INNO 4 2006 - Rivista Innovare

Transcript

INNO 4 2006 - Rivista Innovare
25
autentiche emozioni
4
SOMMARIO
2013
L’EDITORIALE
Ricercàti .......................................................................................................................................... 5
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ISTITUZIONI E PMI
Il finanziamento dell’innovazione per la crescita d'impresa in Europa ...... 6
Il credito: un percorso a ostacoli tra difficoltà e opportunità ........................10
Previndapi .................................................................................................................................. 12
Per Confapi Matera la ripresa non c’è ancora, ma è solo auspicata ........ 14
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DOVE NASCONO LE IDEE
Territorio, ambiente, paesaggio e cultura ................................................................ 16
INNOVAZIONI & TECNOLOGIE
Servizi e pagamenti via smartphone ............................................................................18
Pronti per la rivoluzione della stampa 3D? .......................................................... 24
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INNOVARE CON LA FORMAZIONE
Crisi del lavoro e formazione: che fare?.................................................................. 26
Con uno scatto…Le emozioni del 2013 e le attese per il futuro .......... 30
MATERIALI INNOVATIVI
I Biomateriali ............................................................................................................................ 32
EVENTI
Comonext ................................................................................................................................
Fa’ la cosa giusta! ..................................................................................................................
50ª edizione di Smau ..........................................................................................................
100 per cento business ......................................................................................................
LE PMI SANNO INNOVARE
Il ritorno del vinile ................................................................................................................
Chic e green ............................................................................................................................
L’Orto in cucina ....................................................................................................................
Edilizia chiavi in mano ........................................................................................................
Progettista… ma non solo! ............................................................................................
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NEWS DALLE AZIENDE
Start-up per il rilancio di aziende in crisi ................................................................ 60
Proclamati i vincitori dell’entrepreneurial challenge 2013 ............................ 60
PMI, EUROPA, RICERCA
Volkswagen ai vertici della R&S globale .................................................................. 64
SERVIZIO AI LETTORI .................................................................................................... 66
39.41!
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L’EDITORIALE
RICERCÀTI
D
all’Europa non arrivano solo balzelli e leggi sulla curvatura delle banane! Nell’ambito della ricerca esistono strumenti che
permettono alle aziende dotate di volontà e capacità di sostenere, in termini di risorse finanziare
ed umane, il proprio percorso di innovazione.
Il Settimo Programma Quadro (FP7), l’azione di
finanziamento partita nel 2007 e conclusasi pochi mesi fa, ha supportato la ricerca europea, affiancando le aziende in un periodo di cambiamento a dir poco drammatico. Il nuovo Programma Quadro (che, per amor del nuovo, non
si chiama FP8, ma Horizon 2020) è pensato per
agire come stimolo per l’economia. Infatti, il consolidamento fiscale e le riforme strutturali da sole non possono garantire la capacità di competere efficacemente a livello mondiale se non vengono associate ad un consistente impegno in innovazione. In Europa, questa consapevolezza c’è:
al cuore della strategia Europe 2020 è infatti
posto l’obiettivo di spendere in R&D il 3% del
PIL entro il 2020.
Ma veniamo al “soldo”: per il programma sono
stati allocati 70,2 miliardi di Euro, 11 dei quali
destinati a supportare lo sviluppo competitivo
delle aziende che investono in tecnologie d’avanguardia e 4 a rafforzare l’innovazione nelle PMI.
Per i soli bandi 2014 con scadenza 20 marzo, il
budget è di 506 milioni di Euro. In particolare,
230 milioni vengono investiti nel settore delle
nanotecnologie e dei materiali avanzati, 116 milioni nel settore manifatturiero, 60 milioni per
favorire lo sviluppo di processi industriali sostenibili, 50 per edifici ad alta efficienza energetica
ed altri 50 per il settore delle biotecnologie. Tanti soldi… ma come raggiungerli?
Buoni contatti, appartenenza ad un network internazionale, esperienze precedenti: tutti aspet-
ti utili per incrementare le proprie probabilità di
ottenere un finanziamento europeo. Due sono,
però, gli elementi imprescindibili: avere un’idea
buona e raccontarla bene.
Un’idea può definirsi “buona” se ha almeno tre
caratteristiche: deve risultare innovativa rispetto allo stato dell’arte industriale e scientifico. Deve essere utile, utilizzabile e… utilizzata,
orientativamente entro cinque anni dopo il progetto. Ma se si finanziassero tutte le innovazioni,
avremmo pochi euro per ogni idea. Esperti di vari settori sono chiamati dalla Commissione ad analizzare congiunture strutturali, esigenze dei vari stakeholder industriali e forniscono indicazioni sulle tematiche di maggiore importanza. La nostra idea deve anche risultare coerente con una
di queste tematiche.
Per “raccontare bene” un’idea, si deve fare appello a due elementi cardine: (i) la dimensione
sintattica, intesa come la capacità di utilizzare
gli strumenti formali ed il linguaggio adatti all’ambito ed al valutatore. Tale capacità deriva dalla
conoscenza delle regolamentazioni ed è rafforzata dall’esperienza; (ii) la dimensione semantica, intesa come la capacità di fornire una struttura logica alla proposta così da metterne in risalto l’innovatività, il potenziale commerciale e
la coerenza con quanto richiesto dal bando.
Collegatevi a ec.europa.eu/research/horizon2020 per individuare i bandi coerenti con la
vostra idea innovativa, magari con il supporto di
chi può aiutarvi (attenzione: molti millantano esperienza, ma non sapranno farvi evitare le banane troppo curve).
Paolo Pedrazzoli – Marzio Sorlini
Silvia Menato
www.supsi.ch/dti
6 - 4/2013
ISTITUZIONI E PMI
IL FINANZIAMENTO
DELL’INNOVAZIONE PER
LA CRESCITA D'IMPRESA
IN EUROPA
Fonti, ostacoli, strategie e politiche
N
a cura di
Pietro Moncada-Paternò-Castello, Antonio Vezzani, Sandro Montresor e Fernando Hervás*
umerose imprese continuano a dover affrontare difficoltà d'accesso al credito,
che si sono intensificate a seguito della
crisi finanziaria iniziata nel 2008. Le specifiche caratteristiche economiche dell’UE rendono la carenza di finanziamenti per i progetti innovativi un
problema particolarmente acuto per i paesi membri. In particolare, le nuove imprese europee operanti in settori altamente tecnologici e le PMI
giovani e innovative sono soggette a gravi restrizioni all'accesso al credito. Questo è stato identificato come un importante ostacolo alla loro
crescita, a cui la politica non ha ancora trovato
soluzioni adeguate. In un contesto in cui gli investimenti in innovazione sono al centro delle
strategie per la competitività delle imprese ed
allo stesso tempo una priorità dell'agenda politica dei governi centrali e regionali in tema di «crescita e occupazione», una migliore comprensione dei fattori che stimolano e di quelli che ostacolano il finanziamento dei progetti innovativi riveste un’importanza cruciale, sia in chiave presente che futura.
Questo breve articolo si basa sui risultati di una recente conferenza europea su questo argomento e mira a riassumere i principali risultati emersi, siano essi nuovi o confermati da nuovi stu-
di empirici, con importanti implicazioni in tema
di politiche per l'innovazione1.
Fonti finanziarie, ostacoli e strategie
di crescita delle imprese
Valutare l'importanza dei vari fattori esterni
che incidono sulle attività di ricerca e sviluppo
(R&S) e su quelle innovative delle imprese è fondamentale per capire la questione che stiamo affrontando.
Gli studi presentati durante la conferenza
CONCORDi-2013 confermano i risultati di lavori precedenti circa l’impatto negativo che gli
ostacoli all'accesso al credito hanno sulle attività
innovative delle imprese; ponendo anche l'accento sull'importanza che per tali attività hanno altri
ostacoli di natura non-finanziaria. Vi è un elevato
grado di eterogeneità tra imprese, ed il limitato
accesso al credito è visto come un ostacolo principalmente da quelle imprese potenzialmente più
innovative, che operano in mercati caratterizzati
da grande incertezza e da limitata informazione.
Infatti, la qualità d'informazioni finanziarie, regole
e procedure influiscono positivamente sugli investimenti in R&S, così come sul ritmo di crescita delle imprese, soprattutto nei settori altamente tecnologici. Inoltre, il regime fiscale in materia
INNOVARE
di R&S ha un effetto relativamente maggiore per
le spese in ricerca e sviluppo in settori meno innovativi.
A seconda delle strategie aziendali adottate,
le imprese possono ridurre o aumentare la consistenza degli ostacoli all'accesso al credito. La
maniera in cui tali strategie influenzano il modo
in cui l'impresa viene percepita dal mercato e le
limitazioni di accesso al credito, è quindi una dimensione rilevante da analizzare per capire davvero il meccanismo "accesso al credito-innovazione". Su questo punto, nuovi importanti elementi sono emersi durante la conferenza. Le attività legate alla proprietà intellettuale (domande
di brevetto e pubblicazioni scientifiche) sono associate ad una maggiore attività di R&S in settori
altamente tecnologici, queste a loro volta sono
associate ad una minore presenza degli ostacoli
di accesso al credito. In particolare, ciò è vero
per le piccole imprese, per le quali le asimmetrie
informative possono essere particolarmente elevate, mentre il valore dei beni che possono offrire a garanzia di un eventuale finanziamento esterno è basso. Inoltre, la relazione tra ostacoli
all'accesso al credito ed attività innovative delle
imprese non è lineare né unidirezionale. Nuove
e solide evidenze empiriche a supporto dell'ipotesi di una relazione bidirezionale sono state, infatti, presentate durante la conferenza. Più precisamente, le attività di R&S e l'introduzione d'innovazioni aumentano gli ostacoli di accesso al
credito delle imprese, mentre tali ostacoli sembrano incidere in misura minore sulla spesa in
R&S e le attività innovative delle imprese analizzate. Questo fatto ha importanti implicazioni, i
problemi di accesso al credito per finanziare l'in-
4/2013 - 7
novazione non finiscono quando un'azienda introduce un nuovo prodotto o servizio ma persistono - e si possono intensificare - nelle prime
fasi di diffusione di questi.
Infine, la letteratura recente conferma l'esistenza di interazioni tra limitazioni all'accesso al
credito delle imprese, gli investimenti innovativi
e le esportazioni. Queste interazioni dipendono
dalla disponibilità (o mancanza) di risorse finanziarie. Gli ostacoli all'accesso al credito (o il livello di salute finanziaria dell'impresa) s'intrecciano
con la competizione tra prodotti impedendo alle
imprese di investire in R&S per guadagnare quote di mercato estero e crescere. D’altra parte,
sembra che gli ostacoli all'accesso al credito possano influenzare la relazione tra le attività innovative e le esportazioni in un modo molto particolare: se tali ostacoli si combinano tra loro, le
attività di esportazione e d'innovazione hanno
meno probabilità di essere complementari.
Le implicazioni di politica economica derivante da quanto sopra sono due. Da un lato, i fallimenti di mercato che ostacolano l'accesso al credito potrebbero essere corretti da politiche congegnate in modo più accurato al fine di sfruttare
le complementarietà tra i diversi ambiti della produzione (ad esempio, tra la R&S, le esportazioni
e l'offerta di strumenti finanziari). I risultati delle
ricerche presentate rilevano inoltre l'esigenza di
un migliore coordinamento fra le politiche di tutti i paesi dell'UE (attualmente frammentate). Inoltre, l'attenzione delle politiche economiche dovrebbe indirizzarsi verso gli ostacoli all'accesso al
credito che persistono ed addirittura si intensificano dopo che le imprese introducono un'innovazione ed entrano nella fase di diffusione dei lo-
8 - 4/2013
ISTITUZIONI E PMI
ro prodotti innovativi sul mercato (soprattutto
per quanto riguarda le PMI), che è poi il momento in cui le imprese potrebbero trarre beneficio
dai loro sforzi innovativi. D'altra parte, però, ci
sono anche importanti barriere esterne all'innovazione non legate all'accesso al credito, il che
potrebbe indicare l'esistenza di un problema per
l'innovazione dal lato della domanda. In ogni caso, la logica d'intervento di politica economica
dovrebbe essere adeguatamente elaborata. Dato
che le imprese innovative sembra possano adottare strategie atte a ridurre le ristrettezze di accesso al credito che fronteggiano, la progettazione delle politiche economiche in materia deve essere elaborata con attenzione al fine di massimizzare la loro efficacia in termini di costi. Poiché
non è ancora chiaro quali politiche economiche
funzionino meglio a questo proposito, è necessaria una maggiore sperimentazione e valutazione
delle stesse.
Le politiche e gli strumenti
Una prima serie di politiche che è interessante
studiare sono quelle che offrono crediti d'imposta alle imprese che investono in R&S. I risultati
empirici dei recenti studi presentanti nel corso
della CONCORDi-2013 mostrano come meccanismi d'incentivazione fiscale per le spese in R&S
potrebbero generare effetti positivi nel caso delle grandi imprese. In particolare, nel caso del Regno Unito, si è stimato un incremento del 18% in
attività di R&S rispetto allo scenario controfattuale di assenza del credito d'imposta. Inoltre, come dimostra l'esperienza belga, la combinazione
di crediti d'imposta per le spese in R&S e di sussidi per le imprese che investono in R&S risulta efficace nel prevenire effetti di riduzione della spesa privata in R&S (il cosiddetto effetto crowding
out). In realtà, gli effetti dei crediti d'imposta dei
sussidi differiscono in base alle caratteristiche dell'impresa e dei progetti di R&S considerati.
Nel caso francese, il nuovo regime di credito
d'imposta per le spese in R&S, che è particolarmente generoso in termini di risorse ad esso de-
dicate (lo 0,25% del PIL), è caratterizzato da importanti specificità. É stato stimato che questo
programma ha portato ad un aumento del 13%
della spesa privata in R&S, ma senza un visibile
aumento dell'output innovativo misurato in termini di domande di brevetto. Questo risultato
evidenzia come la scelta degli indicatori di output è particolarmente difficile quando vengono
valutati ampi schemi (politiche) di incentivazione, tanto più che l'obiettivo di tali strumenti non
è necessariamente aumentare i ritorni privati
delle spese in R&S.
Uno sguardo più da vicino alla questione dell'efficacia dei sussidi alla R&S fornisce ulteriori ed interessanti spunti di riflessione. Quando gli incentivi pubblici si concentrano sulla ricerca ("R"), questi inducono maggiori investimenti privati rispetto
a quelli focalizzati sullo sviluppo "S" (come nel caso della politica messa in atto nelle Fiandre, in cui
vengono differenziati i fondi destinati alla ricerca
da quelli indirizzati allo sviluppo). Inoltre, ci sono
rilevanti effetti di spill-over derivanti dal supporto
di "R", con ricadute significative sulla componente
"S" del settore privato; tali effetti dipendono fortemente dalla dimensione delle imprese oggetto
della politica. Nell'esperienza finlandese i sussidi
pubblici sono assegnati - attraverso la selezione
dell'agenzia TEKES - ai progetti innovativi tecnologicamente più impegnativi, più rischiosi e nuovi.
Tuttavia, emergono importanti differenze quando
si considerano le dimensioni delle imprese: il rischio commerciale è negativamente correlato con
le decisioni di sovvenzione nel caso delle PMI, ma
correlato positivamente se si considerano le grandi imprese. L'esperienza dell'agenzia spagnola CDTI dimostra che le giovani imprese, le imprese esportatrici, le grandi imprese, quelle che operano
in settori mediamente ed altamente tecnologici e
soprattutto le imprese con precedente esperienza in programmi simili, sono più propense ad utilizzare i sussidi alla R&S.
Infine, sono state presentate nuove indicazioni
su quali siano le migliori (e nuove) politiche per finanziare le nuove imprese innovative. Dato che le
nuove imprese europee operanti in settori ad alta
intensità di R&S raramente diventano molto grandi, la politica cerca di affrontare questo problema
in diversi modi. Tuttavia, tali tentativi si rivelano
piuttosto difficoltosi. Ciò è vero anche per la Germania, dove i sussidi alla R&S rivolti alle giovani imprese risultano essere uno strumento non efficace, a meno che tali imprese non operino in settori
altamente tecnologici. D'altra parte, l'evidenza empirica indica che il finanziamento pubblico tramite
il venture capital (VC) non sembra essere una soluzione politica efficace in Europa. Il VC privato
sembra favorire maggiormente la crescita delle imprese rispetto al VC pubblico.
Il crowdfunding2 - un modo potenzialmente nuovo e dirompente per finanziare nuove imprese tec-
INNOVARE
nologiche - ha diverse caratteristiche interessanti.
Sembra che il crowdfunding stia evolvendo lungo
le stesse linee del venture capital e potrebbe rappresentare un modo interessante per il settore
pubblico di selezionare, con l'aiuto dei cittadini, i
progetti innovativi da finanziare.
Le implicazioni di politica economica derivanti
da quanto sopra riguardano i seguenti aspetti. I
crediti d'imposta per le spese in R&S aiutano ad
aumentare le risorse spese in R&S da parte del
settore privato. Tuttavia, un aumento di tali spese in R&S non porta necessariamente ad un concomitante aumento dell'output innovativo. D'altra parte, i sistemi di credito d'imposta modulari
sembrano più adatti a stimolare la genesi di nuova conoscenza.
Inoltre, quando le sovvenzioni per la R&S sono selettive, è importante poter contare su
un'amministrazione pubblica che abbia la competenza tecnica per capire la fattibilità dei progetti
esaminati ed il loro potenziale contributo al processo collettivo di apprendimento e generazione
di nuove competenze.
Questo elemento è particolarmente importante dati i risultati degli studi sul diverso impatto
che hanno i sussidi mirati alla R&S. Ad esempio,
come già riferito, il sostegno pubblico alle attività
di ricerca si trasmette positivamente in termini
di captazione di maggiori investimenti privati,
mentre lo stesso non è necessariamente vero
quando si considera il sostegno pubblico per le
attività di sviluppo. Inoltre, occorre prestare attenzione alle imprese che sono più abili di altre
nell'ottenere sussidi per la R&S, in quanto queste
sono probabilmente quelle che avrebbero investito in R&S ed innovato anche senza il supporto
pubblico (effetto crowding out). Le politiche economiche volte al finanziamento di nuove imprese
innovative in rapida crescita dovrebbero essere
incentrate in primo luogo sulla riduzione delle rigidità istituzionali, poiché questo potrebbe avere
un impatto maggiore su tali imprese rispetto alle
politiche di sussidio o di VC. Infine, il settore pubblico dovrebbe fare uno sforzo maggiore al fine
di creare conoscenza da usare per lo sfruttamento commerciale a partire dai risultati delle attività
di R&S ed innovazione, e per assicurarsi che i risultati di dette attività finanziate da sussidi pubblici siano adeguatamente diffusi.
4/2013 - 9
Conclusioni
Questo articolo presenta i risultati di una recente conferenza europea sul finanziamento di
R&S e dell'innovazione nelle imprese.
Queste le principali indicazioni che emergono:
a) Il ristretto accesso al credito costituisce un
ostacolo importante per la spesa in R&S e l'innovazione nelle imprese europee, e l'importanza di
tale ostacolo dipende da fattori che sono sia interni sia esterni alle imprese.
b) La riduzione delle asimmetrie informative
può notevolmente abbassare le barriere per l'accesso alle risorse finanziarie necessarie per le attività di innovazione e di R&S d'impresa.
c) Fra gli strumenti finanziari esterni, i prestiti
bancari sono i meno attraenti, mentre il capitale
di rischio (VC) è considerato (ancora) uno strumento idoneo per finanziare progetti di innovazione e di R&S, anche se emergono preoccupazioni
legate al breve orizzonte temporale - in termini di
raccolta dei ritorni - che caratterizza il capitale di
rischio. Il "crowdfunding" è un nuovo strumento finanziario emergente che merita particolare attenzione.
d ) I rimedi di politica economica volti ad alleviare la carenza di fondi e la ristrettezza dell'accesso al credito non sono interessati da effetti di riduzione della spesa privata in R&S (crowding out), ma il loro effetto addizionale è molto
variabile e non ancora sistematico. Il capitale di
rischio pubblico o l'uso pubblico di crowdfunding
sono argomenti meritevoli di ulteriore approfondimento.
e) La grande eterogeneità delle imprese, delle
condizioni di mercato e delle normative vigenti
nei diversi paesi e regioni richiedono analisi basate su una più ampia e sistematica evidenza empirica. Per quanto sopra, è emersa la necessità di
creare una rete altamente qualificata di valutatori delle politiche di R&S e d'innovazione al fine di
favorire la corretta implementazione degli strumenti europei di sostegno finanziario previsti per
il periodo 2014-2020.
