INNO 4 2006 - Rivista Innovare
Transcript
INNO 4 2006 - Rivista Innovare
25 autentiche emozioni 4 SOMMARIO 2013 L’EDITORIALE Ricercàti .......................................................................................................................................... 5 ( 3 ( ( ( ( ( " ISTITUZIONI E PMI Il finanziamento dell’innovazione per la crescita d'impresa in Europa ...... 6 Il credito: un percorso a ostacoli tra difficoltà e opportunità ........................10 Previndapi .................................................................................................................................. 12 Per Confapi Matera la ripresa non c’è ancora, ma è solo auspicata ........ 14 (( ( ( " " "" !"#$%!"&'"('))'!*"+,##-'!./0"12&%,!"3!44!","5$#!"6,"7)!8'/9" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " DOVE NASCONO LE IDEE Territorio, ambiente, paesaggio e cultura ................................................................ 16 INNOVAZIONI & TECNOLOGIE Servizi e pagamenti via smartphone ............................................................................18 Pronti per la rivoluzione della stampa 3D? .......................................................... 24 " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "$" /*%6*" " " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " INNOVARE CON LA FORMAZIONE Crisi del lavoro e formazione: che fare?.................................................................. 26 Con uno scatto…Le emozioni del 2013 e le attese per il futuro .......... 30 MATERIALI INNOVATIVI I Biomateriali ............................................................................................................................ 32 EVENTI Comonext ................................................................................................................................ Fa’ la cosa giusta! .................................................................................................................. 50ª edizione di Smau .......................................................................................................... 100 per cento business ...................................................................................................... LE PMI SANNO INNOVARE Il ritorno del vinile ................................................................................................................ Chic e green ............................................................................................................................ L’Orto in cucina .................................................................................................................... Edilizia chiavi in mano ........................................................................................................ Progettista… ma non solo! ............................................................................................ 36 38 40 44 48 50 54 56 58 NEWS DALLE AZIENDE Start-up per il rilancio di aziende in crisi ................................................................ 60 Proclamati i vincitori dell’entrepreneurial challenge 2013 ............................ 60 PMI, EUROPA, RICERCA Volkswagen ai vertici della R&S globale .................................................................. 64 SERVIZIO AI LETTORI .................................................................................................... 66 39.41! NBS[P! 3125 NJMBOP- GJFSBNJMBOPDJUZ 22!TF[JPOJ! UFNBUJDIF! DFOUJOBJB! EJ!FTQPTJUPSJ! QSPHFUUP! TDVPMF! DPOWFHOJ! XPSLTIPQ! MBCPSBUPSJ! TQFUUBDPMJ 22¼!GJFSB! OB[JPOBMF! EFM!DPOTVNP! DSJUJDP!F!EFHMJ! TUJMJ!EJ!WJUB! TPTUFOJCJMJ xxx/gbmbdptbhjvtub/psh L’EDITORIALE RICERCÀTI D all’Europa non arrivano solo balzelli e leggi sulla curvatura delle banane! Nell’ambito della ricerca esistono strumenti che permettono alle aziende dotate di volontà e capacità di sostenere, in termini di risorse finanziare ed umane, il proprio percorso di innovazione. Il Settimo Programma Quadro (FP7), l’azione di finanziamento partita nel 2007 e conclusasi pochi mesi fa, ha supportato la ricerca europea, affiancando le aziende in un periodo di cambiamento a dir poco drammatico. Il nuovo Programma Quadro (che, per amor del nuovo, non si chiama FP8, ma Horizon 2020) è pensato per agire come stimolo per l’economia. Infatti, il consolidamento fiscale e le riforme strutturali da sole non possono garantire la capacità di competere efficacemente a livello mondiale se non vengono associate ad un consistente impegno in innovazione. In Europa, questa consapevolezza c’è: al cuore della strategia Europe 2020 è infatti posto l’obiettivo di spendere in R&D il 3% del PIL entro il 2020. Ma veniamo al “soldo”: per il programma sono stati allocati 70,2 miliardi di Euro, 11 dei quali destinati a supportare lo sviluppo competitivo delle aziende che investono in tecnologie d’avanguardia e 4 a rafforzare l’innovazione nelle PMI. Per i soli bandi 2014 con scadenza 20 marzo, il budget è di 506 milioni di Euro. In particolare, 230 milioni vengono investiti nel settore delle nanotecnologie e dei materiali avanzati, 116 milioni nel settore manifatturiero, 60 milioni per favorire lo sviluppo di processi industriali sostenibili, 50 per edifici ad alta efficienza energetica ed altri 50 per il settore delle biotecnologie. Tanti soldi… ma come raggiungerli? Buoni contatti, appartenenza ad un network internazionale, esperienze precedenti: tutti aspet- ti utili per incrementare le proprie probabilità di ottenere un finanziamento europeo. Due sono, però, gli elementi imprescindibili: avere un’idea buona e raccontarla bene. Un’idea può definirsi “buona” se ha almeno tre caratteristiche: deve risultare innovativa rispetto allo stato dell’arte industriale e scientifico. Deve essere utile, utilizzabile e… utilizzata, orientativamente entro cinque anni dopo il progetto. Ma se si finanziassero tutte le innovazioni, avremmo pochi euro per ogni idea. Esperti di vari settori sono chiamati dalla Commissione ad analizzare congiunture strutturali, esigenze dei vari stakeholder industriali e forniscono indicazioni sulle tematiche di maggiore importanza. La nostra idea deve anche risultare coerente con una di queste tematiche. Per “raccontare bene” un’idea, si deve fare appello a due elementi cardine: (i) la dimensione sintattica, intesa come la capacità di utilizzare gli strumenti formali ed il linguaggio adatti all’ambito ed al valutatore. Tale capacità deriva dalla conoscenza delle regolamentazioni ed è rafforzata dall’esperienza; (ii) la dimensione semantica, intesa come la capacità di fornire una struttura logica alla proposta così da metterne in risalto l’innovatività, il potenziale commerciale e la coerenza con quanto richiesto dal bando. Collegatevi a ec.europa.eu/research/horizon2020 per individuare i bandi coerenti con la vostra idea innovativa, magari con il supporto di chi può aiutarvi (attenzione: molti millantano esperienza, ma non sapranno farvi evitare le banane troppo curve). Paolo Pedrazzoli – Marzio Sorlini Silvia Menato www.supsi.ch/dti 6 - 4/2013 ISTITUZIONI E PMI IL FINANZIAMENTO DELL’INNOVAZIONE PER LA CRESCITA D'IMPRESA IN EUROPA Fonti, ostacoli, strategie e politiche N a cura di Pietro Moncada-Paternò-Castello, Antonio Vezzani, Sandro Montresor e Fernando Hervás* umerose imprese continuano a dover affrontare difficoltà d'accesso al credito, che si sono intensificate a seguito della crisi finanziaria iniziata nel 2008. Le specifiche caratteristiche economiche dell’UE rendono la carenza di finanziamenti per i progetti innovativi un problema particolarmente acuto per i paesi membri. In particolare, le nuove imprese europee operanti in settori altamente tecnologici e le PMI giovani e innovative sono soggette a gravi restrizioni all'accesso al credito. Questo è stato identificato come un importante ostacolo alla loro crescita, a cui la politica non ha ancora trovato soluzioni adeguate. In un contesto in cui gli investimenti in innovazione sono al centro delle strategie per la competitività delle imprese ed allo stesso tempo una priorità dell'agenda politica dei governi centrali e regionali in tema di «crescita e occupazione», una migliore comprensione dei fattori che stimolano e di quelli che ostacolano il finanziamento dei progetti innovativi riveste un’importanza cruciale, sia in chiave presente che futura. Questo breve articolo si basa sui risultati di una recente conferenza europea su questo argomento e mira a riassumere i principali risultati emersi, siano essi nuovi o confermati da nuovi stu- di empirici, con importanti implicazioni in tema di politiche per l'innovazione1. Fonti finanziarie, ostacoli e strategie di crescita delle imprese Valutare l'importanza dei vari fattori esterni che incidono sulle attività di ricerca e sviluppo (R&S) e su quelle innovative delle imprese è fondamentale per capire la questione che stiamo affrontando. Gli studi presentati durante la conferenza CONCORDi-2013 confermano i risultati di lavori precedenti circa l’impatto negativo che gli ostacoli all'accesso al credito hanno sulle attività innovative delle imprese; ponendo anche l'accento sull'importanza che per tali attività hanno altri ostacoli di natura non-finanziaria. Vi è un elevato grado di eterogeneità tra imprese, ed il limitato accesso al credito è visto come un ostacolo principalmente da quelle imprese potenzialmente più innovative, che operano in mercati caratterizzati da grande incertezza e da limitata informazione. Infatti, la qualità d'informazioni finanziarie, regole e procedure influiscono positivamente sugli investimenti in R&S, così come sul ritmo di crescita delle imprese, soprattutto nei settori altamente tecnologici. Inoltre, il regime fiscale in materia INNOVARE di R&S ha un effetto relativamente maggiore per le spese in ricerca e sviluppo in settori meno innovativi. A seconda delle strategie aziendali adottate, le imprese possono ridurre o aumentare la consistenza degli ostacoli all'accesso al credito. La maniera in cui tali strategie influenzano il modo in cui l'impresa viene percepita dal mercato e le limitazioni di accesso al credito, è quindi una dimensione rilevante da analizzare per capire davvero il meccanismo "accesso al credito-innovazione". Su questo punto, nuovi importanti elementi sono emersi durante la conferenza. Le attività legate alla proprietà intellettuale (domande di brevetto e pubblicazioni scientifiche) sono associate ad una maggiore attività di R&S in settori altamente tecnologici, queste a loro volta sono associate ad una minore presenza degli ostacoli di accesso al credito. In particolare, ciò è vero per le piccole imprese, per le quali le asimmetrie informative possono essere particolarmente elevate, mentre il valore dei beni che possono offrire a garanzia di un eventuale finanziamento esterno è basso. Inoltre, la relazione tra ostacoli all'accesso al credito ed attività innovative delle imprese non è lineare né unidirezionale. Nuove e solide evidenze empiriche a supporto dell'ipotesi di una relazione bidirezionale sono state, infatti, presentate durante la conferenza. Più precisamente, le attività di R&S e l'introduzione d'innovazioni aumentano gli ostacoli di accesso al credito delle imprese, mentre tali ostacoli sembrano incidere in misura minore sulla spesa in R&S e le attività innovative delle imprese analizzate. Questo fatto ha importanti implicazioni, i problemi di accesso al credito per finanziare l'in- 4/2013 - 7 novazione non finiscono quando un'azienda introduce un nuovo prodotto o servizio ma persistono - e si possono intensificare - nelle prime fasi di diffusione di questi. Infine, la letteratura recente conferma l'esistenza di interazioni tra limitazioni all'accesso al credito delle imprese, gli investimenti innovativi e le esportazioni. Queste interazioni dipendono dalla disponibilità (o mancanza) di risorse finanziarie. Gli ostacoli all'accesso al credito (o il livello di salute finanziaria dell'impresa) s'intrecciano con la competizione tra prodotti impedendo alle imprese di investire in R&S per guadagnare quote di mercato estero e crescere. D’altra parte, sembra che gli ostacoli all'accesso al credito possano influenzare la relazione tra le attività innovative e le esportazioni in un modo molto particolare: se tali ostacoli si combinano tra loro, le attività di esportazione e d'innovazione hanno meno probabilità di essere complementari. Le implicazioni di politica economica derivante da quanto sopra sono due. Da un lato, i fallimenti di mercato che ostacolano l'accesso al credito potrebbero essere corretti da politiche congegnate in modo più accurato al fine di sfruttare le complementarietà tra i diversi ambiti della produzione (ad esempio, tra la R&S, le esportazioni e l'offerta di strumenti finanziari). I risultati delle ricerche presentate rilevano inoltre l'esigenza di un migliore coordinamento fra le politiche di tutti i paesi dell'UE (attualmente frammentate). Inoltre, l'attenzione delle politiche economiche dovrebbe indirizzarsi verso gli ostacoli all'accesso al credito che persistono ed addirittura si intensificano dopo che le imprese introducono un'innovazione ed entrano nella fase di diffusione dei lo- 8 - 4/2013 ISTITUZIONI E PMI ro prodotti innovativi sul mercato (soprattutto per quanto riguarda le PMI), che è poi il momento in cui le imprese potrebbero trarre beneficio dai loro sforzi innovativi. D'altra parte, però, ci sono anche importanti barriere esterne all'innovazione non legate all'accesso al credito, il che potrebbe indicare l'esistenza di un problema per l'innovazione dal lato della domanda. In ogni caso, la logica d'intervento di politica economica dovrebbe essere adeguatamente elaborata. Dato che le imprese innovative sembra possano adottare strategie atte a ridurre le ristrettezze di accesso al credito che fronteggiano, la progettazione delle politiche economiche in materia deve essere elaborata con attenzione al fine di massimizzare la loro efficacia in termini di costi. Poiché non è ancora chiaro quali politiche economiche funzionino meglio a questo proposito, è necessaria una maggiore sperimentazione e valutazione delle stesse. Le politiche e gli strumenti Una prima serie di politiche che è interessante studiare sono quelle che offrono crediti d'imposta alle imprese che investono in R&S. I risultati empirici dei recenti studi presentanti nel corso della CONCORDi-2013 mostrano come meccanismi d'incentivazione fiscale per le spese in R&S potrebbero generare effetti positivi nel caso delle grandi imprese. In particolare, nel caso del Regno Unito, si è stimato un incremento del 18% in attività di R&S rispetto allo scenario controfattuale di assenza del credito d'imposta. Inoltre, come dimostra l'esperienza belga, la combinazione di crediti d'imposta per le spese in R&S e di sussidi per le imprese che investono in R&S risulta efficace nel prevenire effetti di riduzione della spesa privata in R&S (il cosiddetto effetto crowding out). In realtà, gli effetti dei crediti d'imposta dei sussidi differiscono in base alle caratteristiche dell'impresa e dei progetti di R&S considerati. Nel caso francese, il nuovo regime di credito d'imposta per le spese in R&S, che è particolarmente generoso in termini di risorse ad esso de- dicate (lo 0,25% del PIL), è caratterizzato da importanti specificità. É stato stimato che questo programma ha portato ad un aumento del 13% della spesa privata in R&S, ma senza un visibile aumento dell'output innovativo misurato in termini di domande di brevetto. Questo risultato evidenzia come la scelta degli indicatori di output è particolarmente difficile quando vengono valutati ampi schemi (politiche) di incentivazione, tanto più che l'obiettivo di tali strumenti non è necessariamente aumentare i ritorni privati delle spese in R&S. Uno sguardo più da vicino alla questione dell'efficacia dei sussidi alla R&S fornisce ulteriori ed interessanti spunti di riflessione. Quando gli incentivi pubblici si concentrano sulla ricerca ("R"), questi inducono maggiori investimenti privati rispetto a quelli focalizzati sullo sviluppo "S" (come nel caso della politica messa in atto nelle Fiandre, in cui vengono differenziati i fondi destinati alla ricerca da quelli indirizzati allo sviluppo). Inoltre, ci sono rilevanti effetti di spill-over derivanti dal supporto di "R", con ricadute significative sulla componente "S" del settore privato; tali effetti dipendono fortemente dalla dimensione delle imprese oggetto della politica. Nell'esperienza finlandese i sussidi pubblici sono assegnati - attraverso la selezione dell'agenzia TEKES - ai progetti innovativi tecnologicamente più impegnativi, più rischiosi e nuovi. Tuttavia, emergono importanti differenze quando si considerano le dimensioni delle imprese: il rischio commerciale è negativamente correlato con le decisioni di sovvenzione nel caso delle PMI, ma correlato positivamente se si considerano le grandi imprese. L'esperienza dell'agenzia spagnola CDTI dimostra che le giovani imprese, le imprese esportatrici, le grandi imprese, quelle che operano in settori mediamente ed altamente tecnologici e soprattutto le imprese con precedente esperienza in programmi simili, sono più propense ad utilizzare i sussidi alla R&S. Infine, sono state presentate nuove indicazioni su quali siano le migliori (e nuove) politiche per finanziare le nuove imprese innovative. Dato che le nuove imprese europee operanti in settori ad alta intensità di R&S raramente diventano molto grandi, la politica cerca di affrontare questo problema in diversi modi. Tuttavia, tali tentativi si rivelano piuttosto difficoltosi. Ciò è vero anche per la Germania, dove i sussidi alla R&S rivolti alle giovani imprese risultano essere uno strumento non efficace, a meno che tali imprese non operino in settori altamente tecnologici. D'altra parte, l'evidenza empirica indica che il finanziamento pubblico tramite il venture capital (VC) non sembra essere una soluzione politica efficace in Europa. Il VC privato sembra favorire maggiormente la crescita delle imprese rispetto al VC pubblico. Il crowdfunding2 - un modo potenzialmente nuovo e dirompente per finanziare nuove imprese tec- INNOVARE nologiche - ha diverse caratteristiche interessanti. Sembra che il crowdfunding stia evolvendo lungo le stesse linee del venture capital e potrebbe rappresentare un modo interessante per il settore pubblico di selezionare, con l'aiuto dei cittadini, i progetti innovativi da finanziare. Le implicazioni di politica economica derivanti da quanto sopra riguardano i seguenti aspetti. I crediti d'imposta per le spese in R&S aiutano ad aumentare le risorse spese in R&S da parte del settore privato. Tuttavia, un aumento di tali spese in R&S non porta necessariamente ad un concomitante aumento dell'output innovativo. D'altra parte, i sistemi di credito d'imposta modulari sembrano più adatti a stimolare la genesi di nuova conoscenza. Inoltre, quando le sovvenzioni per la R&S sono selettive, è importante poter contare su un'amministrazione pubblica che abbia la competenza tecnica per capire la fattibilità dei progetti esaminati ed il loro potenziale contributo al processo collettivo di apprendimento e generazione di nuove competenze. Questo elemento è particolarmente importante dati i risultati degli studi sul diverso impatto che hanno i sussidi mirati alla R&S. Ad esempio, come già riferito, il sostegno pubblico alle attività di ricerca si trasmette positivamente in termini di captazione di maggiori investimenti privati, mentre lo stesso non è necessariamente vero quando si considera il sostegno pubblico per le attività di sviluppo. Inoltre, occorre prestare attenzione alle imprese che sono più abili di altre nell'ottenere sussidi per la R&S, in quanto queste sono probabilmente quelle che avrebbero investito in R&S ed innovato anche senza il supporto pubblico (effetto crowding out). Le politiche economiche volte al finanziamento di nuove imprese innovative in rapida crescita dovrebbero essere incentrate in primo luogo sulla riduzione delle rigidità istituzionali, poiché questo potrebbe avere un impatto maggiore su tali imprese rispetto alle politiche di sussidio o di VC. Infine, il settore pubblico dovrebbe fare uno sforzo maggiore al fine di creare conoscenza da usare per lo sfruttamento commerciale a partire dai risultati delle attività di R&S ed innovazione, e per assicurarsi che i risultati di dette attività finanziate da sussidi pubblici siano adeguatamente diffusi. 