Italia, nel caso di matrimoni misti, oppure la possibilità di avviare il ricongiungimento con il partner rimasto fuori dall’Italia, nel caso di matrimoni tra stranieri. Come suggerisce Istat nel Rapporto annuale 2008, il calo dei matrimoni di cittadini rumeni registrato nel 2007, dopo il loro ingresso nell’Ue, è esemplare a questo riguardo. I matrimoni con almeno uno sposo straniero sono stati oltre 34 mila nel corso del 2007, il 13,8 per cento del totale dei matrimoni registrati in Italia (250 mila). Il numero e l’incidenza di questo tipo di unioni coniugali è rimasto sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente (tab. 2.10). La quota più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero è rappresentata da matrimoni misti, celebrati cioè tra cittadini italiani e stranieri; nel 2007 sono più di 23 mila, il 9,4 per cento del totale. Nelle coppie miste, la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la sposa straniera (sette matrimoni su 100 a livello medio nazionale); le donne italiane che si sposano con uno straniero sono circa 2,4 su cento. Infine, sono il 4,4 per cento del totale i matrimoni in cui entrambi gli sposi sono stranieri (tab. 2.10). Delle oltre 24.000 famiglie in Italia, il 6,9 per cento contano al proprio interno almeno una persona di cittadinanza straniera (tab. 2.11). 81 Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007 Tipologia di coppia Anni Sposi entrambi italiani 1995 277.680 95,7 7.416 2,6 3.248 1,1 1.665 Matrimoni con almeno uno sposo straniero 0,6 12.329 1996 266.618 95,7 7.254 2,6 2.621 0,9 2.118 0,8 11.993 4,3 1997 264.248 95,1 8.167 3,0 2.808 1,0 2.515 0,9 13.490 4,9 1998 265.798 94,9 8.640 3,1 2.806 1,0 2.790 1,0 14.236 5,1 1999 263.782 94,1 10.127 3,6 3.177 1,1 3.244 1,2 16.548 5,9 2000 264.409 93,0 12.305 4,3 3.653 1,3 4.043 1,4 20.001 7,0 2001 242.513 91,9 13.524 5,0 3.603 1,4 4.386 1,7 21.513 8,1 2002 244.423 90,5 15.561 5,7 4.491 1,7 5.538 2,1 25.590 9,5 2003 236.367 89,5 16.098 6,1 4.304 1,6 7.328 2,8 27.730 10,5 Incidenza Sposo Incidenza % italiano % su tot sposa su tot matrimoni straniera matrimoni Sposo Incidenza straniero % sposa su tot italiana matrimoni Sposi entrambi stranieri Incidenza % su tot matrimoni Incidenza % su tot matrimoni 4,3 2004 218.307 87,7 17.389 7,0 4.446 1,8 8.827 3,5 30.662 12,3 2005 214.723 86,7 18.481 7,5 4.822 1,9 9.714 3,9 33.017 13,3 2006 211.596 86,0 19.029 7,8 4.991 2,0 10.376 4,2 34.396 14,0 2007 215.801 86,2 17.663 7,0 5.897 2,4 10.999 4,4 34.559 13,8 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007 Numero di Famiglie 24.282.485 Famiglie con almeno uno straniero 1.684.906 Famiglie con capofamiglia straniero 1.366.835 Incidenza % famiglie con almeno uno straniero su tot. famiglie 6,9 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat II.2.5 La suddivisione per classi di età L’aumento delle nascite e dei flussi in ingresso per ricongiungimento familiare ha un impatto diretto sulla composizione per età della popolazione straniera residente. La divisione per classi di età mostra una popolazione decisamente giovane, se paragonata agli italiani. Secondo gli aggiornamenti Istat al 1° gennaio 2009, gli stranieri che risiedevano nel Paese al 1° gennaio 2008 avevano un’età media di 31,1 anni (l’età media degli italiani è di circa 43 anni). Il processo di stabilizzazione degli immigrati e il crescente numero di richieste di permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare hanno portato a un aumento costante di minorenni stranieri in Italia: al 1° gennaio 2008 erano già 767 mila. I minori 82 stranieri hanno un’incidenza pari al 7,5 per cento sul totale dei minorenni in Italia, molto superiore a quella della popolazione straniera complessiva (pari al 6,5 per cento) (tab. 2.12 e 2.13). Poco meno della metà degli stranieri in Italia (49,2 per cento) ha un’età compresa tra i 18 e i 39 anni. Oltre l’80 per cento ha meno di 45 anni (il 50 per cento degli italiani). Viceversa, solo il 2 per cento degli stranieri ha più di 65 anni (tab. 2.12), con un impatto di aggiustamento sostanziale del tasso di dipendenza, misurato dal rapporto tra la popolazione con oltre 65 anni e il numero di persone in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni). Le proiezioni demografiche diffuse da Istat prevedono che nel 2050 la percentuale di giovani con origini straniere sarà di circa un terzo dei residenti con meno di 15 anni e anche di quelli di età compresa tra i 15 e i 24 anni, sottolineando come si tratti di valori in linea con quelli attualmente registrati in paesi di tradizionale immigrazione come il Canada e gli Stati Uniti (Proiezioni demografiche 1° gennaio 2007 – 1° gennaio 2051). Per la maggior parte saranno persone nate in Italia in famiglie con almeno un genitore immigrato. Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di età e incidenza sul totale della popolazione residente, 1° gennaio 2008 Composizione percentuale per classi di età Ripartizioni Totale stranieri residenti 0-17 18-39 40-64 65 e oltre Età media Nord-ovest 1.223.363 23,4 49,3 25,4 1,8 Nord-est 923.812 23,6 49,6 25,1 Centro 857.072 20,7 48,7 Sud 305.146 17,9 Isole 123.258 Italia 3.432.651 Incidenza percentuale stranieri su popolazione totale 0-17 18-39 40-64 65 e oltre Totale 30,4 11,5 13,8 5,6 0,7 7,8 1,7 30,2 11,9 14,4 5,9 0,7 8,1 28,2 2,5 32,8 9,5 12,8 6 0,8 7,3 49,3 30,4 2,4 33 2 3,5 2 0,3 2,2 19,8 48 29,6 2,6 32,5 2 2,9 1,7 0,3 1,8 22,2 49,2 26,6 2 31,1 7,5 9,8 4,5 0,6 5,8 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 83 Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione minorenne, per ripartizione geografica, 1° gennaio 2008 Minorenni Ripartizioni % su stranieri residenti % su totale minorenni in Italia Maschi Femmine Totale Nord-Ovest 149.805 139.003 288.808 23,6 Nord-Est 113.807 104.422 218.229 23,6 Centro 94.629 86.479 181.108 21,1 Sud 27.699 26.203 53.902 17,7 Isole 12.938 12.075 25.013 20,3 Italia 398.878 368.182 767.060 22,3 7,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia Il tasso di istruzione degli stranieri in Italia è relativamente alto, situazione simile a molti paesi europei, anche se con differenze rispetto ai nativi. La specificità italiana riguarda la limitata presenza di laureati (14,7 su cento stranieri in Italia), che registrano un peso relativo sul totale degli immigrati inferiore a tutti i Paesi Europei considerati, inferiore anche alla Germania, paese che diversamente dall’Italia è condizionato da un fenomeno di “vecchia immigrazione”, che tende ad essere più caratterizzato da bassi livelli di scolarizzazione (la Germania, il paese dopo l’Italia con l’incidenza più bassa di laureati tra la popolazione straniera residente, arriva al 18,8 per cento) (tab. 2.15). Per contro, l’Italia ha un peso relativo molto alto nei livelli di istruzione più bassi: 48,8 ogni cento stranieri residenti, inferiore tra gli Stati Membri solo a Spagna e Portogallo (che registrano, rispettivamente, il 54,8 e il 50,5 per cento) (tab. 2.15). Dall’analisi dei dati per continente di provenienza si rileva una situazione diversificata; in particolare, gli immigrati europei hanno un’elevata percentuale di diplomati (41,5 per cento), la maggior parte dei laureati proviene dal nord America (31,4 per cento). Il grado di scolarizzazione più bassa è riferibile soprattutto a immigrati asiatici e africani (tab. 2.16, 2.17, 2.18). 84 Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di età, genere e ripartizioni geografiche, 2006 (%) Classi di età 15-24 Fino licenza media Popolazione straniera 0,9 100 53,3 43,2 3,5 100 41,7 11,1 100 32,3 49,8 17,8 100 37,3 13,1 100 48,9 38,6 12,4 100 39 10,6 100 Diploma 24,4 25-34 47,2 35-54 49,6 Genere Maschi Femmine Ripartizioni Laurea 74,7 55-64 53,4 23,3 57,1 23,3 34,3 48,9 Popolazione italiana Fino licenza media 8,7 38,1 13 Totale 100 68,4 100 50,4 100 49,2 Diploma 23,2 38,6 Laurea 8,4 12,2 Totale 100 100 Nord 50,7 38,2 11,1 100 47,3 40,9 11,8 100 Centro 49,8 38,5 11,7 100 43,9 41,9 14,1 100 Totale 53 36,2 10,8 100 49,8 38,8 11,4 100 Mezzogiorno 70,8 21,6 7,6 100 55,8 34,6 9,6 100 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007 Livelli 1 e 2 Livelli 3 e 4 Livelli 5 e 6 Totale Danimarca 29,4 42,0 28,6 100,0 Germania 35,1 46,1 18,8 100,0 Italia 48,8 36,6 14,7 100,0 Paesi Bassi 37,9 37,3 24,8 100,0 Portogallo 50,5 25,7 23,8 100,0 Spagna 54,8 22,4 22,9 100,0 Svezia 20,1 51,0 28,9 100,0 Francia 41,3 Regno Unito 30,0 33,0 26,0 25,7 44,1 100,0 100,0 Nota: I livelli di istruzione citati fanno riferimento all’International Standard Classification of Education ISCED 1997 di UNESCO: 1. Educazione primaria: diploma di scuola elementare. 2. Educazione secondaria di I° livello: diploma di scuola media inferiore. 3. Educazione secondaria di II° livello: diploma di scuola superiore. 4. Diploma di Laurea di Primo livello (Triennale). 5. Diploma di Laurea Specialistica o di Vecchio Ordinamento. 6. Formazione Post-Laurea (Master, Dottorati, Corsi di Specializzazione). Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics 85 Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2, 2007 Danimarca Africa 31,0 Asia 37,9 Europa Nord America 27,0 12,2 36,9 - Francia 38,7 34,3 47,2 Italia 62,9 58,4 Portogallo 53,3 53,0 Germania Paesi Bassi 33,1 50,2 32,6 32,2 31,3 38,4 49,9 50,6 - 43,7 24,5 40,0 45,7 36,4 39,3 47,6 5,5 7,4 17,2 37,6 14,1 57,7 48,0 15,4 Regno Unito 21,6 37,3 31,3 12,6 21,9 21,1 16,2 75,6 21,7 - 8,1 Spagna Svezia 16,7 America centrale e meridionale, Caraibi 21,6 Oceania 20,1 33,0 14,2 28,4 40,9 39,7 Paese di nascita sconosciuto - - Tutti i paesi di nascita 29,4 41,3 35,1 48,8 37,9 - 50,5 - 20,1 36,9 54,8 30,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4, 2007 Africa Asia Europa Nord America Oceania Danimarca 42,8 40,1 42,7 38,0 49,8 America centrale e meridionale, Caraibi 44,7 Germania 52,7 48,1 46,6 34,7 - 52,2 Francia Italia Paesi Bassi Portogallo 34,5 27,4 32,6 24,2 29,9 25,9 37,9 22,9 32,5 41,5 36,2 28,2 20,3 44,1 37,1 27,1 28,5 44,9 20,1 33,0 Regno Unito 31,4 20,4 28,0 24,0 28,4 32,5 54,3 41,3 46,1 41,7 11,2 37,3 26,5 - 40,7 56,0 23,2 51,9 42,0 41,3 22,3 47,5 - 28,7 28,6 12,8 53,8 Tutti i paesi di nascita 29,2 Spagna Svezia Paese di nascita sconosciuto 24,1 - - 33,0 36,6 - 25,7 - 51,0 25,4 22,4 26,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6, 2007 Danimarca Francia Germania Italia Paesi Bassi Portogallo Spagna Svezia Regno Unito Africa Asia Europa Nord America 26,1 26,8 14,2 9,7 17,2 22,5 11,6 24,5 47,0 22,0 35,7 19,3 15,7 29,9 24,1 20,0 30,6 42,2 30,4 20,3 16,5 14,8 26,2 26,1 28,8 28,0 40,7 49,8 71,5 65,3 31,4 48,9 36,4 64,5 62,0 63,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics 86 Oceania 33,5 55,3 15,2 47,8 31,5 34,0 51,2 57,3 America centrale e meridionale, Caraibi 33,8 42,9 24,6 18,5 19,9 23,9 22,9 26,8 36,2 Paese di nascita sconosciuto Tutti i paesi di nascita 27,4 38,9 37,7 28,6 25,7 18,8 14,7 24,8 23,8 22,9 28,9 44,1 II.2.7 L’insediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia La presenza di immigrati stranieri non interessa in maniera uniforme tutto il territorio del nostro Paese. Gli immigrati risiedono prevalentemente nelle regioni del Nord e del Centro del Paese. Al 1° gennaio 2008 si concentrava qui l’87,5 per cento degli stranieri presenti in Italia. Il 36,3 per cento nel Nord Ovest, il 27,3 per cento nel Nord Est, il 24,8 per cento nel Centro e l’11,65 per cento nel Mezzogiorno (tab. 2.19). La Lombardia è la regione con la più alta concentrazione di stranieri, uno straniero ogni quattro registrati in Italia. Proporzioni superiori al 10 per cento del totale degli stranieri residenti si registrano anche in Veneto, Emilia-Romagna e Lazio. Nel complesso, in Lombardia, Veneto, Lazio, Emilia-Romagna e Piemonte si concentra il 45 per cento della popolazione italiana e quasi il 70 per cento degli stranieri (tab. 2.19). Se si considera invece l’incidenza sulla popolazione residente, l’Umbria presenta il rapporto più alto, insieme all’Emilia-Romagna (8,6 per cento, ben più alto della media nazionale, che alla fine dello stesso anno era il 5,8 per cento), seguite da Lombardia (8,5) e Veneto (8,4). Al Sud e nelle Isole l’unico caso con un valore significativamente più alto della media della ripartizione è l’Abruzzo (3,7 per cento) (tab. 2.19). Guardando alla concentrazione di stranieri per ampiezza dei comuni di residenza (tab. 2.20) e al dettaglio territoriale dell’incidenza di stranieri (mappa 2.1), è possibile farsi un’idea di quanto l’incidenza sul territorio possa presentare variazioni notevoli all’interno di una stessa area; il livello locale, spesso nella dimensione micro territoriale, di piccoli comuni, è quello dove si sviluppano le dinamiche specifiche della multiculturalità, con modalità ed effetti specifici. Il tasso migratorio più elevato5, superiore al 10 per cento, si trova nei comuni con una dimensione tra i 5 mila e i 20 mila abitanti. E’ molto elevato, pari al 9,5 per cento, anche nei comuni tra i 3 mila e i 5 mila abitanti e si mantiene sopra il intorno al 7 per cento di media nei comuni fino a 250 mila abitanti. Decresce sensibilmente, invece, nei comuni di dimensione maggiore (3,5 per cento circa nei comuni tra i 250 mila e i 500 mila abitanti e nei comuni capoluogo), ed arriva ad un valore negativo nei comuni più grandi, oltre i 5 Per tasso migratorio si intende il rapporto tra la popolazione residente e il saldo migratorio nell’anno considerato. 87 500 mila abitanti (- 1,1 per cento) (tab. 2.20). Le elaborazioni contenute nel Rapporto annuale 2008 di Istat suggeriscono che la localizzazione sia fortemente influenzata dalla domanda di lavoro locale e dal passaparola delle catene migratorie, che determinano ricongiungimenti familiari e attrazione delle comunità nei confronti dei connazionali provenienti dalle stesse aree di origine. Il modello insediativo, quindi, risulta in larga parte connesso al tipo di attività lavorativa principalmente svolta dagli stranieri delle diverse collettività. Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza, per genere e incidenza sulla popolazione residente, 1° Gennaio 2008 Maschi Femmine Totale 152.350 158.193 310.543 7,1 3.120 3.484 6.604 5,2 425.849 389.486 815.335 8,5 35.146 35.688 70.834 7,0 210.364 193.621 403.985 8,4 Friuli-V. G. 42.643 40.663 83.306 6,8 Liguria 42.827 48.054 90.881 5,6 Emilia-Romagna 185.009 180.678 365.687 8,6 Regioni Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino-A.A. Veneto % su pop. residente Toscana 134.548 140.601 275.149 7,5 Umbria 35.469 40.162 75.631 8,6 Marche 57.163 58.136 115.299 7,4 180.570 210.423 390.993 7,0 28.268 31.481 59.749 4,5 2.697 3.574 6.271 2,0 Campania 47.771 67.021 114.792 2,0 Puglia 31.125 32.743 63.868 1,6 Lazio Abruzzo Molise Basilicata 4.299 5.296 9.595 1,6 Calabria 22.877 27.994 50.871 2,5 Sicilia 48.055 50.097 98.152 2,0 Sardegna 11.667 13.439 25.106 1,5 RIPARTIZIONI Nord-Ovest 624.146 599.217 1.223.363 7,8 Nord-Est 473.162 450.650 923.812 8,1 Centro 407.750 449.322 857.072 7,3 Sud 137.037 168.109 305.146 2,2 Isole ITALIA Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat. 88 59.722 63.536 123.258 1,8 1.701.817 1.730.834 3.432.651 5,8 Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demografica dei comuni di residenza, 2008 Classe di ampiezza demografica e tipologia del comune V.A. % Popolazione residente al 1° gennaio 2008 Fino a 1.000 1.938 23,9 1.071.729 3.001-5.000 1.162 14,3 4.470.944 1.001-3.000 5.001-10.000 10.001-15.000 15.001-20.000 20.001-50.000 50.001-80.000 80.001-100.000 100.001-250.000 250.001-500.000 oltre i 500.000 Comuni capoluogo Altri comuni TOTALE Numero di comuni al 31 dicembre 2008 2.609 32,2 1.195 14,8 219 2,7 468 5,8 361 80 33 111 7.990 8.101 2.123.223 0,1 1,4 98,6 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 89 0,3 0,1 6 3.710.097 10.783.642 0,4 6 8.369.098 5.640.017 4,5 1,0 24 4.788.971 4.760.332 Saldo migratorio e per altri motivi Tasso migratorio Tasso di crescita naturale 7.844 7,3 -6,3 37.652 42.519 88.805 57.912 37.619 80.475 32.998 13.033 7,8 -2,6 9,5 -0,6 10,2 1,2 10,6 10,1 7,4 6,9 6,1 0,6 1,2 Popolazione residente al 31 dicembre 2008 V.A. % 1.072.811 1,8 4.813.930 4.510.697 8.463.376 5.704.534 3.752.188 8,0 7,5 14,1 9,5 6,2 0,8 10.873.018 18,1 -0,5 2.135.234 3,6 0,5 4.795.913 8,0 4.835.763 35.910 7,4 -1,0 4.867.010 8,1 7.173.856 -7.022 -1,0 -0,5 7.163.142 11,9 371.276 8,8 0,3 1.891.618 17.519.663 42.099.627 59.619.290 6.500 62.969 434.245 3,4 3,6 7,3 -2,6 -1,2 -0,1 1.893.215 17.561.104 42.483.964 60.045.068 3,2 29,2 70,8 100,0 Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1° gennaio 2008 Fino a 7,0 7,1 - 25,0 25,1 - 35,0 35,1 - 45,0 45,1 - 75,0 75,1 e oltre Confini regionali Fonte: Istat 90 II.2.8 Mobilità degli stranieri all’interno dell’Italia La propensione degli stranieri a spostarsi all’interno del territorio nazionale è molto alta, decisamente più elevata di quella degli italiani: di circa 1.350.000 iscritti all’anagrafe da un altro comune italiano, nel 2006, oltre 200.000 erano stranieri (tab. 2.21 e 2.22). Tra il 1996 e il 2006, i trasferimenti di residenza di stranieri all’interno dei confini nazionali sono quintuplicati. La quota di cittadini stranieri trasferiti all’interno dei confini nazionali è passata dal 4 per cento a quasi il 15 per cento (tab. 2.21 e 2.22). Prevale nettamente, come per i flussi migratori di italiani, la traiettoria Sud-Nord: nel 2006, solo il 12,5 per cento dei nuovi iscritti alle anagrafi dall’estero si è registrato nei comuni delle regioni del Sud (erano il 22,2 per cento dieci anni prima); a fronte di questa diminuzione degli arrivi dall’estero, il 5,7 per cento del totale degli stranieri che hanno cambiato residenza si è spostato da Sud verso il Centro-Nord tra il 1996 e il 2006 (il numero assoluto degli stranieri emigrati dal Sud al Centro e Nord d’Italia è quasi triplicato) (tab. 2.22). Nel tempo, le migrazioni di stranieri da Sud verso il Centro-Nord sono diminuite in termini relativi dal 9,1 per cento del totale del 1996 al 5,7 per cento del 2006. Come nota Istat (Rapporto annuale 2008), nello stesso periodo la quota di stranieri che si iscrivono dall’estero in una delle anagrafi del Mezzogiorno si è quasi dimezzata: nel 1996 il 22,2 per cento delle iscrizioni avveniva in questa ripartizione, mentre nel 2006 solo il 12,5 per cento degli stranieri si sono trasferiti dall’estero in un comune del Mezzogiorno. 91 Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006 Regioni Iscritti Cancellati Piemonte 125.070 Lombardia 306.097 297.053 11.204 10.455 Valle d’Aosta 124.925 4.463 Trentino-Alto Adige 4.452 25.063 Bolzano Trento 23.304 13.859 Veneto 135.885 Liguria 36.821 Friuli-Venezia Giulia 12.849 131.650 32.529 Emilia-Romagna Toscana 30.449 35.095 129.513 112.154 16.781 15.030 90.335 Umbria Marche 82.947 34.626 Lazio 31.425 104.070 Abruzzo 98.812 24.966 Molise 24.033 4.858 Campania 113.598 Basilicata 5.504 Puglia 5.043 136.804 43.429 Calabria 27.705 Sardegna 30.089 Sicilia 55.088 7.689 35.467 76.896 Italia 87.489 29.389 1.368.298 1.368.298 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia di trasferimento, 1996-2006 (valori assoluti e %) 1996 43.877 Interno di cui dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord 3.995 9,1 143.151 31.743 22,2 1997 54.196 6.145 11,3 132.505 23.125 17,5 1998 68.866 8.050 11,7 127.114 17.501 13,8 1999 73.961 7.943 10,7 152.900 25.266 16,5 2000 88.052 9.688 11,0 192.557 26.072 13,5 2001 93.017 10.203 11,0 172.836 20.017 11,6 2002 108.611 10.137 9,3 168.726 18.489 11,0 2003 114.609 9.159 8,0 392.771 63.681 16,2 Anni Totale Estero % Totale di cui verso il Mezzogiorno % 2004 161.531 11.670 7,2 373.086 49.410 13,2 2005 185.268 10.850 5,9 267.634 32.935 12,3 2006(a) 203.859 11.705 5,7 242.048 30.263 Fonte: Istat, Rilevazione delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza; (a) dati provvisori 92 12,5 II.2.9 Un profilo degli irregolari in Italia: i beneficiari delle regolarizzazioni La componente irregolare della presenza straniera risulta particolarmente difficile da studiare, per l’assenza di fonti e la conseguente impossibilità di avvalersi di riferimenti conoscitivi certi. Quella dell’immigrazione, e spiccatamente della presenza irregolare, è del resto una realtà in movimento, che si rinnova continuamente e che sfugge ad un’analisi puntuale. Sono state effettuate negli anni alcune stime che, tenuto conto della lacunosità di fonti e dati, mettono a disposizione indicazioni utili, tanto più che le conclusioni a cui arrivano, ad esempio su motivazioni e composizione della clandestinità, sono tendenzialmente omogenee. Si fa riferimento qui in particolare alle indicazioni contenute nel Rapporto sulla criminalità in Italia del Ministero dell’Interno, alle elaborazioni della Fondazione Ismu sulla presenza di clandestini in Lombardia e al lavoro dell’Università Bocconi sulla base dei dati raccolti sui propri beneficiari dall’associazione Naga, che a Milano offre assistenza socio-sanitaria anche a immigrati irregolari. Si è scelto in questo volume di usare la massima cautela e di non riportare il dettaglio delle stime effettuate, perché si tratta pur sempre di elaborazioni con una percentuale elevata di approssimazione. Tuttavia, si ritiene utile dare rilievo ad un dato di massima su cui le diverse fonti concordano ampiamente: la quota più consistente dell’immigrazione irregolare nel nostro Paese, oltre il 60 per cento, è costituita da stranieri entrati in Italia regolarmente, perlopiù con un visto turistico, e rimasti in Italia oltre la scadenza del visto. Comunemente, ci si riferisce alle persone che rientrano in questa categoria come overstayers. È questa, e non quella degli ingressi clandestini, la componente più cospicua della presenza straniera irregolare. I beneficiari delle regolarizzazioni La dinamica di crescita della popolazione straniera in Italia è stata negli anni influenzata da una serie di interventi legislativi che hanno consentito, con criteri di selezione di volta in volta differenti, di regolarizzare la posizione di quei cittadini stranieri residenti in Italia ma privi di permesso di soggiorno. Ci riferiremo quindi a questi interventi legislativi definendoli generalmente ‘regolarizzazioni’, anche se ognuna è stata caratterizzata da modalità di 93 attuazione differenti. In particolare, gli interventi di regolarizzazione che si sono succeduti dagli inizi degli anni ’90 al 2008 sono quattro: la Legge 39/90 (legge Martelli), il Decreto Legge 489/95 (decreto Dini), il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 1998 e la Legge 189/02 (legge Bossi-Fini). E’ attualmente in corso (1-30 settembre 2009) la sanatoria di colf e personale di cura domestica che lavora in Italia in posizione lavorativa irregolare e quindi senza permesso di soggiorno; è verosimile che anche in questo caso l’incidenza sulle presenze regolari sarà elevata. L’analisi dei risultati delle regolarizzazioni passate consente da un lato di contestualizzare le informazioni sull’evoluzione della presenza straniera residente in Italia, tenendo conto anche dell’impatto delle regolarizzazioni stesse. Per altro verso, mette a disposizione elementi certi per disegnare un profilo della presenza straniera irregolarmente presente in Italia. In particolare, i dati raccolti durante i processi di regolarizzazione passati delineano caratteristiche di numero, provenienza, occupazione e localizzazione sul territorio degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano al momento delle regolarizzazioni. Rispetto al numero, se confrontiamo i dati sui regolarizzati con quelli sui permessi di soggiorno, è evidente come le regolarizzazioni abbiano pesato in maniera consistente sul numero di permessi rilasciati. Un terzo dei permessi rilasciati al 1° gennaio 1992 erano costituiti dai permessi rilasciati dalla legge 39/90; oltre due terzi dei permessi rilasciati tra il 1992 e il 2000 sono stati ottenuti in seguito al DL 489/95 e al DPCM del 1998. Infine la crescita elevata di permessi registrata nel 2004, è dovuta quasi interamente agli effetti delle leggi 189/02 e 222/02 (tab. 2.23). In termini assoluti, tramite la regolarizzazione del 2002 è stato concesso il maggior numero di permessi, con 646.829 regolarizzati, mentre nel 1990 erano stati circa 217.000, nel 1995 244.000 e nel 1998 217.000 (tab. 2.24). Il numero più elevato di irregolari in rapporto alla componente regolare si è però registrato con la regolarizzazione del 1990, con 120 sanati ogni 100 regolari. Per le regolarizzazioni successive, il tasso di irregolarità è stato del 45,9 per cento nel 1995, del 24,9 per cento nel 1998, del 47,8 per cento nel 2002. 94 Guardando alla provenienza dei regolarizzati, la percentuale di regolarizzati provenienti dall’Europa è cresciuta dal 12,7 per cento del 1990 al 59,2 per cento del 2002. Si tratta di un dato che riflette il forte aumento della presenza di stranieri provenienti dall’Europa centro-orientale. In particolare, più del 20 per cento dei regolarizzati del 2002 proveniva dalla Romania e più del 15 per cento dall’Ucraina. In maniera speculare si è verificato un calo sostenuto della popolazione straniera regolarizzata proveniente dal continente africano. Gli stranieri di origine africana rappresentavano nel 1990 il 58,4 per cento della popolazione regolarizzata, mentre erano solo il 16,8 per cento nel 2002, metà dei quali di origine marocchina. La popolazione proveniente dall’Africa è anche l’unica che perde non solo quote percentuali, ma che risulta ridursi anche in termini assoluti, passando dai circa 127.000 regolarizzati del 1990 ai 108.000 del 2002. Aumenta invece in termini assoluti il numero di sanati provenienti dall’Asia, ma la quota sul totale dei regolarizzati passa dal 21,6 per cento del 1990 al 13,6 per cento del 2002. L’unico altro gruppo che vede crescere la propria quota di regolarizzati è costituito dai cittadini provenienti dal continente americano, passati dal 7,1 per cento del totale al 10,4 per cento. Sono dati che corrispondono alla fotografia d’insieme dei capitoli precedenti sull’andamento della presenza straniera in Italia. Se agli inizi degli anni ’90 i flussi migratori irregolari provenivano in maniera prevalente dal Nord Africa, il processo di costante allargamento dell’Unione Europea ha mutato la composizione dei flussi migratori in ingresso, portando ad una crescita molto rapida della componente proveniente dall’Europa orientale. Se vogliamo tentare di delineare un profilo di chi è stato regolarizzato ed era dunque irregolare, possiamo innanzitutto guardare al tipo di attività svolta. Ci concentreremo in questo caso sull’ultima regolarizzazione del 2002, sia perché più recente sia perché, dato l’ampio numero di cittadini stranieri coinvolti, è molto rappresentativa riguardo alle condizioni e al profilo degli stranieri irregolari. Esistono significative differenze, in termini di provenienza, tra chi presta servizi alle famiglie e chi lavora presso le imprese. Presso le famiglie lavoravano soprattutto ucraini, romeni, ecuadoregni, polacchi e moldavi. Sembra esistere una specializzazione settoriale per alcune comunità: l’84 per cento degli stranieri provenienti dall’Ucraina lavorava presso una famiglia, così come il 75 per cento dei polacchi, il 73 per cento dei moldavi, il 79 per cento dei peruviani, con 95 una forte componente femminile. Ugualmente, gli stranieri regolarizzati che lavoravano in un’impresa provenivano in larga parte da Romania, Marocco, Albania, Cina e Ucraina. Infatti anche in questo caso si registra una sorta di specializzazione settoriale, per cui l’80 per cento dei regolarizzati marocchini lavora per le imprese, così come il 77 per cento degli albanesi e l’83,4 per cento dei cinesi. Solo la Romania compare ai primi posti in entrambe le categorie (tab. 2.25). Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei cittadini regolarizzati, se guardiamo al numero di regolarizzati ogni cento regolari, la ripartizione con l’incidenza inferiore di regolarizzati è il Nord-est, un’area del Paese con una concentrazione di migranti tra le più elevate e con i tassi di sviluppo più alti. Al contrario, nelle regioni del Centro e del Sud la percentuale, rispettivamente del 52,5 e del 91,3 per cento, è decisamente elevata in rapporto all’incidenza della popolazione straniera nelle due ripartizioni (tab. 2.26). La seconda osservazione riguarda l’incidenza dei regolarizzati per paese di provenienza e per ripartizione, considerando in particolare i primi nove paesi di provenienza dei regolarizzati, i quali da soli contano per più del 70 per cento del totale. In generale, nelle diverse ripartizioni il peso delle singole comunità differisce notevolmente. Nel Nord-ovest è forte l’incidenza dei rumeni, seguiti dagli ecuadoregni. Nel Nord-est romeni e ucraini hanno un’incidenza simile, seguiti dai moldavi. Nel Centro, l’incidenza dei romeni è la più elevata, seguiti a molta distanza dagli ucraini. Al Sud sono invece gli ucraini ad avere l’incidenza più elevata, seguiti da albanesi e polacchi. Infine, nelle Isole, marocchini e albanesi hanno circa la stessa incidenza, seguiti da polacchi e ucraini. Se poi osserviamo la distribuzione percentuale di questi paesi nelle singole ripartizioni, anche in questo caso esiste una forte differenziazione territoriale. Nei primi anni del 2000 alcune comunità tendevano a consolidare la propria presenza in aree precise del paese; ad esempio, ben il 72,5 per cento degli ecuadoregni regolarizzati risiedeva nel Nord-ovest, il 41,9 per cento dei polacchi al Centro, il 45,2 per cento dei moldavi nel Nord-est, il 38,9 per cento degli ucraini al Sud (tab. 2.26). Un altro elemento interessante è la permanenza in Italia di quanti hanno 96 usufruito di un provvedimento di regolarizzazione. Istat (La popolazione straniera regolarmente presente in Italia, aprile 2007) stima che siano più di 100 mila i beneficiari dell’ultima regolarizzazione che non sono riusciti a rinnovare successivamente il loro permesso. All’inizio del 2006, infatti, i permessi di soggiorno validi erano solo 40.000 in più rispetto all’anno precedente, e solo 60.000 in più rispetto al 2004. Una variazione così limitata è la conseguenza del picco di permessi rilasciato nel 2003 (724.000). Dato l’elevato numero di permessi non prolungati, ci si potrebbe aspettare un calo dei permessi di soggiorno, mentre come abbiamo visto si è verificato un aumento, se anche limitato. Tra il 2004 e il 2006 il numero di permessi di soggiorno per lavoro è calato del 4,1 per cento, mentre i permessi per motivi di famiglia sono aumentati del 25 per cento, proprio successivamente alla regolarizzazione del 2002, che ha verosimilmente permesso a molti stranieri di legalizzare la propria posizione permettendo alle famiglie in patria di trasferirsi in Italia (tab. 2.27). Dal punto di vista territoriale, una volta di più, è possibile osservare differenze rilevanti a seconda delle ripartizioni. L’aumento del numero di permessi, infatti, è da imputare quasi totalmente alle dinamiche operanti nel Nord Est e nel Nord Ovest del Paese. Soltanto in queste due aree si è verificata una crescita netta del numero dei permessi, mentre al Centro, al Sud e nelle Isole l’andamento è stato negativo, a sottolineare come le regioni del Nord, in particolare il Nord-est, esercitino un’attrattiva forte nei confronti dei flussi migratori, anche di quelli interni alla penisola (tab.2.28). Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1° gennaio 1992, 2000, 2003 e 2004 1 gennaio 1992 Continenti Numero 1 gennaio 2000 % Numero 1 gennaio 2003 % Numero 1 gennaio 2004 % Numero % Europa 206.656 31,8 530.237 39,6 639.566 42,5 1.061.955 47,7 Africa 227.531 35,1 389.532 29,1 401.442 26,7 529.163 23,8 Asia 116.941 18 256.612 19,1 281.131 18,7 380.490 17,1 America 94.298 14,5 161.237 12 177.852 11,8 252.685 11,3 Oceania 2.612 0,4 2.420 0,2 2.680 0,2 2.657 0,1 897 0,1 617 .. 615 .. 617 .. 648.935 100 1.340.655 100 1.503.286 100 2.227.567 100 Apolidi Totale permessi Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 97 98 760 - Romania 26.318 - Tunisia 26 5.258 - Sri Lanka - Ecuador 344 2.057 120,9 22,6 96 24,6 0,9 0,2 7,1 2,4 2,1 1,3 6,3 3,9 1,8 21,6 12,1 7,3 22,4 58,4 - 0,3 2,5 - 1,1 10,4 DL 489/95 45,9 242.457 12.753 2.066 23.021 6.993 4.499 5.623 21.406 14.445 6.162 61.349 10.362 9.889 34.258 96.926 295 11.099 7.926 - 29.724 61.673 63.128 30,7 69,2 72,1 69,5 26,2 1,4 3,6 62,7 41,4 0,9 36,4 9,6 2,6 10,2 17,8 79 28,8 66,8 - 18,4 31,2 31,9 31 Tot 99,2 5,2 0,8 9,4 2,9 1,8 2,3 8,8 5,9 2,5 25,1 4,2 4 14 39,6 0,1 4,5 3,2 - 12,2 25,2 25,8 24,9 215.673 4.960 5.178 15.597 4.090 6.592 4.697 6.696 16.787 6.689 47.768 5.565 10.727 23.850 72.012 2.050 24.098 5.077 950 38.996 81.024 81.672 100 217.124 di cui Tot donne, Provenienza, % % 100 244.492 12,7 60,8 70,3 64,2 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno Incidenza sul tot. regolari dai paesi a forte pressione migratoria, % Paesi a forte press. 208.972 migratoria - Peru’ 15.501 4.510 AMERICA 11,8 2.819 - India - Pakistan 2,1 62,3 37,3 1 33,2 7 2,9 8,9 15,2 - 56,2 51,8 - 11,7 35,4 41,5 13.684 8.580 - Cina - Filippine 3.861 di cui: - Bangladesh 46.973 15.966 - Senegal ASIA 48.670 127.027 di cui: - Marocco AFRICA - 5.366 - Polonia - Ucraina - - Moldova 2.471 22.650 Europa centro-orientale di cui: - Albania 27.699 217.626 Tot EUROPA Totale regolarizzati di cui donne, Provenienza,% % LEGGE 39/90 28 27,9 67,5 70,3 68,5 27,6 1,1 3,8 64,7 39,1 0,7 27,7 6,1 5,3 11,3 17,4 79 33,4 72,4 69,2 16,9 29,7 29,8 di cui donne, % Tot 99,3 2,3 2,4 7,2 1,9 3 2,2 3,1 7,7 3,1 22 2,6 4,9 11 33,2 0,9 11,1 2,3 0,4 18 37,3 37,6 47,8 645.947 16.213 34.292 67.143 7.030 9.649 13.399 9.821 33.950 10.687 87.949 8.843 12.372 48.174 108.540 101.651 134.909 30.021 29.471 47.763 382.992 383.107 46,2 65,5 64,7 64,6 20 0,7 2,9 60,1 37,8 0,7 25,3 4,6 9,3 13,5 14,3 85,3 45,2 78 71,7 19,3 56,9 56,9 46,2 di cui donne, % 99,9 2,5 5,3 10,4 1,1 1,5 2,1 1,5 5,2 1,7 13,6 1,4 1,9 7,4 16,8 15,7 20,9 4,6 4,6 7,4 59,2 59,2 100 Provenienza, % LEGGE 189/02 e 222/02 100 646.829 Provenienza, % DPCM 1998 Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002) 99 sul 22.770 10.636 3.936 Bulgaria 2.474 1.608 Croazia Fonte: Istat incidenza totale TOTALE % Totale 20 paesi 316.489 93,4 295.478 2.130 2.794 Colombia India Brasile 3.368 3.277 Nigeria 3.897 Bangladesh Senegal 4.515 5.166 Russia Sri Lanka 8.728 5.620 Cina Filippine 9.317 Marocco 12.821 Albania Peru’ 21.682 Moldova 23.853 Polonia Ecuador 61.535 85.351 MF Romania Ucraina PAESI 81,2 93,3 14,3 81,7 82,0 1,4 78,7 23,0 85,5 95,1 26,1 71,0 65,2 51,4 67,7 78,4 91,3 93,5 85,3 83,3 94,6 %F SERVIZI ALLE FAMIGLIE F 37,3 47,7 31,9 35,8 33,4 27,6 26,7 32,5 40,0 40,0 35,9 33,1 34,1 31,6 33,2 33,8 38,2 38,8 33,8 33,5 42,3 età media M 32,1 38,9 31,0 32,8 31,6 27,0 29,8 31,8 35,0 36,9 32,2 32,2 33,7 29,7 30,0 33,0 34,4 33,9 32,5 32,5 36,3 40,7 15,9 67,4 59,2 30,7 57,2 31,5 47,4 76,9 73,5 16,6 88,9 19,3 22,3 79,1 73,6 75,8 69,6 45,6 84,0 % (a) Incidenza % sul totale TOTALE 330.340 91,7 302.973 Totale paesi 20 2.516 3.392 4.369 4.733 4.880 5.313 7.251 7.410 7.649 7.789 8.475 8.568 10.439 11.269 14.932 16.300 28.330 37.127 38.857 73.374 MF 20 Nigeria 19 Peru’ 18 Bulgaria 17 Algeria 14 Polonia Serbia e 15 Montenegro 16 Macedonia 13 Bangladesh 12 Tunisia 11 Moldova 10 Senegal 9 Pakistan 8 Ecuador 7 India 6 Egitto 5 Ucraina 4 Cina 3 Albania 2 Marocco 1 Romania PAESI 87,3 75,2 83,3 78,0 99,1 98,3 94,6 70,6 99,7 98,7 82,9 96,9 99,7 82,4 99,3 99,5 62,9 68,8 94,5 95,6 86,8 %M F 31,0 26,6 31,9 33,2 30,0 28,8 31,3 30,4 28,9 30,7 32,1 31,6 30,2 30,4 33,8 31,1 35,2 30,8 30,2 30,1 29,2 età media SERVIZI ALLE IMPRESE Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attività e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1° gennaio 2004 M 30,8 30,1 32,7 34,2 31,3 30,4 30,9 32,7 26,6 29,5 32,6 31,7 30,4 31,7 30,4 29,6 33,6 31,3 28,9 29,4 31,6 42,8 20,9 52,6 90,7 86,8 85,9 24,2 69,3 86,5 26,4 68,5 88,8 30,4 84,1 96,5 16,0 83,4 77,7 80,7 54,4 % (a) 100 15,5 47 4,2 0,9 100 Nord-est Centro Sud Isole Italia Albania Ecuador 100 1,5 38,9 22 19 18,6 15,7 101.651 8,1 1.526 39,3 39.502 7,4 47.763 11,7 2.212 9,6 9.630 6,7 12.523 6,1 7.705 7,3 15.693 5,3 34.292 1,1 215 0,4 356 3,6 6.790 1,6 2.055 11,6 24.876 100 4,7 15,7 13,2 23,8 42,7 100 4,6 20,2 26,2 16,1 32,9 100 0,6 1 19,8 6 72,5 Distribuzione percentuale dei sing 7,4 48.174 11,8 2.241 7,5 7.558 3,4 6.346 9,1 11.465 9,6 20.564 Polonia Moldova Perù Totale 9 paesi 100 2,5 14,3 36,1 21,4 25,8 5,2 33.950 4,4 840 4,8 4.838 6,6 12.260 5,7 7.261 4,1 8.751 4,6 29.471 0,7 129 1,7 1.713 4,1 7.676 10,5 13.314 3,1 6.639 2,5 16.213 0,2 39 0,3 259 2,6 4.891 0,6 782 4,8 10.242 100 5,4 27,3 41,9 18,5 7 100 0,4 5,8 26 45,2 22,5 100 0,2 1,6 30,2 4,8 63,2 oli paesi per ripartizione geografica 4,6 30.021 8,5 1.611 8,1 8.183 6,7 12.571 4,4 5.557 1 2.099 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 100 2,1 16,3 31,3 18,5 31,8 73,7 476.444 53,1 10.056 77,3 77.757 79,9 148.937 69,7 88.303 70,7 151.391 oli paesi sul totale regolarizzati della ripartizione Cina Nota: (a)il tasso di irregolarità è calcolato come il numero di irregolari sanati sul numero di regolari già presenti nella ripartizione. 