Pietro Moncada-Paternò-Castello,
Antonio Vezzani, Sandro Montresor
e Fernando Hervás
*European Commission,
Joint Research Centre (JRC)
1 Quarta conferenza europea sulla Ricerca, Sviluppo e Innovazione nelle imprese (CONCORDi-2013) — Siviglia,
Spagna, 26 —27 settembre 2013 — che si è concentrata sul finanziamento della ricerca e l’innovazione per la
crescita delle imprese, organizzata dal Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea.
http://iri.jrc.ec.europa.eu/concord/2013/index.html
2 Questo è lo sforzo collettivo d'individui che mettono in comune i loro soldi, di solito tramite Internet, per
sostenere gli sforzi avviati da altre persone o organizzazioni.
Ringraziamenti: Gli autori ringraziano in maniera particolare il Dott. Nicola Grassano per la revisione editoriale
del testo in italiano.
10 - 4/2013
ISTITUZIONI E PMI
IL CREDITO: UN
PERCORSO A OSTACOLI
TRA DIFFICOLTÀ
E OPPORTUNITÀ
«Q
a cura di
Giacomo Cecchin*
uando l’impresa va in banca per un incontro spesso l’atteggiamento è simile
a quello di chi si presenta a sostenere
un esame: non basta aver studiato ma
occorre essere convinti dei propri obiettivi e sapere
quali leve toccare”. È da considerazioni di questo
tipo che sono partite Apindustria e Alma Iura,
centro studi con sede a Verona, per attivare il
progetto ITACA che ha avuto un successo notevole tra le aziende.
«Siamo estremamente soddisfatti dei risultati del
progetto – ha sottolineato Francesco Ferrari,
presidente di Apindustria Mantova – a volte infatti quello tra impresa e banca sembra un dialogo
tra sordi. Il percorso del 2013 ha avuto proprio l’obiettivo di lanciare un ponte tra i due mondi fornendo agli imprenditori strumenti per parlare un linguaggio efficace e trasparente nei confronti degli
istituti di credito”.
Il progetto ITACA ha previsto una decina di
incontri e corsi con una partecipazione stimata
I partecipanti ad uno dei tavoli di lavoro del progetto Itaca
di oltre 150 persone a dimostrazione che le imprese sentono molto forte l’esigenza di approfondire le tematiche relative al credito. Tra le
tematiche trattate ricordiamo: la Centrale rischi, la gestione dei conti correnti bancari e il
primo approccio con la Banca, come migliorare
il proprio rating, i derivati e l’anatocismo.
«Il nostro obiettivo principale – ha dichiarato
Massimo Rossi di ALMA IURA – è di ridurre l’asimmetria informativa esistente tra banche e imprese per trasformarle in veri e propri partner commerciali. Puntiamo a spiegare alle aziende cosa fare
e soprattutto come farlo con strumenti pratici che
consentano un accesso al credito più consapevole».
Oltre agli incontri e ai corsi il progetto “ITACA - verso la meta del credito” ha previsto anche l’attivazione di uno specifico sportello di
orientamento per le aziende in modo da offrire
l’opportunità di approfondire le loro specifiche
problematiche .
«È proprio l’esigenza delle aziende di essere accompagnate e orientate nella gestione delle loro situazioni specifiche che ci ha spinto anche
ad attivare uno sportello di assistenza gratuito
e aperto a tutti – ha aggiunto Giovanni Acerbi, direttore di Apindustria – non incontri teorici ma check up operativi e concreti per dare
risposte adeguate ad un bisogno di acquisire
informazioni utili ad affrontare in modo efficace l’incontro con la Banca: per ottenere i migliori
risultati occorre prepararsi, studiare, darsi degli
obiettivi ed essere convinti dei propri mezzi».
Visto il successo del percorso 2013 Apindustria ed Alma Iura stanno già lavorando al
progetto 2014 che si pone obiettivi ambiziosi in termini di cultura del credito da trasferire alla aziende e agli operatori, arrivando anche a rafforzare l’attività di orientamento e di supporto alle imprese e approfondendo le opportunità di relazione e
dialogo con gli istituti di credito.
* Apindustria Mantova
www.equityfactory.ch
Svoltare dalla crisi
Crisi globale, passaggio generazionale, politici sfiduciati: come resistere?
Testimonianze di imprese che ci stanno riuscendo
9:00-9:15
Registrazione dei partecipanti
9:15-9:30
Presentazione e apertura dei lavori
Avv. Roberto Scazzosi, Presidente di BCC Busto Garolfo e Buguggiate
9:30-10:00
Problemi che vengono da lontano. E il futuro cosa ci riserva?
La visione sistemica di Maurizio Esentato, fondatore di Classis Capital SIM SpA
10:00-10:30
Come la banca aiuta a resistere alla crisi
Dott. Luca Barni, direttore generale di BCC Busto Garolfo e Buguggiate
10:30-10:45
Coffee break
10:45-11:15
Sostituire il fondatore: una sfida da vincere
L’esperienza vissuta da Marco Zavattoni, amministratore di Condoroil Srl
11:15-11:45
Conservare il valore delle PMI
L’impiego del corporate finance suggerito da Guidalberto Gagliardi, direttore di Equity Factory SA
11:45-12:15
Guardare oltre frontiera pur restando legati al territorio
I lavori in corso in LASI Group raccontati da uno dei Fratelli Boggio
12:15-12:30
Conclusioni: sconfiggere il pessimismo
12:30
Media partner
Buffet
RIVISTA TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA
Busto Garolfo, sabato 8 febbraio 2014
con il contributo di
Banca di Credito
Cooperativo
Moderatore: Marco Tenaglia, Direttore di Innovare
di Busto Garolfo
e Buguggiate
Dal 1897 differenti per forza
Sala assemblee BCC
Ingresso libero
12 - 4/2013
L
PREVINDAPI
a previdenza è una delle priorità che lo Stato italiano ha dovuto affrontare e risolvere.
Le numerose riforme introdotte negli
ultimi 20 anni hanno profondamente modificato il sistema di calcolo dell’importo della
pensione di base (Inps):
I motivi che hanno determinato le riforme sono stati:
- l’adeguamento del vecchio sistema al progressivo aumento della durata della vita media (che determina l’allungamento del periodo di pagamento
delle pensioni);
- il rallentamento della crescita economica e
l’aumentato tasso di disoccupazione (che causano
la riduzione dell’ammontare dei contributi necessari a pagare le pensioni).
Le principali modifiche sono state:
- l’innalzamento sia dell’età richiesta per andare
in pensione e sia dell’anzianità contributiva minima;
- il progressivo passaggio per il calcolo della pensione dal sistema retributivo a quello contributivo
per cui l’importo della pensione viene determinato dall’ammontare dei contributi versati durante la vita lavorativa e non più dalle ultime retribuzioni percepite. Ne consegue che la prestazione di base (pensione Inps), diminuirà progressivamente (anche sotto il 50%) rispetto all’ultima retribuzione
percepita prima del pensionamento - cosiddetto “tasso di sostituzione”.
Queste le ragioni principali per cui alla previdenza obbligatoria è stato affiancato il secondo
pilastro del sistema: la previdenza complementare.
È quindi importante costruire una pensione complementare fin dall’inizio della
carriera lavorativa; ritardare, anche di pochi
anni, l’inizio dei versamenti integrativi significa ridurre l’ammontare della prestazione
finale (pensione complementare), che servirà a contrastare l’impoverimento della
pensione obbligatoria.
PREVINDAPI è il fondo pensione per dirigenti
e quadri superiori della piccola e media industria
costituito - fin dal 1990 - allo scopo di fornire prestazioni di natura previdenziale aggiuntive ai trattamenti pensionistici di legge, nell’interesse degli
aventi diritto e senza alcun fine di lucro.
Destinatari del Fondo sono sia i dirigenti che
i quadri superiori dipendenti delle imprese che applicano il contratto collettivo nazionale di lavoro stipulato fra Confapi e Federmanager; è
consentita l’iscrizione anche ai dirigenti di im-
ISTITUZIONI E PMI
prese che applicano un diverso contratto.
Anche i titolari di impresa potranno avere accesso al Previndapi con versamenti
contributivi volontari. Per ottenere tale facoltà devono però preventivamente aver ottenuto lo “status iscritto Previndapi” e, cioè,
risultare già titolare di posizione previdenziale, costituita presso il Fondo, per effetto
di versamenti contributivi effettuati in base
ad un rapporto di lavoro dipendente precedentemente svolto.
La pensione complementare Previndapi viene
finanziata con i contributi del lavoratore, del datore di lavoro e col trattamento di fine rapporto
(TFR), beneficiando delle agevolazioni fiscali previste per legge: i contributi versati al Previndapi (quota azienda + quota lavoratore + eventuale quota
di contribuzione aggiuntiva e/o volontaria) sono
deducibili dal reddito complessivo per un ammontare annuo non superiore ad € 5.164,57. La parte
dei contributi versati - eccedente € 5.164,57 - che
non ha fruito della deduzione, potrà essere comunicata dall’iscritto al Fondo, entro il 31 dicembre
dell’anno successivo a quello in cui è stato effettuato il versamento, ovvero, se precedente, alla
data in cui sorge il diritto alla prestazione, a titolo
di “quota di contribuzione non dedotta”. Conseguentemente, parte della prestazione riferita a tale quota non dedotta sarà esentata dalla tassazione al momento della liquidazione delle prestazioni.
La gestione assicurativa gestita da Previndapi offre tutele che altre forme di investimento non
sono in grado di garantire: il consolidamento
delle prestazioni maturate al 31 dicembre di
ogni anno e la certezza di un rendimento minimo,
ad oggi del 2,5%.
Il rendimento medio garantito negli ultimi 3 anni è stato del 3,82%. Un risultato che ha
assicurato un forte e costante consolidamento delle prestazioni di ciascun iscritto, e che diventa ancor più significativo alla luce dell’andamento del
mercato finanziario; estendendo ulteriormente l’analisi delle performance ottenute dal Fondo fino ad
oggi, i dati evidenziano uno spread costantemente
positivo rispetto alla rivalutazione del TFR di legge.
Le prestazioni pensionistiche individuali maturate sono commisurate ai contributi versati, ai rendimenti realizzati dalla gestione assicurativa e all’età anagrafica dell’iscritto.
Sul sito internet www.previndapi.it è possibile reperire chiarimenti sulle modalità di adesione, versamento della contribuzione, nota informativa e altri dettagli sull’operatività del Fondo.
Come sarà il tuo domani
dipende dalle scelte di oggi.
La pensione integrativa Previndapi è la scelta migliore per garantirti un domani più sicuro e un presente senza
preoccupazioni. Previndapi è un Fondo senza fini di lucro, costituito nel 1990 da Confapi-Federmanager
per gestire la previdenza integrativa di tutti i dirigenti delle piccole e medie imprese. E non solo. Con il rinnovo
del c.c.n.l. dirigenti industria, dal 2011, Confapi e Federmanager hanno introdotto la nuova figura manageriale del
“quadro superiore”: un ruolo strategico determinante, che pur non avendo riconosciuta la qualifica dirigenziale,
svolge funzioni di elevata responsabilità nell’ambito dell’organizzazione aziendale. Dunque, che tu sia un dirigente
o un quadro superiore, fai la scelta giusta per il tuo futuro: chiama Previndapi.
Per saperne di più: www.previndapi.it
Fondo Pensione
14 - 4/2013
ISTITUZIONI E PMI
PER CONFAPI MATERA
LA RIPRESA
NON C’È ANCORA,
MA È SOLO AUSPICATA
Rapporto di Bankitalia sull’economia lucana nei primi 9 mesi
del 2013. Spiccano due dati su tutti: la grave disoccupazione
giovanile e il crollo del settore delle costruzioni
“S
a cura di
Pasquale Latorre*
i intravedono flebili segnali positivi”, scrive la
Banca d’Italia nell’aggiornamento congiunturale sui primi 9 mesi del 2013 dell’economia lucana. Per Confapi Matera è una maniera stilisticamente elegante per dire che la ripresa ancora non c’è, semmai è auspicata, desiderata,
vagheggiata, per alcuni forse sognata.
I termini utilizzati, infatti, cioè “segnali” “flebili”
che “si intravedono”, significano che la crisi continua,
come correttamente si legge nelle pagine dettagliate del rapporto, tra grafici, tabelle, numeri e percentuali. Per le imprese la cui fiducia è prossima allo zero, conviene fermarsi a leggere la prima pagina, appunto, senza andare oltre.
Confapi Matera, che ogni anno invia alla Prefettura la consueta relazione sull’andamento dell’economia, avendo il polso dello stato di salute del sistema imprenditoriale, conferma sostanzialmente il
contenuto del rapporto di Bankitalia, in cui spiccano su tutti due indicatori: la grave disoccupazione
giovanile e il crollo del comparto delle costruzioni,
da sempre trainante in Basilicata.
L’Associazione delle Piccole e Medie Industrie
non concorda pienamente, invece, riguardo all’analisi del rapporto sul credito, sulle ragioni del calo
dei prestiti alle imprese, in cui la solita giustificazione per cui “anche le banche sono imprese” ormai non soddisfa più un sistema economico sempre più bancocentrico.
Bankitalia parla di “offerta cauta” di credito alle
costruzioni, un eufemismo per dire che esiste ormai un’aprioristica preclusione del credito bancario alle imprese del settore edile, duramente provato dalla crisi ma per sua natura dipendente dalle
banche per l’apertura di ogni cantiere.
In Basilicata la raccolta è superiore agli impieghi,
ma Confapi evidenzia che la differenza tra domanda e offerta di credito non è dovuta solo alla crisi,
ma anche e soprattutto alle condizioni di accesso
imposte dalle banche, ad una remunerazione che
rimane sempre troppo alta, soprattutto rispetto ad
altre regioni d’Italia e dello stesso Mezzogiorno. In
altre parole, è vero che le imprese chiedono meno
credito, ma a quelle che lo chiedono spesso viene
opposto un netto rifiuto da parte delle banche.
Focus sulla provincia di Matera
Disimpegno dal territorio: le banche più
grandi impiegano altrove
Sono sempre più numerosi i segnali che provengono dal mondo bancario di chiusura verso le
imprese locali, soprattutto da parte degli istituti di
credito di maggiori dimensioni, i cui centri decisionali sono lontani dalla provincia di Matera.
Tempi di erogazione che si allungano per mesi;
richieste di garanzie aggiuntive, spesso superflue;
chiusura dei rubinetti del credito; impennata degli
spread nonostante il calo delle tensioni di mercato;
irrigidimento dei criteri standard di accesso al credito per una maggiore selettività.
A Confapi Matera giungono ripetute segnalazioni di pratiche istruite con esito positivo dal punto
di vista tecnico e poi bocciate sul piano politico. Le
banche non intendono più impiegare grosse somme sul territorio, nonostante i proclami e le promesse. Dopo anni di elargizioni a piene mani alle
grandi aziende, adesso chiudono i rubinetti del credito proprio al tessuto imprenditoriale tipico della
provincia, cioè le piccole imprese.
Nonostante l’impegno e le buone intenzioni di
zelanti funzionari locali, la scelta affidata ai centri
decisionali ubicati fuori regione dalla maggior
parte delle banche spesso dà esiti negativi, con il
risultato di creare notevoli difficoltà finanziarie e
di liquidità ad un sistema imprenditoriale già duramente provato dalla crisi e dal diffuso fenome-
INNOVARE
no dei ritardati pagamenti.
È soprattutto in tempi di Patto di Stabilità e di
crisi di liquidità che gli istituti di credito dovrebbero venire incontro maggiormente alle imprese
locali, le uniche realmente radicate sul territorio
e intenzionate a crescere e a dare occupazione
stabile. Propositi difficili da attuare senza il credito bancario, vera e propria linfa vitale in alcuni
settori, come per esempio l’edilizia, che necessitano di avere un flusso continuo di cassa proprio
per mandare avanti i cantieri, dove i pagamenti
sono perennemente in ritardo.
E invece è proprio il settore edile quello verso cui le banche hanno perso la fiducia, dopo anni di eccessi da ambo le parti. Ma anche gli altri
settori non se la passano meglio, come si vede
dai progetti di investimento industriale a valere
sui bandi della Regione Basilicata, in cui il sostegno bancario costituisce parte fondamentale dell’iniziativa imprenditoriale.
Non stiamo parlando di soggetti adusi alle sofferenze e agli incagli, ma di imprese assolutamente “bancabili”, come si dice in gergo, cioè con i
conti a posto e i bilanci in regola, ma a cui viene
precluso il credito per decisioni prese altrove, da
chi non conosce il territorio, il sistema imprenditoriale locale e, soprattutto, l’attaccamento alle
4/2013 - 15
proprie aziende dei nostri imprenditori.
A parere di Confapi una delle risposte possibili
alla stretta creditizia operata dalle banche nei confronti delle imprese è il rilancio e la valorizzazione
dei consorzi fidi che, attraverso la prestazione di
garanzie collettive, assumono gran parte del rischio connesso per eventuali insolvenze. Per questo ben venga la decisione presa dalla Regione, su
richiesta delle associazioni imprenditoriali, di stanziare circa 6 milioni di euro per la ricostituzione
dei fondi rischi dei cofidi lucani.
Alla contrazione del credito, come è noto, si aggiunge un aumento del costo del denaro, che in
molti casi raggiunge la doppia cifra. La via che conduce al credito è diventata più difficile e tortuosa.
Manca un modello creditizio che viaggi di pari passo con le esigenze delle imprese, indispensabile per
abbattere anche quel muro di sfiducia reciproca
che si è creato nelle relazioni tra i soggetti interessati. Esiste un problema bancario che non fornisce alle imprese risposte adeguate alle loro urgenze, anche perché non esistono soluzioni finanziarie
alternative al credito. Pertanto, un rapporto più
solidale e partecipativo sarebbe di aiuto alle forze
che costituiscono la spina dorsale dell’economia
lucana.
* Direttore Confapi Matera
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Dirigenti e Quadri Superiori industria
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16 - 4/2013
DOVE NASCONO LE IDEE
TERRITORIO, AMBIENTE,
PAESAGGIO E CULTURA
Un’occasione innovativa per rilanciare
il progresso e lo sviluppo economico
U
a cura di
Luigi Pastore
na visione fondata su applicazione di tecnologie informatiche, conoscenze di prodotto, materiali, processi e aspettative dei
clienti, può diventare il progetto ventennale che
crea svariate centinaia di migliaia di nuovi posti di
lavoro e rilancia le occasioni di salvaguardia e progresso per il nostro Paese.
Si tratta di un percorso che individua nel nostro
patrimonio artistico, culturale e territoriale, la leva attraverso la quale, con una gestione ottimizzata di queste risorse, si realizzano innovative attività imprenditoriali per mettere in sicurezza il territorio, preservare ambiente e paesaggio, occupare i giovani ed accrescere la ricchezza ed il benessere collettivo. Infatti il potenziale sul quale puntare è enorme e da decenni ormai è “brutalizzato”,
dimenticato, sottoutilizzato e poco valorizzato.
La condizione di partenza, però, non può che
essere la consapevolezza che occorre uscire dalla
logica emergenziale e/o occasionale e concentrarsi su priorità e processualità, con la predisposizione di piani operativi specialistici e finanziariamente
sostenibili nel medio periodo.
Per avviare il percorso e rendere da subito evidenti le opportunità da cogliere, senza la necessità
di pesanti investimenti, potrebbe bastare l’esempio del semplice miglioramento dei siti internet dei
bacini museali e della realizzazione mirata di specifiche attività al loro interno, per accrescere il numero dei visitatori e conseguentemente dei biglietti venduti. Per aumentare poi il valore dell’offerta diverrà indispensabile concentrarsi sui servi-
zi puntuali, riferibili ad ogni locazione museale o
paesaggistica, grazie alla loro creazione o ampliamento di ciò che si propone; dai bookshop, ai supporti multimediali, alle mostre specifiche, alle conferenze e alla ristorazione, focalizzata sulle nostre
eccellenze enogastronomiche (quasi 250 prodotti
D.O.P./I.G.P. e circa 350 vitigni autoctoni).
Raddoppiare in venti anni il numero dei turisti
e visitatori dell’Italia e delle sue distintività, e, analogamente, la nostra produzione enogastronomica, comporterebbe un incremento del PIL stimato, al netto dell’inflazione, di oltre 140 miliardi di
euro con un incasso per lo Stato di almeno 50 miliardi di euro di imposte.
Il primo obiettivo non potrà quindi che essere
quello di colmare il divario che ci separa dai nostri
concorrenti, almeno per ciò che compete alla ricchezza commisurata al comparto.
Se infatti il contesto culturale/artistico nel nostro Paese, produce un valore stimabile in circa 38
miliardi di euro, quello della Francia vale oltre 80
e in chiave di visitatori (dati riferiti al complesso
dei “turisti”) i valori sono di 49 milioni a oltre 87,
rispettivamente. Anche per l’occupazione il raffronto non può che portare ad un significativo miglioramento, infatti se si valutano gli addetti al settore in Francia e Germania, rileviamo che i numeri
sono di 850 mila e oltre un milione, rispetto a poco più di 450 mila in Italia.
