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SOMMARIO
• INTRODUZIONE
I disturbi sessuali sono spesso
il segnale di un disagio emotivo
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• CAPITOLO 1 - VAGINISMO
Quando lei si chiude involontariamente
e blocca il rapporto
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• CAPITOLO 2 - ANORGASMIA
Rimuovere i freni
che impediscono di accettare il piacere
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• CAPITOLO 3 - DEFICIT DELL’EREZIONE
Le origini psicologiche del disturbo
che ferisce l’orgoglio maschile
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• CAPITOLO 4 - EIACULAZIONE PRECOCE
Questione di tempi: l’ansia del “prima”
e il timore del “poi”
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• CAPITOLO 5 - IMPOTENZA DI COPPIA
Se il sintomo emerge non nel singolo,
ma nella relazione a due
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INTRODUZIONE
I disturbi sessuali
sono spesso il segnale
di un disagio emotivo
I problemi sessuali
sono in aumento
I
n questi ultimi anni il numero delle coppie che chiedono una consulenza psicologica su problemi che
riguardano la sessualità è sensibilmente aumentato.
Stiamo diventando sempre meno in grado di ascoltare
le narrazioni del corpo, i suoi bisbigli antichi suggeriti
a bassa voce. Stiamo poco in contatto con le sensazioni profonde e di conseguenza diventiamo sempre
meno capaci di avere dei rapporti sessuali appaganti.
Solo una percentuale ridotta delle disfunzioni sessuali è provocata da disturbi di natura fisica, medica, o
“meccanica”; la parte maggiore di esse ha origine da
problematiche di natura psicologica.
Tutti gli esperti sono concordi nell’affermare che i disagi nei rapporti sessuali e l’incapacità di completare
l’atto in modo soddisfacente sono generati nella maggior parte dei casi da conflitti emozionali, ansie e paure; i sintomi di ciò che non funziona nell’ambito della
sessualità vanno dunque letti alla luce del loro valore
metaforico, come segnali di un disagio interiore che
ha valore di messaggio della vita emozionale.
L’interpretazione simbolica è anche la strada per arrivare a risolvere questi problemi, sciogliendo i blocchi
e le tensioni all’origine dei sintomi.
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I disturbi sono un messaggio
«I disturbi psicosomatici sono nodi della psiche giunti al pettine del corpo». Questa definizione azzeccata
descrive bene il legame di interdipendenza fra corpo e
psiche, dal quale possono nascere alcuni malesseri fisici, spie di un vissuto non comunicato e somatizzato.
I sintomi legati alla sfera della sessualità,
quando non hanno una chiara causa fisica e
medica, necessariamente hanno origine da un
malessere che nasce in un’altra sede: la psiche.
Il meccanismo della somatizzazione infatti “incarna”,
cioè porta dalla mente alla carne, quello che la psiche
non è in grado di accogliere: emozioni, paure, affetti
inespressi, dolori muti, insoddisfazioni e delusioni.
Tutte queste pulsioni emotive sono delle scosse che
agitano la psiche dal profondo provocando in essa
delle “crepe” visibili a livello superficiale, attraverso
segnali fisici sul soma.
Soprattutto nell’ambito della sessualità questi sintomi
sono dei veri e propri ostacoli che limitano, e a volte
impediscono del tutto, il raggiungimento del piacere.
Tuttavia ognuno di questi disturbi ha un proprio senso: essi sottolineano in maniera evidente l’esistenza
di un problema nei rapporti con sé o con gli altri, e
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in questo modo ci offrono allo stesso tempo la chiave
per scoprirlo e metterlo in chiaro.
Ascoltare il disturbo può condurci a identificare la
causa profonda del malessere e quindi aiutarci a riconoscerlo e a risolverlo.
Letto in quest’ottica, ogni sintomo sessuale è un “traduttore” dei nostri stati profondi, e ci offre la possibilità di confrontarci con le nostre ansie, con le paure
(del contatto e dell’incontro), con i timori di lasciarci
andare e di accogliere l’altro.
Siamo stati abituati a pensare che la sessualità
consista solo in un funzionamento meccanico
e automatico degli organi genitali; così ci
stupiamo quando il nostro corpo non si
comporta come ci aspetteremmo: si blocca, non
reagisce, ci boicotta. Accade perché il sesso non
è un fatto solo fisico, ma le componenti mentali
ed emotive hanno un ruolo fondamentale.
Un disturbo sessuale è una nota dissonante, una voce
stonata nel funzionamento del nostro corpo in relazione al sesso, che può darci fastidio ma che in verità
serve ad attirare la nostra attenzione, per sollecitare
un cambiamento che ci faccia stare meglio.