4/2013 - 9 Conclusioni Questo articolo presenta i risultati di una recente conferenza europea sul finanziamento di R&S e dell'innovazione nelle imprese. Queste le principali indicazioni che emergono: a) Il ristretto accesso al credito costituisce un ostacolo importante per la spesa in R&S e l'innovazione nelle imprese europee, e l'importanza di tale ostacolo dipende da fattori che sono sia interni sia esterni alle imprese. b) La riduzione delle asimmetrie informative può notevolmente abbassare le barriere per l'accesso alle risorse finanziarie necessarie per le attività di innovazione e di R&S d'impresa. c) Fra gli strumenti finanziari esterni, i prestiti bancari sono i meno attraenti, mentre il capitale di rischio (VC) è considerato (ancora) uno strumento idoneo per finanziare progetti di innovazione e di R&S, anche se emergono preoccupazioni legate al breve orizzonte temporale - in termini di raccolta dei ritorni - che caratterizza il capitale di rischio. Il "crowdfunding" è un nuovo strumento finanziario emergente che merita particolare attenzione. d ) I rimedi di politica economica volti ad alleviare la carenza di fondi e la ristrettezza dell'accesso al credito non sono interessati da effetti di riduzione della spesa privata in R&S (crowding out), ma il loro effetto addizionale è molto variabile e non ancora sistematico. Il capitale di rischio pubblico o l'uso pubblico di crowdfunding sono argomenti meritevoli di ulteriore approfondimento. e) La grande eterogeneità delle imprese, delle condizioni di mercato e delle normative vigenti nei diversi paesi e regioni richiedono analisi basate su una più ampia e sistematica evidenza empirica. Per quanto sopra, è emersa la necessità di creare una rete altamente qualificata di valutatori delle politiche di R&S e d'innovazione al fine di favorire la corretta implementazione degli strumenti europei di sostegno finanziario previsti per il periodo 2014-2020. Pietro Moncada-Paternò-Castello, Antonio Vezzani, Sandro Montresor e Fernando Hervás *European Commission, Joint Research Centre (JRC) 1 Quarta conferenza europea sulla Ricerca, Sviluppo e Innovazione nelle imprese (CONCORDi-2013) — Siviglia, Spagna, 26 —27 settembre 2013 — che si è concentrata sul finanziamento della ricerca e l’innovazione per la crescita delle imprese, organizzata dal Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea. http://iri.jrc.ec.europa.eu/concord/2013/index.html 2 Questo è lo sforzo collettivo d'individui che mettono in comune i loro soldi, di solito tramite Internet, per sostenere gli sforzi avviati da altre persone o organizzazioni. Ringraziamenti: Gli autori ringraziano in maniera particolare il Dott. Nicola Grassano per la revisione editoriale del testo in italiano. 10 - 4/2013 ISTITUZIONI E PMI IL CREDITO: UN PERCORSO A OSTACOLI TRA DIFFICOLTÀ E OPPORTUNITÀ «Q a cura di Giacomo Cecchin* uando l’impresa va in banca per un incontro spesso l’atteggiamento è simile a quello di chi si presenta a sostenere un esame: non basta aver studiato ma occorre essere convinti dei propri obiettivi e sapere quali leve toccare”. È da considerazioni di questo tipo che sono partite Apindustria e Alma Iura, centro studi con sede a Verona, per attivare il progetto ITACA che ha avuto un successo notevole tra le aziende. «Siamo estremamente soddisfatti dei risultati del progetto – ha sottolineato Francesco Ferrari, presidente di Apindustria Mantova – a volte infatti quello tra impresa e banca sembra un dialogo tra sordi. Il percorso del 2013 ha avuto proprio l’obiettivo di lanciare un ponte tra i due mondi fornendo agli imprenditori strumenti per parlare un linguaggio efficace e trasparente nei confronti degli istituti di credito”. Il progetto ITACA ha previsto una decina di incontri e corsi con una partecipazione stimata I partecipanti ad uno dei tavoli di lavoro del progetto Itaca di oltre 150 persone a dimostrazione che le imprese sentono molto forte l’esigenza di approfondire le tematiche relative al credito. Tra le tematiche trattate ricordiamo: la Centrale rischi, la gestione dei conti correnti bancari e il primo approccio con la Banca, come migliorare il proprio rating, i derivati e l’anatocismo. «Il nostro obiettivo principale – ha dichiarato Massimo Rossi di ALMA IURA – è di ridurre l’asimmetria informativa esistente tra banche e imprese per trasformarle in veri e propri partner commerciali. Puntiamo a spiegare alle aziende cosa fare e soprattutto come farlo con strumenti pratici che consentano un accesso al credito più consapevole». Oltre agli incontri e ai corsi il progetto “ITACA - verso la meta del credito” ha previsto anche l’attivazione di uno specifico sportello di orientamento per le aziende in modo da offrire l’opportunità di approfondire le loro specifiche problematiche . «È proprio l’esigenza delle aziende di essere accompagnate e orientate nella gestione delle loro situazioni specifiche che ci ha spinto anche ad attivare uno sportello di assistenza gratuito e aperto a tutti – ha aggiunto Giovanni Acerbi, direttore di Apindustria – non incontri teorici ma check up operativi e concreti per dare risposte adeguate ad un bisogno di acquisire informazioni utili ad affrontare in modo efficace l’incontro con la Banca: per ottenere i migliori risultati occorre prepararsi, studiare, darsi degli obiettivi ed essere convinti dei propri mezzi». Visto il successo del percorso 2013 Apindustria ed Alma Iura stanno già lavorando al progetto 2014 che si pone obiettivi ambiziosi in termini di cultura del credito da trasferire alla aziende e agli operatori, arrivando anche a rafforzare l’attività di orientamento e di supporto alle imprese e approfondendo le opportunità di relazione e dialogo con gli istituti di credito. * Apindustria Mantova www.equityfactory.ch Svoltare dalla crisi Crisi globale, passaggio generazionale, politici sfiduciati: come resistere? Testimonianze di imprese che ci stanno riuscendo 9:00-9:15 Registrazione dei partecipanti 9:15-9:30 Presentazione e apertura dei lavori Avv. Roberto Scazzosi, Presidente di BCC Busto Garolfo e Buguggiate 9:30-10:00 Problemi che vengono da lontano. E il futuro cosa ci riserva? La visione sistemica di Maurizio Esentato, fondatore di Classis Capital SIM SpA 10:00-10:30 Come la banca aiuta a resistere alla crisi Dott. Luca Barni, direttore generale di BCC Busto Garolfo e Buguggiate 10:30-10:45 Coffee break 10:45-11:15 Sostituire il fondatore: una sfida da vincere L’esperienza vissuta da Marco Zavattoni, amministratore di Condoroil Srl 11:15-11:45 Conservare il valore delle PMI L’impiego del corporate finance suggerito da Guidalberto Gagliardi, direttore di Equity Factory SA 11:45-12:15 Guardare oltre frontiera pur restando legati al territorio I lavori in corso in LASI Group raccontati da uno dei Fratelli Boggio 12:15-12:30 Conclusioni: sconfiggere il pessimismo 12:30 Media partner Buffet RIVISTA TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA Busto Garolfo, sabato 8 febbraio 2014 con il contributo di Banca di Credito Cooperativo Moderatore: Marco Tenaglia, Direttore di Innovare di Busto Garolfo e Buguggiate Dal 1897 differenti per forza Sala assemblee BCC Ingresso libero 12 - 4/2013 L PREVINDAPI a previdenza è una delle priorità che lo Stato italiano ha dovuto affrontare e risolvere. Le numerose riforme introdotte negli ultimi 20 anni hanno profondamente modificato il sistema di calcolo dell’importo della pensione di base (Inps): I motivi che hanno determinato le riforme sono stati: - l’adeguamento del vecchio sistema al progressivo aumento della durata della vita media (che determina l’allungamento del periodo di pagamento delle pensioni); - il rallentamento della crescita economica e l’aumentato tasso di disoccupazione (che causano la riduzione dell’ammontare dei contributi necessari a pagare le pensioni). Le principali modifiche sono state: - l’innalzamento sia dell’età richiesta per andare in pensione e sia dell’anzianità contributiva minima; - il progressivo passaggio per il calcolo della pensione dal sistema retributivo a quello contributivo per cui l’importo della pensione viene determinato dall’ammontare dei contributi versati durante la vita lavorativa e non più dalle ultime retribuzioni percepite. Ne consegue che la prestazione di base (pensione Inps), diminuirà progressivamente (anche sotto il 50%) rispetto all’ultima retribuzione percepita prima del pensionamento - cosiddetto “tasso di sostituzione”. Queste le ragioni principali per cui alla previdenza obbligatoria è stato affiancato il secondo pilastro del sistema: la previdenza complementare. È quindi importante costruire una pensione complementare fin dall’inizio della carriera lavorativa; ritardare, anche di pochi anni, l’inizio dei versamenti integrativi significa ridurre l’ammontare della prestazione finale (pensione complementare), che servirà a contrastare l’impoverimento della pensione obbligatoria. PREVINDAPI è il fondo pensione per dirigenti e quadri superiori della piccola e media industria costituito - fin dal 1990 - allo scopo di fornire prestazioni di natura previdenziale aggiuntive ai trattamenti pensionistici di legge, nell’interesse degli aventi diritto e senza alcun fine di lucro. Destinatari del Fondo sono sia i dirigenti che i quadri superiori dipendenti delle imprese che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato fra Confapi e Federmanager; è consentita l’iscrizione anche ai dirigenti di im- ISTITUZIONI E PMI prese che applicano un diverso contratto. Anche i titolari di impresa potranno avere accesso al Previndapi con versamenti contributivi volontari. Per ottenere tale facoltà devono però preventivamente aver ottenuto lo “status iscritto Previndapi” e, cioè, risultare già titolare di posizione previdenziale, costituita presso il Fondo, per effetto di versamenti contributivi effettuati in base ad un rapporto di lavoro dipendente precedentemente svolto. La pensione complementare Previndapi viene finanziata con i contributi del lavoratore, del datore di lavoro e col trattamento di fine rapporto (TFR), beneficiando delle agevolazioni fiscali previste per legge: i contributi versati al Previndapi (quota azienda + quota lavoratore + eventuale quota di contribuzione aggiuntiva e/o volontaria) sono deducibili dal reddito complessivo per un ammontare annuo non superiore ad € 5.164,57. La parte dei contributi versati - eccedente € 5.164,57 - che non ha fruito della deduzione, potrà essere comunicata dall’iscritto al Fondo, entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello in cui è stato effettuato il versamento, ovvero, se precedente, alla data in cui sorge il diritto alla prestazione, a titolo di “quota di contribuzione non dedotta”. Conseguentemente, parte della prestazione riferita a tale quota non dedotta sarà esentata dalla tassazione al momento della liquidazione delle prestazioni. La gestione assicurativa gestita da Previndapi offre tutele che altre forme di investimento non sono in grado di garantire: il consolidamento delle prestazioni maturate al 31 dicembre di ogni anno e la certezza di un rendimento minimo, ad oggi del 2,5%. Il rendimento medio garantito negli ultimi 3 anni è stato del 3,82%. Un risultato che ha assicurato un forte e costante consolidamento delle prestazioni di ciascun iscritto, e che diventa ancor più significativo alla luce dell’andamento del mercato finanziario; estendendo ulteriormente l’analisi delle performance ottenute dal Fondo fino ad oggi, i dati evidenziano uno spread costantemente positivo rispetto alla rivalutazione del TFR di legge. Le prestazioni pensionistiche individuali maturate sono commisurate ai contributi versati, ai rendimenti realizzati dalla gestione assicurativa e all’età anagrafica dell’iscritto. Sul sito internet www.previndapi.it è possibile reperire chiarimenti sulle modalità di adesione, versamento della contribuzione, nota informativa e altri dettagli sull’operatività del Fondo. Come sarà il tuo domani dipende dalle scelte di oggi. La pensione integrativa Previndapi è la scelta migliore per garantirti un domani più sicuro e un presente senza preoccupazioni. Previndapi è un Fondo senza fini di lucro, costituito nel 1990 da Confapi-Federmanager per gestire la previdenza integrativa di tutti i dirigenti delle piccole e medie imprese. E non solo. Con il rinnovo del c.c.n.l. dirigenti industria, dal 2011, Confapi e Federmanager hanno introdotto la nuova figura manageriale del “quadro superiore”: un ruolo strategico determinante, che pur non avendo riconosciuta la qualifica dirigenziale, svolge funzioni di elevata responsabilità nell’ambito dell’organizzazione aziendale. Dunque, che tu sia un dirigente o un quadro superiore, fai la scelta giusta per il tuo futuro: chiama Previndapi. Per saperne di più: www.previndapi.it Fondo Pensione 14 - 4/2013 ISTITUZIONI E PMI PER CONFAPI MATERA LA RIPRESA NON C’È ANCORA, MA È SOLO AUSPICATA Rapporto di Bankitalia sull’economia lucana nei primi 9 mesi del 2013. Spiccano due dati su tutti: la grave disoccupazione giovanile e il crollo del settore delle costruzioni “S a cura di Pasquale Latorre* i intravedono flebili segnali positivi”, scrive la Banca d’Italia nell’aggiornamento congiunturale sui primi 9 mesi del 2013 dell’economia lucana. Per Confapi Matera è una maniera stilisticamente elegante per dire che la ripresa ancora non c’è, semmai è auspicata, desiderata, vagheggiata, per alcuni forse sognata. I termini utilizzati, infatti, cioè “segnali” “flebili” che “si intravedono”, significano che la crisi continua, come correttamente si legge nelle pagine dettagliate del rapporto, tra grafici, tabelle, numeri e percentuali. Per le imprese la cui fiducia è prossima allo zero, conviene fermarsi a leggere la prima pagina, appunto, senza andare oltre. Confapi Matera, che ogni anno invia alla Prefettura la consueta relazione sull’andamento dell’economia, avendo il polso dello stato di salute del sistema imprenditoriale, conferma sostanzialmente il contenuto del rapporto di Bankitalia, in cui spiccano su tutti due indicatori: la grave disoccupazione giovanile e il crollo del comparto delle costruzioni, da sempre trainante in Basilicata. L’Associazione delle Piccole e Medie Industrie non concorda pienamente, invece, riguardo all’analisi del rapporto sul credito, sulle ragioni del calo dei prestiti alle imprese, in cui la solita giustificazione per cui “anche le banche sono imprese” ormai non soddisfa più un sistema economico sempre più bancocentrico. Bankitalia parla di “offerta cauta” di credito alle costruzioni, un eufemismo per dire che esiste ormai un’aprioristica preclusione del credito bancario alle imprese del settore edile, duramente provato dalla crisi ma per sua natura dipendente dalle banche per l’apertura di ogni cantiere. In Basilicata la raccolta è superiore agli impieghi, ma Confapi evidenzia che la differenza tra domanda e offerta di credito non è dovuta solo alla crisi, ma anche e soprattutto alle condizioni di accesso imposte dalle banche, ad una remunerazione che rimane sempre troppo alta, soprattutto rispetto ad altre regioni d’Italia e dello stesso Mezzogiorno. In altre parole, è vero che le imprese chiedono meno credito, ma a quelle che lo chiedono spesso viene opposto un netto rifiuto da parte delle banche. Focus sulla provincia di Matera Disimpegno dal territorio: le banche più grandi impiegano altrove Sono sempre più numerosi i segnali che provengono dal mondo bancario di chiusura verso le imprese locali, soprattutto da parte degli istituti di credito di maggiori dimensioni, i cui centri decisionali sono lontani dalla provincia di Matera. Tempi di erogazione che si allungano per mesi; richieste di garanzie aggiuntive, spesso superflue; chiusura dei rubinetti del credito; impennata degli spread nonostante il calo delle tensioni di mercato; irrigidimento dei criteri standard di accesso al credito per una maggiore selettività. A Confapi Matera giungono ripetute segnalazioni di pratiche istruite con esito positivo dal punto di vista tecnico e poi bocciate sul piano politico. Le banche non intendono più impiegare grosse somme sul territorio, nonostante i proclami e le promesse. Dopo anni di elargizioni a piene mani alle grandi aziende, adesso chiudono i rubinetti del credito proprio al tessuto imprenditoriale tipico della provincia, cioè le piccole imprese. Nonostante l’impegno e le buone intenzioni di zelanti funzionari locali, la scelta affidata ai centri decisionali ubicati fuori regione dalla maggior parte delle banche spesso dà esiti negativi, con il risultato di creare notevoli difficoltà finanziarie e di liquidità ad un sistema imprenditoriale già duramente provato dalla crisi e dal diffuso fenome- INNOVARE no dei ritardati pagamenti. È soprattutto in tempi di Patto di Stabilità e di crisi di liquidità che gli istituti di credito dovrebbero venire incontro maggiormente alle imprese locali, le uniche realmente radicate sul territorio e intenzionate a crescere e a dare occupazione stabile. Propositi difficili da attuare senza il credito bancario, vera e propria linfa vitale in alcuni settori, come per esempio l’edilizia, che necessitano di avere un flusso continuo di cassa proprio per mandare avanti i cantieri, dove i pagamenti sono perennemente in ritardo. E invece è proprio il settore edile quello verso cui le banche hanno perso la fiducia, dopo anni di eccessi da ambo le parti. Ma anche gli altri settori non se la passano meglio, come si vede dai progetti di investimento industriale a valere sui bandi della Regione Basilicata, in cui il sostegno bancario costituisce parte fondamentale dell’iniziativa imprenditoriale. Non stiamo parlando di soggetti adusi alle sofferenze e agli incagli, ma di imprese assolutamente “bancabili”, come si dice in gergo, cioè con i conti a posto e i bilanci in regola, ma a cui viene precluso il credito per decisioni prese altrove, da chi non conosce il territorio, il sistema imprenditoriale locale e, soprattutto, l’attaccamento alle 4/2013 - 15 proprie aziende dei nostri imprenditori. A parere di Confapi una delle risposte possibili alla stretta creditizia operata dalle banche nei confronti delle imprese è il rilancio e la valorizzazione dei consorzi fidi che, attraverso la prestazione di garanzie collettive, assumono gran parte del rischio connesso per eventuali insolvenze. Per questo ben venga la decisione presa dalla Regione, su richiesta delle associazioni imprenditoriali, di stanziare circa 6 milioni di euro per la ricostituzione dei fondi rischi dei cofidi lucani. Alla contrazione del credito, come è noto, si aggiunge un aumento del costo del denaro, che in molti casi raggiunge la doppia cifra. La via che conduce al credito è diventata più difficile e tortuosa. Manca un modello creditizio che viaggi di pari passo con le esigenze delle imprese, indispensabile per abbattere anche quel muro di sfiducia reciproca che si è creato nelle relazioni tra i soggetti interessati. Esiste un problema bancario che non fornisce alle imprese risposte adeguate alle loro urgenze, anche perché non esistono soluzioni finanziarie alternative al credito. Pertanto, un rapporto più solidale e partecipativo sarebbe di aiuto alle forze che costituiscono la spina dorsale dell’economia lucana. * Direttore Confapi Matera EG:HI6O>DC> 6HH>HI:CO>6A># H>6BDC6I>E:G<6G6CI>GA: :677>6BDA6KDG6IDE:G;6GAD H:BEG:B:<A>D# lll#[VhYVe^#^i Fondo di Assistenza e Solidarietà Dirigenti e Quadri Superiori industria AVcdhigVjc^dcZ[VaVijV[dgoV# 16 - 4/2013 DOVE NASCONO LE IDEE TERRITORIO, AMBIENTE, PAESAGGIO E CULTURA Un’occasione innovativa per rilanciare il progresso e lo sviluppo economico U a cura di Luigi Pastore na visione fondata su applicazione di tecnologie informatiche, conoscenze di prodotto, materiali, processi e aspettative dei clienti, può diventare il progetto ventennale che crea svariate centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e rilancia le occasioni di salvaguardia e progresso per il nostro Paese. Si tratta di un percorso che individua nel nostro patrimonio artistico, culturale e territoriale, la leva attraverso la quale, con una gestione ottimizzata di queste risorse, si realizzano innovative attività imprenditoriali per mettere in sicurezza il territorio, preservare ambiente e paesaggio, occupare i giovani ed accrescere la ricchezza ed il benessere collettivo. Infatti il potenziale sul quale puntare è enorme e da decenni ormai è “brutalizzato”, dimenticato, sottoutilizzato e poco valorizzato. La condizione di partenza, però, non può che essere la consapevolezza che occorre uscire dalla logica emergenziale e/o occasionale e concentrarsi su priorità e processualità, con la predisposizione di piani operativi specialistici e finanziariamente sostenibili nel medio periodo. Per avviare il percorso e rendere da subito evidenti le opportunità da cogliere, senza la necessità di pesanti investimenti, potrebbe bastare l’esempio del semplice miglioramento dei siti internet dei bacini museali e della realizzazione mirata di specifiche attività al loro interno, per accrescere il numero dei visitatori e conseguentemente dei biglietti venduti. Per aumentare poi il valore dell’offerta diverrà indispensabile concentrarsi sui servi- zi puntuali, riferibili ad ogni locazione museale o paesaggistica, grazie alla loro creazione o ampliamento di ciò che si propone; dai bookshop, ai supporti multimediali, alle mostre specifiche, alle conferenze e alla ristorazione, focalizzata sulle nostre eccellenze enogastronomiche (quasi 250 prodotti D.O.P./I.G.P. e circa 350 vitigni autoctoni). Raddoppiare in venti anni il numero dei turisti e visitatori dell’Italia e delle sue distintività, e, analogamente, la nostra produzione enogastronomica, comporterebbe un incremento del PIL stimato, al netto dell’inflazione, di oltre 140 miliardi di euro con un incasso per lo Stato di almeno 50 miliardi di euro di imposte. Il primo obiettivo non potrà quindi che essere quello di colmare il divario che ci separa dai nostri concorrenti, almeno per ciò che compete alla ricchezza commisurata al comparto. Se infatti il contesto culturale/artistico nel nostro Paese, produce un valore stimabile in circa 38 miliardi di euro, quello della Francia vale oltre 80 e in chiave di visitatori (dati riferiti al complesso dei “turisti”) i valori sono di 49 milioni a oltre 