Animatore Missionario 4/2015

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Animatore Missionario 4/2015
rivista trimestrale di animazione missionaria
n°4/15
periodico trimestrale • anno 10 • n. 4 ottobre/dicembre 2015 • Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM
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Periodico trimestrale
anno 10, n. 4 (ottobre/dicembre 2015)
Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento
postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46)
art. 1, comma 1 Aut. GIPA/ C / RM
Direttore responsabile:
Giulio Albanese
Editore:
Fondazione MISSIO
Via Aurelia, 796 - 00165 Roma
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Finito di stampare nel mese di OTTOBRE 2015
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“La missione è compito di tutti i cristiani, non solo di alcuni. È compito anche dei
bambini! Nelle opere missionarie pontificie, i piccoli gesti dei bambini
educano alla missione. La nostra vocazione cristiana ci chiede di essere portatori di
questo spirito missionario perché avvenga una vera “conversione missionaria” di tutta la
Chiesa, come ho auspicato nella Evangelii Gaudium…… Cari fratelli e sorelle, vi incoraggio a intensificare lo spirito missionario e l’entusiasmo della missione e a tenere alto
nel vostro impegno nelle Diocesi, negli Istituti missionari, nelle Comunità, nei Movimenti
e nelle Associazioni lo spirito della Evangelii Gaudium, senza scoraggiarsi nelle difficoltà, che non mancano mai e - sottolineo una cosa - cominciando dai bambini.
Nella catechesi i bambini devono ricevere una catechesi missionaria”
(Papa Francesco ai partecipanti al IV Convegno Missionario Nazionale di Sacrofano).
La Giornata Missionaria dei Ragazzi che tradizionalmente si celebra il giorno
dell’Epifania o in altra giornata più adatta per la comunità, ci ricorda appunto che: “La
missione è compito di tutti e anche dei bambini”. Non basta allora celebrare una giornata ma è necessario educare i nostri ragazzi attraverso una catechesi missionaria, a
vivere da discepoli missionari.
Il tema che accompagnerà non solo la GMR ma tutte le proposte per l’anno pastorale
2015-2016 è: Poveri come Gesù. Qualcuno potrà giustamente obiettare: cosa significa essere “Poveri come Gesù”? Come proporlo ai ragazzi? Il manifesto per la GMR
2016, disegnato da Saverio Penati, che ringraziamo per la sua generosa e fantasiosa
collaborazione, raffigura sul mondo un ragazzo che si guarda allo specchio e nello
specchiarsi ritrova l’immagine di Gesù: ognuno sarà libero di interpretare come vuole
questa raffigurazione; io lo leggo così: ogni ragazzo che vive con generosità, allargando i confini del proprio cuore non solo a quelli della propria famiglia, agli amici o come dice Gesù - a coloro che ci fanno del bene o hanno da ricambiare, permette a
Gesù di continuare a percorrere le strade della nostra umanità facendo del bene.
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Occorre avere sempre davanti a sé gli insegnamenti di Gesù e soprattutto i suoi sentimenti,
così come scrive San Paolo alla comunità di Filippi:
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Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù,
il quale, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso
la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò se stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini;
apparso in forma umana,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e alla morte di croce (Fil.2,6-11).
Poveri come Gesù significa condividere la propria vita con tutta l’umanità, a partire dai
poveri e dagli ultimi. Gesù sulla croce ci ricorda che la misura di ogni azione, di ogni gesto,
deve essere un dono totale e senza riserve per nessuno. Al Ladrone pentito dice infatti: “Oggi
con me sarai nel paradiso” (Lc 23,43). Siamo chiamati a scegliere la via della piccolezza e
non della grandezza e del potere, ma della mitezza e della misericordia.
Il ragazzo nello specchio non vede se stesso ma Gesù che si identifica con i piccoli; Egli si
riferisce non solo ai bambini, bensì alle persone senza importanza nella società, incluso i
bambini, e chiede che essi siano al centro delle preoccupazioni della comunità, poiché
“il Padre non vuole che nessuno di questi piccoli si perda” (Mt 18,14).
Quest’anno sarà segnato dal dono del Giubileo straordinario della Misericordia: siamo invitati a viverlo come proclamato da Gesù nella sinagoga di Nazareth:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore”
(Lc 4,18-19).
Un grazie di cuore a quanti accompagnano i ragazzi in questo cammino missionario per
essere, tutti insieme, una Chiesa Missionaria.
