“Scena tagliata” da Shadow Souls Elena, Meredith e Bonnie

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“Scena tagliata” da Shadow Souls Elena, Meredith e Bonnie
“Scena tagliata” da Shadow Souls
Elena, Meredith e Bonnie, accompagnate dalla piccola domestica Lakshmi, che aveva
il permesso speciale di mostrare le varie caratteristiche della tenuta, si divertirono
moltissimo attraversando i terreni che circondavano la villa di Lady Ulma. C'era così
tanto da vedere e da sentire o su cui fantasticare: un parco naturale dove cervi e
conigli pascolavano tranquillamente; un ruscello punteggiato da uno stagno abbellito
con cura,ora pieno di anatre; un giardino ornamentale in fiore, che per riportarlo in
vita, Damon ed Elena avevano assunto due dozzine di domestici; un orto che
sembrava aver tratto profitto dall'incuria, e stava producendo cavoli più grandi di
palle da basket e zucche lunghe quasi novanta centimetri. Anche il giardino delle erbe
sembrava essere incolto, ma in ottimo stato, con menta profumata, coriandolo,
rosmarino e basilico selvatico che crescevano a profusione.
Nell'orto sentirono il suono di una risata infantile e vi trovarono un bambino che
stava giocando. Era un adorabile bimbo, con grandi occhi azzurri e con un'
espressione che, ad Elena, ricordava Bonnie. Poteva avere all'incirca due anni e
mezzo - abbastanza grande da apprezzare che gli venisse fatto il solletico e cadere
sulla schiena ridendo. Era vestito in modo sorprendentemente fastoso in un completo
blu con un alto colletto arricciato che ricordava irresistibilmente ad Elena il Piccolo
Lord Fauntleroy. Fu sempre Elena a decidere che doveva essere il figlio o il parente
di uno dei cuochi, poiché sembrava felice e a suo agio nell'orto, ma molto impaurito
nell'uscirne.
Era chiaro che non poteva dire il suo nome, perchè quando glielo chiesero, rispose
prima "Dinny" o qualcosa del genere, e la volta dopo "Rotey". Ci rinunciarono e
giocarono con lui con una larga palla di gomma per circa mezz'ora quando,
improvvisamente, si rannicchiò sull'erba tiepida e si addormentò. Elena, sentendosi
più stanca di quanto si aspettasse, decise di fare lo stesso, all'interno della villa.
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Quella era una serata speciale, il primo pasto formale che avrebbero consumato nella
villa, e il primo a cui ad Elena era permesso partecipare. Elena e le altre due ragazze
furono molto contente nello scoprire che le sarte avevano fatto un nuovo miracolo.
Quando scesero nella sala da pranzo, Meredith indossava un abito da sera con stampa
leopardata e tagli laterali che la facevano sembrare pericolosa come una predatrice,
ma allo stesso tempo così sexy che se ci fossero stati degli ospiti licantropi, avrebbe
potuto finire con l' essere mangiata, scherzò Damon. Elena indossava un vestito
bluette scollato dello stesso colore dei suoi occhi che cadeva fino ai sandali con
perline dalla vita in stile impero, che era decorata con minuscole perle di fiume
multicolore. Portava ancora il ciondolo di Stefan sebbene Damon avesse detto che
nella privacy della loro casa avrebbe preferito che le ragazze non indossasero "pegni
d'amore".
Bonnie era l'unica davvero agghindata: indossava un vestito blu chiaro con un
corsetto di satin decorato interamente da perline blu pallido, e una gonna lunga
ricoperta di strati su strati di tulle. Con zaffiri alle orecchie, braccia e dita, sembrava
pronta a danzare in qualunque momento.
Entrarono nella sala da pranzo per trovare Damon seduto comodamente a capotavola
e Ulma in fondo. La tavola era una singolare struttura dalla forma compatta e
progettata per far entrare comodamente tutte le sedie e lasciare ancora spazio per i
servitori, affettatori, l'adetta alla saliera (una posizione di ovvio prestigio), i
giovanotti delle spezie, gli assaggiatori e tutti gli altri camerieri che sembravano
essere necessari per il funzionamento di una speciale "cena di famiglia". Bonnie,
sebbene fosse separata da Damon da varie ondulazioni del tavolo, sembrava occupare
il posto di prima, o preferita, concubina. Sage le intrattenne spiegando ad Elena che,
anche se la sua schiena era interamente guarita e la sua gamba nascosta, non avrebbe
dovuto essere a tavola, per via del taglio sulla guancia. In una casa tradizionale,
l'avrebbe rovinata, probabilmente per sempre -- ma Damon aveva detto un paio di
minacciose paroline allo staff della villa, e adesso sedeva accanto ad Ulma, in fondo,
e -- con suo segreto divertimento -- veniva servita per ultima.
