Edizione off line

Transcript

Edizione off line
La rivista per il personale delle FFS – 01 | 2016
Nuovo
trend
Tutti parlano di lavoro a
tempo parziale, anche
alle FFS. Quali i vantaggi e quali le difficoltà?
Siamo andati a scoprirlo.
A pagina 6
Tutto sui carri
merci «intelligenti».
A pagina 14
Ora potete leggere
«In viaggio»
anche online.
A pagina 32
Moneta commemorativa ufficiale 2016
Gottardo 2016
Ordinazioni su Internet www.swissmintshop o per telefono 058 4 800 800
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Vera lega di argento
Edizione limitata
Mezzo di pagamento legale
Un must per ogni appassionato delle ferrovie
In ricordo di un evento che farà storia
Indice e editoriale
24
Carta o pixel?
16
Foto: Stefan Schmidlin (copertina), Thomas Andenmatten, Claudio Bader, François Gribi, Gian Vaitl
22
Informando
Riflettendo
05 Premessa
Daniel Schlup dirige i giochi nella GbG.
21Premessa
Christophe Liechti dice la sua come
commentatore del canale di news.
06Più tempo per vivere
Mamma, volontario, riparatore? Il trend
verso il tempo parziale continua senza
sosta. Con il sostegno delle FFS.
12Questo mese
Addio ai minibar.
13 Una piattaforma per tutto
Prime analisi dopo un anno di portale
delle stazioni.
14 Carro merci intelligente
Uno sguardo all’affascinante mondo
futuro del traffico merci su rotaie.
16 Semplice da usare ed efficace
«Defect App»: una piccola app di grande effetto. Ora ancora più semplice.
18 «Arrivo dell’inverno a sorpresa?»
Così scherzano molti in caso di treni in
ritardo. Perché i problemi si concentrano proprio nella stagione fredda?
22Passione
La talentuosa famiglia Junod,
un dream team sul palcoscenico.
24Profilo professionale
Lorenzo Paradiso, coach della
sicurezza.
27La posta dei lettori
28 Foto dei lettori, CoPe e sondaggio
29 Momenti / La parola ai capi
Curiosando
31Premessa
Abbonamento Mobility in offerta.
32Servizio
Più «In viaggio»: ora anche digitale.
34Personale
39Fumetto e Colophon
«In viaggio» è disponibile da subito anche online durante i
vostri spostamenti – da leggere, condividere e commentare
su tutti i dispositivi: www.ffs.ch/inviaggio.
In viaggio 01 | 2016
Vi ricordate? Alle 19.30, puntuale per
l’inizio del telegiornale, tutta la famiglia si riuniva per guardare la televisione. O la discesa del Lauberhorn:
un’unica volta all’anno era concesso
mangiare in sala, davanti alla TV!
Entrambe le esperienze appartengono
al passato. TV differita, trasmissioni
on demand su tutti gli apparecchi
sono ormai la norma. Consumiamo
notizie e servizi di intrattenimento quando, dove e come vogliamo.
Anche noi di «In viaggio» ci adattiamo alle nuove abitudini: a partire da
subito non ha più importanza se non
avete sottomano la vostra edizione
cartacea, perché da questo numero il
vostro smart­phone, tablet o computer sarà anch’esso «In viaggio». Con
la nuova edizione online della rivista
potete consultare i contenuti dell’edizione cartacea da ogni dispositivo
con accesso a Internet. «In viaggio» è
sempre con voi – e, come collaboratori, avete la possibilità di partecipare
facilmente a un dibattito interno.
Potete contare su di noi: continueremo a proporvi storie, persone e retroscena tutto attorno alle FFS in forma
chiara e interessante. Sia sulla carta
che in formato digitale – ora la scelta
spetta a voi.
Pascal Lorenzini
Responsabile Crossmedia
3
7ª Esposizione internazionale
dell’industria ferroviaria
5 - 7 aprile 2016, Lingotto Fiere, Torino
Padiglioni 1 e 2
L’evento chiave
dell’industria
ferroviaria in Italia!
n
Oltre 200 espositori di tutti i settori ferroviari
n
7,000 visitatori provenienti da tutto il mondo
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22,000 m² di spazio espositivo
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Conferenze CIFI, FERPRESS
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3 giorni di presentazioni espositori e visite tecniche
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l’infrastruttura
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Venite a discutere degli ultimi prodotti e sistemi
ferroviari con i fornitori leader dell’industria
Informatevi riguardo i trend tecnologici e gli sviluppi
delle politiche ferroviarie
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un’occasione di networking unica nel suo genere
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più importante d’Italia!
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Con il Patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti
Partner dell’esposizione:
Foto: Claudio Bader
Informando
5
Daniel Schlup è motivato a
dare il meglio di se stesso.
Dirige grandi esercitazioni di soccorso
Daniel Schlup non si ferma mai: è lui a
orchestrare le complesse esercitazioni
di soccorso nella galleria del Gottardo.
Quando Daniel Schlup parla, tutti ascoltano. È importante, perché parla di un’emergenza: una «strada viaggiante»
si blocca all’improvviso. Proprio nella galleria di base del
San Gottardo! I camionisti vengono subito evacuati – per
fortuna solo per un’esercitazione. Prima che le FFS possano
mettere in esercizio la più lunga galleria ferroviaria al mondo, devono dimostrare che il loro concetto di intervento e
salvataggio funziona. E qui entra in gioco Schlup, carismatico responsabile di Gestione delle emergenze e delle crisi FFS. Ha già svolto due esercitazioni di stato maggiore con
i Cantoni Uri e Ticino e due esercitazioni di soccorso. Ora
dirige altre due complesse esercitazioni di soccorso. «Se ci
sono ancora lacune, dobbiamo trovarle ora», chiarisce.
Così assieme ai colleghi e alle forze di soccorso cantonali
si sta preparando scrupolosamente alle esercitazioni con
ben 1200 comparse. L’interesse a parteciparvi è
enorme: tutte le parti sono assegnate da tempo.
«Questo ci motiva ancor più a fare del nostro
meglio», spiega Daniel Schlup. Testo: Sara Riesen
→ Domanda del mese
Che suono hanno le FFS?
Tutti i bambini conoscono il gong
delle FFS prima degli annunci sui treni.
Ma come è stata sviluppata questa
melodia inimitabile? Semplice: è composta dai suoni per le lettere «SBB CFF FFS».
E poiché la scala musicale non prevede
la «S», questa è stata sostituita dalla nota
«Es». Le note corrispondono dunque alle
denominazioni tedesche: «Es–B–B»,
«C–F–F» e «F–F–Es». Ma chi è l'inventore? Il pubblicitario di successo Frank
Bodin ha sviluppato quest’idea nel 2002,
in occasione del centenario delle FFS.
Fino al 1988 Bodin ha lavorato come
pianista concertista e compositore; oggi
In viaggio 01 | 2016
è CEO di un’agenzia pubblicitaria molto
apprezzata. Le FFS utilizzano tre diverse
versioni del gong: nelle grandi stazioni
risuonano tutte le note, nelle più piccole
solo quelle nella rispettiva lingua
nazionale. Così, ad esempio, all’arrivo a
Bienne i viaggiatori ascoltano la sigla
francese. Alla partenza per Grenchen
Sud risuona però il gong tedesco,
perché la stazione successiva è di lingua
tedesca. In Ticino viene suonata la
sequenza italiana. Lo strumento
impiegato per la melodia delle FFS è il
vibrafono. La strategia di marketing ha
funzionato: il valore di riconoscimento
Conoscete il suono delle FFS?
Ascoltatelo su:
www.ffs.ch/inviaggio
del gong dovrebbe attestarsi al 100
percento. Testo: Sarah Mischler, Sarah Müller |
Foto: Fotolia / furtseff
6
Informando Moderni modelli di lavoro
Tempo parziale,
più equilibrio?
Il trend del tempo parziale prosegue. Anche le FFS vogliono offrire,
ove possibile, più posti di lavoro a tempo parziale.
Ma qual è il prezzo della maggiore libertà? E quali sono i vantaggi?
Alcuni collaboratori spiegano come sfruttano il
tempo parziale – e cosa comporta questo modello di lavoro.
Testo: Nani Moras | Foto: Stefan Schmidlin
Sempre più persone escludono i posti a tempo
pieno già all’atto della ricerca di un lavoro. Nicole Eichenberger, specialista in gestione della
diversità presso le FFS, conferma il trend verso il
part-time: «La tendenza punta a un aumento del
tempo libero.» Da tempo ormai la cura dei figli non
è più l’unico motivo che porta a scegliere il tempo
parziale. Ci sono anche altre ragioni: un hobby, un
impegno di volontariato, una carica politica, un
attività in proprio o semplicemente per riposare.
Chi è in posizione di forza?
Le FFS sono pioniere nel campo del part-time:
esse figurano ormai tra i quattro maggiori offerenti
di posti a tempo parziale in Svizzera. Dal 2000 la
promozione del part-time rientra fra gli obiettivi
della politica del personale. All’inizio esso veniva
promosso come misura per conciliare lavoro e
famiglia. «Erano le donne a sostenere il lavoro a
tempo parziale», spiega Nicole Eichenberger. Allora le offerte di cura esterne erano più rare di oggi.
«Grazie al part-time le donne potevano mantenere
un piede nel mondo del lavoro. Un grado di occu-
pazione ridotto implicava però generalmente la
rinuncia a compiti interessanti o a una carriera.»
