L`immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale

Transcript

L`immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale
L’immigrazione in Italia tra identità e pluralismo culturale
La pubblicazione è stata realizzata dal Ministero dell’Interno
Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione
in occasione della Seconda Conferenza Nazionale sull’Immigrazione
Milano, 25 e 26 settembre 2009
La realizzazione del volume è stata curata da Nomisma
Gruppo di lavoro
Giuseppe Cucchi (referente scientifico)
Anna Lucia Colleo (coordinamento)
Ersilia di Tullio
Romina Filippini
Federico Fontolan
Elena Molignoni
Mario Pelucchi
Daniela Percoco
Concetta Rau
Valentina Solieri
Vanessa Albertini (segreteria)
Patrizia Gozzi (segreteria)
Nomisma - Società di studi economici
Strada Maggiore 44 I-40125 Bologna
[email protected]
www.nomisma.it
Progetto grafico: Studio Francesca Cantarelli
Realizzazione editoriale: a cura di DDE Editrice
Illustrazione: Studio Francesca Cantarelli
Finito di stampare nel mese di settembre 2009
1
2
INDICE
Breve nota introduttiva
Sezione I – Il contesto mondiale ed europeo
I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo 14
I.1.1 La popolazione mondiale 14
I.1.2 I migranti nel mondo
15
I.1.3 Aree di residenza dei migranti
19
I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione universitaria
19
I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati
21
I.1.6 Le rimesse
22
I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa
25
I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita 25
I.2.2 L’immigrazione temporanea: flussi di ingresso e di ritorno 27
I.2.3 La mobilità interna all’Unione Europea 29
I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa 31
I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di età
e livelli di istruzione 37
I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualificate: l’Europa nel contesto OCSE 42
I.2.7 Popolazione e dinamica demografica nell’Unione Europea I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e senza immigrazione 50
3
10
45
Sezione II – Gli immigrati stranieri in Italia
II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di ingresso 54
II.1.1 Gli ingressi in Italia 54
II.1.2 La motivazione dell’ingresso 58
II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati
64
II.1.4 Gli ingressi irregolari
66
Approfondimento 1: Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati senza permesso di soggiorno 70
II.2 Gli stranieri residenti in Italia II.2.1 Aspetti demografici: residenti, incidenza sulla popolazione e proiezioni
71
II.2.2 Nazionalità degli stranieri in Italia 74
II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani
76
II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti
81
II.2.5 La suddivisione per classi di età
82
II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia
84
II.2.7 L’insediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia 87
II.2.8 Mobilità degli stranieri all’interno dell’Italia
91
II.2.9 Un profilo degli irregolari in Italia
93
I beneficiari delle regolarizzazioni 93
71
Approfondimento 1: L’opinione degli italiani sulla presenza di stranieri
in Italia
102
Approfondimento 2: L’opinione degli stranieri sugli italiani e sulla
cittadinanza italiana 104
Approfondimento 3: L’indice di integrazione CNEL
106
II.3 La casa degli immigrati stranieri 109
II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri
109
Lo stock abitativo e i servizi dell’abitare
109
Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza
118
La risposta dell’Edilizia Residenziale Pubblica
121
4
Approfondimento 1: Le famiglie, le coabitazioni, i “single”
123
Approfondimento 2: La condizione abitativa degli immigrati stranieri
nel Sud Italia 126
II.3.2 L’accessibilità alla casa
134
La quota di mercato degli stranieri
134
Le tipologie abitative più richieste
134
Il mercato dei mutui
136
Approfondimento 3: Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini
stranieri
140
II.4 I giovani stranieri nella scuola italiana
141
II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia
141
II.4.2 Le scuole con alunni stranieri
148
II.4.3 La dispersione scolastica
150
II.4.4 Gli studenti stranieri e l’istruzione universitaria
e post-universitaria
152
Approfondimento 1: L’integrazione degli alunni stranieri secondo
gli insegnanti italiani
156
II.5. La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari
158
II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri
158
II.5.2 La prevenzione 159
II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie
161
II.6 La dimensione economica dell’immigrazione: lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale
166
II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato con i paesi europei
166
Le forze lavoro e i tassi di attività
166
La disoccupazione degli stranieri
167
Gli occupati dipendenti e indipendenti
167
Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualifiche
168
II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una quantificazione del fenomeno e le sue caratteristiche
177
5
Le forze lavoro straniere
177
La tipologia di occupazione degli stranieri
e la distribuzione per area geografica
178
Livelli di istruzione, qualifica e condizione retributiva
179
Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro 181
I contributi previdenziali 182
Le prestazioni inps a sostegno del reddito della popolazione di origine extra comunitaria e il gettito fiscale degli immigrati 183
II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati nel mercato
del lavoro
196
Le esigenze di qualificazione 198
204
II.6.4 Le imprese degli stranieri
Le caratteristiche e l’evoluzione dell’imprenditoria straniera
204
Approfondimento 1: I risultati di un’analisi diretta
Unioncamere-Nomisma-Crif
212
Le caratteristiche dell’imprenditore e delle imprese
212
L’organizzazione dell’attività, la posizione di mercato
e il finanziamento dell’attività
212
I servizi all’impresa
214
Approfondimento 2: La dinamica del credito dei Piccoli Operatori
Immigrati
226
II. 7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi paesi
di origine 229
II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dall’Italia
229
Approfondimento 1: Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e
investimento delle rimesse degli albanesi in Emilia-Romagna
235
II.7.2 La migrazione di ritorno 240
Approfondimento 2: Il ritorno dei cittadini dell’Europa dell’allargamento: il caso del Regno Unito
242
II.7.3 Migrazioni e sviluppo
244
II.7.4 L’interscambio commerciale con i paesi di origine
247
6
ALLEGATI:
Fonti utilizzate
251
Riferimenti bibliografici
253
Elenco di tabelle, grafici e mappe
256
7
8
Breve nota introduttiva
9
Questo volume accompagna i lavori della seconda edizione della Conferenza
Nazionale sull’Immigrazione, voluta dal Dipartimento per le Libertà
civili e l’Immigrazione per favorire un confronto aperto sulla progressiva
trasformazione in senso multiculturale del nostro Paese.
L’immigrazione in Italia non è un fenomeno transitorio. La presenza
immigrata è diventata, al contrario, una caratteristica strutturale dell’Italia.
Non si tratta di una presenza né omogenea né statica. Continuamente si
rinnova e si modifica, per i nuovi ingressi, per gli spostamenti all’interno
del Paese, per la molteplicità variegata di comportamenti e di culture che
la compongono. Tanto più in Italia, dove convivono più di 160 diverse
nazionalità.
L’imponenza del processo non attiene infatti solo agli aspetti quantitativi della
presenza degli immigrati, che pure ha superato il 6 per cento della popolazione
residente (e continua a crescere), ma anche all’impatto dell’aumento della
varietà culturale, sociale ed economica che l’immigrazione porta con sé, che
genera una trasformazione delle dinamiche di convivenza e una domanda
forte di politiche di tutela della coesione sociale e di valorizzazione della
dinamica economica.
Di qui l’importanza di dotarsi di un metodo e di una base conoscitiva
strutturata e attendibile che accompagni la discussione in corso, rilevando
le continue evoluzioni in atto e approfondendo la conoscenza di molti aspetti
di novità della vita del Paese anche sotto l’angolo visuale della crescente
presenza di stranieri che vivono, abitano, lavorano, nascono e vanno a scuola
in Italia.
Si è voluto rendere disponibile per la Conferenza il risultato di un primo
sforzo, pur necessariamente incompleto, di raccogliere le molte informazioni
che le fonti istituzionali mettono a disposizione. Un lavoro di raccolta di
dati che, ordinati insieme, supporti l’impegno delle istituzioni e degli attori
della società civile di guidare la complessità dei processi in atto verso
un esito positivo. Le caratteristiche dei flussi migratori e le specificità
dell’immigrazione in Italia sono state collocate nel contesto delle dinamiche
10
migratorie in atto nel mondo e, con maggiore dettaglio, nel continente
europeo.
I dati di provenienza non istituzionale, trattati come approfondimenti,
sono segnalati e riconoscibili per il diverso formato grafico con cui sono
riportati nel testo. A complemento dei dati istituzionali più aggiornati, sono
stati infatti raccolti anche elementi di conoscenza e spunti di analisi che
le fonti ufficiali ancora non offrono e che colgono invece aspetti importanti
dell’evolvere serrato dei cambiamenti legati al fenomeno migratorio. In
alcuni casi, si tratta di informazioni ancora inedite.
Il confronto tra le diverse dimensioni territoriali e istituzionali coinvolte
nella gestione dell’immigrazione anima le sessioni di discussione della
Conferenza ed è riflesso, di conseguenza, nell’ossatura di questo volume.
Le informazioni raccolte delineano gli aspetti più rilevanti dei flussi di
ingresso nel nostro Paese e della popolazione straniera residente. Prendono
in considerazione l’impatto demografico, la localizzazione e la mobilità
sul territorio, il formarsi di nuovi nuclei familiari. La presenza di minori,
immigrati dall’estero e nati in Italia, nelle scuole. I bisogni legati all’alloggio
e all’assistenza sanitaria, l’inserimento nel mondo del lavoro, l’impatto sulla
economia e lo scambio con i paesi di origine.
Il volume delinea un profilo aggiornato dell’immigrazione in Italia ma
anche, per comparazione con gli altri paesi europei, una fotografia attuale
dello stato del Paese.
11
12
Sezione I
Il contesto mondiale ed europeo
Popolazione e migrazioni nel mondo
Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa
13
I.1 Popolazione e migrazioni nel mondo
I.1.1 La popolazione mondiale
La popolazione mondiale è più che raddoppiata negli ultimi 50 anni, passando
dai circa 3 miliardi del 1960 ai quasi 6,5 miliardi stimati dalle Nazioni Unite
per il 2005 (tab. 1.1). E’ triplicata la popolazione dell’Africa e grosso modo
raddoppiata anche quella di Asia, America Latina coi Caraibi e Oceania,
ma la crescita complessiva ha riguardato anche Europa (71 per cento) e
America settentrionale (61 per cento). La battuta d’arresto si è verificata solo
nel continente europeo, che nel passaggio tra il 2000 e il 2005 ha cominciato
a registrare un tasso di crescita negativo. Nel complesso, quindi, la crescita
della popolazione mondiale è stata alimentata dall’andamento demografico
positivo dei paesi meno sviluppati, che nel loro insieme hanno mantenuto in
media un tasso di aumento di oltre 2 punti percentuali l’anno, anche quando
questo rallentava sia nei paesi in via di sviluppo, dove è passato dal 2,3 per
cento del 1960-1965 all’1,47 per cento del 2000-2005, sia nei paesi più
sviluppati, dove nello stesso periodo è passato complessivamente da 1,09 a
0,36 (tab. 1.2).
Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (metà anno, migliaia)
Anno
Mondo
Africa
Asia
Europa
America
Latina e
Caraibi
1960
3.023.670
281.659
1.664.812
424.266
218.577
204.149
15.884
1970
3.696.128
363.535
2.094.849
458.196
285.196
231.931
19.639
1965
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
3.338.041
4.073.745
4.442.309
4.843.930
5.279.519
5.692.353
6.085.572
6.464.750
318.937
415.824
478.824
553.255
635.685
722.669
812.466
905.936
1.856.500
2.344.417
2.574.744
2.826.908
3.168.616
3.430.323
3.675.799
3.905.415
443.539
471.909
482.680
489.868
721.390
727.885
728.462
728.389
250.774
322.449
362.210
402.992
443.747
483.615
522.929
561.346
America
del Nord
Oceania
219.567
243.417
255.545
269.015
283.361
299.028
314.968
330.608
Paesi più
sviluppati
(a)
2.643.340
1.098.003
28.834
30.949
33.056
277.308
1.052.788
21.284
26.721
2.330.965
2.074.187
1.007.076
24.700
Paesi
meno
sviluppati
(c)
949.482
17.788
22.893
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
1.138.196
2.975.743
3.304.113
1.175.829
3.668.102
1.173.983
4.518.369
1.148.572
1.193.354
1.211.265
4.130.947
4.892.218
5.253.484
246.910
314.107
355.870
402.902
457.958
521.816
596.962
673.524
759.389
(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division
14
Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%)
Anno
1960-1965
Mondo
Africa
Asia
Europa
1,94
2,46
2,15
0,96
America
America
Latina e
del Nord
Caraibi
2,76
1,41
Oceania
Paesi più
sviluppati
Paesi
in via di
sviluppo
Paesi
meno
sviluppati
0,10
1,09
2,30
2,33
1965-1970
2,02
2,59
2,39
0,68
2,55
1,07
0,11
0,85
2,48
2,51
1970-1975
1,94
2,65
2,26
0,60
2,42
0,94
0,08
0,77
2,37
2,54
1975-1980
1,77
2,82
1,95
0,49
2,30
0,95
0,08
0,66
2,15
2,54
1980-1985
1,76
2,85
1,94
0,40
2,07
0,96
0,08
0,58
2,13
2,55
1985-1990
1,75
2,77
1,91
0,39
1,91
1,17
0,08
0,60
2,09
2,59
1990-1995
1,54
2,57
1,63
0,18
1,73
1,19
0,08
0,47
1,82
2,65
1995-2000
1,36
2,41
1,40
-0,02
1,55
1,20
0,07
0,34
1,62
2,44
2000-2005
1,26
2,34
1,25
0,08
1,31
1,01
0,08
0,36
1,47
2,36
(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé e Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division
I.1.2 I migranti nel mondo
Tra il 1960 e il 2005 il numero dei migranti nel mondo è raddoppiato: a
metà di questo decennio, risiedeva fuori dai confini del paese di nascita
il 3 per cento della popolazione mondiale, circa 190 milioni di persone,
contro i 75 milioni del 1960 (tab. 1.3 e 1.4). Di questi, circa la metà
sono donne, all’incirca la stessa percentuale di 50 anni fa (tab. 1.4). La
concentrazione più rilevante di migranti in rapporto alla popolazione si trova
oggi nell’America del Nord (13,5 per cento) e in Europa (8,8 per cento)
e comunque, nel complesso, nei paesi più sviluppati. La propensione alla
concentrazione nei paesi a più alto reddito risulta fortemente aumentata:
i paesi più sviluppati registravano nel 1960 un rapporto complessivo tra
migranti e popolazione nativa del 3,4 per cento; il tasso di oggi è 9,5 per
cento (tab. 1.3).
15
Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per
indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
Anno
Mondo
Africa
Asia
Europa
America
Latina e
Caraibi
1960
2,5
3,2
1,7
3,4
2,8
6,1
13,4
3,4
1970
2,2
2,7
1,3
4,1
2,0
5,6
15,4
3,6
1965
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
2,4
2,1
2,2
2,3
2,9
2,9
2,9
3,0
3,0
2,7
2,9
2,6
2,6
2,5
2,0
1,9
1,5
1,2
1,3
1,3
1,6
1,4
1,4
1,4
3,8
4,3
4,5
4,8
6,9
7,6
8,0
8,8
2,3
1,8
1,7
1,6
1,6
1,3
1,2
1,2
America
del Nord
5,8
6,3
7,1
8,2
9,7
Paesi più
Oceania sviluppati
(a)
14,3
15,8
16,4
17,0
17,8
3,5
3,9
4,2
4,6
7,2
Paesi
Paesi
in via di
meno
sviluppo sviluppati
(b)
(c)
2,1
2,6
1,6
2,3
1,8
1,5
1,6
1,6
1,8
2,5
1,9
2,3
2,0
2,1
11,2
17,5
8,1
1,6
2,0
13,5
15,2
9,5
1,4
1,4
12,8
16,3
8,8
1,5
1,5
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia,
Guinea, Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico,
Myanmar, Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan,
Timor-Leste, Togo, Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division.
16
17
81.335.779
86.789.304
99.275.898
111.013.230
154.945.333
165.080.235
176.735.772
190.633.564
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
49,6
49,7
49,3
49,0
47,2
47,2
47,4
47,2
47,1
46,8
di cui
donne
(%)
9.944.018
9.441.931
9.134.224
A metà
anno,
migliaia
7,1 17.068.882
8,9 16.496.240
11,2 17.943.307
11,9 16.351.076
11,9 14.434.494
9,1 14.095.839
4,9 11.014.091
4,8
4,9
2,9
di cui
rifugiati
(%)
17,7
21,7
35,5
32,7
24,5
25,4
11,8
9,9
5,7
0,9
di cui
rifugiati
(% su
totale
migranti)
Africa
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UN Population Division.
78.443.933
75.463.352
1965
1960
A metà anno,
Anno migliaia
Mondo
53.291. 281
50.303.887
47.189.610
49.887.766
37.193.499
32.113.653
28.046.158
27.823.933
28.205.374
28.477.693
A metà
anno,
migliaia
Asia
A metà
anno,
migliaia
14,6 64.115.850
17,5 58.216.735
17,3 55.286.554
19,9 49.381.119
20,6 23.471.785
12,0 21.894.487
6,2 20.170.448
5,8 18.783.392
7,4 16.662.207
2,3 14.244.764
di cui
rifugiati
(% su
totale
migranti)
A metà
anno,
migliaia
6.052.811
3,1 6.630.849
4,3 6.280.578
5,4
2,7 6.978.142
3,8 6.250.798
2,5 6.079.326
2,7 5.744.910
3,4 5.678.838
4,2 5.855.661
A metà
anno,
migliaia
0,5 44.492.816
0,8 40.387.759
1,7 33.553.904
17,2 27.596.538
5,6 22.142.796
2,4 18.086.918
1,7 15.290.319
1,8 12.985.541
0,0 12.711.910
A metà
anno,
migliaia
1,2 5.033.887
1,6 5.050.573
2,3 5.054.049
2,1 4.750.692
3,0 4.186.485
3,6 3.754.605
3,6 3.352.578
4,0 3.027.545
4,1 2.550.694
1,6
1,5
1,5
2,3
2,5
8,4
0,0
1,5
0,8
0,0
di cui
rifugiati
(% su
totale
migranti)
Oceania
4,4 2.134.129
di cui
rifugiati
(% su
totale
migranti)
America del Nord
0,0 12.512.766
di cui
rifugiati
(% su
totale
migranti)
America Latina e
Caraibi
6,2 6.018.088
di cui
rifugiati
(% su
totale
migranti)
Europa
Tab. 1.4 Stima del numero di migranti internazionali e incidenza di donne e rifugiati, 1960-2005
Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di
sviluppo, 1960-2005 (%)
Anno
Mondo
Africa
Asia
Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi più
sviluppati
(a)
1960-1965
0,8
0,7
-0.2
3,1
-0,6
0,3
3,6
1,8
1965-1970
0,7
1,0
-0.3
2,4
-0,6
0,4
3,4
1,6
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
Paesi
meno
sviluppati
(c)
0,0
0,7
-1,1
-0,1
1,6
1970-1975
1,3
2,0
0,2
1,4
0,2
3,3
2,0
2,0
0,6
1975-1980
2,7
4,9
2,7
1,6
1,1
3,4
2,3
2,2
3,1
5,7
1980-1985
2,2
0,5
2,9
1,4
0,6
4,1
2,2
2,4
2,0
0,0
1985-1990
6,7
2,5
2,4
3,1
2,2
4,4
2,5
10,4
2,4
3,7
1990-1995
1,3
1,9
-1,1
2,3
-2,9
3,9
1,2
2,8
-0,7
2,2
1995-2000
1,4
-1,7
1,3
1,0
0,7
3,7
0,0
2,0
0,4
-3,5
2000-2005
1,5
0,7
1,2
1,9
1,1
1,9
-0,1
1,9
1,0
0,4
(a) Comprende l’Europa, l’America del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar, Nepal,
Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo, Tuvalu,
Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division
18
I.1.3 Aree di residenza dei migranti
Nel 2005, oltre il 60 per cento dei migranti nel mondo risiedeva nei paesi più
sviluppati, percentuale in costante crescita dal 1960, quando erano il 42,8 per
cento; la suddivisione tra aree continentali vede nel 2005 il 33,6 per cento dei
migranti concentrati in Europa, il 28 per cento in Asia e il 23,3 per cento in
America del Nord; solo una parte residuale si è spostata in un paese africano
(9 per cento) o in America Latina (3,5 per cento): percentuali in netto calo dal
1960, a testimonianza dell’indebolimento progressivo della direttrice sud-sud
nei flussi migratori globali (tab. 1.6).
Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
Anno
Africa
Asia
Europa
America
Latina e
Caraibi
America
del Nord
Oceania
Paesi più
sviluppati
(a)
1960
12,1
37,7
18,9
8,0
16,6
2,8
42,8
1965
12,0
36,0
21,2
7,5
16,2
3,3
45,2
Paesi
in via di
sviluppo
(b)
Paesi
meno
sviluppati
(c)
54,8
8,9
57,2
8,5
1970
12,2
34,2
23,1
7,0
16,0
3,7
47,2
52,8
8,9
1975
12,7
32,3
23,2
6,6
17,6
3,9
48,9
51,1
7,9
1980
14,2
32,4
22,1
6,1
18,2
3,8
47,8
52,2
9,2
1985
13,0
33,5
21,1
5,6
20,0
3,8
48,3
51,7
8,2
1990
10,6
32,2
31,9
4,5
17,8
3,1
53,2
46,8
7,1
1995
10,9
28,6
33,5
3,7
20,3
3,1
57,5
42,5
7,4
2000
9,3
28,5
32,9
3,6
22,9
2,9
59,4
40,6
5,8
2005
9,0
28,0
33,6
3,5
23,3
2,6
60,5
39,5
5,5
(a) Comprende l’Europa, l’america del Nord, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.
(b) Comprende l’Africa, l’Asia escluso il Giappone, l’Amarica latina e i Caraibi più Melanesia, Micronesia e Polinesia.
(c) Comprende 49 paesi: Afghanistan, Angola, Bangladesh, Benin, Bhutan, Burkina Faso, Burundi, Cambogia, Repubblica
Centrafricana, Chad, Comore, Repubblica Democratica deol Congo, Gibuti, Guinea Equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea,
Guinea-Bissau, Haiti, Kiribati, Laos, Lesotho, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mozambico, Myanmar,
Nepal, Niger, Rwanda, Samoa, São Tomé and Príncipe, Senegal, Sierra Leone, Isole Salomone, Somalia, Sudan, Timor-Leste, Togo,
Tuvalu, Uganda, Repubblica Unita della Tanzania, Vanuatu, Yemen e Zambia.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati UN Population Division.
I.1.4 Distribuzione tra aree continentali dei migranti con istruzione
universitaria
Secondo uno studio commissionato da OCSE nel 2007,1 nel 2000 la quasi totalità
dei migranti altamente qualificati era originario di uno dei paesi dell’America del
Nord o dell’Europa. In particolare, il 64,8 per cento veniva dall’America del Nord,
percentuale rimasta sostanzialmente invariata rispetto al decennio precedente,
e il 23,6 per cento dall’Europa (20,3 per cento nel 1990). Con una differenza
sostanziale: i paesi del Nord America attiravano il 62,1 per cento dei laureati
1 Lowell B., Trends in International Migration Flows and Stocks, 1975-2005, OECD Social
Employment and Migration Working Paper No. 58, OECD Publishing, 2007, Paris.
19
provenienti da altri paesi dello stesso continente; dei laureati residenti in Europa
nello stesso anno solo il 36,7 per cento, invece, proveniva da altri paesi europei.
Va segnalato però il miglioramento della capacità attrattiva dell’Europa sui propri
laureati rispetto al 1990, quando solo il 27,2 dei cervelli europei emigrava in un
altro paese europeo. La dinamica trova contralto nella forte diminuzione della
concentrazione di migranti con un livello di istruzione elevato che si è verificata
nello stesso periodo in Africa e in America Latina (tab. 1.7).
Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine
e di destinazione, 1990 e 2000 (%)
Area di origine
Sud America
e Caraibi
Asia
Oceania
Totale
49,9
0,6
1,6
11,3
100
24,9
62,1
4,6
2,3
6,1
100
8
88,3
1,3
1,4
1
100
Asia
14,5
73,1
0,1
4,2
8
100
Oceania
22,4
27,2
0,1
0,7
49,6
100
Africa
47,7
44,5
0,1
0,1
7,6
100
Area di destinazione
Europa
Nord America
Europa
36,7
Nord America
2000
Sud America e Caraibi
Totale
23,6
64,8
1990
0,7
2,4
8,5
100
Europa
27,2
57,2
0,8
0,9
13,9
100
Nord America
19,1
67,2
4,8
2,9
6
100
Sud America e Caraibi
7,9
87,3
2,2
1,2
1,5
100
Asia
13,5
69
0,2
7,7
9,6
100
Oceania
15,3
28,5
0,1
0,8
55,3
100
Africa
46,8
43,2
0,1
0,1
9,8
100
Totale
20,3
64,9
1
Fonte: Lowell 2007 per OCSE, sulla base di dati raccolti da paesi OCSE di destinazione
20
3,2
10,7
100
I.1.5 Richiedenti asilo e rifugiati
L’incidenza dei rifugiati sul numero dei migranti nel mondo ha conosciuto
una cresciuta esponenziale: dal 2,9 del 1960 al 7,1 del 2005 (tab. 1.4),
con variazioni molto rilevanti tra le diverse aree continentali. Le dinamiche
dell’asilo si sono sviluppate in direzione inversa rispetto ai cambiamenti nella
concentrazione dell’insieme dei migranti: i rifugiati sono rispettivamente il
17,7 e il 14,6 degli immigrati in Africa e in Asia, mentre arrivano appena
al 3,1 e all’1,2 in Europa e America settentrionale (tab. 1.4). Alla fine del
2008, dei 9 milioni di rifugiati nel mondo, oltre 2,5 milioni hanno trovato
asilo in Asia, quasi 2,3 milioni in Medio Oriente e nel Nord Africa, 1,6
in Europa e nemmeno 500.000 nel continente americano, settentrionale e
meridionale (tab. 1.8). La maggior parte di loro si è riversata in paesi vicini:
quasi 3 milioni sono originari dell’Asia e 2,4 milioni del Medio Oriente e
del Nord Africa (tab. 1.9). Di questi, 3,7 milioni vengono da Afghanistan
e Iraq (tab. 1.10).
Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008
Regione di asilo
Rifugiati
Richiedenti asilo
Africa Centrale e Grandi Laghi
978.159
17.185
Africa Orientale e Corno d’Africa
763.857
35.344
Africa del Sud
161.140
243.841
Africa Occidentale
175.349
9.230
Asia e Pacifico
2.577.767
40.221
Medio Oriente e Nord Africa
2.278.151
35.003
Europa
1.616.015
273.070
499.960
173.429
Americhe
Totale
9.050.398
827.323
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR/Governi
Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008
Regione di origine
Africa Centrale e Grandi Laghi
Rifugiati
Richiedenti asilo
1.219.884
90.146
932.940
Africa Orientale e Corno d’Africa
Africa del Sud
190.978
Africa Occidentale
205.673
Asia e Pacifico
2.970.347
Medio Oriente e Nord Africa
2.402.784
Europa
793.352
Americhe
151.887
Vari/Apolidi
182.552
Totale
9.050.398
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati ACNUR/Governi
21
64.585
45.469
30.887
118.463
44.869
60.586
116.025
256.293
827.323
Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008
Paese di origine
Rifugiati
Richiedenti asilo
1.817.913
23.179
367.995
36.278
1.873.519
25.675
Myanmar
184.347
22.338
Territori Palestinesi
333.990
2.661
Serbia
185.432
14.683
Somalia
559.153
20.543
Sudan
397.013
18.080
Turchia
214.376
8.538
Vietnam
328.183
1.712
6.775.228
211.094
Afghanistan
Rep. Dem. del Congo
Iraq
Totale
Totale nel mondo
9.050.398
827.323
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ACNUR
I.1.6 Le rimesse
La Banca Mondiale stima che il totale delle rimesse trasferite dai migranti
nel mondo sia passato da 121 miliardi di dollari americani nel 1998 ai
397 miliardi del 2008. Sono i paesi in via di sviluppo, e non quelli meno
sviluppati, la principale destinazione delle rimesse: nel decennio 19982008 il flusso che questi hanno ricevuto è passato da 71.380 a 305.281
milioni di dollari USA. I paesi meno sviluppati, nei quali il volume totale è
ugualmente quadruplicato, nel 2008 hanno ricevuto rimesse dall’estero per
20.744 milioni di dollari USA. La rilevanza dei risparmi dei migranti varia
fortemente in relazione al prodotto interno lordo dell’area di arrivo, calcolata
per il 2007: le rimesse costituiscono il 5,8 per cento della ricchezza dei
paesi meno sviluppati e il 5,9 per cento della ricchezza dei paesi in via
di sviluppo con i redditi più bassi. Facendo una panoramica tra le aree
continentali, le rimesse costituiscono il 4,5 per cento del prodotto interno
lordo dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, il 3,7 per cento di
quello dei paesi dell’Asia meridionale, il 2,6 per cento della ricchezza dei
paesi dell’Africa sub-sahariana, contro una media mondiale dello 0,7 per
cento (tab. 1.11). Non stupisce che, guardando agli invii, sia dai paesi
OCSE ad alto reddito che viene spedito il 66 per cento di tutte le rimesse
nel mondo (tab. 1.12), dove come abbiamo visto si è andata concentrando
la popolazione migrante.
22
23
13.795
15.825
13.052
13.350
4.327
46.815
9.990
14.389
12.809
14.557
4.397
47.007
5.231
121.163
4.696
119.531
1.084
12.915
15.238
1.144
65.890
7.374
7.907
63.473
73.264
1998
71.380
1997
126.645
5.744
1.075
48.335
4.433
15.084
12.800
17.603
11.629
15.686
69.666
7.569
77.235
1999
131.519
6.147
959
46.375
4.623
17.212
12.898
19.987
12.784
16.682
75.936
8.250
84.186
2000
Note: per i raggruppamenti dei Paesi si veda nota * a fine capitolo.
Fonte: Elaborazione Nomisma su stime Banca Mondiale
Paesi meno
sviluppati
(definizione
ONU)
Totale mondo
Paesi non-OCSE
ad alto reddito
Paesi in via di
sviluppo
Paesi a basso
reddito
Paesi a medio
reddito
Asia dell’Est e
Pacifico
Europa e Asia
Centrale
America Latina e
Caraibi
Medioriente e
Nord-Africa
Asia del Sud
Africa Subsahariana
Paesi OCSE ad
alto reddito
Aree di
destinazione
146.793
6.664
1.228
50.349
4.663
19.173
14.653
24.229
12.394
20.105
84.333
10.884
95.217
2001
169.546
8.421
1.119
52.881
5.030
24.137
15.211
27.918
13.729
29.521
100.239
15.307
115.546
2002
207.280
9.652
2.327
60.697
5.970
30.366
20.361
36.609
15.503
35.446
127.596
16.659
144.255
2003
234.941
10.879
3.387
67.134
8.021
28.694
23.034
43.330
22.177
39.164
144.804
19.616
164.420
2004
267.820
12.045
3.871
69.181
9.382
33.092
24.260
50.122
31.218
46.695
170.875
23.894
194.769
2005
306.640
14.499
4.099
73.847
12.871
39.615
25.739
59.208
38.313
52.948
197.754
30.940
228.694
2006
Tab. 1.11 Flussi di rimesse in arrivo per macroarea di destinazione, 1997-2008 (milioni di dollari USA)
370.765
17.432
4.415
85.672
18.584
52.086
31.289
63.107
50.377
65.236
240.740
39.939
280.679
2007
397.047
20.744
4.569
87.196
19.752
65.981
33.662
63.263
53.094
69.931
260.152
45.129
305.281
0,7
5,8
0,5
0,2
2,6
3,7
4,5
1,8
1,8
1,6
1,9
5,9
2,1
Rimesse in
percentuale
del PIL
2008e
dell’area
nel 2007
%
24
1.547
657
125
1.318
860
233
America Latina e Caraibi
Medioriente e Nord-Africa
868
746
103.712
22.027
21.119
100.904
70.189
68.310
2.085
104.503
1.192
21.526
74.463
2.429
130
590
1.529
2.373
1.463
7.141
1.373
8.514
1999
110.108
1.417
23.356
76.768
2.512
575
861
2.004
2.293
1.740
8.492
1.492
9.984
2000
118.782
1.331
23.394
83.449
2.336
1.026
1.072
2.360
3.186
1.960
10.516
1.423
11.939
2001
131.297
1.334
23.719
88.864
2.510
1.489
3.580
1.904
3.814
5.417
16.976
1.738
18.714
2002
146.545
1.314
23.232
101.311
2.826
1.588
5.242
1.835
5.046
5.464
20.156
1.845
22.001
2003
167.193
2.035
22.633
114.804
3.518
2.032
5.715
2.055
7.966
8.471
27.169
2.587
29.756
2004
184.639
2.363
24.129
126.076
3.991
1.742
5.640
2.309
10.861
9.891
31.330
3.104
34.434
2005
213.192
2.679
27.710
142.233
4.345
2.032
6.194
2.704
17.541
10.432
39.722
3.527
43.249
2006
248.283
3.112
30.302
163.690
4.379
2.007
5.490
3.582
25.908
12.924
51.264
3.027
54.291
0,5
0,5
0,9
2,2
0,4
0,6
0,1
1,6
0,1
0,9
0,3
0,5
0,5
Rimesse in percentuale
2007 del PIL dell’area nel 2007
%
Fonte: Elaborazione Nomisma su stime Banca Mondiale
Note: per i raggruppamenti dei Paesi si veda nota * a fine capitolo
e = stime Banca Mondiale.
Raggruppamenti di paesi utilizzati dalla Banca Mondiale:
Asia dell’Est e Pacifico: Samoa Americane, Cambogia, Cina, Fiji, Indonesia, Kiribati, Corea del Nord, Laos, Malesia, Isole Marshall, Micronesia, Mongolia, Myanmar, Palau, Papua
Nuova Guinea, Filippine, Samoa, Isole Salomone, Tailandia, Timor-Est, Tonga, Vanuatu, Vietnam. Europa e Asia Centrale: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, BosniaErzegovina, Bulgaria, Georgia, Kazakistan, Kosovo, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Macedonia, Moldova, Montenegro, Polonia, Romania, Federazione Russa, Serbia, Tagikistan,
Turchia, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan. America Latina e Caraibi: Argentina, Belize, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Costa Rica, Cuba, Dominica, Repubblica Dominicana,
Ecuador, El Salvador, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Giamaica, Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay, Perù, Saint Kitts and Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent and
Grenadines, Suriname, Uruguay, Venezuela. Medio Oriente e Nord Africa: Algeria, Gibuti, Egitto, Iran, Iraq, Giordania, Libia, Marocco, Siria, Tunisia, West Bank e Gaza, Yemen. Asia
del Sud: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan, Sri Lanka. Africa Sub-Sahariana: Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo
Verde, Repubblica Centroafricana, Ciad, Comore, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica del Congo, Costa d’Avorio, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, GuineaBissau, Kenya, Lesoto, Liberia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Mayotte, Mozambico, Namibia, Niger, Nigeria, Ruanda, Sao Tomé e Principe, Senegal, Seychelles,
Sierra Leone, Somalia, Sudafrica, Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe. Paesi OCSE ad alto reddito: Australia, Austria, Belgio, Canada, Repubblica Ceca,
Danimarca, Finlandia, Francia, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Italia, Giappone, Corea del Sud, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Spagna, Svezia,
Svizzera, Regno Unito, Germania, Stati Uniti, Paesi Bassi.
Totale mondo
Paesi non-OCSE ad alto
reddito
Paesi meno sviluppati
(definizione ONU)
Paesi OCSE ad alto reddito
Africa Sub-sahariana
2.036
3.509
3.573
2.468
4.560
Asia dell’Est e Pacifico
Europa e Asia Centrale
Asia del Sud
10.356
10.470
Paesi a medio reddito
1.140
1.005
11.496
11.475
1998
Paesi in via di sviluppo
1997
Paesi a basso reddito
Aree di invio
Tab. 1.12 Flussi di rimesse in uscita, per macroarea di invio, 1997-2007 (milioni di dollari USA)
I.2 Immigrazione, emigrazione e mobilità in Europa
I.2.1 Flussi migratori in ingresso e in uscita
Nel 2006, ultimo anno per cui Eurostat rende disponibili dati aggregati a livello
europeo sui flussi di ingresso, la maggior parte degli ingressi nei paesi della UE,
il 52 per cento, è stata di cittadini extra-comunitari, mentre i cittadini comunitari
che si sono spostati all’interno di un altro Stato europeo rappresentavano il 34 per
cento del totale degli ingressi. È interessante notare come una quota consistente
di flussi di ingresso nei paesi della UE, pari al 14 per cento, fosse costituito da
nativi di ritorno, ovvero da persone che avevano lasciato in precedenza il proprio
paese e che avevano deciso di farvi ritorno. Sembra dunque trovare conferma
la tendenza ad una crescita del fenomeno della migrazione temporanea o di
ritorno2 all’interno della UE (graf. 2.1).
Tra i flussi di ingresso di extra-comunitari, il Marocco occupa il primo posto tra
i paesi di provenienza, seguito da Ucraina e Cina, riflettendo una distribuzione
molto varia delle provenienze continentali (graf. 2.2).
Guardando all’andamento dei flussi di immigrazione e di emigrazione tra il
2002 e il 2007 nei paesi dell’Unione Europea, possiamo fare alcuni confronti
tra l’Italia ed altri paesi a forte presenza straniera. Innanzitutto, Germania,
Italia, Spagna e Regno Unito assorbono da soli, in media, più del 70 per cento
dei nuovi ingressi di stranieri nell’Unione Europea. In particolare, Germania e
Spagna sono i paesi che si contendono il primato per numero di ingressi.
Se guardiamo al trend dei flussi di ingresso nei vari paesi UE, notiamo che
la capacità attrattiva dei singoli paesi è molto cambiata negli ultimi anni. Ad
esempio, mentre in Germania il flusso di immigrati è passato dagli 840mila del
2002 ai 680mila del 2007, in Spagna si è passati da 480mila a 950mila ingressi
e in Italia da 210mila a 515mila ingressi nello stesso periodo. I paesi della
sponda sud dell’Europa sono diventati mete preferenziali di ingresso nella UE.
Importanti sono anche le differenze tra gli Stati Membri dell’Unione nel rapporto
tra flussi in ingresso e flussi in uscita. Mentre Germania e Regno Unito
hanno sia flussi di immigrazione che flussi di emigrazione molto elevati,
2 Per migrazione circolare si intende quella tipologia di movimenti migratori che prevede una
mobilità continua tra paesi di origine e paesi di destinazione, mentre per migrazione di ritorno
si intende quei percorsi migratori che si concludono con il ritorno dei migranti nel proprio paese
di origine.
25
Italia e Spagna presentano invece uno scarto molto elevato tra il numero
di ingressi e il numero di partenze, che è contenuto. Questo fenomeno ha
fatto sì che in questi due paesi la crescita netta della popolazione straniera
sia stata improvvisa e rapida (tab. 2.1).
Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%)
34%
Cittadini extra-comunitari
Nativi
52%
Cittadini da altri stati membri
UE
14%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze
2006 (migliaia)
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
26
Federazione
Russa
Brasile
Turchia
Stati Uniti
Albania
Bolivia
India
Cina
Ucraina
Marocco
160
140
120
100
80
60
40
20
0
Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007
Paese
d’origine e
di destinazione
Austria
2002
2003
Immigrazione
Emigrazione
Immigrazione
113.165
79.658
113.554
2004
2005
2006
EmigraImmiEmigraImmiEmigrazione grazione zione grazione zione
77.257 127.399
76.817
117.822
68.650
Immigrazione
100.972
2007
Emigrazione
Immigrazione
Emigrazione
73.495
106.905
74.191
91.052
Belgio
n.d.
n.d
n.d.
n.d
85.378
42.046
n.d.
n.d
n.d.
n.d
146.409
Bulgaria
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
1.561
2.958
Cipro
14.370
7.485
16.779
4.437
22.003
6.279
24.419
10.003
15.545
6.874
19.017
11.389
Repubblica Ceca
44.679
32.389
60.015
34.226
53.453
34.818
60.294
24.065
68.183
33.463
104.445
20.500
842.543 623.255
768.975
Germania
Danimarca
Spagna
52.778
43.481
49.754
n.d. 780.175 697.632 707.352 628.399
43.466
49.860
45.017
52.458
45.869
661.855 639.064
56.750
46.786
64.656
41.566
483.260
36.605
672.266
64.298 684.561
55.092 719.284
68.011
Finlandia
18.113
12.891
17.838
12.083
20.333
13.656
21.355
12.369
22.451
12.107
26.029
12.443
Ungheria
n.d.
n.d
21.327
3.122
24.298
n.d.
n.d.
n.d
21.520
3.608
24.361
4.500
Irlanda
50.500
20.700
50.100
18.500
70.000
16.600
86.900
17.000
103.260
38.866
88.779
42.538
Francia
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
213.202
41.756
440.301
n.d. 515.201 (a)
n.d.
Italia
840.844 142.296
680.766 636.854
48.706 414.880
49.910 304.960
53.931 254.588 (a)
958.266 227.065
Lituania
n.d.
n.d
4.728
11.032
5.553
15.165
6.789
15.571
7.745
12.602
8.609
13.853
Lussemburgo
n.d.
n.d
12.613
10.540
12.495
10.911
13.512
10.841
14.352
9.001
16.675
10.674
Lettonia
1.428
3.262
1.364
2.210
1.665
2.744
1.886
2.450
2.801
5.252
3.541
4.183
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
n.d.
n.d
1.829
1.908
6.730
5.029
101.150 132.470
116.819
n.d.
14.995
35.480
Malta
Olanda
121.250
66.728
104.514
68.885
94.019
75.049
92.297
83.399
Polonia
6.587
24.532
7.048
20.813
9.495
18.877
9.364
22.242
10.802
46.936
Portogallo
17.041
8.814
14.389
6.687
16.761
10.680
n.d.
10.800
27.703
n.d.
n.d.
n.d
Romania
6.582
8.154
3.267
10.673
2.987
13.082
3.704
10.938
7.714
14.197
9.575
8.830
64.087
33.009
63.795
35.023
62.028
36.586
65.229
38.118
95.750
44.908
99.485
45.418
Slovenia
Svezia
9.134
7.269
9.279
5.867
10.171
8.269
15.041
8.605
20.016
13.749
29.193
14.943
Slovacchia
2.312
1.411
2.603
1.194
4.460
1.586
9.410
2.784
12.611
3.084
16.265
3.570
Regno
Unito
385.901 305.931
431.487 313.960 518.097 310.389 496.469 328.408
Nota: (a) dati Istat.
529.008 369.470
526.714 317.587
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
I.2.2 L’immigrazione temporanea: flussi di ingresso e di ritorno
Nell’analisi dei flussi migratori è importante considerare l’andamento dei
flussi di lavoratori temporanei. Confrontando infatti i flussi di ingresso totali
con i flussi di ingresso temporanei, è possibile muovere una serie di osservazioni sul tipo di immigrazione che si sta sviluppando in un determinato
paese. In particolare, la migrazione odierna sembra essere caratterizzata da
una crescente propensione a forme di mobilità aperta. Questo comporta che
la popolazione straniera residente in un paese è caratterizzata da un forte
27
tasso di rinnovamento della sua composizione. Alcuni paesi hanno scelto di
aumentare le quote destinate ai lavoratori temporanei, contribuendo a determinare un trend in crescita per questa categoria nella UE27. Fa eccezione
la Germania, dove per due anni di seguito si è verificata una riduzione del
flusso di lavoratori temporanei, ma è vero che in Germania si è notevolmente
ridotto il flusso di immigrazione complessivo. Viceversa, l’Italia ha registrato un aumento consistente di lavoratori temporanei, passando dai 69.000 del
2003 ai 98.000 del 2006 (tab. 2.2).
Sono in crescita anche le migrazioni di ritorno, ovvero il numero di migranti
che decidono di tornare nel paese di origine dopo un periodo trascorso
all’estero. Del fenomeno si parlerà più diffusamente nel capitolo 8, portando
ad esempio il caso specifico del Regno Unito. Tuttavia, è importante
sottolineare da subito che i dati riportati da OCSE su alcuni paesi selezionati
indicano tassi di ritorno dopo cinque anni di residenza tra il 20 per cento e
il 60 per cento (tab. 2.3).
Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia)
Austria
2003
2004
2005
2006
Ogni mille abitanti (2006)
2
31
33
42
4,0
5
6
30
Belgio
Bulgaria
-
Danimarca
5
Francia
26
Germania
Italia
Portogallo
Totale
27
28
379
43
52
56
83
70
13
9
85
8
7
137
239
275
na
18,73%
1,53%
769
Differenza annuale %
26
1
415
8
Regno Unito
5
1
4
440
3
Svezia
1
15
446
69
Olanda
27
913
927
98
7
7
266
921 0,5
0,1
1,1
0,5
4,6
1,7
5,1
0,7
0,8
4,4
-0,65% Fonte: Elaborazione Nomisma su dati OCSE International Migration Outlook 2008
Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza
(persone oltre i 15 anni di età)
Irlanda
Periodo di ingresso
Tasso medio di ri-emigrazione dopo 5 anni (%)
1993-1999
50,4
1993-1998
Belgio
Regno Unito
1992-1998
Norvegia
1996-1999
Paesi Bassi
1994-1998
Stati Uniti
1999
Fonte: OCSE International Migration Outlook 2008.
28
60,4
39,9
39,6
28,2
19,1
I.2.3 La mobilità interna all’Unione Europea
L’allargamento dell’Unione Europea è stato uno degli avvenimenti più
rilevanti degli ultimi anni, anche rispetto alle dinamiche migratorie.
L’inclusione nella UE di 12 nuovi Stati Membri ha avuto un significativo
impatto sul movimento di persone e di lavoratori al suo interno (graf. 2.3).
Se guardiamo alle nazionalità dei cittadini comunitari che nel periodo 20032007 si sono trasferiti in un altro Stato Membro, Romania e Polonia sono i
paesi da cui proveniva la maggior parte degli immigrati, costituendo insieme
il 44 per cento di tutti gli spostamenti interni alla UE durante il periodo
considerato (graf. 2.4).
Se consideriamo la mobilità della forza lavoro, la propensione alla mobilità
più elevata nel periodo 2003-2007 si registra, omogeneamente, per i
paesi di nuova adesione. Lituania, Cipro, Romania, Polonia, Slovacchia
e Bulgaria occupano le prime posizioni: in rapporto alla forza lavoro del
paese di origine, sono stati i lavoratori di questi paesi a manifestare la
propensione più elevata ad emigrare in un altro paese dell’Unione Europea.
Se poi distinguiamo anche tra mobilità di breve e lungo periodo (inferiore
e superiore ai 4 anni), è interessante notare come invece la mobilità di
lungo periodo veda protagonisti il Portogallo e l’Irlanda, mentre Polonia,
Slovacchia e Lituania risultano notevolmente ridimensionate (graf. 2.5).
29
Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006
350000
300000
250000
200000
150000
100000
50000
Portogallo
Paesi Bassi
Slovacchia
Bulgaria
Italia
Francia
Germania
Regno
Unito
Romania
Polonia
0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su stime Eurostat
Graf. 2.4 Nazionalità dei cittadini comunitari che negli ultimi 4 anni hanno stabilito la loro
residenza in un altro Stato Membro (gruppo d’età: 15-64 anni), 2007 (%)
Altri cittadini UE;
18%
Polonia 25 %
Lituania 4%
Italia 4%
Slovacchia 4%
Bulgaria 4%
Romania 19%
Portogallo 4%
Francia 5%
Regno Unito 6%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
30
Germania 7%
Graf. 2.5 Tassi di mobilità intra-UE della forza lavoro (a) per anni di residenza, 2007 (%)
10,0
9,0
8,0
7,0
6,0
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
LT CY RO PL SK BG LV PT EE IE NL CZ BE DK HU AT EL SE UK DE FR FI
Più di 4 anni
IT ES
1,3 3,5 4,1 1,1 0,7 2,8 0,6 7,8 1,6 7,5 1,3 0,7 1,7 1,0 0,7 1,8 2,8 0,7 0,8 0,5 0,7 1,9 1,4 0,6
Almeno 4 anni 3,1 3,0 2,5 2,0 2,0 1,7 1,3 1,2 1,0 0,7 0,6 0,5 0,5 0,5 0,5 0,4 0,4 0,4 0,3 0,3 0,3 0,2 0,2 0,1
Legenda: Lituania (LT) , Cipro(CY), Romania (RO), Polonia (PL), Slovacchia (SK), Bulgaria (BG), Lettonia (LV), Portogallo
(PT), Estonia (EE), Irlanda (IE), Olanda (NL), Repubblica Ceca (CZ), Belgio (BE), Danimarca (DK), Ungheria (HU), Austria
(AT), Grecia (EL), Svezia (SE), Regno Unito (UK), Germania (DE), Francia (FR),
Finlandia (FI), Italia (IT), Spagna (ES).
Nota: (a) misurata come rapporto tra la forza lavoro residente in un Stato Membro diverso dal proprio sul totale della forza lavoro
nel paese di origine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
I.2.4 Da dove vengono e dove risiedono gli stranieri in Europa
La presenza di stranieri in Europa si concentra in termini assoluti nei paesi
più popolosi ed economicamente sviluppati della UE: Germania, Francia,
Italia, Spagna e Regno Unito (mappa 2.1).
Dal 1999 al 2008 gli stranieri presenti nell’Unione Europea sono passati da
circa 18 a circa 30 milioni di persone. Nel 2008, rappresentavano il 6,2 per
cento della popolazione totale. L’elemento interessante è che la quasi totalità
degli stranieri presenti nella UE 27 si trova sul territorio degli Stati UE 15
(pre-allargamento). Nei paesi di nuova adesione, l’incidenza della popolazione
straniera tende ad essere molto bassa, con alcune eccezioni (Cipro, Lettonia),
mentre nei paesi dell’Europa occidentale l’incidenza oscilla tra il 5 per cento e
il 10 per cento, con punte massime in Irlanda e Lussemburgo (tab. 2.4).
31
Per quanto riguarda la provenienza degli stranieri residenti in Europa, nel
2007 si trattava per la maggior parte di cittadini provenienti dall’esterno
dell’Europa. L’Italia si colloca al terzo posto per numero assoluto di residenti
stranieri provenienti da paesi non UE; viceversa, non figura nemmeno tra i
primi dieci paesi per numero di residenti stranieri provenienti da altri paesi
UE 15, a sottolineare che il Paese non sembra esercitare un’elevata capacità
attrattiva nei confronti di quei paesi dai quali emigrano soprattutto figure
professionali altamente qualificate. Negli altri paesi europei a forte presenza
straniera, il divario non è così eclatante. Molto significativa appare invece la
capacità attrattiva dell’Italia nei confronti dei nuovi Stati Membri del 2007,
Romania e Bulgaria. L’Italia attrae da sola circa il 25 per cento di tutti gli
immigrati provenienti dai due paesi (tab. 2.5).
Analizzando invece la provenienza continentale degli stranieri possiamo
osservare quale area geografica di provenienza pesi di più nella composizione
della presenza straniera all’interno degli stati europei. In Italia è la componente
africana dell’immigrazione quella più consistente, tanto che solo il Portogallo ha
un’incidenza di stranieri provenienti dall’Africa più elevata. Molto consistente
in Italia è anche la quota di stranieri provenienti dall’Asia e dall’Europa non
UE3 (dove pesa la presenza di immigrati albanesi). In rapporto alla media UE,
l’Italia attira inoltre una quota più limitata di stranieri provenienti da altri
paesi UE 15 (tab. 2.6).
3 Nell’Europa non UE vengono conteggiati i cittadini provenienti da Albania, Bielorussia,
Bosnia-Erzegovina, Croazia, Moldavia, Montenegro, Russia e Ucraina.
32
Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densità di presenze, 2008
Fonte: Eurostat population database
33
Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione
totale, 1999 e 2008
1999
2008
di cui donne, %
UE 27
30.798.059 (s)
UE 15
18.293.280 (a)
29.227.474 (s)
UE 25
Belgio
850.630
Bulgaria
Repubblica Ceca
Danimarca
Estonia
39,9
38,4
7.319.593
7.255.395
Lettonia
Lussemburgo
Ungheria
Olanda
298.450
229.300 (s)
11,6
3.432.651
50,4
27,8
52,5
1,1
49,7
85,8
42,4
47,6
56,9
3,8
125.300 (e)
415.493
48,4
7.879
15.460
Finlandia
85.060
132.708
2.297.947
4.020.800 (s)
s= stima Eurostat e=stima (a)=eccetto Grecia.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
34
-
176.580
205.889
68.621
Regno Unito
-
43,5
152.900
499.931
-
42.934
33.454
Svezia
8,8
39,8
Slovenia
Slovacchia
5,5
47,2
446.333
Romania
-
3,3
5.262.095
178.137
Portogallo
-
37,7
0,3
12,6
688.375
Polonia
48,6
30,2
9,1
20,5
53.900
749.126
50,5
15,0
47,8
662.290
Austria
58,3
6,6
553.690
906.400 (s)
3.674.000 (s)
150.239
Malta
24.402
3.263.186
1.116.394
Lituania
7,4
347.649
748.954
Cipro
220.187
Spagna
Italia
6,2
67,9
112.856
Francia
49,1
Irlanda
Grecia
971.448
256.276
Germania
30.747.557 (s)
di cui comunitari,
Incidenza su totale
% popolazione 2008, %
854.752
50,7
48,8
-
-
6,2
57,7
38,2
35,5
23,0
40.904
37,1
48,9
-
1,2
1,8
4,1
4,2
26.100
524.488
18,5
25,9
42,4
48,4
5,8
15,9
10.3
53,1
25,0
5,8
41,9
57.842
-
8,1
16,1
64,1
35,5
45,8
-
0,2
0,1
3,4
0,7
2,5
5,7
6,7
35
15
13
19
210
150
37
20
186
978
6.018
163
24
211
162
40
21
188
940
6.435
163
17
229
175
41
22
196
934
6.624
173
50
13
60
16
21
112
924
-
2007 2003
533
13
68
10
1.773
482
136
31
26
25
1.068
42
1.116
40
134
56
-
51
18
69
17
23
168
1.007
-
68
23
77
18
27
281
1.255
3
78
29
84
21
34
479
1.665
85
36
90
24
44
662
2.016
4
6
4
27
10
1
3
13
691
-
6
5
28
8
1
3
21
878
-
7
5
30
13
1
3
28
1.071
-
7
5
30
14
1
3
35
1.331
-
Stati membri UE-2
2007 2003 2004 2005 2006
23
4
6
10
16
22
2
2
2
2
600
133
113
112
120
203
34
32
41
47
48
150
252
371
490
664
39
20
14
14
29
83
189
264
315
362
Provenienza degli stranieri residenti
Stati membri UE-10
2004 2005 2006
15
17
19
11
13
16
440
483
564
44
94
148
32
29
29
56
71
103
45
38
39
69
81
95
7
4
37
27
1
2
37
1.617
-
2007
19
3
119
56
843
36
431
126
363
531
185
70
259
1.707
14.055
15
2003
220
199
4.802
98
396
1.925
1.675
1.611
182
363
537
213
71
261
1.857
15.257
17
164
356
542
241
74
256
1.947
15.410
14
15
2006
254
193
4.725
121
461
2.856
1.691
2.332
186
348
536
236
78
241
2.123
16.209
Paesi non UE
2004
2005
260
250
194
192
5.017
4.448
105
105
436
450
2.300
2.676
1.696
1.729
1.931
2.131
208
365
539
283
84
241
2.271
17.429
16
2007
303
202
4.741
129
522
3.240
1.889
2.606
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
246
244
217
209
216
42
41
44
41
1
2
3
2
4
5
5
13
35
35
35
43
1
2
2
2
2
3
3
4
4
9
0
0
0
0
510
487
451
426
372
1
1
1
2
1
1
1
1
0
0
0
0
22
22
21
24
12
10
18
25
20
5
4
7
8
5
57
69
67
68
69
56
61
63
66
57
6
5
4
3
4
3
5
6
5
4
10
17
12
10
1
2
3
2
16
20
49
37
1
1
2
2
9
0
0
1
1
0
0
0
0
43
43
46
51
127
3
3
5
7
18
9
8
9
11
12
3
1
1
1
1
15
10
10
13
5
37
90
110
122
123
70
70
95
111
118
66
81
81
82
90
999
1.106
1.036
1.062
1.093
10
9
10
8
9
5
5
5
5
5
0
0
0
0
0
0
0
0
19
19
20
20
20
6
6
6
5
6
0
0
1
1
0
0
0
0
30
28
30
28
29
5.949 6.009 6.135 6.563 6.753 995
1.077 1.351 1.777 2.135 757
959
1.152 1.413 1.707 15.083 16.392 16.475 17.299 18.552
210
138
45
19
186
913
5.913
211
127
38
19
186
935
5.906
155
154
Olanda
Austria
Portogallo
Finlandia
Svezia
Regno Unito
Totale UE 15
Repubblica
Ceca
Estonia
Cipro
Lettonia
Lituania
Ungheria
Malta
Polonia
Slovenia
Slovacchia
Totale UE 10
Bulgaria
Romania
Totale UE 2
Totale UE 27
Stati membri della UE-15
2003 2004 2005 2006
494
539
545
523
56
57
59
63
1.850 1.660 1.654 1.783
111
112
127
132
19
24
27
28
536
644
765
982
1.035 1.074
954 1.050
134
138
143
149
Lussemburgo
Belgio
Danimarca
Germania
Irlanda
Grecia
Spagna
Francia
Italia
Paese di
residenza
Tab. 2.5 Numero stranieri residenti nei paesi della UE 27 per macrogruppo di cittadinanza, 2003-2007 (migliaia)
36
12.777
150.980
437
87
37.910
16
1.095
1,07
435
28.702
753
88.776
1.776
39.866
613
293.550
3.565
4.984
1.775.277
13.119
234.217
4.330
327
27.819
17.748
0,13
7,23
0,06
33,83
1,46
14,91
0,02
23,2
1,3
9,6
17,2
7,2
4,0
1,0
1,4
14,7
2,5
Numero
assoluto
2,7
0,6
5,5
2,9
19,9
3,1
5,8
0,1
8,6
2,0
3,8
33,7
4,4
3,2
1,2
1,3
2,9
2,1
su totale
stranieri,
%
Americhe
4.985
876
113.332
6.580
25.093
5.307
76.868
1.507
551.985
23.324
26.630
276.217
76.060
874.217
63.184
4.902
57.624
58.361
12,2
1,3
21,6
25,2
5,6
9,2
11,2
0,4
16,1
13,2
20,1
5,2
25,5
12,0
18,2
20,1
5,9
6,8
su totale
Numero
stranieri,
assoluto
%
Asia
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
62
51
2.251
624
118
3.971
68
2.527
227
611
2.378
1.833
12.080
438
18
889
1.360
Numero
assoluto
0,15
0,07
0,43
0,14
0,20
0,58
0,02
0,1
0,1
0,5
0,0
0,6
0,2
0,1
0,1
0,1
0,2
su totale
stranieri,
%
Oceania
(a) Albania, Bielorussia, Moldova, Ucraina, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Croazia, Federazione Russa.
Regno Unito
Slovacchia
Slovenia
Svezia
Romania
845
Portogallo
Polonia
102.606
69
797.997
2.224
Paesi Bassi
Lettonia
Lussemburgo
Italia
Irlanda
Ungheria
Grecia
Francia
905.639
Finlandia
Spagna
21.441
289.610
3.437
345
142.655
21.486
su totale
Numero
stranieri,
assoluto
%
Africa
Danimarca
Germania
Repubblica Ceca
Cipro
Bulgaria
Belgio
Austria
UE 15
UE 25
UE 27
Paese di destinazione
Continente di
provenienza
1.614.800
25.909
4.112
240.985
5.971
115.832
25.032
262.964
7.933
177.018
934.435
392.068
100.806
158.300
1.283.000
47.193
2.112.623
93.166
2.515.508
131.516
81.300
3.608
659.423
301.692
10.909.007
11.304.772
11.314.351
Numero
assoluto
40,2
63,3
6,0
45,9
22,9
26,0
43,3
38,2
1,9
86,0
27,2
70,8
57,1
17,5
34,9
35,6
40,1
31,2
34,7
37,8
64,9
14,8
67,9
35,3
37,3
36,8
36,7
Europa
su totale
stranieri,
%
Europa UE
Tab. 2.6 Stock stranieri nei paesi UE per continente di origine, 2008 (stock e incidenza su totale stranieri)
5.733
41.226
23.280
6.844
61.216
11.977
12.142
371.659
802.819
19.014
7.281
102.899
21.747
118.979
912.237
4.605
22.468
301.303
Numero
assoluto
14,0
60,1
4,4
26,2
13,7
20,7
1,8
89,5 23,4
10,8
5,5
2,0
7,3
12,6
34,2
0,0 18,9
2,3
35,3
su totale
stranieri,
%
Europa non UE (a)
6.239
58
0
46
273
216
5.223
722
4.168
260
722
534
3.570
526
15.235
56
476
2.920
Apolidi
I.2.5 Gli stranieri nei paesi europei: raffronto per classi di età e livelli
di istruzione
La suddivisione per classi di età dei residenti stranieri nei paesi UE ci
permette di osservare, tramite il calcolo dell’incidenza sulla popolazione
residente nelle rispettive classi di età, quanto i processi migratori influenzino
soprattutto le classi di età più giovani. In ogni paese europeo, infatti, gli
stranieri pesano di più nelle prime due fasce di età, quella 0-14 e 15-39,
a conferma che i flussi migratori contribuiscono ad una rigenerazione delle
dinamiche demografiche (tab. 2.7).