87, rispettivamente. Anche per l’occupazione il raffronto non può che portare ad un significativo miglioramento, infatti se si valutano gli addetti al settore in Francia e Germania, rileviamo che i numeri sono di 850 mila e oltre un milione, rispetto a poco più di 450 mila in Italia. Da questi numeri risulta evidente a tutti l’incapacità italiana di far “rendere” questo patrimonio che si compone di 47 siti Unesco sui 936 totali, INNOVARE nonché di oltre 5500 musei e siti archeologici che abbiamo la fortuna di possedere. Lo spreco poi è ancora maggiore se si pensa che sono solo 40 tra musei e poli culturali quelli che raccolgono più del 60% dei visitatori e generano oltre il 90% del valore complessivo. Ne consegue che la stragrande maggioranza della localizzazioni artistiche e dei complessi museali, sono enormemente penalizzate e finiscono per essere dimenticate e abbandonate al loro destino di “bellezze solitarie,prive di sguardi interessati e destinate al degrado”. Ecco che con un’innovazione dei processi ed un superamento di vecchie procedure burocratiche e formalizzanti, anche la Pubblica Amministrazione potrebbe dare un significativo contributo alla modernizzazione del Paese ed al suo rilancio, facendo di un vincolo, la nostra Storia e Tradizione, una straordinaria opportunità. Potrebbe essere avviata, per la realizzazione del progetto strategico ventennale, una fattiva e realistica collaborazione Pubblico/privato, fondata su un sistema duale, dove, ad esempio, presidenti che arrivano dal Pubblico e sostanziano la visione con competenze manageriali, siano affiancati da direttori privati, con capacità specialistiche. In questo modo si eviterebbero sia occasionali fruizioni eventistiche che bruciano risorse e non 4/2013 - 17 producono quella continuità che assicura il progresso, sia valorizzazioni che siano sono monetizzazioni senza ricadute sul territorio. La vera valorizzazione che da seguito al dettato dell’articolo 9 della nostra Costituzione che tutela il territorio ed il paesaggio, è quella che non si limita solo alla generazione di quattrini che spesso finiscono nelle tasche di pochi, con molti che pagano, ma è soprattutto restituzione di identità e senso di appartenenza collettiva; il vero limite che impedisce al nostro Paese di diventare, finalmente,“adulto”. Infatti se c’è qualcosa che unisce le tante straordinarietà dell’Italia, è proprio il suo inimitabile paesaggio e la sua incommensurabile diversità, artistica, culturale ed enogastronomica. Più della lingua e della localizzazione, è la nostra cultura e la nostra storia artistica e enogastronomica che ci rendono italiani. È da questo che dobbiamo ripartire se vogliamo uscire dalle secche della crisi e ridare fiducia e prospettiva duratura di sviluppo al nostro Paese. Con l’arte si può crescere e con la cultura si può mangiare a condizione di progettare e saper innovare le modalità con le quali è possibile fruire di questo immenso, inimitabile patrimonio che non appartiene solo a noi, ma anche alle future generazioni e al resto del Pianeta. HDHI:<CD 6AG:99>ID# 96FJ:HIÉ6CCD!9>G><:CI>:FJ69G> HJE:G>DG>>CKDADCI6G>6B:CI: 9>HD88JE6I>EDHHDCD8DCI6G: HJ9>AJ>#:HJ9>CD># lll#[VhYVe^#^i Fondo di Assistenza e Solidarietà Dirigenti e Quadri Superiori industria AVcdhigVjc^dcZ[VaVijV[dgoV# 18 - 4/2013 INNOVAZIONI & TECNOLOGIE ( ( ( " " " " " " " " " " " " " " " " " ( "" " " ( " " " (( " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "$" /*%6*" " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " " " " " " " SERVIZI E PAGAMENTI VIA SMARTPHONE " " " " " " " " " " S " " " " " " " " " " " " " " " " " A Varese è possibile a cura di William Vecchiato, Andrea Mazza e Luca De Blasio* i chiama “Varese SmartCity” l’ambizioso progetto che ormai da un anno ha portato una ventata di innovazione al commercio varesino e la cui sperimentazione sta riscuotendo un notevole successo. L’iniziativa, i cui step sono stati presentati presso la Camera di Commercio di Varese a partire dal 21 gennaio scorso da UBI Banca - Banca Popolare di Bergamo, ha previsto l’inedita collaborazione di molteplici attori di grande importanza economica e sociale, tra cui la Camera di Commercio di Varese, Comune e Provincia, Università, diverse associazioni di settore, commercianti, tutti impegnati a creare un ecosiste- ma abilitato dai sistemi NFC (Near Field Communication). Alla base del progetto della “città giardino” vi è appunto la sperimentazione e l’implementazione della tecnologia NFC, applicata ad azioni di marketing territoriale e ai processi di pagamento, che ha trasformato la città di Varese in una delle più innovative d’Europa. La Near Field Communication rappresenta in particolare una sofisticata metodologia di comunicazione wireless a corto raggio che permette lo scambio di informazioni attraverso il solo contatto di due dispositivi mobili, tipicamente smartcard o cellulari di nuova genera- INNOVARE " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " 4/2013 - 19 " " " " " " " " " " " " " zione," e device NFC (tag e POS). L’utente, tra" o "cellulare, " può" così effettuare " mite carta i propri pagamenti in un modo del tutto nuovo, " " " " " " " si" curo e veloce. " " " " " " " La sperimentazione è nata dalla proficua col" " " laborazione tra il Lab#ID dell’Università Cat" " " " " taneo - LIUC, che ha ideato e coordinato il pro" di Commercio " " getto, la Camera di "Varese che lo supporta, il Comune " " e" la Provincia " " " di Vare" se che lo patrocinano, gli esercenti operanti di " "" " " Varese che hanno deciso di partecipare al pro" " " riferimento. " " " " getto e le loro" associazioni di Per" il servizio di pagamento, che si affianca agli al" " " " " " " tri sistemi fruibili"at" informativi" e di scontistica " " " " traverso lo smartphone NFC negli oltre 100 punti di accesso identificati dal logo dell’inizia" "con " tag " NFC poste sulle " " " tiva (vetrofanie vetri"ne dei" negozi, su edifici pubblici e a breve anche " alle " fermate " degli "autobus), " "è stato di fon" damentale importanza l’operato di UBI Banca - " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" 6HH>HI:CO6 H6C>I6G>6 >CI:<G6I>K6# " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " ( ( " " " " " " " ( ( " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " ( ( ( " " ( " " " " " " " " ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( ( " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " "" " " " " " " " " " " " " E:GG6HH>8JG6G:IJII>>B6C6<:G 9É>BEG:H6!IJI:A>6BD6C8=: " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " A:ADGD;6B><A>:# " " lll#[VhYVe^#^i " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " Fondo di Assistenza e Solidarietà Dirigenti e Quadri Superiori industria AVcdhigVjc^dcZ[VaVijV[dgoV# 20 - 4/2013 INNOVAZIONI & TECNOLOGIE Banca Popolare di Bergamo nella ricerca di enti che fornissero un contributo in alcuni settori determinanti, come nell’ambito delle telecomunicazioni, per il comparto Monetica e per la piattaforma tecnologica di pagamento. Una volta completata la sperimentazione, il progetto “Varese SmartCity” è stato quindi “rilasciato” dal Lab#ID alla città, mentre a ottobre 2013 è avvenuto ufficialmente il passaggio della gestione delle attività operative e di promozione dell’iniziativa dal Lab#ID al Distretto Urbano del Commercio InVarese. Proprio a quest’ultimo si deve l’incremento del numero di esercenti varesini aderenti al progetto, a oggi 160, la collocazione di 16 smart poster turistici in altrettanti luoghi della città e la ristrutturazione del sito web www.varesesmartcity.com. La prima parte del progetto ha avuto come obiettivo il test e la verifica delle tecnologie, attraverso il coinvolgimento diretto di 50 cittadini muniti di uno smartphone abilitato ai pagamenti, e di più di settanta esercenti che sono stati dotati del POS NFC necessario per ricevere i versamenti con cellulari e carte di credito contactless (circa 5000 già distribuite ai consumatori nell’area di Varese) dei circuiti VISA payWave e MasterCard PayPass. Nella seconda fase dell’iniziativa, è stata considerevolmente incrementata la base di trialist dei processi di couponing, grazie alle app realizzate da studenti LIUC che hanno proficuamente collaborato con Lab#ID nel corso della stesura della propria tesi di Laurea Triennale, svolgendo in questo modo un ruolo significativo in qualità di utenti al fine di verificare sia il funzionamento tecnico dei sistemi, sia i casi d’uso e le soluzioni implementate nel corso della sperimentazione. Ciò che rende questa tecnologia estremamente interessante e promettente anche per progetti futuri, è senza dubbio la flessibilità ad accogliere altri attori e a supportare ulteriori tipologie di servizi direttamente sul territorio, oltre a quelli già attivati durante la prima fase dell’iniziativa (informazioni, promozioni, pagamenti e molti altri). Tra di essi, ricordiamo in particolare: n servizi per i turisti (smartposter, cartellonistica dotata di NFC geolocalizzata, mappe interattive, card NFC per la fruizione dell’offerta culturale della città); n servizi per la mobilità e i trasporti (come per quanto riguarda ticketing e parcheggi); n servizi per i cittadini (informazioni, ingressi a strutture sanitarie e ricreative, e via dicendo). È proprio sotto questo punto di vista che il progetto avuto luogo a Varese ha pienamente fornito un esempio virtuoso di come l’innovazione e il trasferimento tecnologico dovrebbero essere visti in qualità di elementi imprescin- dibili per un approccio solido e corretto al tema dello sviluppo; l’implementazione di sistemi RFId e NFC è infatti volta ad accrescere la competitività delle imprese artigiane, commerciali e di trasporto del territorio, nonché a supportare operazioni di marketing territoriale. Conseguentemente a questo considerevole contributo, l’Applicazione ha ottenuto una serie di importanti premi e riconoscimenti, tra cui app finalista a SMAU Mob App Awards Business 2013 di Torino, il premio SmartCity SMAU di Milano vinto da Varese e la selezione del caso “Varese SmartCity” per la presentazione al MAPIC Digital Summit 2013 nel campo dell’innovazione nel Retail Management. Un progetto aperto a tutti Il modello “Varese SmartCity” ha sicuramente stimolato una riflessione più ampia sul futuro delle nostre città e sul modo in cui queste possano cogliere appieno le opportunità di servizio ai cittadini offerte dalle nuove tecnologie, in piena armonia con la storia e le tradizioni delle città stesse. L’aspetto forse più caratterizzante di queste ultime è, infatti, il loro cuore antico, il centro storico cittadino e il patrimonio culturale diffuso, e più che costituire un limite alla loro modernizzazione, questi fattori rappresentano invece una straordinaria occasione per una forte qualificazione identitaria e possono, anzi dovrebbero, diventare il laboratorio a cielo aperto nel quale sperimentare le tecnologie e le soluzioni più avanzate. È proprio il Professor Luca Mari, direttore del Lab#ID, a sottolineare come l’originalità racchiusa in quest’iniziativa non risiede nella tecnologia impiegata, disponibile già da tempo, bensì nel modo in cui essa riesce a creare un ecosistema, integrando la spinta propositiva e la capacità realizzativa di un intero territorio. Molte di queste aspettative hanno raccolto sin da subito un riscontro estremamente positivo grazie al loro approccio semplice, pratico e innovativo, e così sono diventate realtà. Il progetto ha infatti massimizzato il contributo delle istituzioni, dell’università, delle imprese, degli istituti di credito, dei fornitori delle tecnologie e dei clienti, dando concretezza a un nuovo modo di interpretare i possibili corsi futuri dell’economia. L’università, oltre a costituire un importante portatore di conoscenza, assume in questo caso il ruolo di soggetto super-partes e si rende garante della creazione di “un’architettura” aperta all’ingresso di nuovi partecipanti: società di servizi, esercenti, operatori telefonici, banche e città, tutti desiderosi di promuovere in modo innovativo il proprio tessuto economico e sociale di riferimento. Ciò che rende nuovo il proget- " " " " INNOVARE " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " 4/2013 -" 21 " " " " " " " to e non miope o fine a se stesso, è dunque l’obiettivo di “fare rete” e di condividere nuove possibilità e benefici per gli utenti, siano essi cittadini o turisti, allargando così le prospettive a un mondo di applicazioni nei campi e nei settori più diversi. A questo proposito, il progetto ha avuto modo di estendere ulteriormente e con successo l’utilizzo dell’infrastruttura all’implementazione di ulteriori servizi, per esempio nell’ambito della “tourist experience”. Infatti, il turista dotato di un dispositivo mobile può già scaricare direttamente informazioni, notizie e mappe da smart-poster o da smart-totem, resi disponibili in città, al Sacro Monte e allo IAT, e da tag NFC collocati su diversi edifici comunali (Biblioteca Civica, Teatrino Santuccio, Sala Veratti, Liceo Musicale, Binel suo blioteca dei Ragazzi, Castello di Masnago, Villa ne, il sistema Varese( e (il territorio ( ( ( com- ( Mirabello). Inoltre, le informazioni riguarderan- plesso avrà la possibilità di valorizzarsi al meglio, apertura alno anche gli orari dei " mezzi "pubblici, la localizza" " " mettendo " in" luce la propria " " " zione di negozi, informazioni su altri luoghi di in- l’innovazione e offrendo nuovi servizi durante " " "servizi per la "collet" " " " dell’evento, " " al quale, " " " " lo" svolgimento secondo teresse comune e numerosi " " di" usufruire " " " " " oltre " ven- " le recenti previsioni, "parteciperanno tività, ad esempio la possibilità del ti milioni di visitatori 130 bike sharing cittadino." " " " " " e oltre " " Paesi" esposi" " " Una vetrina importante di questa iniziativa tori. Infine, a ulteriore dimostrazione del successarà senz’altro costituita dall’ormai prossimo " " " " " " " " " " " appuntamento di “Expo 2015”, e per l’occasio- so di “Varese SmartCity” e del conseguimento " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " ( " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " " G:HEDCH67>A>I¿ 8>K>A:# " ( ( ( IJII>>GJDA>HIG6I:<>8> 8DBEDGI6CD<G6C9>G:HEDCH67>A>I¿# 96A'%&%!CD>A>6>JI>6BD 6HDHI:C:GA:# lll#[VhYVe^#^i Fondo di Assistenza e Solidarietà Dirigenti e Quadri Superiori industria AVcdhigVjc^dcZ[VaVijV[dgoV# 22 - 4/2013 INNOVAZIONI & TECNOLOGIE di un esito così positivo, l’iniziativa è attualmente in corso di promozione e di estensione anche nella città di Gallarate, secondo comune della provincia di Varese che ha aderito al progetto. “Gallarate SmartCity”, nome che esso ha assunto presso la “città dei due galli”, è calibrato in particolare sulle specifiche esigenze di Gallarate e sui suoi temi di maggiore interesse sociale, economico e culturale. Il valore del Mobile Payment Desideriamo ora svolgere un breve focus chiaro e sintetico sul motivo per cui il Mobile Payment, e in particolare, nell’accezione del progetto, il Mobile Proximity Payment, sia uno strumento destinato, a nostro parere, a ottenere una rapida diffusione. Semplicità e valore aggiunto rappresentano i fattori intrinseci dei sistemi NFC sia per gli utenti che per i vari attori della filiera. Nel Mobile Remote Payment non vi sono, come già evidenziato in precedenza, problemi di infrastruttura o di tecnologia, ma occorre certamente attivare con decisione un circolo virtuoso di progettazione dei servizi basato su tre elementi fondamentali: identificazione dei bisogni, semplicità e soprattutto comunicazione efficace verso tutti gli attori della filiera, ovvero Banche, Telco, esercenti, consumatori e PA. Per le banche, il Mobile Payment rappresenta un’ottima occasione per far crescere l’utilizzo della moneta elettronica in contesti in cui è ancora poco utilizzata a causa del basso valore dello scontrino medio. D’altra parte, esso influisce fortemente sulle modalità di presidio della relazione con i clienti, soprattutto alla luce dell’ingresso di nuovi player, quali per esempio Google, nell’arena che fino a oggi è stata di pertinenza quasi esclusiva delle banche. Per il mondo delle Telco si possono avanzare considerazioni simili: gli operatori mobili stanno sperimentando una progressiva riduzione dei ricavi, causati dalla crescita della competizione, dal passaggio a tariffe flat e da un calo nell’utilizzo di sms, per cui hanno un estremo interesse a immaginare nuove fonti di guadagno aprendosi a nuove tipologie di business, come ad esempio l’affitto del Secure Element sulla SIM e i servizi legati al mondo NFC, oppure, ancora più interessante, l’erogazione di servizi a valore aggiunto complementari al pagamento. Infine, per gli esercenti, che in realtà rappresentano la categoria chiave per la diffusione di questa tecnologia, dal momento che costituiscono l’attore che potrà garantire la sostenibilità dell’intero sistema di pagamento, il valore è strettamente collegato alla possibilità di generare interesse per gli utenti finali. Il Mobile Payment consente di rendere il pagamento più veloce, per esempio riducendo o in alcuni casi eliminando del tutto il tempo di coda alle casse, e nello stesso tempo più conveniente, grazie ad esempio alla possibilità di scaricare, attraverso lo stesso device (ovvero lo smartphone) coupon di sconto, e più accessibile, per esempio dando la possibilità di acquistare un servizio online in qualsiasi momento, anche se non ci si trova davanti al PC. William Vecchiato, Andrea Mazza e Luca De Blasio *JELiuc - Junior Enterprise LIUC >A;DC9D;6H96E> =6:HI:HDA: EGDEG>:<6G6CO>:! E:G6GG>K6G: 6C8=:6I:# H:H:>9>G><:CI:!FJ69GDHJE:G>DG:D6BB>C>HIG6IDG:!;6H96E>IJI:A6 >AIJD;JIJGD8DCJC68DE:GIJG696KK:GD>CI:<G6A:# <gVo^ZVaaÉZhiZch^dcZYZaaZegdeg^ZXdeZgijgZVaaZfh[ijWp_ed_Wii_ij[dp_Wb_!VaaVh[ifediWX_b_j}Y_l_b[ [ f[dWb[! VaaÉWii_ij[dpW iWd_jWh_W _dj[]hWj_lW Ä eZg aÉ^ciZgd cjXaZd [Vb^a^VgZ Ä Z Va m[b\Wh[ f[h _ cWdW][h_dlebedjWh_Wc[dj[Z_ieYYkfWj_!d\\^;VhYVe^gVeegZhZciVjcV\VgVco^VVhhdajiVeZgaÉ^ciZgV XaVhhZ bVcV\Zg^VaZ# : eZg aZ adgd ^begZhZ! X]Z edhhdcd XdciVgZ hj^ kVciV\\^ ZXdcdb^X^ YZaaV XdcigViiVo^dcZXdaaZii^kV!hjjckVa^YdhjeedgidegVi^XdZhjaaVXdeZgijgVidiVaZY^fjVah^Vh^ZkZcid aZ\VidVaaÉVii^k^i|egd[Zhh^dcVaZZcdc#D\\^#:cZaegdhh^bd[jijgd#EZghVeZgcZY^e^/mmm$\WiZWf_$_j Fondo di Assistenza e Solidarietà Dirigenti e Quadri Superiori industria AVcdhigVjc^dcZ[VaVijV[dgoV# Pronti per la rivoluzione della stampa 3D? C' è una nuova rivoluzione industriale in atto, condotta dalle nuove tecnologie e forse da una in particolare: la stampa 3D o prototipazione rapida. Di cosa si tratta? Una stampante 3D consente di creare oggetti a partire da uno specifico file, sovrapponendo strati a tre dimensioni di un materiale plastico (o resina, gesso ecc.). Le opportunità offerte sono innumerevoli, dal prototipo ad altissima definizione per l'oreficeria o la meccanica di precisione, alla riproduzione di particolari ormai introvabili per l'industria automobilistica e la ricambistica; dai plastici per il mondo dell'edilizia alle protesi mediche; dai piccoli componenti per l'industria della moda fino alle riproduzioni per l'archeologia e la gestione museale, il modellismo o semplicemente il proprio hobby. Inoltre (e non è più fantascienza, ma realtà!), lo scanner 3D rileva autonomamente i volumi degli oggetti, consentendo di ottenere una riproduzione fedele e dettagliata perfino di una persona: così potremo esporre una figurina a tre dimensioni del nostro idolo che ci abbraccia, della nostra famiglia, del nostro animale domestico, degli sposi da mettere in cima alla torta nuziale, di noi stessi in versione avatar tridimensionale. Sembrano simpatiche novità, invece si parla di una vera e propria rivoluzione industriale, perché, ci dicono gli esperti e anche il servizio di Milena Gabanelli (Report, puntata del 4 novembre 2013), è molto probabile che la tecnologia di stampa 3D permetterà di abbattere i costi di produzione spostando il valore del prodotto quasi completamente nell'ideazione e nel design, con effetti non trascurabili sull'economia politica globale. Per esempio, sarà possibile una riduzione dei costi (economici e ambientali) di trasporto, dell'invenduto, dell'assemblaggio ecc. e questi cambiamenti potrebbero portare a una diminuzione del divario fra i costi di produzione in Occidente e quella in Oriente, che oggi rappresenta uno dei problemi di più difficile risoluzione, a livello economico globale. Siamo abituati ad associare le tecnologie all'avanguardia agli USA e considerarci sempre un po' in ritardo, ma questa volta stampanti e scanner 3D sono già una realtà a Bologna, grazie allo spirito imprenditoriale di Eliofossolo srl, un'azienda innovativa e attenta al risparmio energetico, attiva da oltre vent'anni nel campo della stampa digitale in piccolo e grande formato, delle stampe offset bianco/nero e colore, plottaggi, scansioni, rilegature e plastificazioni. La stam- Crea il tuo mini-me in tre step Lo staff di Eliofossolo srl Stampa 3D Bologna pa tradizionale non vive oggi un periodo favorevole, ma si può reagire alla crisi anche lanciandosi in nuovi, rivoluzionari progetti, come quello della stampa 3D. Questa azienda ha deciso di farlo credendovi appieno: per il 13 febbraio 2014, infatti, ha organizzato un evento informativo a Bologna, aperto al pubblico. La tavola rotonda, dal titolo Stampa 3D: la nuova dimensione dell'economia, coinvolgerà esperti