Dato che Damon aveva stabilito fosse fuori discussione, nessun vampiro era
impiegato nella villa eccetto uno o due servitori della vecchia famiglia di Ulma, che,
fortunatamente, non servivano a tavola.
I primi piatti furono una zuppa di cervo chiaro con piccole fettine di frittelle che
Elena trovò deliziosa, e una densa zuppa che sapeva di mandorle e miele e che, in
circostanze normali, avrebbe costituito per le ragazze un pasto a sè. Ma dopo ciò vi fu
una sorprendente varietà di antipasti, dai quali Elena prese solo un po' di gamberetti
serviti con aceto forte, felice di trovare qualcosa che riconosceva. Dopo ci fu una
pausa, e poi, con veri e propri trombettieri che suonavano una fanfara dalla scalinata
sopra la sala da pranzo, degli orgogliosi camerieri, che tenevano dei vassoi d'argento
sopra le loro teste, portarono un intero pavone arrosto, servito con la testa e la coda, e
un' altra dozzina di larghi vassoi contenenti animali interi bolliti o arrostiti, tutti
troppo spesso identificabili. Damon, ovviamente, faceva segno di procedere con la
mano ogni volta che passava un cameriere con una parola o due sulla presentazione,
sempre sorseggiando Black Magic da un grosso calice d'oro tempestato di gemme.
Elena non vedeva nient'altro che il pavone nella sua testa, e stava valutando cosa dire
a Ulma o chiunque avesse dato istruzioni agli chef, quando l'orrore cominciò.
Avrebbe perso l'inizio se non vi fosse stata un' altra pausa - sebbene, fortunatamente,
senza fanfare questa volta - e proprio il silenzio agì da calamita attirando tutti gli
sguardi sul vassoio argentato coperto che era tenuto in cima alle scale mentre un
affettatore spingeva davanti a Bonnie un piccolo tagliere. L'affettatore, un uomo
paffuto, piacevole e sorridente, stava chiaramente dando a Bonnie (come cortigiana
preferita) l'onore del primo e più tenero pezzo di arrosto. Prese un lungo e sottile
coltello e lo sfregò contro un altro affilandolo prima di annuire in modo plateale al
cameriere che stava ancora reggendo in alto il vassoio, che aveva le dimensioni per
contenere un pollo intero.
In seguito ci fu qualche domanda, riguardo al suo Potere. Lady Ulma affermò che
Elena si stava già alzando quando l'affettatore aveva iniziato a scoperchiare il piatto.
Elena si ricordava vagamente di aver avuto bisogno di fare qualcosa che non era per
niente chiaro nella sua mente – ma di sicuro quando il coperchio fu sollevato aveva
una chiara visione sopra la spalla del ragazzo addetto alle spezie. Da quel momento in
poi , comunque, fu semplicemente trascinata dalla serie di eventi.
L'affettatore non aveva ancora finito di sollevare il coperchio quando lo vide. Un
delicato ciuffo di ricci dorati. Niente che avesse mai visto all’interno di un piatto
coperto e niente che dovesse essere lì. Nel silenzio, mentre il vapore cominciava ad
addensarsi intorno ai lati del piatto accanto a Bonnie, Elena sentì la propria voce
alzarsi, perfettamente chiara nel silenzio carico d'aspettativa della stanza.
“Tenete coperto quel piatto!”
La sola violenza del suo scatto riuscì ad arrestare l'affettatore. Anche se questa
concubina al momento era all’ultimo posto nel gruppo, non si poteva mai dire cosa
sarebbe potuto succedere domani. I padroni erano notoriamente volubili, e una bella
ragazza come questa poteva finire con l’essere di nuovo una delle preferite.
Lo stridore della voce di Elena fece tuttavia anche qualcos’altro. Fece vedere a
Bonnie, attraverso la nuvola di fumo, quello che sembrava un piccolo ricciolo dorato.
Meredith era già in piedi, allertata dal frenetico scatto di Elena e le dimensioni del
piatto coperto. La sua pelle scura impallidì ed Elena seppe che aveva capito.