Da questi numeri risulta evidente a tutti l’incapacità italiana di far “rendere” questo patrimonio
che si compone di 47 siti Unesco sui 936 totali,
INNOVARE
nonché di oltre 5500 musei e siti archeologici che
abbiamo la fortuna di possedere.
Lo spreco poi è ancora maggiore se si pensa che
sono solo 40 tra musei e poli culturali quelli che
raccolgono più del 60% dei visitatori e generano
oltre il 90% del valore complessivo.
Ne consegue che la stragrande maggioranza della localizzazioni artistiche e dei complessi museali,
sono enormemente penalizzate e finiscono per essere dimenticate e abbandonate al loro destino di
“bellezze solitarie,prive di sguardi interessati e destinate al degrado”. Ecco che con un’innovazione
dei processi ed un superamento di vecchie procedure burocratiche e formalizzanti, anche la Pubblica Amministrazione potrebbe dare un significativo
contributo alla modernizzazione del Paese ed al
suo rilancio, facendo di un vincolo, la nostra Storia e Tradizione, una straordinaria opportunità.
Potrebbe essere avviata, per la realizzazione del
progetto strategico ventennale, una fattiva e realistica collaborazione Pubblico/privato, fondata su
un sistema duale, dove, ad esempio, presidenti che
arrivano dal Pubblico e sostanziano la visione con
competenze manageriali, siano affiancati da direttori privati, con capacità specialistiche.
In questo modo si eviterebbero sia occasionali
fruizioni eventistiche che bruciano risorse e non
4/2013 - 17
producono quella continuità che assicura il progresso, sia valorizzazioni che siano sono monetizzazioni senza ricadute sul territorio.
La vera valorizzazione che da seguito al dettato
dell’articolo 9 della nostra Costituzione che tutela
il territorio ed il paesaggio, è quella che non si limita solo alla generazione di quattrini che spesso
finiscono nelle tasche di pochi, con molti che pagano, ma è soprattutto restituzione di identità e
senso di appartenenza collettiva; il vero limite che
impedisce al nostro Paese di diventare, finalmente,“adulto”. Infatti se c’è qualcosa che unisce le tante straordinarietà dell’Italia, è proprio il suo inimitabile paesaggio e la sua incommensurabile diversità, artistica, culturale ed enogastronomica.
Più della lingua e della localizzazione, è la nostra
cultura e la nostra storia artistica e enogastronomica che ci rendono italiani.
È da questo che dobbiamo ripartire se vogliamo uscire dalle secche della crisi e ridare fiducia e
prospettiva duratura di sviluppo al nostro Paese.
Con l’arte si può crescere e con la cultura si
può mangiare a condizione di progettare e saper
innovare le modalità con le quali è possibile fruire
di questo immenso, inimitabile patrimonio che non
appartiene solo a noi, ma anche alle future generazioni e al resto del Pianeta.
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A Varese è possibile
a cura di
William Vecchiato, Andrea Mazza e Luca De Blasio*
i chiama “Varese SmartCity” l’ambizioso
progetto che ormai da un anno ha portato una ventata di innovazione al commercio varesino e la cui sperimentazione sta riscuotendo un notevole successo. L’iniziativa, i
cui step sono stati presentati presso la Camera di Commercio di Varese a partire dal 21 gennaio scorso da UBI Banca - Banca Popolare di
Bergamo, ha previsto l’inedita collaborazione
di molteplici attori di grande importanza economica e sociale, tra cui la Camera di Commercio di Varese, Comune e Provincia, Università, diverse associazioni di settore, commercianti, tutti impegnati a creare un ecosiste-
ma abilitato dai sistemi NFC (Near Field Communication).
Alla base del progetto della “città giardino”
vi è appunto la sperimentazione e l’implementazione della tecnologia NFC, applicata ad azioni di marketing territoriale e ai processi di
pagamento, che ha trasformato la città di Varese in una delle più innovative d’Europa.
La Near Field Communication rappresenta in
particolare una sofisticata metodologia di comunicazione wireless a corto raggio che permette lo scambio di informazioni attraverso il
solo contatto di due dispositivi mobili, tipicamente smartcard o cellulari di nuova genera-
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20 - 4/2013
INNOVAZIONI & TECNOLOGIE
Banca Popolare di Bergamo nella ricerca di enti
che fornissero un contributo in alcuni settori
determinanti, come nell’ambito delle telecomunicazioni, per il comparto Monetica e per
la piattaforma tecnologica di pagamento. Una
volta completata la sperimentazione, il progetto “Varese SmartCity” è stato quindi “rilasciato” dal Lab#ID alla città, mentre a ottobre 2013
è avvenuto ufficialmente il passaggio della gestione delle attività operative e di promozione
dell’iniziativa dal Lab#ID al Distretto Urbano
del Commercio InVarese. Proprio a quest’ultimo si deve l’incremento del numero di esercenti varesini aderenti al progetto, a oggi 160,
la collocazione di 16 smart poster turistici in
altrettanti luoghi della città e la ristrutturazione del sito web www.varesesmartcity.com.
La prima parte del progetto ha avuto come
obiettivo il test e la verifica delle tecnologie,
attraverso il coinvolgimento diretto di 50 cittadini muniti di uno smartphone abilitato ai pagamenti, e di più di settanta esercenti che sono stati dotati del POS NFC necessario per ricevere i versamenti con cellulari e carte di credito contactless (circa 5000 già distribuite ai
consumatori nell’area di Varese) dei circuiti VISA payWave e MasterCard PayPass. Nella seconda fase dell’iniziativa, è stata considerevolmente incrementata la base di trialist dei processi di couponing, grazie alle app realizzate da
studenti LIUC che hanno proficuamente collaborato con Lab#ID nel corso della stesura della propria tesi di Laurea Triennale, svolgendo
in questo modo un ruolo significativo in qualità di utenti al fine di verificare sia il funzionamento tecnico dei sistemi, sia i casi d’uso e le
soluzioni implementate nel corso della sperimentazione.
Ciò che rende questa tecnologia estremamente interessante e promettente anche per
progetti futuri, è senza dubbio la flessibilità ad
accogliere altri attori e a supportare ulteriori
tipologie di servizi direttamente sul territorio,
oltre a quelli già attivati durante la prima fase
dell’iniziativa (informazioni, promozioni, pagamenti e molti altri). Tra di essi, ricordiamo in
particolare:
n servizi per i turisti (smartposter, cartellonistica dotata di NFC geolocalizzata, mappe interattive, card NFC per la fruizione dell’offerta culturale della città);
n servizi per la mobilità e i trasporti (come
per quanto riguarda ticketing e parcheggi);
n servizi per i cittadini (informazioni, ingressi
a strutture sanitarie e ricreative, e via dicendo).
È proprio sotto questo punto di vista che il
progetto avuto luogo a Varese ha pienamente
fornito un esempio virtuoso di come l’innovazione e il trasferimento tecnologico dovrebbero essere visti in qualità di elementi imprescin-
dibili per un approccio solido e corretto al tema dello sviluppo; l’implementazione di sistemi RFId e NFC è infatti volta ad accrescere la
competitività delle imprese artigiane, commerciali e di trasporto del territorio, nonché a supportare operazioni di marketing territoriale.
Conseguentemente a questo considerevole
contributo, l’Applicazione ha ottenuto una serie di importanti premi e riconoscimenti, tra
cui app finalista a SMAU Mob App Awards Business 2013 di Torino, il premio SmartCity
SMAU di Milano vinto da Varese e la selezione
del caso “Varese SmartCity” per la presentazione al MAPIC Digital Summit 2013 nel campo
dell’innovazione nel Retail Management.
Un progetto aperto a tutti
Il modello “Varese SmartCity” ha sicuramente stimolato una riflessione più ampia sul
futuro delle nostre città e sul modo in cui
queste possano cogliere appieno le opportunità di servizio ai cittadini offerte dalle
nuove tecnologie, in piena armonia con la
storia e le tradizioni delle città stesse. L’aspetto forse più caratterizzante di queste ultime è,
infatti, il loro cuore antico, il centro storico cittadino e il patrimonio culturale diffuso, e più
che costituire un limite alla loro modernizzazione, questi fattori rappresentano invece una
straordinaria occasione per una forte qualificazione identitaria e possono, anzi dovrebbero, diventare il laboratorio a cielo aperto nel
quale sperimentare le tecnologie e le soluzioni
più avanzate.
È proprio il Professor Luca Mari, direttore
del Lab#ID, a sottolineare come l’originalità
racchiusa in quest’iniziativa non risiede nella
tecnologia impiegata, disponibile già da tempo,
bensì nel modo in cui essa riesce a creare un
ecosistema, integrando la spinta propositiva e
la capacità realizzativa di un intero territorio.
Molte di queste aspettative hanno raccolto sin
da subito un riscontro estremamente positivo
grazie al loro approccio semplice, pratico e innovativo, e così sono diventate realtà.
Il progetto ha infatti massimizzato il contributo delle istituzioni, dell’università, delle imprese, degli istituti di credito, dei fornitori delle tecnologie e dei clienti, dando concretezza
a un nuovo modo di interpretare i possibili corsi futuri dell’economia. L’università, oltre a costituire un importante portatore di conoscenza, assume in questo caso il ruolo di soggetto
super-partes e si rende garante della creazione
di “un’architettura” aperta all’ingresso
di nuovi partecipanti: società di servizi, esercenti, operatori telefonici, banche e città,
tutti desiderosi di promuovere in modo innovativo il proprio tessuto economico e sociale
di riferimento. Ciò che rende nuovo il proget-
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INNOVARE
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to e non miope o fine a se stesso, è dunque l’obiettivo di “fare rete” e di condividere nuove possibilità e benefici per gli utenti, siano essi cittadini o turisti, allargando così le prospettive a un mondo di applicazioni nei campi e nei
settori più diversi.
A questo proposito, il progetto ha avuto modo di estendere ulteriormente e con successo
l’utilizzo dell’infrastruttura all’implementazione
di ulteriori servizi, per esempio nell’ambito della
“tourist experience”. Infatti, il turista dotato di un
dispositivo mobile può già scaricare direttamente informazioni, notizie e mappe da smart-poster o da smart-totem, resi disponibili in città, al
Sacro Monte e allo IAT, e da tag NFC collocati
su diversi edifici comunali (Biblioteca Civica, Teatrino Santuccio, Sala Veratti, Liceo Musicale, Binel suo
blioteca dei Ragazzi, Castello di Masnago, Villa ne, il sistema Varese( e (il territorio
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Mirabello). Inoltre, le informazioni riguarderan- plesso avrà la possibilità di valorizzarsi al meglio,
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Una vetrina importante di questa iniziativa tori.
Infine, a ulteriore dimostrazione del successarà senz’altro costituita dall’ormai prossimo
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appuntamento di “Expo 2015”, e per l’occasio- so di “Varese SmartCity” e del conseguimento
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Fondo di Assistenza e Solidarietà
Dirigenti e Quadri Superiori industria
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22 - 4/2013
INNOVAZIONI & TECNOLOGIE
di un esito così positivo, l’iniziativa è attualmente in corso di promozione e di estensione
anche nella città di Gallarate, secondo comune
della provincia di Varese che ha aderito al progetto. “Gallarate SmartCity”, nome che esso ha
assunto presso la “città dei due galli”, è calibrato in particolare sulle specifiche esigenze di
Gallarate e sui suoi temi di maggiore interesse
sociale, economico e culturale.
Il valore del Mobile Payment
Desideriamo ora svolgere un breve focus
chiaro e sintetico sul motivo per cui il Mobile
Payment, e in particolare, nell’accezione del
progetto, il Mobile Proximity Payment, sia uno strumento destinato, a nostro parere, a ottenere una rapida diffusione. Semplicità e valore aggiunto rappresentano i fattori intrinseci dei sistemi NFC sia per gli utenti che per i
vari attori della filiera. Nel Mobile Remote
Payment non vi sono, come già evidenziato in
precedenza, problemi di infrastruttura o di
tecnologia, ma occorre certamente attivare
con decisione un circolo virtuoso di progettazione dei servizi basato su tre elementi fondamentali: identificazione dei bisogni, semplicità e soprattutto comunicazione efficace verso tutti gli attori della filiera, ovvero Banche,
Telco, esercenti, consumatori e PA.
Per le banche, il Mobile Payment rappresenta un’ottima occasione per far crescere l’utilizzo della moneta elettronica in contesti in
cui è ancora poco utilizzata a causa del basso
valore dello scontrino medio. D’altra parte,
esso influisce fortemente sulle modalità di presidio della relazione con i clienti, soprattutto
alla luce dell’ingresso di nuovi player, quali per
esempio Google, nell’arena che fino a oggi è
stata di pertinenza quasi esclusiva delle banche.
Per il mondo delle Telco si possono avanzare considerazioni simili: gli operatori mobili
stanno sperimentando una progressiva riduzione dei ricavi, causati dalla crescita della
competizione, dal passaggio a tariffe flat e da
un calo nell’utilizzo di sms, per cui hanno un
estremo interesse a immaginare nuove fonti
di guadagno aprendosi a nuove tipologie di business, come ad esempio l’affitto del Secure Element sulla SIM e i servizi legati al mondo
NFC, oppure, ancora più interessante, l’erogazione di servizi a valore aggiunto complementari al pagamento.
Infine, per gli esercenti, che in realtà rappresentano la categoria chiave per la diffusione di questa tecnologia, dal momento che costituiscono l’attore che potrà garantire la sostenibilità dell’intero sistema di pagamento, il
valore è strettamente collegato alla possibilità di generare interesse per gli utenti finali. Il
Mobile Payment consente di rendere il pagamento più veloce, per esempio riducendo o
in alcuni casi eliminando del tutto il tempo di
coda alle casse, e nello stesso tempo più conveniente, grazie ad esempio alla possibilità di
scaricare, attraverso lo stesso device (ovvero
lo smartphone) coupon di sconto, e più accessibile, per esempio dando la possibilità di
acquistare un servizio online in qualsiasi momento, anche se non ci si trova davanti al PC.
William Vecchiato,
Andrea Mazza e Luca De Blasio
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Fondo di Assistenza e Solidarietà
Dirigenti e Quadri Superiori industria
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Pronti per la rivoluzione
della stampa 3D?
C'
è una nuova rivoluzione industriale in atto, condotta dalle nuove tecnologie e forse da una in particolare: la stampa 3D o prototipazione rapida.
Di cosa si tratta? Una stampante 3D consente di creare oggetti a partire da uno specifico file, sovrapponendo strati a tre dimensioni di un materiale plastico (o resina, gesso
ecc.). Le opportunità offerte sono innumerevoli, dal prototipo ad altissima definizione per l'oreficeria o la meccanica
di precisione, alla riproduzione di particolari ormai introvabili per l'industria automobilistica e la ricambistica; dai plastici per il mondo dell'edilizia alle protesi mediche; dai piccoli
componenti per l'industria della moda fino alle riproduzioni
per l'archeologia e la gestione museale, il modellismo o semplicemente il proprio hobby. Inoltre (e non è più fantascienza, ma realtà!), lo scanner 3D rileva autonomamente i volumi degli oggetti, consentendo di ottenere una riproduzione fedele e dettagliata perfino di una persona: così potremo esporre una figurina a tre dimensioni del nostro idolo
che ci abbraccia, della nostra famiglia, del nostro animale domestico, degli sposi da mettere in cima alla torta nuziale, di
noi stessi in versione avatar tridimensionale.
Sembrano simpatiche novità, invece si parla di una vera e
propria rivoluzione industriale, perché, ci dicono gli esperti e anche il servizio di Milena Gabanelli (Report, puntata del 4 novembre 2013), è molto probabile che la tecnologia di stampa 3D permetterà di abbattere i costi di produzione spostando il valore del prodotto quasi completamente nell'ideazione e nel design, con effetti non trascurabili sull'economia politica globale. Per esempio, sarà possibile
una riduzione dei costi (economici e ambientali) di trasporto, dell'invenduto, dell'assemblaggio ecc. e questi cambiamenti potrebbero portare a una diminuzione del divario
fra i costi di produzione in Occidente e quella in Oriente,
che oggi rappresenta uno dei problemi di più difficile risoluzione, a livello economico globale.
Siamo abituati ad associare le tecnologie all'avanguardia agli USA e considerarci sempre un po' in ritardo, ma questa volta stampanti e scanner 3D sono già una realtà a Bologna, grazie allo spirito imprenditoriale di Eliofossolo srl,
un'azienda innovativa e attenta al risparmio energetico, attiva da oltre vent'anni nel campo della stampa digitale in piccolo e grande formato, delle stampe offset bianco/nero e colore, plottaggi, scansioni, rilegature e plastificazioni. La stam-
Crea il tuo mini-me in tre step
Lo staff di Eliofossolo srl Stampa 3D Bologna
pa tradizionale non vive oggi un periodo favorevole, ma si
può reagire alla crisi anche lanciandosi in nuovi, rivoluzionari progetti, come quello della stampa 3D. Questa azienda ha deciso di farlo credendovi appieno: per il 13 febbraio
2014, infatti, ha organizzato un evento informativo a Bologna,
aperto al pubblico. La tavola rotonda, dal titolo Stampa 3D: la
nuova dimensione dell'economia, coinvolgerà esperti del settore
e della ricerca scientifica e medica che approfondiranno l'argomento della stampa 3D, evidenziandone le opportunità
d'impiego, tracciandone gli sviluppi futuri, inserendolo nel
quadro più ampio dell'economia globale. Gli interventi degli esperti guideranno i presenti alla scoperta di questa innovativa e affascinante tecnologia, esplorandone le potenzialità
ma anche mostrando qualche esempio pratico.
Stiamo vivendo in un'epoca di
grandi e rapidi cambiamenti,
resi possibili da tecnologie sempre
nuove: sta a noi decidere se prenderne parte attivamente, proprio
come ha deciso di fare Eliofossolo srl con Stampa 3D Bologna.
pubbliredazionale
26 - 4/201326 - 1/2013
INNOVARE CON LA FORMAZIONE
CRISI DEL LAVORO
E FORMAZIONE:
CHE FARE?
«S
a cura di
Giorgio Tamaro*
e un lavoro stabile, adeguatamente pagato, è una fonte d’indipendenza, la sua
assenza significa dipendere da altri; se
è un percorso verso la realizzazione personale, la
sua assenza significa fallimento; se offre la possibilità di salire in alto lungo la scala sociale ed economica, la sua assenza significa che la propria posizione sociale è bloccata o in discesa; se garantisce
sicurezza alla famiglia, la sua assenza significa insicurezza; se è motivo di stima da parte degli altri,
la sua assenza significa vergogna».
Ci piace iniziare le nostre riflessioni sullo
scenario socioeconomico italiano citando le
parole di un costituzionalista americano, K.L.
Karst, che già nel 1997 in un articolo sulla Cornell Law Review, sottoponeva alla sua lucida,
impeccabile analisi il fenomeno della perdita
del lavoro. O per meglio dire, dell’“assenza di
lavoro”.
Perché è di tutta evidenza che oggi il grande
problema del nostro sistema non solo produttivo, ma economico e sociale, è l’occupazione,
il lavoro. Cioè la mancanza di lavoro. Un problema non solo italiano, ma europeo.
Si parla di crescita, si invoca la crescita. E giustamente, dato che il nodo principale del nostro modello di sviluppo in questo momento
storico appare essere la stagnazione, se non la
recessione: la locomotiva rallenta, si sta fermando, forse addirittura scivola all’indietro. Ma
altrettanto giustamente si invoca una crescita
che assicuri occupazione, lavoro, perché solo
INNOVARE
il lavoro appare garanzia di benessere, di stabilità, di equilibrio sociale.
Ma qui si innesta una ulteriore riflessione
sulla catena causale sviluppo/occupazione. I
messaggi che la politica, peraltro timidamente,
lancia sul tavolo della discussione concordano
sostanzialmente su un assunto fondamentale:
dobbiamo creare sviluppo per creare occupazione.
Ma attenzione: non sarà forse vero il contrario? Non sarà che è l’occupazione a generare sviluppo?
Vediamo. Il processo decisionale che sta alla base dell’iniziativa d’impresa non è quello di
aumentare la produzione per poi, come conseguenza, aumentare l’occupazione. Semmai è
vero il contrario: l’imprenditore basa i suoi
programmi di sviluppo su quella che è fondamentalmente una scommessa, decide di aumentare la produzione sulla base delle informazioni di cui dispone circa la probabilità di un
aumento della domanda del prodotto. Quindi,
in base a una sfida basata sul futuro – il “rischio
d’impresa” – aumenta adesso, nel presente, gli
investimenti, tra i quali evidentemente anche
la forza lavoro. È l’occupazione a generare, almeno potenzialmente, sviluppo.