Da allora molte cose sono cambiate. L’offerta di
posti a tempo parziale non riesce a soddisfare la
domanda. «Oggi la manodopera specializzata è
scarsa; per questo, i collaboratori sono in posizione di forza», spiega il capo HR Markus Jordi.
Per reclutare anche in futuro persone qualificate,
le FFS dovranno offrire ancora più posti appetibili
a tempo parziale. Molti superiori l’hanno già riconosciuto, dando il via a una reazione a catena: grazie a un maggior numero di posti a tempo parziale
in posizioni direttive, vi sono anche più superiori
che conoscono per esperienza il part-time e sono
aperti ad esso. Ormai la maggior parte dei posti
viene offerta all’80–100 percento e se possibile
anche con carichi di lavoro inferiori. I settori con
turni pianificabili sono l’ideale: la Centrale d’esercizio Centro, ad esempio, recluta con successo
responsabili circolazione treni a tempo parziale.
Un reingresso ideale nel mondo del lavoro per le
madri:«un quarto del mio team lavora part-time»,
spiega il capoteam Hansruedi Gygax.
Rea Vögeli Wieland:
«Occorre molta
organizzazione»
Rea Vögeli Wieland, 42
anni, mamma, lavora
all’80 percento come
capoteam nel settore
«Pfannenstiel» nella
Centrale d’esercizio Est
all’aeroporto di Zurigo.
In viaggio 01 | 2016
Ho sempre adeguato il mio grado di occupazione alle esigenze del momento. Dopo
il tirocinio come dirigente d’esercizio ho
lavorato a lungo a tempo pieno. Quando
sono diventata mamma, sapevo di voler
continuare a lavorare. Ho dunque ridotto al
50 percento. Il fatto che il mio compagno
lavorasse nello stesso team ha facilitato
l’organizzazione della vita quotidiana. Per
un periodo ci siamo alternati con i turni. È
stata una vera fortuna avere i nonni a cui
ricorrere in caso di emergenza! Ciò nonostante il carico organizzativo era notevole
per me. Quando i miei figli hanno iniziato
ad andare a scuola, ho sfruttato il tempo
libero disponibile per aggiornarmi.
Il mio attuale posto di capoteam richiedeva un aumento all’80 percento. Dei miei
23 collaboratori, circa un quarto lavora
part-time, sia uomini che donne. È chiaro,
questo implica un maggior carico di gestione amministrativa, ma tutto sommato non
ci sono grandi conseguenze. Sono felice
di vedere quanto i miei lavoratori a tempo
parziale siano ben informati sull’azienda. E
anche sul piano tecnico non sono in alcun
modo da meno rispetto a chi lavora a tempo
pieno. Posso chiedere loro senza problemi
di intervenire in caso di assenze improvvise.
Svolgo mansioni sia direttive che operative
e questo mix mi piace. Lavorando come
disponente traffico ferroviario soltanto per
metà del mio tempo a turni, qualche volta
posso anche lavorare da casa o spostare il
mio mercoledì libero. So per esperienza che
l’essere richiesti come lavoratori a tempo
parziale è una bella sensazione.
Martin Beugger:
«Più vita»
Quello del macchinista non è un lavoro
d’ufficio, ma è molto regolamentato. Come
fabbro di formazione ho bisogno di un’attività manuale per compensare. Per questo
curo personalmente la manutenzione delle
mie moto, tutte italiane. E naturalmente le
guido. Ad esempio in occasione dell’annuale escursione in moto con i gruppo di
colleghi macchinisti e altri appassionati di
moto. Dal 2018 sono il principale responsabile dell’organizzazione dell’escursione.
Ciò richiede tempo, ma io mi diverto.
Senza contatti sociali la mia qualità di
vita sarebbe ridotta. A ciò si aggiunge il
fatto che il servizio serale o quello della
mattina presto, con l’età, si paga in salute.
Per potermi concedere tempi di recupero
prolungati, tredici anni fa ho ridotto prima
del 10 e poi di un altro 10 percento la mia
percentuale di lavoro. Ora ho raggiunto un
giusto equilibrio tra lavoro e tempo libero.
All’epoca la riduzione è stata approvata
senza problemi. A tempo indeterminato.
In genere fruisco dei 45 giorni liberi in
più all’anno a blocchi, accoppiati ai giorni
liberi regolari o prima e dopo le vacanze.
Questo non è utile solo a me, ma facilita
al superiore l’organizzazione dei turni. E
io posso dedicarmi al mio hobby per più
giorni di fila. Sto ora pensando di ridurre
ancora il mio grado di occupazione prima
del pensionamento. Valuterò il modello
«Flexa».
Martin Beugger, 54 anni,
lavora all’80 percento
come macchinista
Cargo alla stazione di
smistamento di Muttenz.
Moderni modelli di lavoro Informando
I modelli di lavoro a tempo parziale
delle FFS
Turni più brevi consentono ad esempio di
finire di lavorare prima.
Nuovo! Modello Flexa
Riduzione settimanale dell’orario
Risparmio a lungo termine di salario / tempo
di lavoro fruibile in tempo più avanti.
Possibilità di avere singoli giorni liberi.
Job sharing
Riduzione annuale dell’orario
Due collaboratori si dividono un unico
posto di lavoro.
Si lavora per alcuni mesi a tempo pieno con salario a tempo parziale e si compensa più avanti.
Non è tutto oro ciò che luccica.
Sono soprattutto le donne a lavorare a tempo
parziale. Secondo Nicole Eichenberger, gli uomini
alla ricerca di un part-time temono spesso di non
ottenere mansioni interessanti. «Consiglio loro di
parlare con il superiore dei loro compiti concreti.» Superiori e collaboratori devono però essere
in chiaro sul fatto che una persona che lavora al
60 percento non può gestire progetti nella stessa
misura di chi lavora a tempo pieno. I collaboratori
part-time si lamentano spesso delle aspettative
poco realistiche dei superiori. I collaboratori a
tempo parziale non sono giocolieri, sottolinea il
capo HR Jordi: «Anche il tempo al di fuori dell’orario di lavoro deve essere pianificabile.» Se la
flessibilità si trasformasse in una sorta di lavoro
«on demand», i collaboratori non sarebbero più
in grado di recuperare le energie. Inoltre, i posti
non devono essere strutturati in modo da costringere chi lavora all’80 percento, con un salario
dell’80 percento, a fornire le stesse prestazioni di
chi lavora a tempo pieno. Certo, i collaboratori
devono assicurarsi personalmente di poter vivere il
loro part-time, ma i superiori devono garantire che
i collaboratori possano davvero fruire dei giorni di
lavoro a tempo parziale che spettano loro.
Tempo parziale: solo per chi guadagna bene?
In ogni caso il part-time è in aumento, anche se
non è sempre tutto rose e fiori sul piano organizzativo. Oggi esistono posti a tempo parziale in
settori in cui dieci anni fa sarebbe stato impensabile, come in quello della manovra. La perdita
di guadagno è l’ostacolo maggiore per l’accesso
al part-time: un’utopia dunque per i collaboratori
con stipendi bassi? «A volte un passo coraggioso
porta a trovare una soluzione in famiglia», spiega
Eichenberger. «Ad esempio se la partner riprende a
lavorare.» Da qualche tempo i collaboratori hanno
a disposizione il modello di durata della vita attiva
«Flexa», che consente di risparmiare tempo libero
senza dover ridurre il grado di occupazione.
In viaggio 01 | 2016
Riduzione giornaliera dell’orario
I clienti e i partner hanno le loro aspettative
Vale dunque la regola «a ciascuno il suo tempo
parziale»? «Non sono favorevole a priori ai gradi di
occupazione molto ridotti, che potrebbero andare
a discapito dell’efficienza», osserva Markus Jordi.
Clienti e partner si aspettano che i collaboratori
siano a loro disposizione; il loro grado di occupazione non li interessa. Eichenberger concorda sul
fatto che la conduzione e il flusso di informazioni
si complicano con gradi di occupazione ridotti.
Tuttavia i collaboratori che lavorano al 40 percento
sono altrettanto efficienti. Si tratta di valutare la
questione in base alla situazione, senza partire da
un rifiuto a priori. Un sondaggio sull’oscillazione
del personale ha dimostrato che le FFS perdono di
continuo giovani collaboratori quando questi iniziano una formazione. «Un grado di occupazione
del 30 percento come soluzione temporanea contrasterebbe questa tendenza», ritiene Eichenberger. Tutti possono dunque beneficiare di una vasta
offerta di posti di lavoro a tempo parziale? Jordi sa
a cosa mira la domanda: il blocco del lavoro a tempo parziale per i macchinisti di Viaggiatori è un
tormentone. «Nel 2016 la situazione del personale
di locomotiva resta tesa e non offre molti margini
di manovra.» L’offensiva nel settore della formazione dei macchinisti mostra tuttavia i suoi effetti e in
caso di colli di bottiglia i macchinisti di Cargo assumono turni nel traffico viaggiatori. «Nel quarto
trimestre del 2016 potremo forse autorizzare più richieste di lavoro a tempo parziale.» Poter adeguare
il grado di occupazione alla propria situazione di
vita non è un diritto acquisito, ma i collaboratori
soddisfatti con un buon equilibrio tra lavoro e vita
privata restano in azienda più a lungo.