Don Michele Autuoro
Direttore Nazionale
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MISSIO • organismo pastorale della CEI
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COME GESÙ
All’inizio della sua missione nel Vangelo di Matteo, Gesù presenta la via della felicità: le Beatitudini
(Mt 5). Lo scopo della sua venuta è indicare la via della felicità ad ogni uomo e ad ogni donna, ed
essa è la conseguenza dell’impegno per la costruzione del Regno di Dio su questa terra. Il primo
passo su questa via verso la felicità è espresso con: “Beati i poveri in Spirito perché di essi è il regno
dei cieli“ (Mt 5, 3). È la prima e la più importante delle beatitudini, le altre ne sono solo una esplicitazione. Non è un comandamento, è una constatazione. Gesù dice in fondo: Tu sei nato/a per vivere
come povero/a, e se sceglierai la povertà come stile di vita potrai entrare in possesso del Regno di
Dio che è già dentro di te. Infatti «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Lc 17, 21). Sappiamo
che il Regno che è in mezzo è Gesù stesso. Se dunque il Regno arriva in mezzo a noi con Gesù e per
ereditarlo bisogna vivere come poveri, possiamo dedurre che bisogna imparare da Gesù a vivere
come poveri.
Cosa significa essere poveri come Gesù? In che modo Gesù ha vissuto la sua povertà? Di fatto Gesù
poteva vantarsi di avere una tunica cucita tutta d’un pezzo che, come tale, aveva un certo valore (Gv
19, 23-24), e anche un mantello (Mc 5, 21-43) e dei sandali (Lc 3, 15-16.21-22). Aveva al suo fianco i dodici e alcune donne, «Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte
altre, che li assistevano con i loro beni» (Lc 8, 2-3). Non era dunque un indigente per quanto facesse un mestiere umile: il carpentiere (Mc 6, 3).
La scelta dei poveri appartiene al modo con il quale Dio guarda e ama l’umanità. Ed è questa la
Buona Notizia, il Vangelo della Gioia. San Paolo dice che «conoscete infatti la grazia del Signore
nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo
della sua povertà» (2 Cor 8,9). Con questo ci rivela intanto qual è lo stile di Dio. Non si rivela con i
mezzi della forza o della potenza, o ancora della ricchezza del mondo, ma con quelli della povertà.
Iniziando dal luogo dove nasce (Lc 2), dalle prime persone a cui si rivela, - i pastori (Lc 2, 8-12) - e
dalle sue relazioni: privilegia storpi, pubblicani, donne e bambini, peccatori e peccatrici. Gesù è povero perché con la sua nascita ha accettato di condividere la nostra vita umana, «ha lavorato con mani
d’uomo, ha pensato con intelligenza d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, Egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel
peccato» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Past. Gaudium et spes, 22). Sceglie di essere povero per amore,
generosità, desiderio di prossimità; e ci insegna che amare è condividere in tutto la sorte dell’amato.
L’amore rende simili, crea uguaglianza, abbatte i muri e le distanze. E Dio, in Gesù, ha fatto questo
per noi. L’amore è vero solo se è povero.
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riflessione sul tema
di p. Serge Tchatche, sx
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riflessione sul tema
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La prima cosa che impariamo da Gesù è proprio il senso della prima beatitudine: in essa Gesù parla
di una povertà assoluta! Si potrebbe dire così: “Beati coloro che sono azzerati nelle loro pretese, nella
loro ansia di prestazione, coloro che non vivono solo per dimostrare agli altri che valgono qualcosa,
coloro che continuamente accettano di essere creatura”; in questo senso l’espressione “mi sono fatto
da me non è segno di povertà”. Gesù non parla dunque di quelli che sono poveri perché le rudi necessità della vita li hanno resi indigenti, ma di coloro che lo sono per un atto lodevole di volontà. Il povero non è colui che non ha nulla di sé a cui attingere per poter vivere. È invece colui che sa che per
potere arrivare alla fine della giornata, ha bisogno di un altro. Il povero sa che esiste e vive grazie
a qualcun’altro. Un altro ha costruito la sedia che usa, un altro ha coltivato e raccolto quello che mangia, prodotto il cellulare che usa, i vestiti che indossa, dei muratori hanno costruito la casa che abita.