Le spalle di Bonnie si abbassarono ed Elena era contenta per svariati motivi: Bonnie
sarebbe svenuta senza dire una parola,e sarebbe stata seguita da Elena e alla fine da
Meredith, tutte le cortigiane del Signor Vampiro, una, due, tre.
Questo significava,essenzialmente, che Elena poteva arrendersi al nero vortice ai suoi
piedi che minacciava di risucchiarla; continuava a sentire la voce del dottor Meggar
dire, “Carne rossa! Carne rossa!” Significava inoltre che non doveva soffermarsi
sull’arrosto particolarmente largo che era la base del trono, come per il pavone.
Aveva un profilo spaventosamente familiare con piccole braccia e gambe piegate in
due e tenute da volant bianchi e nastri blu.
Lo svenimento di Bonnie avrebbe anche significato che Elena non doveva occuparsi in quel momento– di un grande flusso di ricordi che stavano spuntando come carte di
un illusionista dal mazzo, e prima di tutto che non doveva chiedersi in quanti modi
avrebbe potuto prevenire l’enorme tragedia, o come rivalutare la sua visione di
ciascuna persona nella casa che aveva conosciuto, inclusa Lady Ulma.
E poi Elena sentì il primo grido infrangere quel silenzio carico d'attesa e vide che
Bonnie non stava per svenire; in realtà aveva gettato la testa all’indietro per lanciare
una serie di urli in grado di infrangere i vetri, e Elena sapeva da qualche parte in
quello stordimento ovattato che le riempiva la testa che se Bonnie non sveniva non
poteva farlo neanche lei. C’era qualcosa che doveva essere fatto prima che lei potesse
semplicemente lasciarsi andare. E in qualche modo, anche se le sue labbra erano
intorpidite e i suoi occhi accecati dalle lacrime che sembravano essersi congelate in
modo permanente sui suoi occhi, oscurandole la vista, si stava trascinando in avanti.
No, si stava facendo strada a spallate, spingendo via tutti i servi che avevano il diritto
di essere lì e ancora di più quelli che non lo avevano, ma che erano così colpiti da
questa straordinaria svolta degli eventi che non sapevano qual era il loro posto.
Ed ora le mani di Bonnie stavano battendo per l’orrore davanti a lei e, a rallentatore,
il coperchio stava venendo via, solo per, fortunatamente, essere richiuso
dall'affettatore, che poi cadde sulle ginocchia, gemendo e implorando per la sua vita.
Miele ed aceto riempirono la bocca di Elena e lei non ricordò come se l’era svuotata
prima di sentire le proprie urla riempire la stanza, e le urla da contralto di Meredith
farle
eco.
Sfortunatamente, questo sembrò rendere ancora più difficile raggiungere Bonnie,
perché i servi intorno ad Elena volevano farle bere dell’acqua, volevano che si
sedesse, volevano che facesse qualsiasi cosa tranne urlare all’efferato omicidio fino a
quando non fosse riuscita a costringere Bonnie a smettere di gridare.
E poi vide qualcosa che, momentaneamente, fece diventare tutto bianco e nero e muto
nella stanza, come una foto molto vecchia che si fosse stampata sui suoi occhi. Lady
Ulma stava cercando di alzarsi dal suo divano, ma si bloccò a metà, con una mano
sulla pancia curva e l’altra stretta a pugno sulla tempia.
Veleno? Siamo impazziti tutti, le donne almeno – è possibile che siamo state –
È incinta!
Mentre Elena guardava, dimenticandosi di urlare per il nuovo orrore davanti ai suoi
occhi, la confusione che li aveva annebbiati soltanto un minuto prima sparì. E vide,
con la massima chiarezza, una lunga contrazione che corse lungo la pancia della
donna incinta e la lasciò di nuovo paralizzata mentre il sudore appariva in grandi
gocce sulle sue tempie. Stava cercando di asciugarsi il sudore, ma la mano che
raggiunse la sua fronte stava tremando per la debolezza.
Sta per iniziare un travaglio prematuro!