Per vedere di più: il nostro
video sul tema lo trovate su
www.ffs.ch/inviaggio
9
Beatrice Stierli:
«Molto dipende
dal capo»
Nel mio comune, Allschwil, sono attiva
come consigliera comunale. Ma non è
stata questa carica a indurmi a ridurre
il grado di occupazione alle FFS, ma il
contrario: lavorando a tempo parziale, ero
disponibile per altri incarichi. Se i compiti
sul lavoro sono chiari, non occorre sempre
essere presenti sul posto. Nelle pause caffè
ottengo le informazioni necessarie. Quando ho iniziato, alle FFS c’erano solo posti
a tempo pieno. Dopo dieci anni di lavoro
come responsabile sportello biglietti avevo
bisogno di più tempo per me, una richiesta inconsueta all’epoca. Si dubitava che
fosse possibile conciliare il tempo parziale
con una carica direttiva. Grazie all’apertura
del mio capo funzionò. La mia seconda
richiesta di ridurre fino al 50 percento (ero
diventata mamma) non fu però accolta.
Ma ottenni un altro posto, dove più tardi
ho aumentato il grado di occupazione.
Negli ultimi 22 anni alle FFS ho svolto
dunque diversi part-time. Il mio impegno
extraprofesisonale è importante per me:
sono stata membro del consiglio direttivo
di Spitex, presidente del club di nuoto e
ora sono consigliera comunale. Mi aiuta
a compensare e allena le mie capacità
manageriali. Sarei disposta ad aumentare il
grado di occupazione per una nuova carica direttiva, ma al massimo all’80 percento.
Beatrice Stierli, 51 anni,
lavora al 70 percento come
responsabile di comunità
tariffaria e product manager.
Si impegna anche per il
suo comune di Allschwil.
Moderni modelli di lavoro Informando
Fatti sul tempo
parziale alle FFS
«La settimana di
40 ore non è una
legge di natura»
le donne che lavorano a
tempo parziale, di cui un
terzo nei quadri.
12%
gli uomini che lavorano a
tempo parziale. Dal 2003 la
quota è raddoppiata.
Assicurazioni
Il diritto alle prestazioni, come ad esempio l’AVS,
la cassa pensioni e l’assicurazione infortuni, può
cambiare. È possibile un aumento facoltativo del
contributo di risparmio per la cassa pensioni.
Ferie, formazione continua, congedo pagato
Valgono le stesse condizioni previste in caso di
lavoro a tempo pieno.
Facilitazione di viaggio (FVP)
Accordata a partire da un grado di occupazione
del 50 percento.
Indennità salariali e regionali
Si basano sul grado di occupazione. Le garanzie
vengono ridotte in funzione del grado di occupazione, ma non aumentate.
Esenzione dal servizio militare
Resta in essere se il grado di occupazione è di
almeno 35 ore alla settimana.
Consulenza
Le FFS assumono i costi di una consulenza specialistica di massimo quattro ore presso il servizio
«UND», specializzato nel campo della conciliabilità
famigliare. Informazioni: www.und-online.ch
Intranet: inserire la parola di ricerca
Tempo parziale
In viaggio 01 | 2016
Signor Walker, il lavoro a tempo
parziale è figlio del benessere?
In effetti molti non se lo possono
permettere, perché necessitano
dell’intero salario. Ma l’esigenza di lavorare a tempo parziale
è in aumento: per le persone tra
i 20 e i 35 anni poter strutturare
individualmente la propria vita è
importante. Chi svolge un lavoro
mentale cerca sempre più spesso
libertà e distrazione.
Chi lavora a tempo pieno sarà
dunque presto una mosca bianca?
Oggi molte funzioni sono già
definite secondo una logica di
progetto o in base a degli obiettivi e non all’orario di lavoro. Il
lavoro mentale aumenta, si fa più
complesso e le esigenze crescono.
Aumenta di conseguenza anche
l’esigenza di rigenerarsi e curare i
rapporti interpersonali.
L’orario di lavoro individualizzato funziona anche nel caso
di un’azienda come la ferrovia,
fortemente standardizzata?
Sì. In fondo, la settimana lavorativa di 40 ore non è una legge di
natura. La riteniamo normale perché ci siamo abituati per 200 anni
alla logica del mondo industriale,
da cui sono scaturiti ad esempio
l’orario ferroviario o gli orari d’apertura degli sportelli. Ma anche
alla ferrovia le esigenze dei clienti
si stanno individualizzando. L’acquisto di biglietti online è solo un
passo verso una maggiore flessibilità. L’evoluzione verso servizi,
e dunque anche orari di lavoro
estremamente flessibili, sarà lenta
ma inarrestabile.
Grazie al tempo parziale le aziende guadagnano dunque collaboratori più sani?
Sarebbe bello se fosse così. In
passato i programmi televisivi
terminavano alle 23. Oggi, molti,
dopo ore di lavoro al monitor fissano ancora il cellulare o il tablet.
Non è riposante. I superiori sono
chiamati a occuparsi della salute
dei loro collaboratori, anche al di
fuori degli orari di lavoro. Il capo
del futuro sarà un coach dell’equilibrio di vita.
Foto: mad
51%
Dr. Andreas M. Walker, 50 anni, è un
uomo del futuro; il presidente dell’associazione accademica swissfuture
si occupa infatti di paure e speranze
legate al futuro e di etica del futuro.
11
12
Informando Questo mese
→ Edizione limitata
Moneta speciale ufficiale
Gottardo 2016
Quest’anno verrà inaugurato un nuovo capitolo della lunga
storia dei trasporti al Gottardo. Dopo una durata record dei
lavori di costruzione di appena 17 anni, gli esperti dell’industria edilizia e gli ingegneri consegneranno al traffico,
in tempo utile, la galleria di base del San Gottardo, lunga
57 chilometri. La moneta d’argento da 20 franchi che verrà
lanciata in occasione dell’apertura della galleria è stata ideata
dal noto designer svizzero Fredy Trümpi su incarico di
Swissmint e raffigura il portale d’ingresso nord. La tiratura
è di 35 000 esemplari. Collezionatela ora: la moneta è in
vendita da subito su www.swissmintshop.ch.
Foto: Benjamin Zurbriggen
La moneta raffigura il portale
d’ingresso nord della nuova
galleria del San Gottardo.
→ Premio Watt d’Or
→ Cambiamento d’orario
Le FFS premiate
per l’ADL
Si continua a
viaggiare bene
Con l’ADL (guida adattiva) le FFS risparmiano ogni anno 72 gigawattore
di corrente: quantità pari al consumo
di corrente annuo di tutte le economie domestiche della città di Friburgo. Un risultato che ha convinto anche l’Ufficio federale dell’energia, che
ha così deciso di assegnare alle FFS, a
gennaio, il premio «Watt d’Or» nella
categoria «Mobilità a basso consumo
energetico».
Il complesso cambiamento d’orario del
13 dicembre è riuscito bene – grazie agli
intensi preparativi e al grande impegno
dimostrato dai collaboratori. Nel vecchio
e nel nuovo anno il traffico è stabile.
È stato così possibile raggiungere anche
l’obiettivo di puntualità dei clienti nella
rete. Singoli problemi vengono inoltre
affrontati direttamente nelle regioni.
Più informazioni e video:
www.ffs.ch/inviaggio
→ Energia solare
Energia solare dai tetti dei magazzini FFS
È stata completata la posa dei pannelli fotovoltaici sul primo dei quattro magazzini spedizionieri FFS di Chiasso e l’impianto è già attivo.
Il progetto è parte integrante del rinnovamento dei tetti risalenti
al 1976 dei quattro magazzini situati nella stazione merci di Chiasso
Smistamento. Sui tetti è stato realizzato un impianto fotovoltaico
su una superficie totale di 18 000 metri quadrati, che consentirà di
produrre annualmente 3 300 000 kWh di
energia solare, equivalente al fabbisogno
annuo di 900 famiglie. L’installazione
dell’impianto solare e la sua gestione
sono affidati alla AGERE SA di Chiasso
(compartecipata da AGE SA, l’azienda
elettrica di Chiasso). Foto: mad
→ Addio minibar
Cambia l’offerta
gastronomica delle FFS
Da fine 2017 l’esercizio dei minibar,
fortemente deficitario, cesserà per
gradi. Aumenterà in compenso il
numero di carrozze ristorante. In
futuro saranno inoltre introdotti il
servizio sul posto in parti della 1a
classe nonché più offerte take-away
nelle carrozze ristorante. Da metà
2016 le FFS si ritireranno inoltre dal
catering nelle stazioni. Per i collaboratori interessati sarà elaborata una
soluzione socialmente sostenibile.
Foto: Stefan Walter
Raphael Theurillat
sfrutta il portale delle
stazioni nell’Intranet.
Un portale
per accedere
alla rete
ferroviaria
Da un anno nell’Intranet è attivo il
portale delle stazioni, che offre
informazioni su esercizio e pianificazione. Le prime esperienze
sono positive.
Testo: Sara Riesen | Foto: Severin Nowacki
Raphael Theurillat parla del «nuovo» portale delle
stazioni anche se questo è già operativo da un
anno. Le sue esperienze e quelle di altri utenti
sono promettenti. Rispetto alla vecchia versione, il nuovo portale è strutturato in modo molto
più chiaro e unitario. Lo specialista in dinamica
di guida presso «Impianti di sicurezza» ci lavora
ogni giorno. Esamina le domande e i feedback
relativi alla segnalazione di linea. I macchinisti gli
comunicano quando un segnale non è più visibile
correttamente o quando ad esempio sono possibili
confusioni per via di una segnalazione stradale.
Nel portale delle stazioni: tutte le informazioni di
pianificazione ed esercizio relative alla rete.