Possiamo esistere solo grazie agli altri, in tutto. I poveri sono coloro che accettano di riconoscere che
un Altro e altri gli permettono di vivere, e per questo scelgono di rendere grazie perché sanno che
ogni cosa è un dono. Vivono per rendere grazie, e questo compie la salvezza.
Si tratta dunque di creare uno spazio dentro di noi in cui l’altro/a ci può fare del bene. Essere
poveri è accettare di fare dei propri limiti il luogo dove gli altri possono farci del bene.
Incontriamo gli altri dove siamo limitati, deboli. Diventiamo fratelli e sorelle dove siamo poveri e non dove siamo ricchi. Inoltre essere poveri è anche accorgersi del bene che gli altri ci fanno
e dirglielo. C’è una povertà da cercare che è sobrietà, dipendenza da Dio, senso e rispetto per il
creato, accettazione di avere bisogno dell’altro; e una povertà da fuggire: la miseria, la schiavitù, l’emarginazione.
È quello che Paolo intende dicendo che Gesù si è fatto povero perché noi diventassimo ricchi per
mezzo della sua povertà, secondo la “ricetta dello Spirito”: ricchi della sua divinità, della vita stessa
di Dio. Gesù non è d’accordo con la povertà ma con i poveri, persone che si affidano a Lui, che si
lasciano riempire della Sua vita e della Sua Parola, secondo la ricetta dello Spirito.
Poveri in Spirito si potrebbe tradurre con “povero allo Spirito” (un po’ come diciamo “pasta alla
norma, all’arrabbiata…”, per dire la pasta cotta secondo il modo della norma, dell’arrabbiata). Il
povero in spirito sarebbe il povero fatto secondo lo Spirito. Ora lo Spirito è l’amore con il quale il
Padre ama il Figlio e il figlio ama il Padre. Questo amore fa poveri. La povertà secondo lo Spirito
è tutto ciò che lascio andare per amore degli altri, tutto quello che accetto di perdere per stare con
quelli che amo, come ha fatto Gesù diventando umano. Allora più amo e più sono povero, più amo
e più scelgo di lasciare andare tutto ciò che mi impedisce di amare. La beatitudine si potrebbe
riscrivere allora dicendo: “Felice chi sceglie di camminare nella mendicanza dell’amore, gli/le
appartiene il regno dei cieli”, proprio perché è cotto secondo la ricetta dello Spirito.
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Con la beatitudine dei poveri in Spirito, Gesù inizia a fare un autoritratto e a dire quale sarebbe stata
la sua linea di azione. Però le altre sette beatitudini sono una spiegazione di questa beatitudine. Il
Povero è colui che è puro di cuore; cerca Dio con tutto se stesso, con cuore indiviso e trasparente,
tutto orientato in una sola direzione. È quello che non sa vedere la malizia negli altri; però la sua ricerca di Dio deve avvenire nella solidarietà con tutti gli uomini e donne, come suggeriscono le altre beatitudini: la misericordia, la passione per la giustizia, l’impegno per la pace. Povero è il puro di cuore
che è totalmente aperto a Dio e totalmente aperto agli uomini. Il suo stile è inconfondibile, perché
rifiuta la violenza e sa pagare il prezzo della persecuzione. Non ricorre a nessuna forma di violenza (nemmeno l’insulto o la calunnia) per imporre i suoi progetti, neppure per far prevalere il
regno di Dio (Lc 9, 51-56, Mt 26, 51-54). Confida nella presenza di Dio e questa gli basta. E come
difende gli esclusi, accetta di subire anche lui la loro emarginazione come accadde a Gesù.
Il povero è consapevole che tutto è dono di Dio e per questo ne fa dono a tutti e, se necessario, è pronto a donare anche la sua vita come Gesù che rivela la sua grande povertà quando afferma: “Perché
io offro la mia vita. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso” (Gv 10, 17.18).
Essere poveri come Gesù significa, in fondo, imparare a dipendere da Dio, che solo può salvarci. Il
povero in questo senso è colui che ha fede, fiducia e si sa abbandonare (Lc 22, 42; Lc 23, 46; Gv 5,
19.30; 8, 42; 12, 49; 14,28). Questo significa ovviamente essere distaccati dai mezzi materiali, perché il ricco è facilmente illuso e distratto dai molti beni che possiede e confida in se stesso e nelle sue
ricchezze, nella sua intelligenza, nei suoi mezzi tecnologici e scientifici.
