storia fisicaquantistica 10 10 15

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Aldo Desiderio Mario Desiderio
STORIA DELLA
FISICA
QUANTISTICA
Dal 1900 ai nostri giorni
Settembre 2015
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Prefazione al Presente Libro
Abbiamo semplicemente unito i nostri due libri con le dovute variazioni ed integrazioni. Aldo
aveva pubblicato nel 2011 “ Fisica quantistica e Medicina integrale “, abbracciando tutto il
periodo dal 1900 al 2009. Mario nel 2014 ha scritto “ Storia della Fisica quantistica dal 1900 al
1930 “, soffermandosi sulle biografie dei Fisici del trentennio e di quelli dell‟ottocento che
hanno dato un significativo contributo alla Quantistica. Abbiamo pensato di unire i nostri scritti
che si integrano benissimo, nell‟intento di dare maggiori informazioni ai lettori
Introduzione
Circa cento anni fa è successo qualcosa di strano nelle scienze fisiche : in tutta la comunità
scientifica sono sorte all‘improvviso idee nuove e stupefacenti sullo spazio e sul tempo, sulla
mente e sulla materia. Queste idee solo da qualche decennio cominciano a raggiungere i non
addetti ai lavori. La gente comune, che non ha mai sospettato che una grande rivoluzione del
pensiero umano sia già avvenuta, prende a familiarizzarsi con i concetti che hanno affascinato i
fisici di tre generazioni. La nuova Fisica è ormai maggiorenne.
I primi trent‘anni del secolo scorso hanno visto nascere due grandi teorie : la Teoria della
relatività e la Teoria dei quanti. La nuova Fisica non è solo un modello migliore del mondo fisico.
I Fisici hanno capito subito che le nuove scoperte richiedevano una riformulazione radicale degli
aspetti anche più fondamentali del reale. La nuova Fisica esige impostazioni audaci e impreviste :
così nuove, in effetti, che sembrano andare contro il più comune buon senso e accostarsi più al
misticismo che al materialismo.
Filosofi e teologi ( almeno i più aperti) cominciano solo di recente a cogliere i primi frutti di
questa rivoluzione. Anche la gente comune (almeno coloro che ricercano un più profondo
significato della vita) scopre di nutrire certe convinzioni sul mondo in generale che si accordano
stranamente con le conclusioni della nuova Fisica. Questa impostazione è apprezzata da psicologi
e sociologi.
Le idee fondamentali della nuova Fisica ci indicano un nuovo modo di valutare l‘uomo ed il suo
posto nell‘Universo, anche se bisogna sempre fare i conti con il conservatorismo e l‘ottusità degli
ambienti culturali in generale e accademici, o comunque ristretti all‘ambito dell‘istruzione, in
particolare, specialmente quelli italiani.
In quei famosi trent‘anni del secolo scorso la Fisica ha quindi conosciuto una rivoluzione che
ha scosso la comunità scientifica ed ha richiamato l‘attenzione in misura prima mai vista sul
rapporto tra osservatore e mondo esterno. Si tratta, in particolare della Teoria dei quanti o Teoria
quantistica : essa, un pilastro di quella che oggi chiamiamo nuova Fisica, dimostra
scientificamente, al di là di ogni dubbio, che la consapevolezza ha un ruolo essenziale per la
natura stessa della realtà fisica.
La teoria quantistica ha ormai quasi un secolo di vita, eppure è strano come soltanto da
qualche decennio le idee stupefacenti di cui è portatrice comincino a giungere ai profani.
Malgrado ciò, si comincia ad intuire che la nuova Fisica ci fornisce una interpretazione
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stupefacente ma attendibile della natura e del reale e che è impossibile ignorare la rivoluzione
quantistica nella ricerca del significato della nostra stessa esistenza.
La Teoria quantistica è una branca della Fisica moderna con applicazioni prevalentemente
pratiche. Dobbiamo alla teoria dei quanti il laser, il microscopio elettronico, il transistor ed i
microchips, i superconduttori, l‟energia nucleare. In un sol colpo essa spiega i legami chimici,
la struttura dell‘atomo e del nucleo atomico, la conduzione dell‘elettricità, le proprietà
meccaniche e termiche dei solidi, i meccanismi di collassamento stellare ed innumerevoli altri
importanti fenomeni fisici.
Pochi Fisici professionisti si soffermano a meditare sulle bizzarre implicazioni filosofiche
della Fisica quantistica : eppure fin dal suo concepimento, o quasi, ci si è resi conto che essa è
davvero molto strana. La Teoria quantistica è nata dall‘esigenza di spiegare certi fenomeni fisici
che la Fisica classica non riusciva a spiegare, in particolare il comportamento degli atomi e delle
particelle che li costituiscono : essa si occupa, pertanto, in primo luogo del mondo microscopico.
Si sapeva da tempo che certi processi fisici, quali ad esempio la radioattività, appaiono
casuali e imprevedibili. Gli atomi radioattivi, se presi in gran numero, obbediscono alle leggi
della statistica; ma è impossibile predire l‘attimo esatto in cui un singolo atomo decade. Tutti i
fenomeni atomici e subatomici sono impossibili a determinarsi : per spiegare i motivi di ciò
occorre rivedere non solo i principi della Fisica classica, ma rivedere radicalmente tutti i principi,
come si suole dire, dettati dal buon senso comune. Il fattore quantico rompe la catena delle cause
e fa sì che vi siano effetti privi di causa. Ma per arrivare a ciò ci sono voluti trent‘anni di sforzi
sovrumani di scienziati di tutto il mondo con furibonde lotte e polemiche che coinvolsero tutti i
premi Nobel per la Fisica del tempo.
E‘ semplicemente fantastico ed infinitamente emozionante ripercorrere storicamente quei
meravigliosi trent‘anni che sconvolsero la Fisica (*) ed anche i successivi fino ad oggi. Per
questo mi sono accinto con Aldo a scrivere queste pagine che comunque riportano indietro agli
indimenticabili anni degli studi universitari, quando iniziò la magia della Fisica quantistica. Vi
sono centinaia di ottimi libri scritti sulla Fisica quantistica e sulla storia della Teoria dei quanti,
non c‘era certamente bisogno di questo modesto contributo. Ma questa scrittura rende
enormemente felice e speriamo di poter giungere a tutti gli amici che vorranno leggere e che
daranno preziosi consigli per migliorare la comprensibilità del testo; tutto quello che facciamo
somiglia ad un infinita tela di Penelope.
(*) George Gamow, Thirty years that shook Phisics, New York 1966
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Bibliografia
F. Capra: Il tao della fisica , 1975
F. Capra : Il punto di svolta
M. Talbot : Tutto è uno
B. Brennann : Mani di luce
Abraham Pais :Subtleis the Lord ( Sottile è il Signore…ma non malevolo )
F. Capra : La rete della vita
R. Sheldrake : Il potere straordinario degli animali
Karl Pribram: La comunicazione Mente/Corpo
P. Davies : Dio e la Nuova Fisica
K.Wilber : Lo spettro della coscienza
P. Davies : Una fortuna cosmica
M. Teodorani :Entanglement
M. Teodorani : La fisica dell‘infinito
A. Aczel :Entanglement
H.Reichenbach : La nascita della filosofia scientifica
F. Ghirardi : Un occhiata alle carte di Dio
G. Gamow : Quello che ha veramente detto Einstein
E. Laszlo : Cosmos
L. McTaggart : La scienza dell‘intenzione
M. Teodorani : Sincronicità
B. Hoffman : Einstein creatore e ribelle
Massimo Teodorani : Tesla, lampo di genio.
E. Laszlo : La scienza e il campo Akashico
Davide Fiscaletti : Prospettive alla ricerca del Graal
B. Lipton : Evoluzione spontanea
David Bohm :Wholeness and the Implicate Order
A. Zeilinger: Il Velo di Einstein
F.Coniglione : <<Introduzione alla filosofia della Scienza>>
P. Greco :<< Dizionario Asimmetrico di filosofia, Einstein e il ciabattino>>
L. Geymonat :<< Enciclopedia della filosofia e della scienza
B. Green: << La trama del Cosmo>>
J. Barrow : << Il principio Antropico >>
Lee Smolin :<<La Vita del Cosmo >>
M. Lachieze-Rey :<<Oltre lo spazio e il tempo >>
J.P.Luminet : << Finito o infinito >>
Jeffrey Satinover :<< Il cervello Quantico >>
M.Potenza :<< L‘Universo di Einstein >
Kaiser : Come gli hippie salvarono la fisica.
Zukav : La danza dei maestri di Wu Li
Goswami : guida quantica all‘illuminazione
Nitamo Montecucco : Cyber
Larry Dossey : Spazio e tempo in medicina
J.W. Kane, M.M. Sternheim, La Fisica moderna, MSEI Editori
Aldo desiderio :
<< Il sogno di Einstein si sta avverando>> (2001), <<Fisica quantistica e
medicina integrale (2011), <<Quantimistica (2013)
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INDICE
Prefazione
Introduzione
Bibliografia
Prologo
pag.
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PRIMA PARTE
1900, Max Planck ,la Quantizzazione
1905, Albert Einstein
1913, Niels Bohr
1920, Arnold Sommerfeld
1922, Esperimento di Stern e Gerlack
1924, La statistica di Bose-Einstein
1924, Wolfgang Pauli: Principio di esclusione
1924, Louisde Broglie: Onda e corpuscolo
1925, Heisemberg: LeMatrici
1925, Schroedinger: Equazioned‟onda
1926, Max Born:
Probabilità
1927, Heisenberg: Indeterminazione
1927, Bohr:
Complementarietà
1926, Fermi-Dirac, La nuova statistica
1927-1930:
I Congressi Solvay
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SECONDA PARTE
VERSO L‟ ENTANGLEMENT
1935 - Einstein e l‟esperimento Mentale EPR
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1952 - Bohm : Entanglement e Connessioni Non-Locali
73
1963 - Bell e il criterio matematico dell‟Entanglement
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1970 - Jack Sarfatti
76
1974 - C.H.S.H. : la prima verifica sperimentale
80
1975 – Faraci- Selleri. Catania e Bari
81
1977 - Fritjof Capra e il Misticismo
83
1983 - Aspect : la prova definitiva dell‟Entanglement
88
2004 - Gisin e Zeilinger : la conferma ulteriore
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2009- Rosenbaum e Zeilinger : Entanglement nel Macroscopico
91
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TERZA PARTE
L „ UNIVERSO
OLOGRAFICO IN
ENTANGLEMENT TOTALE
UN
OCEANO
DI
ENERGIA IN
1 - Bohm : l‟Ordine Implicato e l‟Universo Olografico
93
2 - Gabor e l‟OLOGRAMMA
100
3 - Pribram : visione Olografica del cervello
103
4 - Brennan e il Campo Energetico Universale
111
5 - Sheldrake e i Campi Morfogenetici
116
6 - Laszlo e Il campo Akashico
122
7 - Penrose e la formazione della Coscienza
123
8 - Teodorani : la Vita come risonanza di un unico Campo
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9 - Amit Goswami : integrazione Quantistica e Spiritualità
127
10 - Quantistica e Medicina in Dossey e Montecucco
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PROLOGO
FISICA CLASSICA E
FISICA MODERNA
La Fisica moderna ha avuto una profonda influenza su quasi tutti gli aspetti della società,
andando al di là della tecnologia : si estende all‘ambito del pensiero e della cultura, dove ha
determinato una profonda revisione della concezione che l‘uomo ha dell‘Universo.
Nel Novecento l‘esplorazione del mondo atomico e subatomico ha rivelato un inaspettato
limite delle concezioni classiche ed ha reso necessaria una revisione radicale di molti dei nostri
concetti fondamentali. Il concetto di materia nella Fisica subatomica è completamente diverso
dall‘idea tradizionale di sostanza materiale nella Fisica classica. La stessa cosa vale per concetti
quali spazio e tempo o causa ed effetto.
Questi cambiamenti determinati dalla Fisica moderna sono stati ampiamente discussi da Fisici
e Filosofi negli ultimi decenni ma raramente ci si è resi conto che essi sembrano condurre tutti
nella stessa direzione, verso una visione del mondo che somiglia molto alle concezioni del
misticismo orientale.
Queste impressioni furono già rilevate da alcuni grandi Fisici dell‘inizio del Novecento
quando vennero in contatto con la cultura dell‘Estremo Oriente nei loro giri di conferenze in
India, Cina e Giappone. Il grande contributo scientifico alla Fisica teorica venuto dal Giappone
dopo l‘ultima guerra può essere un indice dell‘esistenza d‘un certo rapporto tra le idee filosofiche
presenti nella tradizione orientale e la sostanza filosofica della Teoria quantistica.
La Fisica quantistica e la Teoria della Relatività – le due teorie fondamentali della Fisica del
XX secolo- ci obbligano entrambe a considerare il mondo in modo molto simile a quello degli
Indù, dei Buddisti, dei Taoisti. In generale, la Fisica moderna ci porta ad una concezione del
mondo che è molto simile a quella dei mistici di tutti i tempi, di tutte le tradizioni.
Le corrispondenze con la Fisica moderna non si riscontrano soltanto nei Veda dell‘Induismo,
nell‘I King, o nei sutra dei Buddisti, ma anche nei frammenti di Eraclito, nel Sufismo di Ibn
Arabi e negli insegnamenti di Don Juan, lo stregone yaqui.
Se La Fisica ci porta oggi ad una concezione del mondo che è sostanzialmente mistica, in
qualche modo essa ritorna alle sue origini, a duemilacinquecento anni fa. E‘ interessante seguire
l‘evoluzione della scienza occidentale lungo il suo percorso a spirale che, partendo dalle filosofie
mistiche dei primi filosofi greci, cresce e si dispiega in un impressionante sviluppo di pensiero
intellettuale, allontanandosi progressivamente dalle sue origini mistiche fino a giungere ad una
concezione del mondo in netto contrasto con quelle orientali. In alcuni suoi aspetti particolari,
come la Fisica quantistica, la scienza occidentale sta finalmente ritornando alle filosofie dei Greci
più antichi. Questa volta non si basa soltanto sull‘intuizione ma anche su esperimenti di grande
precisione e raffinatezza e su un formalismo matematico rigoroso e coerente.
Le radici della Fisica, come di tutta la scienza occidentale, vanno ricercate nel primo periodo
della filosofia greca, nel sesto secolo a.C., in una cultura nella quale scienza, filosofia e religione
non erano separate. I saggi della scuola di Mileto nella Ionia non erano interessati a tale
distinzione. La loro aspirazione era scoprire la natura essenziale, ovvero la costituzione reale,
delle cose che essi chiamavano φΰσις(fiusis). Il termine ―fisica” deriva da questa parola greca e
perciò significava originariamente lo sforzo di scoprire la natura essenziale di tutte le cose. La
filosofia della scuola di Mileto era fortemente permeata di misticismo.
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La cultura greca successiva definì i filosofi della scuola di Mileto <<ilozoisti>>, cioè coloro
che pensano che la materia sia animata, poiché non facevano alcuna distinzione tra animato ed
inanimato, tra spirito e materia. In effetti, essi non avevano neppure un termine per indicare la
materia, in quanto consideravano tutte le forme di esistenza come manifestazioni della “ φΰσις ―,
dotata di vita e di spiritualità. Così Talete sosteneva che tutte le cose sono piene di dèi e
Anassimandro concepiva l‘Universo come una specie di organismo alimentato da uno
<<pneuma>>, il respiro cosmico, allo stesso modo in cui il corpo umano è alimentato dall‘aria.
La concezione monistica e organicistica della scuola di Mileto era molto vicina a quella delle
antiche filosofie indiana e cinese e le corrispondenze con il pensiero orientale sono ancora più
forti nella filosofia di Eraclito di Efeso. Eraclito credeva che il mondo fosse in perenne
mutamento, in eterno <<Divenire>> . Per lui la staticità dell‘essere era pura illusione. Riteneva
che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall‘azione reciproca dinamica e ciclica dei
contrari, e pensava ogni coppia di contrari come unità. A questa unità, che contiene e trascende
tutte le forze opposte, dava il nome di ―Logos”.
La rottura di questa unità cominciò con la scuola ―eleatica”, secondo la quale
esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli dèi e di tutti gli uomini. Ebbe così inizio una
tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia,ad un dualismo
che divenne caratteristico della filosofia occidentale. Il maggiore esponente di questa filosofia fu
Parmenide di Elea che riteneva impossibile il mutamento e giudicava pure illusioni dei sensi i
cambiamenti che a noi sembra percepire nel mondo.
Nel quinto secolo a.C. i greci tentarono di superare l‘acuto contrasto tra le concezioni di
Eraclito e quelle di Parmenide. Allo scopo di conciliare l‘idea dell‘essere immutabile (di
Parmenide) con quella dell‘eterno Divenire (di Eraclito), essi sostennero che l‘Essere è manifesto
in certe sostanze invariabili le quali, mescolandosi e separandosi, danno luogo ai mutamenti.
Questo portò al concetto di ―atomo” , la più piccola unità indivisibile di materia, che trovò la sua
espressione più chiara nella filosofia di Democrito. Gli atomisti greci tracciarono una netta linea
di separazione tra spirito e materia, immaginando la materia composta di diversi <<mattoni
fondamentali>>. Queste erano particelle passive, la cui causa di moto non veniva spiegata ma
veniva associata a forze esterne di origine spirituale diverse dalla materia.
Nei secoli successivi questa immagine divenne un elemento essenziale del pensiero occidentale,
del dualismo tra mente e materia, tra corpo e anima.
I filosofi, pertanto, rivolsero l‘attenzione al mondo spirituale, all‘anima umana, ai problemi
etici e ciò occupò il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l‘apice raggiunto dalla
scienza e dalla cultura greca nel quinto e quarto secolo a.C.
Le conoscenze scientifiche dell‘antichità vennero sistematizzate da Aristotele secondo uno
schema che durò duemila anni! Ma Aristotele stesso era convinto che i problemi riguardanti
l‘anima umana fossero più importanti dell‘indagine del mondo materiale. Un ulteriore sviluppo
della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel Rinascimento, quando ci si liberò
dell‘influenza di Aristotele e della Chiesa e si mostrò un rinnovato interesse per la natura. Verso
la fine del Quattrocento lo studio della natura fu affrontato per la prima volta con spirito
realmente scientifico.
Si arrivò alla formulazione di teorie scientifiche basate sull‘esperimento ed espresse nel
linguaggio della Matematica. Galilei fu il primo a combinare conoscenza empirica e Matematica
e perciò viene considerato il padre della scienza moderna. Nel Seicento Renè Descartes
(Cartesio) fondò la propria concezione della natura sulla separazione tra due realtà distinte ed
indipendenti, quella della mente (res cogitans) e quella della materia (res extensa). La
separazione ―cartesiana‖ permise di considerare la materia come inerte e completamente distinta
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da se stessi e di raffigurarsi il mondo materiale come una moltitudine di oggetti differenti riuniti
insieme in una immensa macchina.
Questa concezione meccanicistica del mondo fu sostenuta da Isaac Newton che su questa
base costruì la sua scienza della Meccanica e la pose a fondamento della Fisica classica. Il
modello meccanicistico newtoniano dominò il pensiero scientifico dalla seconda metà del
Seicento fino alla fine dell‘Ottocento.
La filosofia di Cartesio, oltre che per lo sviluppo della Fisica classica, ebbe una enorme
influenza su tutto il modo di pensare occidentale fino ai giorni nostri. La famosa frase di Cartesio
<<cogito ergo sum>> ha portato l‘uomo occidentale ad identificarsi con la propria mente invece
che con l‘intero organismo, pertanto l‘uomo moderno vive come un ―io‖ isolato all‘interno del
proprio corpo. La mente è stata divisa dal corpo ed ha ricevuto il compito, superfluo, di
controllarlo; ciò ha provocato un conflitto tra volontà cosciente e istinti involontari. Ogni
individuo è stato ulteriormente suddiviso in base alle sue attività, capacità, sentimenti, opinioni,
etc., in un gran numero di compartimenti separati, impegnati in conflitti inestinguibili, che
generano una continua confusione metafisica ed altrettanta frustrazione.
Questa frammentazione interna dell‟uomo rispecchia la sua concezione del mondo esterno,
che è visto come un insieme di oggetti e di eventi separati. Questa visione non unitaria è estesa
alla società che viene suddivisa in differenti nazioni, razze, gruppi religiosi e politici. Ciò provoca
una distribuzione delle risorse naturali incredibilmente ingiusta, disordine economico e politico,
un ambiente inospite, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente
insalubre.
La separazione operata da Cartesio, concezione meccanicistica del mondo, ha portato nello
stesso tempo benefici e danni. E‘ affascinante osservare come la scienza del XX secolo superi
oggi, con grande merito della Fisica quantistica, questa frammentazione e ritorni nuovamente
all‘idea di unità espressa nelle prime filosofie greche ed orientali.
L‘aspetto caratteristico della Fisica moderna è che quanto più penetriamo il mondo
microscopico, tanto più ci rendiamo conto che l‘uomo è giunto, finalmente, a considerare il
mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti, in moto continuo; l‘uomo è parte
integrante di questo sistema.
Peraltro, nelle istituzioni accademiche, la cultura occidentale è ancora in parte dominata da
una visione meccanicistica e frammentata del mondo. La Scienza, la Fisica in particolare, è
ancora tendenzialmente una disciplina limitata da un punto di vista culturale, che impedisce
all‘immaginazione di esprimersi liberamente, ciò conduce a tutti i guasti della moderna
tecnologia.
Oggi lo scienziato, il Fisico, ―deve‖ rendersi conto che esiste una sostanziale armonia tra lo
spirito della saggezza orientale e la scienza occidentale. La Fisica moderna deve andare ben al di
là della tecnologia, una via con un cuore, una via rivolta alla conoscenza spirituale ed alla
realizzazione di sé.
Tutto questo è iniziato agli inizi del secolo scorso ad opera di grandi Fisici che hanno fatto la
Storia della Fisica quantistica ed è proseguita dal dopoguerra ad oggi per merito di pochi
illuminati, non sempre ben visti dalla Comunità scientifica istituzionale e dal mondo accademico.
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E se il postino ci chiedesse : “ cosa sono i quanti”?
La teoria quantistica nasce nel 1900. E‘ nota con il nome di ―Fisica quantistica” anche se
all‘inizio e per diversi decenni è stata denominata ―Meccanica quantistica‖
perché
inizialmente coinvolgeva solo la Meccanica, che è una parte della Fisica, a sua volta divisa in
―Cinematica‖ che regola le leggi del moto, ―Statica‖ che studia l‘equilibrio dei corpi,
―Dinamica‖ che studia il movimento dei corpi in relazione alle cause che lo determinano, quindi
alle forze. La Fisica quantistica non sostituisce la Fisica classica ma la integra, la estende ai
fenomeni atomici e subatomici, alle leggi della Cosmologia ed in generale a tutti quei fenomeni
per i quali la classica non riesce a spiegarne le leggi. Successivamente è assurta anche a teoria
filosofica per le sue implicazioni in tutta la vita dell‘uomo e dell‘Universo intero. Deve il suo
nome alla parola latina―quantum, quanta‖ che significa : quantità definita, piccola e discreta,
non continua. Questo termine è rimasto in molte lingue straniere, la prima denominazione è
stata― Quantum Mechanics‖ , dove non si capisce la s plurale dato che la Meccanica è una e
non tante ed il primo che usò tale termine è stato il Fisico tedesco Max Planck che nel 1901
scrive un articolo su Annalen der Phisik denominato ― Elementarquanta der Materie und der
Elektricitat‖ . Nel 1905 A. Einstein introdurrà i ―quanti di luce‖ denominati poi ―fotoni”.
La peculiarità della Fisica quantistica è che l‘energia viene emessa ed assorbita non in modo
continuo (come previsto dalla Fisica classica) ma per quantità piccole e definite come ―quanti di
energia‖ ; ciò viene riportato come : ―quantizzazione dell‟energia― e viene esteso alla luce ed a
ogni forma di radiazione elettromagnetica. La Fisica quantistica si è sviluppata nel primo
trentennio del 900 interamente dai Fisici della vecchia Europa, che ancora una volta si dimostra
la culla del progresso dell‘uomo. Successivamente si estende al mondo intero ed ha dei
significativi sviluppi in Giappone dopo la seconda guerra mondiale ed in California negli anni 60
e 70 , ma è progredita fino ad oggi e prosegue ancora.Anche se non sempre è giusto ed utile fare
classificazioni e mettere dei limiti, possiamo affermare che la Fisica quantistica si basa su 8
fondamenti :
1.Principio di Quantizzazione
2.Principio di Dualità
3.Principio di Esclusione
4.Principio di Sovrapposizione
5.Principiodi Probabilità
6. Principio di Indeterminazione
7. Principio di Complementarietà
8. Non Località ed Entanglement
(Planck, Einstein, Bohr, 1900)
(De Broglie, 1924)
(Pauli, 1924)
(Schroedinger,1926)
(Max Born, 1926)
(Heisenberg, 1927)
(Niels Bohr, 1927)
( Einstein, 1935)
I primi 7 punti vennero sviluppati entro gli anni trenta del secolo scorso e costituiscono la base
della teoria quantistica ortodossa, quella che è rimasta famosa come ―Interpretazione di
Copenaghen ― poiché vi aveva sede il gruppo di Fisici diretto da Niels Bohr che diede il
maggiore contributo. Nel principio di Sovrapposizione è presente il concetto d i―Non Località ―
e Schroedinger è stato il primo che ha coniato il termine ―Entanglement‖. Proprio la non
località spinse Einstein a formulare l‘esperimento mentale EPR (Einstein, Podolski, Rosen) nel
1935, che ha dato origine a numerosi scontri tra i Fisici ma che alla fine ha consacrato (con David
Bohm, John Bell, F.Aspect) la realtà dell‘Entanglement che, assieme all‘Universo olografico,
costituisce la base della Fisica quantistica moderna, trampolino di lancio della ―Quantimistica”.
Ma andiamo con ordine e cominciamo dall‘inizio, torneremo ampiamente su questi punti
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1. QUANTIZZAZIONE
MaxPlanck
1900. MaxPlanck (1860- 1936), viennese, Fisico teorico e sperimentale, analizza i risultati di
laboratorio relativi alla radiazione del corpo nero, in cui aumentando progressivamente la
temperatura vengono emesse radiazioni elettromagnetiche di frequenza variabile. I dati
sperimentali, le misure,erano in disaccordo con la teoria classica allora vigente (la legge di Wien
(1860-1910). Planck, che era un conservatore, cercò inutilmente una soluzione nell‘ambito della
Fisica tradizionale ma non vi riuscì. Alla fine, per trovare accordo con i dati sperimentali,
formulò una ipotesi che rappresenta il battesimo della Fisica quantistica : Planck ipotizza che
l‘energia radiante non viene emessa con ―continuità‖ (come dettato dalle leggi della Fisica
classica) ma per quantità discrete ossia per ―quanti‖ (pacchetti) di Energia proporzionali alla
frequenza:
E = hf
dove h è una costante di proporzionalità che si chiamerà ―costante di Planck‖ ed f è la
frequenza delle onde a cui è associata l‘Energia ―quantizzata‖. Planck, suo malgrado, diventa
―rivoluzionario‖ come Galilei, Copernico e tanti altri. Ma vi arrivò dopo grande travaglio,
angoscia e perplessità. A denti stretti dovette ammettere che ―natura facit saltus” e abbandonò il
concetto classico di azione continua sostituendolo con il concetto, rivoluzionario, di azione
―quantizzata‖. Naturalmente la sua ipotesi viene accolta con molto scetticismo e lo stesso Planck
la considera
― un artificio matematico‖ piuttosto che una svolta radicale.
Planck ricevette il Nobel per la Fisica nel 1918.
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1905 : Albert Einstein (1879-1955), un Fisico non ancora conosciuto dal mondo accademico
dell‘epoca, impiegato dell‘ufficio brevetti di Berna, pubblica nel 1905 sugli Annalen der Phisik
sei articoli scientifici, sei razzi fiammeggianti (così li definì in seguito Louis De Broglie) che
illuminano improvvisamente il cielo buio della Fisica
1)Il 17 Marzo pubblica : ―Su un punto di vista euristico circa la generazione e la
trasformazione della luce‖ in cui tratta l‘effetto fotoelettrico ed ipotizza ―il quanto di luce‖ (per
questo articolo avrà il premio Nobel per la Fisica nel 1922).
2) Il 30 Aprile pubblica la sua tesi del dottorato di ricerca : ―Su una nuova determinazione
delle dimensioni molecolari”, dove affronta la teoria atomica.
3) L‘11 Maggio pubblica: ‖Sul moto di particelle in sospensione in un fluido in quiete”,
riguarda il moto browniano come previsto dalla teoria cinetica del calore.
4) Il 30 Giugno pubblica :
―Elettrodinamica dei corpi in movimento”.
5) Il 27 Settembre pubblica : “ L‟inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto di
energia? “ , che contiene la storica relazione E = mc2 .
6) Il 19 Dicembre pubblica : “Sulla teoria del moto browniano” .
Nel primo dei sei articoli pubblicati, Einstein analizza l‘effetto fotoelettrico e, riprendendo
l‘ipotesi quantistica di Planck, conclude che la luce (radiazione elettromagnetica) si comporta
come un gas costituito da particolari corpuscoli, i quanti di luce, che lui chiama “fotoni” aventi
Energia proporzionale alla frequenza così come i quanti di Planck :
E = hf . Anche lui
―rompe ― con la Fisica classica e prevede l‘ipotesi rivoluzionaria di un nuovo dualismo in natura,
il dualismo ―onda/corpuscolo ― , estende cioè il concetto di ―quanto di energia‖ non solo alla
luce ma a tutti i fenomeni meccanici, quando vengono considerati su scala atomica. Con questa
sua ipotesi i risultati sperimentali sull‘effetto fotoelettrico sono in perfetto accordo. Mai particella
fu più osteggiata del fotone ipotizzato da Einstein. Contro la sua esistenza ha a lungo militato
persino Niels Bohr che, come vedremo, diventerà uno dei padri fondatori della Fisica quantistica
ed il caposcuola della ―interpretazione di Copenaghen‖ che è universalmente riconosciuta come
l‘ortodossia della Quantistica. Il concetto di ―fotone” verrà accettato dalla maggioranza dei Fisici
soltanto nel 1923, quando il Fisico Arthur Compton (Nobel per la Fisica nel 1927)(*) dimostra
per via sperimentale che, nell‘urto fotone-elettrone, il fotone ne usciva con frequenza (quindi
energia) minore per averne ceduto una parte all‘elettrone, sotto forma di energia cinetica.
Compton usò raggi X come sorgente di fotoni e questo è già una verifica della validità della
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teoria quantistica, poiché soltanto con quest‘ultima si riesce a spiegare la natura e la generazione
di raggi X. Già nel 1916 il Fisico statunitense Robert Millikan (**) aveva dimostrato
sperimentalmente l‘esistenza appunto del fotone, ma non aveva ricevuto consensi.
L‘effetto fotoelettrico, etimologicamente, consiste nella generazione di elettricità dalla luce. Il
primo ad osservare questo fenomeno fu Heinrich Hertz (***) nel 1887 ma il primo a coniare il
termine “fotoelettrico” fu il Fisico Augusto Righi(****), docente presso l‘Università di Bologna,
che nel 1888 osservò come una lastra di metallo colpita da radiazioni ultra violette si caricava
positivamente per cui perdeva elettroni (negativi). Le lezioni di Righi erano seguite dal giovane
Guglielmo Marconi che nel 1895 sperimentò per primo la trasmissione e la ricezione di onde
elettromagnetiche. L‘effetto fotoelettrico viene osservato quando particolari sostanze, se
illuminate da luce, emettono elettroni che danno origine ad una corrente elettrica. Naturalmente
non avviene con tutti i materiali ma in particolare con metalli ed alcalini che sono monovalenti ed
hanno un solo elettrone periferico che, già a temperatura ambiente, è libero di muoversi
all‘interno del reticolo cristallino tra gli atomi. Se ciò avviene in una ampolla di vetro sottovuoto
in cui di fronte al materiale colpito da luce vi è una placca metallica collegata al polo positivo di
una batteria il cui negativo è collegato al materiale fotosensibile, quando quest‘ultimo è colpito
da luce vengono emessi elettroni che, attirati dal positivo, danno luogo ad una corrente elettrica.
In sostanza la radiazione luminosa cede energia agli elettroni del metallo che acquistano energia
cinetica sufficiente ad essere espulsi. Questo è il principio di funzionamento delle moderne
cellule fotoelettriche, che usano come materiale fotosensibile un composto di Argento e Cesio
oppure un semiconduttore. Quello che si registra sperimentalmente è che ciò avviene a partire da
una particolare ―soglia‖ di frequenza (tipica del materiale fotosensibile) dell‘onda incidente e
non dipende dalla sua intensità. A partire dalla frequenza di soglia, l‘energia ceduta agli elettroni
foto emessi è proporzionale alla frequenza stessa della radiazione incidente. Quanto descritto è in
totale contrasto con la teoria della Fisica classica, secondo la quale l‘energia degli elettroni
avrebbe dovuto essere proporzionale all‘intensità della luce incidente.
