chebolletta Cantù

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chebolletta Cantù
QUESTA CANTU’ VA CHE E’ UNA MERAVIGLIA.
SUPERCOPPA, EUROLEGA E ADESSO IL CAMPIONATO!
L’anima della squadra è rimasta e l’innesto di giocatori di qualità e affamati di grandi palcoscenici sotto la
guida dell’ottimo Andrea Trinchieri sono un biglietto da visita niente male. Per lo scudetto c’è anche Cantù
STEFANO MOCERINO
PALLACANESTRO CANTU'
Anno di Fondazione: 1936
Colori Sociali: bianco - blu
Impianto: NGC Arena (3.900 posti)
Presidente: Anna Cremascoli
Direttore Sportivo: Bruno Arrigoni
Team Manager: Daniele Della Fiori
Allenatore: Andrea Trinchieri
Palmares: 3 Scudetti (1968, '75,
'81)
2 Coppe dei Campioni (1982, '83)
4 Coppe delle Coppe (1977, '78, '79,
'81)
4 Coppe Korac (1973, '74, '75, 91)
2 Coppe Intercontinentali (1975, '82)
2 Supercoppa Italiana (2003, '12)
ROSTER
QUINTETTO
#08
Smith Jerry
#21
Aradori Pietro
#09
Markoishvili Manuchar
#10
Leunen Maarten
#22
Cusin Marco
PANCHINA
#18
Tabu Jonathan
#12
Mazzarino Nicolas
#15
Brooks Jeff
#16
Tyus Alex
#07
Scekic Marko
1
La quarta stagione dell'era Trinchieri a
Cantù prende le mosse dalla fine di un
ciclo tecnico durato tre anni, coinciso con
l'avvento della presidenza Cremascoli,
che ha visto il sodalizio brianzolo ritornare
stabilmente ai vertici del basket italiano e
rinverdire il proprio blasone internazionale
con l'apprezzata partecipazione all'ultima
Eurolega. Uscendo da un finale di
stagione in calo, complice la serie di
infortuni e la stanchezza per un'annata
fisicamente durissima, culminata con
l'eliminazione nei quarti di finale play-off
contro la Scavolini, la società si è trovata
di fronte a una difficile ricostruzione,
vedendo partire, per motivi diversi,
svariati protagonisti di quel roster. Perso
Shermadini, partito per Tel Aviv con ben
poco 'fair-play', l'addio che ha
maggiormente cambiato volto alla
squadra è certamente quello di Vlado
Micov. L'ala serba, volata a Mosca alla
corte di Messina, era il riconosciuto
metronomo del meccanismo biancoblu,
tanto più in una stagione, l'ultima appunto,
che ha visto alternarsi diversi nomi, con
poche certezze, nel ruolo di playmaker.
Proprio da qui è partita la costruzione del
nuovo roster, con la ricerca di una point
guard dichiaratamente americana,
culminata nella scelta di Jerry Smith,
25enne proveniente da due anni di Nbdl
agli Springfield Armor (18,8 punti, 5
rimbalzi e 4 assist per gara nell'ultima
stagione), prodotto della Louisville di Rick
Pitino, dove giostrava da sesto uomo,
cambiando entrambe le guardie titolari. Si
tratta, infatti, di una combo guard di 1.88m
per 92kg, con buone doti di attaccante e
punti nelle mani, qualità che dovrà saper
coniugare con le esigenze di un sistema
basato su una circolazione di palla
estremamente rapida e spaziature mirate
ad allargare il campo.
Dotato di uno chassis non trascurabile per
il ruolo, ama attaccare l'avversario dal
palleggio e concludere al ferro, ma dovrà
evitare di abusare di questa soluzione.
Può rendersi pericoloso, pur non essendo
tiratore naturale, anche sul perimetro, con
un accurata selezione dei tiri, nonché
dalla media sfruttando l'arresto e tiro dai
4-5 metri.
Riserva di Smith, ma che potrebbe avere
un ruolo più consistente nella prima
parte di stagione, sarà Jonathan Tabu,
il play belga di origini congolesi portato
N Italia da Arrigoni due anni fa e
mandato in prestito a Cremona la
scorsa stagione (10,4 punti, 3,8
rimbalzi e 2,4 assist a partita), dove ha
potuto maturare grazie ad un
minutaggio che Cantù non poteva
ancora garantirgli. Maturità che gli sarà
utile per sfruttare il proprio talento,
visto a sprazzi nella sua prima
stagione in Brianza, penalizzato
dall'impatto con un basket di altro
livello rispetto a quello belga.