Non importava il perché.Le disse una voce guida mentre una parte di lei cominciava a
chiedersi, disperatamente, se Lady Ulma fosse atterrita al pensiero di mangiare un
dolce bambino, o se fosse preoccupata che dopo questo non l’avrebbero aiutata a
tenere la sua casa di famiglia, o se, come sembrava più probabile, Lady Ulma
semplicemente era stata spaventata a morte dalla sua ospite diventata una pazza
urlante e lo shock era stato troppo per una gravidanza che aveva già attraversato tanti
orrori. Tutte le domande sparirono in una nuvola di fumo quando Elena realizzò che
una tragedia stava per ripetersi nella stanza, se qualcuno non fosse riuscito a fermare
il rumore infernale e l’isteria.
Ma, con sua grande frustrazione, continuò a non riuscire a raggiungere Bonnie.
Neanche spingendo con le spalle, prima respingendo, poi “lanciando” i servitori
lontano da lei. Né, in una stanza in cui il rumore aveva raggiunto il picco massimo,
riuscì a catturare l' attenzione di qualcuno per chiedergli di portare il Dr. Meggar.
Tutti stavano reagendo alla sua presenza come se fosse un'esagitata maniaca urlante –
come Bonnie …
“Damon!” Arrampicandosi sul suo divano, ignorando le rinnovate urla di paura e
consigli dati in buona fede intorno a lei, cercò l’unica persona che pensava potesse
non aver perso la testa. Con suo grande sollievo, un istante dopo, Meredith apparve
dall’altra parte del tavolo, appena visibile dietro il pavone. “Damon!” Con la voce di
Meredith aggiunta alla sua riusciva a sentirsi chiamare attraverso il baccano. E per di
più, dalla sua nuova posizione di vantaggio poteva vedere Damon. Era in piedi
proprio davanti a Bonnie, ignorando le sue mani che si agitavano convulsamente,
imbrattate di Dio solo sa cosa. Ma non stava facendo nulla. Glielo abbiamo fatto
promettere, ricordò Elena. Nessun controllo della mente. Nessuna influenza per
costringerci a fare qualcosa che non vogliamo. Ha dato la sua parola, pensò Elena. E
in qualche modo sapeva che, una volta data la sua parola, Damon non avrebbe, non
avrebbepotuto semplicemente infrangerla. Se non l’aveva fatto in 500 anni, ragionò,
non l’avrebbe infranta ora per una ragazzina urlante.
Elena e Meredith si scambiarono un’altra occhiata disperata. Quindi Elena diede una
veloce occhiata a Bonnie. Qualcuno aveva già provato il trucco dell’acqua in faccia. I
capelli color fragola di Bonnie, normalmente vaporosi, erano schiacciati e bagnati. E
stava ancora urlando – come la stessa Fazina, che stava generando una quantità
davvero notevole di rumore per una persona così piccola di statura. Damon l’aveva
presa per le spalle e la stava scuotendo, ma troppo gentilmente per ottenere qualche
risultato. Elena avrebbe scommesso che per Bonnie lui era soltanto un’altra goccia in
un mare di gocce, e che né conforto né illuminazione erano emersi da quell’oceano di
gocce. E loro due non potevano uscire dalla stanza. Questo non era un bene. Damon e
Bonnie erano entrambi intrappolati da una solida falange di servi, divani, e gli altri tre
commensali - per non parlare del tavolo – tra loro e le due uscite della stanza. Lady
Ulma era la più vicina alle uscite, ma era stesa su un divano dallo schienale alto che
impediva alla folla di spettatori, che ora si stava ammassando all’entrata, di vedere le
sue condizioni come aveva fatto Elena.
Elena e Meredith stavano raggiungendo una decisione con il consenso della
sorellanza velociraptor. Era una decisione che non era mai stata presa prima, ma la
situazione era disperata. Elena alzò in aria una mano con il pollice rivolto verso di lei
e tutte le dita insieme come per affettarci qualcosa, poi portò l’altra mano
bruscamente verso di essa in un gesto come se battesse il palmo con le dita, una volta.
Dall’altra parte del tavolo, Meredith stava facendo la stessa cosa, ma Elena notò che
lo schiocco di Meredith era molto più vigoroso. Dopo un istante, mentre Elena era
sospesa in un limbo, paralizzata da quello che doveva fare, si girò verso Damon,
vedendo Meredith girarsi con lei. Entrambe chiamarono ancora, Elena mettendo tutto
il suo Potere nella sua voce per cercare di penetrare il rumore.
Damon le sentì. Era stato completamente preso da Bonnie, ma ora alzò lo sguardo per
vedere la altre due ragazze in piedi sui loro divani, che urlavano verso di lui.
Damon!
