“Scena tagliata” da Shadow Souls Elena, Meredith e Bonnie
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“Scena tagliata” da Shadow Souls Elena, Meredith e Bonnie
“Scena tagliata” da Shadow Souls Elena, Meredith e Bonnie, accompagnate dalla piccola domestica Lakshmi, che aveva il permesso speciale di mostrare le varie caratteristiche della tenuta, si divertirono moltissimo attraversando i terreni che circondavano la villa di Lady Ulma. C'era così tanto da vedere e da sentire o su cui fantasticare: un parco naturale dove cervi e conigli pascolavano tranquillamente; un ruscello punteggiato da uno stagno abbellito con cura,ora pieno di anatre; un giardino ornamentale in fiore, che per riportarlo in vita, Damon ed Elena avevano assunto due dozzine di domestici; un orto che sembrava aver tratto profitto dall'incuria, e stava producendo cavoli più grandi di palle da basket e zucche lunghe quasi novanta centimetri. Anche il giardino delle erbe sembrava essere incolto, ma in ottimo stato, con menta profumata, coriandolo, rosmarino e basilico selvatico che crescevano a profusione. Nell'orto sentirono il suono di una risata infantile e vi trovarono un bambino che stava giocando. Era un adorabile bimbo, con grandi occhi azzurri e con un' espressione che, ad Elena, ricordava Bonnie. Poteva avere all'incirca due anni e mezzo - abbastanza grande da apprezzare che gli venisse fatto il solletico e cadere sulla schiena ridendo. Era vestito in modo sorprendentemente fastoso in un completo blu con un alto colletto arricciato che ricordava irresistibilmente ad Elena il Piccolo Lord Fauntleroy. Fu sempre Elena a decidere che doveva essere il figlio o il parente di uno dei cuochi, poiché sembrava felice e a suo agio nell'orto, ma molto impaurito nell'uscirne. Era chiaro che non poteva dire il suo nome, perchè quando glielo chiesero, rispose prima "Dinny" o qualcosa del genere, e la volta dopo "Rotey". Ci rinunciarono e giocarono con lui con una larga palla di gomma per circa mezz'ora quando, improvvisamente, si rannicchiò sull'erba tiepida e si addormentò. Elena, sentendosi più stanca di quanto si aspettasse, decise di fare lo stesso, all'interno della villa. ****** Quella era una serata speciale, il primo pasto formale che avrebbero consumato nella villa, e il primo a cui ad Elena era permesso partecipare. Elena e le altre due ragazze furono molto contente nello scoprire che le sarte avevano fatto un nuovo miracolo. Quando scesero nella sala da pranzo, Meredith indossava un abito da sera con stampa leopardata e tagli laterali che la facevano sembrare pericolosa come una predatrice, ma allo stesso tempo così sexy che se ci fossero stati degli ospiti licantropi, avrebbe potuto finire con l' essere mangiata, scherzò Damon. Elena indossava un vestito bluette scollato dello stesso colore dei suoi occhi che cadeva fino ai sandali con perline dalla vita in stile impero, che era decorata con minuscole perle di fiume multicolore. Portava ancora il ciondolo di Stefan sebbene Damon avesse detto che nella privacy della loro casa avrebbe preferito che le ragazze non indossasero "pegni d'amore". Bonnie era l'unica davvero agghindata: indossava un vestito blu chiaro con un corsetto di satin decorato interamente da perline blu pallido, e una gonna lunga ricoperta di strati su strati di tulle. Con zaffiri alle orecchie, braccia e dita, sembrava pronta a danzare in qualunque momento. Entrarono nella sala da pranzo per trovare Damon seduto comodamente a capotavola e Ulma in fondo. La tavola era una singolare struttura dalla forma compatta e progettata per far entrare comodamente tutte le sedie e lasciare ancora spazio per i servitori, affettatori, l'adetta alla saliera (una posizione di ovvio prestigio), i giovanotti delle spezie, gli assaggiatori e tutti gli altri camerieri che sembravano essere necessari per il funzionamento di una speciale "cena di famiglia". Bonnie, sebbene fosse separata da Damon da