32,3 20,9 134.909 6,6 1.243 5,7 5.718 12 22.413 63.467 19.266 8,8 18.944 15,2 34 Marocco Dati assoluti e incidenza percentuale dei sing Ucraina 16,5 20.898 Nord-ovest incidenza % Italia incidenza % Isole incidenza % Sud incidenza % Centro incidenza % Nord-est 20,3 43.583 Nord-ovest incidenza % Romania Ripartizioni Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geografica. Principali paesi al 1° gennaio 2004 100 2,9 15,5 28,8 19,6 33,1 100 646.829 100 18.932 100 100.579 100 186.438 100 126.608 100 214.272 Totale regolarizzati 47,8 37,7 91,3 52,5 33,7 46,5 Tasso di irregolarità (a) Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia, 1° gennaio 2003-2006 Lavoro Famiglia Totale permessi numero % numero % 2003 829.761 55,2 477.959 31,8 1503286 2004 1.479.381 66,4 545.300 24,5 2.227.567 2005 1.412.694 62,9 624.404 27,8 2.245.548 2006 1.419.285 62,1 682.365 29,8 2.286.024 variaz.% 2006/2003 variaz.% 2006/2004 71 42,8 52,1 -4,1 25,1 2,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat. Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1° gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per ripartizione geografica 1 gennaio 2004 Totale permessi Lavoro Nord-ovest 746.146 Nord-est 1 gennaio 2006 Variazione percentuale, % Famiglia Totale permessi Lavoro Famiglia Totale Lavoro , % Famiglia, % 512.132 184.177 787.645 499.916 241.907 5,6 -2,4 31,3 550.095 365.485 150.279 640.442 403.174 202.603 16,4 10,3 34,8 Centro 618.645 395.685 132.204 589.928 357.380 156.518 -4,6 -9,7 18,4 Sud 232.205 157.394 55.199 198.198 121.214 58.796 -14,6 -23 6,5 Isole 80.476 48.685 23.441 69.811 37.601 22.541 -13,3 -22,8 -3,8 2.227.567 1.479.381 545.300 2.286.024 1.419.285 2,6 -4,1 25,1 ITALIA Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 101 682.365 APPROFONDIMENTO 1 L’opinione degli italiani sulla presenza di stranieri in Italia I dati sull’opinione degli italiani sugli immigrati stranieri provengono da una rilevazione svolta da Nomisma in collaborazione con Demetra nel corso del 20076. Agli intervistati è stato chiesto quanto fossero d’accordo con una serie di affermazioni che riguardavano la presenza di stranieri in Italia (tab. A). Innanzitutto, l’affermazione che raccoglie maggiori consensi è che italiani e stranieri regolari devono avere gli stessi diritti (84,5 per cento degli intervistati sono d’accordo). E’ bastato però fare una domanda più specifica sul diritto alla casa, perché il 63,4 per cento degli intervistati rispondesse che nell’assegnazione di una casa popolare gli italiani debbano avere la precedenza sugli stranieri. Agli stranieri viene poi riconosciuto a grande maggioranza un ruolo economico fondamentale: il 79,4 per cento degli intervistati ritiene che gli stranieri svolgano lavori che gli italiani non vogliono più fare e che dunque il loro apporto è essenziale. Una quota rilevante di italiani si avvale già dei servizi offerti dagli stranieri: l’11 per cento acquista regolarmente generi alimentari in punti vendita gestiti da stranieri; il 9 per cento affida la cura e l’assistenza di persone care a badanti straniere, il 9 per cento incarica immigrati della pulizia della casa. Il 60 per cento di quelli che ancora non ne usufruiscono, si dichiarano disponibili a farlo. La valutazione espressa in merito all’impatto della presenza di tali servizi sulla zona in cui si vive è complessivamente buona ed è direttamente proporzionale al livello di istruzione: se il 17 per cento di intervistati in possesso di un basso titolo di studio (scuola elementare o media inferiore) dichiara un atteggiamento ostile verso i servizi offerti da stranieri, solo il 7 per cento dei laureati fa altrettanto. Analogamente, il 71 per cento dei laureati vede negli stranieri una risorsa; il 50 per cento degli intervistati con licenza elementare o media vi intravvede una minaccia. 6 Indagine telefonica su un campione rappresentativo della popolazione italiana, di età superiore a 15 anni, con un margine massimo di errore delle stime (al livello fiduciario del 95%) del 4,76%. 102 Rispetto all’integrazione degli stranieri nel Paese, il 68,9 per cento del campione la ritiene di difficile realizzazione. Tuttavia, la maggioranza degli intervistati (57 per cento), forse proprio in relazione alle difficoltà di integrazione, ritiene giusto che gli stranieri partecipino attivamente alle decisioni che coinvolgono la vita pubblica. Più in generale, secondo un’indagine di Eurobarometro del 2007, gli italiani collocano l’immigrazione al sesto posto tra i problemi che il Paese deve affrontare, alle spalle di questioni di natura economica quali la disoccupazione, l’inflazione, le tasse e la preoccupazione per la criminalità (tab. B). Anche in altri paesi europei dove la componente straniera è rilevante l’immigrazione non figura tra le priorità. Fa eccezione il Regno Unito, dove sembra esistere una preoccupazione più marcata in questo senso, con l’immigrazione al secondo posto tra i principali problemi da affrontare. Tab. A Opinione degli italiani sugli immigrati stranieri, 2007 Per nulla d’accordo Poco d’accordo DISACCORDO Abbastanza d’accordo Molto d’accordo ACCORDO Totale Non risponde % % % % % % 9,2 11,4 20,6 32,9 46,4 79,4 100 0,7 35,5 20,3 55,7 33,7 10,5 44,3 100 3,8 L’inserimento di uno straniero nel nostro paese è difficile 15 16,2 31,1 38,2 30,6 68,9 100 0,9 E’ giusto che gli stranieri partecipino attivamente alle decisioni che coinvolgono la città 20,7 22,4 43 40,9 16,1 57 100 2,1 Italiani e stranieri regolari devono avere gli stessi diritti 6,4 9,1 15,5 41,3 43,2 84,5 100 1,4 Per l’assegnazione di una casa popolare, gli italiani devono avere la precedenza sugli stranieri 21,1 15,5 36,6 31,5 32 63,4 100 2,8 Gli stranieri svolgono lavori che gli italiani non vogliono più fare La presenza di stranieri ha migliorato i servizi della zona in cui vive Fonte: Indagine Nomisma-Demetra 103 Tab. B Principali problemi da affrontare, 2007 Italia Francia Germania Regno Unito UE-27 % % % % % Disoccupazione 28 51 58 8 34 Criminalità 28 24 16 41 24 Situazione economica 28 23 15 6 20 Inflazione 26 21 15 7 18 Tasse 18 5 8 7 8 Immigrazione 15 10 8 32 15 Pensioni 11 12 16 11 12 Terrorismo 9 6 7 25 12 Sistema sanitario 5 6 20 24 18 Protezione dell’ambiente 5 11 8 8 7 Energia 4 3 6 4 4 Istruzione 2 8 18 8 9 Politiche abitative 2 17 0 10 8 Difesa e politica estera 1 1 1 3 2 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurobarometro 67. APPROFONDIMENTO 2 L’opinione degli stranieri sugli italiani e sull’ottenimento della cittadinanza I dati sull’opinione degli stranieri sono tratti da un’indagine Makno & consulting del 2007 commissionata dal Ministero dell’Interno. Sembra esistere un consenso ampiamente diffuso tra gli immigrati sull’affermazione che gli italiani sono, in generale, delle brave persone, disposte ad aiutare lo straniero se questo è sincero, e che uomini e donne in Italia godono degli stessi diritti. Più del 60 per cento degli intervistati, inoltre, concorda sul fatto che in generale gli italiani sono rispettosi degli immigrati e delle persone anziane, ma anche che pensano soprattutto a fare soldi. Più del 55 per cento è convinto che gli italiani non capiscano la cultura degli immigrati. Questi dati sembrano delineare una situazione nella quale gli stranieri in Italia da una parte non sentono una mancanza di rispetto da parte degli italiani, ma dall’altra trovano delle difficoltà di comprensione e comunicazione. 104 C’è invece incertezza su una serie di affermazioni per le quali non esiste una maggioranza d’opinione. Secondo il 44 per cento degli intervistati gli italiani accettano gli immigrati solo perché gli conviene, mentre il 45,7 per cento è convinto che gli italiani tengano alla larga gli immigrati. È una minoranza (36,9 per cento), seppur consistente, quella che afferma invece che gli italiani in fondo in fondo sono razzisti (graf. A). Dall’analisi delle motivazioni che spingono gli stranieri a chiedere la cittadinanza, emerge come i motivi pratici siano dominanti. Il 57 per cento degli intervistati vorrebbe infatti la cittadinanza per non chiedere più il permesso di soggiorno, il 40,7 per cento per avere gli stessi diritti degli italiani, il 34,1% per trovare un lavoro più qualificato. Minoritaria è la posizione di chi vuole acquisire la cittadinanza per acquisire diritti politici (poter votare, 10,1 per cento) o per sentirsi maggiormente integrati (riconosciuto individuo onesto, 15,7 per cento; riconosciuti sforzi per integrarmi 14,2 per cento; più accettato dagli italiani 9,6 per cento) (graf. B). Graf. A - Opinioni degli immigrati sugli italiani, 2007 Accordo Disaccordo 0 10 20 30 40 Molto attenti all'educazione dei figli 66,1 64,9 Rispettosi degli anziani 64,5 Pensano soprattutto a fare soldi Non capiscono la mia cultura 90 13,7 14,8 23,1 27,3 29,6 31,1 55,6 44,4 Molto interessati alla religione 43,7 38,6 36,9 100 5,7 37,6 45,7 Accettano immigrati perché gli conviene 105 80 61 Tengono a distanza gli immigrati Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno 70 80,5 In generale, rispettosi degli immigrati In fondo in fondo sono razzisti 60 82,2 Se sei sincero, ti aiutano Uomini e donne, stessi diritti Non si capisce in cosa credono 50 92,3 In generale, brava gente 50,6 43,7 43,3 45,4 53,9 Graf. B - Motivazioni per richiedere la cittadinanza, 2007 Non chiedere più il permesso 57 Stessi diritti degli italiani 40,7 Trovare lavoro più qualificato 34,1 Più integrato in Italia 23 Più facile il passaporto 16,1 Per i miei figli 16 Riconosciuto individuo onesto 15,7 Riconosciuti sforzi per integrarmi 14,2 Più facilmente una casa 12,8 Poter votare 10,1 Più accettato dagli italiani 9,6 Più libero di esprimermi 7,3 0 10 20 30 40 50 60 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno APPROFONDIMENTO 3 L’indice di integrazione CNEL L’indice di integrazione CNEL misura il potenziale di integrazione sociooccupazionale di un territorio, sintetizzando in un unico indice una serie di indicatori relativi sia all’inserimento sociale sia all’inserimento occupazionale degli stranieri7. L’indice più aggiornato, che si basa sui dati relativi al 2006, è calcolato distinguendo due criteri: uno assoluto, che evidenzia le regioni in cui le potenzialità di inserimento per gli stranieri sono più elevate in termini assoluti, l’altro relativo, che misura il potenziale di integrazione in relazione alle condizioni della popolazione regionale. Questa distinzione permette di vedere in quali territori è minore lo scarto tra i dati relativi alla popolazione straniera e 7 Per una descrizione più dettagliata sulla metodologia e sulla composizione degli indici, si veda http://www.portalecnel.it/Portale/DocumentiAltriOrganismi.nsf/vwPerONC?Openview. 106 quelli relativi alla popolazione italiana. In termini assoluti, la regione con l’indice di integrazione più elevato è l’Emilia-Romagna, che toglie al Veneto il primo posto del 2004. Dietro l’EmiliaRomagna, troviamo Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. In generale, le regioni a più alto potenziale di integrazione sono concentrate nel Nord Italia, con l’eccezione della Valle d’Aosta, in sedicesima posizione, e della Liguria, in diciottesima. Se guardiamo alla classifica basata sul criterio comparativo, le gerarchie sono quasi invertite. Ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia e del Piemonte, che restano nelle prime posizioni, sono le regioni del Centro e del Sud ad ottenere i punteggi più elevati. Sardegna e Marche occupano infatti le prime due posizioni, mentre Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia si trovano rispettivamente in tredicesima, quattordicesima e diciottesima posizione. L’utilizzo del doppio criterio è molto interessante, in quanto ci permette di evidenziare come nelle regioni in cui gli indicatori di integrazione sono più elevati in termini assoluti, esistano tuttavia degli scarti sostanziali tra la condizione degli immigrati e quella degli italiani. All’opposto, in molte regioni dove il punteggio assoluto è più basso, si riduce anche lo scarto tra la popolazione italiana e quella immigrata. Alla luce di questo confronto, sembrerebbe confermata la tesi secondo cui l’integrazione in Italia riesce meglio nei contesti più piccoli, dove le distanze burocratiche e istituzionali sono ridotte e il rapporto con gli enti e le strutture territoriali è più diretto (tab. C). 107 Tab. C Indice del potenziale territoriale di integrazione socio-occupazionale, 2006 Criterio assoluto Regione 1 Punteggio Emilia-Romagna 645 Fascia di intensità Massima 2 Friuli-Venezia Giulia 638 Massima 4 Lombardia 619 Massima 3 5 6 7 8 9 10 11 Piemonte 626 Trentino-Alto Adige 608 Marche 581 Veneto 580 Sicilia 552 Sardegna 550 Abruzzo 536 Toscana 533 12 Umbria 515 13 Lazio 490 14 Puglia 462 15 Molise 457 16 Valle d’Aosta 451 17 Calabria 407 18 Liguria 407 19 Campania 354 20 Basilicata 315 Regione Massima Friuli-Venezia Giulia 463 Alta Sicilia Alta Puglia Alta Calabria Alta Trentino-Alto Adige Alta Alta Media Basilicata Bassa Lombardia 454 448 422 417 Liguria Lazio Alta Alta Alta Alta Alta Media Media 411 Media 406 Media 399 Toscana Bassa 455 Veneto Campania Media 456 406 Emilia-Romagna Media 467 Molise Abruzzo Media Minima Massima Piemonte Massima Fascia di intensità 541 Marche Umbria Massima Punteggio Sardegna Valle d’Aosta Massima Minima Criterio comparativo (a) 384 383 363 337 326 278 246 Media Media Media Media Bassa Bassa Bassa Minima Minima Nota: (a) il criterio comparativo tiene conto dei differenziali tra le condizioni socio-occupazionali degli immigrati e degli autoctoni a livello locale. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati CNEL 108 II.3 La casa degli immigrati stranieri II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri Gli ultimi dati istituzionali disponibili sui diversi aspetti della condizione abitativa degli immigrati sono stati raccolti in occasione del censimento della popolazione del 2001. La fotografia riportata in questo paragrafo ha quindi un valore indicativo ma non è aggiornata. I censimenti della popolazione sono troppo poco frequenti per consentire di stare al passo con le evoluzioni della presenza straniera in Italia. Dal 2001, la popolazione straniera è più che raddoppiata. L’allargamento dell’Unione europea nel 2004 e nel 2007 ha avuto un impatto sulla composizione per provenienza dei flussi migratori nel nostro Paese. Per gruppi nazionali diversi, si evidenziano comportamenti diversi, anche in relazione alla casa. Inoltre, i dati censuari rilevano i comportamenti della popolazione straniera regolarmente residente sul territorio italiano ma non di quella irregolare, che è presumibile viva in condizioni di maggior precarietà e disagio, anche abitativo. Il censimento della popolazione degli immigrati stranieri costituisce tuttavia il riferimento più esaustivo per completezza e per varietà degli indicatori considerati. I dati originali sui mutui per la casa accesi dagli immigrati stranieri, messi a disposizione da CRIF, che si trovano in questo capitolo, così come le indicazioni provenienti dalle ricerche di CRESME, di Nomisma e della Fondazione ISMU per la Lombardia, riportati in calce al paragrafo che segue, saranno utili a dare profondità prospettica alle informazioni raccolte col censimento del 2001. Lo stock abitativo ed i servizi dell’abitare I dati censuari del 2001 restituiscono una serie di informazioni sullo stock abitativo e le sue caratteristiche con riferimento al segmento della popolazione residente straniera. I dati riguardano: dimensione e caratteristiche dello stock abitativo occupato da residenti stranieri; numero, titolo di godimento 109 per paese di provenienza; forma di occupazione; tipologia abitativa (servizi; dimensione in vani e mq); epoca di costruzione e stato di conservazione. Dei 1.334.889 stranieri regolarmente residenti in Italia, il 96,6 per cento viveva in abitazione, a fronte del 99,5 per cento della popolazione italiana. Erano 41.381 gli stranieri che vivevano in convivenza o in un alloggio diverso dall’abitazione ma adibito a scopo abitativo. Nelle regioni del Centro, rispetto alle altre regioni italiane, era più diffusa la convivenza (4,5 per cento della popolazione straniera; tab. 3.1). Lo stock abitativo occupato da cittadini stranieri ammontava a 646.750 unità, pari al 3 per cento dello stock complessivo. Va precisato che, di queste abitazioni, il 58,7 per cento (379.864 unità) era occupato da soli cittadini stranieri, mentre la rimanente quota vedeva la presenza congiunta di italiani e stranieri. C’è poi un’altra tipologia denominata “altri tipi di alloggi” che pur non essendo classificabili come abitazione al momento del censimento, risultavano occupati, il cui dimensionamento era pari complessivamente a 23.336 unità, il 20 per cento delle quali occupate da stranieri. Da segnalare la maggior diffusione di questa tipologia adibita a servizi abitativi nelle regioni del Sud e del Centro Italia. Circa il dimensionamento degli “altri tipi di alloggi” va detto che essi ammontavano a 0,9 unità ogni 1.000 abitazioni occupate da cittadini italiani mentre sono 11,6 unità ogni 1.000 abitazioni occupate da soli cittadini stranieri (tab. 3.2). Il titolo di godimento dell’abitazione occupata dalla popolazione straniera aveva come modalità prevalente l’affitto (73,5 per cento): la proprietà riguardava il 16,3 per cento dello stock ed infine alla voce “altro titolo” (a titolo gratuito o a titolo di prestazioni di servizio) apparteneva il 10,2 per cento dello stock occupato. Da segnalare una maggiore diffusione della proprietà nelle regioni del Centro Italia, così come le abitazioni godute ad altro titolo erano presenti con percentuali maggiori nel Sud e nelle Isole (rispettivamente 13,9 per cento e 15,3 per cento). Rispetto alla popolazione italiana, la composizione della forma di godimento dell’abitazione da parte di cittadini stranieri era praticamente ribaltata nelle due modalità della proprietà e dell’affitto: in Italia, al censimento 2001, lo stock in proprietà occupato da cittadini italiani rappresentava il 72,6 per cento del totale (tab. 3.3). 110 Lo stock abitativo occupato da stranieri apparteneva ad edifici classificati “in buono stato di conservazione” per una quota pari al 72,4 per cento; da segnalare che la frequenza più elevata apparteneva alla classe di edifici costruiti prima del 1961 (tab. 3.4 e graf. 3.1). La superficie media delle abitazioni occupate da stranieri era di 73,4 mq; vi erano poi differenze nelle diverse regioni tali per cui nelle regioni del NordEst e del Centro il taglio medio risultava di 78 mq, mentre nelle altre regioni è di 68 mq. L’abitazione media era composta da 3,3 stanze e la superficie media per persona residente di 28,5 mq, che equivale a 0,8 abitanti per stanza (tab. 3.5). Nelle tabelle successive (tab. 3.6, 3.7, 3.8) sono riportate le informazioni sullo stock abitativo occupato per area geografica e paese di cittadinanza della popolazione straniera censita. In sintesi: - - - 111 il 96,2 per cento della popolazione europea viveva in una abitazione; si segnala la quota, anche se piccola ma superiore alla altre etnie, dell’1,8 per cento di europei che viveva in “altri tipi di alloggio”; anche il titolo di godimento dell’abitazione diverso dalla proprietà e dall’affitto era piuttosto diffuso (9,1 per cento delle abitazioni); la tipologia abitativa occupata era mediamente più ampia e la condizione di grave sovraffollamento riguardava una componente più piccola della popolazione (4,3 per cento) rispetto alla media della popolazione straniera (6,5 per cento); il 97,5 per cento della popolazione africana viveva in una abitazione; era mediamente meno diffusa la proprietà; l’abitazione occupata era più piccola rispetto a quella delle altre etnie (65,8 mq); era invece più elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione che viveva in condizioni di grave sovraffollamento (9,9 per cento); il 96,3 per cento della popolazione asiatica viveva in una abitazione; si segnala che il 3 per cento della popolazione viveva in “altri tipi di alloggio”, quota significativamente superiore rispetto a quella delle altre etnie; era molto diffuso il titolo di godimento dell’abitazione diverso dall’affitto e dalla proprietà (12,4 per cento delle abitazioni), in particolare tra i filippini, mentre i cinesi avevano una elevata quota di abitazioni in proprietà (23,1 per cento rispetto alla media asiatica che è del 17,6 per cento); l’abitazione - occupata era mediamente più grande rispetto alle altre etnie (77,1 mq) ed era più elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione che viveva in condizioni di grave sovraffollamento (8 per cento, con punte dell’11,7 per cento tra i filippini); il 96,4 per cento della popolazione americana viveva in una abitazione; si segnala che il 3,4 per cento della popolazione viveva in “altri tipi di alloggio”, quota significativamente superiore rispetto alle altre etnie; l’affitto riguardava il 72 per cento dello stock occupato e non è trascurabile la quota del 18,4 per cento di abitazioni in proprietà; tra la popolazione non era diffusa la condizione di sovraffollamento e gli standard abitativi (dimensione, numero di stanze per abitante, riscaldamento e servizi) erano superiori alla media per la popolazione straniera. Rispetto alla dotazione di servizi per l’abitare (cucina, gabinetto, acqua calda, acqua potabile, riscaldamento) non erano rilevabili differenze significative tra lo stock occupato da stranieri e lo stock occupato da cittadini italiani (tab. 3.9). A fronte del quadro desumibile dalle informazioni provenienti dal censimento 2001, diverse indagini recenti sulla questione abitativa in Italia dimostrano, invece, come a fronte di una situazione di disagio, la popolazione straniera evidenzi una forte propensione al miglioramento (Ancab-Cresme, La questione abitativa in Italia 2008. Tra emergenza e inversione di ciclo). Come aveva evidenziato anche il lavoro di Nomisma per il Ministero delle Infrastrutture nel 2007 sul disagio abitativo in Italia, le rilevazioni e i dati disponibili sulla condizione abitativa degli immigrati stranieri non descrivono un disagio allarmante, almeno nel suo complesso, né per diffusione né per intensità, se pure nel confronto con la situazione dei cittadini italiani emergono aspetti di disagio peculiare. Non appare corretto considerare gli stranieri come un segmento di popolazione a rischio degrado abitativo per se. Piuttosto, il disagio abitativo espresso dagli immigrati va collocato nel quadro generale della condizione abitativa in Italia, che comprende realtà disagiate tanto tra i cittadini italiani quanto tra gli immigrati stranieri. Omogeneamente, le indagini campionarie realizzate da ISMU per la 112 Lombardia tra il 2000 e il 2006, che pur avendo dimensione locale hanno una rilevanza conoscitiva specifica, perché includono anche la popolazione straniera non regolarmente presente, mettono in luce un miglioramento sostanziale nella tipologia degli alloggi occupati dagli stranieri, in tempi molto rapidi, e registrano alcuni cambiamenti di grande importanza: la quota divenuta di maggioranza assoluta dei locatari che vivono da soli o con i propri familiari, passata dal 45,9 per cento del 2001 al 50,1 per cento del 2006, la frazione minima ed in netta diminuzione nel tempo di persone in affitto in coabitazione con altri stranieri immigrati che passa dal 20,8 per cento del 2001 al 17,8 per cento del 2006. Come si vedrà dai dati sui mutui immobiliari riportati nel prossimo paragrafo, anche la propensione degli stranieri a comprare casa e quindi a stabilizzarsi in Italia è fortemente aumentata negli ultimi anni. Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione geografica – Censimento 2001 Popolazione straniera Ripartizioni geografiche ITALIA In Totale abitazione (%) Popolazione italiana In altro In tipo di convivenza alloggio (%) (%) In nessun alloggio (%) Totale In abitazione (%) In convivenza (%) In altro In tipo di nessun alloggio alloggio (%) (%) 1.334.889 96,6 2,1 1,0 0,3 56.660.855 99,2 0,7 0,1 0,0 Nord Ovest 466.546 98,4 0,8 0,8 0,2 14.470.016 99,1 0,8 0,1 0,0 Nord Est 356.975 98,1 1,3 0,5 0,1 10.277.845 98,9 1,0 0,1 0,0 Centro 333.203 93,1 4,5 1,6 0,8 10.573.423 99,2 0,7 0,1 0,0 Sud 118.011 95,3 2,6 1,7 0,4 13.798.854 99,5 0,4 0,1 0,0 Isole 60.154 95,8 2,4 1,7 0,1 6.540.717 99,4 0,5 0,1 0,0 Il trattino (-) indica l’assenza del fenomeno rilevato, lo zero (0) indica che il fenomeno è presente, ma non apprezzabile nell’arrotondamento alla prima cifra decimale. Fonte: Istat, Censimento 2001. 113 Tab. 3.2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dell’alloggio – Censimento 2001 Alloggi occupati solo da italiani Alloggi occupati da italiani e stranieri Abitazioni (A) Altri tipi di alloggio (B) 21.009.538 18.484 379.864 4.416 266.886 Alloggi occupati solo da stranieri B/A * 1000 0,9 436 1,6 11,6 Fonte: Istat, Censimento 2001. Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e ripartizione geografica – Censimento 2001 Regioni ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA ITALIANI Ripartizioni Proprietà Affitto Altro geografiche (%) (%) titolo(%) Piemonte 69,3 Totale (%) v.a. 22,9 7,8 100,0 1.734.963 ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E STRANIERI Proprietà Affitto Altro (%) (%) titolo(%) 52,4 Totale (%) v.a. 40,3 7,3 100,0 20.579 ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA STRANIERI Proprietà Affitto Altro (%) (%) titolo(%) 13,7 78,7 Totale (%) v.a. 7,6 100,0 34.480 Valle d’Aosta 66,7 22,3 11,0 100,0 51.569 52,1 37,1 10,8 100,0 771 12,7 78,8 8,5 100,0 732 Lombardia 72,7 20,0 7,3 100,0 3.484.112 56,2 36,9 6,9 100,0 51.856 18,4 73,1 8,5 100,0 96.986 Bolzano 72,2 21,5 6,3 100,0 163.552 60,1 34,2 5,7 100,0 3.923 23,9 64,8 11,3 100,0 4.556 Trento 77,1 15,5 7,4 100,0 185.162 56,3 36,5 7,2 100,0 2.853 12,9 79,8 7,3 100,0 4.502 Trentino Alto Adige 74,8 18,3 6,9 100,0 348.714 58,5 35,2 6,3 100,0 6.776 18,6 72,2 9,3 100,0 9.058 Veneto 77,5 15,3 7,2 100,0 1.633.031 59,7 32,8 7,5 100,0 22.177 15,6 76,9 7,5 100,0 44.313 FriuliVenezia Giulia 78,0 16,0 6,0 100,0 473.433 65,6 27,9 6,5 100,0 9.305 17,7 74,0 8,3 100,0 10.520 Liguria 69,6 23,0 7,4 100,0 687.029 56,7 36,5 6,8 100,0 9.943 24,5 67,8 7,7 100,0 9.916 Emilia Romagna 73,2 18,1 8,7 100,0 1.576.970 55,4 35,9 8,7 100,0 23.117 13,0 76,3 10,7 100,0 37.295 29.898 Toscana 75,7 15,8 8,5 100,0 1.322.199 62,1 29,3 8,6 100,0 22.874 22,0 65,3 12,7 100,0 Umbria 76,3 12,1 9,6 100,0 297.962 60,8 29,4 9,8 100,0 4.881 17,2 71,8 11,0 100,0 7.743 Marche 78,4 12,4 9,2 100,0 525.950 60,3 30,2 9,5 100,0 7.666 13,8 77,0 9,2 100,0 13.019 Lazio 71,3 20,4 8,3 100,0 1.886.114 59.6 31,5 8,9 100,0 38.134 16,3 69,9 13,8 100,0 35.789 Abruzzo 76,7 12,9 10,4 100,0 448.477 60,2 27,4 12,4 100,0 5.967 13,1 75,6 11,3 100,0 5.188 Molise 79,2 10,7 10,1 100,0 117.364 64,4 21,5 14,1 100,0 1.091 23,2 58,7 18,1 100,0 513 Campania 62,3 27,2 10,5 100,0 1.826.601 50,7 37,6 11,7 100,0 12.920 10,5 77,4 12,1 100,0 11.324 8.605 Puglia 74,2 18,1 7,7 100,0 1.358.049 60,0 30,3 9,7 100,0 6.961 12,6 71,9 15,5 100,0 Basilicata 74,7 14,3 11,0 100,0 212.453 90,7 26,8 12,5 100,0 1.074 11,2 54,7 34,1 100,0 892 Calabria 73,8 14,3 11,9 100,0 694.657 60,4 26,2 14,4 100,0 4.994 14,4 71,6 14,0 100,0 5.602 Sicilia 71,0 17,2 11,8 100,0 1.751.545 58,0 27,9 14,1 100,0 11.947 10,2 74,1 15,7 100,0 15.032 Sardegna 78,6 14,0 7,4 100,0 575.346 64,8 26,1 9,1 100,0 3.863 23,3 63,1 13,6 100,0 2.959 ITALIA 72,6 18,8 8,6 100,0 21.006.538 58,0 33,4 8,6 100,0 266.886 16,3 73,5 10,2 100,0 379.864 Fonte: Istat, Censimento 2001. 114 Tab. 3.4 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione dell’edificio – Censimento 2001 Popolazione italiana residenti (%) Popolazione straniera residenti (%) 36,8 27,6 Dal 1982 al 2001 ben conservati 21,5 12,6 Fino al 1961 mal conservati 10,1 20,6 Fino al 1961 ben conservati 25,2 Tra il 1962 e il 1981 ben conservati 32,2 Tra il 1962 e il 1981 mal conservati 5,2 6,0 Dal 1982 al 2001 mal conservati 1,2 1,0 Fonte: Istat, Censimento 2001. in % Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione dell’edificio 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 83,5 72,4 27,6 16,5 Popolazione italiana residente Popolazione straniera residente Edifici ben conservati Edifici mal conservati Fonte: Istat, Censimento 2001. 115 Tab. 3.5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone residenti di cittadinanza straniera per regione e ripartizione geografica – Censimento 2001 Regioni e ripartizioni geografiche Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Bolzano Trento Trentino Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud Isole Superficie media abitazioni (mq) 65,5 59,6 70,5 69,6 71,8 70,7 82,9 76,2 71,4 74,6 83,2 81,5 78,7 72,5 74,6 73,8 67,3 64,1 61,5 70,4 66,8 76,1 73,4 69,3 78,1 77,9 68,1 68,3 Stanze per abitazione 2,9 2,8 3,0 3,2 3,1 3,2 3,5 3,4 3,5 3,3 3,8 3,5 3,6 3,3 3,5 3,4 3,0 2,9 2,9 3,2 3,2 3,4 3,3 3,0 3,4 3,5 3,1 3,2 Superficie per persona residente (mq) 26,5 25,4 26,9 33,4 26,1 29,3 29,5 29,9 30,1 26,5 32,1 31,3 26,7 28,9 28,2 28,8 32,2 26,4 27,1 33,7 29,2 38,5 28,5 27,0 28,4 30,2 29,8 30,5 Residenti per stanza 0,8 0,8 0,9 0,6 0,9 0,8 0,8 0,7 0,7 0,9 0,7 0,7 0,8 0,8 0,8 0,8 0,7 0,8 0,8 0,7 0,7 0,9 0,8 0,8 0,8 0,7 0,7 0,7 (a) E’ il rapporto tra la somma delle abitazioni e il totale delle abitazioni. (b) E’ il rapporto tra il numero delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine) e il totale delle abitazioni. (c) E’ il rapporto tra la somma delle superfici delle abitazioni e il numero dei residenti in abitazione. (d) E’ il rapporto tra il numero dei residenti in abitazione e la somma delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine). Fonte: Istat, Censimento 2001 Tab. 3.6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001 Aree geografiche Europa Africa Asia America Oceania Apolidi Totale di cui: Paesi a forte pressione migratoria (a) Popolazione italiana TOTALE POP. RESIDENTE In abitazione (%) 96,2 97,5 96,3 96,4 96,3 89,5 96,6 96,5 99,2 99,2 In convivenza In altro tipo (%) di alloggio (%) 1,6 1,8 1,8 0,4 3,0 0,3 3,4 0,1 3,6 0,1 3,8 6,5 2,1 1,0 2,0 0,7 0,7 1,1 0,1 0,1 In nessun alloggio (%) 0,4 0,3 9,4 0,1 0,0 0,2 0,3 0,4 0,0 09,0 Totale (%) v.a. 100,0 586,379 100,0 386.494 100,0 214.728 100,0 143.018 100,0 3.668 100,0 602 100,0 1.334.889 100,0 100,0 100,0 1.154.640 55.660.855 56.995.744 (a) Sono stati così definiti i Paesi di nuova adesione all’Unione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente all’Europa centro-orientale, all’Africa, all’Asia (ad eccezione di Israele e Giappone) e all’America centro-meridionale, per estensione, anche gli apolidi sono stati inclusi in questa componente. Fonte: Istat, Censimento 2001. 116 Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per titolo di godimento dell’abitazione, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001 Aree geografiche di cittadinanza Europa IN ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E STRANIERI Proprietà (%) 59,4 Africa 45,4 Affitto (%) 32,2 47,2 IN ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA STRANIERI Totale Altro titolo (%) 8,4 7,4 (%) v.a. 100,0 166.483 100,0 Proprietà (%) Affitto (%) 16,1 40.381 74,8 12,6 Altro titolo (%) 9,1 81,0 6,4 Totale (%) 100,0 100,0 Asia 59,1 32,6 8,4 100,0 30.409 17,6 70,0 12,4 America 54,5 36,3 9,2 100,0 69.845 18,4 72,0 9,6 Oceania 99,1 19,7 11,2 100,0 2.596 48,0 38,3 13,7 100,0 Apolidi 42,6 11,4 8,5 100,0 309.986 15,4 75,8 8,8 100,0 8,5 100,0 209.556 13,1 78,1 8,8 100,0 56,5 35,0 Paesi a forte pressione migratoria (a) 52,3 39,2 272 20,6 70,4 9,0 398.170 336.097 176.305 100,0 46,0 Totale di cui: 100,0 100,0 v.a. 100,0 67.973 937 267 979.749 905.196 (a) Sono stati così definiti i Paesi di nuova adesione all’Unione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente all’Europa centro-orientale, all’Africa, all’Asia (ad eccezione di Israele e Giappone) e all’America centro-meridionale, per estensione, anche gli apolidi sono stati inclusi in questa componente. Fonte: Istat, Censimento 2001. Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di godimento dell’abitazione e paese di cittadinanza – Censimento 2001 100 in % 80 60 40 20 0 Albania Proprietà Affitto Altro titolo 9,4 Rep. Fed. Jugoslavia 0 Romania 8 Marocco Tunisia Senegal Cina Filippine Perù 14,2 8,5 10,1 23,1 10,8 18,3 82,9 78,2 80,7 79,9 82,7 84,9 72,6 72,7 72,5 7,7 8,8 11,3 5,9 8,8 4,3 16,5 9,2 Fonte: Nomisma su dati Istat, Censimento 2001. 117 5 Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un cittadino straniero e popolazione residente in condizione di sovraffollamento grave per area geografica di cittadinanza - Censimento 2001 Abitazioni occupate da italiani e stranieri Aree geografiche di cittadinanza Abitazioni occupate solo da stranieri Superficie media delle abitazioni (mq) Stanze per abitazione Superficie media pro capite (mq) Residenti per stanza Superficie media delle abitazioni (mq) Stanze per abitazione Superficie media pro capite (mq Residenti per stanza Popolazione in Condizione di sovraffollamento grave (%) 101,1 4,3 33,7 0,7 77,8 3,4 31,6 0,7 4,3 90,5 3,9 27,8 0,9 65,8 3,0 24,5 0,9 9,9 120,7 4,8 35,5 0,7 77,1 3,4 26,7 0,8 8,0 Europa Africa Asia America 99,0 4,2 31,6 0,8 76,0 3,3 34,0 0,7 3,9 Oceania 107,9 4,5 34,0 0,8 97,5 4,0 60,4 0,4 9,5 Apolidi 97,4 4,0 29,5 0,9 69,9 3,2 38,6 0,7 3,5 Totale 100,9 4,3 32,9 0,8 73,4 3,3 28,5 0,8 6,5 97,4 4,1 30,8 0,8 70,1 3,1 25,8 0,9 7,4 di cui: Paesi a forte pressione migratoria (a) (a) Si considerano tra questi paesi la Repubblica Ceca, Cipro, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la Repubblica Slovacca, la Slovenia e l’Ungheria. Fonte: Istat, Censimento 2001. Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per disponibilità di servizi nell’abitazione (valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento) Aree geografiche Spazio adibito alla preparazione dei cibi di cittadinanza Europa Almeno Solo cucinino una cucina e/o angolo cottura Almeno un gabinetto Acqua calda in bagno e/o cucina Acqua potabile Riscaldamento Africa 70,1 28,9 99,6 97,7 96,0 96,0 63,3 35,5 99,3 93,9 98,9 90,9 America 69,3 29,4 99,6 97,8 99,3 91,9 Oceania 69,0 30,0 99,7 98,8 99,3 96,7 77,2 22,2 99,9 98,6 99,2 95,4 Apolidi 64,4 34,5 99,8 96,1 98,5 94,6 Asia Totale 67,9 31,0 99,5 96,7 99,1 93,9 Popolazione italiana 77,7 21,4 99,8 98,8 98,9 94,4 Fonte: Istat, Censimento 2001. Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza L’Art. 40 del Testo Unico sull’immigrazione propone agli immigrati soluzioni abitative differenti secondo le diverse situazioni ed i diversi stadi del percorso migratorio, in modo tale da permettere un inserimento abitativo specifico per le diverse esigenze dell’immigrato. Il campo delle iniziative abitative specificatamente rivolte agli immigrati si limita alle fasi transitorie (il primo arrivo e il primo momento dell’inserimento 118 abitativo degli immigrati). I momenti di questo percorso di inserimento abitativo consistono, prescindendo dalle soluzioni specifiche che debbono essere di volta in volta adottate, in centri di accoglienza, alloggi sociali collettivi o privati, strutture alloggiative organizzate in forma di pensionato. La Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica del Ministero dell’Interno censisce ogni anno i centri di prima e seconda accoglienza che ospitano stranieri principalmente in stato di bisogno economico e sono anche un punto di riferimento per quelli da poco arrivati in Italia. Non sono, invece, qui prese in considerazione le strutture di accoglienza e assistenza per immigrati irregolari (CDA – CARA – CIE). Per la maggior parte dei centri presi in esame si tratta di strutture residenziali a tutti gli effetti verso cui gli immigrati vengono indirizzati dall’Ufficio Immigrazione del Comune interessato e dove la permanenza di solito è di sei mesi, con la possibilità di proroga per altri sei. Alcune strutture ospitano solo uomini, altre solo donne ma ultimamente, con l’incremento dei ricongiungimenti familiari, molte ospitano prevalentemente famiglie o donne con bambini ed anche il tempo di permanenza si è ulteriormente protratto per la difficoltà di reperire alloggi. Dal censimento risultano presenti in Italia nel 2007 1.463 strutture residenziali che offrono una disponibilità di 28.106 posti letto. Il 70 per cento delle strutture ed il 64 per cento dei posti letto sono concentrati nel Nord Italia. Prevalgono le strutture private, che rappresentano il 61 per cento del totale censito, con una dimensione media di 18 posti letto, contro i 23 posti letto delle strutture pubbliche. Una piccola componente, pari a 132 strutture, è di natura mista pubblico-privata (tab. da 3.10 a 3.12). Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri Regione Nord-ovest 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 353 338 474 493 496 490 478 Nord-est 414 464 512 526 562 Centro 170 182 197 217 229 233 236 93 90 110 120 143 155 149 Sud Isole Italia 27 31 1057 1105 32 1325 37 1393 40 1470 Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG. 119 565 44 1487 554 45 1462 Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007 Regione Totale Piemonte Numero Posti letto 2 32 136 Valle d’Aosta % posti letto sul totale 1.935 6,9 0,1 Lombardia 317 7.575 27,0 Nord-Ovest 478 9.938 35,4 Liguria 23 Trentino Alto Adige 396 296 1,4 1.283 4,6 Veneto 172 2.464 8,8 Emilia Romagna 306 3.791 13,5 Friuli-Venezia Giulia 50 Nord Est 755 554 Totale Nord Toscana 2,7 8.293 29,5 1.032 18.231 64,9 31 423 1,3 106 Umbria Marche 1.677 34 Lazio 6,0 569 65 2,0 1.684 6,0 Centro 236 4.353 15,5 Molise 2 23 0,1 Abruzzo 5 Campania 46 1.837 9 108 Puglia 51 Calabria 37 Basilicata Sud Sicilia 95 Isole 4,0 0,4 581 2,1 150 3.774 13,4 3 61 0,2 28.105 100,0 1.687 45 Totale Italia 6,5 1.130 42 Sardegna 0,3 6,0 1.748 1.463 6,2 Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG. Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica Area Geografica Nord Ovest Nord Est Centro Sud Isole Totale Totale strutture residenziali Numero unità 478 554 236 in % 32,7 37,9 16,1 Posti letto 9.938 Numero unità 79 8.293 250 4.353 80 150 10,3 3.774 22 1.463 100,0 28.106 440 45 3,1 1.748 di cui Pubbliche 9 in % 18,0 56,8 18,2 Private Posti letto 2.288 3.810 1.216 5,0 1.724 100,0 9.926 2,0 888 Numero unità 349 259 143 113 in % 39,2 29,1 16,0 Miste Posti letto 6.877 3.701 2.927 unità 50 in % 37,9 45 34,1 13 9,8 12,7 1.799 15 11,4 891 100,0 15.989 132 100,0 27 3,0 685 Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG. 120 Numero 9 6,8 Posti letto 773 782 210 251 175 2.191 Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione geografica 600 500 400 300 200 100 0 2001 2002 Nord-ovest 2003 Nord-est 2004 Centro 2005 2006 Sud 2007 Isole Fonte: Nomisma su dati Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica, Ministero Interno. La risposta dell’Edilizia Residenziale Pubblica I processi di stabilizzazione che caratterizzano il fenomeno migratorio in Italia, portano ad un’accresciuta, e in prospettiva crescente, domanda di alloggi da parte delle famiglie straniere. Questo significa domanda di case, nel senso di sistemazioni e tipologie propriamente abitative piuttosto che sistemazione in strutture di accoglienza e presso pensionati. A partire dal 1998, quando per la prima volta la legge Turco-Napolitano sancisce la parità di trattamento per gli stranieri nell’accesso agli alloggi di edilizia sociale8, si registra una crescente presenza degli stranieri tra gli assegnatari. 8 L’articolo 40 del Testo Unico sull’immigrazione prevede che il titolare di carta di soggiorno (dopo sei anni di permesso regolare) e gli stranieri regolarmente soggiornanti in virtù di un permesso di soggiorno almeno biennale e di un’attività di lavoro subordinato o autonomo hanno diritto di accedere in condizioni di parità agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai servizi di intermediazione delle agenzie locali, agli alloggi temporanei (pagando una quota calmierata) disposti dai Comuni e da enti privati, pubblici e associazioni, ai centri di prima accoglienza. Mettiamo in luce che i limiti imposti dalla legge per accedere all’Erp escludono una grossa fetta di popolazione immigrata, anche all’interno dei regolarmente presenti: basti dire che la maggior parte dei permessi di soggiorno ad oggi rilasciati sono di durata annuale (Caritas 2004). 121 Se guardiamo ai dati sull’utenza straniera di Edilizia Residenziale Pubblica, i dati raccolti nella tab. 3.13 evidenziano una significativa crescita della presenza di immigrati negli alloggi ERP. Fra i casi più evidenti c’è quello della provincia di Bergamo dove la presenza di cittadini extracomunitari in case popolari è cresciuta dal 2001 al 2006 del 686 per cento in termini assoluti; mentre, se si valuta la quota percentuale sul totale degli abitanti dell’edilizia pubblica, si è passati dall’ 1,6 per cento del 2001 al 12,9 per cento del 2006. Anche a Milano per gli stessi anni gli inquilini immigrati nelle case dello stato sono passati dalle 7.690 alle 12.412 unità e a Bologna la loro presenza negli alloggi popolari si è addirittura raddoppiata. Ormai all’interno del parco abitativo di alcune aziende del centro-nord del Paese la presenza di famiglie di immigrati ha raggiunto percentuali decisamente considerevoli: il 18,9 per cento a Parma, il 15,5 per cento a Brescia, 15,2 per cento ad Ancona, il 14,2 per cento a Bologna, il 14 per cento a Perugia, il 12,9 per cento a Milano, solo per citare i casi maggiori. Tab. 3.13 L’utenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006 2001 % immigrati extracomunitari sul totale di utenti ERP Torino Novara Alessandria Genova La Spezia Milano Bergamo Brescia Cremona Trento Venezia Padova Udine Trieste Bologna Parma Forlì-Cesena Firenze Perugia Terni Ancona Roma Avellino Palermo Messina Nuoro 2006 Immigrati extracomunitari utenti ERP % immigrati extracomunitari sul totale di utenti ERP Variazione 2001-2006 Valori % 5.700 1.815 1.989 175 12.412 2.038 3.094 1.804 849 933 400 704 5.080 2.155 1.248 1.945 1.767 516 2.123 2.422 773 15 25 8,1 13,6 16,6 2,1 9,4 12,9 15,7 16,5 4,0 4,3 2,8 3,4 14,2 18,9 13,5 7,0 14,0 8,0 15,2 1,9 3,7 0,04 0,2 78,1 367,8 48,2 -19,7 61,4 586,2 51,1 501,3 3,0 309,2 93,2 252,0 99,5 220,8 -1.8 158,0 322,9 - 4,7 2,4 10,7 2,7 2,6 4,3 1,6 14,1 2,8 4,6 0,6 0,8 1,3 0,8 7,0 n.d. 4,3 6,6 2,9 3,7 0,05 - Fonte: Elaborazione Censis su dati indagine Federcasa 2008. 122 APPROFONDIMENTO 1 Le famiglie, le coabitazioni e i “single” Di seguito sono presentati in sintesi i risultati della indagine estensiva sugli immigrati (basata su 2000 interviste personali), condotta nel quadro della ricerca sociale sulla immigrazione in Italia commissionata dal Ministero dell’Interno a Makno & consulting. Le interviste sono state effettuate dal 26 marzo al 23 aprile 2007. Il 44 per cento degli immigrati abita con la propria famiglia. Le coabitazioni con amici e/o parenti sfiorano il 30 per cento, mentre le condivisioni di abitazioni con altre persone si attestano sul 17 per cento. Meno del 10 per cento degli immigrati vive da solo (160 mila persone). Sommando coabitazioni e condivisioni, si arriva ad un “blocco”di dimensioni leggermente superiori a quelle delle famiglie (46 per cento). Gli immigrati “single” per lo più non hanno una propria famiglia nel Paese d’origine ma il 28 per cento di essi l’ha invece lasciata per venire in Italia: nella grande maggioranza dei casi, una famiglia con figli. Degli immigrati che abitano da soli ma che hanno una famiglia al proprio Paese, un terzo ha già deciso che non presenterà domanda di ricongiunzione (salvo poi ricredersi), il 27 per cento non ha ancora deciso, mentre il 24 per cento ha già presentato la domanda o la presenterà a breve (si tratta di circa 11 mila famiglie). Il restante 12 per cento conta di presentare la domanda di ricongiunzione tra qualche anno, subordinandola ad una propria migliore sistemazione in Italia. 123 Con chi abita? Con la mia famiglia Con amici e/o parenti Con altre persone Da sola/o Altro Esito delle risposte al questionario su “La famiglia e la casa” % 43,8 29,0 16,6 8,2 2,6 Ha una famiglia nel paese di origine? Sì, coniuge e più figli/e Sì, coniuge e due figli/e Sì, coniuge e un figlio/a Sì, coniuge ma senza figli No % 4,1 6,2 9,3 8,8 71,6 Pensa di far venire la famiglia in Italia? Sicuramente no Probabilmente no Non abbiamo ancora deciso Presentato domanda ricongiunzione Presenteremo domanda Tra qualche anno Altro % 15,3 16,9 27,1 15,3 8,5 11,9 5,1 Numero componenti della famiglia Due Tre Quattro Cinque Più di cinque % 17,4 26,9 34,9 16,6 4,3 Numero di figli conviventi in famiglia Uno Due Tre Più di tre Nessuno 29,5 30,8 10,4 1,5 27,8 Numero di coabitanti in casa Due Tre Quattro Cinque Sei Più di 6 Non risponde % 18,7 22,5 22,0 14,7 9,0 6,2 6,8 Tipo di abitazione In affitto Di parenti o amici Di proprietà Del datore di lavoro Non abitazione fissa Altro % 64,0 11,3 12,3 8,3 2,2 2,1 124 % Dimensioni dell’abitazione (mq) Meno di 60 mq Da 60 a 79 mq Da 80 a 109 mq Da 110 a 149 mq Da 150 mq in poi Non so Numero vani della casa (compresi i vani di servizio) Uno Due Tre Quattro Cinque Sei Sette Otto Nove Dieci Più di dieci Soddisfazione per la casa Abbastanza soddisfatto Molto soddisfatto Né soddisfatto né insoddisfatto Abbastanza insoddisfatto Molto soddisfatto Fonte: Makno & Consulting per Ministero Interno, anno 2007 125 Italiani (in %) 8,9 20,6 26,6 23,0 10,9 Italiani (in %) 0,1 1,4 5,8 12,0 17,0 18,1 16,5 11,8 9,1 8,2 Immigrati (in %) 24,2 36,6 23,8 4,3 1,4 9,8 Immigrati (in %) 2,1 10,0 21,4 28,9 22,0 10,0 3,0 1,4 0,6 0,2 0,5 % 50,9 21,7 16,8 7,0 3,0 APPROFONDIMENTO 2 La condizione abitativa degli immigrati stranieri nel Sud Italia9 “Il problema abitativo non si manifesta per tutti nella sua gravità al momento dell’arrivo, perché per circa il 60 per cento dei casi la rete amicale o parentale sopperisce al fabbisogno; per il 17 per cento degli intervistati infatti è il datore di lavoro o comunque una famiglia italiana che offre lavoro e alloggio. Sembra questa una dinamica comune a tutte le aree del Mezzogiorno considerate, anche se in alcuni casi, i Centri di accoglienza, in modo significativo in Sicilia, sembrano sopperire a questa funzione. Quella della accoglienza presso un parente, un connazionale, un amico è del resto connessa alla modalità stessa della migrazione, in cui il modello “per chiamata” orienta il processo decisionale del migrante e della sua famiglia” (sta in: Ministero della Solidarietà Sociale, “Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia”). Gli obiettivi generali della ricerca hanno riguardato la descrizione e la interpretazione del disagio abitativo dei migranti in quattro regioni del Mezzogiorno di Italia: Campania, Puglia, Calabria, Sicilia (graf. A). Prevale la sistemazione in appartamento (54,3 per cento), quindi la sola stanza o posto letto (nell’insieme il 35 per cento) e, a seguire la sistemazione presso il datore di lavoro (8,3 per cento; graf. B). Chi alloggia in un appartamento in affitto ha dichiarato di essere titolare di un contratto ad uso abitazione per il 62,9 per cento degli intervistati, mentre una condizione “irregolare” o di “non contratto” riguarda il 33 per cento degli affittuari (graf. C). Il canone di affitto più frequentemente pagato è compreso tra i 100-200e mensili (graf. D) sul quale incide la componente di chi paga un affitto per una stanza; chi invece occupa un appartamento l’affitto medio mensile è compreso tra i 200-400e (tab. A). La dimensione più frequente dell’abitazione occupata da immigrati è di tre stanze (39 per cento) e l’abitazione è, nel 31,3 per cento dei csi , posizio 9 Indagine finanziata dal Ministero della Solidarietà Sociale nel quadro degli interventi del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia 2000-2006”. La sua realizzazione ha visto il coinvolgimento di più di 8.500 persone fra intervistati, intervistatori, responsabili ed operatori delle organizzazioni esecutrici. Gli immigrati sono stati intervistati in numero proporzionale alla loro consistenza per nazionalità. Nell’indagine si è fatto riferimento alle seguenti macro-categorie: Europa-Balcani; Altri Paesi europei; Africa-Magreb; Altri Paesi africani; resto del Mondo. 126 nata al livello della strada (graf. E e F). Il riscaldamento e l’allaccio al gas sembrano essere caratteristiche assenti nel 60 per cento circa del parco abitativo occupato da immigrati (tab. B). Il grado di soddisfazione per l’abitazione occupata è “sufficiente” per il 49 per cento dei casi (graf. G). Il 10,9 per cento degli intervistati ricerca una casa in proprietà mentre prevale l’affitto nelle sue varie forme: casa popolare; stanza; abitazione (graf. H). Il canone di affitto sostenibile per una nuova abitazione è contenuto entro i 300e mensili per l’85 per cento degli intervistati (graf. I). 127 Graf. A - I sistemi locali del lavoro delle quattro Regioni Obiettivo 1 in base al livello di criticità concernente il disagio abitativo degli immigrati SAN GIOVANNI ROTONDO MANFREDONIA FOGGIA TEANO CASERTA BENEVENTO ASCOLI SATRIANO BARLETTA BISCEGLIE BARI AVERSA NAPOLI FORIO NOLA MONOPOLI ALTAMURA SARNO OSTUNI CASTELLAMMARE DI STABIA GINOSA CAPACCIO AGROPOLI TARANTO SALA CONSILINA BRINDISI LECCE CASSANO ALLO IONIO CASTROVILLARI CORIGLIANO CALABRO COSENZA CROTONE CATANZARO VIBO VALENTIA GIOIA TAURO BROLO BAGHERIA REGGIO DI CALABRIA TRAPANI ALCAMO TERMINI IMERESE SALEMI CASTELVETRANO FRANCAVILLA DI SICILIA POLIZZI GENEROSA MUSSOMELI CANICATTI' AGRIGENTO ACIREALE ENNA CATANIA MAZZARINO indicatore sintetico alto PIAZZA ARMERINA LENTINI SIRACUSA GELA medio alto medio basso basso RAGUSA MODICA Fonte: Ministero della Solidarietà Sociale, “Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia”. 128 Graf. B - Attuale sistemazione abitativa Presso il datore di lavoro 8,3% Solo un posto letto 15,1% Altro 2,3% Un appartamento per se/con la famiglia 54,3% Solo una stanza 20,0% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. Graf. C - Tipo di contratto di affitto Informale 7,4% Uso commerciale 0,7% Comodato 3,5% Uso foresteria 0,5% Uso abitazione Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. 129 Occupazione a busiva 1,4% Nessuno Graf. D - Costo mensile dell’affitto Da 301 a 400 euro 13,1% Da 401 a 500 euro 3,5% Da 201 a 300 euro 28% Da 501 a 600 euro 0,7% Oltre i 600 euro 0,4% Alloggio di proprietà 3,1% Una quota trattenuta dal salario 4,0% Da 101 a 200 euro 22,5% Nulla in quanto ospite 15,8% Fino a 100 euro 16,1% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. Tab. A - Attuale sistemazione per costo mensile affitto (valore %) Canone di affitto Un appartamento per se/con la famiglia Solo una stanza Solo un posto letto 6,9 17,1 19,0 3,7 28,3 Da 201 a 300 euro Nulla in quanto ospite Fino a 100 euro Altro Totale 61,0 53,3 15,8 53,6 0,9 9,6 16,1 Da 101 a 200 euro 19,7 33,8 7,7 2,9 0,7 3,9 20,8 Da 301 a 400 euro 22,3 2,3 1,8 0,7 1,8 13,1 Da 401 a 500 euro 6,1 0,2 0,5 0,0 0,0 3,5 Da 501 a 600 euro 1,2 0,4 0,1 0,0 0,0 0,7 Oltre i 600 euro Alloggio di proprietà 0,6 4,7 0,1 0,1 0,1 0,0 19,8 1,3 0,4 Una quota trattenuta dal salario 1,0 2,9 1,0 34,8 2,9 4,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale 40,8 Presso il datore di lavoro 0,0 Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. 130 20,7 0,3 1,8 7,4 22,5 3,1 Graf. E - Dimensione dell’abitazione Cinque stanze 5,5% Oltre cinque stanze 2,3% Una stanza 6,7% Quattro stanze 20,1% Due stanze 26,4% Tre stanze 39,0% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. Graf. F - Caratteristiche dell’abitazione Oltre il secondo piano 18,1% Al di sotto del livello della strada 3,8% Al livello della strada 31,3% Al secondo piano 13,5% Al primo piano 28,4% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. 131 Al piano ammezzato 4,8% Tab. B - Dotazione di servizi nell’abitazione occupata (valore %) Si Acqua potabile Acqua calda Luce elettrica Riscaldamento Allaccio al gas No 91,4 91,3 98,0 39,5 37,0 Totale 8,6 100,0 8,7 100,0 2,0 100,0 60,5 100,0 63,0 100,0 Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. Graf. G - Grado di soddisfazione dell’abitazione No per niente 9,7% Molto 17,4% Poco 23,8 Abbastanza 49,1% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. Graf. H - Ricerca di una nuova abitazione Stanza in locazione/affitto 10,1% Casa popolare 15,4% Abitazione in affitto 20,4% Abitazione da acquistare 10,9% Stanza in locazione con altri inquilini 4,2% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007. 132 Stanza in locazione con familiari 39,1% Graf. I - Canone di affitto sostenibile per la nuova abitazione Da 301 a 400 € 11,3% Da 201 a 300 € 30,1% Da 401 a 500 € 3,1% Da 501 a 600 € 0,3% Oltre i 600 € Fino a 100 € 11,9% Da 101 a 200 € 43,1% Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007 133 II.3.2 L’accessibilità alla casa La quota di mercato degli stranieri Negli ultimi 5 anni è cresciuta la quota di mercato che vede come acquirente di abitazione un cittadino straniero. Si è infatti passati dal 13,7 per cento delle compravendite nel 2004 al 17,5 per cento nel 2008. L’aumento maggiore si è riscontrato nel 2006 (+12,9 per cento nell’anno) mentre, in linea con la congiuntura negativa del mercato immobiliare italiano del 2008, anche la quota di mercato degli stranieri si è contratta, facendo registrare una variazione negativa dell’11,1 per cento. Il costo medio di un’abitazione è cresciuto in 5 anni del 37 per cento in termini nominali (tab. 3.14). Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati Anno Numero compravendite N. compravendite sul totale (in %) 2004 110.000 13,7 - 2005 116.000 13,9 5,4 Var % annua Spesa media per un’abitazione di 60 mq (in Euro) 93.000,0 103.000,0 2006 131.000 15,5 12,9 117.000,0 2007 135.000 16,7 3,0 124.000,0 2008 120.000 17,5 -11,1 128.000,0 Fonte: Censis. Le tipologie abitative più richieste Nel 2007 Nomisma ha realizzato una indagine finalizzata a connotare il mercato immobiliare dei cittadini stranieri. Nell’ambito della periodica indagine congiunturale sul mercato immobiliare italiano Nomisma ha inserito una serie di domande finalizzate allo scopo. I soggetti intervistati sono gli agenti immobiliari mentre i riferimenti territoriali sono rappresentati dalle 13 aree urbane italiane e dalle 13 città intermedie (rappresentative dei mercati di provincia). La tipologia più frequentemente compravenduta appartiene alla fascia mediobassa del mercato: abitazione usata o da ristrutturare, di 60-80 mq (53,8 per cento del mercato) o di 80-100 mq (26,6 per cento), senza posto auto, localizzate in periferia (74,6 per cento). Nel segmento locativo si ritrovano anche abitazioni centrali a differenza di quello delle compravendite. Peraltro la parte di più elevata presenza extracomunitaria è nei comuni di 134 ancor più piccola taglia e con i prezzi ed i canoni di locazione più bassi. In qualche modo si assiste in questo caso ad un fenomeno di sostituzione della domanda dei cittadini italiani con quella degli extracomunitari che si rivolge verso le abitazioni di minor valore unitario, fenomeno che letteratura anglosassone o nota come filtering-down (tab. 3.15 e 3.16). Tab. 3.15 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni acquistate dagli extracomunitari, 2007 Città Bari Stato di conservazione Usato/Da ristrutt. Dimensioni Localizzazione <60 mq Semicentro/Periferia Bologna Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Semicentro/Periferia Cagliari Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Periferia Catania Usato/Da ristrutt. <60 mq Semicentro/Periferia Firenze Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia Genova Da ristrutt. 60-80 mq Semicentro/Periferia Milano Usato/Da ristrutt. <60 mq Periferia Napoli Usato <60 mq Periferia Padova Usato 60-80 mq Periferia Palermo Usato 60-80 mq Semicentro Roma Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia Torino Da ristrutt. 60-80 mq Periferia Venezia città Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia Venezia Mestre Usato/Da ristrutt. 60-80 mq/81-100 mq Centro/Semicentro Media 13 aree urbane Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Periferia Ancona Usato 60-80 mq Periferia Bergamo Usato 81-100 mq Periferia Brescia Usato 60-80 mq Periferia Livorno Usato 60-80 mq Centro Messina Da ristrutt. <60 mq Periferia Modena Usato 60-80 mq Periferia Novara Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia Parma Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia Perugia Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia Salerno Usato <60 mq Periferia Taranto Usato/Da ristrutt. 60-80 mq Centro Trieste Usato/Da ristrutt. <60 mq/60-80 mq Periferia Verona Usato 81-100 mq Periferia Media 13 intermedie Usato 60-80 mq Periferia Fonte: Nomisma. 135 Tab. 3.16 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni affittate dagli extracomunitari, 2007 Stato di conservazione Città Bari Dimensioni Localizzazione Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia Bologna Usato 60-80 mq/81-100 mq Semicentro/Periferia Cagliari Usato 60-80 mq Periferia Catania Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro Firenze Usato 60-80 mq/81-100 mq Periferia Genova Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia Milano Usato 60-80 mq Periferia Napoli Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro Padova Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia Palermo Usato 60-80 mq Semicentro Roma Usato <60 mq/60-80 mq Periferia Torino Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia Venezia città Usato <60 mq/60-80 mq Semicentro/Periferia Venezia Mestre Usato 60-80 mq Semicentro Media 13 aree urbane Usato 60-80 mq Semicentro/Periferia Ancona Usato 60-80 mq Periferia Bergamo Usato 81-100 mq Periferia Brescia Usato 60-80 mq Centro/Periferia Livorno Usato 60-80 mq Centro Messina Usato 60-80 mq Periferia Modena Usato 60-80 mq Periferia Novara Usato 81-100 mq Periferia Parma Usato 60-80 mq Periferia Perugia Usato 60-80 mq Periferia Salerno Usato <60 mq Periferia Taranto Usato 60-80 mq Centro Trieste Usato <60 mq/60-80 mq Centro/Periferia Verona Usato 81-100 mq Periferia Media 13 intermedie Usato 60-80 mq Periferia Fonte: Nomisma. Il mercato dei mutui Secondo un’indagine effettuata da Nomisma nel 2007 in diverse città italiane10, si direbbe che rispetto all’acquisto della casa sussista una condizione di svantaggio per gli stranieri. Nelle aree metropolitane, la maggior parte delle case acquistate da stranieri sono situate in periferia (54%), dove i mercati immobiliari sono meno onerosi; sono tendenzialmente in un cattivo stato di conservazione (oltre la metà delle case sono da ristrutturare), e nella maggioranza dei casi (68,7%) non superano gli 80 metri quadrati di superficie. Situazione più vantaggiosa sembra quella in 10 Indagine condotta attraverso la somministrazione di un questionario a un campione non significativo di agenti immobiliari in 13 città metropolitane e in altrettante città intermedie. 136 cui si trovano gli acquirenti stranieri nelle città di dimensione intermedia, dove la percentuale di quelli che acquistano case da ristrutturare si riduce a un terzo, mentre aumenta il numero di stranieri che acquistano immobili più grandi. La banca dati CRIF ha fornito per questo volume informazioni aggiornate sulle operazioni di credito finanziate dal sistema bancario italiano. Da queste si possono desumere i dati relativi al segmento del credito per mutui immobiliari destinato a cittadini stranieri11. Il 10 per cento del mercato dei mutui per l’acquisto dell’abitazione è destinato a cittadini stranieri, per un ammontare complessivo, nel 2007, di 6.300 milioni di euro, che equivalgono a circa 48.600 contratti di mutuo (tab. 3.17) . Nel 2008, in corrispondenza con la crisi dei mercati finanziari, la quota di mercato dei mutui a cittadini stranieri è scesa al 7,8 per cento del totale erogato (tab. 3.18). Una percentuale che si è dunque mantenuta ben al di sopra dell’incidenza degli stranieri residenti in Italia sul totale della popolazione, a riprova della progressiva stabilizzazione nel nostro Paese di persone di altre nazionalità. L’importo medio finanziato per un mutuo erogato a cittadini stranieri nel 2008 è stato di 128.800 euro, quota prossima a quella erogata dagli istituti di credito per un cittadino italiano (tab. 3.19). Tra i cittadini stranieri, sono soprattutto gli stranieri provenienti dall’Europa Orientale a richiedere e ottenere un mutuo (30,6 per cento: tab. 3.20). 11 Per cittadini stranieri si intendono quelli provenienti dall’America centro-meridionale, Europa orientale, Asia e Africa. La componente “altri” comprende le aree dell’America settentrionale, dell’Europa occidentale e dell’Oceania. 137 Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri, anno 2007 Monte mutui erogati per acquisto casa nel 2007 (in milioni di euro) 62.800 100% - di cui a cittadini italiani 56.500 90% - di cui a cittadini stranieri 6.300 10% Numero mutui erogati per acquisto casa nel 2007 505.000 100% - di cui a cittadini italiani * 456.400 90,4% 48.600 9,6% - di cui a cittadini stranieri * - di cui a cittadini stranieri * 48.600 9,6% * il numero dei mutui erogati a cittadini italiani e quelli a cittadini stranieri è stata calcolata come rapporto tra il monte mutui erogato e l’importo medio finanziato. Fonte: Stime Nomisma su dati CRIF Decision Solutions Tab. 3.18 Distribuzione % dei flussi dei mutui per area di provenienza 2006 2007 Mutui erogati ad italiani 89,9 Mutui erogati a cittadini stranieri 10,1 2008 1° sem 2008 2° sem 2008 Media annua 90,0 92,0 92,4 92,2 10,0 8,0 7,6 7,8 Fonte: CRIF Decision Solutions Tab. 3.19 Importo medio finanziato dei mutui (valori in Euro) 2006 2007 Mutui erogati ad italiani (A) 118.200 Mutui erogati a cittadini stranieri (B) B/A 2008 1° sem 2008 2° sem 2008 Media annua 123.800 125.000 123.000 124.000 128.000 129.600 129.800 127.800 128.800 108,3% 104,7% 103,8% 103,9% 103,9% Variazioni A - 4,7% - - 0,2% Variazioni B - 1,3% - - -0,6% Fonte: CRIF Decision Solutions Tab. 3. 20 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza 2008 2006 2007 21,0% 18,1% 14,7% 12,4% 13,6% Asia 16,3% 15,9% 14,9% 14,8% 14,9% Europa Orientale 29,3% 30,0% 30,5% 30,6% 30,6% Africa America Centro-Meridionale 13,4% Altri* 20,0% 14,2% 21,7% 1° sem 2008 13,3% 26,7% 2° sem 2008 12,9% 29,3% * La componente “altri” comprende le aree dell’America settentrionale, dell’Europa occidentale e dell’Oceania. Fonte: CRIF Decision Solutions 138 Media annua 13,1% 28,0% Graf. 3.4 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza 2008 2007 2006 0% 20% Africa 40% America Centro Meridionale Fonte: CRIF Decision Solutions. 139 60% Asia 80% Europa orientale 100% Altri APPROFONDIMENTO 3 Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini stranieri Dai risultati di una indagine realizzata da Nomisma nel 2007, finalizzata a connotare il mercato immobiliare dei cittadini stranieri, emerge che la quota di mercato degli spazi adibiti a negozi da parte di cittadini stranieri è del 7,7 per cento del totale delle compravendite mentre si sale al 15,7 per cento nel mercato della locazione, nella media dei 13 maggiori mercati immobiliari italiani, mentre è leggermente più bassa la percentuale di contratti stipulati nella media dei mercati di provincia (tab. C). Tab. C - Quota % di contratti stipulati da extracomunitari, rispetto al totale delle compravendite e delle locazioni di NEGOZI Anno 2007 Città Bari Compravendite Locazioni 9,2 23,3 6,4 Bologna Cagliari 2,7 Catania 10,1 Genova 9,5 Firenze 3,8 Milano 9,6 Napoli 5,3 Padova 1,7 Palermo 4,8 Roma 8,3 Torino 10,8 Venezia Mestre 14,4 Ancona 12,5 Brescia 9,3 Venezia città Media 13 aree urbane Bergamo 8,4 16,8 14,3 9,7 15,4 18,1 0,8 17,6 14,8 22,4 11,9 18,9 7,7 15,7 0,4 Livorno 10,0 Modena 3,8 Messina 17,0 3,6 22,8 25,8 3,0 25,7 13,8 11,4 16,3 Novara 15,3 Perugia 3,9 15,8 8,9 10,1 Parma 1,9 Salerno 5,8 Taranto Trieste 0,8 Verona 1,4 Media 13 intermedie 6,0 Fonte: Nomisma 140 13,0 6,5 4,0 12,9 8,1 12,8 II.4 I Giovani stranieri nella scuola italiana II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia I 180mila alunni non italiani presenti nelle scuole italiane, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie, nell’anno scolastico 2001/2002, sono diventati a oltre 570mila nel 2007/2008. Sono aumentati cioè, complessivamente, del 215 per cento in sette anni. Più nel dettaglio, considerando i tassi di crescita annuali per le singole classi di scuola, la crescita più sostenuta si è verificata nella scuola superiore di secondo grado, con tassi di crescita annui spesso superiori al 30 per cento (tab. 4.1). Anche rispetto all’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica, il trend è di forte crescita. L’incidenza più elevata si riscontra nella scuola primaria, dove quasi 8 alunni su 100 sono stranieri. L’incidenza più bassa invece si rileva nella scuola secondaria di secondo grado (4,3 per cento), dove però, come abbiamo visto, si è registrata la crescita percentuale dell’incidenza più elevata (1,1 per cento nell’anno 2001/2002, 4,3 per cento nel 2007/2008) (tab. 4.2). È interessante, all’interno della scuola secondaria di secondo grado, vedere che tipo di scuola frequentano gli alunni stranieri. In generale, è evidente come la propensione sia ad iscriversi in istituti che garantiscono un accesso più immediato al mercato del lavoro. Su 118 mila alunni stranieri presenti nelle scuole superiori nell’anno 2007/2008, più di 90mila frequentavano istituti tecnici o professionali (tab. 4.3). in particolare, all’interno degli istituti professionali, gli alunni stranieri rappresentavano quasi il 9 per cento della popolazione scolastica. Se guardiamo alla distribuzione territoriale degli alunni stranieri, in termini assoluti la Lombardia ospita quasi un quarto di tutti gli studenti presenti in Italia nell’anno scolastico 2007/2008, con 137 mila presenze. Seguono Veneto ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 70 mila e 65 mila presenze. All’opposto, le regioni che ospitano meno alunni stranieri sono Molise, Basilicata e Valle d’Aosta (tab. 4.4). In generale, come d’altronde ci si può aspettare vista la distribuzione territoriale della popolazione straniera, la presenza di alunni stranieri si concentra nelle regioni del Centro-Nord. 141 Per osservare invece in quali regioni l’impatto della presenza di alunni stranieri è più rilevante, è necessario guardare all’incidenza sul totale della popolazione scolastica regionale. La regione con l’incidenza più elevata di alunni stranieri è l’Emilia-Romagna, dove nel 2007/2008 l’11,8 per cento degli alunni era straniero. Seguono l’Umbria, con l’11,4 per cento, la Lombardia con il 10,3 per cento e il Veneto con il 10,2 per cento. È interessante confrontare questa incidenza con quella del totale della popolazione straniera nella regione di residenza: nelle regioni del CentroNord l’incidenza degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica è più alta dell’incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione, mentre in quelle del Sud è vero il contrario. Questo indica verosimilmente sia che al Centro-Nord la concentrazione di stranieri nelle fasce di età più giovani è più elevata, sia che gli stranieri residenti al Centro-Nord hanno tassi di partecipazione scolastica più alti (tab. 4.5). La serie storica dell’evoluzione dell’incidenza degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica mette in evidenza come le regioni che hanno conosciuto una crescita maggiore di alunni stranieri dal 1998/99 al 2007/08 sono state Veneto e Marche, che sono passati rispettivamente dall’1,6 per cento al 10,2 per cento e dall’1,5 per cento al 9,9 per cento (tab. 4.6). A un livello territoriale più dettagliato, le 15 province con la presenza più consistente di alunni stranieri sono tutte collocate nel Nord Italia, con l’eccezione di Roma, Perugia e Firenze (tab. 4.7). È interessante confrontare questi dati con quelli relativi alle 15 province con la più alta incidenza di alunni stranieri. Mentre in termini di presenza assoluta le prime tre province sono tre grandi capoluoghi di regione (Milano, Roma e Torino), in termini di incidenza le prime tre province sono Mantova, Prato e Piacenza, con oltre il 15 per cento di alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica (tab. 4.8). In generale è possibile osservare come si tratti di province di medio - piccole dimensioni, a testimonianza della particolare distribuzione della popolazione straniera in Italia, la quale tende non tanto ad aggregarsi attorno ai grandi centri urbani, quanto a dislocarsi sul territorio. Questa stessa tendenza emerge se guardiamo ai primi 10 capoluoghi di provincia in cui l’incidenza degli alunni stranieri è maggiore: Prato viene prima di Milano, Alessandria prima di Torino, Roma non rientra nemmeno nella classifica (tab. 4.9). Analogamente, se guardiamo all’incidenza di alunni 142 stranieri nei comuni non capoluogo, si arriva a percentuali superiori al 20 per cento (tab. 4.10). La crescita della presenza di alunni stranieri nella scuola italiana appare dunque significativa. Tuttavia, se mettiamo in confronto la situazione italiana con quella di altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia si colloca tra i paesi in cui l’incidenza degli alunni di origine straniera è ancora medio – bassa, compresa tra il 6 per cento e il 10 per cento. Tra i paesi europei a più forte presenza di residenti stranieri, solo la Spagna si colloca nella stessa fascia, mentre Francia, Regno Unito e Olanda contano una presenza di alunni stranieri compresa tra l’11 per cento e il 20 per cento della popolazione scolastica totale; la Germania raggiunge una quota di alunni stranieri superiore al 20 per cento (tab. 4.11). Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti) Anno scolastico Crescita Crescita Infanzia annuale, Primaria annuale, % % di I grado Crescita annuale, % di II grado Crescita annuale, % Crescita annuale, % 36.823 48.356 31,3% 95.555 24,6% 55.888 26,4% 33.176 37,9% 232.975 28,2% 2003/04 54.947 13,6% 115.277 20,6% 67.437 20,7% 44.922 35,4% 282.583 21,3% 2004/05 73.106 33,0% 144.225 25,1% 84.375 25,1% 59.570 32,6% 361.276 27,8% 2005/06 81.577 11,6% 164.177 13,8% 96.611 14,5% 82.312 38,2% 424.677 17,5% 2006/07 94.737 16,1% 190.803 16,2% 113.076 17,0% 102.829 24,9% 501.445 18,1% 2007/08 111.044 17,2% 217.716 14,1% 126.396 11,8% 118.977 15,7% 574.133 14,5% 184% 24.063 Totale scuola 2002/03 202% 44.219 Secondaria 2001/02 Crescita percentuale 2001-2007 76.662 Secondaria 181.767 186% 394% 216% Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Tab. 4.2 L’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%) Anno scolastico 2001/02 2002/03 2003/04 2004/05 2005/06 2006/07 2007/08 Infanzia Primaria 2,6 3,4 3,8 4,6 5,0 5,7 6,7 3,0 3,8 4,5 5,4 6,0 6,8 7,7 Secondaria di I grado 2,7 3,5 4,0 4,8 5,5 6,5 7,3 Secondaria di II grado 1,1 1,5 1,9 2,3 3,1 3,8 4,3 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 143 Totale scuola 2,3 3,0 3,5 4,2 4,8 5,6 6,4 Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni A.S. 2007/2008 Tipo scuola A.S.2006/07 Alunni stranieri % su totale alunni Liceo classico Alunni stranieri % su totale alunni 4.131 1,4 3.596 1,2 Liceo scientifico 11.706 1,9 10.212 1,7 Liceo linguistico 432 2,4 394 2,3 Ex Ist. Magistrale 6.082 2,7 5.300 2,4 Istituto Artistico 3.438 3,4 2.936 2,8 Istituto Tecnico 44.809 4,8 38.498 4,1 Ist. Professionale 48.379 8,7 41.893 7,5 118.977 4,3 102.829 3,7 Totale Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori assoluti) Regioni Valle d’Aosta Infanzia primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale 271 458 222 223 1.174 Piemonte 11.127 21.346 12.064 10.911 55.448 Lombardia 29.071 53.210 29.548 25.656 137.485 2.736 4.583 2.690 1.966 11.975 14.432 27.619 15.835 12.580 70.466 2.732 5.043 3.027 3.154 13.956 Trentino A.A. Veneto Friuli V.G Liguria 3.119 5.945 4.015 4.476 17.555 11.985 24.878 13.763 15.187 65.813 Toscana 8.541 16.864 10.101 9.737 45.243 Umbria 2.739 5.066 2.844 3.039 13.688 Marche 4.522 7.942 4.698 4.950 22.112 Lazio 9.645 21.361 13.037 13.689 57.732 Abruzzo 1.804 3.624 2.234 2.028 9.690 156 385 237 209 987 Campania 1.805 4.746 3.218 3.281 13.050 Puglia 1.828 4.103 2.441 2.301 10.673 1.306 Emilia Romagna Molise Basilicata 209 473 329 295 Calabria 1.260 3.045 1.861 1.692 7.858 Sicilia 2.581 5.883 3.356 2.906 14.726 Sardegna ITALIA 481 1.142 876 697 3.196 111.044 217.716 126.396 118.977 574.133 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 144 Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni, a.s. 2007/08 (%) Regioni Valle d’Aosta Piemonte Lombardia Trentino A.A. Veneto Friuli V.G. Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Italia Infanzia Primaria 7,8 10,1 10,9 8,7 10,6 9 8,5 11,1 9,3 12,2 11,1 6,4 5,3 2 0,9 1,5 1,3 2,1 1,7 1,2 6,7 8,1 11,4 12 8,4 12,1 10,1 9,6 13,6 11,1 13,6 11,5 8,3 6,2 2,7 1,4 1,9 1,7 3,1 2,2 1,6 7,7 Secondaria I Grado 6,7 10,8 11,5 8,2 11,8 10,3 10,6 13,2 11,2 12,7 11,3 8,2 6 2,6 1,5 1,8 1,8 2,9 1,9 1,9 7,3 Secondaria II Grado 4,6 6,7 7 4,9 6,4 6,8 7,6 9,3 6,6 7,9 6,9 5,3 3,1 1,2 0,9 1 0,8 1,4 1 0,8 4,3 Totale 6,8 9,7 10,3 7,5 10,2 8,9 9 11,8 9,4 11,4 9,9 7 5 2,1 1,2 1,5 1,3 2,3 1,7 1,3 6,4 Incidenza pop. straniera su tot. pop. regionale, % 5,2 7,1 8,5 7,0 8,4 6,8 5,6 8,6 7,5 8,6 7,4 7,0 4,5 2,0 2,0 1,6 1,6 2,5 2,0 1,5 5,8 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo 1988/89-2007/08 Regione Emilia Romagna Umbria Lombardia Veneto Marche Piemonte Toscana Liguria Friuli V. G. Lazio Abruzzo Calabria Molise Sicilia Puglia Basilicata Sardegna Campania Totale Italia 1998/99 2,6 2,0 2,1 1,6 1,5 1,6 1,9 1,4 1,8 1,2 0,6 0,2 0,2 0,2 0,3 0,1 0,2 0,1 1,1 2001/02 4,8 4,3 3,8 3,7 3,8 3,2 3,7 3,5 3,4 2,3 1,6 0,6 0,4 0,5 0,7 0,4 0,3 0,3 2,3 2004/05 8,4 7,8 7,0 7,0 7,1 6,5 6,3 6,3 5,9 4,5 3,1 1,1 1,0 0,9 1,0 0,8 0,7 0,6 4,2 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 145 2006/07 10,7 10,1 9,2 9,0 8,8 8,5 8,4 7,9 7,8 6,0 4,2 1,8 1,5 1,3 1,3 1,1 1,1 1,0 5,6 2007/08 11,8 11,4 10,3 10,2 9,9 9,7 9,4 9,0 8,9 7,0 5,0 2,3 2,1 1,7 1,5 1,3 1,3 1,2 6,4 Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 Province Infanzia Primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale Milano 11.119 19.732 11.274 11.273 53.398 Roma 7.585 16.887 10.250 11.157 45.879 Torino 5.242 10.527 5.959 6.293 28.021 Brescia 5.195 9.365 4.938 3.963 23.461 Treviso 3.066 6.483 3.709 2.945 16.203 Bergamo 3.450 6.428 3.667 2.576 16.121 Vicenza 3.235 6.038 3.366 2.608 15.247 Firenze 2.754 6.112 3.098 2.835 14.799 Verona 3.244 5.707 3.112 2.230 14.293 Bologna 2.529 5.175 2.703 2.599 13.006 Modena 2.481 4.732 2.617 2.729 12.559 Padova 2.353 4.489 2.650 2.189 11.681 Perugia 2.228 4.085 2.278 2.432 11.023 Genova 1.865 3.263 2.290 2.814 10.232 Reggio Emilia Totale nazionale 1.683 4.000 2.096 2.067 9.846 111.044 217.716 126.396 118.977 574.133 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.8 Le province con un’incidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni superiore al 12%, a.s. 2007/08 Province Infanzia Primaria Secondaria I Grado Secondaria II Grado Totale Mantova 17,2 17,9 17,4 8,8 15,3 Prato 15,0 17,5 17,6 10,3 15,1 Piacenza 15,0 17,5 16,5 11,3 15,1 Reggio Emilia 11,9 16,4 15,3 10,8 13,6 Modena 13,5 15,3 14,5 9,4 13,2 Brescia 14,6 15,6 14,2 8,3 13,2 Cremona 14,4 15,8 13,6 8,1 13,0 Alessandria 13,1 15,3 14,8 7,9 12,8 Asti 13,2 14,8 14,1 8,5 12,7 Pordenone 13,2 14,3 14,8 8,1 12,6 Parma 11,9 14,1 14,0 10,0 12,5 Treviso 12,0 14,9 14,6 7,9 12,4 Perugia 13,0 14,6 13,6 8,2 12,4 Macerata 13,3 14,3 14,3 6,6 12,1 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 146 Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la più alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08 Comune capoluogo a.s. 2006/07 a.s.2007/08 Prato 13,7 15,2 Milano 14,2 15,0 Alessandria 13,9 14,8 Torino 12,6 14,2 Reggio Emilia 13,0 14,0 Piacenza 11,7 13,7 Cremona 11,9 13,5 Brescia 11,8 13,0 Pordenone 11,1 12,5 Vicenza 10,7 12,2 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei comuni non capoluogo, a.s. 2007/08 Comune Provincia Incidenza su tot. alunni Porto Recanati Macerata 25,8 Calcinato Brescia 25,2 Susegana Treviso 24,8 Crevalcore Bologna 23,7 Soresina Cremona 23,6 Carpenedolo Brescia 23,3 Martinsicuro Teramo 23,1 Novi di Modena Modena 22,6 Castel San Giovanni Piacenza 22,5 Vobarno Brescia 22,3 Spresiano Treviso 22,2 Novellara Reggio Emilia 21,9 Fornovo di Taro Parma 21,6 Borgonovo Val Tido Piacenza 21,5 San Damiano D’Asti Asti 21,1 Santa Croce Arno Pisa 20,6 Asolo Treviso 20,6 Bibbiena Arezzo 20,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 147 Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria anni 2005-2006-2007) 1-5% 6-10% 11-20% oltre 20% Rep. Ceca Belgio Austria Germania Danimarca Cipro Gran Bretagna Lussemburgo Finlandia Grecia Estonia Svizzera Ungheria Irlanda Francia Lituania Italia Lettonia Malta Norvegia Olanda Polonia Spagna Svezia Portogallo Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca II.4.2 Le scuole con alunni stranieri Nell’anno scolastico 2007/08, oltre il 71,3 per cento delle scuola registrava la presenza di alunni stranieri, con una crescita negli ultimi quattro anni del 17 per cento, mentre solo poco più di un quarto delle scuole non ha stranieri tra i suoi alunni (tab. 4.12). Nel complesso, sono oltre 40.000 le scuole italiane con alunni stranieri, la maggior parte delle quali ha una presenza di alunni stranieri inferiore al 10 per cento del totale, in linea con l’incidenza media nazionale (tab. 4.13). Analizzando la distribuzione geografica delle scuole con alunni stranieri, si ripete un quadro simile a quello osservato riguardo l’incidenza degli alunni stranieri nelle varie regioni. Nelle regioni del Nord-Ovest, del Nord-Est e del Centro più dell’80 per cento delle scuole ha una presenza di alunni stranieri, mentre al Sud e nelle Isole la percentuale è rispettivamente del 46 per cento e del 40 per cento (tab. 4.14). Questa situazione riflette in maniera eloquente la dinamica di distribuzione della popolazione straniera residente in Italia. Un dato interessante emerge dalla lista delle province che contano il maggior numero di scuole a forte presenza straniera (quelle con più del 20 per cento della popolazione scolastica). In questo caso compaiono naturalmente le grandi città, ma ancora una volta c’è una forte presenza delle province non capoluogo di regione, con Brescia che appare subito dopo Milano e Perugia alle spalle di Roma (tab. 4.15). In generale, 148 questi dati indicano che la stabilizzazione della presenza straniera è osservabile principalmente nei centri di medie dimensioni e di forte industrializzazione. Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nell’ultimo quadriennio (%) Anno scolastico Scuole Scuole con alunni stranieri senza alunni stranieri 60,7 39,3 2004/05 2005/06 64,5 35,5 2006/07 67,1 32,9 2007/08 71,3 28,7 Var. % 04/08 17,5 -27,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 Non presenti Scuola statale Scuola non statale Totale 9.867 6.582 16.449 Minore del 10% 21.614 5.370 26.984 Tra 10% e 20% 8.016 1.693 9.709 Tra 20% e 30% 2.310 483 2.793 Tra 30% e 40% 637 138 775 Tra 40% e 50% 208 55 263 Tra 50% e 60% 89 30 119 Tra 60% e 70% 38 6 44 Tra 70% e 80% 15 4 19 80% e oltre 10 12 22 42.804 14.373 57.177 Totale Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 149 Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geografica, a.s. 2006/07 (%) Scuole con stranieri Scuole senza stranieri Nord-Ovest 83,2 16,8 Nord-Est 84,2 15,8 Centro 82,1 17,9 Sud 46,2 53,8 Isole 40,3 59,7 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri, a.s. 2007/08 Scuole valore ass. % Milano 202 6,1 Brescia 157 4,7 Roma 151 4,6 Perugia 129 3,9 Treviso 123 3,7 Mantova 121 3,7 Torino 115 3,5 Bergamo 108 3,3 Modena 99 3,0 Bologna 95 2,9 Vicenza 95 2,9 Verona 89 2,7 Reggio Emilia 87 2,6 Cremona 78 2,4 Firenze 74 Totale Italia 3.307 2,2 100 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca II.4.3 La dispersione scolastica La dispersione scolastica è nettamente più alta tra gli alunni stranieri che tra quelli italiani. Nel 2007/08 i ripetenti stranieri erano oltre 21.000, più della metà dei quali frequentavano scuole secondarie di secondo grado (tab. 4.16). In ogni ordine di scuola, la percentuale di stranieri ripetenti è più elevata di quella degli italiani. In totale, la percentuale di ripetenti stranieri sul totale di stranieri frequentanti è del 4,5 per cento, mentre la stessa percentuale relativa agli alunni italiani è del 3,4 per cento (tab. 4.17). 150 La stessa distanza è evidente se si guarda alla percentuale di alunni in ritardo. Mentre tra la popolazione scolastica italiana la percentuale di alunni in ritardo è dell’11,6 per cento, tra gli alunni stranieri la percentuale è del 42,5 per cento. Particolarmente alta è la percentuale di alunni stranieri in ritardo nella scuola secondaria di secondo grado, pari al 71,8 per cento, contro il 24,4 per cento degli alunni italiani. Il divario resta molto elevato anche nella scuola secondaria di primo grado (51 per cento contro 6,8 per cento) e in quella primaria (31,1 per cento contro 1,8 per cento) (tab. 4.18). Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 Primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale Nord-Ovest 697 2.921 3.973 7.591 Nord-Est 612 2.132 2.971 5.715 Centro 437 1.983 2.976 5.396 Sud 187 626 746 1.559 Isole 115 300 345 760 2.048 7.962 11.011 21.021 Area geografica Totale Italia Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Tab. 4.17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 (%) Area geografica Alunni stranieri ripetenti per 100 alunni stranieri frequentanti Alunni italiani ripetenti per 100 alunni italiani frequentanti Primaria Secondaria I grado Secondaria II grado Totale Primaria Secondaria I grado Secondariaa II gradoo Totale Nord-Ovest 0,9 6,4 9,6 4,5 0,2 2,5 6,7 3,1 Nord-Est 1,0 6,0 9,0 4,4 0,2 2,1 6,1 2,8 Centro 0,9 6,5 9,5 4,8 0,2 2,2 6,6 3,2 Sud 1,1 6,1 7,6 4,3 0,2 2,4 6,6 3,3 Isole 1,6 7,1 9,6 5,1 0,4 5,2 9,2 5,0 Totale Italia 0,9 6,3 9,3 4,5 0,2 2,7 6,9 3,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 151 Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico (per 100 alunni), a.s. 2007/08 Scuola primaria secondaria I grado Italiani Stranieri 1,8 31,1 6,8 secondaria II grado 24,4 Totale 11,6 51,7 71,8 42,5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. II.4.4 Gli studenti stranieri e l’istruzione universitaria e postuniversitaria L’incidenza degli stranieri sugli iscritti all’università è in lenta ma costante crescita. Dal 1998/99 al 2007/08, la percentuale di stranieri iscritti sul totale degli studenti iscritti è passata dall’1,4 per cento al 2,8 per cento, quella dei laureati dall’1,1 per cento all’1,7 per cento (tab. 4.19). Se guardiamo alle provenienze degli iscritti stranieri nelle università italiane, in più del 60 per cento dei casi si tratta di stranieri provenienti dall’Europa, dei quali il 26 per cento proviene dall’Unione Europea e il 35 per cento proviene da altri paesi europei. Sono gli studenti stranieri di origine nord-americana e dell’Oceania i meno presenti nelle università italiane (tab. 4.20). Stando ai dati relativi alle iscrizioni del 2005/06, la facoltà con più iscrizioni di studenti stranieri è Medicina, alla quale si sono iscritti nell’anno considerato il 22,1 per cento degli studenti stranieri. Una quota consistente si è iscritto inoltre a facoltà umanistiche e sociali, che insieme attraggono il 26 per cento degli studenti stranieri (tab. 4.21). Per misurare più direttamente la capacità attrattiva del sistema universitario italiano, si può confrontare il numero di studenti stranieri iscritti con quello degli altri paesi europei. L’incidenza degli iscritti stranieri sul totale degli iscritti nelle università in Italia nel 2006 si colloca molto al di sotto sia della media UE sia della media OCSE, con un’incidenza pari al 2,4 per cento. Nel Regno Unito l’incidenza è del 17,9 per cento, in Germania 11,4 per cento, in Francia 11,2 per cento, in Spagna 2,9 per cento (tab. 4.22). Per quanto riguarda i corsi post-universitari, l’incidenza sul totale degli 152 iscritti nell’anno accademico 2005/2006 era il 3,3 per cento, più elevata rispetto a quella degli studenti stranieri iscritti all’università. La maggior parte degli stranieri iscritti a corsi post-universitari proveniva dall’Europa. In particolare il 28 per cento proveniva dai paesi della UE 25 e il 22,5 per cento dall’Europa non UE (tab. 4.23). Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08 (valori assoluti e composizione %) Anni accademici Immatricolati Stranieri Iscritti Stranieri Laureati Stranieri totale per 100 immatricolati totale per 100 iscritti totale per 100 laureati 1998/99 4.738 1,5 23.088 1,4 1.571 1,1 2002/03 7.188 2,2 31.343 1,8 2.388 1,2 2003/04 8.191 2,4 35.299 1,9 2.863 1,2 2004/05 8.758 2,6 38.298 2,1 3.505 1,3 2005/06 9.113 2,8 41.589 2,3 4.438 1,5 2006/07 10.268 3,3 47.521 2,6 5.027 1,7 2007/08 11.498 3,7 51.790 2,8 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08 Continente Immatricolati % iscritti % UE (27 paesi) 2.675 23,3 13.454 26,0 altri paesi europei 3.378 29,4 18.357 35,4 Asia 2.378 20,7 7.939 15,3 Africa 1.891 16,4 5.758 11,1 Sud America 968 8,4 3.752 7,2 Nord America 165 1,4 835 1,6 Oceania non definito Totale 4 0,03 39 0,08 39 0,3 1.656 3,2 11.498 100 51.790 100 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica 153 Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06 Area di studio Valori assoluti Composizione % Stranieri per 100 iscritti Medica 9.179 22,1 Umanistica 5.491 13,2 3 Sociale 5.462 13,1 2,5 2,2 4,8 Economica 4.589 11 Ingegneria dell’informazione 3.487 8,4 2 Giuridica 3.138 7,5 1,4 Architettura e ingegneria c. 2.398 5,8 2,1 Giornalismo ed informaz. 1.093 2,6 1,7 Artistica 1.067 2,6 1,4 Scienze naturali 1.064 2,6 1,5 912 2,2 2,6 Informatica Scienze della formazione 777 1,9 0,8 Servizi alla persona 556 1,3 1,6 Ingegneria industriale 495 1,2 4,1 Veterinaria 361 0,9 3,2 Fisica 357 0,9 1,4 Agraria 341 0,8 1,1 Matematica 297 0,7 1,9 Servizi sociali 249 0,5 1,4 Servizi per la sicurezza 140 0,3 7,4 Ambientale 115 0,2 0,9 21 0,1 1,6 2 0 2,5 Servizi per i trasporti Formazione insegnanti Totale 41589 100 2,3 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei (per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006 Paese % Regno Unito Belgio Germania Francia Norvegia Paesi Bassi Svezia Portogallo Finlandia Spagna Grecia Italia Media Ue 17,9 12,1 11,4 11,2 6,7 6,1 4,6 4,6 2,9 2,9 2,5 2,4 8,9 Media Ocse 9,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE 154 Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari nelle università italiane per provenienza geografica e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006 Continente Scuole di Dottorati specializzazione di ricerca Master universitari Totale stranieri Totale italiani Distribuzione Incidenza stranieri % su totale iscritti, % provenienza Europa -UE 25 322 489 587 1398 Europa 202 423 501 1126 22,5 Asia 152 426 304 882 17,7 45 283 380 708 14,2 121 194 205 520 10,4 5,5 Sud Amercia Africa 26 90 159 275 Oceania Nord America 1 4 7 12 Non definito 7 17 49 73 Totale 876 1926 2192 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR- Ufficio Statistica 155 4994 28 0,2 149.612 1,5 100 3,3 APPROFONDIMENTO 1 L’integrazione degli alunni stranieri secondo gli insegnanti italiani I risultati provengono da un’indagine realizzata da Nomisma per conto dell’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola (ANP) per rilevare la percezione dei docenti riguardo alle questioni che si trovano ad affrontare nella loro professione. L’integrazione degli alunni di cittadinanza straniera risulta essere una sfida fondamentale da affrontare per un quinto dei professori intervistati. Questa cifra varia però molto in relazione al livello della scuola in cui viene esercitato l’insegnamento. Ad esempio, la preoccupazione sembra essere maggiore per gli insegnanti della scuola primaria e degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado, mentre negli istituti d’arte e nelle scuole medie la preoccupazione sembra essere più contenuta (tab. A). Analizzando i dati per ripartizione geografica, per un insegnante su quattro che lavora negli istituti del Nord Italia l’integrazione degli alunni stranieri sarà una delle sfide più importanti da affrontare per la scuola del prossimo futuro. La percentuale scende per gli insegnanti che lavorano negli istituti del Centro-Sud, dove l’incidenza di alunni stranieri è più bassa (tab. B) Tab. A Le principali sfide che la professione dovrà affrontare: analisi per tipologia di scuola (Risposta multipla, valori percentuali) Sfide che la professione dovrà affrontare Recuperare legittimazione sociale per la professione Abbattere l’insuccesso scolastico Introdurre metodologie didattiche interattive e collaborative Realizzare l’integrazione di studenti stranieri Accettare la valutazione delle proprie prestazioni professio Sviluppare la valutazione per competenze Non risponde Altro Totale TIPOLOGIA DI ISTITUTO IN CUI ESERCITA L INSEGNAMENTO NELL AS 2008-2009 Istituto di Secondaria Istituto Istituto Istituto istruzione professionale Primaria di primo Liceo comprensivo tecnico secondaria di grado / Istituto d’arte II grado Totale 45,2 43,2 46,0 52,1 50,8 41,7 43,8 46,2 41,3 48,1 46,0 27,7 31,8 43,7 29,5 39,8 36,9 43,4 34,6 38,3 47,3 50,5 38,6 38,8 20,0 15,2 20,9 17,4 16,3 11,4 25,6 19,4 13,3 12,7 16,3 33,0 29,3 21,2 20,3 18,8 15,7 19,0 13,7 15,1 13,4 16,5 31,4 17,0 2,4 0,5 100,0 1,5 0,1 100,0 1,1 0,4 0,4 1,0 100,0 100,0 0,4 0,8 100,0 1,8 0,7 0,9 100,0 1,3 0,5 100,0 Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008 156 100,0 Tab. B Le principali sfide che la professione dovrà affrontare: analisi per area geografica (risposta multipla, valori percentuali) Sfide che la professione dovrà affrontare Nord Centro Sud Totale Recuperare legittimazione sociale per la professione 44,8 47,6 47,1 46,2 Abbattere l’insuccesso scolastico 34,5 40,8 44,9 39,8 Introdurre metodologie didattiche interattive e collaborative 38,1 39,5 39,2 38,8 Realizzare l’integrazione di studenti stranieri 24,6 16,3 15,4 19,4 Accettare la valutazione delle proprie prestazioni professionali 23,9 17,1 14,3 18,8 Sviluppare la valutazione per competenze 18,6 16,5 15,6 17,0 Non risponde 1,0 1,5 1,5 1,3 Altro 0,6 0,5 0,4 0,5 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008. 157 II.5 La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri Le informazioni sullo stato di salute degli stranieri sono ricavate principalmente dall’indagine Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, svolta da Istat nel 2005 e resa pubblica nel 2008. Da questa indagine emergono una serie di informazioni che ci permettono di completare il quadro sulle condizioni di vita degli stranieri in Italia. Per cominciare, la percentuale di cittadini stranieri tra i 14 e i 64 anni che ritiene di essere in buona salute è più alta di quella degli italiani. Mentre infatti l’85 per cento dei maschi stranieri dichiara di stare bene o molto bene, per gli italiani la percentuale scende al 75,5 per cento. Per le donne vale lo stesso: il 75,1 per cento delle donne straniere dichiarava di stare bene o molto bene, contro il 68,1 per cento delle donne italiane (tab. 5.1). Un secondo indicatore delle condizioni di salute degli stranieri in Italia è il numero di persone affette da almeno una malattia acuta nelle quattro settimane precedenti l’intervista. Anche in questo caso, la percentuale di stranieri sotto i 65 anni che ha sofferto di una malattia acuta è inferiore a quella degli italiani (22,8 per cento contro 27,4 per cento). Di nuovo, la percentuale di maschi stranieri che ha sofferto una malattia nelle quattro settimane precedenti l’intervista è inferiore a quella delle donne; la proporzione però è simile a quella che si riscontra per la popolazione italiana (tab. 5.2). In generale, dai dati emerge che, in media, la popolazione straniera residente in Italia gode di uno stato di salute migliore rispetto a quella della popolazione italiana. I dati non tengono conto della componente irregolare dell’immigrazione. Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) Bene/molto bene Maschi Italiani Stranieri Discretamente Femmine Maschi Male/molto male Femmine Maschi Femmine 75,5 68,1 22,0 28,7 2,5 3,3 85 75,1 13,8 22,7 1,2 2,2 Fonte: Istat 158 Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione di età inferiore ai 65 anni nelle quattro settimane precedenti l’intervista, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone) Tassi standardizzati M Persone con almeno una malattia acuta Stranieri Italiani F MeF M F MeF 20,9 24,8 22,8 25,5 29,4 27,4 Malattie del sistema osteomuscolare 2,9 3,4 3,1 3,6 4,8 4,2 Malattie dell’apparato digerente e denti 2,3 3,6 2,9 3,0 3,8 3,4 Traumatismi e avvelenamenti 3,3 1,3 2,3 2,9 2,1 2,5 Malattie del sistema nervoso 1,1 3,0 2,1 2,2 4,5 3,3 Altre malattie 1,0 2,1 1,6 1,7 2,4 2,1 Malattie dell’apparato circolatorio 1,2 1,6 1,4 1,4 1,8 1,6 Disturbi psichici 0,6 0,8 0,7 0,7 1,1 0,9 Malattie della pelle e tessuto sottocutaneo 0,4 1,0 0,7 0,5 0,8 0,6 Malattie dell’apparato genito-urinario 0,6 0,7 0,6 0,3 0,4 0,4 Malattie dell’apparato respiratorio Malattie degli occhi e delle orecchie 10,9 0,7 12,3 0,6 11,6 0,6 13,8 0,7 14,9 0,8 14,3 0,7 Fonte: Istat II.5.2 La prevenzione Per quanto riguarda il ricorso ad esami di prevenzione, la popolazione straniera si sottopone in genere meno frequentemente a controlli preventivi (le categorie di controllo considerate sono per il colesterolo, la glicemia e la pressione arteriosa). Di media, il 40 per cento della popolazione straniera maschile non si sottopone ad alcun controllo, contro meno del 25 per cento tra la popolazione maschile di cittadinanza italiana. La popolazione femminile straniera fa più ricorso a controlli di prevenzione rispetto alla controparte maschile, ma comunque meno rispetto alla popolazione femminile italiana: circa un’italiana su cinque non si sottopone ad alcun controllo per il colesterolo e la glicemia, mentre per la popolazione femminile straniera la proporzione è di una su tre (tab. 5.3). Si rilevano inoltre sostanziali differenze in merito al ricorso alla mammografia e al pap-test. Mentre il 73 per cento delle donne italiane nella fascia di età 50-64 si è sottoposta a mammografia nell’anno precedente, solo il 42,9 per cento delle donne straniere ha fatto altrettanto (tab. 5.4). Anche in merito al pap-test, le differenze sono notevoli, anche se più contenute. Nella fascia di età 25-64, circa il 71 per cento delle donne italiane si è sottoposta a pap-test, contro il 51 per cento delle donne straniere (tab. 5.5). 159 Tab. 5.3 Persone di 18 anni e più che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia e pressione arteriosa per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) Colesterolo almeno una Cittadinanza volta all’anno ogni 2-4 anni 5 anni e più Italiana 45,0 20,1 10,0 24,8 Straniera 29,3 15,4 11,4 43,7 MASCHI FEMMINE Glicemia almeno nessun una controllo volta all’anno Pressione arteriosa almeno nessun una controllo volta all’anno ogni 2-4 anni 5 anni e più 45,6 19,9 10,0 24,5 55,0 14,8 8,2 22,0 31,2 15,4 11,1 42,2 37,4 12,7 10,8 39,1 ogni 2-4 anni 5 anni e più Italiana 49,9 21,5 8,3 20,3 50,4 21,4 8,4 19,9 61,1 15,0 6,6 Straniera 35,5 18,6 9,6 36,3 35,8 18,5 9,7 36,0 47,5 13,0 8,5 MASCHI E FEMMINE nessun controllo 17,3 31,0 Italiana 47,5 20,8 9,1 22,5 48,0 20,7 9,2 22,2 58,1 14,9 7,4 19,7 Straniera 32,4 17,0 10,5 40,1 33,5 16,9 10,4 39,5 42,3 12,8 9,7 35,2 32,4 17,0 10,5 40,1 33,5 16,9 10,4 39,5 42,3 12,8 9,7 35,2 Straniera Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammografia per classi di età e cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100 persone) Età raccomandata per la mammografia Cittadinanza 50-55 50-55 60-64 Totale 50-64 Italiana 73,0 74,7 71,3 73,1 Straniera 40,9 47,6 40,8 42,9 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test, per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età) Cittadinanza Età raccomandata per il pap test 25-29 30-34 35-44 45-54 55-64 Totale 25-64 Italiana 44,8 63,6 74,9 80,7 77,0 71,8 Straniera 40,3 56,8 50,8 56,8 55,9 51,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 160 II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie Anche nel ricorso a prestazioni sanitarie esiste un divario netto tra la popolazione straniera e quella italiana: in media la popolazione straniera sotto i 65 anni fa meno ricorso degli italiani a prestazioni sanitarie. In particolare, il divario è consistente per quanto riguarda le visite specialistiche, alle quali solo il 9 per cento degli stranieri ha fatto ricorso nelle quattro settimane precedenti l’intervista, contro il 14 per cento degli italiani. Le uniche importanti eccezioni sono il ricorso al consultorio familiare e le prestazioni di pronto soccorso, alle quali gli stranieri accedono più frequentemente rispetto agli italiani (tab. 5.6). Da notare anche la marcata differenza di genere tra gli stranieri: le donne straniere fanno ricorso alle prestazioni sanitarie molto più frequentemente degli uomini, con percentuali superiori anche a quelle degli uomini italiani, pur restando al di sotto della media delle donne italiane (tab. 5.6). Se guardiamo alle motivazioni che spingono alla scelta della struttura dove effettuare le visite specialistiche, la fiducia nella struttura e la vicinanza alla struttura sono i due fattori che orientano la scelta sia degli stranieri sia degli italiani. Tuttavia, mentre per circa un italiano su dieci è il fattore economico ad orientare la scelta, per gli stranieri il rapporto è di uno su cinque. Il motivo economico pesa per gli italiani meno che l’attesa, mentre per gli stranieri viene subito dopo la fiducia e la vicinanza della struttura (tab. 5.7). Il ricorso al medico di famiglia non mostra sostanziali differenze tra stranieri e italiani. In media, il 60,6 per cento degli stranieri tra i 18 e i 64 anni si rivolge al medico di famiglia per decisioni importanti, contro il 63,2 per cento degli italiani. La differenza è più marcata tra la popolazione maschile, all’interno della quale il 63 per cento degli italiani si rivolge al medico di famiglia per decisioni importanti contro il 58,9 per cento degli stranieri. Le percentuali sono tuttavia diverse per quanto riguarda la fiducia riposta nel medico di famiglia confrontata con la fiducia riposta nello specialista privato. Dai dati osservati emerge come in media gli stranieri abbiano un’elevata fiducia nel medico di famiglia: il 68,6 per cento degli stranieri ripone infatti fiducia nel medico di famiglia contro il 60,9 per cento degli italiani. In maniera speculare, la fiducia nello specialista privato è molto più 161 elevata tra la popolazione italiana (35,9 per cento) che tra quella straniera (15,9 per cento) (tab. 5.8). Alcune sostanziali differenze emergono anche per quanto riguarda alcuni indicatori del percorso della maternità. Innanzitutto, lo scarto più evidente si ha riguardo alle strutture utilizzate per l’assistenza durante la gravidanza. Mentre le donne straniere si rivolgono nel 57,6 per cento dei casi ad un ginecologo che lavora in una struttura pubblica, solo il 16,5 per cento delle italiane fa altrettanto. Anche per quanto riguarda il ricorso alle visite di consultorio, il 38,3 per cento delle donne straniere vi fa ricorso durante la maternità, contro il 13,7 per cento delle italiane. Relativamente agli indicatori di assistenza, in media le donne italiane fanno più ricorso a visite, ecografie e parto cesareo rispetto alle donne straniere, mentre queste ultime fanno maggiormente ricorso all’allattamento al seno rispetto alle italiane (tab. 5.9). Rispetto all’incidenza dei ricoveri stranieri sul totale dei ricoveri, a livello sia nazionale che regionale, dal 2003 al 2006 l’incidenza è in crescita costante, essendo passata dal 3,1 per cento dei ricoveri complessivi al 4,3 per cento. Si tratta di una percentuale sempre inferiore all’incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione italiana a fine anno. A fine 2003, infatti, l’incidenza della popolazione straniera era del 3,4 per cento, mentre a fine 2006 era del 5 per cento. La popolazione straniera dunque fa ricorso ai ricoveri in maniera meno che proporzionale rispetto alla propria presenza sul territorio e meno rispetto alla popolazione italiana. Anche a livello regionale si rileva una spaccatura tra le regioni del CentroNord e quelle del Sud Italia. In queste ultime, infatti, l’incidenza dei ricoveri di cittadini stranieri è costantemente al di sotto del 2 per cento, mentre è quasi ovunque in crescita e superiore comunque al 3 per cento in tutte le regioni del Centro-Nord. Tra le regioni a maggior incidenza di ricoveri di cittadini stranieri figurano nel 2006 il Trentino-Alto Adige, il Veneto, l’Emilia-Romagna, l’Umbria e la Lombardia. Sicilia, Basilicata e Molise sono invece le regioni a minor incidenza di ricoveri di cittadini stranieri nel 2006 (tab. 5.10). 162 Tab. 5.6 Popolazione fino a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) Almeno una visita* Visite generiche o pediatriche* Visite Almeno un specialistiche* accertamento* Accertamenti specialistici* Ricoveri** Pronto soccorso** Consultorio familiare** Maschi Italiani 20,0 11,8 11,5 8,9 4,2 2,1 4,5 0,5 Stranieri 14,4 10,0 5,9 5,7 2,4 1,4 7,7 1,1 Femmine Italiani 27,1 15,6 16,4 12,7 7,1 2,6 3,7 2,3 Stranieri 21,2 13,3 12,3 8,4 4,8 2,9 4,6 2,9 Totale Italiani 23,5 13,7 14,0 10,8 5,6 2,4 4,1 1,4 Stranieri 17,7 11,6 9,1 7 3,6 2,1 6,2 2,0 * Ricorso nelle quattro settimane precedenti l’intervista. ** Ricorso nei tre mesi precedenti l’intervista. Fonte: Istat Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro settimane precedenti l’intervista per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) Maschi Femmine Totale Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Vicinanza struttura 24,9 36,6 21,0 28,8 22,6 31,6 Motivo economico 8,3 19,3 8,0 20,1 8,1 19,8 Fiducia nella struttura 52,3 40,6 55,2 44,4 54,0 43,1 Attesa 11,2 10,6 11,6 13,0 11,4 12,2 Accoglienza 7,2 3,3 7,8 13,3 7,6 9,7 Altro strumento 2,6 0,3 2,3 1,9 2,5 1,3 Fonte: Istat 163 Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti e la figura professionale per la quale dichiarano maggiore fiducia, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) Cittadinanza Si rivolge al medico di famiglia per decisioni importanti Fiducia nello specialista privato Fiducia nel medico di famiglia Maschi Italiani 63,1 61,5 34,0 Stranieri 58,9 67,9 13,6 Femmine Italiani 63,2 60,3 37,8 Stranieri 62,4 69,4 18,2 Totale Italiani 63,2 Stranieri 60,9 60,6 35,9 68,6 15,9 Fonte: Istat Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternità per le donne che hanno partorito nei cinque anni precedenti l’intervista per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età) Italiane Straniere Strutture utilizzate per l’assistenza durante la gravidanza Marocchine Rumene 57,6 57,6 75,0 50,6 26,7 60,3 31,9 41,0 66,7 77,0 Ginecologo che lavora in una struttura pubblica 16,5 Consultorio 13,7 38,3 88,4 63,1 Indicatori di assistenza Informazione su diagnosi prenatale VISITE di cui Albanesi Prima visita entro il primo trimestre 94,6 88,5 84,3 87,9 82,9 Quattro e più visite 93,2 87,3 90,3 90,8 89,5 ECOGRAFIE Prima ecografia entro il primo trimestre 88,3 68,5 48,4 72,8 69,5 Quattro e più ecografie 79,9 64,2 77,6 61,9 55,9 PARTO CESAREO 35,9 24,9 28,7 30,8 18,0 ALLATTAMENTO AL SENO 80,7 88,0 100,0 79,4 94,4 PARTO CESAREO 35,9 24,9 28,7 30,8 18,0 80,7 88,0 100,0 79,4 94,4 ALLATTAMENTO AL SENO Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 164 165 428.728 Calabria 370.240 12.818.905 398.085 4.460 12.689 4.585 179 13.983 16.812 300 5.173 48.241 8.656 8.684 29.763 40.368 15.958 3,1 1,2 1,0 1,1 0,2 1,7 1,4 0,4 1,4 3,6 3,0 4,6 4,2 4,5 4,0 3,7 4,4 7,3 3,7 4,5 4,2 4,0 % Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero della Salute ITALIA Sardegna 1.297.635 113.857 Basilicata Sicilia 834.713 Puglia 1.240.830 76.397 Campania 360.774 Lazio Molise 1.331.107 Marche Abruzzo 190.311 288.126 Umbria 899.647 705.092 Emilia-Romagna Toscana 402.359 Liguria 8.029 42.262 949.716 214.177 Veneto Friuli-Venezia Giulia 6.766 4.178 94.362 92.758 111.896 P. A. di Bolzano P. A. di Trento 2.100.682 Lombardia (a) 851 31.786 789.416 20.444 stranieri Valle d’Aosta Piemonte Regioni ricoveri Ricoveri complessivi 2003 12.991.102 374.039 1.323.759 418.784 114.134 836.558 1.299.073 79.211 374.112 1.379.349 292.649 189.102 698.093 900.248 408.171 213.003 935.158 92.500 111.873 2.121.860 20.536 808.890 Ricoveri complessivi 2004 Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri di cittadini stranieri, 2003-2006 483.432 4.957 12.746 5.224 251 14.076 18.040 415 6.535 55.577 10.186 9.982 33.747 46.129 39.820 9.296 55.947 7.503 5.019 111.532 873 35.577 stranieri ricoveri 3,7 1,3 1,0 1,2 0,2 1,7 1,4 0,5 1,7 4,0 3,5 5,3 4,8 5,1 9,8 4,4 6,0 8,1 4,5 5,3 4,3 4,4 % 12.966.874 368.971 1.282.974 409.980 112.352 850.965 1.311.597 81.702 373.249 1.443.931 290.345 179.546 691.957 883.378 407.618 211.483 918.501 92.608 111.220 2.120.365 20.687 803.445 Ricoveri complessivi 2005 508.240 5.409 14.023 7.479 265 14.899 19.341 378 8.043 66.764 11.323 10.513 34.943 50.904 24.108 10.154 54.208 7.823 5.546 121.830 981 39.306 stranieri ricoveri 3,9 1,5 1,1 1,8 0,2 1,8 1,5 0,5 2,2 4,6 3,9 5,9 5,0 5,8 5,9 4,8 5,9 8,4 5,0 5,7 4,7 4,9 % 12.857.813 333.565 1.305.608 415.373 115.004 864.548 1.310.882 83.723 361.722 1.373.023 293.116 177.086 684.800 878.998 387.505 211.413 902.041 92.924 111.963 2.115.711 20.835 817.973 Ricoveri complessivi 2006 ricoveri 553.256 5.118 17.063 6.649 275 15.966 22.942 511 8.816 75.604 12.540 11.271 40.283 55.823 23.411 11.014 58.725 8.582 6.010 129.386 1.043 42.224 stranieri 4,3 1,5 1,3 1,6 0,2 1,8 1,8 0,6 2,4 5,5 4,3 6,4 5,9 6,4 6,0 5,2 6,5 9,2 5,4 6,1 5,0 5,2 % II. 6 La dimensione economica dell’immigrazione: lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato con i paesi europei Le forze lavoro e i tassi di attività L’immigrazione in Italia, come è stato messo in evidenza, è un fenomeno recente ma che negli anni ha registrato una rapida crescita: nel 2006 l’incidenza degli stranieri sulla forza lavoro è risultata pari all’8,6 per cento, registrando un aumento di tre punti percentuali rispetto al 2002, con un trend di crescita tra i più alti a livello europeo (inferiore soltanto a Spagna e Irlanda) ed una percentuale di occupati stranieri sull’occupazione totale che si attesta su valori molto simili (tab. 6.1); il tasso di attività degli stranieri in Italia è più elevato rispetto a quello dei nativi: nel primo trimestre del 2009 il differenziale tra nativi e stranieri era superiore a 11 punti percentuali e tale gap è aumentato negli anni (nel 1995 il tasso di attività dei nativi era pari a circa il 57 per cento contro il 66,7 per cento degli stranieri); tale fenomeno è in controtendenza rispetto alla maggior parte dei paesi OCSE tra cui Germania, Francia, Regno Unito, Paesi Scandinavi e Paesi Bassi, dove il tasso di attività dei nativi è decisamente superiore a quello degli stranieri, mentre altri paesi dell’Europa meridionale, quali Spagna, Portogallo e Grecia hanno una situazione simile all’Italia, anche se con differenziali dei tassi diversi (tab. 6.2); i dati evidenziano una forte differenza di genere: è la componente maschile che genera la superiorità del tasso di attività complessivo nazionale ed è superiore in particolare nei confronti dei paesi in cui il fenomeno dell’immigrazione ha una storia più lunga, quali ad esempio Germania e Francia; il tasso di attività femminile è decisamente meno elevato (59,9 per cento contro l’86 per cento di quello maschile) ed è tra i più bassi se confrontato con gli altri paesi europei (tab. 6.3); considerando infine l’area di provenienza, comunitaria ed extra comunitaria, è evidente la differenza a vantaggio degli stranieri comunitari che presentano un tasso di attività più elevato, pari a circa il 77 per cento contro il 71 per cento degli stranieri extracomunitari (tab.6.4). 