T-Shirt: quando la pellicola libera

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T-Shirt: quando la pellicola libera
T-Shirt:
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Notizie dal mondo
quando la
della decorazione
pellicola libera
la fantasia di Federico Bettello
L’estate appena trascorsa ha segnato il boom di una nuova tendenza:
la T-Shirt personalizzata. Griffata, alla moda, quasi sempre rigorosamente in cotone ma capace allo stesso tempo di adattarsi ad ogni
stile grazie agli infiniti disegni e logo che si possono stampare davanti
o sul retro. Non importa dove viene indossata: al mare come in città
la maglietta è diventata un segno distintivo attraverso cui chi la porta
esprime se stesso. La forza di questa nuova tendenza travalica il semplice fenomeno stagionale legato a particolari località di villeggiatura:
il tempo delle magliette souvenir è finito, il mercato delle T-Shirt è
ormai maturo, con canali di vendita propri e presenti ovunque in ogni
periodo dell’anno. L’aumento esponenziale della domanda di questo
tipo di prodotto ha portato molte aziende legate al mercato del Sign
Making ad investire sulle nuove tecnologie per la decorazione del
tessuto: e con gli investimenti sono arrivate delle innovazioni che ad
oggi rendono la personalizzazione delle T-Shirt un’operazione molto
più efficace rispetto a prima. Fino a qualche anno fa la decorazione
di una maglietta poteva avvenire solo ed esclusivamente tramite la
>sommario<
1 T-shirt:
quando la pellicola libera
la fantasia
Editoriale
Digitale: amico o nemico?
2 L’application
I consigli di Rotuligno
tape
News
Successo per il primo master APA
3 Intervista
Friedrich: la decorazione vista
dall’Austria
4 L’esperto
risponde
Shrinkage: ecco cos’è e come si può
limitarlo
Il mercatino
stampa in serigrafia o, in particolari casi, con l’uso dei transfer a caldo.
Nel primo caso la decorazione era conveniente solo se effettuata su
una grossa quantità di pezzi, nel secondo invece la gamma di colori
disponibili era estremamente ristretta e il risultato finale obbligava
ad una estrema cura nei lavaggi per non rovinare la grafica applicata.
Ora però le cose stanno cambiando: le aziende produttrici di stampanti stanno presentando un maggior numero di macchine in grado
di stampare direttamente sui tessuti (con inchiostri sublimatici e non
solo) ed in particolare sono ora disponibili piccole stampanti speciali
dedicate alle T-Shirt in cotone. Ma la vera novità è un’altra: sul mercato si stanno affacciando pellicole transfer, di diverse caratteristiche,
in grado di soddisfare quasi tutte le esigenze di personalizzazione
su tessuto. Non solo i classici film termosaldanti (poliuretano con
termo-adesivo) sono migliorati sul piano della gamma dei colori e
dello spessore, ma sono addirittura presenti delle nuovissime pellicole (a base co-polimeri termo adesivi senza adesivo) in grado di
FORME&COLORI NEWS Notiziario di informazione e di aggiornamento
professionale della società “A.P.A. spa”
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FORME&
COLORI
NEWS
n.2 settembre/dicembre 2008
trasmettere con successo l’effetto qualitativo della stampa serigrafica,
garantendo un’ottima stampabilità con inchiostri a solvente e preservando una morbidezza e una sottigliezza un tempo impensabili.
Le prime a beneficiare di questo tipo di soluzione saranno le piccole
e medie aziende già presenti nel settore della cartellonistica e della
decorazione degli automezzi: costi di entrata sempre più bassi uniti
a una semplicità applicativa imparagonabile fino a qualche anno fa
costituiscono per il decoratore un’opportunità da tenere seriamente
in considerazione. L’eccessiva vulnerabilità ai lavaggi, la rigidità e la
pesantezza delle decorazioni legate ad uno spessore eccessivo e l’obbligo di decorare su vasta scala per poter godere della qualità data
dalla serigrafia non sono più un problema: grazie a queste nuove pellicole la personalizzazione di una T-Shirt diventa un gioco, un’arte ma
soprattutto un business.