del settore e della ricerca scientifica e medica che approfondiranno l'argomento della stampa 3D, evidenziandone le opportunità d'impiego, tracciandone gli sviluppi futuri, inserendolo nel quadro più ampio dell'economia globale. Gli interventi degli esperti guideranno i presenti alla scoperta di questa innovativa e affascinante tecnologia, esplorandone le potenzialità ma anche mostrando qualche esempio pratico. Stiamo vivendo in un'epoca di grandi e rapidi cambiamenti, resi possibili da tecnologie sempre nuove: sta a noi decidere se prenderne parte attivamente, proprio come ha deciso di fare Eliofossolo srl con Stampa 3D Bologna. pubbliredazionale 26 - 4/201326 - 1/2013 INNOVARE CON LA FORMAZIONE CRISI DEL LAVORO E FORMAZIONE: CHE FARE? «S a cura di Giorgio Tamaro* e un lavoro stabile, adeguatamente pagato, è una fonte d’indipendenza, la sua assenza significa dipendere da altri; se è un percorso verso la realizzazione personale, la sua assenza significa fallimento; se offre la possibilità di salire in alto lungo la scala sociale ed economica, la sua assenza significa che la propria posizione sociale è bloccata o in discesa; se garantisce sicurezza alla famiglia, la sua assenza significa insicurezza; se è motivo di stima da parte degli altri, la sua assenza significa vergogna». Ci piace iniziare le nostre riflessioni sullo scenario socioeconomico italiano citando le parole di un costituzionalista americano, K.L. Karst, che già nel 1997 in un articolo sulla Cornell Law Review, sottoponeva alla sua lucida, impeccabile analisi il fenomeno della perdita del lavoro. O per meglio dire, dell’“assenza di lavoro”. Perché è di tutta evidenza che oggi il grande problema del nostro sistema non solo produttivo, ma economico e sociale, è l’occupazione, il lavoro. Cioè la mancanza di lavoro. Un problema non solo italiano, ma europeo. Si parla di crescita, si invoca la crescita. E giustamente, dato che il nodo principale del nostro modello di sviluppo in questo momento storico appare essere la stagnazione, se non la recessione: la locomotiva rallenta, si sta fermando, forse addirittura scivola all’indietro. Ma altrettanto giustamente si invoca una crescita che assicuri occupazione, lavoro, perché solo INNOVARE il lavoro appare garanzia di benessere, di stabilità, di equilibrio sociale. Ma qui si innesta una ulteriore riflessione sulla catena causale sviluppo/occupazione. I messaggi che la politica, peraltro timidamente, lancia sul tavolo della discussione concordano sostanzialmente su un assunto fondamentale: dobbiamo creare sviluppo per creare occupazione. Ma attenzione: non sarà forse vero il contrario? Non sarà che è l’occupazione a generare sviluppo? Vediamo. Il processo decisionale che sta alla base dell’iniziativa d’impresa non è quello di aumentare la produzione per poi, come conseguenza, aumentare l’occupazione. Semmai è vero il contrario: l’imprenditore basa i suoi programmi di sviluppo su quella che è fondamentalmente una scommessa, decide di aumentare la produzione sulla base delle informazioni di cui dispone circa la probabilità di un aumento della domanda del prodotto. Quindi, in base a una sfida basata sul futuro – il “rischio d’impresa” – aumenta adesso, nel presente, gli investimenti, tra i quali evidentemente anche la forza lavoro. È l’occupazione a generare, almeno potenzialmente, sviluppo. Questo ragionamento, ovviamente, parte dal presupposto che vi siano, a livello di sistema economico a scala nazionale adeguate politiche industriali che indirizzino le scelte delle imprese, e a livello di singola impresa la capacità di saper cogliere le occasioni di investimento che gli scenari futuri, o futuribili, prefigurano. Ciò posto, credo che tutte le scuole di pensiero possano concordare sull’assunto che i fattori fondamentali per la creazione di occupazione sono riducibili sostanzialmente a tre: l’introduzione di nuove invenzioni; i programmi di opere pubbliche; la leva fiscale. Vi sono anche le azioni dirette, tese alla creazione di posti di lavoro attraverso soggetti dedicati pubblici e privati: uffici per l’impiego, agenzie di somministrazione di manodopera, cooperative, aziende municipalizzate. Tuttavia ritengo che questo canale possa rappresentare tutt’al più un fattore di complemento per rafforzare e indirizzare in maniera mirata le strategie generali che sovrintendono alla creazione di occupazione. La leva fiscale è spesso invocata quale provvedimento strategico per la creazione di nuova occupazione: il dibattito riapertosi di recente sui tavoli delle parti sociali e del Governo sul tema della riduzione del cuneo fiscale ne è la dimostrazione più lampante. In buona sostanza si sostiene che la riduzione del- 4/2013 - 27 l’imposizione fiscale stimolerebbe le imprese ad assumere di più e i lavoratori a consumare di più: il rilancio dei consumi metterebbe in moto la ripresa della domanda, che comporterebbe aumento della produzione, e quindi aumento dell’occupazione, in un circuito virtuoso. Detto così sembra l’uovo di Colombo, ma c’è un problema. Di non poco conto. Interventi significativi sulla leva fiscale sono costosissimi, soprattutto per un sistema disastrato come il nostro. D’altra parte, interventi più modesti sono certamente possibili, ma rischiano di produrre effetti trascurabili, se non nulli. Una riduzione modesta della pressione fiscale rischia di spingere le imprese non tanto ad assumere quanto, per esempio, a ridurre le esposizioni nei confronti dei creditori, in primis dello stesso sistema bancario; e di spingere i lavoratori non tanto a consumare di più quanto, nella migliore delle ipotesi a ricostituire i risparmi, a mettere fieno in cascina, e nella peggiore delle ipotesi a pagare i debiti. Insomma, la leva fiscale per funzionare deve essere massiccia. Nel 2009 il governo degli Stati Uniti varò un piano di riduzioni di imposte davvero imponente: ci si attendeva che i posti di lavoro persi si sarebbero attestati sotto i 5 milioni; se ne persero più di 8 milioni. L’obiettivo era una disoccupazione USA al 7 per cento; nel 2010-2011 salì oltre il 10. E tutto questo con un investimento di quasi 800 miliardi di dollari. No comment. Infine, la leva fiscale funziona a pioggia: non distingue tra settore e settore, può contribuire a creare posti di lavoro, ma quali posti di lavoro? Non è proprio la stessa cosa creare posti di lavoro nel settore della ricerca scientifica e tecnologica e in un centro commerciale. Ci sono poi i programmi di opere pubbliche, le famose grandi opere. Ma qui, a parte il velo pietoso da stendere quando si parla di grandi opere all’italiana – vedi alla voce SalernoReggio Calabria… – il problema dei programmi di opere pubbliche è che non sono infiniti; si tratta di interventi ben delimitati nel tempo. Non a caso 28 - 4/201328 - 1/2013 quelli che hanno funzionato di più, storicamente, sono i programmi di spesa pubblica collegati alle guerre. E anche qui, no comment. Restano le invenzioni, certo. Ma qui siamo nel campo dell’inconoscibile. Su cosa possiamo puntare? Il Novecento ha vissuto in larga misura – a parte la già citata industria bellica, ahimè! – sullo sviluppo delle grandi invenzioni dell’Ottocento: la ferrovia, il telegrafo, l’automobile, la radio e poi la televisione. Il terzo millennio può sopravvivere solo sullo sviluppo della cosiddetta società della comunicazione? Invenzioni cercansi. Dunque, cosa trarre da queste riflessioni? Probabilmente che la sola ricetta applicabile per un tentativo di ripresa dell’occupazione – e con essa dell’intera catena di creazione del valore – risiede in un mix di tutti i fattori che abbiamo testé sommariamente elencato: leva fiscale, programma di opere pubbliche, sfruttamento delle nuove invenzioni (tecnologie), e infine le azioni dirette di creazione di posti di lavoro (agenzie ecc.). Qualcosa di molto simile al New Deal con il quale l’America di Roosevelt si rialzò tra il 1933 e il 1943, dopo la scoppola della grande depressione del ’29. E qui…cercasi Roosevelt. Il problema del lavoro, della perdita di lavoro, della ricerca di nuovo lavoro, rimane dunque uno dei grandi nodi irrisolti del nostro tempo: dal punto di vista sociale certamente il più drammatico. Non per consolarci, ma solo per tentare un aggancio tra questi temi e quello della formazione professionale e continua, proviamo almeno a chiederci “quale formazione”. Nell’analisi del fattore occupazione svolta dal sociologo Luciano Gallino in un recente saggio dal titolo – provocatorio e inquietante – “Il colpo di stato di banche e governi” (Einaudi, 2013) leggiamo: «La creazione di occupazione dovrebbe perseguire primariamente l’obiettivo di contribuire a trasformare il modello produttivo dominante, orientando i flussi di manodopera sia verso settori ad alta intensità di lavoro e di immediata utilità sociale, sia verso professioni che le macchine, per motivi tecnici o per ragioni di costo, difficilmente potranno sostituire». In sostanza: è un dato di fatto (storico) che le sole professioni risparmiate da quella che potremmo definire “l’automazione universale”, vale a dire la sostituzione del lavoro umano con la robotizzazione, sono quelle che si INNOVARE CON LA FORMAZIONE collocano al vertice e alla base della piramide professionale. La base della piramide appare in un certo modo garantita, ma garantita al ribasso: si tratta spesso di lavori talmente malpagati che non conviene automatizzarli (raccolta dei pomodori, pulizie, sorveglianza) oppure sono totalmente non-automatizzabili (la badante, il banconiere di MacDonald’s). Occupazioni affidate alla mano dell’uomo, ma buone tutt’al più per offrire un reddito di sussistenza; occupazioni che non promettono alcuno sviluppo e che non sembrano offrire grandi spunti per la formazione continua, se si eccettuano i corsi per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il vertice della piramide invece ci sollecita a: 1) promuovere la formazione continua: aggiornamento uguale professionalizzazione; maggiore professionalizzazione uguale più possibilità di trovare lavoro. 2) promuovere l’alta formazione: più facciamo formazione di qualità, più lavoro daremo ai formati. In quali settori? Il discorso merita una trattazione a parte. Ci basterà qui elencare, in ordine sparso, la tutela e valorizzazione del territorio, la riconversione edilizia e urbana, le energie rinnovabili, l’agroalimentare, i beni culturali… Vaste programme, diceva De Gaulle. Chi di dovere si metta al lavoro. Già: letteralmente “al lavoro”. Giorgio Tamaro * Direttore Generale FAPI - Fondo Formazione PMI HANNOVER EXPRESS ANDATA E RITORNO in giornata da Milano ale i c e p s Volo diretto L’unica possibilità di visitare la fiera per 8 ore in un solo giorno la soluzione ideale per risparmiare tempo e denaro Martedì 8 aprile da Milano Malpensa Il pacchetto Hannover Express prevede tutto quanto necessario per arrivare in fiera rapidamente e senza pensieri. La partenza è prevista alle ore 7.30 da Milano Malpensa e, all’arrivo ad Hannover, pullman privati conducono direttamente in Fiera: l’ingresso ai padiglioni è immediato grazie alla tessera precedentemente fornita. Alle ore 18 circa nuovo trasferimento all’aeroporto ed imbarco sul volo per Milano. L’arrivo è previsto alle ore 22 circa. Il pacchetto Hannover Express è apprezzato da molti anni sia dai visitatori italiani, sia dagli espositori che lo utilizzano per invitare in fiera clienti e rivenditori. L’AMMONITORE ha concordato una tariffa speciale ridotta per i propri lettori: 650 € a persona per le prenotazioni confermate entro il 28 febbraio. Dopo tale data la quota è di 720 €. Per informazioni e prenotazioni: Hannover Express - Tel. 02 53578213 E-mail: [email protected] - Prenotazioni on line: http://www.hannoverexpress.it 30 - 4/2013 INNOVARE CON LA FORMAZIONE CON UNO SCATTO… LE EMOZIONI DEL 2013 E LE ATTESE PER IL FUTURO È a cura di Gabriella Longu giunta a conclusione la fase di valutazione delle foto del concorso “Con uno scatto…Le emozioni del 2013 e le attese per il futuro” promosso da Isfor Api tra tutti i residenti in Sardegna. Una occasione importante per riuscire a focalizzare su aspetti concretamente reali le esigenze e le aspettative delle persone che vivono intorno a noi. La macchina fotografica assume le sembianze di una maschera che impedisce agli altri di vedere ma consente la possibilità di esprimere; la macchina fotografica come “facilitatore” delle emozioni. Ed ecco apparire colpi di luce, mari Prima classificato “Fermarsi sul ciglio “di Salvatore Pistis in inverno, acque colorate e bambini che si muovono e anziani che lavorano. Ma la Sardegna è anche terra di pianto e di case diroccate, natura straordinaria ma anche demolitrice…illusione e disillusione ma anche speranza questo raccontano le foto, questo ci dicono coloro che hanno avuto “il coraggio” di osare e di inviare le proprie emozioni celate da uno scatto fotografico. La commissione, composta da esperti fotografi Antonio Mannu, Piergiorgio Dessì, Cesello Putzu, docenti universitari Giuseppe Puggioni, Gianfranco Bottazzi e responsabili della INNOVARE struttura il presidente Italo Senes e il direttore generale Gabriella Longu nonché due artisti Massimo Boi e Lucia Pietrobon hanno analizzato, valutato e discusso a lungo sulla scelta delle prime tre classificate ma alla fine all’unanimità la scelta è stata fatta. Contestualmente una giuria popolare sta votando le foto allo scopo di “sfruttare” al massimo l’opportunità che sta dando il concorso per conoscere in maniera più adeguata e più diretta le emozioni, le aspettative e le debolezze delle persone che con cui condividiamo la vita senza accorgercene. Le foto scelte sono quelle, che a detta della commissione, sono riuscite a trasferire: immediatezza ed efficacia del messaggio, capacità di suscitare emozioni e che hanno dato maggiormente, attraverso la scelta dell’immagine, una certa forza al tema del concorso. La prima classificata “Fermarsi sul ciglio”: “Un’immagine di paesaggio urbano correttamente composta con un elemento che lo esplicita”; Il paesaggio è percepito. Foto realizzata da Salvatore Pistis. La seconda classificata “Futuro”: un ritratto semplice ma molto intenso, uno sguardo chiaro e bello. Foto realizzata da Daniele Pontis. La terza classificata “Movimento”: una composizione efficace e una nidiata di bambini che rappresentano una speranza per il futuro imprevisto e imprevedibile. Foto realizzata da Aleksandrina Gavrilova Daskalova. Il dibattito, previsto in occasione della premiazione delle foto, il 20 dicembre nella struttura dell’Exmà a Cagliari sarà un ulteriore momento di approfondimento e di lettura sui bisogni e attese della nostra società. 4/2013 - 31 Seconda classificato “Futuro” di Daniel Pontis Verranno spiegate le valutazioni, le motivazioni che hanno portato alla scelta delle foto e sulla base di queste tutti i partecipanti saranno invitati ad condividere la propria opinione sull’argomento. La mostra fotografica rimarrà aperta fino al 29 dicembre e ospiterà anche opere di tre ceramisti sardi Massimo Boi, Giampaolo Mameli e Raku di Cristina di Martino. Un connubio di arte ma anche occasione di riflessione, condivisione di “letture” diverse del nostro vivere il 2013 per poter intervenire con una maggiore consapevolezza nel nostro immediato “futuro”. Terza classificata “Movimento” di Aleksandrina Gavrilova Daskalova * Isfor Api 32 - 4/2013 MATERIALI INNOVATIVI Materiali Innovativi E ormai comune leggere su riviste e giornali articoli relativi a biomateriali, materiali biodegradabili, biocompatibili e biopolimeri. Queste classi di materiali stanno acquisendo sempre più importanza a diversi livelli: sociale, industriale ed economico, tuttavia non è infrequente trovare usi impropri per queste parole che possono portare a incomprensioni. In questa rubrica abbiamo già accennato ai materiali biodegradabili e riteniamo utile approfondire in una serie di pubblicazioni i temi relativi ai materiali “bio”, sperando di accendere la curiosità del lettore sulle diverse classi di BIOMATERIALI A partire da questo numero e per le prossime uscite, il prof. Perale ci spiegherà cosa sono i biomateriali da un punto di vista generale, alternando la descrizione a esempi pratici e presentando importanti casi di successo imprenditoriale e di elevato contenuto tecnologico e innovativo. A. Castrovinci I BIOMATERIALI M a cura di Giuseppe Perale olto spesso, purtroppo, taluni termini tecnico-scientifici sono impropriamente utilizzati e spesso abusati, soprattutto quelli che possono sembrare “alla moda”: è questo, per esempio, il caso di termini quali “bio- Scaletta tematica su 6 uscite 1. biomateriali 2. biocompatibilità – egitto – il concetto di biocompatibilità in senso solo medico, fili da sutura, catgut, prime protesi esterne ed interne (primi interventi chirurgici) 3. biodegradabilità – persia – derivati dello zucchero, amidi, i biopolimeri 4. biostabilità – cina – la seta, dalle suture alle nanoparticelle per controlled drug delivery 5. inspire by nature – sostituti ossei compositi NZ-CH 6. totally designed – nanobiomateriali, dendrimeri, etc etc compatibilità”, “biodegradabilità”, “biomateriali”, e altri affini. Questi concetti, infatti, appartengono all’ambito delle scienze della vita le quali sicuramente occupano un posto di primo piano per il loro diretto e immediato impatto che hanno non solo nell’immaginario collettivo ma anche in quello più tangibile e pratico della quotidianità legata alla cura della salute propria. Questa rubrica vuol essere una sorta di viaggio verso oriente che, simbolicamente, ci porti a conoscere le diverse definizioni tecniche attraverso un cammino virtuale, anche storico: iniziamo pertanto oggi questo viaggio partendo dalla definizione base di “biomateriale” data da IUPAC1; andremo poi nell’antico Egitto alla ricerca delle origini del concetto di biocompatibilità; attraverseremo la culla della civiltà mediorientale per scovare le radici scientifiche INNOVARE della biodegradabilità; seguiremo quindi le orme di Marco Polo lungo la via della seta per introdurre il concetto opposto, ovvero di biostabilità; di lì attraverseremo l’Oceano e andremo agli antipodi, nell’ultimo mondo, per conoscere un tipico esempio di biomateriali “ispirati dalla natura” (inspired by nature); e termineremo il nostro virtuale giro del globo con una tappa Statunitense per curiosare nei trends futuri dei nanobiomateriali che oggi si affacciano sulla scena internazionale come un settore molto promettente e in continua e rapidissima evoluzione. È doverosa premessa dire che il mondo dei biomateriali è estremamente vasto e pertanto ne consegue che possa essere fatto da “correnti” di pensiero e di “credo” scientifico che non sempre sono allineate, anzi, talvolta sono origine di accese discussioni. E questo, però, è parte della scienza moderna, fortunatamente non dogmatica, che deve sempre mettere in discussione le proprie teorie e con esse le proprie definizioni, attraverso il confronto tra pari in un comune cammino costruttivo alla ricerca di interpretazioni, spiegazioni e comprensioni sempre più raffinate e precise. Qui non si vuole fare un trattato epistemologico, né tediare alcun lettore; partiamo dun- 4/2013 - 33 que con una definizione ufficiale, ovvero quella IUPAC1: «a biomaterial is a material exploited in contact with living tissues, organisms, or microorganisms». Come tutte le definizioni brevi e sintetiche, all’apparenza molto eleganti ma purtroppo non esaustive, questa definizione fa sorgere subito agli occhi del lettore critico diverse osservazioni e solleva dubbi e domande. D’istinto, infatti, parlando di biomateriali il pensiero corre immediatamente al mondo medico, trascurando erroneamente tutto il settore cosiddetto ambientale, tutt’altro che marginale o privo di spunti di notevole interesse. La medesima posizione, per altro, espressa implicitamente all’inizio di questo articolo! La definizione IUPAC può, infatti, essere tradotta e parafrasata facendo riferimento a quei materiali che sono posti in contatto con “sistemi viventi” di qualsiasi tipo2, siano essi il corpo umano, oppure un terreno agricolo, oppure un sacco per la raccolta dei rifiuti organici domestici (strapieno di microorganismi), solo per citare tre esempi apparentemente estremi. Questi ultimi tre esempi tanto lontani poi non sono, poiché la scienza alla base dei teli da pacciamatura, o dei sacchi biodegradabili, è la medesima che sta alla base, per esempio, delle matrici (dette scaffolds) per la rigenerazione delle cartilagini lesionate. 