Per quanto riguarda invece l’età media degli stranieri presenti nei paesi
UE, un’interessante distinzione riguarda la loro provenienza. Nel 2006 la
popolazione dall’età media più bassa era rappresentata dai cittadini stranieri
provenienti dai paesi non UE, che avevano in media 27,7 anni contro i 30
dei residenti stranieri provenienti da altri stati UE e i 30,6 anni dei nativi
di ritorno. E’ interessante che l’età media dei nativi di ritorno sia piuttosto
bassa; si tratta verosimilmente per la maggior parte di progetti migratori
temporanei, per studio o per fare le prime esperienze professionali, e non
di migranti di lungo corso che ritornano nella vecchiaia o comunque in età
avanzata nel paese di origine (graf. 2.6).
Un’ultima analisi da cui emergono elementi rilevanti riguarda i livelli di
istruzione della popolazione straniera residente nella UE. Nel 2007, la
percentuale dei nativi con un livello di istruzione basso era più elevata di
quella degli stranieri comunitari, in particolare se paragonata alla fascia di
stranieri comunitari residenti da meno di sette anni. La popolazione straniera
non comunitaria registrava invece la percentuale più elevata di persone con
un livello di istruzione basso. Tuttavia, se guardiamo alla fascia di persone
con un livello di istruzione elevato, è evidente come la percentuale maggiore
si riscontri tra gli stranieri residenti da meno di 7 anni, in particolare tra
quelli comunitari. Questo suggerisce che l’immigrazione più recente verso
gli stati UE ha coinvolto un numero crescente di laureati (graf. 2.7).
Si tratta di un dato che trova conferma anche nell’analisi della situazione dei
singoli paesi. Tra gli Stati Membri che attraggono più cittadini stranieri il
livello di istruzione della popolazione straniera supera in percentuale quello
della popolazione nativa. I casi più evidenti sono quello della Francia, dove
il 16,9 per cento dei francesi ha un livello di istruzione universitario, contro
37
il 18,1 per cento dei nati all’estero; del Regno Unito, dove il 20 per cento
dei nativi ha un livello di istruzione universitario, contro il 34,8 per cento
dei nati all’estero; dell’Italia, dove le percentuali sono dell’8,1 per cento
per gli italiani contro il 12,2 per cento dei nati all’estero. Solo la Germania
fa eccezione, probabilmente per la forte presenza della comunità turca che
presenta tassi di istruzione mediamente non elevati (tab. 2.8).
38
39
UE-27
13.363
3.810
Ungheria
Lituania
95.425
2.689
2.376
69.771
3.672
1.912
Olanda
Polonia
Romania
Svezia
Slovenia
Slovacchia
870.622
281.079
1.549.587
3.318.388
6.022.360
2.958.615
68.135
87.273
538.123
1.529.649
901.181
6.458.615
1.015.879
11.441.366
1.479.514
1.294.718
Totale
popolazione
0-14
0-14
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
1.618
Malta
41.640
18.654
Finlandia
Lussemburgo
644.835
47.986
Danimarca
Spagna
928.505
25.163
132.942
Stranieri
Germania
Repubblica Ceca
Austria
Paesi
Classi di età
162.684
391.010
Stranieri
133.823
0,2
1,3
4,5
0,1
0,0
3,2
2,4
47,7
0,7
0,9
2,1
15.605
25.313
226.581
16.179
19.367
360.896
5.253
80.529
19.163
84.823
61.808
10,0 2.588.808
4,7
8,1 3.426.521
1,7
10,3
Incidenza
stranieri su
totale, %
2.122.223
704.332
2.942.525
8.596.249
14.457.254
5.317.624
142.079
163.222
1.237.033
3.614.658
1.640.344
16.448.874
1.725.781
25.717.768
3.787.042
2.784.467
99.293
256.513
Stranieri
73.477
0,7
3,6
7,7
0,2
0,1
6,8
3,7
49,3
1,5
2,3
3,8
12.579
22.040
153.753
26.202
65.649
188.588
5.104
63.432
11.342
54.298
34.043
15,7 1.157.588
7,8
13,3 2.332.073
4,3
14,0
Totale
Incidenza
popolazione stranieri su
15-39
totale, %
15-39
1.761.153
705.335
3.039.708
12.529.355
1.527.189
5.713.401
141.358
158.863
1.082.452
3.316.723
1.866.713
14.159.725
1.862.772
28.856.483
3.538.196
2.816.707
Totale
popolazione
40-64
40-64
0,7
3,1
5,1
0,2
4,3
3,3
3,6
39,9
1,0
1,6
1,8
8,2
3,9
8,1
2,8
9,1
Incidenza
stranieri
su totale,
%
Tab. 2.7 Stranieri residenti nei paesi UE per classi di età e incidenza su totale della popolazione, 2007
2.034
2.530
41.891
681
6.625
37.023
1.902
12.612
5.372
15.389
7.234
215.243
15.511
568.850
9.096
45.548
Stranieri
639.639
319.631
1.581.437
3.203.567
5.116.510
2.368.352
56.238
66.829
527.271
1.605.128
868.717
7.407.417
834.745
16.299.289
1.482.437
1.403.031
Totale
popolazione
65 e oltre
65 e oltre
0,3
0,8
2,6
0,0
0,1
1,6
3,4
18,9
1,0
1,0
0,8
2,9
1,9
3,5
0,6
3,2
Incidenza
stranieri
su totale,
%
Graf. 2.6 Età media degli immigrati nella UE, 2006
30,6
31
30,5
30
29,5
29
28,5
28
27,5
27
26,5
26
30
28,8
Nativi di ritorno
Immigrati extra-comunitari
ri
ita
ri
un
ita
m
un
co
om
Im
m
ig
ra
Im
ti
m
ig
ex
ra
tra
ti
-c
id
iv
N
at
ei
m
ir
m
ig
ito
ra
rn
ti
o
Immigrati comunitari
al
To
t
Totale immigrati
27,7
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat
Graf. 2.7 Livello di istruzione nella UE dei nativi, degli stranieri UE e degli stranieri non UE, 2007
0%
10%
20%
30%
40%
50%
Basso
Medio
Alto
Nativi
Stranieri comunitari
di cui: residenti > 7 anni
residenti < 7 anni
Stranieri extra-comunitari
di cui: residenti > 7 anni
residenti < 7 anni
Nota: sono escluse dal calcolo Bulgaria, Germania, Irlanda e Regno Unito.
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati Eurostat e DG Occupazione.
40
60%
70%
80%
90%
100%
Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata all’estero,
2006 (%)
Paese
Austria
Belgio
Repubblica Ceca
Germania
Danimarca
Spagna
Finlandia
Francia
Regno Unito
Grecia
Ungheria
Irlanda
Italia
Polonia
Portogallo
Repubblica Slovacca
Svezia
Olanda
Istruzione
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
Primaria
Secondaria
Terziaria
M
24,2
61,9
14,0
45,3
31,5
23,2
16,5
71,5
12,0
16,8
58,0
25,1
35,0
46,2
18,8
65,3
16,3
18,4
39,7
38,4
21,9
41,5
41,6
16,8
50,9
28,1
20,9
50,2
34,2
15,5
39,5
49,2
11,3
50,0
28,6
21,4
62,4
29,3
8,3
28,7
61,6
9,8
80,9
12,2
6,9
22,0
66,1
11,9
26,8
53,8
19,3
35,1
43,3
21,6
Nativi
F
42,0
50,0
8,1
47,6
28,9
23,5
28,7
62,8
8,5
31,0
55,1
13,8
40,1
39,0
20,9
67,5
14,9
17,6
40,8
34,3
24,9
49,6
33,5
16,9
51,5
29,2
19,3
54,7
32,9
12,5
50,1
39,7
10,2
45,6
30,3
24,1
64,8
27,3
7,9
33,6
55,4
11,0
79,3
12,2
8,5
33,4
57,1
9,5
23,1
50,5
26,3
45,8
38,1
16,1
Tot
33,4
55,7
10,9
46,5
30,1
23,3
22,8
67,0
10,2
24,2
56,5
19,3
37,6
42,6
19,9
66,4
15,6
18,0
40,3
36,3
23,4
45,8
37,4
16,9
51,2
28,7
20,1
52,5
33,5
14,0
45,1
44,2
10,7
47,8
29,5
22,7
63,6
28,3
8,1
31,2
58,4
10,4
80,0
12,2
7,7
28,0
61,4
10,6
25,0
52,2
22,8
40,5
40,6
18,8
Nati all’estero
M
F
45,0
53,4
41,9
36,9
13,2
9,7
50,5
55,8
24,4
23,1
25,1
21,0
27,4
47,9
56,5
42,1
16,1
9,9
41,2
50,5
42,1
36,4
16,7
13,1
35,2
38,6
39,9
38,5
25,0
22,9
58,1
54,6
21,4
23,7
20,5
21,7
53,1
52,1
30,0
27,0
16,9
20,9
52,0
57,5
28,9
25,5
19,1
17,0
39,8
41,3
23,9
25,1
36,3
33,6
46,6
38,8
39,6
43,3
13,8
17,9
35,6
45,4
40,7
37,8
23,6
16,7
29,9
29,4
29,2
29,4
40,9
41,2
56,6
52,3
32,0
34,8
11,4
12,9
38,5
54,1
45,8
36,6
15,7
9,3
57,3
52,3
25,5
26,3
17,2
21,4
20,2
36,4
59,1
51,9
20,7
11,7
28,8
30,2
48,1
44,4
23,0
25,4
47,9
50,4
30,8
32,4
21,3
17,2
Tot
49,4
39,3
11,3
53,3
23,8
23,0
38,6
48,7
12,8
45,8
39,3
14,9
36,9
39,2
23,9
56,3
22,6
21,1
52,6
28,5
18,9
54,8
27,2
18,1
40,6
24,5
34,8
42,7
41,4
15,9
41,1
39,1
19,8
29,6
29,3
41,1
54,3
33,5
12,2
47,9
40,3
11,9
54,7
25,9
19,3
29,3
55,0
15,7
29,5
46,2
24,3
49,2
31,6
19,2
M
27,0
59,1
13,9
45,9
30,7
23,4
17,2
70,7
12,2
20,4
55,7
24,0
35,0
45,8
19,2
64,9
16,6
18,6
40,1
38,2
21,7
42,8
40,1
17,1
49,9
27,7
22,4
49,8
34,8
15,4
39,4
49,0
11,6
47,8
28,7
23,5
62,2
29,4
8,4
28,9
61,3
9,9
79,2
13,2
7,6
22,2
66,0
11,8
27,1
53,1
19,8
36,5
41,9
21,6
Nota: Istruzione primaria = elementari - medie; Secondaria = superiori; Terziaria = università – post-università.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE.
41
Totale
F
43,5
48,2
8,3
48,5
28,2
23,2
29,9
61,5
8,5
33,7
52,6
13,7
40,0
39,0
21,0
66,8
15,4
17,8
41,1
34,1
24,8
50,5
32,6
16,9
50,5
28,8
20,8
52,9
34,0
13,1
49,9
39,7
10,4
43,8
30,2
25,9
64,3
27,6
8,1
34,1
54,9
11,0
77,5
13,1
9,4
33,9
56,8
9,3
24,1
49,7
26,2
46,3
37,4
16,2
Tot
35,6
53,4
11,0
47,3
29,4
23,3
23,8
65,9
10,3
27,2
54,1
18,7
37,5
42,3
20,1
65,9
15,9
18,2
40,6
36,1
23,3
46,8
36,2
17,0
50,2
28,3
21,6
51,4
34,4
14,2
45,0
44,0
11,0
45,8
29,5
24,7
63,3
28,5
8,3
31,6
57,9
10,5
78,3
13,1
8,5
28,3
61,2
10,5
25,6
51,4
23,0
41,5
39,6
18,9
I.2.6 Studenti universitari e risorse altamente qualificate: l’Europa
nel contesto OCSE
Tra le diverse tipologie di migranti, quella degli studenti universitari e delle
figure professionali altamente qualificate richiede un’analisi separata. Si tratta
infatti di un tipo di immigrazione verso la quale i paesi più sviluppati adottano
un approccio diverso. Nel mondo caratterizzato dalla globalizzazione la
contesa per i lavoratori più qualificati è molto serrata e alcuni paesi europei si
sono attrezzati per attrarre studenti e lavoratori in possesso di alte qualifiche.
Questo corrisponde ad una tendenza generalizzata in Europa, nella gestione
dei flussi migratori, ad aumentare la capacità di attrarre persone qualificate e
a ridurre la quota di lavoratori poco qualificati.
Possiamo tratteggiare a grandi linee la situazione attuale guardando al numero
di stranieri iscritti nelle università, pesato sul totale degli iscritti e sul totale
della popolazione residente, e al numero di laureati in ingresso e in uscita per
alcuni paesi UE ed OCSE.
Se consideriamo il numero di studenti stranieri iscritti nelle università dei
paesi OCSE, nel 2006, il confronto tra l’Italia e i paesi OCSE più avanzati
è eloquente. Mentre Francia, Germania, Canada e Regno Unito hanno tassi
di iscrizione di studenti stranieri superiori al 10 per cento, l’Italia arriva al
2,4 per cento. Si tratta di un dato che colloca l’Italia in fondo alle classifiche
OCSE, dietro tra gli altri anche a Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca e
Ungheria (tab. 2.9).
Per osservare il numero di laureati che decidono di trasferirsi da un paese
verso un altro, abbiamo considerato per ogni paese OCSE lo stock dei laureati
in uscita e in entrata, questi ultimi distinti tra laureati provenienti da paesi
OCSE e provenienti da paesi non OCSE. In termini assoluti i paesi che ospitano
il maggior numero di laureati stranieri sono Stati Uniti, Canada, Australia,
Germania e Regno Unito. Anche in questo caso, l’Italia mostra una capacità
attrattiva molto più limitata di quella dei paesi più avanzati, con uno stock di
laureati stranieri pari a quello della Turchia. Considerando lo stock di laureati
in entrata, si possono formulare osservazioni più approfondite. L’Italia, tra i
grandi paesi europei, si trova in una situazione doppiamente negativa. Non solo
non attrae un numero elevato di laureati dall’estero, ma ne perde anche molti
che si sono laureati nelle università italiane e hanno poi deciso di trasferirsi in
un altro paese. Il risultato è che il saldo finale tra laureati in ingresso e quelli
42
in uscita è pesantemente negativo, segno che il paese non è in grado di attrarre
persone altamente qualificate né di trattenere le sue migliori risorse. Solo il
Regno Unito nella UE 15 ha un saldo negativo pari a quello italiano (con la
differenza sostanziale che il Regno Unito attrae molti laureati stranieri), e tra i
paesi OCSE solo Polonia, Corea del Sud e Messico (tab. 2.10).
Se appare naturale che in termini assoluti gli Stati Uniti attraggano più laureati
rispetto ad altri paesi UE, possiamo pesare il numero di laureati sul totale
della popolazione residente. Confrontando i tre casi di Stati Uniti, Regno Unito
e Italia, si nota quanto, anche in relazione al peso della popolazione, Stati
Uniti e Regno Unito hanno una capacità attrattiva molto più elevata rispetto
all’Italia (graf. 2.8).
Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006
Paese di destinazione
Austria
Totale iscrizioni
% sul totale iscrizioni
Ogni 1000 abitanti, %
24.854
6,3
2,4
30.366
Belgio
Canada
148.164
Rep. Ceca
17.057
Danimarca
10.952
Finlandia
11.514
Francia
247.510
12,0
14,6
5,1
4,8
3,7
11,2
3,7
4,5
1,7
2,0
2,2
4,0
Germania
261.363
11,4
Ungheria
12.381
2,8
1,2
Irlanda
12.740
6,8
3,0
Grecia
16.558
Islanda
715
Italia
48.766
Giappone
119.120
Corea
22.260
Paesi Bassi
27.037
2,5
4,5
2,3
0,8
0,7
0,5
4,7
36.900
15,5
Polonia
11.365
0,5
4.114
1,5
2,4
2,9
Nuova Zelanda
Norvegia
3,2
1,9
0,9
1,7
8,8
0,9
0,3
Portogallo
17.077
4,6
1,6
Spagna
18.206
1,0
0,4
Slovacchia
1.613
Svezia
21.315
Svizzera
28.016
Regno Unito
USA
2,3
3,7
14,1
5,4
2.271.621
5,0
2,3
Note: se non diversamente indicato, i dati riguardano studenti non residenti.
Fonte: Elaborazioni Nomisma OCSE, International Migration Outlook 2009.
43
5,0
13,7
0,3
330.078
584.814
Totale
0,8
3,3
2,0
Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001
Stock di migranti laureati
Da altri
paesi OCSE-30
Verso altri
paesi OCSE-30
117.865
708.436
Austria
64.537
130.146
Belgio
73.914
Paesi OCSE-30
Australia
Da paesi
non OCSE-30
Saldo totale
811.751
1.520.187
-65.609
38.674
-26.935
13.738
60.176
25.856
86.032
1.166.275
523.461
642.814
1.557.820
2.200.634
826.301
Canada
Repubblica Ceca
Saldo
6.345
70.449
-64.104
40.643
-23.461
23.612
67.889
-44.277
16.023
-28.254
8.300
72.594
-64.294
13.211
-51.083
Francia
240.867
310.751
-69.884
368.118
298.234
Germania
566.185
936.520
-370.335
454.570
84.235
15.575
161.667
-146.092
49.209
-96.883
Ungheria
2.950
123.289
-120.339
9.595
-110.744
Islanda
4.270
7.125
-2.855
2.290
-565
Irlanda
90.668
228.141
-137.473
25.053
-112.420
132.097
278.268
-146.171
135.273
-10.898
Corea del Sud
18.375
612.937
-594.562
27.596
-566.966
Lussemburgo
13.987
6.419
7.568
7.785
15.353
Messico
51.235
949.330
-898.095
30.719
-867.376
170.422
254.730
-84.308
223.469
139.161
41.265
44.067
-2.802
22.639
19.837
135.201
174.870
-39.669
82.653
42.984
Polonia
14.957
454.557
-439.600
88.539
-351.061
Portogallo
12.197
145.765
-133.568
15.291
-118.277
Slovacchia
3.436
24.097
-20.661
2.477
-18.184
Spagna
111.450
154.650
-43.200
182.590
139.390
Svezia
100.706
80.553
20.153
95.163
115.316
Svizzera
189.274
92.554
96.720
90.801
187.521
Danimarca
Finlandia
Grecia
Italia
57.515
Giappone
Paesi Bassi
Norvegia
Nuova Zelanda
Turchia
Regno Unito
395.229
-337.714
-252.811
53.683
174.687
-121.004
95.006
-25.998
511.030
1.478.474
-967.444
722.391
-245.053
6.595.708
9.973.901
Stati Uniti
3.804.292
426.099
3.378.193
OCSE-30
8.510.921
8.510.921
0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE
44
84.903
11.915.816 Graf. 2.8 Immigrati ed emigrati con istruzione universitaria sul totale della popolazione del
paese di residenza, 2006
6
5
4
3
2
1
0
Italia
Regno Unito
Immigrati
Stati Uniti
Emigrati
Fonte Elaborazioni Nomisma su Fondazione Rodolfo De Benedetti
I.2.7 Popolazione e dinamica demografica nell’Unione Europea
Lo squilibrio demografico è una delle sfide che l’Europa deve affrontare. Il
ruolo che l’immigrazione da paesi terzi ha sull’andamento della crescita della
popolazione europea è un elemento rilevante da tenere in considerazione.
Oggi nell’Europa unita risiedono legalmente circa 30 milioni di cittadini
non europei (tab. 2.4). Recenti proiezioni Eurostat per il 2050 indicano
che, anche prevedendo che nel 2050 risiederanno nella UE 40 milioni di
immigrati, la popolazione europea totale diminuirà di 7 milioni di persone;
la forza lavoro, di 52 milioni di persone.
Guardando le elaborazioni del programma comunitario ESPON 2013
(European observation network for territorial development and cohesion)4
sulle dinamiche demografiche in Europa tra il 2001 e il 2005, possiamo
osservare alcuni trend significativi.
4 Il Programma ESPON 2013 è stato avviato dalla Commissione Europea nel 2007 con lo
scopo di supportare lo sviluppo di politiche in favore della coesione territoriale. La sua azione
è soprattutto quella di fornire informazioni comparabili al livello territoriale più dettagliato
possibile (http://www.epson.eu/).
45
Se consideriamo il bilancio migratorio, l’area che comprende la penisola
iberica, il sud della Francia, l’Italia centro-settentrionale e l’Irlanda ha
avuto una crescita annuale del saldo migratorio sempre superiore all’1 per
cento. Quello che si nota immediatamente è che esiste una vera spaccatura
tra i paesi della UE 15 e quelli dell’allargamento 2004 e 2007. Questi
ultimi infatti, hanno subito una riduzione costante o una crescita vicina
allo zero del saldo migratorio (fatta eccezione per Budapest e Riga). Nella
UE 15, invece, la tendenza è stata quasi ovunque positiva (anche qui
con le eccezioni di Berlino, Belgio e Lussemburgo). In Italia, è evidente
la spaccatura tra il trend delle regioni centro-settentrionali e quello delle
regioni meridionali, dove l’andamento del saldo migratorio è simile a quello
delle regioni dell’Europa dell’Est, mentre il saldo è ovunque in crescita nel
Centro-Nord (mappa 2.2).
Per avere un quadro completo della situazione demografica, si guardi alla
crescita naturale della popolazione: senza immigrazione, l’andamento
demografico della popolazione europea tra il 2000 e il 2005 avrebbe
conosciuto un rallentamento considerevole (mappa 2.3). Molte delle aree
che presentano nel periodo considerato una crescita complessiva della
popolazione residente avrebbero in realtà sperimentato una riduzione della
popolazione in assenza di migrazione. Tra queste, l’Italia settentrionale,
ampie zone della Spagna settentrionale e del Portogallo, gran parte della
Francia occidentale, del Regno Unito, della Germania. E’ possibile dunque
affermare che nel periodo preso in esame, la crescita del saldo migratorio ha
pesato in genere più della crescita naturale della popolazione nel determinare
l’andamento demografico complessivo. È stato soprattutto l’afflusso di
migranti a portare ad un andamento positivo della crescita demografica, in
particolare nelle regioni sopraelencate. L’impatto dei movimenti migratori ha
invece un impatto inverso in quelle regioni dell’Europa orientale che hanno
avuto una crescita naturale positiva ma hanno visto ridursi la popolazione
totale per effetto dei flussi di emigrazione, come alcune aree delle Polonia e
della Romania settentrionale (mappa 2.4).
46
Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005
Variazione annuale, anno base 2000:
Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013
47
Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione,
2001-2005
Variazione annuale, anno base: 2000
Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013.
48
Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale,
2001-2005
Popolazione in crescita con:
Saldo migratorio positivo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo
Popolazione in diminuzione con:
Saldo migratorio negativo e saldo naturale positivo
Saldo migratorio positivo e saldo naturale negativo
Saldo migratorio negativo e saldo naturale negativo
Dato non disponibile
Fonte: Elaborazioni Nomisma su database ESPON 2013.
49
I.2.8 Proiezioni sulla popolazione europea al 2020 e al 2050, con e
senza immigrazione
Un’ulteriore conferma dell’impatto degli spostamenti migratori
sull’andamento demografico della popolazione europea viene dall’analisi
delle proiezioni Eurostat per il 2010, 2020 e 2050 sulla popolazione residente
nell’Unione Europea. Confrontando le due proiezioni, una in ipotesi di
assenza di migrazione, l’altra comprendente tutta la popolazione residente,
si ottiene una misura dell’impatto dei flussi migratori. In particolare, nel
lungo periodo la differenza sarebbe notevole: se nel 2020 lo scarto tra i due
scenari sarebbe di 20 milioni di persone, nel 2050 la differenza sarebbe di
70 milioni di residenti. L’afflusso di cittadini stranieri consentirà quindi una
crescita demografica sostenuta, anche in virtù dei maggiori tassi di natalità
che si riscontrano presso le comunità di immigrati (tab. 2.11).
50
51
Grecia
10.618.680
21.342.984
9.212.197
2.022.682
5.400.606
Portogallo
Romania
Svezia
Slovenia
Slovacchia
8.265.323
62.841.903
5.380.139
1.991.631
9.336.057
20.820.715
10.457.979
37.939.906
16.717.186
413.188
2.156.116
492.243
3.242.156
58.039.051
4.835.623
9.623.205
11.037.814
5.375.272
45.504.414
1.311.168
5.531.342
79.198.600
10.184.998
835.284
7.173.577
10.718.793
493.659.612
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat
61.592.547
38.123.296
Regno Unito
16.486.824
Polonia
411.461
2.249.138
485.257
3.341.745
Olanda
Malta
Lettonia
Lussemburgo
Lituania
59.490.526
5.318.283
11.226.463
Finlandia
Italia
45.457.628
Spagna
9.983.116
1.334.181
Estonia
4.490.780
5.492.772
Danimarca
Irlanda
81.817.819
Germania
Ungheria
10.343.767
Repubblica Ceca
801.931
7.566.460
Bulgaria
Cipro
8.336.926
10.681.845
Belgio
496.010.163
2020
In assenza di migrazione
2010
Austria
UE 27
7.186.089
62.109.598
4.648.923
1.653.245
9.067.250
17.814.565
8.994.087
32.791.661
15.844.307
362.346
1.801.431
467.235
2.784.767
48.466.079
5.264.223
8.071.681
9.388.006
5.078.342
40.215.189
1.169.188
5.353.680
64.330.847
8.567.379
800.450
5.815.432
10.117.605
443.689.079
2050
Tab. 2.11 Proiezioni popolazione UE 27 2010, 2020 e 2050
8.404.899
61.983.950
5.407.491
2.034.220
9.305.631
21.333.838
10.723.195
38.092.173
16.503.473
413.542
2.247.275
494.153
3.337.008
60.017.346
4.614.218
10.023.453
11.306.765
5.337.461
46.673.372
1.333.210
5.512.296
82.144.902
10.394.112
820.709
7.564.300
10.783.738
499.389.380
2010
8.723.363
65.683.056
5.432.265
2.058.003
9.852.965
20.833.786
11.108.159
37.959.838
16.895.747
427.045
2.151.445
551.045
3.219.837
61.420.962
5.404.231
9.892.967
11.555.829
5.500.929
51.108.563
1.310.993
5.661.099
81.471.598
10.543.351
954.522
7.187.743
11.321.733
513.837.632
2020
Popolazione totale
9.127.487
74.505.797
4.859.108
1.878.003
10.671.512
18.149.247
11.448.641
33.274.651
16.909.471
414.781
1.803.536
697.206
2.736.885
61.239.852
6.530.607
9.061.131
11.445.296
5.448.360
53.228.962
1.181.421
5.895.057
74.491.350
9.891.885
1.251.488
5.923.361
12.193.915
515.303.488
2050
790.561
12.913.250
-541.498
-144.679
1.459.315
-3.193.737
829.961
-4.848.645
422.647
3.320
-445.602
211.949
-604.860
1.749.326
2.039.827
-921.985
218.833
130.077
7.771.334
-152.760
402.285
-7.326.469
-451.882
449.557
-1.643.099
1.512.070
19.293.325
2010
2.841.153
52.126
66.372
516.908
13.071
650.180
19.932
178.561
13.857
-4.671
58.802
-22.319
3.381.911
568.608
269.762
518.015
125.657
5.604.149
-175
129.757
2.272.998
358.353
119.238
14.166
602.940
458.040
20.178.020
2020
Differenza
210.185
12.396.199
224.758
1.604.262
334.682
2.454.554
482.990
1.065.164
52.435
2.105
229.971
-47.882
12.773.773
1.266.384
989.450
2.057.290
370.018
13.013.773
12.233
541.377
10.160.503
1.324.506
451.038
107.929
2.076.310
1.941.398
2050
71.614.409
52
Sezione II
Gli immigrati stranieri in Italia
Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di
ingresso
Gli stranieri residenti in Italia
La casa degli immigrati stranieri I giovani stranieri nella scuola italiana
La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi
sanitari
La dimensione economica dell’immigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo
territoriale
Cooperazione allo sviluppo e interscambio coi
paesi di origine 53
II.1 Gli stranieri che arrivano in Italia: i flussi di
ingresso
II.1.1 Gli ingressi in Italia
Il 2008 ha confermato il robusto andamento dei flussi di stranieri in ingresso
nel nostro Paese, con quasi 470.000 nuove registrazioni in anagrafe di
cittadini provenienti dall’estero. Durante l’anno precedente, nel 2007, si
era registrato un numero di nuovi ingressi mai raggiunto prima in Italia,
con un saldo migratorio a fine anno di oltre 490.000 nuove registrazioni
(tab. 1.4).
Se allunghiamo lo sguardo ai decenni dietro le nostre spalle, il bilancio
migratorio è passato dal punto zero del 1988, a 49.000 persone dieci anni
dopo, con un andamento progressivo della crescita, ai 434.000 nel 2008
(tab. 1.1).
Il primo balzo in aumento si è registrato in occasione della regolarizzazione
della posizione di lavoratori stranieri immigrati avviata negli ultimi mesi
del 2002 e conclusasi nel 2003, e delle tappe del processo di allargamento
dell’Unione Europa, nel 20041 e 20072. Nel 2002 il saldo migratorio era
arrivato a 347.000 persone, contro le 46.000 dell’anno precedente; il 2003
aveva registrato 610.000 nuove presenze. Nel 2004, il saldo era stato di
558.000 persone e nel 2007, come si diceva, di quasi mezzo milione di
persone (tab. 1.1).
Se guardiamo alla provenienza dei nuovi arrivi, il dato risulta sostanzialmente
confermato: secondo i dati del Ministero dell’Interno sulla presenza di
cittadini stranieri residenti tra il 2005 e il 2007, il rapporto tra comunitari
ed extracomunitari si ribalta nel 2007. Nel 2006 i nuovi residenti comunitari
erano 80.000 e i non comunitari 180.000; nel 2007, i comunitari erano quasi
320.000 e i non europei 102.000 (tab. 1.2).
Il saldo tra nuovi iscritti alle anagrafi dall’estero e cancellati per l’estero
è positivo per tutte le aree d’Italia, anche se decisamente più elevato nel
Nord-Ovest (oltre 160.000 unità), nel Nord-Est (quasi 150.000) e nel Centro
(quasi 140.000), rispetto al Sud (poco più di 7.000) e alle Isole (13.352).
1 Con l’accesso di Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Rep. Ceca, Slovacchia, Ungheria e
Slovenia, oltre a Malta e Cipro.
2 Quando entrarono Bulgaria e Romania.
54
Vale la pena osservare anche l’andamento dei cancellati per l’estero: nelle
regioni del Nord e del Centro ha un’incidenza limitata sul saldo migratorio
(costituisce grosso modo un ottavo dei nuovi iscritti dall’estero); nelle Isole
e al Sud, l’incidenza è decisamente maggiore (gli emigrati all’estero sono
circa un quarto degli immigrati dall’estero); in particolare, nelle regioni del
Sud i cancellati per l’estero sono passati da 1.362 nel 2003 a 15.448 nel
2008, mentre il tasso di incremento dei nuovi arrivati dall’estero nello stesso
periodo è stato solo del 15 per cento (tab. 1.4).
In termini di composizione per genere, i flussi del 2007 mostravano una
sostanziale parità tra maschi e femmine, pur con una forte disomogeneità
nelle presenze per nazionalità e nei motivi dell’ingresso in relazione alla
provenienza. Le donne nel corso del 2007 sono più numerose tra le persone
provenienti dall’Europa orientale, dall’Asia orientale (per l’incidenza di
cinesi e filippine), e dall’America Latina (tab. 1.3). Non ci sono dislivelli
eclatanti nel numero di donne nubili e sposate, fatta eccezione per le donne
albanesi, tra cui le coniugate sono il doppio delle donne arrivate nubili in
Italia, e, in misura più limitata, tra cinesi, filippine, ecuadoregne e peruviane.
Viceversa, tra i maschi, prevalgono nettamente i celibi, tra gli albanesi ma
anche tra le persone in ingresso dall’Africa, dall’Asia, dall’America del
Nord e del Sud (tab. 1.3).
Dal punto di vista delle zone di provenienza degli stranieri in arrivo, il
nostro Paese ha mantenuto nel 2007 una forte attrattiva nei confronti dei
cittadini non comunitari che sono presenti da tempo in Italia, come albanesi
e marocchini, ma anche ucraini e moldavi, la cui presenza registrata è
molto aumentata in seguito alla regolarizzazione del 2002; anche Cina,
Filippine, India, Bangladesh e Sri Lanka alimentano consistenti flussi di
ingresso. Come si vedrà nel capitolo successivo, la comunità più numerosa
rimane tuttavia quella dei rumeni, con 780 mila residenti, che dal 2007
sono cittadini dell’Unione europea e non hanno più bisogno di ottenere un
permesso di soggiorno per risiedere in Italia, quindi non compaiono tra i dati
presi in esame (tab. 1.7).
55
Tab. 1.1 Popolazione residente e bilancio demografico, 1968-2008 (migliaia)
Popolazione
a inizio anno
Nati vivi
Morti
Saldo naturale
Saldo migratorio
56.063
721
540
181
3
1979
56.247
683
542
141
-
56.388
1980
56.388
657
559
98
-7
56.479
1981
56.479
628
541
87
-42
56.524
1982
56.524
635
538
97
-58
56.563
1983
56.563
613
564
49
-47
56.565
1984
56.565
598
536
62
-39
56.588
1985
56.588
589
549
40
-30
56.598
1986
56.598
562
545
17
-20
56.594
1987
56.594
560
535
25
-10
56.609
1988
56.609
578
538
40
-
56.649
1989
56.649
567
532
35
10
56.694
1990
56.694
581
544
37
13
56.744
1991
56.744
556
547
9
20
56.773
1992
56.773
575
545
30
18
56.821
1993
56.821
553
555
-2
24
56.842
1994
56.842
537
558
-21
23
56.844
1995
56.844
526
555
-29
29
56.844
1996
56.844
537
558
-21
53
56.876
1997
56.876
540
565
-25
53
56.904
1998
56.904
533
577
-44
49
56.909
1999
56.909
537
571
-34
49
56.924
2000
56.924
543
560
-17
54
56.961
2001
56.961
536
548
-12
46
56.994
2002
56.994
538
557
-19
347
57.321
2003
57.321
544
587
-43
610
57.888
2004
57.888
563
547
16
558
58.462
2005
58.462
554
567
-13
303
58.752
2006
58.752
560
558
2
377
59.131
2007
59.131
564
571
-7
495
59.619
2008
59.619
577
585
-8
434
60.045
Anni
1978
Popolazione
a fine anno
56.247
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dell’ammontare di stranieri residenti, 2005-2007
(migliaia)
Anni
2005
2006
2007
Stranieri entrati in Italia con permesso di soggiorno
ancora in vigore a fine anno
di cui UE10
Totale
206,8
57
181,5
49,4 (b)
252,4
0
di cui extra UE
134,6
122,6 (b)
252,4
Variazione dell’ammontare di cittadini stranieri
residenti
Totale
268,4
268,4
493,7
(a) Considerando Romania e Bulgaria come paesi UE.
(b) Stima.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dell’Interno
56
di cui UE10
di cui extra UE
68
200,4
319,5
102
80
180
Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in Italia nel 2007 per sesso, area geografica e
principali paesi di cittadinanza, per stato civile
Maschi
Stato civile
Aree geografiche e paesi di
cittadinanza
Femmine
Stato civile
Celibi
Coniugati
Altro
Totale
Celibi
Coniugati
Altro
Totale
23.324
15.813
160
39.297
23.344
31.124
2.330
56.798
Europa centro orientale
23.302
15.804
156
39.262
23.323
31.095
2.325
56.743
di cui:
10.628
6.158
51
16.837
3.297
8.804
334
12.435
1.036
1.042
3
2.081
158
339
6
503
EUROPA
Albania
Bosnia - Erzegovina
Moldova
3.129
2.555
31
5.715
7.322
8.599
571
16.492
Ucraina
2.491
2.134
34
4.659
8.529
8.962
1.043
18.534
22
9
4
35
21
29
5
55
Altri paesi europei non Ue
AFRICA
28.486
8.118
106
36.710
10.681
11.483
393
22.557
Africa settentrionale
19.476
5.635
59
25.170
6.650
9.170
296
16.116
2.252
761
2
3.015
198
926
14
1.138
13.084
4.027
36
17.147
5.845
6.583
249
12.677
3.427
692
11
4.130
475
1.245
28
1.748
Africa occidentale
5.687
1.521
20
7.228
2.237
1.577
34
3.848
di cui: Ghana
di cui:
Egitto
Marocco
Tunisia
1.470
400
2
1.872
606
411
2
1.019
Nigeria
1.020
236
3
1.259
690
293
6
989
Senegal
1.192
352
2
1.546
293
530
4
827
2.572
878
24
3.474
1.169
548
50
1.767
751
84
3
838
625
188
13
826
26.797
11.637
60
38.494
12.312
13.273
191
25.776
Africa orientale
Africa centro meridionale
ASIA
Asia occidentale
Asia centro meridionale
di cui:
Bangladesh
1.304
498
13
1.815
754
587
50
1.391
17.016
6.944
31
23.991
2.590
6.386
67
9.043
6.081
2.152
12
8.245
188
1.325
4
1.517
3.649
India
5.260
2.055
9
7.324
1.076
2.560
13
Pakistan
2.120
843
3
2.966
198
636
9
843
Sri Lanka
2.584
1.645
6
4.235
880
1.690
13
2.583
Asia orientale
8.477
4.195
16
12.688
8.968
6.300
74
15.342
di cui:
Cina, Rep. Popolare
6.231
2.283
14
8.528
5.256
3.543
26
8.825
Filippine
1.545
1.352
2
2.899
2.501
1.963
34
4.498
AMERICA
7.641
4.259
93
11.993
11.812
7.986
584
20.382
America settentrionale
1.025
738
20
1.783
1.306
1.192
42
2.540
America centro meridionale
6.616
3.521
73
10.210
10.506
6.794
542
17.842
di cui:
Brasile
1.506
732
15
2.253
2.206
1.970
113
4.289
Ecuador
1.150
657
5
1.812
1.618
741
43
2.402
Perù
1.374
852
5
2.231
2.678
1.190
46
3.914
97
80
2
179
124
97
5
226
3
-
-
3
-
-
-
-
86.348
39.907
421
126.676
58.273
63.963
3.503
125.739
OCEANIA
Apolidi
TOTALE
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, informazioni del Ministero dell’Interno
57
Tab. 1.4 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione
geografica, 2003-2008
Anni
Iscritti
dall’estero
2003
2004
2005
2006
2007
2008
424.856
394.756
282.780
254.588
515.201
534.712
2003
2004
2005
2006
2007
2008
148.411
148.691
99.110
86.760
157.128
157.816
2003
2004
2005
2006
2007
2008
108.378
97.680
78.517
71.831
125.254
139.059
2003
2004
2005
2006
2007
2008
99.342
96.054
71.014
63.479
135.493
138.000
2003
2004
2005
2006
2007
2008
53.656
42.681
25.657
23.890
69.145
68.268
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Cancellati per l’estero
ITALIA
NORD-OVEST
NORD-EST
CENTRO
SUD
ISOLE
22.899
9.650
8.482
8.628
28.181
31.569
Saldo migratorio con l’estero
12.886
14.019
15.951
16.974
20.316
80.947
411.970
380.737
266.829
237.614
494.885
469.053
4.767
5.158
6.102
6.229
7.128
22.844
143.644
143.533
93.008
80.531
150.000
160.236
3.768
4.572
5.265
5.660
6.865
19.870
104.610
93.108
73.252
66.171
118.389
149.829
2.732
3.008
2.933
3.562
4.055
14.894
96.610
93.046
68.081
59.917
131.438
138.548
1.362
950
1.290
1.141
1.552
15.448
52.294
41.731
24.367
22.749
67.593
7.088
9.571
331
361
382
716
7.891
3.224
9.319
8.121
8.246
27.465
13.352
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.1.2 La motivazione dell’ingresso
Nel complesso, il lavoro rimane la motivazione di ingresso prevalente per gli
stranieri che arrivano in Italia: i visti rilasciati nel 2006 per lavoro (subordinato e
autonomo) erano circa 94.000, nel 2007 erano poco meno di 225.000. Guardando
58
alle variazioni della motivazione dell’ingresso tra il 2000 e il 2007, si vedrà come
l’incidenza di ingressi per motivi di lavoro alle dipendenze è raddoppiato (dal 7
per cento a oltre il 14 per cento del totale dei flussi in ingresso), mentre è calata
di due terzi l’incidenza per lavoro autonomo. L’aumento dei visti per motivi di
lavoro va certamente messo in relazione con la programmazione delle quote di
lavoratori stranieri3; tuttavia, se confrontiamo la marcata prevalenza di visti per
posizioni di lavoro subordinato, la forte tendenza alla contrazione di ingressi per
lavoro autonomo, pur se da sempre limitata nella dimensione complessiva, e il
forte calo negli ultimi anni dei visti per studio (da un picco di incidenza del 5
per cento nel 2003, nel 2007 si è arrivati al 3,3 per cento), le indicazioni sulla
capacità attrattiva complessiva dell’Italia non sembrano lusinghiere (tab. 1.6).
Le donne sono protagoniste delle migrazioni per motivi di lavoro dai paesi
dell’Est europeo: l’88 per cento degli ingressi di moldavi nel 2007 era costituito
da donne, le ucraine costituiscono l’86,7 del totale dei connazionali arrivati in
Italia nello stesso anno; anche nel caso di cinesi e filippini le donne costituiscono
più delle metà degli ingressi per motivi di lavoro (rispettivamente, il 66,7 e l’82
per cento); non differiscono ecuadoregne (63,9) e peruviane (73,5) (tab. 1.7).
Gli ingressi per ricongiungimenti familiari sono tipici di comunità che si sono
formate inizialmente con una migrazione maschile, come quella marocchina,
tunisina e albanese, che stanno progressivamente consolidando la presenza
nel nostro Paese. Secondo i dati raccolti dal Ministero dell’Interno, sono più
che altro le donne ad arrivare per ricongiungersi con il marito; questo vale per
quasi tutte le nazionalità escluse quelle in cui abbiamo visto che gli ingressi
per motivi di lavoro hanno una forte predominanza femminile (tab. 1.7).
Le domande di ricongiungimento familiare sono aumentate per quasi tutti i
continenti; fa eccezione il leggero calo registrato dall’America (da dove i flussi di
prima emigrazione più consistenti sono quelli femminili). Le regioni nelle quali
sono depositate le domande sono quelle che nel prossimo capitolo vedremo che
hanno gli indici di integrazione più elevati: Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte,
Sicilia e Toscana, dove il numero delle domande è aumentato tra il 2006 e il
2007 (addirittura raddoppiato in Emilia-Romagna) e Lombardia, che rimane la
regione con il più alto numero di richieste di ricongiungimento ma nel 2007 ha
registrato un leggero calo delle domande (graf. 1.4 e 1.5).
3 Programmazione dei flussi d’ingresso dei lavoratori extracomunitari nel territorio dello Stato.
59
60
100
0,9
7,0
45,2
3,5
4,8
15,5
%
947.085
5.977
74.039
434.371
38.356
64.772
137.650
Numero
2001
100
0,6
7,8
45,9
4,0
6,8
14,5
%
852.347
4.711
59.928
389.518
40.659
62.067
122.788
Numero
2002
100
0,6
7,0
45,7
4,8
7,3
14,4
%
2003
874.863
5.145
82.005
394.546
43.457
65.808
118.534
Numero
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri - Annuario Statistico
1.008.971
8.830
Lavoro autonomo
Totale visti
70.894
Lavoro subordinato
456.048
35.193
Studio
Turismo/ADS
48.705
156.731
Affari
Ricongiungimento
familiare
Numero
Tipo di visto
2000
100
0,6
9,4
45,1
5,0
7,5
13,5
%
983.499
4.429
67.190
470.911
44.621
83.397
132.439
Numero
2004
100
0,5
6,8
47,9
4,5
8,5
13,5
%
2005
1.076.680
4.211
85.351
530.286
46.282
89.931
138.882
Numero
Tab. 1.5 Visti rilasciati per tipologia e incidenza sul totale visti rilasciati per anno, 2000-2007
100
0,4
7,9
49,3
4,3
8,4
12,9
%
1.198.167
4.706
89.308
638.734
46.860
78.914
157.707
Numero
2006
100
0,4
7,5
53,3
3,9
6,6
13,2
%
1.519.816
5.012
219.317
775.518
49.775
88.649
185.069
Numero
2007
100
0,3
14,4
51,0
3,3
5,8
12,2
%
61
13.199
3.660
1.584
1.575
141
1
71.261
39,4
17,3
63,9
73,5
13,7
10.978
1.167
2.494
4.303
83
150.098
50,8
2.796
1.396
14.209
1.010
903
66,7
82,3
39,7
41,6
43,6
6,6
17,4
6,2
50,6
64,0
7.829
6.790
2.408
4.963
19.098
5.726
12.709
1.731
1.648
7.814
1.651
3.254
1.023
1.660
5.046
25,3
22.307
12.553
264
13.613
753
20,3
48,3
24,1
314
42.061
656
27
18.013
14.281
1.550
10.172
2.025
2.962
816
554
896
506
30,4
32,5
3,8
38,9
12,8
27,3
42,8
24,2
20,6
22,4
62,1
33,0
22,0
36,3
39,4
48,8
13,3
45,7
23,7
22,8
20,8
92,3
70,3
89,3
47,3
21,1
67,8
38,2
34,3
25,5
56,4
64,2
91,1
58,5
82,5
47,8
52,2
35,1
65,5
18,8
-
Motivi dell’ingresso
di cui donne
%
25.284
31,0
25.257
31,0
12.526
72,3
2.902
10,1
3.520
11,3
Famiglia
26
di cui donne
%
64,1
64,1
20,5
88,0
86,9
30.187
24.617
1.962
18.883
3.443
4.663
1.865
811
1.261
593
65.058
65.032
14.535
18.885
19.189
Lavoro
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat, sulla base di informazione Ministero dell’Interno
EUROPA
Europa centro orientale
di cui:
Albania
Moldova
Ucraina
Altri paesi europei
non Ue
AFRICA
Africa settentrionale
di cui: Egitto
Marocco
Tunisia
Africa occidentale
di cui: Ghana
Nigeria
Senegal
Africa orientale
Africa centro
meridionale
ASIA
Asia occidentale
Asia centro
meridionale
di cui: Bangladesh
India
Pakistan
Sri Lanka
Asia orientale
di cui: Cina, Rep.
Popolare
Filippine
AMERICA
America settentrionale
di cui: Stati Uniti
America centro
meridionale
di cui: Brasile
Ecuador
Perù
OCEANIA
Apolidi
TOTALE
Aree geografiche e paesi
di cittadinanza
430
67
97
89
11.523
1.451
51
2.435
984
888
1.753
41
446
77
14
3.261
659
4.905
985
699
1.891
738
143
178
349
258
28
77
16
196
3
2.203
2.200
685
99
111
Studio
27
1
6
2
9.971
85
85
-
17
198
38
250
133
22
1.573
2.152
557
213
6.966
486
11
21
10
2.665
114
649
34
3.602
-
Asilo politico e
umanitari
766
766
46
19
10
1.258
68
164
92
9.562
2.339
224
2.937
598
532
234
43
445
51
48
603
681
1.539
255
174
2.210
1.164
487
570
51
528
68
157
166
344
34
2.784
2.750
1.480
302
363
Altro
6.542
4.214
6.145
405
3
252.415
28.052
7.397
32.375
4.323
3.971
17.353
9.762
10.973
3.809
6.818
28.030
33.034
64.270
3.206
1.664
59.267
41.286
4.153
29.824
5.878
11.076
2.891
2.248
2.373
5.241
90
96.095
96.005
29.272
22.207
23.193
Totale
18,5
7,8
10,6
19,3
1,0
12,2
11,9
8,8
12,2
15,2
15,0
12,6
19,2
16,7
9,7
13,4
11,6
15,6
13,6
15,2
13,0
9,8
9,9
7,8
10,8
8,8
7,7
10,1
7,4
4,7
15,9
1,0
13,4
13,6
9,6
30,7
16,6
% su totale permessi al
1/1/2008
Tab. 1.6 Stranieri extracomunitari entrati in Italia, per motivo della presenza, area geografica e principali paesi di cittadinanza, 2007 (valori
assoluti e percentuali)
Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali finalità, 2004-2007 (%)
60
57
54
51
48
45
42
39
36
33
30
27
24
21
18
15
12
9
6
3
0
53,31
47,88
49,25
2004
51,03
14,43
6,83
Turismo/ADS
7,93
2005
2006
2007
13,47 12,90 13,16
12,18
8,48
7,45
Lavoro subordinato
Affari
8,35
6,59
5,83
Ricongiungimento familiare
4,54
4,30
3,91 3,28
Studio
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero degli Affari Esteri
Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009
100000
90000
91.318
84.052
80000
72.477
70000
60000
69.739
56.407
50000
Domande presentate
Esito positivo
40000
27.805
30000
20000
10000
0
2007
2008
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
62
2009
Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008
800000
701.510
700000
600000
477.079
500000
470000
400000
Domande
Posti disponibili
300000
170000
200000
127.151
150.000
100000
0
2006
2007
2008
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del
richiedente, 2006-2007
25000
22883
18742
20000
15000
17220
18351
13578
10000
11889
Totale 2006
4381
5000
4579
0
pa
ro
Eu
a
ric
Af
ia
As
a
ric
e
Am
Totale 2007
2930
728
9 21
nia
ea
Oc
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
63
on
sc
*
**
o
iut
c
os
Graf. 1.5 Domande di ricongiungimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007
16000
14000
12000
10000
8000
6000
2006
4000
2007
***sconosciuta
Valle d'Aosta
Umbria
Toscana
Sicilia
Sardegna
Puglia
Piemonte
Molise
Marche
Lombardia
Liguria
Lazio
Friuli Venezia Giulia
Emilia Romagna
Campania
Calabria
Basilicata
Abruzzo
0
Veneto
2000
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno.
II.1.3 Richiedenti asilo e rifugiati
L’andamento delle richieste e delle concessioni di asilo politico risponde
a fattori di causa diversi da quelli dei flussi migratori volontari, anche se
è verosimile che il passaparola tra i migranti che tentano di raggiungere
l’Italia clandestinamente possa incidere sull’aumento di richieste che
non sono legate a condizioni di pericolo o persecuzione nel paese di
origine. Potrebbe essere questa una delle cause dello sbalzo che il
Ministero dell’Interno ha registrato nel numero dei richiedenti asilo tra
il 2007, quando le domande ricevute erano state poco più di 14.000, e
il 2008, quando sono state più di 31.000, anche se è solo parzialmente
utile cercare di dare risposte univoche ad un fenomeno così complesso
(tab. 1.6 e 1.7).
64
Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008
35.000
31.097
30.000
25.000
24.808
20.000
18.360
17.402
15.000
16.123
14.053
13.971
10.000
9.796
10.348
9.346
5.000
0
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Domande presentate
Anni
24.808
18.360
17.402
16.123
13.971
9.796
9.346
10.348
2007
Totale
Domande esaminate
8.239
24.978
13.148
16.890
11.144
8.584
11.589
9.260
13.509
117.341
785
1.615
2.052
1.235
720
771
961
878
1.408
10.425
6.579
21.617
6.908
4.186
2.658
3.277
1.701
3.681
4.908
55.515
853
1.615
1.312
729
2
2.366
4.084
4.338
6.318
23.444
14.053 134.207
di cui:
Riconosciuti
Negativi senza protezione
Negativi con protezione
Irreperibili
0
11
2.838
10.662
5.854
2.086
4.258
262
400
26.371
Sospesi
1
11
19
12
15
1
202
101
275
637
21
109
19
66
68
83
383
0
200
949
Altro
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
65
II.1.4 Gli ingressi irregolari
Nel 2008 hanno raggiunto l’Italia via mare oltre 35.000 persone. Sono
state trasportate da 665 imbarcazioni, di cui ben 537 sono arrivate sulle
coste della Sicilia (397 a Lampedusa). Il numero medio di persone per
imbarcazione lascia supporre che il traffico verso la Sicilia e la Calabria non
sia l’esito di tentativi improvvisati ma faccia capo ad una organizzazione
strutturata degli spostamenti: secondo i dati messi a disposizione dal
Ministero dell’Interno, i clandestini approdati in Sicilia viaggiavano in
media in gruppi di 66 persone, quelli arrivati nelle provincie di Catanzaro,
Crotone e Reggio Calabria in gruppi di 60 persone, mentre in Sardegna
e in Puglia hanno attraccato barche che trasportavano dalle 10 alle 20
persone (tab. 1.8).
Si tratta in gran parte di uomini: l’incidenza delle donne varia dal quasi
10 per cento della Sicilia (esclusa Trapani) al 12 della Calabria, mentre
solo pochissime donne erano a bordo dei barconi approdati in Sardegna e
in Puglia. La presenza di donne è più alta tra i nigeriani (29,8 per cento).
In Puglia la percentuale di minori è particolarmente elevata: il 60 per
cento degli sbarcati, 77 persone, perlopiù non accompagnati. In Calabria
scende al 18 per cento, in Sicilia al 12 per cento. L’incidenza di minori è
altissima tra gli egiziani (41,8 per cento) (tab. 1.8 e 1.9).
In generale, le nazionalità più numerose tra gli sbarcati sono quelle
tunisina, nigeriana e somala. In assoluto, gli sbarchi interessano per
la quasi totalità flussi che hanno origine in alcuni paesi del Maghreb e
dell’Africa sub-sahariana, da dove raggiungono l’Italia attraversando
le coste settentrionali dell’Africa (tab. 1.9 e mappa 1a). Secondo il
Sisde (oggi Aisi), gli sbarchi dal Nord Africa apparivano sensibilmente
diminuiti nel complesso e in particolare in Sicilia e nelle regioni costiere
del Sud: nel confronto tra il primo semestre del 2006 e il primo del 2007
si è passati da 7.695 a 4.460 clandestini sbarcati. In Sardegna invece si è
passati dai primi 8 del 2005 ai 389 del 2007 (mappa 1b e mappa 1c).
Dell’insieme degli immigrati arrivati, 11.735 sono stati trattenuti nel
2008 in Centri di Identificazione e di Espulsione, di cui 4.473 rimpatriati,
con una permanenza media di 32 giorni. Altri 21.478 migranti sono stati
accolti nei Centri di Accoglienza, dove in media le persone nel 2008
sono rimaste 100 giorni. I Centri di Primo Soccorso e Accoglienza hanno
66
accolto 32.653 persone che allo sbarco avevano necessità di cure di prima
assistenza; di queste, 31.250 sono passate dal Centro di Lampedusa
(tab. 1.10).
Il numero delle persone di nazionalità straniera che le forze dell’ordine
hanno rintracciato e che non erano in possesso dei documenti o dei
requisiti per rimanere in Italia non è variato in misura sostanziale tra il
1999 (112.881 persone) e il 2005 (119.923). Nello stesso periodo, invece,
è diminuito sostanzialmente il numero delle persone allontanate , passate
da 72.392 a 54.306. Questo calo è dovuto integralmente alla diminuzione
dei respingimenti alla frontiera, passati dai 48.437 del 1999 ai 23.878 del
2005, mentre le espulsioni e i ritorni sono aumentati nello stesso periodo,
da 23.955 a 30.428 (tab. A e tab. B).
Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008
CALABRIA
Catanzaro
Totale sbarchi
Totale persone
di cui donne
11
663
84
4
Crotone
2
Reggio Calabria
PUGLIA
Lecce
83
3
33
31
4
5
SARDEGNA
110
1.621
SICILIA
537
110
Agrigento
430
Ragusa
Trapani
31.370
22
22
3.825
3.538
40
37
33
2
2
2
33
33
2.582
2.426
1
1
1.844
1.824
30.657
3.522
2.325
1.771
30
1.430
134
72
17
665
36.951
3.935
2.749
1.909
33
TOTALE COMPLESSIVO
1.621
35.540
4
4
397
44
Siracusa
-
8
62
34
di cui a Lampedusa
57
4
4
1
Cagliari
23
77
127
27
29
513
2
Taranto
94
di cui
minori affidati
3
5
7
Foggia
67
di cui minori
1.330
410
152
1
81
3
81
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati forniti dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale dell’Immigrazione e
della Polizia delle Frontiere.
67
3
Tab. 1.9 Prime 15 nazionalità delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008
Tunisia
7633
di cui donne,
%
0,7
Somalia
5258
15,2
Eritrea
3943
15,3
9,2
Egitto
2281
0,1
41,8
Algeria
2019
1,4
1,8
Ghana
1996
3,7
7,7
Marocco
1800
8,4
2,7
Costa d’Avorio
618
0,5
4,4
Burkina
526
0
5,5
India
511
0
0,2
Gambia
422
0,7
10,2
Malì
397
0,3
3,0
Sudan
377
15,1
Paese di cittadinanza
Totale
Nigeria
6373
Togo
369
29,8
3,5
di cui minori,
%
2,6
5,6
5,0
5,0
11,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza
e nei Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, 2008
Centri di Identificazione ed Espulsione
Ospiti trattenuti
11.735
Ospiti rimpatriati
4.473
Permanenza media (gg)
32
Centri di Accoglienza
Persone accolte
21.478
Permanenza media (gg)
Centri di Primo Soccorso e Accoglienza
100
Persone accolte
32.653
di cui a Lampedusa
31.250
Permanenza media (gg)
34
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
68
Mappa 1.1 (a) Rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Italia
Fonte: Sisde (oggi Aisi) 2007 su dati Ministero dell’Interno
Mappa 1.1 (b) Clandestini rintracciati sbarcati in
Sardegna, 1998-2007
Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dell’Interno
69
Mappa 1.1 (c) Clandestini rintracciati sbarcati in
Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007
Fonte: Sisde (oggi Aisi) su dati Ministero dell’Interno
APPROFONDIMENTO 1
Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati senza
permesso di soggiorno
Tab. A Respingimenti, espulsioni e rimpatri di stranieri rintracciati in posizione irregolare,
1999-2005
1999
Totale rintracciati
Totale persone allontanate
Respingimenti alla frontiera
Espulsioni/ritorni
2002
2003
2004
133.655
149.783
105.739
105.662
64,1
50,5
56,4
59,1
61,6
56,8
48.437
23.955
Non ottemperanti
2001
130.791
72.392
Allontanati, %
2000
112.881
40.489
66.057
42.221
23.836
64.734
75.448
41.058
34.390
58.207
88.501
65.153
43.795
27.397
44.706
37.756
61.282
40.586
59.965
24.528
35.427
45.697
2005
119.923
54.306
45,3
23.878
30.428
65.617
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network su informazioni del Ministero dell’Interno
Tab. B Stranieri senza permesso di soggiorno rintracciati dalle forze dell’ordine, 2002-2004
2002
Stranieri rintracciati
in posizione irregolare
di cui :
Non rimpatriati
2003
Stranieri rintracciati
150.746
in posizione irregolare
di cui :
62.245 Non rimpatriati
2004
Stranieri rintracciati
105.957
in posizione irregolare
di cui :
40.804 Non rimpatriati
105.662
45.697
Allontanati
88.501 Allontanati
65.153 Allontanati
59.968
Respinti alla Frontiera
37.656 Respinti alla Frontiera
24.202 Respinti alla Frontiera
24.528
Espulsi con
accompagnamento alla
frontiera
Espulsi con
24.799 accompagnamento alla
frontiera
Espulsi con
18844 accompagnamento alla
Frontiera
16.270
di cui:
Respinti dai Questori
Espulsi su provvedimento
dell’Autorità Giudiziaria
Stranieri riammessi nei Paesi
di provenienza
Stranieri non rimpatriati
di cui presenti nei Centri
al 31.12
di cui:
6.139 Respinti dai Questori
427
17.019
Espulsi su provvedimento
dell’Autorità Giudiziaria
Stranieri riammessi nei
Paesi di provenienza
62.245 Stranieri non rimpatriati
963
di cui presenti nei Centri
al 31.12
Fonte: Nomisma su dati Ministero dell’Interno.
70
di cui:
3.195 Respinti dai Questori
885
9.901
Espulsi su provvedimento
dell’Autorità Giudiziaria
Stranieri riammessi nei
Paesi di provenienza
40.804 Stranieri non rimpatriati
977
di cui presenti nei Centri
al 31.12
2.563
930
7.996
45.697
1.054
II.2 Gli stranieri residenti in Italia
II.2.1 Aspetti demografici: residenti, incidenza sulla popolazione
e proiezioni
Grazie ai flussi di ingresso dall’estero, insieme al tasso elevato di fertilità
degli stranieri, nel corso del 2008 la popolazione residente sul territorio
italiano ha superato per la prima volta la soglia dei 60 milioni di persone
(tab. 2.1). La crescita della popolazione, pari a 434 mila nuovi residenti
nel 2008, si deve interamente alla popolazione immigrata. Gli stranieri
residenti erano 3 milioni e 900 mila al 1 gennaio 2009, il 6,5 per cento
della popolazione residente. L’anno precedente, erano il 5,8 per cento
(tab. 2.2).
