numero 4 - ottobre/novembre 2010

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numero 4 - ottobre/novembre 2010
Edito a cura dEll’amministrazionE comunalE
anno Xi -
L’Editoriale
DI
FRANCO BORGHI
sindaco di Parabiago
É evidente anche a
Parabiago la drammatica realtà che alcune
famiglie stanno vivendo a causa della crisi
economica che ha
investito tutto il Paese
e dalla quale non è
sfuggita neppure la
nostra zona, quell’Alto
Milanese che è sempre
stata una delle aree più
industrializzate della
Lombardia, universalmente riconosciuta come una
delle culle dello sviluppo manifatturiero italiano.
Ciò che pensavamo “inossidabile” si è invece
sgretolato: la crisi, insomma, ha eroso pian piano
il tessuto produttivo, creando situazioni di estrema
precarietà economica e mettendo in ginocchio
tante, troppe famiglie.
Bastano alcuni dati per comprendere la dimensione di un fenomeno che, purtroppo, non si è ancora
arrestato: nel 2009, la cassa integrazione ordinaria
e straordinaria ha raggiunto quasi 13 milioni di
ore, contro i 2,3 milioni dell’anno precedente.
Sempre nel 2009, circa 200 aziende (per un totale
di quasi 1000 lavoratori) sono state coinvolte nella
cassa integrazione in deroga e le persone iscritte
alle liste di mobilità hanno raggiunto quota 4233.
Sono stati inoltre praticati 34.000 avviamenti al
lavoro. a fronte dei quali si sono però registrate
38.450 cessazioni. Un quadro complessivo,
insomma, per nulla confortante, che amplifica il
risultato con cui si era chiuso il 2008 e che ha fatto
emergere nuove situazioni di disagio latente, spesso al limite dell’esclusione sociale.
Se ne accorgono le parrocchie, le Caritas e ce ne
accorgiamo anche noi, da uno sportello Servizi
Sociali quotidianamente bersagliato di richieste.
Sono sempre più numerose infatti, le persone che
si rivolgono al Comune per chiedere aiuto e mentre sino a qualche anno fa era la casa il primo bisogno, oggi in cima alle richieste c’è il posto di lavoro che, mancando, mortifica il presente (oltre che
la dignità della persona) e condiziona pesantemente il futuro di molte coppie e di altrettante famiglie.
Come risolvere questo problema, a patto che ci
siano gli strumenti per risolverlo?
Il Comune da solo può fare poco, per non dire
nulla, nel campo dell’occupazione: e se a questo si
aggiungono i continui tagli che tutti i Comuni
stanno subendo, dire che abbiamo le mani legate
suona come un eufemismo.
Non so cosa potremo fare e, per quell’onestà intellettuale che dovrebbe contraddistinguere ogni persona e, a maggior ragione, ogni pubblico amministratore, non voglio alimentare false speranze
nella gente che già soffre, immersa in una storia di
ordinaria precarietà.
Ciò che mi sento, invece, di fare è lanciare un invito alle realtà produttive del territorio: sederci tutti
a un tavolo comune potrebbe costituire un primo
passo verso la “luce”. Inutile dire che nessuno di
noi possiede la bacchetta magica per risolvere il
problema occupazionale e credo che di questo
siano perfettamente coscienti anche le persone che
a noi si rivolgono in cerca di aiuto. Ritengo, tuttavia, che occorra per lo meno tentare, non fosse
altro che per conferire dignità e attenzione ad un
problema che, di fatto, le merita.
numEro
4 - ottobrE/novEmbrE 2010
PARABIAGO ACCOGLIE LA GIUNTA PROVINCIALE
UN’OCCASIONE D’INCONTRO E DI DIALOGO CON I CITTADINI DELLA MILANO “FUORI LE MURA”
di Guido Podestà*
Venerdì 22 ottobre, insieme ai dodici assessori della Giunta che
presiedo, grazie all’ospitalità offerta dal sindaco di Parabiago,
Francesco Borghi, abbiamo avuto occasione di confrontarci con i
cittadini e con gli amministratori del Collegio 38 in un faccia a
faccia proficuo e costruttivo. Sin dall’inizio del mio mandato,
infatti, ho promosso la «Giunta aperta itinerante», l’appuntamento, cioè, che l’Amministrazione rivolge ai cittadini della Milano
«fuori le mura», occasione di dialogo e di ascolto. Ho sempre
avvertito, così come i miei assessori, il desiderio di confrontarmi
con coloro che, attraverso il
voto, ci hanno legittimato a
governare il Milanese. È un
fatto che da diversi anni, ormai,
la società civile avverte un
distacco dalla politica, molto
spesso chiusa nei «Palazzi del
Potere», lontana dalle reali esigenze della collettività e in difficoltà nel tradurre in fatti gli
impegni assunti.
Per tale motivo, insieme ai miei
assessori, ho voluto abbattere
questo muro di incomunicabilità con l’obiettivo di trovare
strategie condivise incontrando
non solo le Amministrazioni comunali e i primi cittadini, ma tutta
la comunità. Un momento di approfondimento e riflessione che
aiuta anche noi amministratori a ponderare con attenzione valutazioni e scelte non solo per fornire risposte concrete ai cittadini,
ma altresì per gestire con oculatezza patrimonio e risorse.
Arrivata ormai all’ottavo appuntamento dopo quelli di Arconate,
Sesto San Giovanni, San Colombano al Lambro, Legnano,
Magenta, Idroscalo e Trezzano, la «Giunta aperta itinerante» di
Parabiago ha segnato l’opportunità di focalizzare la nostra attenzione sulle problematiche legate alla viabilità e alla sicurezza, sul
lento consolidamento della ripresa del settore calzaturiero, oltreché sui vantaggi che l’avvento della digitalizzazione del Comune
comporterà. Un grande progetto a «costo zero» per il Comune di
Parabiago che potrà, servendosi della fibra ottica, anche organizzare un efficiente servizio di
videosorveglianza,
esteso
anche ai Comuni che aderiranno a tale iniziativa.
Così come per il progetto di
messa a terra di ben 2.000 chilometri di fibra ottica nel territorio del Milanese, la
Provincia da sempre promuove le risorse digitali. Per questo e sempre nell’ottica di
favorire e migliorare la comunicazione con i cittadini attraverso il sito istituzionale, i
dodici forum aperti ormai da
quindici anni, i numerosi servizi on-line sarà possibile parlare con gli assessori e il Presidente
della Provincia. È stata attivata, inoltre, una piattaforma multimediale chiamata «Giunta Aperta» link: http://giuntaperta.provinciadimilano.partecipami.it/, che permette di partecipare attivamente alla discussione sui temi e sui progetti più rilevanti all’orContinua a pag. 2
DUE NUOVE AULE PER L’ASILO DI RAVELLO
FESTA GRANDE PER LA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO VOLUTO E SOFFERTO
di Cristina Masetti
Due nuove aule da dedicare alle attività ludico-didattiche e una riorganizzazione degli spazi interni, per renderli idonei ad accogliere un
servizio in crescita: è quanto hanno sortito i lavori che, iniziati a
luglio del 2009 e conclusi l’agosto scorso, hanno permesso ai bambini della scuola dell’infanzia parrocchiale di Ravello di cominciare il nuovo anno scolastico in una struttura piacevolmente rinnovata. Affidata all’impresa “Rover” di Muggiò, l’opera ha goduto di un
finanziamento di 500.000 euro da parte del Comune, che nella stessa ha riconosciuto un importante sostegno al servizio pubblico.
Come ha sottolineato il sindaco, Franco Borghi, durante la cerimonia d’inaugurazione, «pur essendo una struttura parrocchiale, collabora con l’Amministrazione per soddisfare le richieste d’iscrizioni
che, di anno in anno, si fanno sempre più numerose». In tal senso,
Borghi ha definito l’asilo di Ravello «uno degli esempi più felici di
sinergia tra pubblico e privato: due realtà differenti, queste ultime
che collaborano alla realizzazione del medesimo obbiettivo, che è
l’offerta di servizi educativi efficienti e qualitativamente validi». La
cerimonia, iniziata con il taglio del nastro da parte del sindaco e del
suo predecessore, Olindo Garavaglia (sotto il cui mandato erano iniziati i lavori), è proseguita con la messa. Ospiti d’onore, le Suore
Salesiane, la cui presenza, nel corso degli anni, è stata determinante per la crescita della realtà educativa parrocchiale. E come don
Raimondo ha sottolineato nell’omelia, «l’edificio, ampliato e riorganizzato, è qui a dimostrare quanto ci sia cara l’educazione delle
giovani generazioni e quanto lo stesso costituisca il cuore pulsante
di questa frazione». Il parroco ha poi riavvolto il nastro del tempo,
tornando al 1952, quando il cardinal Schuster visitò e benedisse la
struttura parrocchiale, inaugurata tre anni prima e realizzata grazie
all’idea di monsignor Marco Ceriani e all’impegno dei residenti,
che credettero sin dall’inizio nell’importanza di dare vita ad una
struttura educativa capace di costituire una seconda casa, una
seconda famiglia, per tutti i bambini della frazione. Con i due
ampliamenti che ha conosciuto negli anni (il primo nel 1953, il
secondo nel 1976) e con il recente intervento (opera dell’architetto Antonio Rigobello dello Studio Associato Fusi-Rigobello), la
scuola oggi accoglie quattro sezioni (con la possibilità di estenderle a cinque), per un totale di 107 bambini e vanta ambienti luminosi, accoglienti e funzionali, nonché un corpo insegnanti che
lavora con la coscienza della missione che è chiamato a svolgere.