34 - 4/2013 MATERIALI INNOVATIVI Questo nostro breve e metaforico viaggio ci concede lo spazio per concentrarci solo sui temi di attinenza medicale, senza pur nulla togliere alle applicazioni ambientali dei biomateriali e a tutti i temi connessi che saranno tuttavia sempre menzionati. Cerchiamo quindi di calarci nel settore medicale, inteso nel suo senso più ampio, e andiamo alla ricerca di una definizione chiara ed esaustiva, prendendo spunto da due testi accademici che sono considerati il riferimento mondiale in questo ambito: un biomateriale è un materiale che si interfaccia con i sistemi biologici umani, per valutare, trattare, aumentare o sostituire un qualunque tessuto, organo o funzione dell'organismo con cui è in contatto. L’interazione che ne scaturisce è pertanto bilaterale, ovvero, tra il biomateriale e l’organismo con cui è posto in contatto e viceversa, e può avvenire principalmente su tre diversi livelli: fisico-chimico, molecolare e cellulare. La tipologia d’interazione offre una prima metrica di categorizzazione: biodegradabile o biostabile; per contatto temporaneo o permanente; attivo o passivo. Il secondo metro di categorizzazione di mas- sima è la composizione e il processo di produzione dove, rifacendosi alla scienza e alla tecnologia dei materiali più in generale, i biomateriali possono essere suddivisi in metallici, polimerici, ceramici, vetri, compositi e di origine naturale. L’utilizzo e la funzione sono altri parametri attraverso i quali descrivere i biomateriali, spesso facendo riferimento sia ai prodotti ed ai dispositivi che da essi si ottengono, sia alla specifica applicazione clinica che vanno a svolgere. In questo ambito gli esempi si sprecano e spaziano dalle valvole cardiache ai fili da sutura, dalle protesi articolari alla strumentazione chirurgica, dalle matrici per ingegneria dei tessuti alle lenti a contatto, fino ai sistemi per il rilascio controllato di farmaci e agli innesti di origine animale per la rigenerazione dei difetti ossei. Nel corso di questa rubrica avremo modo di approfondire i più rilevanti tra questi specifici concetti anche attraverso esempi concreti, facendo un viaggio in questo mondo che ha oltre 4000 anni di storia! Giuseppe Perale, PhD *www.icimsi.ch Note 1 IUPAC, acronimo di International Union of Pure and Applied Chemistry, ovvero l’Unione internazionale di chimica pura e applicata, una organizzazione non governativa internazionale, dedita al progresso della chimica, responsabile di gran parte della standardizzazione del mondo chimico in ambito terminologico, ma non solo, fu costituita nel 1919 a Londra. http://www.iupac.org 2 una sbirciata su Wikipedia e troviamo infatti: “A biomaterial is any matter, surface, or construct that interacts with biological systems”. 3 D. F. Williams, ed. (2004). Definitions in Biomaterials, Proceedings of a Consensus Conference of the European Society for Biomaterials. Amsterdam: Elsevier. B. D. Ratner et al. (2012). Biomaterials Science, 3rd Edition: An Introduction to Materials in Medicine.Waltham (MA, USA): Academic Press. 36 - 4/2013 COMONEXT EVENTI Inaugurato il secondo lotto con opere della collezione Panza All'inaugurazione erano presenti Paolo De Santis, Presidente Camera di Commercio di Como, Giorgio Carcano, Presidente di ComoNExT, Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo, Massimo Garavaglia, Assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Giovanni Rusconi, Sindaco di Lomazzo La giornata inaugurale del secondo lotto ComoNExT È stato inaugurato, lunedì 25 novembre, il secondo lotto di ComoNExT, che grazie ai suoi 2000 mq porta la superficie attualmente fruibile del Parco Scientifico Tecnologico di Lomazzo a 14.000 metri quadrati. Anche questa nuova area è stata ricavata attraverso un’attenta riqualificazione (come la prima, curata dall’arch. Ado Franchini) di alcuni spazi dell’ex Cotonificio Somaini, edificio di fine Ottocento dismesso ormai da molti anni: una scelta che testimonia la volontà di mantenere l’originaria destinazione industriale, in una sorta di continuum tra il settore manifatturiero tradizionale e il nuovo modo di fare impresa. A differenza degli spazi del primo lotto, le nuove aree sono state destinate a due tipologie di insediamento differenti. La prima tipologia (1300 mq), che si sviluppa su tre piani, sarà attrezzata, anziché con uffici/laboratori privati, con postazioni lavoro complete in open space, molto flessibili e usufruibili anche per periodi brevi. La nuova area potrà ospitare fino a 90 postazioni e sarà destinata in particolare alle start up e alle giovani imprese ospitate dall’Incubatore (molte delle quali selezionate attraverso il Bando In- Primo Parco Scientifico Tecnologico della provincia di Como, ComoNExT, inaugurato il 28 maggio 2010, nasce dall’iniziativa della Camera di Commercio di Como tramite la consociata Sviluppo Como con il sostegno di partner territoriali tra cui il Comune di Lomazzo, le Associazioni d’Impresa comasche, gli istituti bancari soci di Sviluppo Como e la Fondazione Politecnico di Milano. ComoNExT si propone di attirare aziende caratterizzate da contenuti innovativi, mettendo a disposizione spazi logisticamente all'avanguardia, con infrastrutture avanzate e laboratori di ricerca attrezzati, uno staff di tecnici per il supporto alle aziende insediate nei loro processi di innovazione e proponendosi come luogo di incontro dove sviluppare idee innovative e nuove tecnologie. ComoNExT, che nell’agosto 2013 ha ottenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico il riconoscimento di Incubatore Certificato, fin dalla sua nascita nel 2010 sostiene anche l’avvio di start-up innovative (attualmente ne sono presenti 25), ne supporta la costituzione e le affianca nei primi tre anni di vita mettendo a disposizione spazi, risorse, la fruizione di servizi specialistici e l’accesso a reti di conoscenze. Attualmente a ComoNExT sono insediate 73 aziende per un totale di oltre 400 addetti con un’età media di 35 anni. Informazioni: www.comonext.it INNOVARE cubatore d’Impresa promosso da CCIAA di Como e ComoNExT), ma si aprirà anche a possibilità di coworking. La seconda tipologia consiste nella ristrutturazione di un edificio di complessivi 700 mq (ex scalo merci) che verrà adibito all’insediamento di un’azienda ad elevatissimo contenuto tecnologico nel settore delle nanotecnologie. In occasione dell’apertura del secondo lotto si è dato il via a una prestigiosa collaborazione con la Collezione Panza, attraverso l’esposizione temporanea di alcune opere. Le opere esposte, in tutto sei, provenienti dalla Collezione Panza, sono di Allan Graham e Carl Ostendarp e saranno visibili a ComoNExT fino al 31 maggio 2014. La mostra è il primo passo di un percorso che la Camera di Commercio di Como, in collaborazione con la Collezione Panza, intende intraprendere con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea come fonte di energia per il territorio e il suo tessuto economico. 4/2013 - 37 38 - 4/2013 EVENTI FA’ LA COSA GIUSTA! L'undicesima edizione della fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili a fieramilanocity dal 28 al 30 marzo 2014 D al 28 al 30 marzo, nei consueti padiglioni di fieramilanocity, tornerà l'undicesima edizione di Fa' la cosa giusta!, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo Eventi e Insieme nelle Terre di mezzo onlus. Dopo il successo dell'edizione 2013, chiusa con 72mila presenze - in crescita di circa l'8% rispetto all'anno precedente – non mancheranno le novità, centinaia prodotti e idee per rendere la propria vita a misura d'uomo e d'ambiente. Fa’ la cosa giusta! è il principale evento nazionale completamente dedicato al consumo critico e agli stili di vita sostenibili. Una fiera che parla contemporaneamente al grande pubblico, ai gruppi d'acquisto e agli addetti ai lavori in ambito green. Un luogo in cui i cittadini trovano progetti innovativi e creativi e le aziende all’avanguardia in tema di sostenibilità ambientale e sociale presentano al pubblico i loro prodotti e servizi. L'evento in cui le associazioni, i gruppi informali di consumatori, si scambiano buone pratiche per la costruzione di un’economia solidale, mentre le istituzioni e gli enti locali si confrontano sulle best practice per un cambiamento virtuoso del nostro stile di vita. Lo spazio in cui le scuole si mettono alla prova su economia, mercato, sogni e giustizia. L'edizione 2014 si articolerà in undici sezioni tematiche, che spazieranno dall'alimentazione biologica alla moda etica, passando per la mobilità elettrica, il mondo dell'infanzia, il turismo consapevole e la cosmesi naturale. Vi saranno focus specifici sulle nuove tecnologie applicate alla sostenibilità e sulla valorizzazione dei cibi e dei prodotti della tradizione popolare. All'innovazione dal basso e agli “artigiani digitali” sarà dedicata l'area “Green Makers” un luogo d’incontro per designer, inventori e autoproduttori in cui professionisti e semplici appassionati potranno scambiarsi idee, condividere progetti, provare macchine all'avanguardia e spe- INNOVARE 4/2013 - 39 rimentarne le possibili applicazioni. All'interno dello spazio makers saranno presenti realtà ad alto contenuto tecnologico con caratteristiche di open source, autoproduzione e basso impatto ambientale. Verranno presentati, inoltre, prodotti e servizi utili a ridurre il “gap” tra l'idea e la sua realizzazione e che pongono l'accento sulla cultura della produzione, creazione e condivisione. Gli amanti della tradizione culinaria popolare potranno ripercorrere la tradizione culturale italiana all'interno della “Locanda di Fa' la cosa giusta!”, attraverso mostre, lezioni di cucina, degustazioni, laboratori e incontri, partendo da quegli ingredienti base antichi e gustosi, che erano quotidianamente presenti sulle tavole dei nostri nonni. Inoltre ci sarà l'occasione per imparare a fare da sé: grandi e piccini potranno mettersi alla prova con laboratori di cucina, di autoproduzione di cosmetici e all'interno di workshop in cui imparare a realizzare vestiti e accessori con materiali di recupero. www.falacosagiusta.org 40 - 4/2013 EVENTI 50ª EDIZIONE DI SMAU Tre giorni dedicati agli imprenditori e alla crescita e competitività delle imprese S i è conclusa la 50ª edizione di Smau che ha visto oltre 51.000 visitatori varcare in tre giorni le porte dei padiglioni 1 e 2 di fieramilanocity per esplorare le idee innovative di più di 200 startup e centri di ricerca, più di 500 novità tecnologiche dei principali protagonisti del settore e partecipare agli oltre 600 workshop in programma. «Questa edizione ha posto al centro dell’attenzione il ruolo da protagonista dell’imprenditore all’interno di un contesto, quello italiano, caratterizzato da una presenza predominante di Piccole e Medie Imprese, cuore pulsante della nostra economia. È proprio da questa figura che deve partire il processo di rinnovamento e di sviluppo che trova le sue basi nell’Innovazione e nelle tecnologie digitali. Affinchè ciò sia possibile l’imprenditore deve avere il supporto di tre attori fondamentali: startup, imprese del settore digital e Regioni. Le startup, in primis, in quanto rappresentano il laboratorio di ricerca esterno alle imprese, in grado di parlare lo stesso linguaggio degli imprenditori, e che per questo hanno il compito di trasferire nuove idee e progetti che possono dare una svolta in positivo alla loro attività. Le imprese del digital che si occupano di fornire gli strumenti più adeguati per avviare il processo di innovazione in azienda e, non ultime, le Regioni che rappresentano l’anello di congiunzione tra i fondi erogati dalla Comunità Europea e le imprese italiane, concretizzando quindi tutte le opportunità per accedere ai bandi e finanziamenti a supporto dell’innovazione e della crescita delle imprese» dichiara Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau. L’edizione è stata quindi l’occasione per riunire questi tre attori, nell’ambito dei numerosi convegni e appuntamenti in programma, a ini- ziare dal convegno d’Apertura “Startup, innovazione e imprese: le Regioni protagoniste” un appuntamento che ha voluto fornire al pubblico di imprenditori e manager in sala indicazioni concrete su come accedere agli oltre 87 miliardi di fondi strutturali messi a disposizione della Comunità Europea. A questo proposito sono infatti intervenuti gli Assessori alle Attività produttive di alcune Regioni Italiane più dinamiche, tra cui Mario Caligiuri, Assessore alla Ricerca di Regione Calabria, Loredana Capone, Assessore Sviluppo economico Regione Puglia, Mario Melazzini, assessore Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, Gian Carlo Muzzarelli, assessore Attività produttive di Regione Emilia Romagna, Guido Trombetti, vice Presidente e Assessore Università - Ricerca scientifica della Regione Campania e, in videoconferenza, Agostino Ghiglia, assessore Ricerca e Innovazione di Regione Piemonte, tutti concordi sull’importanza di destinare fondi alla ricerca e all’innovazione: nella sola Lombardia, per esempio l’obiettivo è di arrivare a un investimento in ricerca e sviluppo pari al 3% del PIL. Nel pomeriggio di mercoledì, riflettori ancora puntati sulle startup con il Premio Lamarck che ha consegnato un riconoscimento a CheckApp, Flighttech Italia, U-Hopper e Spillover. Tra gli interventi dei vari relatori presenti, significativo il commento di Massimo Russo, direttore di Wired. «Finalmente si vedono applicazioni pratiche che escono dalla retorica – ha detto Russo – Servono startup che diventino aziende. Non contano i fallimenti, perché sono insiti nella natura delle startup. Conta solo la capacità di rialzarsi e innovare». INNOVARE Giovedì è stata la volta del Premio Smart City che ha portato sul podio i comuni di Varese, Treviso, L’Aquila e l’Asl Napoli 2. Nell’ambito del Convegno che ha preceduto la consegna dei premi è intervenuto anche Francesco Profumo, in rappresentanza del Presidente Anci che ha affermato: «L’aggettivo ‘smart’ non significa solo ‘intelligente’, ma ha un significato più ampio, più ‘amichevole’ nei confronti dei cittadini. Smart vuol dire avviare una cultura diversa: un processo che prevede tre grandi attori: il territorio, le persone e i digital device, che voglio chiamare sensori intelligenti.Tutti e tre generano dati da considerare su piani separati. Dobbiamo cominciare ad interpretarli in modo verticale per promuovere una diversa progettazione delle città, così da renderle più ‘amichevoli’». La seconda giornata si è conclusa con il convegno “Lombardia Digitale, Expo 2015 e opportunità per le imprese ICT del territorio: E015 e il Digital Ecosystem di Expo” che ha posto al centro del dibattito la questione essenziale del coinvolgimento e della valorizzazione delle imprese ICT Piccole e Medie del territorio che attraverso l’ambiente digitale basato sugli Open Services E015 possono cogliere nuove opportunità per lo sviluppo di business innovativi. L’importanza della piattaforma E015 per le imprese del digital è stata sottolineata da Pietro Guindani, coordinatore progetto strategico ICT per Expo 2015, il quale ha aggiunto che uno dei principali obiettivi della piattaforma è quello di far incontrare domanda e offerta di servizi favorendo la nascita di nuovi progetti. L’ultima giornata di Smau è stata invece dedicata ai campioni d’innovazione. Si è partiti alle ore 10 con gli Smau Mob App Award, realizzati in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano hanno ricevuto il premio per la categoria consumer City1Tap Milano, sviluppata da RCS Mediagroup con Accenture, Where’s up, Aritmeticando della startup Milanese App42, AmpliTube for IPad della startup modenese IK Multimedia Production, l’applicazione La3 sviluppata dall’omonimo canale televisivo, Autobus AroundMI, 4/2013 - 41 Le dichiarazioni di alcuni espositori presenti Paolo Susani di ZUCCHETTI «L’edizione di Smau trascorsa ha sancito l’unione delle reti Microarea e Zucchetti all’interno del nostro gruppo – dichiara Paolo Susani, direttore vendite canale indiretto di Zucchetti – e questo obiettivo è stato raggiunto accelerando notevolmente le integrazioni tra i prodotti per dare ai clienti un’offerta sempre più completa dal punto di vista della gestione aziendale. Proprio grazie all’ottimo lavoro svolto dalla rete distributiva, anche nel 2013 il gruppo Zucchetti crescerà di oltre l’8%, in un settore IT che, secondo gli analisti, registrerà un preoccupante -4%. La nostra partecipazione alla fiera milanese è stata coronata anche dal Premio Innovazione ICT, vinto da QVC Italia, retailer multimediale nato negli Stati Uniti e specializzato nello shopping televisivo, con un progetto basato sulle soluzioni Zucchetti per la gestione del personale. La giuria del Politecnico di Milano ha premiato il nostro caso di successo perché le caratteristiche tecnologiche della suite HR Zucchetti e, in particolare, la base dati unica per l’intera piattaforma di gestione del personale, hanno permesso a QVC Italia di integrare l’elaborazione delle paghe sia con le attività di budgeting e monitoring in riferimento alle varie componenti di costo del personale, sia con la pianificazione dei turni, utilizzando il portale aziendale per lo scambio di informazioni via web tra i dipendenti. Ciò ha consentito all’azienda una notevole ottimizzazione dei tempi di lavoro a supporto del business». 42 - 4/2013 EVENTI Riccardo Signorini consigliere delegato e cofondatore di AMBROGIO Per Ambrogio quella di ottobre 2013 è stata la prima volta allo SMAU da protagonista, ossia da espositore. È andata molto bene, grazie al grande interesse suscitato dalla novità Ambrogio Cloud, una vera e propria rivoluzione nel settore, perché è il primo prodotto che permette alle aziende di avere traffico telefonico e internet completamente gratuiti, con 8 linee telefoniche e 2 ADSL gestiti e una piattaforma integrata per la condivisione dei dati aziendali, anche “on cloud”, sia attraverso postazioni telefoniche fisse che mobili. E tutto senza alcun costo di installazione e mantenendo i numeri telefonici esistenti. «Questa soluzione, interamente sviluppata all’interno dagli ingegneri del Reparto Ricerca e Sviluppo di Ambrogio, si interfaccia perfettamente con qualsiasi centralina e si installa in una giornata – spiega Riccardo Signorini, consigliere delegato e co-fondatore di Ambrogio - senza alcun disagio per l’azienda, né spese di installazione: 6,99 euro al giorno è il costo per l’utilizzo di Ambrogio Cloud,” la connettività e tutto il traffico telefonico e internet sono invece “free of charge”. Condivisione dei dati e massima integrazione sono oggi strategiche per le aziende e con Ambrogio Cloud i cellulari legati all’azienda sono reperibili anche all’estero come se fossero comuni postazioni aziendali e qualsiasi device ha le stesse potenzialità per la condivisione dei dati in modalità cloud. La versione presentata allo Smau è la prima di una serie, che verranno rilasciate nei prossimi mesi». Skiddy the Slippery Puzzle, l’App Unieuro, Pointistic, sviluppata dall’omonima startup, Movy App. Per la categoria business sono invece vincitori: DCC 3D di Ikon per Danieli Centro Cranes, Sinfo Mobile Networks di Sirti, Tiroldea4 di Macwin e Payleven. Antonio Scardino, 20 anni ha ricevuto il riconoscimento come miglior sviluppatore Under 25 con 14 app all’attivo tra cui BiciMi4Social, Sara Colnago, invece è stata selezionata per il premio Donna Imprenditrice. Alle ore 12 è stata la volta del Premio e-Government i “campioni del Riuso” realizzato in collaborazione con l’Osservatorio e-Government della School of Management del Politecnico di Milano che ha premiato i 10 progetti più innovativi di applicazione del paradigma del riuso: Comunità Montane Valli del Verbano con il Progetto GIT, Comune di Novara con il Progetto GIT, Comune di Monza con il Progetto GIT, Comune di Milano con il progetto GIT, Comune di Padova con il Progetto P@Doc, Provincia di Brescia con il Progetto Cruscotto delle Performance, Provincia di Como con il progetto SitiPA ProvComo, Regione Piemonte con tre progetti: Progetto MUDE, Progetto Acta – Archivio Protocollo Informatico e Progetto Dati Piemonte. L’evento è stato l’occasione per sottolineare la necessità di «creare una struttura sul modello di Wikipedia, che organizzi i progetti che nascono spontaneamente dal basso. Questo per favorire il paradigma del riuso, una pratica che porta importanti vantaggi economici e più efficienza nei servizi a cittadini e imprese», ha affermato Giuliano Noci Responsabile Scientifico Osservatorio eGovernment School of Management del Politecnico di Milano. Il Premio Innovazione ICT ha concluso il programma di eventi della giornata. Sono 12 i progetti vincenti di adozione delle tecnologie digitali: Poltro- INNOVARE 4/2013 - 43 na Frau per un progetto realizzato in collaborazione con Alterna, Unicredit per un progetto realizzato in collaborazione con Namirial, Artoni, per un progetto realizzato in collaborazione con Dedagroup, business partner IBM, SNAM, Gruppo Rina per un progetto realizzato con il supporto di Top Consult, Galbusera, per un progetto realizzato in collaborazione con Dell, Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, per un progetto realizzato in collaborazione con NETAPP e VEM sistemi, Marco Polo Shop, Roma TPL per un progetto realizzato in collaborazione con Vodafone, Caviro per un progetto realizzato in collaborazione con Alterna, QVC Italia per un progetto realizzato in collaborazione con Zucchetti. Per la categoria ICT nel Retail ha ritirato il premio il Distretto del Commercio di Abbiategrasso, Ascom BeM per il progetto Fidelity Card. Nell’ambito del Premio si è passati successivamente a consegnare una Menzione Speciale “Made in Italy” all’azienda produttrice di tecnologie ICT italiana Sistemi Hardware Comitec, business Partner Intel. Inoltre è stato consegnato il Premio Cluster “Best in Show” ai labora- tori e centri di ricerca presenti in fiera. Hanno ritirato il premio: Tecnogranda per il Cluster Agrifood, Ghepi per il Cluster Fabbrica Intelligente, Alta Lab per il Cluster Scienze della Vita, CSP Piemonte per il Cluster Tecnologie per le Smart Communities, SXT per il Cluster Tecnologie per gli Ambienti di Vita, Cosvig per il Cluster Energia, Vega Informatica per il cluster ICT. Dopo Milano, Smau prosegue il suo tour in giro per l’Italia a Napoli il 12 e 13 Dicembre, Bari il 12 e 13 Febbraio, Roma il 19 e 20 marzo, Padova il 16 e 17 aprile, Torino il 7 e 8 maggio e Bologna il 4 e 5 giugno. TTS - Technology Transfer System «Al termine della 50ª edizione di SMAU Milano, siamo orgogliosi di registrare l’importante successo riscosso dal nuovo sistema di simulazione che abbiamo presentato, il nuovo servizio per la manutenzione, addestramento, progettazione, monitoring di prodotti complessi, quali macchinari o impianti». Marisandra Lizzi fondatrice iPress «iPress ha partecipato a Smau Milano in duplice veste: siamo stati partner operativi e anche ospiti espositore nell’area di Italia Startup. Per Smau iPress ha curato l’accredito dei giornalisti in Fiera (oltre 500 nell’arco delle tre giornate): la piattaforma infatti è anche uno strumento di pianificazione e gestione degli eventi, oltre ad essere un marketplace che mette in comunicazione gli influencer, giornalisti e blogger, con Uffici Stampa, PR, comunicatori e organizzatori di eventi. In qualità di espositore nell’area dedicata alle startup abbiamo registrato un ottimo successo. Come sempre Smau si rivela una buona occasione per instaurare relazioni B2B e per incontrare personaggi e professionisti del mondo dell’innovazione. Tutti hanno apprezzato iPress, nata nel 2010 come strumento di social network per giornalisti e uffici stampa, e che dopo un lungo periodo di incubazione in Silicon Valley si è profondamente trasformata, fino alla nuova versione presentata proprio a Smau Milano. iPress è oggi una piattaforma unica che offre la possibilità di aumentare i propri follower, scoprire gli influencer, far leggere e valorizzare i propri comunicati stampa, articoli e libri sui temi d’interesse. A oggi sono mappati tramite Linkedin,Twitter e Amazon circa 7.000 giornalisti e blogger e tramite Linkedin,Twitter e Facebook circa 4.000 testate giornalistiche. Contiamo di arrivare a 20.000 giornalisti e blogger profilati entro la fine dell'anno. Cosa ci rimane di questa edizione di Smau? Da una parte il consolidamento della nostra esperienza nell’attività di gestione della partecipazione dei giornalisti a un importante evento. Dall’altra la certezza - a conferma di quanto sperimentato in altri eventi come gli Osservatori ICT del Politecnico di Milano, l’eCommerce Forum di Netcomm e il TTG Rimini - che per il mondo delle startup è essenziale avere momenti di visibilità e di confronto. Per i medi e grandi vendor, Smau, che ringraziamo per aver creduto in iPress, rimane sempre un momento unico per presidiare il mercato». 