Essere poveri come Gesù significa avere un profondo atteggiamento di giustizia, di rifiuto di ogni
prevaricazione. Il ricco è spesso un violento, che deve schiacciare gli altri per difendere i beni che
gode da solo o anche la posizione che occupa o le sue idee. Essere poveri come Gesù significa rifiutare ogni violenza: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23-34); «sono mite
e umile di cuore» (Mt 11,29); beati i miti.
In Gesù si realizzano i tratti del vero povero del Signore: il totale abbandono in Dio, il dono di sé a
Dio e ai fratelli e sorelle, il rifiuto di ogni violenza, la solidarietà con i più disprezzati fra gli uomini
e le donne. I veri poveri sono quelli che hanno puntato tutto sulle relazioni, sul mettere ogni cosa
in loro possesso al servizio della fraternità e di un mondo migliore. Non coloro che non possiedono nulla, ma che pur potendo avere tutto, non tengono nulla per sé e mettono tutto al servizio della
comunione, fino alla loro vita. Questo ci fa capire come essere materialmente indigenti non fa automaticamente di noi dei poveri come Gesù. Il regno dei cieli sarà dei poveri proprio perché Dio stesso in Gesù, da ricco che era, si è fatto povero affinché diventassimo ricchi della sua vita che è amore,
misericordia, gioia, giustizia, pace, purezza di cuore, mitezza, non violenza, accoglienza di tutti perché Lui è Padre di tutti.
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riflessione sul tema
come gesù
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celebrazione di Avvento
Carissimi parroci,
Carissimi animatori e catechisti
dei ragazzi,
torniamo a voi con la proposta missionaria di Avvento, un modo per
vivere l’attesa della venuta di Gesù con il cuore aperto al mondo.
Si inseriranno in questo periodo anche le proposte di Missio Ragazzi
per il Giubileo della Misericordia (vedi pag. 18) e la Novena dei Ragazzi
Missionari.
L’animazione missionaria dei ragazzi ha un momento forte nella
Giornata Missionaria dei Ragazzi del 6 Gennaio, giorno in cui tutta la
Chiesa unisce alla preghiera la raccolta di offerte per i piccoli del mondo
e fa festa con i Ragazzi Missionari (proposta di animazione alle pagine 20-21).
Lo spirito della Pontificia Opera dell’ Infanzia Missionaria è proprio
questo: I bambini aiutano i bambini: perciò sono loro i veri protagonisti della Missione.
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MISSIO • organismo pastorale della CEI
anim.04-15 (11-17) celebrazione d'Avvento:anim.04-09 (05-06) riflessione 21/10/15 10:27 Pagina 11
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La Cometa di Matì
è l’iniziativa che rivolgiamo
ad ogni bambino e ragazzo:
vi proponiamo pertanto di richiedere il numero
relativo ai bambini che pensate di coinvolgere
affinché ciascuno di loro possa svolgere
il proprio cammino di Avvento.
celebrazione d’Avvento
ISTRUZIONI
PER L’USO
Montate ad incastro le mezzelune (A),
con la corona-base (B)
e la coda della cometa (C),
come nell’immagine e infine piegate Matì
che sposterete ogni giorno del calendario
sulla parte esterna della corona.
Nei giorni corrispondenti al continente,
pregate per le situazioni di povertà proposte
e per tutte le altre che conoscete.
Al termine della settimana
decidete quale stellina donare
al continente “visitato” perché,
come quando si va in missione,
solo dopo aver incontrato,
conosciuto e pregato,
si è in grado di donare qualcosa.
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MISSIO • organismo pastorale della CEI
anim.04-15 (11-17) celebrazione d'Avvento:anim.04-09 (05-06) riflessione 21/10/15 10:27 Pagina 13
A livello parrocchiale
la proposta si inserisce nella Celebrazione Eucaristica
delle 4 Domeniche di Avvento.
• all’inizio della Messa: si legge la monizione proposta (vedi
schema nelle pagine seguenti) in cui si invitano i ragazzi a prendere l’impegno di preghiera e solidarietà per la settimana che
sta per iniziare;
• all’offertorio: insieme al pane e al vino, durante la processione
offertoriale viene portato all’altare un oggetto tipico del continente; se non ne avete disponibili, cercateli andando ad incontrare le comunità etniche nelle vostre città.
Le domeniche di Avvento sono 4: nel percorso della cometa,
l’Europa è inserita nei tre giorni che precedono la prima domenica
di Avvento, per cui invitate i ragazzi a pregare per il continente
europeo nei giorni corrispondenti.