Il Sindaco Borghi e l’ex Sindaco Garavaglia tagliano il nastro
(Foto di Giovanni Alberti)
2
COMUNE
Parabiago accoglie La Giunta Provinciale - Continua da pag. 1
dine del giorno delle Giunte provinciali. In
questo sito i cittadini possono contribuire
direttamente al dibattito in corso, un altro
aspetto innovativo del progetto, avendo
modo non solo di dire il proprio parere, ma
di collaborare alla costruzione di soluzioni
che tengano conto delle esigenze di tutti.
Solo il lavoro congiunto e condiviso permetterà alle intenzioni di trasformarsi in
azioni concrete.
SEMPIONE BIS: SI TENTA DI RILANCIARE IL PROGETTO IN VISTA DI EXPO
i torna a parlare di Sempione bis, il
tanto dibattuto progetto che si era ferS
mato per mancanza di finanziamenti ancor
prima di essere definito e che oggi riemerge, appunto, “riesumato” in funzione di
Expo 2015, che potrebbe rappresentare l’ultima chiamata per verificarne la fattibilità.
Ai primi di ottobre a Legnano, nella sede
decentrata della Provincia di Milano (via
dei Mille), si è tenuto infatti un incontro tra
i sindaci dei Comuni interessati dal tracciato, che si sono dimostrati ancora una volta
concordi nel ribadire l’utilità della nuova
arteria, ritenuta indispensabile per sgravare
il Sempione da un traffico che sta diventando sempre più insostenibile.
E se, come si diceva, l’ostacolo che aveva
bloccato tutto era rappresentato dai finanziamenti, ora sembrano esserci le condizioni per intravedere una via d’uscita. Come ha
infatti spiegato Gianbattista Fratus, viceSindaco e assessore al Territorio del
Comune di Legnano, «Anas e Regione stanno verificando la disponibilità di alcune
somme che erano state accantonate per
* Presidente della Provincia di Milano
Prima della Giunta, il Presidente Podestà
ha avuto un incontro
con gli artigiani calzaturieri di Parabiago.
Qui nella foto, un momento della visita
alla "F.lli Rossetti".
SICUREZZA, UNO SCUDO SEMPRE PIU’ MASSICCIO
a convenzione tra Parabiago e i
Comuni dell’Asse del Sempione per
L
la gestione associata dei servizi di Polizia
Locale sarà una realtà per altri cinque anni.
Stipulata a novembre del 2007 e avente
validità triennale, la stessa è stata recentemente rinnovata dal consiglio comunale
parabiaghese, che ne ha riconosciuta la
validità e condivisi gli obiettivi sinergici.
Fra questi, la collaborazione in un’ottica di
mutua assistenza e di supporto operativo,
anche al fine di far fronte ad esigenze di
carattere temporaneo; l’ottimizzazione dell’impiego delle varie risorse strumentali,
attraverso lo scambio e l’utilizzo congiunto
di mezzi e attrezzature in dotazione ai singoli Comandi di Polizia Locale. Non ultimo, lo sviluppo di una politica comune
della sicurezza, da attuarsi attraverso la
condivisione di linee guida d’intervento.
Il rinnovo della convenzione ha comportato
anche un ampliamento dei soggetti aderenti:
a fianco di Parabiago, Canegrate, Nerviano,
Pogliano Milanese, Rescaldina, San Giorgio
su Legnano, San Vittore Olona e Legnano
(che svolge il ruolo di Ente capofila), sono
entrati a far parte della convenzione anche i
Comuni di Cerro Maggiore e di Arese.
opere viabilistiche in vista del grande
appuntamento di Expo. Restiamo dunque in
attesa di risposte».
In base a quanto depositato al Cipe nel
2002, il progetto del Sempione Bis prevedeva un costo di circa 280 milioni di euro, ma
Il traffico in tilt nell’ora di punta
dagli ultimi incontri fra i comuni interessati
al tracciato, è emersa la volontà di ridimensionare la progettazione, in modo da ridurre
i costi, pur salvaguardando l’ambiente.
La nuova ipotesi prevede che l’arteria si
snodi da Rho verso Vanzago, Pogliano,
Nerviano, Parabiago, Busto Garolfo, Villa
Cortese, Dairago e Legnano per innestarsi
poi sulla SS 527 a Busto Arsizio, nei pressi
di Borsano.
Come si diceva, i sindaci sono compatti nel
chiedere la realizzazione della variante, che
potrebbe dare grandi benefici a tutto il territorio del Nord Ovest milanese.
«Il lavoro dei due Patti (Nord Ovest e Alto
Milanese) - spiega l’assessore ai lavori pubblici, Cesare Sala, che ha partecipato agli
incontri in qualità di rappresentante del
nostro comune - è stato appunto finalizzato
a rilanciare la realizzazione di un’opera
capace di decongestionare dal traffico di
attraversamento una strada che ormai lo
regge a fatica e con tutte le conseguenze
legate a tale difficoltà.
Si spera che aver inserito questo progetto
nelle richieste legate all’Expo possa garantirgli una maggiore e più puntuale attenzione che in passato».
L’ultima parola spetta tuttavia all’assessorato regionale alle Infrastrutture.
CRISTINA MASETTI
APPALTO STRADE: IMPEGNATI CIRCA 100.000 EURO
’ partito ai primi di
ottobre (nonostante i
E
vincoli capestro che il Patto
di Stabilità impone), il nuovo
appalto strade, che impegna
il Comune per poco più di
100.000 euro. Le ristrettezze
economiche ci hanno imposto la definizione di una
nuova modalità d’intervento, che mira al
ripristino delle porzioni di asfalto maggiormente danneggiate, invece che al rifacimento totale del manto. Questo ci darà la possibilità d’intervenire su numerosi ambiti.
Ecco le vie interessate:
Mazzini, Garibaldi, Rusca,
XI Febbraio, piazza della
Vittoria, Grossi, Donizzetti,
Augusto, Lodi, Carso,
Amendola, Zanella, viale
Lombardia, via Po, S.
Sebastiano e Calabria. Un
cospicuo ribasso d’asta ci ha
inoltre permesso d’intervenire anche sulle
vie Dante, Trieste, San Giorgio, Boito e
Porpora, che inizialmente non erano state
incluse nel programma.
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3
COMUNE
EX COLLEGIO CAVALLERI: LA RIQUALIFICAZIONE PROCEDE
ll’inizio di questo mese
sono ripresi i lavori di
A
ristrutturazione del vecchio collegio-convitto Cavalleri e della
torre astronomica che si
affaccia su piazza
Maggiolini, dopo che
nel febbraio scorso si
era provveduto alla
demolizione dei fabbricati interni all’area.
Qualcuno, in verità,
aveva avuto l’impressione che il cantiere si
fosse completamente
fermato e che, dunque,
il piano di recupero
stesse conoscendo l’ennesimo stop per via di problemi
tecnici o burocratici. In realtà
questo non è accaduto: le ruspe
si erano fermate solamente perché si stava eseguendo il consolidamento della facciata dell’edificio che nel 1700 accoglieva il
collegio e che, in base a ciò che
l’Amministrazione aveva imposto all’operatore, dovrà essere
conservata insieme alla torre,
proprio perché “pezzi “significativi di un illustre passato parabiaghese. Non va dimenticato,
infatti, che all’epoca il collegio
era una delle massime istituzioni
in campo educativo e punto di
riferimento non solo per i giova-
ni della zona, ma anche per il
fior fior dei maschi appartenenti
a famiglie notabili milanesi.