Questo ragionamento, ovviamente, parte
dal presupposto che vi siano, a livello di sistema economico a scala nazionale adeguate politiche industriali che indirizzino le scelte delle
imprese, e a livello di singola impresa la capacità di saper cogliere le occasioni di investimento che gli scenari futuri, o futuribili, prefigurano.
Ciò posto, credo che tutte le scuole di pensiero possano concordare sull’assunto che i
fattori fondamentali per la creazione di occupazione sono riducibili sostanzialmente a tre:
l’introduzione di nuove invenzioni; i programmi di opere pubbliche; la leva fiscale.
Vi sono anche le azioni dirette, tese alla creazione di posti di lavoro attraverso soggetti dedicati pubblici e privati: uffici per l’impiego, agenzie di somministrazione di manodopera,
cooperative, aziende municipalizzate. Tuttavia
ritengo che questo canale possa rappresentare tutt’al più un fattore di complemento per
rafforzare e indirizzare in maniera mirata le
strategie generali che sovrintendono alla creazione di occupazione.
La leva fiscale è spesso invocata quale provvedimento strategico per la creazione di nuova occupazione: il dibattito riapertosi di recente sui tavoli delle parti sociali e del Governo sul tema della riduzione
del cuneo fiscale ne è la dimostrazione più lampante. In
buona sostanza si sostiene
che la riduzione del-
4/2013 - 27
l’imposizione fiscale stimolerebbe le imprese
ad assumere di più e i lavoratori a consumare
di più: il rilancio dei consumi metterebbe in
moto la ripresa della domanda, che comporterebbe aumento della produzione, e quindi
aumento dell’occupazione, in un circuito virtuoso.
Detto così sembra l’uovo di Colombo, ma
c’è un problema. Di non poco conto. Interventi significativi sulla leva fiscale sono costosissimi, soprattutto per un sistema disastrato come il nostro. D’altra parte, interventi più modesti sono certamente possibili, ma rischiano
di produrre effetti trascurabili, se non nulli. Una riduzione modesta della pressione fiscale rischia di spingere le imprese non tanto ad assumere quanto, per esempio, a ridurre le esposizioni nei confronti dei creditori, in primis dello stesso sistema bancario; e di spingere i lavoratori non tanto a consumare di più quanto,
nella migliore delle ipotesi a ricostituire i risparmi, a mettere fieno in cascina, e nella peggiore delle ipotesi a pagare i debiti.
Insomma, la leva fiscale per funzionare deve
essere massiccia. Nel 2009 il governo degli Stati Uniti varò un piano di riduzioni di imposte
davvero imponente: ci si attendeva che i posti
di lavoro persi si sarebbero attestati sotto i 5
milioni; se ne persero più di 8 milioni. L’obiettivo era una disoccupazione USA al 7 per cento; nel 2010-2011 salì oltre il 10.
E tutto questo con un investimento di quasi
800 miliardi di dollari. No comment.
Infine, la leva fiscale funziona a pioggia: non
distingue tra settore e settore, può contribuire a creare posti di lavoro, ma quali posti di lavoro? Non è proprio la stessa cosa creare posti di lavoro nel settore della ricerca scientifica e tecnologica e in un centro commerciale.
Ci sono poi i programmi di opere pubbliche,
le famose grandi opere. Ma qui, a parte il velo
pietoso da stendere quando si parla di grandi
opere all’italiana – vedi alla voce SalernoReggio Calabria… – il problema dei programmi di opere pubbliche è che non
sono infiniti; si tratta di interventi ben
delimitati nel tempo. Non a caso
28 - 4/201328 - 1/2013
quelli che hanno funzionato di più, storicamente, sono i programmi di spesa pubblica collegati alle guerre. E
anche qui, no comment.
Restano le invenzioni, certo.
Ma qui siamo nel campo dell’inconoscibile. Su cosa possiamo
puntare? Il Novecento ha vissuto in larga misura – a parte
la già citata industria bellica,
ahimè! – sullo sviluppo delle
grandi invenzioni dell’Ottocento: la ferrovia, il telegrafo,
l’automobile, la radio e poi la
televisione. Il terzo millennio
può sopravvivere solo sullo sviluppo della cosiddetta società
della comunicazione? Invenzioni
cercansi.
Dunque, cosa trarre da queste riflessioni? Probabilmente che la sola ricetta applicabile per un tentativo di ripresa
dell’occupazione – e con essa dell’intera catena di creazione del valore – risiede in un mix di
tutti i fattori che abbiamo testé sommariamente
elencato: leva fiscale, programma di opere pubbliche, sfruttamento delle nuove invenzioni (tecnologie), e infine le azioni dirette di creazione di
posti di lavoro (agenzie ecc.).
Qualcosa di molto simile al New Deal con il
quale l’America di Roosevelt si rialzò tra il 1933
e il 1943, dopo la scoppola della grande depressione del ’29. E qui…cercasi Roosevelt.
Il problema del lavoro, della perdita di lavoro, della ricerca di nuovo lavoro, rimane dunque uno dei grandi nodi irrisolti del nostro tempo: dal punto di vista sociale certamente il più
drammatico.
Non per consolarci, ma solo per tentare un
aggancio tra questi temi e quello della formazione professionale e continua, proviamo almeno a chiederci “quale formazione”.
Nell’analisi del fattore occupazione svolta
dal sociologo Luciano Gallino in un recente saggio dal titolo – provocatorio e inquietante – “Il
colpo di stato di banche e governi” (Einaudi,
2013) leggiamo: «La creazione di occupazione dovrebbe perseguire primariamente l’obiettivo di contribuire a trasformare il modello produttivo dominante, orientando i flussi di manodopera sia verso
settori ad alta intensità di lavoro e di immediata utilità sociale, sia verso professioni che le macchine,
per motivi tecnici o per ragioni di costo, difficilmente potranno sostituire».
In sostanza: è un dato di fatto (storico) che
le sole professioni risparmiate da quella che
potremmo definire “l’automazione universale”, vale a dire la sostituzione del lavoro umano con la robotizzazione, sono quelle che si
INNOVARE CON LA FORMAZIONE
collocano al vertice e alla base della piramide
professionale.
La base della piramide appare in un certo
modo garantita, ma garantita al ribasso: si tratta spesso di lavori talmente malpagati che non
conviene automatizzarli (raccolta dei pomodori, pulizie, sorveglianza) oppure sono totalmente non-automatizzabili (la badante, il banconiere di MacDonald’s). Occupazioni affidate alla
mano dell’uomo, ma buone tutt’al più per offrire un reddito di sussistenza; occupazioni che
non promettono alcuno sviluppo e che non
sembrano offrire grandi spunti per la formazione continua, se si eccettuano i corsi per la
salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il vertice della piramide invece ci sollecita a:
1) promuovere la formazione continua: aggiornamento uguale professionalizzazione; maggiore professionalizzazione uguale
più possibilità di trovare lavoro.
2) promuovere l’alta formazione: più
facciamo formazione di qualità, più lavoro daremo ai formati.
In quali settori? Il discorso merita una trattazione a parte. Ci basterà qui elencare, in ordine
sparso, la tutela e valorizzazione del territorio,
la riconversione edilizia e urbana, le energie rinnovabili, l’agroalimentare, i beni culturali…
Vaste programme, diceva De Gaulle. Chi di
dovere si metta al lavoro.
Già: letteralmente “al lavoro”.
Giorgio Tamaro
* Direttore Generale FAPI - Fondo Formazione PMI
HANNOVER EXPRESS
ANDATA E RITORNO
in giornata da Milano
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Volo
diretto
L’unica possibilità di visitare
la fiera per 8 ore in un solo giorno
la soluzione ideale
per risparmiare
tempo e denaro
Martedì 8 aprile
da Milano Malpensa
Il pacchetto Hannover Express
prevede tutto quanto necessario per
arrivare in fiera rapidamente e senza pensieri.
La partenza è prevista alle ore 7.30 da Milano
Malpensa e, all’arrivo ad Hannover, pullman privati
conducono direttamente in Fiera:
l’ingresso ai padiglioni è immediato grazie alla tessera
precedentemente fornita. Alle ore 18 circa nuovo trasferimento
all’aeroporto ed imbarco sul volo per Milano.
L’arrivo è previsto alle ore 22 circa.
Il pacchetto Hannover Express è apprezzato da molti anni sia dai visitatori
italiani, sia dagli espositori che lo utilizzano per invitare in fiera clienti e rivenditori.
L’AMMONITORE ha concordato una tariffa speciale ridotta
per i propri lettori: 650 € a persona per le prenotazioni confermate entro il 28 febbraio.
Dopo tale data la quota è di 720 €.
Per informazioni e prenotazioni:
Hannover Express - Tel. 02 53578213
E-mail: [email protected] - Prenotazioni on line: http://www.hannoverexpress.it
30 - 4/2013
INNOVARE CON LA FORMAZIONE
CON UNO SCATTO…
LE EMOZIONI DEL 2013
E LE ATTESE PER IL FUTURO
È
a cura di
Gabriella Longu
giunta a conclusione la fase di valutazione delle foto del concorso “Con uno
scatto…Le emozioni del 2013 e le attese per il futuro” promosso da Isfor Api tra tutti i residenti in Sardegna. Una occasione importante per riuscire a focalizzare su aspetti concretamente reali le esigenze e le aspettative delle persone che vivono intorno a noi.
La macchina fotografica assume le sembianze
di una maschera che impedisce agli altri di vedere ma consente la possibilità di esprimere; la
macchina fotografica come “facilitatore” delle
emozioni. Ed ecco apparire colpi di luce, mari
Prima classificato “Fermarsi sul ciglio “di Salvatore Pistis
in inverno, acque colorate e bambini che si muovono e anziani che lavorano. Ma la Sardegna è
anche terra di pianto e di case diroccate, natura straordinaria ma anche demolitrice…illusione e disillusione ma anche speranza questo raccontano le foto, questo ci dicono coloro che
hanno avuto “il coraggio” di osare e di inviare
le proprie emozioni celate da uno scatto fotografico.
La commissione, composta da esperti fotografi Antonio Mannu, Piergiorgio Dessì, Cesello Putzu, docenti universitari Giuseppe Puggioni, Gianfranco Bottazzi e responsabili della
INNOVARE
struttura il presidente Italo Senes e il direttore
generale Gabriella Longu nonché due artisti
Massimo Boi e Lucia Pietrobon hanno analizzato, valutato e discusso a lungo sulla scelta delle
prime tre classificate ma alla fine all’unanimità
la scelta è stata fatta.
Contestualmente una giuria popolare sta votando le foto allo scopo di “sfruttare” al massimo l’opportunità che sta dando il concorso per
conoscere in maniera più adeguata e più diretta
le emozioni, le aspettative e le debolezze delle
persone che con cui condividiamo la vita senza
accorgercene.
Le foto scelte sono quelle, che a detta della
commissione, sono riuscite a trasferire:
immediatezza ed efficacia del messaggio, capacità di suscitare emozioni e che hanno dato
maggiormente, attraverso la scelta dell’immagine, una certa forza al tema del concorso.
La prima classificata “Fermarsi sul ciglio”:
“Un’immagine di paesaggio urbano correttamente composta con un elemento che lo esplicita”; Il paesaggio è percepito. Foto realizzata
da Salvatore Pistis.
La seconda classificata “Futuro”: un ritratto
semplice ma molto intenso, uno sguardo chiaro e bello. Foto realizzata da Daniele Pontis.
La terza classificata “Movimento”: una composizione efficace e una nidiata di bambini che
rappresentano una speranza per il futuro imprevisto e imprevedibile. Foto realizzata da
Aleksandrina Gavrilova Daskalova.
Il dibattito, previsto in occasione della premiazione delle foto, il 20 dicembre nella struttura dell’Exmà a Cagliari sarà un ulteriore momento di approfondimento e di lettura sui bisogni e attese della nostra società.
4/2013 - 31
Seconda classificato “Futuro” di Daniel Pontis
Verranno spiegate le valutazioni, le motivazioni che hanno portato alla scelta delle foto e
sulla base di queste tutti i partecipanti saranno
invitati ad condividere la propria opinione sull’argomento. La mostra fotografica rimarrà aperta fino al 29 dicembre e ospiterà anche opere di tre ceramisti sardi Massimo Boi, Giampaolo Mameli e Raku di Cristina di Martino.
Un connubio di arte ma anche occasione di
riflessione, condivisione di “letture” diverse
del nostro vivere il 2013 per poter intervenire
con una maggiore consapevolezza nel nostro
immediato “futuro”.
Terza classificata “Movimento” di Aleksandrina Gavrilova Daskalova
* Isfor Api
32 - 4/2013
MATERIALI INNOVATIVI
Materiali Innovativi
E ormai comune leggere su riviste e giornali articoli relativi a biomateriali, materiali biodegradabili, biocompatibili e biopolimeri. Queste classi di materiali
stanno acquisendo sempre più importanza a diversi livelli: sociale, industriale
ed economico, tuttavia non è infrequente trovare usi impropri per queste parole che possono portare a incomprensioni.
In questa rubrica abbiamo già accennato ai materiali biodegradabili e riteniamo
utile approfondire in una serie di pubblicazioni i temi relativi ai materiali “bio”,
sperando di accendere la curiosità del lettore sulle diverse classi di
BIOMATERIALI
A partire da questo numero e per le prossime uscite, il prof. Perale ci spiegherà
cosa sono i biomateriali da un punto di vista generale, alternando la descrizione a esempi pratici e presentando importanti casi di successo imprenditoriale e di elevato contenuto tecnologico e innovativo.
A. Castrovinci
I BIOMATERIALI
M
a cura di
Giuseppe Perale
olto spesso, purtroppo, taluni termini
tecnico-scientifici sono impropriamente utilizzati e spesso abusati, soprattutto quelli che possono sembrare “alla moda”: è
questo, per esempio, il caso di termini quali “bio-
Scaletta tematica su 6 uscite
1. biomateriali
2. biocompatibilità – egitto – il concetto di biocompatibilità
in senso solo medico, fili da sutura, catgut, prime protesi
esterne ed interne (primi interventi chirurgici)
3. biodegradabilità – persia – derivati dello zucchero, amidi, i
biopolimeri
4. biostabilità – cina – la seta, dalle suture alle nanoparticelle
per controlled drug delivery
5. inspire by nature – sostituti ossei compositi NZ-CH
6. totally designed – nanobiomateriali, dendrimeri, etc etc
compatibilità”, “biodegradabilità”, “biomateriali”, e altri affini. Questi concetti, infatti,
appartengono all’ambito delle scienze della vita
le quali sicuramente occupano un posto di primo piano per il loro diretto e immediato impatto che hanno non solo nell’immaginario collettivo ma anche in quello più tangibile e pratico
della quotidianità legata alla cura della salute
propria.
Questa rubrica vuol essere una sorta di viaggio verso oriente che, simbolicamente, ci porti
a conoscere le diverse definizioni tecniche attraverso un cammino virtuale, anche storico: iniziamo pertanto oggi questo viaggio partendo
dalla definizione base di “biomateriale” data
da IUPAC1; andremo poi nell’antico Egitto alla
ricerca delle origini del concetto di biocompatibilità; attraverseremo la culla della civiltà
mediorientale per scovare le radici scientifiche
INNOVARE
della biodegradabilità; seguiremo quindi le
orme di Marco Polo lungo la via della seta per
introdurre il concetto opposto, ovvero di biostabilità; di lì attraverseremo l’Oceano e andremo agli antipodi, nell’ultimo mondo, per conoscere un tipico esempio di biomateriali “ispirati dalla natura” (inspired by nature); e termineremo il nostro virtuale giro del globo con una
tappa Statunitense per curiosare nei trends futuri dei nanobiomateriali che oggi si affacciano sulla scena internazionale come un settore
molto promettente e in continua e rapidissima
evoluzione.
È doverosa premessa dire che il mondo dei
biomateriali è estremamente vasto e pertanto
ne consegue che possa essere fatto da “correnti” di pensiero e di “credo” scientifico che non
sempre sono allineate, anzi, talvolta sono origine di accese discussioni. E questo, però, è parte
della scienza moderna, fortunatamente non
dogmatica, che deve sempre mettere in discussione le proprie teorie e con esse le proprie definizioni, attraverso il confronto tra pari in un
comune cammino costruttivo alla ricerca di interpretazioni, spiegazioni e comprensioni sempre più raffinate e precise.
Qui non si vuole fare un trattato epistemologico, né tediare alcun lettore; partiamo dun-
4/2013 - 33
que con una definizione ufficiale, ovvero quella
IUPAC1: «a biomaterial is a material exploited in
contact with living tissues, organisms, or microorganisms». Come tutte le definizioni brevi e sintetiche, all’apparenza molto eleganti ma purtroppo
non esaustive, questa definizione fa sorgere subito agli occhi del lettore critico diverse osservazioni e solleva dubbi e domande. D’istinto, infatti, parlando di biomateriali il pensiero corre
immediatamente al mondo medico, trascurando erroneamente tutto il settore cosiddetto
ambientale, tutt’altro che marginale o privo di
spunti di notevole interesse. La medesima posizione, per altro, espressa implicitamente all’inizio di questo articolo!
La definizione IUPAC può, infatti, essere tradotta e parafrasata facendo riferimento a quei materiali che sono posti in contatto con “sistemi viventi” di qualsiasi tipo2, siano essi il corpo umano, oppure un terreno agricolo, oppure un sacco per la
raccolta dei rifiuti organici domestici (strapieno di
microorganismi), solo per citare tre esempi apparentemente estremi. Questi ultimi tre esempi tanto lontani poi non sono, poiché la scienza alla base
dei teli da pacciamatura, o dei sacchi biodegradabili, è la medesima che sta alla base, per esempio,
delle matrici (dette scaffolds) per la rigenerazione
delle cartilagini lesionate.
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MATERIALI INNOVATIVI
Questo nostro breve e metaforico viaggio ci
concede lo spazio per concentrarci solo sui temi di attinenza medicale, senza pur nulla togliere alle applicazioni ambientali dei biomateriali e
a tutti i temi connessi che saranno tuttavia sempre menzionati.
Cerchiamo quindi di calarci nel settore medicale, inteso nel suo senso più ampio, e andiamo alla ricerca di una definizione chiara ed esaustiva, prendendo spunto da due testi accademici che sono considerati il riferimento mondiale in questo ambito: un biomateriale è un materiale che si interfaccia con i sistemi biologici
umani, per valutare, trattare, aumentare o sostituire un qualunque tessuto, organo o funzione
dell'organismo con cui è in contatto. L’interazione che ne scaturisce è pertanto bilaterale,
ovvero, tra il biomateriale e l’organismo con cui
è posto in contatto e viceversa, e può avvenire
principalmente su tre diversi livelli: fisico-chimico, molecolare e cellulare. La tipologia d’interazione offre una prima metrica di categorizzazione: biodegradabile o biostabile; per contatto
temporaneo o permanente; attivo o passivo.
Il secondo metro di categorizzazione di mas-
sima è la composizione e il processo di produzione dove, rifacendosi alla scienza e alla tecnologia dei materiali più in generale, i biomateriali
possono essere suddivisi in metallici, polimerici, ceramici, vetri, compositi e di origine naturale.
L’utilizzo e la funzione sono altri parametri
attraverso i quali descrivere i biomateriali, spesso facendo riferimento sia ai prodotti ed ai dispositivi che da essi si ottengono, sia alla specifica applicazione clinica che vanno a svolgere. In
questo ambito gli esempi si sprecano e spaziano dalle valvole cardiache ai fili da sutura, dalle
protesi articolari alla strumentazione chirurgica, dalle matrici per ingegneria dei tessuti alle
lenti a contatto, fino ai sistemi per il rilascio controllato di farmaci e agli innesti di origine animale per la rigenerazione dei difetti ossei.
Nel corso di questa rubrica avremo modo di
approfondire i più rilevanti tra questi specifici
concetti anche attraverso esempi concreti, facendo un viaggio in questo mondo che ha oltre
4000 anni di storia!
Giuseppe Perale, PhD
*www.icimsi.ch
Note
1 IUPAC, acronimo di International Union of Pure and Applied Chemistry, ovvero l’Unione internazionale di chimica pura e applicata, una organizzazione non governativa internazionale, dedita al progresso della chimica, responsabile di gran parte della standardizzazione del mondo chimico in ambito terminologico, ma non solo, fu costituita nel 1919 a Londra. http://www.iupac.org
2 una sbirciata su Wikipedia e troviamo infatti: “A biomaterial is any matter, surface, or construct that interacts
with biological systems”.
3 D. F. Williams, ed. (2004). Definitions in Biomaterials, Proceedings of a Consensus Conference of the European
Society for Biomaterials. Amsterdam: Elsevier.
B. D. Ratner et al. (2012). Biomaterials Science, 3rd Edition: An Introduction to Materials in Medicine.Waltham (MA,
USA): Academic Press.