In viaggio 01 | 2016
Per ottenere un quadro generale della situazione,
Raphael Theurillat dovrebbe recarsi sul posto o cercare i piani cartacei poco maneggevoli. Un lavoro
faticoso. Invece, si limita a richiamare il portale
delle stazioni, a inserire il punto d’esercizio e con
pochi clic trova le informazioni necessarie nei piani
e nelle immagini digitali. «Con questi documenti
posso valutare rapidamente la situazione, fornire
un feedback e avviare ulteriori misure.»
Nel portale delle stazioni sono contenute tutte le
informazioni operative e sui piani in merito ai
binari, alle stazioni e alle fermate, ai collegamenti
degli scambi o alle gallerie. E per i collaboratori della
produzione ferroviaria sono disponibili anche le
particolarità del servizio movimento, dei documenti
per l’esercizio operativo e dell’eliminazione delle
perturbazioni nonché informazioni sulla pianificazione dei treni speciali. Lo strumento è accessibile
per principio a tutti i collaboratori delle FFS via
Intranet.
L’ingegnere Raphael Theurillat ci lavora volentieri.
«Se tramite il portale delle stazioni potessi accedere direttamente alle applicazioni della banca dati
per gli impianti fissi, il mio lavoro procederebbe in
modo ancora più spedito.»
Intranet: inserire la parola di ricerca
Portale delle stazioni
14
Informando Automazione
Posizione
Contatto porta
Vibrazioni
Freno
Umidità
Temperatura
Prossima
fermata: il carro
merci intelligente
Nell’ambito della sua campagna di automazione, FFS Cargo
testa il traffico merci su rotaia del futuro.
A svolgere un ruolo centrale sarà il «carro merci intelligente»
che forse un giorno viaggerà autonomamente.
Testo: Pirmin Schilliger | Illustrazione: 1kilo
Automazione Informando
s­ piega Christian Schmidt, Asset Intelligence
FFS Cargo. Oltre all’esempio descritto sopra con
il controllo della catena del freddo, i carri merci
intelligenti saranno in grado di fornire numerose
altre prestazioni. «Un obiettivo importante consiste nel soddisfare l’esigenza dei nostri clienti
di ricevere un’informazione completa», spiega
Anja-Maria Sonntag. Un’esigenza molto sentita è
ad esempio quella di sapere sempre dove si trova la
merce spedita e se questa arriverà puntuale.
FFS Cargo offre già oggi questa tracciabilità. «Tuttavia allo stato attuale queste informazioni necesarie per il track & trace sono generate in modo
relativamente complesso tramite terzi e non dal
carro merci stesso», spiega Christian Schmidt.
Il carro merci diventa
comunica­tore virtuale:
durante la corsa
raccoglie e invia una
molteplicità di dati.
Un carro refrigerante viaggia da Anversa alla
Svizzera con un carico di carne. Durante il viaggio,
improvvisamente, il sistema refrigerante smette di
funzionare. Il guasto viene rilevato solo all’arrivo a
destinazione. La merce è dunque avariata! Questo
scenario, per fortuna, è raro. E presto dovrebbe addirittura appartenere al passato, grazie a carri refrigeranti intelligenti. «Attualmente presso FFS Cargo
stiamo attivando 150 carri refrigeranti», spiega
Anja-Maria Sonntag, capoprogetto automazione
presso FFS Cargo. Ogni singolo carro viene dotato
di sensori e di un GPS. Gli strumenti rilevano
temperatura, umidità, vibrazioni e posizione del
carro. Tramite telefonia mobile essi inviano i dati
a un server centrale. Da qui, le serie di misurazioni
possono essere analizzate e tramutate in informazioni utili mediante algoritmi. Le informazioni
sono quindi disponibili per diversi processi operativi lungo la catena logistica tramite un portale
Internet o un’app. Con molteplici vantaggi: «Così,
ad esempio, il carro merci può essere costantemente monitorato, indipendentemente da dove si
trova», spiega Anja-Maria Sonntag, «e lancia subito l’allarme in caso di eventi imprevisti.» Grazie al
sistema di sensori integrato, il carro merci diventa
un veicolo di trasporto digitale e intelligente, ma
anche un comunicatore e messaggero.
Tracciabilità completa dei carri
Al momento tutto ciò appartiene al futuro.
FFS Cargo sta attualmente analizzando lo scenario
nell’ambito del progetto «carro merci intelligente» assieme a diversi fornitori di sistemi, tra cui
Bosch Engineering e PJM. «Nell’attuale fase pilota
si tratta di confrontare vantaggi e svantaggi dei
singoli sistemi e di sondare le possibilità risultanti
dalla nuova tecnica per il traffico merci su rotaia»,
In viaggio 01 | 2016
L’intelligenza genera efficienza
Non è certo un segreto che il traffico merci su
rotaia debba recuperare terreno in termini di automazione e digitalizzazione rispetto al trasporto
su camion, già molto interconnesso. «Senza carri
merci intelligenti non saremo in grado di sopravvivere sul mercato in futuro», osserva Schmidt. È
chiaro anche che esso offrirà molte nuove opportunità al traffico merci su rotaia. L’automazione
renderà i treni lunghi e pesanti più agili e intelligenti – e dunque anche più competitivi e in grado
di affrontare con successo il futuro. Ma Patrick
Sorg, Asset Intelligence FFS Cargo, elenca anche
altri vantaggi: «I sensori dei giunti registrano le
manovre di smistamento brusche e ci comunicano le vibrazioni violente che possono danneggiare
i carri o i relativi carichi.» Il ricorso a sensori di
pesatura consentirebbe inoltre di evitare sovraccarichi. «I carri possono essere così sfruttati in modo
ottimale», spiega Sorg, «a condizione però che le
informazioni arrivino in tutta la catena logistica
computerizzata.» I dati sulla temperatura, la prestazione chilometrica o il grado di carico rilevati
dal carro merci consentono dunque di seguire e
monitorare senza interruzioni i trasporti su rotaia
tramite sistemi comunicanti. È inoltre possibile
derivare molte informazioni supplementari, utili
ad esempio per una pianificazione della manutenzione in funzione dei chilometri percorsi e delle
condizioni dei carri, per eventuali calcoli dei danni
o per ulteriori controlli tecnici.
Resta aperto cos’altro il carro merci intelligente
sarà in grado di realizzare in futuro. La fase pilota
per i carri merci intelligenti si concluderà nel marzo del 2016. L’obiettivo, tuttavia, è chiaro: rendere
più efficiente il traffico merci su rotaia.
Per vedere di più: il video
sul tema lo trovate
su www.ffs.ch/inviaggio
15
Piccola app
dai grandi
effetti
Con la Defect App i difetti possono
essere comunicati in modo ancora
più semplice, rapido e preciso. E i
clienti ne sono lieti.
Testo: Sarah Mischler | Foto: Gian Vaitl
Stazione centrale di Zurigo, binari 11/12: la piccola
lampadina rossa dell’obliteratore lampeggia. Il macchinista Werner Sturzenegger estrae il cellulare e apre
la «Defect App»: di quale dispositivo si tratta? Dov’è il
difetto? E dove si trova il dispositivo? Il cinquantottenne scorre con un clic le varie categorie e poi invia
il suo messaggio. L’app, lanciata un anno fa, permette
ai collaboratori delle FFS di registrare errori e difetti
che interessano i clienti. È presente sulla maggior
parte dei dispositivi delle FFS. Proprio in questi giorni
La Defect App
funziona così:
Il collaboratore
scopre un obliteratore difettoso.
Apre la Defect App
e comunica il difetto.
Il messaggio viene
inoltrato all’appropriato
centro di notifica.
Defect App Informando
Il macchinista Werner
Sturzenegger ha
testato la nuova app.
ESQ, Square, A&K: altri tasselli del
puzzle per più qualità e sicurezza
l’app sarà sostituita da una versione aggiornata. I
difetti potranno così essere registrati in modo ancora
più semplice e rapido. Sturzenegger ha testato anticipatamente la versione aggiornata con un apparecchio di prova. Nel primo anno, grazie alla Defect App,
sono stati infatti notificati circa 9000 difetti. Molte
comunicazioni provengono dal macchinista: «Il mio
superiore mi ha incoraggiato a utilizzare l’app.» Ogni
giorno registra da due a sei messaggi. Sturzenegger
è uno degli utenti più assidui dell’app. Che si tratti di
un treno deturpato dai graffiti, di un orologio fermo, di una lampadina difettosa o di un marciapiede
sporco, a Sturzenegger non sfugge niente. «Le FFS
mi stanno a cuore», spiega. «Tengo sempre gli occhi
aperti.» Prima non sempre riusciva a sapere che ne
era stato dei difetti notificati, ma ora, grazie alla nuova app, è diverso: «Su richiesta è possibile ricevere un
feedback», spiega infatti Thomas Bollinger del team
di progetto «Qualità dal punto di vista dei clienti».
Riconoscere degli schemi
Il team dietro alla Defect App non assicura soltanto
che gli errori e i difetti notificati vengano eliminati,
ma analizza i messaggi anche riguardo alla loro provenienza, al contesto e a eventuali schemi ricorrenti.
Vengono continuamente rilevati schemi e tendenze.
Da quando i messaggi sui dispositivi di illuminazione
difettati si vanno accumulando, si cerca ad esempio
di capire se è possibile impiegare sistemi di illuminazione alternativi con una durata di vita superiore.