(*) Arthur Compton (1892 – 1962)
nasce nello stato dell‘ Ohio ma la sua famiglia era di
origini europee. Suo fratello maggiore era stato direttore dell‘Istituto di Fisica di Princeton (dove
insegnò Einstein) e poi Presidente del Massachussets Institute of Tecnology.
Arthur Compton
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E‘ amante della vita all‘aperto, sportivo praticante di Atletica leggera, a quindici anni vola
con gli alianti, poi compie esplorazioni paleontologiche ed osservazioni astronomiche. Suo
fratello lo indirizza agli studi di Fisica. Frequenta a Princeton e si laurea in Fisica nel 1916, nel
1918 ottiene il Ph.D (dottorato di ricerca).
Fu il primo Fisico americano a percepire le qualità creative degli scienziati europei e ad
assimilarle. Insegna all‘Università del Minnesota, collabora con la General Electric nel campo
delle lampade fluorescenti, lavora alla Westinghouse sull‘assorbimento dei raggi X e ne studia le
proprietà con E.Rutherford al Cavendish Laboratory. Effettua esperimenti sui raggi X
monocromatici presso la Washington University dove diviene Direttore dell‘Istituto di Fisica, poi
nel 1923 passa all‘Università di Chicago dove rimane per 22 anni.
Nel maggio del 1923 pubblica su Phisical Review un articolo in cui descrive l‘esperimento che
dimostra quello che passa alla Storia come ―Effetto Compton‖: Un urto elastico tra un fotone da
radiazione X ed un elettrone, (vedi figura)
Dopo l‘urto, l‘elettrone viene deviato ed ha una energia misurabile dalla sua quantità di moto
meve . Il fotone, dopo l‘urto, devia di un angolo ϕ , ha una energia minore (per averne ceduta una
parte all‘elettrone) ed una lunghezza d‘onda maggiore (frequenza minore) di quella che aveva
prima dell‘urto. Per un urto elastico vale il Principio di conservazione dell‘Energia. Con semplici
calcoli trigonometrici, Compton calcolò la variazione della lunghezza d‘onda dei raggi X deviati
e dimostrò pertanto che un‘onda ( raggi X) si comporta come un corpuscolo e quindi può essere
assimilabile ad una particella (appunto il fotone).
Compton per i suoi esperimenti si avvalse di una grande scatola nera (vedi figura) in cui vi
era una sorgente di raggi X che, dopo essere stati collimati, incidono su un cristallo di grafite.
Una camera a ionizzazione rivela le tracce dei raggi X deviati e degli elettroni colpiti.
L‘esperimento di Compton non fu comunque subito accettato; ci vollero il contributo del Fisico
inglese Paul Maurice Dirac (1902-1984) (^), che vi applicò la teoria quantistica relativistica, e
l‘applicazione del Principio di Indeterminazione di Heisenberg. Nel 1927 Arthur Compton fu il
primo americano a ricevere il Nobel per la Fisica. Compton proseguirà studi ed esperimenti sulla
diffusione dei raggi X e sui raggi gamma. Girò per vari punti della Terra per misurare i raggi
cosmici e misurò le diverse intensità di questi ultimi al variare della Latitudine, per quello che
chiamerà ―effetto geomagnetico‖. Sperimentò ancora elettroni accelerati che urtano fotoni a
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bassa energia in quello che chiamò effetto Compton inverso : i risultati furono molto utili nello
studio dell‘Astrofisica. Sia W.Heisenberg che E.Schroedinger trassero molto aiuto dai suoi
lavori sui raggi X polarizzati.
Dal 1941al 1945diresse un progetto mirante ad ottenere Plutonio per scopi militari. Nel 1956
pubblica “Atomic question‖in cui descrive le ricerche sulla realizzazione della bomba atomica.
(**) Robert Millikan (1868 – 1953) , nasce a Morrison (USA) e si laurea in discipline
classiche all‘Oberlin College (Ohio) nel 1891. Dopo la laurea si comincia ad interessare alle
questioni scientifiche, studia ed ottiene il Dottorato in Fisica presso la Columbia University nel
1895.
Nel 1910 pubblica i risultati del suo celebre esperimento della goccia d‟olio in cui misura la
carica elettrica dell‘elettrone. Successivamente il Fisico Felix Ehrenhaft dichiarò di avere
compiuto esperimenti che dimostravano l‘esistenza di cariche elettriche inferiori a quelle
dell‘elettrone. Millikan riprese le sue esperienze e nel 1913 può affermare che non esistono
cariche frazionarie. Nel corso dei suoi esperimenti si imbatte nell‘effetto fotoelettrico ma
inizialmente respinge l‘idea corpuscolare dei fotoni avanzata da Einstein. Successivamente, nel
1916 riprende i lavori ed alla fine dimostra sperimentalmente l‘ipotesi di Einstein sulla energia
dei fotoni e dello stesso elettrone emesso per effetto fotoelettrico, energia che dipende soltanto
dalla frequenza dell‘onda elettromagnetica incidente, come aveva ipotizzato Einstein. Nello
stesso anno pubblica i risultati di uno studio su elettroni emessi dal Sodio, che contraddiceva
l‘aspetto ondulatorio della luce così come prevista da Maxwell.
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(***) Heinrich Hertz nasce ad Amburgo nel 1857 da una famiglia di origini ebraiche. Frequenta
le Università di Berlino, Dresda, Monaco di Baviera studiando Scienze ed Ingegneria con i
Docenti Gustav Kirchoff ed Herman von Helmotz. Si laurea nel 1880 e nell‘83 ottiene la cattedra
di Fisica all‘Università di Kiel. Nell‘85 passa all‘Università
Di Karlsruhe e qui scopre le onde elettromagnetiche e nell‘87, a seguito dell‘esperimento di
Michelson e Morley che escludeva la presenza dell‘etere, riformula le celebri equazioni di
Maxwell (^^) che ne prevedevano l‘esistenza. Scopre anche l‘effetto fotoelettrico. Muore a soli
36 anni per una granulomatosi. In suo onore l‘unità di misura della frequenza di tutte le
grandezze periodiche è l‘Hertz (n.° di cicli al secondo).
(****) Augusto Righi nasce a Bologna nel 1850. A 22 anni consegue il diploma di Ingegnere
civile con una tesi su una sua idea che realizzò costruendo ―l‟elettrometro a induzione”, passato
inosservato ma nel 1933 ispirò la costruzione dell‟acceleratore di Van De Graaf, usato da allora
nelle ricerche di Fisica atomica e nucleare. Diviene professore di Fisica all‘Università di Bologna
nel 1874 succedendo ad Arturo Pacinotti. Nel 1980 vince la cattedra all‘Università di Palermo,
nell‘85 passa a Padova e nell‘89 torna a Bologna dove rimase fino alla morte.
Augusto Righi
Nel 1878 presenta all‘Accademia delle scienze un <<telefono che si sente a distanza>> . Il
microfono era originale, basato sulle proprietà di opportune polveri che variano la loro resistenza
elettrica col variare della pressione acustica. Il ricevitore era un altoparlante costituito da due
membrane concentriche, una di pergamena ed una metallica, azionata da un elettromagnete.
Questo originale sistema, benché funzionante, passò inosservato.
Nel 1887 l‘effetto termomagnetico, detto oggi effetto Leduc-Righi. Nel 1888 scoprì che una
lastra metallica, investita di luce ultravioletta, si carica di elettricità positiva quindi emette
elettroni negativi: Righi coniò il termine <<fotoelettrico>> denominando così l‘effetto relativo,
che fu ingiustamente attribuito a W.Hallwacs che lo aveva ipotizzato ma non sperimentato mesi
prima.
Nel 1893 inizia i suoi più importanti esperimenti sulle onde elettromagnetiche, che H.Hertz
aveva già sperimentato dal 1887 utilizzando onde di 66 cm. Righi utilizzò onde di lunghezza
minore pari a 2,5 cm e 10,6 cm con le quali riprodusse tutti i fenomeni tipicamente ―ottici‖ come
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riflessione, rifrazione, interferenza, diffrazione etc.. Per primo realizzò la doppia rifrazione.
L‘apparecchiatura da lui usata, un oscillatore a sfere, fu poi utilizzato e migliorato da Guglielmo
Marconi, che aveva assistito alle prove di laboratorio del Professore Righi, nei suoi primi
esperimenti sulla trasmissione e ricezione delle onde elettromagnetiche. Righi pubblicò nel 1897
un testo riassuntivo di tutti i suoi studi e dei suoi lavori sperimentali intitolato <<L‟ottica delle
oscillazioni elettriche>>.
Appena ha notizia della scoperta dei raggi X (1896) da parte di Wilhelm Rontgen (^) , ne
inizia lo studio mettendo in evidenza l‘azione ionizzante. Nel 1898 realizza esperienze
sull‘effetto Zeeman e ne verifica l‘esistenza anche nel campo degli spettri energetici a bande.
(^) Wilhelm Conrad Roentgen nasce a Lenepp, Germania, nel 1845, ma compie gli studi delle
scuole primarie e secondarie in Olanda dove il padre si era trasferito. Viene ammesso al
Politecnico di Zurigo nel 1865 dove si diploma ingegnere nel 1868 seguendo i corsi dei famosi
Fisici J.Clausius e A.Kundt. Nel 1870 quest‘ultimo si trasferisce a Wurzburg come docente di
Fisica e porta con sè Rontgen come suo assistente. Nel 1874 viene nominato Privatdozent a
Strasburgo, nel 1875 docente di Matematica e Fisica alla Scuola tecnica di Agricoltura di
Hohenheim. Torna a Strasburgo, nel 1876,dove diviene Docente di Fisica teorica (senza cattedra)
e, nei successivi tre anni, pubblica una quindicina di articoli su: teoria dei gas, calori specifici,
fenomeni legati a scariche elettriche, proprietà elettriche dei cristalli, potere rotatorio di un campo
magnetico. Costruisce apparecchi ingegnosi come un barometro aneroide a specchio. Nel 1879
viene nominato Professore titolare di Fisica a Giessen dove scrive ancora una quindicina di
pubblicazioni sulle proprietà piro e piezo elettriche dei cristalli, sull‘assorbimento
dell‘irraggiamento del vapore acqueo, sulla viscosità e sull‘indice di rifrazione dei liquidi;
Wilhelm Roengten
Infine, studiando il movimento di un corpo isolante in un campo elettrico, aprì la strada ai
concetti della Teoria della relatività che Einstein elaborò quarant‘anni dopo. Nel 1888 viene
chiamato a Wurzburg come Direttore dell‘Istituto di Fisica.
La sera dell‘otto Novembre 1895 (l‘anno in cui Marconi fece il suo primo esperimento di
trasmissione radiotelegrafica), solo nel suo laboratorio, realizza la grande scoperta , quella dei
raggi X, che si chiameranno, in seguito in suo onore, raggi Rongten. Stava studiando i fenomeni
connessi alla scarica elettrica nei gas rarefatti all‘interno dei tubi di Crookes, quando scoprì che i
raggi catodici colpendo l‘anodo metallico emettevano una radiazione molto penetrante con una
frequenza al di sopra dello spettro luminoso : non sapendo cosa fossero, li chiamò ―raggi X” e la
sera del 22 Dicembre dello stesso anno fece, per caso, la prima radiografia alla mano di un suo
collega. Nel 1900 diviene Direttore dell‘Istituto di Fisica di Monaco di Baviera, fino al 1920.
Morì, nel 1903,in questa città dove nel 1962 lo scultore Erich Reuter eresse un monumento in cui
simbolizza la penetrazione dei raggi X nella materia. Nel 1901 aveva ricevuto il Nobel per la
Fisica.
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1913 :Niels Bohr (1885- 1962)
Il giovane Fisico danese ottenne il Dottorato in Fisica nel 1911 a Copenaghen,dove era nato
nel 1885. Si trasferisce a Manchester dove opera il neozelandese Ernest Rutherford (1871- 1937)
(°°), uno dei grandi Fisici dell‘epoca, famoso per avere introdotto il modello planetario
dell‘atomo dopo lunghe osservazioni sperimentali. Rutherford aveva iniziato a Cambridge con il
Fisico inglese J.J. Thomson (1856-1940) (°) che nel 1897 aveva dimostrato che i raggi catodici
sono fasci di particelle cariche negativamente : ― Aveva scoperto ….. gli elettroni‖, particelle
elementari di cui nel 1905 Robert Millikan misurerà la carica elettrica.
E‘ proprio Thomson a proporre il primo modello di atomo: <<Una torta sferica con carica
elettrica positiva “farcita” di semi (gli elettroni) di carica elettrica negativa>>. Rutherford,
assieme a Thomson, dimostra sperimentalmente che i raggi radioattivi emessi dall‘Uranio (
scoperti dal francese Antoine Henri Becquerel nel 1896, seguito dai coniugi Curie che nel 1903
scoprono il Radio), da due diverse componenti : i raggi alfa (molto penetranti) ed i raggi beta,
entrambi formati da particelle elettricamente cariche.
In seguito Rutherford, che è Fisico
sperimentale di grande classe, dimostra che i raggi beta sono elettroni mentre i raggi alfa sono
atomi di Elio ionizzati, con doppia carica positiva. Successivamente Rutherford emigra in Canada
dove, assieme al Chimico Frederick Soddy, dimostra che gli atomi non sono stabili e che la
radioattività è una manifestazione di questa instabilità. Per questa scoperta avrà, nel 1908, il
Nobel per la Chimica (!).
Tornato in Inghilterra, decide di realizzare il più famoso dei suoi esperimenti : bombarda con
raggi alfa, positivi, una sottile lamina d‘oro e vede, con grande sorpresa, che le cariche di ioni
Elio vengono deviate ed alcune rimbalzano indietro come proiettili. Rutherford, come
spiegazione, propone il modello planetario per l‘atomo con un nucleo centrale in cui è
concentrata la carica positiva e cariche negative (gli elettroni) che vi ruotano attorno come
pianeti.
Quando Rutherford incontra Niels Bohr sostiene, ammirato : ―E‟ il ragazzo più intelligente che
abbia mai incontrato”.
Bohr nasce a Copenaghen, figlio di un noto professore di fisiologia. E‘ un giovane colto, amante
del calcio. Molto pignolo, si accorge subito che il modello planetario per l‘atomo non è efficace :
Se gli elettroni orbitassero intorno al nucleo come i pianeti intorno al Sole, secondo la Fisica
classica si muoverebbero di moto accelerato, di conseguenza dovrebbero perdere energia e
schiantarsi sul nucleo.
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E‘ una incongruenza che Bohr supera, anche lui rompendo col passato, introducendo la
discontinuità di azione di Planck (quantizzazione) nel cuore dell‘atomo. Postula (!) che i raggi
delle orbite elettroniche non variano in modo continuo, ma assumono solo valori discreti. In altri
termini gli elettroni possono ruotare attorno al nucleo solo seguendo precise orbite ―quantizzate‖.
Egli ipotizzò che i raggi delle orbite attorno al nucleo variassero in modo esponenziale, così che
se r1 è il raggio della prima orbita, il raggio della seconda sarà r 12, quello della terza r13 e così
via. Ad ogni orbita corrisponde un valore di Energia possibile, per cui si stabiliscono dei ―livelli
energetici‖. Il valore dell‘Energia è multiplo di un valore minimo secondo un numero intero―n‖,
che viene chiamato ―numero quantico principale‖ ed è legato al raggio dell‘orbita in modo che
ad n= 1 corrisponde la prima orbita, ad n = 2 la seconda , e così di seguito; i possibili raggi
orbitali sono poi legati dalla relazione :
rn = a0 n2 /Z ,
n = 1, 2, 3, 4……..
dovern è il raggio dell‘orbita ennesima, Z è il numero atomico dell‘atomo, a 0 è una costante, detta
raggio di Bohr, che corrisponde al valore n = 1.
En =E0 Z2/ n2
, n= 1, 2, 3………….
Dove E0rappresenta il minimo valore possibile, corrispondente allo stato fondamentale
dell‘atomo di Idrogeno. Quindi, il valore n = 1 corrisponde alla prima orbita, cioè al primo
livello energetico e così via per valori crescenti di n. Quando l‘atomo viene ―eccitato” mediante
una forma qualsiasi di energia dall‘esterno (energia termica, luminosa etc.), un elettrone “salta”
verso un‘ orbita superiore cui corrisponde un livello energetico maggiore. Successivamente
l‘elettrone ritorna nel suo stato fondamentale e l‘energia in eccesso viene emessa sotto forma di
onda elettromagnetica, cioè di un ―fotone‖ la cui frequenza è legata all‘equazione quantica
Ef - Ei = hf
dove Ef è l‘energia del livello maggiore e E i è il valore del livello naturale.
L‘elettrone può quindi fare salti da un‘orbita all‘altra assorbendo o emettendo energia ( salti
quantici) ma è impossibile scendere al di sotto di un‘orbita fondamentale. Il modello di atomo
proposto da Bohr è valido solo per l‘atomo di Idrogeno, il più semplice, con un solo elettrone
attorno al nucleo. Lo scopo di questo modello era quello di cercare una spiegazione dello spettro
di emissione osservato per l‘Idrogeno (*). Sebbene il modello di Bohr abbia avuto successo, in
seguito risultò alquanto semplicistico. Tuttavia esso è tuttora utile perché fornisce un mezzo
semplice per schematizzare e visualizzare anche processi atomici complessi.
Grazie al modello quantistico proposto per l‘atomo, Bohr diventa, con Planck ed Einstein, uno
dei tre padri fondatori della Fisica dei quanti. In conclusione, Planck ha quantizzato l‘energia,
Einstein ha quantizzato la luce e la materia, Bohr ha quantizzato l‘atomo, tutti e tre rompendo con
la Fisica classica e postulando ipotesi rivoluzionarie per l‘epoca (1).
Il nuovo modello atomico di Bohr (ibrido tra Fisica classica e quantistica), ha notevole successo,
è accettato da Rutherford che critica soltanto la prosa, troppo prolissa, del suo giovane e geniale
allievo, maè un modello troppo innovativo per non essere, fortemente avversato. Lord Rayleygh
in Inghilterra lo liquida come ―inutilizzabile‖. Max von Laue (*), in Germania, dichiara che
abbandonerebbe la Fisica se quella ipotesi venisse confermata.
Quello di Bohr, comunque, non sarà l‘ultimo modello di atomo; mostra subito qualche difetto :
spiega benissimo le righe spettrali di emissione per l‘Idrogeno (l‘atomo più semplice, il primo
della tavola periodica di Mendeleev), ma non riesce a spiegare quelle di atomi più complessi. A
questo provvederà poi il Fisico tedesco Arnold Sommerfeld (su cui ci soffermeremo in seguito),
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che aggiunge orbite ellittiche quantizzate. Anche Sommerfeld avrà un successo breve ma il
modello da lui proposto e completato da Wolfgang Pauli resterà fino ad oggi un riferimento
convenientissimo per la spiegazione della maggior parte dei fenomeni.
Questa ed ogni altra ipotesi classica dovrà essere abbandonata e l‘atomo perderà ogni
similitudine, rassicurante, coi sistemi planetari, anche se per la maggior parte dei fenomeni
chimico-fisici macroscopici il modello planetario è utilissimo e conveniente. Ad ogni modo, i
salti quantici proposti da Bohr per far spostare un elettrone da un‘orbita ad un‘altra non sono
facili da digerire, perché comportano l‘abbandono del continuo e la fine della causalità rigorosa
(2).
Bohr riceverà il Nobel per la Fisica nel 1922. Anche Max Planck, il primo dei Fisici a introdurre
la quantizzazione, nel 1923(!), afferma : ―Alla luce di questi fatti ci si domanda se la Fisica sia
ancora la più solida tra le scienze naturali”.
(1)Friederick Hund, Storia della teoria dei quanti, Boringhieri 1980
(2)Abraham Pais, Un danese tranquillo, Boringhieri 1991
(°) John Joseph Thomson nasce aManchester nel 1856 e fu subito indirizzato dalla famiglia
verso studi scientifici, nel 1876 entrava al Trinity College e 4 anni dopo si classificò secondo alla
classica prova nota come ―Tripos examination” dietro un altro futuro famoso Fisico : Joseph
Larmor. Nell‘82 pubblicò un suo lavoro riguardante le interazioni tra vortici immersi in un fluido
perfetto per il quale ebbe un premio intitolato allo scopritore del pianeta Nettuno J.Adams. Dal
1874 era nato il Laboratorio Cavendish all‘interno dell‘Università di Cambridge. Inizialmente
retto fa J.C.Maxwell, dal 79 fu diretto da J.W.Rayleigh sotto la cui direzione cominciò ad operare
Thomson nel campo connesso all‘utilizzazione dell‘energia elettrica.
Nell‘84 Rayleigh si ritira e la Direzione del Laboratorio viene affidata a Thomson che prosegue i
lavori secondo le direttrici maxwelliane. Nel 1893 pubblica un libro che riassume le sue
esperienze : ―Recent researches on electricity and magnetism‖. Prosegue sempre lo studio dei
gas rarefatti per individuare le correlazioni fondamentali tra le leggi dell‘elettromagnetismo e la
struttura della materia. Questericerche furono condotte assieme a tanti collaboratori che
giungevano a Cambridge dal 1895 in poi attratti dalla fama crescente del Cavendish Laboratory,
tra cui Ernest Rutherford. Dal 1896 cominciarono i lavori sulla natura e sulle applicazioni dei
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raggi X. Nel 1897 Thomson pubblica una memoria (On cathode ray) in cui presentava tutte le
esperienze relative a particelle portatrici di cariche, in particolare sul rapporto tra la loro massa e
la relativa carica elettrica. Sulla natura dei raggi catodici( così chiamati perché emessi da un
catodo costituito da un filamento metallico portato ad alta temperatura) le opinioni dei Fisici si
dividevano : Una parte seguiva la scuola di pensiero dei Fisici tedeschi i quali sostenevano che
suddetti raggi fossero <<un qualche processo nell‟etere>> ed a immagini di natura
ondulatoria. L‘altra parte, invece, seguiva il pensiero dei Fisici inglesi che sostenevano l‘ipotesi
che i raggi catodici erano totalmente materiali e segnano traiettorie di particelle di materia cariche
di elettricità negativa.
Sulla base degli esperimenti, Thomson era fortemente convinto che i raggi catodici fossero ―un
nuovo stato della materia” , particelle cariche negativamente. In una memoria del 1904 ( On
thestructure of the atom) Thomson descrive i suoi studi teorico-sperimentali sulla ―stabilità e
sui periodi di oscillazione di un certo numero di corpuscoli disposti ad eguali intervalli lungo
una circonferenza”e fornisce l‘ipotesi di un modello dell‘atomo costituito da una sfera carica
positivamente all‘interno della quale vi sono particelle cariche negativamente, gli elettroni, un
modello senza nucleo.
Nel 1906 Thomson riceve il Nobel per la Fisica per i suoi studi ed esperimenti sull‘elettrone.
Dal 1915 al 1920 ricopre la presidenza della Phisical royal Society. Nel 1919 lascia
l‘insegnamento universitario. Muore nel 1940
(°°) Ernest Rutherford, Barone di Nelson, nasce a Brightwater in Nuova Zelanda nel 1871
quarto di dodici figli di un piccolo proprietario terriero. Si laurea all‘Università di Christchurch.
Ancora studente, organizza una piccola società scientifica dove tiene una relazione su ―
Evoluzione della materia ― , basata sull‘ipotesi rivoluzionaria che tutti gli atomi fossero composti
degli stessi componenti, cosa che poté dimostrare solo 12 anni dopo.
Tornato in Inghilterra si incominciò ad interessare alle radioonde e nel 1892 dimostrò la
possibilità di realizzare trasmissioni con onde elettromagnetiche ( nel 1895 il genio di Marconi
realizzò queste ipotesi). Riuscì ad avere una borsa di studio presso il Cavendish Laboratory di
Cambridge dove, sotto la direzione di J.J. Thomson, studia i processi di ionizzazione dei gas ed
insieme a quest‘ultimo pubblica nel 1896 un lavoro sulla saturazione della corrente di
ionizzazione. Per i suoi lavori a Cambridge, ottiene la cattedra di Fisica all‘Università di
Montreal, dove inizia a studiare la radioattività.
Nell‘analizzare sostanze radioattive, scoprì che il Radio emette raggi di due tipi, che si
differenziano per la loro forza di penetrazione attraverso la materia e li chiamò ―raggi α e β” .
Sin dall‘inizio, Rutherford si convinse che i raggi α non erano elettroni; attraverso esperimenti
dimostrò che i raggi erano collegati alla massa dell‘atomo di Elio e, dopo ulteriori esperimenti,
dimostrò che erano cariche elettriche, in particolare atomi di Elio ionizzati due volte.
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Assieme al chimico canadese F.Soddy (1877-1956) mise a punto una teoria del decadimento
radioattivo che gli valse il premio Nobel nel 1906. Nel 1907 ottiene una cattedra a all‘Università
di Manchester e l‘anno successivo, assieme a Geiger, costruì il primo contatore di radioattività.
Inizia a studiare le interazioni dei raggi α con diversi atomi e dai risultati sperimentali dedusse
che gli atomi avrebbero dovuto necessariamente avere una carica positiva centrale : egli chiamò il
centro dell‘atomo ―nucleo” e ne calcolò le dimensioni dell‘ordine di 10 -12 – 10-13 cm di
diametro. Sulla base dei suoi esperimenti, nel 1911 Rutherford propose un nuovo modello
dell‘atomo, che fino ad allora era stato rappresentato, secondo J.J. Thomson, come una torta
farcita di elettroni : ad immagine del sistema solare, un nucleo centrale, nel quale è concentrata
l‘intera massa dell‘atomo ed avente carica positiva, circondato da elettroni con cariche negative
in orbite chiuse. In realtà tale modello era in contrasto con i principi dell‘elettrodinamica classica,
infatti secondo le equazioni di J.C.Maxwell sull‘elettromagnetismo un tale sistema avrebbe
dovuto irradiare di continuo e per questo non poteva essere stabile.
Nel 1919 il maestro di Rutherford, J.J.Thomson, lasciò l‘insegnamento universitario a
Cambridge e come sostituto fu scelto Rutherford che vi restò per il resto dei suoi giorni. Durante
la sua attività scientifico-sperimentale Rutherford previde l‘esistenza del neutrone all‘interno del
nucleo atomico, descrivendone le proprietà fisiche e la loro caratteristica di attraversare la
materia. Fu un suo allievo, Chadwick, a scoprire sperimentalmente i neutroni.
Nel 1931 Rutherford fu insignito del titolo di Lord. Morì il 19 Ottobre del 1937 e fu sepolto
nell‘Abbazia di Westminster.
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DAL 1913 AL 1924
Arnold Sommerfeld
Dopo Planck, Einstein e Bohr c‘è un periodo di stasi e di assimilazione delle teorie
quantistiche fin quando non appare, nel 1924, Louis de Broglie. Ma in questo periodo Albert
Einstein fa sentire tutto il peso della sua personalità e la sua figura di Fisico e Filosofo.
L‘unico intervento significativo in questo periodo è quello del Fisico-matematico (tedesco)
Arnold Sommerfeld, grande personalità, uno dei più longevi studiosi dell‘epoca, nato a
Konisberg nel 1868. Nel 1875 aveva come compagni di Ginnasio Hermann Minkowski( 18501920), grande matematico che fu di grande aiuto ad Einstein, e Wilhelm Wien (1860-1910),
grande Fisico autore della omonima legge sull‘irraggiamento. Si iscrive alla facoltà di
Matematica della sua città natale ma si avvicina gradualmente al dipartimento di Fisica diretto da
Franz Neumann.
Arnold Sommerfeld
Si laurea in Matematica nel 1891 e nel 92 ottiene l‘abilitazione all‘insegnamento di Matematica
e Fisica. Nel 93 si trasferisce a Gottingen dove diventa assistente del grande Matematico Felix
Klein. Nel 1900 diviene docente di Meccanica applicata presso l‘Università di Aachen. Nel 1906
si trasferisce all‘Università di Monaco di Baviera, dove restò per i successivi 32 anni come
Professore ordinario di Fisica teorica. Tra i suoi studenti W.Pauli, W.Heisenberg ed altri 5 premi
Nobel.
Nel 1913 viene a conoscenza del modello atomico quantizzato proposto da Niels Bohr e gli
scrisse una lettera in cui asseriva che tale teoria era “ indiscutibilmente una conquista
importante”. Sommerfeld accolse le nuove idee di Bohr con entusiasmo, così come aveva accolto
la Relatività di Einstein, mettendosi al lavoro ed incoraggiando i suoi studenti a
dedicarvisi.Pertanto si concentrò sul particolare che il modello quantico proposto da Bohr
spiegava soltanto le righe spettrali dell‘Idrogeno ma non quelle di atomi con molti elettroni ed
indagò tenacemente sulla spettroscopia.
Dalle lunghe e precise osservazioni spettroscopiche, Sommerfeld si rese conto che le diverse
righe spettrali potessero derivare da diversità delle orbite e ne dedusse che le orbite elettroniche
attorno al nucleo, oltre che circolari, potessero essere anche ellittiche con diverse eccentricità.
Considerando che gli elettroni ruotano a velocità prossime a quella della luce, applicò le
condizioni relativistiche previste da Einstein e siccome la velocità nei vari punti dell‘ellisse è
diversa, a questa corrisponde un diverso livello energetico quindi una diversa riga spettrale. Per
quanto detto,ritenne (1915) che si dovesse aggiungere un secondo numero quantico secondario
(o azimutale o angolare), che chiamò ―l‖ (elle), il quale tiene conto della ―forma‖ dell‘orbita
ed è legato al momento angolare dell‘elettrone. Questo numero quantico ― l ―può assumere tutti i
valori interi da zero ad (n-1).Quando Niels Bohr lesse la relativa pubblicazione ne fu entusiasta e
23
24
scrisse a Sommerfeld nel marzo del 1916 : <<non credo di aver mai letto qualcosa che mi
abbia dato più gioia del suo magnifico lavoro >>.
Sommerfeld divenne un esperto di spettroscopia e raccolse tutti i dati sperimentali in una
monografia ( Atombau und Spectrallinien ), che passò alla storia, ancora oggi letta, come ― la
bibbia di Sommerfeld “, nella cui prefazione si legge : <<…..il linguaggio degli spettri è una
musica delle sfere interne dell‟atomo, una sinfonia dalle relazioni mirabili ed un‟armonia
sempre più perfetta……>>.
Sempre approfondendo la spettroscopia atomica di elementi diversi dall‘idrogeno,
Sommerfeld si accorse che vi erano ulteriori sdoppiamenti delle righe spettrali con relative
energie differenziate. Ne dedusse che occorreva un terzo numero quantico e lo introdusse in base
agli esperimenti di un Fisico irlandese Joseph Larmor (1857-1942). Questi aveva dimostrato
sperimentalmente che il piano dell‘orbita di una carica elettrica in una traiettoria chiusa acquista
un orientamento preferenziale in presenza di un campo magnetico. Ciò va sotto il nome
di―Precessione di Larmor‖ . Applicandola alle diverse orbite elettroniche ognuna con un valore
del secondo numero quantico ― l ― , e considerando che il campo magnetico può avere due
direzioni ―opposte‖ ne scaturisce il ―terzo numero quantico m “che può assumere tutti i valori
interi compresi tra - l e + l compreso lo zero.
Ricapitolando, il terzo numero quantico m esprime “la proiezione del momento angolare
dell‟elettrone rispetto alla direzione di un campo magnetico esterno di valore B”.
Sommerfeld ebbe numerosissimi riconoscimenti ma non ebbe l‘ambito premio Nobel nonostante
l‘imbattuto primato di ben 81 candidature tra Chimica e Fisica.
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25
1922 - ESPERIMENTO DI
GERLACH
STERN E
Otto Stern(1888 – 1969) nasce in Slesia (Germania) e si laurea in Fisica chimica a Breslau nel
1912 discutendo una tesi sull‘entropia e fu subito assistente di A.Einstein a Praga ed a Zurigo.
Nel 1915 si trasferisce all‘Università di Francoforte dove si occupa della teoria cinetica dei gas.
Otto Stern
Nel 1920 riesce a misurare la velocità degli atomi e delle molecole e nel 1921, con il suo
collaboratore Walter Gerlack (**), dimostra sperimentalmente l‘esistenza della quantizzazione
spaziale degli atomi, descrivendola, molti anni dopo, così :
<<Il metodo dei raggi molecolari consiste nel preparare un fascio di molecole per mezzo di un
sistema di sottili fenditure. Tutte le molecole viaggiano nella stessa direzione in un ambiente
sotto vuoto spinto ed è possibile realizzare misure spettroscopiche di grande precisione, quali la
dimostrazione sperimentale della quantizzazione spaziale degli atomi ottenuti separando in due
un fascio di atomi d‟argento in un campo magnetico, la prova sperimentale della teoria
ondulatoria di De Broglie ottenuta facendo diffondere un raggio molecolare di molecole di
Elio o di Idrogeno su un reticolo cristallino, e la misura del momento magnetico del protone
mediante deflessione magnetica di un fascio di molecole di Idrogeno. >>
Un chiarimento complessivo a tutti i suoi esperimenti fu possibile soltanto dopo
l‘elaborazione della Teoria quantistica da parte di Heisenberg e Schroedinger, che comunque gli
devono essere molto grati dato che entrambi erano dei Fisici teorici. Le prime esperienze di Otto
Stern diedero inoltre la misura del―magnetone di Bohr” (*).Dal 1923 Stern fu Direttore
dell‘Istituto di Fisica chimica dell‘Università di Amburgo dove creò una vera e propria scuola di
Fisica dei raggi molecolari, alla quale si formarono Fisici di molti paesi tra cui il nostro Emilio
Segrè che lavorerà poi con Enrico Fermi.