Volerne conservare la memoria,
attraverso il mantenimento della
facciata e della torre, è quanto
l’Amministrazione si sente di
fare, in ossequio all’illustre passato dell’edificio e, a tal proposito, giova ricordare che l’attuale
proprietà ha ottenuto dalla
Sovrintendenza l’autorizzazione
a procedere con il progetto in
questione. La riqualificazione
dell’intera area che, salvo ostacoli, sarà portata a termine entro
il 2012, prevede la realizzazione
di appartamenti, uffici, attività
commerciali (ad esclusione di banche) e due
piani di parcheggi interrati. Il tutto si distribuirà
su un percorso pedonale
che collegherà piazza
Maggiolini con il parco
di Villa Corvini (che
sarà peraltro recintato),
attraverso una serie di
piazzette porticate.
A breve prenderà il via
la palificazione del perimetro interessato dall’intervento: operazione complessa, che richiederà alcuni
mesi. Successivamente si provvederà agli scavi per la realizzazione dei parcheggi interrati, che
saranno destinati ai privati.
L’Amministrazione continua a
seguire, passo dopo passo, il
cantiere, per accertarsi che quanto previsto nella convenzione
venga pienamente rispettato.
RAFFAELE CUCCHI
Assessore all’Urbanistica
PARABIAGO RIABBRACCIA LE SUORE
ra da tantissimo tempo che
E
aleggiava nell’aria il desiderio
di andare a Firenze ad incontrare le
“nostre” Suore di sempre: Suor
Paola, Suor Emilia e Suor Consolata.
E così l’animazione ed i volontari
hanno organizzato,
con l’aiuto del gruppo
Avis Cultura, un pullman completo, senza
neanche un posto libero rimasto, che è partito da piazza del
Mercato alle 6 di
sabato 9 ottobre alla volta di
Montecatini Terme, tappa di avvicinamento a Firenze. Il sole ci ha
accompagnati per tutta la permanenza in Toscana e domenica, quando ci
siamo trovati con le Suore, era veramente una fantastica giornata autunnale. Rivederle è stato davvero emozionante e la gioia di poterci raccontare del più e del meno ci ha fatto trascorrere troppo velocemente quel
pomeriggio passato insieme. Ci
hanno fatto visitare la loro bellissima
Casa dove ospitano turisti in vacanza, a due passi dal Duomo di
Firenze, con le camere con vista
sulla cupola del Brunelleschi e come
affettuose padrone di casa ci hanno
offerto il caffè! Ebbene, nonostante
siano in questo paradiso, nella città
di Firenze, tra le più belle d’ Italia,
Suor Paola, Suor Consolata e Suor
Emilia non ci hanno
nascosto di avere sempre troppa nostalgia di
Parabiago, città ben
più modesta a livello
artistico e paesaggistico ma dove loro
hanno lasciato gli
affetti più cari e i ricordi di una vita
passata nella comunità parabiaghese.
Ci hanno raccomandato di salutare
tutti coloro che non erano potuti
venire ma che loro hanno comunque
ricordato con affetto, divertendosi
anche insieme a noi a rievocare episodi particolarmente lontani nel
tempo ma non nelle loro menti.
Abbiamo anche ricordato Suor
Maria Teresa che purtroppo è mancata e comunque ci siamo riproposti
di rivederci ancora: a Firenze, oppure a Parabiago!
I VOLONTARI E L’EQUIPE DI ANIMAZIONE
RAGAZZI IN CORSA… DAI NONNI
ANCHE A PARABIAGO LA LONGEVITÀ È DONNA
i chiama Francesca Martinetti, è nata e creS
sciuta a Parabiago e detiene un primato che
molti le invidiano: è la più longeva di tutti i
26.787 residenti che la città conta.
Il primo ottobre scorso ha infatti compiuto 105
anni e, in proporzione, le foto che le sono state
scattate il giorno del compleanno, superano quelle di tutta la sua lunga vita, costruita su valori
essenziali e ben lontana dai riflettori. La famiglia,
il lavoro in fabbrica come
operaia, un carattere mite e
una fede a dir poco salda che
l’ha sostenuta nei momenti
più difficili sono stati i pilastri portanti della vita di
Francesca, trascorsa interamente accanto al figlio,
Carlo Savio, che non si è mai
sposato e che ancora oggi
continua ad occuparsi della madre, non più autosufficiente. D’altronde, 105 primavere sulle spalle non sono uno scherzo e se si pensa che sino al
compimento del suo primo secolo la nonnina
parabiaghese si reggeva tranquillamente sulle
proprie gambe, viene da dire che la vita è stata
per lei generosa dispensatrice di salute.
Della piramide della longevità targata Parabiago,
Francesca Martinetti occupa, dunque, incontrastata, il vertice: la seguono Bambina Bottini, altra
parabiaghese doc, che ha compiuto 100 anni lo
scorso 26 aprile, a pari merito con Assunta
Baccaglini, che ha tagliato il traguardo del secolo il 14 agosto scorso e che è stata festeggiata di
recente con tutti i crismi, circondata cioè dal personale dell’Albergo del Nonno e da tutte le persone a lei care che nel mese di agosto erano lontane da Parabiago per le ferie.
Sette, sono invece i “nonni” che compiranno 100
anni nel 2011: Giuseppe
Menardi (19 febbraio),
Angelina Bollati (14 marzo),
Laura Cortosi (2 aprile),
Maria Maggiori (23 settembre), Concetta Provinzano
(26
settembre), Teresa
Passerini (28 novembre) e
Caterina Savio (25 dicembre).
E’ altresì interessante notare che delle 47 persone
di età compresa tra i 95 e i 100 anni, 42 appartengono a quello che un tempo veniva definito “il
sesso debole” : per fortuna! Che le donne siano
più longeve, d’altronde, non è una novità: e non
solo a Parabiago.
Piace inoltre rimarcare che molti di questi “super
anziani” vivono in famiglia, circondati dall’affetto dei loro cari.
C. MAS.
port e giovani in primo piano,
S
sabato 16, nel parco della casa di
riposo comunale, cornice dell’XI edizione della Corsa Campestre
Interstudentesca,
organizzata
dall’Amministrazione comunale con la
collaborazione delle scuole (la Media
Statale, l’I.T.C. Maggiolini) e di alcune
associazioni locali (Associazione
Genitori, Asd Atletica Parabiago, Asd
Atletica Ravello, Cai, Croce Rossa,
Lions Club Maggiolini e Pro Loco).
Otto, le prove che, a rotazione, hanno
chiamato in gara le diverse categorie.
Tutti gli studenti sono stati chiamati a
cimentarsi su un percorso di 1200 metri.
Il programma ha previsto anche la gara
di cronometro a squadre per gli studenti
degli istituti superiori. I vincitori sono
stati poi chiamati sul palco dall’assessore allo sport, Carlo Raimondi e dal diri-
gente scolastico Renata Martignoni, per
la premiazione. Come da qualche anno
a questa parte, sono stati assegnati i
Trofei “Paolo Fusè” (fra le sezioni delle
scuole secondarie) e “Corri Parabiago”
(fra gli istituti superiori della zona).
Hanno acceduto al podio i primi sei
classificati per ogni categoria, mentre a
tutti i partecipanti gli organizzatori
hanno distribuito simpatici gadget.
Ancora una volta il momento delle premiazioni ha visto il coinvolgimento
degli anziani, che assistono sempre con
gioia a questa manifestazione sportiva,
che costituisce per loro una preziosa
occasione di svago a contatto con i giovani. Dopo le fatiche, gli atleti sono stati
ristorati con bevande calde e caldarroste. L’Amministrazione ringrazia
l’Atletica di Parabiago e di Ravello.
(Foto di Damiano Maio)
PRATICHE
PRA
ATICHE AUTOMOBILISTICHE
AUTOMOBILISTICHE E AMMINISTRATIVE
AMMINISTRA
INISTRA
ATIVE
TIVE
PAGAMENTO
P
AGAM
AGAMENTO
MENTO
BOLLI A
AUTO
UTO
20015 P
PARABIAGO
ARABIAGO MI - VIA BRISA
BRISA,, 57/59 - TEL.