La popolazione straniera influisce sulla dinamica demografica in misura
nettamente superiore rispetto al suo peso sulla popolazione complessiva.
La crescita della popolazione che si è verificata tra il 2003 e il 2008 nelle
regioni del Centro Nord, a fronte di un saldo naturale negativo, si deve quasi
interamente agli iscritti alle anagrafi dall’estero. Nel Sud e nelle Isole il
saldo migratorio con l’estero ha compensato l’emigrazione verso l’estero e
verso il nord del Paese (Tab. 2.3)4.
Le previsioni sulla popolazione residente per il prossimo futuro, diffuse nel
2008 da Istat, consentono di fare qualche considerazione sull’incidenza
della componente straniera sulla dinamica demografica, pur con tutte le
cautele d’obbligo quando ci si riferisce a scenari previsionali. In soli cinque
anni, il numero dei residenti stranieri in Italia è raddoppiato: erano quasi
due milioni nel 2003, sono quasi 4 milioni nel 2008. Stando all’ipotesi di
scenario intermedia delineata da Istat, la popolazione straniera potrebbe
ammontare a 6 milioni e 300 mila persone nel 2020, a 10 milioni e 600 mila
nel 2050. L’incidenza sul totale della popolazione sarà triplicata rispetto ad
oggi, con un tasso di oltre il 17 per cento, tendendo quindi ad aumentare
in misura più che proporzionale rispetto alla crescita in valori assoluti.
4 In questo volume si è scelto di fare riferimento ai dati raccolti dalle anagrafi per le informazioni sugli stranieri residenti in Italia. È bene precisare però, seguendo Istat, che per
quel che riguarda le iscrizioni in anagrafe, gli effetti del decreto flussi 2008 si producono
principalmente nel 2009 mentre è possibile che, considerato il ritardo accumulato nella
concessione dei permessi di soggiorno, le iscrizioni in anagrafe del 2008 derivino anche dai
decreti flussi del 2006. In particolare, il d.p.c.m. del 15 febbraio 2006 autorizzava l’ingresso
di 120 mila lavoratori extracomunitari non stagionali, mentre quello del 25 ottobre programmava in aggiunta al precedente un fabbisogno di 350 mila lavoratori extracomunitari
non stagionali (nota 2 p. 241 Rapporto Annuale 2008).
71
In tutte le ipotesi formulate da Istat, compresa quella meno sfavorevole
circa la contrazione della popolazione italiana autoctona, questa tenderà
comunque a decrescere e saranno gli stranieri a fare fronte a questa
dinamica negativa, consentendo una crescita limitata ma costante della
popolazione (tab. 2.4).
Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagrafico, 2001-2008
Popolazione
residente
a inizio
periodo
Saldo
naturale
Totale iscritti
Iscritti
dall’estero
Saldo
migratorio
(interno +
estero)
Saldo totale
Popolazione
residente alla fine
dell’anno
2001 (a)
56.995.744
-7.752
135.995
24.753
6.988
-2.002
56.993.742
2002
56.993.742
-19.195
1.650.961
222.801
238.005
327.328
57.321.070
2003
57.321.070
-42.405
2.057.970
470.491
440.199
567.175
57.888.245
2004
57.888.245
15.941
2.056.055
444.566
405.617
574.130
58.462.375
2005
58.462.375
-13.282
1.851.564
325.673
268.116
289.336
58.751.711
2006
58.751.711
2.118
2.056.944
297.640
244.161
379.576
59.131.287
2007
59.131.287
-6.868
2.062.210
558.019
503.464
488.003
59.619.290
2008
59.619.290
-8.467
2.046.718
534.712
469.053
425.778
60.045.068
Anni
ITALIA
(a) Popolazione al 21 0ttobre 2001 (popolazione legale in base al XIV Censimento generale della popolazione) e movimento
anagrafico dal 22 ottobre al 31 dicembre.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008
Anno
Saldo Naturale e Migratorio
2003
Saldo Naturale
Saldo Migratorio e per altri motivi
2004
Saldo Naturale
Saldo Migratorio e per altri motivi
2005
Saldo Naturale
Saldo Migratorio e per altri motivi
2006
Saldo Naturale
Saldo Migratorio e per altri motivi
2007
Saldo Naturale
Saldo Migratorio e per altri motivi
2008
Saldo Naturale
Maschi
Femmine
Totale
-9.355
-33.050
-42.405
311.740
297.840
609.580
15.336
605
15.941
292.860
265.329
558.189
5.848
-19.130
-13.282
144.236
158.382
302.618
12.753
-10.635
2.118
178.800
198.658
377.458
10.538
-17.406
-6.868
220.768
274.103
494.871
- 8.467
Saldo Migratorio e per altri motivi
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
72
425.778
Tab. 2.3 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica,
2003-2008
Anni
Iscritti
dall’estero
2003
424.856
Cancellati per l’estero
Saldo migratorio con l’estero
Popolazione straniera
residente (a)
ITALIA
2004
12.886
394.756
14.019
411.970
380.737
1.990.159
2.402.157
2005
282.780
15.951
266.829
2.670.514
2006
254.588
16.974
237.614
2.938.922
2007
515.201
2008
534.712
2003
20.316
494.885
3.432.651
80.947
469.053
3.901.704
2004
148.411
148.691
4.767
143.644
707.664
2005
99.110
6.102
93.008
976.887
NORD-OVEST
5.158
143.533
873.069
2006
86.760
6.229
80.531
1.067.218
2007
157.128
7.128
150.000
1.223.363
2008
157.816
22.844
160.236
3.768
104.610
1.383.599
NORD-EST
2003
2004
108.378
97.680
4.572
93.108
545.394
653.416
2005
78.517
5.265
73.252
730.569
2006
71.831
5.660
66.171
802.239
2007
125.254
2008
139.059
2003
99.342
6.865
19.870
118.389
149.829
923.812
1.073.641
CENTRO
2004
2.732
96.054
3.008
96.610
93.046
483.233
576.815
2005
71.014
2.933
68.081
641.158
2006
63.479
3.562
59.917
727.690
2007
135.493
4.055
131.438
857.072
2008
138.000
14.894
138.548
995.620
SUD
2003
2004
53.656
1.362
42.681
950
52.294
41.731
176.597
213.206
2005
25.657
1.290
24.367
229.375
2006
23.890
1.141
22.749
244.088
1.552
67.593
2007
69.145
2008
68.268
15.448
2003
22.899
9.571
331
9.319
2005
8.482
361
305.146
7.088
312.234
3.224
6.646.358
8.121
92.525
ISOLE
2004
9.650
85.651
2006
8.628
382
8.246
97.687
2007
28.181
716
27.465
123.258
2008
31.569
7.891
13.352
(a) Per il 2008, la popolazione residente è stimata sulla base del saldo migratorio dell’anno precedente.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
73
136.610
Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della
popolazione (2010-2020-2050)
Incidenza stranieri su
tot. popolazione %
30.981.919
6,8
Maschi
2.013.368
2010
Femmine
2.106.783
Totale
4.120.151
60.224.113
6,8
Maschi
3.126.580
30.017.521
10,4
2020
2050
Totale stranieri
Totale popolazione
residente
Anni
29.242.194
6,9
Femmine
3.192.489
31.616.893
10,1
Totale
6.319.069
61.634.414
10,3
Maschi
5.455.601
30.302.641
18,0
Femmine
5.180.883
31.413.876
16,5
10.636.484
61.716.517
17,2
Totale
Fonte: Elaborazioni Nomisma su proiezioni Istat
II.2.2 Nazionalità degli stranieri in Italia
Al 1° gennaio 2009, quasi la metà degli stranieri residenti in Italia
apparteneva a cinque sole nazionalità: Romania (circa 780.000, in aumento
del 24,8 per cento rispetto all’anno precedente), Albania (oltre 440.000, con
una variazione positiva del 9,7 per cento sul 2008), Marocco (circa 400.000,
aumentati del 9,9 per cento), Cina (circa 173.000, aumentati di oltre il 10
per cento) e Ucraina (oltre 150.000, con una crescita del 16,5 per cento
sull’anno precedente) (tab. 2.5).
In una panoramica delle provenienze continentali, la presenza di
neocomunitari, cittadini di paesi dell’Europa orientale entrati nell’Unione
europea nel 2004 e nel 2007, è aumentata del 22,7 per cento tra il 2008 e
il 2009 (la variazione percentuale registrata tra il 2007 e il 2008 era molto
più alta, ma era dovuta in misura sostanziale alla registrazione di rumeni,
diventati comunitari nel 2007, una parte dei quali è verosimile che fosse già
presente in Italia). La presenza africana è aumentata di quasi il 10 per cento
(passando dai 133.000 residenti del 2008 ai 155.000 del 2009), quella di
asiatici del 14,3 per cento (631.000 persone circa nel 2009, 80.000 in più
dell’anno precedente) e quella di persone provenienti dall’America del 12,1
per cento (passata da circa 293.000 a circa 330.000 persone). La variazione
della presenza di stranieri provenienti da Asia ed America registrata tra
2008 e 2009 è raddoppiata rispetto alla variazione 2007/2008 (tab. 2.6).
74
Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1° gennaio 2008
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
Paesi
Romania
Albania
Marocco
Cina,Rep. Pop.
Tunisia
Senegal
Egitto
India
Macedonia
Filippine
Serbia Mont.
Bangladesh
Pakistan
Sri Lanka
Ecuador
Peru’
Polonia
Ucraina
Moldova
Ghana
Nigeria
Algeria
Germania
Bosnia -Erzegovina
Bulgaria
Brasile
Francia
Regno Unito
Croazia
Costa d’Avorio
Turchia
Stati Uniti
Colombia
Eritrea
Dominicana, Rep.
Burkina Faso
Argentina
Spagna
Svizzera
Mauritius
Russa, Fed.
Iran, Rep. Islam.
Grecia
Camerun
Paesi Bassi
Cuba
Etiopia
Somalia
Slovacchia
Giappone
Altri Paesi
Totale
Maschi
294.212
222.198
216.517
82.411
60.789
50.503
49.080
46.318
44.994
43.836
37.925
37.359
34.528
34.087
29.173
27.809
26.847
25.954
23.033
21.635
17.461
15.750
15.493
15.346
13.685
12.186
12.017
11.712
11.104
9.402
8.631
6.912
6.202
6.039
6.010
5.893
5.501
4.737
4.277
4.275
4.152
3.864
3.861
3.719
3.494
3.211
2.901
2.801
2.573
2.463
66.937
1.701.817
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
75
Femmine
331.066
179.751
149.391
106.764
74.108
63.371
61.839
45.558
44.062
42.946
33.096
32.812
31.114
30.617
26.977
25.662
24.670
23.180
20.492
19.792
18.786
17.883
17.371
16.765
14.816
14.736
12.617
12.581
12.117
12.010
11.688
11.370
10.204
8.124
7.730
6.991
6.922
5.931
5.521
5.347
4.971
4.890
4.671
4.597
4.496
4.493
4.430
4.066
3.897
3.753
89.792
1.730.834
Totale
625.278
401.949
365.908
156.519
132.718
105.675
93.601
90.218
78.090
77.432
73.235
70.755
69.572
68.591
68.542
62.620
61.064
55.242
49.344
40.641
40.163
38.400
37.848
33.477
30.803
27.356
26.448
22.672
21.523
21.308
18.591
17.890
17.354
17.132
15.036
14.581
14.562
12.492
11.386
9.798
9.246
8.960
8.165
7.463
7.331
7.063
7.060
6.940
6.913
6.609
161.087
3.432.651
Tab.2.6 Cittadini stranieri residenti per continente d’origine e paesi selezionati, 2008-2009
(numeri assoluti e variazione % annuale)
Totale 1
gennaio 2008
Totale 1
gennaio 2009
Variazione %
2008/07
Variazione %
2009/08
UE 27
934.435
1.119.656
54,1
19,8
UE 15
157.667
166.448
5,9
5,6
Paesi nuova adesione
776.768
953.208
69,9
22,7
24,8
Aree geografiche e paesi di cittadinanza
EUROPA
1.785.870
2.053.362
28,1
15
Romania
625.278
780.421
82,7
Albania
401.949
441.073
6,9
9,7
Moldova
68.591
92.637
22,9
35,1
16,5
Ucraina
132.718
154.670
10,5
797.997
876.120
6,4
9,8
69.572
76.566
5,9
10,1
Marocco
365.908
402.242
6,6
9,9
Senegal
62.620
68.134
4,6
8,8
551.985
631.061
7,7
14,3
Cina,Rep. Pop.
156.519
173.159
8
10,6
Filippine
105.675
119.864
4,3
13,4
293.550
328.935
5,2
12,1
Ecuador
73.235
81.488
6,3
11,3
Peru’
70.755
83.321
6,4
17,8
2.527
2.635
-0,4
4,3
722
878
12,3
21,6
AFRICA
Egitto
ASIA
AMERICA
OCEANIA
Apolidi
TOTALE
3.432.651
3.892.114
16,8
13,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.2.3 Nati e naturalizzati: i nuovi italiani
Sono sempre più numerosi gli stranieri che decidono di avere figli in Italia.
Solo nel 2007, i nati da coppie di genitori stranieri erano oltre 63.000, l’11,3
per cento dei nati in Italia, con un’incidenza sul totale molto superiore a
quella della popolazione straniera complessiva (5,8 per cento nello stesso
anno) (tab. 2.7). Se si amplia lo spettro di osservazione fino ad includere i
nati da almeno un genitore straniero, l’incidenza sale al 14,6 per cento.
Nel 2007, la maggior incidenza di nati stranieri si è registrata nelle regioni
del Nord Est e del Nord Ovest, dove supera il 17 per cento delle nascite (dove
la presenza straniera nel 2007 incideva complessivamente per il 7,8 per
cento della popolazione residente); Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia
sono le regioni che hanno registrato l’incidenza più elevata: oltre 20 neonati
sul territorio regionale ogni 100 avevano almeno un genitore straniero.
Nel Centro, l’incidenza arriva al 13 per cento (contro il 7,3 per cento di
incidenza dei residenti stranieri sul totale della popolazione); spiccano i
76
valori elevati di Marche, Lazio e Toscana, che registrano un’incidenza di
oltre il 15 per cento. Nel Mezzogiorno, l’incidenza degli stranieri sul totale
dei nati è invece assai più contenuta: 2,8 per cento nelle regioni meridionali
e 2,6 nelle Isole; fa eccezione l’Abruzzo, con una incidenza media che si
aggira intorno all’8 per cento (tab. 2.7 e 2.8).
Anche tra gli adulti si annoverano nuovi italiani: sono state quasi 40.000
le cittadinanze concesse nel 2008, di cui circa il 37 per cento per diritto
acquisito durante la residenza in Italia e il 63 per cento tramite matrimonio; i
dati dei due anni precedenti non differivano di molto (tab. 2.9 e graf. 2.1).
Nella comparazione per genere, il numero delle cittadinanze concesse a
donne è cresciuto in termini assoluti molto più di quello delle cittadinanze
riconosciute a persone di sesso maschile; le donne naturalizzate italiane
sono passate da circa 9.000 nel 1997 a circa 38.000 nel 2007; nello stesso
periodo, le quasi 3.000 cittadinanze a uomini nel 1997 sono diventate circa
11.000 nel 2007 (graf. 2.2).
I nuovi cittadini italiani sono in gran parte di origine europea (per l’esattezza,
la cittadinanza italiana è stata riconosciuta a 15.249 persone nate in un altro
paese europeo) e americana (12.337). Gli africani che hanno acquisito la
cittadinanza italiana nel 2008 sono stati 7.561 e 2.710 gli asiatici (graf.
2.3). Tra le nazionalità, spiccano quella marocchina, con oltre 5 mila e 500
cittadinanze concesse nel 2008, gli albanesi (oltre 3 mila), i rumeni (2 mila
e 600), argentini, brasiliani e ucraini (graf. 2.4).
Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %)
Ripartizioni
Italia nord-occidentale
Nati stranieri
Nati totali
Iscritti in anagrafe per nascita
Iscritti in anagrafe per nascita
Maschi
Femmine
Totale
Maschi
Femmine
Totale
Incidenza
% nati
stranieri
su nati
totali
Incidenza % nati
stranieri su nati
totali
12.728
12.114
24.842
75.546
70.814
146.360
17,0
17,0
Italia nord-orientale
9.976
9.219
19.195
56.022
52.735
108.757
17,6
17,6
Italia centrale
7.072
6.588
13.660
54.204
50.806
105.010
13,0
13,0
Italia meridionale
1.913
1.835
3.748
68.841
65.450
134.291
2,8
2,8
833
734
1.567
31.303
29.868
61.171
2,6
2,6
32.522
30.490
63.012
285.916
269.673
555.589
11,3
11,3
Italia insulare
ITALIA
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
77
Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e
incidenza %)
Nati con almeno padre straniero
Regioni
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia nord-occidentale
Italia nord-orientale
Italia centrale
Italia meridionale
Italia insulare
ITALIA
Nati con almeno madre straniera
Valore stimato
Incidenza %
Valore stimato
Incidenza %
6.650
140
18.484
1.560
9.316
1.597
1.614
8.062
5.254
1.302
2.328
6.072
987
66
1.548
1.033
125
671
1.641
353
26.888
20.535
14.956
4.430
1.994
68.803
17,2
11,3
19,2
14,6
19,6
15,1
13,3
19,9
16,3
16
16,6
11,6
8,6
2,6
2,5
2,7
2,6
3,7
3,3
2,6
18,1
18,8
14,0
3,2
3,2
12,2
7.831
174
20.900
1.919
10.561
1.913
1.971
9.380
6.245
1.654
2.784
7.600
1.394
142
2.492
1.396
205
1.137
2.197
566
30.876
23.773
18.283
6.766
2.763
82.461
20,3
14,0
21,7
18,0
22,2
18,1
16,2
23,2
19,4
20,6
19,8
14,5
12,2
5,7
4,0
3,7
4,2
6,3
4,5
4,2
20,8
21,7
17,1
4,9
4,4
14,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab.2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008
Anni
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Inserite
Matrimonio
Residenza
Totale
Matrimonio
Residenza
Totale
Matrimonio
Residenza
Totale
Matrimonio
Residenza
Totale
Matrimonio
Residenza
Totale
Matrimonio
Residenza
Totale
17.944
9.149
27.093
19.756
10.841
30.597
18.770
10.240
29.010
17.341
13.232
30.573
21.257
25.261
46.518
24.959
32.026
56.985
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
78
Concesse
11.319
2.124
13.443
9.997
1.948
11.945
11.854
7.412
19.266
30.151
5.615
35.766
31.609
6.857
38.466
24.950
14.534
39.484
Respinte
201
1.801
2.002
261
1.056
1.317
337
829
1.166
279
243
522
84
63
147
434
305
739
Inammissibili
203
17
220
399
62
461
278
56
334
235
149
384
232
332
564
294
385
679
Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008
35000
30000
9
60
31
1
15
30
0
95
24
25000
20000
4
53
15000
19
3
11
54
Matrimonio
8
11
97
99
10000
14
12
74
5000
24
57
Residenza
68
15
56
48
21
19
0
03
20
20
20
20
07
06
05
04
20
08
20
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007
45000
40000
Femmin
e
Maschi
35000
30000
25000
20000
15000
10000
5000
0
1997
1998
1999
2000
2001
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
79
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007
16000
2004
2007
Europa
Africa
America
Oceania
17
11
16
22
592
141
17
53
4793
Asia
3477
2348
2710
1110
1866
2393
4930
4000
5029
7509
6843
6000
7561
8000
11898
14514
10000
0
2006
12337
12000
2000
2005
15249
14000
Apolidi
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008
Marocco
Albania
Romania
Argentina
Brasile
Ucraina
Polonia
Tunisia
Altri
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
80
II.2.4 I matrimoni degli stranieri e i matrimoni misti
L’aumento dei matrimoni tra stranieri o che coinvolgono almeno uno straniero
va certamente letto come un ulteriore indicatore della stabilizzazione della
presenza straniera in Italia.
Tuttavia, è bene anche tenere presente che il matrimonio, per i cittadini
extracomunitari, può rappresentare un’occasione per acquisire la
cittadinanza italiana, e quindi ovviamente il diritto a risiedere in Italia, nel
caso di matrimoni misti, oppure la possibilità di avviare il ricongiungimento
con il partner rimasto fuori dall’Italia, nel caso di matrimoni tra stranieri.
Come suggerisce Istat nel Rapporto annuale 2008, il calo dei matrimoni
di cittadini rumeni registrato nel 2007, dopo il loro ingresso nell’Ue, è
esemplare a questo riguardo.
I matrimoni con almeno uno sposo straniero sono stati oltre 34 mila nel corso
del 2007, il 13,8 per cento del totale dei matrimoni registrati in Italia (250
mila). Il numero e l’incidenza di questo tipo di unioni coniugali è rimasto
sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente (tab. 2.10).
La quota più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero
è rappresentata da matrimoni misti, celebrati cioè tra cittadini italiani e
stranieri; nel 2007 sono più di 23 mila, il 9,4 per cento del totale. Nelle
coppie miste, la tipologia più frequente è quella in cui lo sposo è italiano e la
sposa straniera (sette matrimoni su 100 a livello medio nazionale); le donne
italiane che si sposano con uno straniero sono circa 2,4 su cento. Infine, sono
il 4,4 per cento del totale i matrimoni in cui entrambi gli sposi sono stranieri
(tab. 2.10). Delle oltre 24.000 famiglie in Italia, il 6,9 per cento contano al
proprio interno almeno una persona di cittadinanza straniera (tab. 2.11).
81
Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007
Tipologia di coppia
Anni
Sposi
entrambi
italiani
1995
277.680
95,7
7.416
2,6
3.248
1,1
1.665
Matrimoni
con
almeno
uno
sposo
straniero
0,6
12.329
1996
266.618
95,7
7.254
2,6
2.621
0,9
2.118
0,8
11.993
4,3
1997
264.248
95,1
8.167
3,0
2.808
1,0
2.515
0,9
13.490
4,9
1998
265.798
94,9
8.640
3,1
2.806
1,0
2.790
1,0
14.236
5,1
1999
263.782
94,1
10.127
3,6
3.177
1,1
3.244
1,2
16.548
5,9
2000
264.409
93,0
12.305
4,3
3.653
1,3
4.043
1,4
20.001
7,0
2001
242.513
91,9
13.524
5,0
3.603
1,4
4.386
1,7
21.513
8,1
2002
244.423
90,5
15.561
5,7
4.491
1,7
5.538
2,1
25.590
9,5
2003
236.367
89,5
16.098
6,1
4.304
1,6
7.328
2,8
27.730
10,5
Incidenza
Sposo Incidenza
%
italiano
%
su tot
sposa
su tot
matrimoni straniera matrimoni
Sposo Incidenza
straniero
%
sposa
su tot
italiana matrimoni
Sposi
entrambi
stranieri
Incidenza
%
su tot
matrimoni
Incidenza %
su tot
matrimoni
4,3
2004
218.307
87,7
17.389
7,0
4.446
1,8
8.827
3,5
30.662
12,3
2005
214.723
86,7
18.481
7,5
4.822
1,9
9.714
3,9
33.017
13,3
2006
211.596
86,0
19.029
7,8
4.991
2,0
10.376
4,2
34.396
14,0
2007
215.801
86,2
17.663
7,0
5.897
2,4
10.999
4,4
34.559
13,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007
Numero di Famiglie
24.282.485
Famiglie con almeno uno
straniero
1.684.906
Famiglie con capofamiglia
straniero
1.366.835
Incidenza % famiglie con almeno uno
straniero su tot. famiglie
6,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.2.5 La suddivisione per classi di età
L’aumento delle nascite e dei flussi in ingresso per ricongiungimento
familiare ha un impatto diretto sulla composizione per età della popolazione
straniera residente. La divisione per classi di età mostra una popolazione
decisamente giovane, se paragonata agli italiani.
Secondo gli aggiornamenti Istat al 1° gennaio 2009, gli stranieri che
risiedevano nel Paese al 1° gennaio 2008 avevano un’età media di 31,1 anni
(l’età media degli italiani è di circa 43 anni). Il processo di stabilizzazione
degli immigrati e il crescente numero di richieste di permesso di soggiorno
per ricongiungimento familiare hanno portato a un aumento costante di
minorenni stranieri in Italia: al 1° gennaio 2008 erano già 767 mila. I minori
82
stranieri hanno un’incidenza pari al 7,5 per cento sul totale dei minorenni
in Italia, molto superiore a quella della popolazione straniera complessiva
(pari al 6,5 per cento) (tab. 2.12 e 2.13).
Poco meno della metà degli stranieri in Italia (49,2 per cento) ha un’età
compresa tra i 18 e i 39 anni. Oltre l’80 per cento ha meno di 45 anni (il
50 per cento degli italiani). Viceversa, solo il 2 per cento degli stranieri ha
più di 65 anni (tab. 2.12), con un impatto di aggiustamento sostanziale del
tasso di dipendenza, misurato dal rapporto tra la popolazione con oltre 65
anni e il numero di persone in età da lavoro (tra i 15 e i 64 anni).
Le proiezioni demografiche diffuse da Istat prevedono che nel 2050
la percentuale di giovani con origini straniere sarà di circa un terzo dei
residenti con meno di 15 anni e anche di quelli di età compresa tra i 15 e i
24 anni, sottolineando come si tratti di valori in linea con quelli attualmente
registrati in paesi di tradizionale immigrazione come il Canada e gli Stati
Uniti (Proiezioni demografiche 1° gennaio 2007 – 1° gennaio 2051). Per
la maggior parte saranno persone nate in Italia in famiglie con almeno un
genitore immigrato.
Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di età e incidenza sul totale della
popolazione residente, 1° gennaio 2008
Composizione percentuale per
classi di età
Ripartizioni
Totale
stranieri
residenti
0-17
18-39
40-64
65 e oltre
Età
media
Nord-ovest
1.223.363
23,4
49,3
25,4
1,8
Nord-est
923.812
23,6
49,6
25,1
Centro
857.072
20,7
48,7
Sud
305.146
17,9
Isole
123.258
Italia
3.432.651
Incidenza percentuale stranieri su popolazione
totale
0-17
18-39
40-64
65 e oltre
Totale
30,4
11,5
13,8
5,6
0,7
7,8
1,7
30,2
11,9
14,4
5,9
0,7
8,1
28,2
2,5
32,8
9,5
12,8
6
0,8
7,3
49,3
30,4
2,4
33
2
3,5
2
0,3
2,2
19,8
48
29,6
2,6
32,5
2
2,9
1,7
0,3
1,8
22,2
49,2
26,6
2
31,1
7,5
9,8
4,5
0,6
5,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
83
Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione
minorenne, per ripartizione geografica,
1° gennaio 2008
Minorenni
Ripartizioni
% su stranieri
residenti
% su totale
minorenni in Italia
Maschi
Femmine
Totale
Nord-Ovest
149.805
139.003
288.808
23,6
Nord-Est
113.807
104.422
218.229
23,6
Centro
94.629
86.479
181.108
21,1
Sud
27.699
26.203
53.902
17,7
Isole
12.938
12.075
25.013
20,3
Italia
398.878
368.182
767.060
22,3
7,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
II.2.6 Il livello di istruzione degli italiani e degli stranieri in Italia
Il tasso di istruzione degli stranieri in Italia è relativamente alto, situazione
simile a molti paesi europei, anche se con differenze rispetto ai nativi. La
specificità italiana riguarda la limitata presenza di laureati (14,7 su cento
stranieri in Italia), che registrano un peso relativo sul totale degli immigrati
inferiore a tutti i Paesi Europei considerati, inferiore anche alla Germania,
paese che diversamente dall’Italia è condizionato da un fenomeno di
“vecchia immigrazione”, che tende ad essere più caratterizzato da bassi
livelli di scolarizzazione (la Germania, il paese dopo l’Italia con l’incidenza
più bassa di laureati tra la popolazione straniera residente, arriva al 18,8 per
cento) (tab. 2.15).
Per contro, l’Italia ha un peso relativo molto alto nei livelli di istruzione più
bassi: 48,8 ogni cento stranieri residenti, inferiore tra gli Stati Membri solo
a Spagna e Portogallo (che registrano, rispettivamente, il 54,8 e il 50,5 per
cento) (tab. 2.15).
Dall’analisi dei dati per continente di provenienza si rileva una situazione
diversificata; in particolare, gli immigrati europei hanno un’elevata
percentuale di diplomati (41,5 per cento), la maggior parte dei laureati
proviene dal nord America (31,4 per cento). Il grado di scolarizzazione più
bassa è riferibile soprattutto a immigrati asiatici e africani (tab. 2.16,
2.17, 2.18).
84
Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di età, genere e
ripartizioni geografiche, 2006 (%)
Classi di età
15-24
Fino
licenza
media
Popolazione straniera
0,9
100
53,3
43,2
3,5
100
41,7
11,1
100
32,3
49,8
17,8
100
37,3
13,1
100
48,9
38,6
12,4
100
39
10,6
100
Diploma
24,4
25-34
47,2
35-54
49,6
Genere
Maschi
Femmine
Ripartizioni
Laurea
74,7
55-64
53,4
23,3
57,1
23,3
34,3
48,9
Popolazione italiana
Fino
licenza
media
8,7
38,1
13
Totale
100
68,4
100
50,4
100
49,2
Diploma
23,2
38,6
Laurea
8,4
12,2
Totale
100
100
Nord
50,7
38,2
11,1
100
47,3
40,9
11,8
100
Centro
49,8
38,5
11,7
100
43,9
41,9
14,1
100
Totale
53
36,2
10,8
100
49,8
38,8
11,4
100
Mezzogiorno
70,8
21,6
7,6
100
55,8
34,6
9,6
100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007
Livelli 1 e 2
Livelli 3 e 4
Livelli 5 e 6
Totale
Danimarca
29,4
42,0
28,6
100,0
Germania
35,1
46,1
18,8
100,0
Italia
48,8
36,6
14,7
100,0
Paesi Bassi
37,9
37,3
24,8
100,0
Portogallo
50,5
25,7
23,8
100,0
Spagna
54,8
22,4
22,9
100,0
Svezia
20,1
51,0
28,9
100,0
Francia
41,3
Regno Unito
30,0
33,0
26,0
25,7
44,1
100,0
100,0
Nota: I livelli di istruzione citati fanno riferimento all’International Standard Classification of Education ISCED 1997 di
UNESCO:
1. Educazione primaria: diploma di scuola elementare.
2. Educazione secondaria di I° livello: diploma di scuola media inferiore.
3. Educazione secondaria di II° livello: diploma di scuola superiore.
4. Diploma di Laurea di Primo livello (Triennale).
5. Diploma di Laurea Specialistica o di Vecchio Ordinamento.
6. Formazione Post-Laurea (Master, Dottorati, Corsi di Specializzazione).
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
85
Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2,
2007
Danimarca
Africa
31,0
Asia
37,9
Europa
Nord
America
27,0
12,2
36,9
-
Francia
38,7
34,3
47,2
Italia
62,9
58,4
Portogallo
53,3
53,0
Germania
Paesi Bassi
33,1
50,2
32,6
32,2
31,3
38,4
49,9
50,6
-
43,7
24,5
40,0
45,7
36,4
39,3
47,6
5,5
7,4
17,2
37,6
14,1
57,7
48,0
15,4
Regno Unito
21,6
37,3
31,3
12,6
21,9
21,1
16,2
75,6
21,7
-
8,1
Spagna
Svezia
16,7
America
centrale e
meridionale,
Caraibi
21,6
Oceania
20,1
33,0
14,2
28,4
40,9
39,7
Paese di
nascita
sconosciuto
-
-
Tutti i paesi
di nascita
29,4
41,3
35,1
48,8
37,9
-
50,5
-
20,1
36,9
54,8
30,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4,
2007
Africa
Asia
Europa
Nord
America
Oceania
Danimarca
42,8
40,1
42,7
38,0
49,8
America
centrale e
meridionale,
Caraibi
44,7
Germania
52,7
48,1
46,6
34,7
-
52,2
Francia
Italia
Paesi Bassi
Portogallo
34,5
27,4
32,6
24,2
29,9
25,9
37,9
22,9
32,5
41,5
36,2
28,2
20,3
44,1
37,1
27,1
28,5
44,9
20,1
33,0
Regno Unito
31,4
20,4
28,0
24,0
28,4
32,5
54,3
41,3
46,1
41,7
11,2
37,3
26,5
-
40,7
56,0
23,2
51,9
42,0
41,3
22,3
47,5
-
28,7
28,6
12,8
53,8
Tutti i paesi
di nascita
29,2
Spagna
Svezia
Paese di
nascita
sconosciuto
24,1
-
-
33,0
36,6
-
25,7
-
51,0
25,4
22,4
26,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6,
2007
Danimarca
Francia
Germania
Italia
Paesi Bassi
Portogallo
Spagna
Svezia
Regno Unito
Africa
Asia
Europa
Nord
America
26,1
26,8
14,2
9,7
17,2
22,5
11,6
24,5
47,0
22,0
35,7
19,3
15,7
29,9
24,1
20,0
30,6
42,2
30,4
20,3
16,5
14,8
26,2
26,1
28,8
28,0
40,7
49,8
71,5
65,3
31,4
48,9
36,4
64,5
62,0
63,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Statistics
86
Oceania
33,5
55,3
15,2
47,8
31,5
34,0
51,2
57,3
America
centrale e
meridionale,
Caraibi
33,8
42,9
24,6
18,5
19,9
23,9
22,9
26,8
36,2
Paese di
nascita
sconosciuto
Tutti i paesi
di nascita
27,4
38,9
37,7
28,6
25,7
18,8
14,7
24,8
23,8
22,9
28,9
44,1
II.2.7 L’insediamento sul territorio: dove vivono gli stranieri in Italia
La presenza di immigrati stranieri non interessa in maniera uniforme tutto
il territorio del nostro Paese. Gli immigrati risiedono prevalentemente nelle
regioni del Nord e del Centro del Paese. Al 1° gennaio 2008 si concentrava
qui l’87,5 per cento degli stranieri presenti in Italia. Il 36,3 per cento nel
Nord Ovest, il 27,3 per cento nel Nord Est, il 24,8 per cento nel Centro e
l’11,65 per cento nel Mezzogiorno (tab. 2.19).
La Lombardia è la regione con la più alta concentrazione di stranieri,
uno straniero ogni quattro registrati in Italia. Proporzioni superiori al 10
per cento del totale degli stranieri residenti si registrano anche in Veneto,
Emilia-Romagna e Lazio. Nel complesso, in Lombardia, Veneto, Lazio,
Emilia-Romagna e Piemonte si concentra il 45 per cento della popolazione
italiana e quasi il 70 per cento degli stranieri (tab. 2.19).
Se si considera invece l’incidenza sulla popolazione residente, l’Umbria
presenta il rapporto più alto, insieme all’Emilia-Romagna (8,6 per cento,
ben più alto della media nazionale, che alla fine dello stesso anno era il
5,8 per cento), seguite da Lombardia (8,5) e Veneto (8,4). Al Sud e nelle
Isole l’unico caso con un valore significativamente più alto della media della
ripartizione è l’Abruzzo (3,7 per cento) (tab. 2.19).
Guardando alla concentrazione di stranieri per ampiezza dei comuni di
residenza (tab. 2.20) e al dettaglio territoriale dell’incidenza di stranieri
(mappa 2.1), è possibile farsi un’idea di quanto l’incidenza sul territorio
possa presentare variazioni notevoli all’interno di una stessa area; il livello
locale, spesso nella dimensione micro territoriale, di piccoli comuni, è
quello dove si sviluppano le dinamiche specifiche della multiculturalità,
con modalità ed effetti specifici.
Il tasso migratorio più elevato5, superiore al 10 per cento, si trova nei comuni
con una dimensione tra i 5 mila e i 20 mila abitanti. E’ molto elevato, pari al
9,5 per cento, anche nei comuni tra i 3 mila e i 5 mila abitanti e si mantiene
sopra il intorno al 7 per cento di media nei comuni fino a 250 mila abitanti.
Decresce sensibilmente, invece, nei comuni di dimensione maggiore (3,5
per cento circa nei comuni tra i 250 mila e i 500 mila abitanti e nei comuni
capoluogo), ed arriva ad un valore negativo nei comuni più grandi, oltre i
5 Per tasso migratorio si intende il rapporto tra la popolazione residente e il saldo migratorio
nell’anno considerato.
87
500 mila abitanti (- 1,1 per cento) (tab. 2.20).
Le elaborazioni contenute nel Rapporto annuale 2008 di Istat suggeriscono
che la localizzazione sia fortemente influenzata dalla domanda di lavoro locale
e dal passaparola delle catene migratorie, che determinano ricongiungimenti
familiari e attrazione delle comunità nei confronti dei connazionali
provenienti dalle stesse aree di origine. Il modello insediativo, quindi,
risulta in larga parte connesso al tipo di attività lavorativa principalmente
svolta dagli stranieri delle diverse collettività.
Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza,
per genere e incidenza sulla popolazione residente, 1° Gennaio 2008
Maschi
Femmine
Totale
152.350
158.193
310.543
7,1
3.120
3.484
6.604
5,2
425.849
389.486
815.335
8,5
35.146
35.688
70.834
7,0
210.364
193.621
403.985
8,4
Friuli-V. G.
42.643
40.663
83.306
6,8
Liguria
42.827
48.054
90.881
5,6
Emilia-Romagna
185.009
180.678
365.687
8,6
Regioni
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Trentino-A.A.
Veneto
% su pop.
residente
Toscana
134.548
140.601
275.149
7,5
Umbria
35.469
40.162
75.631
8,6
Marche
57.163
58.136
115.299
7,4
180.570
210.423
390.993
7,0
28.268
31.481
59.749
4,5
2.697
3.574
6.271
2,0
Campania
47.771
67.021
114.792
2,0
Puglia
31.125
32.743
63.868
1,6
Lazio
Abruzzo
Molise
Basilicata
4.299
5.296
9.595
1,6
Calabria
22.877
27.994
50.871
2,5
Sicilia
48.055
50.097
98.152
2,0
Sardegna
11.667
13.439
25.106
1,5
RIPARTIZIONI
Nord-Ovest
624.146
599.217
1.223.363
7,8
Nord-Est
473.162
450.650
923.812
8,1
Centro
407.750
449.322
857.072
7,3
Sud
137.037
168.109
305.146
2,2
Isole
ITALIA
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.
88
59.722
63.536
123.258
1,8
1.701.817
1.730.834
3.432.651
5,8
Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demografica dei comuni di residenza, 2008
Classe di ampiezza
demografica
e tipologia del
comune
V.A.
%
Popolazione
residente al
1° gennaio
2008
Fino a 1.000
1.938
23,9
1.071.729
3.001-5.000
1.162
14,3
4.470.944
1.001-3.000
5.001-10.000
10.001-15.000
15.001-20.000
20.001-50.000
50.001-80.000
80.001-100.000
100.001-250.000
250.001-500.000
oltre i 500.000
Comuni capoluogo
Altri comuni
TOTALE
Numero di comuni
al 31 dicembre 2008
2.609
32,2
1.195
14,8
219
2,7
468
5,8
361
80
33
111
7.990
8.101
2.123.223
0,1
1,4
98,6
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
89
0,3
0,1
6
3.710.097
10.783.642
0,4
6
8.369.098
5.640.017
4,5
1,0
24
4.788.971
4.760.332
Saldo
migratorio
e per altri
motivi
Tasso
migratorio
Tasso di
crescita
naturale
7.844
7,3
-6,3
37.652
42.519
88.805
57.912
37.619
80.475
32.998
13.033
7,8
-2,6
9,5
-0,6
10,2
1,2
10,6
10,1
7,4
6,9
6,1
0,6
1,2
Popolazione
residente al 31
dicembre 2008
V.A.
%
1.072.811
1,8
4.813.930
4.510.697
8.463.376
5.704.534
3.752.188
8,0
7,5
14,1
9,5
6,2
0,8
10.873.018
18,1
-0,5
2.135.234
3,6
0,5
4.795.913
8,0
4.835.763
35.910
7,4
-1,0
4.867.010
8,1
7.173.856
-7.022
-1,0
-0,5
7.163.142
11,9
371.276
8,8
0,3
1.891.618
17.519.663
42.099.627
59.619.290
6.500
62.969
434.245
3,4
3,6
7,3
-2,6
-1,2
-0,1
1.893.215
17.561.104
42.483.964
60.045.068
3,2
29,2
70,8
100,0
Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1° gennaio 2008
Fino a 7,0
7,1 - 25,0
25,1 - 35,0
35,1 - 45,0
45,1 - 75,0
75,1 e oltre
Confini regionali
Fonte: Istat
90
II.2.8 Mobilità degli stranieri all’interno dell’Italia
La propensione degli stranieri a spostarsi all’interno del territorio nazionale
è molto alta, decisamente più elevata di quella degli italiani: di circa
1.350.000 iscritti all’anagrafe da un altro comune italiano, nel 2006, oltre
200.000 erano stranieri (tab. 2.21 e 2.22).
Tra il 1996 e il 2006, i trasferimenti di residenza di stranieri all’interno dei
confini nazionali sono quintuplicati. La quota di cittadini stranieri trasferiti
all’interno dei confini nazionali è passata dal 4 per cento a quasi il 15 per
cento (tab. 2.21 e 2.22).
Prevale nettamente, come per i flussi migratori di italiani, la traiettoria
Sud-Nord: nel 2006, solo il 12,5 per cento dei nuovi iscritti alle anagrafi
dall’estero si è registrato nei comuni delle regioni del Sud (erano il 22,2
per cento dieci anni prima); a fronte di questa diminuzione degli arrivi
dall’estero, il 5,7 per cento del totale degli stranieri che hanno cambiato
residenza si è spostato da Sud verso il Centro-Nord tra il 1996 e il 2006 (il
numero assoluto degli stranieri emigrati dal Sud al Centro e Nord d’Italia è
quasi triplicato) (tab. 2.22).
Nel tempo, le migrazioni di stranieri da Sud verso il Centro-Nord sono
diminuite in termini relativi dal 9,1 per cento del totale del 1996 al 5,7 per
cento del 2006. Come nota Istat (Rapporto annuale 2008), nello stesso periodo
la quota di stranieri che si iscrivono dall’estero in una delle anagrafi del
Mezzogiorno si è quasi dimezzata: nel 1996 il 22,2 per cento delle iscrizioni
avveniva in questa ripartizione, mentre nel 2006 solo il 12,5 per cento degli
stranieri si sono trasferiti dall’estero in un comune del Mezzogiorno.
91
Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006
Regioni
Iscritti
Cancellati
Piemonte
125.070
Lombardia
306.097
297.053
11.204
10.455
Valle d’Aosta
124.925
4.463
Trentino-Alto Adige
4.452
25.063
Bolzano
Trento
23.304
13.859
Veneto
135.885
Liguria
36.821
Friuli-Venezia Giulia
12.849
131.650
32.529
Emilia-Romagna
Toscana
30.449
35.095
129.513
112.154
16.781
15.030
90.335
Umbria
Marche
82.947
34.626
Lazio
31.425
104.070
Abruzzo
98.812
24.966
Molise
24.033
4.858
Campania
113.598
Basilicata
5.504
Puglia
5.043
136.804
43.429
Calabria
27.705
Sardegna
30.089
Sicilia
55.088
7.689
35.467
76.896
Italia
87.489
29.389
1.368.298
1.368.298
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia
di trasferimento, 1996-2006 (valori assoluti e %)
1996
43.877
Interno
di cui dal Mezzogiorno verso
il Centro-Nord
3.995
9,1
143.151
31.743
22,2
1997
54.196
6.145
11,3
132.505
23.125
17,5
1998
68.866
8.050
11,7
127.114
17.501
13,8
1999
73.961
7.943
10,7
152.900
25.266
16,5
2000
88.052
9.688
11,0
192.557
26.072
13,5
2001
93.017
10.203
11,0
172.836
20.017
11,6
2002
108.611
10.137
9,3
168.726
18.489
11,0
2003
114.609
9.159
8,0
392.771
63.681
16,2
Anni
Totale
Estero
%
Totale
di cui verso il Mezzogiorno
%
2004
161.531
11.670
7,2
373.086
49.410
13,2
2005
185.268
10.850
5,9
267.634
32.935
12,3
2006(a)
203.859
11.705
5,7
242.048
30.263
Fonte: Istat, Rilevazione delle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche per trasferimento di residenza; (a) dati provvisori
92
12,5
II.2.9 Un profilo degli irregolari in Italia: i beneficiari delle
regolarizzazioni
La componente irregolare della presenza straniera risulta particolarmente
difficile da studiare, per l’assenza di fonti e la conseguente impossibilità
di avvalersi di riferimenti conoscitivi certi. Quella dell’immigrazione, e
spiccatamente della presenza irregolare, è del resto una realtà in movimento,
che si rinnova continuamente e che sfugge ad un’analisi puntuale.
Sono state effettuate negli anni alcune stime che, tenuto conto della
lacunosità di fonti e dati, mettono a disposizione indicazioni utili, tanto più
che le conclusioni a cui arrivano, ad esempio su motivazioni e composizione
della clandestinità, sono tendenzialmente omogenee.
Si fa riferimento qui in particolare alle indicazioni contenute nel Rapporto
sulla criminalità in Italia del Ministero dell’Interno, alle elaborazioni della
Fondazione Ismu sulla presenza di clandestini in Lombardia e al lavoro
dell’Università Bocconi sulla base dei dati raccolti sui propri beneficiari
dall’associazione Naga, che a Milano offre assistenza socio-sanitaria anche
a immigrati irregolari.
Si è scelto in questo volume di usare la massima cautela e di non riportare
il dettaglio delle stime effettuate, perché si tratta pur sempre di elaborazioni
con una percentuale elevata di approssimazione. Tuttavia, si ritiene utile dare
rilievo ad un dato di massima su cui le diverse fonti concordano ampiamente:
la quota più consistente dell’immigrazione irregolare nel nostro Paese,
oltre il 60 per cento, è costituita da stranieri entrati in Italia regolarmente,
perlopiù con un visto turistico, e rimasti in Italia oltre la scadenza del visto.
Comunemente, ci si riferisce alle persone che rientrano in questa categoria
come overstayers. È questa, e non quella degli ingressi clandestini, la
componente più cospicua della presenza straniera irregolare.
I beneficiari delle regolarizzazioni
La dinamica di crescita della popolazione straniera in Italia è stata negli anni
influenzata da una serie di interventi legislativi che hanno consentito, con
criteri di selezione di volta in volta differenti, di regolarizzare la posizione di
quei cittadini stranieri residenti in Italia ma privi di permesso di soggiorno.
Ci riferiremo quindi a questi interventi legislativi definendoli generalmente
‘regolarizzazioni’, anche se ognuna è stata caratterizzata da modalità di
93
attuazione differenti. In particolare, gli interventi di regolarizzazione che
si sono succeduti dagli inizi degli anni ’90 al 2008 sono quattro: la Legge
39/90 (legge Martelli), il Decreto Legge 489/95 (decreto Dini), il Decreto
del Presidente del Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 1998 e la Legge
189/02 (legge Bossi-Fini). E’ attualmente in corso (1-30 settembre 2009)
la sanatoria di colf e personale di cura domestica che lavora in Italia in
posizione lavorativa irregolare e quindi senza permesso di soggiorno; è
verosimile che anche in questo caso l’incidenza sulle presenze regolari sarà
elevata.
L’analisi dei risultati delle regolarizzazioni passate consente da un lato di
contestualizzare le informazioni sull’evoluzione della presenza straniera
residente in Italia, tenendo conto anche dell’impatto delle regolarizzazioni
stesse. Per altro verso, mette a disposizione elementi certi per disegnare
un profilo della presenza straniera irregolarmente presente in Italia. In
particolare, i dati raccolti durante i processi di regolarizzazione passati
delineano caratteristiche di numero, provenienza, occupazione e localizzazione
sul territorio degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio italiano al
momento delle regolarizzazioni.
Rispetto al numero, se confrontiamo i dati sui regolarizzati con quelli sui
permessi di soggiorno, è evidente come le regolarizzazioni abbiano pesato in
maniera consistente sul numero di permessi rilasciati. Un terzo dei permessi
rilasciati al 1° gennaio 1992 erano costituiti dai permessi rilasciati dalla
legge 39/90; oltre due terzi dei permessi rilasciati tra il 1992 e il 2000 sono
stati ottenuti in seguito al DL 489/95 e al DPCM del 1998. Infine la crescita
elevata di permessi registrata nel 2004, è dovuta quasi interamente agli effetti
delle leggi 189/02 e 222/02 (tab. 2.23).
In termini assoluti, tramite la regolarizzazione del 2002 è stato concesso il
maggior numero di permessi, con 646.829 regolarizzati, mentre nel 1990 erano
stati circa 217.000, nel 1995 244.000 e nel 1998 217.000 (tab. 2.24).
Il numero più elevato di irregolari in rapporto alla componente regolare si
è però registrato con la regolarizzazione del 1990, con 120 sanati ogni 100
regolari. Per le regolarizzazioni successive, il tasso di irregolarità è stato del
45,9 per cento nel 1995, del 24,9 per cento nel 1998, del 47,8 per cento
nel 2002.
94
Guardando alla provenienza dei regolarizzati, la percentuale di regolarizzati
provenienti dall’Europa è cresciuta dal 12,7 per cento del 1990 al 59,2
per cento del 2002. Si tratta di un dato che riflette il forte aumento della
presenza di stranieri provenienti dall’Europa centro-orientale. In particolare,
più del 20 per cento dei regolarizzati del 2002 proveniva dalla Romania
e più del 15 per cento dall’Ucraina. In maniera speculare si è verificato
un calo sostenuto della popolazione straniera regolarizzata proveniente
dal continente africano. Gli stranieri di origine africana rappresentavano
nel 1990 il 58,4 per cento della popolazione regolarizzata, mentre erano
solo il 16,8 per cento nel 2002, metà dei quali di origine marocchina. La
popolazione proveniente dall’Africa è anche l’unica che perde non solo quote
percentuali, ma che risulta ridursi anche in termini assoluti, passando dai
circa 127.000 regolarizzati del 1990 ai 108.000 del 2002. Aumenta invece
in termini assoluti il numero di sanati provenienti dall’Asia, ma la quota
sul totale dei regolarizzati passa dal 21,6 per cento del 1990 al 13,6 per
cento del 2002. L’unico altro gruppo che vede crescere la propria quota di
regolarizzati è costituito dai cittadini provenienti dal continente americano,
passati dal 7,1 per cento del totale al 10,4 per cento.
Sono dati che corrispondono alla fotografia d’insieme dei capitoli precedenti
sull’andamento della presenza straniera in Italia. Se agli inizi degli anni
’90 i flussi migratori irregolari provenivano in maniera prevalente dal Nord
Africa, il processo di costante allargamento dell’Unione Europea ha mutato
la composizione dei flussi migratori in ingresso, portando ad una crescita
molto rapida della componente proveniente dall’Europa orientale.
Se vogliamo tentare di delineare un profilo di chi è stato regolarizzato ed
era dunque irregolare, possiamo innanzitutto guardare al tipo di attività
svolta. Ci concentreremo in questo caso sull’ultima regolarizzazione del
2002, sia perché più recente sia perché, dato l’ampio numero di cittadini
stranieri coinvolti, è molto rappresentativa riguardo alle condizioni e al
profilo degli stranieri irregolari. Esistono significative differenze, in termini
di provenienza, tra chi presta servizi alle famiglie e chi lavora presso
le imprese. Presso le famiglie lavoravano soprattutto ucraini, romeni,
ecuadoregni, polacchi e moldavi. Sembra esistere una specializzazione
settoriale per alcune comunità: l’84 per cento degli stranieri provenienti
dall’Ucraina lavorava presso una famiglia, così come il 75 per cento dei
polacchi, il 73 per cento dei moldavi, il 79 per cento dei peruviani, con
95
una forte componente femminile.
Ugualmente, gli stranieri regolarizzati che lavoravano in un’impresa
provenivano in larga parte da Romania, Marocco, Albania, Cina e Ucraina.
Infatti anche in questo caso si registra una sorta di specializzazione settoriale,
per cui l’80 per cento dei regolarizzati marocchini lavora per le imprese,
così come il 77 per cento degli albanesi e l’83,4 per cento dei cinesi. Solo la
Romania compare ai primi posti in entrambe le categorie (tab. 2.25).
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei cittadini regolarizzati, se
guardiamo al numero di regolarizzati ogni cento regolari, la ripartizione con
l’incidenza inferiore di regolarizzati è il Nord-est, un’area del Paese con una
concentrazione di migranti tra le più elevate e con i tassi di sviluppo più alti.
Al contrario, nelle regioni del Centro e del Sud la percentuale, rispettivamente
del 52,5 e del 91,3 per cento, è decisamente elevata in rapporto all’incidenza
della popolazione straniera nelle due ripartizioni (tab. 2.26).
La seconda osservazione riguarda l’incidenza dei regolarizzati per paese
di provenienza e per ripartizione, considerando in particolare i primi nove
paesi di provenienza dei regolarizzati, i quali da soli contano per più del
70 per cento del totale. In generale, nelle diverse ripartizioni il peso delle
singole comunità differisce notevolmente. Nel Nord-ovest è forte l’incidenza
dei rumeni, seguiti dagli ecuadoregni. Nel Nord-est romeni e ucraini hanno
un’incidenza simile, seguiti dai moldavi. Nel Centro, l’incidenza dei romeni
è la più elevata, seguiti a molta distanza dagli ucraini. Al Sud sono invece gli
ucraini ad avere l’incidenza più elevata, seguiti da albanesi e polacchi. Infine,
nelle Isole, marocchini e albanesi hanno circa la stessa incidenza, seguiti da
polacchi e ucraini.
Se poi osserviamo la distribuzione percentuale di questi paesi nelle singole
ripartizioni, anche in questo caso esiste una forte differenziazione territoriale.
Nei primi anni del 2000 alcune comunità tendevano a consolidare la propria
presenza in aree precise del paese; ad esempio, ben il 72,5 per cento degli
ecuadoregni regolarizzati risiedeva nel Nord-ovest, il 41,9 per cento dei
polacchi al Centro, il 45,2 per cento dei moldavi nel Nord-est, il 38,9 per
cento degli ucraini al Sud (tab. 2.26).
Un altro elemento interessante è la permanenza in Italia di quanti hanno
96
usufruito di un provvedimento di regolarizzazione. Istat (La popolazione
straniera regolarmente presente in Italia, aprile 2007) stima che siano più
di 100 mila i beneficiari dell’ultima regolarizzazione che non sono riusciti
a rinnovare successivamente il loro permesso. All’inizio del 2006, infatti,
i permessi di soggiorno validi erano solo 40.000 in più rispetto all’anno
precedente, e solo 60.000 in più rispetto al 2004. Una variazione così limitata
è la conseguenza del picco di permessi rilasciato nel 2003 (724.000). Dato
l’elevato numero di permessi non prolungati, ci si potrebbe aspettare un
calo dei permessi di soggiorno, mentre come abbiamo visto si è verificato un
aumento, se anche limitato. Tra il 2004 e il 2006 il numero di permessi di
soggiorno per lavoro è calato del 4,1 per cento, mentre i permessi per motivi
di famiglia sono aumentati del 25 per cento, proprio successivamente alla
regolarizzazione del 2002, che ha verosimilmente permesso a molti stranieri
di legalizzare la propria posizione permettendo alle famiglie in patria di
trasferirsi in Italia (tab. 2.27).
Dal punto di vista territoriale, una volta di più, è possibile osservare differenze
rilevanti a seconda delle ripartizioni. L’aumento del numero di permessi,
infatti, è da imputare quasi totalmente alle dinamiche operanti nel Nord
Est e nel Nord Ovest del Paese. Soltanto in queste due aree si è verificata
una crescita netta del numero dei permessi, mentre al Centro, al Sud e nelle
Isole l’andamento è stato negativo, a sottolineare come le regioni del Nord,
in particolare il Nord-est, esercitino un’attrattiva forte nei confronti dei flussi
migratori, anche di quelli interni alla penisola (tab.2.28).
Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1° gennaio 1992, 2000,
2003 e 2004
1 gennaio 1992
Continenti
Numero
1 gennaio 2000
%
Numero
1 gennaio 2003
%
Numero
1 gennaio 2004
%
Numero
%
Europa
206.656
31,8
530.237
39,6
639.566
42,5
1.061.955
47,7
Africa
227.531
35,1
389.532
29,1
401.442
26,7
529.163
23,8
Asia
116.941
18
256.612
19,1
281.131
18,7
380.490
17,1
America
94.298
14,5
161.237
12
177.852
11,8
252.685
11,3
Oceania
2.612
0,4
2.420
0,2
2.680
0,2
2.657
0,1
897
0,1
617
..
615
..
617
..
648.935
100
1.340.655
100
1.503.286
100
2.227.567
100
Apolidi
Totale permessi
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
97
98
760
- Romania
26.318
- Tunisia
26
5.258
- Sri Lanka
- Ecuador
344
2.057
120,9 22,6
96
24,6
0,9
0,2
7,1
2,4
2,1
1,3
6,3
3,9
1,8
21,6
12,1
7,3
22,4
58,4
-
0,3
2,5
-
1,1
10,4
DL 489/95
45,9 242.457
12.753
2.066
23.021
6.993
4.499
5.623
21.406
14.445
6.162
61.349
10.362
9.889
34.258
96.926
295
11.099
7.926
-
29.724
61.673
63.128
30,7
69,2
72,1
69,5
26,2
1,4
3,6
62,7
41,4
0,9
36,4
9,6
2,6
10,2
17,8
79
28,8
66,8
-
18,4
31,2
31,9
31
Tot
99,2
5,2
0,8
9,4
2,9
1,8
2,3
8,8
5,9
2,5
25,1
4,2
4
14
39,6
0,1
4,5
3,2
-
12,2
25,2
25,8
24,9 215.673
4.960
5.178
15.597
4.090
6.592
4.697
6.696
16.787
6.689
47.768
5.565
10.727
23.850
72.012
2.050
24.098
5.077
950
38.996
81.024
81.672
100 217.124
di cui
Tot donne, Provenienza, % %
100 244.492
12,7
60,8
70,3
64,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Interno
Incidenza sul tot. regolari
dai paesi a forte pressione
migratoria, %
Paesi a forte press.