varie ondulazioni del tavolo, sembrava occupare il posto di prima, o preferita, concubina. Sage le intrattenne spiegando ad Elena che, anche se la sua schiena era interamente guarita e la sua gamba nascosta, non avrebbe dovuto essere a tavola, per via del taglio sulla guancia. In una casa tradizionale, l'avrebbe rovinata, probabilmente per sempre -- ma Damon aveva detto un paio di minacciose paroline allo staff della villa, e adesso sedeva accanto ad Ulma, in fondo, e -- con suo segreto divertimento -- veniva servita per ultima. Dato che Damon aveva stabilito fosse fuori discussione, nessun vampiro era impiegato nella villa eccetto uno o due servitori della vecchia famiglia di Ulma, che, fortunatamente, non servivano a tavola. I primi piatti furono una zuppa di cervo chiaro con piccole fettine di frittelle che Elena trovò deliziosa, e una densa zuppa che sapeva di mandorle e miele e che, in circostanze normali, avrebbe costituito per le ragazze un pasto a sè. Ma dopo ciò vi fu una sorprendente varietà di antipasti, dai quali Elena prese solo un po' di gamberetti serviti con aceto forte, felice di trovare qualcosa che riconosceva. Dopo ci fu una pausa, e poi, con veri e propri trombettieri che suonavano una fanfara dalla scalinata sopra la sala da pranzo, degli orgogliosi camerieri, che tenevano dei vassoi d'argento sopra le loro teste, portarono un intero pavone arrosto, servito con la testa e la coda, e un' altra dozzina di larghi vassoi contenenti animali interi bolliti o arrostiti, tutti troppo spesso identificabili. Damon, ovviamente, faceva segno di procedere con la mano ogni volta che passava un cameriere con una parola o due sulla presentazione, sempre sorseggiando Black Magic da un grosso calice d'oro tempestato di gemme. Elena non vedeva nient'altro che il pavone nella sua testa, e stava valutando cosa dire a Ulma o chiunque avesse dato istruzioni agli chef, quando l'orrore cominciò. Avrebbe perso l'inizio se non vi fosse stata un' altra pausa - sebbene, fortunatamente, senza fanfare questa volta - e proprio il silenzio agì da calamita attirando tutti gli sguardi sul vassoio argentato coperto che era tenuto in cima alle scale mentre un affettatore spingeva davanti a Bonnie un piccolo tagliere. L'affettatore, un uomo paffuto, piacevole e sorridente, stava chiaramente dando a Bonnie (come cortigiana preferita) l'onore del primo e più tenero pezzo di arrosto. Prese un lungo e sottile coltello e lo sfregò contro un altro affilandolo prima di annuire in modo plateale al cameriere che stava ancora reggendo in alto il vassoio, che aveva le dimensioni per contenere un pollo intero. In seguito ci fu qualche domanda, riguardo al suo Potere. Lady Ulma affermò che Elena si stava già alzando quando l'affettatore aveva iniziato a scoperchiare il piatto. Elena si ricordava vagamente di aver avuto bisogno di fare qualcosa che non era per niente chiaro nella sua mente – ma di sicuro quando il coperchio fu sollevato aveva una chiara visione sopra la spalla del ragazzo addetto alle spezie. Da quel momento in poi , comunque, fu semplicemente trascinata dalla serie di eventi. L'affettatore non aveva ancora finito di sollevare il coperchio quando lo vide. Un delicato ciuffo di ricci dorati. Niente che avesse mai visto all’interno di un piatto coperto e niente che dovesse essere lì. Nel silenzio, mentre il vapore cominciava ad addensarsi intorno ai lati del piatto accanto a Bonnie, Elena sentì la propria voce alzarsi, perfettamente chiara nel silenzio carico d'aspettativa della stanza. “Tenete coperto quel piatto!” La sola violenza del suo scatto riuscì ad arrestare l'affettatore. Anche se questa concubina al momento era all’ultimo posto nel gruppo, non si poteva mai dire cosa sarebbe potuto succedere domani. I padroni erano notoriamente volubili, e una bella ragazza come questa poteva finire con l’essere di nuovo una delle preferite. Lo stridore della voce di Elena fece tuttavia anche