Il Cittadino, 28 maggio 2012 (file )
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Il Cittadino, 28 maggio 2012 (file )
19 LUNEDÌ 28 MAGGIO 2012 il Cittadino Sezione Cultura&Spettacoli NEL TEMPIO LODIGIANO IL TERZO APPUNTAMENTO DELLA STAGIONE INTERNAZIONALE ORGANIZZATA DALL’ATELIER LAUDENSE Incoronata, un doppio inno alla bellezza Il concerto del brasiliano Odair Assad, una vera leggenda della chitarra classica n Quando due universi di bel lezza si incontrano: sabato sera il Tempio civico dell’Incorona ta, inarrivabile gioiello d’arte cittadino, ha fatto da sfondo allo straordinario talento di Odair Assad, una vera leggenda nel campo della chitarra classica. Tantissimi gli spettatori (molti dei quali arrivati da fuori pro vincia) che hanno assistito al concerto del musicista brasilia no, terzo appuntamento della Stagione internazionale di chi tarra classica organizzata dal l’Atelier Laudense con la colla borazione di Comune, Provin cia e Fondazione Banca Popola re di Lodi. Sul palco nella posi zione tipica dei chitarristi popo lari, senza poggiapiede né sup por ti, Assad ha deliziato il pubblico con un lungo omaggio alla sua terra d’origine, il Brasi le, con un solo sconfinamento nell’Argentina di Piazzolla. Il concerto si è aperto con Heitor VillaLobos, nel richiamo espli cito alla musica popolare brasi liana dello Schottishchôro, del Valsa chôro e del Chôro n°1. A seguire, Invierno Porteño di Astor Piazzola ha saturato il Tempio di sonorità argentine incalzanti e melanconiche, valo rizzate da un’interpretazione impeccabile, ritmata ma inten sa. L’etnicità carioca, e molto jazz, di un Lamento di Pixin guinha ha riccondotto poi gli spettatori ai suoni brasiliani, rinvigoriti quindi dalle pagine piene di struggente «saudade» di Anibal Au gusto Sar dinha. La pri ma parte del concerto è ter m i n at a s u l l e note di Memo ria e Fado e F re v o , d i E g berto Gismon ti, scritti appo sitamente per Odair Assad: si tratta di musi ca più spiccata mente “colta” e novecentesca, d i p r e g evo l e fattura e deci samente grade vole. Nella se conda parte il chitarrista brasi liano ha eseguito solo brani scritti per lui. Per iniziare, La Sonata del Caminante del cuba no Leo Brouwer, composta nel 2007 e inserita dal chitarrista nel suo ultimo album. Il concer to è proseguito con un brano di Kevin Callahan: Old friends, bella pagina di musica moderna La lezione di John Cassavetes sulla scena del festival “Vie” Sopra il pubblico tra i banchi dell’Incoronata di Lodi per assistere al concerto di Odair Assad (sotto) e vagamente postimpressioni sta, ed è terminato con una com posizione del fratello Sergio, Seis brevidades, splendida serie di acquarelli, in cui le sei corde dipingono paesaggi pieni di gio ia di vivere e di vaga nostalgia. Richiamato in pedana da scro scianti applausi, il maestro ha concesso due bis: il Vals venezo lano n°3, Natalia di Antonio Lauro e la famosissima Sons de Carrilhões di Joao Pernambu co. Assad si è detto felicissimo dell’accoglienza ricevuta in cit t à e av e r a p prezzato in mo do particolare la cucina locale e la simpatia d e l l a g e n t e. Molto soddi sfatto anche il direttore arti stico dell’Ate lier, Mario Gio ia: «Purtroppo molti spettato ri non hanno trovato posto le sue parole , ma in città non esiste sala con temporanea mente compati bile con il suo no raccolto della chitarra e suf ficiente a contenere gli appas sionati accorsi da mezza Italia». Il prossimo concerto della Sta gione si terrà il 15 giugno pres so il coro affrescato di Santa Chiara Nuova: in scena il chi tarrista russo Vladimir Gorba ch. F. R. OGGI La fabbrica di Muraro su La7 n «La fabbrica in silenzio toglie il respiro col suo fumo denso di pa role non dette, speranze cancellate e nomi di uomini sparsi tra le pagine di un giornale», recita uno dei versi più significativi de La fabbrica in silenzio, il brano di Evasio Muraro, cantautore di Viz zolo Predabissi, scelto dal Comitato esodati