Per commenti, suggerimenti o domande sull’argomento
scrivete a [email protected]
Editoriale di Roberto Vallebona
Digitale: amico o nemico?
Il settore della decorazione è in continua evoluzione. Se andiamo con la mente a 20 o 30 anni fa, ci rendiamo conto di quanto
l’intero panorama fosse diverso: a quei tempi la serigrafia e
il pennello dominavano la scena. Una scena in cui il concetto
stesso di comunicazione aziendale si basava su logiche differenti: il mercato pubblicitario non era ancora saturo e ognuno
poteva guadagnarsi il proprio spicchio di visibilità senza calpestare i piedi ai propri competitor. Ora la situazione è cambiata:
non basta più solo esserci, bisogna emergere nella moltitudine di realtà concorrenti. Ecco che quindi l’insegna o il cartello
hanno smesso di essere un semplice indice di presenza, ma nel
tempo si sono raffinati per distinguersi e per strappare clienti
alla concorrenza.
In tutto questo l’avvento di internet è stato decisivo: il potenziale cliente ha libero accesso a un’infinità di informazioni e
le sue esigenze sono drasticamente cambiate. La conoscenza
di ciò che propone il mercato è ormai a portata di tutti con
un semplice click: la difficoltà del consumatore non sta più
nella ricerca delle informazioni, ma nella scelta di quelle che
gli possono essere più utili. Non più sapere chi offre cosa sul
mercato, ma saper decidere chi è il più bravo a offrire il miglior
prodotto o servizio.
Internet è però solo uno degli
aspetti del processo di digitalizzazione che ormai ha coinvolto l’essenza stessa del lavoro
del decoratore. La stampante
digitale è ormai una presenza
consolidata nel nostro settore. I più giovani l’hanno adottata
come proprio standard produttivo, i più anziani invece storcono il naso di fronte alle innovazioni che ha introdotto. Ma
si sa, la storia è ciclica e i cambiamenti fanno sempre paura.
Era già successo qualche anno fa con l’introduzione del plotter
da taglio: una macchina in grado di intagliare su pellicola lettere perfette, senza il bisogno della manualità che i veterani
del settore avevano guadagnato negli anni. Una novità che
secondo i più pessimisti avrebbe standardizzato troppo il lavoro del decoratore finendo per far scomparire la serigrafia. La
storia ha dimostrato come questi timori fossero infondati: la
serigrafia è sopravvissuta al plotter e con ogni probabilità sopravviverà all’avvento delle stampanti digitali. Grazie ad esse
problemi come la durata degli inchiostri e la stampabilità dei
supporti sono stati definitivamente risolti. Il digitale, come la
tecnologia in genere, è e sarà sempre un amico: l’importante
è comprenderne pregi e difetti per saperne trarre il meglio per
le nostre esigenze.
FORME&COLORI NEWS n.2 settembre/dicembre 2008
1
I consigli di Rotuligno
L’application tape
Nel laboratorio di un decoratore l’application tape non è certo considerato l’elemento più importante. Ma sottovalutarne l’importanza
può rivelarsi un grave errore. Un buon application tape ha tre caratteristiche fondamentali: l’idoneità alla superficie su cui è utilizzato,
la brevità del tempo di applicazione e la buona resa finale della
decorazione. Sottovalutare questi tre aspetti equivale spesso a generare perdite di tempo e costi di mano d’opera superiori alle attese.