qualcos’altro. Fece vedere a Bonnie, attraverso la nuvola di fumo, quello che sembrava un piccolo ricciolo dorato. Meredith era già in piedi, allertata dal frenetico scatto di Elena e le dimensioni del piatto coperto. La sua pelle scura impallidì ed Elena seppe che aveva capito. Le spalle di Bonnie si abbassarono ed Elena era contenta per svariati motivi: Bonnie sarebbe svenuta senza dire una parola,e sarebbe stata seguita da Elena e alla fine da Meredith, tutte le cortigiane del Signor Vampiro, una, due, tre. Questo significava,essenzialmente, che Elena poteva arrendersi al nero vortice ai suoi piedi che minacciava di risucchiarla; continuava a sentire la voce del dottor Meggar dire, “Carne rossa! Carne rossa!” Significava inoltre che non doveva soffermarsi sull’arrosto particolarmente largo che era la base del trono, come per il pavone. Aveva un profilo spaventosamente familiare con piccole braccia e gambe piegate in due e tenute da volant bianchi e nastri blu. Lo svenimento di Bonnie avrebbe anche significato che Elena non doveva occuparsi in quel momento– di un grande flusso di ricordi che stavano spuntando come carte di un illusionista dal mazzo, e prima di tutto che non doveva chiedersi in quanti modi avrebbe potuto prevenire l’enorme tragedia, o come rivalutare la sua visione di ciascuna persona nella casa che aveva conosciuto, inclusa Lady Ulma. E poi Elena sentì il primo grido infrangere quel silenzio carico d'attesa e vide che Bonnie non stava per svenire; in realtà aveva gettato la testa all’indietro per lanciare una serie di urli in grado di infrangere i vetri, e Elena sapeva da qualche parte in quello stordimento ovattato che le riempiva la testa che se Bonnie non sveniva non poteva farlo neanche lei. C’era qualcosa che doveva essere fatto prima che lei potesse semplicemente lasciarsi andare. E in qualche modo, anche se le sue labbra erano intorpidite e i suoi occhi accecati dalle lacrime che sembravano essersi congelate in modo permanente sui suoi occhi, oscurandole la vista, si stava trascinando in avanti. No, si stava facendo strada a spallate, spingendo via tutti i servi che avevano il diritto di essere lì e ancora di più quelli che non lo avevano, ma che erano così colpiti da questa straordinaria svolta degli eventi che non sapevano qual era il loro posto. Ed ora le mani di Bonnie stavano battendo per l’orrore davanti a lei e, a rallentatore, il coperchio stava venendo via, solo per, fortunatamente, essere richiuso dall'affettatore, che poi cadde sulle ginocchia, gemendo e implorando per la sua vita. Miele ed aceto riempirono la bocca di Elena e lei non ricordò come se l’era svuotata prima di sentire le proprie urla riempire la stanza, e le urla da contralto di Meredith farle eco. Sfortunatamente, questo sembrò rendere ancora più difficile raggiungere Bonnie, perché i servi intorno ad Elena volevano farle bere dell’acqua, volevano che si sedesse, volevano che facesse qualsiasi cosa tranne urlare all’efferato omicidio fino a quando non fosse riuscita a costringere Bonnie a smettere di gridare. E poi vide qualcosa che, momentaneamente, fece diventare tutto bianco e nero e muto nella stanza, come una foto molto vecchia che si fosse stampata sui suoi occhi. Lady Ulma stava cercando di alzarsi dal suo divano, ma si bloccò a metà, con una mano sulla pancia curva e l’altra stretta a pugno sulla tempia. Veleno? Siamo impazziti tutti, le donne almeno – è possibile che siamo state – È incinta! Mentre Elena guardava, dimenticandosi di urlare per il nuovo orrore davanti ai suoi occhi, la confusione che li aveva annebbiati soltanto un minuto prima sparì. E vide, con la massima chiarezza, una lunga contrazione che corse lungo la pancia della donna incinta e la lasciò di nuovo paralizzata mentre il sudore appariva in grandi gocce sulle sue tempie. Stava cercando di asciugarsi il sudore, ma la mano che raggiunse la sua fronte stava tremando per la debolezza. Sta per