208.972
migratoria
- Peru’
15.501
4.510
AMERICA
11,8
2.819
- India
- Pakistan
2,1
62,3
37,3
1
33,2
7
2,9
8,9
15,2
-
56,2
51,8
-
11,7
35,4
41,5
13.684
8.580
- Cina
- Filippine
3.861
di cui: - Bangladesh
46.973
15.966
- Senegal
ASIA
48.670
127.027
di cui: - Marocco
AFRICA
-
5.366
- Polonia
- Ucraina
-
- Moldova
2.471
22.650
Europa centro-orientale
di cui: - Albania
27.699
217.626
Tot
EUROPA
Totale regolarizzati
di cui
donne, Provenienza,% %
LEGGE 39/90
28
27,9
67,5
70,3
68,5
27,6
1,1
3,8
64,7
39,1
0,7
27,7
6,1
5,3
11,3
17,4
79
33,4
72,4
69,2
16,9
29,7
29,8
di cui
donne,
%
Tot
99,3
2,3
2,4
7,2
1,9
3
2,2
3,1
7,7
3,1
22
2,6
4,9
11
33,2
0,9
11,1
2,3
0,4
18
37,3
37,6
47,8 645.947
16.213
34.292
67.143
7.030
9.649
13.399
9.821
33.950
10.687
87.949
8.843
12.372
48.174
108.540
101.651
134.909
30.021
29.471
47.763
382.992
383.107
46,2
65,5
64,7
64,6
20
0,7
2,9
60,1
37,8
0,7
25,3
4,6
9,3
13,5
14,3
85,3
45,2
78
71,7
19,3
56,9
56,9
46,2
di cui
donne,
%
99,9
2,5
5,3
10,4
1,1
1,5
2,1
1,5
5,2
1,7
13,6
1,4
1,9
7,4
16,8
15,7
20,9
4,6
4,6
7,4
59,2
59,2
100
Provenienza,
%
LEGGE 189/02 e 222/02
100 646.829
Provenienza, % DPCM 1998
Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002)
99
sul
22.770
10.636
3.936
Bulgaria
2.474
1.608
Croazia
Fonte: Istat
incidenza
totale
TOTALE
%
Totale 20 paesi
316.489
93,4
295.478
2.130
2.794
Colombia
India
Brasile
3.368
3.277
Nigeria
3.897
Bangladesh
Senegal
4.515
5.166
Russia
Sri Lanka
8.728
5.620
Cina
Filippine
9.317
Marocco
12.821
Albania
Peru’
21.682
Moldova
23.853
Polonia
Ecuador
61.535
85.351
MF
Romania
Ucraina
PAESI
81,2
93,3
14,3
81,7
82,0
1,4
78,7
23,0
85,5
95,1
26,1
71,0
65,2
51,4
67,7
78,4
91,3
93,5
85,3
83,3
94,6
%F
SERVIZI ALLE FAMIGLIE
F
37,3
47,7
31,9
35,8
33,4
27,6
26,7
32,5
40,0
40,0
35,9
33,1
34,1
31,6
33,2
33,8
38,2
38,8
33,8
33,5
42,3
età media
M
32,1
38,9
31,0
32,8
31,6
27,0
29,8
31,8
35,0
36,9
32,2
32,2
33,7
29,7
30,0
33,0
34,4
33,9
32,5
32,5
36,3
40,7
15,9
67,4
59,2
30,7
57,2
31,5
47,4
76,9
73,5
16,6
88,9
19,3
22,3
79,1
73,6
75,8
69,6
45,6
84,0
% (a)
Incidenza %
sul totale
TOTALE
330.340
91,7
302.973
Totale
paesi
20
2.516
3.392
4.369
4.733
4.880
5.313
7.251
7.410
7.649
7.789
8.475
8.568
10.439
11.269
14.932
16.300
28.330
37.127
38.857
73.374
MF
20 Nigeria
19 Peru’
18 Bulgaria
17 Algeria
14 Polonia
Serbia e
15
Montenegro
16 Macedonia
13 Bangladesh
12 Tunisia
11 Moldova
10 Senegal
9 Pakistan
8 Ecuador
7 India
6 Egitto
5 Ucraina
4 Cina
3 Albania
2 Marocco
1 Romania
PAESI
87,3
75,2
83,3
78,0
99,1
98,3
94,6
70,6
99,7
98,7
82,9
96,9
99,7
82,4
99,3
99,5
62,9
68,8
94,5
95,6
86,8
%M
F
31,0
26,6
31,9
33,2
30,0
28,8
31,3
30,4
28,9
30,7
32,1
31,6
30,2
30,4
33,8
31,1
35,2
30,8
30,2
30,1
29,2
età media
SERVIZI ALLE IMPRESE
Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attività e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1° gennaio 2004
M
30,8
30,1
32,7
34,2
31,3
30,4
30,9
32,7
26,6
29,5
32,6
31,7
30,4
31,7
30,4
29,6
33,6
31,3
28,9
29,4
31,6
42,8
20,9
52,6
90,7
86,8
85,9
24,2
69,3
86,5
26,4
68,5
88,8
30,4
84,1
96,5
16,0
83,4
77,7
80,7
54,4
% (a)
100
15,5
47
4,2
0,9
100
Nord-est
Centro
Sud
Isole
Italia
Albania
Ecuador
100
1,5
38,9
22
19
18,6
15,7
101.651
8,1
1.526
39,3
39.502
7,4
47.763
11,7
2.212
9,6
9.630
6,7
12.523
6,1
7.705
7,3
15.693
5,3
34.292
1,1
215
0,4
356
3,6
6.790
1,6
2.055
11,6
24.876
100
4,7
15,7
13,2
23,8
42,7
100
4,6
20,2
26,2
16,1
32,9
100
0,6
1
19,8
6
72,5
Distribuzione percentuale dei sing
7,4
48.174
11,8
2.241
7,5
7.558
3,4
6.346
9,1
11.465
9,6
20.564
Polonia
Moldova
Perù
Totale 9
paesi
100
2,5
14,3
36,1
21,4
25,8
5,2
33.950
4,4
840
4,8
4.838
6,6
12.260
5,7
7.261
4,1
8.751
4,6
29.471
0,7
129
1,7
1.713
4,1
7.676
10,5
13.314
3,1
6.639
2,5
16.213
0,2
39
0,3
259
2,6
4.891
0,6
782
4,8
10.242
100
5,4
27,3
41,9
18,5
7
100
0,4
5,8
26
45,2
22,5
100
0,2
1,6
30,2
4,8
63,2
oli paesi per ripartizione geografica
4,6
30.021
8,5
1.611
8,1
8.183
6,7
12.571
4,4
5.557
1
2.099
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
100
2,1
16,3
31,3
18,5
31,8
73,7
476.444
53,1
10.056
77,3
77.757
79,9
148.937
69,7
88.303
70,7
151.391
oli paesi sul totale regolarizzati della ripartizione
Cina
Nota: (a)il tasso di irregolarità è calcolato come il numero di irregolari sanati sul numero di regolari già presenti nella ripartizione.
32,3
20,9
134.909
6,6
1.243
5,7
5.718
12
22.413
63.467
19.266
8,8
18.944
15,2
34
Marocco
Dati assoluti e incidenza percentuale dei sing
Ucraina
16,5
20.898
Nord-ovest
incidenza %
Italia
incidenza %
Isole
incidenza %
Sud
incidenza %
Centro
incidenza %
Nord-est
20,3
43.583
Nord-ovest
incidenza %
Romania
Ripartizioni
Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geografica. Principali paesi al 1° gennaio 2004
100
2,9
15,5
28,8
19,6
33,1
100
646.829
100
18.932
100
100.579
100
186.438
100
126.608
100
214.272
Totale
regolarizzati
47,8
37,7
91,3
52,5
33,7
46,5
Tasso di irregolarità (a)
Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia,
1° gennaio 2003-2006
Lavoro
Famiglia
Totale permessi
numero
%
numero
%
2003
829.761
55,2
477.959
31,8
1503286
2004
1.479.381
66,4
545.300
24,5
2.227.567
2005
1.412.694
62,9
624.404
27,8
2.245.548
2006
1.419.285
62,1
682.365
29,8
2.286.024
variaz.%
2006/2003
variaz.%
2006/2004
71
42,8
52,1
-4,1
25,1
2,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.
Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1° gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per
ripartizione geografica
1 gennaio 2004
Totale
permessi
Lavoro
Nord-ovest
746.146
Nord-est
1 gennaio 2006
Variazione percentuale, %
Famiglia Totale
permessi
Lavoro
Famiglia Totale
Lavoro , %
Famiglia, %
512.132
184.177 787.645
499.916
241.907 5,6
-2,4
31,3
550.095
365.485
150.279
640.442
403.174
202.603
16,4
10,3
34,8
Centro
618.645
395.685
132.204
589.928
357.380
156.518
-4,6
-9,7
18,4
Sud
232.205
157.394
55.199
198.198
121.214
58.796
-14,6
-23
6,5
Isole
80.476
48.685
23.441
69.811
37.601
22.541
-13,3
-22,8
-3,8
2.227.567
1.479.381
545.300 2.286.024
1.419.285
2,6
-4,1
25,1
ITALIA
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
101
682.365 APPROFONDIMENTO 1
L’opinione degli italiani sulla presenza di stranieri in Italia
I dati sull’opinione degli italiani sugli immigrati stranieri provengono da una
rilevazione svolta da Nomisma in collaborazione con Demetra nel corso del
20076.
Agli intervistati è stato chiesto quanto fossero d’accordo con una serie di affermazioni che riguardavano la presenza di stranieri in Italia (tab. A). Innanzitutto, l’affermazione che raccoglie maggiori consensi è che italiani e stranieri
regolari devono avere gli stessi diritti (84,5 per cento degli intervistati sono
d’accordo). E’ bastato però fare una domanda più specifica sul diritto alla casa,
perché il 63,4 per cento degli intervistati rispondesse che nell’assegnazione di
una casa popolare gli italiani debbano avere la precedenza sugli stranieri.
Agli stranieri viene poi riconosciuto a grande maggioranza un ruolo economico
fondamentale: il 79,4 per cento degli intervistati ritiene che gli stranieri svolgano lavori che gli italiani non vogliono più fare e che dunque il loro apporto
è essenziale.
Una quota rilevante di italiani si avvale già dei servizi offerti dagli stranieri: l’11
per cento acquista regolarmente generi alimentari in punti vendita gestiti da stranieri; il 9 per cento affida la cura e l’assistenza di persone care a badanti straniere, il 9 per cento incarica immigrati della pulizia della casa. Il 60 per cento di
quelli che ancora non ne usufruiscono, si dichiarano disponibili a farlo.
La valutazione espressa in merito all’impatto della presenza di tali servizi sulla
zona in cui si vive è complessivamente buona ed è direttamente proporzionale
al livello di istruzione: se il 17 per cento di intervistati in possesso di un basso
titolo di studio (scuola elementare o media inferiore) dichiara un atteggiamento
ostile verso i servizi offerti da stranieri, solo il 7 per cento dei laureati fa altrettanto. Analogamente, il 71 per cento dei laureati vede negli stranieri una
risorsa; il 50 per cento degli intervistati con licenza elementare o media vi
intravvede una minaccia.
6 Indagine telefonica su un campione rappresentativo della popolazione italiana, di età
superiore a 15 anni, con un margine massimo di errore delle stime (al livello fiduciario del
95%) del 4,76%.
102
Rispetto all’integrazione degli stranieri nel Paese, il 68,9 per cento del campione la ritiene di difficile realizzazione. Tuttavia, la maggioranza degli intervistati
(57 per cento), forse proprio in relazione alle difficoltà di integrazione, ritiene
giusto che gli stranieri partecipino attivamente alle decisioni che coinvolgono
la vita pubblica.
Più in generale, secondo un’indagine di Eurobarometro del 2007, gli italiani
collocano l’immigrazione al sesto posto tra i problemi che il Paese deve affrontare, alle spalle di questioni di natura economica quali la disoccupazione,
l’inflazione, le tasse e la preoccupazione per la criminalità (tab. B). Anche in
altri paesi europei dove la componente straniera è rilevante l’immigrazione non
figura tra le priorità. Fa eccezione il Regno Unito, dove sembra esistere una
preoccupazione più marcata in questo senso, con l’immigrazione al secondo
posto tra i principali problemi da affrontare.
Tab. A Opinione degli italiani sugli immigrati stranieri, 2007
Per nulla
d’accordo
Poco
d’accordo
DISACCORDO
Abbastanza
d’accordo
Molto
d’accordo
ACCORDO
Totale
Non
risponde
%
%
%
%
%
%
9,2
11,4
20,6
32,9
46,4
79,4
100
0,7
35,5
20,3
55,7
33,7
10,5
44,3
100
3,8
L’inserimento di uno
straniero nel nostro
paese è difficile
15
16,2
31,1
38,2
30,6
68,9
100
0,9
E’ giusto che gli
stranieri partecipino
attivamente alle
decisioni che
coinvolgono la città
20,7
22,4
43
40,9
16,1
57
100
2,1
Italiani e stranieri
regolari devono avere
gli stessi diritti
6,4
9,1
15,5
41,3
43,2
84,5
100
1,4
Per l’assegnazione di
una casa popolare, gli
italiani devono avere
la precedenza sugli
stranieri
21,1
15,5
36,6
31,5
32
63,4
100
2,8
Gli stranieri svolgono
lavori che gli italiani
non vogliono più fare
La presenza di stranieri
ha migliorato i servizi
della zona in cui vive
Fonte: Indagine Nomisma-Demetra
103
Tab. B Principali problemi da affrontare, 2007
Italia
Francia
Germania
Regno
Unito
UE-27
%
%
%
%
%
Disoccupazione
28
51
58
8
34
Criminalità
28
24
16
41
24
Situazione economica
28
23
15
6
20
Inflazione
26
21
15
7
18
Tasse
18
5
8
7
8
Immigrazione
15
10
8
32
15
Pensioni
11
12
16
11
12
Terrorismo
9
6
7
25
12
Sistema sanitario
5
6
20
24
18
Protezione dell’ambiente
5
11
8
8
7
Energia
4
3
6
4
4
Istruzione
2
8
18
8
9
Politiche abitative
2
17
0
10
8
Difesa e politica estera
1
1
1
3
2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurobarometro 67.
APPROFONDIMENTO 2
L’opinione degli stranieri sugli italiani e sull’ottenimento della
cittadinanza
I dati sull’opinione degli stranieri sono tratti da un’indagine Makno &
consulting del 2007 commissionata dal Ministero dell’Interno. Sembra esistere
un consenso ampiamente diffuso tra gli immigrati sull’affermazione che gli
italiani sono, in generale, delle brave persone, disposte ad aiutare lo straniero
se questo è sincero, e che uomini e donne in Italia godono degli stessi diritti.
Più del 60 per cento degli intervistati, inoltre, concorda sul fatto che in generale
gli italiani sono rispettosi degli immigrati e delle persone anziane, ma anche
che pensano soprattutto a fare soldi.
Più del 55 per cento è convinto che gli italiani non capiscano la cultura
degli immigrati. Questi dati sembrano delineare una situazione nella quale
gli stranieri in Italia da una parte non sentono una mancanza di rispetto da
parte degli italiani, ma dall’altra trovano delle difficoltà di comprensione e
comunicazione.
104
C’è invece incertezza su una serie di affermazioni per le quali non esiste una
maggioranza d’opinione. Secondo il 44 per cento degli intervistati gli italiani
accettano gli immigrati solo perché gli conviene, mentre il 45,7 per cento è
convinto che gli italiani tengano alla larga gli immigrati. È una minoranza
(36,9 per cento), seppur consistente, quella che afferma invece che gli
italiani in fondo in fondo sono razzisti (graf. A).
Dall’analisi delle motivazioni che spingono gli stranieri a chiedere la
cittadinanza, emerge come i motivi pratici siano dominanti. Il 57 per cento
degli intervistati vorrebbe infatti la cittadinanza per non chiedere più il
permesso di soggiorno, il 40,7 per cento per avere gli stessi diritti degli italiani,
il 34,1% per trovare un lavoro più qualificato. Minoritaria è la posizione di
chi vuole acquisire la cittadinanza per acquisire diritti politici (poter votare,
10,1 per cento) o per sentirsi maggiormente integrati (riconosciuto individuo
onesto, 15,7 per cento; riconosciuti sforzi per integrarmi 14,2 per cento; più
accettato dagli italiani 9,6 per cento) (graf. B).
Graf. A - Opinioni degli immigrati sugli italiani, 2007
Accordo
Disaccordo
0
10
20
30
40
Molto attenti all'educazione dei figli
66,1
64,9
Rispettosi degli anziani
64,5
Pensano soprattutto a fare soldi
Non capiscono la mia cultura
90
13,7
14,8
23,1
27,3
29,6
31,1
55,6
44,4
Molto interessati alla religione
43,7
38,6
36,9
100
5,7
37,6
45,7
Accettano immigrati perché gli conviene
105
80
61
Tengono a distanza gli immigrati
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno
70
80,5
In generale, rispettosi degli immigrati
In fondo in fondo sono razzisti
60
82,2
Se sei sincero, ti aiutano
Uomini e donne, stessi diritti
Non si capisce in cosa credono
50
92,3
In generale, brava gente
50,6
43,7
43,3
45,4
53,9
Graf. B - Motivazioni per richiedere la cittadinanza, 2007
Non chiedere più il permesso
57
Stessi diritti degli italiani
40,7
Trovare lavoro più qualificato
34,1
Più integrato in Italia
23
Più facile il passaporto
16,1
Per i miei figli
16
Riconosciuto individuo onesto
15,7
Riconosciuti sforzi per integrarmi
14,2
Più facilmente una casa
12,8
Poter votare
10,1
Più accettato dagli italiani
9,6
Più libero di esprimermi
7,3
0
10
20
30
40
50
60
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Makno
APPROFONDIMENTO 3
L’indice di integrazione CNEL
L’indice di integrazione CNEL misura il potenziale di integrazione sociooccupazionale di un territorio, sintetizzando in un unico indice una serie di
indicatori relativi sia all’inserimento sociale sia all’inserimento occupazionale degli stranieri7.
L’indice più aggiornato, che si basa sui dati relativi al 2006, è calcolato distinguendo due criteri: uno assoluto, che evidenzia le regioni in cui le potenzialità di inserimento per gli stranieri sono più elevate in termini assoluti,
l’altro relativo, che misura il potenziale di integrazione in relazione alle condizioni della popolazione regionale. Questa distinzione permette di vedere in
quali territori è minore lo scarto tra i dati relativi alla popolazione straniera e
7 Per una descrizione più dettagliata sulla metodologia e sulla composizione degli indici, si
veda http://www.portalecnel.it/Portale/DocumentiAltriOrganismi.nsf/vwPerONC?Openview.
106
quelli relativi alla popolazione italiana.
In termini assoluti, la regione con l’indice di integrazione più elevato è l’Emilia-Romagna, che toglie al Veneto il primo posto del 2004. Dietro l’EmiliaRomagna, troviamo Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. In generale, le regioni
a più alto potenziale di integrazione sono concentrate nel Nord Italia, con
l’eccezione della Valle d’Aosta, in sedicesima posizione, e della Liguria, in
diciottesima.
Se guardiamo alla classifica basata sul criterio comparativo, le gerarchie
sono quasi invertite. Ad eccezione del Friuli-Venezia Giulia e del Piemonte,
che restano nelle prime posizioni, sono le regioni del Centro e del Sud ad
ottenere i punteggi più elevati. Sardegna e Marche occupano infatti le prime
due posizioni, mentre Veneto, Emilia-Romagna e Lombardia si trovano rispettivamente in tredicesima, quattordicesima e diciottesima posizione.
L’utilizzo del doppio criterio è molto interessante, in quanto ci permette di
evidenziare come nelle regioni in cui gli indicatori di integrazione sono più
elevati in termini assoluti, esistano tuttavia degli scarti sostanziali tra la condizione degli immigrati e quella degli italiani. All’opposto, in molte regioni
dove il punteggio assoluto è più basso, si riduce anche lo scarto tra la popolazione italiana e quella immigrata. Alla luce di questo confronto, sembrerebbe confermata la tesi secondo cui l’integrazione in Italia riesce meglio nei
contesti più piccoli, dove le distanze burocratiche e istituzionali sono ridotte
e il rapporto con gli enti e le strutture territoriali è più diretto (tab. C).
107
Tab. C Indice del potenziale territoriale di integrazione socio-occupazionale, 2006
Criterio assoluto
Regione
1
Punteggio
Emilia-Romagna
645
Fascia di
intensità
Massima
2
Friuli-Venezia Giulia
638
Massima
4
Lombardia
619
Massima
3
5
6
7
8
9
10
11
Piemonte
626
Trentino-Alto Adige
608
Marche
581
Veneto
580
Sicilia
552
Sardegna
550
Abruzzo
536
Toscana
533
12 Umbria
515
13 Lazio
490
14 Puglia
462
15 Molise
457
16 Valle d’Aosta
451
17 Calabria
407
18 Liguria
407
19 Campania
354
20 Basilicata
315
Regione
Massima
Friuli-Venezia Giulia
463
Alta
Sicilia
Alta
Puglia
Alta
Calabria
Alta
Trentino-Alto Adige
Alta
Alta
Media
Basilicata
Bassa
Lombardia
454
448
422
417
Liguria
Lazio
Alta
Alta
Alta
Alta
Alta
Media
Media
411
Media
406
Media
399
Toscana
Bassa
455
Veneto
Campania
Media
456
406
Emilia-Romagna
Media
467
Molise
Abruzzo
Media
Minima
Massima
Piemonte
Massima
Fascia di
intensità
541
Marche
Umbria
Massima
Punteggio
Sardegna
Valle d’Aosta
Massima
Minima
Criterio comparativo (a)
384
383
363
337
326
278
246
Media
Media
Media
Media
Bassa
Bassa
Bassa
Minima
Minima
Nota: (a) il criterio comparativo tiene conto dei differenziali tra le condizioni socio-occupazionali degli immigrati e degli
autoctoni a livello locale.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati CNEL
108
II.3 La casa degli immigrati stranieri
II.3.1 La condizione abitativa degli stranieri
Gli ultimi dati istituzionali disponibili sui diversi aspetti della condizione
abitativa degli immigrati sono stati raccolti in occasione del censimento
della popolazione del 2001.
La fotografia riportata in questo paragrafo ha quindi un valore indicativo ma
non è aggiornata.
I censimenti della popolazione sono troppo poco frequenti per consentire di
stare al passo con le evoluzioni della presenza straniera in Italia.
Dal 2001, la popolazione straniera è più che raddoppiata. L’allargamento
dell’Unione europea nel 2004 e nel 2007 ha avuto un impatto sulla
composizione per provenienza dei flussi migratori nel nostro Paese. Per
gruppi nazionali diversi, si evidenziano comportamenti diversi, anche in
relazione alla casa. Inoltre, i dati censuari rilevano i comportamenti della
popolazione straniera regolarmente residente sul territorio italiano ma non di
quella irregolare, che è presumibile viva in condizioni di maggior precarietà
e disagio, anche abitativo.
Il censimento della popolazione degli immigrati stranieri costituisce tuttavia
il riferimento più esaustivo per completezza e per varietà degli indicatori
considerati.
I dati originali sui mutui per la casa accesi dagli immigrati stranieri, messi
a disposizione da CRIF, che si trovano in questo capitolo, così come le
indicazioni provenienti dalle ricerche di CRESME, di Nomisma e della
Fondazione ISMU per la Lombardia, riportati in calce al paragrafo che
segue, saranno utili a dare profondità prospettica alle informazioni raccolte
col censimento del 2001.
Lo stock abitativo ed i servizi dell’abitare
I dati censuari del 2001 restituiscono una serie di informazioni sullo stock
abitativo e le sue caratteristiche con riferimento al segmento della popolazione
residente straniera. I dati riguardano: dimensione e caratteristiche dello
stock abitativo occupato da residenti stranieri; numero, titolo di godimento
109
per paese di provenienza; forma di occupazione; tipologia abitativa (servizi;
dimensione in vani e mq); epoca di costruzione e stato di conservazione.
Dei 1.334.889 stranieri regolarmente residenti in Italia, il 96,6 per cento
viveva in abitazione, a fronte del 99,5 per cento della popolazione italiana.
Erano 41.381 gli stranieri che vivevano in convivenza o in un alloggio
diverso dall’abitazione ma adibito a scopo abitativo. Nelle regioni del
Centro, rispetto alle altre regioni italiane, era più diffusa la convivenza (4,5
per cento della popolazione straniera; tab. 3.1).
Lo stock abitativo occupato da cittadini stranieri ammontava a 646.750
unità, pari al 3 per cento dello stock complessivo. Va precisato che, di queste
abitazioni, il 58,7 per cento (379.864 unità) era occupato da soli cittadini
stranieri, mentre la rimanente quota vedeva la presenza congiunta di italiani
e stranieri. C’è poi un’altra tipologia denominata “altri tipi di alloggi” che
pur non essendo classificabili come abitazione al momento del censimento,
risultavano occupati, il cui dimensionamento era pari complessivamente a
23.336 unità, il 20 per cento delle quali occupate da stranieri. Da segnalare
la maggior diffusione di questa tipologia adibita a servizi abitativi nelle
regioni del Sud e del Centro Italia. Circa il dimensionamento degli “altri tipi
di alloggi” va detto che essi ammontavano a 0,9 unità ogni 1.000 abitazioni
occupate da cittadini italiani mentre sono 11,6 unità ogni 1.000 abitazioni
occupate da soli cittadini stranieri (tab. 3.2).
Il titolo di godimento dell’abitazione occupata dalla popolazione straniera
aveva come modalità prevalente l’affitto (73,5 per cento): la proprietà
riguardava il 16,3 per cento dello stock ed infine alla voce “altro titolo”
(a titolo gratuito o a titolo di prestazioni di servizio) apparteneva il 10,2
per cento dello stock occupato. Da segnalare una maggiore diffusione della
proprietà nelle regioni del Centro Italia, così come le abitazioni godute ad
altro titolo erano presenti con percentuali maggiori nel Sud e nelle Isole
(rispettivamente 13,9 per cento e 15,3 per cento). Rispetto alla popolazione
italiana, la composizione della forma di godimento dell’abitazione da parte
di cittadini stranieri era praticamente ribaltata nelle due modalità della
proprietà e dell’affitto: in Italia, al censimento 2001, lo stock in proprietà
occupato da cittadini italiani rappresentava il 72,6 per cento del totale
(tab. 3.3).
110
Lo stock abitativo occupato da stranieri apparteneva ad edifici classificati
“in buono stato di conservazione” per una quota pari al 72,4 per cento; da
segnalare che la frequenza più elevata apparteneva alla classe di edifici
costruiti prima del 1961 (tab. 3.4 e graf. 3.1).
La superficie media delle abitazioni occupate da stranieri era di 73,4 mq; vi
erano poi differenze nelle diverse regioni tali per cui nelle regioni del NordEst e del Centro il taglio medio risultava di 78 mq, mentre nelle altre regioni
è di 68 mq. L’abitazione media era composta da 3,3 stanze e la superficie
media per persona residente di 28,5 mq, che equivale a 0,8 abitanti per
stanza (tab. 3.5).
Nelle tabelle successive (tab. 3.6, 3.7, 3.8) sono riportate le informazioni
sullo stock abitativo occupato per area geografica e paese di cittadinanza
della popolazione straniera censita. In sintesi:
-
-
-
111
il 96,2 per cento della popolazione europea viveva in una abitazione;
si segnala la quota, anche se piccola ma superiore alla altre etnie,
dell’1,8 per cento di europei che viveva in “altri tipi di alloggio”;
anche il titolo di godimento dell’abitazione diverso dalla proprietà
e dall’affitto era piuttosto diffuso (9,1 per cento delle abitazioni);
la tipologia abitativa occupata era mediamente più ampia e la
condizione di grave sovraffollamento riguardava una componente
più piccola della popolazione (4,3 per cento) rispetto alla media
della popolazione straniera (6,5 per cento);
il 97,5 per cento della popolazione africana viveva in una abitazione;
era mediamente meno diffusa la proprietà; l’abitazione occupata era
più piccola rispetto a quella delle altre etnie (65,8 mq); era invece
più elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione che viveva
in condizioni di grave sovraffollamento (9,9 per cento);
il 96,3 per cento della popolazione asiatica viveva in una
abitazione; si segnala che il 3 per cento della popolazione viveva in
“altri tipi di alloggio”, quota significativamente superiore rispetto
a quella delle altre etnie; era molto diffuso il titolo di godimento
dell’abitazione diverso dall’affitto e dalla proprietà (12,4 per cento
delle abitazioni), in particolare tra i filippini, mentre i cinesi
avevano una elevata quota di abitazioni in proprietà (23,1 per cento
rispetto alla media asiatica che è del 17,6 per cento); l’abitazione
-
occupata era mediamente più grande rispetto alle altre etnie (77,1
mq) ed era più elevata, rispetto alla media, la quota di popolazione
che viveva in condizioni di grave sovraffollamento (8 per cento, con
punte dell’11,7 per cento tra i filippini);
il 96,4 per cento della popolazione americana viveva in una
abitazione; si segnala che il 3,4 per cento della popolazione viveva
in “altri tipi di alloggio”, quota significativamente superiore
rispetto alle altre etnie; l’affitto riguardava il 72 per cento dello
stock occupato e non è trascurabile la quota del 18,4 per cento
di abitazioni in proprietà; tra la popolazione non era diffusa la
condizione di sovraffollamento e gli standard abitativi (dimensione,
numero di stanze per abitante, riscaldamento e servizi) erano
superiori alla media per la popolazione straniera.
Rispetto alla dotazione di servizi per l’abitare (cucina, gabinetto, acqua calda,
acqua potabile, riscaldamento) non erano rilevabili differenze significative
tra lo stock occupato da stranieri e lo stock occupato da cittadini italiani
(tab. 3.9).
A fronte del quadro desumibile dalle informazioni provenienti dal
censimento 2001, diverse indagini recenti sulla questione abitativa in Italia
dimostrano, invece, come a fronte di una situazione di disagio, la popolazione
straniera evidenzi una forte propensione al miglioramento (Ancab-Cresme,
La questione abitativa in Italia 2008. Tra emergenza e inversione di
ciclo).
Come aveva evidenziato anche il lavoro di Nomisma per il Ministero delle
Infrastrutture nel 2007 sul disagio abitativo in Italia, le rilevazioni e i dati
disponibili sulla condizione abitativa degli immigrati stranieri non
descrivono un disagio allarmante, almeno nel suo complesso, né per
diffusione né per intensità, se pure nel confronto con la situazione dei
cittadini italiani emergono aspetti di disagio peculiare. Non appare
corretto considerare gli stranieri come un segmento di popolazione
a rischio degrado abitativo per se. Piuttosto, il disagio abitativo
espresso dagli immigrati va collocato nel quadro generale della
condizione abitativa in Italia, che comprende realtà disagiate tanto
tra i cittadini italiani quanto tra gli immigrati stranieri.
Omogeneamente, le indagini campionarie realizzate da ISMU per la
112
Lombardia tra il 2000 e il 2006, che pur avendo dimensione locale hanno
una rilevanza conoscitiva specifica, perché includono anche la popolazione
straniera non regolarmente presente, mettono in luce un miglioramento
sostanziale nella tipologia degli alloggi occupati dagli stranieri, in tempi
molto rapidi, e registrano alcuni cambiamenti di grande importanza: la
quota divenuta di maggioranza assoluta dei locatari che vivono da soli o con
i propri familiari, passata dal 45,9 per cento del 2001 al 50,1 per cento del
2006, la frazione minima ed in netta diminuzione nel tempo di persone in
affitto in coabitazione con altri stranieri immigrati che passa dal 20,8 per
cento del 2001 al 17,8 per cento del 2006.
Come si vedrà dai dati sui mutui immobiliari riportati nel prossimo paragrafo,
anche la propensione degli stranieri a comprare casa e quindi a stabilizzarsi
in Italia è fortemente aumentata negli ultimi anni.
Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione
geografica – Censimento 2001
Popolazione straniera
Ripartizioni
geografiche
ITALIA
In
Totale abitazione
(%)
Popolazione italiana
In altro
In
tipo di
convivenza
alloggio
(%)
(%)
In
nessun
alloggio
(%)
Totale
In
abitazione
(%)
In
convivenza
(%)
In altro
In
tipo di nessun
alloggio alloggio
(%)
(%)
1.334.889
96,6
2,1
1,0
0,3
56.660.855
99,2
0,7
0,1
0,0
Nord Ovest
466.546
98,4
0,8
0,8
0,2
14.470.016
99,1
0,8
0,1
0,0
Nord Est
356.975
98,1
1,3
0,5
0,1
10.277.845
98,9
1,0
0,1
0,0
Centro
333.203
93,1
4,5
1,6
0,8
10.573.423
99,2
0,7
0,1
0,0
Sud
118.011
95,3
2,6
1,7
0,4
13.798.854
99,5
0,4
0,1
0,0
Isole
60.154
95,8
2,4
1,7
0,1
6.540.717
99,4
0,5
0,1
0,0
Il trattino (-) indica l’assenza del fenomeno rilevato, lo zero (0) indica che il fenomeno è presente, ma non apprezzabile
nell’arrotondamento alla prima cifra decimale.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
113
Tab. 3.2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dell’alloggio – Censimento 2001
Alloggi occupati solo da italiani
Alloggi occupati da italiani e stranieri
Abitazioni (A)
Altri tipi di alloggio (B)
21.009.538
18.484
379.864
4.416
266.886
Alloggi occupati solo da stranieri
B/A * 1000
0,9
436
1,6
11,6
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e
ripartizione geografica – Censimento 2001
Regioni
ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA ITALIANI
Ripartizioni Proprietà Affitto
Altro
geografiche
(%)
(%) titolo(%)
Piemonte
69,3
Totale
(%)
v.a.
22,9
7,8 100,0
1.734.963
ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E
STRANIERI
Proprietà Affitto
Altro
(%)
(%) titolo(%)
52,4
Totale
(%)
v.a.
40,3
7,3 100,0
20.579
ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA
STRANIERI
Proprietà Affitto
Altro
(%)
(%) titolo(%)
13,7
78,7
Totale
(%)
v.a.
7,6 100,0
34.480
Valle
d’Aosta
66,7
22,3
11,0 100,0
51.569
52,1
37,1
10,8 100,0
771
12,7
78,8
8,5 100,0
732
Lombardia
72,7
20,0
7,3 100,0
3.484.112
56,2
36,9
6,9 100,0
51.856
18,4
73,1
8,5 100,0
96.986
Bolzano
72,2
21,5
6,3 100,0
163.552
60,1
34,2
5,7 100,0
3.923
23,9
64,8
11,3 100,0
4.556
Trento
77,1
15,5
7,4 100,0
185.162
56,3
36,5
7,2 100,0
2.853
12,9
79,8
7,3 100,0
4.502
Trentino
Alto Adige
74,8
18,3
6,9 100,0
348.714
58,5
35,2
6,3 100,0
6.776
18,6
72,2
9,3 100,0
9.058
Veneto
77,5
15,3
7,2 100,0
1.633.031
59,7
32,8
7,5 100,0
22.177
15,6
76,9
7,5 100,0
44.313
FriuliVenezia
Giulia
78,0
16,0
6,0 100,0
473.433
65,6
27,9
6,5 100,0
9.305
17,7
74,0
8,3 100,0
10.520
Liguria
69,6
23,0
7,4 100,0
687.029
56,7
36,5
6,8 100,0
9.943
24,5
67,8
7,7 100,0
9.916
Emilia
Romagna
73,2
18,1
8,7 100,0
1.576.970
55,4
35,9
8,7 100,0
23.117
13,0
76,3
10,7 100,0
37.295
29.898
Toscana
75,7
15,8
8,5 100,0
1.322.199
62,1
29,3
8,6 100,0
22.874
22,0
65,3
12,7 100,0
Umbria
76,3
12,1
9,6 100,0
297.962
60,8
29,4
9,8 100,0
4.881
17,2
71,8
11,0 100,0
7.743
Marche
78,4
12,4
9,2 100,0
525.950
60,3
30,2
9,5 100,0
7.666
13,8
77,0
9,2 100,0
13.019
Lazio
71,3
20,4
8,3 100,0
1.886.114
59.6
31,5
8,9 100,0
38.134
16,3
69,9
13,8 100,0
35.789
Abruzzo
76,7
12,9
10,4 100,0
448.477
60,2
27,4
12,4 100,0
5.967
13,1
75,6
11,3 100,0
5.188
Molise
79,2
10,7
10,1 100,0
117.364
64,4
21,5
14,1 100,0
1.091
23,2
58,7
18,1 100,0
513
Campania
62,3
27,2
10,5 100,0
1.826.601
50,7
37,6
11,7 100,0
12.920
10,5
77,4
12,1 100,0
11.324
8.605
Puglia
74,2
18,1
7,7 100,0
1.358.049
60,0
30,3
9,7 100,0
6.961
12,6
71,9
15,5 100,0
Basilicata
74,7
14,3
11,0 100,0
212.453
90,7
26,8
12,5 100,0
1.074
11,2
54,7
34,1 100,0
892
Calabria
73,8
14,3
11,9 100,0
694.657
60,4
26,2
14,4 100,0
4.994
14,4
71,6
14,0 100,0
5.602
Sicilia
71,0
17,2
11,8 100,0
1.751.545
58,0
27,9
14,1 100,0
11.947
10,2
74,1
15,7 100,0
15.032
Sardegna
78,6
14,0
7,4 100,0
575.346
64,8
26,1
9,1 100,0
3.863
23,3
63,1
13,6 100,0
2.959
ITALIA
72,6
18,8
8,6 100,0 21.006.538
58,0
33,4
8,6 100,0 266.886
16,3
73,5
10,2 100,0 379.864
Fonte: Istat, Censimento 2001.
114
Tab. 3.4 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di
costruzione e stato di conservazione dell’edificio – Censimento 2001
Popolazione italiana
residenti (%)
Popolazione straniera
residenti (%)
36,8
27,6
Dal 1982 al 2001 ben conservati
21,5
12,6
Fino al 1961 mal conservati
10,1
20,6
Fino al 1961 ben conservati
25,2
Tra il 1962 e il 1981 ben conservati
32,2
Tra il 1962 e il 1981 mal conservati
5,2
6,0
Dal 1982 al 2001 mal conservati
1,2
1,0
Fonte: Istat, Censimento 2001.
in %
Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di
costruzione e stato di conservazione dell’edificio
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
83,5
72,4
27,6
16,5
Popolazione italiana residente
Popolazione straniera residente
Edifici ben conservati
Edifici mal conservati
Fonte: Istat, Censimento 2001.
115
Tab. 3.5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone
residenti di cittadinanza straniera per regione e ripartizione geografica – Censimento 2001
Regioni e ripartizioni
geografiche
Piemonte
Valle d’Aosta
Lombardia
Bolzano
Trento
Trentino Alto Adige
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
Nord-Ovest
Nord-Est
Centro
Sud
Isole
Superficie media
abitazioni (mq)
65,5
59,6
70,5
69,6
71,8
70,7
82,9
76,2
71,4
74,6
83,2
81,5
78,7
72,5
74,6
73,8
67,3
64,1
61,5
70,4
66,8
76,1
73,4
69,3
78,1
77,9
68,1
68,3
Stanze per
abitazione
2,9
2,8
3,0
3,2
3,1
3,2
3,5
3,4
3,5
3,3
3,8
3,5
3,6
3,3
3,5
3,4
3,0
2,9
2,9
3,2
3,2
3,4
3,3
3,0
3,4
3,5
3,1
3,2
Superficie per persona
residente (mq)
26,5
25,4
26,9
33,4
26,1
29,3
29,5
29,9
30,1
26,5
32,1
31,3
26,7
28,9
28,2
28,8
32,2
26,4
27,1
33,7
29,2
38,5
28,5
27,0
28,4
30,2
29,8
30,5
Residenti
per stanza
0,8
0,8
0,9
0,6
0,9
0,8
0,8
0,7
0,7
0,9
0,7
0,7
0,8
0,8
0,8
0,8
0,7
0,8
0,8
0,7
0,7
0,9
0,8
0,8
0,8
0,7
0,7
0,7
(a) E’ il rapporto tra la somma delle abitazioni e il totale delle abitazioni.
(b) E’ il rapporto tra il numero delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine) e il totale delle abitazioni.
(c) E’ il rapporto tra la somma delle superfici delle abitazioni e il numero dei residenti in abitazione.
(d) E’ il rapporto tra il numero dei residenti in abitazione e la somma delle stanze delle abitazioni (comprese le cucine).
Fonte: Istat, Censimento 2001
Tab. 3.6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geografica
di cittadinanza – Censimento 2001
Aree geografiche
Europa
Africa
Asia
America
Oceania
Apolidi
Totale
di cui:
Paesi a forte pressione migratoria (a)
Popolazione italiana
TOTALE POP. RESIDENTE
In abitazione
(%)
96,2
97,5
96,3
96,4
96,3
89,5
96,6
96,5
99,2
99,2
In convivenza
In altro tipo
(%) di alloggio (%)
1,6
1,8
1,8
0,4
3,0
0,3
3,4
0,1
3,6
0,1
3,8
6,5
2,1
1,0
2,0
0,7
0,7
1,1
0,1
0,1
In nessun
alloggio (%)
0,4
0,3
9,4
0,1
0,0
0,2
0,3
0,4
0,0
09,0
Totale
(%)
v.a.
100,0
586,379
100,0
386.494
100,0
214.728
100,0
143.018
100,0
3.668
100,0
602
100,0
1.334.889
100,0
100,0
100,0
1.154.640
55.660.855
56.995.744
(a) Sono stati così definiti i Paesi di nuova adesione all’Unione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente all’Europa
centro-orientale, all’Africa, all’Asia (ad eccezione di Israele e Giappone) e all’America centro-meridionale, per estensione, anche
gli apolidi sono stati inclusi in questa componente.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
116
Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per
titolo di godimento dell’abitazione, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001
Aree
geografiche di
cittadinanza
Europa
IN ABITAZIONI OCCUPATE DA ITALIANI E
STRANIERI
Proprietà
(%)
59,4
Africa
45,4
Affitto
(%)
32,2
47,2
IN ABITAZIONI OCCUPATE SOLO DA STRANIERI
Totale
Altro
titolo
(%)
8,4
7,4
(%)
v.a.
100,0
166.483
100,0
Proprietà
(%)
Affitto
(%)
16,1
40.381
74,8
12,6
Altro
titolo
(%)
9,1
81,0
6,4
Totale
(%)
100,0
100,0
Asia
59,1
32,6
8,4
100,0
30.409
17,6
70,0
12,4
America
54,5
36,3
9,2
100,0
69.845
18,4
72,0
9,6
Oceania
99,1
19,7
11,2
100,0
2.596
48,0
38,3
13,7
100,0
Apolidi
42,6
11,4
8,5
100,0
309.986
15,4
75,8
8,8
100,0
8,5
100,0
209.556
13,1
78,1
8,8
100,0
56,5
35,0
Paesi a forte
pressione
migratoria (a)
52,3
39,2
272
20,6
70,4
9,0
398.170
336.097
176.305
100,0
46,0
Totale
di cui:
100,0
100,0
v.a.
100,0
67.973
937
267
979.749
905.196
(a) Sono stati così definiti i Paesi di nuova adesione all’Unione europea (ad eccezione di Malta), il gruppo appartenente
all’Europa centro-orientale, all’Africa, all’Asia (ad eccezione di Israele e Giappone) e all’America centro-meridionale, per
estensione, anche gli apolidi sono stati inclusi in questa componente.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di
godimento dell’abitazione e paese di cittadinanza – Censimento 2001
100
in %
80
60
40
20
0
Albania
Proprietà
Affitto
Altro titolo
9,4
Rep. Fed.
Jugoslavia
0
Romania
8
Marocco
Tunisia
Senegal
Cina
Filippine
Perù
14,2
8,5
10,1
23,1
10,8
18,3
82,9
78,2
80,7
79,9
82,7
84,9
72,6
72,7
72,5
7,7
8,8
11,3
5,9
8,8
4,3
16,5
9,2
Fonte: Nomisma su dati Istat, Censimento 2001.
117
5
Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un
cittadino straniero e popolazione residente in condizione di sovraffollamento grave
per area geografica di cittadinanza - Censimento 2001
Abitazioni occupate da italiani e stranieri
Aree
geografiche
di
cittadinanza
Abitazioni occupate solo da stranieri
Superficie
media
delle
abitazioni
(mq)
Stanze
per
abitazione
Superficie
media pro
capite
(mq)
Residenti
per
stanza
Superficie
media
delle
abitazioni
(mq)
Stanze per
abitazione
Superficie
media pro
capite (mq
Residenti
per
stanza
Popolazione in
Condizione di
sovraffollamento
grave (%)
101,1
4,3
33,7
0,7
77,8
3,4
31,6
0,7
4,3
90,5
3,9
27,8
0,9
65,8
3,0
24,5
0,9
9,9
120,7
4,8
35,5
0,7
77,1
3,4
26,7
0,8
8,0
Europa
Africa
Asia
America
99,0
4,2
31,6
0,8
76,0
3,3
34,0
0,7
3,9
Oceania
107,9
4,5
34,0
0,8
97,5
4,0
60,4
0,4
9,5
Apolidi
97,4
4,0
29,5
0,9
69,9
3,2
38,6
0,7
3,5
Totale
100,9
4,3
32,9
0,8
73,4
3,3
28,5
0,8
6,5
97,4
4,1
30,8
0,8
70,1
3,1
25,8
0,9
7,4
di cui:
Paesi a forte
pressione
migratoria (a)
(a) Si considerano tra questi paesi la Repubblica Ceca, Cipro, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, Malta, la Polonia, la
Repubblica Slovacca, la Slovenia e l’Ungheria.
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per
disponibilità di servizi nell’abitazione (valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento)
Aree geografiche
Spazio adibito alla preparazione
dei cibi
di cittadinanza
Europa
Almeno
Solo cucinino
una cucina e/o angolo cottura
Almeno un
gabinetto
Acqua calda
in bagno e/o
cucina
Acqua
potabile
Riscaldamento
Africa
70,1
28,9
99,6
97,7
96,0
96,0
63,3
35,5
99,3
93,9
98,9
90,9
America
69,3
29,4
99,6
97,8
99,3
91,9
Oceania
69,0
30,0
99,7
98,8
99,3
96,7
77,2
22,2
99,9
98,6
99,2
95,4
Apolidi
64,4
34,5
99,8
96,1
98,5
94,6
Asia
Totale
67,9
31,0
99,5
96,7
99,1
93,9
Popolazione italiana
77,7
21,4
99,8
98,8
98,9
94,4
Fonte: Istat, Censimento 2001.
Le strutture residenziali di prima e di seconda accoglienza
L’Art. 40 del Testo Unico sull’immigrazione propone agli immigrati soluzioni
abitative differenti secondo le diverse situazioni ed i diversi stadi del
percorso migratorio, in modo tale da permettere un inserimento abitativo
specifico per le diverse esigenze dell’immigrato.
Il campo delle iniziative abitative specificatamente rivolte agli immigrati si
limita alle fasi transitorie (il primo arrivo e il primo momento dell’inserimento
118
abitativo degli immigrati). I momenti di questo percorso di inserimento
abitativo consistono, prescindendo dalle soluzioni specifiche che debbono
essere di volta in volta adottate, in centri di accoglienza, alloggi sociali
collettivi o privati, strutture alloggiative organizzate in forma di pensionato.
La Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica del Ministero
dell’Interno censisce ogni anno i centri di prima e seconda accoglienza
che ospitano stranieri principalmente in stato di bisogno economico e sono
anche un punto di riferimento per quelli da poco arrivati in Italia. Non sono,
invece, qui prese in considerazione le strutture di accoglienza e assistenza
per immigrati irregolari (CDA – CARA – CIE).
Per la maggior parte dei centri presi in esame si tratta di strutture residenziali
a tutti gli effetti verso cui gli immigrati vengono indirizzati dall’Ufficio
Immigrazione del Comune interessato e dove la permanenza di solito
è di sei mesi, con la possibilità di proroga per altri sei. Alcune strutture
ospitano solo uomini, altre solo donne ma ultimamente, con l’incremento
dei ricongiungimenti familiari, molte ospitano prevalentemente famiglie o
donne con bambini ed anche il tempo di permanenza si è ulteriormente
protratto per la difficoltà di reperire alloggi.
Dal censimento risultano presenti in Italia nel 2007 1.463 strutture
residenziali che offrono una disponibilità di 28.106 posti letto. Il 70 per
cento delle strutture ed il 64 per cento dei posti letto sono concentrati nel
Nord Italia. Prevalgono le strutture private, che rappresentano il 61 per
cento del totale censito, con una dimensione media di 18 posti letto, contro i
23 posti letto delle strutture pubbliche. Una piccola componente, pari a 132
strutture, è di natura mista pubblico-privata (tab. da 3.10 a 3.12).
Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri
Regione
Nord-ovest
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
353
338
474
493
496
490
478
Nord-est
414
464
512
526
562
Centro
170
182
197
217
229
233
236
93
90
110
120
143
155
149
Sud
Isole
Italia
27
31
1057
1105
32
1325
37
1393
40
1470
Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.
119
565
44
1487
554
45
1462
Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007
Regione
Totale
Piemonte
Numero
Posti letto
2
32
136
Valle d’Aosta
% posti letto
sul totale
1.935
6,9
0,1
Lombardia
317
7.575
27,0
Nord-Ovest
478
9.938
35,4
Liguria
23
Trentino Alto Adige
396
296
1,4
1.283
4,6
Veneto
172
2.464
8,8
Emilia Romagna
306
3.791
13,5
Friuli-Venezia Giulia
50
Nord Est
755
554
Totale Nord
Toscana
2,7
8.293
29,5
1.032
18.231
64,9
31
423
1,3
106
Umbria
Marche
1.677
34
Lazio
6,0
569
65
2,0
1.684
6,0
Centro
236
4.353
15,5
Molise
2
23
0,1
Abruzzo
5
Campania
46
1.837
9
108
Puglia
51
Calabria
37
Basilicata
Sud
Sicilia
95
Isole
4,0
0,4
581
2,1
150
3.774
13,4
3
61
0,2
28.105
100,0
1.687
45
Totale Italia
6,5
1.130
42
Sardegna
0,3
6,0
1.748
1.463
6,2
Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.
Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica
Area
Geografica
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud
Isole
Totale
Totale strutture residenziali
Numero
unità
478
554
236
in %
32,7
37,9
16,1
Posti
letto 9.938
Numero
unità
79
8.293
250
4.353
80
150
10,3
3.774
22
1.463
100,0
28.106
440
45
3,1
1.748
di cui
Pubbliche
9
in %
18,0
56,8
18,2
Private
Posti
letto
2.288
3.810
1.216
5,0
1.724
100,0
9.926
2,0
888
Numero
unità
349
259
143
113
in %
39,2
29,1
16,0
Miste
Posti
letto
6.877
3.701
2.927
unità
50
in %
37,9
45
34,1
13
9,8
12,7
1.799
15
11,4
891 100,0
15.989
132
100,0
27
3,0
685
Fonte: Elaborazione Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG.
120
Numero
9
6,8
Posti
letto
773
782
210
251
175
2.191
Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione
geografica
600
500
400
300
200
100
0
2001
2002
Nord-ovest
2003
Nord-est
2004
Centro
2005
2006
Sud
2007
Isole
Fonte: Nomisma su dati Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica, Ministero Interno.
La risposta dell’Edilizia Residenziale Pubblica
I processi di stabilizzazione che caratterizzano il fenomeno migratorio in
Italia, portano ad un’accresciuta, e in prospettiva crescente, domanda di
alloggi da parte delle famiglie straniere. Questo significa domanda di case,
nel senso di sistemazioni e tipologie propriamente abitative piuttosto che
sistemazione in strutture di accoglienza e presso pensionati. A partire dal
1998, quando per la prima volta la legge Turco-Napolitano sancisce la parità
di trattamento per gli stranieri nell’accesso agli alloggi di edilizia sociale8, si
registra una crescente presenza degli stranieri tra gli assegnatari.
8 L’articolo 40 del Testo Unico sull’immigrazione prevede che il titolare di carta di soggiorno
(dopo sei anni di permesso regolare) e gli stranieri regolarmente soggiornanti in virtù di un
permesso di soggiorno almeno biennale e di un’attività di lavoro subordinato o autonomo
hanno diritto di accedere in condizioni di parità agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai servizi di intermediazione delle agenzie locali, agli alloggi temporanei (pagando una
quota calmierata) disposti dai Comuni e da enti privati, pubblici e associazioni, ai centri
di prima accoglienza. Mettiamo in luce che i limiti imposti dalla legge per accedere all’Erp
escludono una grossa fetta di popolazione immigrata, anche all’interno dei regolarmente
presenti: basti dire che la maggior parte dei permessi di soggiorno ad oggi rilasciati sono di
durata annuale (Caritas 2004).
121
Se guardiamo ai dati sull’utenza straniera di Edilizia Residenziale Pubblica,
i dati raccolti nella tab. 3.13 evidenziano una significativa crescita della
presenza di immigrati negli alloggi ERP. Fra i casi più evidenti c’è quello
della provincia di Bergamo dove la presenza di cittadini extracomunitari
in case popolari è cresciuta dal 2001 al 2006 del 686 per cento in termini
assoluti; mentre, se si valuta la quota percentuale sul totale degli abitanti
dell’edilizia pubblica, si è passati dall’ 1,6 per cento del 2001 al 12,9 per
cento del 2006. Anche a Milano per gli stessi anni gli inquilini immigrati
nelle case dello stato sono passati dalle 7.690 alle 12.412 unità e a Bologna
la loro presenza negli alloggi popolari si è addirittura raddoppiata. Ormai
all’interno del parco abitativo di alcune aziende del centro-nord del Paese
la presenza di famiglie di immigrati ha raggiunto percentuali decisamente
considerevoli: il 18,9 per cento a Parma, il 15,5 per cento a Brescia, 15,2
per cento ad Ancona, il 14,2 per cento a Bologna, il 14 per cento a Perugia,
il 12,9 per cento a Milano, solo per citare i casi maggiori.
Tab. 3.13 L’utenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006
2001
% immigrati
extracomunitari
sul totale di
utenti ERP
Torino
Novara
Alessandria
Genova
La Spezia
Milano
Bergamo
Brescia
Cremona
Trento
Venezia
Padova
Udine
Trieste
Bologna
Parma
Forlì-Cesena
Firenze
Perugia
Terni
Ancona
Roma
Avellino
Palermo
Messina
Nuoro
2006
Immigrati
extracomunitari
utenti ERP
% immigrati
extracomunitari
sul totale di
utenti ERP
Variazione
2001-2006
Valori %
5.700
1.815
1.989
175
12.412
2.038
3.094
1.804
849
933
400
704
5.080
2.155
1.248
1.945
1.767
516
2.123
2.422
773
15
25
8,1
13,6
16,6
2,1
9,4
12,9
15,7
16,5
4,0
4,3
2,8
3,4
14,2
18,9
13,5
7,0
14,0
8,0
15,2
1,9
3,7
0,04
0,2
78,1
367,8
48,2
-19,7
61,4
586,2
51,1
501,3
3,0
309,2
93,2
252,0
99,5
220,8
-1.8
158,0
322,9
-
4,7
2,4
10,7
2,7
2,6
4,3
1,6
14,1
2,8
4,6
0,6
0,8
1,3
0,8
7,0
n.d.
4,3
6,6
2,9
3,7
0,05
-
Fonte: Elaborazione Censis su dati indagine Federcasa 2008.
122
APPROFONDIMENTO 1
Le famiglie, le coabitazioni e i “single”
Di seguito sono presentati in sintesi i risultati della indagine estensiva
sugli immigrati (basata su 2000 interviste personali), condotta nel quadro
della ricerca sociale sulla immigrazione in Italia commissionata dal Ministero dell’Interno a Makno & consulting. Le interviste sono state effettuate
dal 26 marzo al 23 aprile 2007.
Il 44 per cento degli immigrati abita con la propria famiglia.
Le coabitazioni con amici e/o parenti sfiorano il 30 per cento, mentre le
condivisioni di abitazioni con altre persone si attestano sul 17 per cento.
Meno del 10 per cento degli immigrati vive da solo (160 mila persone).
Sommando coabitazioni e condivisioni, si arriva ad un “blocco”di dimensioni leggermente superiori a quelle delle famiglie (46 per cento).
Gli immigrati “single” per lo più non hanno una propria famiglia nel Paese
d’origine ma il 28 per cento di essi l’ha invece lasciata per venire in Italia:
nella grande maggioranza dei casi, una famiglia con figli. Degli immigrati
che abitano da soli ma che hanno una famiglia al proprio Paese, un terzo
ha già deciso che non presenterà domanda di ricongiunzione (salvo poi
ricredersi), il 27 per cento non ha ancora deciso, mentre il 24 per cento
ha già presentato la domanda o la presenterà a breve (si tratta di circa 11
mila famiglie). Il restante 12 per cento conta di presentare la domanda di
ricongiunzione tra qualche anno, subordinandola ad una propria migliore
sistemazione in Italia.
123
Con chi abita?
Con la mia famiglia
Con amici e/o parenti
Con altre persone
Da sola/o
Altro
Esito delle risposte al questionario su “La famiglia e la casa”
%
43,8
29,0
16,6
8,2
2,6
Ha una famiglia nel paese di origine?
Sì, coniuge e più figli/e
Sì, coniuge e due figli/e
Sì, coniuge e un figlio/a
Sì, coniuge ma senza figli
No
%
4,1
6,2
9,3
8,8
71,6
Pensa di far venire la famiglia in Italia?
Sicuramente no
Probabilmente no
Non abbiamo ancora deciso
Presentato domanda ricongiunzione
Presenteremo domanda
Tra qualche anno
Altro
%
15,3
16,9
27,1
15,3
8,5
11,9
5,1
Numero componenti della famiglia
Due
Tre
Quattro
Cinque
Più di cinque
%
17,4
26,9
34,9
16,6
4,3
Numero di figli conviventi in famiglia
Uno
Due
Tre
Più di tre
Nessuno
29,5
30,8
10,4
1,5
27,8
Numero di coabitanti in casa
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Più di 6
Non risponde
%
18,7
22,5
22,0
14,7
9,0
6,2
6,8
Tipo di abitazione
In affitto
Di parenti o amici
Di proprietà
Del datore di lavoro
Non abitazione fissa
Altro
%
64,0
11,3
12,3
8,3
2,2
2,1
124
%
Dimensioni dell’abitazione (mq)
Meno di 60 mq
Da 60 a 79 mq
Da 80 a 109 mq
Da 110 a 149 mq
Da 150 mq in poi
Non so
Numero vani della casa (compresi i vani di servizio)
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Sette
Otto
Nove
Dieci
Più di dieci
Soddisfazione per la casa
Abbastanza soddisfatto
Molto soddisfatto
Né soddisfatto né insoddisfatto
Abbastanza insoddisfatto
Molto soddisfatto
Fonte: Makno & Consulting per Ministero Interno, anno 2007
125
Italiani
(in %)
8,9
20,6
26,6
23,0
10,9
Italiani
(in %)
0,1
1,4
5,8
12,0
17,0
18,1
16,5
11,8
9,1
8,2
Immigrati
(in %)
24,2
36,6
23,8
4,3
1,4
9,8
Immigrati
(in %)
2,1
10,0
21,4
28,9
22,0
10,0
3,0
1,4
0,6
0,2
0,5
%
50,9
21,7
16,8
7,0
3,0
APPROFONDIMENTO 2
La condizione abitativa degli immigrati stranieri nel Sud Italia9
“Il problema abitativo non si manifesta per tutti nella sua gravità al momento dell’arrivo, perché per circa il 60 per cento dei casi la rete amicale
o parentale sopperisce al fabbisogno; per il 17 per cento degli intervistati
infatti è il datore di lavoro o comunque una famiglia italiana che offre
lavoro e alloggio. Sembra questa una dinamica comune a tutte le aree del
Mezzogiorno considerate, anche se in alcuni casi, i Centri di accoglienza, in modo significativo in Sicilia, sembrano sopperire a questa funzione.
Quella della accoglienza presso un parente, un connazionale, un amico è
del resto connessa alla modalità stessa della migrazione, in cui il modello
“per chiamata” orienta il processo decisionale del migrante e della sua
famiglia” (sta in: Ministero della Solidarietà Sociale, “Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia”).
Gli obiettivi generali della ricerca hanno riguardato la descrizione e la interpretazione del disagio abitativo dei migranti in quattro regioni del Mezzogiorno di Italia: Campania, Puglia, Calabria, Sicilia (graf. A).
Prevale la sistemazione in appartamento (54,3 per cento), quindi la sola
stanza o posto letto (nell’insieme il 35 per cento) e, a seguire la sistemazione presso il datore di lavoro (8,3 per cento; graf. B).
Chi alloggia in un appartamento in affitto ha dichiarato di essere titolare
di un contratto ad uso abitazione per il 62,9 per cento degli intervistati,
mentre una condizione “irregolare” o di “non contratto” riguarda il 33 per
cento degli affittuari (graf. C).
Il canone di affitto più frequentemente pagato è compreso tra i 100-200e
mensili (graf. D) sul quale incide la componente di chi paga un affitto per
una stanza; chi invece occupa un appartamento l’affitto medio mensile è
compreso tra i 200-400e (tab. A).
La dimensione più frequente dell’abitazione occupata da immigrati è di tre
stanze (39 per cento) e l’abitazione è, nel 31,3 per cento dei csi , posizio
9 Indagine finanziata dal Ministero della Solidarietà Sociale nel quadro degli interventi
del Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia
2000-2006”.
La sua realizzazione ha visto il coinvolgimento di più di 8.500 persone fra intervistati,
intervistatori, responsabili ed operatori delle organizzazioni esecutrici. Gli immigrati sono
stati intervistati in numero proporzionale alla loro consistenza per nazionalità. Nell’indagine si è fatto riferimento alle seguenti macro-categorie: Europa-Balcani; Altri Paesi
europei; Africa-Magreb; Altri Paesi africani; resto del Mondo.
126
nata al livello della strada (graf. E e F).
Il riscaldamento e l’allaccio al gas sembrano essere caratteristiche assenti nel 60 per cento circa del parco abitativo occupato da immigrati
(tab. B).
Il grado di soddisfazione per l’abitazione occupata è “sufficiente” per il 49
per cento dei casi (graf. G).
Il 10,9 per cento degli intervistati ricerca una casa in proprietà mentre
prevale l’affitto nelle sue varie forme: casa popolare; stanza; abitazione
(graf. H).
Il canone di affitto sostenibile per una nuova abitazione è contenuto entro i
300e mensili per l’85 per cento degli intervistati (graf. I).
127
Graf. A - I sistemi locali del lavoro delle quattro Regioni Obiettivo
1 in base al livello di criticità concernente il disagio abitativo degli
immigrati
SAN GIOVANNI ROTONDO
MANFREDONIA
FOGGIA
TEANO
CASERTA
BENEVENTO
ASCOLI SATRIANO
BARLETTA BISCEGLIE
BARI
AVERSA
NAPOLI
FORIO
NOLA
MONOPOLI
ALTAMURA
SARNO
OSTUNI
CASTELLAMMARE DI STABIA
GINOSA
CAPACCIO
AGROPOLI
TARANTO
SALA CONSILINA
BRINDISI
LECCE
CASSANO ALLO IONIO
CASTROVILLARI
CORIGLIANO CALABRO
COSENZA
CROTONE
CATANZARO
VIBO VALENTIA
GIOIA TAURO
BROLO
BAGHERIA
REGGIO DI CALABRIA
TRAPANI ALCAMO
TERMINI IMERESE
SALEMI
CASTELVETRANO
FRANCAVILLA DI SICILIA
POLIZZI GENEROSA
MUSSOMELI
CANICATTI'
AGRIGENTO
ACIREALE
ENNA
CATANIA
MAZZARINO
indicatore sintetico
alto
PIAZZA ARMERINA
LENTINI
SIRACUSA
GELA
medio alto
medio basso
basso
RAGUSA
MODICA
Fonte: Ministero della Solidarietà Sociale, “Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli
immigrati nel Sud Italia”.