Anche il canale telepatico era sovraffollato; Elena sapeva la sua voce arrivava
debolmente.
Lei e Meredith, con le mani tenute ben in alto, fecero ancora il gesto degli schiaffi.
Questa volta Elena aumentò la potenza della sua mano per uniformarsi a quella di
Meredith.
Damon le fissò, prima l'una poi l'altra mentre Elena annuiva vigorosamente e in modo
impaziente. Riusciva a malapena a sentire la propria voce telepatica mentre puntava il
dito verso il divano della signora Ulma. Fallo smettere! Chiama il medico. Ulma sta
andando in travaglio! FALLO SUBITO!
Se avesse capito tutto o no, non lo sapeva, ma aveva compreso le basi del messaggio.
C'era un pò di spazio libero attorno a Bonnie, dove piatti rotti, calici e i resti di molti
piatti pieni di cibo giacevano sul pavimento. Bonnie stava ancora colpendo con le
mani dei nemici invisibili e in qualche modo contribuiva al rumore assordante che si
levava sopra tutto il resto.
Damon si addentrò di un passo in quello zona. Mosse la mano come per colpire
Bonnie ma si fermò all'ultimo secondo prima di colpirle il viso.
Bonnie, con gli occhi chiusi, non se ne accorse nemmeno.
Damon provò di nuovo, alzò la mano, fece per colpirla e la fermò esattamente nel
momento in cui le sue dita toccarono la guancia di Bonnie.
Elena perse la calma.
“IL BAMBINO DELLA SIGNORA ULMA STA PER MORIRE PER COLPA TUA!”
urlò e, allo stesso tempo, inviò le parole con tutto il Potere che poteva riunire.
"TUTTO QUESTO DEVE FINIRE! STA PER ABORTIRE E SARA' TUTTA COLPA
TUA CHE NON SEI RIUSCITO A FERMARE...”
E quindi Damon si fermò.
Damon baciò Bonnie.
Elena, dal suo trespolo, poteva vedere tutto. Vide come Damon, che non era
propriamente alto, dovette chinarsi verso di lei, e come, ignorando le lacrime che le
imbrattavano il viso, la baciò, proprio mentre stava aprendo la bocca per un nuovo
urlo. Elena poteva vedere gli occhi aperti e spalancati di Bonnie che sbattevano come
se fosse rinvenuta da un qualche stato d'incoscienza. Poi lentamente chiuse gli occhi
ricambiando il bacio - e poi si accasciò. Le sue mani, che erano state sollevate come
artigli per difesa, si rilassarono circondando il collo di Damon e poi, lentamente, le
lascò ricadere, lungo i fianchi. Barcollò.
Il silenzio si diffuse da loro, come le increspature in una pozzanghera.
Meredith ed Elena si guardarono a vicenda, entrambe leggermente imbarazzate. Ecco,
avevano istigato violenza verso una sorella e non avevano completamente preso in
considerazione la migliore soluzione, quella di Damon. Ed Elena si disse che non era
affatto perché era gelosa di Bonnie- dopo tutto, neppure Meredith ci aveva pensato, e
Meredith non voleva che Damon la baciasse.
E da quando voglio che Damon mi baci? si chiese Elena , provando una sensazione
simile a paura.
Il silenzio agì come se un tonico si fosse diffuso ad onde in tutta la stanza. I servi, che
urlavano o strillavano a vicenda di stare zitti, si zittirono.
L'affettatore e i suoi assistenti, che erano in ginocchio, gemendo e pregando affinché
venissero risparmiate le loro miserabili vite, erano in silenzio. Il maggiordomo, che
era stato uno dei più rumorosi, mentre urlava i suoi ordini verso un servo dopo l'altro,
prese un sorso di vino e non disse altro.
Nel silenzio, le parole di Elena risuonarono chiaramente. “La signora Ulma è in
travaglio! Tu, tu e tu, portate il suo divano al piano di sopra , e- dove è Lakshmi?Eccoti! Corri, corri, procurati una lettiga e porta qui il dottor Meggar
immediatamente”.
Per un istante tutti esitarono. Questa era una schiava, la stessa che aveva ricevuto
dieci frustate per aver osato troppo e poi, in aggiunta al post-isteria, c'era una sorta di
incantesimo dell'inattività che teneva tutti congelati in silenzio.