All’inizio dell’Avvento, insieme a La Cometa di Matì, distribuite il
salvadanaio GMR invitando i ragazzi a raccogliere i risparmi con
l’intenzione del continente relativo alla settimana in corso. I salvadanai vengono portati in chiesa il 6 Gennaio, Giornata Missionaria
dei Ragazzi.
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celebrazione d’Avvento
OGNI DOMENICA
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celebra
Per la celebrazione
suggeriamo alcune monizioni,
che un/a bambino/a
può leggere
all’inizio della Messa,
e alcuni segni
da presentare all’offertorio.
celebrazione d’Avvento
26-27-28 novembre
Preghiamo per l’Europa:
per gli emarginati, i ricchi infelici, gli immigrati,
i bambini abbandonati….
I SETTIMANA
29 novembre - 5 dicembre
All’inizio della I settimana di Avvento il Vangelo
ci invita alla venuta del Signore tenendo il cuore
attento alla carità verso gli altri, rinunciando
al nostro egoismo. In questi giorni preghiamo
per i bambini poveri dell’Africa.
Offertorio:
viene portato all’altare un djembe,
un tamburo tipico africano, oppure un batik,
o ancora una scultura africana…
Durante la settimana preghiamo per:
i malati, i bambini che vivono le guerre,
che soffrono la fame, tutti coloro che sono stati
impoveriti, privati delle ricchezze materiali…
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II SETTIMANA
6 - 12 dicembre
Nella II settimana di Avvento, prendiamo sul serio
l’invito alla conversione che ci viene da Giovanni
il Battista, pregando tutti i giorni per le necessità
dei nostri coetanei più poveri dell’America.
viene portato all’altare un sombrero messicano,
o un flauto di pan, o ancora una stoffa tipica
delle regioni andine…
Durante la settimana preghiamo per:
i bambini sfruttati, i ragazzi costretti a vendere la
droga, coloro che subiscono ingiustizie, che sono
vittime di razzismo…
III SETTIMANA
13 - 19 dicembre
Con la III settimana di Avvento continuiamo il nostro
cammino incontro al Signore che viene, seguendo
i consigli del Battista, condividendo cioè ciò
che abbiamo, con chi è più povero: preghiamo,
ogni giorno, per i bambini sfortunati dell’Asia.
celebrazione d’Avvento
Offertorio:
Offertorio:
viene portata all’altare una lanterna cinese,
o un vaso cinese oppure una stoffa indiana…
Durante la settimana preghiamo per:
le bambine spose, i bambini lavoratori, i perseguitati
per fede, coloro che fuggono dalle guerre e che
sono malnutriti…
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IV SETTIMANA
20 - 24 dicembre
celebrazione di Avvento
A conclusione del tempo di Avvento, in questa
IV settimana, ormai prossimi alla nascita di Gesù,
anche noi come Maria che corre da Elisabetta,
facciamoci prendere dalla gioia di annunciare
la venuta del Signore: preghiamo per i bambini
e i ragazzi poveri dell’Oceania.
Offertorio:
viene portata all’altare una maschera tipica,
o un didgeridoo, strumento musicale in bamboo…
Durante la settimana preghiamo per:
i bambini che non possono andare a scuola,
che vengono discriminati, i malati e coloro
che perdono la terra in cui sono nati…
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dono
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misericordia
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speranza
misericordia
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la pace
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la gioia
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la misericordia
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celebrazione d’Avvento
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s eciale Giubileo
“PORTA”
LA MISERICORDIA
n poster tutto colorato
da appendere
uno stru&ento per vivere
il iubileo della isericordia
con spirito &issionario aperto al &ondo
odici porte chiuse da spalancare
una al &ese
ini0iando dall dice&bre
apertura u!!iciale del iubileo
partire dalla arola di io
&essa in eviden0a
i ra"a00i saranno invitati a vivere
l i&pe"no su""erito e
attraverso il pro"etto di solidariet1
a !arsi vicini ai !ratelli &eno !ortunati
ul sito di issio a"a00i
saranno disponibili appro!ondi&enti
relativi ad o"ni porta
otete richiedere
orta
a ra"a00i &issioitalia it
oppure allo
1
la Misericordia
MISSIO • organismo pastorale della CEI
s eciale Giubileo
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ANIMAZIONE
PER LA CELEBRAZIONE
DELLA GIORNATA
MISSIONARIA
RAGAZZI
animazione GMR 2016
La celebrazione eucaristica della Giornata Missionaria dei Ragazzi è l’occasione per
rendere protagonisti tutti i ragazzi missionari che hanno a cuore la solidarietà e la fraternità verso i loro coetanei nelle parti più disparate del mondo. Missio Ragazzi anche
quest’anno offre diversi spunti per aiutare gli educatori, i parroci e i ragazzi stessi nella
loro formazione missionaria. L’apice di questo percorso è questa Giornata, che vuole
essere una vera e propria festa. Il modo migliore per realizzarla è una celebrazione a
misura di bambino e in stile missionario.