128
Graf. B - Attuale sistemazione abitativa
Presso il datore
di lavoro
8,3%
Solo un posto
letto
15,1%
Altro
2,3%
Un
appartamento
per se/con la
famiglia
54,3%
Solo una stanza
20,0%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
Graf. C - Tipo di contratto di affitto
Informale
7,4%
Uso commerciale
0,7%
Comodato
3,5%
Uso foresteria
0,5%
Uso
abitazione
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
129
Occupazione
a busiva
1,4%
Nessuno
Graf. D - Costo mensile dell’affitto
Da 301 a 400 euro
13,1%
Da 401 a 500 euro
3,5%
Da 201 a 300 euro
28%
Da 501 a 600 euro
0,7%
Oltre i 600 euro
0,4%
Alloggio di proprietà
3,1%
Una quota trattenuta
dal salario
4,0%
Da 101 a 200 euro
22,5%
Nulla in quanto
ospite
15,8%
Fino a 100 euro
16,1%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
Tab. A - Attuale sistemazione per costo mensile affitto (valore %)
Canone di
affitto
Un appartamento per
se/con la famiglia
Solo una
stanza
Solo un posto
letto
6,9
17,1
19,0
3,7
28,3
Da 201 a 300
euro
Nulla in quanto
ospite
Fino a 100 euro
Altro
Totale
61,0
53,3
15,8
53,6
0,9
9,6
16,1
Da 101 a 200
euro
19,7
33,8
7,7
2,9
0,7
3,9
20,8
Da 301 a 400
euro
22,3
2,3
1,8
0,7
1,8
13,1
Da 401 a 500
euro
6,1
0,2
0,5
0,0
0,0
3,5
Da 501 a 600
euro
1,2
0,4
0,1
0,0
0,0
0,7
Oltre i 600 euro
Alloggio di
proprietà
0,6
4,7
0,1
0,1
0,1
0,0
19,8
1,3
0,4
Una quota
trattenuta dal
salario
1,0
2,9
1,0
34,8
2,9
4,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
40,8
Presso il
datore di
lavoro
0,0
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
130
20,7
0,3
1,8
7,4
22,5
3,1
Graf. E - Dimensione dell’abitazione
Cinque stanze
5,5%
Oltre cinque
stanze
2,3%
Una stanza
6,7%
Quattro stanze
20,1%
Due stanze
26,4%
Tre stanze
39,0%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
Graf. F - Caratteristiche dell’abitazione
Oltre il secondo
piano
18,1%
Al di sotto del
livello della strada
3,8%
Al livello della
strada
31,3%
Al secondo piano
13,5%
Al primo piano
28,4%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
131
Al piano
ammezzato
4,8%
Tab. B - Dotazione di servizi nell’abitazione occupata (valore %)
Si
Acqua potabile
Acqua calda
Luce elettrica
Riscaldamento
Allaccio al gas
No
91,4
91,3
98,0
39,5
37,0
Totale
8,6
100,0
8,7
100,0
2,0
100,0
60,5
100,0
63,0
100,0
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
Graf. G - Grado di soddisfazione dell’abitazione
No per niente
9,7%
Molto
17,4%
Poco
23,8
Abbastanza
49,1%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
Graf. H - Ricerca di una nuova abitazione
Stanza in
locazione/affitto
10,1%
Casa popolare
15,4%
Abitazione
in affitto
20,4%
Abitazione da
acquistare
10,9%
Stanza in locazione
con altri inquilini
4,2%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007.
132
Stanza in
locazione con
familiari
39,1%
Graf. I - Canone di affitto sostenibile per la nuova abitazione
Da 301 a 400 €
11,3%
Da 201 a 300 €
30,1%
Da 401 a 500 €
3,1%
Da 501 a 600 €
0,3%
Oltre i 600 €
Fino a 100 €
11,9%
Da 101 a 200 €
43,1%
Fonte: Ministero della Solidarietà sociale, secondo semestre 2007
133
II.3.2 L’accessibilità alla casa
La quota di mercato degli stranieri
Negli ultimi 5 anni è cresciuta la quota di mercato che vede come acquirente
di abitazione un cittadino straniero. Si è infatti passati dal 13,7 per cento
delle compravendite nel 2004 al 17,5 per cento nel 2008.
L’aumento maggiore si è riscontrato nel 2006 (+12,9 per cento nell’anno)
mentre, in linea con la congiuntura negativa del mercato immobiliare
italiano del 2008, anche la quota di mercato degli stranieri si è contratta,
facendo registrare una variazione negativa dell’11,1 per cento. Il costo medio
di un’abitazione è cresciuto in 5 anni del 37 per cento in termini nominali
(tab. 3.14).
Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati
Anno
Numero compravendite
N. compravendite sul totale
(in %)
2004
110.000
13,7
-
2005
116.000
13,9
5,4
Var % annua
Spesa media per
un’abitazione di 60 mq
(in Euro)
93.000,0
103.000,0
2006
131.000
15,5
12,9
117.000,0
2007
135.000
16,7
3,0
124.000,0
2008
120.000
17,5
-11,1
128.000,0
Fonte: Censis.
Le tipologie abitative più richieste
Nel 2007 Nomisma ha realizzato una indagine finalizzata a connotare il
mercato immobiliare dei cittadini stranieri. Nell’ambito della periodica
indagine congiunturale sul mercato immobiliare italiano Nomisma ha
inserito una serie di domande finalizzate allo scopo.
I soggetti intervistati sono gli agenti immobiliari mentre i riferimenti
territoriali sono rappresentati dalle 13 aree urbane italiane e dalle 13 città
intermedie (rappresentative dei mercati di provincia).
La tipologia più frequentemente compravenduta appartiene alla fascia mediobassa del mercato: abitazione usata o da ristrutturare, di 60-80 mq (53,8
per cento del mercato) o di 80-100 mq (26,6 per cento), senza posto auto,
localizzate in periferia (74,6 per cento). Nel segmento locativo si ritrovano
anche abitazioni centrali a differenza di quello delle compravendite.
Peraltro la parte di più elevata presenza extracomunitaria è nei comuni di
134
ancor più piccola taglia e con i prezzi ed i canoni di locazione più bassi.
In qualche modo si assiste in questo caso ad un fenomeno di sostituzione
della domanda dei cittadini italiani con quella degli extracomunitari che si
rivolge verso le abitazioni di minor valore unitario, fenomeno che letteratura
anglosassone o nota come filtering-down (tab. 3.15 e 3.16).
Tab. 3.15 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni acquistate dagli extracomunitari, 2007
Città
Bari
Stato di conservazione
Usato/Da ristrutt.
Dimensioni
Localizzazione
<60 mq
Semicentro/Periferia
Bologna
Usato/Da ristrutt.
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Cagliari
Usato/Da ristrutt.
60-80 mq
Periferia
Catania
Usato/Da ristrutt.
<60 mq
Semicentro/Periferia
Firenze
Usato/Da ristrutt.
<60 mq/60-80 mq
Periferia
Genova
Da ristrutt.
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Milano
Usato/Da ristrutt.
<60 mq
Periferia
Napoli
Usato
<60 mq
Periferia
Padova
Usato
60-80 mq
Periferia
Palermo
Usato
60-80 mq
Semicentro
Roma
Da ristrutt.
<60 mq/60-80 mq
Periferia
Torino
Da ristrutt.
60-80 mq
Periferia
Venezia città
Usato/Da ristrutt.
<60 mq/60-80 mq
Periferia
Venezia Mestre
Usato/Da ristrutt.
60-80 mq/81-100 mq
Centro/Semicentro
Media 13 aree urbane
Usato/Da ristrutt.
60-80 mq
Periferia
Ancona
Usato
60-80 mq
Periferia
Bergamo
Usato
81-100 mq
Periferia
Brescia
Usato
60-80 mq
Periferia
Livorno
Usato
60-80 mq
Centro
Messina
Da ristrutt.
<60 mq
Periferia
Modena
Usato
60-80 mq
Periferia
Novara
Usato
60-80 mq/81-100 mq
Periferia
Parma
Usato
60-80 mq/81-100 mq
Periferia
Perugia
Usato/Da ristrutt.
<60 mq/60-80 mq
Periferia
Salerno
Usato
<60 mq
Periferia
Taranto
Usato/Da ristrutt.
60-80 mq
Centro
Trieste
Usato/Da ristrutt.
<60 mq/60-80 mq
Periferia
Verona
Usato
81-100 mq
Periferia
Media 13 intermedie
Usato
60-80 mq
Periferia
Fonte: Nomisma.
135
Tab. 3.16 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni affittate dagli extracomunitari, 2007
Stato di
conservazione
Città
Bari
Dimensioni
Localizzazione
Usato
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Bologna
Usato
60-80 mq/81-100 mq
Semicentro/Periferia
Cagliari
Usato
60-80 mq
Periferia
Catania
Usato
<60 mq/60-80 mq
Semicentro
Firenze
Usato
60-80 mq/81-100 mq
Periferia
Genova
Usato
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Milano
Usato
60-80 mq
Periferia
Napoli
Usato
<60 mq/60-80 mq
Semicentro
Padova
Usato
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Palermo
Usato
60-80 mq
Semicentro
Roma
Usato
<60 mq/60-80 mq
Periferia
Torino
Usato
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Venezia città
Usato
<60 mq/60-80 mq
Semicentro/Periferia
Venezia Mestre
Usato
60-80 mq
Semicentro
Media 13 aree urbane
Usato
60-80 mq
Semicentro/Periferia
Ancona
Usato
60-80 mq
Periferia
Bergamo
Usato
81-100 mq
Periferia
Brescia
Usato
60-80 mq
Centro/Periferia
Livorno
Usato
60-80 mq
Centro
Messina
Usato
60-80 mq
Periferia
Modena
Usato
60-80 mq
Periferia
Novara
Usato
81-100 mq
Periferia
Parma
Usato
60-80 mq
Periferia
Perugia
Usato
60-80 mq
Periferia
Salerno
Usato
<60 mq
Periferia
Taranto
Usato
60-80 mq
Centro
Trieste
Usato
<60 mq/60-80 mq
Centro/Periferia
Verona
Usato
81-100 mq
Periferia
Media 13 intermedie
Usato
60-80 mq
Periferia
Fonte: Nomisma.
Il mercato dei mutui
Secondo un’indagine effettuata da Nomisma nel 2007 in diverse città
italiane10, si direbbe che rispetto all’acquisto della casa sussista una
condizione di svantaggio per gli stranieri. Nelle aree metropolitane, la
maggior parte delle case acquistate da stranieri sono situate in periferia
(54%), dove i mercati immobiliari sono meno onerosi; sono tendenzialmente
in un cattivo stato di conservazione (oltre la metà delle case sono da
ristrutturare), e nella maggioranza dei casi (68,7%) non superano gli 80
metri quadrati di superficie. Situazione più vantaggiosa sembra quella in
10 Indagine condotta attraverso la somministrazione di un questionario a un campione non significativo di agenti immobiliari in 13 città metropolitane e in altrettante città intermedie.
136
cui si trovano gli acquirenti stranieri nelle città di dimensione intermedia,
dove la percentuale di quelli che acquistano case da ristrutturare si riduce
a un terzo, mentre aumenta il numero di stranieri che acquistano immobili
più grandi.
La banca dati CRIF ha fornito per questo volume informazioni aggiornate
sulle operazioni di credito finanziate dal sistema bancario italiano. Da
queste si possono desumere i dati relativi al segmento del credito per mutui
immobiliari destinato a cittadini stranieri11.
Il 10 per cento del mercato dei mutui per l’acquisto dell’abitazione è
destinato a cittadini stranieri, per un ammontare complessivo, nel 2007,
di 6.300 milioni di euro, che equivalgono a circa 48.600 contratti di mutuo
(tab. 3.17) . Nel 2008, in corrispondenza con la crisi dei mercati finanziari,
la quota di mercato dei mutui a cittadini stranieri è scesa al 7,8 per cento del
totale erogato (tab. 3.18). Una percentuale che si è dunque mantenuta ben
al di sopra dell’incidenza degli stranieri residenti in Italia sul totale della
popolazione, a riprova della progressiva stabilizzazione nel nostro Paese di
persone di altre nazionalità.
L’importo medio finanziato per un mutuo erogato a cittadini stranieri nel
2008 è stato di 128.800 euro, quota prossima a quella erogata dagli istituti
di credito per un cittadino italiano (tab. 3.19). Tra i cittadini stranieri,
sono soprattutto gli stranieri provenienti dall’Europa Orientale a richiedere
e ottenere un mutuo (30,6 per cento: tab. 3.20).
11 Per cittadini stranieri si intendono quelli provenienti dall’America centro-meridionale,
Europa orientale, Asia e Africa. La componente “altri” comprende le aree dell’America
settentrionale, dell’Europa occidentale e dell’Oceania.
137
Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri,
anno 2007
Monte mutui erogati per acquisto casa nel 2007 (in milioni di euro)
62.800
100%
- di cui a cittadini italiani
56.500
90%
- di cui a cittadini stranieri
6.300
10%
Numero mutui erogati per acquisto casa nel 2007
505.000
100%
- di cui a cittadini italiani *
456.400
90,4%
48.600
9,6%
- di cui a cittadini stranieri *
- di cui a cittadini stranieri *
48.600
9,6%
* il numero dei mutui erogati a cittadini italiani e quelli a cittadini stranieri è stata calcolata come rapporto tra il monte mutui
erogato e l’importo medio finanziato.
Fonte: Stime Nomisma su dati CRIF Decision Solutions
Tab. 3.18 Distribuzione % dei flussi dei mutui per area di provenienza
2006
2007
Mutui erogati ad italiani
89,9
Mutui erogati a cittadini stranieri
10,1
2008
1° sem 2008
2° sem 2008
Media annua
90,0
92,0
92,4
92,2
10,0
8,0
7,6
7,8
Fonte: CRIF Decision Solutions
Tab. 3.19 Importo medio finanziato dei mutui (valori in Euro)
2006
2007
Mutui erogati ad italiani (A)
118.200
Mutui erogati a cittadini stranieri (B)
B/A
2008
1° sem 2008
2° sem 2008
Media annua
123.800
125.000
123.000
124.000
128.000
129.600
129.800
127.800
128.800
108,3%
104,7%
103,8%
103,9%
103,9%
Variazioni A
-
4,7%
-
-
0,2%
Variazioni B
-
1,3%
-
-
-0,6%
Fonte: CRIF Decision Solutions
Tab. 3. 20 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza
2008
2006
2007
21,0%
18,1%
14,7%
12,4%
13,6%
Asia
16,3%
15,9%
14,9%
14,8%
14,9%
Europa Orientale
29,3%
30,0%
30,5%
30,6%
30,6%
Africa
America Centro-Meridionale
13,4%
Altri*
20,0%
14,2%
21,7%
1° sem 2008
13,3%
26,7%
2° sem 2008
12,9%
29,3%
* La componente “altri” comprende le aree dell’America settentrionale, dell’Europa occidentale e dell’Oceania.
Fonte: CRIF Decision Solutions
138
Media annua
13,1%
28,0%
Graf. 3.4 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza
2008
2007
2006
0%
20%
Africa
40%
America Centro Meridionale
Fonte: CRIF Decision Solutions.
139
60%
Asia
80%
Europa orientale
100%
Altri
APPROFONDIMENTO 3
Il mercato immobiliare dei negozi dei cittadini stranieri
Dai risultati di una indagine realizzata da Nomisma nel 2007, finalizzata
a connotare il mercato immobiliare dei cittadini stranieri, emerge che la
quota di mercato degli spazi adibiti a negozi da parte di cittadini stranieri
è del 7,7 per cento del totale delle compravendite mentre si sale al 15,7
per cento nel mercato della locazione, nella media dei 13 maggiori mercati
immobiliari italiani, mentre è leggermente più bassa la percentuale di
contratti stipulati nella media dei mercati di provincia (tab. C).
Tab. C - Quota % di contratti stipulati da extracomunitari, rispetto al totale delle
compravendite e delle locazioni di NEGOZI Anno 2007
Città
Bari
Compravendite
Locazioni
9,2
23,3
6,4
Bologna
Cagliari
2,7
Catania
10,1
Genova
9,5
Firenze
3,8
Milano
9,6
Napoli
5,3
Padova
1,7
Palermo
4,8
Roma
8,3
Torino
10,8
Venezia Mestre
14,4
Ancona
12,5
Brescia
9,3
Venezia città
Media 13 aree urbane
Bergamo
8,4
16,8
14,3
9,7
15,4
18,1
0,8
17,6
14,8
22,4
11,9
18,9
7,7
15,7
0,4
Livorno
10,0
Modena
3,8
Messina
17,0
3,6
22,8
25,8
3,0
25,7
13,8
11,4
16,3
Novara
15,3
Perugia
3,9
15,8
8,9
10,1
Parma
1,9
Salerno
5,8
Taranto
Trieste
0,8
Verona
1,4
Media 13 intermedie
6,0
Fonte: Nomisma
140
13,0
6,5
4,0
12,9
8,1
12,8
II.4 I Giovani stranieri nella scuola italiana
II.4.1 Gli alunni stranieri in Italia
I 180mila alunni non italiani presenti nelle scuole italiane, tra scuole dell’infanzia,
primarie e secondarie, nell’anno scolastico 2001/2002, sono diventati a oltre
570mila nel 2007/2008. Sono aumentati cioè, complessivamente, del 215 per
cento in sette anni.
Più nel dettaglio, considerando i tassi di crescita annuali per le singole classi di
scuola, la crescita più sostenuta si è verificata nella scuola superiore di secondo
grado, con tassi di crescita annui spesso superiori al 30 per cento (tab. 4.1).
Anche rispetto all’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione
scolastica, il trend è di forte crescita. L’incidenza più elevata si riscontra nella
scuola primaria, dove quasi 8 alunni su 100 sono stranieri. L’incidenza più bassa
invece si rileva nella scuola secondaria di secondo grado (4,3 per cento), dove
però, come abbiamo visto, si è registrata la crescita percentuale dell’incidenza
più elevata (1,1 per cento nell’anno 2001/2002, 4,3 per cento nel 2007/2008)
(tab. 4.2).
È interessante, all’interno della scuola secondaria di secondo grado, vedere
che tipo di scuola frequentano gli alunni stranieri. In generale, è evidente
come la propensione sia ad iscriversi in istituti che garantiscono un accesso
più immediato al mercato del lavoro. Su 118 mila alunni stranieri presenti
nelle scuole superiori nell’anno 2007/2008, più di 90mila frequentavano
istituti tecnici o professionali (tab. 4.3). in particolare, all’interno degli istituti
professionali, gli alunni stranieri rappresentavano quasi il 9 per cento della
popolazione scolastica.
Se guardiamo alla distribuzione territoriale degli alunni stranieri, in termini
assoluti la Lombardia ospita quasi un quarto di tutti gli studenti presenti in Italia
nell’anno scolastico 2007/2008, con 137 mila presenze. Seguono Veneto ed
Emilia-Romagna, con rispettivamente 70 mila e 65 mila presenze. All’opposto,
le regioni che ospitano meno alunni stranieri sono Molise, Basilicata e Valle
d’Aosta (tab. 4.4). In generale, come d’altronde ci si può aspettare vista la
distribuzione territoriale della popolazione straniera, la presenza di alunni
stranieri si concentra nelle regioni del Centro-Nord.
141
Per osservare invece in quali regioni l’impatto della presenza di alunni
stranieri è più rilevante, è necessario guardare all’incidenza sul totale della
popolazione scolastica regionale. La regione con l’incidenza più elevata
di alunni stranieri è l’Emilia-Romagna, dove nel 2007/2008 l’11,8 per
cento degli alunni era straniero. Seguono l’Umbria, con l’11,4 per cento, la
Lombardia con il 10,3 per cento e il Veneto con il 10,2 per cento.
È interessante confrontare questa incidenza con quella del totale della
popolazione straniera nella regione di residenza: nelle regioni del CentroNord l’incidenza degli alunni stranieri sulla popolazione scolastica è più
alta dell’incidenza della popolazione straniera sul totale della popolazione,
mentre in quelle del Sud è vero il contrario. Questo indica verosimilmente
sia che al Centro-Nord la concentrazione di stranieri nelle fasce di età più
giovani è più elevata, sia che gli stranieri residenti al Centro-Nord hanno
tassi di partecipazione scolastica più alti (tab. 4.5).
La serie storica dell’evoluzione dell’incidenza degli alunni stranieri sulla
popolazione scolastica mette in evidenza come le regioni che hanno
conosciuto una crescita maggiore di alunni stranieri dal 1998/99 al 2007/08
sono state Veneto e Marche, che sono passati rispettivamente dall’1,6 per
cento al 10,2 per cento e dall’1,5 per cento al 9,9 per cento (tab. 4.6).
A un livello territoriale più dettagliato, le 15 province con la presenza più
consistente di alunni stranieri sono tutte collocate nel Nord Italia, con
l’eccezione di Roma, Perugia e Firenze (tab. 4.7). È interessante confrontare
questi dati con quelli relativi alle 15 province con la più alta incidenza di
alunni stranieri. Mentre in termini di presenza assoluta le prime tre province
sono tre grandi capoluoghi di regione (Milano, Roma e Torino), in termini di
incidenza le prime tre province sono Mantova, Prato e Piacenza, con oltre
il 15 per cento di alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica
(tab. 4.8). In generale è possibile osservare come si tratti di province di
medio - piccole dimensioni, a testimonianza della particolare distribuzione
della popolazione straniera in Italia, la quale tende non tanto ad aggregarsi
attorno ai grandi centri urbani, quanto a dislocarsi sul territorio. Questa
stessa tendenza emerge se guardiamo ai primi 10 capoluoghi di provincia
in cui l’incidenza degli alunni stranieri è maggiore: Prato viene prima di
Milano, Alessandria prima di Torino, Roma non rientra nemmeno nella
classifica (tab. 4.9). Analogamente, se guardiamo all’incidenza di alunni
142
stranieri nei comuni non capoluogo, si arriva a percentuali superiori al 20
per cento (tab. 4.10).
La crescita della presenza di alunni stranieri nella scuola italiana appare
dunque significativa. Tuttavia, se mettiamo in confronto la situazione italiana
con quella di altri paesi dell’Unione Europea, l’Italia si colloca tra i paesi
in cui l’incidenza degli alunni di origine straniera è ancora medio – bassa,
compresa tra il 6 per cento e il 10 per cento. Tra i paesi europei a più forte
presenza di residenti stranieri, solo la Spagna si colloca nella stessa fascia,
mentre Francia, Regno Unito e Olanda contano una presenza di alunni
stranieri compresa tra l’11 per cento e il 20 per cento della popolazione
scolastica totale; la Germania raggiunge una quota di alunni stranieri
superiore al 20 per cento (tab. 4.11).
Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti)
Anno
scolastico
Crescita
Crescita
Infanzia annuale, Primaria annuale,
%
%
di I grado
Crescita
annuale,
%
di II grado
Crescita
annuale,
%
Crescita
annuale,
%
36.823
48.356
31,3%
95.555
24,6%
55.888
26,4%
33.176
37,9%
232.975
28,2%
2003/04
54.947
13,6%
115.277
20,6%
67.437
20,7%
44.922
35,4%
282.583
21,3%
2004/05
73.106
33,0%
144.225
25,1%
84.375
25,1%
59.570
32,6%
361.276
27,8%
2005/06
81.577
11,6%
164.177
13,8%
96.611
14,5%
82.312
38,2%
424.677
17,5%
2006/07
94.737
16,1%
190.803
16,2%
113.076
17,0%
102.829
24,9%
501.445
18,1%
2007/08
111.044
17,2%
217.716
14,1%
126.396
11,8%
118.977
15,7%
574.133
14,5%
184%
24.063
Totale
scuola
2002/03
202%
44.219
Secondaria
2001/02
Crescita
percentuale
2001-2007
76.662
Secondaria
181.767
186%
394%
216%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Tab. 4.2 L’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%)
Anno scolastico
2001/02
2002/03
2003/04
2004/05
2005/06
2006/07
2007/08
Infanzia
Primaria
2,6
3,4
3,8
4,6
5,0
5,7
6,7
3,0
3,8
4,5
5,4
6,0
6,8
7,7
Secondaria
di I grado
2,7
3,5
4,0
4,8
5,5
6,5
7,3
Secondaria
di II grado
1,1
1,5
1,9
2,3
3,1
3,8
4,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
143
Totale scuola
2,3
3,0
3,5
4,2
4,8
5,6
6,4
Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni
A.S. 2007/2008
Tipo scuola
A.S.2006/07
Alunni stranieri
% su totale alunni
Liceo classico
Alunni stranieri
% su totale alunni
4.131
1,4
3.596
1,2
Liceo scientifico
11.706
1,9
10.212
1,7
Liceo linguistico
432
2,4
394
2,3
Ex Ist. Magistrale
6.082
2,7
5.300
2,4
Istituto Artistico
3.438
3,4
2.936
2,8
Istituto Tecnico
44.809
4,8
38.498
4,1
Ist. Professionale
48.379
8,7
41.893
7,5
118.977
4,3
102.829
3,7
Totale
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori
assoluti)
Regioni
Valle d’Aosta
Infanzia
primaria
Secondaria I Grado
Secondaria II Grado
Totale
271
458
222
223
1.174
Piemonte
11.127
21.346
12.064
10.911
55.448
Lombardia
29.071
53.210
29.548
25.656
137.485
2.736
4.583
2.690
1.966
11.975
14.432
27.619
15.835
12.580
70.466
2.732
5.043
3.027
3.154
13.956
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G
Liguria
3.119
5.945
4.015
4.476
17.555
11.985
24.878
13.763
15.187
65.813
Toscana
8.541
16.864
10.101
9.737
45.243
Umbria
2.739
5.066
2.844
3.039
13.688
Marche
4.522
7.942
4.698
4.950
22.112
Lazio
9.645
21.361
13.037
13.689
57.732
Abruzzo
1.804
3.624
2.234
2.028
9.690
156
385
237
209
987
Campania
1.805
4.746
3.218
3.281
13.050
Puglia
1.828
4.103
2.441
2.301
10.673
1.306
Emilia Romagna
Molise
Basilicata
209
473
329
295
Calabria
1.260
3.045
1.861
1.692
7.858
Sicilia
2.581
5.883
3.356
2.906
14.726
Sardegna
ITALIA
481
1.142
876
697
3.196
111.044
217.716
126.396
118.977
574.133
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
144
Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni,
a.s. 2007/08 (%)
Regioni
Valle d’Aosta
Piemonte
Lombardia
Trentino A.A.
Veneto
Friuli V.G.
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
Italia
Infanzia
Primaria
7,8
10,1
10,9
8,7
10,6
9
8,5
11,1
9,3
12,2
11,1
6,4
5,3
2
0,9
1,5
1,3
2,1
1,7
1,2
6,7
8,1
11,4
12
8,4
12,1
10,1
9,6
13,6
11,1
13,6
11,5
8,3
6,2
2,7
1,4
1,9
1,7
3,1
2,2
1,6
7,7
Secondaria
I Grado
6,7
10,8
11,5
8,2
11,8
10,3
10,6
13,2
11,2
12,7
11,3
8,2
6
2,6
1,5
1,8
1,8
2,9
1,9
1,9
7,3
Secondaria
II Grado
4,6
6,7
7
4,9
6,4
6,8
7,6
9,3
6,6
7,9
6,9
5,3
3,1
1,2
0,9
1
0,8
1,4
1
0,8
4,3
Totale
6,8
9,7
10,3
7,5
10,2
8,9
9
11,8
9,4
11,4
9,9
7
5
2,1
1,2
1,5
1,3
2,3
1,7
1,3
6,4
Incidenza pop. straniera
su tot. pop. regionale, %
5,2
7,1
8,5
7,0
8,4
6,8
5,6
8,6
7,5
8,6
7,4
7,0
4,5
2,0
2,0
1,6
1,6
2,5
2,0
1,5
5,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo
1988/89-2007/08
Regione
Emilia Romagna
Umbria
Lombardia
Veneto
Marche
Piemonte
Toscana
Liguria
Friuli V. G.
Lazio
Abruzzo
Calabria
Molise
Sicilia
Puglia
Basilicata
Sardegna
Campania
Totale Italia
1998/99
2,6
2,0
2,1
1,6
1,5
1,6
1,9
1,4
1,8
1,2
0,6
0,2
0,2
0,2
0,3
0,1
0,2
0,1
1,1
2001/02
4,8
4,3
3,8
3,7
3,8
3,2
3,7
3,5
3,4
2,3
1,6
0,6
0,4
0,5
0,7
0,4
0,3
0,3
2,3
2004/05
8,4
7,8
7,0
7,0
7,1
6,5
6,3
6,3
5,9
4,5
3,1
1,1
1,0
0,9
1,0
0,8
0,7
0,6
4,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
145
2006/07
10,7
10,1
9,2
9,0
8,8
8,5
8,4
7,9
7,8
6,0
4,2
1,8
1,5
1,3
1,3
1,1
1,1
1,0
5,6
2007/08
11,8
11,4
10,3
10,2
9,9
9,7
9,4
9,0
8,9
7,0
5,0
2,3
2,1
1,7
1,5
1,3
1,3
1,2
6,4
Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana,
a.s. 2007/08
Province
Infanzia
Primaria
Secondaria I Grado
Secondaria II Grado
Totale
Milano
11.119
19.732
11.274
11.273
53.398
Roma
7.585
16.887
10.250
11.157
45.879
Torino
5.242
10.527
5.959
6.293
28.021
Brescia
5.195
9.365
4.938
3.963
23.461
Treviso
3.066
6.483
3.709
2.945
16.203
Bergamo
3.450
6.428
3.667
2.576
16.121
Vicenza
3.235
6.038
3.366
2.608
15.247
Firenze
2.754
6.112
3.098
2.835
14.799
Verona
3.244
5.707
3.112
2.230
14.293
Bologna
2.529
5.175
2.703
2.599
13.006
Modena
2.481
4.732
2.617
2.729
12.559
Padova
2.353
4.489
2.650
2.189
11.681
Perugia
2.228
4.085
2.278
2.432
11.023
Genova
1.865
3.263
2.290
2.814
10.232
Reggio Emilia
Totale nazionale
1.683
4.000
2.096
2.067
9.846
111.044
217.716
126.396
118.977
574.133
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.8 Le province con un’incidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli
alunni superiore al 12%, a.s. 2007/08
Province
Infanzia
Primaria
Secondaria I Grado
Secondaria II Grado
Totale
Mantova
17,2
17,9
17,4
8,8
15,3
Prato
15,0
17,5
17,6
10,3
15,1
Piacenza
15,0
17,5
16,5
11,3
15,1
Reggio Emilia
11,9
16,4
15,3
10,8
13,6
Modena
13,5
15,3
14,5
9,4
13,2
Brescia
14,6
15,6
14,2
8,3
13,2
Cremona
14,4
15,8
13,6
8,1
13,0
Alessandria
13,1
15,3
14,8
7,9
12,8
Asti
13,2
14,8
14,1
8,5
12,7
Pordenone
13,2
14,3
14,8
8,1
12,6
Parma
11,9
14,1
14,0
10,0
12,5
Treviso
12,0
14,9
14,6
7,9
12,4
Perugia
13,0
14,6
13,6
8,2
12,4
Macerata
13,3
14,3
14,3
6,6
12,1
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
146
Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la più alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli
alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08
Comune capoluogo
a.s. 2006/07
a.s.2007/08
Prato
13,7
15,2
Milano
14,2
15,0
Alessandria
13,9
14,8
Torino
12,6
14,2
Reggio Emilia
13,0
14,0
Piacenza
11,7
13,7
Cremona
11,9
13,5
Brescia
11,8
13,0
Pordenone
11,1
12,5
Vicenza
10,7
12,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei comuni non capoluogo,
a.s. 2007/08
Comune
Provincia
Incidenza su tot. alunni
Porto Recanati
Macerata
25,8
Calcinato
Brescia
25,2
Susegana
Treviso
24,8
Crevalcore
Bologna
23,7
Soresina
Cremona
23,6
Carpenedolo
Brescia
23,3
Martinsicuro
Teramo
23,1
Novi di Modena
Modena
22,6
Castel San Giovanni
Piacenza
22,5
Vobarno
Brescia
22,3
Spresiano
Treviso
22,2
Novellara
Reggio Emilia
21,9
Fornovo di Taro
Parma
21,6
Borgonovo Val Tido
Piacenza
21,5
San Damiano D’Asti
Asti
21,1
Santa Croce Arno
Pisa
20,6
Asolo
Treviso
20,6
Bibbiena
Arezzo
20,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
147
Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria
anni 2005-2006-2007)
1-5%
6-10%
11-20%
oltre 20%
Rep. Ceca
Belgio
Austria
Germania
Danimarca
Cipro
Gran Bretagna
Lussemburgo
Finlandia
Grecia
Estonia
Svizzera
Ungheria
Irlanda
Francia
Lituania
Italia
Lettonia
Malta
Norvegia
Olanda
Polonia
Spagna
Svezia
Portogallo
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
II.4.2 Le scuole con alunni stranieri
Nell’anno scolastico 2007/08, oltre il 71,3 per cento delle scuola
registrava la presenza di alunni stranieri, con una crescita negli ultimi
quattro anni del 17 per cento, mentre solo poco più di un quarto delle
scuole non ha stranieri tra i suoi alunni (tab. 4.12). Nel complesso,
sono oltre 40.000 le scuole italiane con alunni stranieri, la maggior parte
delle quali ha una presenza di alunni stranieri inferiore al 10 per cento
del totale, in linea con l’incidenza media nazionale (tab. 4.13).
Analizzando la distribuzione geografica delle scuole con alunni stranieri,
si ripete un quadro simile a quello osservato riguardo l’incidenza degli
alunni stranieri nelle varie regioni. Nelle regioni del Nord-Ovest,
del Nord-Est e del Centro più dell’80 per cento delle scuole ha una
presenza di alunni stranieri, mentre al Sud e nelle Isole la percentuale è
rispettivamente del 46 per cento e del 40 per cento (tab. 4.14).
Questa situazione riflette in maniera eloquente la dinamica di
distribuzione della popolazione straniera residente in Italia. Un dato
interessante emerge dalla lista delle province che contano il maggior
numero di scuole a forte presenza straniera (quelle con più del 20
per cento della popolazione scolastica). In questo caso compaiono
naturalmente le grandi città, ma ancora una volta c’è una forte presenza
delle province non capoluogo di regione, con Brescia che appare subito
dopo Milano e Perugia alle spalle di Roma (tab. 4.15). In generale,
148
questi dati indicano che la stabilizzazione della presenza straniera è
osservabile principalmente nei centri di medie dimensioni e di forte
industrializzazione.
Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nell’ultimo
quadriennio (%)
Anno scolastico
Scuole
Scuole
con alunni stranieri
senza alunni stranieri
60,7
39,3
2004/05
2005/06
64,5
35,5
2006/07
67,1
32,9
2007/08
71,3
28,7
Var. % 04/08
17,5
-27,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s.
2007/08
Non presenti
Scuola statale
Scuola non statale
Totale
9.867
6.582
16.449
Minore del 10%
21.614
5.370
26.984
Tra 10% e 20%
8.016
1.693
9.709
Tra 20% e 30%
2.310
483
2.793
Tra 30% e 40%
637
138
775
Tra 40% e 50%
208
55
263
Tra 50% e 60%
89
30
119
Tra 60% e 70%
38
6
44
Tra 70% e 80%
15
4
19
80% e oltre
10
12
22
42.804
14.373
57.177
Totale
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
149
Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geografica, a.s. 2006/07 (%)
Scuole con stranieri
Scuole senza stranieri
Nord-Ovest
83,2
16,8
Nord-Est
84,2
15,8
Centro
82,1
17,9
Sud
46,2
53,8
Isole
40,3
59,7
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri,
a.s. 2007/08
Scuole valore ass.
%
Milano
202
6,1
Brescia
157
4,7
Roma
151
4,6
Perugia
129
3,9
Treviso
123
3,7
Mantova
121
3,7
Torino
115
3,5
Bergamo
108
3,3
Modena
99
3,0
Bologna
95
2,9
Vicenza
95
2,9
Verona
89
2,7
Reggio Emilia
87
2,6
Cremona
78
2,4
Firenze
74
Totale Italia
3.307
2,2
100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
II.4.3 La dispersione scolastica
La dispersione scolastica è nettamente più alta tra gli alunni stranieri che
tra quelli italiani. Nel 2007/08 i ripetenti stranieri erano oltre 21.000, più
della metà dei quali frequentavano scuole secondarie di secondo grado
(tab. 4.16).
In ogni ordine di scuola, la percentuale di stranieri ripetenti è più elevata di
quella degli italiani. In totale, la percentuale di ripetenti stranieri sul totale
di stranieri frequentanti è del 4,5 per cento, mentre la stessa percentuale
relativa agli alunni italiani è del 3,4 per cento (tab. 4.17).
150
La stessa distanza è evidente se si guarda alla percentuale di alunni in ritardo.
Mentre tra la popolazione scolastica italiana la percentuale di alunni in
ritardo è dell’11,6 per cento, tra gli alunni stranieri la percentuale è del 42,5
per cento. Particolarmente alta è la percentuale di alunni stranieri in ritardo
nella scuola secondaria di secondo grado, pari al 71,8 per cento, contro il
24,4 per cento degli alunni italiani. Il divario resta molto elevato anche nella
scuola secondaria di primo grado (51 per cento contro 6,8 per cento) e in
quella primaria (31,1 per cento contro 1,8 per cento) (tab. 4.18).
Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s.
2007/08
Primaria
Secondaria
I grado
Secondaria
II grado
Totale
Nord-Ovest
697
2.921
3.973
7.591
Nord-Est
612
2.132
2.971
5.715
Centro
437
1.983
2.976
5.396
Sud
187
626
746
1.559
Isole
115
300
345
760
2.048
7.962
11.011
21.021
Area geografica
Totale Italia
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Tab. 4.17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di
istruzione, a.s. 2007/08 (%)
Area
geografica
Alunni stranieri ripetenti
per 100 alunni stranieri frequentanti
Alunni italiani ripetenti
per 100 alunni italiani frequentanti
Primaria
Secondaria I
grado
Secondaria II
grado
Totale
Primaria
Secondaria
I grado
Secondariaa
II gradoo
Totale
Nord-Ovest
0,9
6,4
9,6
4,5
0,2
2,5
6,7
3,1
Nord-Est
1,0
6,0
9,0
4,4
0,2
2,1
6,1
2,8
Centro
0,9
6,5
9,5
4,8
0,2
2,2
6,6
3,2
Sud
1,1
6,1
7,6
4,3
0,2
2,4
6,6
3,3
Isole
1,6
7,1
9,6
5,1
0,4
5,2
9,2
5,0
Totale
Italia
0,9
6,3
9,3
4,5
0,2
2,7
6,9
3,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
151
Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico
(per 100 alunni), a.s. 2007/08
Scuola
primaria
secondaria I grado
Italiani
Stranieri
1,8
31,1
6,8
secondaria II grado
24,4
Totale
11,6
51,7
71,8
42,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
II.4.4 Gli studenti stranieri e l’istruzione universitaria e postuniversitaria
L’incidenza degli stranieri sugli iscritti all’università è in lenta ma costante
crescita. Dal 1998/99 al 2007/08, la percentuale di stranieri iscritti sul
totale degli studenti iscritti è passata dall’1,4 per cento al 2,8 per cento,
quella dei laureati dall’1,1 per cento all’1,7 per cento (tab. 4.19).
Se guardiamo alle provenienze degli iscritti stranieri nelle università
italiane, in più del 60 per cento dei casi si tratta di stranieri provenienti
dall’Europa, dei quali il 26 per cento proviene dall’Unione Europea e il
35 per cento proviene da altri paesi europei. Sono gli studenti stranieri
di origine nord-americana e dell’Oceania i meno presenti nelle università
italiane (tab. 4.20).
Stando ai dati relativi alle iscrizioni del 2005/06, la facoltà con più iscrizioni
di studenti stranieri è Medicina, alla quale si sono iscritti nell’anno
considerato il 22,1 per cento degli studenti stranieri. Una quota consistente
si è iscritto inoltre a facoltà umanistiche e sociali, che insieme attraggono il
26 per cento degli studenti stranieri (tab. 4.21).
Per misurare più direttamente la capacità attrattiva del sistema universitario
italiano, si può confrontare il numero di studenti stranieri iscritti con quello
degli altri paesi europei. L’incidenza degli iscritti stranieri sul totale degli
iscritti nelle università in Italia nel 2006 si colloca molto al di sotto sia della
media UE sia della media OCSE, con un’incidenza pari al 2,4 per cento. Nel
Regno Unito l’incidenza è del 17,9 per cento, in Germania 11,4 per cento, in
Francia 11,2 per cento, in Spagna 2,9 per cento (tab. 4.22).
Per quanto riguarda i corsi post-universitari, l’incidenza sul totale degli
152
iscritti nell’anno accademico 2005/2006 era il 3,3 per cento, più elevata
rispetto a quella degli studenti stranieri iscritti all’università. La maggior
parte degli stranieri iscritti a corsi post-universitari proveniva dall’Europa.
In particolare il 28 per cento proveniva dai paesi della UE 25 e il 22,5 per
cento dall’Europa non UE (tab. 4.23).
Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08
(valori assoluti e composizione %)
Anni
accademici
Immatricolati
Stranieri
Iscritti
Stranieri
Laureati
Stranieri
totale
per 100 immatricolati
totale
per 100 iscritti
totale
per 100
laureati
1998/99
4.738
1,5
23.088
1,4
1.571
1,1
2002/03
7.188
2,2
31.343
1,8
2.388
1,2
2003/04
8.191
2,4
35.299
1,9
2.863
1,2
2004/05
8.758
2,6
38.298
2,1
3.505
1,3
2005/06
9.113
2,8
41.589
2,3
4.438
1,5
2006/07
10.268
3,3
47.521
2,6
5.027
1,7
2007/08
11.498
3,7
51.790
2,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica
Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08
Continente
Immatricolati
%
iscritti
%
UE (27 paesi)
2.675
23,3
13.454
26,0
altri paesi europei
3.378
29,4
18.357
35,4
Asia
2.378
20,7
7.939
15,3
Africa
1.891
16,4
5.758
11,1
Sud America
968
8,4
3.752
7,2
Nord America
165
1,4
835
1,6
Oceania
non definito
Totale
4
0,03
39
0,08
39
0,3
1.656
3,2
11.498
100
51.790
100
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica
153
Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06
Area di studio
Valori assoluti
Composizione %
Stranieri
per 100 iscritti
Medica
9.179
22,1
Umanistica
5.491
13,2
3
Sociale
5.462
13,1
2,5
2,2
4,8
Economica
4.589
11
Ingegneria dell’informazione
3.487
8,4
2
Giuridica
3.138
7,5
1,4
Architettura e ingegneria c.
2.398
5,8
2,1
Giornalismo ed informaz.
1.093
2,6
1,7
Artistica
1.067
2,6
1,4
Scienze naturali
1.064
2,6
1,5
912
2,2
2,6
Informatica
Scienze della formazione
777
1,9
0,8
Servizi alla persona
556
1,3
1,6
Ingegneria industriale
495
1,2
4,1
Veterinaria
361
0,9
3,2
Fisica
357
0,9
1,4
Agraria
341
0,8
1,1
Matematica
297
0,7
1,9
Servizi sociali
249
0,5
1,4
Servizi per la sicurezza
140
0,3
7,4
Ambientale
115
0,2
0,9
21
0,1
1,6
2
0
2,5
Servizi per i trasporti
Formazione insegnanti
Totale
41589
100
2,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR - Ufficio di Statistica
Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei
(per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006
Paese
%
Regno Unito
Belgio
Germania
Francia
Norvegia
Paesi Bassi
Svezia
Portogallo
Finlandia
Spagna
Grecia
Italia
Media Ue
17,9
12,1
11,4
11,2
6,7
6,1
4,6
4,6
2,9
2,9
2,5
2,4
8,9
Media Ocse
9,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OCSE
154
Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari nelle università italiane
per provenienza geografica e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006
Continente
Scuole di Dottorati
specializzazione di ricerca
Master
universitari
Totale
stranieri
Totale
italiani
Distribuzione
Incidenza stranieri
%
su totale iscritti, %
provenienza
Europa -UE 25
322
489
587
1398
Europa
202
423
501
1126
22,5
Asia
152
426
304
882
17,7
45
283
380
708
14,2
121
194
205
520
10,4
5,5
Sud Amercia
Africa
26
90
159
275
Oceania
Nord America
1
4
7
12
Non definito
7
17
49
73
Totale
876
1926
2192
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MIUR- Ufficio Statistica
155
4994
28
0,2
149.612
1,5
100
3,3
APPROFONDIMENTO 1
L’integrazione degli alunni stranieri secondo gli insegnanti italiani
I risultati provengono da un’indagine realizzata da Nomisma per conto
dell’Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola
(ANP) per rilevare la percezione dei docenti riguardo alle questioni che si
trovano ad affrontare nella loro professione.
L’integrazione degli alunni di cittadinanza straniera risulta essere una
sfida fondamentale da affrontare per un quinto dei professori intervistati.
Questa cifra varia però molto in relazione al livello della scuola in cui
viene esercitato l’insegnamento. Ad esempio, la preoccupazione sembra
essere maggiore per gli insegnanti della scuola primaria e degli istituti di
istruzione secondaria di secondo grado, mentre negli istituti d’arte e nelle
scuole medie la preoccupazione sembra essere più contenuta (tab. A).
Analizzando i dati per ripartizione geografica, per un insegnante su
quattro che lavora negli istituti del Nord Italia l’integrazione degli alunni
stranieri sarà una delle sfide più importanti da affrontare per la scuola del
prossimo futuro. La percentuale scende per gli insegnanti che lavorano
negli istituti del Centro-Sud, dove l’incidenza di alunni stranieri è più
bassa (tab. B)
Tab. A Le principali sfide che la professione dovrà affrontare: analisi per tipologia di scuola
(Risposta multipla, valori percentuali)
Sfide che la professione
dovrà affrontare
Recuperare legittimazione
sociale per la professione
Abbattere l’insuccesso
scolastico
Introdurre metodologie
didattiche interattive e
collaborative
Realizzare l’integrazione di
studenti stranieri
Accettare la valutazione
delle proprie prestazioni
professio
Sviluppare la valutazione
per competenze
Non risponde
Altro
Totale
TIPOLOGIA DI ISTITUTO IN CUI ESERCITA L INSEGNAMENTO NELL AS 2008-2009
Istituto di
Secondaria
Istituto
Istituto
Istituto
istruzione
professionale
Primaria
di primo
Liceo
comprensivo
tecnico
secondaria di
grado
/ Istituto d’arte
II grado
Totale
45,2
43,2
46,0
52,1
50,8
41,7
43,8
46,2
41,3
48,1
46,0
27,7
31,8
43,7
29,5
39,8
36,9
43,4
34,6
38,3
47,3
50,5
38,6
38,8
20,0
15,2
20,9
17,4
16,3
11,4
25,6
19,4
13,3
12,7
16,3
33,0
29,3
21,2
20,3
18,8
15,7
19,0
13,7
15,1
13,4
16,5
31,4
17,0
2,4
0,5
100,0
1,5
0,1
100,0
1,1
0,4
0,4
1,0
100,0 100,0
0,4
0,8
100,0
1,8
0,7
0,9
100,0
1,3
0,5
100,0
Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008
156
100,0
Tab. B Le principali sfide che la professione dovrà affrontare: analisi per area geografica
(risposta multipla, valori percentuali)
Sfide che la professione dovrà affrontare
Nord
Centro
Sud
Totale
Recuperare legittimazione sociale per la professione
44,8
47,6
47,1
46,2
Abbattere l’insuccesso scolastico
34,5
40,8
44,9
39,8
Introdurre metodologie didattiche interattive e collaborative
38,1
39,5
39,2
38,8
Realizzare l’integrazione di studenti stranieri
24,6
16,3
15,4
19,4
Accettare la valutazione delle proprie prestazioni professionali
23,9
17,1
14,3
18,8
Sviluppare la valutazione per competenze
18,6
16,5
15,6
17,0
Non risponde
1,0
1,5
1,5
1,3
Altro
0,6
0,5
0,4
0,5
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
Fonte: Indagine Nomisma-Anp, La professione docente, 2008.
157
II.5 La salute degli stranieri e l’accesso ai servizi sanitari
II.5.1 Le condizioni di salute degli stranieri
Le informazioni sullo stato di salute degli stranieri sono ricavate principalmente
dall’indagine Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari, svolta da
Istat nel 2005 e resa pubblica nel 2008. Da questa indagine emergono una serie
di informazioni che ci permettono di completare il quadro sulle condizioni di
vita degli stranieri in Italia.
Per cominciare, la percentuale di cittadini stranieri tra i 14 e i 64 anni che
ritiene di essere in buona salute è più alta di quella degli italiani. Mentre
infatti l’85 per cento dei maschi stranieri dichiara di stare bene o molto bene,
per gli italiani la percentuale scende al 75,5 per cento. Per le donne vale lo
stesso: il 75,1 per cento delle donne straniere dichiarava di stare bene o molto
bene, contro il 68,1 per cento delle donne italiane (tab. 5.1).
Un secondo indicatore delle condizioni di salute degli stranieri in Italia è il
numero di persone affette da almeno una malattia acuta nelle quattro settimane
precedenti l’intervista. Anche in questo caso, la percentuale di stranieri sotto i
65 anni che ha sofferto di una malattia acuta è inferiore a quella degli italiani
(22,8 per cento contro 27,4 per cento). Di nuovo, la percentuale di maschi
stranieri che ha sofferto una malattia nelle quattro settimane precedenti
l’intervista è inferiore a quella delle donne; la proporzione però è simile a
quella che si riscontra per la popolazione italiana (tab. 5.2).
In generale, dai dati emerge che, in media, la popolazione straniera
residente in Italia gode di uno stato di salute migliore rispetto a quella della
popolazione italiana. I dati non tengono conto della componente irregolare
dell’immigrazione.
Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005
(tassi standardizzati per età)
Bene/molto bene
Maschi
Italiani
Stranieri
Discretamente
Femmine
Maschi
Male/molto male
Femmine
Maschi
Femmine
75,5
68,1
22,0
28,7
2,5
3,3
85
75,1
13,8
22,7
1,2
2,2
Fonte: Istat
158
Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione
di età inferiore ai 65 anni nelle quattro settimane precedenti l’intervista, per cittadinanza e
genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone)
Tassi standardizzati
M
Persone con almeno una malattia acuta
Stranieri
Italiani
F
MeF
M
F
MeF
20,9
24,8
22,8
25,5
29,4
27,4
Malattie del sistema osteomuscolare
2,9
3,4
3,1
3,6
4,8
4,2
Malattie dell’apparato digerente e denti
2,3
3,6
2,9
3,0
3,8
3,4
Traumatismi e avvelenamenti
3,3
1,3
2,3
2,9
2,1
2,5
Malattie del sistema nervoso
1,1
3,0
2,1
2,2
4,5
3,3
Altre malattie
1,0
2,1
1,6
1,7
2,4
2,1
Malattie dell’apparato circolatorio
1,2
1,6
1,4
1,4
1,8
1,6
Disturbi psichici
0,6
0,8
0,7
0,7
1,1
0,9
Malattie della pelle e tessuto sottocutaneo
0,4
1,0
0,7
0,5
0,8
0,6
Malattie dell’apparato genito-urinario
0,6
0,7
0,6
0,3
0,4
0,4
Malattie dell’apparato respiratorio
Malattie degli occhi e delle orecchie
10,9
0,7
12,3
0,6
11,6
0,6
13,8
0,7
14,9
0,8
14,3
0,7
Fonte: Istat
II.5.2 La prevenzione
Per quanto riguarda il ricorso ad esami di prevenzione, la popolazione
straniera si sottopone in genere meno frequentemente a controlli preventivi
(le categorie di controllo considerate sono per il colesterolo, la glicemia e la
pressione arteriosa).
Di media, il 40 per cento della popolazione straniera maschile non si sottopone
ad alcun controllo, contro meno del 25 per cento tra la popolazione maschile
di cittadinanza italiana. La popolazione femminile straniera fa più ricorso
a controlli di prevenzione rispetto alla controparte maschile, ma comunque
meno rispetto alla popolazione femminile italiana: circa un’italiana su cinque
non si sottopone ad alcun controllo per il colesterolo e la glicemia, mentre per
la popolazione femminile straniera la proporzione è di una su tre (tab. 5.3).
Si rilevano inoltre sostanziali differenze in merito al ricorso alla mammografia
e al pap-test. Mentre il 73 per cento delle donne italiane nella fascia di età
50-64 si è sottoposta a mammografia nell’anno precedente, solo il 42,9 per
cento delle donne straniere ha fatto altrettanto (tab. 5.4). Anche in merito al
pap-test, le differenze sono notevoli, anche se più contenute. Nella fascia di
età 25-64, circa il 71 per cento delle donne italiane si è sottoposta a pap-test,
contro il 51 per cento delle donne straniere (tab. 5.5).
159
Tab. 5.3 Persone di 18 anni e più che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia
e pressione arteriosa per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
Colesterolo
almeno
una
Cittadinanza
volta
all’anno
ogni
2-4
anni
5
anni
e più
Italiana
45,0
20,1
10,0
24,8 Straniera
29,3
15,4
11,4
43,7 MASCHI
FEMMINE
Glicemia
almeno
nessun
una
controllo
volta
all’anno
Pressione arteriosa
almeno
nessun
una
controllo
volta
all’anno
ogni
2-4
anni
5
anni
e più
45,6
19,9
10,0
24,5 55,0
14,8
8,2
22,0
31,2
15,4
11,1
42,2 37,4
12,7
10,8
39,1
ogni
2-4
anni
5
anni
e più
Italiana
49,9
21,5
8,3
20,3 50,4
21,4
8,4
19,9 61,1
15,0
6,6
Straniera
35,5
18,6
9,6
36,3 35,8
18,5
9,7
36,0 47,5
13,0
8,5
MASCHI E FEMMINE
nessun
controllo
17,3
31,0
Italiana
47,5
20,8
9,1
22,5 48,0
20,7
9,2
22,2 58,1
14,9
7,4
19,7
Straniera
32,4
17,0
10,5
40,1 33,5
16,9
10,4
39,5 42,3
12,8
9,7
35,2
32,4
17,0
10,5
40,1 33,5
16,9
10,4
39,5 42,3
12,8
9,7
35,2
Straniera
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammografia per classi di età e
cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100 persone)
Età raccomandata per la mammografia
Cittadinanza
50-55
50-55
60-64
Totale
50-64
Italiana
73,0
74,7
71,3
73,1
Straniera
40,9
47,6
40,8
42,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test,
per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età)
Cittadinanza
Età raccomandata per il pap test
25-29
30-34
35-44
45-54
55-64
Totale
25-64
Italiana
44,8
63,6
74,9
80,7
77,0
71,8
Straniera
40,3
56,8
50,8
56,8
55,9
51,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
160
II.5.3 Il ricorso alle prestazioni sanitarie
Anche nel ricorso a prestazioni sanitarie esiste un divario netto tra la
popolazione straniera e quella italiana: in media la popolazione straniera
sotto i 65 anni fa meno ricorso degli italiani a prestazioni sanitarie.
In particolare, il divario è consistente per quanto riguarda le visite
specialistiche, alle quali solo il 9 per cento degli stranieri ha fatto ricorso
nelle quattro settimane precedenti l’intervista, contro il 14 per cento degli
italiani. Le uniche importanti eccezioni sono il ricorso al consultorio familiare
e le prestazioni di pronto soccorso, alle quali gli stranieri accedono più
frequentemente rispetto agli italiani (tab. 5.6). Da notare anche la marcata
differenza di genere tra gli stranieri: le donne straniere fanno ricorso alle
prestazioni sanitarie molto più frequentemente degli uomini, con percentuali
superiori anche a quelle degli uomini italiani, pur restando al di sotto della
media delle donne italiane (tab. 5.6).
Se guardiamo alle motivazioni che spingono alla scelta della struttura dove
effettuare le visite specialistiche, la fiducia nella struttura e la vicinanza
alla struttura sono i due fattori che orientano la scelta sia degli stranieri
sia degli italiani. Tuttavia, mentre per circa un italiano su dieci è il fattore
economico ad orientare la scelta, per gli stranieri il rapporto è di uno su
cinque. Il motivo economico pesa per gli italiani meno che l’attesa, mentre
per gli stranieri viene subito dopo la fiducia e la vicinanza della struttura
(tab. 5.7).
Il ricorso al medico di famiglia non mostra sostanziali differenze tra stranieri
e italiani. In media, il 60,6 per cento degli stranieri tra i 18 e i 64 anni si
rivolge al medico di famiglia per decisioni importanti, contro il 63,2 per
cento degli italiani. La differenza è più marcata tra la popolazione maschile,
all’interno della quale il 63 per cento degli italiani si rivolge al medico di
famiglia per decisioni importanti contro il 58,9 per cento degli stranieri.
Le percentuali sono tuttavia diverse per quanto riguarda la fiducia riposta
nel medico di famiglia confrontata con la fiducia riposta nello specialista
privato. Dai dati osservati emerge come in media gli stranieri abbiano
un’elevata fiducia nel medico di famiglia: il 68,6 per cento degli stranieri
ripone infatti fiducia nel medico di famiglia contro il 60,9 per cento degli
italiani. In maniera speculare, la fiducia nello specialista privato è molto più
161
elevata tra la popolazione italiana (35,9 per cento) che tra quella straniera
(15,9 per cento) (tab. 5.8).
Alcune sostanziali differenze emergono anche per quanto riguarda alcuni
indicatori del percorso della maternità. Innanzitutto, lo scarto più evidente
si ha riguardo alle strutture utilizzate per l’assistenza durante la gravidanza.
Mentre le donne straniere si rivolgono nel 57,6 per cento dei casi ad un
ginecologo che lavora in una struttura pubblica, solo il 16,5 per cento delle
italiane fa altrettanto. Anche per quanto riguarda il ricorso alle visite di
consultorio, il 38,3 per cento delle donne straniere vi fa ricorso durante
la maternità, contro il 13,7 per cento delle italiane. Relativamente agli
indicatori di assistenza, in media le donne italiane fanno più ricorso a visite,
ecografie e parto cesareo rispetto alle donne straniere, mentre queste ultime
fanno maggiormente ricorso all’allattamento al seno rispetto alle italiane
(tab. 5.9).
Rispetto all’incidenza dei ricoveri stranieri sul totale dei ricoveri, a livello
sia nazionale che regionale, dal 2003 al 2006 l’incidenza è in crescita
costante, essendo passata dal 3,1 per cento dei ricoveri complessivi al 4,3
per cento. Si tratta di una percentuale sempre inferiore all’incidenza della
popolazione straniera sul totale della popolazione italiana a fine anno. A fine
2003, infatti, l’incidenza della popolazione straniera era del 3,4 per cento,
mentre a fine 2006 era del 5 per cento. La popolazione straniera dunque fa
ricorso ai ricoveri in maniera meno che proporzionale rispetto alla propria
presenza sul territorio e meno rispetto alla popolazione italiana.
Anche a livello regionale si rileva una spaccatura tra le regioni del CentroNord e quelle del Sud Italia. In queste ultime, infatti, l’incidenza dei ricoveri
di cittadini stranieri è costantemente al di sotto del 2 per cento, mentre
è quasi ovunque in crescita e superiore comunque al 3 per cento in tutte
le regioni del Centro-Nord. Tra le regioni a maggior incidenza di ricoveri
di cittadini stranieri figurano nel 2006 il Trentino-Alto Adige, il Veneto,
l’Emilia-Romagna, l’Umbria e la Lombardia. Sicilia, Basilicata e Molise
sono invece le regioni a minor incidenza di ricoveri di cittadini stranieri nel
2006 (tab. 5.10).
162
Tab. 5.6 Popolazione fino a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza
e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
Almeno
una
visita*
Visite
generiche o
pediatriche*
Visite
Almeno un
specialistiche* accertamento*
Accertamenti
specialistici*
Ricoveri**
Pronto
soccorso**
Consultorio
familiare**
Maschi
Italiani
20,0
11,8
11,5
8,9
4,2
2,1
4,5
0,5
Stranieri
14,4
10,0
5,9
5,7
2,4
1,4
7,7
1,1
Femmine
Italiani
27,1
15,6
16,4
12,7
7,1
2,6
3,7
2,3
Stranieri
21,2
13,3
12,3
8,4
4,8
2,9
4,6
2,9
Totale
Italiani
23,5
13,7
14,0
10,8
5,6
2,4
4,1
1,4
Stranieri
17,7
11,6
9,1
7
3,6
2,1
6,2
2,0
* Ricorso nelle quattro settimane precedenti l’intervista.