166 La disoccupazione degli stranieri Un’altra peculiarità del nostro Paese riguarda il tasso di disoccupazione degli stranieri, che risulta superiore di tre punti rispetto a quello dei nativi, ma con una percentuale tra le più basse d’Europa, inferiore di oltre 6 punti percentuali rispetto alla media dell’Europa a 27 e superiore soltanto rispetto a Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Regno Unito. Certamente nei territori di vecchia immigrazione dell’Europa centro settentrionale l’elevata disoccupazione dei lavoratori stranieri riguarda persone ormai da tempo immigrate coinvolte nelle difficoltà dei processi di deindustrializzazione; diversamente, in altri paesi come la Spagna, le forti ripercussioni sugli stranieri sono riconducibili alla crisi (basti pensare che nel 2007 il tasso di disoccupazione era pari a 12,6 per cento e che nel 2009 è passato al 28,4 per cento) mentre in Italia fino ad oggi gli stranieri si sono collocati prevalentemente in attività in cui la domanda superava l’offerta, originando quindi una minore competizione tra gli italiani (tab. 6.5); nel confronto tra stranieri comunitari ed extracomunitari i valori nel 2009 risultano pressoché uguali, mentre i dati evidenziano una differenza nei generi, a svantaggio anche in questo caso della componente femminile (12,4 per cento contro 9,1 per cento) (tab. 6.6, 6.7). Gli occupati dipendenti e indipendenti Il tasso di occupazione degli stranieri è di oltre 8 punti superiore a quello degli italiani e di 5 punti percentuali superiore alla media dei paesi dell’Unione Europea (UE a 27); il differenziale tra gli stranieri e i nativi nei tassi di occupazione è un fenomeno presente in pochi altri paesi, ed in particolare riguarda Repubblica Ceca, Grecia, Austria e Portogallo; osservando l’andamento italiano negli ultimi anni, dal 2007 al 2009, per gli stranieri non si evidenziano scostamenti rilevanti, mentre si registra una lieve flessione per i nativi (tab. 6.8); esaminando la composizione per genere si osserva che il differenziale è soprattutto maschile; nell’ultimo periodo considerato si è infatti registrato un tasso di occupazione maschile superiore al 78 per cento, in 5° posizione tra i paesi europei, superato solo da Grecia, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca (tab. 6.9); guardando alle differenze di occupazione tra comunitari ed extracomunitari 167 è ancora osservabile la superiorità dei primi, con un differenziale di oltre 5 punti percentuali (tab. 6.10); la gran parte dei lavoratori stranieri sono dipendenti (oltre l’82 per cento), assunti a tempo indeterminato (circa l’85 per cento) con un contratto che prevede il tempo pieno (più dell’82 per cento). Rispetto ai lavoratori italiani si rileva una quota relativa superiore di circa 1,5 punti percentuali di occupazione temporanea e di circa 4,5 punti percentuali di occupazione part-time; rispetto agli altri paesi europei, l’Italia ha un peso relativo più elevato nel lavoro autonomo, pari al 17,5 per cento ed inferiore solo alla Polonia (tab. 6.11); i dati sulla distribuzione settoriale evidenziano una concentrazione in alcuni rami di attività: i primi 4 settori occupano più del 50 per cento degli addetti stranieri totali. Si tratta delle costruzioni (14,8 per cento), delle manifatture durevoli (13,4 per cento), delle collaborazioni familiari (11,4 per cento) e della vendita all’ingrosso (10,8 per cento). Il confronto con gli altri paesi evidenzia differenze nel peso relativo dei singoli settori; in particolare il comparto delle costruzioni ha un peso relativamente elevato in quasi tutti i paesi europei, ma l’Italia ha una quota inferiore solo rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo; le manifatture durevoli sono presenti con un peso superiore nella Repubblica Ceca e in Germania; il commercio all’ingrosso, sebbene importante in Italia, ha un peso relativo inferiore rispetto a tutti gli altri paesi ed infine le collaborazioni familiari rivestono un peso relativo marginale in quasi tutti i paesi europei, ad eccezione di Grecia e Spagna il cui peso relativo è superiore all’Italia (tab. 6.12). Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualifiche L’occupazione degli immigrati tende ad essere polarizzata nelle mansioni dequalificate rispetto al livello di istruzione, in percentuale molto più elevate rispetto ai nativi. In Italia nel 2007 la percentuale di occupati con professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione era pari al 6,9 per cento per i nativi e al 15,4 per cento per gli stranieri. Tuttavia i dati evidenziano che questo fenomeno risulta abbastanza generalizzato nei paesi europei considerati (tab. 6.13a e 6.13b). 168 Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni), 2002-2006 % di stranieri sulla Forza Lavoro Austria 2006 2002 2006 11,3 12,3 10,1 11,1 13,3 Belgio Repubblica Ceca 1,9 Danimarca 5,7 Finlandia 2,4 Francia Grecia Irlanda Italia Paesi Bassi Portogallo Svezia Regno Unito 5,5 3,1 2,2 1,4 8,3 9,5 13,9 41,4 6,5 1,8 5,8 2,8 11,2 8,3 1,8 13,7 44,6 41,1 43,8 7,8 6,2 7,4 8,6 5,0 11,0 11,0 7,9 6,2 0,7 15,1 - 25,4 8,8 7,2 15,4 9,4 7,8 12,4 Svizzera 6,0 1,7 - Spagna 1,8 1,3 6,3 Slovacchia 1,9 11,0 11,3 Norvegia 12,7 12,0 5,1 Lussemburgo 16,2 11,7 7,4 Ungheria % di occupati stranieri sul totale degli occupati 2002 - 8,5 10,3 7,8 0,7 7,6 14,6 - 24,4 13,5 11,7 11,2 8,6 12,5 11,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008. Tab. 6.2 Tassi di attività dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Austria Belgio Repubblica Ceca Danimarca Germania Spagna Francia Grecia Ungheria Italia Paesi Bassi Polonia Portogallo Romania Regno Unito UE 27 2007 74, 2 67, 4 69, 7 76, 7 81, 2 70, 0 70, 2 66, 5 61, 5 61, 3 78, 6 62, 5 73, 8 61, 7 75, 6 70, 0 Nativi 2008 75, 0 67, 6 69, 3 77, 4 80, 9 70, 9 70, 4 66, 4 60, 9 62, 2 79, 4 63, 2 73, 7 61, 8 75, 7 70, 5 2009 75, 0 67, 3 69, 5 77, 6 80, 8 71, 9 70, 8 66, 8 60, 9 61, 7 80, 3 64, 2 73, 6 61, 8 76, 1 70, 7 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). 169 2007 69, 6 64, 5 78, 9 67, 2 64, 7 78, 9 64, 8 73, 1 69, 8 72, 1 64, 4 73, 8 79, 0 60, 0 72, 0 70, 7 Stranieri 2008 67, 7 64, 6 78, 9 67, 1 67, 8 79, 0 65, 0 73, 2 71, 8 72, 6 68, 0 71, 6 81, 7 57, 8 73, 7 71, 3 2009 69, 5 65, 2 77, 2 67, 7 74, 6 79, 9 64, 9 73, 8 73, 5 72, 8 70, 0 76, 8 81, 0 54, 5 73, 4 72, 0 Tab. 6.3 Tassi di attività dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Donne straniere Uomini stranieri 2007 2008 2009 2007 2008 2009 Austria 60, 2 58, 4 60, 9 79, 2 77, 6 78, 7 Repubblica Ceca 67, 0 66, 4 70, 1 89, 1 90, 7 83, 7 Danimarca 55, 1 55, 1 56, 3 78, 8 78, 8 78, 9 Germania 55, 4 62, 1 66, 1 76, 9 74, 1 85, 0 Spagna 69, 5 70, 2 71, 6 88, 2 87, 6 88, 2 Francia 54, 1 54, 0 54, 4 76, 2 76, 3 75, 8 Grecia 56, 6 54, 8 55, 9 89, 2 89, 8 90, 6 Ungheria 59, 2 59, 3 60, 6 80, 9 84, 6 87, 5 Italia 57, 1 58, 7 59, 9 87, 2 86, 5 86, 1 Paesi Bassi 53, 4 58, 6 60, 4 76, 3 78, 7 81, 6 Polonia 67, 7 69, 4 70, 9 79, 8 73, 5 85, 6 Portogallo 73, 7 75, 1 74, 7 85, 0 88, 4 87, 6 - 47, 4 37, 9 72, 0 68, 8 73, 3 61, 3 63, 2 63, 8 82, 8 84, 1 83, 5 Belgio 50, 3 Romania Regno Unito UE 27 59, 4 52, 1 60, 5 55, 2 61, 7 77, 4 81, 9 76, 7 82, 2 74, 6 82, 5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). Tab 6.4 Tassi di attività di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari 2007 2008 2009 2007 2008 2009 Austria 66, 3 63, 4 67, 2 76, 3 75, 7 73, 4 Belgio 58, 4 54, 4 56, 2 67, 1 69, 1 69, 0 Repubblica Ceca 79, 5 76, 9 75, 7 78, 3 81, 2 78, 6 Danimarca 62, 6 62, 2 63, 3 75, 6 75, 7 75, 7 Germania 60, 8 65, 2 69, 8 77, 6 78, 6 84, 6 Spagna 78, 8 79, 3 80, 1 79, 3 78, 1 79, 6 Francia 59, 6 61, 1 62, 1 73, 0 72, 1 69, 8 Grecia 74, 1 75, 0 75, 0 69, 0 65, 3 69, 1 Ungheria 70, 5 75, 0 73, 5 69, 5 70, 3 73, 5 Italia 71, 3 72, 2 71, 1 75, 3 74, 0 77, 2 Paesi Bassi 54, 4 59, 0 61, 2 78, 3 81, 4 82, 0 Polonia 70, 3 67, 8 76, 2 80, 5 80, 2 - Portogallo 79, 7 81, 7 81, 0 75, 5 81, 6 81, 4 Romania 59, 2 57, 2 52, 1 - - - Regno Unito 66, 2 67, 9 67, 8 80, 7 81, 3 81, 0 UE 27 67, 8 68, 7 69, 5 76, 1 76, 3 76, 7 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). 170 Tab, 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Nativi Stranieri 2007 2008 2009 2007 2008 2009 Austria 3,9 3,7 4,0 10,8 8,9 10,8 Belgio 7,2 6,4 7,2 16,6 14,3 15,4 Repubblica Ceca 6,1 4,8 5,8 5,7 4,1 5,5 Danimarca 8,7 7,6 7,3 17,4 14,7 15,5 Germania 4,2 2,8 5,0 9,2 10,0 10,7 Spagna 7,8 8,8 15,3 12,6 14,7 28,4 Francia 8,2 7,0 8,4 17,2 14,4 18,5 Grecia 9,2 8,5 9,4 9,3 7,5 10,7 Ungheria 7,6 8,0 9,7 - - 10,7 Italia 6,2 7,0 7,8 9,7 9,5 10,5 Paesi Bassi 3,7 2,9 3 8 7,3 5,9 11,5 8,2 8,3 - - - Portogallo 8,7 7,8 9,0 13,0 12,6 16,6 Romania 7,4 6,6 7,2 - - - Regno Unito 5,3 5,0 7,1 8,6 7,1 7,7 UE 27 7,5 6,8 8,2 13,2 12 16,3 Polonia Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey) Tab 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari 2007 2008 2009 2007 2008 2009 Austria 13,5 33,6 11,2 29,4 13,5 28,6 6,1 10,2 5,3 9,0 6,6 Repubblica Ceca 10,0 6,1 4,9 - - 6,1 Danimarca 22,2 18,8 19,4 10,1 8,9 9,7 Germania 11,3 10,2 13,2 Belgio 11 9,4 Spagna 13,1 15,2 30,1 11,5 13,4 Francia 24,4 19,2 24,1 7,9 7,1 9,5 Grecia 9,1 7,2 10,1 10,4 8,9 13,6 Ungheria 24,3 - - - Italia 10,0 9,6 10,4 8,7 9,1 10,5 Paesi Bassi 11,9 8,9 8,7 4,2 5,6 3,0 - - - - - - 14,3 13,8 17,8 - - - Polonia Portogallo Romania Regno Unito UE 27 - - - - - - 10,4 8,8 9,8 6,4 5,3 5,4 15,8 14,2 19,3 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). 171 10,9 8,7 8,4 11,3 Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Austria Belgio Donne straniere Uomini stranieri 2007 2008 2009 2007 2008 11,0 8,3 8,0 10,7 9,4 17,7 15,3 17,1 2009 13 16 13,6 14,3 4,2 Repubblica Ceca 9,9 4,1 7,3 3,0 4,2 Danimarca 16 14,4 14,8 18,4 15 16 Germania 8,9 11,6 11,8 9,6 8,7 9,6 Spagna 15,4 16,8 25,6 10,4 13,1 30,7 Francia 18,0 14,9 19,1 16,6 14,0 18,1 Grecia 16,7 12,9 13,7 4,8 4,5 9,1 - - - - - - 15,0 14,0 12,4 6,2 6,4 9,1 8,0 8,6 6,6 7,9 6,2 5,3 - - - - - - 17,4 17,1 18,4 8,7 8,6 15 Ungheria Italia Paesi Bassi Polonia Portogallo Romania Regno Unito UE 27 - - - - - - 9,7 7,9 8,2 7,8 6,6 7,4 14,4 13,4 16 12,3 11,1 16,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Austria Nativi Stranieri 2007 2008 2009 2007 2008 2009 71, 3 72, 2 72, 0 62, 1 61, 7 62, 1 Belgio 62, 6 63, 3 62, 4 53, 8 55, 3 Repubblica Ceca 65, 5 66, 0 65, 5 74, 4 75, 7 72, 9 55, 1 57, 2 Danimarca 70, 0 71, 5 71, 9 55, 5 57, 2 Germania 77, 7 78, 6 76, 8 58, 7 61, 0 66, 6 Spagna 64, 5 64, 7 60, 9 69, 0 67, 4 57, 2 Francia 64, 4 65, 4 64, 9 53, 7 55, 7 52, 9 Grecia 60, 4 60, 8 60, 5 66, 3 67, 7 65, 9 Ungheria 56, 9 56, 0 55, 0 66, 0 69, 2 65, 7 Italia 57, 5 57, 8 56, 8 65, 1 65, 7 65, 2 Paesi Bassi 75, 7 77, 1 77, 9 59, 3 63, 0 65, 8 Polonia 55, 4 58, 0 58, 9 71, 2 70, 1 67, 7 67, 6 Portogallo 67, 3 68, 0 67, 0 68, 8 71, 4 Romania 57, 2 57, 7 57, 4 56, 5 53, 0 52, 8 Regno Unito 71, 5 71, 9 70, 7 65, 9 68, 4 67, 7 UE 27 64, 8 65, 7 64, 9 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey) 172 61, 4 62, 8 60, 3 Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Donne straniere Uomini stranieri 2007 2008 2009 2007 2008 2009 Austria 53, 6 53, 6 56, 0 70, 7 70, 4 68, 4 Repubblica Ceca 60, 4 63, 7 65, 0 86, 5 86, 9 80, 2 Danimarca 46, 3 47, 1 48, 0 64, 3 67, 0 66, 3 Germania 50, 5 55, 0 58, 3 69, 6 67, 7 76, 8 Spagna 58, 8 58, 4 53, 3 79, 0 76, 2 61, 1 Francia 44, 3 46, 0 44, 0 63, 5 65, 6 62, 1 Grecia 47, 2 47, 8 48, 2 84, 9 85, 8 82, 4 Ungheria 54, 0 55, 7 51, 8 78, 6 83, 2 80, 6 Italia 48, 5 50, 5 52, 4 81, 8 81, 0 78, 3 Paesi Bassi 49, 1 53, 6 56, 5 70, 2 73, 8 77, 2 Polonia 67, 7 69, 4 55, 8 74, 6 70, 7 85, 6 Portogallo 60, 9 62, 3 60, 9 77, 6 80, 9 74, 5 - 43, 5 34, 8 72, 0 62, 9 73, 3 55, 4 58, 2 58, 6 76, 3 78, 6 77, 4 Belgio 41, 4 Romania Regno Unito UE 27 50, 9 44, 1 52, 4 45, 8 51, 8 65, 1 71, 9 66, 3 73, 1 63, 9 68, 8 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) Stranieri Extracomunitari Stranieri Comunitari 2007 2008 2009 2007 2008 Austria 57, 3 56, 3 58, 1 71, 6 71, 8 2009 68, 6 Belgio 38, 7 38, 4 40, 1 60, 3 62, 9 61, 4 Repubblica Ceca 71, 6 72, 2 72, 0 77, 1 79, 5 73, 8 Danimarca 48, 7 50, 5 51, 1 68, 0 69, 0 68, 3 Germania 54, 0 58, 6 60, 6 74, 5 71, 3 79, 1 Spagna 68, 5 67, 2 56, 0 70, 2 67, 7 60, 2 Francia 45, 0 49, 4 47, 1 67, 2 66, 9 63, 2 Grecia 67, 3 69, 7 67, 4 61, 8 59, 5 59, 7 Ungheria 66, 1 72, 8 66, 0 66, 0 67, 5 65, 5 Italia 64, 1 65, 3 63, 7 68, 7 67, 3 69, 1 79, 6 Paesi Bassi 48, 0 53, 7 55, 9 75, 1 76, 8 Polonia 68, 1 65, 6 67, 6 77, 0 80, 2 - Portogallo 68, 2 70, 4 66, 6 71, 8 76, 6 73, 4 Romania 56, 4 52, 1 50, 3 - - - Regno Unito 59, 4 62, 0 61, 2 75, 6 77, 0 76, 6 UE 27 57, 1 58, 9 56, 1 69, 4 69, 9 68, 0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). 173 6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego, (15-64), 2007 (%) Autonomi Tempo determinato Tempo Indeterminato Part-time Full-time Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Nativi Stranieri Austria 9,3 8,4 9,1 8,1 90,9 91,9 22,0 20,8 78,0 79,2 Belgio 12,1 15,5 8,1 14,0 91,9 86,0 21,9 22,2 78,1 77,8 Danimarca 7,0 9,6 8,4 12,3 91,6 87,7 23,2 26,7 76,8 73,3 Finlandia 9,6 14,1 16,1 30,7 83,9 69,3 13,8 15,1 86,2 84,9 Francia 8,1 10,8 14,7 15,2 85,3 84,8 16,6 19,5 83,4 80,5 Germania 10,0 9,5 14,4 14,5 85,6 85,5 24,7 29,3 75,3 70,7 Grecia 26,4 10,6 10,1 16,7 89,9 83,3 5,2 7,4 94,8 92,6 Irlanda 16,8 9,3 8,2 12,9 91,8 87,1 18,1 15,1 81,9 84,9 Italia 23,6 17,5 13,1 14,7 86,9 85,3 13,0 17,6 87,0 82,4 5,4 6,5 6,9 6,8 93,1 93,2 17,8 17,8 82,2 82,2 11,0 11,0 15,7 24,8 84,3 75,2 46,3 41,1 53,7 58,9 5,8 6,9 9,6 14,7 90,4 85,3 27,0 29,3 73,0 70,7 Polonia 11,2 29,2 28,2 32,7 71,8 67,3 8,4 14,5 91,6 85,5 Portogallo 15,6 12,1 21,2 34,0 78,8 66,0 8,9 7,6 91,1 92,4 Spagna 16,0 11,7 26,8 47,5 73,2 52,5 11,5 13,7 88,5 86,3 Svezia 8,5 10,0 16,5 21,9 83,5 78,1 24,2 24,1 75,8 75,9 11,9 13,4 5,2 8,9 94,8 91,1 24,7 20,4 75,3 79,6 Lussemburgo Paesi Bassi Norvegia Regno Unito Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2009 su dati Eurostat (EU Labour Force Survey). 174 Tab. 6.12 Distribuzione settoriale dell’occupazione straniera (15-64), 2007 (%) AT BE CH CZ DE DK ES FR GR UK IT NL NO PT 1,3 1,2 1,0 3,6 1,1 - 4,5 1,1 4,8 0,6 3,4 1,4 - - - - - 1,3 - - 0,2 - - 0,4 - - - - Manifatture, prodotti non deperibili 3,0 2,2 1,6 2,8 3,7 3,9 2,4 2,3 3,0 2,9 1,9 3,0 2,7 - Manifatture, prodotti non deperibili (altri) 6,2 4,8 5,1 8,1 6,7 4,0 3,7 3,8 5,3 3,9 7,3 4,7 3,6 4,9 11,4 6,6 11,4 23,2 19,9 8,3 5,1 7,6 6,4 5,8 13,4 9,8 5,2 5,7 - 0,6 0,4 - 0,3 - 0,1 0,3 - - - - - Costruzioni 10,0 8,2 8,4 8,8 6,7 5,7 14,8 4,8 Vendita all’ingrosso 15,0 13,9 13,7 14,1 12,4 14,0 13,0 12,1 10,3 Hotel e ristoranti 12,0 8,0 7,4 6,1 8,4 7,8 14,7 6,9 10,2 8,6 8,1 6,8 5,9 8,3 Trasporti 6,3 6,7 4,5 4,6 5,4 7,7 4,5 6,3 2,4 7,8 4,6 6,9 8,0 5,0 Intermediazioni finanziaria 1,4 2,1 4,6 1,4 1,5 1,7 1,0 2,2 - 4,9 0,7 2,7 0,7 1,8 7,9 10,1 11,6 9,1 16,1 12,7 9,4 0,7 Agricoltura e pesca Attività estrattive Manifatture durevoli Elettricità, fornitura acqua e gas Immobiliare affitti e attività correlate 11,5 13,7 12,6 3,3 21,0 10,1 32,0 7,7 14,6 Real Estate & Renting 2,1 0,9 1,2 1,3 0,8 - 1,1 1,9 Informatica, R&S e attività correlate 4,4 12,8 9,5 4,8 5,2 10,8 3,0 7,3 Sicurezza industriali 5,0 - 1,9 1,8 4,1 - 3,6 Pubblica amministrazione 3,4 10,9 3,1 2,7 2,5 3,4 Educazione 3,1 5,6 5,9 4,2 4,3 Salute e servizi sociali 9,1 Altri servizi sociali e pulizie Collaborazioni famigliari Totale - 11,8 10,8 12,2 13,1 14,3 3,8 15,2 0,8 0,6 0,9 1,9 13,9 4,8 10,8 8,9 4,7 5,4 1,8 - 3,6 4,4 3,2 3,9 1,2 7,0 1,3 5,0 1,5 6,0 3,8 6,5 8,0 2,0 5,5 1,5 7,1 2,3 5,4 10,1 6,8 9,8 13,6 5,8 10,4 19,5 4,1 11,2 2,6 14,4 4,9 15,2 21,6 7,3 5,5 4,5 5,2 5,0 5,7 2,7 4,1 2,1 4,9 5,6 4,4 4,3 4,9 - 1,2 1,6 - 1,0 4,8 14,0 0,6 11,4 ,, ,, 5,4 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 100 4,9 - 12,2 100 100 - 5,2 15,9 100 1,4 Legenda: AT-Austria ;BE-Belgio; CH-Svizzera; CZ- Repubblica Ceca; DE-Germania; DK-Danimarca; ES-Spagna; FR-Francia; GR-Grecia;UK-Regno Unito; IT-Italia;NL-Paesi Bassi; NO-Norvegia;PT-Portogallo. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook, OECD Sopemi 2009 , su dati Eurosat (EU Labour Force Survey). 175 Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione in selezionati paesi OCSE, (15-64), 2007 % di occupati con professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione Paese Nativi Stranieri Grecia 10,1 32,4 Spagna 7,3 19,8 Svezia 7,6 18,6 Italia 6,9 15,4 11,2 24,5 Austria 9,9 20,0 Portogallo 8,3 13,6 Svizzera 7,2 10,6 Regno Unito 14,0 18,4 Finlandia 16,1 21,6 Francia 10,8 13,7 Irlanda 16,9 21,0 Danimarca Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008. Tab. 6.13 b Tassi di occupazione di nativi e stranieri per livello di istruzione, 2006 Austria Belgio Repubblica Ceca Danimarca Finlandia Francia Germania Grecia Ungheria Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Norvegia Polonia Portogallo Slovacchia Spagna Svezia Svizzera Nativi Stranieri Basso 47,7 41,1 Intermedio 75,6 66,6 Alto 88,0 83,7 Basso 51,4 35,2 Intermedio 68,2 53,3 Alto 74,8 72,9 22,9 72,0 84,0 33,1 67,5 79,8 61,5 47,4 46,5 43,0 48,6 27,5 48,9 45,1 37,8 60,7 56,4 23,3 65,9 14,5 55,3 54,7 55,3 81,0 73,6 69,8 72,4 61,4 65,2 73,7 67,6 62,5 80,5 80,4 58,4 63,5 67,5 65,9 81,1 80,7 87,8 85,6 79,3 87,8 82,7 81,3 86,8 78,6 85,6 87,2 89,4 81,9 84,5 83,9 81,9 88,3 92,7 49,3 42,4 49,1 47,0 65,8 36,9 49,9 59,0 61,5 44,6 49,1 16,3 67,5 63,8 47,0 63,3 63,2 65,8 60,6 64,3 65,6 59,8 72,7 70,2 65,2 64,2 68,5 32,9 71,3 58,4 73,6 66,5 74,4 78,9 72,9 68,8 71,3 73,3 77,3 80,2 73,9 83,4 75,2 84,6 59,9 84,4 78,7 75,3 74,3 81,9 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Factbook 2009. 176 II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una quantificazione del fenomeno e le sue caratteristiche Le forze lavoro straniere L’apporto degli immigrati al mercato del lavoro viene comunemente riconosciuto, ma data l’intensa e continua evoluzione che caratterizza tale fenomeno necessita di essere compreso nei suoi vari aspetti. La maggior parte degli stranieri arriva in Italia per motivi di lavoro, anche se negli ultimi anni si sono intensificati i ricongiungimenti familiari (rispettivamente 60,1 per cento e 33,0 per cento12 nel 2008). Sia l’incidenza percentuale degli immigrati stranieri sul totale della forza lavoro che la percentuale di occupati risultano pari circa al 7,5 per cento, con valori simili tra uomini e donne. Inoltre, va considerato che il dato della componente femminile è destinato ad incrementare a seguito del decreto flussi del 2008 quasi esclusivamente dedicato al lavoro di cura, e aumenterà ulteriormente a seguito della regolarizzazione in corso (tab. 6.14 e 6.15); come è stato messo in evidenza nel capitolo precedente sia il tasso di attività che quello di occupazione sono più elevati per gli stranieri rispetto ai nativi italiani, così come è superiore quello di disoccupazione; i dati relativi alla durata della disoccupazione evidenziano però un’estensione inferiore per gli stranieri rispetto agli italiani. Tale fattore è da imputare anche alla diversa struttura per età dell’occupazione (la quota degli occupati con età inferiore ai 45 anni supera quella italiana di quasi 17 punti percentuali) (tab. 6.16 e 6.17); dai dati si evince inoltre una diversità tra stranieri e italiani sulla correlazione tra fascia di età e disoccupazione: gli italiani presentano una quota relativa più consistente nella fascia compresa tra i 15-24 anni, imputabile anche al fatto che risultano ancora coinvolti in percorsi formativi; per contro gli stranieri mostrano più difficoltà nella fascia superiore ai 35 anni (tab. 6.18). 12 La fonte dei dati è Istat; i dati sono relativi ai Permessi di Soggiorno rilasciati agli extracomunitari nell’anno 2007. 177 La tipologia di occupazione degli stranieri e la distribuzione per area geografica Il tasso di disoccupazione più elevato nelle fasce superiori di età è certamente influenzato dalla tipologia di attività in cui sono impiegati. Infatti gli immigrati sono occupati in tipologie di attività differenti rispetto agli italiani, sia per qualifica che per settore. Quasi il 40 per cento è impiegato nell’industria, contro il 29 per cento degli italiani; per contro la percentuale risulta nettamente più bassa rispetto agli occupati italiani nel terziario, mentre nell’agricoltura la quota di occupazione è molto simile tra le due componenti. Un’analisi più dettagliata dei singoli settori di attività fa emergere una concentrazione degli stranieri molto superiore in alcune specifiche attività: nel comparto industriale è il settore costruzioni che fa aumentare la quota dell’occupazione straniera (più che doppia rispetto alla quota degli italiani), mentre nei servizi sono il lavoro domestico e di cura a contribuire sensibilmente (tab. 6.19 e 6.20); i dati evidenziano inoltre differenze tra le diverse aree geografiche: nel Centro Nord oltre il 40 per cento degli stranieri è occupato nell’industria e nelle costruzioni mentre nel Mezzogiorno l’occupazione straniera è principalmente concentrata nell’agricoltura, nel settore alberghiero e nella ristorazione, nel commercio al dettaglio e nei servizi alle famiglie (tab. 6.21); anche sotto il profilo quantitativo la distribuzione territoriale delle forze lavoro straniere è molto disomogenea, così come è differente il tasso di occupazione: quest’ultimo nel 2008 era pari al 59 per cento nel Mezzogiorno, circa 9 punti percentuali in meno rispetto a quello del Centro Nord13; inoltre più del 63 per cento degli stranieri in età lavorativa si concentra nel Nord Italia, circa il 25 per cento al Centro e solo poco più dell’ 11 per cento nel Mezzogiorno, corrispondente al 9 per cento dell’occupazione complessiva nel Centro Nord e al 3 per cento nel Mezzogiorno. Questa maggiore concentrazione verso tale area del Paese risponde ovviamente alle maggiori opportunità lavorative offerte agli immigrati (tab. 6.22 e 6.23); oltre alla tipologia settoriale di impiego degli immigrati è importante analizzare la qualità dell’occupazione immigrata. 13 La fonte dei dati è Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008. 178 Rispetto ai nativi, i dati evidenziano una maggiore concentrazione degli immigrati nella microimpresa, con un peso relativo superiore rispetto all’occupazione stagionale. Analizzando i pesi relativi secondo la ripartizione territoriale emerge un maggior peso relativo nella media dimensione nel Nord, mentre nel Centro e nel Sud la quota nelle micro imprese risulta più elevata. Tale evidenza è certamente imputabile alla maggiore richiesta in queste aree nel comparto primario (agricoltura, pastorizia e pesca) (tab. 6.24); i dati evidenziano inoltre un’assoluta prevalenza di lavoratori alle dipendenze di un’azienda (84,8 per cento), con una probabile sottostima del dato dovuta al fatto che alcune partite IVA possono nascondere “situazioni di comodo”. Rispetto al totale nazionale tuttavia il peso relativo dei dipendenti stranieri è di quasi 10 punti percentuali superiore a quello complessivo nazionale, così come gli stranieri registrano una percentuale più elevata di contratti part-time (soprattutto per il genere femminile) e di contratti a termine (tab. 6.25 e 6.26). Livelli di istruzione, qualifica e condizione retributiva I livelli di istruzione degli stranieri occupati sono mediamente inferiori rispetto agli italiani: nel 2008 la quota di stranieri occupati che hanno conseguito un diploma di scuola secondaria superiore è pari a circa al 42 per cento contro il 45 per cento degli italiani; gli stranieri occupati in possesso di una laurea o di un diploma post-laurea risultano pari a quasi il 12 per cento, mentre per gli italiani il dato si attesta leggermente sotto il 17 per cento (tab. 6.27 e 6.28); il dato complessivo sull’istruzione nasconde però delle differenze tra i lavoratori delle diverse aree del paese e tra i paesi di provenienza degli immigrati. In particolare nel Mezzogiorno la quota di lavoratori immigrati in possesso di un titolo di laurea è pari all’8 per cento a fronte del 13 per cento del Centro Nord, e la quota degli stranieri con al massimo l’assolvimento dell’obbligo scolastico è pari al 65 per cento, che corrisponde ad una quota superiore di 13 punti percentuali rispetto al Centro Nord (Banca D’Italia, Economie regionali, 2009). Per quanto riguarda le differenze per provenienza degli stranieri, il maggior 179 grado di scolarizzazione tra gli occupati si registra per i cittadini dell’Unione Europea, con oltre il 35 per cento in possesso di una laurea (tab. 6.29); nelle regioni del Centro Nord, nel 2008 quasi l’80 per cento degli stranieri è impiegato come operaio a fronte del 35 per cento degli italiani, mentre nel Mezzogiorno il differenziale dell’occupazione operaia è meno marcata, con una presenza maggiore di lavoratori autonomi (tab. 6.30); ad un livello di istruzione relativamente elevato non sempre corrisponde un’occupazione adeguata alla qualifica posseduta: solo l’8,3 per cento del totale degli occupati immigrati è impiegato in una professione qualificata mentre la percentuale di quelle non qualificate è pari al 32 per cento (anche se come vedremo in seguito le previsioni di assunzione da parte delle imprese segnalano una crescita della domanda di manodopera qualificata) (tab. 6.31a e 6.31b); inoltre la mancata corrispondenza tra il livello di istruzione e la professione esercitata riguarda quasi il 37 per cento degli stranieri, mentre gli italiani interessati a questo fenomeno sono una quota molto inferiore, pari al 16 per cento (tab. 6.32); un’altra discriminante è la condizione retributiva. Diversi lavori hanno analizzato questo aspetto negli anni, con il risultato unanime che esiste un differenziale negativo per i lavoratori immigrati, anche a prescindere dalle caratteristiche dei lavoratori stessi, dalle tipologie di imprese in cui sono occupati e dall’andamento del mercato occupazionale. Il III° Rapporto dell’INPS del 2009, che confronta i dati relativi alla retribuzione media annua percepita dai lavoratori dipendenti di origine extracomunitaria con lo stesso dato calcolato sull’insieme dei dipendenti di azienda registrata all’INPS a prescindere dal paese di nascita, evidenzia che, nell’ambito del lavoro dipendente (con l’esclusione dei lavoratori domestici e degli operai agricoli) gli stranieri extracomunitari percepiscono una retribuzione inferiore di oltre il 36 per cento rispetto agli altri lavoratori (nel 2000 il differenziale era sostanzialmente analogo) (tab. 6.33). Inoltre, il rapporto evidenzia notevoli differenziazioni di genere: la retribuzione media annuale è di 12.137 euro per gli uomini, mentre di 7.136 euro per le donne. Nella valutazione di questi dati bisogna però tenere presente alcuni fattori. In primo luogo la composizione dell’occupazione, relativamente a caratteristiche che comportano intrinseche condizioni di svantaggio sul piano salariale 180 come in particolare bassa qualifica, giovane età, genere femminile, ecc. Secondariamente si tratta di dati di sintesi e che quindi possono essere riferiti non solo a lavoratori occupati per un intero anno, ma anche per periodi più brevi, spesso intervallati da periodi di disoccupazione o di lavoro sommerso. Infine questa situazione è certamente influenzata dalla normativa che regola il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, in base alla quale il contratto di lavoro è condizione necessaria; in sostanza, l’esistenza di tale requisito può portare alla necessità di accettare condizioni occupazionali di basso profilo per non incorrere nel rischio della condizione di irregolarità; i lavoratori autonomi extracomunitari iscritti all’INPS percepiscono una retribuzione media più elevata, pari a 12.921 euro l’anno, con differenze tra le categorie occupazionali (tab. 6.34). Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro Sebbene la rilevazione statistica del lavoro nero sia difficile, soprattutto relativamente alla parte rappresentata dagli immigrati privi di permesso di soggiorno, Istat fornisce alcune stime, le quali evidenziano l’esistenza non marginale del fenomeno (ridottosi leggermente solo a seguito della procedura di regolarizzazione avviata dalla legge 189/2002) (tab. 6.35 e 6.36); la tipologia di occupazione degli stranieri influenza certamente il livello di incidenza degli infortuni sul lavoro. Nel 2008 gli stranieri assicurati all’Inail hanno superato quota 3.266.000: si tratta del 6 per cento in più rispetto all’anno precedente, e del 41,9 per cento in più rispetto al 2004 quando i lavoratori immigrati erano poco più di 2,3 milioni. Il 42 per cento degli assicurati stranieri sono donne (tab. 6.37); tuttavia, a fronte dell’aumento occupazionale del 6 per cento, l’incremento degli infortuni tra lavoratori stranieri nel corso del 2008 è stato solo del 2 per cento, passando dai 140.785 incidenti sul lavoro del 2007 ai 143.561 del 2008. Gli eventi infortunistici subiti da lavoratori stranieri hanno rappresentato il 16,4 per cento del totale infortuni in Italia. Gli immigrati però continuano a presentare un’incidenza infortunistica più elevata rispetto a quella dei colleghi italiani: 44 casi denunciati all’Inail ogni mille occupati contro i 181 39 dei lavoratori nati in Italia (tab. 6.38); i casi mortali tra i lavoratori stranieri nel corso del 2008 sono stati 176, di cui 109 provenienti da paesi extra-UE e 67 da paesi UE. Il dato degli infortuni mortali rimane sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente, che ammontava a 178 casi (tab. 6.39); poco meno del 96 per cento degli infortuni (per l’esattezza 137.223) si è verificato nel settore dell’industria e servizi, contro il 90 per cento del totale dei lavoratori. In particolare prevale il peso delle attività di tipo industriale, in primo luogo le costruzioni che con 19.719 denunce rappresentano il 13,7 per cento di tutti gli infortuni riguardanti i lavoratori stranieri. Questo settore detiene inoltre anche il primato degli infortuni mortali tra gli immigrati: ben 43 nel 2008, che equivale ad un decesso su 4 tra tutti quelli segnalati all’Istituto. Rivolgendo l’attenzione al personale domestico (italiani e stranieri), 72 infortuni su 100 hanno colpito lavoratori di origine straniera, quasi sempre colf e badanti di sesso femminile (tab. 6.40); gli infortuni ai danni di lavoratori stranieri avvengono principalmente nelle regioni del Nord Est, con il 44,7 per cento di tutti gli infortuni, seguito dal Nord Ovest con il 31 per cento. La regione con il maggior numero di infortuni è la Lombardia, con 29.775 infortuni denunciati, di cui 40 mortali, seguita a breve distanza da Emilia Romagna con più di 28.000 infortuni, di cui 28 mortali (tab. 6.41); sono soprattutto i lavoratori provenienti dal Marocco quelli che incorrono in infortuni sul posto di lavoro, 22.519 denunce di infortunio, seguiti dai lavoratori di origine rumena, con 21.400 infortuni e albanese, con 14.746 infortuni. Ben il 41 per cento degli infortuni ed oltre il 50 per cento dei casi mortali vedono coinvolti lavoratori provenienti da questi tre paesi (tab. 6.42). I contributi previdenziali Le prestazioni che al 1° gennaio 2007 sono registrate in pagamento a persone nate all’estero risultano pari a 294.025 (la rilevazione è fatta ricorrendo agli archivi basati sui codici fiscali dei pensionati e in particolare prendendo quelli nati all’estero), con un aumento di 8.973 trattamenti previdenziali, pari al 3,6 per cento in più rispetto all’anno precedente. Oltre il 70 per cento delle prestazioni pensionistiche riguardano le pensioni di vecchiaia e ai superstiti, seguite da quelle di invalidità civile (che pesano per quasi il 12 per cento) (tab. 6.43); le stime dei contributi sul futuro 182 pensionistico degli immigrati sono ancora poco diffuse, verosimilmente anche in ragione delle difficoltà di previsione sulla durata di permanenza dei lavoratori stranieri sul nostro Paese; il terzo rapporto dell’Inps riporta le stime fatte nel Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes che si fondano su dati demografici di fine 2005: tra gli immigrati nel 2015 vi potrebbe essere 1 pensionato ogni 25 residenti, mentre attualmente tra gli italiani vi è circa 1 pensionato ogni 5 residenti. Le prestazioni Inps a sostegno del reddito della popolazione di origine extra comunitaria e il gettito fiscale degli immigrati L’incidenza sull’utilizzo da parte degli extracomunitari delle prestazioni a sostegno del reddito è più elevata per quanto riguarda la cassa integrazioni guadagni, anche se in termini assoluti la prestazione più utilizzata è quella della disoccupazione non agricola. I dati evidenziano un crescente utilizzo da parte di cittadini extracomunitari delle prestazioni dell’Inps, con la sola eccezione della cassa integrazione che si è contratta nel 2005 rispetto al 2004 di oltre il 22 per cento, della disoccupazione agricola (quasi il 5 per cento) e dei lavoratori socialmente utili che però rappresentano una quota esigua in valori assoluti (tab. 6.44); relativamente alle differenze di genere i dati dell’Inps evidenziano che a beneficiare degli ammortizzatori sociali considerati sono prevalentemente gli uomini (nel 2005 il 72,4 per cento contro il 27,6 per cento delle donne) anche se rispetto al 2004 si è assistito a un progressivo incremento dei beneficiari di sesso femminile (nel 2004 le donne rappresentavano il 22,5 per cento); per quanto riguarda il gettito fiscale degli immigrati le analisi sono ancora molto limitate, anche per la carenza di banche dati pubbliche sull’immigrazione; in un recente articolo di Andrea Stuppini14 si stima che il gettito fiscale degli immigrati ammonti a circa 3,2 miliardi di euro, calcolato sul numero dei lavoratori, sui loro redditi e sulla composizione familiare. 14 Stuppini A., Le tasse degli immigrati, Il Mulino, Rivista bimestrale di Cultura e Politica, n.3 maggio-giugno 2009. 