È importante la seguente distinzione: le proposte di
miglioramento devono essere registrate tramite ideenmanagement.sbb.ch anche se traggono origine da
un difetto. La Defect App è pensata solo per il rilevamento dei difetti che riguardano direttamente i clienti. Ma che ne è dei difetti sul posto di lavoro? Thomas
Bollinger spiega: «Queste comunicazioni devono
essere effettuate come sempre via Intranet o telefonicamente.» Il macchinista Sturzenegger si comporta
così: «Se noto difetti che riguardano la mia professione di macchinista, uso l’ESQ» (vedi riquadro).
Il notificante riceve
un feedback sulla
situazione.
In viaggio 01 | 2016
Il difetto notificato
viene inoltrato al
servizio di picchetto...
Da gennaio sono operative tre nuove applicazioni informatiche.
Esse sostituiscono il già noto sistema ESI (Banca dati degli eventi
con informazioni rilevanti per la sicurezza): con ESQ (Banca dati
degli eventi Sicurezza e qualità) e Square (reporting sicurezza
e qualità) vengono notificate irregolarità nell’esercizio e incidenti,
ma anche elaborati e analizzati eventi. Il sistema A&K, unitario
all’interno del Gruppo, supporta la pianificazione, la realizzazione,
il reporting e il tracciamento delle misure di audit e controlli.
Clienti soddisfatti
Lo scorso anno 3300 collaboratori hanno usato la
Defect App. Troppo pochi, e secondo Thomas
Bollinger «l’app dovrebbe essere usata da ben più
del 10 percento dei collaboratori». Perché è uno
strumento potente: dei difetti notificati, oltre il 90 percento ha potuto essere eliminato. Chi utilizza la
Defect App migliora dunque l’immagine delle FFS,
influenzando positivamente anche la soddisfazione
dei clienti. Anche Werner Sturzenegger lo sa e ha
già spedito il messaggio relativo all’obliteratore difettoso a Zurigo. E continuerà a tenere gli occhi aperti.
A caccia di problemi con l’apparecchio di prova:
ora notificare i difetti è ancora più semplice.
... e l’obliteratore
viene riparato.
E ora? In caso di difetti
ricorrenti il team di progetto
analizza eventuali schemi
cercando cause e soluzioni.
17
Fino a 360 collaboratori spalano la neve ed eliminano
il ghiaccio dagli scambi. Ma non tutti gli anni
occorre affrontare una massa di neve come quella
del febbraio 2014 (foto d’archivio Ticino).
Servizio d’inverno Informando
All’attacco
dell’inverno
Le FFS sono pronte: il servizio d’inverno è
operativo da ottobre. A inizio anno le
cose si sono fatte serie. Ma perché i ritardi?
Ce lo spiegano i «Mister Inverno».
Testo: Dominique Eva Rast | Foto: Christian Ginsig, Julian Peter, Peter Schneider
Non si può certo sostenere che arrivi a sorpresa:
l’inverno, infatti, è un fenomeno annuale. Questa
stagione la neve e il freddo hanno tardato a comparire; in compenso poi ha fatto freddo sul serio.
Così freddo che in parte si sono ghiacciate le serrature delle locomotive. «È molto spiacevole sulle
locomotive non accessibili dalla zona passeggeri.
Stiamo lavorando a una soluzione a lungo termine», spiega Alfred Peter, «Mister Inverno» presso
Viaggiatori. Mister Inverno di tutte le FFS è Ludwig
Näf, responsabile Operation Center di Infrastruttura. Da metà ottobre vige il grado di prontezza 1:
significa che tutti sanno cosa devono fare quando
arriva il freddo. Così, se necessario, circa 360 collaboratori sono pronti a intervenire per spalare la
neve in caso di nevicate o scongelare gli scambi. Il
50 percento circa dei 13 000 scambi totali è dotato
di riscaldamento. Di questi impianti riscaldati, il
38 percento funziona a gas, il 62 percento elettri-
«Sono proprio i clienti
che di solito prendono
l’auto a irritarsi.»
Ludwig Näf
In viaggio 01 | 2016
«Nonostante intensi preparativi,
con l’arrivo dell’inverno
le perturbazioni sono sempre
in agguato.»
Alfred Peter
camente. I riscaldamenti si accendono in automatico grazie a un sensore di temperatura e funzionano fino a meno 20 gradi. Le cose si complicano
per le FFS quando nevica molto e per molto tempo.
Quest’anno, perturbazioni dell’esercizio che non
avevano niente a che vedere con il freddo hanno
coinciso con l’arrivo dell’inverno – e le reazioni dei
clienti sono state energiche. «Oltre ai pendolari, a
irritarsi sono proprio i clienti che di solito prendono l’auto e che la lasciano a casa eccezionalmente
quando nevica», spiega Näf. Più viaggiatori che
salgono e scendono possono causare ritardi. Inoltre, i treni devono viaggiare in parte più lentamente per prevenire il sollevamento del pietrisco. Sotto
alle carrozze viaggiatori possono accumularsi fino
a quattro tonnellate di neve portata dal vento, che
poi si stacca quando un treno passa sopra uno
scambio o quando le temperature aumentano leggermente. Le zolle di neve in caduta possono causare il sollevamento del pietrisco – e allora le cose
si fanno pericolose. Il centro di analisi invernale
conosce tuttavia i punti nevralgici e può disporre
tratti di rallentamento su queste linee. «Perché
questo si rendesse necessario, però, avrebbe dovuto nevicare molto di più», spiega Näf.
19
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Riflettendo
21
Foto: Guy Perrenoud
Invia
ora
Assiduo commentatore:
Christophe Liechti comunica i suoi pensieri.
«Chi causa un danno dovrebbe anche pagare, in questo
caso le squadre di calcio»: così Christophe Liechti commenta un messaggio sui trasporti di tifosi nell’Intranet,
sotto «Attualità FFS». Come sempre scrive ciò che pensa
e preme «Invio». Il capomovimento di Losanna è tra i
commentatori di lingua francese più assidui sul canale di
news interno. Integra, chiede chiarimenti. «Il fatto che la
maggior parte delle mie domande trovi risposta mi motiva.» A volte esprime critiche e per questo è già stato richiamato dal suo superiore. «Ma la cosa non mi ha spaventato.
Esprimo apertamente il mio parere», spiega sicuro Liechti.
«Direttamente o in forma digitale, nel privato o sul lavoro,
il dialogo fa parte della vita!» Non lo sorprende che i suoi
colleghi romandi discutano online meno dei colleghi di
lingua tedesca. A suo giudizio molti percebirebbero i canali
digitali come uno strumento di controllo. «Ciò nonostante
commentano, solo che lo fanno con me», osserva Liechti.
«‹Vai a bere una birra con quelli lassù!›, scherzano.» Esorta
di continuo i colleghi a partecipare. Spesso decide se commentare o meno in base al tempo a disposizione. «Allora
leggo un paio di volte le news e mi assicuro che i miei
commenti siano informativi anche per altri.» Non vede
l’ora di leggere la versione digitale di «In viaggio» (vedi
anche a p. 32). Un canale di dialogo in più! Testo: Nani Moras
→ Viaggio nel tempo
Accadeva 100 anni fa: messa in esercizio
della galleria di base di Hauenstein
Nel 1916 è stato attivato per il traffico
ferroviario, addirittura in anticipo, un
tratto di linea sull’asse nord-sud che
oggi appartiene alle tratte più intensamente percorse: la galleria di base di
Hauenstein. E pensare che per un po’,
con lo scoppio della prima guerra mondiale, era rimasto addirittura in dubbio
se la galleria sarebbe stata ultimata in
tempo. La squadra del cantiere tra Sissach e Olten si ridusse da circa 2300 a
soli 475 operai. Più tardi fu però possibile riprendere i lavori con 800 operai.
Altre sfide riguardarono il reperimento
In viaggio 01 | 2016
del materiale di costruzione e la gestione
di un budget ridotto. Ma nonostante tutti
gli intoppi, l’8 gennaio, un anno prima
del previsto, la galleria – che costituisce
tra l’altro un precursore diretto della galleria di base del San Gottardo – fu messa
in esercizio. Come al Gottardo, anche
nel caso dell’Hauenstein una galleria di
valico è stata sostituita da una galleria di
base. Il museo di storia di Olten propone,
in collaborazione con FFS Historic, una
mostra speciale sulla storica costruzione,
che si può visitare fino al 31 maggio.
Testo: Esther Stofer | Foto: FFS Historic
Operai durante il rivestimento
della galleria, tra il 1912 e il 1915.
22
Riflettendo Passione
Una band(a) di famiglia:
papà Patrick Junod
canta assieme alle figlie
Justine e Camille.
Testo: Jean-Philippe Schmidt | Foto: Thomas Andenmatten
Nell’ufficio del team Natura Regione ovest di Manutenzione Infrastruttura nessuno sente il bisogno di
una radio: chi vuol ascoltare musica può chiedere
direttamente a Patrick Junod, 48 anni, di esibirsi in
uno dei suoi ultimi brani. Junod ha qualcosa per tutti
i gusti e si esibisce in pezzi di Robbie Williams, ma
anche dei Rolling Stones, di Adele, di Jeff Buckley
o dei Supertramp. La differenza rispetto a tanti altri
cantanti dilettanti è che canta davvero bene.
«Ci ha preso la passione»
Ma non è tutto: tutta la famiglia Junod di Neuchâtel
possiede questo talento. Patrick Junod, grande
amante della vita famigliare, canta dunque raramente
da solo: assieme alle sue due figlie, la ventiduenne
Justine e la diciottenne Camille, forma infatti un trio
canoro. Nel 2015, decine di migliaia di spettatori della
Svizzera romanda hanno avuto il piacere di vedere i
Junod in azione durante la trasmissione «Un air de
famille», un concorso canoro per famiglie romande
che va in onda nella fascia oraria più ambita.