All'occorrenza può essere impiegato
anche assieme a Smith, essendo
dotato di un tiro da tre non battezzabile
e in generale di discreti movimenti da
guardia.
L'atletismo e la verticalità sono stati i
principi riconosciuti della campagna
acquisti canturina, ben testimoniati da
Jeff Brooks, ala da Penn State
University, che ha disputato il suo
primo anno da pro in LegaDue a Jesi,
dove è risultato uno dei migliori
giocatori del torneo a 17 punti e 6,9
rimbalzi a partita. La scommessa del
duo Trinchieri-Arrigoni è quella di
plasmare un giocatore in grado di
ricoprire sia il ruolo di ala piccola, con
un fisico in grado di fare la differenza
ad alto livello, a patto di sviluppare una
rapidità sufficiente a contenere pari
ruolo potenzialmente più dinamici, sia
quello di ala grande, essendo titolare di
un rotondo 40% dall'arco, oltre a una
buona presenza fisica in post basso e
sotto i tabelloni.
Arrivi importanti hanno caratterizzato
anche il mercato italiano: alla corte di
Trinchieri sono infatti giunti i nazionali
Marco Cusin e Pietro Aradori. Il
primo è probabilmente il centro italiano
più interessante, accoppiando alla
stazza notevole una buona rapidità di
piedi, con letture competenti sulle
situazioni di aiuto difensivo.
Consistente presenza sia a rimbalzo
(5,3 a sera la passata stagione), che
come intimidatore (miglior stoppatore
della serie A a 1,5 bpg), deve ampliare
la propria gamma di soluzioni
offensive, consolidando quel jumper
dalla media che pure ha in faretra, da
affiancare alla già discreta pericolosità
sotto misura. Discorso diverso per la
guardia bresciana, che arriva da un
biennio in chiaroscuro a Siena: se da
una parte ha avuto esperienza di una
grande organizzazione che ha lottato e
vinto per grandi traguardi, dall'altra si è
ritrovato penalizzato quanto a
considerazione all'interno del roster, con
un minutaggio risicato in Eurolega dalla
Top16 in poi. Cantù diventa allora il
giocatore lo ha esplicitato in più occasioni
l'ambiente ideale per riprendere un
percorso di crescita, che lo aveva portato,
l'anno di Biella, ad essere il terzo miglior
realizzatore di tutta la serie A. Talento
offensivo limpidissimo, con una varietà di
soluzioni che vanno ben oltre quelle del
tiratore puro (l'anno scorso 8,5 punti in 18
minuti di impiego, con il 42,1% da tre) avrà
spazio e responsabilità maggiori delle due
stagioni in biancoverde. L'altro volto
nuovo nel reparto lunghi è Alex Tyus,
2.03 m per 100 kg, 24enne prodotto di
Florida, lo scorso anno distintosi come
uno dei migliori lunghi del campionato
israeliano, con la maglia del Maccabi
Ashdod a 12.6 punti e 8.5 rimbalzi a
partita. E' il classico centro undersized,
basso per il ruolo, ma muscolare e
aggressivo quanto basta per avere un
impatto sul gioco in termini di energia.
Raggio d'azione limitato alle vicinanze del
ferro in attacco, è però complicato da
fermare sulle ricezioni profonde, come
testimoniano le percentuali dal campo,
spesso figlie di un buon numero di
schiacciate e lay-up nel canestro
avversario. Spina dorsale della
formazione biancoblu, nonché depositari
del verbo tecnico di Trinchieri, i quattro
titolari confermati dalla passata stagione:
capitan Mazzarino (ultima stagione da
10,1 punti di media con il 44,3% da tre)
trait d'union con la storia biancoblu,
garantisce, a dispetto dell'età, costanza di
rendimento atletico e affidabilità, oltre alle
doti di leader dello spogliatoio.
Markoishvili, giocatore dalla classe
purissima, è chiamato quest'anno ad un
CANTU’ UNA TRADIZIONE CHE CONTINUA
Entrati nel mondo del basket 4 anni fa,
prima come sponsor della Pallacanestro
Cantù targata Corrado, subentrati l'anno
successivo come proprietari, i Cremascoli
hanno raccolto l'eredità di una tradizione
con pochi eguali nel panorama italiano.