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COMONEXT
EVENTI
Inaugurato il secondo lotto
con opere della collezione Panza
All'inaugurazione erano presenti Paolo De Santis,
Presidente Camera di Commercio di Como, Giorgio
Carcano, Presidente di ComoNExT, Giuseppe Guzzetti, Presidente Fondazione Cariplo, Massimo Garavaglia, Assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Giovanni Rusconi, Sindaco di Lomazzo
La giornata inaugurale del secondo lotto
ComoNExT
È
stato inaugurato, lunedì 25 novembre, il secondo lotto di ComoNExT, che grazie ai suoi 2000 mq porta la superficie attualmente fruibile del Parco Scientifico Tecnologico di Lomazzo a 14.000 metri quadrati.
Anche questa nuova area è stata ricavata attraverso un’attenta
riqualificazione (come la prima, curata dall’arch. Ado Franchini) di
alcuni spazi dell’ex Cotonificio Somaini, edificio di fine Ottocento
dismesso ormai da molti anni: una scelta che testimonia la volontà
di mantenere l’originaria destinazione industriale, in una sorta di
continuum tra il settore manifatturiero tradizionale e il nuovo modo di fare impresa.
A differenza degli spazi del primo lotto, le nuove aree sono state
destinate a due tipologie di insediamento differenti. La prima tipologia (1300 mq), che si sviluppa su tre piani, sarà attrezzata, anziché
con uffici/laboratori privati, con postazioni lavoro complete in open space, molto flessibili e usufruibili anche per periodi brevi. La
nuova area potrà ospitare fino a 90 postazioni e sarà destinata in
particolare alle start up e alle giovani imprese ospitate dall’Incubatore (molte delle quali selezionate attraverso il Bando In-
Primo Parco Scientifico Tecnologico della provincia di Como, ComoNExT, inaugurato il 28 maggio 2010, nasce dall’iniziativa della Camera di Commercio di Como tramite la consociata Sviluppo Como
con il sostegno di partner territoriali tra cui il Comune di Lomazzo,
le Associazioni d’Impresa comasche, gli istituti bancari soci di Sviluppo Como e la Fondazione Politecnico di Milano.
ComoNExT si propone di attirare aziende caratterizzate da contenuti innovativi, mettendo a disposizione spazi logisticamente all'avanguardia, con infrastrutture avanzate e laboratori di ricerca attrezzati, uno staff di tecnici per il supporto alle aziende insediate nei
loro processi di innovazione e proponendosi come luogo di incontro dove sviluppare idee innovative e nuove tecnologie.
ComoNExT, che nell’agosto 2013 ha ottenuto dal Ministero dello Sviluppo Economico il riconoscimento di Incubatore Certificato,
fin dalla sua nascita nel 2010 sostiene anche l’avvio di start-up innovative (attualmente ne sono presenti 25), ne supporta la costituzione e le affianca nei primi tre anni di vita mettendo a disposizione spazi, risorse, la fruizione di servizi specialistici e l’accesso a reti di conoscenze.
Attualmente a ComoNExT sono insediate 73 aziende per
un totale di oltre 400 addetti con un’età media di 35 anni.
Informazioni: www.comonext.it
INNOVARE
cubatore d’Impresa
promosso da CCIAA di Como e
ComoNExT), ma si
aprirà anche a possibilità
di
coworking.
La seconda tipologia consiste nella
ristrutturazione di
un edificio di complessivi 700 mq (ex
scalo merci) che verrà adibito all’insediamento di un’azienda ad elevatissimo contenuto tecnologico nel settore delle nanotecnologie.
In occasione dell’apertura del secondo lotto si è dato il via a
una prestigiosa collaborazione con la Collezione Panza, attraverso l’esposizione temporanea di alcune opere. Le opere esposte, in tutto sei, provenienti dalla Collezione Panza, sono di Allan Graham e Carl Ostendarp e saranno visibili a ComoNExT fino al 31 maggio 2014. La mostra è il primo passo di un percorso
che la Camera di Commercio di Como, in collaborazione con la
Collezione Panza, intende intraprendere con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea come fonte di energia per il territorio e il suo tessuto economico.
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38 - 4/2013
EVENTI
FA’ LA COSA GIUSTA!
L'undicesima edizione della fiera
del consumo critico e degli stili di vita sostenibili
a fieramilanocity dal 28 al 30 marzo 2014
D
al 28 al 30 marzo, nei consueti padiglioni
di fieramilanocity, tornerà l'undicesima
edizione di Fa' la cosa giusta!, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili, organizzata da Terre di mezzo Eventi e
Insieme nelle Terre di mezzo onlus.
Dopo il successo dell'edizione 2013, chiusa
con 72mila presenze - in crescita di circa l'8%
rispetto all'anno precedente – non mancheranno le novità, centinaia prodotti e idee per rendere la propria vita a misura d'uomo e d'ambiente.
Fa’ la cosa giusta! è il principale evento nazionale completamente dedicato al consumo
critico e agli stili di vita sostenibili. Una fiera che parla contemporaneamente al grande pubblico, ai gruppi d'acquisto e agli addetti ai lavori
in ambito green. Un luogo in cui i cittadini trovano progetti innovativi e creativi e le aziende all’avanguardia in tema di sostenibilità ambientale e
sociale presentano al pubblico i loro prodotti e
servizi. L'evento in cui le associazioni, i gruppi
informali di consumatori, si scambiano buone
pratiche per la costruzione di un’economia solidale, mentre le istituzioni e gli enti locali si confrontano sulle best practice per un cambiamento
virtuoso del nostro stile di vita. Lo spazio in cui
le scuole si mettono alla prova su economia, mercato, sogni e giustizia.
L'edizione 2014 si articolerà in undici sezioni tematiche, che spazieranno dall'alimentazione
biologica alla moda etica, passando per la mobilità elettrica, il mondo dell'infanzia, il turismo consapevole e la cosmesi naturale. Vi saranno focus
specifici sulle nuove tecnologie applicate alla sostenibilità e sulla valorizzazione dei cibi e dei prodotti della tradizione popolare.
All'innovazione dal basso e agli “artigiani digitali” sarà dedicata l'area “Green Makers” un
luogo d’incontro per designer, inventori e autoproduttori in cui professionisti e semplici appassionati potranno scambiarsi idee, condividere
progetti, provare macchine all'avanguardia e spe-
INNOVARE
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rimentarne le possibili applicazioni.
All'interno dello spazio makers saranno presenti realtà ad alto contenuto tecnologico con caratteristiche di open source, autoproduzione e basso impatto ambientale. Verranno presentati, inoltre, prodotti
e servizi utili a ridurre il “gap” tra
l'idea e la sua realizzazione e che
pongono l'accento sulla cultura della produzione, creazione e condivisione.
Gli amanti della tradizione culinaria popolare potranno ripercorrere
la tradizione culturale italiana all'interno della “Locanda di Fa' la cosa giusta!”, attraverso mostre, lezioni di cucina, degustazioni, laboratori e incontri, partendo da quegli
ingredienti base antichi e gustosi,
che erano quotidianamente presenti sulle tavole dei nostri nonni.
Inoltre ci sarà l'occasione per imparare a fare da sé: grandi e piccini
potranno mettersi alla prova con laboratori di cucina, di autoproduzione di cosmetici e all'interno di workshop in cui imparare a realizzare vestiti e accessori con materiali di recupero.
www.falacosagiusta.org
40 - 4/2013
EVENTI
50ª EDIZIONE
DI SMAU
Tre giorni dedicati
agli imprenditori e alla
crescita e competitività
delle imprese
S
i è conclusa la 50ª edizione di Smau che ha
visto oltre 51.000 visitatori varcare in tre
giorni le porte dei padiglioni 1 e 2 di fieramilanocity per esplorare le idee innovative di
più di 200 startup e centri di ricerca, più di 500
novità tecnologiche dei principali protagonisti
del settore e partecipare agli oltre 600 workshop in programma.
«Questa edizione ha posto al centro dell’attenzione il ruolo da protagonista dell’imprenditore all’interno di un contesto, quello italiano, caratterizzato da una presenza predominante di Piccole e
Medie Imprese, cuore pulsante della nostra economia. È proprio da questa figura che deve partire il
processo di rinnovamento e di sviluppo che trova
le sue basi nell’Innovazione e nelle tecnologie digitali. Affinchè ciò sia possibile l’imprenditore deve
avere il supporto di tre attori fondamentali: startup, imprese del settore digital e Regioni. Le startup, in primis, in quanto rappresentano il laboratorio di ricerca esterno alle imprese, in grado di parlare lo stesso linguaggio degli imprenditori, e che
per questo hanno il compito di trasferire nuove idee e progetti che possono dare una svolta in positivo alla loro attività. Le imprese del digital che si
occupano di fornire gli strumenti più adeguati per
avviare il processo di innovazione in azienda e, non
ultime, le Regioni che rappresentano l’anello di congiunzione tra i fondi erogati dalla Comunità Europea e le imprese italiane, concretizzando quindi
tutte le opportunità per accedere ai bandi e finanziamenti a supporto dell’innovazione e della crescita delle imprese» dichiara Pierantonio Macola, Amministratore Delegato di Smau.
L’edizione è stata quindi l’occasione per riunire questi tre attori, nell’ambito dei numerosi
convegni e appuntamenti in programma, a ini-
ziare dal convegno d’Apertura “Startup, innovazione e imprese: le Regioni protagoniste” un appuntamento che ha voluto fornire
al pubblico di imprenditori e manager in sala indicazioni concrete su come accedere agli oltre
87 miliardi di fondi strutturali messi a disposizione della Comunità Europea. A questo proposito sono infatti intervenuti gli Assessori alle
Attività produttive di alcune Regioni Italiane più
dinamiche, tra cui Mario Caligiuri, Assessore alla Ricerca di Regione Calabria, Loredana Capone, Assessore Sviluppo economico Regione Puglia, Mario Melazzini, assessore Attività produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, Gian Carlo Muzzarelli, assessore Attività produttive di Regione Emilia Romagna, Guido Trombetti, vice Presidente e Assessore
Università - Ricerca scientifica della Regione
Campania e, in videoconferenza, Agostino Ghiglia, assessore Ricerca e Innovazione di Regione Piemonte, tutti concordi sull’importanza di
destinare fondi alla ricerca e all’innovazione: nella sola Lombardia, per esempio l’obiettivo è di
arrivare a un investimento in ricerca e sviluppo
pari al 3% del PIL.
Nel pomeriggio di mercoledì, riflettori ancora puntati sulle startup con il Premio Lamarck che ha consegnato un riconoscimento
a CheckApp, Flighttech Italia, U-Hopper e Spillover. Tra gli interventi dei vari relatori presenti, significativo il commento di Massimo
Russo, direttore di Wired. «Finalmente si vedono applicazioni pratiche che escono dalla retorica
– ha detto Russo – Servono startup che diventino aziende. Non contano i fallimenti, perché sono
insiti nella natura delle startup. Conta solo la capacità di rialzarsi e innovare».
INNOVARE
Giovedì è stata la volta del Premio Smart City che ha portato sul
podio i comuni di Varese, Treviso,
L’Aquila e l’Asl Napoli 2. Nell’ambito del Convegno che ha preceduto
la consegna dei premi è intervenuto
anche Francesco Profumo, in rappresentanza del Presidente Anci che
ha affermato: «L’aggettivo ‘smart’ non
significa solo ‘intelligente’, ma ha un significato più ampio, più ‘amichevole’
nei confronti dei cittadini. Smart vuol
dire avviare una cultura diversa: un processo che prevede tre grandi attori: il
territorio, le persone e i digital device,
che voglio chiamare sensori intelligenti.Tutti e tre generano dati da considerare su piani separati. Dobbiamo cominciare ad interpretarli in modo verticale per promuovere una diversa progettazione delle città, così da renderle
più ‘amichevoli’».
La seconda giornata si è conclusa
con il convegno “Lombardia Digitale, Expo 2015 e opportunità
per le imprese ICT del territorio: E015 e il Digital Ecosystem
di Expo” che ha posto al centro del
dibattito la questione essenziale del
coinvolgimento e della valorizzazione delle imprese ICT Piccole e Medie del territorio che attraverso
l’ambiente digitale basato sugli Open
Services E015 possono cogliere nuove opportunità per lo sviluppo di business innovativi. L’importanza della
piattaforma E015 per le imprese del
digital è stata sottolineata da Pietro
Guindani, coordinatore progetto
strategico ICT per Expo 2015, il quale ha aggiunto che uno dei principali
obiettivi della piattaforma è quello di
far incontrare domanda e offerta di
servizi favorendo la nascita di nuovi
progetti.
L’ultima giornata di Smau è stata invece dedicata ai campioni d’innovazione. Si è partiti alle ore 10 con
gli Smau Mob App Award, realizzati
in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano hanno ricevuto il premio per la categoria consumer City1Tap Milano, sviluppata da RCS Mediagroup con Accenture, Where’s up, Aritmeticando
della startup Milanese App42, AmpliTube for IPad della startup modenese IK Multimedia Production, l’applicazione La3 sviluppata dall’omonimo
canale televisivo, Autobus AroundMI,
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Le dichiarazioni
di alcuni espositori presenti
Paolo Susani di ZUCCHETTI
«L’edizione di Smau trascorsa ha sancito l’unione
delle reti Microarea e Zucchetti all’interno del nostro
gruppo – dichiara Paolo Susani, direttore vendite
canale indiretto di Zucchetti – e questo obiettivo è
stato raggiunto accelerando notevolmente le integrazioni tra i prodotti per dare ai clienti un’offerta sempre più completa dal punto di vista della gestione aziendale. Proprio grazie all’ottimo lavoro svolto dalla
rete distributiva, anche nel 2013 il gruppo Zucchetti
crescerà di oltre l’8%, in un settore IT che, secondo
gli analisti, registrerà un preoccupante -4%.
La nostra partecipazione alla fiera milanese è stata coronata anche dal Premio Innovazione ICT, vinto
da QVC Italia, retailer multimediale nato negli Stati
Uniti e specializzato nello shopping televisivo, con un
progetto basato sulle soluzioni Zucchetti per la gestione del personale. La giuria del Politecnico di Milano ha premiato il nostro caso di successo perché le
caratteristiche tecnologiche della suite HR Zucchetti
e, in particolare, la base dati unica per l’intera piattaforma di gestione del personale, hanno permesso
a QVC Italia di integrare l’elaborazione delle paghe
sia con le attività di budgeting e monitoring in riferimento alle varie componenti di costo del personale,
sia con la pianificazione dei turni, utilizzando il portale aziendale per lo scambio di informazioni via web
tra i dipendenti. Ciò ha consentito all’azienda una notevole ottimizzazione dei tempi di lavoro a supporto
del business».
42 - 4/2013
EVENTI
Riccardo Signorini
consigliere delegato e cofondatore
di AMBROGIO
Per Ambrogio quella di ottobre 2013 è stata la prima
volta allo SMAU da protagonista, ossia da espositore. È andata molto bene, grazie al grande interesse suscitato dalla
novità Ambrogio Cloud, una vera e propria rivoluzione nel
settore, perché è il primo prodotto che permette alle aziende di avere traffico telefonico e internet completamente gratuiti, con 8 linee telefoniche e 2 ADSL gestiti e una
piattaforma integrata per la condivisione dei dati aziendali,
anche “on cloud”, sia attraverso postazioni telefoniche fisse che mobili. E tutto senza alcun costo di installazione e
mantenendo i numeri telefonici esistenti.
«Questa soluzione, interamente sviluppata all’interno dagli
ingegneri del Reparto Ricerca e Sviluppo di Ambrogio, si interfaccia perfettamente con qualsiasi centralina e si installa in una
giornata – spiega Riccardo Signorini, consigliere delegato e
co-fondatore di Ambrogio - senza alcun disagio per l’azienda, né spese di installazione: 6,99 euro al giorno è il costo per
l’utilizzo di Ambrogio Cloud,” la connettività e tutto il traffico telefonico e internet sono invece “free of charge”. Condivisione
dei dati e massima integrazione sono oggi strategiche per le aziende e con Ambrogio Cloud i cellulari legati all’azienda sono
reperibili anche all’estero come se fossero comuni postazioni aziendali e qualsiasi device ha le stesse potenzialità per la condivisione dei dati in modalità cloud. La versione presentata allo
Smau è la prima di una serie, che verranno rilasciate nei prossimi mesi».
Skiddy the Slippery Puzzle,
l’App Unieuro, Pointistic, sviluppata dall’omonima startup,
Movy App. Per la categoria business sono invece vincitori:
DCC 3D di Ikon per Danieli
Centro Cranes, Sinfo Mobile
Networks di Sirti, Tiroldea4 di
Macwin e Payleven. Antonio
Scardino, 20 anni ha ricevuto il
riconoscimento come miglior
sviluppatore Under 25 con 14
app all’attivo tra cui BiciMi4Social, Sara Colnago, invece è stata selezionata per il premio
Donna Imprenditrice.
Alle ore 12 è stata la volta del
Premio e-Government i “campioni del Riuso” realizzato in
collaborazione con l’Osservatorio e-Government della
School of Management del Politecnico di Milano che ha premiato i 10 progetti più innovativi di applicazione del paradigma del riuso: Comunità Montane Valli del Verbano con il Progetto GIT, Comune di Novara
con il Progetto GIT, Comune di
Monza con il Progetto GIT, Comune di Milano con il progetto
GIT, Comune di Padova con il
Progetto P@Doc, Provincia di
Brescia con il Progetto Cruscotto delle Performance, Provincia di Como con il progetto
SitiPA ProvComo, Regione Piemonte con tre progetti: Progetto MUDE, Progetto Acta – Archivio Protocollo Informatico e
Progetto Dati Piemonte. L’evento è stato l’occasione per
sottolineare la necessità di
«creare una struttura sul modello
di Wikipedia, che organizzi i progetti che nascono spontaneamente dal basso. Questo per favorire il
paradigma del riuso, una pratica
che porta importanti vantaggi economici e più efficienza nei servizi a cittadini e imprese», ha affermato Giuliano Noci Responsabile Scientifico Osservatorio eGovernment School of Management del Politecnico di Milano.
Il Premio Innovazione
ICT ha concluso il programma
di eventi della giornata. Sono 12
i progetti vincenti di adozione
delle tecnologie digitali: Poltro-
INNOVARE
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na Frau per un progetto realizzato in collaborazione con Alterna, Unicredit per un progetto
realizzato in collaborazione con Namirial, Artoni, per un progetto realizzato in collaborazione con Dedagroup, business partner IBM,
SNAM, Gruppo Rina per un progetto realizzato con il supporto di Top Consult, Galbusera,
per un progetto realizzato in collaborazione con
Dell, Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate, per un progetto realizzato in collaborazione
con NETAPP e VEM sistemi, Marco Polo Shop,
Roma TPL per un progetto realizzato in collaborazione con Vodafone, Caviro per un progetto realizzato in collaborazione con Alterna,
QVC Italia per un progetto realizzato in collaborazione con Zucchetti. Per la categoria ICT
nel Retail ha ritirato il premio il Distretto del
Commercio di Abbiategrasso, Ascom BeM per
il progetto Fidelity Card.
Nell’ambito del Premio si è passati successivamente a consegnare una Menzione Speciale
“Made in Italy” all’azienda produttrice di tecnologie ICT italiana Sistemi Hardware Comitec,
business Partner Intel. Inoltre è stato consegnato il Premio Cluster “Best in Show” ai labora-
tori e centri di ricerca presenti in fiera. Hanno
ritirato il premio: Tecnogranda per il Cluster
Agrifood, Ghepi per il Cluster Fabbrica Intelligente, Alta Lab per il Cluster Scienze della Vita,
CSP Piemonte per il Cluster Tecnologie per le
Smart Communities, SXT per il Cluster Tecnologie per gli Ambienti di Vita, Cosvig per il Cluster Energia, Vega Informatica per il cluster ICT.
Dopo Milano, Smau prosegue il suo tour in
giro per l’Italia a Napoli il 12 e 13 Dicembre, Bari il 12 e 13 Febbraio, Roma il 19 e 20 marzo,
Padova il 16 e 17 aprile, Torino il 7 e 8 maggio
e Bologna il 4 e 5 giugno.
TTS - Technology Transfer System
«Al termine della 50ª edizione di SMAU Milano, siamo orgogliosi di registrare l’importante successo riscosso dal nuovo
sistema di simulazione che abbiamo presentato, il nuovo servizio per la manutenzione, addestramento, progettazione, monitoring di prodotti complessi, quali macchinari o impianti».
Marisandra Lizzi fondatrice iPress
«iPress ha partecipato a Smau Milano in duplice veste:
siamo stati partner operativi e anche ospiti espositore nell’area di Italia Startup.
Per Smau iPress ha curato l’accredito dei giornalisti in Fiera (oltre 500 nell’arco delle tre giornate): la piattaforma infatti è anche uno strumento di pianificazione e gestione degli eventi, oltre ad essere un marketplace che mette in comunicazione gli influencer, giornalisti e blogger, con Uffici
Stampa, PR, comunicatori e organizzatori di eventi.