La catena di successi sperimentali di Otto Stern proseguì : nel 1929 realizza esperienze di
diffrazione dei raggi molecolari (con ioni negativi di Elio e molecole di H2); nel 1930 dimostra la
validità della distribuzione prevista da Maxwell per i raggi molecolari; nel 1933 misurò il
momento magnetico del protone. Con l‘avvento del nazismo emigra negli USA dove fino al 1945
fu Docente al Carnegie Institute of Tecnology di Pittsburg, poi si stabilisce a Berkeley in
California.
Nel 1944 riceve il Nobel per la Fisica e nel discorso tenuto all‘Accademia reale
svedese dirà : <<………………….Dobbiamo trovare il giusto equilibrio tra la scienza pura e
quella applicata. Dobbiamo mantenere alto il livello di quella pura. Dovremo fare così anche
trascurando il significato culturale ed educativo della scienza, ma solamente perché senza una
vigorosa scienza pura non vi sarà mai un reale progresso di quella applicata>>. Detto da un
Fisico sperimentale……………
25
26
(*) Un elettrone orbitante può assimilarsi ad una piccolissima corrente e pertanto ha un
momento magnetico perpendicolare al piano dell‘orbita (parallelo al momento angolare). Il suo
valore fu determinato nel 1911 dal fisico Peter Weiss ed ulteriormente perfezionato in senso
quantistico da Bohr nel 1913 con il valore:
µe = µ0e h / 2πme .
Nel 1920 W. Pauli
coniò il termine ― magnetone di Bohr “per l‘espressione precedente.
(**)
Walther Gerlack nasce a Biebrich in Germania nel 1889. Diviene Docente di Disica
all‘Università di Tubinga dal 1925 al 1928. Si trasferisce a Monaco nel 1929 presso l‘Università
e vi rimane come Docente e poi Direttore fino al 1957. Si occuperà di Fisica atomica, dove
raggiungerà ottimi risultati indagando i risultati quantitativi delle analisi spettroscopiche relative
alle leghe metalliche. Nel 1922, con Otto Stern, prova sperimentalmente l‘esistenza della
quantizzazione spaziale degli atomi e per la determinazione dei momenti magnetici.
Nel Luglio del 1916, due mesi dopo aver pubblicato la memoria sulla Relatività
generale, Albert Einstein ritorna agli interessi quantistici pubblicando un articolo
dedicato alla ―Emissione ed assorbimento di radiazione secondo la teoria
quantistica”
ed ancora due articoli dedicati
alla
―Teoria quantistica
dell‟irraggiamento‖ in cui approfondisce la teoria quantistica della radiazione. Ma
Einstein si accorge che il suo stesso approccio statistico sui fotoni non obbedisce
più al principio basilare della Fisica classica secondo cui una data causa può avere
un unico effetto; un principio al quale egli non se la sente di rinunciare.
Egli è il primo a comprendere che la scoperta del quanto d‘azione presuppone la
discontinuità dei processi fisici reali e che questa discontinuità sconvolge non solo
la sua immagine del mondo, ancora fondata sul principio di causa, ma addirittura la
concezione stessa della Fisica come descrizione ―oggettiva‖ della realtà stessa.
26
27
Einstein si accorge che gli sviluppi della Fisica si vanno rivelando sempre più
carichi di implicazioni filosofiche, che non è possibile ignorare e con cui bisogna
fare i conti.La partita che si va aprendo con la nuova Fisica dei quanti ha una
portata enorme : la comprensibilità e la unità logica della realtà esterna. Per
quarant‘anni, dal 1917 al 1955, cioè fino alla morte, Einstein combatterà la sua
isolata battaglia realista contro ―i malvagi quanti‖. E lo farà su due fronti
separati, quello della ―causalità”e quello della ―discontinuità”, solo ed
esclusivamente con le armi proprie della Fisica. Sul primo fronte gioca in difesa,
nel tentativo di dimostrare ―per via furiosamente speculativa‖ che
―Dio non
gioca a dadi col mondo‖ , e che la nuova Fisica dei quanti, malgrado tutti i suoi
successi pratici, lungi dall‘essere la prova della non validità della legge di causalità,
è solo ―una via transitoria‖ verso una teoria della materia davvero soddisfacente.
Nel 1924, a Max Born confesserà :“ L‟idea che un elettrone esposto a radiazione
possa scegliere liberamente l‟istante e la direzione in cui spiccare il volo è per me
intollerabile. Se così fosse, preferirei fare il ciabattino o magari il biscazziere,
anziché il Fisico”. (1)
Sul secondo fronte, quello della ―discontinuità”, gioca invece all‘attacco e cerca di
vincere attraverso l‘intuizione e la formalizzazione di una organica teoria unitaria
dei campi. Einstein non esita ad entrare in rotta di collisione con la teoria
quantistica a partire dal 1916, dopo il grande colpo della elaborazione della Teoria
della relatività generale, ma contemporaneamente inizia a criticare i fondamenti
della Fisica classica, che sul punto materiale (una singolarità) costruisce l‘intero
edificio della struttura atomica della materia. Peraltro, con la medesima
determinazione ed onestà intellettuale, egli sottopone a vaglio critico gli sviluppi
della teoria quantistica perché, con largo anticipo rispetto a tutti gli altri, vede i
punti di crisi tra la nuova Fisica e la ―sua‖ concezione unitaria della natura.
Einstein vede i germi del conflitto tra la Teoria quantistica (che pure egli stesso ha
contribuito a sviluppare) e l‘idea, irrinunciabile, dell‘unità logica e della
comprensibilità della realtà. La critica di Einstein alla teoria quantistica è sempre
lucida, profonda, intellettualmente onesta, motivata da un pregiudizio metafisico
ma mai, nel merito, preconcetta. In definitiva, la critica solitaria di Einstein alla
Fisica dei quanti ha effetti notevoli e concreti sullo sviluppo della teoria stessa.
Essa riguarda il problema statistico, il problema della coerenza, il problema della
completezza ed il problema del realismo.
(1) A.Einstein e MaxBorn, Scienza e vita, Einaudi 197
27
28
2.1924, W. PAULI : PRINCIPIO DI ESCLUSIONE
Wolfgang Pauli (1900 – 1958 ) nasce a Vienna, suo padre era un medico e noto
professore di chimica fisica all‘Università della loro città. Il Giovane Pauli mostrò
presto notevoli predisposizioni per le materie scientifiche e particolarmente per la
Matematica; nel 1918 intraprese gli studi universitari di Fisica a Monaco di Baviera
frequentando le lezioni di Arnold Sommerfeld, allora uno dei migliori Professori di
Fisica in Germania. L‘incontro con Sommerfeld fu determinante per la sua
formazione scientifica. Da lui Pauli prese la proverbiale chiarezza, intuizione fisica,
e precisione matematica, dimostrando di essere degno discepolo del suo maestro.
Sommerfeld riconobbe subito l‘eccezionale capacità di Pauli e, già prima della
laurea, gli affidò un compito che inizialmente era stato proposto a lui : un articolo
di rassegna sulla teoria della relatività per la Enciclopedia della Matematica. La
pubblicazione dell‘articolo, tre anni dopo,suscitò negli ambienti scientifici notevole
ammirazione. Sommerfeld, scrivendo ad Einstein, ne diceva :
<<E‟ semplicemente un capolavoro, specialmente per uno studente del 5°
semestre; leggendolo, non si potrebbe pensare che l‟autore abbia solo 21 anni;
non si sa bene se ammirare di più la chiara comprensione dello sviluppo delle
idee, la sicurezza della deduzione matematica, il profondo senso fisico, la
sistematicità e la visione d‟insieme, la cultura scientifica, la completa concretezza
o la sicurezza nella critica >>.
Nella sua Tesi di laurea, 1921, applicò la teoria atomica all‘atomo di Idrogeno e
dimostrò che il modello di Bohr-Sommerfeld era incompleto. Nel Giugno delle
stesso anno divenne assistente di Max Born, a Gottingen, che scriverà di lui ad
Einstein : <<E‟ sorprendentemente intelligente, profondo e capace; un assistente
così non lo avrò più >> . Nel 1922 si trasferisce a Copenaghen dove rimase per un
anno ospite di Niels Bohr. Questi, con le sue costanti ricerche delle ―spiegazioni
generali “ , aveva impressionato fortemente il giovane Pauli che trovò in Bohr un
amico ed un maestro, per molti versi a lui affine. Nel genio di Pauli erano racchiuse
28
29
le qualità dei suoi due maestri : Il dominio della Matematica di Sommerfeld e la
preoccupazione per l‘approfondimento filosofico delle conoscenze fisiche di Bohr.
Nel 1924 diviene Docente cattedratico all‘Università di Amburgo dove prosegue
le sue ricerche sul significato teorico del sistema periodico degli elementi elaborato
dal russo Mendeleev. In quest‘anno raggiunge la sua più significativa scoperta : la
formulazione del principio di esclusione relativo ai 4 numeri quantici.
La teoria di Bohr-Sommerfeld riusciva a spiegare solo la metà degli stati
stazionari osservati sperimentalmente in spettroscopia. Pauli superò la difficoltà
introducendo un ulteriore grado di libertà per l‘elettrone, oltre quelli derivati dai tre
numeri quantici n, l, m cioè la rotazione dell‘elettrone attorno a sé stesso che
dava luogo ad un momento di spin che assume soltanto i valori opposti + ½ e – ½ .
Si trattava di una ambiguità non descrivibile classicamente e richiedeva che lo stato
quantistico relativo potesse essere occupato da un solo elettrone.
Il Principio di esclusione si esprime quindi nel fatto che particelle elementari
non possono avere tutti e quattro i numeri quantici uguali, se hanno i primi tre
coincidenti differiscono per lo spin che ha due valori opposti. Questo significa che
hanno un livello energetico differenziato e ciò spiega l‘altra metà delle righe
spettrali osservate.
Pauli non era propenso ad accettare l‘idea che l‘elettrone ruotasse su sé stesso
ma l‘accettò per adeguarsi ai risultati sperimentali : la ―precessione di Larmor ― nel
1900 (*), l‘effetto Zeeman (**) nel 1911 e l‘esperimento di Stern e Gerlack del
1922. Tutti indicavano interazioni del momento magnetico dell‘elettrone immerso
in un campo magnetico esterno. Il modello dello spin, come ipotesi, era stato
proposto dai fisici S.A.Goudsmit(1902-1978) (***) e G.E. Unlebeck (1900),(****) dell‘Università di Amsterdam, in modalità di Fisica classica; Zeeman ne
aveva verificato la natura quantistica. Pauli, invece, sosteneva che il Principio di
esclusione ed il quarto numero quantico avessero una natura più generale, come un
completamento di postulati fondamentali, secondo una visione unitaria della Fisica
cara ad Albert Einstein. Ci riuscirà nel 1940 pubblicando un articolo ―Spin and
statistic‖ in cui dimostrò di poter dedurre il Principio di esclusione dalla Relatività
speciale di Einstein. Comunque in seguito il suo principio di esclusione si dimostrò
determinante ai fini della completa comprensione della struttura della materia e
Pauli stesso lo estese anche ai nuclei dell‘atomo per spiegare la struttura iperfine
delle righe spettrali.
Wolfgang Pauli continuò le sue ricerche e contribuì alla stesura della Teoria
quantistica assieme ad Heisenberg e Schroedinger. Ebbe il premio Nobel per la
Fisica nel 1945.
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30
(*) Joseph Larmor , Fisico irlandese nasce nel 1857 e dal 1903 al 1932 fu docente
all‘Università di Cambridge dove scoprì nel 1900 il fenomeno che da lui prese il nome : La ―
Precessione di Larmor ― secondo la quale il piano dell‘orbita di una carica elettrica in una
traiettoria chiusa acquista un orientamento preferenziale in presenza di un campo magnetico.
Larmor pubblica un interessante libro: ―Etere e materia “
30
31
(**) Pieter Zeeman , Fisico olandese nasce nel 1865; figlio di un pastore luterano, studia
Fisica all‘Università di Leida sotto la scuola di Hendrik Lorentz. Si laurea nel 1893 discutendo
una tesi sulla riflessione della luce polarizzata su una superficie magnetizzata,noto come “effetto
Kerr”,che gli valse una medaglia d‘oro della Società olandese di Fisica. Diventa assistente di
Lorentz, nel 1896docente nella stessa Università.
Peter Zeeman
Dal 1897 fino alla pensione nel 1935 fu Professore all‘Università di Amsterdam. Nel 1908
succede a Van der Vaals nella direzione dell‘Istituto di Fisica, nel 1923 diviene Direttore del
nuovo Laboratorio di ricerca della stessa Università. L‘effetto Kerr, argomento della sua tesi, era
il secondo effetto ―magneto-ottico‖ osservato; il primo era stato scoperto da Faraday e metteva in
relazione il magnetismo con la propagazione della luce.
Zeeman si accinse a studiare un terzo effetto magneto-ottico, già studiato, nel 1862,da Faraday
che non era riuscito a concluderne i risultati per la precarietà della strumentazione. Si trattava di
osservare le modifiche che subentrano alle righe spettrali prodotte da una fiamma al sodio
quandoquesta viene prodotta all‘interno di un campo magnetico. Zeeman era convinto di riuscirvi
con le nuove apparecchiature spettroscopiche. Mediante un reticolo di diffrazione, la fiamma al
sodio era immersa in un campo magnetico e le righe spettrali osservate si allargavano mostrando
diverse componenti (vedi figure). Lo stesso effetto fu osservato con spettri di elementi diversi dal
sodio. I risultati sperimentali vennero presentati all‘accademia delle Scienze di Amsterdam il 31
Ottobre 1896. Applicando questi risultati alla teoria di Lorentz sulla natura elettromagnetica della
luce, Zeeman potè calcolare il rapporto tra carica e massa dello ―ione‖ dell‘atomo che emetteva le
righe spettrali.
Righe spettraliD del Sodio
Successivamente Zeeman potè affermare, in base ad i suoi risultati sperimentali, che lo ione
aveva carica negativa, cioè acquisiva una carica negativa, e con questo aveva scoperto
l‘elettrone!!! Studiò e perfezionò i suoi risultati sulla sua scoperta che passò alla Storia come
―Effetto Zeeman‖ per oltre 15 anni, utilizzando le apparecchiature spettroscopiche più avanzate
31
32
in Europa, quelle dell‘Università di Groningen. Zeeman fu un maestro della sperimentazione, uno
sperimentatore di alta classe. Verificò la teoria della Relatività di Einstein misurando
l‘uguaglianza tra la massa gravitazionale e quella inerziale e la velocità della luce in mezzi solidi
in movimento. Usò la spettroscopia di massa per scoprire nuovi isotopi. Applicò le relazioni
magneto-ottiche da lui scoperte per ottenere strutture iperfini delle righe spettrali e verificò in via
sperimentale alcuni valori del momento magnetico nucleare.
Fu un ottimo insegnante e mantenne sempre dialoghi costruttivi con suoi studenti e con quelli
di corsi superiori che conducevano ricerche sperimentali. Ricevette il Nobel per la Fisica nel
1902, ebbe numerosissimi riconoscimenti e lavorò ininterrottamente fino al termine dei suoi
giorni, nel 1943.
(***) Abraham Samuel Goudsmit nasce nel 1902 a L‘Aia da una modesta famiglia : il padre
era un rappresentante di articoli sanitari, la madre conduceva un negozio di modisteria. Studia
Fisica teorica all‘Università di Leiden e Fisica sperimentale all‘Università di Amsterdam,
specializzandosi in spettroscopia atomica.
Samuel Goudsmit con Unlebeck e Kramer
Nel 1925 il suo compagno di studi G.E.Unlebeck torna da Roma dopo un periodo di studi con il
gruppo di Enrico Fermi e Goudsmit lo mette al corrente delle nuove teorie atomiche di
NielsBohr. Assieme si accorgono che il numero di righe spettrali prodotte da ogni atomo era
esattamente il doppio di quello previsto dalla teoria di Bohr, che non prevedeva lo spostamento
delle righe in presenza di un campo magnetico. Wolfgang Pauli aveva dimostrato che ogni orbita
elettronica in un atomo―doveva‖ essere caratterizzata da quattro numeri quantici, che ne
definiscono lo stato energetico, per cui bisognava trovare un altro numero oltre i tre
corrrispondenti alle coordinate spaziali.
Il primo lavoro che li coinvolse fu quello di revisionare lo schema dei livelli di energia
dell‘atomo di Idrogeno, basata su una analogia formale con gli spettri degli alcalini. Questa
revisione è, con piccole eccezioni, ancora oggi validissima!!
Nello stesso anno Goudsmit ed Unlebeck formulano l‘ipotesi dell‘esistenza dello spin
dell‘elettrone con momento angolare h/4π ed un momento magnetico eh/4 π me , dove me è la
massa dell‘elettrone. In tal modo si spiegano la struttura a doppietti degli spettri degli alcalini,
l‘effetto Zeeman e la presenza di quattro numeri quantici così come postulato teoricamente da
Pauli nel suo Principio di esclusione (il quarto è lo spin).
Partendo dall‘ipotesi che gli elettroni non fossero semplicemente delle cariche puntiformi, ma
delle particelle capaci di ruotare su sé stesse, riuscirono a dimostrare che i fenomeni osservati
potevano essere spiegati in base ad essa, incluse le proprietà magnetiche degli atomi, poiché ogni
carica in moto genera un campo magnetico.
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33
Su incoraggiamento di Ehrenfest e di Nils Bohr i lavori relativi furono mandati in due articoli alle
riviste―Nature‖ e ―Naturwissenschaften‖. Nel 1928 Dirac dimostrerà che lo spin dell‘elettrone
è una conseguenza dell‘invarianza relativistica. Nel 1927 Goudsmit si trasferisce negli Stati uniti
dove insegna all‘Università del Michigan. Durante la guerra mondiale collabora allo sviluppo del
Radar. Nel 1958 fonda la rivista ―Phisical review letters”
(****) George Eugene Unlebeck nasce in Indonesia dove il padre, ufficiale dell‘esercito
olandese, era distaccato ma ritorna in Olanda nel 1906 e nel 1918 si scrive all‘Università di
Leiden in Matematica e Fisica. Fu attratto dalle letture dei libri del Fisico austriaco Ludwig
Boltzmann (1844-1906)(^) e del Chimico statunitense W.Gibbs(1822-1907) (^^) sulla teoria
cinetica della materia ma non fu soddisfatto finché non lesse l‘articolo del Fisico austriaco Paul
Ehrenfest (1880-1933) (^^^) che per lui fu una vera rivelazione. Fu immensamente felice quando
Ehrenfest lo accettò come studente ma lo seguì soltanto per tre anni, fino al 1921, poiché si
trasferì a Roma in qualità di tutore del figlio dell‘Ambasciatore olandese. A Roma si mise in
contatto con Enrico Fermi (1901-1953) (°) ed il suo gruppo di Fisici atomici di via Panisperna,
promuovendo un proficuo scambio di visite tra scienziati italiani e olandesi. Nel periodo romano
segue i corsi universitari de matematico Tullio Levi-Civita (che fu di molto aiuto ad Einstein
nella stesura della Teoria della Relatività e nel tentativo della Teoria unificata dei Campi)
superando diversi esami.
Nel 1925 torna a Leiden ed Ehrenfest lo nomina suo assistente assieme a Samuel Goudsmit, che
aveva già pubblicato parecchi lavori sulla teoria degli spettri atomici, con il quale iniziò una
collaborazione proficua ed ―indimenticabile‖, come la definì in seguito lo stesso Goudsmit. Il
primo lavoro che li coinvolse fu quello di revisionare lo schema dei livelli di energia dell‘atomo
di Idrogeno, basata su una analogia formale con gli spettri degli alcalini. Questa revisione è, con
piccole eccezioni, ancora oggi validissima!! George Unlebeck proseguì nella collaborazione con
Goudsmit sul problema delle statistiche di Bose-Einstein, adattandole ai metodi della statistica
classica di 1927, assieme a Goudsmit, emigra negli USA dove insegna Fisica teorica
all‘Università del Michigan ed in questo periodo sente molto l‘influenza di Fisici del calibro di
Pauli, Fermi, Oppenheimer e Kramers.
Torna in Olanda nel 1935 ed occupa la Cattedra di Fisica teorica all‘Università di Utrecht, ma
allo scoppio della seconda guerra mondiale ritorna negli States e sempre nel Michigan. Durante
la guerra si occupa di ricerche sul Radar a Cambridge nel Massachussets, nel 1950 pubblicherà
un lavoro monografico intitolato ―Threshold signals ― (Segnali alle soglie di ricettività). Dopo la
guerra torna all‘Università del Michigan e si occupa di Statistica, pubblicando nel 1961 diversi
lavori per poi trasferirsi alla Rockfeller University di New York continuando gli studi statistici
per una maggiore comprensione delle leggi di Van der Vaal e nel 1971 diviene Professore
emerito nella stessa Università.
33
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(^) Ludwuig Boltzmann nasce a Vienna nel 1844, si scrive all‘Università di Vienna nel 1863 ed
ha come maestro Joseph Stefan che lo guida agli studi di J.C.Maxwell. Si laurea nel 68 ed inizia
l‘anno successivo la sua carriera universitaria insegnando Matematica e Fisica all‘Università di
Graz. Nel 1970 e nel 71si reca a Berlino e lavora con Von Helmoltz e Kirchoff. A Vienna
supplisce il Prof. Stefan per diverse volte fino al 1876. Dal 1976 al 1890 ottiene la cattedra di
Fisica sperimentale a Graz dove mette a punto il meglio della sua opera e trascorre gli anni più
felici
Ludwuig Boltzmann
della sua vita , mettendo su una famiglia con cinque figli. Dal 1890 al 94 ottiene la Cattedra di
Fisica teorica a Monaco di Baviera e poi a Lipsia dal 1900 al 1902. Dal 1902 al 1906 supplisce
ancora il prof. Stefan fino al termine dei suoi giorni. Fisico e filosofo, non cessò mai di essere
implicato in controversie riguardanti questioni di principio, ma ha lasciato per la conoscenza
della critica scientifica lezioni preziose e sempre attuali. Nel 1895 si oppone drammaticamente a
grande fisico E. Mach. Non seppe trarre profitto delle scoperte di Planck ed Einstein, che pure
aveva ispirato, per ritrovare quella pace interiore di cui aveva bisogno. Si innalza, comunque ad
elevate considerazioni di Filosofia della scienza.
Nel 1866 stabilisce per primo un‘analogia meccanica del secondo principio della
Termodinamica ed ipotizza un‘interpretazione probabilistica (con molto anticipo rispetto ai suoi
tempi) dello stesso Principio. Egli studia lo stato di un gas composto da un gran numero di
molecole applicandovi un‘ipotesi di quantizzazione (vent‘anni prima di Planck!!) e nel 1877
formula una nuova e moderna concezione dell‘entropia in Fisica. Max Planck ne riconobbe
subito l‘importanza.
Boltzmann descrisse ciò che lo incantava nella lettura di Maxwell, stabilendo una stretta analogia
tra quelle pagine e l‘ascolto di una musica di Wagner: Dopo una fase di conflitti, in cui il caos
sembra dominare le voci discordanti, la bacchetta del Direttore d‟orchestra mette ordine in ciò
che pareva indomabile e, senza che il compositore manifesti un programma pienamente svolto,
l‟uditore è trascinato dolcemente fino alla sorpresa dell‟effetto finale. Nella personalità
scientifica di Boltzmann c‘è una ricchissima sensibilità artistica ad alto livello che dà alla sua
filosofia una tonalità che ne accentua il valore esemplare.
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(^^) Josiah Willard Gibbs nasce a New Haven (Connecticut) nel 1839, unico figlio maschio
(quattro sorelle) di un professore di Letteratura sacra della Yale Divinity School, frequenta
l‘Università di Yale dal 1854 e si laurea nel 58 in scienze matematiche, fisiche e chimiche
specializzandosi in Ingegneria, presentando una tesi sulla forma dei denti degli ingranaggi a
ruote. Nel 1861 resta orfano, consegue il Ph.D e viene nominato docente incaricato nella stessa
Università.
J.W.Gibbs
Inizia uno studio matematico della teoria della turbine, nel 1866 brevetta un freno per
automotrice e studia le basi fondamentali della meccanica analitica. Nel 71 diviene3 Professore di
Matematica e Fisica ad Yale e nel 73 presenta due pubblicazioni sulla termodinamica e scrive un
testo ―On equilibrium of etherogeneous substances “.
Ebbe numerosi riconoscimenti tra cui quelli diJ.C. Maxwell, J.D. Van DerVaals e H.L. Von
Helmoltz. Si schiererà con la simbologia matematica di H.Grossmann piuttosto che quella di
W.R. Hamilton. Negli anni 80 pubblica notevoli contributi sulla teoria elettromagnetica della luce
ma l‘ultimo suo capolavoro fu, nel 1901, la pubblicazione del testo ―Elementary principles of
statistic mechanics‖ cui si ispirarono negli anni venti Bose e Einstein prima, Fermi con Dirac
dopo. Morirà improvvisamente nel 1903.
(^^^) Paul Ehrenfest nasce a Vienna nel 1880 da una famiglia ebrea, si laurea in Chimica
all‘Università di Vienna seguendo anche i corsi di Fisica tenuti da Ludwig Boltzmann. Si
trasferisce poi a Gottinga dove studia Fisica teorica, nel 1903 conosce Hendrik Lorentz e
consegue il dottorato di ricerca presentando una tesi sul movimento dei corpi rigidi nei fluidi.
Paul Ehrenfest
Girerà diverse Università conoscendo Max Planck, Arnold Sommerfeld, Albert Einstein. Nel
1912 Lorentz si ritira dall‘insegnamento e lo chiama a succedergli all‘Università di Leida dove
fonda l‟Instutute for theoretical Phisics. Einstein dirà di lui :<<Ehrenfest era il miglior insegnante
che avessi mai conosciuto, era personalmente preoccupato dello sviluppo e del destino
dell‘uomo, specialmente dei suoi studenti. Comprendere l‘altro, conquistarsi la sua amicizia e
fiducia, prendersi cura di ogni persona che incontrava difficoltà esteriori ed interiori, incoraggiare
i giovani talenti. Tutto ciò era la sua vera essenza, più della sua immersione nei problemi
scientifici>>.Tra i suoi studenti ebbe Hendrik Kramer, George Unlebeck e Samuel Gouldsmit.
Anche giovani Fisici stranieri frequentarono le sue lezioni: Enrico Fermi, Oscar Klein, Robert
Oppenheimer, Werner Eisenberg, Paul Dirac.
Tra il 1912 e il 1933 fornisce un grande contributo alla teoria degli invarianti adiabatici, che
ridefiniscono il modello atomico di NielsBohr. Porta contributi alla teoria quantistica, formulando
35
36
il Teorema di Ehrenfest,ed alla Teoria della Relatività proponendo un ―modello di diffusione‖.Fu
grande amico di Einstein e Bohr e tentò invano di riavvicinarli dal punto di vista scientifico senza
riuscirvi. Con grande dispiacere, al Congresso Solvay del 1930 si schierò dalla parte di Niels
Bohr.
Torniamo a Pauli : Abbiamo già visto che il numero quantico principale, ― n‖ , fu
introdotto da Bohr ed è un numero intero che corrisponde la numero d‘orbita; i
valori di Energia delle orbite in funzione di n, del numero atomico Z, E 0 è l‘energia
al primo livello :
En= E0 Z2/n2
Per l‘idrogeno
Z = 1 , E0 = 13,6 eV quindi
En = 13,6 / n2
Il secondo numero quantico è l (elle) , detto ―numero quantico angolare‖, e
può assumere tutti i valori tra zero ed (n – 1), estremi inclusi:
l = 0, 1, 2, 3……(n-1)
Per indicare i valori di lsi usa una notazione molto cara ai Chimici, ma efficace : si
associa ad ogni valore di l una consonante minuscola:
l=
0
1
2
3
4
5
6 …………..
simbolo =
s
p
d
f
g
h
i ……………
dove s sta per ―sharp”, p sta per ―principal”, d sta per ―diffuse”, f sta per
―fundamental” , e si fa precedere il valore numerico intero di n associato.
Allora sen = 1, l = 0 lo stato energetico sarà
1s . Sen = 2
e quindi
l = 0 ed 1, cioè s e p , per cui gli stati energetici possibili degli elettroni
nella seconda orbita sono 2s e 2p. Per n = 3 il valore di l sarà 0, 1, 2
quindi s p
d, e gli stati corrispondenti saranno 3s, 3p, 3d.
Per n = 4 il secondo numero quantico (l) assumerà i valori 0, 1, 2, 3 quindi
s, p, d, f, per cui nella quarta orbita vi saranno gli stati quantici 4s, 4p, 4d, 4f. E
così per valori successivi di n.
Terzo numero quantico : Si indica con ml , abbreviato ―m‖ e rappresenta la
componente del momento angolare orbitale secondo la direzione di un campo
magnetico in cui è immerso un elettrone. Il valore di ―m‖ è un intero che può
assumere tutti i valori tra
-l e +l compreso lo 0, dove l è il secondo numero
quantico. Allora per n = 2 ; l sarà 0 ed 1 ; per l = 0 anche m = 0 ; per l = 1
(stato p) m= -1, 0, +1 quindi tre possibili stati quantici del livello 2p.
Quarto numero quantico : si indica con
―ms‖ e rappresenta il momento
magnetico di ―spin‖ , normalmente abbreviato soltanto con ―s” . Può assumere
solo due valori non interi : +1/2 e -1/2 che corrispondono a due vettori opposti
in relazione alle due possibili rotazioni dell‘elettrone attorno a sé stesso. Lo spin
dell‘elettrone deriva dalle osservazioni sperimentali in cui ritrovavano delle linee
energetiche spettrali molto vicine (in coppia), cioè un ―doppietto‖.
Adesso ricapitoliamo:
n = 1, 2, 3, 4, 5, 6……………
36
37
l =
0, 1, 2…… (n-1)
m = -l…………0………….+l
s =
+1/2, -1/2
Per la prima orbita sarà : n = 1 ; l = 0 ( stato s ) ; m = 0 ;
s=+½, -½,
quindi in totale due soli stati energetici che differiscono solo per il quarto numero
quantico di spin.
Per la seconda :
n = 2 ; l = 0 (stato s ) ; m = 0 ; s = + ½ , - ½ , due stati possibili
n = 2 ; l = 1 ( stato p) ;m = -1, 0, +1 ;s = + ½ , - ½ per ciascun valore di m,
quindi in totale 6 possibili livelli energetici ; se sono tutti occupati si denomina la
relativa configurazione con il termine 2p6
Per la terza:
n = 3 ; l = 0 (stato s ) ; m = 0 ; s = ½ , - ½
n = 3 ; l = 1 ( stato p ); m = -1, 0, +1 ; s = + ½ , - ½ per ciascun valore di m
n = 3 ;l = 2( stato d) ; m = -2, -1, 0, +1, +2 ; s = + ½ , - ½ per ciascun valore di m.
Per quanto visto, la prima orbita ammette due livelli energetici ravvicinati e
ciò, convenzionalmente,indica gli ―stati‖ 1s 2 . La seconda orbita ha due livelli per
lo stato l = 0 ( quindi ―stato 2s2), 3 livelli 2p, in corrispondenza ai 3 valori di m;
ognuno di questi si sdoppia per i 2 possibili valori dello spin, in totale 6 quindi lo
stato sarà 2p6, dove 2 indica il valore del numero quantico principale ―n‖, p è il
secondo numero quantico l, 6 sono le combinazioni possibili del terzo numero
quantico m e del quarto numero quantico s (spin). Con lo stesso criterio, per la
terza orbita vi saranno gli stati3s2, 3p6, 3d10.(**)
Per la quarta orbita sarà:
n = 4 ; l = 0 (stato s ) ; m = 0 ;s = ½ , - ½
n = 4 ; l = 1 ( stato p ); m = -1, 0, +1 ; s = + ½ , - ½ per ciascun valore di
m
n = 4 ; l = 2 ( stato d ) ; m = -2, -1, 0, +1, +2 ; s = + ½ , - ½ per ciascun valore di
m.
n = 4 ; l = 3 (stato f ) ; m = -3, -2, -1, 0, +1, +2, +3; s= + ½, - ½, per ogni valore
di m
quindi per la quarta orbita : 4s2, 4p6, 4d10, 4f14
Per la quinta orbita,il secondo numero quantico l raggiunge il valore 4, il terzo
numero quantico m assumerà nove valori da -4 a + 4 e considerato che per ogni
valore di m lo stato energetico si sdoppia per i due valori dello spin, i valori della
configurazione elettronica massima relativa al quinto livello orbitale sarà :
5s2 5p6 5d10 5f14 5g18
37
38
Con lo stesso criterio per la sesta orbita: 6s2 6p6 6d10 6f14 6g18 6h22 . Per inciso,
questa corrisponde all‘ultima orbita esterna per l‘atomo di Uranio che ha 92
elettroni ruotanti attorno al nucleo.