TEL . 0331.558.448
013 GALLARA
ATE
TE
E VA
VA - VIA B.FERNI,
B.FERN 3 - TEL
21013
GALLARATE
TEL.. 0331.245.932
20017 RHO MI - VIA TORINO
TORINO,, 2 - TEL
TEL.. 02.935.00.488
traPassi
motocicli
duPlicati
PatEnti
TRAPAS SI AUTOVEICOLI
AautovEicoli
DUPLICA
TRAPASSI
- PASSAPORTI
UTOVEICOLI -EDUPLICATI
TI PATENTI
PA- TENTI
PAS SAPORTI
cErtiFicati
CERTIFICATI -- dEmolizioni
DEMOLIZIONI -- licEnzE
LICENZE conto
CONTO ProPrio
PROPRIO
CERTIFICATI
4
ECOLOGIA
IL VECCHIO RIALE TORNA A VIVERE
lù-glù, crà-cra: c’è stato un tempo, chiedete ai novantenni, che
G
in piazza a Parabiago si sentiva la “rongia” che, correndo da
San Michele gorgogliava come una tortora, all’ombra di secolari platani sui quali gracidavano cicale. Era il Riale, una roggia che, a partire dal Medioevo, ha portato nel centro di Parabiago l'acqua del
fiume Olona per lavare i panni, abbeverare
le bestie, costruire case e chiese, irrigare
giardini e orti, far giocare i bambini. Nel
1780 la roggia era già stata chiusa dal
governo austriaco. Giuseppe Maggiolini,
mobiliere ed ebanista di corte, chiese
all’arciduca di Milano di riaprire il Riale
affinché si potesse realizzare l’ampliamento della Chiesa parrocchiale di cui era fabbriciere. Con l’entusiasmo della popolazione parabiaghese l’acqua della roggia
ritornò a scorrere attorno alla piazza principale. Alla fine degli anni Venti l'inquinamento, l'incuria e specialmente l'acquedotto hanno relegato il piccolo canale tra le “cose vecchie”, ricordate con nostalgia dagli anziani e nei libri di storia.
Succede spesso che l'estinzione culturale, l’oblio di un oggetto o di
un essere vivente, ne preceda l’estinzione fisica. Il Riale è un esempio, infatti la roggia non è completamente coperta. Nel Parco dei
Mulini ne rimane ancora un considerevole tratto in stato di abbandono. Da alcuni anni l’Ecomuseo del paesaggio, attraverso studi e pubblicazioni e con la collaborazione delle scuole, sta lavorando per far
rivivere il Riale e la sua storia. Il 17 ottobre scorso, 220 anni dopo la
storica impresa del Maggiolini, nel tratto di Riale ancora esistente ha
ricominciato a scorrere l’acqua. Già nel 2009, nell’ambito dell’iniziativa di Legambiente “Puliamo il mondo”, il Riale era stato pulito
ed era stata ripristinata la chiusa che oggi permette di alimentarlo.
Poi i ragazzi delle scuole Rapizzi hanno
realizzato un progetto di riqualificazione
della roggia medievale. Come richiesto
proprio da loro, grazie alla collaborazione
di numerose associazioni, singoli cittadini,
agricoltori, del Parco dei Mulini e del
Consorzio Fiume Olona, è stata realizzata
un’area naturalistica per la riproduzione
della fauna acquatica. Grazie al lavoro
svolto dai volontari, l’acqua del fiume
Olona alle 11 di domenica 17 ottobre ha
ricominciato a scorrere nel Riale, per alimentare una zona di ripopolamento della fauna acquatica, in linea
con gli obbiettivi del Parco dei Mulini, nei confini del quale il Riale
si trova. “Ciàpa la ségia, porta el càdin che ven giò l'acqua: Fegh'on
basìn al noster bravo Maggiolìn. Parabiago”, cantavano i parabiaghesi nel 1780. Oggi ringraziamo tutti quanti hanno contribuito a riportare acqua nel Riale e anche quanti visitandolo, o semplicemente
parlandone, lo strapperanno dall’oblio che per troppi anni ha segnato la storia della roggia medievale e del fiume Olona.
RAUL DAL SANTO - Ecomuseo del Paesaggio
DAL VILLORESI ALL’OLONA
’ Olona da alcuni anni sta riprendendo vita: i pesci e i loro
L
predatori stanno pian piano ripopolando quello che era uno
dei fiumi più inquinati d’Italia. Per favorire la sua rivitalizzazione,
nella mattinata di venerdì 24 settembre, alla presenza di numerosi
studenti, di curiosi e di volontari, hanno preso avvio presso il Canale
Villoresi a Villastanza, i lavori per il primo ripopolamento di pesci
del fiume Olona, riproposto poi in maniera simbolica domenica 3
ottobre. Questa iniziativa
rientra nel progetto “Giri
d’acqua” che, promosso dal
Parco dei Mulini e dai circoli
locali di Legambiente di
Parabiago, Canegrate e
Nerviano, ha visto l’adesione, oltre che della Provincia
di Milano, anche del
Consorzio Fiume Olona, della Protezione Civile di Parabiago con la
collaborazione del Consorzio Villoresi e con il contributo economi-
co di Regione Lombardia, Città di Parabiago e del Parco dei Mulini
stesso. Grazie alla collaborazione della Polizia Provinciale sono
stati recuperati nel Canale Villoresi circa 300 Kg di pesce persico,
cavedano, luccio, carpa e minutaglia. Il pesce così recuperato è stato
successivamente immesso in alcuni
tratti del fiume Olona nei Comuni di
Parabiago, San Vittore Olona e
Legnano per un quantitativo di 150
Kg, mentre il rimanente è stato
immesso nel Naviglio Grande. Ai
Una storica immagine del Villoresi
lavori hanno partecipato anche
numerosi volontari e l’associazione Olona Viva che hanno provveduto alla selezione dei pesci, perché nel fiume Olona sono stati
introdotti solo i pesci autoctoni, cioè tipici del territorio. Ora non
rimane che provare a pescare, ma consigliamo di rimettere nel fiume
il pesce pescato: l’acqua dell’Olona non è ancora così pulita.
R. DAL SANTO
EUGENIO VILLORESI
l progetto “Giri di acqua” è stato realizI
zato con l'obiettivo di rivitalizzare il
fiume Olona e il suo sistema irriguo, in occasione dell’anno della biodiversità e del bicentenario della nascita di Eugenio Villoresi.
Attravero la mostra “Il canale Villoresi, una
risorsa lunga 86 chilometri”, realizzata da
Legambiente di Nerviano e allestita in biblioteca comunale di Parabiago dal 28 settembre al
7 ottobre, i ragazzi delle scuole e numerosi
visitatori hanno potuto meglio capire la storia,
il presente ed il futuro del canale Villoresi.
Hanno inoltre potuto conoscere e apprezzare la
figura dell’ingegnere monzese Eugenio
classe
Villoresi,
1810, che ha profuso
enormi
energie
morali e materiali
per la progettazione
del Canale di cui
non ha potuto vedere
l’inizio dei lavori a
causa della sua
morte, avvenuta nel
1879. “Non mi darò
I ragazzi alla mostra
pace sino a che non
sul Canale Villoresi
avrò eliminato il
paradosso di una cospicua parte della
Lombardia, la regione più ricca di acque, afflitta dal flagello delle arsure deleterie”, scriveva
il Villoresi. Erano gli anni della crisi dell’agricoltura, della fame e della pellagra. Villoresi
aveva iniziato a progettare il canale insieme al
nipote, Luigi Meraviglia, nel gennaio 1868 ma
aveva poi proseguito da solo perchè il nipote
riteneva eccessivi le difficoltà tecniche e gli
oneri economici per la sua realizzazione.
L’ingegnere monzese diede fondo a tutte le sue
risorse personali, lasciando in eredità ai figli
ben poca cosa. Parlando del Canale da lui progettato, l’allora Ministro delle Finanze,
Quintino Sella, lo definì “un’opera grandiosa e
utilissima”. La costruzione del Canale e specialmente l’industrializzazione, avvenuta inizialmente lungo il fiume Olona, hanno segnato
le tappe successive dello sviluppo agricolo ed
economico del nostro territorio.
R. D. S.
5
SCUOLA E LAVORO
FRANCESCO RAMPICHINI, L’INVENTORE DELLA SCARPA INCOLLATA
i raccontiamo una storia che ci ha segnalato un nostro affezioV
nato lettore e che crediamo possa suscitare la curiosità di quei
parabiaghesi che vanno particolarmente fieri di essere nati o di vivere in una città conosciuta e apprezzata per la sua gloriosa tradizione
calzaturiera. E’ la storia della “scarpa senza cucitura”, ossia con la
tomaia saldata direttamente alla suola attraverso un mastice speciale.