L’errore più grande che i decoratori commettono è quello di affidarsi
a un solo tipo di application tape: è convinzione comune che l’autoadesivo debba cambiare in base al tipo di decorazione, mantenendo
lo stesso AT per ogni supporto. Sbagliato: l’uso di uno scorretto AT
moltiplica le difficoltà nella fase di applicazione, col decoratore obbligato a inventarsi mille espedienti per correre ai ripari: la spatola,
il phon e quintali di pazienza potrebbero non bastare ad evitare che
la pellicola venga rimossa dal supporto. Per sottrarsi a tutti questi
inconvenienti è quindi importante valutare bene quale tipo di AT è il
più idoneo per una specifica pellicola e una particolare superficie:
Superficie pellicola
Lucida
Lucida
Lucida
Opaca
Opaca
Opaca
Qualsiasi
Adesivo pellicola
Removibile
Permanente
Permanente
Removibile
Permanente
Permanente
Qualsiasi
Superficie supporto
Qualsiasi
normale
Difficile
Qualsiasi
Normale
Difficile
PVC – banner
Application ideale
Medio-bassa adesività
Media adesività
Bassa adesività
Bassa adesività
Media-bassa adesività
Bassa adesività
Bassa adesività
L’AT ad alta adesività è consigliato qualora vengano utilizzate delle
pellicole particolarmente difficili da staccare dal liner (solitamente
tali pellicole aiutano il decoratore nella fase di spellicolatura di piccoli testi o disegni): in questo caso però non mancheranno i problemi
in fase di applicazione.
Per applicazioni di pellicola a basse temperature o con l’uso dell’acqua è sempre consigliabile un AT a bassa adesività, possibilmente in
carta. In questo caso è opportuno valutare le differenze sostanziali
tra l’application in carta e trasparente:
Questi due application tape hanno delle sostanziali differenze, al
punto da non poter essere utilizzati sempre e comunque per qualsiasi lavoro.
Quello in carta ha come unico difetto la non trasparenza (complica un po’ il lavoro del decoratore in fase di montaggio a più colori),
mentre per il resto presenta solo vantaggi rispetto al concorrente:
• non è elettrostatico;
• non risente della temperatura (non si deforma col caldo);
• ha una vastissima scelta di adesivo (da quello a bassissima
adesività fino a quello con una forza quasi pari ad una pellicola
autoadesiva);
• in particolari casi, se necessario, può essere bagnato, per una più
facile rimozione dalla pellicola;
• in caso di applicazioni ad acqua, non rilascia adesivo sul supporto
(se rimosso nei tempi corretti).
L’application trasparente:
• essendo trasparente gode di un’estrema facilità in fase di
montaggio;
• si carica facilmente di elettrostaticità;
• non può essere bagnato in superficie;
• ha solitamente una adesività medio-forte (non è quindi
consigliabile nelle decorazioni su superfici non perfettamente
lisce).
P.S.: Vi siete mai trovati a dover stendere un AT con larghezza di
oltre un metro, senza calandra e senza l’aiuto di nessuno?
Provate ad utilizzare un rotolo di cartone, della lunghezza pari all’application,
ed appoggiandolo contro
al’AT spingete con forza per
stenderlo: avrete un risultato
sorprendente.
Volete porre un quesito a Rotuligno? Scrivete a
[email protected]
News a cura della redazione
Successo
per il primo
Master APA
Nel mese di maggio APA ha
svolto in Austria il suo primo Master sulle nuove tecniche di
applicazione. Lo scopo principale dell’evento è stato quello di
dare alle 15 aziende partecipanti una corretta informazione
sulle diverse tipologie di pellicole, per rendere più chiari i pregi
e i difetti di ogni soluzione. La formula del Master è andata
controcorrente rispetto alle ormai abitudinarie consuetudini
di alcune aziende che approfittano di questi appuntamenti
per promuovere prodotti durante le dimostrazioni pratiche:
oltre alle pur sempre utili prove sul campo, APA ha infatti proposto una serie di spiegazioni di carattere teorico, con l’obiettivo di incrementare il know how dei partecipanti. La logica
che ha ispirato l’iniziativa è
stata la stessa che guida la
mission di APA ormai da molti
anni: eleggere il decoratore a
proprio partner invece di vederlo come semplice cliente.