183 Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008 Maschi Femmine Totale 2005 5,4 5,2 5,3 2006 6,0 6,0 6,0 2007 6,6 6,7 6,6 2008 7,5 7,8 7,6 2008 7,5 7,8 7,6 Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.15 Incidenza % degli immigrati stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008 2005 Maschi Femmine Totale 6,0 5,7 5,9 5,4 2006 2007 4,9 6,6 2008 6,3 7,5 2008 5,2 6,5 7,5 7,5 7,5 7,5 7,5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari, 2007 Italiano Straniero Stranieri UE 42,8 54,1 53,0 non più di 6 mesi + di 6 mesi non + 2 anni Stranieri extra UE 54,4 36,2 37,2 39,9 36,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 + di 2 anni 21,0 8,7 7,2 9,1 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl). Anno 2007 Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007 v.a. % Meno di 3 anni 21.784 16,1 Tra i 5 e i 9 anni 49.782 36,8 135.167 100,0 Tra i 3 e i 4 anni 23.591 Da 10 e più anni 40.010 Totale Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) 184 17,5 29,6 Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di età, 2006 (%) CLASSE DI ETÀ’ 15-24 anni Stranieri Italiani Totale 21,2 25,8 % stranieri sul tot 25,4 6,4 25-34 anni 34,9 35,3 35,3 7,5 35 anni o più 43,9 38,9 39,3 8,5 Totale 100,0 100,0 100,0 7,6 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008 Italiani Peso % v.a. 837 3,9 59 4.579 21,1 407 3,4 23,2 Agricoltura Industria in s.s. Costruzioni Servizi Totale Stranieri v.a. Peso % Occupati totali 6,6 4.985 8,2 1.683 7,8 286 16,3 1.970 67,2 1.000 57,1 15.555 100,0 1.751 100,0 (%) 895 14.555 21.654 Incidenza stranieri 14,5 6,4 23.405 7,5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007 Agricoltura Albania Romania Marocco Cina Stranieri Italiani 22,8 20 37,9 39,4 23,2 21,6 48,8 41,8 60 56,2 66,5 7,6 4,5 8,7 4,7 4,1 Industria in s.s. Costruzioni 37,8 Servizi di cui: 35,2 servizi alle famiglie 10 alberghi e ristoranti 7,5 commercio 5,4 altre attività 12,3 Totale 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) 185 5 26,6 16,9 3,3 17 9,4 0,6 0,1 1,1 20,7 5,7 14,8 36,5 100,0 100,0 100,0 18,3 13 1,6 3,5 17 20,5 9,1 17,9 100,0 4,0 7,8 5,6 15,7 40,6 100,0 Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geografica di residenza e per genere, 2008 Centro Nord Voci Maschi Agricoltura Mezzogiorno Femmine Maschi Femmine Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri 3,3 3,6 2,0 0,8 6,9 13,7 5,9 5,5 Industria in senso stretto 29,1 32,5 17,6 13,9 16,7 Costruzioni 11,1 27,6 1,3 0,6 14,3 20,9 0,9 0,1 Commercio 14,9 8,2 15,6 6,8 16,5 29,1 16,8 10,3 Alberghi e ristoranti 10,5 7,5 4,4 3,6 6,9 6,0 12,3 4,6 6,0 5,5 12,9 Altri servizi privati (1) 22,2 14,1 20,4 12,2 17,6 4,3 15,3 5,1 Pubblica amministrazione 12,1 1,3 29,5 10,6 19,2 1,0 39,5 5,1 3,7 5,8 7,5 42,7 4,3 14,5 8,6 56,7 Altri servizi sociali (2) Tasso di occupazione 74,5 83,1 56,3 53,5 60,9 72,6 30,9 47,9 (1) Intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, trasporti e comunicazioni, servizi alle imprese e altre attività professionali e imprenditoriali. (2) Servizi pubblici, sociali e alle famiglie. Fonte: Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008 Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geografica, 2008 Maschi v.a Totale v.a Totale v.a. Totale Nord 739 66,1 471 59,2 1.209 63,2 Mezzogiorno 118 10,6 98 12,3 216 11,3 1.117 100,0 795 100,0 1.913 100,0 Centro Femmine 261 Italia % per genere 58,4 % per sesso 23,4 58,4 227 41,6 Totale 28,5 41,6 488 25,5 100,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geografica, 2008 Maschi Femmine Totale v.a. Totale v.a. Totale v.a. Totale Nord 698 66,5 415 59,2 1.113 63,5 Centro 242 23,1 199 28,4 Mezzogiorno 110 10,5 87 12,5 197 11,3 1.050 100,0 701 100,0 1.751 100,0 Italia % per sesso 60,0 % per sesso 60,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat. 186 40,0 40,0 441 100,0 25,2 100,0 Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007 Nord Centro Mezzogiorno Totale Micro imprese 44,3 60,9 72,8 51,5 Media imprese (50-249) 16,5 6,4 4,3 12,6 6,7 4,1 1,4 Piccole imprese (11-49) 32,5 Grandi imprese (250 e più) Totale 28,5 100,0 21,6 100,0 100,0 30,4 5,5 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di un’azienda sul totale dei lavoratori, 2005-2008 Stranieri Totale 2005 85,1 73.3 2006 85,0 73,6 2007 84,4 73,9 2008 84,8 74,5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl). Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%) % dipendenti su totale Maschi Totale 05 Totale 08 Stranieri 05 Stranieri 08 73,3 74,5 85,1 84,8 79,4 80,7 86,0 88,5 12,8 14,3 17,9 18,9 4,6 5,3 6,0 6,6 25,6 27,9 38,2 37,4 12,3 13,3 14,7 15,6 10,5 11,6 12,5 15,4 69,3 Femmine % part-time su totale Maschi Femmine % dipendenti a termine su totale dipendenti Maschi Femmine 70,5 14,7 15,6 84,5 18,4 82,4 15,8 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008 Laurea e post -laurea 2005 10,8 2006 11,6 2007 11,8 2008 11,9 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl). 187 Diploma 40,7 39,8 41,2 42,1 Licenza media 34,5 35,3 33,2 33,9 Licenza elementare, nessun titolo 14,0 13,3 13,8 12,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Tab. 6.28 Livello di istruzione degli occupati italiani, 2005-2008 Laurea e post -laurea Diploma Licenza media Licenza elementare, nessun titolo Totale 2005 14,6 44,4 32,9 8,1 100,0 2007 15,9 44,9 32,4 6,7 100,0 2006 15,2 2008 44,9 16,8 32,7 45,1 7,2 31,9 100,0 6,1 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati stranieri per livello di istruzione, 2006 Stranieri Titolo di studio Italiani Totale % stranieri 48,5 39,7 40,2 7,1 11,1 15,1 14,9 4,4 UE Non UE Totale Fino alla licenza media 20,4 51,1 Laurea 35,9 8,8 Diploma 43,7 40,1 40,4 45,2 sul totale 44,9 5,3 Fonte: Elaborazioni su dati Istat (Rfl) Tab 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geografica e per genere, 2008 Centro Nord Voci Maschi Mezzogiorno Femmine Maschi Femmine Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri 68,8 83,6 80,6 89,3 70,9 71,7 78,2 82,9 9,2 1,1 6,9 1,0 6,4 1,3 8,3 1,0 - Impiegato 24,5 3,2 47,3 10,3 23,9 5,2 44,3 15,5 - Operaio 35,1 79,3 26,4 78,1 40,6 65,2 25,6 66,4 Indipendenti 31,2 16,4 19,4 10,7 29,1 28,3 21,8 17,1 Dipendenti - Dirigente/quadro Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl) 188 Tab 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008 Qualificati Impiegati professioni commercio e servizi Artigiani, operai, conduttori impianti Non qualificate Totale 2005 9,2 16,8 41,1 32,9 100,0 2006 9,3 18,2 43,0 29,5 100,0 2007 9,9 18,6 43,0 28,5 100,0 2008 8,3 18,3 41,4 32,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.31b Tipologia di professione degli occupati italiani, 2005-2008 Qualificati Impiegati professioni commercio e servizi Artigiani, operai, conduttori impianti Non qualificate Totale 2005 34,5 27,4 28,6 9,5 100,0 2006 36,5 26,6 27,8 9,1 100,0 2007 37,3 26,5 27,4 8,8 100,0 2008 36,5 27,1 27,2 9,2 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto della propria qualifica, per genere e classe di età, 2006 Stranieri Italiani Totale SESSO UE Non UE Totale Maschi 35,4 3 1,2 31,4 15,7 16,7 41,5 46,7 46 16,8 18,4 28,9 28,5 Femmine CLASSI DI ETÀ 15-24 anni 30 23,3 23,5 25-34 anni 49,3 39,1 39,9 25,3 26,5 35-44 anni 39,6 36,8 37 14,8 16,2 45-54 anni 30,8 39,5 38,5 10,1 11,3 55 anni o più 19,8 35,7 33,2 6,3 6,8 Totale 39,2 36,7 36,9 16,1 17,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl) 189 Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati al di fuori della UE, 2004 Retribuzione media annua in € Comparto Dipendenti Totali Dipendenti nati in Paesi extracomunitari Differenza % Agricoltura ed attività connesse con l’agricoltura 23.057 12.255 -46,8 Amministrazioni statali ed Enti pubblici 18.307 5.410 -70,4 Carta ed editoria 21.387 15.434 -27,8 Chimica, gomma ecc. 23.565 15.072 -36,0 Commercio 14.461 9.893 -31,6 Credito e assicurazioni 38.406 34.954 -9,0 Edilizia 14.035 11.169 -20,4 Estrazione e trasformazione minerali 21.822 15.893 -27,2 Legno e mobili 15.548 12.608 -18,9 Metallurgia e Meccanica 22.003 15.604 -29,1 Servizi 12.934 7.451 -42,4 Tessile e abbigliamento 15.031 8.795 -41,5 Trasporti e comunicazioni 20.602 11.629 -43,6 Varie 25.341 13.251 Alimentari ed affini 16.972 Totale 18.132 12.190 11.537 -28,2 -47,7 -36,4 *Si considerano solo le retribuzioni maggiori di zero. Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes su dati INPS. Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria, 2004 Categorie occupazionali Lavoratori autonomi totale 12.921 Commercianti 12.471 Collaboratori parasubordinati 11.227 Dipendenti 11.537 Artigiani 13.101 Domestici 4.860 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati INPS Tab 6.35 Stime unità di lavoro non regolari stranieri, 2000-2006 (migliaia) Anni Stranieri non residenti Valori % 2001 721,1 22,0 2000 655,6 2002 464,1 2003 113,5 2004 213,3 2006 352,4 2005 274,3 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat 190 21,2 15,2 4,0 7,5 9,4 11,9 Tab. 6.36 Stime unità di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006 Anni Irregolari residenti (a) Stranieri non residenti (a) Posizioni plurime (a) 2000 1.540,4 655,6 914,7 2002 1.643,6 464,1 2004 1.627,7 213,3 1.022,0 2.863,0 2006 1.614,3 352,4 1.001,9 2.968,6 2001 2003 2005 Valori assoluti 1.625,5 721,1 1.686,3 2000 49,5 2002 53,8 2001 2003 2004 2005 2006 948,1 100,0 15,2 31,0 100,0 28,5 100,0 36,0 7,5 54,9 2.932,7 29,4 4,0 100,0 35,7 9,4 54,4 2.811,7 21,1 22,0 56,9 3.055,8 1.048,7 Composizione percentuale 60,0 3.280,2 1.011,9 274,3 49,6 3.110,7 933,6 113,5 1.609,7 Totale economia 100,0 35,7 11,9 100,0 33,7 100,0 Fonte: Istat, La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali Note: (a) Per irregolari residenti si intendono gli occupati che si dichiarano nelle indagini presso le famiglie ma non risultano presso le imprese; per stranieri non residenti si intendono i lavoratori non regolari che risultanop completamente invisibili al fisco ed esclusi dalle indagini presso le famiglie; per posizioni plurime si intendono quelle calcolate con metodi indiretti e riguardanti soprattutto il lavoro degli indipendenti in settori sensibili alla non dichiarazione dell’attività produttiva, quali trasporti, costruzioni, alberghi e pubblici esercizi. Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati all’INAIL per genere, 2004-2008 Sesso Maschi Femmine 2004 2005 2006 2007 2008 1.381.773 1.415.318 1.478.001 1.800.982 1.893.989 920.050 963.194 1.023.420 1.276.602 1.372.406 2.301.823 2.378.512 2.501.421 3.077.584 3.266.395 Variazione % anno precedente - 3,3 5,2 23,0 6,1 Variazione % rispetto al 2004 - 3,3 8,7 33,7 41,9 42,0 Totale % femminile sul totale 40,0 40,5 40,9 41,5 Variazione % anno precedente - 3,3 5,2 23,0 6,1 Variazione % rispetto al 2004 - 3,3 8,7 33,7 41,9 40,0 40,5 40,9 41,5 42,0 % femminile sul totale Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL 191 Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008 Area geografica 2004 % 2005 % 2006 % 2007 % 2008 % Italia 839.448 86,8 815.193 86,7 798.855 86,1 771.625 84,6 731.379 83,6 Stranieri 127.281 13,2 124.828 13,3 129.303 13,9 140.785 15,4 143.561 16,4 di cui Paesi U.E. 9.819 1,0 12.744 1,4 12.983 1,4 32.184 3,5 35.458 4,1 Paesi extra U.E. * 117.462 12,2 112.084 11,9 116.320 12,5 108.601 11,9 108.103 12,4 TOTALE 966.729 100,0 940.021 100,0 928.158 100,0 912.410 100,0 874.940 100,0 Paesi extra U.E. * 117.462 12,2 112.084 11,9 116.320 12,5 108.601 11,9 108.103 12,4 966.729 100,0 940.021 100,0 928.158 100,0 912.410 100,0 874.940 100,0 TOTALE * Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania. Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008 Area geografica Italia 2004 % 2005 % 2006 % 2007 % 2008 % 1.138 85,7 1.112 86,9 1.174 87,5 1.029 85,3 944 84,3 190 14,3 168 13,1 167 12,5 178 14,7 176 15,7 Paesi U.E. 15 1,1 17 1,3 22 1,7 59 4,9 67 6,0 Paesi extra U.E. * 175 13,2 151 11,8 145 10,8 119 9,8 109 9,7 1.328 100,0 1.280 100,0 1.341 100,0 1.207 100,0 1.120 100,0 175 13,2 151 11,8 145 10,8 119 9,8 109 9,7 1.328 100,0 1.280 100,0 1.341 100,0 1.207 100,0 1.120 100,0 Stranieri di cui Totale Paesi extra U.E. * TOTALE * Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania. Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL 192 Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attività economica, 2008 Gestione/Settore di attività economica Agricoltura Infortuni N. 5.559 Industria e Servizi Casi mortali % 3,9 137.223 95,6 N. 19 % 10,8 157 89,2 24,4 di cui: Costruzioni 19.719 13,7 43 Industria dei metalli 13.630 9,5 13 7,4 Trasporti e comunicazioni 11.126 7,8 29 16,5 Attività immobiliari e servizi alle imprese 10.096 7 10 5,7 6.356 4,4 2 1,1 Alberghi e ristoranti Industria meccanica 4.386 3,1 3 1,7 Sanità e servizi sociali 4.354 3 4 2,3 Personale domestico 2.584 1,8 1 0,6 143.561 100,0 176 100,0 Dipendenti Conto Stato 779 Totale Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL 193 1,0 - - Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008 Infortuni Regione PIEMONTE VALLE D’AOSTA Casi mortali N. % N. % 11.013 7,7 13 7,4 430 0,3 2 1,1 29.775 20,7 40 22,7 TRENTINO ALTO ADIGE 5.346 3,7 4 2,3 Provincia Autonoma di Bolzano 2.835 2,0 2 1,1 Provincia Autonoma di Trento 2.511 1,7 2 1,1 24.385 17,0 26 14,8 FRIULI V. G. 6.328 4,4 3 1,7 LIGURIA 3.839 2,7 2 1,1 EMILIA ROMAGNA 28.081 19,6 22 12,5 TOSCANA LOMBARDIA VENETO 10.587 7,4 15 8,5 UMBRIA 3.257 2,3 3 1,7 MARCHE 5.797 4,0 4 2,3 LAZIO 5.594 3,9 14 8,0 ABRUZZO 2.743 1,9 5 2,8 299 0,2 - 0,0 CAMPANIA 1.107 0,8 11 6,3 PUGLIA 1.653 1,2 3 1,7 BASILICATA 287 0,2 3 1,7 CALABRIA 704 0,5 0,0 1.725 1,2 5 2,8 611 0,4 1 MOLISE SICILIA SARDEGNA ITALIA 143.561 100,0 176 0,6 100,0 Nord Ovest 45.057 31,4 57 32,3 Nord Est 64.140 44,7 55 31,3 Centro 25.235 17,6 36 20,5 Sud 6.793 4,7 22 12,5 Isole 2.336 1,6 6 3,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL. 194 Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008 2008 Paese di nascita N. Infortuni MAROCCO 22.519 ROMANIA 21.400 ALBANIA 14.746 TUNISIA 5.832 ex-JUGOSLAVIA 4.510 SVIZZERA 4.207 GERMANIA 4.060 SENEGAL 3.970 INDIA 3.151 PERU’ 2.849 MACEDONIA 2.697 PAKISTAN 2.666 POLONIA 2.657 BANGLADESH 2.528 Altri Paesi 45.769 TOTALE 143.561 % 2008 Paese di nascita N. % 15,7 ROMANIA 48 27,3 10,3 MAROCCO 17 Casi mortali 14,9 ALBANIA 21 4,1 SVIZZERA 11,9 9,7 9 3,1 INDIA 5,1 7 2,9 UCRAINA 4,0 6 2,8 BOSNIA - ERZEGOVINA 3,4 5 2,8 ex-JUGOSLAVIA 2,8 5 2,2 POLONIA 2,8 5 2,0 BRASILE 2,8 4 1,9 BURKINA FASO 2,3 4 1,9 REPUBBLICA SLOVACCA 2,3 4 1,9 GERMANIA 2,3 3 1,8 TUNISIA 1,7 3 31,7 Altri Paesi 35 100,0 TOTALE 176 1,7 19,9 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati all’estero al 1° gennaio 2007 Categoria Vecchiaia v.a % 114.814 39,0 Invalidità 19.994 6,8 Superstiti 100.735 34,3 Assegni sociali 20.692 7,0 Invalidità civile 37.790 12,9 294.025 100,0 Totale Fonte: Elaborazioni Caritas Migrantes su dati Inps Tab. 6.44 Beneficiari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari, 2004-2005 Tipologia di sostegno 2004 di cui extracomunitari, % 2005 di cui extracomunitari, % Disoccupazione non agricola 766.991 7,3 800.439 8,6 Disoccupazione agricola 611.750 7,5 574.877 7,6 Mobilità 174.770 Disoccupazione edile Lavori socialmente utili Cassa integrazione guadagni 57.130 54.603 728.530 Fonte: Elaborazione Nomisma su dati INPS 195 23,7 6,5 62.569 0,4 48.222 0,3 -23,8 11,6 613.151 10,7 -22,2 3,2 175.673 9,0 Variazione % 2004-2005 3,9 50,5 -4,8 19,9 II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati nel mercato del lavoro L’indagine Excelsior, condotta annualmente su un campione di oltre 100 mila aziende italiane statisticamente significativo per tutti i settori economici e i territori, è in grado di fornire un quadro previsionale puntuale e aggiornato sulla domanda di assunzione delle imprese e sui bisogni formativi. Nel 2009, in una fase così critica del ciclo economico , la quota di immigrati che si prevede in ingresso risulta ulteriormente contenuta rispetto al 2008, anno che aveva già fatto segnare una netta tendenza alla diminuzione rispetto agli anni precedenti. La tendenziale flessione della domanda attesa di lavoratori immigrati è certamente legata alla fase critica del ciclo economico che penalizza prima di tutto questa categoria di lavoratori collocati in attività più a rischio per il futuro, ed in particolare nelle micro e piccole imprese, in settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, ma non incide sul carattere strutturale di partecipazione al mondo del lavoro degli immigrati nel nostro Paese; le previsioni di assunzione sono però differenziate tra tipologia di contratto e di attività. Più precisamente la flessione è nelle assunzioni non stagionali delle imprese, mentre quelle a carattere stagionale mostra un incremento per quanto riguarda la percentuale minima delle assunzioni di personale immigrato sul totale delle assunzioni. Il fabbisogno di immigrati previsto dalle imprese registra inoltre delle forti differenziazioni sotto il profilo settoriale. Considerando sia la stima di minima che di massima delle assunzioni non stagionali, i servizi sono il comparto che prevede di assorbire il numero più consistente di immigrati (36.920 su 59.710 complessivi). Il comparto industriale è quello che sulle ipotesi di assunzioni non stagionale sia minima che massima registra una contrazione più marcata e, all’interno di questo, è l’industria in senso stretto che registra il primato (tab. 6.45 e 6.46 ); analizzando ancora più nel dettaglio i singoli rami di attività emerge che per quanto concerne le assunzioni non stagionali dell’industria in senso stretto i comparti che hanno un peso relativo più elevato sono quello dei metalli, quella alimentare, della meccanica e delle industrie tessili e abbigliamento; l’andamento dell’ultimo anno mostra una forte contrazione per tutti questi comparti, con l’eccezione dell’alimentare 196 che mostra una diminuzione più lieve (tab. 6.47); per quanto concerne il settore dei servizi i comparti che hanno una maggiore rilevanza sono relativi l’alberghiero e la ristorazione, seguiti dai servizi operativi alle imprese e alle persone e dalla sanità- servizi sanitari privati. Il settore dei servizi operativi alle imprese e alle persone è però quello che per l’ipotesi di massima evidenzia in termini relativi il maggior ricorso a personale immigrato. Nel 2009 rispetto all’anno precedente tutti i comparti dei servizi hanno registrato una contrazione nelle ipotesi di assunzione (fanno eccezione gli studi professionali, che però rappresentano una quota relativa molto bassa dell’intero comparto), anche se con differenze al loro interno: tra quelli con un peso relativo maggiore la “sanità e i servizi sanitari privati” è quello che ha registrato la diminuzione meno consistente (tab. 6.48); mostrano delle differenze evidenti rispetto alla situazione precedentemente descritta i dati relativi al fabbisogno di manodopera stagionale. Questa tipologia di fabbisogno è particolarmente diffusa nel comparto agricolo, dove però non sono ancora disponibili i dati relativi al 2009, ma anche il settore dei servizi assorbe una quota rilevante (nel 2009 l’ipotesi di fabbisogno minimo delle imprese è pari a quasi 37 mila unità). Per quanto riguarda le ipotesi di assunzione di manodopera stagionale, la crescita, nel 2009 rispetto al 2008, nell’ipotesi minima nel comparto dei servizi è da attribuire “agli alberghi, ristoranti e servizi turistici” che stimano nel 2009 quasi 25 mila assunzioni su un totale di circa 37 mila, con una notevole crescita nell’ultimo anno (tab.6.49 e 6.50); dal punto di vista della distribuzione territoriale è ovviamente il Nord l’area del paese dove anche nel 2009 si registra un maggiore assorbimento di manodopera straniera: quasi il 60 per cento sia nell’ipotesi di minima che di massima. Analizzando più dettagliatamente i territori e le tipologie contrattuale si evidenzia un maggior peso relativo del Nord Ovest per quanto riguarda le assunzioni non stagionali di forza lavoro immigrata, mentre considerando la sola componente stagionale è il Nord Est il territorio a maggior assorbimento (tab. 6.51 e 6.52); l’andamento del 2009 rispetto all’anno precedente evidenzia una contrazione di intensità abbastanza simile nelle diverse aree del paese per i contratti non stagionali, mentre per quelli a tempo determinato gli andamenti sono differenti: il Nord Ovest mostra una crescita, in controtendenza rispetto agli altri territori. 197 Le esigenze di qualificazione Al di la dei dati quantitativi è importante analizzare le caratteristiche qualitative del fabbisogno di immigrati. Infatti pur in presenza di una contrazione delle richieste segnalate le imprese indicano un fabbisogno con un livello di qualificazione che cresce negli anni; la composizione dei fabbisogni per gruppi professionali indica un aumento del peso delle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, in controtendenza rispetto ai lavoratori italiani; inoltre si registra una leggera crescita nella distribuzione delle assunzioni relativamente all’incidenza degli operai specializzati, mentre diminuisce quella del personale non qualificato (tab. 6.53 e 6.54); a conferma dell’orientamento di una domanda di lavoro più qualificata sono interessanti i dati relativi alle necessità, dichiarate dalle imprese, di provvedere alla formazione: mentre nel 2003 la quota interessata era pari al 46 per cento, nel 2009 è salita al 79,9 per cento; inoltre anche se, come visto in precedenza, l’impiego di lavoratori immigrati è prevalentemente concentrato in mansioni poco qualificate e/o laddove risulta difficile il reperimento di lavoratori italiani, la richiesta di una maggiore qualificazione dei lavoratori immigrati risulta evidente anche dalla distribuzione negli anni delle assunzioni per livello di istruzione. L’analisi dei dati dal 2006 al 2008 evidenzia infatti un peso relativo superiore negli anni di lavoratori immigrati con una formazione di scuola superiore mentre si è contratto quello dei lavoratori con la sola licenza elementare/media (tab. 6.55 e 6.56). Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 2009* Minimo v.a. % su tot. assunzioni Massimo v.a. % su tot. assunzioni INDUSTRIA, di cui: 22.780 12,6 29.140 16,1 12.590 12,9 Costruzioni 10.200 12,3 Totale Industria in senso stretto SERVIZI 59.710 36.920 11,4 10,8 89.140 2008 Minimo v.a. % su tot. assunzioni Massimo v.a. % su tot. assunzioni 53.070 16,2 68.140 20,8 17,0 111.240 16.640 17,0 33.240 16,3 43.520 21,4 12.500 15,1 9.830 16,1 24.630 20,0 59.990 17,5 58.160 13,4 11,6 167.800 99.660 20,3 19,9 * v.a. arrotondati alle decine. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 198 Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 Totale 2009* % su tot. Minimo v.a. assunzioni INDUSTRIA, di cui: Industria in senso stretto Costruzioni SERVIZI 43.100 6.270 16,7% 69.480 14,2% 10.710 11,5% 1.020 5.540 14.7% 36.840 17,2% 730 Massimo % su tot. v.a. assunzioni 26,9% 24,3% 9.690 33.620 13,4 9.250 62.010 15.300 17,1 1.820 7.970 17,0 27,5% 24.370 12,4 1.280 Massimo % su tot. v.a. assunzioni 17,0 25,7% 16,1% 58.770 2008 Minimo % su tot. v.a. assunzioni 24,6 28,2 3.480 28,8 46.700 23,7 24,3 * v.a. arrotondati alle decine. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 per tipo di industria 2009* Minimo v.a. Industria in senso stretto 12.590 Estrazione di minerali 100 Industria alimentari Industrie tessili, abbigliamento e calzature Industrie del legno e del mobile Industrie della carta, stampa, editoria Industrie chimiche Industria della gomma e materie plastiche Industrie dei minerali non metalliferi Industrie dei metalli Industria meccaniche e mezzi trasporto Industrie elettriche, elettroniche, ottiche, medicali Ind. beni per la casa e altre manifatture Produzione e distribuzione energia, gas e acqua 2380 1380 % su Massimo tot. v.a. assunz. 12,9 8,9 14,7 12,2 16.640 100 3220 1550 2008 % su tot. assunz. Minimo v.a. 9,2 270 17,0 19,8 13,6 33.240 3.070 4.480 % su Massimo tot. v.a. assunz. 16,3 10,7 13,5 18,2 320 4.150 5.460 21,4 12,4 18,3 22,1 1050 14,8 1320 18,6 2.710 19,4 3.300 23,6 380 7,2 490 9,3 1.080 12,4 1.700 19,7 350 750 680 2710 8,1 18,4 16,0 17,4 390 1250 760 3690 9,0 30,8 17,9 23,8 720 2.010 1.550 8.420 8,9 21,2 16,8 960 2.780 1.800 11,8 29,3 19,5 1620 10,1 2380 14,8 5.540 14,3 21,2 10.210 8.340 21,5 830 9,8 1040 12,3 2.230 11,5 3.130 16,2 240 16,3 280 18,9 580 18,9 680 22,5 130 5,1 170 6,8 600 17,8 700 20,6 * v.a. arrotondati alle decine Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 199 43.520 % su tot. assunz. 25,7 Tab. 6.48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 e il 2008 per tipo di servizio Minimo v.a. Servizi Commercio al dettaglio Commercio e riparazione di autoveicoli e mot. Commercio all’ingrosso Alberghi, ristoranti e servizi turistici Trasporti e attività postali Informatica e telecomunicazioni Servizi avanzati alle imprese Credito, assicurazioni e servizi finanziari Servizi operativi alle imprese e alle persone Istruzione e servizi formativi privati Sanità e servizi sanitari privati Altri servizi alle persone Studi professionali 36.920 2.810 2009* % su % su Massimo tot. tot. v.a. Assunz. Assunz. 10.8 59.990 17.5 4.4 6.110 9.6 2008 % su Massimo tot. v.a. Assunz. 11,6 99.660 5,4 10.470 Minimo v.a. 58.160 4.270 % su tot. Assunz. 19,9 13,3 720 7.4 760 7.7 1.570 8,9 1.820 10,3 2.010 8.890 3.070 1.350 1.550 540 10.4 16.9 10.0 8.6 7.4 3.4 2.420 11240 4.440 1.710 1.880 850 12.5 21.3 14.5 11.0 9.0 5.3 3.430 13.550 7.950 1.420 2.080 840 9,8 16,7 15,6 5,8 6,1 3,2 4.100 20.050 12.120 2.240 3.090 1.430 11,7 24,8 23,8 9,2 9,1 5,4 6.410 15.3 13.350 31.8 9.930 17,5 21.680 38,3 550 5.510 3.110 410 8.9 16.6 12.3 5.2 720 12.490 3630 410 11.7 37.6 14.4 5.2 970 6.780 5.010 380 13,0 17,8 13,3 2,9 1.240 14.510 6.520 390 16,6 38,0 17,4 3,0 * v.a. arrotondati alle decine. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 Tab. 6.49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di industria Minimo v.a. Industria in senso stretto Estrazione di minerali Industria alimentari Industrie tessili, abbigliamento e calzature Industrie del legno e del mobile Industrie della carta, stampa, editoria Industrie chimiche Industria della gomma e materie plastiche Industrie dei minerali non metalliferi Industrie dei metalli Industria meccaniche e mezzi trasporto Industrie elettriche, elettroniche, ottiche, medicali Ind. beni per la casa e altre manifatture Produzione e distribuzione energia, gas e acqua 5.540 3.810 450 220 110 50 160 30 320 240 2009* % su % su Massimo tot. tot. v.a. assunz. assunz. 14,7 9.690 25,7 14,8 6.870 26,6 15,6 640 22,2 17,5 320 24,9 9,6 200 17,8 6,6 100 13,4 22,5 330 46,1 9,7 40 15,8 17,1 490 26,2 14,3 440 26,0 Minimo v.a. 7.970 6.250 370 260 210 50 20 230 440 2008 % su % su Massimo tot. tot. v.a. assunz. assunz. 17,0 13.480 28,8 18,3 10.870 31,8 11,1 510 15,5 23,4 300 27,4 17,0 270 22,1 20 2,5 12,3 90 23,3 8,4 30,0 13,8 18,1 310 24,4 14,4 900 30,0 70 11,9 140 23,3 60 10,6 90,0 15,3 50 11,1 90 18,2 60,0 16,9 60,0 17,4 - - - - - - - - *v.a. arrotondati alle decine. Il segno – indica un valore non statisticamente significativo. Fonte:Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 200 Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di servizio 2009* Minimo % su tot. v.a. Assunz. SERVIZI Commercio al dettaglio Commercio e riparazione di autoveicoli e mot. Commercio all’ingrosso Alberghi, ristoranti e servizi turistici 2008 Massimo % su tot. v.a. Assunz. Minimo v.a. % su tot. Assunz. Massimo % su tot. v.a. Assunz. 36.840 17,2 58.770 27,5 24.370 1.520 8,2 3.320 17,9 800 430 20,9 480 23,7 1.170 18,2 2.190 33,9 800 8,2 1.850 19 24.480 21,7 42.980 32,7 17.270 15,1 30.810 26,9 170 12,4 46.700 23,7 3,3 3.700 15,4 8,0 180 8,5 Trasporti e attività postali 730 7,6 1.050 10,9 830 6,9 1.490 12,4 Informatica e telecomunicazioni 340 18,8 420 23,3 250 22,4 330 29,9 Servizi avanzati alle imprese 550 14,2 800 20,6 510 16,9 700 23,4 270 21,8 310 24,6 220 15,9 280 20,6 1.610 19,4 3.730 45,0 1.830 26,7 3.960 57,8 Istruzione e servizi formativi privati 180 4,3 250 6,0 160 5,9 350 13,1 Sanità e servizi sanitari privati 250 5,7 710 16,1 450 15,0 1.090 36,5 1.300 6,0 2.530 11,6 1.090 6,5 1.980 11,8 - - - - - - - - Credito, assicurazioni e servizi finanziari Servizi operativi alle imprese e alle persone Altri servizi alle persone Studi professionali *v.a. arrotondati alle decine. Il segno – indica un valore non statisticamente significativo. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geografica 2009* Nord Ovest 2008 Minimo v.a. % su tot. assunzioni Massimo v.a. % su tot. assunzioni Minimo v.a. % su tot. assunzioni Massimo v.a. % su tot. assunzioni 19.320 12.9 25.990 20.1 33.690 13,9 51.460 21,3 Nord Est 16.110 13.3 25.060 20.7 31.490 15,8 48.370 24,3 Centro 13.270 12.7 18.900 18.1 25.820 15,4 38.290 22,9 Sud e Isole 11.010 7.4 15.190 10.2 20.230 9,2 29.670 13,5 * v.a. arrotondati alle decine. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 201 Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geografica Nord Ovest 2009* 2008 Minimo v.a. % su tot. assunzioni Massimo v.a. % su tot. assunzioni Minimo v.a. % su tot. assunzioni Massimo v.a. % su tot. assunzioni 16.720 22,0 25.390 33,3 13.460 17,5 22.690 29,5 17,6 7.320 9.360 Nord Est Centro 19,5 8.710 Sud e Isole 18,6 8.310 9,6 14.930 13.930 15.240 31,0 29,7 5.600 7.230 13,2 15,2 8,7 12.370 29,1 13.730 28,8 13.220 15,6 * v.a. arrotondati alle decine. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali, 2003-2008 Anni 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Totale assunzioni 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 dirigenti e profess. specialist. Professioni tecniche 1,3 6,7 1,4 1,3 1,0 1,4 1,7 6,8 6,3 4,8 5,0 5,3 Profess. commerc. e servizi Operai specializzati 5,2 17,9 27,6 5,9 24,3 5,0 23,7 Impiegati 5,0 5,5 5,7 Condutt. impianti e macchine 22,0 27,5 24,5 23,1 15,0 22,7 22,2 15,3 21,7 23,3 14,3 Professioni non qualificate 23,1 16,0 25,3 24,3 15,2 27,1 27,8 15,6 25,3 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile 2009) Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali, 2007 e 2008 Anni Totale assunzioni 2007 100,0 2008 100,0 Dirigenti e profess. specialist. Professioni tecniche Impiegati 0,3 17,7 18,9 13,2 0,3 12,9 Profess. commerc. e servizi Operai specializzati 21,0 19,3 24,1 18,6 Condutt. impianti e macchine Professioni non qualificate 13,2 9,3 13,0 8,5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile 2009) 202 Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione, 2006-2008 Titolo univers. Dip. scuola sup. Qualif. profess. Scuola obbligo Totale 2006 Lavoratori italiani 2007 2008 Lavoratori stranieri 2006 2007 2008 v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % 53.300 10,0 67.480 11,0 81.040 12,3 6.100 3,7 7.850 3,4 6.960 4,1 204.440 38,4 246.400 40,3 291.470 44,2 31.160 19,1 46.650 20,5 43.810 26,1 94.530 17,7 98.260 16,1 84.330 12,8 38.910 23,9 49.050 21,6 36.120 21,5 180.560 33,9 199.740 32,6 203.260 30,8 86.770 53,3 124.030 54,5 80.910 48,2 532.840 100,0 611.890 100,0 660.090 100,0 162.930 100,0 227.570 100,0 167.800 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile 2009) Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009 2003 Con necessità di formazione Fino a 29 anni Senza esperienza specifica 65,9 (1) 48,6 46,4 2004 2005 35,0 46,6 75,7 32,7 50,2 74,4 2008 75,0 2009* 79,9 32,6 32,5 30,5 (1)Valori non confrontabili con gli anni successivi. * Il dato 2009, comprende i soli settori Industria e Servizi. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009 203 52,4 76,1 2006 2007 (1) 51,8 50,2 46,8 II.6.4 Le imprese degli stranieri Le caratteristiche e l’evoluzione dell’imprenditoria straniera A fine 2008, sulla base dei dati Infocamere, in Italia vi erano oltre 309.000 titolari di imprese individuali di nati all’estero, di cui oltre il 77% di cittadini extracomunitari e poco meno del 23% di cittadini comunitari. Le attività imprenditoriali a titolarità femminile rappresentano circa il 21 per cento del totale delle attività, dimostrando in questi anni una notevole capacità di crescita: sono passate da poco meno di 45 mila del 2004 ad oltre 65 mila nel 2008 (tab. 6.57); le imprese di titolari stranieri crescono in Italia a un ritmo sostenuto, in controtendenza rispetto alle imprese italiane; anche nel 2008, nonostante lo scenario economico, rispetto all’anno precedente la crescita è stata del 7,4 per cento (anno con la crescita meno rilevante degli ultimi cinque anni), a fronte di una lieve contrazione delle imprese a titolarità italiana (tab. 6.58); quasi il 70 per cento degli imprenditori stranieri si colloca nella fascia di età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 14 per cento interessa quella di età inferiore ai 30 anni e il 16 per cento appartiene alla fascia superiore ai 50 anni. Va rilevato che quest’ultima classe è quella che negli ultimi anni sta leggermente aumentando il suo peso relativo. Rispetto al totale delle imprese italiane la differenza più rilevante riguarda proprio quest’ultima classe di età, cioè dai 50 anni in su, alla quale appartiene nel 2008 il 40 per cento delle imprese totali (tab. 6.59); la distribuzione delle imprese attive di titolari nati all’estero con nazionalità straniera per attività vede una forte presenza nel commercio (37,5 per cento del totale delle imprese straniere) nelle costruzioni (32,2 per cento) e nelle attività manifatturiere (11,1 per cento). Se si raffronta la distribuzione settoriale delle imprese straniere con quelle totali nazionali l’evidenza delle specializzazioni, in particolare nel settore delle costruzioni e nel commercio, è ancora più marcata (tab. 6.60). 204 Il comparto manifatturiero e quello del commercio si presentano poi con una struttura fortemente concentrata in alcune principali classi di attività: l’abbigliamento (oltre il 31 per cento del totale manifatturiero), le industrie alimentari (quasi il 15 per cento), la fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo (14,3 per cento) e le pelli-calzature (quasi il 10 per cento); nel commercio è naturalmente quello al dettaglio che assorbe il maggior numero di imprese (tab. 6.61 e 6.62); per quanto concerne la distribuzione territoriale le imprese sono principalmente collocate nel Centro Nord. Tra le regioni detiene il primato la Lombardia, dove sono concentrate oltre il 21 per cento delle imprese straniere totali, con un peso relativo stabile negli anni; seguono il Lazio, il Veneto, il Piemonte e la Toscana (tab. 6.63); è interessante anche l’analisi della distribuzione delle imprese per provincia. Come era ovvio aspettarsi, le province con una numerosità di imprese più elevata sono localizzate soprattutto nel Centro Nord, ma tra le prime venti province per numerosità di imprese attive di titolari stranieri è presente anche il Sud con Napoli, Caserta e Lecce. Inoltre è rilevante notare che nella graduatoria non sono solo presenti capoluoghi di provincia, ma anche province più piccole (tab. 6.64); i dati evidenziano delle specializzazioni settoriali in alcune delle 20 principali province per numero di imprese immigrate: in quasi tutte le province il commercio e costruzioni sono i principali settori, con l’eccezione di Prato che primeggia con il tessile, Reggio Emilia con l’abbigliamento al secondo posto tra i settori e, sempre al secondo posto, emerge la specializzazione di Firenze nel comparto cuoio e calzature (tab. 6.65); la rapida crescita della quota di imprese individuali gestite da stranieri non attenuano le difficoltà di accesso al credito che risultano molto superiori rispetto a quelle costituite da italiani. Analisi condotte dalla Banca d’Italia indicano che il costo del credito per le ditte costituite da extra comunitari è superiore di circa 60 punti base a quello per le ditte costituite da italiani, a parità di caratteristiche dell’impresa e dell’imprenditore15. 15 Fonte: Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008. 