Ogni sintomo di origine psicosomatica, dunque, è
come un grimaldello, escogitato dalla saggezza pro10
fonda del corpo, per scardinare tutte le nostre rigidità
trattenute da tempo; è un’occasione che ci porta a far
luce su ciò che la nostra parte razionale non vuole
vedere o accettare. Questo aspetto dei disturbi di origine psicosomatica è ancora più valido quando tali
sintomi riguardano in qualche modo il sesso.
In questo campo, nonostante l’apparente liberazione
da numerosi tabù, sono ancora molto forti i vincoli
che ci impediscono una serena e piena accettazione di
certe difficoltà di rapporto. Spesso le problematiche
che potrebbero crearci conflitti vengono rigettate nel
profondo e trattenute sommerse fino a che non riemergono sotto forma di segnali corporei.
Vaginismo, eiaculazione precoce, anorgasmia, deficit
erettivo sono tutti segni e simboli di un malessere che
attanaglia il corpo perché la mente non ha orecchie e
tempo per sentire; sono tutte rappresentazioni e metafore di un modo “sbagliato” di stare in contatto con
noi stessi e con l’altro, e di portare avanti una relazione. Quanto più questi segni giacciono inascoltati,
tanto più cresce la possibilità che essi si manifestino
in quella che clinicamente è nota come “impotenza di
coppia”. Questa sintomatologia si manifesta con una
crescente frustrazione erotica e una incapacità dei due
partner di poter avere rapporti sessuali appaganti.
Sotto ogni disturbo legato alla sfera della sessualità si
cela in verità una grande paura dell’intimità e di un
vero incontro “amorevole” con l’altro.
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Come vedi il rapporto
col partner e il sesso?
Ecco un semplice test per valutare il proprio modo
di intendere la relazione con il partner e il rapporto,
anche dal punto di vista del sesso. Rispondi alle domande in modo sincero, senza pensarci a lungo.
La coppia per te è:
A - Un bellissimo mare tranquillo in cui perdermi,
abbandonarmi e lasciarmi cullare senza alcuna
preoccupazione.
B - Una foresta intricata in cui mi muovo con difficoltà: devo stare attento a dove metto i piedi,
tutto è potenzialmente insidioso.
C - Un quadro bello e interessante ma da ammirare
da una certa distanza.
D - Un tiro alla fune, un gioco che so che devo praticare cercando di farmi meno male possibile.
La sessualità è:
A - Un volo in deltaplano, il vento che si posa piano sulla mia pelle, un veleggiare imperturbato
nell’immensità della natura.
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B - Uno sport di contatto, potrebbe essere un match
di boxe, la lotta fra bene e male: incontro-scontro.
C - Una partita a scacchi, silenziosa e meditativa, a
volte paradossalmente un po’ solitaria.
D - Una partita a poker; la strategia è tutto e non
devo far capire all’avversario qual è la mia prossima mossa.
La relazione è:
A - Un’occasione per incontrare qualcuno che mi
possa amare: mi sento già tranquillo.
B - Una possibilità per provare emozioni, pathos,
dramma, esperienze: ma che fatica!
C - Una bella cosa, ma secondo me la gente ci crede
troppo, in fondo è solo una possibilità alternativa
a stare da soli.
D - Un gioco di potere: vorrei che non lo fosse ma
è proprio così, bisogna starci attenti e, se si può,
cercare di vincere.
Dopo aver fatto la tua scelta, verifica quale categoria
di risposte hai preferito in maggioranza (A, B, C o
D) e leggi il profilo corrispondente, nelle prossime
pagine. Le domande sono state studiate in modo da
far emergere alcuni “stili” di relazione che sono viziati
da difetti di partenza, come un’eccessiva dipendenza
dall’altro o un forte timore di lasciarsi andare troppo.
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CAPITOLO 1 - VAGINISMO
Quando lei si chiude
involontariamente
e blocca il rapporto
Anche se c’è il desiderio
il corpo si ribella
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rima del 1965, data in cui Masters e Johnson pubblicarono il libro “L’atto sessuale nell’uomo e nella
donna”, si sapeva molto poco sulla risposta dell’organismo allo stimolo sessuale. Grazie a questo libro furono portati alla luce molti aspetti, a lungo trascurati,
della fisiologia e della reazione sessuale.