Damon lo ruppe. “Sta dando voce ai miei pensieri ” disse, alzando finalmente la sua
testa da Bonnie, cosa che, per qualche motivo, fece rilassare Elena. “Lakshmi! Prendi
questo”, - sapientemente porse alla ragazza un sacchetto di monete “per la lettiga. Fai
quello che devi fare, ma portalo qui”. Damon non stava gridando, ma in ogni modo le
sue parole penetravano ogni fessura della stanza e del corridoio. Vigorosamente,
ecco. Parlò con tanto vigore che i dipendenti cominciarono a parlare di nuovo,
cercando un modo per ripulire il danno; il maggiordomo, ricominciò a dare i suoi
ordini con la sua voce stentorea, e l'affettatore, prostrato in un pasticcio che Elena
non poteva guardare senza avere la nausea, cominciò di nuovo a lamentarsi che aveva
semplicemente eseguito gli ordini e che non aveva nulla a che fare con le scelte in
cucina.
Ma le parole di Elena, con il sostegno di Damon, erano già state seguite.
Il divano stava allontanandosi sollevato sulla schiena di forti giovani uomini e donne,
che Elena aveva scelto perché tutti della stessa altezza e Lakshmi era già fuori dalla
stanza in una corsa all'impazzata. Direzione opposta.
"Oh Dio" Bonnie stava dicendo, con gli occhi marrone chiaro fissi su Elena. “Non ci
posso credere- non era reale, vero? E' stato una sorta di -scherzo o -era una messa in
scena, giusto? Perché è la prima cena formale. Loro- “ Proprio in quel momento
arrivò Meredith , non disse nulla, e prese Bonnie tra le sue braccia. Elena, che stava
cercando di condurre Bonnie fuori da questo luogo maledetto, cedette e avvolse le
sue braccia intorno ad entrambe.
Alla fine camminarono in quel modo, di traverso, fuori dalla sala da pranzo e al piano
di sopra.
******
Ci fu del trambusto finale riguardo la dispensa prima che le cose si sistemassero.
Damon, in una mossa che Elena considerò di pura genialità, era andato in giro per
tutta la mansione gridando, in modo imparziale, contro tutti per aver insultato le sue
concubine profanando la loro religione. Era stato, come Elena poté constatare, molto
più facile convincere le persone in città di essere i membri di una piccola e scrupolosa
setta che vietava di mangiare qualsiasi cosa fatta con prodotti di origine umana, che
semplicemente rifiutare un sandwich di carne umana solo per rendersi conto che i
cracker e il formaggio che avevi scelto erano ugualmente a base cannibale.
Era questo il motivo del trambusto finale. Avevano portato Bonnie al piano di sopra e
stavano per mandare un paio di ragazze affidabili a cercare del formaggio e cracker,
quando cominciò a strillare di nuovo.
“No, no, no! Macinerò le tue ossa per fare il mio pane! E il formaggio: è tutto a
rotelle, Meredith e io l'abbiamo visto. Come facciamo a sapere con che cosa fanno il
formaggio?”. Era ancora isterica, ma aveva ragione.
A disagio, evitarono di guardarsi negli occhi- troppi pasti già mangiati e troppe
domande poste troppo tardi. Chi sapeva che cosa avevano usato invece del lardo?
Erano tutti imbarazzati mentre immagini dei pasti consumati si susseguivano nelle
loro menti. Nessuno di questi era particolarmente logico.
E poi c'era la signora Ulma di cui preoccuparsi. Dr. Meggar,era arrivato subito, ma le
aveva immediatamente mandate fuori dalla stanza e non vi erano state notizie da
allora.
Fu Elena ad aprire il Black Magic. Era l'unica cosa che Damon era abbastanza sicuro
non fosse fatta di esseri umani o prodotta da essere umani e, secondo Elena, avevano
tutti bisogno di qualcosa di "terapeutico".
Damon, che si era tolto di mezzo da quando la cena era finita, sembrava contento
mentre una dopo l'altro lo elogiavano.
Con nulla nello stomaco - tutte e tre le ragazze erano state male di stomaco dopo la
scoperta- il Magic funzionò in fretta. Si rilassarono e, infine, Meredith- la più
equilibrata tra tutte loro- disse "Abbiamo già metà della chiave. Anche se
sopravvivessimo di acqua in bottiglia e frutti raccolti nei frutteti intorno alla villa,
dobbiamo ottenere l'altra metà. Possiamo farcela fino alla prossima settimana”.