di Lodi come colonna sonora del videoclip realizzato per porre l’attenzione sul dramma italiano degli esodati, appunto, lavoratori e lavoratrici che, in se guito alla riforma delle pensioni di fine 2011, si trovano e si trove ranno senza lavoro e contemporaneamente senza pensione. Il vi deo, realizzato con la tecnica del fermo immagine grazie agli scatti del fotografo lodigiano Paolo Ribolini durante una recente mani festazione sindacale, ha attirato l’attenzione anche dei grandi network televisivi e questa mattina (ore 11) sarà tramesso all’in terno del programma “L’aria che tira”, rubrica d’approfondimen to quotidiano in onda su La7 e condotta dalla giornalista Myrta Merlino. Il videoclip di denuncia è già visibile da qualche giorno sul blog del Comitato esodati di Lodi (www.comitatoesodatilo di.blogspot.it) e nel sito personale di Evasio Muraro (www.evasio muraro.com). Il brano che lo accompagna, La fabbrica in silenzio, è tratto dal terzo disco solista di Muraro, Canzoni per uomini di latta, album pubblicato nel 2009 che tratta del tema delle lotte, del le fatiche e dei dolori di intere vite di lavoratori. n Bisogna guardare a Nord, spo stare lo sguardo su un’Europa non presa di mira dai grandi speculato ri, anche se non tutti sembrano es sere immuni al contagio, per com prendere come la colonizzazione americana, con il cinema, l’arte e la letteratura, abbia spazzato nel corso di sessant’anni parecchi luo ghi comuni e abbia prodotto deri vati di indubbia validità. È il caso del cinemaverità di John Cassave tes che nelle mani del regista tea trale olandese Ivo Van Hove ha ori ginato un bizzarro quanto affasci nante connubio simultaneo di più linguaggi. Al “Vie” festival di Mo dena in prima nazionale è andato in scena Mariti, pièce tratta dal l’omonimo film del 1970 che aveva come protagonisti Ben Gazzarra, Peter Falk e lo stesso Cassavetes. È la vicenda di tre uomini che si ri trovano al funerale di un loro ami co. La tragica occasione dà loro modo di ritrovare da un lato lo spi rito giovanile di ribellione che ora cozza con il loro senso del dovere, familiare, coniugale, professionale dall’altro fa esplodere tutte le con traddizioni della società contempo ranea. La gabbia degli affetti sta sempre più stretta ai tre. Il rutilan te mondo del lavoro si scopre nelle sue più becere miserie. Soprattutto a farne le spese è la famiglia, mogli e figli. E i tre in scena ridono e liti gano, amano e odiano, cantano bal lano e picchiano. La morte del loro amico li ha resi consapevoli del ba ratro che li attende e a cui tentano di sfuggire. La meta poi diventa Londra. Il viaggio di piacere diven ta un tour de force iniziatico che fa rà perdere la testa a uno di loro. Il ritorno a casa dei “superstitii” sa rà quanto mai benedetto dalle con sorti. Oltre la trama, desunta dalla sceneggiatura, sono gli elementi tecnici della scena a conferire quel surplus drammaturgico che rende la commedia unica ed originale. L’uso dell’improvvisazione cara a Cassavettes e ai suoi magnifici at tori è diventato sedimento dell’ope ra di Hove. La spregiudicatezza del metodo si riversa nelle riprese in soggettiva che affollano la messa in scena. Poi che quest’uso a volte diventa fine a se stesso è un altro discorso. Resta il fatto utile che produzioni come Mariti, qui in Ita lia, non hanno riscontri, ma la spe ranza che qualcuno raccolga tale lezione forse non è dura a credere. Fabio Francione MODENA Se il teatro racconta lo stato di incertezza e la crisi del mondo n Il cartellone dell’ottava edizione di Vie Festival a Modena sembra privilegiare lo stato di incertezza e di crisi che sta spaccando in una deflagrazione totale di economie e sentimenti il mondo. La prospettiva acqui sta ancora più valore se si va alla cronaca di questi giorni, con il terremoto che ha mes so in ginocchio uno spicchio e non solo della provincia emiliana. Anche il susseguir si delle scosse, avvertite spesso con sgomento, non fa che acuire il