Idrogeno, 1 (H) : 1s1
Elio, 2
(He) : 1s2
Litio, 3
(Li) : 1s2 2s1
Carbonio, 6 (C) : 1s2 2s2 2p2
Ossigeno, 8(O) : 1s2 2s2 2p4
Neon, 10(Ne) :
1s2 2s2 2p6
Sodio , 11(Na) :
[ Ne ] 3s1
Silicio, 14 (Si):
[ Ne ] 3s2 3p2
Argon, 18 (Ar):
[ Ne ] 3s2 3p6
Potassio, 19 (K) : [ Ar ] 4s1
Rame, 29 (Cu) :
[ Ar]4s2
Kripton, 36 (Kr) : [ Ar ] 3d10 4s2 4p6
Rubidio, 37 (Rb) : [ Kr ] 5s1
Argento, 47 (Ag) : [ Kr ] 4d10 5s1
Xenon, 54 (Xe) : [ Kr ] 4d10 5s2 5p6
Cesio,55 (Cs):
[ Xe ] 5d1
Oro, 79(Au) :
[ Xe ] 4f14 5d10 6s1
Radon, 86 (Rn) :
[Xe ] 4f14 5d10 6s2 6p6
Francio, 87 (Fr):
[ Rn ] 7s1
Uranio, 92 ( U ) :
[ Rn ] 5f3 6d17s 2
38
39
(*) Dimitri Ivanovic Mendeleev nasce a Tobolsk (Russia, Siberia) nel 1834, suo nonno era un Pope, suo
padre Direttore del Ginnasio e Dimitri era l‘ultimo di diciassette figli. Nel 1849 si trasferisce a San Pietroburgo dove
si laurea nel 1854. Nel 1859 si trasferisce all‘Università di Heidelberg dove si occupa di capillarità e Spettroscopia.
Dimitri Ivan Mendeleev
Nel 1863 diviene professore di Chimica all‘Istituto Tecnologico di San Pietroburgo, nel 65 ottiene il dottorato di
ricerca e nel 67 ha la Cattedra di ruolo. Nel 1868 inizia a scrivere il libro ―Principi di Chimica‖ in cui sistemò i 63
elementi atomici allora conosciuti secondo il peso atomico crescente e lasciò tre spazi vuoti relativi a tre elementi
sconosciuti di cui previde l‘esistenza. In seguito, nel 1886,furono scoperti ed erano : Scandio, Gallio e Germanio.
Dal 1871 San Pietroburgo diventa la capitale delle ricerche in Chimica. Mendeleev favorì l‘ingresso in Russia del
sistema metrico decimale, trovò giacimenti di Petrolio, favorì la costruzione della prima raffineria in Russia. Morì a
San Pietroburgo nel 1907.
39
40
1924:
LA STATISTICA BOSE-EINSTEIN
La statistica di Bose-Einstein determina la distribuzione statistica relativa agli stati
energetici di un sistema di ―bosoni” all‘equilibrio termico. I bosoni sono quelle
particelle che hanno spin intero, come i fotoni, mentre i ―fermioni‖ sono particelle
con spin semintero (elettroni). Mentre questi ultimi obbediscono al Principio di
esclusione di Pauli, i bosoni ne sono esclusi per cui possono affollare in gran
numero lo stesso stato quantico.
Satyendranath Bose
I ―bosoni‖ sono così chiamati in onore al Fisico indiano Saatyendranath Bose,
autore nel 1924, in collaborazione con Albert Einstein,della statistica relativa a
queste particelle che sono poi state suddivise in ―bosoni di gauge‖ , mediatrici di
forze internucleari, e ―mesoni‖ che sono composte da una coppia ―quark e
antiquark‖. Il ―bosone di Higgs‖, famigerata―particella di Dio‖, è un bosone
elementare massivo e scalare che gioca un ruolo fondamentale all‘interno del ―
Modello standard” nella Fisica delle particelle subatomiche.Venne teorizzato ed
ipotizzato nel 1964 dal Fisico Higgs, osservato per la prima volta nel 2012 negli
esperimenti condotti con l‘acceleratore LHC del CERN in Svizzera. La sua
importanza è quella di essere associata al campo di Higgs che secondo la teoria
permea l‘Universo. La sua esistenza garantisce consistenza al Modello standard,
che altrimenti non avrebbe senso, per questo sono stati stanziati Miliardi di euro e
per questo si fa tanto rumore. Si hanno fondati dubbi sui risultati del CERN.
Quanto alla―particella di Dio , essa è UNA BUFALA in quanto il termine inglese
originario era ―Goddam particle‖ che vuol dire particella maledetta, i giornalisti
hanno trasformato in ―Godparticle‖ per evidenti interessi speculativi.
Satyendranath Bose nasce a Calcutta nel 1894, suo padre lavorava al Dipartimento
di Ingegneria dell‘East India Railway, si laurea in Fisica nel 1914 e diviene
Assistente al Dipartimento di Fisica dell‘Università di Calcutta; nel 21 passa
all‘Università di Dacca. Nel 1924 elaborò la statistica quantistica riferita a
particelle con spin intero e la mandò ad Einstein che la completò e la tradusse in
tedesco. Dal 26 al 1945 Bose insegnò all‘Università di Dacca dove fondò l‟Istituto
di studi nucleari. Tornerà a Calcutta dove insegna fino al 1956. Muore nel 1974.
40
41
1924 : Louis de Broglie : DUALITA‟
Il Fisico francese (1892 – 1970) racconterà che preparando la sua tesi per il
dottorato in Fisica, dopo lunghe riflessioni e meditazioni in solitudine,
improvvisamente nel 1923, gli venne l‘idea che l‘ipotesi di Einstein formulata nel
1905 (quantizzazione della luce) potesse essere generalizzata ed estesa a tutte le
particelle materiali, in particolare agli elettroni.
Hector Louis De Broglie
Visto che nel caso dei fotoni di luce, scoperti da Einstein, un‘onda, di frequenza f,
si comporta come un corpuscolo di energia quantizzata
E = hf
, visto che
2
materia ed energia sono equivalenti
E= mc
, allora anche i corpuscoli di
materia in moto devono essere dotati di una frequenza e comportarsi come
un‘onda:
“ La materia ha una duplice natura di corpuscolo e di onda ”proprio come la
luce ha una doppia natura di onda e corpuscolo.
De Broglie si costruisce un‘immagine di questa inaspettata dualità della natura
e si figura la più piccola delle particelle, l‘elettrone, come un corpuscolo di materia
“immerso in un‟onda che lo guida, un‟onda pilota” . L‘idea che la materia possa
viaggiare nello spazio come un‘onda è rivoluzionaria. De Broglie la discute nella
sua Tesi ―Recherchessur la Theoriedes Quanta‖ nel Novembre del 1924 (si era già
laureato in Storia e Diritto a soli 18 anni). Tre mesi dopo, venutone a conoscenza,
Albert Einstein scrive al Fisico tedesco Hendrik Lorentz : ― Credo che sia un
primo tenue raggio di luce su uno dei più terribili enigmi della Fisica “.(4)
L‘avere riconosciuto il valore del lavoro di uno sconosciuto studente laureando,
riconferma la grandezza dell‘intuito e dell‘onestà intellettuale di un grande uomo
come Albert Einstein, che intravede la speranza di ricondurre ―i malvagi quanti”
all‘interno della sua visione del mondo e del suo progetto scientifico, del suo sogno
41
42
: ― La ricerca di una Teoria unificata dei Campi” che riunisse la Gravità e
l‟Elettromagnetismo(*). Nel 1927i Fisici Clinton Davisson (1881- 1958)(**) e
Lester Germer (***) elaborarono e realizzarono presso i laboratori Bell a New
York un esperimento che fornì una importante conferma dell‘ipotesi di De Broglie,
ovvero che le particelle come gli elettroni potessero avere comportamento
ondulatorio. Louis De Broglie riceverà il Nobel per la Fisica nel 1928.
(*) Le leggi dell‗Elettromagnetismo furono elaborate da J.C.Maxwell nel 1857 sotto forma di 4
equazioni. James Clerk Maxwell nasce a Edimburgo 1831, suo padre era avvocato e Baronetto
di Clerk, che non era secondo nome ma secondo cognome. James frequenta l‘Accademia di
Edimburgo, era molto portato per le scienze e per la Matematica. Non si preoccupava molto
dell‘esito degli esami, a 14 anni scrisse il suo primo lavoro scientifico : ―Il significato meccanico
di particolari curve matematiche quali le ellissi di Cartesio.
Maxwell lascia l‘Accademia nel 1847 e si iscrive all‘Università di Edimburgo avendo come
docenti Sir Wiliam Hamilton, illustre matematico, e James Forbes, illustre Filosofo. James
impara subito a lavorare nei laboratori di Chimica, Elettricità e Magnetismo, studia i prismi
polarizzati, scopre dasolo la ―fotoelasticità” . A 18 anni pubblica lavori sull‘ Equilibrio del
corpi elastici, sulla doppia rifrazione nei liquidi viscosi, sulle rollingcurves, sulle curve ovali.
Nel 1850 Maxwell passa all‘Università di Cambridge e pubblica―On the transformation of
surfaces by bending‖ , successivamente, nel 1855, ―Experiments on Colour‖ dove tratta le
combinazioni dei colori. Nel 1856 si occupa degli anelli di Saturno, nel 59 pubblica “On the
stability of the motion of Saturn‟s ring “, le cui previsioni sono state confermate dalla navicella
spaziale ―Voyager” nel 1980. Dal 1865 Maxwell studia le connessioni tra il campo elettrico ed il
campo magnetico e pubblica, nel 1861, ―On phisical lines force” dove elabora le sue celebri
equazioni differenziali. Nel 62 Maxwell calcola che le onde elettromagnetiche si propagano con
la velocità della luce.Nel 1864 pubblica ― A dynamical theory of the electromagnetic field“.Nel
1873 pubblica ― A Treatise on Electriticity and Magnetism “ .Su queste basi, nel 1881,il Fisico
Oliver Heaviside, che compì eccezionali studi sulla propagazione delle onde negli strati
dell‘Atmosfera, ridusse a quattro le equazioni differenziali di Maxwell. Maxwell introdusse il
concetto di Campo elettromagnetico, pubblicò ― On the theory of colourvision “.
James Clerk Maxwell era di religione Presbiteriana evangelica, morì nel 1879.
1) Abraham Pais, Einstein è vissuto qui, Boringhieri 1995
42
43
(**)Joseph Clinton Davisson nasce nell‘Illinois nel 1881 da una modesta famiglia. Il padre era
pittore e la madre era maestra, il giovane Clinton frequenta le High School a Bloomington e
l‘Università a Chicago.
Davisson e Germer. In mano a Davisson un semplice strumento per misurare la distribuzione angolare degli
elettroni dopo la diffrazione a seguito di urto con un reticolo cristallino.
Nel 1905 si trasferisce a Princeton in qualità di ―instructor” e conosce il Fisico inglese
O.W.Richardson (1879-1959), (*) grande studioso sperimentale sulla emissione di elettroni da
metalli portati all‘incandescenza; nel 1911 ne sposerà la sorella dopo avere completato il
dottorato di ricerca (Ph.d) e nello stesso anno si trasferisce al Carnegie Institute of Tecnology con
il titolo di ―assistant Professor ― .
Nel 1917 accetta l‘invito temporaneo dai laboratori Bell Telephone per occuparsi di
applicazioni militari, nel dopoguerra gli confermano l‘incarico e lascia Università ed
insegnamento. Si occuperà di Termoelettronica (emissione di elettroni da metalli) e di emissione
elettronica secondaria (bombardamento di metalli con fasci di elettroni accelerati). Nel 1926 si
avvicina alla Fisica quantistica. Nel 1927 elabora e realizza, assieme al Fisico Lester Germer, nei
Laboratori della Bell Thelephone, l‘esperimento diventato famoso : Un fascio di elettroni
colpisce un bersaglio di Nichel e l‘urto con il reticolo cristallino provoca il fenomeno della
diffrazione che è tipico delle grandezze ondulatorie. Quello che si osserva è una figura di
diffrazione così come previsto dalle leggi di Bragg per i raggi X. Questi risultati, assieme a quelli
rilevati da Arthur Compton, confermarono l‘ipotesi di De Broglie sulla natura duale degli
elettroni, in particolare, e delle particelle in genere di comportarsi come onde e corpuscoli.
C.J.Davisson riceve il premio Nobel per la Fisica nel 1937,proseguì le sue ricerche ai Bell
Laboratories fino al 1946 dedicandosi alle applicazioni tecnologiche, sviluppando la tecnica di
focalizzazione, sottovuoto spinto, di un fascio di elettroni generato da un filamento di Tungsteno
riscaldato all‘incandescenza. I suoi risultati furono molto utili per l‘invenzione del Microscopio
elettronico a scansione. Nel 1946 si trasferisce all‘Università di Virginia dove rimase fino al 54.
Muore nel 1958.
43
44
(***) Lester Germer nasce a Chicago nel 1896 e si laurea in Fisica alla Columbia University. A
soli venti anni era già pilota da caccia durante la Prima guerra mondiale. Si occupa degli effetti
termoionici e termoelettronici sottovuoto, della erosione dei metalli, degli effetti relativi al
contatto tra metalli diversi. Nel 1927 collabora al celebre esperimento assieme a C.J.Davisson in
cui si dimostra che gli elettroni hanno un comportamento duale (onda-corpuscolo). Nel 1945
diviene un famoso“rock climber ― (scalatore di rocce ripide) e morirà, nel 71, per un infarto
cardiaco mentre si esibiva.
L‘esperimento di Davisson e Germer
44
45
1925: Werner Heisenberg:LE MATRICI
Il Fisico tedesco (1901 - 1976) , giovanissimo genio, è un collaboratore di Niels
Bohr presso l‘Università di Gottingen dal 1922. Nell‘estate del 1925 (aveva
raggiunto Bohr a Copenaghen) è in vacanza. Il 7 Giugno Werner è in gita solitaria
nell‘isola sperduta di Helgoland, nel mare del Nord. Una notte tormentata, la notte
della grande intuizione.
Il 25 Luglio la Rivista ―ZeitschriftfurPhisik ―riceve un articolo in cui Heisenberg
licenzia la Meccanica classica e presenta una sua “ Meccanica delle Matrici ―
che è la prima formulazione di una ―Meccanica quantistica‖ rigorosamente valida
dal punto di vista matematico. Heisenberg sostiene che è inutile cercare una
qualsiasi immagine, una qualsiasi―visualizzazione‖ materiale dell‘atomo. Gli
unici―osservabili‖ dell‘atomo sono l‘intensità e la frequenza della radiazione che
emette. L‟atomo è solo ed unicamente una tabella di numeri ( il consueto
‗‘riduzionismo‘‘ degli scienziati atei materialisti) : Una Matrice. E il calcolo
matriciale, dimostreranno MaxBorn e Pascual Jordan(*), consente di calcolare i
diversi livelli di energia che può assumere l‘atomo.
E‘ una logica astratta ma coerente ed autoconsistente, sembra spazzare via per
sempre la meccanica classica dal mondo degli atomi. A Copenaghen c‘è aria di
soddisfazione : Il programma di Bohr di fondare su basi solide una Fisica
completamente nuova si sta concretizzando.(5) A Berlino c‘è un po‘ di sconcerto e
scetticismo. Einstein vede divergere di nuovo la ricerca su ciò che avviene nel
mondo dei quanti dalla sua personale ricerca di una Fisica unitaria e coerente. Nel
1927 Heisenberg formulerà il ―Principio di Indeterminazione‖ (lo vedremo in
seguito) e nel 1932 avrà il Nobel per la Fisica.
(5) Abraham Pais, Un danese tranquillo,,Boringhieri 1
45
46
1926 : SCHROEDINGER
FUNZIONE D‘ONDA E PRINCIPIO DI
SOVRAPPOSIZIONE
Il Fisico austriaco Erwin Schroedinger( 1887- 1961), all‘inizio del 1926 pubblica
sugli ―Annalen der Phisik‖ un articolo : ― Quantisierung als Eigenwert problem‖
(Quantizzazione come problema agli auto valori) in cui propone un approccio
diverso, molto meno astratto, per costruire la Fisica dei quanti, ottenendo i
medesimi risultati di Heisenberg. Schroedinger basò i suoi scritti sulle ipotesi
della natura ondulatoria delle particelle elementari, formulata da De Broglie del
1924, verificate poi magistralmente dagli esperimenti realizzati nei Bell
Laboratories dai Fisici C.Davisson (*) e L.Germer (**) che, nel 1927,
dimostrarono in modo inequivocabile come particelle puntiformi, quali gli elettroni,
si comportano come onde, dando luogo al fenomeno di diffrazione. La―meccanica
ondulatoria‖ di Schroedinger, con quella sua solida equazione destinata a diventare
famosa, ridà voce al filone ―realista‖ di Einstein e De Broglie e riconferisce una
precisa realtà fisica all‘atomo, agli elettroni ed alle orbite elettroniche:
Che è una equazione differenziale del primo ordine alle derivate parziali di Ψ
rispetto allo spazio ed al tempo (Ψ è la funzione d‟onda, H è l‟ operatore
matematico Hamiltoniano)
Nel modello di Schroedinger gli elettroni sono considerati (e matematicamente
trattati) come―pacchetti d‟onde‖ che si distribuiscono attorno all‘atomo, si
muovono in modo continuo in modo da potersi considerare normali ―vibrazioni
46
47
elettromagnetiche”. Schroedinger conclude che i processi atomici possono essere
trattati come fenomeni classici. Ancora una volta Einstein pensa che il problema
quantistico possa essere risolto nell‘ambito della sua visione del mondo. Nel
Maggio del 1926 esulta: ―Schroedinger ha pubblicato un paio di splendidi articoli
sulle “regole diquantizzazione”. Ancora una volta si illude. Fu l‘ultima volta che
manifestò approvazione per la meccanica quantistica.
Abbiamo visto, in precedenza, che nel modello atomico di Bohr l‘elettrone può
occupare solo certe orbite permesse, il cui raggio dipende da un numero intero n
detto― numero quantico principale ―. Ciascun valore del numero quantico
principale individua un‘unica orbita (*),configurazione o ―stato quantico‖ del
sistema. Ci sono tanti stati quantici ―possibili” quanti sono i valori assunti dal
numero quantico principale e, a ciascun stato, è associata una energia caratteristica.
Ciò valeva soltanto per l‘atomo di Idrogeno o comunque per Ioni con un solo
elettrone, come l‘Elio ionizzato che perde uno dei suoi due elettroni periferici.
L‘Equazione di Schroedinger si estende a tutti gli atomi e pertanto si aggiungono
altri tre numeri quantici. Alcuni di questi sono legati alla rotazione dell‘elettrone
attorno al nucleo, in particolare al momento angolare, altri sono legati alla
rotazione dell‘elettrone su sé stesso (spin), anche se questa analogia col sistema
Terra-Sole è forzata e limitata dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg.
A ciascuna configurazione permessa di ogni sistema-atomo è associata un‘unica
―funzione d‟onda‖ Ψ, soluzione dell‘equazione di Schroedinger, individuata da
precisi valori dei numeri quantici che sono quattro così denominati : n, l, ml, ms.
Essi sono associati, rispettivamente, con l‘energia, il momento angolare orbitale,
una componente del momento angolare orbitale ed una componente del momento
angolare di spin. Frequentemente ml ed ms vengono abbreviati in m ed s. Lo
spin non compare nella formulazione originaria della teoria di Schroedinger, fu
aggiunto dopo tenendo conto della Teoria della Relatività speciale di Einstein (!).
Lo spin gioca un ruolo fondamentale nella nostra comprensione della struttura della
materia.
(*) La definizione di orbita in senso classico cade in difetto nel descrivere il moto di un elettrone, nel senso che non
è possibile descrivere contemporaneamente la traiettoria e la velocità di una particella microscopica (vedi principio
di indeterminazione). L‘unica informazione che è possibile avere per tali particelle è una descrizione probabilistica
delle loro posizioni. In ogni caso tutte le proprietà macroscopiche degli atomi possono essere calcolate lo stesso
anche da questo tipo di descrizione. Il concetto di ―orbita” come traiettoria, mutuato dalla meccanica dei corpi
macroscopici, non è più applicabile e deve quindi essere sostituito, e non solo formalmente, da quello di ―orbitale”
definito dalle funzioni d‘onda introdotte da Schroedinger. Comunque, se nel seguito continueremo a parlare di orbita,
intenderemo sottinteso il riferimento ad ―orbitale‖.
Abbiamo già visto che il numero quantico principale, ― n‖ , fu introdotto da Bohr.
Risolvendo l‘equazione di Schroedinger, si ritrovano i valori di Energia delle
orbite in funzione di n già proposta da Bohr :
En= E0 Z2/n2
47
48
Per l‘idrogeno
Z = 1 , E0 = 13,6 eV quindi
En = 13,6 / n2
Il secondo numero quantico è l (elle) , detto ―numero quantico angolare‖, dato
che si ottiene risolvendo l‘Equazione di Schroedinger rispetto al modulo quadro del
momento angolare orbitale L, e può assumere tutti i valori tra zero ed (n – 1),
estremi inclusi:
l = 0, 1, 2, 3……(n-1)
Per indicare i valori di l si usa una notazione molto cara ai Chimici, ma efficace :
si associa ad ogni valore di l una consonante minuscola:
l=
0
1
2
3
4
5
6 …………..
simbolo
= s
p
d
f
g
h
i ……………
dove s sta per ―sharp‖, p sta per ―principal‖, d sta per ―diffuse”, f sta per
―fundamental” , e si fa precedere il valore numerico intero di n associato.
Allora se n = 1, l = 0 lo stato energetico sarà
1s . Se n = 2
e
quindi
l = 0 ed 1, cioè s e p , per cui gli stati energetici possibili degli
elettroni nella seconda orbita sono 2s e 2p. Per n = 3 il valore di l sarà 0,
1, 2 quindi s p
d, e gli stati corrispondenti saranno 3s, 3p, 3d. Per n = 4
il secondo numero quantico (l) assumerà i valori 0, 1, 2, 3 quindi s, p, d, f,
per cui nella quarta orbita vi saranno gli stati quantici
4s, 4p, 4d, 4f.E così per
valori successivi di n.
Terzo numero quantico : Si indica con ml , abbreviato ―m‖ e rappresenta la
componente del momento angolare orbitale secondo la direzione di un campo
magnetico in cui è immerso un elettrone. Il valore di―m‖ è un intero che può
assumere tutti i valori tra
-l e +l compreso lo 0, dove l è il secondo numero
quantico. Allora per n = 2 ; l sarà 0 ed 1 ; per l = 0 anche m = 0 ; per l = 1
(stato p) m= -1, 0, +1 quindi tre possibili stati quantici del livello 2p.
Quarto numero quantico : si indica con
―ms‖ e rappresenta il momento
magnetico di ―spin‖ , normalmente abbreviato soltanto con ―s” . Può assumere
solo due valori non interi : +1/2 e -1/2 che corrispondono a due vettori opposti
in relazione alle due possibili rotazioni dell‘elettrone attorno a sé stesso. Lo spin
dell‘elettrone deriva dalle osservazioni sperimentali in cui ritrovavano delle linee
energetiche spettrali molto vicine (in coppia), cioè un ―doppietto‖.
Adesso ricapitoliamo:
n = 1, 2, 3, 4, 5, 6……………
l = 0, 1, 2…… (n-1)
m = -l…………0………….+l
s =
+1/2, -1/2
Per la prima orbita sarà : n = 1 ; l = 0 ( stato s ) ; m = 0 ; s = + ½ , - ½
Per la seconda :
n = 2 ; l = 0 (stato s ) ; m = 0 ; s = + ½ , - ½
n = 2 ; l = 1 ( stato p) ;m = -1, 0, +1 ;s = + ½ , - ½per ciascun valore di m
Per la terza:
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49
n= 3 ; l = 0 (stato s ) ; m = 0 ; s = ½ , - ½
n = 3 ; l = 1 ( stato p ); m = -1, 0, +1 ; s = + ½ , - ½ per ciascun valore di
m
n= 3 ; l = 2 ( stato d ) ; m = -2, -1, 0, +1, +2 ; s = + ½ , - ½ per ciascun valore di
m.
Per quanto visto, la prima orbita ammette due livelli energetici ravvicinati e ciò,
convenzionalmente,indica gli ―stati‖ 1s 2 . La seconda orbita ha due livelli per lo
stato l = 0 ( quindi ―stato 2s2), 3 livelli 2p, in corrispondenza ai 3 valori di m;
ognuno di questi si sdoppia per i 2 possibili valori dello spin, in totale 6 quindi lo
stato sarà 2p6, dove 2 indica il valore del numero quantico principale ―n‖, p è il
secondo numero quantico l, 6 sono le combinazioni possibili del terzo numero
quantico m e del quarto numero quantico s (spin). Con lo stesso criterio, per la
terza orbita vi saranno gli stati3s2, 3p6, 3d10.(**)
(**)L‘equazione di Schroedinger permette di determinare l‘energia associata ad ogni ―orbitale‖ (livello o stato energetico), quindi vi è una
corrispondenza biunivoca tra ―orbitale‖ e ―livello energetico‖ per un dato insieme di numeri quantici che li caratterizza. La soluzione generale
dell‘equazione fornisce tutto l‘insieme di―livelli energetici permessi‖ (E n,l,m,s) ed il relativo insieme di ―orbitali permessi‖ (Ψn,l,m,s), quindi
l‘insieme di ―stati permessi‖ così caratterizzati. Quando un elettrone è in uno stato caratterizzato da una certa funzione d‘onda, si dice che esso
occupa l‘orbitale relativo, mentre il contributo di quell‘elettrone all‘energia totale dell‘atomo è dato dall‘energia del relativo livello energetico. In
questo senso, i termini―stato”, “orbitale” e “livello energetico‖ sono considerati ―intercambiabili‖, una volta definiti dall‘insieme dei 4 numeri
quantici e dalla funzione d‘onda relativa.
L‘equazione d‘onda di Schroedinger mette in luce, in secondo luogo, il “Principio
di sovrapposizione degli stati“ : <<Un nuovo stato di un sistema può essere
composto da due o più stati, in modo che il nuovo stato risultante condivida
alcune delle proprietà di ognuno degli stati (combinati tra loro) >>
Ciò significa che se una particella (―sistema‖) è rappresentata da due stati
denominati
A e B che attribuiscono ad essa due proprietà differenti, come
l‘essere in due ―posizioni‖ differenti, allora la sovrapposizione degli stati, scritta
convenzionalmente con
A + B , ha qualcosa in comune ―sia‖ con lo stato A,
―sia‖ con lo stato B. In particolare, se si volesse osservare la posizione della
particella, questa avrebbe una―probabilità‖ non nulla di trovarsi in ognuno dei due
stati possibili, ma NON altrove.
L‘ ENTANGLEMENT (di cui parleremo ampiamente nella seconda parte) è
racchiuso all‘ interno del principio di sovrapposizione quando questo si applica ad
un sistema complesso costituito da due o più sottosistemi.
In particolare, nella forma minima in cui il sistema è costituito da due particelle
(fotoni o elettroni): La particella 1 può trovarsi in uno dei due stati A oppure C
che rappresentano due proprietà contrapposte e mutuamente esclusive (come
trovarsi in due luoghi differenti ) e la particella 2 può trovarsi in uno dei due stati
B oppure D (ed anche queste rappresentano due proprietà contrapposte e
mutuamente esclusive (trovarsi in due luoghi differenti). Lo stato denotato―AB‖
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(stato prodotto non in senso algebrico né logico) vuol dire che nel sistema la
particella 1 è nello stato A e la particella 2 è nello stato B. Allo stesso modo lo
stato denotato ―CD‖ per le stesse particelle.
Consideriamo ora lo stato denotato( AB + CD ) che si ottiene applicando al
sistema di due particelle il principio di sovrapposizione degli stati : il sistema si
trova in una ―combinazione di stati ― e lo stato corrispondente si definisce
―ENTANGLEMENT‖ (legame, intreccio, interconnessione) . Mentre lo stato AB
( così come CD) assegna definite proprietà alle particelle 1 e 2 ( 1 si trova in A e 2
si trova in B), lo stato (AB+CD) che costituisce una ―Sovrapposizione‖ non lo fa.
Essendo una combinazione di stati, esso ci dice che ci sono probabilità che
riguardano tanto la particella 1 che la 2, nel senso che se si effettuano delle misure
e si trova che 1 è nello stato A ―allora‖ la particella 2 deve essere ―certamente‖ in
B; analogamente se si trova che 1 è in C, ―allora‖ 2 deve essere ―certamente‖ in D
e questo è l‘ENTANGLEMENT. In questo stato particolare non c‘è modo di
caratterizzare una di loro senza fare riferimento all‘altra; noi possiamo riferirci a
ciascuna di loro ―separatamente‖,quando si trova nello stato ―sovrapposto” ciò
non è MAI possibile. Il principio di sovrapposizione si può applicare solo a
particelle ―correlate‖ tra loro, ad esempio provenienti da uno stesso processo.
Schroedinger coniò per primo il termine ―ENTANGLEMENT‖ nel 1926 nel suo
lavoro in cui presentò la sua Equazione d‘onda e lo riprese nella sua recensione
all‘articolo sul paradosso EPR presentato da Einstein nel 1935 :
<<Due sistemi, dei quali conosciamo gli stati sulla base della loro rispettiva
rappresentazione, subiscono una “interazione fisica temporanea” dovuta a
forze note che interagiscono tra di loro, e quando dopo un certo periodo di
mutua interazione, i sistemi si separano nuovamente, non possiamo più
descriverli come prima dell‟interazione, cioè dotando ognuno di loro di una
“propria” definita rappresentazione, poiché si trovano in uno stato di
“ENTANGLEMENT” (legame, unione, interconnessione, intreccio) “per
sempre”, e questo è il tratto distintivo della Meccanica quantistica >>.
Per la formulazione dell‘equazione d‘onda e per il contributo dato allo sviluppo
della Meccanica quantistica, Schroedinger ebbe il Nobel per la Fisica nel 1933.
Nel volgere di pochi mesi la nuova Fisica si ritrova con due formalismi matematici
equivalenti, le Matrici di Heisenberg e l‘Equazione di Schroedinger e con un
enorme problema di interpretazione fisica e, soprattutto, filosofica. Lo scontro tra
due visioni della Fisica, e del mondo, è radicale e drammatico. Quello personale tra
Heisenberg e Schroedinger è duro ma civile e corretto. In Germania la maggioranza
è con Schroedinger, anche Sommerfeld che fu il primo maestro di Heisenberg. Ma
Niels Bohr con il gruppo di Copenaghen è dalla parte di Heisenberg e questo
gruppo, come vedremo,avrà la meglio.
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51
1926 : MAX BORN E LA PROBABILITA‟
Nel Giugno del 1926 il Fisico tedesco Max Born (1882-1970), che ricopre la
cattedra di Fisica teorica presso l‘Università di Gottingen, pubblica un articolo
(ZurQuantumMechanik) in cui dimostra che la funzione d‘onda dell‘Equazione di
Schroedinger non può essere interpretata come una funzione classica, non è
un‘onda fisica ma un‟onda di probabilità, nel senso che non misura lo stato
classico di un elettrone in un dato istante, come posizione e velocità, ma soltanto
―la probabilità‖ che quell‘elettrone si trovi in quello stato in quel dato istante.
Questa rivelazione sembra rompere definitivamente la catena di rigida causalità,
tipica della meccanica classica. Born conclude il suo lavoro affermando che : “ per
quanto mi riguarda, sono portato a rinunciare al determinismo nel mondo
atomico” .Born riceverà il Nobel per la Fisica soltanto nel 1954 (!).
Questa interpretazione della funzione d‘onda, formulata a Gottingen, non è
immediatamente riconosciuta a Max Born. Niels Bohr, che diventa il capofila della
cordata ―indeterminista e non realista‖ della Fisica dei quanti sostiene subito che
<<non appena Schroedinger ebbe dimostrato l‟equivalenza tra la propria
meccanica ondulatoria e la meccanica matriciale di Heisenberg,
“l‟interpretazione” della funzione d‟onda di Schroedinger come onda di
probabilità divenne ovvia>>, e questa, per molto tempo, diventerà nota come
―interpretazione di Copenaghen‖ e sarà fieramente avversata da Einstein, De
Broglie e Schroedinger, avversione di natura filosofica, prima ancora che fisica. In
quello stesso anno (1926), in una lettera a Max Born, Einstein sostiene: <<La
meccanica quantistica è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che
non è ancora la soluzione giusta, è una teoria che ci offre molte cose, ma non ci
fa penetrare più a fondo il segreto del “”Grande Vecchio”‖. In ogni modo, sono
convinto che ―LUI” non gioca a dadi col mondo.>>>. Secondo Born, Einstein
pensa che le onde abbiano una funzione, una funzione unica ma precisa : agire
come un <<campo fantasma>> e indicare la traiettoria ai quanti di luce
corpuscolari. A questa ipotesi cercherà di agganciarsi lo stesso Born, che si sente a
disagio nella veste di avversario scientifico del suo venerato amico Einstein.