Questa è la proposta che vi facciamo.
1
COME UNA FESTA CHE SI RISPETTI
VA PREPARATO IL LUOGO
Utilizzate i manifesti per la GMR 2016 per addobbare la chiesa. Non solo!
Realizzate un bel cartello o addirittura, se riuscite, uno striscione con lo
slogan dei ragazzi missionari “i bambini aiutano i bambini” e ponetelo vicino all’altare con un bel mappamondo di fianco. Fate in modo che chiunque entri in chiesa per la Messa intuisca subito che c’è qualcosa di
“nuovo” nell’aria.
Con l’aiuto del parroco e i responsabili liturgici, preparate l’altare utilizzando i colori dei cinque continenti e/o utilizzando dei segni che rimandano
alla mondialità: largo alla fantasia!
Sarebbe un bel colpo d’occhio se tutti i ragazzi missionari indossassero
magliette a tinta unita di colori diversi, in modo da rendere visibilmente
gioiosa la Messa.
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2
AMBIENTALE
Prima di cominciare la celebrazione, il sacerdote introduce la Giornata Missionaria dei
Ragazzi e si rivolge loro sottolineando l’importanza della chiamata di Dio. Potrà utilizzare come esempio quella di Samuele nella Bibbia: anche i piccoli sono Suoi Profeti.
Nella Bibbia si racconta di un bambino che fin dalla nascita ha sentito forte la presenza di Dio: Samuele. Sua madre Anna non poteva aver figli e tanto pregò Dio per ricevere da Lui un miracolo. Le sue preghiere furono accolte e nacque Samuele e la madre
per rendere grazie di questo miracolo, donò il figlio a Dio e fu così che il bambino crebbe nel tempio col sacerdote Eli. Durante una notte il Signore lo chiamò per ben tre
volte, Samuele non rispose perché credette si trattasse di Eli, ma non era così. Il bambino allora rispose alla voce: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta” e da allora
tutto Israele riconobbe Samuele come profeta del Signore (1Sam,3).
3
Un ragazzo introduce con queste parole la processione offertoriale.
Signore, noi ragazzi missionari siamo come il ragazzino che diede a Gesù i suoi
semplici “5 pani e 2 pesci” che gli permisero di sfamare un’intera folla di persone. Ti presentiamo oggi la nostra piccola offerta e ti preghiamo Signore di
moltiplicarla suscitando nell’animo di tutti i tuoi fedeli il desiderio di condividere quanto hanno con chi invece ha molto meno di quanto gli spetta.
Dopo la processione offertoriale tutti i ragazzi missionari porteranno all’altare i
salvadanai di Missio Ragazzi con le loro offerte e riceveranno dal sacerdote una
benedizione speciale.
ri
pove
e
comsù
Ge
4
5
DOPO LA COMUNIONE: PREGHIAMO
animazione GMR 2016
PRESENTAZIONE DEI DONI
Invitiamo l’assemblea a leggere insieme
la preghiera sul retro dell’immaginetta.
CANTO FINALE:
MATITE MISSIONARIE
Musica, testo e accordi su
www.ragazzi.missioitalia.it
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SUSSIDI DISTRIBUITI
nel 2014 dalla
Pontificia Opera
dell’Infanzia
Missionaria
$ 19.608.980
GMR 2016 • raccolta e distribuzione fondi
ripartiti in base alle richieste
provenienti dai cinque continenti
$ 69.000
$ 7.036.890
$ 598.000
$ 11.610.990
$ 294.100
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MISSIO • organismo pastorale della CEI
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progetto
matita
missionaria
Matì, la matita missionaria
bangladesh
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BANGLADESH
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il ponte d’oro
in caso di mancato recapito, rinviare a Ufficio Postale Roma Romanina, per la restituzione al mittente previo addebito
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