iniziare un travaglio prematuro! Non importava il perché.Le disse una voce guida mentre una parte di lei cominciava a chiedersi, disperatamente, se Lady Ulma fosse atterrita al pensiero di mangiare un dolce bambino, o se fosse preoccupata che dopo questo non l’avrebbero aiutata a tenere la sua casa di famiglia, o se, come sembrava più probabile, Lady Ulma semplicemente era stata spaventata a morte dalla sua ospite diventata una pazza urlante e lo shock era stato troppo per una gravidanza che aveva già attraversato tanti orrori. Tutte le domande sparirono in una nuvola di fumo quando Elena realizzò che una tragedia stava per ripetersi nella stanza, se qualcuno non fosse riuscito a fermare il rumore infernale e l’isteria. Ma, con sua grande frustrazione, continuò a non riuscire a raggiungere Bonnie. Neanche spingendo con le spalle, prima respingendo, poi “lanciando” i servitori lontano da lei. Né, in una stanza in cui il rumore aveva raggiunto il picco massimo, riuscì a catturare l' attenzione di qualcuno per chiedergli di portare il Dr. Meggar. Tutti stavano reagendo alla sua presenza come se fosse un'esagitata maniaca urlante – come Bonnie … “Damon!” Arrampicandosi sul suo divano, ignorando le rinnovate urla di paura e consigli dati in buona fede intorno a lei, cercò l’unica persona che pensava potesse non aver perso la testa. Con suo grande sollievo, un istante dopo, Meredith apparve dall’altra parte del tavolo, appena visibile dietro il pavone. “Damon!” Con la voce di Meredith aggiunta alla sua riusciva a sentirsi chiamare attraverso il baccano. E per di più, dalla sua nuova posizione di vantaggio poteva vedere Damon. Era in piedi proprio davanti a Bonnie, ignorando le sue mani che si agitavano convulsamente, imbrattate di Dio solo sa cosa. Ma non stava facendo nulla. Glielo abbiamo fatto promettere, ricordò Elena. Nessun controllo della mente. Nessuna influenza per costringerci a fare qualcosa che non vogliamo. Ha dato la sua parola, pensò Elena. E in qualche modo sapeva che, una volta data la sua parola, Damon non avrebbe, non avrebbepotuto semplicemente infrangerla. Se non l’aveva fatto in 500 anni, ragionò, non l’avrebbe infranta ora per una ragazzina urlante. Elena e Meredith si scambiarono un’altra occhiata disperata. Quindi Elena diede una veloce occhiata a Bonnie. Qualcuno aveva già provato il trucco dell’acqua in faccia. I capelli color fragola di Bonnie, normalmente vaporosi, erano schiacciati e bagnati. E stava ancora urlando – come la stessa Fazina, che stava generando una quantità davvero notevole di rumore per una persona così piccola di statura. Damon l’aveva presa per le spalle e la stava scuotendo, ma troppo gentilmente per ottenere qualche risultato. Elena avrebbe scommesso che per Bonnie lui era soltanto un’altra goccia in un mare di gocce, e che né conforto né illuminazione erano emersi da quell’oceano di gocce. E loro due non potevano uscire dalla stanza. Questo non era un bene. Damon e Bonnie erano entrambi intrappolati da una solida falange di servi, divani, e gli altri tre commensali - per non parlare del tavolo – tra loro e le due uscite della stanza. Lady Ulma era la più vicina alle uscite, ma era stesa su un divano dallo schienale alto che impediva alla folla di spettatori, che ora si stava ammassando all’entrata, di vedere le sue condizioni come aveva fatto Elena. Elena e Meredith stavano raggiungendo una decisione con il consenso della sorellanza velociraptor. Era una decisione che non era mai stata presa prima, ma la situazione era disperata. Elena alzò in aria una mano con il pollice rivolto verso di lei e tutte le dita insieme come per affettarci qualcosa, poi portò l’altra mano bruscamente verso di essa in un gesto come se battesse il palmo con le dita, una volta. Dall’altra parte del tavolo, Meredith stava facendo la stessa cosa, ma Elena notò che lo schiocco di Meredith era molto più vigoroso. Dopo un istante, mentre Elena era sospesa in