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1927. HEISENBERG E
L‟INDETERMINAZIONE
Nel Marzo 1927 Werner Heisenberg torna all‘attacco e pubblica un articolo che
sconvolgerà ancora una volta i Fisici ortodossi : ― Contenuto visualizzabile della
Meccanica quantistica teorica “ in cui introduce il suo famoso Principio di
indeterminazione : <<Non è possibile „‟determinare‟‟ con certezza assoluta la
posizione di una particella elementare, come l‟elettrone, e contemporaneamente la
sua velocità >>>.
Questo principio viene magistralmente condensato in una formula che assieme a
quelle di Planck, Bohr, Einstein, nonché De Broglie e Schroedinger, rappresentano
la quintessenza della Teoria quantistica.
ΔX Δ p >= h/2π
; ΔE Δt >= h/2π
dove i due termini al primo membro rappresentano rispettivamente l‘incertezza
(errore) nella misura della posizione e della quantità di moto, nonché quelli relativi
ad Energia e tempo. Il Principio di Indeterminazione è generalizzato e vale per tutte
quelle coppie di grandezze fisiche come spazio e quantità di moto p (prodotto della
massa e della velocità) che sono tra di loro coniugate, così pure per Energia e
tempo. Ciò significa che quanto più precisa è l‘una tanto più incerta è l‘altra. Esso
sancisce la fine definitiva del determinismo in Fisica, come affermerà lo stesso
Heisenberg :
<<Mediante la Meccanica quantistica viene stabilita
definitivamente la non validità della legge di causalità>> .(*)
Heisenberg supporta questa affermazione rafforzando la sua concezione della
Quantistica così : ―‖Nella formulazione della legge di causalità: <<Se conosciamo
esattamente il presente, possiamo calcolare il futuro>> , non è falsa la
conclusione ma la premessa. Non possiamo in linea di principio conoscere il
presente in ogni elemento determinante‖‖(6). Quasi tutti i Fisici sono felici di
pagare l‘oneroso prezzo della causalità pur di ottenere la formidabile capacità di
comprendere la fisica dell‘atomo. Quasi tutti, ma non tutti. Soprattutto non Albert
Einstein.
(5)Werner Heisenberg, “Indeterminazione e realtà”, Guida editori 1991
52
53
Quando Heisenberg sottopose la bozza del suo articolo al suo maestro (Niels
Bohr) , vede per la prima volta incrinarsi il rapporto di assoluta solidarietà. E‘ uno
scontro aspro, ma breve e dura solo dieci giorni. E‘ uno scontro scientifico ma
anche umano : Heisenberg non vuole accettare l‘idea di Bohr secondo cui le
particelle quantistiche si comportano non solo come corpuscoli, ma anche come
onde. E quell‘altra idea secondo cui non bisogna abbandonare il linguaggio della
meccanica classica per descrivere il comportamento quantistico.
Per Heisenberg sono concetti, quelli di corpuscolo e di onda, che non hanno senso
nella realtà quantistica, la quale è descritta totalmente ed unicamente da grandezze
matematiche, non da parole. Sono passati soltanto 14 anni da quando, nel 1913,
Niels Bohr appariva rivoluzionario aderendo alle teorie quantistiche di Planck ed
Einstein,
introducendo la quantizzazione nell‘atomo ! ed ora un suo
allievo………! Heisenberg, in seguito, si pentirà per essere<<apparso così
ingrato>> verso il suo maestro. Così pure Bohr dimenticherà quell‘atteggiamento,
riconoscendogli che<<raramente si è sentito in armonia più sincera con un altro
essere umano>>. Nell‘estate del 1927 Heisenberg lascia Copenaghen ed il gruppo
di Bohr per assumere la cattedra di Fisica a Lipsia. Max Planck lascia
l‘insegnamento e chiama Schroedinger a Berlino per sostituirlo.
(*) Sarebbe meglio dire : la fine del ‗‘Determinismo‘‘ come unico principio di
spiegazione dei fenomeni naturali, ci sono fatti che sono …indeterminabili.
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1927. BOHR E LA
COMPLEMENTARIETA‟
Il 16 Settembre 1927 viene organizzato a Como un convegno di Fisica per il
centenario della morte di Alessandro Volta. Albert Einstein è l‘unico a declinare
l‘invito poiché non condivide il regime di Mussolini. In questa occasione Niels
Bohr presenta il suo ―Principio di complementarità‖ , poi formalizzato in un
articolo apparso sulla rivista <<Nature>>. Bohr intende risolvere, una volta per
tutte, il problema posto da De Broglie e negato da Heisenberg : il dualismo ondacorpuscolo delle particelle quantistiche, o meglio, di un qualsiasi ente fisico.
De Broglie sostiene che un elettrone è sempre, insieme, onda e corpuscolo.
Heisenberg nega ogni realtà fisica a questa immagine. Bohr propone invece che
l‘aspetto ondulatorio e quello corpuscolare,degli enti fisici, sono rappresentazioni
―complementari―(ma che si escludono mutuamente), di un‘unica e medesima realtà
(6), ciascuna delle quali è parzialmente adeguata. Le due rappresentazioni vanno
viste come ―opposti complementari‖. Bohr metterà nel suo stemma araldico la
scritta<<Contraria complementa sunt>>. Per questo, quando viene osservato, un
elettrone appare o ―‖solo ―‖ come un corpuscolo, oppure ―solo” come un ‗onda.
6) Abraham Pais, Un danese tranquillo, Boringhieri 1993
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55
1926. LA STATISTICA FERMI-DIRAC
Enrico Fermi nasce a Roma nel 1901, a dieci anni aveva già uno straordinario
interesse per la Matematica e per la Fisica. A quattordici anni fece amicizia con un
ragazzo più grande di lui (Enrico Persico) che aveva la passione per la Fisica.
Insieme comprarono, al mercatino di Campo dei fiori,un trattato di Fisica in due
volumi (900 pagine) stampato, in latino, nel 1840 : lo lessero e lo compresero senza
alcuna difficoltà.
Negli anni del Ginnasio e del Liceo continuò a leggere libri di Matematica e Fisica; nell‘estate
del 1918 finì di leggere il ―Trattato di Fisica ― di Chowlson e su questo si preparò all‘esame di
ammissione per la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Supera brillantemente l‘esame e si scrive in Fisica laureandosi nel 1922 discutendo una Tesi
sperimentale sulla―Diffusione di raggi X da parte di cristalli curvi” . Dopo la laurea ha una
borsa di Studio e si reca a Gottingen e resta per sei mesi nell‘Istituto di MaxBorn. Qui incontra
molti Fisici che si occupano di Quantistica : Werner Heisenberg, Wolfgang Pauli, Pascual Jordan.
Prima di recarsi in Germania, il suo compagno d‘infanzia Enrico Persico, che all‘epoca era
Assistente all‘Istituto di Fisica dell‘Università di Roma, lo presentò al Direttore dell‘Istituto Orso
Mario Corbino (Professore di Fisica sperimentale) che, al ritorno di Fermi da Gottingen, lo
nominò incaricato all‘insegnamento di Istituzioni di matematica.
Nel 1924 ebbe un‘altra borsa di studio e si recò per tre mesi a Leiden dove incontrò Paul
Ehrenfest, Goudsmit ed Unlebeck con i quali si trovò perfettamente a suo agio e si rese conto
delle sue potenzialità. Dal ‘24 al ‘26 insegnò Fisica e Meccanica razionale all‘Università di
Firenze, dove incontrò il collega di studi di Pisa Franco Rasetti. Alla fine del 1926 vinse la
Cattedra diFisica teorica presso l‘Università di Roma dove rimase fino al 1938. A Roma, con
l‘aiuto di Corbino e di Rasetti,che vi si era trasferito da Firenze ed insegnava Spettroscopia,
Fermi mise le basi per formare una Scuola di Fisica all‘avanguardia.
I lavori di ricerca di Enrico Fermi si possono dividere in tre Periodi : Dal 1921 al 23 pubblica
una ottantina di lavori che riguardano Fisica atomica e Molecolare, Fisica dello Stato solido,
Relatività ed Elettrodinamica. Il più importante è quello riguardante la ―Statistica
antisimmetrica”, in rispetto alle leggi della Fisica quantistica, che passerà alla storia come
―Statistica di Fermi-Dirac ― poiché il Fisico inglese Paul Maurice Dirac (^) vi arrivò
contemporaneamente per altra via.
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56
Questa statistica si riferisce a tutte le particelle aventi spin frazionario (1/2 o – ½) cioè elettroni,
protoni, neutroni etc. che per questo vengono chiamati ―fermioni‖, mentre quelli a spin intero
(fotoni, mesoni etc.) ubbidiscono alla Statistica di Bose-Einstein per cui vengono chiamati
―bosoni”.
Nello stesso periodo Fermi elabora, assieme al Fisico Thomas un nuovo modello dell‘atomo
ancora oggi usato in Astrofisica ed in Fisica dello stato solido. Inoltre studia i doppietti spettrali
degli atomi alcalini, l‘effetto Raman nei cristalli, l‘effetto della pressione nelle righe spettrali.
Formula l‘Elettrodinamica quantistica i cui contenuti sono stati di utilità per la Teoria dei Campi.
Il secondo periodo va dal 1933 al 1949, inizia con un lavoro sulla disintegrazione dei nuclei
radioattivi β. Non era ancora apparso sulla stampa scientifica che i coniugi Curie erano riusciti a
produrre radioattività in elementi leggeri sottoposti all‘azione di particelle α. Fermi pensò di
provocare radioattività usando come proiettili i neutroni e vi riuscì nel marzo del 1934.
Nell‘Ottobre dello stesso anno, con i suoi collaboratori, Amaldi, Pontecorvo, Rasetti e Segrè,
scoprì un altro fenomeno : in tutti i casi la radioattività provocata da neutroni era dovuta ad un
processo di cattura del neutrone seguita da emissione di quanti γ (cattura radiativa) e ciò poteva
essere esaltato circondando sorgente e corpo irradiato da una sostanza idrogenata come la
Paraffina. Questo coinvolge due fenomeni : il primo è che per urti successivi contro gli atomi di
idrogeno i neutroni perdono la loro energia fino a ridursi a ―neutroni lenti” , l‘altro è che questi
neutroni lenti sono assai più efficaci di quelli veloci nel produrre certi processi nucleari.
Nel 1938 ottiene il Nobel per la Fisica ma,a seguito delle leggi razziali emanate da mussolini,
Fermi accetta l‘invito della Columbia University e si trasferisce negli Stati Uniti. Nel corso del
1939 Fermi pubblica lavori sulla scissione dell‘Uranio con riferimento alla reazione a catena.
Nella primavera del 42 si trasferisce a Chicago dove il 2 Dicembre inaugura la prima Pila
nucleare progettata e costruita da lui stesso, la migliorò fino all‘inverno del 1944, poi si
trasferisce a Los Alamos ove rimane fino all‘inizio dell‘Estate del 45 quando vengono sganciate
due bombe atomiche sul Giappone. Nel 1946 viene nominato Docente alla Università di Chicago.
Il terzo periodo di lavori scientifici coincide con la costruzione del Ciclotrone da 450 Mev e
Fermi si dedica allo studio dei mesoni π. Fermi torna in Italia nel 1949 e poi nel 54 per tenere un
corso sulla Fisica dei pioni. Morirà a Chicago il 29 Novembre 1954.
Le sue qualità di maestro, la sua semplicità nei rapporti umani, il suo spiccato senso del
dovere accompagnato da entusiasmo per lo studio della natura, il suo equilibrio e la sua
energia quasi sovrumana hanno costituito aspetti della sua figura più difficili da
trasmettere e far ricordare dei suoi risultati scientifici, ma sotto molti aspetti d‟importanza
non inferiore. Un capitolo a parte meriterebbe il suo rapporto con il Fisico catanese Ettore
Majorana, un Grande Fisico, un uomo incompreso, ancora oggi è avvolta di mistero la sua
morte.
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57
CREAZIONE E ANNICHILAZIONE
Enrico Fermi diede inizio agli esperimenti che hanno sviluppato il campo della Fisica
Nucleare,riguardo ai fenomeni di ―Creazione‖ e ―Annichilazione‖,che vengono espressi con
questa simbologia :
n  p  e 
Un neutrone viene ―annichilato‖ e vengono ―creati‖ : un protone,un elettrone (decadimento
e un antineutrino (elettricamente neutro).
)
e e  


L‘urto di un elettrone con la sua antiparticella provoca la ―Creazione‖ di 2 fotoni,e naturalmente
la scomparsa di 2 particelle.
K     


0
Un mesone K sparisce annichilandosi e ―CREA‖ un muone
(neutro)
,un neutrino
,ed un pione
0  
Un pione neutro (massa) si trasforma in 2 fotoni (energia sotto forma di onde elettromagnetiche)
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58
(^) Paul Maurice Dirac nasce nel 1902 a Bristol dove si laurea nel ‗ 21 ottenendo poi il Ph.D a
Cambridge nel 26. Si trasferisce negli USA nel 29 prima all‘Università del Wisconsin, poi in
quella del Michigan ed infine alla Princeton University (1931) per poi tornare a Cambridge dove
divenne Professore di Matematica.
Nel 1925 i Fisici Goudsmit ed Unlebeck, per spiegare alcune anomalie negli spettri dei raggi
X, introdussero per primi l‟ipotesi che l‘elettrone ruotasse sul suo asse. Il relativo modello di
atomo, sebbene eliminasse alcune delle contraddizioni spettroscopiche, tuttavia introduceva
difficoltà di natura teorica poiché nulla nella teoria quantistica corrente prevedeva che l‘elettrone
potesse ruotare.
P.A.M Dirac
Wolfgang Pauli e G. Darwin furono i primi ad affrontare il problema; partirono, però, da troppe
ipotesi giustificate dalla necessità di trovare a tutti i costi una equazione che descrivesse lo spin
dell‘elettrone. Dirac cercò di proporre una nuova e più soddisfacente soluzione e modificò
l‘equazione relativistica di Einstein riferita allo stato di una particella subatomica :
W2/c2 – p2r – m2c2= 0
Dove W è l‘energia cinetica della particella, c è la velocità della luce, p r (r = 1,2,3)è il suo
momento ( prodotto della massa x la velocità). Dirac modificò appunto l‘equazione in senso
quantistico inserendo la funzione d‘onda Ψ dell‘equazione di Schroedinger e poi ricavò una
soluzione per l‘elettrone in modo da rappresentare la sua energia in presenza di un campo
magnetico. L‘equazione risultante attribuiva all‘elettrone un momento magnetico pari al
Magnetone di Bohr (vedi pagina 34 ) e che l‘elettrone avesse un ulteriore momento di spin pari
ad h/4π . Dirac dimostrò che la sua equazione spiegava il comportamento dell‘elettrone
dell‘atomo di Idrogeno e le anomalie spettroscopiche. A breve tempo seguirono le necessarie e
dovute verifiche sperimentali.
L „ANTIMATERIA
Nel 1928 Dirac studia il comportamento degli elettroni, ovvero formula una equazione che
tiene conto della velocità relativistica degli elettroni e delle regole di quantizzazione a cui la
particella deve soddisfare.In questo modo dà l‘inizio di quella branca che viene chiamata
Elettrodinamica Relativistica. Inconsapevolmente si aggancia al sogno di Einstein della
Unificazione, in quanto mette assieme Relatività Ristretta e Meccanica Quantistica ,limitatamente
al moto di elettroni e altre particelle.Questa formulazione trovata rivelò una simmetria
fondamentale fra materia e ―antimateria‖,ovvero si prevedeva l‘esistenza di una ―antiparticella‖
per ogni particella esistente. Ad esempio l‘elettrone possiede una antiparticella che è il
Positrone,con caratteristiche identiche di massa e numero atomico,ma di carica opposta.E‘
58
59
stupefacente come l‘esistenza di una antiparticella (reale) era ―prevista‖ da una teoria fisica
(prima ancora di essere osservata) come ―necessità logica‖ per soddisfare una simmetria della
teoria stessa. Ancora un esempio di ―capacità previsionale‖ di una teoria fisica : la creazione di
coppie particelle e antiparticelle. I processi di ―creazione” e “annichilazione‖ di particelle
erano stati previsti dalla teoria di Dirac ―prima‖ che fossero effettivamente scoperti in natura e
da allora sono stati ―osservati‖ milioni di volte,dando conferma alla teoria,sempre in un contesto
di ―verifica‖.
Il nostro Universo visibile è quasi completamente composto di materia, e a partire dal Big Bang,
in cui l‘Univedrso ebbe origine, di antimateria ne è esistita ben poca; quando un antiparticella
incontra la propria controparte (per esempio un elettrone incontra un positrone) le due particelle
si “annichilano” (vedi paragrafo successivo) convertendo tutta la loro massa di riposo in
energia , così come previsto dalla equazione di Einstein (paragrafo 30). Nel processo inverso è
possibile produrre antiparticelle dall‘energia, ma unicamente a condizione che per ogni
antiparticella si produca anche la particella corrispondente.
Nel settembre del 1995 un gruppo di ricerca del CERN è riuscito per la prima volta a realizzare
un “antiatomo” , per l‘esattezza di Idrogeno, con una vita media di circa 40 miliardesimi di
secondo; ora si cerca di studiarli per tempi molto più lunghi con fasci Laser per scoprire
conoscenze ulteriori.
Paul Maurice Dirac ebbe il Nobel per la Fisica nel 1933. Morì nel 1984.
59
60
1927. I CONGRESSI SOLVAY
Einstein assume ben presto il ruolo di eretico in seno alla comunità dei Fisici
quantistici. Questo suo ruolo ed il disaccordo, scientifico, con Bohr diventano
evidenti al quinto Congresso Solvay (*) che si tiene a Bruxelles tra il 24 e il 29
Ottobre del 1927.
Al Fisico Hendrik Lorentz che, prima di iniziare i lavori del Congresso, gli aveva
chiesto di tenere una relazione sulla ‗‘statistica quantistica‘‘ che aveva sviluppato
assieme al Fisico indiano SatyendraNath Bose nel 1924, Albert Einstein così
rispose: <<Dopo lunga riflessione e molte esitazioni, sono giunto alla
conclusione che non sono competente a tenere questa relazione, in parte perché
non accetto il punto di vista puramente statistico su cui si basano le nuove teorie,
in parte perché tutto considerato la mia ricettività non è sufficiente a seguire
pienamente tali tumultuosi sviluppi>>. ( 7 )
In verità gli sviluppi della Teoria quantistica negli ultimi due anni sono stati
davvero tumultuosi ed hanno fatto segnare una certa drammatica spettacolarità.
Tutti i Fisici avvertono la necessità di fermarsi a riflettere e di cercare di digerire
quei risultati straordinari.
I Fisici al Congresso Solvay del 1927
(7)Abraham Pais, Sottile è il Signore………, Boringhieri 1986
Il Congresso Solvay offre la giusta occasione. A Bruxelles giungono i tre padri fondatori della
teoria dei quanti :Max Planck, Albert Einstein e Niels Bohr. Ci sono pure tutti i padri della nuova
meccanica quantistica: De Broglie, Pauli, Heisenberg, Born, Schroedinger, Dirac, Ehrenfest,
Lorentz, Kramers.
Il conflitto è nell‘aria, latente.Nulla traspare dalle relazioni formali, tutto si consuma, invece,
in sala da pranzo nell‘albergo che ospita il Congresso. La scena è interamente occupata da Albert
Einstein e da Niels Bohr. Einstein solleva i problemi e Bohr li risolve. Così racconta Abraham
60
61
Pais (8), il più completo biografo di entrambi:<<Einstein scendeva a colazione ed esprimeva i
suoi dubbi sulla nuova teoria quantistica>>ricorda Otto Stern, << e ogni volta aveva
immaginato qualche bell‟esperimento mentale dal quale si vedeva che la teoria non
funzionava……. Bohr ci rifletteva a fondo e la sera, a cena, quando erano tutti riuniti,
analizzava minuziosamente il problema fino a chiarirlo>>.
Lo strano dialogo tra colazione e cena resta nella tradizione orale della Fisica come uno dei
più importanti scontri intellettuali dell‘era moderna. Uno scontro tra due contendenti che si
stimano a vicenda, ma che ha un unico vincitore : Niels Bohr.L‘atteggiamento di Einstein a
Bruxelles riflette il suo atteggiamento rispetto alla meccanica quantistica in tutto questo periodo.
Egli è convinto che<<il quadro teorico della nuova Fisica quantistica sia intimamente
incoerente >> (9). Ed è alla ricerca affannosa delle contraddizioni che consentano di svelare a
tutti l‘incoerenza della nuova teoria.
La mensa dell‘albergo di Bruxelles doveva essere il
palcoscenico adatto per mostrare le nudità del Re quantistico. Einstein si impegna al massimo,
propone problemi difficili ma tutti vengono brillantemente risolti da Bohr. Heisenberg ricorderà
trionfante : <<A Bruxelles ci rendemmo conto di essere in grado di fronteggiare qualsiasi
obiezione, qualunque tentativo di screditare la nuova Teoria quantistica>> (10).Lo stesso
Einstein ammetterà, con stizzita amarezza :<<La consolante filosofia (o religione?) di Bohr è
così ben congegnata che, per il momento, offre ai suoi credenti un soffice cuscino di piume dal
quale non è facile allontanarli >>(10). A Bruxelles, dunque, Einstein diventa un ―eretico” , anzi,
l‘ ‖eretico‖ della nuova era quantistica. Ma il suo tentativo di dimostrare l‘intima incoerenza
della Fisica quantistica prosegue.
(9) Abraham Pais, Sottile è il Signore….., Boringhieri
(8) (10)
Abraham Pais, Un danese tranquillo, Boringhieri
61
62
Sesto Congresso Solvay 1930
Nel 1930 si tiene il sesto Congresso Solvay. Einstein pensa sempre di confutare il
Principio di Indeterminazione e propone un esperimento mentale in cui c‘è un
orologio in una scatola piena di fotoni. Egli sostiene che è possibile misurare
esattamente l‘energia dei fotoni contemporaneamente al tempo, violando la
disequazione del Principio di Indeterminazione di Heisenberg. Ancora una volta
Bohr ribatte, con successo, all‘affondo di Einstein, che non demorde e cambia
tattica. Nel 1931, caldeggiando la candidatura al Nobel dell‘ <<amico>> Erwin
Schroedinger e del ―nemico‖ Werner Heisemberg (sublime onestà intellettuale),
riconosce :
― E‟ indubitabile che questa storia della Teoria quantistica contenga un
frammento della verità ultima‖. In realtà dopo il 1927 la Teoria quantistica assume
una struttura teorica rilevante, un formalismo coerente che, per la maggior parte dei
Fisici, ha lo statuto di teoria di principio. A partire dal 1931 Albert Einstein ne
riconosce l‘efficacia :<<è la teoria fisica di maggior successo della nostra epoca
>> (11).
Non discute neppure la sua intima interna coesione. Anzi, nel corso
della ―Herbert Spencer Lecture‖ del 1933, ne riconosce esplicitamente la coerenza:
<<Irrefutabile in sede logica, questa concezione ha ottenuto importanti
risultati>> . Ma, nonostante questo, Einstein non aderisce affatto allo ―spirito di
Copenaghen ―.
Non accetta la fine della causalità rigorosa a vantaggio del concetto di probabilità.
Non accetta l‘indeterminazione ontologica della realtà fisica proposta da
Heisenberg.
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Non accetta la complementarietà di Bohr, ovvero la necessità, che giudica del tutto
artificiosa e ―innaturale‖, di specificare il tipo di apparecchiatura utilizzata per
effettuare la misura nella spiegazione dei fenomeni fisici.
Questo ―relativismo della conoscenza ―, per uno come lui che ha elaborato da solo
la Teoria della Relatività ristretta e la Teoria della Relatività generale (che sono
ben altra cosa e riguardano i fenomeni a velocità prossime a quella della luce), per
le quali avrebbe meritato il Nobel e non per il semplice ma importante effetto
fotoelettrico, oltre alla fine della causalità e del determinismo, lo lascia più che
perplesso, anzi totalmente insoddisfatto.
No, la Fisica quantistica non rappresenta né la teoria unificata dei campi, né una
tappa verso di essa, contiene un ―frammento ―della verità ultima ma non è la verità
ultima. E‘ irrefutabile in sede logica e, quindi, coerente; tuttavia è incompleta.
Albert Einstein arriverà a dire :<<Non avrei mai pensato che altri l‟avrebbero
presa sul serio molto più di quanto abbia fatto io stesso>> . (12)
In definitiva per Einstein la Fisica quantistica deve essere per forza la
manifestazione di una teoria più generale, caratterizzata da una causalità rigorosa e
ancorata ad un saldo realismo oggettivo.
Ma non finisce qui. Einstein sta preparando un‘arma micidiale
che scaglierà nel 1935:
il paradosso EPR (Einstein, Podolsky, Rosen).
(11) Abraham Pais, Sottile è il Signore…., Boringhieri
(12) Leopold Infeld, Albert Einstein,Einaudi 1988
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( * ) Ernest Solvay nasce nel 1838 in Belgio, da bambino ebbe una salute cagionevole e non
poté seguire un corso di studi regolare. Quando ebbe l‘età per entrare all‘Università di Liegi fu
colpito da pleurite e, non potendo seguire gli studi, cominciò a lavorare nella fabbrica di gas di
cui un suo zio era Direttore.
Introdusse parecchi piccoli perfezionamenti nella separazione del gas e del catrame, nei metodi di
purificazione e nella regolazione della pressione. Scoprì dopo un metodo nuovo per lo
smaltimento dei prodotti di scarto e lo brevettò nel 1861 assieme al fratello Alfred, con il quale
fondò una piccola fabbrica a Schaerbeck. Cominciò la produzione industriale della soda, nel 1872
fu costruito un grande impianto in Francia, l‘anno dopo uno in Inghilterra Raggiunto il successo
come industriale, Solvay rivolse la sua attenzione all‘ambito sociale. Nel 1907 adottò il giorno
lavorativo di otto ore (in anticipo sui tempi) per gli operai delle sue fabbriche,nel 1913 introdusse
le ferie pagate e mezza paga durante il servizio militare. Istituì borse di studio in molte scuole,
fondò a Bruxelles una serie di istituti per incoraggiare lo sviluppo della Scienza. Già durante la
prima guerra mondiale i suoi pensieri si rivolgevano alla pace e concepì, per primo, l‘idea di una
Europa unita. Nel 1911 inaugura quelli che diventeranno i famosissimi ―Congressi Solvay“
durante i quali, ogni tre anni, si riunivano tutti i maggiori esponenti della Scienza. Morì nel 1922.
Il primo Congresso Solvay si tenne a Bruxelles nel 1911, Presidente Hendrik Lorentz. Il tema
era― La radiazione elettromagnetica ed i quanti‖ e le discussioni concernevano su la Fisica
classica e la Teoria quantistica. Albert Einstein era il secondo Fisico più giovane presente, dopo
Frederik Lindemann. Erano presenti Max Planck, Arnold Sommerfeld, Wilhelm Wien, Ernest
Rutherford, Marie Curie, Henry Poincarè, Paul Langevin.
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PARTE SECONDA
LA FISICA QUANTISTICA
DAL SECONDO NOVECENTO
ALL‟INIZIO DEL TERZO MILLENNIO
… moderno Diogene vado cercando…. tenendo SEMPRE presente i
principi che vanno ad accompagnare la nostra Vita :
--- dubita di TUTTO
--- aspettati l „ IMPOSSIBILE
--- tieniti pronto per nuove POSSIBILITA‟
--- tutto l‟ Universo obbedisce all‟ AMORE …..
--- Ogni cosa è in relazione con tutte le altre cose….
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Ad Albert
Einstein
Tutto quanto ho imparato e scritto ha un riferimento unico e solo : la limpida lezione scientifica,
culturale e umana che ci ha regalato Einstein con il suo metodo,la sua passione e la fede nel suo
sogno ; tutta la sua vita , i fatti ed i pensieri sono un eredita‟ preziosissima , immensa , di cui
faremo tesoro e gli renderemo gratitudine eterna.
Albert Einstein nasce in Germania,la madre lo cura amorevolmente,impara a parlare molto
tardi,non gioca molto con gli altri bambini,ma è un bambino normale,soprattutto è molto
“curioso” e determinato. La mamma Pauline vuole che Albert sia ad un tempo “indipendente”
e ubbidiente , e che sia sicuro di sé;ci riuscirà quasi del tutto ,inoltre conserverà sempre un
“ironia intelligente” e sottile. A 12 anni studia la Geometria Euclidea,a 16 impara il Calcolo
Integrale!!! E‟ così bravo che alcuni suoi insegnanti non lo capiscono o peggio sono invidiosi e
lo puniscono,da qui la leggenda che andava male a scuola. Fuori dagli studi filosofici e
scientifici ha 2 soli altri interessi : la musica e la religione,per lui la musica è una necessità
“interiore”. Einstein era un fisico,un poeta,un musicista un filosofo :la disposizione per la
bellezza e l‟armonia era la sua guida,a cui non rinunciò mai. L‟essenza della profondità di
Einstein consistette nella sua “semplicità” L‟essenza della Scienza di Einstein consistette nella
sua disposizione “estetica” alla bellezza. Così scriveva nella biografia……..imparai ben presto
ad intuire ed a privilegiare ciò che avrebbe potuto condurre a scoperte fondamentali,dalla
moltitudine di cose che ingombrano solo la mente e la deviano dall‟essenziale. Ancora……..il
nostro Universo non è soltanto un Universo Matematico ma un Universo “meravigliosamente”
ragionevole , pervaso da una suprema “SAGGEZZA” Cosmica……Durante gli ultimi 30 anni
della sua vita i suoi occhi erano fissi sull‟Universo e nella possibilità di penetrare i più profondi
recessi per risolvere tutto mediante una singola legge,la teoria del campo unificato…..il suo
sogno!!! Einstein era riuscito dove gli antichi avevano fallito : da speculazioni intellettive
arriva a necessità logiche e a predire fatti sperimentali…….guardava nel vuoto e tirava fuori
dal nulla risultati sulla base di riflessioni…..Egli osava sfidare tre secoli di metodo scientifico,da
Galileo in poi,tornando al sogno dei Greci che cercavano di “CAPIRE” la natura piuttosto che
limitarsi solo a descriverla. Einstein ha dimostrato come il pensiero Matematico costruttivo
dell‟Intelletto , combinato con l‟ INTUIZIONE filosofica e artistica possono raggiungere vette
incomparabili. Egli adoperava in modo magistrale le due modalità di conoscenza
complementari:
Razionale dovuta all‟intelletto
Intuitiva dovuta alla sensibilità
Ma un intuito così formidabile non può quindi essere spiegato razionalmente!!!Scaturisce
spontaneamente da FORZE INTERIORI , dall‟interno della persona,da qualità NON
intellettive;infatti per lui gli eventi “emotivi” e SPIRITUALI avevano posto più di quelli
Scientifici. Il movente Scientifico di Einstein fu fondamentalmente…..Religioso!!!! o meglio
SPIRITUALE!!!!……e fece più che formulare teorie : “Ascoltò con devozione suprema le silenti
voci dell‟Universo,e trascrisse il loro messaggio con ineffabile Bellezza” La Scienza era per lui
una Religione di altissima devozione e abbandono mistico. E si considerava più un filosofo che
un fisico,né tampoco un matematico : era più a suo agio con sognatori, artisti, poeti, scrittori,
musicisti, che con i suoi colleghi fisici ai congressi!!!!!!!!
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Per questi egli si era cambiato da fisico a “metafisico”,in un UOMO CHE CERCA LE CAUSE
ULTIME : ma ad Einstein non interessavano le etichette,,,,,cosa importa se è
Matematica,fisica,chimica,astronomia o filosofia….diceva……a me interessa ascoltare la
Musica dell‟Universo……e capire la sua Armonia. Al termine dei suoi scritti improvvisamente
appariva la conclusione,ottenuta con apparente facilità e mediante una argomentazione
irrefutabile…e non citava mai le fonti e nessuno,come se avesse evocato qualcosa
d‟altro………DIO. Quando giudicava una teoria scientifica si domandava se,qualora fosse stato
DIO,avrebbe creato l‟universo in modo da accettare questa in pieno accordo e in Armonia” con
tutto il resto. Tale criterio,a prima vista,potrebbe sembrare più vicino al “Misticismo” che alla
Scienza,ma rivela la fede di Einstein nella “Semplicità” e nella “Bellezza” dell‟Universo.
Soltanto un uomo con una profonda convinzione Religiosa e Artistica che la “Bellezza” sia
presente ovunque,in attesa di essere scoperta,avrebbe potuto costruire teorie il cui attributo più
impressionante(tale da superare i risultati scientifici spettacolari) era ……proprio la
BELLEZZA!!!!!!!!!!!
………e non cessò mai di “Meravigliarsi” come un bambino, come non perse mai la capacità
fanciullesca di timore riverenziale verso la Natura…..
………e rifuggiva istintivamente alle coercizioni;rabbrividiva alla vista delle uniformi,odiava i
sistemi severi che dominavano nell‟insegnamento a quei tempi……..
Per spiegare la sua “Perfezione” nella tecnica del violino ebbe a dire che non era dovuta ad
esercitazioni sistematiche……..io ritengo,tutto sommato,che l‟AMORE sia un maestro più
efficace del senso del dovere,nel caso mio,per lo meno,è stato senza dubbio così!!!........