A inventarla, nel 1909, fu il marchigiano Francesco Rampichini,
figlio di piccoli imprenditori e di una terra- le Marche, appunto- dove
l’industria calzaturiera ha sempre avuto salde radici. Laureato a Roma
in Scienze Naturali e in Chimica, Rampichini dedicò ogni sua energia
allo studio delle colle e al modo di trovarne immediata applicazione
nel campo industriale. Il cuoio, all’epoca, era uno dei materiali più
usati nelle fabbriche di lavorazione: i macchinari erano infatti mossi
da sistemi di pulegge e cinghie di cuoio, ma quest’ultimo spesso di
rompeva nei punti di giunzione, interrompendo il funzionamento e
ritardando il lavoro. Rampichini focalizzò la propria attenzione su
questo problema e tentò di sostituire ai vari sistemi di cucitura e graffatura usati per chiudere ad anello le strisce di cuoio, un suo nuovo
sistema di giunzione mediante l’uso di collanti che costituivano, come
si è detto, l’oggetto dei suoi studi. Volle poi estendere le proprie conoscenze anche ai materiali da incollare e per questo frequentò la “Regia
Conceria-Scuola” di Torino, città che a cavallo fra Ottocento e
Novecento era divenuta centro leader nazionale dell’industria conciaria. In tale ambito, Rampichini si distinse, allorché si occupò di stabi-
lire in modo pratico, mediante uno speciale strumento da lui costruito, il grado di permeabilità dall’aria delle diverse qualità di cuoi e pellami. Tali esperimenti, cui s’interessarono specialmente i fabbricanti di calzature, vennero eseguiti su numerose varietà di pelli in uso
nei calzaturifici e fornirono dati preziosi specialmente sulle differenze di permeabilità della tomaia, in rapporto alla natura della concia impiegata nelle preparazioni. Il chimico Rampichini pensò poi
di applicare il suo speciale mastice (che provvide a brevettare con il
nome di “Ago”) alla fabbricazione delle scarpe e il metodo d’incollaggio (denominato “Sistema Ago”), riscosse un notevole successo.
Fu ulteriormente potenziato qualche anno dopo, nel 1917, quando
Rampichini costituì, a Carate Brianza (Milano), una società per la
produzione e il commercio di prodotti chimici rivolti, in particolare, all’industria conciaria. Si dedicò nel contempo alla produzione
di un nuovo mastice speciale, riformulato secondo gli ultimissimi
ritrovati della chimica e battezzato “Tachys”(che in greco significa
“veloce”, “rapido”), a sottolineare la principale qualità, che permetteva di diminuire significativamente i tempi di lavoro nella fabbricazione delle calzature. Per tutto questo, nel 1927 Rampichini
venne insignito della medaglia d’oro “per la fabbricazione delle calzature senza cucitura”, con la suola non più inchiodata ma incollata. Fu questo il primo passo verso i moderni e razionali metodi di
fabbricazione. I passi successivi furono compiuti dalla chimica.
CRISTINA MASETTI
SCARPA, MIA BELLA SCARPA
i è chiusa domenica 24 ottobre a Villa
S Corvini
la quarta edizione di “Scarpa Mia bella Scarpa”,progetto firmato da
Confartigianato Alto Milanese e da
Confindustria Alto Milanese e promosso in
collaborazione con ANCI (Associazione
Nazionale Calzaturifici Italiani), IPSIA
Bernocchi di Legnano e Villa Corvini S.c.a.r.l..
A Parabiago il comparto calzaturiero ha sempre avuto punte d’assoluta eccellenza, tradizione e storia: i promotori del Progetto si sono
quindi posti l’obiettivo di promuovere il settore nel suo complesso, facendolo incontrare col
mondo della formazione. L’ideazione dei
modelli delle calzature è stata curata dagli
allievi di Ipsia Bernocchi Moda di Legnano,
mentre la realizzazione delle scarpe è stata di
competenza delle imprese calzaturiere del
Parabiaghese, rappresentanti di un “Made in
Italy” che coniuga creatività, innovazione,
ricerca, formazione professionale e tradizione.
Questo è, in sintesi, il significato dell’iniziativa: eccellenza nella produzione, ricerca di
nuove tendenze, creatività coniugata alla freschezza ideale dei giovani, tradizione che si
perpetua grazie alla vocazione produttiva.
“Scarpa - Mia bella Scarpa”, pone quindi le
basi di un progetto integrato di filiera.
Significativo il fatto che quest’anno la
Cerimonia si sia tenuta nel giorno che precede
la Festività di San Crispino - Santo Patrono dei
Calzolai. Una Commissione Tecnica d’esperti
(composta da qualificati rappresentanti del
mondo calzaturiero) ha giudicato i prodotti in
gara. Interessante rimarcare che è stata offerta
la possibilità di un “acquisto” delle calzature
realizzate dagli studenti ed il ricavato di tale
vendita è stato devoluto a favore di “APEIRON
- Associazione di volontariato Onlus - Una
mano per il Nepal”. Enti Patrocinatori dell’iniziativa: Regione Lombardia, Comuni di
Parabiago e Legnano e la Camera di
Commercio di Milano.
PIETRO LAVAZZA - Confartigianato Alto Milanese
6
GRUPPI CONSIGLIARI
il PoPolo dEllE libErtà - Giovani di ParabiaGo
MODERNITÀ ED EFFICIENZA
Il nuovo Ospedale di Legnano ha aperto le
porte alla comunità dell’Altomilanese in data
11 ottobre 2010 dopo un breve e rapido trasferimento dei pazienti ancora ricoverati presso il
vecchio nosocomio. La realizzazione del
nuovo Ospedale si deve all’impegno e alla
costanza degli Amministratori precedenti e
attuali dell’A.O. Ospedale Civile di Legnano.
Il nuovo Ospedale di Legnano nasce come tipo
d’intervento in Project Financing in collaborazione progettuale con Techint. La data di inizio
lavori è marzo 2006 e la data di ultimazione
lavori febbraio 2010; la superficie complessiva
dell’Ospedale è di 74.143mq; la struttura definita modulare consta di 5 piani fuori terra con
una piastra servizi e blocchi di degenza di 20
stanze ognuno. Cambia la sede e non solo,
visto la nuova struttura e il modello organizzativo che il nuovo Ospedale si è dato in termini
di cura e di assistenza al paziente. Il nuovo
Ospedale di Legnano consta di 552 posti letto,
con possibilità di superare anche i 600, con 18
sale operatorie, 3 emodinamica e 4 sale parto,
20 postazioni di Terapia Intensiva e 7 posti di
terapia intensiva Coronaria. Attualmente sono
disponibili 920 posti auto per i dipendenti ed
oltre 1000 per il pubblico che saranno realizzati dal Comune di Legnano a breve tempo. Il
paziente e le persone che lo accompagnano
entrano da un ingresso a loro dedicato, posto al
primo piano e provvisto di una sua area di par-
cheggio. Da questo ingresso si raggiungono il
centro prenotazioni, i tre blocchi di ambulatori, il centro prelievi, la diagnostica per immagini; che comprende la radiologia con le sue
specialità
Radiologia
Tradizionale,
Tomografia Assiale Computerizzata (2TAC),
Magnetica,
Ecografia,
Risonanza
Mineralometria ossea e diagnostica senologica
e la Medicina Nucleare con apparecchiature
all’avanguardia quali la Pet-Tac e le Gamma
Camere di ultima generazione. Il day hospital
medico ed oncologico: tutti posti sul medesimo piano. Di conseguenza, la stragrande maggioranza del flusso giornaliero di persone che
accedono all’Ospedale è contenuta all’interno
dello stesso livello e non dovrà utilizzare
ascensori. Nel vecchio Ospedale realizzato
con i modelli degli anni sessanta i trasporti
avvengono con percorsi verticali che hanno
sempre costituito un disagio strutturale per
l’utenza che accedeva ai servizi. Sempre al
primo piano trovano spazio tutte quelle attività di supporto alla permanenza dei pazienti nel
nuovo Ospedale e di ritrovo in aree comune
degli operatori e visitatori quali Bar, Banca,
Supermercato,
Parafarmacia,
Piccolo
Parrucchiere oltre ad luogo di culto rappresentato da una chiesa di Religione Cattolica e da
una sala “di silenzio”. Sempre al primo piano,
ma dalla parte opposta rispetto all’ingresso
dedicato ai visitatori, troviamo il Pronto
Soccorso con un proprio accesso, riservato sia
ai malati deambulanti che ai mezzi di soccorso, con il triage e le diverse aree di lavoro,
distinguibili dagli operatori ma anche dai
pazienti e familiari, secondo i diversi codici di
gravità. Il Pronto Soccorso, oltre a essere collegato direttamente alla diagnostica per immagini, si trova immediatamente sotto il blocco
operatorio e le Terapie intensive, a cui è collegato con specifici elevatori: questo per rendere
veloce, sicuro e riservato il trasferimento dei
malati più complessi. Le degenze poste ai
piani superiori (secondo,terzo e quarto) sono
strutturate in blocchi di circa venti camere
ognuno, tutte con bagno, singole o a due letti.