un limbo, paralizzata da quello che doveva fare, si girò verso Damon, vedendo Meredith girarsi con lei. Entrambe chiamarono ancora, Elena mettendo tutto il suo Potere nella sua voce per cercare di penetrare il rumore. Damon le sentì. Era stato completamente preso da Bonnie, ma ora alzò lo sguardo per vedere la altre due ragazze in piedi sui loro divani, che urlavano verso di lui. Damon! Anche il canale telepatico era sovraffollato; Elena sapeva la sua voce arrivava debolmente. Lei e Meredith, con le mani tenute ben in alto, fecero ancora il gesto degli schiaffi. Questa volta Elena aumentò la potenza della sua mano per uniformarsi a quella di Meredith. Damon le fissò, prima l'una poi l'altra mentre Elena annuiva vigorosamente e in modo impaziente. Riusciva a malapena a sentire la propria voce telepatica mentre puntava il dito verso il divano della signora Ulma. Fallo smettere! Chiama il medico. Ulma sta andando in travaglio! FALLO SUBITO! Se avesse capito tutto o no, non lo sapeva, ma aveva compreso le basi del messaggio. C'era un pò di spazio libero attorno a Bonnie, dove piatti rotti, calici e i resti di molti piatti pieni di cibo giacevano sul pavimento. Bonnie stava ancora colpendo con le mani dei nemici invisibili e in qualche modo contribuiva al rumore assordante che si levava sopra tutto il resto. Damon si addentrò di un passo in quello zona. Mosse la mano come per colpire Bonnie ma si fermò all'ultimo secondo prima di colpirle il viso. Bonnie, con gli occhi chiusi, non se ne accorse nemmeno. Damon provò di nuovo, alzò la mano, fece per colpirla e la fermò esattamente nel momento in cui le sue dita toccarono la guancia di Bonnie. Elena perse la calma. “IL BAMBINO DELLA SIGNORA ULMA STA PER MORIRE PER COLPA TUA!” urlò e, allo stesso tempo, inviò le parole con tutto il Potere che poteva riunire. "TUTTO QUESTO DEVE FINIRE! STA PER ABORTIRE E SARA' TUTTA COLPA TUA CHE NON SEI RIUSCITO A FERMARE...” E quindi Damon si fermò. Damon baciò Bonnie. Elena, dal suo trespolo, poteva vedere tutto. Vide come Damon, che non era propriamente alto, dovette chinarsi verso di lei, e come, ignorando le lacrime che le imbrattavano il viso, la baciò, proprio mentre stava aprendo la bocca per un nuovo urlo. Elena poteva vedere gli occhi aperti e spalancati di Bonnie che sbattevano come se fosse rinvenuta da un qualche stato d'incoscienza. Poi lentamente chiuse gli occhi ricambiando il bacio - e poi si accasciò. Le sue mani, che erano state sollevate come artigli per difesa, si rilassarono circondando il collo di Damon e poi, lentamente, le lascò ricadere, lungo i fianchi. Barcollò. Il silenzio si diffuse da loro, come le increspature in una pozzanghera. Meredith ed Elena si guardarono a vicenda, entrambe leggermente imbarazzate. Ecco, avevano istigato violenza verso una sorella e non avevano completamente preso in considerazione la migliore soluzione, quella di Damon. Ed Elena si disse che non era affatto perché era gelosa di Bonnie- dopo tutto, neppure Meredith ci aveva pensato, e Meredith non voleva che Damon la baciasse. E da quando voglio che Damon mi baci? si chiese Elena , provando una sensazione simile a paura. Il silenzio agì come se un tonico si fosse diffuso ad onde in tutta la stanza. I servi, che urlavano o strillavano a vicenda di stare zitti, si zittirono. L'affettatore e i suoi assistenti, che erano in ginocchio, gemendo e pregando affinché venissero risparmiate le loro miserabili vite, erano in silenzio. Il maggiordomo, che era stato uno dei più rumorosi, mentre urlava i suoi ordini verso un servo dopo l'altro, prese un sorso di vino e non disse altro. Nel silenzio, le parole di Elena risuonarono chiaramente. “La signora Ulma è in travaglio! Tu, tu e tu, portate il suo divano al piano di sopra , e- dove è Lakshmi?Eccoti! Corri, corri, procurati una lettiga e porta qui il dottor Meggar immediatamente”. Per un istante tutti esitarono. Questa era una schiava, la stessa che aveva