LA COERENZA DELL UNIVERSO ,L‟INTRINSECA “SAGGEZZA” CHE PERMEA
TUTTA
LA
CREAZIONE, FURONO DIMOSTRATE DAI
PIU‟
ESATTI
RAGIONAMENTI MATEMATICI , GRAZIE ALLA INTUIZIONE UNICA E GENIALE
DI EINSTEIN , AL SENSO MISTICO, ALLA DISPOSIZIONE ESTETICA VERSO LA
BELLEZZA, ALLA SUA LIBERTA‟ INTELLETTUALE, ALLA SUA SENSIBILITA‟
MUSICALE E POETICA……..E QUINDI PIU‟ AL SUO “CUORE” CHE AL SUO
INTELLETTO.
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Evoluzione Storica del fenomeno ENTANGLEMENT
--- EINSTEIN : pone il problema, descrive l‘ ESPERIMENTO MENTALE , afferma che la
LOCALITA‘ può spiegare l‘Entanglement solo se esistono le iipotetiche ―Variabili Nascoste‖ ;
nega la NON-LOCALITA‘. Non nomina l‘Entanglement.
--- BOHR : dà una spiegazione poco chiara e poco convincente, attribuendo le proprietà
dell‘Entanglement al ―sistema‖ di particelle come un tutto unico.
--- SCHRODINGER : introduce la definizione di ―Entanglement‖ (pag.50) ma non riesce a
legarla con il fenomeno e il paradosso messo in luce da Einstein; sottovaluta il problema , non ha
lungimiranza; troppo ‗‘ortodosso‘‘.
--- BOHM : Modifica l‘Esperimento Mentale di Einstein e lo rende più semplice; dà una
spiegazione del paradosso rinunciando alla ‗Località‘ e ipotizzando ―CONNESSIONI NONLOCALI‖ che implicano l‘Entanglement; ma lui parla di “Interconnessioni” sotto forma di
―Comunicazioni a distanza infinita‖ ; NON fa alcun Esperimento in Laboratorio e NON dà
alcun supporto Matematico rigoroso.
--- BELL : Descrive un TEOREMA MATEMATICO basato su una ―Disegueglianza‖
algebrica che impone un criterio ―Mutuamente esclusivo‖ con 2 sole possibili situazioni che
seguono da due classi o insiemi di risultati di ‗‘Esperimenti‘‘ sulla NON LOCALITA‘ . SE
esiste la Non Località ALLORA l‘Entanglement è una Realtà Fisica e non più una ipotesi
paradossale.
--- Faraci, Clauser, Horne,Shimony, Holt. : fanno ―ESPERIMENTI‖ con ―Fotoni
Entangled‖ e VERIFICANO la Non Località , ma non rispettano tutti i protocolli scientifici
e il grado di accuratezza degli strumenti è ancora molto scadente.
--- ASPECT : fa ―ESPERIMENTI‖ con ‗fotoni Correlati‟ attenendosi ‗scrupolosamente‘
ai dettami di Einstein, Bohm e Bell; rispetta tutti i protocolli scientifici; adopera strumentazione
accuratissima ; ottiene RISULTATI che attestano l‘esistenza di CONNESSIONI NON
LOCALI e sancisce definitivamente che l‘ ENTANGLEMENT è una Realtà Fisica.
--- ZEILINGER : fa ‗Esperimenti‘ con macromolecole, estende l‘Entanglement.
--- GISIN : esegue esperimenti con fotoni che viaggiano per 36 km.
--- ROSEMBAUM : estende tutte le considerazioni sull‘Entanglement ad aggregati atomici.
--- REZNICK : compie l‘ultimo passo, tutte le parti dell‘Universo sono in Entanglement
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1935. EINSTEIN e l‟ Esperimento Mentale EPR
In pochi anni, dopo il 1925, la teoria quantistica assume una struttura teorica rilevante,un
formalismo coerente che, per la gran parte dei fisici , ha lo statuto di teoria di principio.
Anche Einstein, a partire dal 1931,riconosce l‘efficacia della Meccanica quantistica e la coerenza
irrefutabile in sede logica, frutto della sua onestà intellettuale.
Nonostante questo, abbiamo visto. egli non aderisce affatto allo ―spirito di Copenaghen‖ : non
accetta la fine della causalità rigorosa a vantaggio della PROBABILITA‘ . Non accetta l ‗
INDETERMINAZIONE ontologica della realtà fisica proposta da Heisemberg. NON accetta la
COMPLEMENTARIETA‘ di Bohr, ovvero il ruolo dell‘apparato di misura e dell‘osservatore
nell‘indagine della realtà fisica. Paradossalmente questo RELATIVISMO della conoscenza lo
lascia totalmente insoddisfatto.
Per Einstein la Meccanica Quantistica è incompleta !!
La sua prossima strategia consiste quindi nel dimostrarne l‘incompletezza.
Nel 1935 propone uno di quegli esperimenti mentali in cui è maestro,insieme a Podolsky e
Rosen, che sarà indicato storicamente come EPR.
A) E S P E R I M E N T O
EPR ( Einstein Podolsky Rosen)
Per tutta la vita Einstein rimase ancorato a tre principi seguenti , che credeva dovessero far parte
di qualsiasi buona descrizione della natura , quindi della Realtà:
1 - La teoria che descrive la natura deve essere DETERMINISTICA(*) , anche se in alcuni casi
si deve ricorrere alla ‗‘probabilità‘‘ per poter effettuare predizioni sui risultati delle
osservazioni nel mondo microscopico.
(*) E‘ sempre possibile ‗determinare‘ con certezza e prevedere lo stato fisico di moto di una
qualsiasi particella materiale, di qualunque grandezza.
2 - La teoria dovrebbe includere ―tutti‖ gli elementi della Realtà : ogni attributo di un
sistema fisico che può essere predetto con precisione SENZA DISTURBARE IL
SISTEMA è un << elemento della Realtà>>.
3 - La teoria dovrebbe essere LOCALE : quello che accade in un luogo dello
spazio NON può influenzare qualunque altra cosa che stia accadendo in un altro
luogo molto distante.
Con questi assunti di partenza NON poteva giungere alla NON LOCALITA‟
La formulazione dell‘esperimento mentale EPR venne fatta in termini poco chiari e
difficilmente realizzabili per la tecnologia dell‘epoca, ma essenzialmente si può così riassumere
(anche se in tutti i testi viene riportata la versione modificata e semplificata di Bohm) :
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<< Siano date due particelle A e B , correlate tra loro, cioè prodotte dallo stesso processo di
generazione; allontaniamole anche a distanza molto grande, per esempio una a New York e
l‘altra a Berlino; supponiamo di fare una MISURA sulla particella A di posizione e quantità
di moto, allora (stando alla Meccanica Quantistica) ‗‘istantaneamente‟‘ il valore di posizione e
quantità di moto dell‘altra particella viene ad essere conosciuto, senza che la misura sulla prima
abbia disturbato la seconda (B).Quindi entrambi gli attributi della particella B sono elementi della
Realtà Fisica; dal momento che la Meccanica Quantistica non permette ai due attributi così
ottenuti (posizione e quantità di moto) di entrare nella descrizione dello stato della particella
ALLORA la teoria è INCOMPLETA.>>
- Secondo Einstein nessun segnale può viaggiare ad una velocità maggiore di c (velocità della
luce) quindi è impossibile che la misura su A determini la possibilità di avere una qualunque
MISURA e valore su B ―istantaneamente”.
Secondo Bohr il sistema formato dalle due particelle è un ―TUTTO INDIVISIBILE‖ , anche
se le particelle sono separate da milioni di km .Il sistema non può essere analizzato in funzione di
parti indipendenti; questa spiegazione era troppo vaga e non fu accettata.
Einstein voleva così dimostrare l‘incompletezza della meccanica quantistica, perché la
predicibilità simultanea fa dipendere la realtà della particella B dal processo di misura attuato
sulla particella A , che non perturba in alcun modo B. Nessuna definizione ragionevole di realtà
dovrebbe consentire una cosa simile. A meno che si voglia accettare l‘assurdo :‖ un‟azione a
distanza‟‟ che correla, simultaneamente, A e B violando la legge fondamentale della relatività
che nega l‘esistenza di velocità superiori alla velocità della luce c, VIOLANDO
SOPRATTUTTO L‘IPOTESI DI LOCALITA‘ ritenuta un dogma da Einstein.
RIFLESSIONI SUI FONDAMENTI DELLA MECCANICA QUANTISTICA
Il realismo e la questione della misura in M.Q: sono ,ancora oggi, problemi aperti e niente affatto
risolti. La rinuncia alla causalità rigorosa non scioglie altri dubbi altrettanto determinanti. Questa
rinuncia impone di riconciliare il micro e il macro : di spiegare come dall‘indeterminismo
ontologico del mondo quantistico si passi alla causalità rigorosa del nostro mondo macroscopico.
La M.Q. richiede quindi una profonda reinterpretazione dei concetti fondanti e della
fisica e della filosofia,pertanto è l‘interpretazione della realtà che viene messa in discussione dai
suoi fondamenti. La situazione culturale,filosofica e scientifica creata dalla M.Q. è un gran
pasticcio, dirà Popper : una gran confusione!!! Ma Popper, a mio parere, è ancora troppo filosofo,
troppo razionale, troppo kantiano, per veder chiaro in questa confusione ( soprattutto NON
CONOSCE LA MECCANICA QUANTISTICA !!! confermando i limiti dei filosofi)
Le critiche mosse da Einstein alla M.Q. restano ancora oggi le più valide e consentono
quantomeno di indicare con una certa CHIAREZZA quali sono i principali problemi scientifici,e
soprattutto quali sono i principali problemi ―filosofici‖ che scaturiscono dalla nuova
―descrizione‖ della realtà quantistica,quindi bisogna stare attenti : stiamo parlando sempre di
una DESCRIZIONE del mondo fisico,anzi di una sua parte,quella microscopica,subatomica e
subnucleare.
In una schematizzazione sintetica possiamo dire che sono 3 i maggiori punti controversi della
interpretazione di Copenaghen della M.Q. :
1 - Il DETERMINISMO non è più applicabile in tutti i fenomeni.
2 - Il REALISMO e la realtà oggettiva non esistono più.
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3 - IL PROBLEMA DELLA COMPLETEZZA E LA RICERCA DELLE VARIABILI
NASCOSTE
Tutti convengono che la descrizione della M.Q. è irrefutabile e precisa, per quanto concerne la
realtà quantistica. L‘oggetto del contendere è se questa descrizione sia definitiva o se sia
―approssimata‖ e solo parzialmente completa.
I fisici più irriducibili sostengono che la completezza richiede il ricorso al determinismo rigoroso
:quando, definito lo stato di un sistema, è possibile specificare in modo preciso e univoco il
valore di ogni osservabile del sistema stesso.Ma definire lo stato quantistico di un sistema è un
impresa molto ardua, che dipende da molte variabili. Alcune di queste sono ―NASCOSTE‖
perché inaccessibili alla osservazione e alla sperimentazione. Ciò rende necessaria la descrizione
―PROBABILISTICA‖ e approssimata della realtà della realtà fisica proposta dalla M.Q. , ma
non la rende ―completa‖.
La ricerca di una ―teoria delle variabili nascoste ― è la strada giusta ,si pensa,per completare in
senso deterministico la M.Q.
I fautori dell‘interpretazione di Copenaghen cercano di dimostrare la ―completezza‖ della M.Q.
e sarà von Neumann, nel 1932, che darà una sistematizzazione logicamente coerente della nuova
fisica quantistica.
Il lavoro di von Neumann è così profondo e lucido, e il suo teorema sembra così solido che per
almeno venti anni nessuno oserà sfidarlo.
In realtà il suo teorema non è del tutto corretto e a dimostrarlo sarà , nel 1952, David BOHM :
elabora una vera e propria teoria delle ―variabili nascoste‖ rigorosamente deterministica (come
piace ad Einstein) e ―precisa‖, quanto l‘interpretazione probabilistica della M.Q. .
Secondo Bohm : le probabilità della M.Q: vengono considerate (in analogia con quelle della
meccanica classica) solo come una necessità pratica e non come la manifestazione
dell‘impossibilità di una determinazione completa delle proprietà della materia a livello
quantistico. La teoria delle variabili nascoste di Bohm è una teoria alternativa,che ―completa‖ la
M.Q. e nessuno riesce a trovare punti deboli,ma viene bollata come TEORIA METAFISICA
,frutto di un pregiudizio ideologico, il successo d‘immagine è inferiore al suo contenuto
intrinseco. In definitiva, a partire dal 1952, abbiamo 2 teorie fisico-matematiche diverse ma
equivalenti e due INTERPRETAZIONI filosofiche alternative della M.Q (senza contare i due
approcci complementari di Heisemberg e Schrodinger). Bohm ha realizzato almeno una parte del
progetto di Einstein, rendendo Completa la M.Q.. Ma ciò non ha evitato la nascita di nuovi
terribili problemi, infatti Bohm salva il determinismo tanto caro ad Einstein , ma ad un prezzo
terrificante(come vedremo) : l‘esistenza di CONNESSIONI NON LOCALI , che violano
drasticamente le condizioni susseguenti alla
Relatività, cioè devono esistere
COMUNICAZIONI ISTANTANEE fra particelle nell‘Universo anche a miliardi di km ( ma
bisogna precisare che NON sono comunicazioni nel senso tradizionale del termine fisico)
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1952.BOHM : Entanglement e Connessioni NON LOCALI
David Bohm nasce a Wilkes-Barre (Pensilvania) il 20 Dicembre 1917, fisico e filosofo,
sviluppa l‘approccio delle onde pilota di Louis De Broglie ed elabora una <<interpretazione di
Bohm >> della Fisica quantistica, nota come ―Teoria di De Broglie-Bohm ― . Nel suo libro
―Universo, mente e materia‖, Bohm teorizza l‘esistenza nell‘universo di un ordine implicato
(implicated order), che non siamo in grado di percepire, e di un ordine esplicito che percepiamo
come risultato di interferenza di onde che compongono l‘universo e paragona l‘ordine implicato
ad un Ologramma
David Bohm
Bohm semplifica l‘ Esperimento Mentale E.P.R. :
1. L‟elemento fisico da analizzare è lo “Spin” dell‟ elettrone (*).
2. Il sistema è costituito da 2 elettroni “Correlati” tra loro con Spin totale Zero
Si allontanano i 2 elettroni uno a New York e l‘altro a Berlino , con un processo che non
modifica le condizioni fisiche dello spin.
Si effettua la ―MISURA‖ dello spin sull‘elettrone A e si trova +1/2 ( ovvero IN SU ). Allora
―Istantaneamente‖ lo spin della particella B sarà - ½ ( cioè IN GIU‘ ) .
I loro spin sono inesorabilmente CORRELATI, cioè ENTANGLED ( Uniti per sempre) ;
bisogna precisare che il primo fisico che adoperò la parola ‗‘ENTANGLEMENT‘‘
fu
Schrodinger, e forse ne avrebbe fatto a meno, a vedere cosa è successo dopo.
Nel 1957 Bohm e Ahoronov scrivono un articolo in cui ―descrivono‖ l‘esperimento fatto nel
1949 da Wu e Shaknov, che mostrava la correlazione tra gli spin di 2 particelle ( nel contesto
dell‘esperimento mentale EPR ) e ne danno una spiegazione con la necessità di accettare un
comportamento NON LOCALE; cioè prevedono con descrizioni matematiche rigorose le
CONNESSIONI ISTANTANEE NON LOCALI, proprio quell‘assurdo paventato da Einstein.
Specificano comunque che queste connessioni NON sono segnali nel senso einsteiniano, esse
trascendono le nostre conoscenze e convenzioni sul trasferimento di informazioni.
(*) Lo ‗spin‘ dell‘elettrone è la grandezza che traduce il fatto che una particella carica che
ruota su sé stessa attorno ad un asse, genera un ‗campo magnetico‘ la cui direzione dipende dal
senso di rotazione; storicamente si diedero i simboli rispettivi +1/2 e
-1/2 , che si
visualizzavano con le frasi : IN SU e IN GIU‘.
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Inoltre, sempre nel 1957, Bohm e Ahoronov imposero un importante condizione alla
preparazione di ―Controlli Sperimentali‖ del paradosso EPR : si sarebbe dovuto utilizzare un
apparato sperimentale con un meccanismo a ―scelta ritardata‖ ; cioè lo sperimentatore avrebbe
dovuto scegliere in quale direzione misurare lo SPIN ( IN SU o IN GIU‘ ; DESTRA o
SINISTRA ) solo ―DOPO‖ che le particelle erano abbastanza lontane , in modo che sarebbe
stato impossibile ad una particella di segnalare all‘altra particella quello che stava accadendo.
Aspect avrebbe rispettato tutte le condizioni richieste e imposte , e avrebbe dimostrato
sperimentalmente che l‘ ENTANGLEMENT di due particelle , lontane tra loro anche a miliardi
di chilometri, è un fenomeno fisico REALE , NON più una ipotesi esplicativa.
Bohm intuì sempre che il Potenziale Quantico, il contesto Olografico e il meccanismo dell‘
ENTANGLEMENT non si ingenerino solo nel mondo delle particelle elementari, ma anche
quando analizziamo aggregati di molecole complessi come gli organi biologici,nella Mente stessa
dell‘uomo, nella sua Psiche ordinaria , nei fenomeni extrasensoriali (Esp), quindi tutto il campo
della Parapsicologia si può rivedere con le chiavi di lettura del contesto OLOGRAFICO e dei
meccanismi sofisticati dell‘ ENTANGLEMENT :
<< Due particelle ―separate‖ distanti tra loro anche miliardi di km possono risultare
misteriosamente ―collegate‖ (Entangled) cioè INTERCONNESSE : qualunque cosa accade a
una delle due causa cambiamenti ―Immediati” (istantanei) sull‘altra >>
<< Fotoni e particelle, prodotti in uno stesso processo fisico in un modo che li lega tra loro,
rimarranno ―ENTANGLED‖ (cioè ―accoppiati‖ o ―Uniti per sempre‖) : se si agisce su uno dei
due fotoni il suo gemello, ovunque si trovi nell‘Universo, reagirà a sua volta DI
CONSEGUENZA IN MANIERA COMPLEMENTARE …… ISTANTANEAMENTE ! >>
Bohm esalterà il concetto di ENTANGLEMENT , sarà il primo fisico teorico che farà rompere
il muro della ortodossia ‗‘razionale‘‘ e con lui il misticismo e la SPIRITUALITA‘ saranno
ingredienti determinanti nella visione scientifica; principalmente Bohm chiarisce il fenomeno
della INTERCONNESSIONE, quando di Entanglement ancora non se ne parlava. Entanglement
sta anche per IPERCOMUNICAZIONE e questo aspetto lo chiarirà Sheldrake, come
trasmissione ‗non verbale‘ e istantanea di informazioni interpretabili a distanza infinita.
Altrettanto equivalente ad Entanglement sarà il meccanismo della RISONANZA MORFICA ed
EMPATICA : l‘essere ‗‟SINTONIZZATI‟‘ come in un Entanglement Spirituale
(trasmissione di Emozioni Condivise) .
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1963. BELL e la prova matematica dell‟Entanglement
John Bell nasce a Belfast il 28 Giugno 1928 e si laurea in Fisica sperimentale alla Queen‘s
University nel 1948. Ottiene il dottorato di ricerca (PhD) all‘Università di Birmingham
specializzandosi in Fisica nucleare e Teoria quantistica dei campi. Mori il 1° Ottobre 1990
dopo avere avuto il Nobel per la Fisica, ma non potè ritirarlo.
John Bell
John Bell affrontò il problema dell‘ EPR e la questione dell‘ ENTANGLEMENT nella forma
più semplice rielaborata da Bohm : due elettroni con spin totale Zero ; decise due punti
irrinunciabili :
 il paradosso EPR non era affatto un paradosso.
 La Meccanica Quantistica e l‘importanza data da Einstein al Realismo e alla ―Località‖
non potevano essere entrambe corrette.
Bell elaborò un teorema che doveva assurgere a criterio rigoroso per determinare la veridicità
dei punti fondamentali del problema dell‘ EPR ; LA FORMULAZIONE DEL TEOREMA si
può sintetizzare ed esprimere con una ―Disuguaglianza‖ :
-2 < S < +2;
S = E(a,b) – E(a,b‟) – E(a,b‟) – E(a‟,b‟)
Dove a,b,a‟,b‟ sono angoli particolari legati all‘apparato sperimentale e la funzione E(a,b) è
legata ai conteggi fotonici. Il termine S rappresenta il risultato ―Numerico‖ che sintetizza le
―misure‖ effettuate in Laboratorio che riguardano ‗‘esperimenti‘‘ organizzati per verificare la
veridicità del paradosso EPR.
Ribadiamo che secondo Einstein l‘ EPR è un paradosso che attesterebbe l‘incompletezza
della M.Q. , che invece dovrebbe essere arricchita aggiungendo ―Nuove variabili nascoste‖ ,
per reintrodurre in essa i perduti concetti di ―Causalità‖ e di ―Località‖ .
Bell suggerì che ―SE‖ le sue disuguaglianze fossero state ―VIOLATE‖ dai risultati di
controlli sperimentali ( cioè S maggiore di +2, oppure minore di -2), tale violazione avrebbe
fornito evidenze a favore della M.Q proposta da BOHM. e CONTRO le assunzioni di senso
comune sul Realismo e la Località avanzate a suo tempo da Einstein.
Viceversa ―SE‖ le disuguaglianze fossero state ―rispettate‖ ( S compreso tra -2 e +2 ) , allora
i controlli avrebbero fornito una prova che la M.Q. era incompleta e che la LOCALITA‘ era il
giusto punto di vista (come intendeva Einstein). In tal modo forniva un criterio matematico che
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avrebbe sancito, grazie a risultati di esperimenti rigorosi, quale delle due ipotesi era più
giusta…un vero confronto tra Bohm ed Einstein. Riassumendo :
1) - Se la disuguaglianza è VIOLATA , cioè se il risultato di un esperimento Reale, eseguito
su particelle o fotoni ―correlati‖ , è maggiore di +2 , oppure minore di -2 , allora questa
violazione costituisce una prova della << NON LOCALITA‘ >> , ovvero l‘ ENTANGLEMENT
è una realtà fisica, ed ha ragione BOHM.
2) - Se la disuguaglianza NON E‘ VIOLATA , ovvero il risultato di un esperimento Reale è
compreso tra -2 e +2 allora ha ragione Einstein, e di conseguenza la M.Q. è ―Incompleta‖ e
le Connessioni sono LOCALI e si devono trovare le ―variabili nascoste‖ .
Il teorema di Bell è fatto di alternative ‗‘MUTUAMENTE ESCLUSIVE‘‘ :
-- O è corretta una teoria LOCALE a variabili nascoste ( e la M.Q. è incompleta)
-- O è corretta la M.Q. e quindi la NON LOCALITA‘ è una caratteristica importante nella
descrizione del mondo (cioè nella descrizione della Realtà del mondo fisico) e l‘
ENTANGLEMENT è una realtà fisica. Puntualizziamo che Bell enuncia un teorema
matematico in cui è esplicito un ― CRITERIO‖ per decidere rigorosamente ( o meglio il più
rigorosamente possibile) sui risultati di un esperimento con particelle (elettroni) o fotoni
‗‘CORRELATI‘‘ , quindi un criterio oggettivo per decidere quale delle due alternative si deve
accettare.
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1970.
JACK SARFATTI
Jack Sarfatti nasce il 14 settembre 1939 a Brooklyn, si laurea in Fisica nel 1960 alla Cornell
University, nel 1963 pubblica il suo primo lavoro: ― Quantum-mechanical Correlation Theory
of Electromagnetic Fields “ . Nel 1967 ottiene il Master in Fisica dall‘Università della California
e, due anni dopo il Ph.D. in Fisica. E‘ Docente di Fisica all‘Università statale di San Diego fino
al 1971 quando si trasferisce in Gran Bretagna e collabora con David Bohm e con l‘Istituto di
ricerche atomiche. Collabora anche con il Max Planck Institute for Phisics in Monaco di
Baviera. Nel 1973/74 collabora con ― International Centre for Theretical Phisics” in Trieste.
Nel 2004 a Vienna si realizza il primo trasferimento bancario ‗‘elettronico‟‘ , nel senso che
si applica nel mondo del lavoro uno dei principi della ‗Informatica Quantistica‘ .
Nel 2007 a Ginevra si realizza la ‗‟Trasmissione di voti elettorali‟‟, delle elezioni comunali, in
forma elettronica come diretta applicazione della ‗‟CRITTOGRAFIA QUANTISTICA‟‟; in tal
modo viene garantita la ‗‘protezione‘‘ e la inattaccabilità delle informazioni data l‘assoluta
‗‘decrittazione‘‘ delle informazioni trasmesse; grazie alle leggi della Fisica Quantistica.
Tutto questo e molto altro non sarebbe accaduto senza l‘appassionato studio del ‗‘Teorema
di Bell‘‘ e dell‘ Entanglement Quantistico da parte di un gruppo di fisici statunitensi che,
negli anni 70, costituirono il << Fundamental Fisiks Group >> , fondato da Elizabeth
Raucher e George Weissmann, ma nel quale gioca un ruolo determinante JACK SARFATTI .
Questo gruppo rappresentava la ‗‘controcultura‟‘ degli anni 60, e contribuì in modo
determinante alla interpretazione ed alle implicazioni dei fondamenti della fisica quantistica, e
lo fece nell‘unico modo possibile per poter fare dei passi avanti : ‗‟affrontare a testa bassa‟‟ le
sfide filosofiche che i paradossi dei nuovi fenomeni ,ad essa peculiari, offrivano in numero
altissimo.
Questi fisici capirono che dovevano riproporre l‘atteggiamento e l‘approccio dei loro ‗‘idoli‘
degli anni 20 ( Einstein, Bohr, Heisemberg e Scrhodinger ) che furono essenzialmente portatori
di cultura e di un nuovo modo di ― fare fisica‟‟, inserendo la speculazione filosofica nella
ricerca scientifica .
La principale preoccupazione di SARFATTI , che coincideva con quelli di tutti i membri
del FFG, era quella di ampliare gli orizzonti della professione del fisico, oltrepassando la
barriera dell‘iper-pragmatismo che aveva contraddistinto gli anni della guerra fredda; si adoperò
per estendere lo ― spazio mentale collettivo‟‟ della loro professione, superando quella
ristrettezza di vedute antiquata e fossilizzata nello ― sperimentalismo‘‘ ossessivo dominante;
76
77
inoltre si ribellarono alla tradizione USA in cui le ricerche dei fisici erano strettamente legate
allo sviluppo tecnologico.
Tutti insieme cercarono, nello specifico, di
fondere
Entanglement
Quantistico,
Parapsicologia e Misticismo Orientale : furono il ‗‘magma‘‘ della ribellione giovanile che
avanzava in tutti i territori culturali. Così facendo avevano più accesso alla modalità di
conoscenza INTUITIVA , mettevano a tacere sempre più spesso la ‗‘ragione‘‘ e l‘intelletto, e
di conseguenza aprivano maggiormente le „‟porte della percezione‟‟ .
La loro CREATIVITA‘ rendeva più fecondo e concreto il loro lavoro di ricerca alla frontiera
delle frontiere. Insieme a Raucher, Weissmann e Nick Herbert , Jack Sarfatti organizzò incontri a
cadenza settimanale ( nel FFG ) dedicati alla interpretazione delle idee rivoluzionarie della fisica
quantistica, TUTTI ACCOMUNATI DALLA PASSIONE PER LA RICERCA
“SPECULATIVA‟‟ E DA UNA ASSOLUTA “APERTURA MENTALE‟‟; una assenza totale
di pregiudizi di alcun genere li portava a discussioni vivacissime, veri e propri seminari in
straordinari BRAINSTORMING!!! Che portò tra le altre cose alla nascita della Informatica
Quantistica.
In questo contesto, creativo e pragmatico allo stesso tempo, trattarono : meditazione
trascendentale, espansione della coscienza, ―spiritualismo‘‘, lettura del pensiero; erano una tribù
di fisici rigorosissimi, ma allegri , svagati e sorridenti; alle prese con i problemi della ‗coscienza‘
, il misticismo ed il ‗‘paranormale‘‘; i nuovi fisici affrontarono i più astrusi effetti quantistici
lavorando con strumenti inusitati come la ‗‘telepatia‘‘, ed attingendo al subconscio in modo da
compiere esperimenti di ‗‘mobilità psichica‘‘.
SARFATTI fu una delle personalità più forti di questo gruppo, dissertava, anche, di fisica
quantistica, con architetti geniali ( buckminster ) psichiatri illuminati ( Elizabeth Ross ),
esponenti della ‗‟psicologia umanistica‟‟, studiosi di ‗‟empatia delle piante‟‟.
Incitava tutti i componenti del gruppo a ‗‘porre domande‘‘ ed inventare esperienze o meglio
ancora ‗‘esperimenti mentali‘‘ ( tanto cari al suo idolo di riferimento Einstein ); tutto questo
esibendo una giocosa autenticità e spontaneità, sempre unite ad un ‗‘rigore‘‘ sostanziale
nell‘approccio scientifico. Sarfatti intorno ai primi anni 70 aveva già pubblicato articoli sulla
fisica quantistica nelle riviste più prestigiose, a testimonianza della sua competenza e della
qualità del suo lavoro di ricercatore. Intorno al 1973 SARFATTI conosce i già affermati fisici
Wheeler e Abdus Salam , e incontra Sirag, Raucher e Fritjof Capra; con questi ultimi condivide
il desiderio di occuparsi della fisica quantistica in un modo nuovo, non inquinato dalle ossessioni
per le applicazioni pratiche, in cui le ‗‟domande scomode‟‟ e le idee coraggiose fossero il
benvenuto. Aveva capito che bisognava affrontare il problema determinante della NON
LOCALITA‘ con una logica di squadra, per capire decisamente come funziona la realtà
quantistica. Nel 74 collabora con Bohm e Wolf, sfruttando gli studi di Wigner e Wheeler, e
arriva a sostenere che la coscienza non andava separata dalla materia; aveva intuito per primo,
in anni precedenti, che la coscienza giocasse un ruolo fondamentale nella fisica quantistica, in
maniera inevitabile. Mettendo assieme tutte le idee e gli studi dei suoi illustri colleghi intuì che
SE ogni oggetto quantistico era ‗‘INTERCONNESSO‘‘ con ciascun altro per mezzo dell‘
Entanglement ALLORA la fisica quantistica avrebbe potuto fornire una spiegazione dei
fenomeni sovrannaturali. Con Puthoff e Targ studia le ―visioni remote‟‟, tramite ‗canali
percettivi‟ che NON ERANO assolutamente correlate alle ONDE ELETTROMAGNETICHE
!!! Allora con Elizabeth Raucher ipotizza il ruolo delle ‗‘CONNESSIONI NON LOCALI‘‘
ANCHE NELLA VISIONE REMOTA, dal momento che richiama l‘Entanglement quantistico a
cui si riferiva Bohm per le azioni a distanza istantanee.
Nel 75, ai primi di maggio, con Raucher, Wolf, Weissmann, Herbert e Capra fonda il
FUNDAMENTAL FISIKS GROUP (FFG), in cui si affronta il Teorema di Bell e le azioni
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spettrali a distanza, rivisitando tutto il contesto a partire da Einstein, Bohm e Bell con un
approccio completamente differente. Con Edgar Mitchell affronta studi sulla telepatia e compie
interessanti esperimenti in tutto il mondo della ‗‘psicocinesi‘‘, ovvero l‘interazione tra la mente e
la materia, o meglio l‘ INFLUENZA dell‘invio di intenzioni a distanza su oggetti materiali e
sull‘essere umano stesso; SARFATTI capì come la chiave di tutti i fenomeni paranormali fosse il
carattere INTRINSECAMENTE NON LOCALE della teoria dei Quanti.
……e dopo 40 anni stiamo ancora facendo una fatica enorme per divulgare tutto questo, dal
momento che nelle Università ancora non ve ne sono tracce!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
SEMPRE NEL 76 ospita Brian Josephson a San Francisco, nel laboratorio di psicocinesi di
Puthoff e Targ; esamina ed approfondisce le relazioni tra l‘Entanglement quantistico e i
fenomeni paranormali psicocinetici.
Nel 77 costituisce con Sirag il PCRG ( Physics/Consciouness Research Group ) il cui
manifesto di sintesi è il seguente :
<< L‘obiettivo ultimo del PCRG è di stimolare la ricerca filosofica nella fisica quantistica, allo
scopo di incrementare il benessere dei popoli della civiltà moderna, degli animali e delle piante. Il
PCRG riconosce che la conoscenza, nella forma della ricerca critica e perseguita in un contesto
d‘ AMORE, è un sentiero che conduce alla saggezza spirituale. Lo stile ideale del PCRG è
quello dell‘Accademia platonica di Atene piuttosto che l‘accademismo ellenistico della
biblioteca di Alessandria che domina le Università moderne. >>
Organizza con altri colleghi all‘Esalen Institute ( Big Sur, California ) una serie di ‗‘workshop‘‘
sul teorema di Bell e la Non-Località e la loro importanza per la connessione con la Coscienza
umana, che saranno fondamentali per tutto il movimento culturale che gravitava attorno a loro.
