CASA: SUNIA E CGIL, IN SICILIA GRAVE EMERGENZA ABITATIVA

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CASA: SUNIA E CGIL, IN SICILIA GRAVE EMERGENZA ABITATIVA
CASA: SUNIA E CGIL, IN SICILIA GRAVE EMERGENZA ABITATIVA SENZA
RISPOSTE "SERVE PIANO DI EDILIZIA POPOLARE". PRESENTATO
DOSSIER | 1
Palermo, 28 giu- Sono 35 mila le domande di assegnazione di case popolari giacenti nei
comuni siciliani, ma di queste negli ultimi due anni solo 600 hanno ottenuto risposta. Questo
a fronte della crescita degli sfratti – nel 2012 il 7,39% in più rispetto al 2011 -, la maggior
parte dei quali sono emessi per morosità, per impossibilità cioè dello sfrattato di sostenere la
spesa dell’affitto. Sono i dati di un dossier del Sunia, sindacato degli inquilini, sulla situazione
abitativa in Sicilia presentato oggi nella sede della Cgil Sicilia. “Le richieste di alloggi
popolari- ha detto Giusy Milazzo, segretaria generale del Sunia regionale- tendono peraltro a
crescere vista la crisi economica e il caro affitti, ma di fronte a questa emergenza la Regione
Sicilia continua a non avere una politica della casa. Noi – ha sottolineato- chiediamo una
legge sull’edilizia sociale e l’avvio di un piano di edilizia popolare, utilizzando in primo luogo i
fondi ex Gescal, 300 milioni, che giacciono nella Cassa depositi e prestiti”. A Palermo, ad
esempio, ha subito uno sfratto una famiglia su 353, dato che se trasportato all’intera isola
diventa 1 su 549; le richieste di esecuzione sono in Sicilia circa 7.000. Nel capoluogo siciliano
inoltre sono un migliaio le persone, inserite in un elenco speciale, che vivono in macchina o
sono tornate dai propri genitori. “Tra gli sfrattati- ha detto Elvira Morana, della segreteria
regionale Cgil- il 35% sono anziani, il 21% giovani e il 26% immigrati . Dell’88% degli sfratti
per morosità il 60% riguarda persone e famiglie che non riescono più a pagare l’affitto. Una
politica di welfare territoriale diventa dunque essenziale”. Se il reddito delle famiglie siciliane
dunque precipita, si calcola che il 26% sia sottola soglia della povertà, non si mettono a
disposizione nuovi alloggi popolari e nei 65 mila esistenti il turn over è minimo, appena il 5%,
laddove si calcola che almeno un 1/3 di essi sia occupato abusivamente. “Ecco perché- ha
sostenuto Daniele Barbieri, segretario generale del Sunia nazionale- occorre introdurre
regole, avviare un monitoraggio in modo avere contezza del patrimonio abitativo disponibile,
dando per questa via una risposta anche all’emergenza sfratti”. Secondo Sunia e Cgil le
risorse ex Gescal “possono essere utilizzate per mettere a disposizione nuovi alloggi anche
attraverso il recupero di edifici pubblici non utilizzati e beni confiscati alla mafia, ma anche
per le manutenzioni dell’attuale patrimonio edilizio”. “Non si fanno manutenzioni anche da 20
anni- ha detto Giusy Milazzo- e attivarle darebbe un contributo anche alla ripresa del lavoro
in edilizia oltre che al decoro delle città”. La situazione abitativa è peraltro aggravata dalla
pressochè totale cancellazione nelle Finanziare nazionali del contributo all’affitto. Al governo
regionale il Sunia contesta il mancato avvio di un confronto sulle politiche abitative, la
mancata riforma degli Iacp e la scelta, con l’articolo 9 della finanziaria regionale, di
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dismettere tramite vendita il patrimonio abitativo pubblico “strada impervia- sostiene il
Sunia- dalle ricadute positive assai dubbie e che in assenza di regole, come è già avvenuto,
può dare adito a svendite e speculazioni”. Anche a livello nazionale, il sindacato inquilini,
come ha detto Berbieri, chiede “una svolta nelle politiche abitative non improntandole
all’emergenza ma inquadrandole in uno modello di sviluppo capace di dare risposte
concrete”. Una delle richieste del Sunia riguarda anche i contratti a canone concordato, per
combattere il caro affitti. In tutto il paese le domande inevase di case popolari sono 600 mila.
2013 dac
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