In qualità di espositore nell’area dedicata alle startup abbiamo registrato un ottimo successo. Come sempre Smau si
rivela una buona occasione per instaurare relazioni B2B e
per incontrare personaggi e professionisti del mondo dell’innovazione. Tutti hanno apprezzato iPress, nata nel 2010
come strumento di social network per giornalisti e uffici stampa, e che dopo un lungo periodo di incubazione in Silicon
Valley si è profondamente trasformata, fino alla nuova versione presentata proprio a Smau Milano.
iPress è oggi una piattaforma unica che offre la possibilità di aumentare i propri follower, scoprire gli influencer, far leggere e valorizzare i propri comunicati stampa, articoli e libri sui temi d’interesse. A oggi sono
mappati tramite Linkedin,Twitter e Amazon circa 7.000 giornalisti e blogger e tramite Linkedin,Twitter e Facebook circa 4.000 testate giornalistiche. Contiamo di arrivare a 20.000 giornalisti e blogger profilati entro
la fine dell'anno.
Cosa ci rimane di questa edizione di Smau? Da una parte il consolidamento della nostra esperienza nell’attività di gestione della partecipazione dei giornalisti a un importante evento. Dall’altra la certezza - a
conferma di quanto sperimentato in altri eventi come gli Osservatori ICT del Politecnico di Milano, l’eCommerce Forum di Netcomm e il TTG Rimini - che per il mondo delle startup è essenziale avere momenti di
visibilità e di confronto. Per i medi e grandi vendor, Smau, che ringraziamo per aver creduto in iPress, rimane
sempre un momento unico per presidiare il mercato».
44 - 4/201344 - 3/2012
EVENTI
100 PER CENTO BUSINESS
O
Un’evoluzione naturale del CeBIT
rientando il CeBIT in modo più specifico sulle esigenze e sugli obiettivi
della clientela professionale e allo
stesso tempo creando un più stretto collegamento tra area espositiva e momento congressuale, gli organizzatori del salone leader
mondiale dell’economia digitale aspirano a
proiettare l’evento verso nuovi traguardi.
«Intendiamo fare leva sui punti di forza del CeBIT potenziandoli in modo mirato», dichiara Oliver Frese, responsabile del CeBIT nell’ambito del CdA della Deutsche Messe, aggiungendo: «In futuro punteremo al 100 per cento
sul business, allineandoci così perfettamente ai
desideri dei nostri clienti».
Frese sottolinea che nel corso delle ultime
edizioni il CeBIT ha sempre più rafforzato la
propria posizione di fiera specializzata internazionale per gli addetti ai lavori del settore
della tecnologia dell’informazione e della comunicazione. La percentuale dei visitatori qualificati è andata costantemente crescendo, attestandosi sul valore record dell’82 per cento
nel marzo di quest’anno. Il fatto che lo scorso
marzo un visitatore specializzato su tre fosse
un top manager della propria azienda e il 60
per cento degli addetti ai lavori in arrivo da
100 Paesi abbia dichiarato di visitare solo il
CeBIT e nessun’altra fiera di settore ha generato grande soddisfazione tra gli espositori,
che confermano di avere stabilito contatti
d’affari eccellenti. Parlando degli sviluppi futuri del salone, Frese dichiara: «Il CeBIT è già oggi la fiera leader internazionale e l’evento congressuale di maggiore importanza per i professionisti del settore – ma noi intendiamo potenziare
questo suo ruolo».
L’obiettivo dichiarato si farà tangibile già nel
corso della prossima edizione. «Per favorire una sempre maggiore trasparenza nei confronti sia
dei visitatori sia degli espositori, creeremo otto ambiti tematici, amplieremo l’offerta rivolta a gruppi
target particolari e potenzieremo il programma
INNOVARE
convegnistico», spiega Frese.
A partire dalle quattro piattaforme sulle
quali era imperniato il layout espositivo nelle
ultime edizioni, gli argomenti trattati saranno
redistribuiti in otto aree tematiche, stabilite
tenendo conto dei criteri seguiti dai responsabili decisionali del business digitale: Enterprise Resource Planning & Data Analysis, Enterprise Content Management, Web & Mobile Solutions, IT services, Security, Communication & Networks, Infrastructure & Data
Centers, Research & Innovations.
Questi otto ambiti tematici saranno integrati da offerte speciali per particolari gruppi
target. La Global Sourcing Area for Devices
& Accessories, ad esempio, tratterà l’intera
offerta di componenti, periferiche e terminali
che interessa in modo particolare i buyer e gli
operatori del commercio. Planet Reseller rimarrà il punto di ritrovo centrale per buyer,
grossisti e dettaglianti, mentre il Public Sector Parc continuerà ad offrire soluzioni per la
pubblica amministrazione. Saranno invece significativamente ampliate le iniziative rivolte
alla domanda e offerta di posti di lavoro e possibilità di carriera – come il programma TectoYou per le nuove leve che ha fatto il suo debutto lo scorso marzo.
Il calendario delle CeBIT Global Conferences comprenderà oltre 1.000 tra seminari,
conferenze e forum proposti nei padiglioni e
sarà ancora più chiaramente strutturato e trasparente. «Il CeBIT è già da anni la più grande
conferenza del mondo sull’ICT. Intendiamo mettere a frutto e valorizzare questa sua fisionomia
sia raggruppando alcune tematiche, sia dando
particolare rilievo a tematiche specifiche», aggiunge Frese.
In futuro, inoltre, il CeBIT rivolgerà ancora più specificamente la propria attenzione ai
megatrend del settore, che verranno identificati attraverso la collaborazione con noti esponenti dell’industria offerente e utente. Il
CeBIT favorirà così un approfondito confronto non solo sul tema conduttore dell’anno ma
anche sui temi di tendenza e, con il suo programma di conferenze, si imporrà sempre più
come piattaforma per il transfer di know-how
e per il dialogo settoriale a livello globale.
Anche il nuovo periodo di svolgimento del
salone, a partire dal prossimo anno, ne sottolinea ulteriormente il nuovo orientamento
professionale. «Il CeBIT si terrà sempre a marzo, per dare una spinta in più alle aziende in apertura del nuovo anno commerciale. In futuro,
però, si svolgerà dal lunedì al venerdì, non più dal
martedì al sabato». Nel 2014, pertanto, il salone si aprirà lunedì 10 marzo e si chiuderà venerdì 14 marzo.
La Deutsche Messe amplierà inoltre note-
4/2013 - 45
Il fondatore
di Wikipedia
al CeBIT 2014
Jimmy Wales sarà
uno dei relatori
delle CeBIT Global
Conferences
La sua visione ha trasformato un intero settore dell’economia ed è entrata nella quotidianità di milioni di persone in tutto il mondo. Stiamo parlando di Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia, considerato una delle
teste pensanti più influenti del mondo digitale. Vero e proprio pioniere, Wales ha contribuito a creare un mondo nel quale praticamente ognuno può avere libero accesso alla
somma di tutta la conoscenza umana. È noto
il suo veemente impegno per una rete libera
da ogni controllo o interferenza governativi.
Con il suo contributo allo sviluppo della tecnologia dell’informazione e all’impatto che essa ha sulla società, Jimmy Wales alimenta in
continuazione discussioni che da tempo ormai vanno al di là dei puri e semplici problemi del mondo online.
Wales sarà ad Hannover in occasione del
CeBIT 2014, dove parlerà venerdì 14 marzo,
dalle 13.00 alle 14.00, nella cornice delle CeBIT Global Conferences. “Jimmy Wales ha dimostrato come sia possibile plasmare e trasformare il mondo digitale attraverso idee
creative, spirito di collaborazione e forte senso di responsabilità personale: tutti atteggiamenti, questi, che sono necessari anche per
un utilizzo sostenibile e responsabile di grandi
quantità di dati – quello che, con il nome di
Datability, sarà il tema conduttore del CeBIT
del prossimo anno. Siamo pertanto già oggi
ansiosi di sentire quello che avrà da dirci in
materia”, afferma Oliver Frese, responsabile
per il CeBIT nel CdA della Deutsche Messe.
Nel marzo 2000 Jimmy Wales lanciò Nupedia, la prima enciclopedia in lingua inglese
su Internet, che nel gennaio 2001 si trasformò
nel progetto Wikipedia. Nel giugno 2003 costituì poi la Fondazione no profit Wikimedia,
da lui diretta fino alla fine del 2006. Oggi è ancora attivo all’interno di questa Fondazione
come Presidente onorario. Wikipedia nel
(segue a pag. 46)
46 - 4/2013
EVENTI
frattempo è diventata il sesto sito web più
utilizzato nel mondo. Il suo successo è un
esempio particolarmente significativo della
rivoluzionaria forza di trasformazione di Internet.
Le CeBIT Global Conferences
In linea con la maggiore attenzione dedicata al business, il prossimo anno anche l’offerta di conferenze e convegni del salone leader
dell’ICT sarà più intrecciata con il programmma espositivo. Il principale highlight del programma collaterale saranno le CeBIT Global
Conferences, che nel 2014 verranno organizzate per la prima volta in un padiglione a sé,
e per l’esattezza nel padiglione 8. Dal 10 al 14
marzo le Global Conferences offriranno qui
una panoramica sulle tendenze e sui temi della tecnologia dell’informazione, delle telecomunicazioni, dei media digitali e della consumer electronics, con la presenza di relatori
internazionali di alto profilo del mondo dell’economia e della politica, con workshop e
tavole rotonde di esperti. Sono previsti uno
speakers’ corner, una networking area e desk per le demo. La partecipazione alle CeBIT
Global Conferences, che si terranno in inglese/tedesco, è a pagamento.
Per informazioni www.cebit.de/de/cgc
volmente i servizi offerti nel quartiere fieristico. Così, ad esempio, i visitatori potranno utilizzare gratuitamente la rete WLAN sia all’interno dei padiglioni sia nell’area scoperta.
E anche il servizio guardaroba sarà già incluso
nel costo della tessera d’ingresso giornaliera,
pari a 60 euro.
Dieter Kempf, Presidente dell’Associazione federale tedesca della Information Technology, delle telecomunicazioni e dei new media (BITKOM), ha espresso il suo apprezzamento per un’impronta più professionale del
salone e per le iniziative adottate per il perseguimento di tale obiettivo: «Sosteniamo con
convinzione gli sforzi attuati per portare il CeBIT
a nuovi traguardi. La nuova formula ‘business al
100 per cento’ è un’evoluzione naturale del salone e schiuderà nuovi potenziali di crescita per i
nostri associati, dando ancora più risalto ai punti
di forza del salone. Per gli espositori, alcuni dei
quali investono milioni di euro nella loro presenza
al CeBIT, la nuova linea assicurerà l’importante
opportunità di concludere un maggior numero di
affari».
Anche Jan Geldmacher, CEO di Vodafone
Global Enterprise e Presidente della commissione espositori CeBIT, è della stessa opinione: «Ci fa molto piacere l’attenzione della Deutsche Messe nel coinvolgere noi espositori nei nuovi sviluppi del CeBIT. Questa attenzione garantisce la perfetta rispondenza, sia dei contenuti sia
del layout del salone, alle effettive esigenze delle
aziende che partecipano».
Considerazioni sulla gestione del capitalismo individuale
delle micro e piccole imprese
Luigi Pastore
Dal caos
al cosmo
In molti affermano che la crescente imprevedibilità e casualità delle situazioni, rende superflua l’attività di analisi, previsione e programmazione che avrebbe rischi, costi troppo elevati e non è nel DNA dei nostri piccoli
imprenditori.
Chi ha elaborato questo testo è consapevole
di questa difficoltà, ma è convinto che per le
PMI e i loro immaginifici titolari, allo stato attuale, un percorso metodologico e programmatorio, per quanto non esaustivo, è pur
sempre un avanzamento rispetto ai tentativi
ed alle improvvisazioni del passato, che rappresentano oggi il vero limite nello sviluppo di
progetti globali e competitivi.
in vendita presso Mar.Te Edizioni srl - Per informazioni [email protected] - www.martedizioni.eu
48 - 4/2013
LE PMI SANNO INNOVARE
IL RITORNO DEL VINILE
S
a cura di
Valentina Ventricelli*
ettanta milioni di metri lineari è il numero che identifica la quantità prodotta dalla Viniltex nei
suoi primi 35 anni di attività, motivo per cui lo
scorso settembre la famiglia LISO, proprietaria dell’azienda, ha spento le sue prime 35 candeline.
Un’azienda con una tradizione e ricca di un patrimonio fatto di 300 clienti e oltre 3.000 articoli distinti per composizione chimica, spessore e colore.
Dal 1997 la guida è passata alla seconda generazione ed è appunto l’avv. Salvatore Liso, attuale responsabile amministrativo che ci illustra come un delicato passaggio è stato superato con successo: «Il tasso di mortalità delle aziende nella fase di passaggio generazionale è di circa il 30%, tutto questo nel nostro caso
non è avvenuto perché i ruoli da ricoprire erano stati ben
definiti in funzione della formazione e esperienze professionali maturate da me e dai miei fratelli».
Nata nel 1978 da una intuizione dei fratelli Liso e
ubicata ad Andria, in Puglia, a due passi da storici
mercati della calzatura da tempo libero come quelli
di Barletta e Casarano, ha sviluppato una lunga esperienza nell’ambito della produzione di eco-pelle per
tale settore.
Il dott. Maurizio Liso, responsabile commerciale,
ci racconta dell’andamento del mercato in tutti que-
Maurizio, Giuliana, Lorenzo e Salvatore Liso
sti anni e della pesante crisi che ha colpito il settore
storico, quello appunto della calzatura a seguito della
selvaggia globalizzazione, che ha comportato la chiusura di centinaia di aziende calzaturiere.
«Saremmo usciti fuori dal mercato anche noi se non
avessimo iniziato da circa quindici anni un lento e radicale processo di riconversione, con pesanti investimenti in
termini tecnologici e di innovazione nella ricerca di nuovi
prodotti. Lo sforzo che abbiamo compiuto è andato all’inizio principalmente in due direzioni:
a) cercare nuovi mercati per gli articoli tradizionali destinati alla calzatura, non solo in Italia, ma andando anche all’estero;
b) cercare nuovi prodotti da destinare al settore della
calzatura, come per esempio gli articoli in poliuretano.
Alle fine ci siamo trovati a fare articoli nuovi per mercati nuovi».
Infatti oggi la Viniltex è una realtà di riferimento
anche nei settori dell'arredamento, della pelletteria e
degli articoli per la casa, con una capacità produttiva
annua di 5.500.000 mq e forte di un'esperienza autorevole nel mondo della ricerca e del design con prodotti ideali per ogni tipo di esigenza.
Specializzata nella realizzazione di articoli in PVC,
ottenuti con il metodo della spalmatura di materiali
termoplastici su carta realese (carta industriale goffrata) e il conseguente accoppiamento a tessuti di supporto, la Viniltex ha incrementato la sua gamma
con una vasta scelta di articoli in poliuretano su basi
coagulate.
INNOVARE
Gli articoli così ottenuti danno luogo a un grande
assortimento che si differenzia in funzione del disegno, dello spessore, del colore e del supporto, in un
perfetto connubio tra design, hi-tech e innovazione;
un prodotto dall’aspetto estremamente naturale, disponibile in una ricca collezione di modelli progettati
per qualsiasi utilizzo. La scelta infine è completata da
articoli tecnici e performanti destinati al settore della nautica.
La superficie in cui la Viniltex opera è di circa
15.000 mq, al cui interno è ubicato un moderno laboratorio di Ricerca e Sviluppo dotato di un impianto pilota, indispensabile per la sperimentazione continua dei prodotti e per lo sviluppo di nuove proposte in grado di soddisfare le richieste di un mercato
in continua evoluzione.
Termocanali pilota e cabine luce permettono di
monitorare la resistenza degli articoli ai vari agenti
atmosferici. Quotidianamente vengono sperimentati e prototipati i nuovi articoli, che solo dopo aver superarto tutti i test prefissati, vengono lanciati
in produzione per la fase di industrializzazione dell’articolo. Il sistema qualità della certificazione UNI
EN ISO 9001:2000 è una ulteriore garanzia di affidabilità e sicurezza, come il costante rapporto di
collaborazione tra primari istituti di analisi italiani
quali il Cimac, il Centro Tessile Cotoniero, il Lapi,
l’istituto Buzzi ed esteri quali il Satra in Inghilterra,
il Pfi in Germania e il Ferro in Usa.
«Solo così riusciamo a ottenere rivestimenti in eco
pelle che risultano essere un perfetto connubio tra design, hi-tech e innovazione; un prodotto dall’aspetto estremamente naturale, disponibile in una ricca collezione»,
ci dice la dott.ssa Giuliana Liso, a capo del laboratorio di R&S e dei progetti di innovazione tecnologica.
«Gli investimenti degli ultimi anni sono stati rilevanti,
basti pensare che il vecchio impianto di spalmatura è
stato sostituito con una nuova linea a 4 teste spalmanti
e da quattro nuovi termocanali. È stato introdotto un
nuovo reparto di finissaggio dotato di un moderno impianto di goffratura che permette di realizzare articoli
sempre più simili ai prodotti naturali, resistenti, facili da
pulire, e senza dubbio in linea con il rinnovarsi dei trend,
grazie all’utilizzo di cilindri goffratori per le operazioni
di finitura».
La dimostrazione è la realizzazione del vasto assortimento di rifiniture quali effetti rettilati e anti-
4/2013 - 49
cati, effetti pull-up e screpolati.
Il successo ottenuto dalle ultime collezioni, con
una nuova linea di articoli che riproducono un formidabile “effetto seta”, sono la dimostrazione del
costante impegno rivolto dal laboratorio R&S nella progettazione di articoli sempre più innovativi.
Un esempio evidente è la linea dedicata agli articoli ignifughi, che grazie alle certificazioni ottenute, hanno destato notevole interesse da parte di
buyers internazionali del mondo dell’arredo destinato al CONTRACT.
«Attualmente annoveriamo certificazioni di resistenza
alla fiamma riconosciute in Italia ed all’estero quali le: UNI VF 9175 -Class 1I M; NF 16-101:1988 -F2; NF P
92501-7 -Class M2; BS 5852 part. 2 - Cigarette e
match test; BS 7175 -CRIB 5 - GS 97038. Continui
investimenti tecnologici e processi produttivi computerizzati costituiscono il cuore della filosofia aziendale.
Lo dimostrano i risultati ottenuti nella sperimentazione di prodotti resistenti all’attacco di muffe – antimicrobici come testimoniano le certificazioni SN 195/921
– OIT. Inoltre rivolgendosi a mercati prevalentemente
europei, dalle nostre produzioni sono state escluse tutte le sostanze vietate dalla normativa Reach, in particolar modo sono stati eliminati gli Fthalati, in modo tale da soddisfare le richieste di articoli destinati al contatto dei bambini».
Una particolare attenzione è rivolta al rispetto dell’ambiente di lavoro interno ed esterno. Moderni impianti monitorizzano costantemente il ciclo produttivo neutralizzando le emissioni dei processi di lavorazione. A partire da 2010 la Viniltex ha fatto una
scelta di campo, diminuendo e gradualmente eliminando le emissioni di gas serra.
Al fine di raggiungere una sostenibilità del proprio
sviluppo, attraverso la produzione di energia da fonti
rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza nell’uso
dell’energia, ha poi installato un proprio impianto fotovoltaico, dotato di pannelli di ultima generazione
che permettono la produzione annua di circa 70.000
kWh con un risparmio energetico del 25%.
La Viniltex si identifica pertanto nello slogan "per
uno sviluppo sostenibile", un chiaro segnale di come l’azienda operi nel pieno rispetto dell'ambiente e
della qualità della vita.
* Confapi Bari e BAT
50 - 4/201350 - 3/2012
LE PMI SANNO INNOVARE
L’intervista
CHIC E GREEN
Il fazzoletto di cotone
N
a cura di
Cristina Gualdoni
el 1954, Sandro Graziina fonda la Manifattura Graziina a Gallarate, uno dei più
importanti centri del tessile italiano e dà
origine alla produzione e alla commercializzazione di fazzoletti in cotone.
L'attività prosegue negli anni mantenendo un
vivace ascolto delle tendenze del mercato e del
gusto in evoluzione, consentendo alla Manifattura Graziina di diventare una riconosciuta
azienda di riferimento nel proprio settore. A
quasi 60 anni dall'esordio, la Manifattura Sandro
Graziina, oggi diretta da Maria Giovanna Graziina, impegna le proprie risorse verso una riscoperta del prodotto, inteso non solo come
strumento d'uso o oggetto di gusto e classe, ma
prezioso elemento per chi conduce una vita al-
l’insegna del rispetto delle risorse naturali.