Uno dei partecipanti più illustri fu Karl Pribram, che affrontava già l‘approccio della
neuroscienza ai fenomeni della ‗‘percezione‘‘. Pribram lamentava la scarsa conoscenza dei fisici
in fatto di neurologia. Sarfatti gli fece notare la scarsa conoscenza dei neurologi in fatto di fisica
quantistica….il che era molto più grave. In seguito Pribram incontra Capra e Bohm ed elabora
magistralmente la percezione ‗‘olografica‘‘ del cervello .
Sarfatti scrive con Wolf, Raucher ed Herbert ( nel FFG ) << Appunti dalle estreme profondità
della fisica underground >> in cui sintetizzava le interconnessioni tra fisica quantistica e
Psicocinesi. Dopotutto, ricordava SARFATTI ai suoi interlocutori, << le precognizioni
superluminali – visioni parapsicologiche del futuro - esistono come dati di fatto nel laboratorio
della mia MENTE . Dovrei ignorare dei dati di fatto semplicemente perché qualche anziano
cattedratico HA PAURA di sperimentarli ??? >>
Nel 78 è ospite di David Bohm nel suo dipartimento londinese; condivide le sue teorie sull‘
ORDINE IMPLICATO e il pionieristico modello di variabili nascoste della teoria quantistica,
che avevano spinto Bell ad effettuare ricerche sull‘Entanglement quantistico e sulla Non
Località. Sempre nel maggio del 78 prepara un documento con le caratteristiche tecniche di un
‗‟Sistema di comunicazione quantistica più veloce della luce‟‟ ( tramite la Non Località );
praticamente era una richiesta di brevetto : l‘apparato era una fonte che emetteva ‗‘fotoni
correlati‘‘ e ricalcava quello che Louis Aspect avrebbe poi realizzato nell‘82; ma il brevetto non
fu mai concesso.
Nel 79 entra in contatto con Aspect, prima dei suoi esperimenti decisivi, e insieme a
D‘Espagnat redige un resoconto dettagliato dei lavori e degli sviluppi che portarono poi alla
definitiva conferma di Aspect, che gli fruttò il premio Nobel. Insieme a Capra, Wheeler, Stapp e
Bohm contribuisce alla stesura del parallelismo ‗‟fisica quantistica/misticismo orientale‟‟
ed alla visione dell‘Universo che parte dall‘Organicismo e dall‘Olismo interconnessi con la fisica
quantistica, e porterà al passaggio del ruolo dell‘osservatore al ruolo del ‗‘PARTECIPATORE‘‘,
con tutta la sua essenza ed interezza. Sarfatti incontra ancora Fritjof Capra a Parigi e discute
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animatamente i misteri e i paradossi dei fenomeni quantistici ed i loro possibili legami con il
‗‘Misticismo Orientale‘‘ , poco prima della scrittura e pubblicazione del ‗‘Tao della Fisica‘‘.
Il mecenate Erhard propone di finanziare una borsa di studio per consentire a SARFATTI di
insegnare fisica al San Francisco Art Institute; lui si entusiasma e scrive : << Sarò il nuovo
Henry Bergson di San Francisco, Terrò un seminario continuo su ‗‘L‘avventura delle idee‘‘, in
cui discuterò di Borges, Whitehead, James, Einstein, Bohr, Goethe, logica buddista e logica
quantistica….>>
Era previsto che tenesse una lezione inaugurale intitolata : << PLATONE ANTICIPATORE
DELLA LOGICA QUANTISTICA >>.
……….NON ACCADDE NULLA DI TUTTO CIO‟ ….MA NOI SAREMO
SEMPRE GRATI A JACK SARFATTI PER TUTTO IL SUO LAVORO…
1972 Clauser.Horne.Shimony.Holt. : la prima verifica
John Francis Clauser nasce a Pasadena (California) il 1° Dicembre 1942, nel 2010 gli è
stato assegnato il premio Wolf per i contributi alla Fisica quantistica. Abner Shimony nasce a
Columbus (Ohio) il 10 Marzo del 1928, si laurea in Matematica e Filosofia all‘Università di
Chicago nel 1950, nel 1953 ottiene il dottorato in Filosofia a Yale. Nel 1962 ottiene un secondo
dottorato in Fisica all‘Università di Princeton. Ha dedicato una vita alla Fisica quantistica ed alla
relatività speciale. E‘ morto l‘8 Agosto u.s.
CLAUSER
SHIMONY
Nel 1969 Clauser, Horne, Shimony e Holt lavorano per migliorare le condizioni della
disuguaglianza di Bell ; era accaduto che questi aveva derivato la disuguaglianza da un postulato
di ‗Località‘ utilizzando un ―ipotesi particolare‖ ( due particelle in uno stato di singoletto ) la
cui correttezza è molto difficile da ottenere in pratica. CHSH realizzarono quindi una versione
perfezionata che avrebbe risolto il problema ed eliminato la difficoltà pratica, inoltre avrebbe
permesso la realizzazione di esperimenti in Laboratorio in grado di effettuare ―Controlli Fisici‖
dell‘ EPR attraverso il teorema di Bell.
In sostanza dovevano creare un insieme di apparati che fossero in grado di generare
(emettere ) coppie di FOTONI CORRELATI a bassa Energia; escogitare un modo per
„‟misurare‟‟ la loro „‟POLARIZZAZIONE‟‟ ; calcolare le predizioni della Meccanica
Quantistica sulle „‟correlazioni‟‟ di queste polarizzazioni e mostrare che le correlazioni
calcolate „‟vìolavano‟‟ la disuguaglianza di Bell.
Nel 1972 Clauser e Freedman pubblicano i risultati di esperimenti conformi
assolutamente al teorema di Bell : essi realizzano una sorgente di fotoni ―eccitando‖ atomi di
79
80
Calcio ; c‘è una probabilità finita che quando l‘elettrone dell‘atomo torna al suo stato
fondamentale emette 2 fotoni
CORRELATI TRA LORO, che ripropongono esattamente le
condizioni originali di Einstein e Bohm (furono registrati 1 coppia di fotoni correlati per ogni
milione di coppie prodotte). Il valore misurato di S (della disuguaglianza di Bell) era in
accordo con la predizione della ―Completezza‖ della M.Q. in quanto superava il limite +2 .
L‘esperimento di Clauser e Freedman ( a completamento degli studi di CHSH ) doveva fornire
la prima VERIFICA decisiva della natura intimamente NON LOCALE della Meccanica
Quantistica , a tal punto che i fotoni prodotti vennero chiamati ENTANGLED , proprio perché
nel processo della loro generazione come COPPIA AVREBBERO MOSTRATO UN LEGAME
A QUALUNQUE DISTANZA NELL‘UNIVERSO. Finalmente si poteva dare una risposta
SCIENTIFICA alla ipotesi di David Bohm ( che l‘aveva data solo in forza della sua
INTUIZIONE e della sua enorme fiducia nella INTEREZZA e TOTALITA‘ dell‘ Universo) :
<< E‟ possibile che qualcosa che accade QUI possa ISTANTANEAMENTE far sì che
qualcosa d‟altro accada molto lontano LI‟ ? >>
LA RISPOSTA E‟ SI !!!
Tutti gli esperimenti condotti da allora hanno ―confermato‖ che : l‘ ENTANGLEMENT
delle particelle o dei fotoni è REALE ; cioè viene VERIFICATA la NON LOCALITA‘
come elemento caratteristico fondante della Meccanica Quantistica. Nel 1978 Shimony e
Clauser scrissero un articolo che faceva il punto circa lo stato della conoscenza di quel bizzarro
fenomeno che era per molti l‘ ENTANGLEMENT .
L‘articolo analizzava i RISULTATI di ―Esperimenti‖ che erano stati effettuati sino a
quell‘anno e stabiliva che in forza di questi si poteva ritenere che l‘ ENTANGLEMENT era una
REALTA‘ FISICA e non più un IPOTESI DI SPIEGAZIONE (con buona pace di Einstein).
Peraltro restavano aperte alcune questioni di protocollo sperimentale, non determinanti, che
auspicavano ulteriori esperimenti :
1 - In conseguenza diretta della progettazione sperimentale veniva creato un gran numero di
FOTONI NON OSSERVATI .
2 - I RIVELATORI utilizzati e altri strumenti erano di efficienza limitata
(*) FOTONI CORRELATI ( ENTANGLED) : Supponiamo di fornire Energia dall‘esterno
ad un atomo di Calcio, un elettrone da un certo livello ―salta‖ al successivo, ma questa
situazione è temporanea e dopo un certo tempo ritorna al livello originario a cui compete
l‘Energia dello stato previsto dalla teoria dell‘atomo di Bohr; nel far questo deve cedere
l‘Energia in eccesso e lo fa ‗‘emettendo‘‘ due fotoni , che quindi si trovano nella stessa
situazione : << sono stati generati dallo STESSO PROCESSO ENERGETICO>> esattamente
quello che aveva intuito e previsto Schrodinger, si suol dire che sono ‗‘Correlati‘‘ , quindi
saranno ‗‘ENTANGLED‘
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1974 - FARACI e SELLERI
Franco Selleri nasce a il 9 Ottobre 1936 a Bologna, dove si laurea in Fisica teorica con
110 e lode nel 1958, dal 1959 è membro dell‟Istituto nazionale di Fisica nucleare. E‘ membro
della New York Academy of Sciences, della Fondazione Louis de Broglie. Dal 2009 è stato Vice
Presidente della Telesio-Galilei Academy of Science. Ha occupato Cattedre in diverse Università
come la Cornell University e Università del Nebraska. Si è occupato per tutta la carriera di
Teoria della Relatività e Fisica quantistica. Muore il 20 Novembre 2013.
Franco Selleri
Giuseppe Faraci è Docente di Fisica presso l‘Università di Catania dove nel 1974 ha
realizzato esperimenti sulla Fisica quantistica di rilevanza storica, citato in tutta la letteratura
scientifica che si occupa di Quantistica, persino il grande Filosofo della Scienza Carl Popper lo
cita nel suo scritto ― Logica della scoperta scientifica “ .
Negli anni 70 era nata una specie di ‗‘Università Invisibile‘‘ dedicata al Teorema di Bell, sia
negli Stati Uniti che in Europa; una rete di conoscenze molto stretta, in cui i membri di ciascun
gruppo si conoscevano bene l‘un l‘altro, si scambiavano consigli e critiche e leggevano i
reciproci articoli molto prima che venissero pubblicati.
Gran parte di questi fisici aveva lavorato alle interpretazioni della fisica quantistica per interi
decenni, quindi il Teorema di Bell e la questione dell‘Entanglement parve a loro un appendice
naturale dei loro interessi.
Uno di questi gruppi era in Italia ed era guidato da Franco Selleri (fisico teorico) e gravitava
tra Bari, Catania e Firenze. Selleri con il suo gruppo di Bari era stato tra i primi e più attivi
ricercatori, a livello mondiale, sul teorema di Bell e la verifica della Non-Località; aveva
sviluppato un progetto di trasmissione superluminale simile all‘idea che avevano avuto un gruppo
di fisici statunitensi, capeggiati da Nick Herbert ( che faceva parte del FFG di Jack Sarfatti).
Selleri aveva convinto un fisico sperimentale di Pisa ad eseguire un esperimento reale, in
applicazione del suo progetto, che avrebbe dovuto dare risultati importantissimi relativi a tutta la
questione Einstein-Bohm descritta ampiamente nei capitoli precedenti.
Ma tutto questo non si tradusse mai in realtà poiché l ‗autorità riconosciuta nel campo della
fisica teorica in Italia faceva capo a Tullio Ghirardi, dell‘istituto di fisica di Trieste, che liquidò
ben presto il progetto di Selleri con motivazioni di carattere non squisitamente scientifico,
poiché a suo dire non erano ricerche importanti, avendo un fondamento quasi filosofico.
Nel frattempo il gruppo di Catania di Giuseppe Faraci e V.A. Rapisarda, in stretta
collaborazione con Selleri a Bari, aveva fatto per alcuni anni degli esperimenti al prestigioso
Laboratorio Nazionale del Sud; Faraci pubblicò i suoi risultati nel 74 : erano in netta evidenza a
favore dell‘ipotesi di Bohm sulla esistenza reale del fenomeno dell‘Entanglement che
corroborava la Non-Località ( come farà in maniera brillante Aspect nel 1982 ).
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Il gruppo di Faraci utilizzava
fotoni ad alta energia (raggi gamma) ottenuti
dall‘annichilamento reciproco di elettrone e positrone; in questi esperimenti introdussero una
‗‘assunzione tecnica addizionale‘‘, simile a quella scelta da Kasday, Ulmann e Wu.
I fotoni ad alta energia prodotti in tal modo non fornivano informazioni sufficienti sulla
correlazione tra le polarizzazioni delle coppie coinvolte nella disuguaglianza di Bell; per cui
bisognava introdurre forti ‗‘assunzioni‘‘ ausiliarie che , a detta della comunità scientifica,
inficiavano o indebolivano i loro risultati sperimentali.
………io non ho dubbi sulla validità dei loro lavori…..
1975. FRITJOF CAPRA, SCIENZA E MISTICISMO
Fritriof Capra nasce a Vienna il 1° Febbraio 1939. Si laurea in Fisica nel 1966 all Università di
Vienna. Ricercatore di fisica nucleare presso ‗UNIVERSITà DI PARIGI. Lavora all‘Università di
Santa Cruz in CALIFORNIA, AL laboratorio Berkeley , e al CALTECH di San Francisco.
Attualmente è direttore del ‗‘Center for Ecoliteracy ‗‘ a Berkeley.
RIFLESSIONI DAL TAO DELLA FISICA
Fritjof Capra vive in pieni anni 70 il fermento culturale sviluppatosi in California,
ampiamente descritto nel capitolo dedicato a Sarfatti, traduce tutto questo in un libro che resterà
una pietra miliare nella storia della scienza: Il TAO DELLA FISICA è il primo libro in
assoluto che coniuga assieme Fisica moderna e Filosofia Orientale. L‘autore fa tre parti ben
definite : nella prima descrive ‗‘la via della fisica‘‘ in cui traccia tutti gli elementi caratteristici
della storia della fisica a partire dai Greci fino al Novecento; nella seconda elenca
minuziosamente i princìpi fondamentali delle filosofie Orientali : Induismo, Buddismo, Taoismo
e Zen; nella terza mostra, a suo giudizio, le ‗‘CORRISPONDENZE facendo un continuo
parallelismo tra i concetti e le essenze che scaturiscono dal confronto di queste due discipline.
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Capra fa un ottima descrizione, sintetica, panoramica di tutta la storia della fisica mettendo in
risalto i periodi rispetto al paradigma di riferimento. Comincia dai Greci, dà un minimo accenno
al Medioevo e si sofferma su Galileo e NEWTON, quindi tratta il periodo di transizione di fine
Ottocento sottolineando l‘importanza della teoria dei ‗‘Campi‘‘, culminata con Maxwell e le
Onde Elettromagnetiche. Il Novecento è caratterizzato dalla monumentale Teoria della Relatività
di Einstein, nelle due formulazioni Speciale e Generale, Capra fa una descrizione scorrevole ma
rigorosa. Viene fatto anche un ottimo riepilogo della Fisica delle particelle elementari, trattando
in maniera chiara le ultime conoscenze sui ‗‘bosoni‘‘ e sui ‗‘Quark‘‘. Infine conclude con una
trattazione cronologica completa della ‗‘Fisica Quantistica‘‘ a partire da Planck nel 1900 e
concludendo intorno agli anni ‘30 con PAULI, DIRAC e HEISEMBERG ; non viene
minimamente accennata tutta la questione della ‗‘Non Località‘‘ che comincia nel ‘35 , e
porterà alla affermazione del fenomeno dell‘ Entanglement.
La descrizione della nascita della fisica quantistica comincia naturalmente con Planck,
Einstein e Bohr; il suo approccio è sempre rigorosissimo e documentato, infatti mostra con
precisione e chiarezza il concetto di ‗‘quantizzazione‘‘ così come lo hanno ipotizzato e
confermato i tre padri della Quantistica; centrale è il concetto di ‗‟salto quantico‟‟, peraltro il
suo intento è sempre quello di adoperare un approccio differente, che tenga conto delle
corrispondenze con le filosofie orientali, desunte dai testi millenari che cita con dovizia di
particolari.
Successivamente tratta la ‗‘dualità‘‘ ondulatoria/corpuscolare ipotizzata da De Broglie,
concetto nuovissimo e strabiliante nel contesto della fisica classica occidentale, ma quasi ovvio e
scontato nei testi ‗taoisti‘ ed anche nella fisica dei greci, a proposito di Eraclito.
Non meno importante è il nuovo concetto di ‗‘Probabilità quantistica‘‘ e il relativo ruolo che
viene ad assumere il ‗‘soggetto‘‘ che compie le misure; mostrando quindi il limite della
‗‘oggettività‘‘, cardine della fisica classica, mentre si introduce il principio del ‗‘partecipatore‘‘
….e la di lui COSCIENZA!!!! Inverosimile, inaccettabile e inconcepibile nella scienza
occidentale.
Capra termina questa descrizione con il principio di INDETERMINAZIONE di Heisemberg, che
si contrappone in maniera cruda e frontale ad uno dei capisaldi più potenti di tutto l‘approccio
Occidentale, con basi filosofiche granitiche, che lo stesso Kant aveva adoperato come base di
tutto il suo sistema filosofico; invece viene ipotizzato e verrà confermato in maniera definitiva il
nuovo ‗‘modello concettuale‘‘ che impedisce la ‗‘determinazione simultanea‘‘ di due grandezze
fisiche senza commettere errore; il principio viene enunciato con una inizio di frase terrificante
per gli ortodossi : << NON E‟ POSSIBILE DETERMINARE CON CERTEZZA………..>>.
Capra quindi mostra tutti i limiti dei ‗‘mattoni fondamentali‘‘ della scienza in generale, che
parte dal riferimento della fisica, e di tutte le categorie aristoteliche e kantiane, anticipando un
‗‘mutamento alle basi stesse delle scienze‘‘.
LE CORRISPONDENZE
Gli elementi basilari della concezione del mondo di tutte le tradizioni spirituali in Oriente
sono glistessi. Questi elementi sembrano essere ANCHE gli aspetti fondamentali della
concezione del mondo che scaturisce dalla fisica moderna. La caratteristica più importante della
concezione del mondo orientale- la sua ESSENZA - è la consapevolezza dell unità e della mutua
interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi, la constatazione che tutti i fenomeni del mondo
sono manifestazioni di una fondamentale unicità ( INTEREZZA ) : tutte le cose sono viste come
parti interdipendenti e inseparabili di questo TUTTO COSMICO , come differenti manifestazioni
della stessa Realtà. Lo scopo principale delle tradizioni mistiche orientali è quello di rimettere.
"Ordine" nella mente, guarendola e acquietandola attraverso la MEDITAZIONE , il cui
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significato in sanscrito è "equilibrio mentale" . La fondamentale unità del l'universo è anche una
delle più importanti rivelazioni della. Fisica Moderna. I costituenti della materia ed i fenomeni
fondamentali ai quali essi prendono parte sono tutti in rapporto "reciproco" , interconnessi e
interdipendenti, non possono essere compresi come "Entità isolate" ma solo come PARTI
integrate del tutto. A livello atomico gli oggetti materiali si dissolvono in distribuzioni di
PROBABILITÀ' di Interconnessioni, la fisica quantistica ci costringe a vedere l Universo come
una complicata RETE di relazioni tra le varie parti di un TUTTO unificato. Questo è il tipo di
esperienza che i Mistici orientali hanno del mondo, e alcuni di essi hanno espresso tale esperienza
con parole che sono incredibilmente "identiche" a quelle usate dai fisici quantistici. Le parole
chiave sono " RETE di connessioni" e "TESSUTO" di eventi. I testi sacri del Buddhismo
Tibetano sono chiamati "Tantra", un termine la cui radice sanscrita significa TESSERE e che
allude all INTRECCIO e all interdipendenza di tutte le cose e di tutti gli eventi ( incredibile come
la
traduzione
italiana
di
Entanglement
sia
proprio
INTRECCIO
).
Nel misticismo orientale questo "Intreccio" Univerale comprende sempre l'osservatore umano
e la di lui COSCIENZA e ciò è vero anche nella fisica quantistica!!! Infatti gli oggetti quantistici
possono essere compresi solo in termini di processi di interazione e misurazione....e l‘ ultimo
anello di questa catena di processi si trova sempre nella COSCIENZA dell osservatore umano.
Questo ruolo dell osservatore, che viene coinvolto nel mondo stesso che osserva, fino al punto di
influire sulle proprietà degli oggetti osservati ha suggerito il termine di PARTECIPATORE....e
questa idea è ben nota a qualsiasi studioso di misticismo : la conoscenza mistica non può essere
raggiunta solo con l osservazione, o con l‘ introspezione, ma unicamente con la totale
PARTECIPAZIONE con tutto il proprio essere. I mistici hanno spinto questo concetto fino al
punto che : osservatore e osservato sono INDISTINGUIBILI e inseparabili .
RIASSUMENDO : La fisica quantistica è giunta a vedere l Universo come un inestricabile rete
di relazioni fisiche e mentali, le cui parti si comprendono solo dalle loro relazioni con il TUTTO.
Il Lama Govinda esprime tutto ciò dicendo che : il mondo esterno e il mondo interiore all uomo ,
sono due facce di uno stesso TESSUTO in cui i fili di tutte le forze, di tutti gli avvenimenti, di
tutte le forme di Coscienza e dei loro oggetti sono "intrecciati" in una inestricabile RETE di
relazioni fisiche e mentali infinita,,,!!!!!!!!!!!! Non è importante se questo parallelismo sia vero o
no...è molto più importante PERCEPIRE le implicazioni che questo parallelismo ha su di noi :
scienza e misticismo sono complementari, non hanno bisogno l una dell altra, è l uomo che ha
bisogno di entrambe per una Vita equilibrata e completa.
Fritjof Capra ha magistralmente sintetizzato, a mio parere, il rapporto dialettico e
complementare esistente fra scienza e misticismo, eliminando quelle remore e quelle
contrapposizioni inutili e dannose: ―La conoscenza mistica scaturita dalle varie filosofie
orientali sta al di là del ragionamento e non può essere espressa adeguatamente a parole; il
rapporto che questa conoscenza ha con la fisica moderna è solo uno dei molteplici aspetti e, come
tutti gli altri, non può essere dimostrato in maniera definitiva, ma se ne deve fare una esperienza
in modo intuitivo e diretto. Le teorie e i modelli principali della fisica moderna portano ad una
visione del mondo intimamente coerente e in perfetta armonia con le concezioni orientali; l
‗uomo ha seguito molti approcci differenti per comprendere la realtà; tra questi vi sono la via
dello scienziato e quella del mistico, ma ne esistono molte altre; la via dei poeti, dei bambini, dei
pagliacci, degli sciamani, degli artisti; queste vie hanno messo in rilievo aspetti diversi della
manifestazione della vita e della natura.
Tutte sono valide e utili nel contesto nel quale sono sorte; tutte quante però sono soltanto
descrizioni o rappresentazioni della realtà e sono pertanto limitate: nessuna può e riesce a dare un
quadro esatto e completo. La concezione della fisica classica è utile nei fenomeni quotidiani ed è
fruttuosa come base per la tecnologia con le sue innumerevoli applicazioni; tuttavia è inadeguata
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per descrivere fenomeni subatomici e microscopici in genere e astronomici, con grandi distanze e
velocità, per i quali è più opportuna e aderente la relatività e la quantistica.
La concezione organicistica orientale considera i fenomeni dell‘universo come parti integranti
di un Tutto inseparabile e armonioso: essa non è importante e nemmeno fruttuosa nei campi
dove lo è quella meccanicistica, è validissima invece per una vita spirituale, equilibrata e
compiuta.
La corrispondenza tra la concezione della fisica moderna e il misticismo orientale segue dalla
considerazione che: entrambe si manifestano quando l‘uomo indaga sulla natura essenziale delle
cose e scopre una realtà diversa dietro la superficiale apparenza meccanicistica della vita
quotidiana, in fisica nella realtà più profonda della Materia; nel misticismo la scopre nella realtà
più profonda della Coscienza. Inoltre la corrispondenza emerge maggiormente considerando che i
fisici traggono la loro conoscenza da esperimenti e da deduzioni , i mistici da intuizioni legate
alla meditazione; entrambe sono osservazioni non dirette dell‘intelletto e sono riconosciute come
l‘unica fonte di conoscenza.
Ma il mistico guarda dentro la sua coscienza e la esplora ai suoi vari livelli, che comprendono il
corpo come manifestazione fisica della mente; il fisico, al contrario, inizia la sua indagine
sull‘essenza delle cose studiando il mondo materiale esterno all‘uomo, e allo stesso modo può
diventare consapevole (se coglie l‘armonia di cui parlavamo) della fondamentale unità di tutte le
cose e di tutti gli eventi, inoltre può capire come egli stesso e la sua coscienza sono parte
integrante di tale unità.
Il fisico e il mistico giungono alla stessa conclusione: il primo partendo dal mondo esterno
all‘uomo, il secondo dal mondo interiore; le loro osservazioni avvengono in campi inaccessibili
ai sensi ordinari, e dato che esperienze pluridimensionali trascendono il mondo dei sensi è
praticamente impossibile esprimerle nel linguaggio ordinario (dal momento che questo è mediato
dalle esperienze ordinarie e quotidiane del mondo tridimensionale di spazio e tempo assoluti).
A mio giudizio Scienza e Misticismo sono due manifestazioni complementari della mente umana,
e rappresentano rispettivamente le sue facoltà razionali ed intuitive: il fisico moderno fa
esperienza del mondo attraverso una specializzazione estrema della mente razionale; il mistico
attraverso una specializzazione estrema della mente intuitiva; esse sono complementari e nessuna
delle due è compresa nell‘altra, ma entrambe sono necessarie e si completano a vicenda per una
più generale e armoniosa visione del mondo.
―LA SCIENZA NON HA BISOGNO DEL MISTICISMO, NE‟ IL MISTICISMO HA
BISOGNO DELLA SCIENZA … E‟ L‟ UOMO CHE HA BISOGNO DELL‟UNO E
DELL‟ALTRA”.
L‘esperienza mistica è necessaria per comprendere la natura più profonda della nostra coscienza
e la scienza è indispensabile per scoprire le leggi del mondo naturale ; ciò che serve all‘uomo è
una integrazione dinamica tra intuizione mistica e intelletto razionale.
Nel 1982, sette anni dopo aver scritto il suo primo libro Capra, facendo riferimento al
momento storico ed alla crisi di valori e in generale economica ed ambientale, suggerisce una
soluzione a partire dalla analisi sociale ed alla incapacià degli ‗‘esperti‘‘ a trovare una via
d‘uscita. Ciò che manca a loro è una ‗‘visione d‘insieme‘‘ che individui la matrice delle tante
crisi e sappia cogliere i semi del cambiamento. ALLA RADICE DI QUESTA MANCANZA
C‘E‘ LA NOSTRA OSTINAZIONE AD APPLICARE , ai problemi di oggi, strumenti e modelli
concettuali la cui inadeguatezza è risultata lampante ed evidente in fisica. Questi modelli fanno
riferimento alla scienza newtoniana che ha dominato la Cultura occidentale per quasi tre secoli; a
questa fanno riferimento non solo le scienze cosiddette esatte, ma anche numerose scienze umane
e biologiche; il fondamento della Scienza newtoniana poggia su un pensiero lineare e riduttivo,
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che è stato messo in crisi, nei primi anni del 900 , dalle rivoluzioni scientifiche e in massima
parte dagli sviluppi della fisica moderna; comunque non è in grado di affrontare i problemi di
estrema complessità del mondo contemporaneo.
Secondo Capra un aiuto alla soluzione di questi nuovi problemi potrà venire solo dal
superamento del ‗‘riduzionismo‟‟ ispirato ad una visione ‗‘olistica‟‘, sistemica ed ecologica.
Pertanto egli compie una acuta analisi critica del pensiero newtoniano/cartesiano ancora
dominante nella biologia, medicina,, psicologia ed economia;; nello stesso tempo egli indica
come i ‗‘mutamenti sociali‘‘ già in corso siano parte di una trasformazione culturale molto più
ampia e inevitabile : un nuovo ‗paradigma‘ emergente dalla fisica moderna.
Capra mostra come, invece, sia possibile ed auspicabile una transizione o trasformazione
culturale armoniosa e pacifica ispirata ai movimenti venuti alla luce negli anni 70, alla sapienza
antica del misticismo delle filosofie orientali , in pieno accordo e in corrispondenza con gli
sviluppi e l‘evoluzione della fisica moderna.
Pertanto egli dedica un intero capitolo a quella che denomina ‗‘La Nuova Fisica‘‘ : si dilunga
in una descrizione dettagliata di tutta la fisica moderna ( come nel ‗Tao della Fisica‟ ), ma
questa volta dedica molto spazio a tutta la questione dell‘esperimento mentale compiuto da
Einstein nel 1935 , conosciuto come ‗‘Paradosso EPR (da noi trattato a pag. 70 ).
Capra descrive perfettamente le ipotesi di Bohm sulle ‗‘CONNESSIONI NON LOCALI‘‘,
come connessioni istananee con l‘Universo nella sua Totalità; ed è il primo fisico che pubblica in
un libro dettagli così importanti di tutta la questione EPR, in maniera rigorosa e precisa sulla
ipotesi della famosa ‗‘Azione Istantanea‘‘ paventata da Einstein.
Riporta tutta la cronologia del paradosso mentale EPR a cominciare dalla formulazione del 1935,
e proseguendo con la versione di Bohm; anche in questo è il primo a darne pubblicazione
divulgativa, forte della sua conoscenza personale e collaborazione con Bohm e Sarfatti,
frequentati per più di un decennio.
Capra chiarisce il ruolo del teorema di BELL, che dimostra come la concezione cartesiana della
Realtà, di Einstein, formata da parti ‗‘separate‘‘ unite da Connessioni LOCALI
è
‗‘incompatibile‘‘ con i risultati e le predizioni della fisica quantistica.
Infine dà la versione di Bohm dell‘esperimento mentale EPR , facendone un approccio più
semplificato ma rigoroso e moderno; infatti descrive i dettagli dell‘esperimento facendo ricorso
allo SPIN dell‘elettrone, poiché in tal modo si riducevano le possibilità di errore nella misura
degli ‗‘stati‘‘ delle particelle, che in questo caso sono soltanto due e ben definiti (come abbiamo
accennato a pag.77 ).
Capra scrive chiaramente, senza possibilità di equivoci : << benché gli elettroni sono
infinitamente lontani tra loro, nello spazio, sono nondimeno legati da „‟Connessioni
Istantanee NON LOCALI „‟>>; queste connessioni non sono ‗segnali‘ nel senso einsteniano,
esse trascendono le nostre nozioni convenzionali sul trasferimento di informazioni.
Concludiamo dicendo che il vocabolo ‗Entanglement‟ non viene minimamente ‗pronunciato‘
da Capra, né nel ‗Tao della fisica‘, né nel ‗‘Punto di svolta‘‘; mentre i ricercatori nelle loro
Università avevano tutti gli elementi per farlo, essendo la questione al centro dei loro studi già dai
primi anni 50; di lì a poco , nell‘83 Aspect avrà il premio Nobel per i risultati dei suoi
esperimenti che conferiscono prova ‗definitiva‘ della realtà fisica dell‘ENTANGLEMENT….ma
ancora oggi nel 2015 è un oggetto misterioso e sconosciuto in parecchi piani di studio delle
nostre Università.
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1983. ASPECT : la prova definitiva dell‟Entanglement
Alain Aspect nasce il 15 Giugno ad Agen (Francia), è direttore della Ricerca presso il CNRS
(maggiore centro della ricerca pubblica in Francia). E‘ Docente al Politecnico di Parigi, Membro
dell‘Accademia delle Scienze francesi, Medaglia d‘oro CNRS nel 2005, Premio Wolf nel 2010
per le ricerche nell‘ottica quantistica e nella Fisica atomica. Premio Balzan nel 2013. Nel 1982
compie esperimenti di successo sulla correlazione quantistica (Paradosso EPR) verificando la
disuguaglianza di Bell.
Alain Aspect
Come Shimony, Alain Aspect capì il teorema di Bell meglio della maggior parte dei fisici, capì
anche la disputa Einstein-Bohr : o si rifiuta la completezza della Meccanica Quantistica (MQ)
o si rifiuta il fatto che gli ―stati‖ reali di due oggetti SEPARATI sono indipendenti. Se
l‘Universo ha una natura LOCALE allora l‘informazione necessaria a completare la M.Q. deve
essere trasmessa attraverso certe variabili nascoste pre-programmate.