ricevuto dieci frustate per aver osato troppo e poi, in aggiunta al post-isteria, c'era una sorta di incantesimo dell'inattività che teneva tutti congelati in silenzio. Damon lo ruppe. “Sta dando voce ai miei pensieri ” disse, alzando finalmente la sua testa da Bonnie, cosa che, per qualche motivo, fece rilassare Elena. “Lakshmi! Prendi questo”, - sapientemente porse alla ragazza un sacchetto di monete “per la lettiga. Fai quello che devi fare, ma portalo qui”. Damon non stava gridando, ma in ogni modo le sue parole penetravano ogni fessura della stanza e del corridoio. Vigorosamente, ecco. Parlò con tanto vigore che i dipendenti cominciarono a parlare di nuovo, cercando un modo per ripulire il danno; il maggiordomo, ricominciò a dare i suoi ordini con la sua voce stentorea, e l'affettatore, prostrato in un pasticcio che Elena non poteva guardare senza avere la nausea, cominciò di nuovo a lamentarsi che aveva semplicemente eseguito gli ordini e che non aveva nulla a che fare con le scelte in cucina. Ma le parole di Elena, con il sostegno di Damon, erano già state seguite. Il divano stava allontanandosi sollevato sulla schiena di forti giovani uomini e donne, che Elena aveva scelto perché tutti della stessa altezza e Lakshmi era già fuori dalla stanza in una corsa all'impazzata. Direzione opposta. "Oh Dio" Bonnie stava dicendo, con gli occhi marrone chiaro fissi su Elena. “Non ci posso credere- non era reale, vero? E' stato una sorta di -scherzo o -era una messa in scena, giusto? Perché è la prima cena formale. Loro- “ Proprio in quel momento arrivò Meredith , non disse nulla, e prese Bonnie tra le sue braccia. Elena, che stava cercando di condurre Bonnie fuori da questo luogo maledetto, cedette e avvolse le sue braccia intorno ad entrambe. Alla fine camminarono in quel modo, di traverso, fuori dalla sala da pranzo e al piano di sopra. ****** Ci fu del trambusto finale riguardo la dispensa prima che le cose si sistemassero. Damon, in una mossa che Elena considerò di pura genialità, era andato in giro per tutta la mansione gridando, in modo imparziale, contro tutti per aver insultato le sue concubine profanando la loro religione. Era stato, come Elena poté constatare, molto più facile convincere le persone in città di essere i membri di una piccola e scrupolosa setta che vietava di mangiare qualsiasi cosa fatta con prodotti di origine umana, che semplicemente rifiutare un sandwich di carne umana solo per rendersi conto che i cracker e il formaggio che avevi scelto erano ugualmente a base cannibale. Era questo il motivo del trambusto finale. Avevano portato Bonnie al piano di sopra e stavano per mandare un paio di ragazze affidabili a cercare del formaggio e cracker, quando cominciò a strillare di nuovo. “No, no, no! Macinerò le tue ossa per fare il mio pane! E il formaggio: è tutto a rotelle, Meredith e io l'abbiamo visto. Come facciamo a sapere con che cosa fanno il formaggio?”. Era ancora isterica, ma aveva ragione. A disagio, evitarono di guardarsi negli occhi- troppi pasti già mangiati e troppe domande poste troppo tardi. Chi sapeva che cosa avevano usato invece del lardo? Erano tutti imbarazzati mentre immagini dei pasti consumati si susseguivano nelle loro menti. Nessuno di questi era particolarmente logico. E poi c'era la signora Ulma di cui preoccuparsi. Dr. Meggar,era arrivato subito, ma le aveva immediatamente mandate fuori dalla stanza e non vi erano state notizie da allora. Fu Elena ad aprire il Black Magic. Era l'unica cosa che Damon era abbastanza sicuro non fosse fatta di esseri umani o prodotta da essere umani e, secondo Elena, avevano tutti bisogno di qualcosa di "terapeutico". Damon, che si era tolto di mezzo da quando la cena era finita, sembrava contento mentre una dopo l'altro lo elogiavano. Con nulla nello stomaco - tutte e tre le ragazze erano state male di stomaco dopo la scoperta- il Magic funzionò in fretta. Si rilassarono e, infine, Meredith- la più equilibrata tra tutte loro- disse "Abbiamo già metà della chiave. Anche se sopravvivessimo di acqua in bottiglia e frutti raccolti nei frutteti intorno alla villa, dobbiamo ottenere l'altra metà. Possiamo farcela fino alla prossima settimana”. “Sopravviverò solo di Black Magic" Bonnie ribatté con una voce disgustata “Voglio dire- i fertilizzanti dei frutteti...”