Sig.ra Maria Giovanna Graziina ci riassume in breve le tappe fondamentali che
hanno segnato la vostra storia?
La Graziina è nata nel 1954 con attività produttiva di tessitura di fazzoletti di cotone. Nel
1974 tutta la produzione è stata spostata non
lontano dalla sede, sempre a Gallarate e questa
azienda è stata attiva fino al 2008.
Le fasi di lavorazione successive a quelle della
produzione del tessuto sono sempre state delegate all’esterno appoggiandosi ad aziende strutturate per candeggio e stampa o laboratori per
il taglio, l’orlatura, la stiratura e il confezionamento dei fazzoletti. Da ormai una ventina d’an-
INNOVARE
ni alla produzione in Italia se ne è dovuta necessariamente affiancare una all’estero, con aziende
selezionate da noi nel tempo.
In che senso selezionate?
Le aziende dalle quali ci approvvigioniamo oltre a fornire il prodotto secondo le caratteristiche che soddisfano le esigenze del nostro mercato, operano garantendo idonee condizioni di
lavoro ai propri dipendenti oltre che il rispetto
dell’ambiente nelle diverse fasi di lavorazione.
Oggi quindi di cosa vi occupate?
Definiamo le collezioni, selezioniamo i disegni, scegliamo le tipologie di tessuti. Programmiamo le produzioni che devono essere eseguite in Italia e all’estero e curiamo l’aspetto commerciale, cercando di potenziare, per quanto
possibile, la distribuzione sul mercato nazionale e orientandoci verso nuovi mercati e canali
di vendita.
Nella produzione dei fazzoletti di cotone ci sono differenze qualitative ovviamente, di che tipo e da cosa dipendono?
Le tipologie sono naturalmente diverse e legate alla qualità della materia prima utilizzata,
che, ricordiamolo, è sempre e solo puro cotone. Le differenti tecniche di lavorazioni del tessuto, quali l’esecuzione di bordi in raso o la creazione di effetti jacquard, aggiungono altro valore
al prodotto, così come la realizzazione di disegni attraverso varie tecniche di stampa. Infine, il
tipo di orlo che si va ad eseguire e le caratteristiche del packaging di vendita concorrono a
connotare il prodotto.
4/2013 - 51
Fazzoletto di cotone e igiene
Portiamo come esempio l’epidemia - peraltro non dilagata nel nostro Paese - dell’influenza A.
Il dottor Fabrizio Pregliasco, noto medico virologo, ricercatore e professore all’Università degli Studi di Milano
ha chiarito le idee sul fatto che il rischio di contagio non
riguarda il materiale di cui sono composti i fazzoletti, ma il
buon senso che preside alle più banali regole igieniche. Vale a dire: carta o stoffa pari sono.
Sempre secondo il dottor Pregliasco il pacchetto usa e
getta potrebbe risultare più pratico: una volta che ci si è
soffiati il naso, il fazzoletto si butta e si evita, così, di custodire in tasca germi potenzialmente pericolosi. Però - avverte il virologo - bisogna fare attenzione a dove si getta il
fazzoletto usato: abbandonarlo in un luogo pubblico, in condizioni che ne rendono possibile il contatto con altre persone, significa trasformare “l’igienico kleenex” in un pericoloso veicolo di contagio.
Il fazzoletto di stoffa, invece, non contempla rischi di
questo genere. E se chi ne fa uso si preoccupa di lavarlo
quanto prima, non esiste possibilità che il nostro quadrato
di cotone attenti alla salute altrui.
Qual è il vostro target?
La collezione comprende tipologie di articoli
che hanno caratteristiche utili a soddisfare le più
varie fasce di consumatori.
Quali sono le difficoltà maggiori oggi?
Se ci riferiamo ai consumi, non c’è dubbio che
i nostri principali competitors sono i fazzoletti
52 - 4/201352 - 3/2012
Fazzoletto di cotone
e ambiente
Sorprenderà sapere che non è proprio uno
sparuto gruppo quello che preferisce l’eleganza
e la pulizia del cotone allo spreco dell’usa e getta. Tra loro ci sono anche gli “ecologisti”, che
non sono solo quelli che vanno all’assalto delle
baleniere, ma anche tanta gente comune, convinta del fatto che salvaguardare le risorse naturali sia non solo necessario, ma anche possibile a partire dalle piccole scelte quotidiane, come quella di preferire la stoffa alla carta.
Analisi del ciclo di vita
di Fazzoletti in Cotone e in Carta
Ecco cosa si scopre da un serissimo studio
dell’Istituto di Ricerche Ambiente Italia di Milano riguardo ad un’ “Analisi del ciclo di vita di
Fazzoletti in Cotone e in Carta”.
Il rapporto è stato elaborato dal Dottor Bianchi e dal Dottor Brevi con la collaborazione del
Dottor La Mantia dell’ Università di Palermo.
Si parla di riusi (cioè lavaggi ) del fazzoletto
di cotone e di usi equivalenti per quello di carta, intendendo cioè quanti fazzoletti di carta sono usati “per assolvere allo stesso compito di
un fazzoletto di cotone” prima di lavarlo. I fazzoletti di carta sono studiati in due varianti: a
base di pasta al solfato sbiancata ed a base di pasta non trattata con prodotti clorurati.
L’impatto ambientale comparato dà questo
esito:
Consumo di Materie Prime: nella situazione in cui fazzoletto di cotone viene usato una ventina di volte prima di essere lavato (per
pulire gli occhiali , asciugare la fronte ed anche
soffiare il naso ) e quello di carta gettato ad ogni uso, sono necessari 420 Kg di carta contro i
2 Kg di cotone.
Consumi Idrici: i consumi del cotone sono
circa il 25% di quelli di carta.
Consumi di Energia: per i fazzoletti di cotone i consumi di energia sono il 27% di quelli
di carta.
Produzione di rifiuti: il fazzoletto di cotone produce una quantità di rifiuti urbani pari all’
1% dei prodotti in carta.
Emissioni Atmosferiche: su tutti i parametri significativi, il fazzoletto di cotone presenta sempre emissioni atmosferiche molto inferiori a quelle di carta.
Le emissioni di gas responsabili della formazione delle piogge acide è circa 5 volte superiore nella carta rispetto al cotone. Le emissioni di
gas responsabili dell’ effetto serra è oltre tre
volte maggiore nella carta rispetto al cotone.
LE PMI SANNO INNOVARE
di carta dei quali non stiamo ad evidenziare i presunti aspetti
positivi ma piuttosto a segnalare quelle che sono le loro caratteristiche meno nobilitanti e cioè l’impatto che hanno sull’ambiente, a partire dalla loro produzione fino al loro smaltimento. Per contro, stiamo osservando con interesse e con
attenzione un ritorno all’utilizzo del fazzoletto di stoffa da
parte di molti consumatori particolarmente sensibili alla tematica ecologica e ad una certa cura di sé, che esprimono
anche attraverso l’utilizzo di questo accessorio.
Il vostro mercato è prevalentemente italiano?
La catena distributiva in Italia ha caratteristiche particolari che fanno sì che il contatto tra l’azienda e il consumatore finale non sia diretto ma avvenga attraverso passaggi
successivi e la nostra organizzazione è principalmente impostata per soddisfare questa filiera.
Il mercato estero al quale ci rivolgiamo richiede piuttosto produzioni di nicchia, alcune volte personalizzate e particolarmente curate.
La materia prima, cioè il cotone, dove lo reperite?
Non ci occupiamo direttamente dell’approvvigionamento
della materia prima che affidiamo ai produttori di tessuto nostri fornitori i quali hanno a disposizione vari mercati, quali
l’Egitto per le qualità più ricercate.
Si parla molto di cotone organico?
Si tratta di cotone coltivato con metodi e prodotti che
hanno un basso impatto sull’ambiente. Vengono utilizzati sistemi di produzione biologica per fertilizzare il terreno; non
è previsto l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici tossici, persistenti nel cotone stesso e nell’ambiente.
Il cotone organico non è associato alla produzione di fazzoletti ma è proprio questo il nostro compito, quello di farlo conoscere e promuovere presso i consumatori.
Cristina Gualdoni
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LE PMI SANNO INNOVARE
L’ORTO IN CUCINA
L’innovazione di Sempre Fresco tra
biologico e nuove tecniche di coltivazione
«L’
a cura di
Giacomo Cecchin*
idea di questo progetto è nata circa 5
anni fa visitando alcune realtà già presenti in nord Europa in paesi come Olanda e Danimarca – esordisce Fabrizio Cimarosti, presidente di Sempre Fresco srl un’azienda
appena nata ma con le idee molto chiare - là
questa insalata da taglio che può essere tenuta in
cucina, sul davanzale della finestra o sul balcone era già molto utilizzata e le interviste con i consumatori locali confermavano l’interesse per questo tipo
di prodotto».
La storia della Sempre Fresco srl di Guidizzolo (www.semprefrescosrl.com) nasce proprio
da qui, da un gruppo di aziende che già producono insalata in modo tradizionale e che hanno
avuto la voglia e soprattutto il coraggio di provare a sperimentare una coltura innovativa e assolutamente all’avanguardia che allo stesso tempo rispetta l’ambiente e fornisce un prodotto di
qualità elevatissima al consumatore.
«In questa avventura siamo in 6 aziende agricole che fanno parte di OP di Guidizzolo, una cooperativa di produttori, e che nonostante gli ostacoli bu-
rocratici, la mancanza di finanziamenti pubblici e
l’importanza dell’investimento hanno deciso di spingersi verso l’innovazione di processo e di prodotto –
prosegue il sig. Cimarosti mostrandoci una distesa di insalatine che in pieno inverno riempe
di colori questo angolo della provincia di Mantova – molti pensano che l’agricoltura non abbia la
possibilità di modificarsi più di tanto. Noi invece che
conosciamo la coltura tradizionale siamo convinti
che ci sia sempre spazio per le novità. Per questo è
nato l’Orto in cucina».
Sempre Fresco srl è diventata pertanto l’unica azienda a produrre e commercializzare l’insalata con
la sua zolletta di torba sia a livello italiano che nel
sud Europa. Sta proprio qui la vera innovazione.
In una zolletta di torba che sembra più un oggetto di design che una porzione di terra vengono piantate 3 piante di lattuga, una diversa dall’altra sia per il colore che per il sapore. In particolare si tratta delle varietà gentile verde, gentile rossa e romana, un tris di insalate che arriva
al consumatore fresco come se si dovessero cogliere le piantine dall’orto.
INNOVARE
4/2013 - 55
Fabrizio Cimarosti nella serra all'interno dell'azienda Sempre Fresco
«La coltivazione di queste piantine avviene fuori
suolo, senza l’impiego di diserbanti e senza l’utilizzo
di organismi geneticamente modificati – spiega Cimarosti mentre ci mostra una delle piantine all’inizio del loro ciclo di vita – il prodotto ha un peso complessivo di circa 400 gr con 200 gr di parte
edibile (corrispondente a circa due porzioni di insalata mista)».
L’orto in cucina ha tra i suoi pregi anche una
self-life molto lunga e soprattutto un impatto
ambientale ridotto praticamente allo zero: il Tris
di insalate è confezionato in un sacchetto al
100% biodegradabile e compostabile.
L’insalata è prodotta in una serra super tecnologica e con un impianto del tutto automatizzato che porta le piante dalla fase di trapianto al
punto di raccolta. La struttura aziendale e in particolare il vivaio sono stati creati appositamente
per la produzione di questa insalata in modo da
evitare che all’interno si crei un microclima che
rende le piante immuni da malattie fungine e di
conseguenza non ci sia bisogno di nessun trattamento chimico.
«Abbiamo zero utilizzo di antiparassitari – sottolinea ancora Fabrizio Cimarosti – utilizziamo
invece sistemi di lotta integrata con un lancio settimanale di insetti predatori che vanno a caccia di
qualsiasi tipo di insetto nocivo si trovi all’interno della serra».
I focus test realizzati nelle più grandi città del
nord Italia hanno avuto dei risultati molto positivi su tutti i target di consumatori a dimostrazione che il pubblico inizia a spostarsi su prodotti che uniscano la sostenibilità ambientale alla qualità. Il prodotto della Sempre fresco si colloca tra quei clienti che acquistano insalata a cespo nei negozi di ortofrutta e quelli che invece
acquistano l’insalata in busta tagliata, la cosiddetta quarta gamma.
«L’Orto in cucina risolve il problema legato alla
conservazione del prodotto senza l’uso del frigorifero ma solo con un pizzico di accortezza da parte
del consumatore – aggiunge il sig. Cimarosti – basta aggiungere un po’ di acqua, mettere il tris sul
davanzale o sul balcone e si raggiunge una durata
di 8/10 giorni mantenendo tutte le qualità organolettiche e la freschezza naturale dell’insalata».
La Sempre Fresco si sta lanciando anche nella produzione di Basilico con già ottimi risultati
sia dal punto di vista della qualità del prodotto,
sia dal punto di vista dell’aroma e del profumo
che sono essenziali per questo tipo di pianta aromatica.
«Noi soci siamo consapevoli che il percorso cha
abbiamo intrapreso sia fortemente in salita però siamo molto ottimisti perchè il prodotto è di altissima
qualità e ci sono ampi margini di crescita e sviluppo» – ha concluso Fabrizio Cimarosti.
* Apindustria Mantova
56 - 4/2013
LE PMI SANNO INNOVARE
EDILIZIA
CHIAVI IN MANO
P
a cura di
Confapi FVG
re System è un’azienda che opera nell’ambito dell’edilizia industrializzata, proponendosi anche per soluzioni chiavi in mano gestite con propria struttura operativa. L’azienda è certificata UNI EN ISO 9001 e OHSAS
18001 rilasciata da SGS ITALIA ed è in possesso dell’attestazione SOA rilasciata da AXSOA
per le seguenti categorie e importi: OG1
€.10.329.138= cat. VI, OG3 €.1.032.913= cat.
III e OS13 €.10.329.138= cat. VI. Ha la certificazione CE per tutta la gamma dei suoi prodotti
strutturali e di pannelli di tamponamento. Que-
sti ultimi, nel caso della tipologia a taglio termico, sono certificati secondo il D.M. dell’Industria
e Artigianato del 02.04.1998.
L’organizzazione e l’esperienza aziendale, anche nel settore edile tradizionale, consente di
associare le tecnologie relative ai manufatti prefabbricati in cemento armato precompresso a
tecnologie tradizionali dell’edilizia. Pre System
si propone quindi come interlocutore unico per
la realizzazione di edifici prefabbricati in cemento armato e opere infrastrutturali provvedendo
alla progettazione e realizzazione dei manufatti
prefabbricati nonché al trasporto ed al montaggio eseguito nel rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza.
L’azienda, che ha un organico di 70 dipendenti, ha al suo interno un ufficio tecnico di progettazione composto da un ingegnere calcolatore
e da cinque disegnatori, in grado quindi di realizzare tutti i disegni tecnici necessari all’esecuzione delle opere sia prefabbricate sia realizzate
in opera.
La struttura gestionale è composta da: ufficio
commerciale, ufficio acquisti, ufficio contabilità
industriale, ufficio amministrativo, ufficio gestione cantieri, ufficio programmazione.
Per quanto riguarda lo stabilimento di produzione è situato adiacente alla sede dell’azienda, su un’area di 65.000 mq di cui coperti 12.000
mq.
INNOVARE
Le tipologie prodotte sono varie sia in cemento armato precompresso sia ad armatura lenta,
con una produzione annuale di calcestruzzo pari
a circa 30.000 mc completamente prodotti dall’impianto per la produzione di calcestruzzo aziendale. Lo stabilimento viene dotato con continuità di attrezzature aggiornate alle nuove tecnologie.
Come sopra evidenziato le tipologie prodotte
sono varie, in via esemplificativa si possono così
riassumere:
n opere infrastrutturali
• muri di sostegno prefabbricati
rivestimenti in pannelli prefabbricati
con finitura varie (in matrice, in pietra,
blocchi di laterizio ecc.)
• impalcati da ponte
in elementi scatolari;
Impalcati di intradosso piano
a travi accostate
Impalcati a travi distanziate.
• gallerie artificiali
n opere di edilizia civile ed industriale
• Sistema WING composto da travi principali,
coppelle in cls, travi TRWi, pilastri, pannelli di
tamponamento in cls. Il sistema prende nome dalla sezione della trave principale, avente sagoma
ad ala, tale trave ha larghezza pari a 2,50 ml e
lunghezze fino a 31,00 ml. È possibile realizzare
la copertura sia con coppelle di chiusura in calcestruzzo sia con coppelle leggere realizzate in
lamiera di acciaio o alluminio. Nel primo caso il
manto di impermeabilizzazione può essere realizzato
con guaine bituminose sul 100% della superficie di copertura naturalmente con idonei isolamenti termici oppure con manto in guaine impermeabilizzanti per il canale della trave principale e lastre in fibrocemento o metallo sovrastanti le coppelle in cls. Naturalmente i vari
sistemi adottano idonei pacchetti di isolamento termico. Il sistema consente inoltre varie tipologie di illuminazione/aereazione, dallo shed al lucernario zenitale.
• Sistema copertura a doppia pendenza composto da tegoli TT di copertura, capriate doppia
pendenza, pilastri, pannelli di tamponamento in
cls. In questo caso il manto di copertura viene
realizzato con lastre metalliche sovrastanti i tegoli TT di copertura o con lastre in fibrocemento senza amianto. Anche in questo sistema si adottano idonei pacchetti di isolamento e diverse
tipologie di illuminazione/aereazione.
• Sistema copertura piana composta da tegoli
TT, travi principali, pilastri, pannelli di tamponamento in cls. Il sistema di impermeabilizzazione
prevede la realizzazione di manti di copertura
composti da diversi strati di guaine bituminose.
L’illuminazione dalla copertura viene garantita
mediante l’utilizzo di varie tipologie di lucernari.
I pannelli di tamponamento possono essere
scelti tra una ampia gamma di tipologie composta da pannelli con finitura in calcestruzzo liscio
4/2013 - 57
fondo cassero sia in cemento grigio sia in cemento bianco, pannelli di tamponamento con finiture esterne in graniglie di marmo di vari colori o con ghiaino lavato di fiume, pannelli di tamponamento con finitura esterna realizzata con blocchi in argilla espansa tipo LECA e altre.
Al settore edilizia tradizionale è demandata la realizzazione di tutte le opere caratterizzate da tecnologia tradizionale eseguite con finiture direttamente in cantiere.
58 - 4/201358 - 3/2012
LE PMI SANNO INNOVARE
L’officina Ferioli di Rescaldina
L’intervista
PROGETTISTA…
MA NON SOLO!
a cura di
Cristina Gualdoni
Albino Rossi
Albino Rossi, classe 1944, da 54 anni presente in azienda, la Ferioli
Filippo SpA di Gorla Minore, di cui è diventato anche parte della famiglia sposando la figlia del fondatore.
Dal 1947 l’attività principale della Ferioli è la costruzione conto terzi nel settore meccanico.
L’azienda si è specializzata nella costruzione di sistemi vite – cilindro – riduttore per la lavorazione delle materie plastiche e della gomma, con particolare attenzione alla ricerca e applicazione di soluzione
tecnologiche.
Sig. Rossi la ricerca e la progettazione
rappresentano un aspetto importante
della vostra attività?
Sì certamente, il core business di Ferioli è
sempre stato la costante ricerca di soluzioni innovative, la consulenza, progettazione e sperimentazione di sistemi altamente tecnologici. Attualmente stiamo realizzando viti di dimensioni
ragguardevoli: diametro 600 e 7 m di lunghezza.
Lavoriamo sempre molto nel campo della gomma, la cui evoluzione è stata poca.
Qual è stato il suo percorso lavorativo,
è entrato molto giovane in azienda?
Sono arrivato che avevo 14 anni. All’inizio nella sezione produttiva e in seguito in quella progettuale. Progettiamo e realizziamo macchinari
per noi.
Posso dire che è un inventore?
No, inventare vuol dire partire da zero, io al
massimo rielaboro qualcosa che già esiste.
Però in campo energetico qualcosa ha
inventato?
Non proprio. Ho più che altro studiato il problema della produzione di energia attraverso il
sistema eolico, creando un prototipo di generatore elettrico mini eolico in grado di produrre
e accumulare energia elettrica con un sistema
di accumulo a celle elettrochimiche al vanadio.
Ovvero, esattamente di cosa si tratta?
Le peculiarità di questo generatore, che non
ho inventato ma ho semplicemente creato, mettendo insieme pezzi già esistenti, sono due: la
prima è la modifica dell’asse di rotazione delle
INNOVARE
pale, da orizzontale in verticale, al fine di poterne installare un numero maggiore e sfruttare al
meglio la spinta del vento, generando maggiore
potenza. Inoltre questi profili alari avranno un’oscillazione tale da sembrare alberi che ondeggiano. È anche meno brutto da vedere delle pale eoliche.
