Approfondimenti e immagini San Giorgetto

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Approfondimenti e immagini San Giorgetto
USCITA DIDATTICA A SAN GIORGETTO
CON LE GUIDE DEL F.A.I.
LA CHIESA
Non ci sono documenti sull’edificazione della chiesa di San Giorgio. Gli storici fanno
risalire la fondazione agli ultimi decenni del ‘200 o all’inizio del ‘300, dopo che era
cominciata la costruzione di S.Anastasia. La semplice struttura esterna è in cotto,
percorsa da sottili lesene e decorata da un motivo di archetti pensili.
Venne fatta costruire dai frati domenicani ed è dedicata a San Pietro Rosini e a San
Giorgio, protettore dei cavalieri, di Genova, dell'Inghilterra e degli scout.
NOTIZIE SU SAN PIETRO MARTIRE
Pietro Rosini nacque a Verona nei primi anni del XIII secolo, secondo i suoi biografi da
una famiglia di Càtari. Mentre era studente a Bologna, conobbe San Domenico ed entrò
nell’ordine domenicano. I frati predicatori, i “domini canes”, erano alla testa della lotta
mortale contro le sette ereticali. Anche Pietro da Verona fu attivo come predicatore in varie
città italiane, soprattutto a Firenze e a Milano dove fu nominato, nel 1242, inquisitore, e
dove condusse un’aspra battaglia per la repressione dell’eresia. Il suo ultimatum agli
eretici lombardi, perché si piegassero agli ordini della Chiesa, doveva scadere il 7 aprile
1252, ma il giorno prima, sulla strada tra Como e Milano, vicino a Seveso, Pietro cadde
sotto i colpi di un “falcastrum”, una specie di falcetto o di roncola con la quale fu
mortalmente ferito al capo. Ecco perché viene popolarmente invocato per guarire dal mal
di testa. Secondo la leggenda, al momento della morte scrisse la parola “CREDO” con il
suo sangue.
GLI INTERNI
Appena si entra in Chiesa, alla destra della porta si vede il simbolo di San Giorgio:
e sulla parete di destra alcuni simboli dei Cavalieri germanici. Negli affreschi è sempre
presente la Madonna con accanto i cavalieri inginocchiati. Inoltre, in parecchi dipinti si può
osservare Maria seduta con Gesù bambino su di un trono, tipica raffigurazione medievale.
I dipinti più “importanti” della chiesa sono la “Crocifissione di Gesù” e la “Caccia
all'Unicorno”, entrambi situati nell'abside.
Nell’affresco dell’ “Annunciazione” di Giovanni Maria Falconetto, è dipinto Dio (luce
divina) che manda sulla terra Gesù, ai lati ci sono due cavalieri in ginocchio.
Diverse immagini raffigurate rappresentano allegorie i cui significati si possono leggere
nel libro del “Physiologus”, un testo altomedievale che contiene la descrizione simbolica
di animali e piante, reali o immaginari, presentati attraverso citazioni delle Sacre Scritture:
- l'Unicorno è un animale aggressivo che ha forma di cavallo, può esser catturato solo
dalla forza della Vergine Maria e dorme sul grembo di quest’ultima. Si dice che il suo
corno neutralizzi i veleni;
- l'Orso è, accanto al leone e al lupo, uno degli animali più feroci e viene nominato diverse
volte nella Bibbia. Ad esso vengono per lo più attribuiti aspetti negativi: l’orso infatti viene
rappresentato come il simbolo del male, come la personificazione del mistero e del
pericolo. Quando viene nominato positivamente è esempio di autocontrollo e capacità di
ascolto. Nell’ “Annunciazione” l’orso è però considerato il simbolo della Chiesa cattolica,
che cresce il popolo di Dio come le femmine crescono i propri cuccioli;
- il Leone può probabilmente essere interpretato come il simbolo della Resurrezione di
Cristo. Secondo una leggenda, il leone infatti riesce con il ruggito a riportare in vita dopo
tre giorni i suoi figli nati morti. Secondo l'interpretazione, rappresenta anche il mistero di
Gesù, visto che con la coda cancella le proprie impronte al passaggio;
- il Pellicano, nell’iconografia cristiana, è un altro simbolo di Gesù. La leggenda dice che i
pellicani danno ai loro piccoli tanto amore, ma ad un certo punto della crescita i giovani
pellicani cominciano a picchiettare il muso dei genitori con il loro becco. Questo fa infuriare
i genitori al punto che, beccando a loro volta i piccoli, finiscono per ucciderli. Dopo tre
giorni la mamma pellicano è così afflitta dal dolore che inizia a beccarsi il petto fino ad
aprirlo per poter resuscitare il figlio col proprio sangue.