Le degenze sono organizzate per dipartimenti,
cioè più specialisti lavorano insieme: nel singolo blocco di degenza possono essere ricoverati pazienti curati da specialisti diversi ma
appartenenti allo stesso Dipartimento come ad
esempio il gastroenterologo e l’internista
oppure il cardiologo ed il chirurgo vascolare)
ma con esigenze assistenziali della medesima
levatura. Quella più alta è concentrata nell’area delle terapie intensive posta la secondo
piano, in contiguità con il blocco operatorio. Il
nuovo Ospedale, rispetto a quello che si è
lasciato, valorizza l’organizzazione del lavoro
separando i bisogni di quei pazienti che saranno trattenuti per poco tempo (osservazioni e
ricoveri brevi), con altri cui dedicare maggiore
attenzione vista la complessità e la necessità di
accertamenti e terapie più prolungate. Il vantaggio di questo sistema è la miglior rispondenza ai fabbisogni assistenziali dei singoli
pazienti (e a come essi possono rapidamente
variare). In verità la condivisione polispecialistica, al posto della storica separazione per
reparto o divisione, è gia una felice esperienza
del
Dipartimento
Cardiovascolare
nell’Ospedale di Legnano di via Candiani. Per
il paziente nulla è cambiato in termini di assistenza se non un ambiente sicuramente più
gradevole con servizi alla persona di tipo
alberghiero più vicino alla attese dei tempi e
delle nuove strutture che sono state realizzate
nella zona. Maggiore attenzione alla persona
con capacità di migliorare e potenziare i percorsi operativi dei servizi erogati in regime
ambulatoriale, facilitando l’accesso in termini
di orari e di qualità delle prestazioni erogate.
Per la comunità Parabiaghese cambiano gli
orizzonti: l’Ospedale Civile di Legnano si è
attrezzato per tenere il passo dell’evoluzione
organizzativa e tecnologica delle strutture
Pubbliche e Private che operano nella nostra
Regione permettendo ai cittadini di Parabiago
di trovare un centro assistenziale d’eccellenza
senza lunghi trasferimenti verso altre strutture.
PDL-GIOVANI DI PARABIAGO
(MASSIMO MONDELLINI - ANDREA LOTTERIO)
udc
lEGa nord
NUOVO OSPEDALE: UN AUGURIO A PERSONALE E PAZIENTI
UN NUOVO OSPEDALE SUL TERRITORIO
La stampa locale ha dato ampio rilievo alla
notizia del trasloco e dell’allargamento
dell’Ospedale di Legnano dalla sede storica
alla nuova sede di via Papa Giovanni Paolo
II. Non ci soffermeremo su una discussione
su quali vantaggi e quali inconvenienti tale
cambiamento potrà arrecare ai cittadini dei
comuni interessati, tra i quali figura anche
Parabiago. La ragione, sotto gli occhi di tutti,
è che una problematica di così vasta portata
richieda una disanima tecnica che non ci
compete.
Noi dell’UDC vogliamo allora dedicare queste poche righe ad un augurio verso il nuovo
Ospedale: verso coloro che lavorano nella
struttura (medici, infermieri, personale
amministrativo) e verso i pazienti che usufruiranno dei servizi. Ai medici e a tutto il
personale auguriamo di poter continuare a
svolgere la loro professione in un ambiente
ancora più all’avanguardia nella prevenzione
e nella cura delle malattie, ancor più di quanto non lo fosse la precedente struttura, che
pure ha visto svolgere la propria attività illustri medici anche di origine parabiaghese.
E’ opportuno ricordare a questo proposito
che la Sanità lombarda è tra le più efficienti
in Italia. Efficienza che non riguarda solo il
profilo dei costi (quelli relativi al nuovo
Ospedale non sono a carico della popolazione locale), ma che si riferisce in primo luogo
all’adozione di tecnologie mediche tra
migliori al mondo (si veda, per esempio, l’installazione
avvenuta
nello
Studio
Radiologico di Parabiago di una Tac tra le
più potenti in Italia, come descritto nel precedente numero de “Il Foglio”). Infine, alle persone che avranno bisogno di cure nella nuova
struttura ospedaliera va di tutto cuore il
nostro auspicio che, oltre che a veder risolti i
propri problemi di saluti, trovino un ambiente confortevole sotto il profilo UMANO.
Consapevoli della centralità della persona
che è fine ultimo di tutte le iniziative amministrative (tra cui la costruzione del nuovo
ospedale), l’UDC invita tutti coloro che lavorano o che lavoreranno nella nuova struttura
a non dimenticare che chi necessita di assistenza medica è, prima ancora di essere un
“paziente”, una persona da aiutare. Se questo
principio, per quanto semplice, troverà applicazione nel nuovo Ospedale di Legnano, la
Sanità nel nostro territorio diventerà ancora
di più un modello per l’intero Paese.
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I nostri servizi:
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A soli 4 anni dall’avvio dei lavori, è diventato
operante il nuovo ospedale di Legnano. E’ il
risultato di una azione politica della Regione,
dell’Assessorato alla Sanità e della Lega Nord
che ha sempre evidenziato le problematiche
relative all’offerta sanitaria, per poi porvi
rimedio. In soli 4 anni si è conclusa un’opera
che, in Italia, richiede una media di 12 anni.
Un ospedale moderno e dotato di strumenti
all’avanguardia. Letti che si trasformano in
carrozzine e percorsi adatti permettono alla
struttura di ruotare attorno al paziente, al suo
servizio. Catering computerizzato e personalizzato. Abolizione dei campanelli per gli
interfono rendono il rapporto con il personale
più agevole. Qualche divergenza emerge sulla
registrazione e monitoraggio, da parte di telecamere, di tutto ciò che avviene all’interno. Se
da un lato si ha la massima trasparenza, dall’altro, l’eccessivo controllo del lavoro, è al
limite della legalità e potrebbe provocare
malumore e demotivazione negli operatori
sanitari. Una annotazione a margine da rilevare, sono gli spogliatoi del personale. Nello stabile vecchio, sono desolanti, stretti, a volte
promiscui, con medici e infermieri ben separati. Nel nuovo, sono ampi, con docce, condivisi
da tutti gli operatori, medici compresi e sepa-
rati solo, fra maschi e femmine. E’ una barriera sociale e culturale che cade, è una dignità
che appartiene a tutti e che lascia le differenze
solamente nella responsabilità e nello stipendio. Il nuovo ospedale è anche questo.
L’autonomia, unitamente alla capacità lombarda sono le qualità che rendono possibile risultati vantaggiosi per tutti. Lo testimonia il
numero di ammalati, che anche questo ospedale ospiterà, e che fuggono da quelle regioni
meridionali con una spesa fuori controllo e un
servizio al confine della civiltà. Un onesto
federalismo fiscale, la definizione di regole e
responsabilità, con la conseguente possibilità
di allontanare dall’amministrazione pubblica
chi dimostrasse incapacità o fosse corrotto,
sono i tasselli che mancano al nostro sistema
sanitario. Osservando quanto sta accadendo
nella scuola; dare alla Lombardia la possibilità di gestire il settore, con l’autonomia che
possiede con la sanità, darebbe gli stessi virtuosi risultati La Costituzione lo prevede, la
Regione lo vuole. Sono solo gli interessi dei
peggiori ad impedirlo. Nel frattempo la scuola
affonda nel “nulla”. Solo l’autonomia può salvare il Nord, e solo il Nord può salvare il Sud..
Il nuovo ospedale è anche questo.
CARLO CAIMI
7
GRUPPI CONSIGLIARI
n.o.i. PEr la città
l’unionE
NUOVO OSPEDALE DI LEGNANO: OPPORTUNITÀ. . . PER CHI ?
IL NUOVO OSPEDALE DI LEGNANO È PRONTO; O COSÌ SEMBRA
La costruzione del nuovo ospedale di Legnano
ha suscitato notevoli perplessità tra i cittadini.
Le motivazioni sono note: nel vecchio
Ospedale vi erano interi reparti appena ultimati, nel suo complesso era in buono stato, le
spese preventivate per le attività di messa a
norma erano inferiori a quelle necessarie per
un nuovo complesso. La posizione centrale
della struttura la rendeva facile da raggiungere.
Ora che l’opera è quasi completata, i dubbi
rimangono. I privati che hanno contribuito con
le proprie risorse economiche alla costruzione
del nuovo ospedale in project financing avranno in concessione la gestione dei servizi non
sanitari, che non sono pochi. Si tratta per la
maggior parte d’imprese che fanno parte della
Compagnia delle Opere,strettamente collegate
all’attuale maggioranza che governa il
Pirellone. Naturalmente cercheranno di massimizzare i profitti ed è probabile che le scelte
dell’Azienda Sanitaria saranno vincolate dagli
accordi presi. I dirigenti ospedalieri affermano
che le attività sanitarie rimarranno nelle mani
della gestione pubblica. Sì, ma fino a quando?