44 - 4/201344 - 3/2012 EVENTI 100 PER CENTO BUSINESS O Un’evoluzione naturale del CeBIT rientando il CeBIT in modo più specifico sulle esigenze e sugli obiettivi della clientela professionale e allo stesso tempo creando un più stretto collegamento tra area espositiva e momento congressuale, gli organizzatori del salone leader mondiale dell’economia digitale aspirano a proiettare l’evento verso nuovi traguardi. «Intendiamo fare leva sui punti di forza del CeBIT potenziandoli in modo mirato», dichiara Oliver Frese, responsabile del CeBIT nell’ambito del CdA della Deutsche Messe, aggiungendo: «In futuro punteremo al 100 per cento sul business, allineandoci così perfettamente ai desideri dei nostri clienti». Frese sottolinea che nel corso delle ultime edizioni il CeBIT ha sempre più rafforzato la propria posizione di fiera specializzata internazionale per gli addetti ai lavori del settore della tecnologia dell’informazione e della comunicazione. La percentuale dei visitatori qualificati è andata costantemente crescendo, attestandosi sul valore record dell’82 per cento nel marzo di quest’anno. Il fatto che lo scorso marzo un visitatore specializzato su tre fosse un top manager della propria azienda e il 60 per cento degli addetti ai lavori in arrivo da 100 Paesi abbia dichiarato di visitare solo il CeBIT e nessun’altra fiera di settore ha generato grande soddisfazione tra gli espositori, che confermano di avere stabilito contatti d’affari eccellenti. Parlando degli sviluppi futuri del salone, Frese dichiara: «Il CeBIT è già oggi la fiera leader internazionale e l’evento congressuale di maggiore importanza per i professionisti del settore – ma noi intendiamo potenziare questo suo ruolo». L’obiettivo dichiarato si farà tangibile già nel corso della prossima edizione. «Per favorire una sempre maggiore trasparenza nei confronti sia dei visitatori sia degli espositori, creeremo otto ambiti tematici, amplieremo l’offerta rivolta a gruppi target particolari e potenzieremo il programma INNOVARE convegnistico», spiega Frese. A partire dalle quattro piattaforme sulle quali era imperniato il layout espositivo nelle ultime edizioni, gli argomenti trattati saranno redistribuiti in otto aree tematiche, stabilite tenendo conto dei criteri seguiti dai responsabili decisionali del business digitale: Enterprise Resource Planning & Data Analysis, Enterprise Content Management, Web & Mobile Solutions, IT services, Security, Communication & Networks, Infrastructure & Data Centers, Research & Innovations. Questi otto ambiti tematici saranno integrati da offerte speciali per particolari gruppi target. La Global Sourcing Area for Devices & Accessories, ad esempio, tratterà l’intera offerta di componenti, periferiche e terminali che interessa in modo particolare i buyer e gli operatori del commercio. Planet Reseller rimarrà il punto di ritrovo centrale per buyer, grossisti e dettaglianti, mentre il Public Sector Parc continuerà ad offrire soluzioni per la pubblica amministrazione. Saranno invece significativamente ampliate le iniziative rivolte alla domanda e offerta di posti di lavoro e possibilità di carriera – come il programma TectoYou per le nuove leve che ha fatto il suo debutto lo scorso marzo. Il calendario delle CeBIT Global Conferences comprenderà oltre 1.000 tra seminari, conferenze e forum proposti nei padiglioni e sarà ancora più chiaramente strutturato e trasparente. «Il CeBIT è già da anni la più grande conferenza del mondo sull’ICT. Intendiamo mettere a frutto e valorizzare questa sua fisionomia sia raggruppando alcune tematiche, sia dando particolare rilievo a tematiche specifiche», aggiunge Frese. In futuro, inoltre, il CeBIT rivolgerà ancora più specificamente la propria attenzione ai megatrend del settore, che verranno identificati attraverso la collaborazione con noti esponenti dell’industria offerente e utente. Il CeBIT favorirà così un approfondito confronto non solo sul tema conduttore dell’anno ma anche sui temi di tendenza e, con il suo programma di conferenze, si imporrà sempre più come piattaforma per il transfer di know-how e per il dialogo settoriale a livello globale. Anche il nuovo periodo di svolgimento del salone, a partire dal prossimo anno, ne sottolinea ulteriormente il nuovo orientamento professionale. «Il CeBIT si terrà sempre a marzo, per dare una spinta in più alle aziende in apertura del nuovo anno commerciale. In futuro, però, si svolgerà dal lunedì al venerdì, non più dal martedì al sabato». Nel 2014, pertanto, il salone si aprirà lunedì 10 marzo e si chiuderà venerdì 14 marzo. La Deutsche Messe amplierà inoltre note- 4/2013 - 45 Il fondatore di Wikipedia al CeBIT 2014 Jimmy Wales sarà uno dei relatori delle CeBIT Global Conferences La sua visione ha trasformato un intero settore dell’economia ed è entrata nella quotidianità di milioni di persone in tutto il mondo. Stiamo parlando di Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia, considerato una delle teste pensanti più influenti del mondo digitale. Vero e proprio pioniere, Wales ha contribuito a creare un mondo nel quale praticamente ognuno può avere libero accesso alla somma di tutta la conoscenza umana. È noto il suo veemente impegno per una rete libera da ogni controllo o interferenza governativi. Con il suo contributo allo sviluppo della tecnologia dell’informazione e all’impatto che essa ha sulla società, Jimmy Wales alimenta in continuazione discussioni che da tempo ormai vanno al di là dei puri e semplici problemi del mondo online. Wales sarà ad Hannover in occasione del CeBIT 2014, dove parlerà venerdì 14 marzo, dalle 13.00 alle 14.00, nella cornice delle CeBIT Global Conferences. “Jimmy Wales ha dimostrato come sia possibile plasmare e trasformare il mondo digitale attraverso idee creative, spirito di collaborazione e forte senso di responsabilità personale: tutti atteggiamenti, questi, che sono necessari anche per un utilizzo sostenibile e responsabile di grandi quantità di dati – quello che, con il nome di Datability, sarà il tema conduttore del CeBIT del prossimo anno. Siamo pertanto già oggi ansiosi di sentire quello che avrà da dirci in materia”, afferma Oliver Frese, responsabile per il CeBIT nel CdA della Deutsche Messe. Nel marzo 2000 Jimmy Wales lanciò Nupedia, la prima enciclopedia in lingua inglese su Internet, che nel gennaio 2001 si trasformò nel progetto Wikipedia. Nel giugno 2003 costituì poi la Fondazione no profit Wikimedia, da lui diretta fino alla fine del 2006. Oggi è ancora attivo all’interno di questa Fondazione come Presidente onorario. Wikipedia nel (segue a pag. 46) 46 - 4/2013 EVENTI frattempo è diventata il sesto sito web più utilizzato nel mondo. Il suo successo è un esempio particolarmente significativo della rivoluzionaria forza di trasformazione di Internet. Le CeBIT Global Conferences In linea con la maggiore attenzione dedicata al business, il prossimo anno anche l’offerta di conferenze e convegni del salone leader dell’ICT sarà più intrecciata con il programmma espositivo. Il principale highlight del programma collaterale saranno le CeBIT Global Conferences, che nel 2014 verranno organizzate per la prima volta in un padiglione a sé, e per l’esattezza nel padiglione 8. Dal 10 al 14 marzo le Global Conferences offriranno qui una panoramica sulle tendenze e sui temi della tecnologia dell’informazione, delle telecomunicazioni, dei media digitali e della consumer electronics, con la presenza di relatori internazionali di alto profilo del mondo dell’economia e della politica, con workshop e tavole rotonde di esperti. Sono previsti uno speakers’ corner, una networking area e desk per le demo. La partecipazione alle CeBIT Global Conferences, che si terranno in inglese/tedesco, è a pagamento. Per informazioni www.cebit.de/de/cgc volmente i servizi offerti nel quartiere fieristico. Così, ad esempio, i visitatori potranno utilizzare gratuitamente la rete WLAN sia all’interno dei padiglioni sia nell’area scoperta. E anche il servizio guardaroba sarà già incluso nel costo della tessera d’ingresso giornaliera, pari a 60 euro. Dieter Kempf, Presidente dell’Associazione federale tedesca della Information Technology, delle telecomunicazioni e dei new media (BITKOM), ha espresso il suo apprezzamento per un’impronta più professionale del salone e per le iniziative adottate per il perseguimento di tale obiettivo: «Sosteniamo con convinzione gli sforzi attuati per portare il CeBIT a nuovi traguardi. La nuova formula ‘business al 100 per cento’ è un’evoluzione naturale del salone e schiuderà nuovi potenziali di crescita per i nostri associati, dando ancora più risalto ai punti di forza del salone. Per gli espositori, alcuni dei quali investono milioni di euro nella loro presenza al CeBIT, la nuova linea assicurerà l’importante opportunità di concludere un maggior numero di affari». Anche Jan Geldmacher, CEO di Vodafone Global Enterprise e Presidente della commissione espositori CeBIT, è della stessa opinione: «Ci fa molto piacere l’attenzione della Deutsche Messe nel coinvolgere noi espositori nei nuovi sviluppi del CeBIT. Questa attenzione garantisce la perfetta rispondenza, sia dei contenuti sia del layout del salone, alle effettive esigenze delle aziende che partecipano». Considerazioni sulla gestione del capitalismo individuale delle micro e piccole imprese Luigi Pastore Dal caos al cosmo In molti affermano che la crescente imprevedibilità e casualità delle situazioni, rende superflua l’attività di analisi, previsione e programmazione che avrebbe rischi, costi troppo elevati e non è nel DNA dei nostri piccoli imprenditori. Chi ha elaborato questo testo è consapevole di questa difficoltà, ma è convinto che per le PMI e i loro immaginifici titolari, allo stato attuale, un percorso metodologico e programmatorio, per quanto non esaustivo, è pur sempre un avanzamento rispetto ai tentativi ed alle improvvisazioni del passato, che rappresentano oggi il vero limite nello sviluppo di progetti globali e competitivi. in vendita presso Mar.Te Edizioni srl - Per informazioni [email protected] - www.martedizioni.eu 48 - 4/2013 LE PMI SANNO INNOVARE IL RITORNO DEL VINILE S a cura di Valentina Ventricelli* ettanta milioni di metri lineari è il numero che identifica la quantità prodotta dalla Viniltex nei suoi primi 35 anni di attività, motivo per cui lo scorso settembre la famiglia LISO, proprietaria dell’azienda, ha spento le sue prime 35 candeline. Un’azienda con una tradizione e ricca di un patrimonio fatto di 300 clienti e oltre 3.000 articoli distinti per composizione chimica, spessore e colore. Dal 1997 la guida è passata alla seconda generazione ed è appunto l’avv. Salvatore Liso, attuale responsabile amministrativo che ci illustra come un delicato passaggio è stato superato con successo: «Il tasso di mortalità delle aziende nella fase di passaggio generazionale è di circa il 30%, tutto questo nel nostro caso non è avvenuto perché i ruoli da ricoprire erano stati ben definiti in funzione della formazione e esperienze professionali maturate da me e dai miei fratelli». Nata nel 1978 da una intuizione dei fratelli Liso e ubicata ad Andria, in Puglia, a due passi da storici mercati della calzatura da tempo libero come quelli di Barletta e Casarano, ha sviluppato una lunga esperienza nell’ambito della produzione di eco-pelle per tale settore. Il dott. Maurizio Liso, responsabile commerciale, ci racconta dell’andamento del mercato in tutti que- Maurizio, Giuliana, Lorenzo e Salvatore Liso sti anni e della pesante crisi che ha colpito il settore storico, quello appunto della calzatura a seguito della selvaggia globalizzazione, che ha comportato la chiusura di centinaia di aziende calzaturiere. «Saremmo usciti fuori dal mercato anche noi se non avessimo iniziato da circa quindici anni un lento e radicale processo di riconversione, con pesanti investimenti in termini tecnologici e di innovazione nella ricerca di nuovi prodotti. Lo sforzo che abbiamo compiuto è andato all’inizio principalmente in due direzioni: a) cercare nuovi mercati per gli articoli tradizionali destinati alla calzatura, non solo in Italia, ma andando anche all’estero; b) cercare nuovi prodotti da destinare al settore della calzatura, come per esempio gli articoli in poliuretano. Alle fine ci siamo trovati a fare articoli nuovi per mercati nuovi». Infatti oggi la Viniltex è una realtà di riferimento anche nei settori dell'arredamento, della pelletteria e degli articoli per la casa, con una capacità produttiva annua di 5.500.000 mq e forte di un'esperienza autorevole nel mondo della ricerca e del design con prodotti ideali per ogni tipo di esigenza. Specializzata nella realizzazione di articoli in PVC, ottenuti con il metodo della spalmatura di materiali termoplastici su carta realese (carta industriale goffrata) e il conseguente accoppiamento a tessuti di supporto, la Viniltex ha incrementato la sua gamma con una vasta scelta di articoli in poliuretano su basi coagulate. INNOVARE Gli articoli così ottenuti danno luogo a un grande assortimento che si differenzia in funzione del disegno, dello spessore, del colore e del supporto, in un perfetto connubio tra design, hi-tech e innovazione; un prodotto dall’aspetto estremamente naturale, disponibile in una ricca collezione di modelli progettati per qualsiasi utilizzo. La scelta infine è completata da articoli tecnici e performanti destinati al settore della nautica. La superficie in cui la Viniltex opera è di circa 15.000 mq, al cui interno è ubicato un moderno laboratorio di Ricerca e Sviluppo dotato di un impianto pilota, indispensabile per la sperimentazione continua dei prodotti e per lo sviluppo di nuove proposte in grado di soddisfare le richieste di un mercato in continua evoluzione. Termocanali pilota e cabine luce permettono di monitorare la resistenza degli articoli ai vari agenti atmosferici. Quotidianamente vengono sperimentati e prototipati i nuovi articoli, che solo dopo aver superarto tutti i test prefissati, vengono lanciati in produzione per la fase di industrializzazione dell’articolo. Il sistema qualità della certificazione UNI EN ISO 9001:2000 è una ulteriore garanzia di affidabilità e sicurezza, come il costante rapporto di collaborazione tra primari istituti di analisi italiani quali il Cimac, il Centro Tessile Cotoniero, il Lapi, l’istituto Buzzi ed esteri quali il Satra in Inghilterra, il Pfi in Germania e il Ferro in Usa. «Solo così riusciamo a ottenere rivestimenti in eco pelle che risultano essere un perfetto connubio tra design, hi-tech e innovazione; un prodotto dall’aspetto estremamente naturale, disponibile in una ricca collezione», ci dice la dott.ssa Giuliana Liso, a capo del laboratorio di R&S e dei progetti di innovazione tecnologica. «Gli investimenti degli ultimi anni sono stati rilevanti, basti pensare che il vecchio impianto di spalmatura è stato sostituito con una nuova linea a 4 teste spalmanti e da quattro nuovi termocanali. È stato introdotto un nuovo reparto di finissaggio dotato di un moderno impianto di goffratura che permette di realizzare articoli sempre più simili ai prodotti naturali, resistenti, facili da pulire, e senza dubbio in linea con il rinnovarsi dei trend, grazie all’utilizzo di cilindri goffratori per le operazioni di finitura». La dimostrazione è la realizzazione del vasto assortimento di rifiniture quali effetti rettilati e anti- 4/2013 - 49 cati, effetti pull-up e screpolati. Il successo ottenuto dalle ultime collezioni, con una nuova linea di articoli che riproducono un formidabile “effetto seta”, sono la dimostrazione del costante impegno rivolto dal laboratorio R&S nella progettazione di articoli sempre più innovativi. Un esempio evidente è la linea dedicata agli articoli ignifughi, che grazie alle certificazioni ottenute, hanno destato notevole interesse da parte di buyers internazionali del mondo dell’arredo destinato al CONTRACT. «Attualmente annoveriamo certificazioni di resistenza alla fiamma riconosciute in Italia ed all’estero quali le: UNI VF 9175 -Class 1I M; NF 16-101:1988 -F2; NF P 92501-7 -Class M2; BS 5852 part. 2 - Cigarette e match test; BS 7175 -CRIB 5 - GS 97038. Continui investimenti tecnologici e processi produttivi computerizzati costituiscono il cuore della filosofia aziendale. Lo dimostrano i risultati ottenuti nella sperimentazione di prodotti resistenti all’attacco di muffe – antimicrobici come testimoniano le certificazioni SN 195/921 – OIT. Inoltre rivolgendosi a mercati prevalentemente europei, dalle nostre produzioni sono state escluse tutte le sostanze vietate dalla normativa Reach, in particolar modo sono stati eliminati gli Fthalati, in modo tale da soddisfare le richieste di articoli destinati al contatto dei bambini». Una particolare attenzione è rivolta al rispetto dell’ambiente di lavoro interno ed esterno. Moderni impianti monitorizzano costantemente il ciclo produttivo neutralizzando le emissioni dei processi di lavorazione. A partire da 2010 la Viniltex ha fatto una scelta di campo, diminuendo e gradualmente eliminando le emissioni di gas serra. Al fine di raggiungere una sostenibilità del proprio sviluppo, attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza nell’uso dell’energia, ha poi installato un proprio impianto fotovoltaico, dotato di pannelli di ultima generazione che permettono la produzione annua di circa 70.000 kWh con un risparmio energetico del 25%. La Viniltex si identifica pertanto nello slogan "per uno sviluppo sostenibile", un chiaro segnale di come l’azienda operi nel pieno rispetto dell'ambiente e della qualità della vita. * Confapi Bari e BAT 50 - 4/201350 - 3/2012 LE PMI SANNO INNOVARE L’intervista CHIC E GREEN Il fazzoletto di cotone N a cura di Cristina Gualdoni el 1954, Sandro Graziina fonda la Manifattura Graziina a Gallarate, uno dei più importanti centri del tessile italiano e dà origine alla produzione e alla commercializzazione di fazzoletti in cotone. L'attività prosegue negli anni mantenendo un vivace ascolto delle tendenze del mercato e del gusto in evoluzione, consentendo alla Manifattura Graziina di diventare una riconosciuta azienda di riferimento nel proprio settore. A quasi 60 anni dall'esordio, la Manifattura Sandro Graziina, oggi diretta da Maria Giovanna Graziina, impegna le proprie risorse verso una riscoperta del prodotto, inteso non solo come strumento d'uso o oggetto di gusto e classe, ma prezioso elemento per chi conduce una vita al- l’insegna del rispetto delle risorse naturali. Sig.ra Maria Giovanna Graziina ci riassume in breve le tappe fondamentali che hanno segnato la vostra storia? La Graziina è nata nel 1954 con attività produttiva di tessitura di fazzoletti di cotone. Nel 1974 tutta la produzione è stata spostata non lontano dalla sede, sempre a Gallarate e questa azienda è stata attiva fino al 2008. Le fasi di lavorazione successive a quelle della produzione del tessuto sono sempre state delegate all’esterno appoggiandosi ad aziende strutturate per candeggio e stampa o laboratori per il taglio, l’orlatura, la stiratura e il confezionamento dei fazzoletti. Da ormai una ventina d’an- INNOVARE ni alla produzione in Italia se ne è dovuta necessariamente affiancare una all’estero, con aziende selezionate da noi nel tempo. In che senso selezionate? Le aziende dalle quali ci approvvigioniamo oltre a fornire il prodotto secondo le caratteristiche che soddisfano le esigenze del nostro mercato, operano garantendo idonee condizioni di lavoro ai propri dipendenti oltre che il rispetto dell’ambiente nelle diverse fasi di lavorazione. Oggi quindi di cosa vi occupate? Definiamo le collezioni, selezioniamo i disegni, scegliamo le tipologie di tessuti. Programmiamo le produzioni che devono essere eseguite in Italia e all’estero e curiamo l’aspetto commerciale, cercando di potenziare, per quanto possibile, la distribuzione sul mercato nazionale e orientandoci verso nuovi mercati e canali di vendita. Nella produzione dei fazzoletti di cotone ci sono differenze qualitative ovviamente, di che tipo e da cosa dipendono? Le tipologie sono naturalmente diverse e legate alla qualità della materia prima utilizzata, che, ricordiamolo, è sempre e solo puro cotone. Le differenti tecniche di lavorazioni del tessuto, quali l’esecuzione di bordi in raso o la creazione di effetti jacquard, aggiungono altro valore al prodotto, così come la realizzazione di disegni attraverso varie tecniche di stampa. Infine, il tipo di orlo che si va ad eseguire e le caratteristiche del packaging di vendita concorrono a connotare il prodotto. 