Costituzioni di Melfi

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Costituzioni di Melfi
Costituzioni di Melfi
reazione di Federico II fu un'accentuazione marcata della
sacralizzazione del potere temporale degli imperatori.[3]
1.2 Il testo
In altri termini il potere tornava pienamente nelle mani
dell'imperatore, il quale era affiancato dalla Magna Curia, il consiglio dei principali funzionari imperiali, di cui
il «maestro giustiziere» e il «maestro camerario» erano i rappresentanti più autorevoli; dalla Magna Curia
dipendevano poi tutti gli altri funzionari.
Il castello di Melfi dove furono redatte le Costituzioni
Lo scopo di tale riorganizzazione legislativa era soprattutto quello di ricercare la pace nel regno, grazie alla quale
garantire un progresso dell'economia che potesse incrementare le risorse finanziarie necessarie alla politica imperiale. Le Costituzioni affrontarono per la prima volta
il problema sanitario con la regolamentazione delle attività di pulizia delle città (butti) e delle botteghe artigiane
conciarie.
Le Costituzioni di Melfi (dette anche Liber Augustalis) costituiscono una, ma anche la più proficua, delle manifestazioni della cultura di Federico II di Svevia. Furono promulgate nel 1231 dall'imperatore svevo nella città
di Melfi, e raccolte nel Liber Augustalis. Esse prevedono
norme e leggi, che regolamentano il vivere comune.
La stesura delle Costituzioni, pensata e avviata già
nel 1230, dopo che aveva partecipato alle Crociate in
1 Il corpus
Gerusalemme, venne affidata ad un'assemblea legislativa formata dai giuristi più noti dell'epoca quali Pier delle
1.1 Proemio
Vigne, notaio a Capua, Michele Scoto, filosofo e matematico scozzese, Roffredo di Benevento, nonché abati e
Queste rappresentano un corpo di leggi che partendo arcivescovi di grande cultura come Giacomo Amalfitano,
dal Corpus Iuris Civilis di Giustiniano sono state adat- Arcivescovo di Capua, e Berardo di Castacca.
tate al nuovo sistema imperiale e tali da dare allo Stato
Strutturalmente comprendevano quattro organizzazioni
un'impronta unitaria i cui poteri saranno da quel momendello Stato: lo Stato, in cui si definivano i poteri del sovrato accentrati in una sola persona: l'imperatore. La volontà
no; la Giustizia, affidata al Maestro generale di Giustizia;
principale di Federico II era di ristabilire l'autorità impela Finanza, affidata ai Maestri Camerari; il Feudo. Tutto
riale, improntandola all'assolutismo romano, limitando i
il complesso giuridico si esplicava attraverso 3 Libri per
poteri e i privilegi acquisiti nel tempo dalle locali famiun totale di 255 Titoli. Il primo comprendeva 109 Tito[1]
glie nobiliari e dai prelati. Infatti il richiamo alle legli riguardanti il diritto penale. Il secondo libro, 52 titoli,
gi del "Corpus Iuris Civilis" è chiaro fin dal proemio, in
trattava elementi di procedura civile e penale. Il terzo licui Federico II si proclama Felix Pius Victor et Triumphabro, 94 Titoli, del diritto feudale, della proprietà e dei
tor, esattamente come fece Giustiniano nel Proemio delle
diritti di famiglia.
[2]
Istituzioni.
Molti sono, sempre nel Proemio i richiami alla Bibbia come, per esempio, all'inizio i richiami alla Creazione in cui
Dio, considerando l'uomo come la più degna delle creature, forgiata a sua immagine e somiglianza fu destinata
a comandare tutte le altre creature (a globo circuli lunaris inferius hominem,creaturarum dignissimam ad ymaginem propriam effigiemque formatam, quem paulo minus
minuerat ab angelis, consilio perpenso disposuit preponere
ceteris creaturis). Lo scontro con il papa nella Lotta per
le investiture radicalizzò maggiormente il testo. Così la
2 Note
[1] Franco Cardini e Marina Montesano, Storia Medievale,
Firenze, Le Monnier Università/Storia, 2006, p. 287 “Si
tratta di leggi che dimostravano come Federico avesse appreso appieno la lezione bizantina e tenesse nel massimo
conto la tradizione normanna: esse miravano difatti a costituire uno Stato centralizzato, burocratico, tendenzial-
1
2
4
mente livellatore, insomma già avviato a concezioni che
molti hanno reputato “moderne”."
[2] Francesco Senatore, Medioevo: istruzioni per l'uso, Firenze, Bruno Mondadori Campus, 2008, p. 113 "È di per
sé un'imitazione di Giustiniano, che infatti è richiamato
nell'intitolazione: Felix Pius Victor et Triumphator si definì tra l'altro Giustiniano nel Proemio delle Istituzioni, una
delle parti del Corpus, e in altri suoi provvedimenti.”
[3] Francesco Senatore, Medioevo: istruzioni per l'uso, Firenze, Bruno Mondadori Campus, 2008, p. 111 “La reazione
a tale egemonia papale non poteva essere la “laicizzazione” del potere temporale, che era al di là degli orizzonti
mentali dell'epoca, ma al contrario la sua accentuata sacralizzazione. Il Proemio ne è la dimostrazione; parole e
concetti presi dalla Bibbia.”
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Voci correlate
• Federico II di Svevia
• Giustizierato
• Melfi
• Butti
• Filo-semitismo di Federico II
4
Collegamenti esterni
• Ortensio Zecchino, Liber Constitutionum, in
Enciclopedia Fridericiana, dal sito dell'Istituto
dell'Enciclopedia italiana Treccani
• Federico II e il Liber augustalis, a cura di Giulia
Pezzella, dal Portale Treccani scuola
COLLEGAMENTI ESTERNI
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Fonti per testo e immagini; autori; licenze
5.1
Testo
• Costituzioni di Melfi Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Costituzioni_di_Melfi?oldid=80123581 Contributori: IvaTrieste, Alec, Tobia
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5.2
Immagini
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5.3
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