2
Creare un canale di comunicazione, fatto non solo di vendita
diretta del proprio prodotto, ma anche e soprattutto costruito
su un ambiente di condivisione di valori e conoscenze: il miglior prodotto è quello che meglio si adatta alle esigenze del
decoratore, che da parte sua deve essere in grado di operare le
giuste scelte in sede di acquisto e deve soprattutto conoscere
facilitare l’applicazione delle pellicole autoadesive su diversi
supporti. Nella terza e ultima fase i partecipanti, sotto la guida
di Friedrich, si sono cimentati in esercitazioni per verificare la
piena comprensione dei temi trattati nel corso del Master. Alla
fine dell’evento sono stati dati gli attestati di partecipazione ai
decoratori presenti, che con il loro entusiasmo hanno spinto
APA a rilanciare: prossimamente l’azienda organizzerà due
nuovi Master in Austria, con la volontà di promuovere in un
secondo tempo l’iniziativa in tutta Europa. Rimanete sintonizzati: presto saranno
disponibili le date e gli orari dei nuovi appuntamenti.
le caratteristiche della pellicola per sfruttarla al massimo. Su
queste basi è stato costruito l’intero Master, che è stato diviso
in tre fasi. Nella prima parte, più teorica, si sono affrontati i
temi riguardanti i diversi tipi di pellicole autoadesive presenti
sul mercato: sono state analizzate in particolare le differenze nei processi produttivi tra le pellicole calandrate e cast e
le metodologie di applicazione più idonee nelle più svariate
situazioni. Nella seconda fase Andy Friedrich, esperto applicatore nonché uno dei titolari della azienda Friedrich (una
delle più importanti aziende di settore in Austria), ha illustrato prima teoricamente e poi praticamente alcuni trucchi per
Volete comunicare degli eventi o delle novità riguardanti la vostra azienda o attività? Scrivete a [email protected]
FORME&COLORI NEWS n.2 settembre/dicembre 2008
Intervista di Christian Gimona
Alois Friedrich:
la decorazione
vista dall’Austria
Quando nasce la ditta Friedrich?
L’azienda nasce nel 1979 in un piccolo laboratorio artigianale in Austria: a quei tempi mi ero specializzato nella lavorazione dell’oro e
nell’incisione sui metalli.
Con quale obiettivo è nata la sua azienda?
Già da giovane volevo realizzare le mie idee senza dover
renderne conto a nessuno,
ecco perché mi sono messo
subito in proprio. Produrre
gioielli e ornamenti vari tramite le mie idee era per me,
in quel periodo, il massimo.
Da allora quanto è cresciuta la Friedrich?
L’espansione è stata lenta ma costante. Dopo gli inizi in cantina della
casa dei genitori, mi sono preso il lusso di costruirmi un mio laboratorio a Spittal, era il 1985. Fino al 1994, insieme ai miei dipendenti,
abbiamo prodotto gioielli e bigiotteria per diversi clienti in Europa.
Questo lavoro era già allora molto difficile e concorrenziale ed è per
questo motivo che iniziai anche ad abbozzare e a creare logo pubblicitari per diversi prodotti sportivi.
Come avviene la scelta di un fornitore?
Dipende molto se il fornitore è solo un “distributore” o anche una
casa produttrice. Certo, è importante cercare di acquistare il materiale anche a prezzi vantaggiosi. Per me non è fondamentale acquistare tutto da un solo fornitore ma il meglio che posso trovare tra i
vari produttori.
Il mio fornitore deve essere
anche in grado di rispondere a
domande sull’aspetto tecnico e
sulla lavorazione del materiale.
L’esperienza mi ha insegnato che molti vogliono solo vendere sapendo ben poco del prodotto e della sua lavorazione.
Qual è stato l’ultimo macchinario acquistato?
Un plotter da intaglio, il Summa 1600 con il sistema Opus.
Cosa prevede per il futuro? Come si evolverà il nostro
mercato?