4/2013 - 51 Fazzoletto di cotone e igiene Portiamo come esempio l’epidemia - peraltro non dilagata nel nostro Paese - dell’influenza A. Il dottor Fabrizio Pregliasco, noto medico virologo, ricercatore e professore all’Università degli Studi di Milano ha chiarito le idee sul fatto che il rischio di contagio non riguarda il materiale di cui sono composti i fazzoletti, ma il buon senso che preside alle più banali regole igieniche. Vale a dire: carta o stoffa pari sono. Sempre secondo il dottor Pregliasco il pacchetto usa e getta potrebbe risultare più pratico: una volta che ci si è soffiati il naso, il fazzoletto si butta e si evita, così, di custodire in tasca germi potenzialmente pericolosi. Però - avverte il virologo - bisogna fare attenzione a dove si getta il fazzoletto usato: abbandonarlo in un luogo pubblico, in condizioni che ne rendono possibile il contatto con altre persone, significa trasformare “l’igienico kleenex” in un pericoloso veicolo di contagio. Il fazzoletto di stoffa, invece, non contempla rischi di questo genere. E se chi ne fa uso si preoccupa di lavarlo quanto prima, non esiste possibilità che il nostro quadrato di cotone attenti alla salute altrui. Qual è il vostro target? La collezione comprende tipologie di articoli che hanno caratteristiche utili a soddisfare le più varie fasce di consumatori. Quali sono le difficoltà maggiori oggi? Se ci riferiamo ai consumi, non c’è dubbio che i nostri principali competitors sono i fazzoletti 52 - 4/201352 - 3/2012 Fazzoletto di cotone e ambiente Sorprenderà sapere che non è proprio uno sparuto gruppo quello che preferisce l’eleganza e la pulizia del cotone allo spreco dell’usa e getta. Tra loro ci sono anche gli “ecologisti”, che non sono solo quelli che vanno all’assalto delle baleniere, ma anche tanta gente comune, convinta del fatto che salvaguardare le risorse naturali sia non solo necessario, ma anche possibile a partire dalle piccole scelte quotidiane, come quella di preferire la stoffa alla carta. Analisi del ciclo di vita di Fazzoletti in Cotone e in Carta Ecco cosa si scopre da un serissimo studio dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia di Milano riguardo ad un’ “Analisi del ciclo di vita di Fazzoletti in Cotone e in Carta”. Il rapporto è stato elaborato dal Dottor Bianchi e dal Dottor Brevi con la collaborazione del Dottor La Mantia dell’ Università di Palermo. Si parla di riusi (cioè lavaggi ) del fazzoletto di cotone e di usi equivalenti per quello di carta, intendendo cioè quanti fazzoletti di carta sono usati “per assolvere allo stesso compito di un fazzoletto di cotone” prima di lavarlo. I fazzoletti di carta sono studiati in due varianti: a base di pasta al solfato sbiancata ed a base di pasta non trattata con prodotti clorurati. L’impatto ambientale comparato dà questo esito: Consumo di Materie Prime: nella situazione in cui fazzoletto di cotone viene usato una ventina di volte prima di essere lavato (per pulire gli occhiali , asciugare la fronte ed anche soffiare il naso ) e quello di carta gettato ad ogni uso, sono necessari 420 Kg di carta contro i 2 Kg di cotone. Consumi Idrici: i consumi del cotone sono circa il 25% di quelli di carta. Consumi di Energia: per i fazzoletti di cotone i consumi di energia sono il 27% di quelli di carta. Produzione di rifiuti: il fazzoletto di cotone produce una quantità di rifiuti urbani pari all’ 1% dei prodotti in carta. Emissioni Atmosferiche: su tutti i parametri significativi, il fazzoletto di cotone presenta sempre emissioni atmosferiche molto inferiori a quelle di carta. Le emissioni di gas responsabili della formazione delle piogge acide è circa 5 volte superiore nella carta rispetto al cotone. Le emissioni di gas responsabili dell’ effetto serra è oltre tre volte maggiore nella carta rispetto al cotone. LE PMI SANNO INNOVARE di carta dei quali non stiamo ad evidenziare i presunti aspetti positivi ma piuttosto a segnalare quelle che sono le loro caratteristiche meno nobilitanti e cioè l’impatto che hanno sull’ambiente, a partire dalla loro produzione fino al loro smaltimento. Per contro, stiamo osservando con interesse e con attenzione un ritorno all’utilizzo del fazzoletto di stoffa da parte di molti consumatori particolarmente sensibili alla tematica ecologica e ad una certa cura di sé, che esprimono anche attraverso l’utilizzo di questo accessorio. Il vostro mercato è prevalentemente italiano? La catena distributiva in Italia ha caratteristiche particolari che fanno sì che il contatto tra l’azienda e il consumatore finale non sia diretto ma avvenga attraverso passaggi successivi e la nostra organizzazione è principalmente impostata per soddisfare questa filiera. Il mercato estero al quale ci rivolgiamo richiede piuttosto produzioni di nicchia, alcune volte personalizzate e particolarmente curate. La materia prima, cioè il cotone, dove lo reperite? Non ci occupiamo direttamente dell’approvvigionamento della materia prima che affidiamo ai produttori di tessuto nostri fornitori i quali hanno a disposizione vari mercati, quali l’Egitto per le qualità più ricercate. Si parla molto di cotone organico? Si tratta di cotone coltivato con metodi e prodotti che hanno un basso impatto sull’ambiente. Vengono utilizzati sistemi di produzione biologica per fertilizzare il terreno; non è previsto l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici tossici, persistenti nel cotone stesso e nell’ambiente. Il cotone organico non è associato alla produzione di fazzoletti ma è proprio questo il nostro compito, quello di farlo conoscere e promuovere presso i consumatori. Cristina Gualdoni 54 - 4/201354 - 3/2012 LE PMI SANNO INNOVARE L’ORTO IN CUCINA L’innovazione di Sempre Fresco tra biologico e nuove tecniche di coltivazione «L’ a cura di Giacomo Cecchin* idea di questo progetto è nata circa 5 anni fa visitando alcune realtà già presenti in nord Europa in paesi come Olanda e Danimarca – esordisce Fabrizio Cimarosti, presidente di Sempre Fresco srl un’azienda appena nata ma con le idee molto chiare - là questa insalata da taglio che può essere tenuta in cucina, sul davanzale della finestra o sul balcone era già molto utilizzata e le interviste con i consumatori locali confermavano l’interesse per questo tipo di prodotto». La storia della Sempre Fresco srl di Guidizzolo (www.semprefrescosrl.com) nasce proprio da qui, da un gruppo di aziende che già producono insalata in modo tradizionale e che hanno avuto la voglia e soprattutto il coraggio di provare a sperimentare una coltura innovativa e assolutamente all’avanguardia che allo stesso tempo rispetta l’ambiente e fornisce un prodotto di qualità elevatissima al consumatore. «In questa avventura siamo in 6 aziende agricole che fanno parte di OP di Guidizzolo, una cooperativa di produttori, e che nonostante gli ostacoli bu- rocratici, la mancanza di finanziamenti pubblici e l’importanza dell’investimento hanno deciso di spingersi verso l’innovazione di processo e di prodotto – prosegue il sig. Cimarosti mostrandoci una distesa di insalatine che in pieno inverno riempe di colori questo angolo della provincia di Mantova – molti pensano che l’agricoltura non abbia la possibilità di modificarsi più di tanto. Noi invece che conosciamo la coltura tradizionale siamo convinti che ci sia sempre spazio per le novità. Per questo è nato l’Orto in cucina». Sempre Fresco srl è diventata pertanto l’unica azienda a produrre e commercializzare l’insalata con la sua zolletta di torba sia a livello italiano che nel sud Europa. Sta proprio qui la vera innovazione. In una zolletta di torba che sembra più un oggetto di design che una porzione di terra vengono piantate 3 piante di lattuga, una diversa dall’altra sia per il colore che per il sapore. In particolare si tratta delle varietà gentile verde, gentile rossa e romana, un tris di insalate che arriva al consumatore fresco come se si dovessero cogliere le piantine dall’orto. INNOVARE 4/2013 - 55 Fabrizio Cimarosti nella serra all'interno dell'azienda Sempre Fresco «La coltivazione di queste piantine avviene fuori suolo, senza l’impiego di diserbanti e senza l’utilizzo di organismi geneticamente modificati – spiega Cimarosti mentre ci mostra una delle piantine all’inizio del loro ciclo di vita – il prodotto ha un peso complessivo di circa 400 gr con 200 gr di parte edibile (corrispondente a circa due porzioni di insalata mista)». L’orto in cucina ha tra i suoi pregi anche una self-life molto lunga e soprattutto un impatto ambientale ridotto praticamente allo zero: il Tris di insalate è confezionato in un sacchetto al 100% biodegradabile e compostabile. L’insalata è prodotta in una serra super tecnologica e con un impianto del tutto automatizzato che porta le piante dalla fase di trapianto al punto di raccolta. La struttura aziendale e in particolare il vivaio sono stati creati appositamente per la produzione di questa insalata in modo da evitare che all’interno si crei un microclima che rende le piante immuni da malattie fungine e di conseguenza non ci sia bisogno di nessun trattamento chimico. «Abbiamo zero utilizzo di antiparassitari – sottolinea ancora Fabrizio Cimarosti – utilizziamo invece sistemi di lotta integrata con un lancio settimanale di insetti predatori che vanno a caccia di qualsiasi tipo di insetto nocivo si trovi all’interno della serra». I focus test realizzati nelle più grandi città del nord Italia hanno avuto dei risultati molto positivi su tutti i target di consumatori a dimostrazione che il pubblico inizia a spostarsi su prodotti che uniscano la sostenibilità ambientale alla qualità. Il prodotto della Sempre fresco si colloca tra quei clienti che acquistano insalata a cespo nei negozi di ortofrutta e quelli che invece acquistano l’insalata in busta tagliata, la cosiddetta quarta gamma. «L’Orto in cucina risolve il problema legato alla conservazione del prodotto senza l’uso del frigorifero ma solo con un pizzico di accortezza da parte del consumatore – aggiunge il sig. Cimarosti – basta aggiungere un po’ di acqua, mettere il tris sul davanzale o sul balcone e si raggiunge una durata di 8/10 giorni mantenendo tutte le qualità organolettiche e la freschezza naturale dell’insalata». La Sempre Fresco si sta lanciando anche nella produzione di Basilico con già ottimi risultati sia dal punto di vista della qualità del prodotto, sia dal punto di vista dell’aroma e del profumo che sono essenziali per questo tipo di pianta aromatica. «Noi soci siamo consapevoli che il percorso cha abbiamo intrapreso sia fortemente in salita però siamo molto ottimisti perchè il prodotto è di altissima qualità e ci sono ampi margini di crescita e sviluppo» – ha concluso Fabrizio Cimarosti. * Apindustria Mantova 56 - 4/2013 LE PMI SANNO INNOVARE EDILIZIA CHIAVI IN MANO P a cura di Confapi FVG re System è un’azienda che opera nell’ambito dell’edilizia industrializzata, proponendosi anche per soluzioni chiavi in mano gestite con propria struttura operativa. L’azienda è certificata UNI EN ISO 9001 e OHSAS 18001 rilasciata da SGS ITALIA ed è in possesso dell’attestazione SOA rilasciata da AXSOA per le seguenti categorie e importi: OG1 €.10.329.138= cat. VI, OG3 €.1.032.913= cat. III e OS13 €.10.329.138= cat. VI. Ha la certificazione CE per tutta la gamma dei suoi prodotti strutturali e di pannelli di tamponamento. Que- sti ultimi, nel caso della tipologia a taglio termico, sono certificati secondo il D.M. dell’Industria e Artigianato del 02.04.1998. L’organizzazione e l’esperienza aziendale, anche nel settore edile tradizionale, consente di associare le tecnologie relative ai manufatti prefabbricati in cemento armato precompresso a tecnologie tradizionali dell’edilizia. Pre System si propone quindi come interlocutore unico per la realizzazione di edifici prefabbricati in cemento armato e opere infrastrutturali provvedendo alla progettazione e realizzazione dei manufatti prefabbricati nonché al trasporto ed al montaggio eseguito nel rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza. L’azienda, che ha un organico di 70 dipendenti, ha al suo interno un ufficio tecnico di progettazione composto da un ingegnere calcolatore e da cinque disegnatori, in grado quindi di realizzare tutti i disegni tecnici necessari all’esecuzione delle opere sia prefabbricate sia realizzate in opera. La struttura gestionale è composta da: ufficio commerciale, ufficio acquisti, ufficio contabilità industriale, ufficio amministrativo, ufficio gestione cantieri, ufficio programmazione. Per quanto riguarda lo stabilimento di produzione è situato adiacente alla sede dell’azienda, su un’area di 65.000 mq di cui coperti 12.000 mq. INNOVARE Le tipologie prodotte sono varie sia in cemento armato precompresso sia ad armatura lenta, con una produzione annuale di calcestruzzo pari a circa 30.000 mc completamente prodotti dall’impianto per la produzione di calcestruzzo aziendale. Lo stabilimento viene dotato con continuità di attrezzature aggiornate alle nuove tecnologie. Come sopra evidenziato le tipologie prodotte sono varie, in via esemplificativa si possono così riassumere: n opere infrastrutturali • muri di sostegno prefabbricati rivestimenti in pannelli prefabbricati con finitura varie (in matrice, in pietra, blocchi di laterizio ecc.) • impalcati da ponte in elementi scatolari; Impalcati di intradosso piano a travi accostate Impalcati a travi distanziate. • gallerie artificiali n opere di edilizia civile ed industriale • Sistema WING composto da travi principali, coppelle in cls, travi TRWi, pilastri, pannelli di tamponamento in cls. Il sistema prende nome dalla sezione della trave principale, avente sagoma ad ala, tale trave ha larghezza pari a 2,50 ml e lunghezze fino a 31,00 ml. È possibile realizzare la copertura sia con coppelle di chiusura in calcestruzzo sia con coppelle leggere realizzate in lamiera di acciaio o alluminio. Nel primo caso il manto di impermeabilizzazione può essere realizzato con guaine bituminose sul 100% della superficie di copertura naturalmente con idonei isolamenti termici oppure con manto in guaine impermeabilizzanti per il canale della trave principale e lastre in fibrocemento o metallo sovrastanti le coppelle in cls. Naturalmente i vari sistemi adottano idonei pacchetti di isolamento termico. Il sistema consente inoltre varie tipologie di illuminazione/aereazione, dallo shed al lucernario zenitale. • Sistema copertura a doppia pendenza composto da tegoli TT di copertura, capriate doppia pendenza, pilastri, pannelli di tamponamento in cls. In questo caso il manto di copertura viene realizzato con lastre metalliche sovrastanti i tegoli TT di copertura o con lastre in fibrocemento senza amianto. Anche in questo sistema si adottano idonei pacchetti di isolamento e diverse tipologie di illuminazione/aereazione. • Sistema copertura piana composta da tegoli TT, travi principali, pilastri, pannelli di tamponamento in cls. Il sistema di impermeabilizzazione prevede la realizzazione di manti di copertura composti da diversi strati di guaine bituminose. L’illuminazione dalla copertura viene garantita mediante l’utilizzo di varie tipologie di lucernari. I pannelli di tamponamento possono essere scelti tra una ampia gamma di tipologie composta da pannelli con finitura in calcestruzzo liscio 4/2013 - 57 fondo cassero sia in cemento grigio sia in cemento bianco, pannelli di tamponamento con finiture esterne in graniglie di marmo di vari colori o con ghiaino lavato di fiume, pannelli di tamponamento con finitura esterna realizzata con blocchi in argilla espansa tipo LECA e altre. Al settore edilizia tradizionale è demandata la realizzazione di tutte le opere caratterizzate da tecnologia tradizionale eseguite con finiture direttamente in cantiere. 58 - 4/201358 - 3/2012 LE PMI SANNO INNOVARE L’officina Ferioli di Rescaldina L’intervista PROGETTISTA… MA NON SOLO! a cura di Cristina Gualdoni Albino Rossi Albino Rossi, classe 1944, da 54 anni presente in azienda, la Ferioli Filippo SpA di Gorla Minore, di cui è diventato anche parte della famiglia sposando la figlia del fondatore. Dal 1947 l’attività principale della Ferioli è la costruzione conto terzi nel settore meccanico. L’azienda si è specializzata nella costruzione di sistemi vite – cilindro – riduttore per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma, con particolare attenzione alla ricerca e applicazione di soluzione tecnologiche. Sig. Rossi la ricerca e la progettazione rappresentano un aspetto importante della vostra attività? Sì certamente, il core business di Ferioli è sempre stato la costante ricerca di soluzioni innovative, la consulenza, progettazione e sperimentazione di sistemi altamente tecnologici. Attualmente stiamo realizzando viti di dimensioni ragguardevoli: diametro 600 e 7 m di lunghezza. Lavoriamo sempre molto nel campo della gomma, la cui evoluzione è stata poca. Qual è stato il suo percorso lavorativo, è entrato molto giovane in azienda? Sono arrivato che avevo 14 anni. All’inizio nella sezione produttiva e in seguito in quella progettuale. Progettiamo e realizziamo macchinari per noi. Posso dire che è un inventore? No, inventare vuol dire partire da zero, io al massimo rielaboro qualcosa che già esiste. Però in campo energetico qualcosa ha inventato? Non proprio. Ho più che altro studiato il problema della produzione di energia attraverso il sistema eolico, creando un prototipo di generatore elettrico mini eolico in grado di produrre e accumulare energia elettrica con un sistema di accumulo a celle elettrochimiche al vanadio. Ovvero, esattamente di cosa si tratta? Le peculiarità di questo generatore, che non ho inventato ma ho semplicemente creato, mettendo insieme pezzi già esistenti, sono due: la prima è la modifica dell’asse di rotazione delle INNOVARE pale, da orizzontale in verticale, al fine di poterne installare un numero maggiore e sfruttare al meglio la spinta del vento, generando maggiore potenza. Inoltre questi profili alari avranno un’oscillazione tale da sembrare alberi che ondeggiano. È anche meno brutto da vedere delle pale eoliche. La seconda riguarda la difficoltà nei sistemi eolici di fare manutenzione ed è per questo motivo che ho preso un generatore a magnetismo di potenza che consente di non avere parti meccaniche in movimento, come è invece tutt’ora nell’eolico. Inoltre siccome la manutenzione degli impianti oltre ad essere appunto molto costosa è anche complessa, a causa delle elevate altezze, e gli incidenti sono facili ho modificato la configurazione mettendo il baricentro a terra e i pesi a terra, in modo da permettere una facile manutenzione. Lo studio di questo sistema mi pare di capire è ormai nella fase conclusiva, lo brevetterà? No, perché il sistema di brevetto europeo non funziona. Cercherà dei finanziatori per metterlo in produzione? Un prototipo lo realizzeremo a breve con le nostre forze. Per poterlo produrre su scala industriale penso che occorrerà una rete di imprese. È ottimista sulla realizzazione del progetto? Da parte mia sì. L’officina Ferioli di Gorla Minore 4/2013 - 59 È ottimista sul fatto che le Istituzioni diffondano l’idea e la mettano in produzione su grande scala? Ma no, vedo possibilità nel privato che ha un vantaggio enorme se lo installa per conto suo. Pensare che lo Stato rinunci ad accise e ai suoi vantaggi… Cominciamo dai privati e a far vedere che possiamo effettivamente tagliare i fili di Enel e Gas. Costi? Il costo di un impianto per 6 famiglie si aggira tra i 30 e 50mila euro e permette di tagliare del tutto i costi energetici. E allora non possiamo che augurarci di vedere al più presto il primo prototipo in funzione! 