Oltre il facile stereotipo che vuole gli
abitanti di queste lande operosi e
risparmiatori, la gestione del sodalizio
canturino, dalla famiglia Allievi ad oggi, si è
storicamente contraddistinta per
investimenti accurati, grande
lungimiranza e attenzione ai rapporti
umani. Caratteristiche che hanno
permesso la nascita di un progetto,
affidato a quel Trinchieri allora appena
nominato allenatore dell'anno in Legadue
e ad un dirigente di provata esperienza
come Bruno Arrigoni, che in tre anni ha
visto le canotte bianco blu tornare
protagoniste ai massimi livelli sui campi
italiani ed europei.
Accanto ad un nucleo di giocatori ben
rappresentato da Mazzarino, sono
transitati per Cantù nomi del calibro di
Marconato e Basile, non a caso nell'anno
del ritorno in Eurolega, che ha risvegliato
le memorie dei trionfi dell'era Allievi.
Senza contare i giocatori lanciati nelle
ultime stagioni, Micov e Shermadini volati
in top team continentali oltre al
confermato Leunen, o talenti ritrovati alla
Markoishvili, che hanno rimesso Cantù
sulla mappa del basket internazionale,
rendendola appetibile per giovani
prospetti alla ricerca di un ambiente
ideale dove mettersi in evidenza. Una
realtà tuttora in attesa di un palazzo
adeguato, carenza tamponata con
l'operazione Desio, perfettamente
riuscita in termini di pubblico e marketing
(testimoniata dall'affidamento
dell'organizzazione dei preliminari da
parte del board dell'Eurolega), ma che
lascia la società priva di una leva
importantissima per il salto di qualità
definitivo. Cosa che ci riporta una volta di
più ai cronici problemi della palla a
spicchi in Italia. Ma questa è un'altra
storia…
passo avanti in termini di responsabilità e
leadership, per contribuire a colmare il vuoto
lasciato in questo senso da Micov. Il
giocatore, che viene da una stagione a 10,1
punti, con 3,1 rimbalzi e 1,4 assist in 23
minuti, ha già mostrato un invidiabile stato di
forma nelle qualificazioni europee con la
Nazionale georgiana e sembra pronto a
cogliere questa occasione per un salto di
qualità definitivo nella propria carriera. Altra
certezza è Maarty Leunen (10,9 punti, 5,5
rimbalzi, 2,2 assist le cifre cumulate delle tre
stagioni in biancoblu), sempre più a proprio
agio in un ruolo, quello di point forward,
ancor più importante quest'anno nel fare da
collante tecnico fra le varie anime della
S.M.
squadra. Come detto, beneficerà
dalla presenza di un Brooks in grado
di cambiarlo da 4, evitando di arrivare
in riserva di energie e condizione nel
finale di stagione. Completa il reparto
lunghi Marko Scekic, atteso al rientro
dopo il grave infortunio al ginocchio
del novembre scorso. Il serbo
rappresenta la vera alternativa a
Cusin nel pitturato, unico nel roster
per mix di esperienza e qualità
tecniche, il suo pieno recupero darà
un idea del vero potenziale della
squadra sotto canestro. Abass
Awudu, classe '93, 1.93 m,
interessante prodotto del vivaio,
Jakub Kudlacek, terzo play, in
prestito da Reggio Emilia e Andrea
Casella, 22enne tiratore da Piacenza
in Legadue, completano il gruppo.
Complessivamente Cantù propone
un roster ben bilanciato, profondo e
ricco di talento. Prevedibile un
cambiamento di filosofia anche dal
punto di vista tattico, dove le robuste
iniezioni di atletismo e le
caratteristiche tecniche dei nuovi
lasciano pensare ad un basket meno
basato sul controllo del ritmo e del
numero dei possessi e più sull'istinto
e la ricerca del campo aperto.
2
BRUNO ARRIGONI: “IN CAMPIONATO VOGLIAMO
COMPETERE CON LE PIU’ FORTI. UN SEGNALE GIA C’E’”
Il direttore sportivo della Pallacanestro Cantù presenta, in esclusiva ai nostri microfoni, la nuova stagione.
Analisi della nuova squadra, i settori rinforzati e gli obiettivi stagionali
STEFANO MOCERINO
Coach Sacripanti, a fianco del quale
conquista la Supercoppa 2003, e
Direttore Sportivo. A lui Basketitaly.it ha
chiesto di presentare la versione 2012/13
della Pallacanestro Cantù.
Bruno, come artefice principale del
mercato canturino, puoi ripercorrerne
i passaggi dalle carenze individuate
nel roster dello scorso anno, alle
partenze importanti e la logica che lo
ha ispirato, sia sul fronte “italiani”
che “stranieri”? L'obiettivo che ci
siamo posti nel preparare la nuova
stagione è stato principalmente quello di
aumentare il tasso atletico della
squadra, senza rinnegare quello che è il
nostro marchio di fabbrica e cioè il fatto
di essere una squadra principalmente
tecnica con una forte impronta
dell'allenatore.