I posti letto disponibili sono diminuiti e la
struttura sembra pensata per periodi di degenza molto brevi che demandano le fasi di convalescenza e riabilitazione all’esterno dell’ospe-
dale secondo modalità ancora non definite. Ci
chiediamo se il nostro territorio è organizzato
per accogliere l’aumento di richieste di prestazioni infermieristiche o riabilitative post-operatorie. Questa tendenza, peraltro già da tempo
in atto nelle nostre strutture sanitarie, apre le
porte ad un ulteriore ingresso dei privati nella
Sanità. Leggiamo che il nuovo polo ospedaliero sarà dotato di un parcheggio di 2000 posti
auto, probabilmente a pagamento, ma viene
spontaneo chiedersi se sarà sufficientemente
servito dai mezzi pubblici e se la viabilità già
congestionata della zona sarà in grado di sopportare l’aumento del flusso d’automobili. E’
importante poi chiedersi che ne sarà dell’area
ospedaliera in dismissione. E’un’area centrale
molto appetibile che si presta ad operazioni di
speculazione edilizia. A riguardo esiste già un
progetto per farla diventare una sorta di
“Cittadella della Salute”, ma contemporaneamente si parla della costruzione di 400 appartamenti. Concludendo, è necessario che le pubbliche amministrazioni seguano sempre con
attenzione l’evoluzione dell’intera vicenda
intervenendo, nel limite delle proprie competenze e sfere d'influenza, a tutela del comune
interesse dei cittadini.
FLAVIA MACCHI
Il trasferimento si è concluso, il nuovo e moderno plesso di via Papa Giovanni Paolo II è operativo. Un plauso va ai dipendenti che si sono sobbarcati lo sforzo principale e che, così risulta,
hanno lavorato con entusiasmo e partecipazione
dimostrando senso di responsabilità fuori dal
comune.
Dati e caratteristiche tecniche, che troverete in
altri spazi del giornale, la descrivono come
un’opera eccellente e d’avanguardia: non ci
dilungheremo pertanto sulla loro descrizione.
La sua realizzazione ha comunque destato perplessità, che non possono essere sottaciute, a
partire dalla scelta fatta quando si decise il percorso per la sua costruzione.
Ci riferiamo in primo luogo della decisione di
affidare “in concessione”, per quasi 30 anni, la
gestione della struttura a una società privata, tra
i cui soci compaiono noti personaggi legnanesi.
Operatori economici e industriali del territorio, a
“microfoni spenti”, non lesinano lamentele;
alcuni di loro si sono visti tagliati fuori senza se
e senza ma da ogni intervento, con conseguente
riduzione delle ricadute economiche positive sul
territorio indotte dalla realizzazioni di simili
grandi opere. In secondo luogo la realizzazione
presenta due punti critici: ubicazione e viabilità.
Pareri difformi circa l’ubicazione se ne sono
sentiti molti nel corso degli anni: ipotesi diverse
di collocazione non hanno trovato ascolto presso il Pirellone, in forza del “decisionismo formigoniano”: non risulta siano ultimati i parcheggi
e coi mezzi pubblici si poteva dare di più. La
situazione della viabilità ripropone errori già
vissuti con Malpensa e con la Fiera di Rho-Pero
che, inaugurate, per un lungo periodo risultarono di difficile raggiungimento. Il nuovo ospedale per ora è raggiungibile solo dalla via Novara,
arteria già attualmente intasata in diversi
momenti della giornata; la bretella fra la
Provinciale per Inveruno e l’Ospedale è ancora
una promessa sulla carta. Per chi arriva da
Parabiago l’attraversamento di San Giorgio o in
alternativa il tratto di viale Toselli, venendo dal
Sempione, e la percorrenza delle vie XX
Settembre - Novara comporteranno un sensibile
aumento dei tempi anche per i mezzi di pronto
soccorso. Nell’immediato probabilmente molti
cittadini parabiaghesi preferiranno rivolgersi ad
altre strutture, in primis Rho e Magenta, piuttosto che dirigersi verso il nuovo plesso.
Ancora una volta si sono fatte le cose a metà. Un
grande e utile centro ospedaliero d’eccellenza
con servizi e “cornici” che arriveranno.
Quando?
RAFFAELLA MASETTI
insiEmE PEr ParabiaGo
italia dEi valori
NUOVO OSPEDALE... E I CITTADINI COME CI ARRIVANO?
ANCORA SONO I CITTADINI A PAGARE
Per affrontare con serietà questo argomento
non ci siamo limitati ad analizzare il dibattito
apparso sui giornali in questi giorni, ma
abbiamo anche ascoltato le valutazioni di
alcuni parabiaghesi che fanno parte del personale dell’Ospedale di Legnano. Riteniamo
che la struttura del nuovo ospedale sia
all’avanguardia dal punto di vista tecnologico: del resto, una mancanza nel rinnovo della
strumentazione, nel miglioramento delle sale
operatorie e nell’adeguamento delle strutture
sarebbe stata inaccettabile, visto l’ingente
impegno economico di cui si sono fatti carico
la pubblica amministrazione e i privati. Con
la costruzione del nuovo nosocomio i cittadini dell’Altomilanese hanno a disposizione un
centro sanitario d’eccellenza; i miglioramenti nelle prestazione sanitarie o i possibili
problemi di organizzazione interna potranno
però essere valutati soltanto quando l’attività
sarà a pieno regime. Per quanto invece riguarda ciò che accade all’esterno dell’edificio,
consideriamo condivisibili le perplessità
legate alla sua collocazione periferica. Se al
personale medico è stato richiesto un grandissimo sforzo per affrontare un difficoltoso trasferimento (non ancora ultimato), ai cittadini
del nostro territorio potrebbe essere richiesto
un sacrificio analogo per quanto riguarda la
viabilità. Sarà possibile arrivare all’ospedale
attraverso una sola via d’accesso (via
Novara), i parcheggi esistenti non sembrano
sufficienti e le promesse di opere viarie formulate dall’Amministrazione di Legnano
sono rimaste tali. Nell’attesa dei necessari
interventi, anche nelle strade dei comuni vicini potrebbero così aumentare gli inevitabili
disagi dovuti al trasferimento in zona periferica di un polo d’attrazione così frequentato.
Al momento, ciò che balza all’occhio dei cittadini è la pochezza di mezzi alternativi a
quello privato e che essi siano totalmente a
carico dei pazienti/visitatori. Proponiamo
all’amministrazione legnanese un tavolo di
confronto per risolvere il problema logistico
insito nella scelta della zona. L’ultima questione che possiamo affrontare per ragioni di
spazio riveste per noi grande importanza ed è
relativa al destino del vecchio ospedale di
via Candiani. Oltre alle opere di demolizione e di edilizia privata che interesseranno
l’area, invitiamo l’Amministrazione legnanese a dare massima priorità alla valorizzazione
delle strutture esistenti per costituire in tempi
stretti una “Cittadella della Fragilità” che
sia in grado di offrire servizi ambulatoriali,
riabilitativi e socio-assistenziali per anziani,
disabili, malati cronici del nostro territorio.
GIACOMO SARTORI - PAMELA DE ROSA INSIEME PER PARABIAGO
Dal 16 Agosto scorso stiamo assistendo ad
un grande cambiamento che interessa la
vita di tutti coloro che abitano nei comuni
limitrofi alla città di Legnano: il trasloco
dell’ospedale dal vecchio presidio di Via
Candiani a quello nuovo di Via Papa
Giovanni Paolo II.
In questa sede non vogliamo entrare nel
merito o stabilire se la realizzazione di
quest’opera fosse un intervento effettivamente necessario in relazione al patrimonio esistente, al fabbisogno e alle risorse
economiche e ambientali a disposizione,
ma mettere in luce alcune problematiche
che sono sotto l’evidenza di tutti. Sebbene
il nuovo presidio ospedaliero sia una struttura moderna ed un esempio di efficienza
come detto più volte dal Direttore Generale
Carla Dotti, (affermazione ancora prematura dato che i risultati attesi si possono valutare in un lasso di tempo maggiore), altrettanto non si può dire dell’ubicazione dello
stesso e del sistema infrastrutturale e viabilistico per giungervi. Con il passaggio dal
vecchio al nuovo ospedale si sono rilevate
delle gravi difficoltà per quanto riguarda i
mezzi pubblici di collegamento, la viabilità locale e soprattutto la mancanza di par-
cheggi in grado di soddisfare le esigenze di
un’ utenza sempre più crescente. Sono
state fatte delle scelte senza curarsi di coloro che assistono i malati e non sono muniti di mezzi propri, difatti il nuovo autobus
della linea H,istituito dall’amministrazione
locale, che ha fatto il suo debutto da pochi
giorni, si rivela carente avendo l’ultima
corsa alle 19:30 con partenza dal nuovo
ospedale.