** Ricorso nei tre mesi precedenti l’intervista.
Fonte: Istat
Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro
settimane precedenti l’intervista per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi
standardizzati per età)
Maschi
Femmine
Totale
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Vicinanza struttura
24,9
36,6
21,0
28,8
22,6
31,6
Motivo economico
8,3
19,3
8,0
20,1
8,1
19,8
Fiducia nella struttura
52,3
40,6
55,2
44,4
54,0
43,1
Attesa
11,2
10,6
11,6
13,0
11,4
12,2
Accoglienza
7,2
3,3
7,8
13,3
7,6
9,7
Altro strumento
2,6
0,3
2,3
1,9
2,5
1,3
Fonte: Istat
163
Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti
e la figura professionale per la quale dichiarano maggiore fiducia, per cittadinanza e genere, 2005
(tassi standardizzati per età)
Cittadinanza
Si rivolge al medico di famiglia
per decisioni importanti
Fiducia nello specialista
privato
Fiducia nel medico di famiglia
Maschi
Italiani
63,1
61,5
34,0
Stranieri
58,9
67,9
13,6
Femmine
Italiani
63,2
60,3
37,8
Stranieri
62,4
69,4
18,2
Totale
Italiani
63,2
Stranieri
60,9
60,6
35,9
68,6
15,9
Fonte: Istat
Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternità per le donne che hanno partorito
nei cinque anni precedenti l’intervista per cittadinanza e paese di origine, 2005
(tassi standardizzati per età)
Italiane
Straniere
Strutture utilizzate per l’assistenza durante la gravidanza Marocchine
Rumene
57,6
57,6
75,0
50,6
26,7
60,3
31,9
41,0
66,7
77,0
Ginecologo che lavora in una struttura pubblica
16,5
Consultorio
13,7
38,3
88,4 63,1
Indicatori di assistenza
Informazione su diagnosi prenatale
VISITE
di cui
Albanesi
Prima visita entro il primo trimestre
94,6
88,5
84,3
87,9
82,9
Quattro e più visite
93,2
87,3
90,3
90,8
89,5
ECOGRAFIE
Prima ecografia entro il primo trimestre
88,3 68,5
48,4
72,8
69,5
Quattro e più ecografie
79,9 64,2
77,6
61,9
55,9
PARTO CESAREO
35,9 24,9
28,7
30,8
18,0
ALLATTAMENTO AL SENO
80,7 88,0
100,0
79,4
94,4
PARTO CESAREO
35,9
24,9
28,7
30,8
18,0
80,7 88,0
100,0
79,4
94,4
ALLATTAMENTO AL SENO
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
164
165
428.728
Calabria
370.240
12.818.905
398.085
4.460
12.689
4.585
179
13.983
16.812
300
5.173
48.241
8.656
8.684
29.763
40.368
15.958
3,1
1,2
1,0
1,1
0,2
1,7
1,4
0,4
1,4
3,6
3,0
4,6
4,2
4,5
4,0
3,7
4,4
7,3
3,7
4,5
4,2
4,0
%
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Ministero della Salute
ITALIA
Sardegna
1.297.635
113.857
Basilicata
Sicilia
834.713
Puglia
1.240.830
76.397
Campania
360.774
Lazio
Molise
1.331.107
Marche
Abruzzo
190.311
288.126
Umbria
899.647
705.092
Emilia-Romagna
Toscana
402.359
Liguria
8.029
42.262
949.716
214.177
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
6.766
4.178
94.362
92.758
111.896
P. A. di Bolzano
P. A. di Trento
2.100.682
Lombardia (a)
851
31.786
789.416
20.444
stranieri
Valle d’Aosta
Piemonte
Regioni
ricoveri
Ricoveri
complessivi
2003
12.991.102
374.039
1.323.759
418.784
114.134
836.558
1.299.073
79.211
374.112
1.379.349
292.649
189.102
698.093
900.248
408.171
213.003
935.158
92.500
111.873
2.121.860
20.536
808.890
Ricoveri
complessivi
2004
Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri di cittadini stranieri, 2003-2006
483.432
4.957
12.746
5.224
251
14.076
18.040
415
6.535
55.577
10.186
9.982
33.747
46.129
39.820
9.296
55.947
7.503
5.019
111.532
873
35.577
stranieri
ricoveri
3,7
1,3
1,0
1,2
0,2
1,7
1,4
0,5
1,7
4,0
3,5
5,3
4,8
5,1
9,8
4,4
6,0
8,1
4,5
5,3
4,3
4,4
%
12.966.874
368.971
1.282.974
409.980
112.352
850.965
1.311.597
81.702
373.249
1.443.931
290.345
179.546
691.957
883.378
407.618
211.483
918.501
92.608
111.220
2.120.365
20.687
803.445
Ricoveri
complessivi
2005
508.240
5.409
14.023
7.479
265
14.899
19.341
378
8.043
66.764
11.323
10.513
34.943
50.904
24.108
10.154
54.208
7.823
5.546
121.830
981
39.306
stranieri
ricoveri
3,9
1,5
1,1
1,8
0,2
1,8
1,5
0,5
2,2
4,6
3,9
5,9
5,0
5,8
5,9
4,8
5,9
8,4
5,0
5,7
4,7
4,9
%
12.857.813
333.565
1.305.608
415.373
115.004
864.548
1.310.882
83.723
361.722
1.373.023
293.116
177.086
684.800
878.998
387.505
211.413
902.041
92.924
111.963
2.115.711
20.835
817.973
Ricoveri
complessivi
2006
ricoveri
553.256
5.118
17.063
6.649
275
15.966
22.942
511
8.816
75.604
12.540
11.271
40.283
55.823
23.411
11.014
58.725
8.582
6.010
129.386
1.043
42.224
stranieri
4,3
1,5
1,3
1,6
0,2
1,8
1,8
0,6
2,4
5,5
4,3
6,4
5,9
6,4
6,0
5,2
6,5
9,2
5,4
6,1
5,0
5,2
%
II. 6 La dimensione economica dell’immigrazione:
lavoro e formazione, impresa e sviluppo territoriale
II.6.1 Gli stranieri nel mercato del lavoro: il caso italiano comparato
con i paesi europei
Le forze lavoro e i tassi di attività
L’immigrazione in Italia, come è stato messo in evidenza, è un fenomeno
recente ma che negli anni ha registrato una rapida crescita: nel 2006
l’incidenza degli stranieri sulla forza lavoro è risultata pari all’8,6 per cento,
registrando un aumento di tre punti percentuali rispetto al 2002, con un
trend di crescita tra i più alti a livello europeo (inferiore soltanto a Spagna e
Irlanda) ed una percentuale di occupati stranieri sull’occupazione totale che
si attesta su valori molto simili (tab. 6.1);
il tasso di attività degli stranieri in Italia è più elevato rispetto a quello dei
nativi: nel primo trimestre del 2009 il differenziale tra nativi e stranieri
era superiore a 11 punti percentuali e tale gap è aumentato negli anni (nel
1995 il tasso di attività dei nativi era pari a circa il 57 per cento contro il
66,7 per cento degli stranieri); tale fenomeno è in controtendenza rispetto
alla maggior parte dei paesi OCSE tra cui Germania, Francia, Regno
Unito, Paesi Scandinavi e Paesi Bassi, dove il tasso di attività dei nativi è
decisamente superiore a quello degli stranieri, mentre altri paesi dell’Europa
meridionale, quali Spagna, Portogallo e Grecia hanno una situazione simile
all’Italia, anche se con differenziali dei tassi diversi (tab. 6.2);
i dati evidenziano una forte differenza di genere: è la componente maschile
che genera la superiorità del tasso di attività complessivo nazionale
ed è superiore in particolare nei confronti dei paesi in cui il fenomeno
dell’immigrazione ha una storia più lunga, quali ad esempio Germania e
Francia; il tasso di attività femminile è decisamente meno elevato (59,9
per cento contro l’86 per cento di quello maschile) ed è tra i più bassi se
confrontato con gli altri paesi europei (tab. 6.3); considerando infine l’area
di provenienza, comunitaria ed extra comunitaria, è evidente la differenza a
vantaggio degli stranieri comunitari che presentano un tasso di attività più
elevato, pari a circa il 77 per cento contro il 71 per cento degli stranieri
extracomunitari (tab.6.4).
166
La disoccupazione degli stranieri
Un’altra peculiarità del nostro Paese riguarda il tasso di disoccupazione
degli stranieri, che risulta superiore di tre punti rispetto a quello dei nativi,
ma con una percentuale tra le più basse d’Europa, inferiore di oltre 6 punti
percentuali rispetto alla media dell’Europa a 27 e superiore soltanto rispetto
a Repubblica Ceca, Paesi Bassi e Regno Unito.
Certamente nei territori di vecchia immigrazione dell’Europa centro
settentrionale l’elevata disoccupazione dei lavoratori stranieri riguarda
persone ormai da tempo immigrate coinvolte nelle difficoltà dei processi di
deindustrializzazione; diversamente, in altri paesi come la Spagna, le forti
ripercussioni sugli stranieri sono riconducibili alla crisi (basti pensare che
nel 2007 il tasso di disoccupazione era pari a 12,6 per cento e che nel
2009 è passato al 28,4 per cento) mentre in Italia fino ad oggi gli stranieri
si sono collocati prevalentemente in attività in cui la domanda superava
l’offerta, originando quindi una minore competizione tra gli italiani (tab.
6.5); nel confronto tra stranieri comunitari ed extracomunitari i valori nel
2009 risultano pressoché uguali, mentre i dati evidenziano una differenza
nei generi, a svantaggio anche in questo caso della componente femminile
(12,4 per cento contro 9,1 per cento) (tab. 6.6, 6.7).
Gli occupati dipendenti e indipendenti
Il tasso di occupazione degli stranieri è di oltre 8 punti superiore a quello
degli italiani e di 5 punti percentuali superiore alla media dei paesi
dell’Unione Europea (UE a 27); il differenziale tra gli stranieri e i nativi
nei tassi di occupazione è un fenomeno presente in pochi altri paesi, ed
in particolare riguarda Repubblica Ceca, Grecia, Austria e Portogallo;
osservando l’andamento italiano negli ultimi anni, dal 2007 al 2009, per
gli stranieri non si evidenziano scostamenti rilevanti, mentre si registra una
lieve flessione per i nativi (tab. 6.8);
esaminando la composizione per genere si osserva che il differenziale è
soprattutto maschile; nell’ultimo periodo considerato si è infatti registrato
un tasso di occupazione maschile superiore al 78 per cento, in 5° posizione
tra i paesi europei, superato solo da Grecia, Ungheria, Polonia e Repubblica
Ceca (tab. 6.9);
guardando alle differenze di occupazione tra comunitari ed extracomunitari
167
è ancora osservabile la superiorità dei primi, con un differenziale di oltre
5 punti percentuali (tab. 6.10); la gran parte dei lavoratori stranieri sono
dipendenti (oltre l’82 per cento), assunti a tempo indeterminato (circa l’85
per cento) con un contratto che prevede il tempo pieno (più dell’82 per
cento).
Rispetto ai lavoratori italiani si rileva una quota relativa superiore di circa
1,5 punti percentuali di occupazione temporanea e di circa 4,5 punti
percentuali di occupazione part-time; rispetto agli altri paesi europei, l’Italia
ha un peso relativo più elevato nel lavoro autonomo, pari al 17,5 per cento ed
inferiore solo alla Polonia (tab. 6.11); i dati sulla distribuzione settoriale
evidenziano una concentrazione in alcuni rami di attività: i primi 4 settori
occupano più del 50 per cento degli addetti stranieri totali. Si tratta delle
costruzioni (14,8 per cento), delle manifatture durevoli (13,4 per cento),
delle collaborazioni familiari (11,4 per cento) e della vendita all’ingrosso
(10,8 per cento).
Il confronto con gli altri paesi evidenzia differenze nel peso relativo dei
singoli settori; in particolare il comparto delle costruzioni ha un peso
relativamente elevato in quasi tutti i paesi europei, ma l’Italia ha una quota
inferiore solo rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo; le manifatture durevoli
sono presenti con un peso superiore nella Repubblica Ceca e in Germania;
il commercio all’ingrosso, sebbene importante in Italia, ha un peso relativo
inferiore rispetto a tutti gli altri paesi ed infine le collaborazioni familiari
rivestono un peso relativo marginale in quasi tutti i paesi europei, ad
eccezione di Grecia e Spagna il cui peso relativo è superiore all’Italia (tab.
6.12).
Il livello di istruzione degli occupati stranieri e le qualifiche
L’occupazione degli immigrati tende ad essere polarizzata nelle mansioni
dequalificate rispetto al livello di istruzione, in percentuale molto più
elevate rispetto ai nativi. In Italia nel 2007 la percentuale di occupati con
professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione era pari al 6,9
per cento per i nativi e al 15,4 per cento per gli stranieri. Tuttavia i dati
evidenziano che questo fenomeno risulta abbastanza generalizzato nei paesi
europei considerati (tab. 6.13a e 6.13b).
168
Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni),
2002-2006
% di stranieri sulla Forza Lavoro
Austria
2006
2002
2006
11,3
12,3
10,1
11,1
13,3
Belgio
Repubblica Ceca
1,9
Danimarca
5,7
Finlandia
2,4
Francia
Grecia
Irlanda
Italia
Paesi Bassi
Portogallo
Svezia
Regno Unito
5,5
3,1
2,2
1,4
8,3
9,5
13,9
41,4
6,5
1,8
5,8
2,8
11,2
8,3
1,8
13,7
44,6
41,1
43,8
7,8
6,2
7,4
8,6
5,0
11,0
11,0
7,9
6,2
0,7
15,1
-
25,4
8,8
7,2
15,4
9,4
7,8
12,4
Svizzera
6,0
1,7
-
Spagna
1,8
1,3
6,3
Slovacchia
1,9
11,0
11,3
Norvegia
12,7
12,0
5,1
Lussemburgo
16,2
11,7
7,4
Ungheria
% di occupati stranieri sul totale degli occupati
2002
-
8,5
10,3
7,8
0,7
7,6
14,6
-
24,4
13,5
11,7
11,2
8,6
12,5
11,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008.
Tab. 6.2 Tassi di attività dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
Austria
Belgio
Repubblica Ceca
Danimarca
Germania
Spagna
Francia
Grecia
Ungheria
Italia
Paesi Bassi
Polonia
Portogallo
Romania
Regno Unito
UE 27
2007
74, 2
67, 4
69, 7
76, 7
81, 2
70, 0
70, 2
66, 5
61, 5
61, 3
78, 6
62, 5
73, 8
61, 7
75, 6
70, 0
Nativi
2008
75, 0
67, 6
69, 3
77, 4
80, 9
70, 9
70, 4
66, 4
60, 9
62, 2
79, 4
63, 2
73, 7
61, 8
75, 7
70, 5
2009
75, 0
67, 3
69, 5
77, 6
80, 8
71, 9
70, 8
66, 8
60, 9
61, 7
80, 3
64, 2
73, 6
61, 8
76, 1
70, 7
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
169
2007
69, 6
64, 5
78, 9
67, 2
64, 7
78, 9
64, 8
73, 1
69, 8
72, 1
64, 4
73, 8
79, 0
60, 0
72, 0
70, 7
Stranieri
2008
67, 7
64, 6
78, 9
67, 1
67, 8
79, 0
65, 0
73, 2
71, 8
72, 6
68, 0
71, 6
81, 7
57, 8
73, 7
71, 3
2009
69, 5
65, 2
77, 2
67, 7
74, 6
79, 9
64, 9
73, 8
73, 5
72, 8
70, 0
76, 8
81, 0
54, 5
73, 4
72, 0
Tab. 6.3 Tassi di attività dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
Donne straniere
Uomini stranieri
2007
2008
2009
2007
2008
2009
Austria
60, 2
58, 4
60, 9
79, 2
77, 6
78, 7
Repubblica Ceca
67, 0
66, 4
70, 1
89, 1
90, 7
83, 7
Danimarca
55, 1
55, 1
56, 3
78, 8
78, 8
78, 9
Germania
55, 4
62, 1
66, 1
76, 9
74, 1
85, 0
Spagna
69, 5
70, 2
71, 6
88, 2
87, 6
88, 2
Francia
54, 1
54, 0
54, 4
76, 2
76, 3
75, 8
Grecia
56, 6
54, 8
55, 9
89, 2
89, 8
90, 6
Ungheria
59, 2
59, 3
60, 6
80, 9
84, 6
87, 5
Italia
57, 1
58, 7
59, 9
87, 2
86, 5
86, 1
Paesi Bassi
53, 4
58, 6
60, 4
76, 3
78, 7
81, 6
Polonia
67, 7
69, 4
70, 9
79, 8
73, 5
85, 6
Portogallo
73, 7
75, 1
74, 7
85, 0
88, 4
87, 6
-
47, 4
37, 9
72, 0
68, 8
73, 3
61, 3
63, 2
63, 8
82, 8
84, 1
83, 5
Belgio
50, 3
Romania
Regno Unito
UE 27
59, 4
52, 1
60, 5
55, 2
61, 7
77, 4
81, 9
76, 7
82, 2
74, 6
82, 5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
Tab 6.4 Tassi di attività di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007,
2008, 2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari
Stranieri Comunitari
2007
2008
2009
2007
2008
2009
Austria
66, 3
63, 4
67, 2
76, 3
75, 7
73, 4
Belgio
58, 4
54, 4
56, 2
67, 1
69, 1
69, 0
Repubblica Ceca
79, 5
76, 9
75, 7
78, 3
81, 2
78, 6
Danimarca
62, 6
62, 2
63, 3
75, 6
75, 7
75, 7
Germania
60, 8
65, 2
69, 8
77, 6
78, 6
84, 6
Spagna
78, 8
79, 3
80, 1
79, 3
78, 1
79, 6
Francia
59, 6
61, 1
62, 1
73, 0
72, 1
69, 8
Grecia
74, 1
75, 0
75, 0
69, 0
65, 3
69, 1
Ungheria
70, 5
75, 0
73, 5
69, 5
70, 3
73, 5
Italia
71, 3
72, 2
71, 1
75, 3
74, 0
77, 2
Paesi Bassi
54, 4
59, 0
61, 2
78, 3
81, 4
82, 0
Polonia
70, 3
67, 8
76, 2
80, 5
80, 2
-
Portogallo
79, 7
81, 7
81, 0
75, 5
81, 6
81, 4
Romania
59, 2
57, 2
52, 1
-
-
-
Regno Unito
66, 2
67, 9
67, 8
80, 7
81, 3
81, 0
UE 27
67, 8
68, 7
69, 5
76, 1
76, 3
76, 7
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
170
Tab, 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Nativi
Stranieri
2007
2008
2009
2007
2008
2009
Austria
3,9
3,7
4,0
10,8
8,9
10,8
Belgio
7,2
6,4
7,2
16,6
14,3
15,4
Repubblica Ceca
6,1
4,8
5,8
5,7
4,1
5,5
Danimarca
8,7
7,6
7,3
17,4
14,7
15,5
Germania
4,2
2,8
5,0
9,2
10,0
10,7
Spagna
7,8
8,8
15,3
12,6
14,7
28,4
Francia
8,2
7,0
8,4
17,2
14,4
18,5
Grecia
9,2
8,5
9,4
9,3
7,5
10,7
Ungheria
7,6
8,0
9,7
-
-
10,7
Italia
6,2
7,0
7,8
9,7
9,5
10,5
Paesi Bassi
3,7
2,9
3
8
7,3
5,9
11,5
8,2
8,3
-
-
-
Portogallo
8,7
7,8
9,0
13,0
12,6
16,6
Romania
7,4
6,6
7,2
-
-
-
Regno Unito
5,3
5,0
7,1
8,6
7,1
7,7
UE 27
7,5
6,8
8,2
13,2
12
16,3
Polonia
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey)
Tab 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007,
2008, 2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari
Stranieri Comunitari
2007
2008
2009
2007
2008
2009
Austria
13,5
33,6
11,2
29,4
13,5
28,6
6,1
10,2
5,3
9,0
6,6
Repubblica Ceca
10,0
6,1
4,9
-
-
6,1
Danimarca
22,2
18,8
19,4
10,1
8,9
9,7
Germania
11,3
10,2
13,2
Belgio
11
9,4
Spagna
13,1
15,2
30,1
11,5
13,4
Francia
24,4
19,2
24,1
7,9
7,1
9,5
Grecia
9,1
7,2
10,1
10,4
8,9
13,6
Ungheria
24,3
-
-
-
Italia
10,0
9,6
10,4
8,7
9,1
10,5
Paesi Bassi
11,9
8,9
8,7
4,2
5,6
3,0
-
-
-
-
-
-
14,3
13,8
17,8
-
-
-
Polonia
Portogallo
Romania
Regno Unito
UE 27
-
-
-
-
-
-
10,4
8,8
9,8
6,4
5,3
5,4
15,8
14,2
19,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
171
10,9
8,7
8,4
11,3
Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Austria
Belgio
Donne straniere
Uomini stranieri
2007
2008
2009
2007
2008
11,0
8,3
8,0
10,7
9,4
17,7
15,3
17,1
2009
13
16
13,6
14,3
4,2
Repubblica Ceca
9,9
4,1
7,3
3,0
4,2
Danimarca
16
14,4
14,8
18,4
15
16
Germania
8,9
11,6
11,8
9,6
8,7
9,6
Spagna
15,4
16,8
25,6
10,4
13,1
30,7
Francia
18,0
14,9
19,1
16,6
14,0
18,1
Grecia
16,7
12,9
13,7
4,8
4,5
9,1
-
-
-
-
-
-
15,0
14,0
12,4
6,2
6,4
9,1
8,0
8,6
6,6
7,9
6,2
5,3
-
-
-
-
-
-
17,4
17,1
18,4
8,7
8,6
15
Ungheria
Italia
Paesi Bassi
Polonia
Portogallo
Romania
Regno Unito
UE 27
-
-
-
-
-
-
9,7
7,9
8,2
7,8
6,6
7,4
14,4
13,4
16
12,3
11,1
16,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Austria
Nativi
Stranieri
2007
2008
2009
2007
2008
2009
71, 3
72, 2
72, 0
62, 1
61, 7
62, 1
Belgio
62, 6
63, 3
62, 4
53, 8
55, 3
Repubblica Ceca
65, 5
66, 0
65, 5
74, 4
75, 7
72, 9
55, 1
57, 2
Danimarca
70, 0
71, 5
71, 9
55, 5
57, 2
Germania
77, 7
78, 6
76, 8
58, 7
61, 0
66, 6
Spagna
64, 5
64, 7
60, 9
69, 0
67, 4
57, 2
Francia
64, 4
65, 4
64, 9
53, 7
55, 7
52, 9
Grecia
60, 4
60, 8
60, 5
66, 3
67, 7
65, 9
Ungheria
56, 9
56, 0
55, 0
66, 0
69, 2
65, 7
Italia
57, 5
57, 8
56, 8
65, 1
65, 7
65, 2
Paesi Bassi
75, 7
77, 1
77, 9
59, 3
63, 0
65, 8
Polonia
55, 4
58, 0
58, 9
71, 2
70, 1
67, 7
67, 6
Portogallo
67, 3
68, 0
67, 0
68, 8
71, 4
Romania
57, 2
57, 7
57, 4
56, 5
53, 0
52, 8
Regno Unito
71, 5
71, 9
70, 7
65, 9
68, 4
67, 7
UE 27
64, 8
65, 7
64, 9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey)
172
61, 4
62, 8
60, 3
Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo
trimestre)
Donne straniere
Uomini stranieri
2007
2008
2009
2007
2008
2009
Austria
53, 6
53, 6
56, 0
70, 7
70, 4
68, 4
Repubblica Ceca
60, 4
63, 7
65, 0
86, 5
86, 9
80, 2
Danimarca
46, 3
47, 1
48, 0
64, 3
67, 0
66, 3
Germania
50, 5
55, 0
58, 3
69, 6
67, 7
76, 8
Spagna
58, 8
58, 4
53, 3
79, 0
76, 2
61, 1
Francia
44, 3
46, 0
44, 0
63, 5
65, 6
62, 1
Grecia
47, 2
47, 8
48, 2
84, 9
85, 8
82, 4
Ungheria
54, 0
55, 7
51, 8
78, 6
83, 2
80, 6
Italia
48, 5
50, 5
52, 4
81, 8
81, 0
78, 3
Paesi Bassi
49, 1
53, 6
56, 5
70, 2
73, 8
77, 2
Polonia
67, 7
69, 4
55, 8
74, 6
70, 7
85, 6
Portogallo
60, 9
62, 3
60, 9
77, 6
80, 9
74, 5
-
43, 5
34, 8
72, 0
62, 9
73, 3
55, 4
58, 2
58, 6
76, 3
78, 6
77, 4
Belgio
41, 4
Romania
Regno Unito
UE 27
50, 9
44, 1
52, 4
45, 8
51, 8
65, 1
71, 9
66, 3
73, 1
63, 9
68, 8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008,
2009 (primo trimestre)
Stranieri Extracomunitari
Stranieri Comunitari
2007
2008
2009
2007
2008
Austria
57, 3
56, 3
58, 1
71, 6
71, 8
2009
68, 6
Belgio
38, 7
38, 4
40, 1
60, 3
62, 9
61, 4
Repubblica Ceca
71, 6
72, 2
72, 0
77, 1
79, 5
73, 8
Danimarca
48, 7
50, 5
51, 1
68, 0
69, 0
68, 3
Germania
54, 0
58, 6
60, 6
74, 5
71, 3
79, 1
Spagna
68, 5
67, 2
56, 0
70, 2
67, 7
60, 2
Francia
45, 0
49, 4
47, 1
67, 2
66, 9
63, 2
Grecia
67, 3
69, 7
67, 4
61, 8
59, 5
59, 7
Ungheria
66, 1
72, 8
66, 0
66, 0
67, 5
65, 5
Italia
64, 1
65, 3
63, 7
68, 7
67, 3
69, 1
79, 6
Paesi Bassi
48, 0
53, 7
55, 9
75, 1
76, 8
Polonia
68, 1
65, 6
67, 6
77, 0
80, 2
-
Portogallo
68, 2
70, 4
66, 6
71, 8
76, 6
73, 4
Romania
56, 4
52, 1
50, 3
-
-
-
Regno Unito
59, 4
62, 0
61, 2
75, 6
77, 0
76, 6
UE 27
57, 1
58, 9
56, 1
69, 4
69, 9
68, 0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat (EU Labour Force Survey).
173
6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego,
(15-64), 2007 (%)
Autonomi
Tempo determinato
Tempo Indeterminato
Part-time
Full-time
Nativi
Stranieri
Nativi
Stranieri
Nativi
Stranieri
Nativi
Stranieri
Nativi
Stranieri
Austria
9,3
8,4
9,1
8,1
90,9
91,9
22,0
20,8
78,0
79,2
Belgio
12,1
15,5
8,1
14,0
91,9
86,0
21,9
22,2
78,1
77,8
Danimarca
7,0
9,6
8,4
12,3
91,6
87,7
23,2
26,7
76,8
73,3
Finlandia
9,6
14,1
16,1
30,7
83,9
69,3
13,8
15,1
86,2
84,9
Francia
8,1
10,8
14,7
15,2
85,3
84,8
16,6
19,5
83,4
80,5
Germania
10,0
9,5
14,4
14,5
85,6
85,5
24,7
29,3
75,3
70,7
Grecia
26,4
10,6
10,1
16,7
89,9
83,3
5,2
7,4
94,8
92,6
Irlanda
16,8
9,3
8,2
12,9
91,8
87,1
18,1
15,1
81,9
84,9
Italia
23,6
17,5
13,1
14,7
86,9
85,3
13,0
17,6
87,0
82,4
5,4
6,5
6,9
6,8
93,1
93,2
17,8
17,8
82,2
82,2
11,0
11,0
15,7
24,8
84,3
75,2
46,3
41,1
53,7
58,9
5,8
6,9
9,6
14,7
90,4
85,3
27,0
29,3
73,0
70,7
Polonia
11,2
29,2
28,2
32,7
71,8
67,3
8,4
14,5
91,6
85,5
Portogallo
15,6
12,1
21,2
34,0
78,8
66,0
8,9
7,6
91,1
92,4
Spagna
16,0
11,7
26,8
47,5
73,2
52,5
11,5
13,7
88,5
86,3
Svezia
8,5
10,0
16,5
21,9
83,5
78,1
24,2
24,1
75,8
75,9
11,9
13,4
5,2
8,9
94,8
91,1
24,7
20,4
75,3
79,6
Lussemburgo
Paesi Bassi
Norvegia
Regno Unito
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2009 su dati Eurostat (EU Labour Force
Survey).
174
Tab. 6.12 Distribuzione settoriale dell’occupazione straniera (15-64), 2007 (%)
AT
BE
CH
CZ
DE
DK
ES
FR
GR
UK
IT
NL
NO
PT
1,3
1,2
1,0
3,6
1,1
-
4,5
1,1
4,8
0,6
3,4
1,4
-
-
-
-
-
1,3
-
-
0,2
-
-
0,4
-
-
-
-
Manifatture, prodotti non
deperibili
3,0
2,2
1,6
2,8
3,7
3,9
2,4
2,3
3,0
2,9
1,9
3,0
2,7
-
Manifatture, prodotti non
deperibili (altri)
6,2
4,8
5,1
8,1
6,7
4,0
3,7
3,8
5,3
3,9
7,3
4,7
3,6
4,9
11,4
6,6
11,4 23,2 19,9
8,3
5,1
7,6
6,4
5,8 13,4
9,8
5,2
5,7
-
0,6
0,4
-
0,3
-
0,1
0,3
-
-
-
-
-
Costruzioni
10,0
8,2
8,4
8,8
6,7
5,7 14,8
4,8
Vendita all’ingrosso
15,0 13,9 13,7 14,1 12,4 14,0 13,0 12,1 10,3
Hotel e ristoranti
12,0
8,0
7,4
6,1
8,4
7,8 14,7
6,9 10,2
8,6
8,1
6,8
5,9
8,3
Trasporti
6,3
6,7
4,5
4,6
5,4
7,7
4,5
6,3
2,4
7,8
4,6
6,9
8,0
5,0
Intermediazioni finanziaria
1,4
2,1
4,6
1,4
1,5
1,7
1,0
2,2
-
4,9
0,7
2,7
0,7
1,8
7,9 10,1
11,6
9,1 16,1 12,7
9,4
0,7
Agricoltura e pesca
Attività estrattive
Manifatture durevoli
Elettricità, fornitura acqua
e gas
Immobiliare affitti e attività
correlate
11,5 13,7 12,6
3,3 21,0 10,1 32,0
7,7 14,6
Real Estate & Renting
2,1
0,9
1,2
1,3
0,8
-
1,1
1,9
Informatica, R&S e attività
correlate
4,4 12,8
9,5
4,8
5,2 10,8
3,0
7,3
Sicurezza
industriali
5,0
-
1,9
1,8
4,1
-
3,6
Pubblica amministrazione
3,4 10,9
3,1
2,7
2,5
3,4
Educazione
3,1
5,6
5,9
4,2
4,3
Salute e servizi sociali
9,1
Altri servizi sociali
e
pulizie
Collaborazioni famigliari
Totale
-
11,8 10,8 12,2 13,1 14,3
3,8 15,2
0,8
0,6
0,9
1,9 13,9
4,8 10,8
8,9
4,7
5,4
1,8
-
3,6
4,4
3,2
3,9
1,2
7,0
1,3
5,0
1,5
6,0
3,8
6,5
8,0
2,0
5,5
1,5
7,1
2,3
5,4 10,1
6,8
9,8 13,6
5,8 10,4 19,5
4,1
11,2
2,6 14,4
4,9 15,2 21,6
7,3
5,5
4,5
5,2
5,0
5,7
2,7
4,1
2,1
4,9
5,6
4,4
4,3
4,9
-
1,2
1,6
-
1,0
4,8 14,0
0,6
11,4
,,
,,
5,4
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
4,9
- 12,2
100
100
-
5,2 15,9
100
1,4
Legenda: AT-Austria ;BE-Belgio; CH-Svizzera; CZ- Repubblica Ceca; DE-Germania; DK-Danimarca; ES-Spagna; FR-Francia;
GR-Grecia;UK-Regno Unito; IT-Italia;NL-Paesi Bassi;
NO-Norvegia;PT-Portogallo.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook, OECD Sopemi 2009 , su dati Eurosat (EU Labour
Force Survey).
175
Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalificate rispetto al
livello di istruzione in selezionati paesi OCSE, (15-64), 2007
% di occupati con professioni dequalificate rispetto
al livello di istruzione
Paese
Nativi
Stranieri
Grecia
10,1
32,4
Spagna
7,3
19,8
Svezia
7,6
18,6
Italia
6,9
15,4
11,2
24,5
Austria
9,9
20,0
Portogallo
8,3
13,6
Svizzera
7,2
10,6
Regno Unito
14,0
18,4
Finlandia
16,1
21,6
Francia
10,8
13,7
Irlanda
16,9
21,0
Danimarca
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati International Migration Outlook OECD Sopemi 2008.
Tab. 6.13 b Tassi di occupazione di nativi e stranieri per livello di istruzione, 2006
Austria
Belgio
Repubblica
Ceca
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Ungheria
Irlanda
Italia
Lussemburgo
Paesi Bassi
Norvegia
Polonia
Portogallo
Slovacchia
Spagna
Svezia
Svizzera
Nativi
Stranieri
Basso
47,7
41,1
Intermedio
75,6
66,6
Alto
88,0
83,7
Basso
51,4
35,2
Intermedio
68,2
53,3
Alto
74,8
72,9
22,9
72,0
84,0
33,1
67,5
79,8
61,5
47,4
46,5
43,0
48,6
27,5
48,9
45,1
37,8
60,7
56,4
23,3
65,9
14,5
55,3
54,7
55,3
81,0
73,6
69,8
72,4
61,4
65,2
73,7
67,6
62,5
80,5
80,4
58,4
63,5
67,5
65,9
81,1
80,7
87,8
85,6
79,3
87,8
82,7
81,3
86,8
78,6
85,6
87,2
89,4
81,9
84,5
83,9
81,9
88,3
92,7
49,3
42,4
49,1
47,0
65,8
36,9
49,9
59,0
61,5
44,6
49,1
16,3
67,5
63,8
47,0
63,3
63,2
65,8
60,6
64,3
65,6
59,8
72,7
70,2
65,2
64,2
68,5
32,9
71,3
58,4
73,6
66,5
74,4
78,9
72,9
68,8
71,3
73,3
77,3
80,2
73,9
83,4
75,2
84,6
59,9
84,4
78,7
75,3
74,3
81,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati OECD Factbook 2009.
176
II.6.2 Il mercato del lavoro in Italia: una
quantificazione del fenomeno e le sue caratteristiche
Le forze lavoro straniere
L’apporto degli immigrati al mercato del lavoro viene comunemente
riconosciuto, ma data l’intensa e continua evoluzione che caratterizza tale
fenomeno necessita di essere compreso nei suoi vari aspetti.
La maggior parte degli stranieri arriva in Italia per motivi di lavoro, anche
se negli ultimi anni si sono intensificati i ricongiungimenti familiari
(rispettivamente 60,1 per cento e 33,0 per cento12 nel 2008).
Sia l’incidenza percentuale degli immigrati stranieri sul totale della forza
lavoro che la percentuale di occupati risultano pari circa al 7,5 per cento,
con valori simili tra uomini e donne. Inoltre, va considerato che il dato
della componente femminile è destinato ad incrementare a seguito del
decreto flussi del 2008 quasi esclusivamente dedicato al lavoro di cura,
e aumenterà ulteriormente a seguito della regolarizzazione in corso (tab.
6.14 e 6.15);
come è stato messo in evidenza nel capitolo precedente sia il tasso di attività
che quello di occupazione sono più elevati per gli stranieri rispetto ai nativi
italiani, così come è superiore quello di disoccupazione; i dati relativi alla
durata della disoccupazione evidenziano però un’estensione inferiore per
gli stranieri rispetto agli italiani.
Tale fattore è da imputare anche alla diversa struttura per età dell’occupazione
(la quota degli occupati con età inferiore ai 45 anni supera quella italiana di
quasi 17 punti percentuali) (tab. 6.16 e 6.17); dai dati si evince inoltre
una diversità tra stranieri e italiani sulla correlazione tra fascia di età e
disoccupazione: gli italiani presentano una quota relativa più consistente
nella fascia compresa tra i 15-24 anni, imputabile anche al fatto che risultano
ancora coinvolti in percorsi formativi; per contro gli stranieri mostrano più
difficoltà nella fascia superiore ai 35 anni (tab. 6.18).
12 La fonte dei dati è Istat; i dati sono relativi ai Permessi di Soggiorno rilasciati agli extracomunitari nell’anno 2007.
177
La tipologia di occupazione degli stranieri e la distribuzione per area
geografica
Il tasso di disoccupazione più elevato nelle fasce superiori di età è
certamente influenzato dalla tipologia di attività in cui sono impiegati.
Infatti gli immigrati sono occupati in tipologie di attività differenti rispetto
agli italiani, sia per qualifica che per settore. Quasi il 40 per cento è
impiegato nell’industria, contro il 29 per cento degli italiani; per contro la
percentuale risulta nettamente più bassa rispetto agli occupati italiani nel
terziario, mentre nell’agricoltura la quota di occupazione è molto simile tra
le due componenti.
Un’analisi più dettagliata dei singoli settori di attività fa emergere una
concentrazione degli stranieri molto superiore in alcune specifiche attività:
nel comparto industriale è il settore costruzioni che fa aumentare la
quota dell’occupazione straniera (più che doppia rispetto alla quota degli
italiani), mentre nei servizi sono il lavoro domestico e di cura a contribuire
sensibilmente (tab. 6.19 e 6.20);
i dati evidenziano inoltre differenze tra le diverse aree geografiche: nel Centro
Nord oltre il 40 per cento degli stranieri è occupato nell’industria e nelle
costruzioni mentre nel Mezzogiorno l’occupazione straniera è principalmente
concentrata nell’agricoltura, nel settore alberghiero e nella ristorazione, nel
commercio al dettaglio e nei servizi alle famiglie (tab. 6.21);
anche sotto il profilo quantitativo la distribuzione territoriale delle forze lavoro
straniere è molto disomogenea, così come è differente il tasso di occupazione:
quest’ultimo nel 2008 era pari al 59 per cento nel Mezzogiorno, circa 9 punti
percentuali in meno rispetto a quello del Centro Nord13; inoltre più del 63
per cento degli stranieri in età lavorativa si concentra nel Nord Italia, circa
il 25 per cento al Centro e solo poco più dell’ 11 per cento nel Mezzogiorno,
corrispondente al 9 per cento dell’occupazione complessiva nel Centro Nord
e al 3 per cento nel Mezzogiorno. Questa maggiore concentrazione verso
tale area del Paese risponde ovviamente alle maggiori opportunità lavorative
offerte agli immigrati (tab. 6.22 e 6.23); oltre alla tipologia settoriale di
impiego degli immigrati è importante analizzare la qualità dell’occupazione
immigrata.
13 La fonte dei dati è Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008.
178
Rispetto ai nativi, i dati evidenziano una maggiore concentrazione degli
immigrati nella microimpresa, con un peso relativo superiore rispetto
all’occupazione stagionale. Analizzando i pesi relativi secondo la ripartizione
territoriale emerge un maggior peso relativo nella media dimensione nel
Nord, mentre nel Centro e nel Sud la quota nelle micro imprese risulta più
elevata. Tale evidenza è certamente imputabile alla maggiore richiesta in
queste aree nel comparto primario (agricoltura, pastorizia e pesca) (tab.
6.24);
i dati evidenziano inoltre un’assoluta prevalenza di lavoratori alle dipendenze
di un’azienda (84,8 per cento), con una probabile sottostima del dato dovuta
al fatto che alcune partite IVA possono nascondere “situazioni di comodo”.
Rispetto al totale nazionale tuttavia il peso relativo dei dipendenti stranieri
è di quasi 10 punti percentuali superiore a quello complessivo nazionale,
così come gli stranieri registrano una percentuale più elevata di contratti
part-time (soprattutto per il genere femminile) e di contratti a termine (tab.
6.25 e 6.26).
Livelli di istruzione, qualifica e condizione retributiva
I livelli di istruzione degli stranieri occupati sono mediamente inferiori
rispetto agli italiani: nel 2008 la quota di stranieri occupati che hanno
conseguito un diploma di scuola secondaria superiore è pari a circa al
42 per cento contro il 45 per cento degli italiani; gli stranieri occupati in
possesso di una laurea o di un diploma post-laurea risultano pari a quasi il
12 per cento, mentre per gli italiani il dato si attesta leggermente sotto il 17
per cento (tab. 6.27 e 6.28);
il dato complessivo sull’istruzione nasconde però delle differenze tra i
lavoratori delle diverse aree del paese e tra i paesi di provenienza degli
immigrati. In particolare nel Mezzogiorno la quota di lavoratori immigrati in
possesso di un titolo di laurea è pari all’8 per cento a fronte del 13 per cento
del Centro Nord, e la quota degli stranieri con al massimo l’assolvimento
dell’obbligo scolastico è pari al 65 per cento, che corrisponde ad una quota
superiore di 13 punti percentuali rispetto al Centro Nord (Banca D’Italia,
Economie regionali, 2009).
Per quanto riguarda le differenze per provenienza degli stranieri, il maggior
179
grado di scolarizzazione tra gli occupati si registra per i cittadini dell’Unione
Europea, con oltre il 35 per cento in possesso di una laurea (tab. 6.29);
nelle regioni del Centro Nord, nel 2008 quasi l’80 per cento degli stranieri
è impiegato come operaio a fronte del 35 per cento degli italiani, mentre nel
Mezzogiorno il differenziale dell’occupazione operaia è meno marcata, con
una presenza maggiore di lavoratori autonomi (tab. 6.30);
ad un livello di istruzione relativamente elevato non sempre corrisponde
un’occupazione adeguata alla qualifica posseduta: solo l’8,3 per cento del
totale degli occupati immigrati è impiegato in una professione qualificata
mentre la percentuale di quelle non qualificate è pari al 32 per cento (anche
se come vedremo in seguito le previsioni di assunzione da parte delle
imprese segnalano una crescita della domanda di manodopera qualificata)
(tab. 6.31a e 6.31b);
inoltre la mancata corrispondenza tra il livello di istruzione e la professione
esercitata riguarda quasi il 37 per cento degli stranieri, mentre gli italiani
interessati a questo fenomeno sono una quota molto inferiore, pari al 16 per
cento (tab. 6.32);
un’altra discriminante è la condizione retributiva. Diversi lavori hanno
analizzato questo aspetto negli anni, con il risultato unanime che esiste
un differenziale negativo per i lavoratori immigrati, anche a prescindere
dalle caratteristiche dei lavoratori stessi, dalle tipologie di imprese in cui
sono occupati e dall’andamento del mercato occupazionale. Il III° Rapporto
dell’INPS del 2009, che confronta i dati relativi alla retribuzione media
annua percepita dai lavoratori dipendenti di origine extracomunitaria con
lo stesso dato calcolato sull’insieme dei dipendenti di azienda registrata
all’INPS a prescindere dal paese di nascita, evidenzia che, nell’ambito
del lavoro dipendente (con l’esclusione dei lavoratori domestici e degli
operai agricoli) gli stranieri extracomunitari percepiscono una retribuzione
inferiore di oltre il 36 per cento rispetto agli altri lavoratori (nel 2000 il
differenziale era sostanzialmente analogo) (tab. 6.33). Inoltre, il rapporto
evidenzia notevoli differenziazioni di genere: la retribuzione media annuale
è di 12.137 euro per gli uomini, mentre di 7.136 euro per le donne. Nella
valutazione di questi dati bisogna però tenere presente alcuni fattori. In primo
luogo la composizione dell’occupazione, relativamente a caratteristiche
che comportano intrinseche condizioni di svantaggio sul piano salariale
180
come in particolare bassa qualifica, giovane età, genere femminile, ecc.
Secondariamente si tratta di dati di sintesi e che quindi possono essere
riferiti non solo a lavoratori occupati per un intero anno, ma anche per
periodi più brevi, spesso intervallati da periodi di disoccupazione o di
lavoro sommerso. Infine questa situazione è certamente influenzata dalla
normativa che regola il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno, in
base alla quale il contratto di lavoro è condizione necessaria; in sostanza,
l’esistenza di tale requisito può portare alla necessità di accettare condizioni
occupazionali di basso profilo per non incorrere nel rischio della condizione
di irregolarità;
i lavoratori autonomi extracomunitari iscritti all’INPS percepiscono una
retribuzione media più elevata, pari a 12.921 euro l’anno, con differenze tra
le categorie occupazionali (tab. 6.34).
Il lavoro nero e gli infortuni sul lavoro
Sebbene la rilevazione statistica del lavoro nero sia difficile, soprattutto
relativamente alla parte rappresentata dagli immigrati privi di permesso di
soggiorno, Istat fornisce alcune stime, le quali evidenziano l’esistenza non
marginale del fenomeno (ridottosi leggermente solo a seguito della procedura
di regolarizzazione avviata dalla legge 189/2002) (tab. 6.35 e 6.36);
la tipologia di occupazione degli stranieri influenza certamente il livello
di incidenza degli infortuni sul lavoro. Nel 2008 gli stranieri assicurati
all’Inail hanno superato quota 3.266.000: si tratta del 6 per cento in più
rispetto all’anno precedente, e del 41,9 per cento in più rispetto al 2004
quando i lavoratori immigrati erano poco più di 2,3 milioni.
Il 42 per cento degli assicurati stranieri sono donne (tab. 6.37); tuttavia,
a fronte dell’aumento occupazionale del 6 per cento, l’incremento degli
infortuni tra lavoratori stranieri nel corso del 2008 è stato solo del 2 per
cento, passando dai 140.785 incidenti sul lavoro del 2007 ai 143.561 del
2008.
Gli eventi infortunistici subiti da lavoratori stranieri hanno rappresentato il
16,4 per cento del totale infortuni in Italia. Gli immigrati però continuano
a presentare un’incidenza infortunistica più elevata rispetto a quella dei
colleghi italiani: 44 casi denunciati all’Inail ogni mille occupati contro i
181
39 dei lavoratori nati in Italia (tab. 6.38); i casi mortali tra i lavoratori
stranieri nel corso del 2008 sono stati 176, di cui 109 provenienti da
paesi extra-UE e 67 da paesi UE. Il dato degli infortuni mortali rimane
sostanzialmente invariato rispetto all’anno precedente, che ammontava
a 178 casi (tab. 6.39); poco meno del 96 per cento degli infortuni (per
l’esattezza 137.223) si è verificato nel settore dell’industria e servizi, contro
il 90 per cento del totale dei lavoratori. In particolare prevale il peso delle
attività di tipo industriale, in primo luogo le costruzioni che con 19.719
denunce rappresentano il 13,7 per cento di tutti gli infortuni riguardanti
i lavoratori stranieri. Questo settore detiene inoltre anche il primato degli
infortuni mortali tra gli immigrati: ben 43 nel 2008, che equivale ad un
decesso su 4 tra tutti quelli segnalati all’Istituto.
Rivolgendo l’attenzione al personale domestico (italiani e stranieri), 72
infortuni su 100 hanno colpito lavoratori di origine straniera, quasi sempre
colf e badanti di sesso femminile (tab. 6.40); gli infortuni ai danni di
lavoratori stranieri avvengono principalmente nelle regioni del Nord Est,
con il 44,7 per cento di tutti gli infortuni, seguito dal Nord Ovest con il 31
per cento. La regione con il maggior numero di infortuni è la Lombardia, con
29.775 infortuni denunciati, di cui 40 mortali, seguita a breve distanza da
Emilia Romagna con più di 28.000 infortuni, di cui 28 mortali (tab. 6.41);
sono soprattutto i lavoratori provenienti dal Marocco quelli che incorrono
in infortuni sul posto di lavoro, 22.519 denunce di infortunio, seguiti dai
lavoratori di origine rumena, con 21.400 infortuni e albanese, con 14.746
infortuni. Ben il 41 per cento degli infortuni ed oltre il 50 per cento dei
casi mortali vedono coinvolti lavoratori provenienti da questi tre paesi (tab.
6.42).
I contributi previdenziali
Le prestazioni che al 1° gennaio 2007 sono registrate in pagamento a persone
nate all’estero risultano pari a 294.025 (la rilevazione è fatta ricorrendo agli
archivi basati sui codici fiscali dei pensionati e in particolare prendendo
quelli nati all’estero), con un aumento di 8.973 trattamenti previdenziali,
pari al 3,6 per cento in più rispetto all’anno precedente.
Oltre il 70 per cento delle prestazioni pensionistiche riguardano le pensioni
di vecchiaia e ai superstiti, seguite da quelle di invalidità civile (che pesano
per quasi il 12 per cento) (tab. 6.43); le stime dei contributi sul futuro
182
pensionistico degli immigrati sono ancora poco diffuse, verosimilmente
anche in ragione delle difficoltà di previsione sulla durata di permanenza
dei lavoratori stranieri sul nostro Paese; il terzo rapporto dell’Inps riporta
le stime fatte nel Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes che
si fondano su dati demografici di fine 2005: tra gli immigrati nel 2015 vi
potrebbe essere 1 pensionato ogni 25 residenti, mentre attualmente tra gli
italiani vi è circa 1 pensionato ogni 5 residenti.
Le prestazioni Inps a sostegno del reddito della popolazione di origine extra
comunitaria e il gettito fiscale degli immigrati
L’incidenza sull’utilizzo da parte degli extracomunitari delle prestazioni a
sostegno del reddito è più elevata per quanto riguarda la cassa integrazioni
guadagni, anche se in termini assoluti la prestazione più utilizzata è quella
della disoccupazione non agricola.
I dati evidenziano un crescente utilizzo da parte di cittadini extracomunitari
delle prestazioni dell’Inps, con la sola eccezione della cassa integrazione
che si è contratta nel 2005 rispetto al 2004 di oltre il 22 per cento, della
disoccupazione agricola (quasi il 5 per cento) e dei lavoratori socialmente
utili che però rappresentano una quota esigua in valori assoluti (tab.
6.44);
relativamente alle differenze di genere i dati dell’Inps evidenziano che a
beneficiare degli ammortizzatori sociali considerati sono prevalentemente
gli uomini (nel 2005 il 72,4 per cento contro il 27,6 per cento delle donne)
anche se rispetto al 2004 si è assistito a un progressivo incremento dei
beneficiari di sesso femminile (nel 2004 le donne rappresentavano il 22,5
per cento);
per quanto riguarda il gettito fiscale degli immigrati le analisi sono
ancora molto limitate, anche per la carenza di banche dati pubbliche
sull’immigrazione; in un recente articolo di Andrea Stuppini14 si stima che il
gettito fiscale degli immigrati ammonti a circa 3,2 miliardi di euro, calcolato
sul numero dei lavoratori, sui loro redditi e sulla composizione familiare.
14 Stuppini A., Le tasse degli immigrati, Il Mulino, Rivista bimestrale di Cultura e Politica,
n.3 maggio-giugno 2009.
183
Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008
Maschi
Femmine
Totale
2005
5,4
5,2
5,3
2006
6,0
6,0
6,0
2007
6,6
6,7
6,6
2008
7,5
7,8
7,6
2008
7,5
7,8
7,6
Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.15 Incidenza % degli immigrati stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008
2005
Maschi
Femmine
Totale
6,0
5,7
5,9
5,4
2006
2007
4,9
6,6
2008
6,3
7,5
2008
5,2
6,5
7,5
7,5
7,5
7,5
7,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari,
2007
Italiano
Straniero
Stranieri UE
42,8
54,1
53,0
non più di 6 mesi
+ di 6 mesi non + 2 anni
Stranieri extra UE
54,4
36,2
37,2
39,9
36,5
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
+ di 2 anni
21,0
8,7
7,2
9,1
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl). Anno 2007
Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007
v.a.
%
Meno di 3 anni
21.784
16,1
Tra i 5 e i 9 anni
49.782
36,8
135.167
100,0
Tra i 3 e i 4 anni
23.591
Da 10 e più anni
40.010
Totale
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
184
17,5
29,6
Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di età, 2006 (%)
CLASSE DI ETÀ’
15-24 anni
Stranieri
Italiani
Totale
21,2
25,8
% stranieri sul tot
25,4
6,4
25-34 anni
34,9
35,3
35,3
7,5
35 anni o più
43,9
38,9
39,3
8,5
Totale
100,0
100,0
100,0
7,6
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008
Italiani
Peso %
v.a.
837
3,9
59
4.579
21,1
407
3,4
23,2
Agricoltura
Industria in s.s.
Costruzioni
Servizi
Totale
Stranieri
v.a.
Peso %
Occupati totali
6,6
4.985
8,2
1.683
7,8
286
16,3
1.970
67,2
1.000
57,1
15.555
100,0
1.751
100,0
(%)
895
14.555
21.654
Incidenza stranieri
14,5
6,4
23.405
7,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007
Agricoltura
Albania
Romania
Marocco
Cina
Stranieri
Italiani
22,8
20
37,9
39,4
23,2
21,6
48,8
41,8
60
56,2
66,5
7,6
4,5
8,7
4,7
4,1
Industria in s.s.
Costruzioni
37,8
Servizi di cui:
35,2
servizi alle famiglie
10
alberghi e ristoranti
7,5
commercio
5,4
altre attività
12,3
Totale
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
185
5
26,6
16,9
3,3
17
9,4
0,6
0,1
1,1
20,7
5,7
14,8
36,5
100,0
100,0
100,0
18,3
13
1,6
3,5
17
20,5
9,1
17,9
100,0
4,0
7,8
5,6
15,7
40,6
100,0
Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geografica di residenza
e per genere, 2008
Centro Nord
Voci
Maschi
Agricoltura
Mezzogiorno
Femmine
Maschi
Femmine
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
3,3
3,6
2,0
0,8
6,9
13,7
5,9
5,5
Industria in senso stretto
29,1
32,5
17,6
13,9
16,7
Costruzioni
11,1
27,6
1,3
0,6
14,3
20,9
0,9
0,1
Commercio
14,9
8,2
15,6
6,8
16,5
29,1
16,8
10,3
Alberghi e ristoranti
10,5
7,5
4,4
3,6
6,9
6,0
12,3
4,6
6,0
5,5
12,9
Altri servizi privati (1)
22,2
14,1
20,4
12,2
17,6
4,3
15,3
5,1
Pubblica amministrazione
12,1
1,3
29,5
10,6
19,2
1,0
39,5
5,1
3,7
5,8
7,5
42,7
4,3
14,5
8,6
56,7
Altri servizi sociali (2)
Tasso di occupazione
74,5
83,1
56,3
53,5
60,9
72,6
30,9
47,9
(1) Intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, trasporti e comunicazioni, servizi alle imprese e altre attività
professionali e imprenditoriali.
(2) Servizi pubblici, sociali e alle famiglie.
Fonte: Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008
Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geografica,
2008
Maschi
v.a
Totale
v.a
Totale
v.a.
Totale
Nord
739
66,1
471
59,2
1.209
63,2
Mezzogiorno
118
10,6
98
12,3
216
11,3
1.117
100,0
795
100,0
1.913
100,0
Centro
Femmine
261
Italia
% per genere
58,4
% per sesso
23,4
58,4 227
41,6
Totale
28,5
41,6 488
25,5
100,0
100,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geografica, 2008
Maschi Femmine Totale v.a.
Totale
v.a.
Totale
v.a.
Totale
Nord
698
66,5
415
59,2
1.113
63,5
Centro
242
23,1
199
28,4
Mezzogiorno
110
10,5
87
12,5
197
11,3
1.050
100,0
701
100,0
1.751
100,0
Italia
% per sesso
60,0
% per sesso
60,0 Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat.
186
40,0 40,0 441
100,0
25,2
100,0 Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007
Nord
Centro
Mezzogiorno
Totale
Micro imprese
44,3
60,9
72,8
51,5
Media imprese (50-249)
16,5
6,4
4,3
12,6
6,7
4,1
1,4
Piccole imprese (11-49)
32,5
Grandi imprese (250 e più)
Totale
28,5
100,0
21,6
100,0
100,0
30,4
5,5
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di un’azienda sul totale dei
lavoratori, 2005-2008
Stranieri
Totale
2005
85,1
73.3
2006
85,0
73,6
2007
84,4
73,9
2008
84,8
74,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl).
Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%)
% dipendenti su totale
Maschi
Totale 05
Totale 08
Stranieri 05
Stranieri 08
73,3
74,5
85,1
84,8
79,4
80,7
86,0
88,5
12,8
14,3
17,9
18,9
4,6
5,3
6,0
6,6
25,6
27,9
38,2
37,4
12,3
13,3
14,7
15,6
10,5
11,6
12,5
15,4
69,3
Femmine
% part-time su totale
Maschi
Femmine
% dipendenti a termine su totale dipendenti
Maschi
Femmine
70,5
14,7
15,6
84,5
18,4
82,4
15,8
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008
Laurea e post -laurea
2005
10,8
2006
11,6
2007
11,8
2008
11,9
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl).
187
Diploma
40,7
39,8
41,2
42,1
Licenza media
34,5
35,3
33,2
33,9
Licenza elementare,
nessun titolo
14,0
13,3
13,8
12,2
Totale
100,0
100,0
100,0
100,0
Tab. 6.28 Livello di istruzione degli occupati italiani, 2005-2008
Laurea e post -laurea
Diploma
Licenza media
Licenza elementare,
nessun titolo
Totale
2005
14,6
44,4
32,9
8,1
100,0
2007
15,9
44,9
32,4
6,7
100,0
2006
15,2
2008
44,9
16,8
32,7
45,1
7,2
31,9
100,0
6,1
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati
stranieri per livello di istruzione, 2006
Stranieri
Titolo di studio
Italiani
Totale
% stranieri
48,5
39,7
40,2
7,1
11,1
15,1
14,9
4,4
UE
Non UE
Totale
Fino alla licenza media
20,4
51,1
Laurea
35,9
8,8
Diploma
43,7
40,1
40,4
45,2
sul totale
44,9
5,3
Fonte: Elaborazioni su dati Istat (Rfl)
Tab 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geografica e per genere, 2008
Centro Nord
Voci
Maschi
Mezzogiorno
Femmine
Maschi
Femmine
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
Italiani
Stranieri
68,8
83,6
80,6
89,3
70,9
71,7
78,2
82,9
9,2
1,1
6,9
1,0
6,4
1,3
8,3
1,0
- Impiegato
24,5
3,2
47,3
10,3
23,9
5,2
44,3
15,5
- Operaio
35,1
79,3
26,4
78,1
40,6
65,2
25,6
66,4
Indipendenti
31,2
16,4
19,4
10,7
29,1
28,3
21,8
17,1
Dipendenti
- Dirigente/quadro
Fonte: Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl)
188
Tab 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008
Qualificati
Impiegati
professioni
commercio e
servizi
Artigiani, operai,
conduttori impianti
Non qualificate
Totale
2005
9,2
16,8
41,1
32,9
100,0
2006
9,3
18,2
43,0
29,5
100,0
2007
9,9
18,6
43,0
28,5
100,0
2008
8,3
18,3
41,4
32,0
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.31b Tipologia di professione degli occupati italiani, 2005-2008
Qualificati
Impiegati
professioni
commercio e
servizi
Artigiani, operai,
conduttori impianti
Non qualificate
Totale
2005
34,5
27,4
28,6
9,5
100,0
2006
36,5
26,6
27,8
9,1
100,0
2007
37,3
26,5
27,4
8,8
100,0
2008
36,5
27,1
27,2
9,2
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto
della propria qualifica, per genere e classe di età, 2006
Stranieri
Italiani
Totale
SESSO
UE
Non UE
Totale
Maschi
35,4 3
1,2
31,4
15,7
16,7
41,5
46,7
46
16,8
18,4
28,9
28,5
Femmine
CLASSI DI ETÀ
15-24 anni
30
23,3
23,5
25-34 anni
49,3
39,1
39,9
25,3
26,5
35-44 anni
39,6
36,8
37
14,8
16,2
45-54 anni
30,8
39,5
38,5
10,1
11,3
55 anni o più
19,8
35,7
33,2
6,3
6,8
Totale
39,2
36,7
36,9
16,1
17,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat (Rfl)
189
Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati
al di fuori della UE, 2004
Retribuzione media annua in €
Comparto
Dipendenti Totali
Dipendenti nati in Paesi
extracomunitari
Differenza %
Agricoltura ed attività connesse con l’agricoltura
23.057
12.255
-46,8
Amministrazioni statali ed Enti pubblici
18.307
5.410
-70,4
Carta ed editoria
21.387
15.434
-27,8
Chimica, gomma ecc.
23.565
15.072
-36,0
Commercio
14.461
9.893
-31,6
Credito e assicurazioni
38.406
34.954
-9,0
Edilizia
14.035
11.169
-20,4
Estrazione e trasformazione minerali
21.822
15.893
-27,2
Legno e mobili
15.548
12.608
-18,9
Metallurgia e Meccanica
22.003
15.604
-29,1
Servizi
12.934
7.451
-42,4
Tessile e abbigliamento
15.031
8.795
-41,5
Trasporti e comunicazioni
20.602
11.629
-43,6
Varie
25.341
13.251
Alimentari ed affini
16.972
Totale
18.132
12.190
11.537
-28,2
-47,7
-36,4
*Si considerano solo le retribuzioni maggiori di zero.
Fonte: Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes su dati INPS.
Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria, 2004
Categorie occupazionali
Lavoratori autonomi totale
12.921
Commercianti
12.471
Collaboratori parasubordinati
11.227
Dipendenti
11.537
Artigiani
13.101
Domestici
4.860
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati INPS
Tab 6.35 Stime unità di lavoro non regolari stranieri, 2000-2006 (migliaia)
Anni
Stranieri non residenti
Valori %
2001
721,1
22,0
2000
655,6
2002
464,1
2003
113,5
2004
213,3
2006
352,4
2005
274,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat
190
21,2
15,2
4,0
7,5
9,4
11,9
Tab. 6.36 Stime unità di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006
Anni
Irregolari residenti (a)
Stranieri non residenti (a)
Posizioni plurime (a)
2000
1.540,4
655,6
914,7
2002
1.643,6
464,1
2004
1.627,7
213,3
1.022,0
2.863,0
2006
1.614,3
352,4
1.001,9
2.968,6
2001
2003
2005
Valori assoluti
1.625,5
721,1
1.686,3
2000
49,5
2002
53,8
2001
2003
2004
2005
2006
948,1
100,0
15,2
31,0
100,0
28,5
100,0
36,0
7,5
54,9
2.932,7
29,4
4,0
100,0
35,7
9,4
54,4
2.811,7
21,1
22,0
56,9
3.055,8
1.048,7
Composizione percentuale
60,0
3.280,2
1.011,9
274,3
49,6
3.110,7
933,6
113,5
1.609,7
Totale economia
100,0
35,7
11,9
100,0
33,7
100,0
Fonte: Istat, La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali
Note: (a) Per irregolari residenti si intendono gli occupati che si dichiarano nelle indagini presso le famiglie ma non risultano
presso le imprese; per stranieri non residenti si intendono i lavoratori non regolari che risultanop completamente invisibili al fisco
ed esclusi dalle indagini presso le famiglie; per posizioni plurime si intendono quelle calcolate con metodi indiretti e riguardanti
soprattutto il lavoro degli indipendenti in settori sensibili alla non dichiarazione dell’attività produttiva, quali trasporti, costruzioni,
alberghi e pubblici esercizi.
Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati all’INAIL per genere,
2004-2008
Sesso
Maschi
Femmine
2004
2005
2006
2007
2008
1.381.773
1.415.318
1.478.001
1.800.982
1.893.989
920.050
963.194
1.023.420
1.276.602
1.372.406
2.301.823
2.378.512
2.501.421
3.077.584
3.266.395
Variazione % anno precedente
-
3,3
5,2
23,0
6,1
Variazione % rispetto al 2004
-
3,3
8,7
33,7
41,9
42,0
Totale
% femminile sul totale
40,0
40,5
40,9
41,5
Variazione % anno precedente
-
3,3
5,2
23,0
6,1
Variazione % rispetto al 2004
-
3,3
8,7
33,7
41,9
40,0
40,5
40,9
41,5
42,0
% femminile sul totale
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
191
Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008
Area geografica
2004
%
2005
%
2006
%
2007
%
2008
%
Italia
839.448
86,8
815.193
86,7
798.855
86,1
771.625
84,6
731.379
83,6
Stranieri
127.281
13,2
124.828
13,3
129.303
13,9
140.785
15,4
143.561
16,4
di cui
Paesi U.E.
9.819
1,0
12.744
1,4
12.983
1,4
32.184
3,5
35.458
4,1
Paesi extra
U.E. *
117.462
12,2
112.084
11,9
116.320
12,5
108.601
11,9
108.103
12,4
TOTALE
966.729
100,0
940.021
100,0
928.158
100,0
912.410
100,0
874.940
100,0
Paesi extra
U.E. *
117.462
12,2
112.084
11,9
116.320
12,5
108.601
11,9
108.103
12,4
966.729
100,0
940.021
100,0
928.158
100,0
912.410
100,0
874.940
100,0
TOTALE
* Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008
Area geografica
Italia
2004
%
2005
%
2006
%
2007
%
2008
%
1.138
85,7
1.112
86,9
1.174
87,5
1.029
85,3
944
84,3
190
14,3
168
13,1
167
12,5
178
14,7
176
15,7
Paesi U.E.
15
1,1
17
1,3
22
1,7
59
4,9
67
6,0
Paesi extra
U.E. *
175
13,2
151
11,8
145
10,8
119
9,8
109
9,7
1.328
100,0
1.280
100,0
1.341
100,0
1.207
100,0
1.120
100,0
175
13,2
151
11,8
145
10,8
119
9,8
109
9,7
1.328
100,0
1.280
100,0
1.341
100,0
1.207
100,0
1.120
100,0
Stranieri
di cui
Totale
Paesi extra
U.E. *
TOTALE
* Dal 2005 sono esclusi i nuovi 10 Paesi entrati nella UE e dal 2007 Bulgaria e Romania.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
192
Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attività economica, 2008
Gestione/Settore di attività economica
Agricoltura
Infortuni
N.
5.559
Industria e Servizi
Casi mortali
%
3,9
137.223
95,6
N.
19
%
10,8
157
89,2
24,4
di cui:
Costruzioni
19.719
13,7
43
Industria dei metalli
13.630
9,5
13
7,4
Trasporti e comunicazioni
11.126
7,8
29
16,5
Attività immobiliari e servizi alle imprese
10.096
7
10
5,7
6.356
4,4
2
1,1
Alberghi e ristoranti
Industria meccanica
4.386
3,1
3
1,7
Sanità e servizi sociali
4.354
3
4
2,3
Personale domestico
2.584
1,8
1
0,6
143.561
100,0
176
100,0
Dipendenti Conto Stato
779
Totale
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
193
1,0
-
-
Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008
Infortuni
Regione
PIEMONTE
VALLE D’AOSTA
Casi mortali
N.
%
N.
%
11.013
7,7
13
7,4
430
0,3
2
1,1
29.775
20,7
40
22,7
TRENTINO ALTO ADIGE
5.346
3,7
4
2,3
Provincia Autonoma di Bolzano
2.835
2,0
2
1,1
Provincia Autonoma di Trento
2.511
1,7
2
1,1
24.385
17,0
26
14,8
FRIULI V. G.
6.328
4,4
3
1,7
LIGURIA
3.839
2,7
2
1,1
EMILIA ROMAGNA
28.081
19,6
22
12,5
TOSCANA
LOMBARDIA
VENETO
10.587
7,4
15
8,5
UMBRIA
3.257
2,3
3
1,7
MARCHE
5.797
4,0
4
2,3
LAZIO
5.594
3,9
14
8,0
ABRUZZO
2.743
1,9
5
2,8
299
0,2
- 0,0
CAMPANIA
1.107
0,8
11
6,3
PUGLIA
1.653
1,2
3
1,7
BASILICATA
287
0,2
3
1,7
CALABRIA
704
0,5
0,0
1.725
1,2
5
2,8
611
0,4
1
MOLISE
SICILIA
SARDEGNA
ITALIA
143.561
100,0
176
0,6
100,0
Nord Ovest
45.057
31,4
57
32,3
Nord Est
64.140
44,7
55
31,3
Centro
25.235
17,6
36
20,5
Sud
6.793
4,7
22
12,5
Isole
2.336
1,6
6
3,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL.
194
Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008
2008
Paese di nascita
N.
Infortuni
MAROCCO
22.519
ROMANIA
21.400
ALBANIA
14.746
TUNISIA
5.832
ex-JUGOSLAVIA
4.510
SVIZZERA
4.207
GERMANIA
4.060
SENEGAL
3.970
INDIA
3.151
PERU’
2.849
MACEDONIA
2.697
PAKISTAN
2.666
POLONIA
2.657
BANGLADESH
2.528
Altri Paesi
45.769
TOTALE
143.561
%
2008
Paese di nascita
N.
%
15,7 ROMANIA
48
27,3
10,3 MAROCCO
17
Casi mortali
14,9 ALBANIA
21
4,1 SVIZZERA
11,9
9,7
9
3,1 INDIA
5,1
7
2,9 UCRAINA
4,0
6
2,8 BOSNIA - ERZEGOVINA
3,4
5
2,8 ex-JUGOSLAVIA
2,8
5
2,2 POLONIA
2,8
5
2,0 BRASILE
2,8
4
1,9 BURKINA FASO
2,3
4
1,9 REPUBBLICA SLOVACCA
2,3
4
1,9 GERMANIA
2,3
3
1,8 TUNISIA
1,7
3
31,7 Altri Paesi
35
100,0 TOTALE
176
1,7
19,9
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su Banca Dati Assicurati INAIL
Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati all’estero al 1° gennaio
2007
Categoria
Vecchiaia
v.a
%
114.814
39,0
Invalidità
19.994
6,8
Superstiti
100.735
34,3
Assegni sociali
20.692
7,0
Invalidità civile
37.790
12,9
294.025
100,0
Totale
Fonte: Elaborazioni Caritas Migrantes su dati Inps
Tab. 6.44 Beneficiari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari,
2004-2005
Tipologia di sostegno
2004 di cui extracomunitari, %
2005 di cui extracomunitari, %
Disoccupazione non agricola
766.991
7,3 800.439
8,6
Disoccupazione agricola
611.750
7,5 574.877
7,6
Mobilità
174.770
Disoccupazione edile
Lavori socialmente utili
Cassa integrazione guadagni
57.130
54.603
728.530
Fonte: Elaborazione Nomisma su dati INPS
195
23,7
6,5
62.569
0,4
48.222
0,3
-23,8
11,6 613.151
10,7
-22,2
3,2 175.673
9,0
Variazione %
2004-2005
3,9
50,5
-4,8
19,9
II.6.3 Le prospettive di inserimento degli immigrati
nel mercato del lavoro
L’indagine Excelsior, condotta annualmente su un campione di oltre 100 mila
aziende italiane statisticamente significativo per tutti i settori economici e i
territori, è in grado di fornire un quadro previsionale puntuale e aggiornato
sulla domanda di assunzione delle imprese e sui bisogni formativi.
Nel 2009, in una fase così critica del ciclo economico , la quota di immigrati
che si prevede in ingresso risulta ulteriormente contenuta rispetto al 2008,
anno che aveva già fatto segnare una netta tendenza alla diminuzione rispetto
agli anni precedenti. La tendenziale flessione della domanda attesa di
lavoratori immigrati è certamente legata alla fase critica del ciclo economico
che penalizza prima di tutto questa categoria di lavoratori collocati in attività
più a rischio per il futuro, ed in particolare nelle micro e piccole imprese,
in settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale, ma non
incide sul carattere strutturale di partecipazione al mondo del lavoro degli
immigrati nel nostro Paese;
le previsioni di assunzione sono però differenziate tra tipologia di contratto
e di attività. Più precisamente la flessione è nelle assunzioni non stagionali
delle imprese, mentre quelle a carattere stagionale mostra un incremento
per quanto riguarda la percentuale minima delle assunzioni di personale
immigrato sul totale delle assunzioni.
Il fabbisogno di immigrati previsto dalle imprese registra inoltre delle forti
differenziazioni sotto il profilo settoriale. Considerando sia la stima di minima
che di massima delle assunzioni non stagionali, i servizi sono il comparto
che prevede di assorbire il numero più consistente di immigrati (36.920 su
59.710 complessivi). Il comparto industriale è quello che sulle ipotesi di
assunzioni non stagionale sia minima che massima registra una contrazione
più marcata e, all’interno di questo, è l’industria in senso stretto che registra
il primato (tab. 6.45 e 6.46 ); analizzando ancora più nel dettaglio i singoli
rami di attività emerge che per quanto concerne le assunzioni non stagionali
dell’industria in senso stretto i comparti che hanno un peso relativo più
elevato sono quello dei metalli, quella alimentare, della meccanica e delle
industrie tessili e abbigliamento; l’andamento dell’ultimo anno mostra una
forte contrazione per tutti questi comparti, con l’eccezione dell’alimentare
196
che mostra una diminuzione più lieve (tab. 6.47); per quanto concerne il
settore dei servizi i comparti che hanno una maggiore rilevanza sono relativi
l’alberghiero e la ristorazione, seguiti dai servizi operativi alle imprese e alle
persone e dalla sanità- servizi sanitari privati. Il settore dei servizi operativi
alle imprese e alle persone è però quello che per l’ipotesi di massima
evidenzia in termini relativi il maggior ricorso a personale immigrato.
Nel 2009 rispetto all’anno precedente tutti i comparti dei servizi hanno
registrato una contrazione nelle ipotesi di assunzione (fanno eccezione gli
studi professionali, che però rappresentano una quota relativa molto bassa
dell’intero comparto), anche se con differenze al loro interno: tra quelli con
un peso relativo maggiore la “sanità e i servizi sanitari privati” è quello
che ha registrato la diminuzione meno consistente (tab. 6.48); mostrano
delle differenze evidenti rispetto alla situazione precedentemente descritta
i dati relativi al fabbisogno di manodopera stagionale. Questa tipologia di
fabbisogno è particolarmente diffusa nel comparto agricolo, dove però non
sono ancora disponibili i dati relativi al 2009, ma anche il settore dei servizi
assorbe una quota rilevante (nel 2009 l’ipotesi di fabbisogno minimo delle
imprese è pari a quasi 37 mila unità). Per quanto riguarda le ipotesi di
assunzione di manodopera stagionale, la crescita, nel 2009 rispetto al 2008,
nell’ipotesi minima nel comparto dei servizi è da attribuire “agli alberghi,
ristoranti e servizi turistici” che stimano nel 2009 quasi 25 mila assunzioni
su un totale di circa 37 mila, con una notevole crescita nell’ultimo anno
(tab.6.49 e 6.50); dal punto di vista della distribuzione territoriale è
ovviamente il Nord l’area del paese dove anche nel 2009 si registra un
maggiore assorbimento di manodopera straniera: quasi il 60 per cento sia
nell’ipotesi di minima che di massima.
Analizzando più dettagliatamente i territori e le tipologie contrattuale si
evidenzia un maggior peso relativo del Nord Ovest per quanto riguarda le
assunzioni non stagionali di forza lavoro immigrata, mentre considerando la
sola componente stagionale è il Nord Est il territorio a maggior assorbimento
(tab. 6.51 e 6.52); l’andamento del 2009 rispetto all’anno precedente
evidenzia una contrazione di intensità abbastanza simile nelle diverse
aree del paese per i contratti non stagionali, mentre per quelli a tempo
determinato gli andamenti sono differenti: il Nord Ovest mostra una crescita,
in controtendenza rispetto agli altri territori.
197
Le esigenze di qualificazione
Al di la dei dati quantitativi è importante analizzare le caratteristiche
qualitative del fabbisogno di immigrati. Infatti pur in presenza di una
contrazione delle richieste segnalate le imprese indicano un fabbisogno
con un livello di qualificazione che cresce negli anni; la composizione
dei fabbisogni per gruppi professionali indica un aumento del peso
delle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi, in
controtendenza rispetto ai lavoratori italiani; inoltre si registra una leggera
crescita nella distribuzione delle assunzioni relativamente all’incidenza
degli operai specializzati, mentre diminuisce quella del personale non
qualificato (tab. 6.53 e 6.54);
a conferma dell’orientamento di una domanda di lavoro più qualificata
sono interessanti i dati relativi alle necessità, dichiarate dalle imprese, di
provvedere alla formazione: mentre nel 2003 la quota interessata era pari al
46 per cento, nel 2009 è salita al 79,9 per cento;
inoltre anche se, come visto in precedenza, l’impiego di lavoratori immigrati
è prevalentemente concentrato in mansioni poco qualificate e/o laddove
risulta difficile il reperimento di lavoratori italiani, la richiesta di una
maggiore qualificazione dei lavoratori immigrati risulta evidente anche dalla
distribuzione negli anni delle assunzioni per livello di istruzione. L’analisi
dei dati dal 2006 al 2008 evidenzia infatti un peso relativo superiore negli
anni di lavoratori immigrati con una formazione di scuola superiore mentre
si è contratto quello dei lavoratori con la sola licenza elementare/media
(tab. 6.55 e 6.56).
Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008
e il 2009
2009*
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
INDUSTRIA, di cui:
22.780
12,6
29.140
16,1
12.590
12,9
Costruzioni
10.200
12,3
Totale
Industria in senso
stretto
SERVIZI
59.710
36.920
11,4
10,8
89.140
2008
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
53.070
16,2
68.140
20,8
17,0
111.240
16.640
17,0
33.240
16,3
43.520
21,4
12.500
15,1
9.830
16,1
24.630
20,0
59.990
17,5
58.160
13,4
11,6
167.800
99.660
20,3
19,9
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
198
Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle
imprese per il 2008 e il 2009
Totale
2009*
% su tot.
Minimo v.a.
assunzioni
INDUSTRIA, di cui:
Industria in senso stretto
Costruzioni
SERVIZI
43.100
6.270
16,7%
69.480
14,2%
10.710
11,5%
1.020
5.540
14.7%
36.840
17,2%
730
Massimo
% su tot.
v.a. assunzioni
26,9%
24,3%
9.690
33.620
13,4
9.250
62.010
15.300
17,1
1.820
7.970
17,0
27,5%
24.370
12,4
1.280
Massimo
% su tot.
v.a. assunzioni
17,0
25,7%
16,1%
58.770
2008
Minimo
% su tot.
v.a. assunzioni
24,6
28,2
3.480
28,8
46.700
23,7
24,3
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008
e il 2009 per tipo di industria
2009*
Minimo
v.a.
Industria in senso stretto
12.590
Estrazione di minerali
100
Industria alimentari
Industrie tessili, abbigliamento e calzature
Industrie del legno e del mobile
Industrie della carta, stampa, editoria
Industrie chimiche
Industria della gomma e materie plastiche
Industrie dei minerali non metalliferi
Industrie dei metalli
Industria meccaniche e mezzi trasporto
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche,
medicali
Ind. beni per la casa e altre manifatture
Produzione e distribuzione energia, gas
e acqua
2380
1380
% su
Massimo
tot.
v.a.
assunz.
12,9
8,9
14,7
12,2
16.640
100
3220
1550
2008
% su
tot.
assunz.
Minimo
v.a.
9,2
270
17,0
19,8
13,6
33.240
3.070
4.480
% su
Massimo
tot.
v.a.
assunz.
16,3
10,7
13,5
18,2
320
4.150
5.460
21,4
12,4
18,3
22,1
1050
14,8
1320
18,6
2.710
19,4
3.300
23,6
380
7,2
490
9,3
1.080
12,4
1.700
19,7
350
750
680
2710
8,1
18,4
16,0
17,4
390
1250
760
3690
9,0
30,8
17,9
23,8
720
2.010
1.550
8.420
8,9
21,2
16,8
960
2.780
1.800
11,8
29,3
19,5
1620
10,1
2380
14,8
5.540
14,3
21,2
10.210
8.340
21,5
830
9,8
1040
12,3
2.230
11,5
3.130
16,2
240
16,3
280
18,9
580
18,9
680
22,5
130
5,1
170
6,8
600
17,8
700
20,6
* v.a. arrotondati alle decine
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
199
43.520
% su
tot.
assunz.
25,7
Tab. 6.48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009
e il 2008 per tipo di servizio
Minimo
v.a.
Servizi
Commercio al dettaglio
Commercio e riparazione di autoveicoli
e mot.
Commercio all’ingrosso
Alberghi, ristoranti e servizi turistici
Trasporti e attività postali
Informatica e telecomunicazioni
Servizi avanzati alle imprese
Credito, assicurazioni e servizi finanziari
Servizi operativi alle imprese e alle
persone
Istruzione e servizi formativi privati
Sanità e servizi sanitari privati
Altri servizi alle persone
Studi professionali
36.920
2.810
2009*
% su
% su
Massimo
tot.
tot.
v.a.
Assunz.
Assunz.
10.8
59.990
17.5
4.4
6.110
9.6
2008
% su
Massimo
tot.
v.a.
Assunz.
11,6
99.660
5,4
10.470
Minimo
v.a.
58.160
4.270
% su tot.
Assunz.
19,9
13,3
720
7.4
760
7.7
1.570
8,9
1.820
10,3
2.010
8.890
3.070
1.350
1.550
540
10.4
16.9
10.0
8.6
7.4
3.4
2.420
11240
4.440
1.710
1.880
850
12.5
21.3
14.5
11.0
9.0
5.3
3.430
13.550
7.950
1.420
2.080
840
9,8
16,7
15,6
5,8
6,1
3,2
4.100
20.050
12.120
2.240
3.090
1.430
11,7
24,8
23,8
9,2
9,1
5,4
6.410
15.3
13.350
31.8
9.930
17,5
21.680
38,3
550
5.510
3.110
410
8.9
16.6
12.3
5.2
720
12.490
3630
410
11.7
37.6
14.4
5.2
970
6.780
5.010
380
13,0
17,8
13,3
2,9
1.240
14.510
6.520
390
16,6
38,0
17,4
3,0
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato
previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di industria
Minimo
v.a.
Industria in senso stretto
Estrazione di minerali
Industria alimentari
Industrie tessili, abbigliamento e calzature
Industrie del legno e del mobile
Industrie della carta, stampa, editoria
Industrie chimiche
Industria della gomma e materie plastiche
Industrie dei minerali non metalliferi
Industrie dei metalli
Industria meccaniche e mezzi trasporto
Industrie elettriche, elettroniche, ottiche,
medicali
Ind. beni per la casa e altre manifatture
Produzione e distribuzione energia, gas e
acqua
5.540
3.810
450
220
110
50
160
30
320
240
2009*
% su
% su
Massimo
tot.
tot.
v.a.
assunz.
assunz.
14,7
9.690
25,7
14,8
6.870
26,6
15,6
640
22,2
17,5
320
24,9
9,6
200
17,8
6,6
100
13,4
22,5
330
46,1
9,7
40
15,8
17,1
490
26,2
14,3
440
26,0
Minimo
v.a.
7.970
6.250
370
260
210
50
20
230
440
2008
% su
% su
Massimo
tot.
tot.
v.a.
assunz.
assunz.
17,0
13.480
28,8
18,3
10.870
31,8
11,1
510
15,5
23,4
300
27,4
17,0
270
22,1
20
2,5
12,3
90
23,3
8,4
30,0
13,8
18,1
310
24,4
14,4
900
30,0
70
11,9
140
23,3
60
10,6
90,0
15,3
50
11,1
90
18,2
60,0
16,9
60,0
17,4
-
-
-
-
-
-
-
-
*v.a. arrotondati alle decine.
Il segno – indica un valore non statisticamente significativo.
Fonte:Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior,
200
Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato
previste dalle imprese per il 2008 e 2009 per tipo di servizio
2009*
Minimo % su tot.
v.a. Assunz.
SERVIZI
Commercio al dettaglio
Commercio e riparazione di
autoveicoli e mot.
Commercio all’ingrosso
Alberghi, ristoranti e servizi turistici
2008
Massimo % su tot.
v.a. Assunz.
Minimo
v.a.
% su
tot.
Assunz.
Massimo % su tot.
v.a. Assunz.
36.840
17,2
58.770
27,5
24.370
1.520
8,2
3.320
17,9
800
430
20,9
480
23,7
1.170
18,2
2.190
33,9
800
8,2
1.850
19
24.480
21,7
42.980
32,7
17.270
15,1
30.810
26,9
170
12,4
46.700
23,7
3,3
3.700
15,4
8,0
180
8,5
Trasporti e attività postali
730
7,6
1.050
10,9
830
6,9
1.490
12,4
Informatica e telecomunicazioni
340
18,8
420
23,3
250
22,4
330
29,9
Servizi avanzati alle imprese
550
14,2
800
20,6
510
16,9
700
23,4
270
21,8
310
24,6
220
15,9
280
20,6
1.610
19,4
3.730
45,0
1.830
26,7
3.960
57,8
Istruzione e servizi formativi privati
180
4,3
250
6,0
160
5,9
350
13,1
Sanità e servizi sanitari privati
250
5,7
710
16,1
450
15,0
1.090
36,5
1.300
6,0
2.530
11,6
1.090
6,5
1.980
11,8
-
-
-
-
-
-
-
-
Credito, assicurazioni e servizi
finanziari
Servizi operativi alle imprese e alle
persone
Altri servizi alle persone
Studi professionali
*v.a. arrotondati alle decine.
Il segno – indica un valore non statisticamente significativo.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009
per ripartizione geografica
2009*
Nord Ovest
2008
Minimo v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
19.320
12.9
25.990
20.1
33.690
13,9
51.460
21,3
Nord Est
16.110
13.3
25.060
20.7
31.490
15,8
48.370
24,3
Centro
13.270
12.7
18.900
18.1
25.820
15,4
38.290
22,9
Sud e Isole
11.010
7.4
15.190
10.2
20.230
9,2
29.670
13,5
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
201
Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle
imprese per il 2009 per ripartizione geografica
Nord Ovest
2009*
2008
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Minimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
Massimo
v.a.
% su tot.
assunzioni
16.720
22,0
25.390
33,3
13.460
17,5
22.690
29,5
17,6
7.320
9.360
Nord Est
Centro
19,5
8.710
Sud e Isole
18,6
8.310
9,6
14.930
13.930
15.240
31,0
29,7
5.600
7.230
13,2
15,2
8,7
12.370
29,1
13.730
28,8
13.220
15,6
* v.a. arrotondati alle decine.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali,
2003-2008
Anni
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Totale
assunzioni
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
100,0
dirigenti e
profess.
specialist.
Professioni
tecniche
1,3
6,7
1,4
1,3
1,0
1,4
1,7
6,8
6,3
4,8
5,0
5,3
Profess.
commerc. e
servizi
Operai
specializzati
5,2
17,9
27,6
5,9
24,3
5,0
23,7
Impiegati
5,0
5,5
5,7
Condutt.
impianti e
macchine
22,0
27,5
24,5
23,1
15,0
22,7
22,2
15,3
21,7
23,3
14,3
Professioni
non
qualificate
23,1
16,0
25,3
24,3
15,2
27,1
27,8
15,6
25,3
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)
Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali,
2007 e 2008
Anni
Totale
assunzioni
2007
100,0
2008
100,0
Dirigenti
e profess.
specialist.
Professioni
tecniche
Impiegati
0,3
17,7
18,9
13,2
0,3
12,9
Profess.
commerc. e
servizi
Operai
specializzati
21,0
19,3
24,1
18,6
Condutt.
impianti e
macchine
Professioni
non
qualificate
13,2
9,3
13,0
8,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)
202
Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione,
2006-2008
Titolo
univers.
Dip. scuola
sup.
Qualif.
profess.
Scuola
obbligo
Totale
2006
Lavoratori italiani
2007
2008
Lavoratori stranieri
2006
2007
2008
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
53.300
10,0
67.480
11,0
81.040
12,3
6.100
3,7
7.850
3,4
6.960
4,1
204.440
38,4
246.400
40,3
291.470
44,2
31.160
19,1
46.650
20,5
43.810
26,1
94.530
17,7
98.260
16,1
84.330
12,8
38.910
23,9
49.050
21,6
36.120
21,5
180.560
33,9
199.740
32,6
203.260
30,8
86.770
53,3
124.030
54,5
80.910
48,2
532.840
100,0
611.890
100,0
660.090
100,0
162.930
100,0
227.570
100,0
167.800
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior (dati provvisori, Aprile
2009)
Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009
2003
Con necessità di formazione
Fino a 29 anni
Senza esperienza specifica
65,9
(1)
48,6
46,4
2004
2005
35,0
46,6
75,7
32,7
50,2
74,4
2008
75,0
2009*
79,9
32,6
32,5
30,5
(1)Valori non confrontabili con gli anni successivi.
* Il dato 2009, comprende i soli settori Industria e Servizi.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior, 2009
203
52,4
76,1
2006
2007
(1)
51,8
50,2
46,8
II.6.4 Le imprese degli stranieri
Le caratteristiche e l’evoluzione dell’imprenditoria straniera
A fine 2008, sulla base dei dati Infocamere, in Italia vi erano oltre 309.000
titolari di imprese individuali di nati all’estero, di cui oltre il 77% di
cittadini extracomunitari e poco meno del 23% di cittadini comunitari.
Le attività imprenditoriali a titolarità femminile rappresentano circa il 21
per cento del totale delle attività, dimostrando in questi anni una notevole
capacità di crescita: sono passate da poco meno di 45 mila del 2004 ad
oltre 65 mila nel 2008 (tab. 6.57);
le im­prese di titolari stranieri crescono in Italia a un ritmo sostenuto, in
controtendenza rispetto alle imprese italiane; anche nel 2008, nonostante
lo scenario economico, rispetto all’anno precedente la crescita è stata del
7,4 per cento (anno con la crescita meno rilevante degli ultimi cinque
anni), a fronte di una lieve contrazione delle imprese a titolarità italiana
(tab. 6.58);
quasi il 70 per cento degli imprenditori stranieri si colloca nella fascia di
età compresa tra i 30 e i 49 anni, il 14 per cento interessa quella di età
inferiore ai 30 anni e il 16 per cento appartiene alla fascia superiore ai
50 anni.
Va rilevato che quest’ultima classe è quella che negli ultimi anni sta
leggermente aumentando il suo peso relativo. Rispetto al totale delle
imprese italiane la differenza più rilevante riguarda proprio quest’ultima
classe di età, cioè dai 50 anni in su, alla quale appartiene nel 2008 il 40
per cento delle imprese totali (tab. 6.59);
la distribuzione delle imprese attive di titolari nati all’estero con
nazionalità straniera per attività vede una forte presenza nel commercio
(37,5 per cento del totale delle imprese straniere) nelle costruzioni (32,2
per cento) e nelle attività manifatturiere (11,1 per cento). Se si raffronta la
distribuzione settoriale delle imprese straniere con quelle totali nazionali
l’evidenza delle specializzazioni, in particolare nel settore delle costruzioni
e nel commercio, è ancora più marcata (tab. 6.60).
204
Il comparto manifatturiero e quello del commercio si presentano poi
con una struttura fortemente concentrata in alcune principali classi di
attività: l’abbigliamento (oltre il 31 per cento del totale manifatturiero), le
industrie alimentari (quasi il 15 per cento), la fabbricazione e lavorazione
dei prodotti in metallo (14,3 per cento) e le pelli-calzature (quasi il 10 per
cento); nel commercio è naturalmente quello al dettaglio che assorbe il
maggior numero di imprese (tab. 6.61 e 6.62);
per quanto concerne la distribuzione territoriale le imprese sono
principalmente collocate nel Centro Nord. Tra le regioni detiene il primato
la Lombardia, dove sono concentrate oltre il 21 per cento delle imprese
straniere totali, con un peso relativo stabile negli anni; seguono il Lazio, il
Veneto, il Piemonte e la Toscana (tab. 6.63);
è interessante anche l’analisi della distribuzione delle imprese per
provincia. Come era ovvio aspettarsi, le province con una numerosità
di imprese più elevata sono localizzate soprattutto nel Centro Nord, ma
tra le prime venti province per numerosità di imprese attive di titolari
stranieri è presente anche il Sud con Napoli, Caserta e Lecce. Inoltre è
rilevante notare che nella graduatoria non sono solo presenti capoluoghi di
provincia, ma anche province più piccole (tab. 6.64); i dati evidenziano
delle specializzazioni settoriali in alcune delle 20 principali province per
numero di imprese immigrate: in quasi tutte le province il commercio e
costruzioni sono i principali settori, con l’eccezione di Prato che primeggia
con il tessile, Reggio Emilia con l’abbigliamento al secondo posto tra i
settori e, sempre al secondo posto, emerge la specializzazione di Firenze
nel comparto cuoio e calzature (tab. 6.65);
la rapida crescita della quota di imprese individuali gestite da stranieri non
attenuano le difficoltà di accesso al credito che risultano molto superiori
rispetto a quelle costituite da italiani. Analisi condotte dalla Banca d’Italia
indicano che il costo del credito per le ditte costituite da extra comunitari
è superiore di circa 60 punti base a quello per le ditte costituite da italiani,
a parità di caratteristiche dell’impresa e dell’imprenditore15.
15 Fonte: Banca d’Italia, L’economia delle regioni italiane nell’anno 2008.
205
206
886.982
TOTALE
Italia
2.598.682
161.798
141.828
206.740
174.517
32.223
TOTALE
3.485.664
49.923
37.231
12.692
F
889.562
2.610.793
185.181
164.213
20.968
M
2005
235.104
201.444
33.660
TOTALE
3.500.355
55.101
41.949
13.152
F
888.278
2.602.630
206.441
184.781
21.660
M
2006
261.542
226.730
34.812
TOTALE
3.490.908
880.915
60.395
43.055
17.340
F
2005 su 2004
0,4
13,7
2006 su 2005
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
ITALIA (TOT IMPRESE)
imprese straniere
-0,3
11,2
2007 su 2006
288.006
224.370
63.636
TOTALE
65.357
46.648
18.709
F
243.958
192.574
51.384
M
2008
309.315
239.222
70.093
TOTALE
-0,8
10,1
2008 su 2007
-0,9
7,4
2008 su 2004
-1,6
49,6
2.580.361 3.461.276 873.512 2.556.126 3.429.638
227.611
181.315
46.296
M
2007
Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarità straniera e dell’insieme delle imprese, 2004-2008
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
44.942
32.689
Extra
Comunitaria
TOTALE
Straniere
12.253
Comunitaria
19.970
M
F
2004
Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalità straniera per genere, 2004-2008
Tab. 6.59 Titolari di nazionalità straniera di imprese individuali per classe di età, 2004-2008
CLASSE DI ETA’
2004
< 30
30-49
>=50
TOTALE
Extra Comunitaria
15,8
70,7
13,5
100,0
Comunitaria
11,7
TOTALE Straniere
67,4
15,2
TOTALE Italia
70,2
8,2
2005
20,9
100,0
14,6
51,5
100,0
40,3
100,0
Comunitaria
10,6
68,5
20,9
100,0
TOTALE Straniere
15,1
70,2
14,7
100,0
Extra Comunitaria
15,9
TOTALE Italia
70,4
7,9
2006
Comunitaria
Extra Comunitaria
52,0
TOTALE Italia
40,1
100,0
68,9
21,2
100,0
14,8
70,1
15,1
100,0
70,2
7,7
2007
100,0
9,9
15,6
TOTALE Straniere
13,7
14,2
52,4
100,0
39,9
100,0
Comunitaria
16,6
68,8
14,7
100,0
TOTALE Straniere
14,8
69,8
15,4
100,0
Extra Comunitaria
14,4
TOTALE Italia
70,0
7,5
2008
15,6
52,7
100,0
39,9
100,0
Comunitaria
16,7
68,7
14,6
100,0
TOTALE Straniere
14,2
69,7
16,1
100,0
Extra Comunitaria
13,5
TOTALE Italia
69,9
7,2
16,6
52,8
100,0
40,0
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
Tab. 6.60 Distribuzione per attività economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008
Comunitaria
Agricoltura, caccia e silvicoltura
Pesca,piscicoltura e servizi connessi
Estrazione di minerali
Attivita’ manifatturiere
Prod.e distrib.energ.elettr.,gas e acqua
Costruzioni
Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa
Alberghi e ristoranti
Trasporti,magazzinaggio e comunicaz.
Intermediaz.monetaria e finanziaria
Attiv.immob.,noleggio,informat.,ricerca
Istruzione
Sanita’ e altri servizi sociali
Altri servizi pubblici,sociali e personali
Imprese non classificate
Totale
Extra Comunitaria
7,8
0,1
0,0
8,0
0,0
48,1
18,6
3,7
2,6
0,9
5,3
0,3
0,1
4,1
0,3
100,0
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
207
2,9
0,0
0,0
12,0
0,0
27,5
43,0
2,6
4,3
0,6
4,5
0,1
0,1
2,1
0,3
100,0
Totale imprese
straniere
4,0
0,0
0,0
11,1
0,0
32,2
37,5
2,8
3,9
0,6
4,7
0,2
0,1
2,6
0,3
100,0
ITALIA
16,8
0,2
0,1
12,1
0,1
15,2
27,2
5,2
3,6
2,0
11,4
0,4
0,5
4,5
0,7
100,0
Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nell’industria manifatturiera, 2008
Comunitaria
Industrie alimentari e delle bevande
Extra Comunitaria
19,0
TOTALE
13,9
14,7
Industria del tabacco
ITALIA
16,6
0,0
Industrie tessili
3,2
5,0
4,7
4,4
Confez.articoli vestiario-prep.pellicce
8,2
35,9
31,4
7,2
Prep.e concia cuoio-fabbr.artic.viaggio
1,8
11,4
9,9
3,7
Ind.legno,esclusi mobili-fabbr.in paglia
8,0
3,0
3,8
7,2
Fabbric.pasta-carta,carta e prod.di carta
0,4
0,2
0,2
0,8
Editoria,stampa e riprod.supp.registrati
3,3
1,2
1,5
5,1
Fabbric.coke,raffinerie,combust.nucleari
0,0
0,0
0,0
0,1
Fabbric.prodotti chimici e fibre sintetiche
0,3
0,1
0,1
1,2
Fabbric.artic.in gomma e mat.plastiche
1,4
0,6
0,8
2,0
Fabbric.prodotti lavoraz.min.non metallif.
4,5
1,8
2,3
4,6
Produzione di metalli e loro leghe
0,2
0,1
0,1
0,7
22,5
12,8
14,3
17,7
Fabbricaz.e lav.prod.metallo,escl.macchine
Fabbric.macchine ed appar.mecc.,instal.
5,1
2,4
2,8
7,6
Fabbric.macchine per uff.,elaboratori
0,5
0,1
0,2
0,6
Fabbric.di macchine ed appar.elettr.n.c.a.
2,4
1,0
1,2
3,0
Fabbric.appar.radiotel.e app.per comunic.
0,6
0,3
0,3
0,9
Fabbric.appar.medicali,precis.,strum.ottici
4,1
1,4
1,8
4,5
Fabbric.autoveicoli,rimorchi e semirim.
0,4
0,1
0,1
0,5
Fabbric.di altri mezzi di trasporto
Fabbric.mobili-altre industrie manifatturiere
Recupero e preparaz. per il riciclaggio
2,8
0,9
1,2
1,3
11,0
7,6
8,1
10,0
0,3
0,3
0,3
0,5
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nel commercio, 2008
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
ITALIA
Comm.manut.e rip.autov. e motocicli
10,4
2,9
3,8
11,9
Comm.ingr.e interm.del comm.escl.autov.
29,9
14,9
16,6
31,7
Comm.dett.escl.autov-rip.beni pers.
59,7
82,2
79,6
56,4
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
208
Tab. 6.63 Distribuzione regionale dei titolari di impresa nati all’estero, 2008
ABRUZZO
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
Comunitaria
Extra Comunitaria
TOTALE
BASILICATA
CALABRIA
CAMPANIA
EMILIA-ROMAGNA
FRIULI-VENEZIA GIULIA
LAZIO
LIGURIA
LOMBARDIA
MARCHE
MOLISE
PIEMONTE
PUGLIA
SARDEGNA
SICILIA
TOSCANA
TRENTINO-ALTO ADIGE
UMBRIA
VALLE D’AOSTA
VENETO
TOTALE
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
209
2004
3,0
2,8
2,9
0,6
0,5
0,5
2,1
2,4
2,3
5,0
5,4
5,3
7,6
9,0
8,6
3,5
3,1
3,2
8,8
10,6
10,2
3,3
3,2
3,2
21,6
22,0
21,9
2,7
2,8
2,8
0,7
0,4
0,5
7,0
7,3
7,2
4,2
3,1
3,3
2,7
1,7
1,9
6,2
4,5
4,9
7,4
9,0
8,6
4,2
1,3
2,0
1,9
1,4
1,5
0,4
0,2
0,2
7,4
9,5
9,0
100,0
100,0
100,0
2005
3,1
2,7
2,8
0,6
0,4
0,5
2,1
2,3
2,2
5,0
5,3
5,2
7,6
9,3
8,9
3,4
2,9
3,1
8,9
10,5
10,1
3,3
3,2
3,2
21,5
21,8
21,7
2,7
2,9
2,8
0,7
0,4
0,5
6,9
7,5
7,4
4,3
3,0
3,3
2,7
1,6
1,9
6,1
4,5
4,9
7,4
9,1
8,7
4,1
1,3
2,0
2,0
1,5
1,6
0,3
0,2
0,2
7,5
9,6
9,1
100,0
100,0
100,0
2006
3,0
2,7
2,8
0,6
0,4
0,5
2,1
2,2
2,2
5,0
5,2
5,2
7,6
9,5
9,1
3,4
2,8
3,0
9,1
10,6
10,3
3,3
3,2
3,2
21,3
21,7
21,6
2,7
2,9
2,8
0,7
0,4
0,5
6,8
7,7
7,5
4,2
2,8
3,1
2,7
1,6
1,8
6,3
4,3
4,8
7,4
9,3
8,8
4,1
1,3
1,9
2,0
1,5
1,6
0,3
0,2
0,2
7,5
9,7
9,2
100,0
100,0
100,0
2007
2,8
2,7
2,7
0,5
0,4
0,4
1,7
2,3
2,1
4,0
5,5
5,1
7,8
9,7
9,2
2,8
2,9
2,9
11,2
10,1
10,4
2,9
3,3
3,2
20,6
21,6
21,3
2,8
2,9
2,9
0,5
0,4
0,4
9,2
7,2
7,8
3,3
2,9
3,0
2,1
1,6
1,8
5,0
4,6
4,7
8,6
9,2
9,0
3,3
1,4
1,9
2,1
1,4
1,6
0,3
0,2
0,2
8,5
9,7
9,3
100,0
100,0
100,0
2008
2,8
2,6
2,7
0,5
0,4
0,4
1,7
2,2
2,1
3,9
5,5
5,0
7,9
9,8
9,2
2,7
2,7
2,7
11,7
10,1
10,5
2,9
3,4
3,2
20,5
21,8
21,4
2,8
3,0
2,9
0,5
0,4
0,4
9,5
7,3
7,9
3,2
2,9
3,0
2,1
1,6
1,8
4,9
4,5
4,6
8,7
9,2
9,1
3,2
1,4
1,9
2,0
1,4
1,6
0,3
0,1
0,2
8,4
9,7
9,3
100,0
100,0
100,0
Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati all’estero, 2008
Provincia
N° imprese
MILANO
8.679
ROMA
9.606
TORINO
8.016
FIRENZE
3.616
BRESCIA
3.191
VERONA
2.975
VICENZA
1.990
PADOVA
1.946
BOLOGNA
1.884
REGGIO EMILIA
1.878
TREVISO
1.601
NAPOLI
1.195
VARESE
1.733
SALERNO
1.611
BERGAMO
1.603
CASERTA
1.391
MODENA
1.499
GENOVA
1.017
PRATO
950
LECCE
900
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere- Infocamere, Movimprese
210
211
Costruzioni
Costruzioni
Comm.dett.
Comm.dett.
Costruzioni
Costruzioni
Costruzioni
Costruzioni
Costruzioni
Comm.dett.
Costruzioni
Abbigliamento
Costruzioni
MODENA
REGGIO EMILIA
ROMA
GENOVA
BERGAMO
BRESCIA
MILANO
VARESE
TORINO
LECCE
FIRENZE
PRATO
PADOVA
Comm.ingr
2
Comm.ingr
38,9
50,0
39,3
50,1
40,3
48,9
32,8
30,2
38,1
38,9
29,5
58,2
41,1
37,8
Comm.dett.
Costruzioni
Cuoio
Costruzioni
Comm.dett.
Comm.dett.
Comm.dett.
Comm.dett.
Comm.dett.
Costruzioni
Costruzioni
Abbigliamento
Comm.dett.
Comm.dett.
63,9 Costruzioni
56,4
69,6
17,0
19,3
14,8
11,0
29,7
18,6
19,3
22,8
20,2
32,8
26,3
12,5
15,0
20,7
6,4
22,2
7,2
6,9
6,0
12,1
10,0
8,6
7,3
5,0
4,7
5,3
5,7
5,3
Abbigliamento
Comm.dett.
10,4
8,0
Altri servizi pubblici, sociali
e personali
6,5
Comm.dett.
13,5
Comm.ingr
Comm.ingr
Immobiliari, noleggio,
informatica, ricerca, servizi
alle imprese
7,8
Immobiliari, noleggio,
informatica, ricerca, servizi
alle imprese
10,8
Comm.ingr
Trasporti
Comm.ingr
Comm.dett.
Abbigliamento
Trasporti
Agricoltura
Costruzioni
3
Costruzioni
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Unioncamere-Infocamere-Movimprese
Comm.dett.
Costruzioni
BOLOGNA
Comm.dett.
NAPOLI
1
SALERNO
Comm.dett.
CASERTA
4
4,0
3,4
8,7
7,6
5,9
Comm.ingr
Comm.ingr
Comm.ingr
Alberghi e ristoranti
8,0
7,3
8,0
5,0
Immobiliari, noleggio, informatica,
ricerca, servizi alle imprese
4,6
Immobiliari, noleggio, informatica,
ricerca, servizi alle imprese
5,6
Trasporti
Trasporti
Trasporti
Comm.ingr
2,8
Immobiliari, noleggio, informatica,
ricerca, servizi alle imprese
8,6
Immobiliari, noleggio, informatica,
ricerca, servizi alle imprese
4,5
Comm.ingr
4,4
Immobiliari, noleggio, informatica,
ricerca, servizi alle imprese
6,5
Trasporti
5,6
Trasporti
Agricoltura
3,7
4,6
2,8
5,5
5,2
7,8
4,6
4,5
4,3
7,6
6,4
Tessile
4,2
Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
servizi alle imprese
4,9
Abbigliamento
Comm.ingr
Trasporti
Trasporti
Comm.ingr
Comm.ingr
Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
servizi alle imprese
5,3
Comm.ingr
Trasporti
Metalli
Comm.ingr
Comm.ingr
5
Altri servizi pubblici, sociali e personali 2,4
Immobiliari, noleggio, informatica, ricerca,
servizi alle imprese
2,6
Alberghi e ristoranti
4,1
Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province selezionate, 2008
APPROFONDIMENTO 1
I risultati di un’analisi diretta Unioncamere-Nomisma-Crif
L’analisi che segue riporta alcuni dei risultati provvisori di un’indagine
campionaria realizzata nel 2009 su 621 imprese gestite da imprenditori
non italiani, molto utili per comprendere il comportamento degli imprenditori immigrati e il profilo qualitativo di queste imprese. Il lavoro conclusivo
prevederà un campione di 1.000 imprenditori su tutto il territorio nazionale e sarà reso pubblico alla fine del 2009.
Le caratteristiche dell’imprenditore e delle imprese
Si tratta di imprese il cui titolare immigrato possiede un buon livello di
istruzione e che, nella maggior parte dei casi, opera in proprio da un tempo
compreso tra uno e cinque anni (graf. A); solo il 10 per cento del campione ha realizzato in precedenza un’altra attività autonoma, mentre per quasi
il 90 per cento rappresenta la prima esperienza imprenditoriale, anche
se in massima parte gli imprenditori possiedono un’esperienza lavorativa
precedente: quasi l’80 per cento faceva un altro mestiere, poco più del 15
per cento era impegnato in piccoli lavoretti, mentre per meno del 5 per
cento l’attività in proprio rappresenta la prima occupazione (graf. B e C);
le prospettive dell’imprenditore, nella maggior parte dei casi, guardano in
direzione di una presenza stabile in Italia e nella quasi totalità dei casi (oltre il 90 per cento) è stato proprio il titolare a creare l’attività, mentre solo
nell’8 per cento l’attività esisteva già in precedenza (graf. D); il modello
di impresa a socio unico è quello assolutamente dominante, ma nel 45 per
cento dei casi le imprese vengono gestite dall’imprenditore con almeno un
collaboratore (graf. E); si tratta di micro imprese con strutture organizzative elementari: solo circa il 23 per cento ha più di un addetto e il 96 per
cento nel 2008 ha fatturato meno di 250.000 euro (graf. F).
L’organizzazione dell’attività, la posizione di mercato e il finanziamento
dell’attività
le attività e le produzioni realizzate dalle imprese intervistate hanno caratteristiche diverse in termini di destinazione di mercato: circa il 58 per
cento vende i suoi prodotti in ambito locale e provinciale, per poco meno
del 25 per cento il riferimento di mercato è quello regionale mentre il mercato nazionale e internazionale è un riferimento per il 17 per cento degli
212
intervistati e comunque quasi mai legato al paese di origine (graf. G);
sia i clienti che i fornitori sono in massima parte italiani mentre solo una
piccola quota, non superiore in entrambi casi al 4 per cento, è del Paese di
origine (graf. H e I); rispetto al legame con il Paese di origine un risultato
sostanzialmente diverso è relativo al personale, che in quasi il 56 per cento dei casi in cui vi è personale esterno alla famiglia, proviene dal paese
e dalla comunità di origine (graf. L) per quanto riguarda l’organizzazione
dell’attività, coerentemente con la dimensione delle imprese del campione, le più importanti funzioni vengono svolte dal titolare, ed in particolare
quelle relative agli acquisti, le vendite, la produzione e la logistica, mentre
più spesso gli aspetti finanziari vengono delegati al commercialista (circa
il 46 per cento degli intervistati) o svolti dall’imprenditore con il supporto
di un esperto esterno (quasi il 25 per cento) (graf. M);
una quota consistente di imprenditori ha dichiarato di giocare il proprio
posizionamento competitivo sul buon rapporto qualità-prezzo (dichiarato
come punto di forza da circa il 32 per cento degli intervistati), ma assume
un’ importanza rilevante, per oltre il 19 per cento dei casi, il prezzo, seguito dall’abilità tecnica dell’imprenditore (oltre il 18 per cento) (graf. N);
le prospettive dell’impresa per il prossimo futuro risultano influenzate,
come prevedibile, dalla pesante crisi economica: oltre il 67 per cento delle imprese si attende una diminuzione della domanda e per oltre il 28 per
cento degli intervistati la propria attività potrebbe incontrare in futuro difficoltà finanziarie; tra quelli che hanno segnalato come possibile problema
la diminuzione della domanda, la maggior parte sono preoccupati della
situazione negativa in cui versa l’economia italiana (oltre il 58 per cento),
seguono poi in ordine di importanza l’aumento della concorrenza e le previsioni negative sull’andamento del settore (segnalati rispettivamente da
quasi il 18 per cento e da oltre il 14 per cento) (graf. O e P);
per le imprese che temono difficoltà finanziarie le cause sono da imputare
principalmente ai ritardi di pagamento dei clienti (25 per cento dei casi),
alle difficoltà di accesso al credito per mancanza di garanzie (19 per cento)
e alle procedure troppo complesse per l’accesso al credito (17 per cento)
(graf. Q );
va però evidenziato che circa il 57 per cento delle imprese autofinanzia la
propria attività o ricorre all’aiuto di parenti (12 per cento), mentre solo il
21 per cento finanzia la sua attività con il ricorso a prestiti bancari e il 2
per cento a finanziarie e società di leasing (graf. R);
213
al limitato utilizzo delle banche come modalità di finanziamento dell’attività d’impresa non corrisponde l’assenza di rapporti con il sistema bancario,
dichiarato solo da circa il 21 per cento dei casi, mentre la restante quota
utilizza banche o finanziarie prevalentemente italiane (graf. S).
I servizi all’impresa
Le imprese a titolare immigrato reperiscono le informazioni sulle attività delle imprese principalmente tramite canali informali, almeno per ciò
che riguarda il mercato (dove prevale il passaparola), il reclutamento e la
formazione del personale. Per gli adempimenti fiscali, l’assistenza all’imprenditore viene svolta da commercialisti e dai CAF (Centri di Assistenza
Fiscale). Per i problemi finanziari, dalle banche. Per quanto riguarda le
difficoltà di accesso ai servizi all’impresa, i giudizi degli imprenditori sono
differenti a seconda della tipologia del servizio: sono maggiormente sentite le esigenze di supporto allo sviluppo commerciale, dove la difficoltà
principalmente segnalata è quella di una scarsa conoscenza dell’offerta di
questi servizi sul territorio, seguiti dai servizi per il supporto alle pratiche
burocratiche, soprattutto per i tempi lunghi che richiedono gli adempimenti amministrativi, mentre i servizi di reclutamento e formazione del
personale sono rilevanti solo per un numero limitato di imprese che segnalano spesso la mancanza di informazioni sulle strutture che erogano questa
tipologia di servizi (graf. T, U, V, Z);
214
Graf. A
Anni di svolgimento della attività in proprio
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
54%
33%
12%
1%
Da meno di
un anno
Da 1 a 5
anni
Da 6 a 10
anni
Da oltre
10 anni
Graf. B
Esperienza in proprio dell'imprenditore
100%
87%
80%
60%
40%
10%
20%
0%
215
1^attività in
proprio
2^ attività in
proprio
3%
3^ o più
Graf. C
Esperienza lavorativa precedente dell'imprenditore
79%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
17%
4%
Faceva un altro
mestiere
Non lavorava
Faceva piccoli
lavoretti
Graf. D
Storia dell'azienda
92%
100%
80%
60%
40%
2%
20%
0%
Creata
dall'imprenditore
216
Esisteva già
ed era gestita
da altri
6%
Esisteva già ed
era gestita da
italiani
Graf. E
Numero di persone che aiutano l'imprenditore
60%
54%
50%
40%
30%
22,9%
20%
9,5%
10%
0%
0
1
2
6,1%
3
4,5%
2,6%
4
5 e più
Graf. F
Classe di fatturato 2008
100,0%
96,1%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0%
0,0%
217
2,2%
Meno di
250.000
euro
1,2%
0,3%
Tra 250.000 Tra 500.000
e 500.000 e 1.000.000
euro
euro
Più di
1.000.000
euro
Graf. G
Mercato di riferimento dei prodotti
58,2%
60,0%
50,0%
40,0%
24,6%
30,0%
13,1%
20,0%
3,9%
10,0%
0,0%
Localeprovinciale
Regionale
Nazionale
Internazionale
0,3%
Paese di
origine
Graf. H
Clienti principali
92,9%
100,0%
80,0%
60,0%
40,0%
20,0%
0,0%
218
3,6%
Immigrati della
sua comunita
3,5%
Immigrati non
della sua
comunita
Italiani
Graf. I
Fornitori
55%
60%
50%
40%
28%
30%
20%
9%
10%
0%
Locali
Nazionali
Internazionali
4%
Paese di
origine
Graf. L
Personale dipendente
55,8%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
18,5%
20,0%
17,2%
8,6%
10,0%
0,0%
Italiano
219
Della
comunità
di origine
Del paese
di origine
Di altre
comunità
immigrate
Graf. M
Organizzazione dell'impresa
90,5%
87,3%
imprenditore
46,4%
28,2%
24,8%
Imprenditore con
supporto esterno
4,5%
3,5%
Consulente esterno
1,8%
1,3%
Produzione
e logistica
Acquisti e
vendite
Finanza
100,0%
90,0%
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
Graf. N
Punti di forza
35,0%
32,1%
30,0%
25,0%
19,2%
20,0%
18,2%
14,4%
15,0%
10,3%
10,0%
220
Altro
2,6%
abilità
tecnica
La
flessibilita
qualitaprezzo
innovazione
qualità
prodotti
0,8%
Prezzi bassi
0,0%
2,3%
flex
apertura
5,0%
Graf. O
Possibili problemi futuri
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
67,5%
28,7%
2,4%
1,4%
Diminuzione Difficolta Mancanza di Difficoltà
della
finanziarie personale produttiva e
domanda (bancarie)
nei trasporti
Graf. P
Motivazione della diminuzione della domanda
(per chi rileva questo problema)
58,4%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
17,7%
14,4%
20,0%
221
3,3%
Altro
Andamento
negativo
mercato
Andamento
negativo
del settore
Situazione
negativa
economia
0,0%
Nuovi
concorrenti
6,3%
10,0%
222
10,0%
0,0%
4,7%
0,8%
19,3%
Altro
I clienti non
pagano
Clienti pagano
in ritardo
25,0%
Altro
20,0%
Società
finanziarie e
30,0%
Prestiti bancari
60,0%
Insuff.garanzie
per prestiti
17,1%
Fondi pubblici
10,0%
amici e conoscenti
5,0%
parenti e familiari
0,0%
Autofinanziamento
20,0%
Procedure
difficili per
prestiti
Procedure
lunghe per
prestiti
Interessi dei
prestiti troppo
alti
Graf. Q
Motivazione delle difficoltà finanziarie
(per chi rileva questo problema)
25,0%
17,1%
15,0%
7,1%
10,0%
4,3%
Graf. R
56,7%
Modalità di finanziamento
50,0%
40,0%
21,4%
12,2%
2,1% 2,1%
Graf. S
Utilizzo di banche e finanziarie
80,0%
70,0%
60,0%
50,0%
40,0%
30,0%
20,0%
10,0%
0,0%
78,8%
20,8%
0,2%
0,2%
Non uso Con sede Con sede
mai banche in italia all estero
in paesi
e
finanziarie
Unione Eu
Con sede
all estero
in paesi
extra Uni
Graf. T
Servizi di supporto allo sviluppo commerciale
60%
55%
50%
40%
32%
30%
20%
6%
10%
2%
4%
223
Problema
marginale
Materiale non in
lingua
Tempi lunghi
Non riesco a
farmi capire
Non conosco
bene i servizi
0%
224
80%
2%
Problema
marginale
70%
Problema
marginale
2%
Materiale non in
lingua
6%
Costi elevati
10%
Tempi lunghi
20%
Interlocutori
inadatti
20%
8%
Non riesco a
farmi capire
Non conosco
bene i servizi
10%
Non trovo
personale
adeguato
Non conosco
bene i servizi
Graf. U
Uffici per le pratiche burocratiche
64%
60%
50%
40%
30%
15%
6%
0%
Graf. V
Uffici per reclutamento e formazione
77%
70%
60%
50%
40%
30%
15%
3%
0%
225
80%
Problema
marginale
4%
Materiale non in
lingua
10%
Interlocutori
inadatti
20%
Tempi lunghi
Non conosco
bene i servizi
Graf. Z
Prestiti e finanziamenti
70%
70%
60%
50%
40%
30%
9%
14%
3%
0%
APPROFONDIMENTO 2
La dinamica del credito dei Piccoli Operatori Immigrati
La presenza della crisi profonda che si è manifestata con grande rapidità ha
influito sulla dinamica del credito: le imprese chiedono meno finanziamenti
e le banche hanno irrigidito i criteri di erogazione del credito con evidenti
penalizzazioni per le imprese immigrate che, come è stato messo in evidenza
dalla Banca d’Italia pagano tassi mediamente più alti.
I dati sulla dinamica del credito di questo approfondimento sono tratti dalla
banca dati EURISC di Crif che è collegata via telematica a oltre seicento
banche e finanziarie, grazie al quale è possibile accedere ai dati conservati,
ogni qual volta se ne presenta la necessità, quali ad esempio a fronte di
richiesta di un finanziamento e controllare pertanto l’affidabilità creditizia
del richiedente. CRIF censisce a dicembre 2008 su Eurisc oltre 4.330.000
aziende.
Analizzando la presenza territoriale del credito ai piccoli operatori immigrati
(POI, ovvero imprese con un fatturato inferiore a 2,5 milioni di euro, un importo medio di affidamento inferiore a 250 mila euro e un numero di addetti
inferiore alle 10 unità) si osserva una maggiore presenza nel Nord del Paese
(32,2 per cento nel Nord Ovest e 29,8 per cento nel Nord Est) ma anche una
quota non trascurabile nel Centro (19,6 per cento) e nel Sud e Isole (18,4 per
cento) (graf. AA);
l’analisi dei finanziamenti ai POI per forma tecnica evidenzia un lieve spostamento, in termini relativi, dal credito al consumo; quest’ultimo passa infatti da un peso relativo del 64,9 per cento nel dicembre 2006 al 68,8 per
cento nel dicembre 2008, a fronte di un aumento dei mutui (che passano dal
9,7 per cento all’11,1 per cento); il peso relativo dominante del credito al
consumo conferma come le attività delle ditte individuali in termini di credito siano più vicine alle forme tecniche relative ai privati. Gli importi sono
bassi, probabilmente utilizzati per investimenti ridotti, e sono pochi i mutui
immobiliari e artigiani (graf. AB, tab. A e B);
I dati sul tasso di decadimento, che è un indice di flusso che misura il deterioramento del credito in un anno (misurato rapportando il numero di clienti
226
affidati che entrano in un stato di default-3/6 rate scadute e non pagate o 3/6
segnalazioni mensili e consecutive di sconfino per oltre il 20 per cento - tra
t0 e tl rispetto al numero di clienti affidati in essere e non a default presenti
in portafoglio al tempo t0) evidenziano come il rischio è nettamente più elevato per i POI rispetto ai POE (piccoli operatori economici) ed è in costante
aumento dal giugno 2007 al dicembre 2008 (graf. AC).