“Sopravviverò solo di Black Magic" Bonnie ribatté con una voce disgustata “Voglio
dire- i fertilizzanti dei frutteti...”.
“Capisco cosa dici,” disse Damon. “Ma solo per chiarire, questi frutteti non sono stati
fertilizzati da più di vent’anni. A questo punto credo che i loro frutti siano sicuri.”
Bonnie annuì obbediente con la testa, ma aveva la sua espressione cocciuta sul volto.
Elena provò con il piano B.
“Di certo c’è qualcuno qui che importa cibo da fuori. Dalla Terra. Anche maccheroni
e formaggio andrebbero bene.”
Lakshmi confermò che c’era un negozio di importazioni così costoso che non vi era
mai entrata. Ma dalle vetrine, raccontò, si vedevano ogni tipo di delizie: carne in
scatola, piselli verdi, caviale e ketchup.
“Di tutti i colori!” disse entusiasta.
“Potremmo vivere di piselli verdi e caviale se dobbiamo,” disse Elena, guardando la
reazione della povera Bonnie al pensiero della carne in scatola. Poteva vedere che
Bonnie era quasi sul punto di vomitare un’altra volta ma notò anche, come con un
brivido Bonnie si impose di controllarsi.
Sta davvero cambiando, pensò Elena, ancora una volta ammirata da come quella
minuta ragazza si stava gestendo. Devo ricordarmi di dirle quanto sono
impressionata.
******
Nei giorni seguenti, Damon si guadagnò la reputazione di buongustaio estremamente
stravagante. Il suo maggiordomo arrivava al negozietto di prelibatezze che importava
cibo fresco dalla Terra e comprava pane bianco fresco – tutto quello che il piccolo
negozio aveva a disposizione- barattoli su barattoli di burro di noccioline, barattoli su
barattoli di marmellata all’uva, ed un vasto assortimento di verdure ed altre bontà
confezionate.
Alla tenuta di Lady Ulma, le tre concubine umane dettero inizio alla più lunga festa
religiosa dell' anno : la Festa dei Sandwiches al burro di arachidi ad ogni Pasto.
Sapevo quando ho scritto una versione perfino più sanguinosa di questa storia ( la
piccola testa appena cotta, dagli occhi vitrei, dai dentini come confetto, viene vista )
che era troppo. Ma ho avuto una sorta di morbosa fascinazione nel vedere dove
sarebbe andata a finire, perciò l’ho terminata. Inoltre, cancellarla, avrebbe voluto dire
cancellare la scena dove Lakshmi apprende il suo valore, perciò eccola, come scritta
in originale. Il mattino dopo…
Bonnie e Meredith non si sorpresero quando Elena volle vedere Damon per due
motivi: uno dirgli chi sarebbe andato e due dirgli quello che avrebbe indossato.
Quello che le sorprese furono le sue scelte.
“Se va bene,” disse lentamente all’inizio, tracciando un cerchio con il dito sulla larga
tavola in una delle sale da ricevimento in cui si erano riuniti la mattina, “Mi
piacerebbe che fossero solo in pochi a venire con me. Stefan è stato maltrattato,”
continuò, “e lui odia apparire malandato di fronte ad altre persone. Non voglio
umiliarlo.”
Ci fu una specie di arrossimento di gruppo. O forse fu un' ondata di rossore di
risentimento del gruppo – e poi un’ondata di senso di colpa. Con le finestre ad
occidente accostate , con la luce del mattino rossastra che ricopriva tutto quanto, era
difficile da stabilire. Una sola cosa era certa: tutti volevano andare.
“Così spero,” disse Elena, girandosi per guardare Bonnie e Meredith negli occhi “che
nessuno si offenderà se deciderò che non potrà venire con me.”
Questo doveva far intendere ad entrambe che erano escluse, Elena pensò e vide
affiorare comprensione sui loro volti. La gran parte dei suoi piani dipendeva da come
le sue due migliori amiche avrebbero reagito a quella decisione.
Meredith galantemente si fece avanti per essere la prima a ribattere. “Elena, hai
letteralmente passato l’inferno – e sei quasi morta- per arrivare a Stefan. Porterai con
te le persone che ti saranno più utili.”