«Ho sempre cantato con piacere, a casa o alle feste
Justine, Patrick e Camille Junod
(da sinistra) conquistano i cuori
dei romandi cantando.
di famiglia; poi la passione ha contagiato anche le
mie due figlie», dichiara orgoglioso il padre di famiglia. Ma non ha dovuto convincere le figlie a salire
sul palco con il loro «vecchio»: l’iniziativa di formare
un trio è giunta infatti da Justine: «Non è stato facile
convincere papà, che continuava a posticipare la
sua risposta!» Proprio l’ultimo giorno del termine
d’iscrizione allo show ha dato però il suo consenso.
Qualche tempo dopo i tre hanno ricevuto una notizia
emozionante: la famiglia Junod era stata ammessa
Per vedere gli Junod in
azione sul palcoscenico:
www.ffs.ch/inviaggio
alla trasmissione! Seguono molte ore di prove, anche
se non è sempre facile trovare momenti in cui tutti
sono liberi. Ciò nonostante, il progetto prende gradualmente forma. E con successo: la famiglia Junod
riesce ad accedere alle eliminatorie e una settimana
più tardi entra ufficialmente in finale.
Da tre a quattro
I Junod non hanno vinto il concorso canoro, ma la
storia non finisce qui. Da allora, infatti, i tre cantanti
amatoriali sono artisti richiesti. Vengono reclutati per
concerti in tutto il cantone di Neuchâtel, ma anche
nel resto della Svizzera romanda. Il numero perfetto,
però, non è tre ma quattro: anche Danièle, la moglie
di Patrick, è parte attiva. Non canta, ma è comunque
In viaggio 01 | 2016
«Convincere papà non è stato
facile. Continuava a posticipare
la sua risposta!» Justine Junod
«l’ascoltatrice più importante, la principale critica e la
prima fan del nostro gruppo», spiega Patrick Junod.
E si occupa anche del club dei sostenitori. Solo per la
registrazione della trasmissione in TV, da La Chauxde-Fonds sono giunti due bus pieni di persone per
sostenere la famiglia. Non vediamo l’ora di conoscere
le prossime avventure della famiglia.
Check-list, smartphone e spirito
d’osservazione: così si muove
Lorenzo Paradiso sul cantiere.
Profilo professionale Riflettendo
Un partner per la sicurezza
Dal 1° gennaio 2015 il settore Rischio, Sicurezza, Qualità e Ambiente
di Infrastruttura (I-RSQ) ha cambiato il suo orientamento strategico.
Non si occupa più dell’attività di sicurezza operativa sui cantieri
ferroviari, la cui responsabilità è stata assunta dall’organizzazione
gerarchica, bensì esercita una funzione neutra e indipendente
di sorveglianza dei cantieri, consulenza, supporto e formazione.
Occhi puntati
sulla sicurezza
Ridurre al minimo i rischi di incidenti
è la motivazione che guida il coach
della sicurezza Lorenzo Paradiso
nelle sue visite sui cantieri ferroviari.
Testo: Katia Guerra | Foto: Claudio Bader
Sul cantiere della nuova galleria ferroviaria di
Coldrerio, Lorenzo Paradiso, 45 anni, annuncia la
sua presenza al capo della sicurezza, si informa su
come procedono i lavori sul cantiere e chiede di
poter consultare il dispositivo di sicurezza. «Verifico se ciò che è scritto su queste pagine è stato attuato correttamente», spiega il coach della sicurezza. In alcune parti del cantiere la linea di contatto è
inserita e Lorenzo Paradiso controlla, ad esempio,
se la delimitazione visiva che indica con chiarezza
l’altezza al di sotto della quale possono muoversi
i mezzi meccanici del cantiere è sufficiente. Nella
nuova galleria è attualmente attiva una squadra
di operai, impegnata nei lavori di rifinitura del
fondo ferroviario. Il vecchio tunnel lungo 96 metri
è stato di recente demolito e ora la nuova galleria,
precedentemente costruita sopra quella vecchia,
appare nel suo nuovo splendore e adeguatamente
innalzata per permettere il passaggio di treni più
alti, così come previsto dal progetto di Corridoio
4 metri nord–sud. Mentre si svolgono i lavori, il
In viaggio 01 | 2016
In servizio: Lorenzo Paradiso (a destra)
con il guardiano di sicurezza.
traffico ferroviario è consentito su un solo binario.
E infatti, mentre Lorenzo Paradiso si consulta con
il guardiano della sicurezza, i segnali lampeggianti
e acustici presenti sui binari si attivano: da sud
giunge un treno. I due colleghi smettono di parlare
e si spostano nello spazio di fuga. Al passaggio del
treno, fanno un cenno con la mano all’indirizzo
del macchinista. «Non si tratta di un semplice
saluto, ma è un modo per far capire al macchinista
che ci siamo accorti dell’arrivo del treno», spiega
Paradiso. La sicurezza è anche in questi gesti.
Lorenzo Paradiso è uno dei sei coach della sicurezza del team RSQ di Infrastruttura della Regione
Sud e buona parte del suo tempo lo trascorre sui
cantieri ad effettuare dei controlli di sicurezza, di
giorno, ma anche di notte o durante i fine settimana. «Spesso vengo considerato come un poliziotto e, devo dire la verità, questo mi rattrista», ci
confida. «Facciamo tutti parte della stessa squadra
e ognuno ha il suo ruolo: il mio è quello di verificare che le direttive relative alla sicurezza siano
rispettate affinché i rischi di incidenti siano ridotti
al minimo», spiega. Con l’aiuto di una dettagliata
check-list, di un apparecchio fotografico e del
suo spirito d’osservazione passa in rassegna il
cantiere ferroviario e osserva gli operai al lavoro
25
26
Riflettendo Profilo professionale
per accertarsi che tutto si svolga a regola d’arte.
La tenuta di lavoro è adatta? Il personale possiede
le necessarie legittimazioni e competenze? C’è
ordine sul cantiere? L’area di lavoro è protetta? Le
misure di sicurezza sono adeguate e rispettate?
Sono tutti aspetti ai quali prestare attenzione.
«Bisogna finire il lavoro, non c’è tempo per guardare ogni dettaglio della sicurezza: sono frasi che
sento spesso, ma bisogna rendersi conto che al
primo posto c’è sempre la sicurezza.» Il fatto che ci
siano questi controlli dovrebbe essere considerato
una risorsa e non un’azione di disturbo, secondo
Lorenzo Paradiso. «Sul posto possiamo fornire
consulenze e sensibilizzare, soprattutto per quanto
riguarda la consapevolezza del rischio: un aspetto essenziale nella prevenzione degli incidenti,
degli infortuni professionali e non professionali.»
Tutte le informazioni che raccoglie, il coach della
sicurezza le inserisce in un elaborato sistema
«I controlli dovrebbero
essere considerati una
risorsa, non un’azione
di disturbo.»
La sicurezza è anche in gesti quali un cenno con la mano.
informatico. «Grazie a questo nuovo strumento
da poco implementato abbiamo la possibilità di
avere un colpo d’occhio sulla sicurezza di tutti i
cantieri: il colore verde indica che va bene, il giallo
che ci sono alcune irregolarità che non mettono
in pericolo imminente il personale, il rosso che vi
è una situazione di pericolo immediato e quindi si
interviene tempestivamente.»
Lorenzo Paradiso lavora nel campo della sicurezza
da molti anni e si è orientato a questo ambito dopo
aver svolto la formazione di esperto della sicurezza SUVA. Sa cosa significa valutare i rischi di
un cantiere, allestire un dispositivo di sicurezza e
farlo rispettare, perché per molto tempo è stato un
suo compito. Paradiso è entrato alle FFS nel 2005 e
per molto tempo ha svolto la funzione di direttore
responsabile della sicurezza sui cantieri.
Dall’inizio dello scorso anno la responsabilità per i
cantieri di terzi sul sedime ferroviario è passata ai
capiprogetto (vedi riquadro a pagina 25). «Il nostro
settore I-RSQ è diventato un interlocutore indipendente per consulenze nell’ambito della sicurezza; oltre a ciò siamo di supporto per la formazione
e gli eventi legati alla sicurezza», ci spiega il coach
della sicurezza.
Mentre torniamo con l’auto di servizio verso la
sede I-RSQ a Bellinzona, a Lorenzo Paradiso non
sfugge il sacco non adeguatamente assicurato sul
rimorchio di un furgone di cantiere. «Potrebbe
perdere del materiale sulla careggiata con il rischio
di causare un incidente», e con un colpo di claxon
avverte il conducente del pericolo.
Lorenzo Paradiso
Muoversi sui cantieri
può rivelarsi un
percorso tortuoso.
Opinioni Riflettendo
Nessun motivo di gioia
Contributo ai tassi della cassa
del personale, «In viaggio»
9/15
Posso commentare i nuovi
tassi d’interesse della cassa
del personale FFS – lo 0,35
invece dello 0,75 percento –
solo con la nota citazione «è
più la spesa che l’impresa».
Sulla schiena di Heinrich
Servizio «Domanda del
mese», «In viaggio» 9/15
Vi ringrazio molto per
l’interessante articolo sulla
sella di lancio. Nel gergo
ferroviario tedesco, quest’ultima viene stranamente
chiamata «Rücken» (schiena). Nei piani del fascio di
binari, la «schiena» è contrassegnata con una grossa
lettera. Così, presso la
stazione di smistamento
«Badischer Bahnhof»
esisteva una schiena «H»,
che nelle statistiche del
numero di carri trattati
veniva solitamente indicata
come «schiena di Heinrich».