Poi non sono stati realizzati quegli interventi e messe in atto quelle misure volte a
mitigare il traffico stradale o meglio sono
insufficienti. Infatti non è stata realizzata la
rotonda che si sarebbe dovuta costruire tra
via Novara e via Biella, al fine di non penalizzare ulteriormente gli abitanti delle zone
residenziali adiacenti e non aumentare la
densità del traffico già esistente.
La situazione dei parcheggi, è davvero
lacunosa, dato che non solo non sono stati
ancora ultimati ma l’intenzione è di renderli a pagamento, gravando anche sulle
tasche dei Parabiaghesi che ne faranno uso.
Agendo in tal senso, i disagi si andranno a
ripercuotere sulla viabilità e sulla sicurezza.
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8
SANITÀ
APERTO IL NUOVO OSPEDALE: SI PUNTA SULL’ECCELLENZA
ufficialmente operativo dall’11 ottobre, il
nuovo ospedale di Legnano, che sorge
È
nella zona periferica della città, su un’area di 74
mila metri quadrati che solo quattro anni fa era
un’ampia distesa di campi. Sono occorsi, dunque, solo quattro anni (un terzo del tempo che
mediamente occorre in Italia per questo genere
di opere), per realizzare una struttura sanitaria
che si attesta come una delle più moderne
d’Europa e che, come ha detto il Presidente della
Regione, Roberto Formigoni, «intende confermare l’eccellenza della sanità in Lombardia». I
numeri parlano chiaro: 552 posti letto (con possibilità di superare anche i 600), 19 sale operatorie, 4 sale parto, 20 postazioni di terapia intensiva e 7 di terapia intensiva coronarica, 50 ambulatori e un pronto soccorso modernissimo dotato di
una pista per l’elisoccorso che è l’unica di tutta
la Lombardia abilitata anche agli atterraggi notturni. Modernità e confort sono le caratteristiche
che balzano all’occhio appena si varca l’ingresso
della nuova struttura: spazi ampi e luminosi,
secondo una “filosofia della luce” che ha guidato i progettisti anche nella realizzazione delle
stanze di degenza, in modo che ciascun malato
abbia sempre sotto gli occhi “un pezzo di cielo”. ni pratiche, ossia a ciò che è utile sapere, per
Come ha spiegato la Dottoressa Carla Dotti, potersi più agevolmente orientare fra la vecDirettore Generale dell’Azienda Ospedaliera, chia e la nuova struttura: occorre ricordare
«La vera rivoluzione non sta, tuttavia, nell’am- anzitutto che nessuno deve più rivolgersi al vecbiente (che è comunque tutt’altra cosa rispetto chio pronto soccorso, perché la struttura è definialla vecchia struttivamente chiusa,
tura, ndr.), quanto
così come chiuso
nell’organizzazioper sempre è l’acne “per intensità
cesso al vecchio
di cure”, in base
ospedale da via
alla quale l’ospeCanazza (l’unico
dale non presenta
ingresso
ancora
più la netta suddiconsentito è quello
visione in reparti,
da via Candiani).
ma è organizzato
Tutti gli utenti che
Una veduta aerea del nuovo complesso sanitario
con l’attenzione
necessitano di fare
focalizzata sul paziente, attorno al quale ruotano il prelievo del sangue, sappiano che fino al 29
gli specialisti». Che il nuovo sia un ospedale per ottobre dovranno recarsi ancora nella vecchia
“acuti” balza all’occhio già dalla struttura del struttura, dove sono ancora operativi il DayPronto Soccorso, dove le postazioni per i pazien- hospital di Medicina e di Oncologia, la Dialisi, il
ti più gravi (quelli cioè in pericolo di vita) posso- Tao (Trattamento Anticoagulante Orale), la
no agevolmente trasformarsi in tavoli chirurgici, Medicina dello Sport, la Logopedia, la
che permettono d’intervenire immediatamente, Fisioterapia, la Radiologia (torace, muscolosenza che si perda tempo a trasferire la persona scheletrica, ecografia addominale). Ancora openel blocco operatorio. Ma veniamo alle questio- rativi nel vecchio ospedale anche le degenze di
UN PARABIAGHESE IL PRIMO PAZIENTE
parabiaghese, il primissimo paziente accolto nel nuovo ospedale di
Legnano. Si chiama Marco Nebuloni e il suo nome è comparso (previa
È
autorizzazione) su tutti i giornali locali: ricoverato da qualche giorno nel vecchio reparto di Medicina, il cittadino parabiaghese è stato infatti il primo protagonista della grande operazione di trasferimento iniziata mercoledì 6 ottobre con le degenze del Dipartimento di Area Medica, che comprende i reparti di Medicina, Neurologia, Oncologia, Malattie Infettive e Gastroenterologia.
Il giorno seguente è stata la volta dei pazienti del Dipartimento Chirurgico, poi
di quelli della Terapia Intensiva Coronarica e infine di quelli della Rianimazione e dei piccoli della Pediatria, per
un totale di 200 pazienti. Un’operazione impegnativa e delicata, quella del trasferimento, che ha visto coinvolti
40 volontari, 10 ambulanze e 6 Centri Mobili di Rianimazione dei comitati della Croce Rossa di Legnano,
Milano e dei comitati provinciali di Varese e di Monza-Brianza. Da non dimenticare, poi, gli agenti della Polizia
Locale di Legnano che, a sirene spiegate, hanno scortato i mezzi impegnati nel trasferimento lungo tutto il tragitto dal vecchio al nuovo ospedale, in modo da accordare loro una corsia preferenziale. Tutte le operazioni sono
state coordinate dal Centro di Emergenza Regionale di viale Cadorna, dove in quei giorni particolari era stata
appositamente allestita un’unità di crisi composta dai dirigenti dell’Azienda Ospedaliera e da quelli della Sala
Operativa Nazionale. Il nuovo polo sanitario funziona dunque, da meno di un mese e questo è il tempo minimo
di rodaggio per una struttura così complessa. Al momento, dunque, qualsiasi giudizio potrebbe risultare azzardato. Solo fra qualche tempo si potrà capire se estetica e modernità fanno rima con efficienza e umanità: doti che
in un ospedale non possono e non devono mancare.
C.MAS.
Psichiatria e i poliambulatori per le seguenti specialità: Cardiologia, Dermatologia, Diabetologia,
Neurologia,
Oculistica,
Odontoiatria.
Ambulatori di analoghe specialità saranno naturalmente presenti anche nel nuovo ospedale: al
momento della prenotazione della visita, sarà
però il paziente a scegliere dove eseguirla (se
nella nuova o nella vecchia struttura), secondo le
sue esigenze e comodità. Restano nel vecchio
ospedale l’ambulatorio di Dermatologia gestito
dalla Lega Tumori e quello di Audiometria.
Infine è bene sapere che tutti coloro che hanno
prenotato una visita ambulatoriale di controllo o
un esame dopo il 10 ottobre saranno contattati
(sul telefono cellulare, tramite sms, oppure sul
telefono di rete fissa, in base al riferimento telefonico che hanno lasciato al momento della prenotazione), per ricevere indicazioni sul luogo
dove recarsi. Per qualsiasi informazione è
comunque possibile rivolgersi all’Ufficio
Relazioni con il Pubblico (ancora dislocato
nella vecchia sede), telefonando allo
0331/449.707 dalle ore 9.30 alle 12.30 (dal
lunedì a venerdì).
CRISTINA MASETTI
CIFRE CHE PARLANO CHIARO
• 552 posti letto, con possibilità di passare
anche i 600
• 19 sale operatorie
• 4 sale parto
• 20 postazioni di terapia intensiva
• 7 postazioni di terapia intensiva coronarica
• 1 Pet-Tac
• 1 Tac a 256 strati
• 3 Risonanze Magnetiche
• 1920 posti auto (920 riservati ai dipendenti
e 1000 riservati al pubblico)
NoviTà:
• Medicina d’urgenza
• Sala ibrida (cardiologia, cardiochirurgia,
chirurgia vascolare)
• Sala neurochirurgica ad alta tecnologia
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5° Esposizione Artigianato Artistico
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mostra (con vendita anche al pubblico), con esposizioni, dimostrazioni dal vivo di
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difficilmente riuscireste a vedere e trovare altrove. Vi aspettiamo! Artisticamente è
ideato dalla dott.ssa Myriam Vallegra, in collaborazione con il Centro Servizi Villa
Corvini, l’Associazione culturale ed artistica Iperbole, il Comune di Parabiago.
Mensile a cura dell’Amministrazione comunale
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CATALDI avv. DANILO
CONSULENZA ASSICURATIVA - INFORTUNISTICA STRADALE
MARCHIO DI ALLEANZA TORO S.p.A.
Trattamento previdenziale integrativo alla pensione - Programmi previdenziali personalizzati - Fondi pensione
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Competenza e Simpatia
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