Penso che in futuro il mercato sarà ancora più dinamico, con nuove
idee e con prodotti ancora migliori e di maggior pregio. Per quanto
riguarda l’evoluzione del mercato non ne ho idea, e se lo sapessi non
farei sicuramente più questo lavoro.
Nel tempo libero cominciai a tagliare a mano il film autoadesivo
e a decorare i nostri automezzi
per la pubblicità dell’azienda.
Il plotter e il computer a quei tempi nella nostra zona erano ancora
degli sconosciuti. Questo lavoro mi divertiva, così nel 1994 acquistai
il mio primo computer insieme al plotter. A quei tempi
non avrei mai immaginato
i veloci cambiamenti che il
mercato negli anni successivi
avrebbe portato. Da allora mi
sono dedicato esclusivamente al mercato dell’intaglio e
successivamente del digitale.
Nel 2000 comprai un terreno
a Pusarnitz e costruii l’edificio dell’attuale azienda Friedrich. Da allora possiamo dire
che non abbiamo mai avuto
cali di lavoro, siamo per tutto
l’anno in continuo stress!
Per quanto riguarda la stampa digitale e il large
format?
Produciamo fino a una larghezza di 150 cm. Raramente i miei clienti
mi chiedono una larghezza maggiore e se succede mi rivolgo a un
mio collega.
Cosa si sente di consigliare ad un giovane che si vuole avvicinare a questo mestiere?
Difficile dare consigli. Penso che la cosa più importante sia dimostrare quello che è fondamentale per questo mestiere: creatività,
Ad oggi il rimpianto più grosso?
Macchinari cari e acquistati purtroppo da aziende sbagliate e poco
serie.
Quale sarà il prossimo investimento?
Credo che con ogni probabilità acquisteremo un nuovo macchinario
per il tessile.
Qual è per lei il significato di concorrenza?
Significa molto: rende il lavoro più emozionante e mi motiva a diventare migliore e ancora più veloce.
Quanto la tecnologia ha cambiato il suo lavoro?
Sicuramente l’ha cambiato di molto, ma non mi sento di dire in meglio, anzi… Non sempre la tecnologia porta dei vantaggi.
divertirsi con la tecnica, un po’
di talento artigianale, perseveranza, saper improvvisare,
provare sempre qualcosa di
nuovo, possibilmente accettare ogni sfida e… viverla per questo lavoro.
Ma queste cose sono importanti per qualunque lavoro creativo.
Ognuno deve decidere per se stesso. A un ragazzo direi semplicemente: “E adesso prova!”.
[email protected]
L’obiettivo di oggi è lo stesso di allora?
Sì e no! Sì nel senso che proviamo sempre a sperimentare qualcosa
di nuovo e cercando di perfezionarlo. La risposta è invece negativa
se intendiamo il lavoro in senso stretto.
Serigrafia, plotter da taglio, stampa digitale: a quale di
questi tre mercati si sente più legato?
Difficile da dire. Noi cerchiamo di essere presenti in tutti e tre i mercati in modo da garantire un ampio bouquet di servizi ed essere più
visibili.
Volete essere intervistati da FORME&COLORI NEWS? Scrivete a [email protected]
FORME&COLORI NEWS n.2 settembre/dicembre 2008
3
L’esperto risponde
Shrinkage: ecco cos’è e
come si può limitarlo
Che cosa si intende per shrinkage?
Uno dei parametri critici da valutare nella scelta di un materiale
autoadesivo è la sua stabilità dimensionale, ossia quanto tende a
ritirarsi dopo l’applicazione. Tale fenomeno è all’origine ad esempio degli antiestetici bordi di adesivo scoperto che, nel volgere
di pochi giorni, anneriscono a causa del pulviscolo atmosferico
catturato. Il test denominato shrinkage (dall’inglese “ritiro, contrazione”) è stato ideato appositamente per valutare l’entità del ritiro
di un autoadesivo: un campione del materiale viene applicato su
acciaio (o un’altra superficie inerte), tagliato a metà longitudinalmente e trasversalmente in modo da ottenere una croce, e posto
in stufa a 70°C per un tempo standard (tipicamente 48 ore). Al
di Diego Berardi
termine di tale periodo viene misurata l’apertura verificatasi nel
materiale con apposite lenti graduate.