. “Capisco cosa dici,” disse Damon. “Ma solo per chiarire, questi frutteti non sono stati fertilizzati da più di vent’anni. A questo punto credo che i loro frutti siano sicuri.” Bonnie annuì obbediente con la testa, ma aveva la sua espressione cocciuta sul volto. Elena provò con il piano B. “Di certo c’è qualcuno qui che importa cibo da fuori. Dalla Terra. Anche maccheroni e formaggio andrebbero bene.” Lakshmi confermò che c’era un negozio di importazioni così costoso che non vi era mai entrata. Ma dalle vetrine, raccontò, si vedevano ogni tipo di delizie: carne in scatola, piselli verdi, caviale e ketchup. “Di tutti i colori!” disse entusiasta. “Potremmo vivere di piselli verdi e caviale se dobbiamo,” disse Elena, guardando la reazione della povera Bonnie al pensiero della carne in scatola. Poteva vedere che Bonnie era quasi sul punto di vomitare un’altra volta ma notò anche, come con un brivido Bonnie si impose di controllarsi. Sta davvero cambiando, pensò Elena, ancora una volta ammirata da come quella minuta ragazza si stava gestendo. Devo ricordarmi di dirle quanto sono impressionata. ****** Nei giorni seguenti, Damon si guadagnò la reputazione di buongustaio estremamente stravagante. Il suo maggiordomo arrivava al negozietto di prelibatezze che importava cibo fresco dalla Terra e comprava pane bianco fresco – tutto quello che il piccolo negozio aveva a disposizione- barattoli su barattoli di burro di noccioline, barattoli su barattoli di marmellata all’uva, ed un vasto assortimento di verdure ed altre bontà confezionate. Alla tenuta di Lady Ulma, le tre concubine umane dettero inizio alla più lunga festa religiosa dell' anno : la Festa dei Sandwiches al burro di arachidi ad ogni Pasto. Sapevo quando ho scritto una versione perfino più sanguinosa di questa storia ( la piccola testa appena cotta, dagli occhi vitrei, dai dentini come confetto, viene vista ) che era troppo. Ma ho avuto una sorta di morbosa fascinazione nel vedere dove sarebbe andata a finire, perciò l’ho terminata. Inoltre, cancellarla, avrebbe voluto dire cancellare la scena dove Lakshmi apprende il suo valore, perciò eccola, come scritta in originale. Il mattino dopo… Bonnie e Meredith non si sorpresero quando Elena volle vedere Damon per due motivi: uno dirgli chi sarebbe andato e due dirgli quello che avrebbe indossato. Quello che le sorprese furono le sue scelte. “Se va bene,” disse lentamente all’inizio, tracciando un cerchio con il dito sulla larga tavola in una delle sale da ricevimento in cui si erano riuniti la mattina, “Mi piacerebbe che fossero solo in pochi a venire con me. Stefan è stato maltrattato,” continuò, “e lui odia apparire malandato di fronte ad altre persone. Non voglio umiliarlo.” Ci fu una specie di arrossimento di gruppo. O forse fu un' ondata di rossore di risentimento del gruppo – e poi un’ondata di senso di colpa. Con le finestre ad occidente accostate , con la luce del mattino rossastra che ricopriva tutto quanto, era difficile da stabilire. Una sola cosa era certa: tutti volevano andare. “Così spero,” disse Elena, girandosi per guardare Bonnie e Meredith negli occhi “che nessuno si offenderà se deciderò che non potrà venire con me.” Questo doveva far intendere ad entrambe che erano escluse, Elena pensò e vide affiorare comprensione sui loro volti. La gran parte dei suoi piani dipendeva da come le sue due migliori amiche avrebbero reagito a quella decisione. Meredith galantemente si fece avanti per essere la prima a ribattere. “Elena, hai letteralmente passato l’inferno – e sei quasi morta- per arrivare a