Nell’intensità dell’amplesso si verificano modificazioni significative che, oltre a coinvolgere emotivamente
i partner, riguardano anche la risposta fisiologica dei
loro organi genitali. In particolare nella donna normalmente la muscolatura perineale e quella perivaginale si comportano in maniera coerente con la fase di
eccitazione: i muscoli si rilassano per prepararsi alla
penetrazione. Non in tutti i casi però questi cambiamenti avvengono in modo adeguato e adatto a favorire il rapporto: in alcune situazioni, pur in presenza di
una normale costituzione anatomica, la muscolatura
vaginale viene colpita da spasmi non volontari che
rendono il rapporto complesso e talvolta impraticabile. Questa situazione viene definita vaginismo e ha un
evidente impatto sulla donna, sulla sua predisposizione alla sessualità, sul rapporto che ha con se stessa e
con il suo corpo, ma anche sulla relazione di coppia.
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Il blocco può scattare ai primi rapporti
Il vaginismo si caratterizza dunque per una contrazione involontaria dei muscoli della vagina, che ostacola
la penetrazione. Questa reazione rende difficoltoso
non solo il rapporto sessuale ma anche l’eccitazione
nelle forme in cui è prevista una fase di penetrazione.
Il vaginismo può manifestarsi sin dai primi tentativi
di rapporti sessuali in età giovanile, non permettendo alla ragazza nemmeno una prima penetrazione. In
questo caso si parla di vaginismo primario.
Più frequentemente la contrazione muscolare insorge
dopo alcuni rapporti regolari (vaginismo secondario).
Inoltre esistono altre diverse tipologie di sintomo:
il disturbo si può presentare solo con uno specifico
partner (vaginismo relativo) oppure con tutti i partner (vaginismo assoluto).
È importante ricordare che, anche se una donna soffre
di vaginismo, non le è comunque precluso l’orgasmo,
che si può raggiungere anche senza penetrazione.
Essendo un disturbo psicosomatico e non solo di natura fisica, spesso la donna avverte questa contrazione
anche solo in previsione del rapporto sessuale, prima
che questo abbia davvero inizio.
In questo caso il vaginismo assume i caratteri di una
vera e propria “ansia anticipatoria”, cioè un disturbo
che assale prima che avvenga l’evento temuto.
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CAPITOLO 3 - DEFICIT DELL’EREZIONE
Le origini psicologiche
del disturbo che ferisce
l’orgoglio maschile
Un tema che ossessiona
moltissimi uomini
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olti organi nel corpo cambiano di forma quando sono stimolati. Lo stomaco si allarga e si restringe a seconda della presenza di cibo, a volte basta
immaginare di mangiare e già esso sussulta; l’intestino
si dilata e si allunga nelle sue funzioni, si contrae e si
aggroviglia sotto il peso dello stress; la pupilla cambia
il suo diametro a seconda dell’eccitazione, della paura. Tuttavia nulla sembra aver interessato e ossessionato l’uomo tanto come le variazioni del proprio pene.
Mentre stomaco, intestino e pupilla si ingrandiscono
e si accorciano senza che nessuno ci badi più di tanto,
le misure del pene invece sono al centro dell’attenzione costante. Tutti sono interessati a sapere quando e
quanto cambiano le sue dimensioni.
Da sempre gli uomini parlano di erezione e di dimensioni del pene, di potenza sessuale, di durata. Questo
tema è al centro non solo dei discorsi da bar, ma anche
di articoli, inchieste e trattati. Molte sono le opinioni
sbagliate e ridicole che circolano a questo proposito.
È ovvio immaginare che l’organo maschile, indagato
e messo sotto osservazione dal suo stesso “proprietario”, possa sentirsi schiacciato e quasi sparire sotto il
peso di attese irrealistiche nei suoi confronti.
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La definizione del sintomo
Per deficit di erezione s’intende l’incapacità di ottenere o mantenere un’erezione sufficiente a condurre
un rapporto sessuale soddisfacente. Questo disturbo
si può verificare negli uomini di tutte le età e spesso
è di difficile interpretazione. Le ragioni di questo deficit possono essere molto diverse: di natura organica
(quindi legata a problematiche di carattere medico) o
psicogena (legate a vissuti psicologici); oppure possono essere la somma di entrambe. Tra le cause fisiche
ricordiamo problemi circolatori, il diabete, l’obesità,
patologie degenerative o interventi chirurgici. In questa sede approfondiremo però la lettura delle motivazioni psicologiche, che sono la causa più frequente.
La disfunzione erettile talvolta è la base su cui si installano paure, dubbi o perplessità che vanno a intaccare l’autostima e l’identità del maschio. A volte il
deficit erettivo porta a rievocare momenti di vita in
cui l’uomo non si è sentito all’altezza di una situazione, anche se non riguardavano un’esperienza sessuale.
Se c’è ansia, di qualsiasi origine essa sia, si crea
un vortice che ingloba tutta la realtà personale
e rende davvero impotenti, ovvero non più in
grado di percepire le proprie capacità non solo
sessuali ma in generale di relazione e affettive.
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