- lo Struzzo nell’ “Annunciazione” è probabilmente il simbolo del parto verginale di Maria.
Questa spiegazione deriva da una leggenda popolare, secondo la quale le femmine di
struzzo covano le loro uova solo con lo sguardo. Ma dato che lo struzzo, nonostante le
piume, non può volare, esso è anche il simbolo dell’ipocrisia.
- l’Arcangelo Gabriele e i suoi quattro cani: Gabriele è il secondo dei quattro Arcangeli.
Nella Bibbia, è menzionato nel Vangelo di Luca. E’ considerato l’interprete delle visioni ed
il messaggero di Dio. Secondo la religione cristiana, è guida di Cherubino e Serafino.
In base ad un’antica interpretazione cristiana, Gabriele è il guardiano dell’acqua e questo
spiega il frequente uso del colore azzurro nei dipinti che lo rappresentano.
Nella “Annunciazione” di Falconetto, Gabriele è rappresentato accompagnato da quattro
cani e porta un bastone ed un corno, strumenti necessari per la caccia dell’unicorno, con
cui annuncia il messaggio “Ave gratia dominus tecu(m)”.
Accanto ai quattro cani si legge l’iscrizione “Pace, Giustizia, Misericordia”
LE TOMBE
Nel cortile, sul retro della chiesa di San Pietro Martire, si trovano addossate al muro tre
urne:
- la prima è di Guinicello dei Principi, passata poi alla famiglia Verità;
- la seconda di Leonardo da Quinto, in marmo rosso col corpo del defunto disteso sul
sarcofago;
- la terza di Bartolomeo Dussini, sollevata da terra sotto un arco trilobato.
Sopra l’arco di ingresso del cortile che unisce la chiesa di Sant'Anastasia a quella di San
Giorgetto, vi è l’arca di Guglielmo da Castelbarco, morto nel 1320, grande finanziatore
delle due chiese.
NOTIZIE SU SAN GIORGIO
Nacque in Cappadocia nel III sec. d. C., si trasferì poi in Palestina e, dopo essersi
arruolato nell'esercito di Diocleziano, di cui era diventato guardia del corpo, ebbe una
visione di Dio che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre la
resurrezione. L'imperatore, scoprendo che San Giorgio si era convertito al Cristianesimo,
lo rinchiuse in prigione e poi lo fece decapitare. Il suo simbolo è la croce rossa.
LA LEGGENDA DEL DRAGO
In una città chiamata Selem, in Libia, vi era un grande stagno in cui viveva un drago
affamato il quale doveva ogni giorno ricevere in pasto due pecore dagli abitanti della città.
Le pecore in un periodo di carestia iniziarono a scarseggiare, allora nel villaggio si
decise che si dovevano donare al drago un pecora e un uomo, che sarebbe stato
estratto a sorte. Ma un giorno uscì il nome della principessa Silene e, spaventato, il
re annunciò che se qualcuno avesse preso il posto della figlia, avrebbe ricevuto in
dono dell’oro. Nessuno si fece avanti e allora la giovane si avviò verso lo stagno, ma
in quel momento passò San Giorgio e le andò in aiuto suggerendole di legare al collo
del drago la sua cintura e di portarlo fuori dal lago. In questo modo San Giorgio poté
sfidarlo e lo uccise, così la popolazione, convertitasi alla fede cristiana, non venne più
tormentata dal feroce mostro. Questa affascinante leggenda venne spesso ripresa
nell’iconografia, dove il santo compare con l’epiteto “il vittorioso” o “il trionfatore” e a lui
vennero dedicate molte chiese e monasteri.
Nel Medioevo la lotta di san Giorgio contro il drago divenne simbolo della lotta del bene
contro il male e per questo ancora oggi molti ordini cavallereschi portano il suo nome e i
suoi simboli.
I testi della presentazione sono stati curati dagli alunni della classe 1I
Approfondimenti di: Francesco Antonini e Michele Vajani
Fotografie di Tommaso Marchese