Perché i film autoadesivi si ritirano?
La tendenza degli autoadesivi al ritiro una volta che vengono
applicati è dovuta al fatto che la maggior parte dei film utilizzati nella grafica pubblicitaria contengono sostanze più o meno
“migranti” che, allontanandosi dalla pellicola, ne determinano la
contrazione. Inoltre, durante il processo di creazione del film e la
successiva adesivizzazione spesso si introducono tensioni meccaniche che possono tradursi in tendenza al ritiro. Naturalmente,
tale tendenza è da considerarsi una condizione fisiologica, e ha
come unico fattore di contrasto il legame più o meno marcato
realizzato dall’adesivo tra il film e la superficie di applicazione.
Per rispondere quindi alla domanda, i film autoadesivi applicati
tendono a ritirarsi perché tutte le pellicole, in minore o maggiore
misura, tendono a ritirarsi: dipende dalla qualità intrinseca degli
adesivi impiegati opporsi a tale tendenza.
Un’errata applicazione del film può influire sullo shrinkage?
Nella fotografia è raffigurata una prova di shrinkage effettuata in laboratorio. Le pellicole applicate su piastrina di
acciaio sono della stessa tipologia ma adesivizzate con colle
differenti. Trascorsa una settimana in stufa a 70°C si può
evidenziare un comportamento al ritiro (shrinkage) molto
differente tra i due campioni applicati.
Particolari procedure di applicazione che prevedono di stirare il
materiale in presenza di doghe, ad esempio, introducono forti
tensioni nei film che, tendendo elasticamente a tornare alle condizioni iniziali, possono dar luogo a ritiri abnormi o veri e propri
distacchi. Spesso, inoltre, sopravvive l’uso di pulire le superfici di
applicazione con alcool o altri solventi, che sovente non vengono
adeguatamente rimossi e sono all’origine di drastiche cadute di
prestazione di shrinkage.
Se un film viene stampato possono variare i valori di shrinkage?
Tutte le tecnologie di stampa inkjet con inchiostri base solvente, siano esse tradizionali o low solvent, prevedono l’aggressione
della superficie del film con sostanze caratterizzate da una elevata
volatilità. La pellicola quindi vede amplificata la propria tendenza
al ritiro, mettendo a dura prova la capacità dell’adesivo di farvi
fronte. Inoltre, spesso i solventi presenti negli inchiostri penetrano
fino a raggiungere l’adesivo, aiutati magari da una prematura laminazione della stampa senza la necessaria fase di evaporazione
e condizionamento: gli adesivi così aggrediti spesso perdono la
propria coesione interna e cedono ulteriormente terreno.
Alti valori di shrinkage significano
scarsa qualità del film?
Questo è un luogo comune che va sfatato: la tendenza al ritiro del
film entro certi limiti è una condizione fisiologica, mentre il compito di limitarla è affidato all’adesivo. A parità di film impiegato,
avremo due comportamenti completamente differenti, sotto il
profilo dello shrinkage, qualora si utilizzi un adesivo di qualità
(che limiterà i valori attorno a 0.1 – 0.3 mm su 120 mm) piuttosto che optando per un adesivo di bassa coesione interna, il quale
permetterà valori di apertura decisamente maggiori. Inoltre,
spesso gli adesivi caratterizzati da elevata appiccicosità (contenenti promotori di adesione) sono maggiormente vulnerabili alle
sostanze migranti contenute nei film e, sottoposti alla loro azione,
determinano una drastica caduta di prestazioni dell’adesivo, con
riflessi immediati sui valori nei test di shrinkage.
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