Stefan. Porterai con te le persone che ti saranno più utili.” “Abbiamo capito che non si tratta di una gara di popolarità,” aggiunse Bonnie, deglutendo, perché stava cercando di non piangere. Vorrebbe davvero venire, pensò Elena, ma capisce. “Stefan potrebbe sentirsi ancora più in imbarazzo davanti ad una ragazza che non ad un ragazzo.” E non aggiunse nemmeno “anche se non faremmo mai niente che lo potesse mettere in imbarazzo,” pensò Elena, andando ad abbracciarla per sentire il corpo morbido come quello di un uccellino di Bonnie nelle sue braccia. Poi si voltò e sentì il caldo abbraccio delle forti e magre braccia di Meredith, e come sempre la tensione sembrò svanire. “Grazie”, le disse, asciugandosi gli occhi subito dopo. “ E hai ragione , credo che sarebbe più difficile affrontare delle ragazze che dei ragazzi nella situazione in cui si trova. E inoltre sarebbe più difficile affrontare amici che conosce e ama. Perciò vorrei chiedere a queste persone di venire con me: Sage, Damon, e il Dottor Meggar – se Lakshmi può correre a prendere una lettiga e chiedergli se vuole venire.” Ci fu un mormorio intorno alla tavola, all’istante messo a tacere da Damon che chiese, “E sia. Lakshmi, ci sono abbastanza soldi per prendere un’altra portantina o il Dottor Meggar ci è costato troppo la scorsa notte? Ci fu una strana reazione a questo. Sage, Lucen, Lady Ulma e le donne che seguivano sempre Elena – si bloccarono. La stessa Lakshmi sbiancò in volto, battè la mano contro la sua tasca, e quindi tremando visibilmente, tirò fuori il sacchetto con l’oro che lui le aveva lanciato il giorno prima. La tenne verso Damon con entrambe le mani, l’intero corpo che si stava trasformando in gelatina sotto gli occhi di tutti. Finì a terra strisciando verso di lui, tenendo il sacchetto sopra la testa e dicendo – per quello che Elena potè capire tra i singhiozzi – “Oh, ti prego – ho dimenticato-ti prego-non ho toccato un soldo per me stessa – signore – lo giuro –“ “Smettila,” disse bruscamente Damon, ma Elena capì che questo non era il momento di essere bruschi o logici. Velocemente prese un terzo corpo tra le mani, un corpo maldestro di ossa giovani, con appena abbastanza pelle per ricoprirle. “Lakshmi”, disse, più e più volte, anche se era urtata dall’impazienza di essere già in cammino. “Piccola Lakshmi. Sai che Lady Ulma avrebbe potuto perdere il bambino se non fosse stato per te?” “Ho corso” singhiozzò Lakshmi. “Non ho nemmeno contrattato con l’uomo della portantina.” “So che è andata così. E grazie a te, Lady Ulma è salva ed anche il bambino lo è. Capisci?” “Ma i soldi-“ “Lascia stare i soldi!” gridò Elena, usando un’espressione volgare, nella sua forma integrale voleva dire “dai i soldi ai Trolls”. In altre parole, sprecali. “Non ci importa se hai dimenticato il sacchetto dell'oro. Quello di cui ci preoccupiamo sei tu, e non vogliamo che tu stia male per una piccola scemenza come questa.” “Preoccuparvi di me?” Lakshmi fissò Elena come per cercare il difetto, la trappola, l’inganno. “Più di un sacchetto pieno d'oro?” “Si, certo. Possiamo sempre rimpiazzare l'oro. Non potremmo mai rimpiazzare te.” Lakshmi, completamente sopraffatta e sconcertata, cadde tra le braccia di Elena, afflosciandosi. Ma un attimo dopo si tirò su. “Ho ancora il sacchetto!” gridò. “Lo porterò il più velocemente possibile al dottor Meggar e vi aspetteremo, o volete che ci incontriamo? Dove devo andare? Damon parlò. “The Shi no Shi.” Gli occhi di Lakshmi si spalancarono. Fissò Damon per un istante e balzò fuori dalla porta, la sua voce scossa la seguì: “Aspetteremo nel suo ufficio!” FINE Autrice: Lisa J.Smith - http://www.ljanesmith.net/ Traduzione a cura di: MaryG90 – Stella_11 – ElenaGIlbert – Turnerina per il The Vampire Diaries Italia Questa traduzione e a puro scopo amatoriale, nessun scopo di lucro. Tutti i diritti sono dei legittimi proprietari. La traduzione è copyright del TVD Italia http://www.vampirediariesitalia.it