Graf. AA
Distribuzione delle consistenze per macroarea (dic 2008)
18,4%
32,2%
19,6%
29,8%
Nord Ovest
Nord Est
Centro
Sud -Isole
Graf. AB
Distribuzione dei contratti accettati per forma tecnica
100%
20,9%
18,1%
18,5%
19,7%
20%
69,4%
70,6%
70,8%
69,4%
69%
9,7%
11,2%
10,7%
10,9%
11%
80%
60%
40%
20%
0%
2006-12
2007-06
mutui
227
2007-12
crcc
2008-06
leas
2008-12
Tab. A Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi
Importo medio finanziato per forma tecnica
Dic-06
Giu-07
Dic-07
Giu-08
Dic-08
Mutui
62.636
57.216
60.652
62.712
61.794
Credito al consumo
16.179
17.084
18.076
18.425
18.412
Leasing
28.333
28.367
28.134
29.160
28.575
Fonte: dati CRIF Decision Solutions
Tab. B Il credito ai Piccoli Operatori Immigrati - gli importi
Mutui
% sul tot. importi
% sul tot. contratti
Importo medio
Mutui chirografari
45%
72%
20.400
Mutui immobiliari
45%
16%
89.625
Mutui artigiani
6%
7%
29.791
Mutui per ristrutturazione
4%
5%
23.789
Fonte: dati CRIF Decision Solutions
Graf. AC
Tasso di decadimento 180 gg - confronto POE-POI
7,0%
6,0%
5,0%
4,0%
3,0%
2,0%
1,0%
0,0%
4,8%
4,9%
2,1%
2,2%
giu-07
dic-07
decadimento POI
228
5,4%
2,5%
giu-08
decadimento POE
6%
3%
dic-08
II.7 Cooperazione allo sviluppo e interscambio
coi paesi di origine
II.7.1 Indicatori di legami coi paesi di origine: le rimesse dall’Italia
L’indicatore più diretto per misurare il rapporto tra immigrati e paesi di
origine è la quantità di rimesse inviate. A questo proposito, è interessante
notare come la parte più consistente delle rimesse inviate dall’Italia nel
2007 fosse diretta verso la Cina, la quale attira da sola quasi il 30 per cento
del totale inviato. Una proporzione non scontata, se messa in relazione al
peso della comunità cinese sul totale degli stranieri residenti in Italia: i
residenti cinesi rappresentavano nel 2007 circa il 5 per cento di tutta la
popolazione straniera residente, ben alle spalle di albanesi (quasi 13 per
cento), romeni e marocchini (circa 11 per cento) (tab. 7.1).
È importante sottolineare qui due fenomeni che spiegano in parte questo
squilibrio: innanzitutto, parte dei trasferimenti di denaro cinese all’estero
riguarda il pagamento di beni importati in Italia dalla Cina. In secondo
luogo, soprattutto nel caso dei paesi più vicini all’Italia, esistono molti
canali informali di invio delle rimesse, che risultano quindi sottostimate
rispetto al loro reale valore. Un caso interessante è quello dell’Albania.
Secondo un’indagine effettuata nel 2007 da Nomisma per la Regione EmiliaRomagna sulle rimesse degli immigrati albanesi16, nel 2006 quasi il 70 per
cento dei trasferimenti veniva effettuato tramite canali informali, ovvero in
contanti affidati ad amici e parenti o di persona in occasione di viaggi in
Albania (graf. 7.1).
Confrontando i dati sui flussi di rimesse relativi al 2006 con quelli relativi al
2007, la crescita complessiva del volume delle rimesse in uscita dall’Italia
è stata trainata in maniera determinante dall’aumento delle rimesse verso
la Cina, che sono praticamente raddoppiate in termini di incidenza sul
totale degli invii e quasi triplicate in termini assoluti, passando da circa 680
milioni di euro a oltre 1 miliardo e 600 milioni di euro (graf. 7.2).
16 Il dato in questione proviene dall’indagine campionaria effettuata da Nomisma per la Regione Emilia-Romagna nel 2007: Indagine sulla comunità albanese in Emilia-Romagna:
dinamiche abitative, mobilità, lavoro, trasferimento e utilizzo delle rimesse. L’indagine è
stata condotta su un campione di 122 famiglie, in rappresentanza delle circa 9.000 famiglie albanesi residenti nel territorio della Regione. Per ogni famiglia è stato intervistato un
membro, il quale doveva essere impiegato e residente in Italia da almeno due anni.
229
Per quanto riguarda la variazione dei flussi di rimesse, dal 2000 al 2007 si è
verificata una crescita costante del volume delle rimesse, in maniera più che
proporzionale rispetto alla crescita della popolazione residente straniera. Il
totale annuale delle rimesse è passato da circa 600 milioni di euro nel 2000
a più di 6 miliardi di euro nel 2007, pari allo 0,4 per cento del Prodotto
Interno Lordo italiano (tab. 7.2).
L’aumento straordinario del volume delle rimesse può essere ricondotto a
una serie di fattori diversi. In primo luogo, a partire dal 2001 i flussi di
ingresso di stranieri sono aumentati considerevolmente. In secondo luogo,
a partire dal 2006 vengono conteggiati nel calcolo delle rimesse anche i
trasferimenti di fondi effettuati tramite money transfer. Un terzo elemento
da non trascurare è la regolarizzazione del 2002, che legalizzando il soggiorno
di molti lavoratori stranieri ha consentito il ricorso a canali formali di invio
delle rimesse.
Per quanto riguarda le regioni di invio, è interessante notare come anche
in questo caso le principali regioni per volume di invio non corrispondano
esattamente alle regioni con la maggior presenza di stranieri. Il Lazio infatti
è la regione da cui sono state inviate più rimesse nel 2007, con una quota
del 26 per cento sul totale delle rimesse inviate dall’Italia, senza dubbio
grazie alla forte presenza di una comunità filippina, che è tra le comunità più
importanti per invio di rimesse. Dietro il Lazio si collocano Lombardia, che
è anche la regione che ospita il maggior numero di stranieri (circa un quinto
del totale), e Toscana, in virtù di una forte presenza cinese nella provincia
di Prato. Quest’ultima conta da sola per il 7 per cento circa delle rimesse
totali dall’Italia. Restano più indietro invece regioni con una forte presenza
straniera, quali Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte (tab. 7.3).
230
Tab. 7.1 Flussi di rimesse dall’Italia per paese di destinazione, 2007
Paese
Rimesse 2007
Cina (a)
1.687.533.000
Incidenza % su tot.
rimesse
% stranieri residenti del paese su
tot. stranieri residenti
11,64
27,92
Romania
789.597.000
13,06
4,93
Filippine
727.930.000
12,04
3,45
Marocco
339.411.000
5,62
11,68
Senegal
252.278.000
4,17
2,04
Brasile
152.765.000
2,53
1,17
Albania (b)
143.660.000
2,38
12,79
Bangladesh
143.072.000
2,37
1,69
Perù
127.896.000
2,12
2,26
Ecuador
125.748.000
2,08
2,34
India
103.064.000
1,71
2,36
Ucraina
102.056.000
1,69
4,09
Tunisia
101.052.000
1,67
3,03
92.720.000
1,53
0,60
Colombia
Polonia
73.986.000
1,22
2,47
Rep. Dominicana
68.681.000
1,14
0,61
Moldavia
54.567.000
0,90
1,90
Nigeria
48.446.000
0,80
1,28
Altri paesi
909.598.000
Totale (c )
6.044.060.000
15,05
100,00
29,68
100,00
Note:
(a) La Cina risulta essere il Paese di destinazione di circa il 27 per cento delle rimesse, a fronte di una percentuale di cittadini
cinesi residenti in Italia pari a circa il 5 per cento delle presenze di stranieri sul territorio italiano al 1° gennaio 2007. Tale divario
potrebbe essere riconducibile anche a trasferimenti di fondi per pagamento di beni importati in Italia dalla Cina.
(b) Nel caso dell’Albania, il 12 per cento circa di cittadini albanesi residenti in Italia al 1° gennaio 2007 ha effettuato nell’anno
trasferimenti per circa il 2,5 per cento delle rimesse totali. La differenza fra queste due grandezze potrebbe essere spiegata dal ricorso
a canali informali di trasferimento di fondi.
(c ) Il dato complessivo riferito alle rimesse è quello utilizzato per la redazione della bilancia dei pagamenti (B.d.P.) e non
comprende le rimesse effettuate direttamente tramite il sistema bancario, che comunque rappresentano una quota trascurabile
dell’ammontare totale delle rimesse. Nella B.d.P. 2007, le rimesse degli immigrati rappresentavano il 18% del totale dei pagamenti
per trasferimenti unilaterali in conto corrente e il 41% dei soli trasferimenti privati
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF-Banca d’Italia.
231
Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
in contanti, portati in contanti, affidati
personalmente in
a amici/parenti di
occasione di viaggi fiducia tornati in
in Albania
Albania
tramite l’agenzia
“Western Union”
tramite l’agenzia
“Money Gram”
tramite vaglia
postale
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
Tab. 7.2 Flussi di rimesse dall’Italia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL)
Anno
Tot. Rimesse
Variazione annuale,
%
Rimesse procapite
Variazione annuale, %
(a)
2000
588.468
15,26
463,2
2001
749.401
27,30
511,7
10,50
0,06
2002
791.616
5,60
593
15,90
0,06
Rimesse/PIL %
0,05
2003
1.167.060
47,40
753,3
27,00
0,09
2004
2.706.106
131,90
1.359,70
80,50
0,19
2005
3.900.793
44,10
1.623,90
19,40
0,27
2006
4.528.861
16,10
1.695,90
4,40
0,31
2007
6.044.060
33,50
2.056,60
21,30
0,39
927,10
444
Variazione 2000-2007
Note: (a) calcolato sul numero di stranieri residenti in quell’anno.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia.
232
Tab. 7.3 Flussi di rimesse dall’Italia per regione di invio, 2007
Regione
Rimesse (migliaia €)
Incidenza % (a)
Abruzzo
62.259
1,0
642,1
Basilicata
13.652
0,2
1817,4
Calabria
Variazione % 2000-2007
83.339
1,4
1272,5
Campania
280.771
4,7
1934,1
di cui Napoli
170.810
60,8
Emilia Romagna
398.218
6,6
di cui Bologna
126.137
31,7
Friuli Venezia Giulia
1207,3
54.772
0,9
423,5
Lazio
1.573.449
26,0
791,3
di cui Roma
1.505.137
95,7
Liguria
di cui Genova
Lombardia
158.492
2,6
95.313
60,1
1.242.919
20,6
di cui Brescia
127.300
10,2
di cui Milano
1267,0
628,4
824.872
66,4
Marche
92.954
1,5
Molise
8.914
0,2
283,1
Piemonte
292.088
4,8
2315,2
di cui Torino
180.411
61,8
1229,4
Puglia
96.480
1,6
328,4
Sardegna
55.896
0,9
765,1
Sicilia
174.300
2,9
471,3
Toscana
867.816
14,4
2391,8
di cui Firenze
244.298
28,2
di cui Prato
449.739
51,8
Trentino-Alto Adige
48.663
0,8
479,2
Umbria
71.851
1,2
2272,1
Valle d’Aosta
7.305
0,1
2436,5
Veneto
406.958
6,7
1157,9
di cui Padova
104.588
25,7
Non ripartibili
52.964
0,9
0,0
6.044.060
100,0
927,1
Italia
Note: (a) per le province selezionate si intende l’incidenza delle province sul totale regionale.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Banca d’Italia.
233
Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dall’Italia per paese di destinazione, confronto 2006-2007
30
27,9
25
20
2006
17,5
2007
15,5
15
13,1
11,512,0
10
6,5
5,6
4,6 4,2
5
3,3
3,1
2,5
2,9
2,5 2,1
2,4 2,4
2,4
0
P.
O
A
N
CI
R
.P
EP
RO
M
IA
N
A
FI
E
O
N
PI
P
LI
A
M
L
A
CC
RO
S
EN
EG
LE
SI
RA
B
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati UIF - Banca d’Italia.
234
IA
N
BA
A
L
G
N
BA
LA
H
ES
D
'
RU
PE
E
R
O
D
A
CU
2,1
APPROFONDIMENTO 1
Rimesse e sviluppo locale: invio, incidenza e investimento delle rimesse degli albanesi in Emilia-Romagna17
Un caso di studio utile nell’analisi dell’impatto delle rimesse sui territori
di origine è l’Albania, dove le rimesse nel 2006 ammontavano al 15,4 per
cento dell’intero prodotto interno lordo. I dati che emergono sono significativi. In primo luogo, emerge chiaramente quanto sia ancora diffuso
l’utilizzo di canali informali di invio delle rimesse (tab. A). In secondo
luogo, risulta chiaro quanto forte possa essere l’impatto delle rimesse per
le comunità e i territori d’origine. Nelle zone urbane (Tirana) le rimesse
costituivano in media nel 2006 il 22 per cento delle entrate delle famiglie,
mentre nelle zone rurali (Elbasan) la quota era addirittura del 40 per cento
(graf. A1 e A2). Naturalmente occorre osservare che le rimesse hanno un
impatto molto selettivo, ovvero influenzano direttamente solo chi le riceve,
e normalmente si tratta non degli strati più poveri della popolazione, ma
di famiglie che sono state in grado di sostenere l’investimento iniziale del
progetto migratorio.
Uno degli aspetti più interessanti riguarda l’impatto delle rimesse sulla spesa
delle famiglie in istruzione e cure sanitarie. Le famiglie che ricevono rimesse
aumentano in maniera considerevole la quota di spesa in questi ambiti (graf.
B). Questo era vero sia nelle zone rurali che in quelle urbane, a testimonianza dell’impatto positivo non solo per quanto riguarda l’accesso ai beni
di consumo, ma anche a servizi in grado di migliorare la qualità della vita
delle famiglie. In particolare, a Tirana la spesa in istruzione e cure sanitarie
aumenta in media di 5 punti percentuali, mentre ad Elbasan la spesa in
istruzione aumenta di 5 punti percentuali e quella in cure sanitarie di 7.
17 I dati riportati in questo Approfondimento provengono da una serie di indagini svolte da
Nomisma per la Regione Emilia-Romagna nel corso del 2007, alcune delle quali svolte in
collaborazione con le Università di Tirana e di Elbasan. In particolare, i dati sui comportamenti delle famiglie albanesi residenti in Emilia-Romagna, provengono dall’indagine
sugli albanesi in Emilia-Romagna già citata nella Nota 1 di questo capitolo. I dati sulla
variazione dei comportamenti di spesa e di risparmio delle famiglie che ricevono rimesse
rispetto al totale della popolazione, provengono dall’analisi econometrica delle informazioni
censuarie sulla misurazione degli standard di vita raccolte dall’Istituto Nazionale di Statistica albanese, col supporto di Banca Mondiale; il campione indagato ha incluso 16.521
individui e 3.599 nuclei familiari, dei quali il 54,4% residenti in aree urbane e il 45,6% in
aree rurali. I risultati dell’analisi sono stati contestualizzati ed aggiornati con due indagine
campionarie realizzate su un campione di 200 famiglie a Elbasan e di 200 famiglie a
Tirana che avevano almeno un membro della famiglia all’estero.
235
Il caso albanese sembra inoltre sostenere la tesi per cui le migrazioni tendono ad assumere un carattere non permanente, anzi orientato al ritorno.
Secondo l’indagine Nomisma 2007 svolta sul territorio dell’Emilia-Romagna, circa il 50 per cento delle famiglie di origine albanese intervistate
vedeva il proprio futuro in Albania, mentre solo il 23 per cento progettava
di restare in Italia e un altro 30 per cento rimaneva incerto (tab. B).
Tab. A Canali di invio delle rimesse in Albania nel 2006
in contanti, portati personalmente in occasione di viaggi in Albania
40
in contanti, affidati a amici/parenti di fiducia tornati in Albania
28,8
tramite l’agenzia “Western Union”
18,8
tramite l’agenzia “Money Gram”
in contanti tramite servizi di trasporto a pagamento
attraverso banche/istituti di credito
tramite vaglia postale
1,3
11,3
in contanti, via posta
-
Totale
100
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
236
Graf. A.1 Composizione del reddito delle famiglie albanesi in aree urbane (Tirana)
e rurali (Elbasan), 2007
70
59,1
60
50
41,6
39,3
40
30
22,2
16,5
20
14,6
10
2,6
4,1
0
Redditi da lavoro
Altre fonti di reddito
Elbasan
Rendite
Rimesse
Tirana
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
Graf. A.2 Incidenza delle rimesse sui redditi delle famiglie in Albania, 2006 (€)
7000
6000
5000
4000
Valore medio delle rimesse
ricevute per famiglia
3000
Reddito medio annuale per
famiglia
2000
1000
0
Elbasan
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007
237
Tirana
Graf. B Quota di spesa per cure sanitarie e istruzione: confronto tra totale
popolazione e famiglie che ricevono rimesse, per aree urbane (Tirana) e aree rurali
(Elbasan), 2006
Totale popolazione
5
4,5
4
3,5
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
4,6
3,7
2,4
Istruzione
1,8
Cure sanitarie
Tirana
Elbasan
Famiglie che ricevono rimesse
14
12
10
8
Istruzione
6
Cure sanitarie
4
2
0
Tirana
Elbasan
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati indagine Istituto Statistico albanese 2002
238
Tab. B Le famiglie albanesi in Emilia-Romagna e le prospettive per il futuro, 2006
Dove le famiglie vedono il
proprio futuro
Totale
Totale
n.
%
Provenienza
Elbasan
Tirana Tempo di permanenza in Italia
2-5
6 - 10
anni
anni
oltre 10 anni
in Albania
57
46,7% 55,4%
39,4% 47,1%
50,0%
41,7%
non sanno, devono ancora
decidere
37
30,3%
21,4%
37,9%
32,4%
30,8%
27,8%
122
100,0% 100,0%
100,0% 100,0%
100,0%
100,0%
in Italia
Totale
28
23,0%
Fonte: Nomisma, indagine campionaria 2007.
239
23,2%
22,7%
20,6%
19,2%
30,6%
II.7.2 La migrazione di ritorno
Misurare il numero di stranieri che fa ritorno nel proprio paese di origine
è un esercizio complesso. Innanzitutto, è necessario distinguere tra ritorni
coatti e ritorni volontari. In questo capitolo ci occuperemo solo di ritorni
volontari, che consentono qualche riflessione su aspetti qualitativi della
migrazione odierna, soprattutto in relazione ai processi di integrazione tra
territori di origine e di arrivo e per l’impatto sui processi di sviluppo dei
paesi di partenza.
In secondo luogo, esistono diverse categorie di ritorno anche all’interno dei
ritorni volontari. In particolare, solo una piccola parte di chi fa ritorno nel
proprio paese usufruisce di programmi di assistenza al ritorno volontario.
Avere una misura precisa di quanti stranieri fanno ritorno al loro paese di
origine è piuttosto difficile. Una stima si può azzardare analizzando i flussi di
emigrazione dall’Italia. Secondo Eurostat, i flussi di emigrazione di cittadini
stranieri dall’Italia sono cresciuti costantemente dal 1999 al 2005, con
l’unica eccezione del 2002 che risente degli effetti della regolarizzazione
del 2001 (tab. 7.4).
Sono dati che naturalmente sottostimano il fenomeno: non solo non tengono
conto del movimento degli stranieri in posizione non regolare, ma anche il
calcolo riguardante gli stranieri regolarmente presenti risente della difficoltà
di distinguere tra chi esce dall’Italia per far ritorno nel proprio paese di
origine, chi esce solo temporaneamente e chi esce per trasferirsi in un altro
paese. Secondo l’OCSE, una percentuale compresa tra il 20 per cento e il
50 per cento degli immigrati lascia il paese di destinazione entro cinque
anni dall’arrivo. Prendendo in considerazione il volume dei flussi di ingresso
in Italia, dal 2003 al 2007, il numero medio di ingressi per anno è stato
superiore a 370.000 individui. Questo vorrebbe dire, stando alle stime
più caute dell’OCSE, che i migranti di ritorno sarebbero un numero ben
maggiore rispetto a quelli registrati dai flussi di emigrazione.
Per quanto riguarda invece il caso più specifico del ritorno volontario assistito,
si tratta di un particolare tipo di migrazione di ritorno, che è sostenuta da
speciali programmi statali. Tra il 1991 e il 2006 hanno beneficiato di questo
programma 7.223 individui; va tenuto conto che i programmi per il ritorno
non sono aperti a tutti gli immigrati, ma solo a determinate categorie: i casi
di emergenza umanitaria, i richiedenti asilo e rifugiati, le vittime della tratta
240
e i casi umanitari (che comprende minori non accompagnati, lavoratori
in difficoltà e persone in stato di vulnerabilità). Sono invece esclusi gli
immigrati irregolari (graf. 7.3).
Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dall’Italia, 1999-2005
1999
2000
2002
2003
2004
2005
Flussi emigrazione totale
64.873
56.601
41.756
48.706
49.910
53.931
Flussi emigrazione italiani
56.283
47.480
34.056
39.866
39.155
41.991
8.590
9.121
7.700
8.840
10.755
11.940
Differenza
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati Eurostat.
Graf. 7.3 Beneficiari del ritorno volontario assistito, 1991-2006
Totale beneficiari 1991-2006:
7.223
0,099
0,063
Emergenze umanitarie
Asilo
0,11
Vittime tratta
0,727
Casi umanitari/Lavoratori in
difficoltà
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati European Migration Network, 2006, ‘Migrazioni di ritorno: il caso italiano’, su
informazioni del Ministero dell’Interno.
241
APPROFONDIMENTO 2
Il ritorno dei cittadini dell’Europa dell’allargamento: il caso del
Regno Unito
Un caso utile alla comprensione delle dinamiche che regolano le migrazioni di ritorno è quello del Regno Unito e dei flussi di immigrazione provenienti dai Nuovi Stati Membri del 2004 (Polonia, Slovacchia, Slovenia,
Ungheria, Repubblica Ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, esclusi Cipro e
Malta) e del 2007 (Romania e Bulgaria). Il Regno Unito è stato uno dei tre
Stati Membri che nel 2004 e nel 2007 non ha posto vincoli d’accesso al
proprio mercato del lavoro da parte dei cittadini neo-comunitari. Verosimilmente, questo ha eliminato la preoccupazione di perdere la possibilità
di ingresso nel Regno Unito per chi fosse uscito dai suoi confini. Secondo
uno studio recente dell’Institute for Public Policy and Research18, il risultato è stato un forte aumento della propensione dei cittadini di questi
paesi a formulare un progetto migratorio non permanente. La percentuale
di stranieri provenienti dai Nuovi Stati Membri che resta nel Regno Unito
per meno di due anni è aumentata costantemente dal 2001, passando dal
38 per cento al 64 per cento (graf. C).
Le caratteristiche delle migrazioni di ritorno appaiono complesse anche
in ragione dei fattori non solo economici, ma anche culturali e personali,
che la animano, secondo l’indagine condotta sempre da IPPR su alcuni
migranti polacchi ritornati in patria. Le prime due motivazioni indicate
come centrali nel decidere di tornare in Polonia sono infatti la nostalgia di
casa e la mancanza della famiglia (tab. C). Si tratta in genere di persone
con un livello di istruzione molto elevato, trasferitesi nel Regno Unito per
continuare gli studi o per svolgere un’esperienza professionale formativa,
e che successivamente decidono di tornare in patria.
18 “Floodgates or turnstiles? Post-EU enlargement migration flows to (and from) the UK”,
April 2008.
242
Graf. C Permanenza nel Regno Unito dei cittadini stranieri provenienti dai Nuovi Stati
Membri, 2001 e 2007
100%
90%
80%
70%
Più di 10 anni
60%
5-10 anni
50%
3-5 anni
40%
2-3 anni
1-2 anni
30%
Meno di 1 anno
20%
10%
0%
2001
2007
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR.
Tab. C Ragioni per ritornare in Polonia, indagine su cittadini polacchi ritornati in Polonia,
2009
Ragioni per ritornare
%
Mi mancava casa
36
Sono venuto solo per lavorare temporaneamente
18
Per stare con la famiglia
Ho sempre pensato di tornare una volta accumulato abbastanza denaro
Per continuare l’istruzione in Polonia
Ho sempre pensato di tornare una volta trascorso un certo periodo di tempo nel Regno
Unito
29
16
15
14
Non riuscivo a guadagnare abbastanza soldi
7
Il costo della vita nel Regno Unito è troppo alto
5
Il/La mio/a partner è ritornato in Polonia
Volevo che i miei figli crescessero in Polonia
Non riuscivo a trovare un lavoro al pari delle mie qualifiche
Non riuscivo a trovare un lavoro nel Regno Unito
Le condizioni abitative nel Regno Unito sono sfavorevoli
L’economia polacca è più solida di quando sono partito
Non mi sentivo benvenuto nel Regno Unito
Le condizioni di lavoro nel Regno Unito sono sfavorevoli
Per comprare/costruire una proprietà in Polonia
Note: La somma delle percentuali è maggiore di 100 perché era possibile dare più di una risposta.
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati IPPR.
243
7
4
4
4
3
3
3
3
3
II.7.3 Migrazioni e sviluppo
I flussi di rimesse, in tutto il mondo, sono di molto superiori agli aiuti allo
sviluppo per quantità di fondi trasferiti nei paesi in via di sviluppo. Questo
avviene anche in Italia, dove il totale delle rimesse negli anni 2005-20062007 ha superato i 14 miliardi di euro, mentre il totale erogato nello stesso
periodo dalla cooperazione allo sviluppo è stato poco più di 2 miliardi e
mezzo di euro.
Questo risulta tanto più vero se si osservano solo i fondi e i progetti finanziati
dalla Cooperazione Italiana rivolti a iniziative che favoriscono la correlazione
tra migrazioni e sviluppo. Secondo i dati forniti dalla Direzione Generale
Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri, i fondi impegnati
in progetti legati alle migrazioni sono cresciuti notevolmente nell’ultimo
triennio, sia in termini assoluti che in termini relativi. Si è passati, infatti,
dai 2,3 milioni di euro impegnati nel 2006 ai 12,1 impegnati nel 2008 (tab. 7.5), mentre in relazione al totale delle spese sostenute dalla cooperazione
allo sviluppo la quota percentuale impegnata per progetti legati alle
migrazioni è quasi triplicata durante lo stesso periodo (tab. 7.6).
Per quanto riguarda le aree di destinazione dei progetti legati alle migrazioni,
la Cooperazione allo Sviluppo ha agito prevalentemente nel continente
africano, al quale sono state assegnate circa il 40 per cento delle risorse
impegnate. Sembra invece in calo il peso rivestito dalle risorse assegnate
a organizzazioni internazionali come contributo volontario (in particolare
all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), a favore soprattutto di
interventi diretti verso l’Asia e l’America Latina (graf. 7.4).
244
Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei
fondi, 2006-2008 (€)
2006
Africa
Europa
2007
999.224
2.745.526
68.942
75.851
226.950
America Latina
Asia
249.229
-
ONG
-
-
Contributo volontario OIM
77.132
1.000.000
Totale
4.000.000
2.295.116
7.147.739
2008
5.752.387
2.933.930
1.155.579
1.106.912
274.973
950.000
12.173.781
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.
Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla
Cooperazione allo Sviluppo, 2006-2008 (milioni di euro)
Cooperazione allo Sviluppo
Settore migrazioni
Incidenza percentuale, %
2006
327,6
2,23
0,68
2007
616,5
7,27
1,18
2008
703,5
12,5
1,78
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.
245
Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per
continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€)
2006
43%
44%
Africa
Europa
America Latina
Contributo volontario OIM
3%
10%
2007
Africa
38%
Europa
America Latina
57%
ONG
3%
1%
1%
Contributo volontario OIM
2008
Africa
2%
8%
Europa
9%
America Latina
48%
9%
Asia
ONG
24%
Contributo volontario OIM
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati MAE-DGCS.
246
II.7.4 L’interscambio commerciale con i paesi di origine
Analizzando il flusso di interscambio commerciale tra l’Italia e i paesi con
la più forte presenza sul territorio italiano, è evidente che dal 1999 al 2008
le esportazioni italiane sono cresciute in termini percentuali molto di più
verso i paesi in via di sviluppo che verso i paesi sviluppati. È interessante
vedere come tra i paesi verso i quali le esportazioni italiane sono aumentate
maggiormente figurino quei paesi da cui proviene la maggior parte degli
stranieri presenti in Italia, in particolare Cina, Albania, Romania e
Marocco. Naturalmente, non è possibile dedurre un legame diretto tra flussi
migratori ed esportazioni. Questo dato può tuttavia suggerire che i rapporti
commerciali risultano favoriti se si instaurano rapporti diretti tra il territorio
di origine e quello di provenienza, e che le diaspore sembrano favorire lo
sviluppo di rapporti commerciali (graf. 7.5).
Una certa cautela deve guidare poi l’analisi dell’aumento percentuale
delle esportazioni verso un paese. Questo aumento, infatti, può non essere
determinato da un’aumentata capacità attrattiva delle merci provenienti
dall’Italia, ma da un più generale aumento delle importazioni da parte del
paese in via di sviluppo. Possiamo controllare la capacità di penetrazione
in un mercato delle esportazioni italiane andandone ad osservare la quota
italiana di mercato in quel paese. Da questa analisi emerge un andamento
non univoco. In alcuni paesi l’Italia ha saputo aumentare le proprie quote di
mercato (Ucraina, Marocco, Perù), mentre nella maggior parte dei casi presi
in considerazione le quote di mercato sono rimaste praticamente inalterate
(Albania, Moldavia, Egitto). Due vistose eccezioni risultano essere Cina e
Romania, verso le quali l’Italia, pur aumentando le sue esportazioni in termini
assoluti (tab. 7.7), ha perso quote di mercato importanti (tab. 7.8).
247
Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base
1999)
7
6
5
4
3
2
1
0
Ucraina Moldavia
Perù
Cina
Albania Romania Marocco
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE
248
Europa
Francia Germania Giappone
Stati
Uniti
Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro)
EUROPA
Francia
Germania
Polonia
Regno Unito
Romania
Albania
Ucraina
Moldavia
AFRICA
Egitto
Libia
Marocco
Senegal
AMERICA
Stati Uniti
Ecuador
Peru’
ASIA
Bangladesh
India
Pakistan
Sri Lanka
Cina
Giappone
Filippine
OCEANIA
MONDO
1999
157.688
29.176
36.965
3.454
15.952
1.923
291
333
47
7.641
1.504
867
603
101
31.079
20.547
59
102
21.652
66
770
257
69
1.834
3.509
233
2.980
221.040
2000
180.991
33.196
39.558
3.845
18.036
2.672
370
456
65
9.119
1.542
1.028
719
76
39.287
26.659
74
128
27.563
96
1.007
270
74
2.380
4.338
297
3.453
260.413
2001
189.660
33.691
40.096
4.243
18.474
3.363
468
704
85
10.169
1.492
1.294
824
92
38.925
26.243
127
137
30.783
175
1.034
300
80
3.275
4.705
253
3.453
272.990
2002
187.546
33.069
37.256
4.278
18.780
3.616
546
764
99
9.977
1.203
1.316
824
121
36.941
25.802
147
166
30.931
114
1.034
312
98
4.017
4.495
263
3.668
269.064
2003
190.070
33.033
37.233
4.589
18.686
3.870
553
866
97
9.742
1.201
1.367
892
98
31.624
21.970
96
140
29.377
112
1.097
294
114
3.850
4.333
240
3.803
264.616
2004
205.495
35.230
38.761
5.151
20.153
4.288
583
1.100
111
10.424
1.352
1.502
945
79
32.554
22.368
90
123
31.787
135
1.273
379
123
4.448
4.333
252
4.154
284.413
2005
215.392
36.845
39.493
5.637
19.703
4.671
611
1.281
123
11.502
1.387
1.365
1.012
107
34.748
23.960
96
169
33.980
150
1.679
457
124
4.603
4.537
229
4.303
299.923
2006
239.643
39.121
43.936
7.132
20.171
5.529
673
1.665
153
12.646
1.539
1.403
1.148
105
37.115
24.541
121
221
38.368
167
2.166
540
149
5.686
4.483
213
4.241
332.013
2007
262.630
41.991
47.254
8.943
21.241
5.990
813
1.966
175
14.597
2.147
1.623
1.440
101
38.984
24.254
147
230
43.363
185
2.995
515
148
6.290
4.312
233
5.169
364.744
2008
258.286
40.957
46.645
9.589
19.234
5.820
933
2.360
197
17.981
2.906
2.639
1.689
148
37.828
23.038
146
414
45.670
167
3.091
543
162
6.444
4.258
269
6.041
365.806
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE
Tab. 7.8 Quote dell’Italia sul totale esportazioni verso paesi selezionati
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
Albania
32,1
34,9
34,1
37,9
37,5
35
33,1
31,6
31,7
32,5
Ucraina
3,2
4,1
4,1
4,2
4
4
Romania
Moldavia
Marocco
Egitto
Senegal
Perù
Cina
MONDO
21
5,4
6,5
8,1
6,4
20,3
5,6
3,2
6
7,6
6,2
7
7,4
3,9
4,7
1
1,3
1,9
1,8
4,2
3,7
1,2
21,2
Fonte: Elaborazioni Nomisma su dati ICE
249
2
3,9
20,9
7
6,6
6,7
5,8
2,4
1,4
3,9
19,9
5,9
7,4
7,5
4,7
2,2
1,2
4
17,5
5,6
4,4
6,9
7,1
3,5
14,7
5,3
5,6
6,2
5,6
6,4
5,7
3,6
3,8
1
1
1,7
1,9
3,9
3,6
1,1
13
13,2
5,2
3,9
6,7
6,9
3,1
2
1,7
3,5
3,6
1
11,2
5,2
4
6,9
7,9
3,7
2,5
0,9
3,4
Fonti utilizzate
SEZIONE I
CAPITOLO I.1 POPOLAZIONE E MIGRAZIONI NEL MONDO
Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR), 2008 Global Trends
Banca Mondiale, Migration and Remittances Factbook 2008
United Nations Population Division, International Migrant Stock: the 2008 Revision
CAPITOLO I.2 IMMIGRAZIONE, EMIGRAZIONE E MOBILITA’ IN EUROPA
European Spatial Planning Observation Network (ESPON), Territorial Dynamics in Europe: Trends in Population Development
Eurostat, Labour Force Survey; Statistics in Focus: Recent Migration Trends 2008;Population Database
Istat, Demografia in Cifre
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2008 e 2009
SEZIONE II
CAPITOLO II.1 GLI STRANIERI CHE ARRIVANO IN ITALIA: I FLUSSI DI INGRESSO
Ministero degli Affari Esteri, Annuario Statistico 2008
Ministero dell’Interno, Archivio Soggiornanti Stranieri; Archivio sui Flussi Irregolari e sui Rimpatri
CAPITOLO II.2 GLI STRANIERI RESIDENTI IN ITALIA
Consiglio Nazionale dell’Economia e del lavoro (CNEL), Indici di integrazione degli immigrati in Italia
Istat, Rapporto Annuale 2008; Demografia in Cifre; La Presenza Straniera in Italia 2007; Gli Stranieri nel Mercato del Lavoro;
Gli Stranieri in Italia: gli Effetti dell’Ultima Regolarizzazione; La Popolazione Straniera Regolarmente Presente in Italia
Makno & consulting, Una Ricerca Sociale sull’Immigrazione: Indagine Estensiva sugli Immigrati
Ministero dell’Interno, Archivio Casi Cittadinanza
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009
CAPITOLO II.3 LA CASA DEGLI IMMIGRATI STRANIERI
Istat, Censimento 2001
CRIF, Decision Solutions
Federcasa, I numeri della casa
Ministero dell’Interno, Direzione Centrale per la Documentazione e la Statistica su dati Prefetture UTG
Ministero della Solidarietà sociale, Indagine conoscitiva sul disagio abitativo degli immigrati nel Sud Italia
Makno& Consulting, Una Ricerca Sociale sull’immigrazione: indagine estensiva sugli Immigrati
Nomisma, Osservatorio sul mercato immobiliare
CAPITOLO II.4 I GIOVANI STRANIERI NELLA SCUOLA ITALIANA
Istat, Rapporto annuale 2008
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dati Servizio statistico
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ufficio Statistica
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), International Migration Outlook 2007, 2008 e 2009
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), Education at a Glance 2005, 2006, 2007, 2008
CAPITOLO II.5 LA SALUTE DEGLI STRANIERI E L’ACCESSO AI SERVIZI SANITARI
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Rapporto annuale, 2006, 2007, 2008
Istat, Salute e ricorso ai servizi sanitari popolazione straniera, 2008
Istat, Check-Up dell’Italia: immigrati e nuovi cittadini
Istat e Osservatorio Nazionale sulla salute nelle regioni, Mortalità e natalità della popolazione straniera residente in Italia
Ministero della Salute, SDO - schede dimissione ospedaliera
250
CAPITOLO II.6 LA DIMENSIONE ECONOMICA DELL’IMMIGRAZIONE: LAVORO E FORMAZIONE, IMPRESA E
SVILUPPO TERRITORIALE
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), Banca dati assicurati
Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria (CRIF), Banca dati EURISC
Unioncamere – Infocamere, Movimprese
Unioncamere, Sistema Informativo Excelsior
Istituto Nazionale Previdenza Sociale (INPS), III Rapporto su immigrati e previdenza negli archivi INPS
Istat, La misura dell’economia sommersa secondo le statistiche ufficiali; Rilevazioni sulle forze lavoro
Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), OECD.Stat
Eurostat, Labour force survey
CAPITOLO II.7 COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO E INTERSCAMBIO CON I PAESI DI ORIGINE
Banca d’Italia, Relazione annuale sul 2008
Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri, Relazioni Previsionali e Programmatiche;
Relazioni al Parlamento
Eurostat, Population Database
Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Rapporto 2008-2009
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251
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254
Elenco di Tabelle, Grafici e Mappe
SEZIONE I
CAPITOLO 1
Tab. 1.1 Dimensione della popolazione, 1960-2005 (metà anno, migliaia)
8
Tab. 1.2 Crescita della popolazione, 1960-2005 (%)
9
Tab. 1.3 Incidenza migranti su totale popolazione nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005
(%)
10
Tab. 1.4 Stima del numero di migranti internazionali e incidenza di donne e rifugiati, 1960-2005
11
Tab. 1.5 Variazione stock di migranti nel mondo, per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
12
Tab. 1.6 Distribuzione migranti per continente e macroaree per indice di sviluppo, 1960-2005 (%)
13
Tab. 1.7 Distribuzione di migranti con istruzione universitaria per aree continentali di origine e di destinazione, 1990 e 2000
(%)
14
Tab. 1.8 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di asilo al 31.12.2008
15
Tab. 1.9 Rifugiati e richiedenti asilo per regione di origine al 31.12.2008
15
Tab. 1.10 Primi 10 paesi di origine di rifugiati e richiedenti asilo al 31.12.2008
16
Tab. 1.11 Flussi di rimesse in arrivo per macroarea di destinazione, 1997-2008 (milioni di dollari USA)
17
Tab. 1.12 Flussi di rimesse in uscita, per macroarea di invio, 1997-2007 (milioni di dollari USA)
18
CAPITOLO 2
Tab. 2.1 Flussi di immigrazione e di emigrazione in paesi Ue, 2002-2007
21
Tab. 2.2 Flussi di lavoro temporaneo 2003-2006 (migliaia)
22
Tab. 2.3 Tassi di ri-emigrazione in paesi Ue selezionati e Stati Uniti dopo 5 anni di residenza (persone oltre i 15 anni di età)22
Tab. 2.4 Popolazione straniera per paese UE di residenza e per incidenza sulla popolazione totale, 1999 e 2008
27
Tab. 2.5 Numero stranieri residenti nei paesi della UE 27 per macrogruppo di cittadinanza, 2003-2007 (migliaia)
28
Tab. 2.6 Stock stranieri nei paesi UE per continente di origine, 2008 (stock e incidenza su totale stranieri)
29
Tab. 2.7 Stranieri residenti nei paesi UE per classi di età e incidenza su totale della popolazione, 2007
31
Tab. 2.8 Livello di istruzione della popolazione sopra i 15 anni nativa e nata all’estero, 2006 (%)
33
Tab. 2.9 Iscrizioni studenti internazionali, 2006
35
Tab. 2.10 Stock di migranti laureati nei paesi OCSE-30 per paese di destinazione e di origine, 2001
36
Tab. 2.11 Proiezioni popolazione UE 27 2010, 2020 e 2050
43
Graf. 2.1 Flussi migratori in ingresso nella UE27, 2006 (%)
Graf. 2.2 Flussi in ingresso di stranieri non comunitari nella UE: prime dieci cittadinanze 2006 (migliaia)
Graf. 2.3 Flussi di ingresso di cittadini UE in altri stati UE: prime dieci cittadinanze 2006
20
20
23
Mappa 2.1 Distribuzione nella UE della popolazione straniera per densità di presenze, 2008
Mappa 2.2 Trend del saldo migratorio, 2001-2005
Mappa 2.3 Crescita della popolazione in assenza di migrazione, 2001-2005
Mappa 2.4 Tipologia di crescita della popolazione per bilancio migratorio e saldo naturale, 2001-2005
26
39
40
41
SEZIONE II
CAPITOLO 1
Tab. 1.1 Popolazione residente e bilancio demografico, 1968-2008 (migliaia)
46
Tab. 1.2 Flussi in ingresso e variazione dell’ammontare di stranieri residenti, 2005-2007 (migliaia)
47
Tab. 1.3 Cittadini extracomunitari entrati in Italia nel 2007 per sesso, area geografica e principali paesi di cittadinanza, per
stato civile
47
Tab. 1.4 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008
48
Tab. 1.5 Visti rilasciati per tipologia e incidenza sul totale visti rilasciati per anno, 2000-2007
50
Tab. 1.6 Stranieri extracomunitari entrati in Italia, per motivo della presenza, area geografica e principali paesi di
255
cittadinanza, 2007 (valori assoluti e percentuali)
Tab. 1.7 Richiedenti asilo 1999-2007, per esito della domanda
Tab. 1.8 Sbarchi per regione e provincia, 1 gennaio - 31 dicembre 2008
Tab. 1.9 Prime 15 nazionalità delle persone sbarcate irregolarmente sulle coste italiane, 2008
Tab. 1.10 Persone accolte nei Centri di Identificazione ed Espulsione, nei Centri di Accoglienza e nei Centri di Primo
Soccorso e Accoglienza, 2008
51
55
57
57
Graf. 1.1 Distribuzione dei visti rilasciati per le principali finalità, 2004-2007 (%)
Graf. 1.2 Flussi stagionali 2007-2009
Graf. 1.3 Flussi non stagionali 2006-2008
Graf. 1.4 Domande di ricongiungimento familiare per continente di provenienza del richiedente, 2006-2007
Graf. 1.5 Domande di riconoscimento familiare per regione di destinazione, 2006-2007
Graf. 1.6 Domande di asilo presentate 1999-2008
52
52
53
53
54
55
Mappa 1.1.(a) Rotte dell’immigrazione clandestina verso l’Italia
Mappa 1.1.(b) Clandestini rintracciati sbarcati in Sardegna, 1998-2007
Mappa 1.1.(c) Clandestini rintracciati sbarcati in Sicilia e in Sardegna, 1 semestre 2006 e 2007
58
58
58
57
CAPITOLO 2
Tab. 2.1 Popolazione residente in Italia e movimento anagrafico, 2001-2008
61
Tab. 2.2 Bilancio migratorio 2003-2008
61
Tab. 2.3 Bilancio demografico della popolazione straniera residente per ripartizione geografica, 2003-2008
62
Tab. 2.4 Proiezioni della popolazione straniera residente e incidenza sul totale della popolazione (2010-2020-2050)
62
Tab. 2.5 Primi 50 paesi di origine degli stranieri residenti in Italia, per genere, al 1° gennaio 2008
64
Tab. 2.6 Cittadini stranieri residenti per continente d’origine e paesi selezionati, 2008-2009 (numeri assoluti e variazione %
annuale)
65
Tab. 2.7 Nati stranieri e totale nati per ripartizione, 2007 (numeri assoluti e incidenza %)
66
Tab. 2.8 Nati per regione con almeno un genitore straniero, 2007 (stime in valori assoluti e incidenza %)
67
Tab. 2.9 Domande di cittadinanza per esito e motivazione, 2003-2008
67
Tab. 2.10 Matrimoni per tipologia di coppia, 1995-2007
70
Tab. 2.11 Numero famiglie totali e straniere e incidenza, 2007
70
Tab. 2.12 Popolazione straniera residente per classi di età e incidenza sul totale della popolazione residente,
71
Tab. 2.13 Minorenni stranieri, totale e incidenza su totale stranieri e su totale popolazione minorenne, per ripartizione
geografica, 1° gennaio 2008
71
Tab. 2.14 Livello di istruzione della popolazione italiana e straniera per classi di età, genere e ripartizioni geografiche, 2006
(%)
72
Tab. 2.15 Distribuzione degli stranieri per livello istruzione sul totale immigrati, 2007
73
Tab. 2.16 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 1 e 2, 2007
73
Tab. 2.17 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 3 e 4, 2007
73
Tab. 2.18 Incidenza percentuale di stranieri per continente di origine, livelli di istruzione 5 e 6, 2007
74
Tab. 2.19 Popolazione straniera residente per regione, per ripartizione di residenza, per genere e incidenza sulla popolazione
residente, 1° Gennaio 2008
76
Tab. 2.20 Saldo e tasso migratorio per ampiezza demografica dei comuni di residenza, 2008
76
Tab. 2.21 Iscritti e cancellati per trasferimento di residenza tra comuni, per regione, 2006
78
Tab. 2. 22 Cittadini stranieri iscritti e cancellati per trasferimento di residenza, per tipologia di trasferimento, 1996-2006
(valori assoluti e %)
79
Tab. 2.23 Permessi di soggiorno per continente di cittadinanza al 1° gennaio 1992, 2000, 2003 e 2004
83
Tab. 2.24 Numero stranieri regolarizzati per provenienza e genere (1990-1995-1998-2002)
84
Tab. 2.25 Permessi di regolarizzazione per tipo di attività e cittadinanza. Primi 20 paesi al 1° gennaio 2004
85
Tab. 2.26 Permessi di regolarizzazione per ripartizione geografica. Principali paesi al 1° gennaio 2004
86
Tab. 2.27 Permessi di soggiorno per motivi di lavoro e famiglia, 1° gennaio 2003-2006
87
Tab. 2.28 Permessi di soggiorno al 1° gennaio 2004 e 2006 e variazione percentuale per ripartizione geografica
87
256
Graf. 2.1 Cittadinanze concesse per motivazione, 2003-2008
Graf. 2.2 Cittadinanze concesse per genere, 1997-2007
Graf. 2.3 Cittadinanze concesse per continente di origine, 2004-2007
Graf. 2.4 Concessioni cittadinanza per paese di origine, 2008
68
68
69
69
Mappa 2.1 Incidenza cittadini stranieri per 1000 residenti totali, 1° gennaio 2008
77
CAPITOLO 3
Tab. 3.1 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa e ripartizione geografica – Censimento 2001 97
Tab. 3. 2 Abitazioni ed altri tipi di alloggio per tipo di occupazione dell’alloggio – Censimento 2001
97
Tab. 3.3 Abitazioni occupate da persone residenti per titolo di godimento, regione e ripartizione geografica – Censimento 2001
98
Tab. 3. 4 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
dell’edificio – Censimento 2001
99
Tab. 3. 5 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da persone residenti di cittadinanza straniera per
regione e ripartizione geografica – Censimento 2001
100
Tab. 3. 6 Popolazione residente straniera e italiana per condizione abitativa, area geografica di cittadinanza – Censimento
2001
100
Tab. 3.7 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da almeno uno straniero per titolo di godimento
dell’abitazione, area geografica di cittadinanza – Censimento 2001
101
Tab. 3.8 Indicatori di dimensione e affollamento delle abitazioni occupate da almeno un cittadino straniero e popolazione
residente in condizione di sovraffollamento grave per area geografica di cittadinanza - Censimento 2001
102
Tab. 3.9 Popolazione residente in abitazione di cittadinanza straniera e italiana per disponibilità di servizi nell’abitazione
(valori percentuali sul totale della popolazione di riferimento)
103
Tab. 3.10 Strutture di accoglienza residenziale per stranieri
103
Tab. 3.11 Strutture residenziali per stranieri al 21/12/2007
104
Tab. 3.12 Strutture residenziali suddivise per natura giuridica
104
Tab. 3.13 L’utenza ERP: la presenza di immigrati. Confronto 2001-2006
106
Tab. 3.14 Compravendite di abitazioni da parte di lavoratori immigrati
115
Tab. 3.15 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni ACQUISTATE dagli extracomunitari - Anno 2007
116
Tab. 3.16 Le caratteristiche più frequenti delle abitazioni AFFITTATE dagli extracomunitari - Anno 2007
117
Tab. 3.17 Quota del mercato dei mutui per acquisto di abitazioni erogati a cittadini stranieri, anno 2007
118
Tab. 3.18 Distribuzione % dei flussi dei mutui per area di provenienza
118
Tab. 3.19 Importo medio finanziato dei mutui (valori in Euro)
118
Tab. 3. 20 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza
118
Graf. 3.1 Popolazione italiana e straniera residente in edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione e stato di conservazione
dell’edificio
99
Graf. 3.2 Popolazione straniera residente in abitazione occupata da soli stranieri per titolo di godimento dell’abitazione e
paese di cittadinanza – Censimento 2001
101
Graf. 3.3 Evoluzione storica delle strutture di accoglienza per stranieri per circoscrizione geografica
105
Graf. 3.4 Distribuzione % dei flussi dei mutui per Paese di provenienza
119
CAPITOLO 4
Tab. 4.1 Gli alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola (valori assoluti)
122
Tab. 4.2 L’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni (%)
123
Tab. 4.3 Alunni stranieri nella scuola secondaria di II grado e incidenza su totale alunni
123
Tab. 4.4 Alunni di cittadinanza non italiana per regione e livello scolastico, a.s. 2007/08 (valori assoluti)
123
Tab. 4.5 Incidenza regionale degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni, a.s. 2007/08 (%)
124
Tab. 4.6 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni per regione nel periodo 1988/89-2007/08
124
Tab. 4.7 Le 15 province con la presenza più elevata di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08
125
Tab. 4.8 Le province con un’incidenza di alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli alunni superiore al 12%, a.s.
257
2007/08
125
Tab. 4.9 I 10 comuni capoluogo con la più alta incidenza di alunni stranieri sul totale degli alunni, a.s. 2006/2007 e 2007/08
125
Tab. 4.10 Incidenza degli alunni stranieri sul totale degli alunni nei piccoli comuni, a.s. 2007/08
126
Tab. 4.11 Alunni stranieri nelle scuole dell’obbligo dei paesi europei (istruzione obbligatoria anni 2005-2006-2007)
126
Tab. 4.12 Le scuole con presenza di alunni con cittadinanza non italiana nell’ultimo quadriennio (%)
127
Tab. 4.13 Le scuole per fascia di incidenza di alunni con cittadinanza non italiana, a.s. 2007/08
127
Tab. 4.14 La distribuzione delle scuole con alunni stranieri per area geografica, a.s. 2006/07 (%)
128
Tab. 4.15 Le province in cui si concentrano le scuole statali con oltre il 20% di alunni stranieri, a.s. 2007/08
128
Tab. 4.16 Alunni ripetenti con cittadinanza non italiana per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08
129
Tab. 4. 17 Alunni con cittadinanza non italiana e alunni italiani ripetenti per ordine e grado di istruzione, a.s. 2007/08 (%)
129
Tab. 4.18 Alunni in ritardo con cittadinanza italiana e non, per livello scolastico ( per 100 alunni)*, a.s. 2007/08
129
Tab. 4.19 Studenti stranieri immatricolati e iscritti, a.a. 1998/99 - 2007/08 (valori assoluti e composizione %)
130
Tab. 4.20 Studenti stranieri per area di provenienza, a.a. 2007/08
131
Tab. 4.21 Studenti stranieri iscritti per area di studio, a.a. 2005/06
131
Tab. 4.22 Studenti stranieri nei principali Paesi Europei (per 100 iscritti del paese di destinazione), 2006
131
Tab. 4.23 Studenti stranieri iscritti a corsi post universitari postuniversitari nelle università italiane per provenienza
geografica e incidenza sul totale iscritti, a.a. 2005/2006
132
CAPITOLO 5
Tab. 5.1 Stato di salute percepito delle persone di 14-64 anni per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
134
Tab. 5.2 Graduatoria delle principali malattie, in forma acuta, di cui ha sofferto la popolazione di età inferiore ai 65 anni nelle
quattro settimane precedenti l’intervista, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi grezzi e standardizzati per 100 persone) 135
Tab. 5.3 Persone di 18 anni e più che si sono sottoposte a controlli per il colesterolo, glicemia e pressione arteriosa per
cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
136
Tab. 5.4 Donne di 50-64 anni che si sono sottoposte a mammografia per classi di età e cittadinanza, 2005 (tassi grezzi per 100
persone)
136
Tab. 5.5 Donne di 25-64 anni che in assenza di sintomi o disturbi si sono sottoposte a pap test, per cittadinanza e paese di
origine, 2005 (tassi standardizzati per età)
136
Tab. 5.6 Popolazione fino a 64 anni che ha fatto ricorso a prestazioni sanitarie per cittadinanza e genere, 2005 (tassi
standardizzati per età)
138
Tab. 5.7 Persone con meno di 65 anni che hanno effettuato visite specialistiche nelle quattro settimane precedenti l’intervista
per motivo della scelta della struttura e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
138
Tab. 5.8 Persone di 18-64 anni secondo il ricorso al medico di famiglia per le decisioni importanti e la figura professionale per
la quale dichiarano maggiore fiducia, per cittadinanza e genere, 2005 (tassi standardizzati per età)
139
Tab. 5.9 Principali indicatori del percorso della maternità per le donne che hanno partorito nei cinque anni precedenti
l’intervista per cittadinanza e paese di origine, 2005 (tassi standardizzati per età)
139
Tab. 5.10 Incidenza dei ricoveri con cittadinanza estera, 2003-2006
140
CAPITOLO 6
Tab. 6.1 Percentuale di stranieri sulla forza lavoro e sul totale degli occupati (15-64 anni), 2002-2006
143
Tab. 6.2 Tassi di attività dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64) , 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
143
Tab. 6.3 Tassi di attività dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
144
Tab. 6.4 Tassi di attività di cittadini stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64) 2007, 2008, 2009 (primo trimestre) 144
Tab. 6.5 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri e dei nativi (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
145
Tab. 6.6 Tassi di disoccupazione degli stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
145
Tab. 6.7 Tassi di disoccupazione dei cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
146
Tab. 6.8 Tassi di occupazione dei nativi e dei cittadini stranieri (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
146
Tab. 6. 9 Tassi di occupazione cittadini stranieri per genere (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
147
258
Tab. 6. 10 Tassi di occupazione stranieri comunitari ed extracomunitari (15-64), 2007, 2008, 2009 (primo trimestre)
147
Tab. 6.11 Incidenza dei lavoratori stranieri e nativi sul totale occupazione per tipologia di impiego, (15-64), 2007 (%)
148
Tab. 6.12 Distribuzione settoriale dell’occupazione straniera (15-64), 2007 (%)
149
Tab. 6.13 a Percentuale di occupati nativi e stranieri in professioni dequalificate rispetto al livello di istruzione in selezionati
paesi OCSE, (15-64), 2007
150
Tab. 6.14 Incidenza di lavoratori stranieri sul totale della forza lavoro in Italia, 2005-2008
154
Tab. 6.15 Incidenza dei lavoratori stranieri sul totale degli occupati in Italia, 2005-2008
154
Tab. 6.16 Durata della disoccupazione per italiani, stranieri comunitari ed extracomunitari, 2007
155
Tab. 6.17 Durata della disoccupazione per i lavoratori stranieri, 2007
155
Tab. 6.18 Disoccupati stranieri e italiani per classe di età, 2006 (%)
155
Tab. 6.19 Numero e incidenza occupati per settore e cittadinanza, 2008
155
Tab. 6.20 Incidenza occupati italiani e stranieri per settore, cittadinanze selezionate, 2007
155
Tab. 6.21 Distribuzione settoriale lavoratori italiani e stranieri per area geografica di residenza e per genere, 2008
156
Tab. 6.22 Numero e incidenza della forza lavoro straniera per genere e per ripartizione geografica, 2008
156
Tab. 6.23 Numero e incidenza di occupati stranieri per genere e ripartizione geografica, 2008
156
Tab. 6.24 Incidenza dipendenti stranieri per classe dimensionale delle imprese, 2007
156
Tab. 6.25 Quota di lavoratori stranieri e italiani alle dipendenze di un’azienda sul totale dei lavoratori, 2005-2008
156
Tab. 6.26 Tipologia di contratto dei lavoratori stranieri per genere, 2005 e 2008 (%)
157
Tab. 6.27 Livello di istruzione degli occupati stranieri, 2005-2008
157
Tab. 6.29 Livello di istruzione degli occupati italiani e stranieri e incidenza degli occupati stranieri per livello di istruzione,
2006
157
Tab. 6.30 Livello occupazionale dei lavoratori stranieri per area geografica e per genere, 2008
157
Tab. 6.31a Tipologia di professione degli occupati stranieri in Italia, 2005-2008
158
Tab. 6.32 Percentuale di lavoratori stranieri e italiani che svolgono una professione al di sotto della propria qualifica, per
genere e classe di età, 2006
158
Tab. 6.33 Differenziale retributivo* tra totale lavoratori dipendenti e lavoratori dipendenti nati al di fuori della UE, 2004 158
Tab. 6.34 Retribuzione media annua iscritti INPS di origine extracomunitaria 2004
159
Tab. 6.35 Stime unità di lavoro non regolari stranieri., 2000-2006 (migliaia)
159
Tab. 6.36 Stime unità di lavoro non regolari per tipologia di posizione lavorativa, 2000-2006
159
Tab. 6.37 Numero e variazione annuale di lavoratori stranieri assicurati all’INAIL per genere, 2004-2008
159
Tab. 6.38 Numero e incidenza infortuni sul lavoro di italiani e stranieri, 2004-2008
160
Tab. 6.39 Numero e incidenza casi mortali tra lavoratori italiani e stranieri, 2004-2008
160
Tab. 6.40 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per settore di attività economica, 2008
160
Tab. 6.41 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per regione, 2008
161
Tab. 6.42 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri per paese di nascita, 2008
161
Tab. 6.43 Prestazioni pensionistiche Inps erogate ai cittadini nati all’estero al 1° gennaio 2007
162
Tab. 6.44 Beneficiari delle prestazioni a sostegno del reddito e incidenza stranieri extracomunitari, 2004-2005
162
Tab. 6.45 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009
164
Tab. 6.46 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 164
Tab. 6.47 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e il 2009 per tipo di industria
164
Tab. 6. 48 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 e il 2008 per tipo di servizio
165
Tab. 6. 49 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e
2009 per tipo di industria
165
Tab. 6.50 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di personale immigrato previste dalle imprese per il 2008 e
2009 per tipo di servizio
166
Tab. 6.51 Assunzioni non stagionali di personale immigrato previste dalle imprese per il 2009 per ripartizione geografica 166
Tab. 6.52 Assunzioni a tempo determinato a carattere stagionale di immigrati previste dalle imprese per il 2009 per
ripartizione geografica
166
Tab. 6.53 Assunzioni non stagionali di personale straniero per grandi gruppi professionali, 2003-2008
167
Tab. 6.54 Assunzioni non stagionali di personale italiano per grandi gruppi professionali , 2007 e 2008
167
259
Tab. 6.55 Numero e percentuale di dipendenti italiani e stranieri per livello di istruzione, 2006-2008
Tab. 6.56 Assunzioni non stagionali di personale immigrato dalle imprese, 2003-2009
Tab. 6.57 Titolari di imprese individuali con nazionalità straniera per genere, 2004-2008
Tab. 6.58 Tassi di crescita delle imprese a titolarità straniera e dell’insieme delle imprese, 2004-2008
Tab. 6.59 Titolari di nazionalità straniera di imprese individuali per classe di età, 2004-2008
Tab. 6.60 Distribuzione per attività economica di imprese attive di titolari stranieri, 2008
Tab. 6. 61 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nell’industria manifatturiera, 2008
Tab. 6. 62 Distribuzione di imprese a titolarità straniera attive nel commercio, 2008
Tab. 6.64 Prime 20 province per numero di imprese con titolari nati all’estero, 2008
Tab. 6.65 Prime cinque specializzazioni produttive e relativa incidenza delle imprese con titolare straniero per province
selezionate, 2008
167
167
169
170
170
170
171
171
173
174
CAPITOLO 7
Tab. 7.1 Flussi di rimesse dall’Italia per paese di destinazione, 2007
192
Tab. 7.2 Flussi di rimesse dall’Italia totali, procapite e variazione annuale, 2000-2008 (% su PIL)
193
Tab. 7.3 Flussi di rimesse dall’Italia per regione di invio, 2007
194
Tab. 7.4 Flussi di emigrazione dall’Italia, 1999-2005
200
Tab. 7.5 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€)
204
Tab. 7.6 Aiuto allo sviluppo nel settore migrazioni, e incidenza sul totale impegnato dalla Cooperazione allo Sviluppo, 20062008 (milioni di euro)
204
Tab. 7.7 Trend delle esportazioni verso paesi selezionati, 1999-2008 (milioni di euro)
207
Tab. 7.8 Quote dell’Italia sul totale esportazioni verso paesi selezionati
207
Graf. 7.1 Canali di invio rimesse in Albania nel 2006
Graf. 7.2 Distribuzione rimesse dall’Italia per paese di destinazione, confronto 2006-2007
Graf. 7.3 Beneficiari del ritorno volontario assistito, 1991-2006
Graf. 7.4 Aiuto allo sviluppo nel settore delle migrazioni, per continente di destinazione dei fondi, 2006-2008 (€)
Graf. 7.5 Crescita delle esportazioni italiane verso paesi selezionati, 2008 (%, anno base 1999)
260
193
195
201
205
206
261
262
263
264