“Abbiamo capito che non si tratta di una gara di popolarità,” aggiunse Bonnie,
deglutendo, perché stava cercando di non piangere. Vorrebbe davvero venire, pensò
Elena, ma capisce. “Stefan potrebbe sentirsi ancora più in imbarazzo davanti ad una
ragazza che non ad un ragazzo.” E non aggiunse nemmeno “anche se non faremmo
mai niente che lo potesse mettere in imbarazzo,” pensò Elena, andando ad
abbracciarla per sentire il corpo morbido come quello di un uccellino di Bonnie nelle
sue braccia. Poi si voltò e sentì il caldo abbraccio delle forti e magre braccia di
Meredith, e come sempre la tensione sembrò svanire.
“Grazie”, le disse, asciugandosi gli occhi subito dopo. “ E hai ragione , credo che
sarebbe più difficile affrontare delle ragazze che dei ragazzi nella situazione in cui si
trova. E inoltre sarebbe più difficile affrontare amici che conosce e ama. Perciò vorrei
chiedere a queste persone di venire con me: Sage, Damon, e il Dottor Meggar – se
Lakshmi può correre a prendere una lettiga e chiedergli se vuole venire.”
Ci fu un mormorio intorno alla tavola, all’istante messo a tacere da Damon che
chiese, “E sia. Lakshmi, ci sono abbastanza soldi per prendere un’altra portantina o il
Dottor Meggar ci è costato troppo la scorsa notte?
Ci fu una strana reazione a questo. Sage, Lucen, Lady Ulma e le donne che seguivano
sempre Elena – si bloccarono. La stessa Lakshmi sbiancò in volto, battè la mano
contro la sua tasca, e quindi tremando visibilmente, tirò fuori il sacchetto con l’oro
che lui le aveva lanciato il giorno prima. La tenne verso Damon con entrambe le
mani, l’intero corpo che si stava trasformando in gelatina sotto gli occhi di tutti. Finì
a terra strisciando verso di lui, tenendo il sacchetto sopra la testa e dicendo – per
quello che Elena potè capire tra i singhiozzi – “Oh, ti prego – ho dimenticato-ti
prego-non ho toccato un soldo per me stessa – signore – lo giuro –“
“Smettila,” disse bruscamente Damon, ma Elena capì che questo non era il momento
di essere bruschi o logici. Velocemente prese un terzo corpo tra le mani, un corpo
maldestro di ossa giovani, con appena abbastanza pelle per ricoprirle.
“Lakshmi”, disse, più e più volte, anche se era urtata dall’impazienza di essere già in
cammino. “Piccola Lakshmi. Sai che Lady Ulma avrebbe potuto perdere il bambino
se non fosse stato per te?”
“Ho corso” singhiozzò Lakshmi. “Non ho nemmeno contrattato con l’uomo della
portantina.”
“So che è andata così. E grazie a te, Lady Ulma è salva ed anche il bambino lo è.
Capisci?”
“Ma i soldi-“
“Lascia stare i soldi!” gridò Elena, usando un’espressione volgare, nella sua forma
integrale voleva dire “dai i soldi ai Trolls”. In altre parole, sprecali. “Non ci importa
se hai dimenticato il sacchetto dell'oro. Quello di cui ci preoccupiamo sei tu, e non
vogliamo che tu stia male per una piccola scemenza come questa.”
“Preoccuparvi di me?” Lakshmi fissò Elena come per cercare il difetto, la trappola,
l’inganno. “Più di un sacchetto pieno d'oro?”
“Si, certo. Possiamo sempre rimpiazzare l'oro. Non potremmo mai rimpiazzare te.”
Lakshmi, completamente sopraffatta e sconcertata, cadde tra le braccia di Elena,
afflosciandosi. Ma un attimo dopo si tirò su. “Ho ancora il sacchetto!” gridò. “Lo
porterò il più velocemente possibile al dottor Meggar e vi aspetteremo, o volete che ci
incontriamo? Dove devo andare?
Damon parlò. “The Shi no Shi.”
Gli occhi di Lakshmi si spalancarono. Fissò Damon per un istante e balzò fuori dalla
porta, la sua voce scossa la seguì: “Aspetteremo nel suo ufficio!”
FINE
Autrice: Lisa J.Smith - http://www.ljanesmith.net/
Traduzione a cura di: MaryG90 – Stella_11 – ElenaGIlbert – Turnerina per il The
Vampire Diaries Italia
Questa traduzione e a puro scopo amatoriale, nessun scopo di lucro. Tutti i diritti
sono dei legittimi proprietari. La traduzione è copyright del TVD Italia
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