senso di incer tezza che poi si spande come uno sciame tutto teatrale nel cortocircuito avanguardisti co portato innanzi al pubbli co dalla maggior parte delle compagnie ospiti. Quasi sem pre è l’interazione ad agire tra una risata e una smorfia. Gli ammonimenti di Adorno creduti sorpassati tornano a quarantacinque anni di di stanza più vivi che mai. Ma anche gli anniversari che esploderanno in questo 2012 non sono da meno e nel se gno di John Cage si vive intensamente la doppia per formance del duo Fargion Burrows, rispettivamente musicista e coreografo. I loro Speaking dance e Coun ting to one hundred, quest’ul timo in prima nazionale, hanno lasciato increduli gli spettatori, annichilendo e innalzando a vette di amara verità e comicità il gioco alfanumerico del nonsense e dell’assurdo. Tra nenie popo lari e la lezione mai dimenti cata di Ionesco (basta anche una sedia vuota a riempire lo spazio scenico) i due per former trasformano monolo ghi musicali in un serrato dialogo con il pubblico. La risata è dietro l’angolo, spes so però ci si accorge che è consolatoria e non liberato ria. (F.Fr.) La sfida finale “all’ultimo libro” ai ragazzi del liceo artistico Piazza n Con un vantaggio di soli due pun ti, la classe 4ªA del liceo artistico Callisto Piazza conquista la terza edizione di “Sfida all’ultimo libro”, strappando la vittoria alle agguer rite colleghe del Maffeo Vegio. La fi nalissima si è svolta sabato mattina presso la Sala dei comuni di palazzo San Cristoforo, in presenza di quan ti hanno collaborato all’organizza zione di questo torneo letterario, nato tre anni fa con l’obiettivo di in centivare alla lettura i ragazzi delle scuole superiori: l’assessore pro vinciale alla cultura Mariano Pe viani, che ha promosso l’iniziativa assieme all’Ufficio scolastico terri toriale e al Sistema bibliotecario lo digiano, rappresentato dal presi dente Lele Maffi; Chiara Milani e Tiziana Robbiani dell’associazione Fabularia, che hanno elaborato e condotto tutte le fasi del torneo; Mi chela Sfondrini della libreria Som maruga, seduta in giuria accanto alla bibliotecaria Maria Luisa Del lera e alla giornalista Silvia Cane vare. Ma i veri protagonisti della mattinata sono stati i ragazzi e le Maggio 2012 A sinistra la classe vincitrice, sopra la classe del Maffeo Vegio arrivata seconda in classifica ragazze delle due classi finaliste, chiamate a sfidarsi sulle pagine di Un amore di Dino Buzzati: un testo impegnativo, sia dal punto di vista dello stile, sia per il contenuto (la disperata storia d’amore fra l’archi tetto quarantanovenne Antonio Do rigo e Laide, giovanissima e capric ciosa prostituta), ma non abbastan za da spaventare le due classi coin volte nella sfida, che si sono battute con determinazione dimostrando di aver ben compreso il difficile li bro di Buzzati. Sette i giochi in cui si è articolata la finale, cinque a punteggio e due a insindacabile giudizio della giuria: fra le prove più brillanti, la lettura ad alta voce del Piazza, che ha interpretato con grande pathos un brano del libro, mentre le ragazze del Maffeo Vegio, appartenenti alla 3ªF indirizzo scienze della formazione, hanno vinto con merito il gioco intitolato “Esercizi di stile”, trasformando la prosa di Buzzati nel linguaggio tipi co delle fiabe. Una sfida sul filo di lana insomma, con ribaltoni e recu peri da vera finalissima: alla fine però, con un punteggio di 14 a 12, a vincere sono stati gli studenti del Piazza, esplosi in un boato di gioia al momento della proclamazione. A loro va l’assegno da 500 euro firma to dall’assessore Peviani, che la classe ha scelto di devolvere al cen tro diurno per disabili Excalibur dell’istituto Villa Igea. Per tutti i partecipanti: una valanga di libri da leggere durante l’estate, conse gnati dai vincitori della scorsa edi zione della sfida, la classe 5ªL del li ceo Novello di Codogno. Più la SENTI, ...più la LODI Sostieni l’Associazione Radio Lodi con un contributo (info 0371.544500)