Arthur Caccivio, pensionato,
Ernst Gössl, pensionato, Lucerna
affinché le pianificazioni
tecniche delle varianti di
trasbordo durante il risanamento vengano riaggiornate
e si offrirebbero naturalmente
di erogare le prestazioni
necessarie a questo scopo.
→ La posta dei lettori
La seconda canna al
Gottardo è dannosa
Mi ha stupito la notizia che le
FFS si sono schierate a favore
della seconda canna al
Gottardo. Cargo è soggetta a
continue pressioni competitive e lotta persino per
sopravvivere. E ora, poco
prima dell’apertura della
galleria di base del San
Gottardo che potrebbe dare
notevole slancio a Cargo,
ecco che arriva questa presa
di posizione dannosa e
irresponsabile.
Willi Pfeiffer, pensionato, Eglisau
Bernhard Meier, responsabile Public
Le FFS sostengono la lobby
automobilistica
Le FFS dicono sì al progetto
di una seconda canna
autostradale al Gottardo. Mi
sembra un incubo! La
ferrovia ha l’enorme opportunità di distinguersi con
una strada viaggiante per il
risanamento della vecchia
canna. Invece i nostri
superiori sparano alle spalle
all’Iniziativa delle Alpi e
danneggiano i TP e il traffico
merci. Speriamo che il
popolo dica ancora una volta
no alla lobby automobilistica!
Andres Bachmann, pensionato,
Fiducia minata
Che cosa può mai indurre la
direzione delle FFS a pronunciarsi su questo progetto in
materia di trasporti dopo che
finora non ha mai preso
posizione né comunicato al
riguardo? Le FFS dovrebbero
essere molto interessate a un
buon sfruttamento della
propria infrastruttura. Perché
dunque non sostengono un
trasbordo temporaneo o
permanente delle auto al
Gottardo e l’attuazione della
volontà popolare, mai
avvenuta in 22 anni (Iniziativa delle Alpi!), che chiede il
trasferimento del traffico
pesante su rotaie? La mia
fiducia nell’alta direzione è
minata per sempre.
Stefan Waldispühl,
responsabile del punto vendita FFS
Glattzentrum, Zurigo
In viaggio 01 | 2016
Zurigo
Risposta
Il 28 febbraio il popolo
elvetico deciderà sulla
costruzione di una seconda
canna al Gottardo. Le FFS
non partecipano alla campagna referendaria, come
erroneamente riportato da
alcuni media. Le FFS hanno
preso posizione già durante
la consultazione, nel 2013: la
seconda canna al Gottardo
non è un problema per le FFS
se non viene aumentata la
capacità. Con l’apertura della
nuova galleria del San
Gottardo e della galleria del
Ceneri, sull’asse nord–sud
sarà possibile realizzare
aumenti di produttività e
buoni potenziali di mercato
sia nel traffico viaggiatori che
nel traffico merci. Se la
seconda canna sarà respinta,
le FFS si impegneranno
Affairs e regolamentazione
Birsfelden
Statistica intricata
Servizio «Viaggio nel tempo»,
«In viaggio» 9/15
Vi ringrazio per il servizio di
giubileo sulla Re 4/4 II. La
statistica di queste locomotive è però un po’ intricata,
come mostra uno sguardo al
seguente libro: R. Danuser,
H. Streiff, Die elektrischen
und Dieseltriebfahrzeuge der
SBB, volume 2: 1952-1975,
Minirex Verlag, 2011, secondo cui per le FFS sarebbero
state costruite 276 Re 4/4 II:
11101-11349 e 11371-11397. In
seguito a eliminazioni
avvenute prima della consegna dell’ultimo veicolo, il
numero massimo di locomotive in uso è stato solo di 273
unità, da fine settembre del
1985. Un’altra Re 4/4 II è stata
costruita per la Mittel-Thurgau-Bahn e si trova oggi
presso FFS Viaggiatori, dove
occupa il numero 11172 insieme a un’altra locomotiva.
Stephan Frei, Senior Controller
Finanze Infrastruttura, Berna
Il team di «In viaggio» è lieto di
ricevere posta dai suoi lettori.
E-mail: [email protected]
Posta: FFS, «In viaggio»,
Comunicazione integrata,
Hilfikerstrasse 1, 3000 Berna
Commentate ora anche su
www.ffs.ch/in viaggio
Errata corrige
2017 invece di 2016
Orario troppo sportivo nel
servizio «Nuovi treni bipiano
TPL a partire dal 2016» su «In
viaggio» 9/15: i nuovi treni per
il traffico a lunga percorrenza
non potranno infatti circolare
dal 2016, bensì – e solo se la
produzione, i test e il collaudo
avranno successo – dal 2017.
27
28
Riflettendo Opinioni
→ Foto del mese
Il venditore di viaggi Mirco Barcella
è riuscito a catturare un’atmosfera
davvero dorata: il treno EC sul
binario 2 della stazione di Mendrisio,
con il tramonto del sole riflesso
nelle cime dei monti gli ha regalato
una vista magica.
Inviateci foto tratte dal vostro lavoro quotidiano!
All’indirizzo: [email protected].
La migliore sarà pubblicata sull’edizione stampata di
«In viaggio» e premiata con un piccolo omaggio.
→ Sondaggio
Guardate tutte le altre foto su
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Riuscite a immaginare di
lavorare a tempo parziale?
Il tempo parziale è trendy ed è spesso una necessità per chi ha figli. In generale, i collaboratori
chiedono più tempo per la famiglia, gli hobby o
una carica onoraria. E voi? Riuscite a immaginare
di lavorare a tempo parziale?
a)Riesco a immaginarlo, ma non è un’opzione
praticabile nel mio posto di lavoro attuale.
b)Tendenzialmente no, il tempo parziale ha molti
svantaggi: meno soldi, freno alla carriera ecc.
c) Lavoro a tempo parziale e mi trovo benissimo.
d)Lavoro a tempo parziale e conosco anche gli
svantaggi di questo modello di lavoro.
→ CoPe
Manutenzione gravosa
Potete votare fino al 3 marzo:
→ via SMS: inviate un SMS al numero 880 (indicare
la parola chiave FFS e la lettera della risposta a,
b, c o d). Esempio di SMS: «FFS b» all’880. L’SMS
è gratuito per voi
→ online su «In viaggio»: www.ffs.ch/inviaggio
→ per E-Mail ([email protected])
Walter
Buchmann,
presidente
della CoPe
Gruppo
→ Ultimo sondaggio
Il risultato
Che cosa vi preoccupa di più quando pensate
al vostro pensionamento? (215 partecipanti)
a)Niente. Non vedo l’ora di andare in
pensione: 29 %
b)Le finanze. Mi chiedo quale livello
di vita potrò ancora permettermi: 55 %
c)La vita sociale e di coppia: 10 %
d)Intendo preoccuparmene il più tardi
possibile: 6 %
a
b
c
d
Ancora poco tempo e poi la più lunga galleria
destinata al traffico ferroviario sarà percorribile.
Ma i lavori proseguiranno anche dopo la messa
in esercizio della galleria di base del San
Gottardo. Gli impianti tecnici come ad
esempio i binari, le linee di contatto,
gli impianti di telecomunicazione, il
drenaggio e l’aerazione esigono un’onerosa manutenzione. Dai centri di
manutenzione e intervento a Erstfeld e
Biasca il tunnel sarà percorso ogni fine
settimana dai treni di cantiere. A questo
scopo le FFS hanno creato più di 130 nuovi posti
di lavoro. Tuttavia, le condizioni di lavoro sono
straordinariamente difficili: un lavoro costante nei
fine settimana e di notte, in parte a temperature
elevate. Vento, polveri sottili e altre sollecitazioni
psicofisiche attendono i collaboratori. Si tratta di
sfide notevoli. La salute dei collaboratori a lungo
termine deve essere pertanto garantita per mezzo
di misure straordinarie. Perché solo con personale
sano e motivato sarà possibile garantire l’alta qualità della manutenzione. Foto: mad
Opinioni Riflettendo
La parola ai capi – Ulrich Gygi, presidente del CdA
→ Momenti
Un piccolo gesto
per un treno pulito
Ore 8 e 30, stazione di Berna, poco dopo l’arrivo
dell’Intercity da Zurigo: Bernadette Kühne, pendolare del traffico a lunga percorrenza, si ferma
davanti al punto di smaltimento nel sottopassaggio e getta via il bicchiere del suo caffè.
Esemplare! Porta sempre con sé i suoi rifiuti
quando scende dal treno?
Quasi sempre. Solo quando ho le mani cariche di
bagagli lo getto nel piccolo contenitore dei rifiuti
dello scompartimento. Il giornale dei pendolari,
invece, lo lascio sul treno apposta.
Non la irritano i giornali sui sedili del treno?
Al contrario. A volte sono contenta di trovarne
uno sul mio posto a sedere. Ad esempio, quando
durante il cambio a Zurigo ho avuto troppo
poco tempo per pescarne uno dal contenitore. Il
Tages­anzeiger, che è più ingombrante, lo porto
invece sempre via.
Reputa necessarie le iniziative anti-littering
delle FFS?