La seconda riguarda la difficoltà nei sistemi
eolici di fare manutenzione ed è per questo motivo che ho preso un generatore a magnetismo
di potenza che consente di non avere parti meccaniche in movimento, come è invece tutt’ora
nell’eolico. Inoltre siccome la manutenzione degli impianti oltre ad essere appunto molto costosa è anche complessa, a causa delle elevate
altezze, e gli incidenti sono facili ho modificato
la configurazione mettendo il baricentro a terra
e i pesi a terra, in modo da permettere una facile manutenzione.
Lo studio di questo sistema mi pare di
capire è ormai nella fase conclusiva, lo brevetterà?
No, perché il sistema di brevetto europeo
non funziona.
Cercherà dei finanziatori per metterlo
in produzione?
Un prototipo lo realizzeremo a breve con le
nostre forze. Per poterlo produrre su scala industriale penso che occorrerà una rete di imprese.
È ottimista sulla realizzazione del progetto?
Da parte mia sì.
L’officina Ferioli di Gorla Minore
4/2013 - 59
È ottimista sul fatto che le Istituzioni
diffondano l’idea e la mettano in produzione su grande scala?
Ma no, vedo possibilità nel privato che ha un
vantaggio enorme se lo installa per conto suo.
Pensare che lo Stato rinunci ad accise e ai suoi
vantaggi… Cominciamo dai privati e a far vedere che possiamo effettivamente tagliare i fili di
Enel e Gas.
Costi?
Il costo di un impianto per 6 famiglie si aggira
tra i 30 e 50mila euro e permette di tagliare del
tutto i costi energetici.
E allora non possiamo che augurarci di vedere al
più presto il primo prototipo in funzione!
60 - 4/201360 - 3/2012
NEWS DALLE AZIENDE
START-UP PER IL RILANCIO
DI AZIENDE IN CRISI
S
Allo Start Cube di Padova i giovani della Orion
aiutano le aziende a (ri)nascere
a cura della
Redazione
ono professionisti, formatori, specializzati
in economia, management e strategic consulting. Segni particolari: età media 30 anni.
E la passione per fare impresa, concretizzando
le idee di business degli imprenditori.
È il quadro della Orion, che ha sede
presso lo Start Cube (l’incubatore universitario d’impresa di Padova) e che ha
accumulato negli ultimi anni una notevole esperienza nel campo della consulenza
e finanza agevolata per lo sviluppo aziendale, tanto da ottenere una convenzione
con la prestigiosa Società di Gestione del Risparmio Gradiente Sgr Spa.
Tra gli ultimi progetti intrapresi, spicca quello
sul rilancio nel territorio di un noto I.T.I. paritario di Padova; l’opera di management della Orion si è focalizzata sullo svecchiamento dell’immagine dell’Istituto e quindi sull’introduzione di
nuovi servizi e l’assegnazione di nuove quote di
mercato.
Un processo, quello del rinnovamento della
strategia e dell’organizzazione di impresa, che
può risultare decisivo nel contesto socio-economico attuale, non solo per sopravvivere alla
crisi, ma anche per migliorare redditività e capacità competitiva.
Basti pensare alle nuove prospettive che l’internazionalizzazione e l’accesso a nuovi mercati
possono aprire; o agli investimenti che un ottimo business plan può attrarre; o ancora agli obiettivi concreti che una solida operazione di
marketing può aiutare a raggiungere.
La case history della Orion vanta oggi numerosi di questi progetti; segno che l’imprenditorialità, proprio in un contesto di crisi, oltre al bisogno ha ancora la voglia di ripensare a se stessa. Che l’entusiasmo e la forza per la gestione
d’impresa e il business development vengano poi
proprio dai giovani, è un segnale ancor più significativo.
Per informazioni: www.orionsnc.it
PROCLAMATI I VINCITORI
DELL’ENTREPRENEURIAL
CHALLENGE 2013
La quarta edizione organizzata da Consolato Generale Britannico
di Milano, UKTI e Intesa Sanpaolo
ha visto la presenza di ben 11 start-up finaliste
L
a finale della quarta edizione di UK-Italy
Springboard si è svolta il 19 novembre a
Milano presso la sede del gruppo bancario
Intesa Sanpaolo. L’entrepreneurial challenge rivolta a start-up italiane innovative ha destato
l’interesse di quasi 60 aziende e imprenditori operanti nei settori ICT, healthcare, aerospazio,
energia e nanotecnologie. Ben 20 sono state selezionate dal Team per gli Investimenti del Consolato Generale Britannico di Milano per una
training session lo scorso ottobre con i business
mentor David Bream e il Prof. Dean Patton.
L’ultima tappa dell’evento – organizzato da
Consolato Generale Britannico di Milano, UK
Trade & Investment (UKTI) e Intesa Sanpaolo
Start-Up Initiative – ha visto le 11 aziende finaliste presentare i propri programmi nel corso
del pitch a una giuria specializzata, costituita
da rappresentanti d’incubatori, università, studi
legali e società private. Ecco i vincitori:
Qurami e TitaC, che ottengono il primo e secondo premio, saranno ospitati rispettivamente
INNOVARE
4/2013 - 61
I 6 vincitori della IV edizione
di UK-Italy Springboard
per un periodo di sei mesi e di un mese presso uno degli incubatori di SETSquared Partnership nel Regno Unito.
Avranno accesso a servizi di mentoring
e usufruiranno di due sessioni di training con lo studio legale Gregory Rowcliffe Milners di Londra. Parteciperanno pure ad almeno uno dei roadshow
internazionali di Intesa Sanpaolo Startup Initiative per il loro ambito tecnologico.
S4A-Scandium for Aerospace si è aggiudicata il GR8 Technologies Prize,
sponsorizzato dalla Science and Innovation Network del governo del Regno
Unito. Il premio prende il nome dalle
Eight Great Technologies, identificate
come di cruciale importanza economica dal governo britannico. L’azienda avrà l’opportunità esclusiva di essere inserita nei network tecnologici del Regno Unito, accedere a particolari schemi di finanziamento ed entrare in contatto con potenziali partner attraverso
un programma personalizzato di visite
e incontri.
Il premio speciale Tech City, è andato a due start-up – Alleantia e Resolvo – che saranno ospitate una settimana in co-working presso Tech City, l’area a est di Londra conosciuta come la
capitale digitale d’Europa.
Sia Aerospace ha vinto lo Special Ae-
Springboard 2013
Elenco aziende finaliste
Alleantia – Alleantia è un’azienda di “Internet-ofThings”. La sua missione consiste nello sconvolgere
il mondo dell’Internet of Things fornendo una soluzione aperta e modulare di “Things Interoperability” con un modello basato su una community e sostenuto da un “Things and Applications Store” e da
“Internet of Things Managed Clouds”.
Biotechware – Biotechware S.r.l. è stata fondata
nel febbraio 2011 e si trova all’interno dell’incubatore di imprese del Politecnico di Torino I3P
(http://www.i3p.it ). L’offerta commerciale di Biotechware consiste nel CadioPAD PRO, uno strumento professionale ECG a 12-lead, portatile e facile da
utilizzare per registrare gli elettrocardiogrammi e
le trasmissioni automatiche con connessione UMTS
o WIFI.
DPR & D – DPR & D è un’azienda d’ingegneria che
si occupa di progetti e design di interni nel settore
nautico. Il team sta progettando nuovi interni aeronautici con nuovi materiali, design ergonomici, nuovi metodi a produzione composite utilizzando uno
stile tipicamente italiano.
Energy System – La gestione elettronica e intelligente dei sistemi di raffreddamento e riscaldamento di un edificio permette un notevole risparmio energetico. Alla luce di questo, i tre ingegneri del
gruppo hanno progettato e sviluppato un sistema
chiamato Termoweb che effettua il tele-controllo e
tele-management dei sistemi di raffreddamento e
riscaldamento di un edificio con l’obiettivo di risparmiare energia.
62 - 4/201362 - 3/2012
Epinova – Il business plan di Epinova Biotech si basa
sulla sua tecnologia brevettata. Il prodotto Epinova Biotech è una matrice biocompatibile che può essere facilmente prodotta e in grado di agire allo stesso tempo da scaffold e drug delivery system. Questo primo
brevetto è un asset chiave del business di Epinova Biotech e ne rappresenta il “core” tecnologico.
Inspiring Software – Inspiring Software International utilizza una soluzione di software che introduce un sistema flessibile per il monitoraggio e il
controllo dell’utilizzo dell’energia in tempo reale.
Questo sistema aiuta a ridurre il consumo energetico e le emissioni di CO2 identificando gli sprechi e
le inefficienze. Unite a funzionalità automatizzate di
analisi energetica e reporting, queste soluzioni
software offrono un sistema di gestione dell’energia
integrata che si rivolge ad aziende, settore pubblico
e delle politiche sociali.
Qurami – Qurami Srl è una start-up italiana, fondata nel febbraio 2011. Qurami è una app per
smartphone (disponibile su tutti i sistemi operative), che permette agli utenti di prenotare a distanza
il proprio posto in una fila, fornendo un biglietto elettronico che viene integrato nel flusso di biglietti
stampati.
Resolvo – Nell’economia della conoscenza, la forza
lavoro è l’asset più importante. Per essere efficienti, le
aziende devono gestire il personale in maniera responsabile, o rischiare il fallimento. ResponsibleTime è un
sistema di time tracking che permette di risolvere i
problemi delle imprese che operano nell’economia della conoscenza. L’obiettivo di questo prodotto è fornire
uno strumento per la gestione delle ore di lavoro che
permetta di conquistare il mercato alle PMI e alle aziende di grandi dimensioni.
S4A Scandium – Scandium for Aerospace (aka
S4A) srl è una società controllata al 34% da CIRA
(Centro Italiano di Ricerca Aerospaziale) e al 66%
da ALA Inc. (Advanced Light Alloys Corporation,
BVI). L’azienda opera nel settore dei nuovi materiali
e delle tecnologie manifatturiere per l’industria aerospaziale, in particolare delle leghe di alluminio.
Sia Aerospace – Sia Aerospace propone un prodotto innovativo di assorbimento degli impatti chiamato D.A.K. (Dynamic Absorber Kit). Il prodotto riduce il danno al telaio degli elicotteri e minimizza i
rischi di ferite all’equipaggio. D.A.K. consiste in una
serie di quattro componenti che vengono installati
nei carrelli d’atterraggio. In caso di schianto al suolo, i componenti del prodotto assorbono energia cinetica attraverso i propri elementi interni.
TitaC – L’azienda intende entrare nel mercato dei
servizi di ricerca e sviluppo nel campo della nanotecnologia, proponendo prodotti fotocatalitici basati sul diossido di titanio (TiO2). TitaC fornisce consulenza e servizi per lo sviluppo di nuovi prodotti
TiO2 per i campi fotocatalitici: vernici, polimeri, cementi, ceramiche.
NEWS DALLE AZIENDE
rospace Prize, sponsorizzato dallo Science & Technology Facility Council (STFC).
Il premio prevede quattro settimane di accesso gratuito all’STFC Innovations Technology Access Centre nel cuore dell’Harwell Oxford Campus.
UK Trade
& Investment (UKTI)
è l’agenzia governativa che aiuta le
imprese con sede nel Regno Unito
ad affermarsi nell’economia globale
e fornisce assistenza alle aziende estere che effettuano investimenti di
alto profilo nella dinamica economia
del Regno Unito, riconosciuto come il miglior paese europeo dal quale proiettarsi con successo sul mercato globale. UKTI offre esperienza
e contatti attraverso la propria ampia rete di specialisti nel Regno Unito, nelle Ambasciate e altre sedi diplomatiche di tutto il mondo. UKTI
dà alle aziende gli strumenti necessari per essere competitive sul piano internazionale
Intesa Sanpaolo Start-Up
Initiative è la piattaforma di ac-
celerazione internazionale sviluppata da Intesa Sanpaolo, che seleziona
promettenti start-up ad alta tecnologia, le forma e le mette in contatto con investitori finanziari e industriali. Dal lancio nel 2009, il programma ha sviluppato un forte track
record: 62 investment forums in 8
paesi (IT, UK, US, FR, DE, ES, IL, RU)
declinati su 5 tecnologie e 4 settori
industriali, che hanno fatto incontrare 450 start-up e growing companies con migliaia di investitori, imprese e operatori dell’ecosistema
dell’innovazione.
Le start-up partecipanti intraprendono un percorso di formazione e
selezione guidato da esperti di settore e coach qualificati ed ottengono accesso a una vasta platea di investitori e industries, rinforzando la
propria capacità di fund raising e business development. La piattaforma
è arricchita da una forte rete di partner che include investitori, imprese,
incubatori, acceleratori, centri di ricerca e istituzioni in tutta Europa e
negli USA.
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Intesa Sanpaolo Start-Up Initiative è la piattaforma di accelerazione internazionale sviluppata da Intesa Sanpaolo, che seleziona promettenti start-up ad alta tecnologia,
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64 - 4/2013
PMI EUROPA E RICERCA
VOLKSWAGEN
AI VERTICI
DELLA R&S GLOBALE
P
Ma le imprese dell'UE
presentano risultati disparati
a cura di
JRC*
er la prima volta dal 2004 un'impresa dell'UE, il produttore di automobili Volkswagen, è il massimo investitore privato in R&S
al mondo. Volkswagen si trova ai vertici dell'EU Industrial R&D Investment Scoreboard del 2013 (quadro di valutazione degli investimenti europei nella
R&S 2013) con un investimento di 9,5 miliardi di
euro nel 2012. Nel complesso le aziende con base
nell'UE (527 imprese) hanno accresciuto l'investimento nella R&S del 6,3%, poco al di sopra della
media delle 2000 imprese censite nello Scoreboard
(+6,2%). Tuttavia, come l'anno precedente esse si
trovavano in posizione arretrata rispetto alle controparti statunitensi (+8,2%). Le imprese unionali
presentano inoltre risultati sfumati a seconda del
settore, alcuni segnalano una forte espansione della R&S mentre altrove si constata un ristagno o addirittura un declino. Le imprese censite nello Scoreboard dell'UE prevedono di accrescere il loro
investimento nella R&S in media del 2,6% all'anno
nel periodo 2013-2015, ridimensionando le aspettative manifestate nell'anno precedente.
Máire Geoghegan-Quinn, Commissario responsabile per la Ricerca, l'innovazione e la scienza, ha
affermato: «L'UE è ancora in posizione arretrata rispetto ai suoi principali competitori per quanto concerne gli investimenti delle aziende nella R&S e nelle
ultime relazioni si leggono dei segnali che suscitano
preoccupazione. Nonostante i risultati positivi delle
compagnie unionali di punta in importanti settori industriali come quello automobilistico siamo ancora
troppo deboli nei settori ad alta tecnologia come le biotecnologie e il software».
L'aumento medio del 6,2% dell'espansione della
R&S nelle imprese che figurano nello Scoreboard
si è registrato nonostante un rallentamento della
crescita delle vendite nette (+4,2% contro il +9,9%
del 2011) e un declino del 10,1% degli utili di eser-
4/2013 - 65
INNOVARE
cizio per il 2012. I risultati nel complesso positivi
registrati dall'UE sono dovuti per l'essenziale ai
tassi d'espansione della R&S attribuibili alle imprese tedesche, soprattutto nel settore automobilistico.
Il secondo posto nella classifica va a Samsung
Electronics della Corea del sud con un investimento di 8,3 miliardi di euro. Tra le top-ten figurano inoltre cinque imprese basate negli USA (Microsoft, Intel, Merck, Johnson & Johnson e Pfizer), due
in Svizzera (Roche e Novartis) e una in Giappone
(Toyota).
Le imprese con base nell'UE attive nel settore automobilistico e della componentistica presentano
forti tassi di espansione della R&S (+14,4% rispetto
al -2,6% delle controparti statunitensi). Le imprese
dell'UE hanno superato inoltre quelle statunitensi
nel campo dell'ingegneria industriale (+12,3% contro +9,4%) nonché nel settore aerospaziale e della
difesa (+9,5% contro -1,3%). I risultati delle imprese
unionali nel settore delle TIC appaiono meno univoci, poiché mentre i servizi nel campo del software e
dell'informatica si piazzano bene (+14,2%) si registra
un declino nell'hardware informatico (-2,3%). Di converso, le imprese basate negli USA hanno avuto risultati positivi in entrambi i settori (+12,6% e +14,8%
rispettivamente).
Da un'analisi delle tendenze dell'ultimo decennio è emerso che gli USA continuano ad acuire la
loro specializzazione in settori ad alta intensità di
R&S come le TIC e la sanità (una quota del 70%
sugli investimenti totali in R&S fatti dalle imprese
statunitensi censite nello scoreboard nel 2012 rispetto al 64% nel 2004).
Nonostante il forte ruolo guida degli USA in
questi settori ad alta intensità di R&S, da un esame
più attento delle imprese unionali di secondo pia-
no emerge un numero significativo di buoni piazzamenti in settori come quello del software e delle biotecnologie, il che fa pensare che tali imprese
potrebbero essere i leader futuri.
Contesto
L'EU Industrial R&D Investment Scoreboard è pubblicato annualmente dalla Commissione europea
(DG Ricerca e innovazione e Centro comune di
ricerca). Lo Scoreboard 2013 si basa su un campione di 2000 imprese che erano grandi investitrici nella R&S e cui corrisponde un valore di investimento superiore al 90% della spesa complessiva di
R&S delle imprese di tutto il mondo. Lo Scoreboard misura il valore totale del loro investimento globale in R&S finanziato con capitali propri, indipendentemente dal luogo in cui si svolge la pertinente R&S. Il campione comprende imprese che
hanno investito più di 22,6 milioni di euro nella
R&S nel 2012 e che sono basate nell'UE (527), negli USA (658), in Giappone (353) e in altri paesi
(462) compresi Cina, Corea del sud, Svizzera, India, Canada, Australia, Israele, Norvegia e Brasile.
L'EU Survey on Industrial R&D Investment Trends
(indagine dell'UE sulle tendenze delle industrie a
investire in R&S) integra lo Scoreboard e raccoglie informazioni qualitative su fattori e questioni
di contorno che influenzano le strategie d'investimento in R&S attuali e future delle imprese. I risultati dell'indagine 2013 si basano su 172 risposte
di imprese, per lo più grandi, tratte dalla lista delle
1000 imprese basate nell'UE che figurano nello
Scoreboard 2012. Le risposte sono state raccolte
tra aprile e giugno 2012.
didascalia
Per ulteriori informazioni:
http://iri.jrc.ec.europa.eu/reports.htm
http://ec.europa.eu/research/horizon2020/
66 - 4/2013
SERVIZIO AI LETTORI
In questo numero si parla di...
Ambrogio
42
ApindustriA mAntovA
10-54
fApi
26
fAsdApi
15-17-19-21-23
JrC
6-64
lyto’s
iv
Cebit
44
ferioli
58
mAlpensA.net
34
Comonext
36
grAziinA
50
orion
60
ConfApi bAri e bAt
48
HAnnover express
29
pre system
56
ConfApi fvg
56
Hotel reAlis bellAriA
63
previndApi
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14
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32
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43
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isfor Api
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48
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11-37
fA’ lA CosA giustA!
4-38
ii Cop
istoCk
40
iii Cop
18
JeliuC
Hanno collaborato a questo numero
Giacomo Cecchin
Silvia Menato
Giorgio Tamaro
Sandro Montresor
William Vecchiato
Luca De Blasio
Pietro Moncada Paternò Castello
Pasquale Latorre
Luigi Pastore
Valentina Ventricelli
Giuseppe Perale
Mauro Sandrini
Fernando Hervás
Gabriella Longu
Andrea Mazza
Paolo Pedrazzoli
INNOVARE
Marzio Sorlini
Antonio Vezzani
n
Stampa tipografia galli - Varese
n
Organo Scientifico Ufficiale di CONFAPI
Confederazione Italiana
della Piccola e Media Industria Privata
Pubblicazione autorizzata e registrata
Direttore responsabile marco tenaglia
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Direttore editoriale fabio Chiavieri
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Caporedattore Cristina gualdoni
n
Comitato Scientifico
gianluca Carta, guido Chiappa, Antonio Cianci,
gian franco Colomba, eugenio Corti,
paolo giorgetti, simone maccagnan,
giordano mancini, raffaella manzini,
roberta pezzetti
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Innovare è edita da
mar.te edizioni srl
presso il Tribunale di Varese
al n. 797 in data 11.07.2000
Spedizione in A. P. 70% - LO/MI
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La riproduzione anche parziale di quanto pubblicato
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5,>:
31/08/2013
<U HS[YV Z\JJLZZV 3@;6»:(<;64/( PU 0UKPH
Battuta la concorrenza internazionale, AUTOMHA con
LYTO’S si aggiudica un nuovo importante contratto in
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31/07/2013
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20/06/2013
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29/05/2013
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