60 - 4/201360 - 3/2012 NEWS DALLE AZIENDE START-UP PER IL RILANCIO DI AZIENDE IN CRISI S Allo Start Cube di Padova i giovani della Orion aiutano le aziende a (ri)nascere a cura della Redazione ono professionisti, formatori, specializzati in economia, management e strategic consulting. Segni particolari: età media 30 anni. E la passione per fare impresa, concretizzando le idee di business degli imprenditori. È il quadro della Orion, che ha sede presso lo Start Cube (l’incubatore universitario d’impresa di Padova) e che ha accumulato negli ultimi anni una notevole esperienza nel campo della consulenza e finanza agevolata per lo sviluppo aziendale, tanto da ottenere una convenzione con la prestigiosa Società di Gestione del Risparmio Gradiente Sgr Spa. Tra gli ultimi progetti intrapresi, spicca quello sul rilancio nel territorio di un noto I.T.I. paritario di Padova; l’opera di management della Orion si è focalizzata sullo svecchiamento dell’immagine dell’Istituto e quindi sull’introduzione di nuovi servizi e l’assegnazione di nuove quote di mercato. Un processo, quello del rinnovamento della strategia e dell’organizzazione di impresa, che può risultare decisivo nel contesto socio-economico attuale, non solo per sopravvivere alla crisi, ma anche per migliorare redditività e capacità competitiva. Basti pensare alle nuove prospettive che l’internazionalizzazione e l’accesso a nuovi mercati possono aprire; o agli investimenti che un ottimo business plan può attrarre; o ancora agli obiettivi concreti che una solida operazione di marketing può aiutare a raggiungere. La case history della Orion vanta oggi numerosi di questi progetti; segno che l’imprenditorialità, proprio in un contesto di crisi, oltre al bisogno ha ancora la voglia di ripensare a se stessa. Che l’entusiasmo e la forza per la gestione d’impresa e il business development vengano poi proprio dai giovani, è un segnale ancor più significativo. Per informazioni: www.orionsnc.it PROCLAMATI I VINCITORI DELL’ENTREPRENEURIAL CHALLENGE 2013 La quarta edizione organizzata da Consolato Generale Britannico di Milano, UKTI e Intesa Sanpaolo ha visto la presenza di ben 11 start-up finaliste L a finale della quarta edizione di UK-Italy Springboard si è svolta il 19 novembre a Milano presso la sede del gruppo bancario Intesa Sanpaolo. L’entrepreneurial challenge rivolta a start-up italiane innovative ha destato l’interesse di quasi 60 aziende e imprenditori operanti nei settori ICT, healthcare, aerospazio, energia e nanotecnologie. Ben 20 sono state selezionate dal Team per gli Investimenti del Consolato Generale Britannico di Milano per una training session lo scorso ottobre con i business mentor David Bream e il Prof. Dean Patton. L’ultima tappa dell’evento – organizzato da Consolato Generale Britannico di Milano, UK Trade & Investment (UKTI) e Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative – ha visto le 11 aziende finaliste presentare i propri programmi nel corso del pitch a una giuria specializzata, costituita da rappresentanti d’incubatori, università, studi legali e società private. Ecco i vincitori: Qurami e TitaC, che ottengono il primo e secondo premio, saranno ospitati rispettivamente INNOVARE 4/2013 - 61 I 6 vincitori della IV edizione di UK-Italy Springboard per un periodo di sei mesi e di un mese presso uno degli incubatori di SETSquared Partnership nel Regno Unito. Avranno accesso a servizi di mentoring e usufruiranno di due sessioni di training con lo studio legale Gregory Rowcliffe Milners di Londra. Parteciperanno pure ad almeno uno dei roadshow internazionali di Intesa Sanpaolo Startup Initiative per il loro ambito tecnologico. S4A-Scandium for Aerospace si è aggiudicata il GR8 Technologies Prize, sponsorizzato dalla Science and Innovation Network del governo del Regno Unito. Il premio prende il nome dalle Eight Great Technologies, identificate come di cruciale importanza economica dal governo britannico. L’azienda avrà l’opportunità esclusiva di essere inserita nei network tecnologici del Regno Unito, accedere a particolari schemi di finanziamento ed entrare in contatto con potenziali partner attraverso un programma personalizzato di visite e incontri. Il premio speciale Tech City, è andato a due start-up – Alleantia e Resolvo – che saranno ospitate una settimana in co-working presso Tech City, l’area a est di Londra conosciuta come la capitale digitale d’Europa. Sia Aerospace ha vinto lo Special Ae- Springboard 2013 Elenco aziende finaliste Alleantia – Alleantia è un’azienda di “Internet-ofThings”. La sua missione consiste nello sconvolgere il mondo dell’Internet of Things fornendo una soluzione aperta e modulare di “Things Interoperability” con un modello basato su una community e sostenuto da un “Things and Applications Store” e da “Internet of Things Managed Clouds”. Biotechware – Biotechware S.r.l. è stata fondata nel febbraio 2011 e si trova all’interno dell’incubatore di imprese del Politecnico di Torino I3P (http://www.i3p.it ). L’offerta commerciale di Biotechware consiste nel CadioPAD PRO, uno strumento professionale ECG a 12-lead, portatile e facile da utilizzare per registrare gli elettrocardiogrammi e le trasmissioni automatiche con connessione UMTS o WIFI. DPR & D – DPR & D è un’azienda d’ingegneria che si occupa di progetti e design di interni nel settore nautico. Il team sta progettando nuovi interni aeronautici con nuovi materiali, design ergonomici, nuovi metodi a produzione composite utilizzando uno stile tipicamente italiano. Energy System – La gestione elettronica e intelligente dei sistemi di raffreddamento e riscaldamento di un edificio permette un notevole risparmio energetico. Alla luce di questo, i tre ingegneri del gruppo hanno progettato e sviluppato un sistema chiamato Termoweb che effettua il tele-controllo e tele-management dei sistemi di raffreddamento e riscaldamento di un edificio con l’obiettivo di risparmiare energia. 62 - 4/201362 - 3/2012 Epinova – Il business plan di Epinova Biotech si basa sulla sua tecnologia brevettata. Il prodotto Epinova Biotech è una matrice biocompatibile che può essere facilmente prodotta e in grado di agire allo stesso tempo da scaffold e drug delivery system. Questo primo brevetto è un asset chiave del business di Epinova Biotech e ne rappresenta il “core” tecnologico. Inspiring Software – Inspiring Software International utilizza una soluzione di software che introduce un sistema flessibile per il monitoraggio e il controllo dell’utilizzo dell’energia in tempo reale. Questo sistema aiuta a ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO2 identificando gli sprechi e le inefficienze. Unite a funzionalità automatizzate di analisi energetica e reporting, queste soluzioni software offrono un sistema di gestione dell’energia integrata che si rivolge ad aziende, settore pubblico e delle politiche sociali. Qurami – Qurami Srl è una start-up italiana, fondata nel febbraio 2011. Qurami è una app per smartphone (disponibile su tutti i sistemi operative), che permette agli utenti di prenotare a distanza il proprio posto in una fila, fornendo un biglietto elettronico che viene integrato nel flusso di biglietti stampati. Resolvo – Nell’economia della conoscenza, la forza lavoro è l’asset più importante. Per essere efficienti, le aziende devono gestire il personale in maniera responsabile, o rischiare il fallimento. ResponsibleTime è un sistema di time tracking che permette di risolvere i problemi delle imprese che operano nell’economia della conoscenza. L’obiettivo di questo prodotto è fornire uno strumento per la gestione delle ore di lavoro che permetta di conquistare il mercato alle PMI e alle aziende di grandi dimensioni. S4A Scandium – Scandium for Aerospace (aka S4A) srl è una società controllata al 34% da CIRA (Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale) e al 66% da ALA Inc. (Advanced Light Alloys Corporation, BVI). L’azienda opera nel settore dei nuovi materiali e delle tecnologie manifatturiere per l’industria aerospaziale, in particolare delle leghe di alluminio. Sia Aerospace – Sia Aerospace propone un prodotto innovativo di assorbimento degli impatti chiamato D.A.K. (Dynamic Absorber Kit). Il prodotto riduce il danno al telaio degli elicotteri e minimizza i rischi di ferite all’equipaggio. D.A.K. consiste in una serie di quattro componenti che vengono installati nei carrelli d’atterraggio. In caso di schianto al suolo, i componenti del prodotto assorbono energia cinetica attraverso i propri elementi interni. TitaC – L’azienda intende entrare nel mercato dei servizi di ricerca e sviluppo nel campo della nanotecnologia, proponendo prodotti fotocatalitici basati sul diossido di titanio (TiO2). TitaC fornisce consulenza e servizi per lo sviluppo di nuovi prodotti TiO2 per i campi fotocatalitici: vernici, polimeri, cementi, ceramiche. NEWS DALLE AZIENDE rospace Prize, sponsorizzato dallo Science & Technology Facility Council (STFC). Il premio prevede quattro settimane di accesso gratuito all’STFC Innovations Technology Access Centre nel cuore dell’Harwell Oxford Campus. UK Trade & Investment (UKTI) è l’agenzia governativa che aiuta le imprese con sede nel Regno Unito ad affermarsi nell’economia globale e fornisce assistenza alle aziende estere che effettuano investimenti di alto profilo nella dinamica economia del Regno Unito, riconosciuto come il miglior paese europeo dal quale proiettarsi con successo sul mercato globale. UKTI offre esperienza e contatti attraverso la propria ampia rete di specialisti nel Regno Unito, nelle Ambasciate e altre sedi diplomatiche di tutto il mondo. UKTI dà alle aziende gli strumenti necessari per essere competitive sul piano internazionale Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative è la piattaforma di ac- celerazione internazionale sviluppata da Intesa Sanpaolo, che seleziona promettenti start-up ad alta tecnologia, le forma e le mette in contatto con investitori finanziari e industriali. Dal lancio nel 2009, il programma ha sviluppato un forte track record: 62 investment forums in 8 paesi (IT, UK, US, FR, DE, ES, IL, RU) declinati su 5 tecnologie e 4 settori industriali, che hanno fatto incontrare 450 start-up e growing companies con migliaia di investitori, imprese e operatori dell’ecosistema dell’innovazione. Le start-up partecipanti intraprendono un percorso di formazione e selezione guidato da esperti di settore e coach qualificati ed ottengono accesso a una vasta platea di investitori e industries, rinforzando la propria capacità di fund raising e business development. La piattaforma è arricchita da una forte rete di partner che include investitori, imprese, incubatori, acceleratori, centri di ricerca e istituzioni in tutta Europa e negli USA. Via Altura, 11/bis - 40139 Bologna tel +39 051 453103 - fax +39 051 6278796 e-mail [email protected] Consulta il nostro sito per le promozioni! www.hotelrelaisbellaria.com Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative è la piattaforma di accelerazione internazionale sviluppata da Intesa Sanpaolo, che seleziona promettenti start-up ad alta tecnologia, le forma e le mette in contatto con investitori finanziari e industriali. Dal lancio nel 2009, il programma ha sviluppato un forte track record: 62 investment forums in 8 paesi (IT, UK, US, FR, DE, ES, IL, RU) declinati su 5 tecnologie e 4 settori industriali, che hanno fatto incontrare 450 start-up e growing companies con migliaia di investitori, imprese e operatori dell’ecosistema dell’innovazione. Le start-up partecipanti intraprendono un percorso di formazione e selezione guidato da esperti di settore e coach qualificati ed ottengono accesso ad una vasta platea di investitori e industries, rinforzando la propria capacità di fund raising e business development. La piattaforma è arricchita da una forte rete di partner che include investitori, imprese, incubatori, acceleratori, centri di ricerca e istituzioni in tutta Europa e negli USA. 64 - 4/2013 PMI EUROPA E RICERCA VOLKSWAGEN AI VERTICI DELLA R&S GLOBALE P Ma le imprese dell'UE presentano risultati disparati a cura di JRC* er la prima volta dal 2004 un'impresa dell'UE, il produttore di automobili Volkswagen, è il massimo investitore privato in R&S al mondo. Volkswagen si trova ai vertici dell'EU Industrial R&D Investment Scoreboard del 2013 (quadro di valutazione degli investimenti europei nella R&S 2013) con un investimento di 9,5 miliardi di euro nel 2012. Nel complesso le aziende con base nell'UE (527 imprese) hanno accresciuto l'investimento nella R&S del 6,3%, poco al di sopra della media delle 2000 imprese censite nello Scoreboard (+6,2%). Tuttavia, come l'anno precedente esse si trovavano in posizione arretrata rispetto alle controparti statunitensi (+8,2%). Le imprese unionali presentano inoltre risultati sfumati a seconda del settore, alcuni segnalano una forte espansione della R&S mentre altrove si constata un ristagno o addirittura un declino. Le imprese censite nello Scoreboard dell'UE prevedono di accrescere il loro investimento nella R&S in media del 2,6% all'anno nel periodo 2013-2015, ridimensionando le aspettative manifestate nell'anno precedente. Máire Geoghegan-Quinn, Commissario responsabile per la Ricerca, l'innovazione e la scienza, ha affermato: «L'UE è ancora in posizione arretrata rispetto ai suoi principali competitori per quanto concerne gli investimenti delle aziende nella R&S e nelle ultime relazioni si leggono dei segnali che suscitano preoccupazione. Nonostante i risultati positivi delle compagnie unionali di punta in importanti settori industriali come quello automobilistico siamo ancora troppo deboli nei settori ad alta tecnologia come le biotecnologie e il software». L'aumento medio del 6,2% dell'espansione della R&S nelle imprese che figurano nello Scoreboard si è registrato nonostante un rallentamento della crescita delle vendite nette (+4,2% contro il +9,9% del 2011) e un declino del 10,1% degli utili di eser- 4/2013 - 65 INNOVARE cizio per il 2012. I risultati nel complesso positivi registrati dall'UE sono dovuti per l'essenziale ai tassi d'espansione della R&S attribuibili alle imprese tedesche, soprattutto nel settore automobilistico. Il secondo posto nella classifica va a Samsung Electronics della Corea del sud con un investimento di 8,3 miliardi di euro. Tra le top-ten figurano inoltre cinque imprese basate negli USA (Microsoft, Intel, Merck, Johnson & Johnson e Pfizer), due in Svizzera (Roche e Novartis) e una in Giappone (Toyota). Le imprese con base nell'UE attive nel settore automobilistico e della componentistica presentano forti tassi di espansione della R&S (+14,4% rispetto al -2,6% delle controparti statunitensi). Le imprese dell'UE hanno superato inoltre quelle statunitensi nel campo dell'ingegneria industriale (+12,3% contro +9,4%) nonché nel settore aerospaziale e della difesa (+9,5% contro -1,3%). I risultati delle imprese unionali nel settore delle TIC appaiono meno univoci, poiché mentre i servizi nel campo del software e dell'informatica si piazzano bene (+14,2%) si registra un declino nell'hardware informatico (-2,3%). Di converso, le imprese basate negli USA hanno avuto risultati positivi in entrambi i settori (+12,6% e +14,8% rispettivamente). Da un'analisi delle tendenze dell'ultimo decennio è emerso che gli USA continuano ad acuire la loro specializzazione in settori ad alta intensità di R&S come le TIC e la sanità (una quota del 70% sugli investimenti totali in R&S fatti dalle imprese statunitensi censite nello scoreboard nel 2012 rispetto al 64% nel 2004). Nonostante il forte ruolo guida degli USA in questi settori ad alta intensità di R&S, da un esame più attento delle imprese unionali di secondo pia- no emerge un numero significativo di buoni piazzamenti in settori come quello del software e delle biotecnologie, il che fa pensare che tali imprese potrebbero essere i leader futuri. Contesto L'EU Industrial R&D Investment Scoreboard è pubblicato annualmente dalla Commissione europea (DG Ricerca e innovazione e Centro comune di ricerca). Lo Scoreboard 2013 si basa su un campione di 2000 imprese che erano grandi investitrici nella R&S e cui corrisponde un valore di investimento superiore al 90% della spesa complessiva di R&S delle imprese di tutto il mondo. Lo Scoreboard misura il valore totale del loro investimento globale in R&S finanziato con capitali propri, indipendentemente dal luogo in cui si svolge la pertinente R&S. Il campione comprende imprese che hanno investito più di 22,6 milioni di euro nella R&S nel 2012 e che sono basate nell'UE (527), negli USA (658), in Giappone (353) e in altri paesi (462) compresi Cina, Corea del sud, Svizzera, India, Canada, Australia, Israele, Norvegia e Brasile. L'EU Survey on Industrial R&D Investment Trends (indagine dell'UE sulle tendenze delle industrie a investire in R&S) integra lo Scoreboard e raccoglie informazioni qualitative su fattori e questioni di contorno che influenzano le strategie d'investimento in R&S attuali e future delle imprese. I risultati dell'indagine 2013 si basano su 172 risposte di imprese, per lo più grandi, tratte dalla lista delle 1000 imprese basate nell'UE che figurano nello Scoreboard 2012. Le risposte sono state raccolte tra aprile e giugno 2012. didascalia Per ulteriori informazioni: http://iri.jrc.ec.europa.eu/reports.htm http://ec.europa.eu/research/horizon2020/ 66 - 4/2013 SERVIZIO AI LETTORI In questo numero si parla di... Ambrogio 42 ApindustriA mAntovA 10-54 fApi 26 fAsdApi 15-17-19-21-23 JrC 6-64 lyto’s iv Cebit 44 ferioli 58 mAlpensA.net 34 Comonext 36 grAziinA 50 orion 60 ConfApi bAri e bAt 48 HAnnover express 29 pre system 56 ConfApi fvg 56 Hotel reAlis bellAriA 63 previndApi 12-13 ConfApi mAterA 14 iCimsi 32 smAu ConsolAto britAnniCo 60 intesA sAnpAolo 60 studio guAldoni dArkside Antivirus 35 ipress 43 tts 43 eliofossolo 24 isfor Api 30 viniltex 48 zuCCHetti 41 equity fACtory 11-37 fA’ lA CosA giustA! 4-38 ii Cop istoCk 40 iii Cop 18 JeliuC Hanno collaborato a questo numero Giacomo Cecchin Silvia Menato Giorgio Tamaro Sandro Montresor William Vecchiato Luca De Blasio Pietro Moncada Paternò Castello Pasquale Latorre Luigi Pastore Valentina Ventricelli Giuseppe Perale Mauro Sandrini Fernando Hervás Gabriella Longu Andrea Mazza Paolo Pedrazzoli INNOVARE Marzio Sorlini Antonio Vezzani n Stampa tipografia galli - Varese n Organo Scientifico Ufficiale di CONFAPI Confederazione Italiana della Piccola e Media Industria Privata Pubblicazione autorizzata e registrata Direttore responsabile marco tenaglia n n n Direttore editoriale fabio Chiavieri n Caporedattore Cristina gualdoni n Comitato Scientifico gianluca Carta, guido Chiappa, Antonio Cianci, gian franco Colomba, eugenio Corti, paolo giorgetti, simone maccagnan, giordano mancini, raffaella manzini, roberta pezzetti n Innovare è edita da mar.te edizioni srl presso il Tribunale di Varese al n. 797 in data 11.07.2000 Spedizione in A. P. 70% - LO/MI n © Copyright mar.te edizioni srl La riproduzione anche parziale di quanto pubblicato nella rivista è consentita solo dietro autorizzazione dell’Editore. L’Editore non assume alcuna responsabilità per gli articoli firmati. n innovare è associato USPI Unione Stampa Periodica Italiana n Via Magenta 9 - 21100 Varese Tel. +39 0332 283009 (6 linee ra) • Fax +39 0332 234666 [email protected] • www.rivistainnovare.com ufficio pubblicità e Abbonamenti Valentina Gumirato thinkstock [email protected] Immagini e foto di copertina Abb. annuo italia € 25,00 - estero € 40,00 Tel. 0332 283009 DUBAI EXPO 2020 QATAR WORLD CUP 2022 200 Miliardi di Dollari già stanziati per investimenti in ogni settore SIAMO GIÀ IN CAMPO PER INSERIRE LE AZIENDE ITALIANE Studio Gualdoni Mercati Internazionali ROIS BM&M Dubai [email protected] tel +39 0332 744004 www.roisbmm.com mob +39 347 4340680 FLHOOHFRPXQLFD]LRQHLW 6WUXFWXUHVIRUDXWRPDWHGZDUHKRXVH 5,>: 31/08/2013 <U HS[YV Z\JJLZZV 3@;6»:(<;64/( PU 0UKPH Battuta la concorrenza internazionale, AUTOMHA con LYTO’S si aggiudica un nuovo importante contratto in India per un magazzino autoportante da 25 metri... 31/07/2013 LYTO’S il partner ideale per la realizzazione del tuo magazzino automatizzato • 50 anni di esperienza e forte specializzazione nel settore dei magazzini automatizzati ,U[YHPUM\UaPVULPSU\V]VTHNHaaPUV.96>,94,;(3 Completati positivamente tutti i collaudi, è iniziato il caricamento del magazzino realizzato per l’azienda di Calco (LC) da LYTO’S e da LCS... 20/06/2013 5\V]H IHUKPLYPUH PU[LYUHaPVUHSL ULS THWWHTVUKV 3@;6»:!(YHIPH:H\KP[H Proseguono i successi commerciali di LYTO’S che segue SYSTEM LOGISTICS in una nuova importante realizzazione nel settore beverage... 29/05/2013 7(:;( A(9( JVUMLYTH 3@;6: WLY PS U\V]V PTWPHU[V KHWHSSL[ Quando un Cliente conferma la scelta del fornitore per un nuovo impianto significa che è un Cliente soddisfatto... Vieni a leggere tutte le news complete nel nostro sito. • grande ventaglio di soluzioni ad hoc capaci di soddisfare tutte le necessità del Cliente • organizzazione aziendale dinamica ed esperta nella gestione di progetti complessi • alto livello di internazionalizzazione con impianti progettati ed installati in tutto il mondo • competenze e conoscenze complete, dal progetto delle fondazioni al rivestimento architettonico • affidabilità aziendale e qualità delle realizzazioni al più alto livello del mercato LYTO'S Spa Italy - Casalserugo (PD) - Via Cà Ferri 45 Tel +39 049 8742511 - Fax +39 049 8742599 E-mail: [email protected] www.lytos.com