205 206 886.982 TOTALE Italia 2.598.682 161.798 141.828 206.740 174.517 32.223 TOTALE 3.485.664 49.923 37.231 12.692 F 889.562 2.610.793 185.181 164.213 20.968 M 2005 235.104 201.444 33.660 TOTALE 3.500.355 55.101 41.949 13.152 F 888.278 2.602.630 206.441 184.781 21.660 M 2006 261.542 226.730 34.812 TOTALE 3.490.908 880.915 60.395 43.055 17.340 F 2005 su 2004 0,4 13,7 2006 su 2005 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese ITALIA (TOT IMPRESE) imprese straniere -0,3 11,2 2007 su 2006 288.006 224.370 63.636 TOTALE 65.357 46.648 18.709 F 243.958 192.574 51.384 M 2008 309.315 239.222 70.093 TOTALE -0,8 10,1 2008 su 2007 -0,9 7,4 2008 su 2004 -1,6 49,6 2.580.361 3.461.276 873.512 2.556.126 3.429.638 227.611 181.315 46.296 M 2007 Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarità straniera e dell’insieme delle imprese, 2004-2008 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese 44.942 32.689 Extra Comunitaria TOTALE Straniere 12.253 Comunitaria 19.970 M F 2004 Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalità straniera per genere, 2004-2008 Tab. 6.59 Titolari di nazionalità straniera di imprese individuali per classe di età, 2004-2008 CLASSE DI ETA’ 2004 < 30 30-49 >=50 TOTALE Extra Comunitaria 15,8 70,7 13,5 100,0 Comunitaria 11,7 TOTALE Straniere 67,4 15,2 TOTALE Italia 70,2 8,2 2005 20,9 100,0 14,6 51,5 100,0 40,3 100,0 Comunitaria 10,6 68,5 20,9 100,0 TOTALE Straniere 15,1 70,2 14,7 100,0 Extra Comunitaria 15,9 TOTALE Italia 70,4 7,9 2006 Comunitaria Extra Comunitaria 52,0 TOTALE Italia 40,1 100,0 68,9 21,2 100,0 14,8 70,1 15,1 100,0 70,2 7,7 2007 100,0 9,9 15,6 TOTALE Straniere 13,7 14,2 52,4 100,0 39,9 100,0 Comunitaria 16,6 68,8 14,7 100,0 TOTALE Straniere 14,8 69,8 15,4 100,0 Extra Comunitaria 14,4 TOTALE Italia 70,0 7,5 2008 15,6 52,7 100,0 39,9 100,0 Comunitaria 16,7 68,7 14,6 100,0 TOTALE Straniere 14,2 69,7 16,1 100,0 Extra Comunitaria 13,5 TOTALE Italia 69,9 7,2 16,6 52,8 100,0 40,0 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese Tab. 6.60 Distribuzione per attività economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008 Comunitaria Agricoltura, caccia e silvicoltura Pesca,piscicoltura e servizi connessi Estrazione di minerali Attivita’ manifatturiere Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua Costruzioni Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. Intermediaz.monetaria e finanziaria Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca Istruzione Sanita’ e altri servizi sociali Altri servizi pubblici,sociali e personali Imprese non classificate Totale Extra Comunitaria 7,8 0,1 0,0 8,0 0,0 48,1 18,6 3,7 2,6 0,9 5,3 0,3 0,1 4,1 0,3 100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese 207 2,9 0,0 0,0 12,0 0,0 27,5 43,0 2,6 4,3 0,6 4,5 0,1 0,1 2,1 0,3 100,0 Totale imprese straniere 4,0 0,0 0,0 11,1 0,0 32,2 37,5 2,8 3,9 0,6 4,7 0,2 0,1 2,6 0,3 100,0 ITALIA 16,8 0,2 0,1 12,1 0,1 15,2 27,2 5,2 3,6 2,0 11,4 0,4 0,5 4,5 0,7 100,0 Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nell’industria manifatturiera, 2008 Comunitaria Industrie alimentari e delle bevande Extra Comunitaria 19,0 TOTALE 13,9 14,7 Industria del tabacco ITALIA 16,6 0,0 Industrie tessili 3,2 5,0 4,7 4,4 Confez.articoli vestiario-prep.pellicce 8,2 35,9 31,4 7,2 Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio 1,8 11,4 9,9 3,7 Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia 8,0 3,0 3,8 7,2 Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta 0,4 0,2 0,2 0,8 Editoria,stampa e riprod.supp.registrati 3,3 1,2 1,5 5,1 Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari 0,0 0,0 0,0 0,1 Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche 0,3 0,1 0,1 1,2 Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche 1,4 0,6 0,8 2,0 Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif. 4,5 1,8 2,3 4,6 Produzione di metalli e loro leghe 0,2 0,1 0,1 0,7 22,5 12,8 14,3 17,7 Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal. 5,1 2,4 2,8 7,6 Fabbric.macchine per uff.,elaboratori 0,5 0,1 0,2 0,6 Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a. 2,4 1,0 1,2 3,0 Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic. 0,6 0,3 0,3 0,9 Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici 4,1 1,4 1,8 4,5 Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim. 0,4 0,1 0,1 0,5 Fabbric.di altri mezzi di trasporto Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere Recupero e preparaz. per il riciclaggio 2,8 0,9 1,2 1,3 11,0 7,6 8,1 10,0 0,3 0,3 0,3 0,5 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nel commercio, 2008 Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE ITALIA Comm.manut.e rip.autov. e motocicli 10,4 2,9 3,8 11,9 Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov. 29,9 14,9 16,6 31,7 Comm.dett.escl.autov-rip.beni pers. 59,7 82,2 79,6 56,4 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese 208 Tab. 6.63 Distribuzione regionale dei titolari di impresa nati all’estero, 2008 ABRUZZO Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE Comunitaria Extra Comunitaria TOTALE BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA-ROMAGNA FRIULI-VENEZIA GIULIA LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA TRENTINO-ALTO ADIGE UMBRIA VALLE D’AOSTA VENETO TOTALE Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese 209 2004 3,0 2,8 2,9 0,6 0,5 0,5 2,1 2,4 2,3 5,0 5,4 5,3 7,6 9,0 8,6 3,5 3,1 3,2 8,8 10,6 10,2 3,3 3,2 3,2 21,6 22,0 21,9 2,7 2,8 2,8 0,7 0,4 0,5 7,0 7,3 7,2 4,2 3,1 3,3 2,7 1,7 1,9 6,2 4,5 4,9 7,4 9,0 8,6 4,2 1,3 2,0 1,9 1,4 1,5 0,4 0,2 0,2 7,4 9,5 9,0 100,0 100,0 100,0 2005 3,1 2,7 2,8 0,6 0,4 0,5 2,1 2,3 2,2 5,0 5,3 5,2 7,6 9,3 8,9 3,4 2,9 3,1 8,9 10,5 10,1 3,3 3,2 3,2 21,5 21,8 21,7 2,7 2,9 2,8 0,7 0,4 0,5 6,9 7,5 7,4 4,3 3,0 3,3 2,7 1,6 1,9 6,1 4,5 4,9 7,4 9,1 8,7 4,1 1,3 2,0 2,0 1,5 1,6 0,3 0,2 0,2 7,5 9,6 9,1 100,0 100,0 100,0 2006 3,0 2,7 2,8 0,6 0,4 0,5 2,1 2,2 2,2 5,0 5,2 5,2 7,6 9,5 9,1 3,4 2,8 3,0 9,1 10,6 10,3 3,3 3,2 3,2 21,3 21,7 21,6 2,7 2,9 2,8 0,7 0,4 0,5 6,8 7,7 7,5 4,2 2,8 3,1 2,7 1,6 1,8 6,3 4,3 4,8 7,4 9,3 8,8 4,1 1,3 1,9 2,0 1,5 1,6 0,3 0,2 0,2 7,5 9,7 9,2 100,0 100,0 100,0 2007 2,8 2,7 2,7 0,5 0,4 0,4 1,7 2,3 2,1 4,0 5,5 5,1 7,8 9,7 9,2 2,8 2,9 2,9 11,2 10,1 10,4 2,9 3,3 3,2 20,6 21,6 21,3 2,8 2,9 2,9 0,5 0,4 0,4 9,2 7,2 7,8 3,3 2,9 3,0 2,1 1,6 1,8 5,0 4,6 4,7 8,6 9,2 9,0 3,3 1,4 1,9 2,1 1,4 1,6 0,3 0,2 0,2 8,5 9,7 9,3 100,0 100,0 100,0 2008 2,8 2,6 2,7 0,5 0,4 0,4 1,7 2,2 2,1 3,9 5,5 5,0 7,9 9,8 9,2 2,7 2,7 2,7 11,7 10,1 10,5 2,9 3,4 3,2 20,5 21,8 21,4 2,8 3,0 2,9 0,5 0,4 0,4 9,5 7,3 7,9 3,2 2,9 3,0 2,1 1,6 1,8 4,9 4,5 4,6 8,7 9,2 9,1 3,2 1,4 1,9 2,0 1,4 1,6 0,3 0,1 0,2 8,4 9,7 9,3 100,0 100,0 100,0 Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati all’estero, 2008 Provincia N° imprese MILANO 8.679 ROMA 9.606 TORINO 8.016 FIRENZE 3.616 BRESCIA 3.191 VERONA 2.975 VICENZA 1.990 PADOVA 1.946 BOLOGNA 1.884 REGGIO EMILIA 1.878 TREVISO 1.601 NAPOLI 1.195 VARESE 1.733 SALERNO 1.611 BERGAMO 1.603 CASERTA 1.391 MODENA 1.499 GENOVA 1.017 PRATO 950 LECCE 900 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese 210 211 Costruzioni Costruzioni Comm.dett. Comm.dett. Costruzioni Costruzioni Costruzioni Costruzioni Costruzioni Comm.dett. Costruzioni Abbigliamento Costruzioni MODENA REGGIO EMILIA ROMA GENOVA BERGAMO BRESCIA MILANO VARESE TORINO LECCE FIRENZE PRATO PADOVA Comm.ingr 2 Comm.ingr 38,9 50,0 39,3 50,1 40,3 48,9 32,8 30,2 38,1 38,9 29,5 58,2 41,1 37,8 Comm.dett. Costruzioni Cuoio Costruzioni Comm.dett. Comm.dett. Comm.dett. Comm.dett. Comm.dett. Costruzioni Costruzioni Abbigliamento Comm.dett. Comm.dett. 63,9 Costruzioni 56,4 69,6 17,0 19,3 14,8 11,0 29,7 18,6 19,3 22,8 20,2 32,8 26,3 12,5 15,0 20,7 6,4 22,2 7,2 6,9 6,0 12,1 10,0 8,6 7,3 5,0 4,7 5,3 5,7 5,3 Abbigliamento Comm.dett. 10,4 8,0 Altri servizi pubblici, sociali e personali 6,5 Comm.dett. 13,5 Comm.ingr Comm.ingr Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 7,8 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 10,8 Comm.ingr Trasporti Comm.ingr Comm.dett. Abbigliamento Trasporti Agricoltura Costruzioni 3 Costruzioni Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Infocamere-Movimprese Comm.dett. Costruzioni BOLOGNA Comm.dett. NAPOLI 1 SALERNO Comm.dett. CASERTA 4 4,0 3,4 8,7 7,6 5,9 Comm.ingr Comm.ingr Comm.ingr Alberghi e ristoranti 8,0 7,3 8,0 5,0 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 4,6 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 5,6 Trasporti Trasporti Trasporti Comm.ingr 2,8 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 8,6 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 4,5 Comm.ingr 4,4 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 6,5 Trasporti 5,6 Trasporti Agricoltura 3,7 4,6 2,8 5,5 5,2 7,8 4,6 4,5 4,3 7,6 6,4 Tessile 4,2 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 4,9 Abbigliamento Comm.ingr Trasporti Trasporti Comm.ingr Comm.ingr Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 5,3 Comm.ingr Trasporti Metalli Comm.ingr Comm.ingr 5 Altri servizi pubblici, sociali e personali 2,4 Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese 2,6 Alberghi e ristoranti 4,1 Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province selezionate, 2008 APPROFONDIMENTO 1 I risultati di un’analisi diretta Unioncamere-Nomisma-Crif L’analisi che segue riporta alcuni dei risultati provvisori di un’indagine campionaria realizzata nel 2009 su 621 imprese gestite da imprenditori non italiani, molto utili per comprendere il comportamento degli imprenditori immigrati e il profilo qualitativo di queste imprese. Il lavoro conclusivo prevederà un campione di 1.000 imprenditori su tutto il territorio nazionale e sarà reso pubblico alla fine del 2009. Le caratteristiche dell’imprenditore e delle imprese Si tratta di imprese il cui titolare immigrato possiede un buon livello di istruzione e che, nella maggior parte dei casi, opera in proprio da un tempo compreso tra uno e cinque anni (graf. A); solo il 10 per cento del campione ha realizzato in precedenza un’altra attività autonoma, mentre per quasi il 90 per cento rappresenta la prima esperienza imprenditoriale, anche se in massima parte gli imprenditori possiedono un’esperienza lavorativa precedente: quasi l’80 per cento faceva un altro mestiere, poco più del 15 per cento era impegnato in piccoli lavoretti, mentre per meno del 5 per cento l’attività in proprio rappresenta la prima occupazione (graf. B e C); le prospettive dell’imprenditore, nella maggior parte dei casi, guardano in direzione di una presenza stabile in Italia e nella quasi totalità dei casi (oltre il 90 per cento) è stato proprio il titolare a creare l’attività, mentre solo nell’8 per cento l’attività esisteva già in precedenza (graf. D); il modello di impresa a socio unico è quello assolutamente dominante, ma nel 45 per cento dei casi le imprese vengono gestite dall’imprenditore con almeno un collaboratore (graf. E); si tratta di micro imprese con strutture organizzative elementari: solo circa il 23 per cento ha più di un addetto e il 96 per cento nel 2008 ha fatturato meno di 250.000 euro (graf. F). L’organizzazione dell’attività, la posizione di mercato e il finanziamento dell’attività le attività e le produzioni realizzate dalle imprese intervistate hanno caratteristiche diverse in termini di destinazione di mercato: circa il 58 per cento vende i suoi prodotti in ambito locale e provinciale, per poco meno del 25 per cento il riferimento di mercato è quello regionale mentre il mercato nazionale e internazionale è un riferimento per il 17 per cento degli 212 intervistati e comunque quasi mai legato al paese di origine (graf. G); sia i clienti che i fornitori sono in massima parte italiani mentre solo una piccola quota, non superiore in entrambi casi al 4 per cento, è del Paese di origine (graf. H e I); rispetto al legame con il Paese di origine un risultato sostanzialmente diverso è relativo al personale, che in quasi il 56 per cento dei casi in cui vi è personale esterno alla famiglia, proviene dal paese e dalla comunità di origine (graf. L) per quanto riguarda l’organizzazione dell’attività, coerentemente con la dimensione delle imprese del campione, le più importanti funzioni vengono svolte dal titolare, ed in particolare quelle relative agli acquisti, le vendite, la produzione e la logistica, mentre più spesso gli aspetti finanziari vengono delegati al commercialista (circa il 46 per cento degli intervistati) o svolti dall’imprenditore con il supporto di un esperto esterno (quasi il 25 per cento) (graf. M); una quota consistente di imprenditori ha dichiarato di giocare il proprio posizionamento competitivo sul buon rapporto qualità-prezzo (dichiarato come punto di forza da circa il 32 per cento degli intervistati), ma assume un’ importanza rilevante, per oltre il 19 per cento dei casi, il prezzo, seguito dall’abilità tecnica dell’imprenditore (oltre il 18 per cento) (graf. N); le prospettive dell’impresa per il prossimo futuro risultano influenzate, come prevedibile, dalla pesante crisi economica: oltre il 67 per cento delle imprese si attende una diminuzione della domanda e per oltre il 28 per cento degli intervistati la propria attività potrebbe incontrare in futuro difficoltà finanziarie; tra quelli che hanno segnalato come possibile problema la diminuzione della domanda, la maggior parte sono preoccupati della situazione negativa in cui versa l’economia italiana (oltre il 58 per cento), seguono poi in ordine di importanza l’aumento della concorrenza e le previsioni negative sull’andamento del settore (segnalati rispettivamente da quasi il 18 per cento e da oltre il 14 per cento) (graf. O e P); per le imprese che temono difficoltà finanziarie le cause sono da imputare principalmente ai ritardi di pagamento dei clienti (25 per cento dei casi), alle difficoltà di accesso al credito per mancanza di garanzie (19 per cento) e alle procedure troppo complesse per l’accesso al credito (17 per cento) (graf. Q ); va però evidenziato che circa il 57 per cento delle imprese autofinanzia la propria attività o ricorre all’aiuto di parenti (12 per cento), mentre solo il 21 per cento finanzia la sua attività con il ricorso a prestiti bancari e il 2 per cento a finanziarie e società di leasing (graf. R); 213 al limitato utilizzo delle banche come modalità di finanziamento dell’attività d’impresa non corrisponde l’assenza di rapporti con il sistema bancario, dichiarato solo da circa il 21 per cento dei casi, mentre la restante quota utilizza banche o finanziarie prevalentemente italiane (graf. S). I servizi all’impresa Le imprese a titolare immigrato reperiscono le informazioni sulle attività delle imprese principalmente tramite canali informali, almeno per ciò che riguarda il mercato (dove prevale il passaparola), il reclutamento e la formazione del personale. Per gli adempimenti fiscali, l’assistenza all’imprenditore viene svolta da commercialisti e dai CAF (Centri di Assistenza Fiscale). Per i problemi finanziari, dalle banche. Per quanto riguarda le difficoltà di accesso ai servizi all’impresa, i giudizi degli imprenditori sono differenti a seconda della tipologia del servizio: sono maggiormente sentite le esigenze di supporto allo sviluppo commerciale, dove la difficoltà principalmente segnalata è quella di una scarsa conoscenza dell’offerta di questi servizi sul territorio, seguiti dai servizi per il supporto alle pratiche burocratiche, soprattutto per i tempi lunghi che richiedono gli adempimenti amministrativi, mentre i servizi di reclutamento e formazione del personale sono rilevanti solo per un numero limitato di imprese che segnalano spesso la mancanza di informazioni sulle strutture che erogano questa tipologia di servizi (graf. T, U, V, Z); 214 Graf. A Anni di svolgimento della attività in proprio 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 54% 33% 12% 1% Da meno di un anno Da 1 a 5 anni Da 6 a 10 anni Da oltre 10 anni Graf. B Esperienza in proprio dell'imprenditore 100% 87% 80% 60% 40% 10% 20% 0% 215 1^attività in proprio 2^ attività in proprio 3% 3^ o più Graf. C Esperienza lavorativa precedente dell'imprenditore 79% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 17% 4% Faceva un altro mestiere Non lavorava Faceva piccoli lavoretti Graf. D Storia dell'azienda 92% 100% 80% 60% 40% 2% 20% 0% Creata dall'imprenditore 216 Esisteva già ed era gestita da altri 6% Esisteva già ed era gestita da italiani Graf. E Numero di persone che aiutano l'imprenditore 60% 54% 50% 40% 30% 22,9% 20% 9,5% 10% 0% 0 1 2 6,1% 3 4,5% 2,6% 4 5 e più Graf. F Classe di fatturato 2008 100,0% 96,1% 80,0% 60,0% 40,0% 20,0% 0,0% 217 2,2% Meno di 250.000 euro 1,2% 0,3% Tra 250.000 Tra 500.000 e 500.000 e 1.000.000 euro euro Più di 1.000.000 euro Graf. G Mercato di riferimento dei prodotti 58,2% 60,0% 50,0% 40,0% 24,6% 30,0% 13,1% 20,0% 3,9% 10,0% 0,0% Localeprovinciale Regionale Nazionale Internazionale 0,3% Paese di origine Graf. H Clienti principali 92,9% 100,0% 80,0% 60,0% 40,0% 20,0% 0,0% 218 3,6% Immigrati della sua comunita 3,5% Immigrati non della sua comunita Italiani Graf. I Fornitori 55% 60% 50% 40% 28% 30% 20% 9% 10% 0% Locali Nazionali Internazionali 4% Paese di origine Graf. L Personale dipendente 55,8% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 18,5% 20,0% 17,2% 8,6% 10,0% 0,0% Italiano 219 Della comunità di origine Del paese di origine Di altre comunità immigrate Graf. M Organizzazione dell'impresa 90,5% 87,3% imprenditore 46,4% 28,2% 24,8% Imprenditore con supporto esterno 4,5% 3,5% Consulente esterno 1,8% 1,3% Produzione e logistica Acquisti e vendite Finanza 100,0% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% Graf. N Punti di forza 35,0% 32,1% 30,0% 25,0% 19,2% 20,0% 18,2% 14,4% 15,0% 10,3% 10,0% 220 Altro 2,6% abilità tecnica La flessibilita qualitaprezzo innovazione qualità prodotti 0,8% Prezzi bassi 0,0% 2,3% flex apertura 5,0% Graf. O Possibili problemi futuri 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 67,5% 28,7% 2,4% 1,4% Diminuzione Difficolta Mancanza di Difficoltà della finanziarie personale produttiva e domanda (bancarie) nei trasporti Graf. P Motivazione della diminuzione della domanda (per chi rileva questo problema) 58,4% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 17,7% 14,4% 20,0% 221 3,3% Altro Andamento negativo mercato Andamento negativo del settore Situazione negativa economia 0,0% Nuovi concorrenti 6,3% 10,0% 222 10,0% 0,0% 4,7% 0,8% 19,3% Altro I clienti non pagano Clienti pagano in ritardo 25,0% Altro 20,0% Società finanziarie e 30,0% Prestiti bancari 60,0% Insuff.garanzie per prestiti 17,1% Fondi pubblici 10,0% amici e conoscenti 5,0% parenti e familiari 0,0% Autofinanziamento 20,0% Procedure difficili per prestiti Procedure lunghe per prestiti Interessi dei prestiti troppo alti Graf. Q Motivazione delle difficoltà finanziarie (per chi rileva questo problema) 25,0% 17,1% 15,0% 7,1% 10,0% 4,3% Graf. R 56,7% Modalità di finanziamento 50,0% 40,0% 21,4% 12,2% 2,1% 2,1% Graf. S Utilizzo di banche e finanziarie 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 78,8% 20,8% 0,2% 0,2% Non uso Con sede Con sede mai banche in italia all estero in paesi e finanziarie Unione Eu Con sede all estero in paesi extra Uni Graf. T Servizi di supporto allo sviluppo commerciale 60% 55% 50% 40% 32% 30% 20% 6% 10% 2% 4% 223 Problema marginale Materiale non in lingua Tempi lunghi Non riesco a farmi capire Non conosco bene i servizi 0% 224 80% 2% Problema marginale 70% Problema marginale 2% Materiale non in lingua 6% Costi elevati 10% Tempi lunghi 20% Interlocutori inadatti 20% 8% Non riesco a farmi capire Non conosco bene i servizi 10% Non trovo personale adeguato Non conosco bene i servizi Graf. U Uffici per le pratiche burocratiche 64% 60% 50% 40% 30% 15% 6% 0% Graf. V Uffici per reclutamento e formazione 77% 70% 60% 50% 40% 30% 15% 3% 0% 225 80% Problema marginale 4% Materiale non in lingua 10% Interlocutori inadatti 20% Tempi lunghi Non conosco bene i servizi Graf. Z Prestiti e finanziamenti 70% 70% 60% 50% 40% 30% 9% 14% 3% 0% APPROFONDIMENTO 2 La dinamica del credito dei Piccoli Operatori Immigrati La presenza della crisi profonda che si è manifestata con grande rapidità ha influito sulla dinamica del credito: le imprese chiedono meno finanziamenti e le banche hanno irrigidito i criteri di erogazione del credito con evidenti penalizzazioni per le imprese immigrate che, come è stato messo in evidenza dalla Banca d’Italia pagano tassi mediamente più alti. I dati sulla dinamica del credito di questo approfondimento sono tratti dalla banca dati EURISC di Crif che è collegata via telematica a oltre seicento banche e finanziarie, grazie al quale è possibile accedere ai dati conservati, ogni qual volta se ne presenta la necessità, quali ad esempio a fronte di richiesta di un finanziamento e controllare pertanto l’affidabilità creditizia del richiedente. CRIF censisce a dicembre 2008 su Eurisc oltre 4.330.000 aziende. Analizzando la presenza territoriale del credito ai piccoli operatori immigrati (POI, ovvero imprese con un fatturato inferiore a 2,5 milioni di euro, un importo medio di affidamento inferiore a 250 mila euro e un numero di addetti inferiore alle 10 unità) si osserva una maggiore presenza nel Nord del Paese (32,2 per cento nel Nord Ovest e 29,8 per cento nel Nord Est) ma anche una quota non trascurabile nel Centro (19,6 per cento) e nel Sud e Isole (18,4 per cento) (graf. AA); l’analisi dei finanziamenti ai POI per forma tecnica evidenzia un lieve spostamento, in termini relativi, dal credito al consumo; quest’ultimo passa infatti da un peso relativo del 64,9 per cento nel dicembre 2006 al 68,8 per cento nel dicembre 2008, a fronte di un aumento dei mutui (che passano dal 9,7 per cento all’11,1 per cento); il peso relativo dominante del credito al consumo conferma come le attività delle ditte individuali in termini di credito siano più vicine alle forme tecniche relative ai privati. Gli importi sono bassi, probabilmente utilizzati per investimenti ridotti, e sono pochi i mutui immobiliari e artigiani (graf. AB, tab. A e B); I dati sul tasso di decadimento, che è un indice di flusso che misura il deterioramento del credito in un anno (misurato rapportando il numero di clienti 226 affidati che entrano in un stato di default-3/6 rate scadute e non pagate o 3/6 segnalazioni mensili e consecutive di sconfino per oltre il 20 per cento - tra t0 e tl rispetto al numero di clienti affidati in essere e non a default presenti in portafoglio al tempo t0) evidenziano come il rischio è nettamente più elevato per i POI rispetto ai POE (piccoli operatori economici) ed è in costante aumento dal giugno 2007 al dicembre 2008 (graf. AC). Graf. AA Distribuzione delle consistenze per macroarea (dic 2008) 18,4% 32,2% 19,6% 29,8% Nord Ovest Nord Est Centro Sud -Isole Graf. AB Distribuzione dei contratti accettati per forma tecnica 100% 20,9% 18,1% 18,5% 19,7% 20% 69,4% 70,6% 70,8% 69,4% 69% 9,7% 11,2% 10,7% 10,9% 11% 80% 60% 40% 20% 0% 2006-12 2007-06 mutui 227 2007-12 crcc 2008-06 leas 2008-12 Tab. A Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi Importo medio finanziato per forma tecnica Dic-06 Giu-07 Dic-07 Giu-08 Dic-08 Mutui 62.636 57.216 60.652 62.712 61.794 Credito al consumo 16.179 17.084 18.076 18.425 18.412 Leasing 28.333 28.367 28.134 29.160 28.575 Fonte: dati CRIF Decision Solutions Tab. B Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi Mutui % sul tot. importi % sul tot. contratti Importo medio Mutui chirografari 45% 72% 20.400 Mutui immobiliari 45% 16% 89.625 Mutui artigiani 6% 7% 29.791 Mutui per ristrutturazione 4% 5% 23.789 Fonte: dati CRIF Decision Solutions Graf. AC Tasso di decadimento 180 gg - confronto POE-POI 7,0% 6,0% 5,0% 4,0% 3,0% 2,0% 1,0% 0,0% 4,8% 4,9% 2,1% 2,2% giu-07 dic-07 decadimento POI 228 5,4% 2,5% giu-08 decadimento POE 6% 3% dic-08 II.7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi paesi di origine II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dall’Italia L’indicatore più diretto per misurare il rapporto tra immigrati e paesi di origine è la quantità di rimesse inviate. A questo proposito, è interessante notare come la parte più consistente delle rimesse inviate dall’Italia nel 2007 fosse diretta verso la Cina, la quale attira da sola quasi il 30 per cento del totale inviato. Una proporzione non scontata, se messa in relazione al peso della comunità cinese sul totale degli stranieri residenti in Italia: i residenti cinesi rappresentavano nel 2007 circa il 5 per cento di tutta la popolazione straniera residente, ben alle spalle di albanesi (quasi 13 per cento), romeni e marocchini (circa 11 per cento) (tab. 7.1). È importante sottolineare qui due fenomeni che spiegano in parte questo squilibrio: innanzitutto, parte dei trasferimenti di denaro cinese all’estero riguarda il pagamento di beni importati in Italia dalla Cina. In secondo luogo, soprattutto nel caso dei paesi più vicini all’Italia, esistono molti canali informali di invio delle rimesse, che risultano quindi sottostimate rispetto al loro reale valore. Un caso interessante è quello dell’Albania. Secondo un’indagine effettuata nel 2007 da Nomisma per la Regione EmiliaRomagna sulle rimesse degli immigrati albanesi16, nel 2006 quasi il 70 per cento dei trasferimenti veniva effettuato tramite canali informali, ovvero in contanti affidati ad amici e parenti o di persona in occasione di viaggi in Albania (graf. 7.1). Confrontando i dati sui flussi di rimesse relativi al 2006 con quelli relativi al 2007, la crescita complessiva del volume delle rimesse in uscita dall’Italia è stata trainata in maniera determinante dall’aumento delle rimesse verso la Cina, che sono praticamente raddoppiate in termini di incidenza sul totale degli invii e quasi triplicate in termini assoluti, passando da circa 680 milioni di euro a oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro (graf. 7.2). 16 Il dato in questione proviene dall’indagine campionaria effettuata da Nomisma per la Regione Emilia-Romagna nel 2007: Indagine sulla comunità albanese in Emilia-Romagna: dinamiche abitative, mobilità, lavoro, trasferimento e utilizzo delle rimesse. L’indagine è stata condotta su un campione di 122 famiglie, in rappresentanza delle circa 9.000 famiglie albanesi residenti nel territorio della Regione. Per ogni famiglia è stato intervistato un membro, il quale doveva essere impiegato e residente in Italia da almeno due anni. 229 Per quanto riguarda la variazione dei flussi di rimesse, dal 2000 al 2007 si è verificata una crescita costante del volume delle rimesse, in maniera più che proporzionale rispetto alla crescita della popolazione residente straniera. Il totale annuale delle rimesse è passato da circa 600 milioni di euro nel 2000 a più di 6 miliardi di euro nel 2007, pari allo 0,4 per cento del Prodotto Interno Lordo italiano (tab. 7.2). L’aumento straordinario del volume delle rimesse può essere ricondotto a una serie di fattori diversi. In primo luogo, a partire dal 2001 i flussi di ingresso di stranieri sono aumentati considerevolmente. In secondo luogo, a partire dal 2006 vengono conteggiati nel calcolo delle rimesse anche i trasferimenti di fondi effettuati tramite money transfer. Un terzo elemento da non trascurare è la regolarizzazione del 2002, che legalizzando il soggiorno di molti lavoratori stranieri ha consentito il ricorso a canali formali di invio delle rimesse. Per quanto riguarda le regioni di invio, è interessante notare come anche in questo caso le principali regioni per volume di invio non corrispondano esattamente alle regioni con la maggior presenza di stranieri. Il Lazio infatti è la regione da cui sono state inviate più rimesse nel 2007, con una quota del 26 per cento sul totale delle rimesse inviate dall’Italia, senza dubbio grazie alla forte presenza di una comunità filippina, che è tra le comunità più importanti per invio di rimesse. Dietro il Lazio si collocano Lombardia, che è anche la regione che ospita il maggior numero di stranieri (circa un quinto del totale), e Toscana, in virtù di una forte presenza cinese nella provincia di Prato. Quest’ultima conta da sola per il 7 per cento circa delle rimesse totali dall’Italia. Restano più indietro invece regioni con una forte presenza straniera, quali Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte (tab. 7.3). 230 Tab. 7.1 Flussi di rimesse dall’Italia per paese di destinazione, 2007 Paese Rimesse 2007 Cina (a) 1.687.533.000 Incidenza % su tot. rimesse % stranieri residenti del paese su tot. stranieri residenti 11,64 27,92 Romania 789.597.000 13,06 4,93 Filippine 727.930.000 12,04 3,45 Marocco 339.411.000 5,62 11,68 Senegal 252.278.000 4,17 2,04 Brasile 152.765.000 2,53 1,17 Albania (b) 143.660.000 2,38 12,79 Bangladesh 143.072.000 2,37 1,69 Perù 127.896.000 2,12 2,26 Ecuador 125.748.000 2,08 2,34 India 103.064.000 1,71 2,36 Ucraina 102.056.000 1,69 4,09 Tunisia 101.052.000 1,67 3,03 92.720.000 1,53 0,60 Colombia Polonia 73.986.000 1,22 2,47 Rep. Dominicana 68.681.000 1,14 0,61 Moldavia 54.567.000 0,90 1,90 Nigeria 48.446.000 0,80 1,28 Altri paesi 909.598.000 Totale (c ) 6.044.060.000 15,05 100,00 29,68 100,00 Note: (a) La Cina risulta essere il Paese di destinazione di circa il 27 per cento delle rimesse, a fronte di una percentuale di cittadini cinesi residenti in Italia pari a circa il 5 per cento delle presenze di stranieri sul territorio italiano al 1° gennaio 2007. Tale divario potrebbe essere riconducibile anche a trasferimenti di fondi per pagamento di beni importati in Italia dalla Cina. (b) Nel caso dell’Albania, il 12 per cento circa di cittadini albanesi residenti in Italia al 1° gennaio 2007 ha effettuato nell’anno trasferimenti per circa il 2,5 per cento delle rimesse totali. La differenza fra queste due grandezze potrebbe essere spiegata dal ricorso a canali informali di trasferimento di fondi. (c ) Il dato complessivo riferito alle rimesse è quello utilizzato per la redazione della bilancia dei pagamenti (B.d.P.) e non comprende le rimesse effettuate direttamente tramite il sistema bancario, che comunque rappresentano una quota trascurabile dell’ammontare totale delle rimesse. Nella B.d.P. 2007, le rimesse degli immigrati rappresentavano il 18% del totale dei pagamenti per trasferimenti unilaterali in conto corrente e il 41% dei soli trasferimenti privati Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF-Banca d’Italia. 231 Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 in contanti, portati in contanti, affidati personalmente in a amici/parenti di occasione di viaggi fiducia tornati in in Albania Albania tramite l’agenzia “Western Union” tramite l’agenzia “Money Gram” tramite vaglia postale Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007 Tab. 7.2 Flussi di rimesse dall’Italia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL) Anno Tot. Rimesse Variazione annuale, % Rimesse procapite Variazione annuale, % (a) 2000 588.468 15,26 463,2 2001 749.401 27,30 511,7 10,50 0,06 2002 791.616 5,60 593 15,90 0,06 Rimesse/PIL % 0,05 2003 1.167.060 47,40 753,3 27,00 0,09 2004 2.706.106 131,90 1.359,70 80,50 0,19 2005 3.900.793 44,10 1.623,90 19,40 0,27 2006 4.528.861 16,10 1.695,90 4,40 0,31 2007 6.044.060 33,50 2.056,60 21,30 0,39 927,10 444 Variazione 2000-2007 Note: (a) calcolato sul numero di stranieri residenti in quell’anno. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia. 232 Tab. 7.3 Flussi di rimesse dall’Italia per regione di invio, 2007 Regione Rimesse (migliaia €) Incidenza % (a) Abruzzo 62.259 1,0 642,1 Basilicata 13.652 0,2 1817,4 Calabria Variazione % 2000-2007 83.339 1,4 1272,5 Campania 280.771 4,7 1934,1 di cui Napoli 170.810 60,8 Emilia Romagna 398.218 6,6 di cui Bologna 126.137 31,7 Friuli Venezia Giulia 1207,3 54.772 0,9 423,5 Lazio 1.573.449 26,0 791,3 di cui Roma 1.505.137 95,7 Liguria di cui Genova Lombardia 158.492 2,6 95.313 60,1 1.242.919 20,6 di cui Brescia 127.300 10,2 di cui Milano 1267,0 628,4 824.872 66,4 Marche 92.954 1,5 Molise 8.914 0,2 283,1 Piemonte 292.088 4,8 2315,2 di cui Torino 180.411 61,8 1229,4 Puglia 96.480 1,6 328,4 Sardegna 55.896 0,9 765,1 Sicilia 174.300 2,9 471,3 Toscana 867.816 14,4 2391,8 di cui Firenze 244.298 28,2 di cui Prato 449.739 51,8 Trentino-Alto Adige 48.663 0,8 479,2 Umbria 71.851 1,2 2272,1 Valle d’Aosta 7.305 0,1 2436,5 Veneto 406.958 6,7 1157,9 di cui Padova 104.588 25,7 Non ripartibili 52.964 0,9 0,0 6.044.060 100,0 927,1 Italia Note: (a) per le province selezionate si intende l’incidenza delle province sul totale regionale. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia. 233 Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dall’Italia per paese di destinazione, confronto 2006-2007 30 27,9 25 20 2006 17,5 2007 15,5 15 13,1 11,512,0 10 6,5 5,6 4,6 4,2 5 3,3 3,1 2,5 2,9 2,5 2,1 2,4 2,4 2,4 0 P. O A N CI R .P EP RO M IA N A FI E O N PI P LI A M L A CC RO S EN EG LE SI RA B Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF - Banca d’Italia. 234 IA N BA A L G N BA LA H ES D ' RU PE E R O D A CU 2,1 APPROFONDIMENTO 1 Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e investimento delle rimesse degli albanesi in Emilia-Romagna17 Un caso di studio utile nell’analisi dell’impatto delle rimesse sui territori di origine è l’Albania, dove le rimesse nel 2006 ammontavano al 15,4 per cento dell’intero prodotto interno lordo. I dati che emergono sono significativi. In primo luogo, emerge chiaramente quanto sia ancora diffuso l’utilizzo di canali informali di invio delle rimesse (tab. A). In secondo luogo, risulta chiaro quanto forte possa essere l’impatto delle rimesse per le comunità e i territori d’origine. Nelle zone urbane (Tirana) le rimesse costituivano in media nel 2006 il 22 per cento delle entrate delle famiglie, mentre nelle zone rurali (Elbasan) la quota era addirittura del 40 per cento (graf. A1 e A2). Naturalmente occorre osservare che le rimesse hanno un impatto molto selettivo, ovvero influenzano direttamente solo chi le riceve, e normalmente si tratta non degli strati più poveri della popolazione, ma di famiglie che sono state in grado di sostenere l’investimento iniziale del progetto migratorio. Uno degli aspetti più interessanti riguarda l’impatto delle rimesse sulla spesa delle famiglie in istruzione e cure sanitarie. Le famiglie che ricevono rimesse aumentano in maniera considerevole la quota di spesa in questi ambiti (graf. B). Questo era vero sia nelle zone rurali che in quelle urbane, a testimonianza dell’impatto positivo non solo per quanto riguarda l’accesso ai beni di consumo, ma anche a servizi in grado di migliorare la qualità della vita delle famiglie. In particolare, a Tirana la spesa in istruzione e cure sanitarie aumenta in media di 5 punti percentuali, mentre ad Elbasan la spesa in istruzione aumenta di 5 punti percentuali e quella in cure sanitarie di 7. 17 I dati riportati in questo Approfondimento provengono da una serie di indagini svolte da Nomisma per la Regione Emilia-Romagna nel corso del 2007, alcune delle quali svolte in collaborazione con le Università di Tirana e di Elbasan. In particolare, i dati sui comportamenti delle famiglie albanesi residenti in Emilia-Romagna, provengono dall’indagine sugli albanesi in Emilia-Romagna già citata nella Nota 1 di questo capitolo. I dati sulla variazione dei comportamenti di spesa e di risparmio delle famiglie che ricevono rimesse rispetto al totale della popolazione, provengono dall’analisi econometrica delle informazioni censuarie sulla misurazione degli standard di vita raccolte dall’Istituto Nazionale di Statistica albanese, col supporto di Banca Mondiale; il campione indagato ha incluso 16.521 individui e 3.599 nuclei familiari, dei quali il 54,4% residenti in aree urbane e il 45,6% in aree rurali. I risultati dell’analisi sono stati contestualizzati ed aggiornati con due indagine campionarie realizzate su un campione di 200 famiglie a Elbasan e di 200 famiglie a Tirana che avevano almeno un membro della famiglia all’estero. 