Per me è scontato che un’azienda che si impegna a favore di un traffico sostenibile sensibilizzi
attivamente il pubblico. Trovo particolarmente
credibile il fatto che i collaboratori delle FFS
diano il buon esempio. È motivante. Con pochi
gesti posso contribuire alla pulizia sui treni.
È completamente soddisfatta della ferrovia?
Riguardo al tema dello smaltimento dei rifiuti,
assolutamente sì. Trovo invece inaccettabile dover
viaggiare in piedi e schiacciata sull’S-Bahn per
20 minuti dopo il lavoro. Per le clienti come le
parrucchiere, che sono già in piedi da otto o nove
ore, dev’essere particolarmente brutto. ←
Testo e foto: Nani Moras
Bernadette Kühne, 43 anni,
membro dei quadri di
Swisscom, fa la spola tra
Uetikon sul Lago di Zurigo e
Berna tre volte la settimana.
Riceve l’AG di 1a classe dal
datore di lavoro.
La sostenibilità non è
un fenomeno di moda
Al giorno d’oggi, una gestione d’impresa sostenibile è data
per scontata. O, almeno, è ciò che si suppone guardando le
dichiarazioni, i rapporti d’esercizio e gli opuscoli patinati
delle grandi aziende. Intere discipline insegnate presso
università, scuole universitarie e istituzioni di formazione
private si dedicano a questo tema. Sul mercato si trovano certificati di ogni genere, a testimonianza di questa
costante tendenza verso la «good corporate governance»,
la «social responsibility» ecc. Ma è davvero tutto rose e
fiori? Qualche dubbio si impone. Ovunque nel mondo le
fonti di materie prime vengono sfruttate senza ritegno. Ne
sono vittima ecosistemi ancora intatti – anche in paesi
altamente sviluppati. Il recente scandalo dei valori dei gas
di scarico falsificati dal gruppo Volkswagen ci lascia senza
parole. Un altro paradosso: la sostenibilità nella gestione
d’impresa è realizzabile solo attraverso sforzi costanti. A
tutto ciò si contrappongono i cicli di attenzione mediatica.
Muore una foresta, se ne sente parlare per qualche mese,
dopodiché il silenzio. Nel marzo del 2011, Fukushima
sembrò finalmente suggerire l’idea che, in casi estremi, il
nucleare può rendere inospitale il nostro pianeta. Oggi,
tuttavia, la politica dell’energia si vede confrontata con un
vento ostile. Questa gestione superficiale della sostenibilità
fa riflettere. Mi auguro pertanto che i quadri e i collaboratori delle FFS diano il buon esempio. E che i nostri responsabili dell’ambiente alle FFS non si lascino influenzare dai
battage mediatici e dalle mode e cerchino di iniettare il
gene della sostenibilità nei responsabili decisionali di tutte
le Divisioni autorizzandoli a tener conto nelle loro decisioni delle molteplici aspettative dell’ecologia e della sostenibilità. Le FFS sono un esempio nel campo della protezione
dell’ambiente e della sostenibilità!
Foto: Annette Boutellier
In viaggio 01 | 2016
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→ Aula su rotaie
La tournée della mostra «Gottardo
2016», iniziata nel 2015 a Zurigo, Visp e
Zugo, prosegue quest’anno: dal 3 marzo
i moduli che offrono informazioni sulla
storia, le cifre, i fatti e la tecnica saranno
nuovamente visitabili in diverse stazioni,
tra cui Ginevra, Berna, San Gallo, Bienne,
Basilea e Lucerna.
E dove possibile verrà esposto anche
il «Supersign», alto 9,5 metri. Ulteriori
informazioni e programma della
tournée su www.gottardo 2016.ch. ←
Con il programma «FFS attivi», da un
anno le FFS promuovono delle attività al
di fuori del lavoro quotidiano. Tutti i
collaboratori possono proporre attività
sportive e culturali ai propri colleghi.
Le FFS offrono sostegno a livello
organizzativo e finanziario. Finora oltre
un migliaio di collaboratori ha già
usufruito di questo programma. ←
Nel 2016 il Treno scuola e scoperta
delle FFS è tutto all’insegna della nuova
galleria di base del San Gottardo. Il
programma porta i giovani a compiere
un viaggio esplorativo nel tempo.
L’aula su rotaie ferma ogni anno in
20 stazioni in tutta la Svizzera; ogni
giorno vi fanno visita da sei a sette classi.
Recentemente essa ha accolto la decimillesima classe; prossimamente è atteso
invece il duecentomillesimo allievo.
www.ffs.ch/scuole ←
Di nuovo in tournée
In viaggio 01 | 2016
Attivi nel tempo libero
Intranet: inserire la parola di ricerca
FFS attivi
Il Gottardo fa scuola
32
Curiosando Rivista online
«In viaggio»
è ora online
«In viaggio» è ora anche
on­line: pronto per i vostri
«like», commenti, condivisioni.
Su www.ffs.ch/inviaggio la
rivista stampata sarà integrata
da video, immagini e audio.
Che sia sullo smartphone, sul
tablet o sul computer,
«In viaggio» è sempre con voi.
Testo: Nani Moras, Sarah Mischler
Tutte le lettrici e i lettori,
anche quelli esterni, possono
condividere articoli su
Facebook, Twitter o via e-mail con
familiari, amici e conoscenti.
Collaboratori e pensionati possono
leggere «Personale»
(login: nome utente «fss» /
password «benefit»).
Reportage avvincenti, ampi servizi di background e
profili interessanti: è ciò che collaboratori e pensionati trovano nella rivista per il personale «In viaggio».
Dal 2012 viene pubblicata in forma cartacea ed è stata
parzialmente disponibile anche sull’iPad. Ora tutti i
contenuti sono accessibili online anche tramite tutti
gli altri dispositivi: per i collaboratori, i pensionati e
i lettori esterni. Gli articoli dell’edizione online sono
integrati da video, audio, gallerie di immagini, link
e grafici. Così, ad esempio, è possibile ascoltare il trio
delle FFS di pagina 5 o guardare il video di un’esibizione corale dei Junod (a pagina 22). È inoltre possibile commentare o taggare tutti gli articoli e mettere
«like». L’edizione digitale di «In viaggio» esce in
I collaboratori possono
mettere «like» a un
articolo, commentarlo e
leggere tutti i commenti.
parallelo all’edizione stampata. Su tutti i dispositivi
mobili delle FFS l’edizione online sarà installata in
automatico per gradi. L’installazione manuale tramite
Afaria è possibile da subito. E a chi preferisce leggere
«In viaggio» in formato cartaceo la rivista continuerà
a essere recapitata sul posto di lavoro, ai pensionati
direttamente a casa. Nell’Intranet trovate ulteriori
informazioni. L’edizione online viene continuamente
perfezionata: una consultazione regolare conviene. ←
Quest’icona indica per quali articoli
potete trovare ulteriori immagini,
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Fumetto e Colophon Curiosando
39
→ Pagina 6. Illustrazione: Tom Künzli
→ In viaggio
→ Premi
Pubblicazione delle FFS: Andreas Stuber, responsabile Comunicazione integrata, Pascal Lorenzini, responsabile Crossmedia → La pubblicazione appare nove volte all’anno in tedesco, francese e italiano → Tiratura 42 810 esemplari (autenticato da
WEMF) → Redazione (FFS) Ruedi Eichenberger (caporedattore), Evelyne Reber, Nani Moras, Doris Wyssmann, Sarah Mischler,
Jean-Philippe Schmidt (Svizzera romanda), Katia Guerra (Svizzera italiana), Dominique Rast Haberstich (Viaggiatori), Stefan
Boss (Cargo), Sara Riesen (Infrastruttura), Urs Schmid (Immobili) → Realizzazione (Infel AG) Katharina Rilling (direzione),
Bruno Habegger (redazione), David Jordi (editorial designer), Sebastian Mutti (poligrafo), Diana Ulrich (responsabile redazione foto), Yvonne Schütz (redazione foto) → Traduzioni UGZ, Übersetzer Gruppe Zürich GmbH, su incarico del servizio linguistico FFS (direzione: Jean-Claude Genilloud) → Indirizzo di redazione Redazione «In viaggio», Hilfikerstrasse 1, 3000 Berna 65,
tel. 079 893 73 41, [email protected] → Inserzioni/Marketing degli annunci Zürichsee Werbe AG, Cornelia Koroma, casella
postale, 8712 Stäfa, Tel. 044 928 56 11, www.zs-werbeag.ch → Recapito sul posto di lavoro, PrintMediaService, [email protected], modifiche in caso di recapito sul posto di lavoro via Intranet (parola di ricerca «LIDI») → Recapito ai pensionati
Cambiamenti di indirizzo a Cassa pensioni FFS, Zieglerstrasse 29, 3000 Berna 65, Tel. 031 555 18 11, [email protected] → Stampa
Stämpfli SA, Berna, ISSN 2296-1852 → In viaggio digitale: www.ffs.ch/inviaggio
BCP Award
Argento 2015, 2014 nella categoria pubblicazione
aziendale per i collaboratori, digitalel
Argento 2013, nella categoria pubblicazione
aziendale per i collaboratori, cartacea
Fox Awards
Oro 2014
Fox Visuals
Oro 2014
ASCI
1° posto nella categoria migliore copertina 2014
1° posto nella categoria rivista per il personale
Svizzera 2013
3° posto nella categoria rivista per i collaboratori 2015
FEIEA (Federation of European
Industrial Editors Association)
3° posto nella categoria copertina 2014
1° posto nella categoria comunicazione interna 2013
In viaggio 01 | 2016
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