Dietro il rilancio di Cantù, a partire dalla
proprietà Corrado fino al recente ritorno
sulla scena europea con i Cremascoli,
una delle figure principali è certamente
quella del Direttore Sportivo Bruno
Arrigoni. Milanese di nascita, classe
1945, è General Manager del sodalizio
brianzolo dalla stagione 1998/99, anno
del passaggio di proprietà Polti-Corrado.
Alle spalle una ultratrentennale ed
eclettica carriera di allenatore (nel suo
palmares tre titoli giovanili con il
Simmenthal Milano, due Coppe dei
Campioni e uno scudetto da assistente di
Sandro Gamba sulla panchina della
leggendaria Ignis Varese e due titoli
italiani più una Coppa dei Campioni da
capoallenatore della squadra femminile
della Fiat Torino tra il '77 e l'80) si era già
seduto sulla panchina di Cantù come
assistente in due occasioni: tra il 1993 e il
1996, vivendo la drammatica
retrocessione in A2 ed il ritorno in A1 con il
grande Dado Lombardi e tra il 2001 e il
2007, rivestendo il doppio ruolo di vice di
3
Basandoti, con tutti i limiti del caso,
su quanto hai potuto vedere delle
avversarie in precampionato, quali
obiettivi ritieni di poter fissare, sia in
Italia che in Europa? In campionato
vogliamo competere con le più forti, un
segnale lo abbiamo già mandato (la
vittoria della Supercoppa, ndr). Il girone
di Eurolega è probabilmente proibitivo
ma, come ho detto per il campionato,
vogliamo competere con tutte le squadre
dando sempre il massimo.
Figura centrale nel nuovo roster sarà
Jerry Smith, che dovrà coniugare il
proprio talento e atletismo in attacco,
con la capacità di leggere i movimenti
dei compagni, innescarli sul
perimetro e sui tagli, fare il play
“vero” insomma. Come lo hai visto in
questo primo mese, con particolare
riguardo al rapporto con il coach, che
lo deve “educare” al basket europeo
e che tipo di giocatore può diventare
in prospettiva? Lo spartito presentato
per Jerry sarebbe impegnativo anche
per John Stockton. Jerry è un bravo
giocatore con qualità e difetti, nel tempo
vedremo, come con tutti gli altri
giocatori, di esaltare le une e limare gli
altri. Poi molto dipende con quali occhi si
vuol vedere un giocatore. Forse è dalla
fine degli anni ottanta che tutti i giocatori
in campo devono farsi carico di una
parte dell' organizzazione del gioco
senza delegare ad uno solo tale
compito. Nel nostro caso specifico la
La nostra vera
l'allenatore
point guard è
Altra chiave della stagione sarà il
recupero di Marko Scekic,
elemento fondamentale del reparto
lunghi. Cosa ci puoi dire riguardo
la sua situazione? Avete pensato
anche a un “piano B”, dovessero
allungarsi ulteriormente i tempi?
La batteria dei lunghi è stata
allungata con due giocatori di buon
valore, Jeff Brooks come 4 e Alex
Tyus come 5. Al rientro di Scekic, che
può ballare nei due ruoli, saremo
molto attrezzati. Marko sta lavorando
fortissimo ed è vicino al rientro con
soddisfazione di tutti.
Ci puoi dare una valutazione, da
dirigente addetto ai lavori, della
situazione attuale del basket
italiano, dal punto di vista della
solidità economica, alla luce dei
numerosi casi di fallimento o
problemi economici importanti di
numerose società? Che futuro vedi
per il movimento? Storicamente
anche negli anni felici di De Michelis
Presidente di Lega qualcuno è
sempre saltato per aria, in tempi di
crisi certo la situazione non migliora.
Ci sono interessanti iniziative come il
consorzio a Varese o la fondazione a
Bologna, poi figure come la famiglia
Cremascoli, Sardara (l'imprenditore
di Sassari che ha rilevato la Dinamo
alla vigilia della scorsa stagione, ndr),
Brugnaro (proprietario dal 2006 della
Reyer Venezia, cui si deve il rilancio
dei lagunari, ndr) che dimostrano
come il basket abbia ancora appeal.
Il disastro vero, forse, è nei
campionati dilettantistici dove i club
spariscono quotidianamente, bisogna
intervenire con tempestività ed
energia per evitare che dietro la serie
A non ci sia che il vuoto.