235 Il caso albanese sembra inoltre sostenere la tesi per cui le migrazioni tendono ad assumere un carattere non permanente, anzi orientato al ritorno. Secondo l’indagine Nomisma 2007 svolta sul territorio dell’Emilia-Romagna, circa il 50 per cento delle famiglie di origine albanese intervistate vedeva il proprio futuro in Albania, mentre solo il 23 per cento progettava di restare in Italia e un altro 30 per cento rimaneva incerto (tab. B). Tab. A Canali di invio delle rimesse in Albania nel 2006 in contanti, portati personalmente in occasione di viaggi in Albania 40 in contanti, affidati a amici/parenti di fiducia tornati in Albania 28,8 tramite l’agenzia “Western Union” 18,8 tramite l’agenzia “Money Gram” in contanti tramite servizi di trasporto a pagamento attraverso banche/istituti di credito tramite vaglia postale 1,3 11,3 in contanti, via posta - Totale 100 Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007 236 Graf. A.1 Composizione del reddito delle famiglie albanesi in aree urbane (Tirana) e rurali (Elbasan), 2007 70 59,1 60 50 41,6 39,3 40 30 22,2 16,5 20 14,6 10 2,6 4,1 0 Redditi da lavoro Altre fonti di reddito Elbasan Rendite Rimesse Tirana Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007 Graf. A.2 Incidenza delle rimesse sui redditi delle famiglie in Albania, 2006 (€) 7000 6000 5000 4000 Valore medio delle rimesse ricevute per famiglia 3000 Reddito medio annuale per famiglia 2000 1000 0 Elbasan Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007 237 Tirana Graf. B Quota di spesa per cure sanitarie e istruzione: confronto tra totale popolazione e famiglie che ricevono rimesse, per aree urbane (Tirana) e aree rurali (Elbasan), 2006 Totale popolazione 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 4,6 3,7 2,4 Istruzione 1,8 Cure sanitarie Tirana Elbasan Famiglie che ricevono rimesse 14 12 10 8 Istruzione 6 Cure sanitarie 4 2 0 Tirana Elbasan Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati indagine Istituto Statistico albanese 2002 238 Tab. B Le famiglie albanesi in Emilia-Romagna e le prospettive per il futuro, 2006 Dove le famiglie vedono il proprio futuro Totale Totale n. % Provenienza Elbasan Tirana Tempo di permanenza in Italia 2-5 6 - 10 anni anni oltre 10 anni in Albania 57 46,7% 55,4% 39,4% 47,1% 50,0% 41,7% non sanno, devono ancora decidere 37 30,3% 21,4% 37,9% 32,4% 30,8% 27,8% 122 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% in Italia Totale 28 23,0% Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007. 239 23,2% 22,7% 20,6% 19,2% 30,6% II.7.2 La migrazione di ritorno Misurare il numero di stranieri che fa ritorno nel proprio paese di origine è un esercizio complesso. Innanzitutto, è necessario distinguere tra ritorni coatti e ritorni volontari. In questo capitolo ci occuperemo solo di ritorni volontari, che consentono qualche riflessione su aspetti qualitativi della migrazione odierna, soprattutto in relazione ai processi di integrazione tra territori di origine e di arrivo e per l’impatto sui processi di sviluppo dei paesi di partenza. In secondo luogo, esistono diverse categorie di ritorno anche all’interno dei ritorni volontari. In particolare, solo una piccola parte di chi fa ritorno nel proprio paese usufruisce di programmi di assistenza al ritorno volontario. Avere una misura precisa di quanti stranieri fanno ritorno al loro paese di origine è piuttosto difficile. Una stima si può azzardare analizzando i flussi di emigrazione dall’Italia. Secondo Eurostat, i flussi di emigrazione di cittadini stranieri dall’Italia sono cresciuti costantemente dal 1999 al 2005, con l’unica eccezione del 2002 che risente degli effetti della regolarizzazione del 2001 (tab. 7.4). Sono dati che naturalmente sottostimano il fenomeno: non solo non tengono conto del movimento degli stranieri in posizione non regolare, ma anche il calcolo riguardante gli stranieri regolarmente presenti risente della difficoltà di distinguere tra chi esce dall’Italia per far ritorno nel proprio paese di origine, chi esce solo temporaneamente e chi esce per trasferirsi in un altro paese. Secondo l’OCSE, una percentuale compresa tra il 20 per cento e il 50 per cento degli immigrati lascia il paese di destinazione entro cinque anni dall’arrivo. Prendendo in considerazione il volume dei flussi di ingresso in Italia, dal 2003 al 2007, il numero medio di ingressi per anno è stato superiore a 370.000 individui. Questo vorrebbe dire, stando alle stime più caute dell’OCSE, che i migranti di ritorno sarebbero un numero ben maggiore rispetto a quelli registrati dai flussi di emigrazione. Per quanto riguarda invece il caso più specifico del ritorno volontario assistito, si tratta di un particolare tipo di migrazione di ritorno, che è sostenuta da speciali programmi statali. Tra il 1991 e il 2006 hanno beneficiato di questo programma 7.223 individui; va tenuto conto che i programmi per il ritorno non sono aperti a tutti gli immigrati, ma solo a determinate categorie: i casi di emergenza umanitaria, i richiedenti asilo e rifugiati, le vittime della tratta 240 e i casi umanitari (che comprende minori non accompagnati, lavoratori in difficoltà e persone in stato di vulnerabilità). Sono invece esclusi gli immigrati irregolari (graf. 7.3). Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dall’Italia, 1999-2005 1999 2000 2002 2003 2004 2005 Flussi emigrazione totale 64.873 56.601 41.756 48.706 49.910 53.931 Flussi emigrazione italiani 56.283 47.480 34.056 39.866 39.155 41.991 8.590 9.121 7.700 8.840 10.755 11.940 Differenza Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat. Graf. 7.3 Beneficiari del ritorno volontario assistito, 1991-2006 Totale beneficiari 1991-2006: 7.223 0,099 0,063 Emergenze umanitarie Asilo 0,11 Vittime tratta 0,727 Casi umanitari/Lavoratori in difficoltà Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network, 2006, ‘Migrazioni di ritorno: il caso italiano’, su informazioni del Ministero dell’Interno. 241 APPROFONDIMENTO 2 Il ritorno dei cittadini dell’Europa dell’allargamento: il caso del Regno Unito Un caso utile alla comprensione delle dinamiche che regolano le migrazioni di ritorno è quello del Regno Unito e dei flussi di immigrazione provenienti dai Nuovi Stati Membri del 2004 (Polonia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, esclusi Cipro e Malta) e del 2007 (Romania e Bulgaria). Il Regno Unito è stato uno dei tre Stati Membri che nel 2004 e nel 2007 non ha posto vincoli d’accesso al proprio mercato del lavoro da parte dei cittadini neo-comunitari. Verosimilmente, questo ha eliminato la preoccupazione di perdere la possibilità di ingresso nel Regno Unito per chi fosse uscito dai suoi confini. Secondo uno studio recente dell’Institute for Public Policy and Research18, il risultato è stato un forte aumento della propensione dei cittadini di questi paesi a formulare un progetto migratorio non permanente. La percentuale di stranieri provenienti dai Nuovi Stati Membri che resta nel Regno Unito per meno di due anni è aumentata costantemente dal 2001, passando dal 38 per cento al 64 per cento (graf. C). Le caratteristiche delle migrazioni di ritorno appaiono complesse anche in ragione dei fattori non solo economici, ma anche culturali e personali, che la animano, secondo l’indagine condotta sempre da IPPR su alcuni migranti polacchi ritornati in patria. Le prime due motivazioni indicate come centrali nel decidere di tornare in Polonia sono infatti la nostalgia di casa e la mancanza della famiglia (tab. C). Si tratta in genere di persone con un livello di istruzione molto elevato, trasferitesi nel Regno Unito per continuare gli studi o per svolgere un’esperienza professionale formativa, e che successivamente decidono di tornare in patria. 18 “Floodgates or turnstiles? Post-EU enlargement migration flows to (and from) the UK”, April 2008. 242 Graf. C Permanenza nel Regno Unito dei cittadini stranieri provenienti dai Nuovi Stati Membri, 2001 e 2007 100% 90% 80% 70% Più di 10 anni 60% 5-10 anni 50% 3-5 anni 40% 2-3 anni 1-2 anni 30% Meno di 1 anno 20% 10% 0% 2001 2007 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR. Tab. C Ragioni per ritornare in Polonia, indagine su cittadini polacchi ritornati in Polonia, 2009 Ragioni per ritornare % Mi mancava casa 36 Sono venuto solo per lavorare temporaneamente 18 Per stare con la famiglia Ho sempre pensato di tornare una volta accumulato abbastanza denaro Per continuare l’istruzione in Polonia Ho sempre pensato di tornare una volta trascorso un certo periodo di tempo nel Regno Unito 29 16 15 14 Non riuscivo a guadagnare abbastanza soldi 7 Il costo della vita nel Regno Unito è troppo alto 5 Il/La mio/a partner è ritornato in Polonia Volevo che i miei figli crescessero in Polonia Non riuscivo a trovare un lavoro al pari delle mie qualifiche Non riuscivo a trovare un lavoro nel Regno Unito Le condizioni abitative nel Regno Unito sono sfavorevoli L’economia polacca è più solida di quando sono partito Non mi sentivo benvenuto nel Regno Unito Le condizioni di lavoro nel Regno Unito sono sfavorevoli Per comprare/costruire una proprietà in Polonia Note: La somma delle percentuali è maggiore di 100 perché era possibile dare più di una risposta. Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR. 243 7 4 4 4 3 3 3 3 3 II.7.3 Migrazioni e sviluppo I flussi di rimesse, in tutto il mondo, sono di molto superiori agli aiuti allo sviluppo per quantità di fondi trasferiti nei paesi in via di sviluppo. Questo avviene anche in Italia, dove il totale delle rimesse negli anni 2005-20062007 ha superato i 14 miliardi di euro, mentre il totale erogato nello stesso periodo dalla cooperazione allo sviluppo è stato poco più di 2 miliardi e mezzo di euro. Questo risulta tanto più vero se si osservano solo i fondi e i progetti finanziati dalla Cooperazione Italiana rivolti a iniziative che favoriscono la correlazione tra migrazioni e sviluppo. Secondo i dati forniti dalla Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, i fondi impegnati in progetti legati alle migrazioni sono cresciuti notevolmente nell’ultimo triennio, sia in termini assoluti che in termini relativi. Si è passati, infatti, dai 2,3 milioni di euro impegnati nel 2006 ai 12,1 impegnati nel 2008 (tab. 7.5), mentre in relazione al totale delle spese sostenute dalla cooperazione allo sviluppo la quota percentuale impegnata per progetti legati alle migrazioni è quasi triplicata durante lo stesso periodo (tab. 7.6). Per quanto riguarda le aree di destinazione dei progetti legati alle migrazioni, la Cooperazione allo Sviluppo ha agito prevalentemente nel continente africano, al quale sono state assegnate circa il 40 per cento delle risorse impegnate. Sembra invece in calo il peso rivestito dalle risorse assegnate a organizzazioni internazionali come contributo volontario (in particolare all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), a favore soprattutto di interventi diretti verso l’Asia e l’America Latina (graf. 7.4). 244 Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€) 2006 Africa Europa 2007 999.224 2.745.526 68.942 75.851 226.950 America Latina Asia 249.229 - ONG - - Contributo volontario OIM 77.132 1.000.000 Totale 4.000.000 2.295.116 7.147.739 2008 5.752.387 2.933.930 1.155.579 1.106.912 274.973 950.000 12.173.781 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS. Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla Cooperazione allo Sviluppo, 2006-2008 (milioni di euro) Cooperazione allo Sviluppo Settore migrazioni Incidenza percentuale, % 2006 327,6 2,23 0,68 2007 616,5 7,27 1,18 2008 703,5 12,5 1,78 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS. 245 Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€) 2006 43% 44% Africa Europa America Latina Contributo volontario OIM 3% 10% 2007 Africa 38% Europa America Latina 57% ONG 3% 1% 1% Contributo volontario OIM 2008 Africa 2% 8% Europa 9% America Latina 48% 9% Asia ONG 24% Contributo volontario OIM Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS. 246 II.7.4 L’interscambio commerciale con i paesi di origine Analizzando il flusso di interscambio commerciale tra l’Italia e i paesi con la più forte presenza sul territorio italiano, è evidente che dal 1999 al 2008 le esportazioni italiane sono cresciute in termini percentuali molto di più verso i paesi in via di sviluppo che verso i paesi sviluppati. È interessante vedere come tra i paesi verso i quali le esportazioni italiane sono aumentate maggiormente figurino quei paesi da cui proviene la maggior parte degli stranieri presenti in Italia, in particolare Cina, Albania, Romania e Marocco. Naturalmente, non è possibile dedurre un legame diretto tra flussi migratori ed esportazioni. Questo dato può tuttavia suggerire che i rapporti commerciali risultano favoriti se si instaurano rapporti diretti tra il territorio di origine e quello di provenienza, e che le diaspore sembrano favorire lo sviluppo di rapporti commerciali (graf. 7.5). Una certa cautela deve guidare poi l’analisi dell’aumento percentuale delle esportazioni verso un paese. Questo aumento, infatti, può non essere determinato da un’aumentata capacità attrattiva delle merci provenienti dall’Italia, ma da un più generale aumento delle importazioni da parte del paese in via di sviluppo. Possiamo controllare la capacità di penetrazione in un mercato delle esportazioni italiane andandone ad osservare la quota italiana di mercato in quel paese. Da questa analisi emerge un andamento non univoco. In alcuni paesi l’Italia ha saputo aumentare le proprie quote di mercato (Ucraina, Marocco, Perù), mentre nella maggior parte dei casi presi in considerazione le quote di mercato sono rimaste praticamente inalterate (Albania, Moldavia, Egitto). Due vistose eccezioni risultano essere Cina e Romania, verso le quali l’Italia, pur aumentando le sue esportazioni in termini assoluti (tab. 7.7), ha perso quote di mercato importanti (tab. 7.8). 247 Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base 1999) 7 6 5 4 3 2 1 0 Ucraina Moldavia Perù Cina Albania Romania Marocco Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE 248 Europa Francia Germania Giappone Stati Uniti Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro) EUROPA Francia Germania Polonia Regno Unito Romania Albania Ucraina Moldavia AFRICA Egitto Libia Marocco Senegal AMERICA Stati Uniti Ecuador Peru’ ASIA Bangladesh India Pakistan Sri Lanka Cina Giappone Filippine OCEANIA MONDO 1999 157.688 29.176 36.965 3.454 15.952 1.923 291 333 47 7.641 1.504 867 603 101 31.079 20.547 59 102 21.652 66 770 257 69 1.834 3.509 233 2.980 221.040 2000 180.991 33.196 39.558 3.845 18.036 2.672 370 456 65 9.119 1.542 1.028 719 76 39.287 26.659 74 128 27.563 96 1.007 270 74 2.380 4.338 297 3.453 260.413 2001 189.660 33.691 40.096 4.243 18.474 3.363 468 704 85 10.169 1.492 1.294 824 92 38.925 26.243 127 137 30.783 175 1.034 300 80 3.275 4.705 253 3.453 272.990 2002 187.546 33.069 37.256 4.278 18.780 3.616 546 764 99 9.977 1.203 1.316 824 121 36.941 25.802 147 166 30.931 114 1.034 312 98 4.017 4.495 263 3.668 269.064 2003 190.070 33.033 37.233 4.589 18.686 3.870 553 866 97 9.742 1.201 1.367 892 98 31.624 21.970 96 140 29.377 112 1.097 294 114 3.850 4.333 240 3.803 264.616 2004 205.495 35.230 38.761 5.151 20.153 4.288 583 1.100 111 10.424 1.352 1.502 945 79 32.554 22.368 90 123 31.787 135 1.273 379 123 4.448 4.333 252 4.154 284.413 2005 215.392 36.845 39.493 5.637 19.703 4.671 611 1.281 123 11.502 1.387 1.365 1.012 107 34.748 23.960 96 169 33.980 150 1.679 457 124 4.603 4.537 229 4.303 299.923 2006 239.643 39.121 43.936 7.132 20.171 5.529 673 1.665 153 12.646 1.539 1.403 1.148 105 37.115 24.541 121 221 38.368 167 2.166 540 149 5.686 4.483 213 4.241 332.013 2007 262.630 41.991 47.254 8.943 21.241 5.990 813 1.966 175 14.597 2.147 1.623 1.440 101 38.984 24.254 147 230 43.363 185 2.995 515 148 6.290 4.312 233 5.169 364.744 2008 258.286 40.957 46.645 9.589 19.234 5.820 933 2.360 197 17.981 2.906 2.639 1.689 148 37.828 23.038 146 414 45.670 167 3.091 543 162 6.444 4.258 269 6.041 365.806 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE Tab. 7.8 Quote dell’Italia sul totale esportazioni verso paesi selezionati 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Albania 32,1 34,9 34,1 37,9 37,5 35 33,1 31,6 31,7 32,5 Ucraina 3,2 4,1 4,1 4,2 4 4 Romania Moldavia Marocco Egitto Senegal Perù Cina MONDO 21 5,4 6,5 8,1 6,4 20,3 5,6 3,2 6 7,6 6,2 7 7,4 3,9 4,7 1 1,3 1,9 1,8 4,2 3,7 1,2 21,2 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE 249 2 3,9 20,9 7 6,6 6,7 5,8 2,4 1,4 3,9 19,9 5,9 7,4 7,5 4,7 2,2 1,2 4 17,5 5,6 4,4 6,9 7,1 3,5 14,7 5,3 5,6 6,2 5,6 6,4 5,7 3,6 3,8 1 1 1,7 1,9 3,9 3,6 1,1 13 13,2 5,2 3,9 6,7 6,9 3,1 2 1,7 3,5 3,6 1 11,2 5,2 4 6,9 7,9 3,7 2,5 0,9 3,4 Fonti utilizzate SEZIONE I CAPITOLO I.1 POPOLAZIONE E MIGRAZIONI NEL MONDO Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), 2008 Global Trends Banca Mondiale, Migration and Remittances Factbook 2008 United Nations Population Division, International Migrant Stock: the 2008 Revision CAPITOLO I.2 IMMIGRAZIONE, EMIGRAZIONE E MOBILITA’ IN EUROPA European Spatial Planning Observation Network (ESPON), Territorial Dynamics in Europe: Trends in Population Development Eurostat, Labour Force Survey; Statistics in Focus: Recent Migration Trends 2008;Population Database Istat, Demografia in Cifre Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2008 e 2009 SEZIONE II CAPITOLO II.1 GLI STRANIERI CHE ARRIVANO IN ITALIA: I FLUSSI DI INGRESSO Ministero degli Affari Esteri, Annuario Statistico 2008 Ministero dell’Interno, Archivio Soggiornanti Stranieri; Archivio sui Flussi Irregolari e sui Rimpatri CAPITOLO II.2 GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro (CNEL), Indici di integrazione degli immigrati in Italia Istat, Rapporto Annuale 2008; Demografia in Cifre; La Presenza Straniera in Italia 2007; Gli Stranieri nel Mercato del Lavoro; Gli Stranieri in Italia: gli Effetti dell’Ultima Regolarizzazione; La Popolazione Straniera Regolarmente Presente in Italia Makno & consulting, Una Ricerca Sociale sull’Immigrazione: Indagine Estensiva sugli Immigrati Ministero dell’Interno, Archivio Casi Cittadinanza Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009 CAPITOLO II.3 LA CASA DEGLI IMMIGRATI STRANIERI Istat, Censimento 2001 CRIF, Decision Solutions Federcasa, I numeri della casa Ministero dell’Interno, Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG Ministero della Solidarietà sociale, Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia Makno& Consulting, Una Ricerca Sociale sull’immigrazione: indagine estensiva sugli Immigrati Nomisma, Osservatorio sul mercato immobiliare CAPITOLO II.4 I GIOVANI STRANIERI NELLA SCUOLA ITALIANA Istat, Rapporto annuale 2008 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dati Servizio statistico Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ufficio Statistica Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009 Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), Education at a Glance 2005, 2006, 2007, 2008 CAPITOLO II.5 LA SALUTE DEGLI STRANIERI E L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Rapporto annuale, 2006, 2007, 2008 Istat, Salute e ricorso ai servizi sanitari popolazione straniera, 2008 Istat, Check-Up dell’Italia: immigrati e nuovi cittadini Istat e Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni, Mortalità e natalità della popolazione straniera residente in Italia Ministero della Salute, SDO - schede dimissione ospedaliera 250 CAPITOLO II.6 LA DIMENSIONE ECONOMICA DELL’IMMIGRAZIONE: LAVORO E FORMAZIONE, IMPRESA E SVILUPPO TERRITORIALE Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (CRIF), Banca dati EURISC Unioncamere – Infocamere, Movimprese Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS), III Rapporto su immigrati e previdenza negli archivi INPS Istat, La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali; Rilevazioni sulle forze lavoro Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), OECD.Stat Eurostat, Labour force survey CAPITOLO II.7 COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E INTERSCAMBIO CON I PAESI DI ORIGINE Banca d’Italia, Relazione annuale sul 2008 Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Relazioni Previsionali e Programmatiche; Relazioni al Parlamento Eurostat, Population Database Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Rapporto 2008-2009 Ministero dell’Interno, Archivio sui flussi irregolari e sui rimpatri 251 Riferimenti bibliografici Banca d’Italia, D’Alessio e Gambacorta (2007), Questioni di economia e finanza. 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31 dicembre 2008 Tab. 1.9 Prime 15 nazionalità delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008 Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza e nei Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, 2008 51 55 57 57 Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali finalità, 2004-2007 (%) Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009 Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008 Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del richiedente, 2006-2007 Graf. 1.5 Domande di riconoscimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007 Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008 52 52 53 53 54 55 Mappa 1.1.(a) Rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Italia Mappa 1.1.(b) Clandestini rintracciati sbarcati in Sardegna, 1998-2007 Mappa 1.1.(c) Clandestini rintracciati sbarcati in Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007 58 58 58 57 CAPITOLO 2 Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagrafico, 2001-2008 61 Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008 61 Tab. 2.3 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008 62 Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della popolazione (2010-2020-2050) 62 Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1° gennaio 2008 64 Tab. 2.6 Cittadini stranieri residenti per continente d’origine e paesi selezionati, 2008-2009 (numeri assoluti e variazione % annuale) 65 Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %) 66 Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e incidenza %) 67 Tab. 2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008 67 Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007 70 Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007 70 Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di età e incidenza sul totale della popolazione residente, 71 Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione minorenne, per ripartizione geografica, 1° gennaio 2008 71 Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di età, genere e ripartizioni geografiche, 2006 (%) 72 Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007 73 Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2, 2007 73 Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4, 2007 73 Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6, 2007 74 Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza, per genere e incidenza sulla popolazione residente, 1° Gennaio 2008 76 Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demografica dei comuni di residenza, 2008 76 Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006 78 Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia di trasferimento, 1996-2006 (valori assoluti e %) 79 Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1° gennaio 1992, 2000, 2003 e 2004 83 Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002) 84 Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attività e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1° gennaio 2004 85 Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geografica. Principali paesi al 1° gennaio 2004 86 Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia, 1° gennaio 2003-2006 87 Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1° gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per ripartizione geografica 87 256 Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008 Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007 Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007 Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008 68 68 69 69 Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1° gennaio 2008 77 CAPITOLO 3 Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione geografica – Censimento 2001 97 Tab. 3. 2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dell’alloggio – Censimento 2001 97 Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e ripartizione geografica – Censimento 2001 98 Tab. 3. 4 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione dell’edificio – Censimento 2001 99 Tab. 3. 5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone residenti di cittadinanza straniera per regione e ripartizione geografica – Censimento 2001 100 Tab. 3. 6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001 100 Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per titolo di godimento dell’abitazione, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001 101 Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un cittadino straniero e popolazione residente in condizione di sovraffollamento grave per area geografica di cittadinanza - Censimento 2001 102 Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per disponibilità di servizi nell’abitazione (valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento) 103 Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri 103 Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007 104 Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica 104 Tab. 3.13 L’utenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006 106 Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati 115 Tab. 3.15 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni ACQUISTATE dagli extracomunitari - Anno 2007 116 Tab. 3.16 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni AFFITTATE dagli extracomunitari - Anno 2007 117 Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri, anno 2007 118 Tab. 3.18 Distribuzione % dei flussi dei mutui per area di provenienza 118 Tab. 3.19 Importo medio finanziato dei mutui (valori in Euro) 118 Tab. 3. 20 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza 118 Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione dell’edificio 99 Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di godimento dell’abitazione e paese di cittadinanza – Censimento 2001 101 Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione geografica 105 Graf. 3.4 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza 119 CAPITOLO 4 Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti) 122 Tab. 4.2 L’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%) 123 Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni 123 Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori assoluti) 123 Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni, a.s. 2007/08 (%) 124 Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo 1988/89-2007/08 124 Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 125 Tab. 4.8 Le province con un’incidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni superiore al 12%, a.s. 257 2007/08 125 Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la più alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08 125 Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei piccoli comuni, a.s. 2007/08 126 Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria anni 2005-2006-2007) 126 Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nell’ultimo quadriennio (%) 127 Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08 127 Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geografica, a.s. 2006/07 (%) 128 Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri, a.s. 2007/08 128 Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 129 Tab. 4. 17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 (%) 129 Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico ( per 100 alunni)*, a.s. 2007/08 129 Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08 (valori assoluti e composizione %) 130 Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08 131 Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06 131 Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei (per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006 131 Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari postuniversitari nelle università italiane per provenienza geografica e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006 132 CAPITOLO 5 Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 134 Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione di età inferiore ai 65 anni nelle quattro settimane precedenti l’intervista, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone) 135 Tab. 5.3 Persone di 18 anni e più che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia e pressione arteriosa per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 136 Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammografia per classi di età e cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100 persone) 136 Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test, per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età) 136 Tab. 5.6 Popolazione fino a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 138 Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro settimane precedenti l’intervista per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 138 Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti e la figura professionale per la quale dichiarano maggiore fiducia, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età) 139 Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternità per le donne che hanno partorito nei cinque anni precedenti l’intervista per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età) 139 Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri con cittadinanza estera, 2003-2006 140 CAPITOLO 6 Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni), 2002-2006 143 Tab. 6.2 Tassi di attività dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64) , 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 143 Tab. 6.3 Tassi di attività dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144 Tab. 6.4 Tassi di attività di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144 Tab. 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 145 Tab. 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 145 Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 146 Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 146 Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 147 258 Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 147 Tab. 6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego, (15-64), 2007 (%) 148 Tab. 6.12 Distribuzione settoriale dell’occupazione straniera (15-64), 2007 (%) 149 Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione in selezionati paesi OCSE, (15-64), 2007 150 Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008 154 Tab. 6.15 Incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008 154 Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari, 2007 155 Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007 155 Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di età, 2006 (%) 155 Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008 155 Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007 155 Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geografica di residenza e per genere, 2008 156 Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geografica, 2008 156 Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geografica, 2008 156 Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007 156 Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di un’azienda sul totale dei lavoratori, 2005-2008 156 Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%) 157 Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008 157 Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati stranieri per livello di istruzione, 2006 157 Tab. 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geografica e per genere, 2008 157 Tab. 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008 158 Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto della propria qualifica, per genere e classe di età, 2006 158 Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati al di fuori della UE, 2004 158 Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria 2004 159 Tab. 6.35 Stime unità di lavoro non regolari stranieri., 2000-2006 (migliaia) 159 Tab. 6.36 Stime unità di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006 159 Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati all’INAIL per genere, 2004-2008 159 Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008 160 Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008 160 Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attività economica, 2008 160 Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008 161 Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008 161 Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati all’estero al 1° gennaio 2007 162 Tab. 6.44 Beneficiari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari, 2004-2005 162 Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164 Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164 Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 per tipo di industria 164 Tab. 6. 48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 e il 2008 per tipo di servizio 165 Tab. 6. 49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di industria 165 Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di servizio 166 Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geografica 166 Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geografica 166 Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali, 2003-2008 167 Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali , 2007 e 2008 167 259 Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione, 2006-2008 Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009 Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalità straniera per genere, 2004-2008 Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarità straniera e dell’insieme delle imprese, 2004-2008 Tab. 6.59 Titolari di nazionalità straniera di imprese individuali per classe di età, 2004-2008 Tab. 6.60 Distribuzione per attività economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008 Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nell’industria manifatturiera, 2008 Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nel commercio, 2008 Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati all’estero, 2008 Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province selezionate, 2008 167 167 169 170 170 170 171 171 173 174 CAPITOLO 7 Tab. 7.1 Flussi di rimesse dall’Italia per paese di destinazione, 2007 192 Tab. 7.2 Flussi di rimesse dall’Italia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL) 193 Tab. 7.3 Flussi di rimesse dall’Italia per regione di invio, 2007 194 Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dall’Italia, 1999-2005 200 Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€) 204 Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla Cooperazione allo Sviluppo, 20062008 (milioni di euro) 204 Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro) 207 Tab. 7.8 Quote dell’Italia sul totale esportazioni verso paesi selezionati 207 Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006 Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dall’Italia per paese di destinazione, confronto 2006-2007 Graf. 7.3 Beneficiari del ritorno volontario assistito, 1991-2006 Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€) Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base 1999) 260 193 195 201 205 206 261 262 263 264