Precisamente : Einstein aveva congetturato che le correlazioni tra particelle separate
(Entanglement) fossero dovute al fatto che la loro appartenenza ad uno stesso processo di
preparazione e generazione le avesse dotate di VARIABILI NASCOSTE AD AZIONE
―LOCALE‖. Einstein non negava l‘evidenza dei fatti, ma rifiutava le ipotesi di Bohr prima e di
Bohm dopo che cozzavano violentemente con i fondamenti della Fisica Classica (Proprio lui che
aveva distrutto il presupposto più ferreo della ASSOLUTEZZA DI SPAZIO E TEMPO !! )
Bell aveva dimostrato matematicamente(con deduzioni teoriche) che nessuna teoria a variabili
nascoste sarebbe stata in grado di riprodurre tutte le predizioni della M.Q. , in particolare quelle
riguardanti
l‘ ENTANGLEMENT
così come presentato nella versione di Bohm
dell‘esperimento EPR . Aspect comprese un punto chiave : ―SAPEVA‖ che la MQ aveva
ottenuto ormai un successo senza precedenti a livello ―PREDITTIVO‖ (e QUESTO è il punto
indispensabile per la veridicità ―SCIENTIFICA).Si rese conto che l‘apparente conflitto, inerente
al teorema di Bell, poteva essere utilizzato , al contrario, per sconfiggere ogni teoria LOCALE a
variabili nascoste (propugnata da Einstein) .
Si dispose , pertanto, a progettare esperimenti con la ferma convinzione che la teoria della M.Q.
con Interconnessioni NON LOCALI ne sarebbe emersa vincitrice e la LOCALITA‘
DEFINITIVAMENTE SCONFITTA. Bisogna precisare, però, che sia Aspect che Clauser
progettarono i loro esperimenti e gli apparati in modo che fosse la natura ad emettere la sentenza,
senza lasciare che alcun preesistente ―Pregiudizio‖ di parte potesse influenzare in alcun modo
l‘esito dell‘esperimento.
Lo scopo di Aspect era ―Realizzare‖ un esperimento di QUALITA‘ SUPERIORE , che gli
avrebbe permesso di riprodurre la versione di Bohm dell‘esperimento mentale di EPR nel
modo più fedele possibile (che da nessun altro prima era stato ottenuto) e soprattutto
MISURARE le << CORRELAZIONI>> di questi dati.
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A tal scopo fece una serie di esperimenti a Orsay (Parigi) utilizzando atomi di Calcio eccitati
come sorgente di FOTONI CORRELATI ; mostrò inequivocabilmente che la disuguaglianza di
Bell viene VIOLATA , fornendo una prova o meglio una VERIFICA sperimentale
INCONFUTABILE a sostegno del carattere NON LOCALE della Meccanica Quantistica.
(*) Per poter controllare l‘ EPR bisogna considerare la possibilità che in qualche modo i due
Analizzatori di Polarizzazione (dei fotoni ) , posti agli angoli opposti del Laboratorio potessero
―scambiarsi dei segnali‖ ; l‘apparato sperimentale di Aspect risolveva questo problema : egli
utilizza sia la tecnologia LASER sia uno schema sperimentale notevolmente migliorato, rispetto
a CHSH, che avrebbe chiuso una grave falla nelle procedure di MISURA .
Aspect fornisce una DIMOSTRAZIONE COMPLETA sotto forma di VERIFICA
SPERIMENTALE della misteriosa natura NON LOCALE dell ‗ UNIVERSO INTERO.
Vediamo in dettaglio come è arrivato a questo risultato STORICO :
1°, Mise in piedi una sorgente di “Fotoni Correlati” ( sostituivano gli elettroni di Bohm)
2°, Costruì specchi , lenti, polarimetri e Rivelatori di fotoni, con scrupolosa precisione.
3°, Analizzò con attenzione l‟ Esperimento mentale EPR : il teorema di Bell non è
direttamente applicabile se si considerano le grandezze fisiche correlate delle particelle quali
POSIZIONE e QUANTITA‟ DI MOTO (messe in gioco da Einstein) poiché possiedono un
insieme “Continuo” di valori.
Mentre Bohm sostituisce queste ultime con la ―MISURA‖ dello ‗spin‘ ( che invece assume
valori ―Discreti‖ ) e soddisfa e rende valida la disuguaglianza di Bell , Aspect opta per i
FOTONI correlati. Infatti dopo aver ponderato a lungo il problema, giunse alla conclusione che
il modo migliore di risolvere l‘enigma EPR era quello di utilizzare ―FOTONI OTTICI‖ e
misurare la POLARIZZAZIONE DEI FOTONI in coppie correlate (ENTANGLED).
Tra il 72 e il 76 erano stati fatti esperimenti di questo genere da Fly e Thomson e da Clauser
e Horne ,nonché da Faraci, ma NON si avvicinavano in maniera completa alle richieste dell‘
Esperimento Mentale di Einstein.
4°, Aspect alla fine REALIZZO‟ UN ESPERIMENTO (suggerito da Bohm e Aharonov nel
57 ) in cui la direzione di polarizzazione degli Analizzatori sarebbe stata definita “DOPO”
l‟emergere dei fotoni dalla sorgente e durante la loro fase di volo : quindi l‟orientamento della
polarizzazione dei fotoni viene scelto sia in MODO CASUALE sia CON RITARDO , per
evitare ogni sia pur remota possibilità di una “comunicazione” che possa trasferire effetti da
una parte all‟altra del sistema.
5°, Con lo schema di misura notevolmente migliorato i RISULTATI ottenuti furono ancora
più precisi e convincenti; la disuguaglianza di Bell venne VIOLATA con uno scarto superiore
a 40 volte la deviazione standard (che assicura validità quasi assoluta). Le evidenze a sostegno
della MQ e della NON LOCALITA‟ erano schiaccianti e andavano ben oltre ogni
ottimistica aspettativa; pertanto l‟ Entanglement è una realtà fisica.
<< L‟ ENTANGLEMENT è un „‟legame a distanza‟‟, acquisito o innato, generato da un
processo , per cui 2 entità possono comunicare „‟ISTANTANEAMENTE‟‟ per „Risonanza
Empatica‟ e saranno „‟Unite per sempre‟‟ >
(*)Polarizzazione dei fotoni : a tutti gli effetti è analoga alla polarizzazione di
un onda elettromagnetica, in quanto si riferisce alla direzione di vibrazione del
vettore campo elettrico dell‟onda associata al fotone, che può essere „‟verticale‟‟
oppure „‟orizzontale;ma anche in direzioni differenti.
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2003 - GISIN e ZEILINGER : la conferma ulteriore
Anton Zeilinger nasce a Ried Im Innkreis il 20 Maggio 1945, è Docente all‘Università di Vienna,
è Direttore dell‘ Institute for quantum Optics and quantum information, è famoso per avere
realizzato il teletrasporto quantistico con i fotoni. Ha avuto incarichi nelle Università di
Innsbruck, Berlino, Oxford., al Massachussets Institute of Technology (MIT). Nel 2010 ha
ricevuto il premio Wolf per la Fisica, nel 2011 la Medaglia Isaac Newton, il Premio King Faisal
Nicolas Gisin
Anton Zeilinger
L‗ulteriore capitolo della storia del misterioso fenomeno dell ‗ ENTANGLEMENT è stato
scritto da Nicolas Gisin dell‘Università di Ginevra e da Anton Zeilinger dell‘ Università di
Vienna. Gisin è stato sempre attratto dal mistero dell‘Entanglement , intorno al 1970 incontrò
John Bell al CERN e fu molto impressionato dalla sua personalità , che definì ACUTA e
IMPRESSIONANTE; riconobbe immediatamente che il lavoro di Bell era un risultato
rivoluzionario per la FISICA TEORICA , e scrisse vari articoli incentrati sul teorema di Bell,
dimostrando importanti risultati sugli stati ―Quantistici‖. Tornò a Ginevra e cercò di combinare
la passione per la fisica quantistica con il lavoro conosciuto sulle fibre ottiche, e prese contatti
con le compagnie Telefoniche sulla trasmissione di segnali, quindi cominciò a progettare
ESPERIMENTI per controllare ‗‘empiricamente‘‘ la << disuguaglianza di Bell >> .
L‘esperimento di Aspect venne realizzato entro i muri di un laboratorio; seguendo le sue
orme Zeilinger e il suo gruppo estesero il contesto entro il quale ‗‘controllare‘‘ l‘esistenza dell‘
Entanglement ad un centinaio di metri, realizzando l‘esperimento attraverso vari edifici che si
trovavano intorno al loro laboratorio a Vienna. Gisin aveva però intenzione di andare oltre, ma
prima progettò un esperimento che avrebbe imposto ai fotoni ‗‘Correlati‘‘ di viaggiare per 35
metri ancora in laboratorio, ma con tecniche più raffinate , sfruttando le fibre ottiche.
Successivamente realizzò il suo ambizioso esperimento, la cui scala di grandezza sarebbe stata
senza precedenti : fece viaggiare i fotoni entro un cavo a fibra ottica, disteso da un luogo a un
altro lontano circa 16 km ; affrontò l‘esperimento senza preconcetti, avrebbe accettato
qualunque cosa : sia la conferma della validità della Meccanica Quantistica, sia una prova a
favore di Einstein.
Il risultato fu una schiacciante CONFERMA dell‘ Entanglement; la disuguaglianza di Bell
venne utilizzata una volta di più per fornire argomento a sostegno della NON LOCALITA‘ .
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2006 ROSEMBAUM, ZEILINGER, REZNICK
L „ Entanglement nel Mondo Macroscopico
:
Tom Rosembaum
Thomas Felix Rosembaum nasce a Chicago il 20 Febbraio 1955, è un insigne professore di
fisica dell‘Università di Chicago e faceva parte dell‘avanguardia di fisici sperimentali a cui
piaceva esplorare i limiti del ―disordine‖ nella fisica della materia ‗condensata‘ , alle
bassissime temperature in cui gli atomi rallentano enormemente il loro movimento.
Egli rimase affascinato dalla recente scoperta che, quando vengono raffreddati, i sistemi
disordinati a temperatura ambiente rivelano una vena straordinaria : per una volta iniziano ad
agire ‗‘di concerto‘‘, come SE SANNO !!!
A condividere la curiosità di Rosenbaum sulle strane proprietà dei composti cristallini a
bassissime temperature c‘era una giovane studentessa di nome Sayantani Ghosh, originaria
dell‘India. Fecero esperimenti intorno al 2002 e pubblicarono relazioni su ― Science ―, si
avvalsero della necessaria ‗simulazione al computer‘ e si imbatterono in una stranezza : quello
che avevano osservato nel piccolo cristallo, trattato a bassissime temperature, non era un
manufatto, bensì qualcosa di ‗‘reale‘‘ che avevano riprodotto nella simulazione e il tutto NON
ubbidiva alle normali e conosciute leggi della fisica; invece GLI ATOMI ERANO
ALLINEATI SECONDO UNA LEGGE CHE GIACEVA COMPLETAMENTE IN ESSI
STESSI !! Sayantani disse a Rosenbaum : << Gli atomi avevano sempre ‗ignorato‘ lei, ed
erano invece controllati dall‘attività dei loro vicini !!! >> ; che gioia avrebbero dato a David
Bohm che 50 anni prima aveva intuito tutto questo nello studio dei gas di elettroni, e potè fare
solo ipotesi azzardate, ma la Storia premia gli audaci.
L‘unica spiegazione era che gli atomi del campione cristallino si
organizzassero
internamente e si comportassero come un singolo atomo gigante; tutti gli atomi DOVEVANO
ESSERE IN RELAZIONE DI RECIPROCO ENTANGLEMENT !!!
Rosenbaum organizzò un nuovo scritto e mandò una relazione, a fine 2002, a Nature che dopo
quattro mesi pubblicò lo scritto : l‘ Entanglement fa il suo ingresso nel principale giornale
scientifico del mondo !!!
La fortuna volle che uno dei revisori dello scritto fu Vlatko Vedral, che faceva parte di un
piccolo gruppo che a Vienna lavorava sulla ‗fisica quantistica‟ di frontiera, tra cui proprio l‘
Entanglement. Paradossalmente egli aveva ‗‘previsto‘‘ per primo le considerazioni che
Rosenbaum fece 3 anni dopo, ma in uno studio ‗‘teorico‘‘ ; si può immaginare la frustrazione
con cui fece il commento ai ‗‘risultati‘‘ di Rosenbaum e Satyanami : << La fisica quantistica
è accettata come lo strumento più accurato per descrivere come gli atomi si trasformino in
molecole e dal momento che la relazione molecolare è la base di tutta la chimica e la chimica è la
base della filosofia, LA MAGIA DELL ‗ ENTANGLEMENT potrebbe essere la CHIAVE
della VITA stessa >>
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Secondo Benni Reznik, fisico teorico presso l‘Università di Israele, anche lo spazio vuoto che
ci circonda palpita di particelle ‗‟correlate‘‘ col meccanismo di Entanglement. Fu lui il primo
ad ipotizzare che l‘interazione costante delle particelle quantiche con il Campo del Punto Zero
(vedi Bohm) potrebbe essere il contesto in cui il meccanismo degli ‗‘effetti NON LOCALI‘‘
DELL‘ENTANGLEMENT tra le particelle consentirebbe ad una particella di essere in contatto
o in ‗‘Relazione‘‘ con tutte le altre in ogni istante. Questo significherebbe che la Materia dell‘
Universo sarebbe tutta INTERCONNESSA e potenzialmente ‗‘correlata‘‘ nell‘intero Cosmo.
Aggiunge ancora che : << riconoscere l‘esistenza del Campo del Punto Zero e
dell‘Entanglement offre un ―meccanismo‖ già pronto attraverso il quale i segnali generati dal
potere del PENSIERO possono essere ‗‘captati‘‘ da qualcun altro a migliaia di chilometri di
distanza ‗‘istantaneamente‟‘ >> .
Anton Zeilinger prese particolarmente a cuore il lavoro che Vedral aveva recensito, e
continuò le sue ricerche ed i suoi esperimenti sull‘ Entanglement; fece un adattamento
dell‘esperimento della doppia fenditura di Young, in cui egli utilizzava „‟molecole‟‟ invece che
particelle subatomiche o fotoni, inizialmente scelse il FULLERENE , un gruppo di molecole
‗‘giganti‘‘ composte da 60 atomi di Carbonio.
I risultati furono inequivocabili : ogni molecola dimostrò la capacità di creare figure di
interferenza CON SE STESSA !!! Esattamente come gli elettroni e i fotoni !!! Zeilinger e il
suo team continuarono ad indagare alcune altre molecole che avevano dimensioni doppie e forma
bizzarra per verificare se anche le molecole dalla geometria asimmetrica esibissero le stesse
―proprietà magiche‖.
Scelsero il gigantesco ‗‟Carbonio fluorurato‟‟ , molecole composte da settanta atomi di
Carbonio a forma di pallone da football, e la ―Tetrafenilporfirina‖ (presente nella clorofilla) con
più di cento atomi ; queste entità risultano essere le più grandi molecole conosciute nella Terra :
ancora una volta, ognuna produsse una figura di interferenza CON SE STESSA !!!
Fino a tutto il 2005 il team di Zeilinger dimostrò ripetutamente che le molecole potevano
trovarsi in due luoghi ‗‘simultaneamente‘‘, che rimanevano in uno stato di ‗‘sovrapposizione‘‘
anche su questa grande scala; avevano dimostrato l‘inimmaginabile ( per gli accademici
ortodossi razionali e popperiani) : i più grandi componenti della materia fisica e delle cose
‗‘VIVENTI‘‘ esistono e danno luogo alle
CONNESSIONI
NON LOCALI e quindi
l‘Entanglement NON è una prerogativa del mondo microscopico ( tutto intuito e previsto 50
anni prima da David Bohm). Questi ultimi due lavori dimostrano in modo inequivocabile quale
sia la CHIAVE di lettura di tutti i fenomeni che saranno per esteso descritti successivamente,
avendo coinvolto centinaia di lungimiranti studiosi di differenti discipline, in cui il denominatore
comune è : I PENSIERI POSSONO USCIRE DALLA NOSTRA MENTE E
INFLUENZARE LA MATERIA SOLIDA O A MAGGIOR RAGIONE LA MENTE DI
ALTRE PERSONE !!!
RIFLESSIONI : Galileo fu considerato „‟eretico‟‟ dalla CHIESA e dovette attendere per
essere riconosciuto anche nel mondo scientifico ; questo dramma si perpetua : oggi scienziati
coraggiosi come Bohm, Pribram, Sheldrake e tutti quelli che presenterò nella terza parte, sono
considerati “eretici” dalla CHIESA della RAGIONE, occorrono più di 50 anni per
mettere a punto le verifiche e le conferme di INTUIZIONI straordinarie di uomini
straordinari, e nonostante questo ANCORA la maggioranza degli scienziati ortodossi e
accademici non si rende conto di quanto la Scienza sia cambiata, le conoscenze sono adesso
tutte concordi in un'unica direzione, e loro a difendere le roccaforti del sapere o meglio del
POTERE
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PARTE TERZA
L „ UNIVERSO OLOGRAFICO :
UN OCEANO DI ENERGIA
IN ENTANGLEMENT TOTALE
1 - DAVID
BOHM e l‟ Interpretazione della
Meccanica Quantistica
A.
CAMPO DEL PUNTO ZERO e ORDINE IMPLICATO
Bohm , come Einstein , aveva una ―struttura interiore squisitamente filosofica‖ ed aveva
motivazioni non parziali, ma che si riferivano a ―motivazioni profonde‖ e principi generali di
vastità ben superiore a quella a cui erano avvezzi i semplici ―ricercatori‖ delle Università ( che
cercavano solo ‗descrizioni‘ di singoli argomenti specifici, senza alcun legame con una visione
‗totale‘ , quindi privi completamente di quell‘approccio filosofico e religioso oltre che estetico
che invece distingueva Einstein).
Bohm trovò particolarmente interessante lo strano stato di interconnessione che sembrava
esistere fra eventi subatomici apparentemente privi di relazione; era anche sorpreso come la
maggior parte dei fisici tendeva a dare poca importanza al fenomeno.
Uno degli esempi più importanti di interconnessione rimase nascosto in una delle supposizioni di
base della Meccanica Quantistica per molti anni, e lo si deve proprio a Niels Bohr : egli fece
notare che, se le particelle subatomiche esistono soltanto in presenza di un osservatore,allora non
ha senso parlare delle loro proprietà ―prima‖ di essere osservate;ma questo turbava moltissimo i
fisici; se l‘atto dell‘osservazione aiutava in effetti a creare quelle proprietà, che implicazioni
aveva questo per il futuro della Scienza ?
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Nel 1935 Einstein aveva fatto conoscere l‘ EPR ed aveva spiegato il problema della
―comunicazione istantanea‖ fra le particelle affermando che nulla può viaggiare a velocità
maggiore della luce,perché si romperebbe la barriera del tempo aprendo la strada ad infiniti
paradossi,quindi Bohr stava sbagliando.
Bohm rimase sorpreso che Einstein basava la sua argomentazione su un errore, invece di
accettare la possibilità della ―comunicazione istantanea‖ e quindi della ―interconnessione‖ a
distanza ( la temuta NON LOCALITA‘ ) che si spiegava con l‘ ENTANGLEMENT.
La cosa paradossale è che l‘opinione di Bohr che i sistemi subatomici sono ―indivisibili‖ ha
implicazioni altrettanto profonde riguardo alla natura della realtà; ironicamente queste
implicazioni furono anch‘esse ignorate, e nuovamente
l‘importanza potenziale
dell‘interconnessione fu tenuta nascosta.
Nel 1947 Bohm accettò un incarico alla ―Princeton University‖ , e lì estese la ricerca sullo
studio degli elettroni nei metalli; ma soprattutto conobbe e frequentò Einstein; si accorse che il
moto degli elettroni era ‗‘sapientemente orchestrato‘‘ come se essi sapessero quello che
dovevano fare, era un INSIEME DI INTERCONNESSIONI ancora sconosciute.
Sia il suo percepire l‘importanza della interconnessione che la crescente insoddisfazione
riguardo ad altre opinioni prevalenti nei fisici, fecero sì che Bohm divenisse sempre più turbato
dall‘interpretazione di Bohr circa la teoria Quantistica.
DECISE DI METTERE A FRUTTO LE SUE CONOSCENZE SCRIVENDO UN LIBRO DI
TESTO sulla teoria dei quanti, e ne inviò una copia a Bohr ed una ad Einstein.
Bohr non gli rispose , Einstein ne fu così entusiasta da invitarlo a parlarne assieme, per quanto
chiara gli sembrò la sua teoria; e per come ad entrambi non soddisfava la teoria di Bohr, che non
aveva una motivazione né una cornice concettuale ―filosofica‖, né tantomeno ―mistica‖;
specialmente li turbava il fatto che essa non fornisse alcun modo reale per concepire la struttura
di base del mondo.
Era inevitabile poiché abbiamo già detto che sia Bohm che Einstein avevano una struttura
interiore squisitamente filosofica e le loro motivazioni non erano parziali ma essi cercavano
spiegazioni profonde e principi generali .
Nel 1951 si accinse a cercare una alternativa alla interpretazione di Bohr della Meccanica
Quantistica : come presupposto iniziale assunse che le particelle ―esistessero anche in assenza di
osservatori‖; inoltre egli presuppone che esista una ‗REALTA PROFONDA‘ soggiacente il
muro inviolabile del mondo quantistico di Bohr, un livello ―Sub-quantistico‖ ancora in attesa
di esser scoperto dalla Scienza.
Con queste premesse ipotizzò l‘esistenza di un nuovo CAMPO associato ad un POTENZIALE
QUANTICO che, come la Gravitazione di Einstein , pervadeva tutto lo spazio, cioè l‘intero
l‘Universo !! L‘esistenza di un Potenziale implica la presenza necessaria di un ―Campo‖, che
oggi viene chiamato ―CAMPO DEL PUNTO ZERO‖ (ZPF) , e dà luogo ad un vastissimo
―Oceano di Energia‖. Questo ―Campo‖ è soggiacente al mondo della Materia e potrebbe
estendersi anche su un dominio ―iperdimensionale‖ , ed è stato stimato che la sua densità di
Energia è incommensurabilmente alta. Ciò dimostra che la materia del mondo in cui viviamo è
solo una ‗transitoria cristallizzazione tridimensionale‘ di una Energia che proviene da lontano,
che governa l‘Universo intero e tutte le ‗forme di vita‘ in esso.
Questo Potenziale Quantico porta l‘Informazione dell‘ambiente ―Globale‖ e fornisce
direttamente le CONNESSIONI “NON LOCALI” , istantanee,tra gli elementi quantistici
(Entanglement); questo Potenziale vedremo che ha incredibili proprietà ―SISTEMICHE‖ ed
―OLISTICHE‖ .
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Bohm riteneva che il Potenziale Quantico guidasse le particelle quantistiche in maniera
―NON Meccanica‖, e in un primo tempo aveva ipotizzato l‘esistenza di un fluido subquantistico
con il quale le particelle potevano scambiare Energia.
Quest‘ultimo è un termine che descrive qualcosa di simile ad una funzione d‘onda, che fornisce
―Informazione‖ alle particelle tramite un “LEGAME‖ con il resto dell‘ Universo
(Entanglement). Questo Potenziale Quantico è inoltre responsabile della dualità onda/corpuscolo
e di tutti gli altri peculiari paradossi della Meccanica Quantistica; in particolare è in grado di
descrivere gli effetti ―Non-Locali‖ dell‘esperimento EPR.
In base alle proprietà del Potenziale Quantico da lui dedotte nel suo modo di interpretare
l‘equazione di Schrodinger, Bohm giunge ad introdurre (per la prima volta in fisica) quello che si
può chiamare un vero e proprio CAMPO DI INFORMAZIONE , in cui le particelle in esso
immerse sono sì in continua trasformazione, ma sono continuamente e costantemente
―Informate‖ sull‘ambiente che le circonda. Il ―CAMPO‖ INFORMATIVO conferisce al
Potenziale Quantico un ulteriore ruolo : è un energia debole ma altamente informata, in grado di
dare forma ad una grezza Energia ―Non formata‖.
Bohm ripeteva sempre : << Lo spazio non è vuoto, è un ‗plenum‘ che permette l‘esistenza
di ogni cosa, inclusi noi stessi; l‘Universo NON è SEPARATO da questo mare Cosmico , da
questo Oceano di Energia, esso è un increspatura sulla superficie, una specie di ―area di
eccitazione‖ nel mezzo di un Oceano incomparabilmente più vasto. >>
Egli giunge ad introdurre questa nuova entità, questo Campo, studiando l‘equazione di
Schrodinger ( che è centrale nella Meccanica Quantistica) e con l‘ausilio di procedure rigorose
matematiche distingue 2 termini molto differenti :
 un termine ‗classico‘ che riproduce la fisica di Newton
 un termine ‗non classico‘ che chiamò proprio ―Potenziale Quantico‖.
Quest‘ultimo è un termine che descrive qualcosa di simile ad una funzione d‘onda, che fornisce
―Informazione‖ alle particelle tramite un ―Legame‖ con il resto dell‘Universo.
Ma questo ambiente NON è solo un ambiente ‗Fisico‘ ma anche una ―ENTITA‘ ― NON
MATERIALE che trascende tutto lo spazio in una ―unità senza tempo‖ ; in tal modo mostra
come la Fisica possa coesistere rigorosamente con la presenza di REGNI PIU‘ ELEVATI DI
VERITA‘ , ORDINE ed ESISTENZA, nei quali il concetto di ETERNITA‘ inizia ad
assumere un ruolo importantissimo.
Il concetto di ‗informazione‘ è dunque posto da Bohm accanto all‘Energia ed alla Materia,
come un fattore ―soggiacente‖ ai processi dell‘Universo.
Per lui la struttura della realtà Cosmica è composta da due fattori : una struttura di forze che
governano la Materia ( più che forze saranno i “campi‖ dell‘equazione di Einstein) ed un
―Apparato di guida‖ ( il campo ZPF ) che fornisce al mondo della materia l‘informazione su
come muoversi; il primo predomina sul secondo nel mondo Macroscopico, il secondo nel mondo
Microscopico dove l‘osservatore è ‗compartecipe‘ della realtà osservata in maniera più evidente
ed efficace. Infatti anche il mondo Macro, essendo formato da un numero infinito di elementi
microscopici, è guidato da un ―Campo di forma‖ ( che possiamo pensare coincidente con il
Campo Morfogenetico di Sheldrake e con il Campo Energetico Universale di Barbara Brennan,
oltre che con l‘Inconscio Collettivo di Jung) che ad ogni istante guida la materia su come
evolversi e trasformarsi, e tutto lo fa nello spazio e nel tempo ordinario e le leggi della Fisica
Classica ne descrivono le operazioni.
Nel mondo Microscopico , invece, si trascende lo spazio ed il tempo, e gli elementi
percepiscono la guida e l‘informazione in maniera “istantanea‖ e la fisica che la descrive
tiene conto di ―CONNESSIONI‖ NON LOCALI (Entanglement); in questo pre-spazio NON
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ESISTE DISTINZIONE TRA SPAZIO, TEMPO, MATERIA, ENERGIA …… COSCIENZA !
realizzando così quella identificazione essenziale MENTE-MATERIA-VITA !!!
A un certo punto Bohm si domandò se potesse esistere una struttura complessa ―prima del
tempo e dello spazio‖ , o meglio ancora ―soggiacente‖ ; in cui lo spazio potesse essere il
―risultato medio‖ di una serie di fenomeni dinamici complessi provenienti da una sorta di
―prespazio‖. Con questo in mente si dedicò alla formulazione della teoria del cosiddetto
“ORDINE IMPLICATO‖ , una estensione della ipotesi del Campo ZPF dalle particelle del
mondo microscopico all‘UNIVERSO nella sua „totalità‟ e ‗interezza‘( Wholeness ) .
Il suo obbiettivo è quello di esplorare l‘ordine ‗più profondo‘ NON MANIFESTO secondo
una concezione in cui il mondo reale è strutturato tramite i medesimi principi : con il TUTTO
―implicato‖ in ciascuna sua PARTE.
Per comprendere l‘Ordine Implicato, secondo la nozione di ―totalità ininterrotta‖, cioè
l‘ORDINE NON MANIFESTO, Bohm ha trovato necessario considerare la COSCIENZA un
carattere essenziale, da tenerne conto nella sua teoria.
Quindi egli vide MENTE e MATERIA (COSCIENZA e VITA) come interdipendenti e
correlate; esse sono proiezioni, che si implicano e racchiudono reciprocamente,di una Realtà
Superiore che non è né Materia né Coscienza. Le leggi fisiche primarie possono essere spiegate
facendo riferimento ad un ―Ordine Implicato Non Svolto‖ , che esiste ad uno stato ―NON
Manifesto‖ ed è il fondamento su cui si regge tutta la ―Realtà Manifesta‖ , realtà che a sua
volta viene definita ―Ordine Esplicato Svolto‖.
Bohm dichiara che la visione OLOGRAFICA dell‘UNIVERSO è un trampolino di lancio per
cominciare a comprendere gli ordini ―implicato non svolto‖ ed ―esplicato svolto‖ : ogni parte
è l‘esatta rappresentazione dell‘intero e può essere usata per ricostruire l‘ologramma nella sua
―INTEREZZA‖ . L‘INTERO Universo appare come un ―Rete dinamica di sistemi energetici
interconnessi e inseparabili‖ ; non possiamo più concepire (logicamente) l‘idea di ―Parti‖ ,
quindi noi non siamo ―parti separate‖ dall‘intero : siamo proprio …… l‘ INTERO !!!
La realtà fondamentale è la inseparabile interconnessione Quantistica dell‟
Universo TUTTO , le parti hanno un comportamento relativamente indipendente e sono solo
forme particolari e contingenti dentro questo TUTTO.
L‘ ORDINE IMPLICATO risuona da un ―Campo di Energia‖ che è ancora più grande e
che è il regno del puro Potenziale Quantico, cioè da un Campo del Punto Zero (ZPF) ; in questo
ZPF coincidente con l‘Universo Olografico e NON Locale perfino il tempo e lo spazio non
possono essere intesi come reali; perché concetti come la ―Località‖ scompaiono in un
Universo in cui ― NULLA E‘ REALMENTE SEPARATO DA NESSUN ALTRA COSA‖ ,
che è lo stesso di affermare come << ogni cosa è in relazione con tutto il resto >> !!!
Il tempo e lo spazio vanno visti come ―Proiezione‖ di un ordine ―più profondo‖ , che unisce le
parti apparentemente frammentate di un TUTTO ; nei suoi livelli più profondi la realtà diventa
un enorme ―OLOGRAMMA‖ in cui passato, presente e futuro esistono ―simultaneamente‖ e
convivono in un unico TUTTO che comunica con sé stesso in maniera ISTANTANEA grazie
al ‗Campo Informativo‘ connesso al Potenziale Quantico (ZPF).
L‘ Universo Olografico nel suo livello più profondo non contiene spazio e tempo ma solo
COSCIENZA (Consapevolezza), mentre tutto il resto, la frammentazione della Realtà, viene
percepito (tramite proiezione) nell‘ ORDINE ESPLICATO in relazione dinamica con il mondo
dell‘Ordine IMPLICATO non manifesto.
Bohm fu un precursore, con Pauli, della possibilità che si aveva di adoperare le conoscenze di
Fisica Quantistica per comprendere meglio i processi della psiche, della mente, del cervello,
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perché tutto ciò che esiste ‗materialmente‘ , ed è per questo ―Esplicato‖ (Manifesto) ha un suo
corrispettivo in ciò che esiste ―Spiritualmente‖ ( nel pensiero).
Due realtà -- quella della ―Materia‖ e della ―Coscienza‖ -- che interagiscono in maniera
―sincronica‖ e ‗armoniosa‘ e che Bohm intendeva descrivere con un ―modello fisicomatematico‖ in grado di offrire una interpretazione ―Unificante‖.
Non è importante se vi sia riuscito o no, il dato più interessante è che questi ARDITI scienziati ,
che corrono sulle ali della libertà intellettuale, concepiscono ipotesi e teorie straordinarie, nelle
quali ha la centralità il bisogno di UNITA‘ di TUTTE LE COSE, in Einstein e Bohm questo
aspetto è dominante in tutte le loro argomentazioni, e per tutta la vita seguirono questo
intendimento, e per questo il valore di tutto quello che ci hanno lasciato in eredità è inestimabile,
incommensurabile e ne faremo tesoro.
B)L‟ ORDINE IMPLICATO E L‟ UNIVERSO OLOGRAFICO
La scoperta dell‘Ologramma eccitò Bohm grandemente, perché gli fornì un nuovo modo di
osservare molti dei problemi che aveva preso in considerazione. Questo gli permise di riunire
tutti i vari elementi raccolti nei suoi anni di attività scientifica; la metafora dell‘ologramma, col
suo ―potere esplicativo‖, sembrava fatto apposta per il suo scopo, era proprio ―un nuovo modo‖
di comprendere l‘ordine celato nella natura del mondo fisico.Più Bohm ci pensava, più si
convinceva che l‘UNIVERSO effettivamente impiegava principi olografici nelle sue operazioni :
<<era esso stesso una sorta di ologramma fluttuante >> e questa comprensione gli permise di
cristallizzare tutte le sue varie intuizioni in un insieme illimitato e coesivo.
La Visione Olografica dell‟Universo trasformò il suo modo di guardare la realtà. Infatti ,
secondo lui, la realtà tangibile della nostra vita quotidiana è in effetti una sorta di immagine
olografica : sotto di essa vi è un ordine di esistenza più profondo, un livello di realtà vasto e più
fondamentale, che dà origine a tutti gli oggetti e le apparenze del nostro mondo fisico (questo è
un ordine ―implicato‖ o celato) che ha un suo corrispettivo al nostro livello di esistenza
manifesto come un ordine ―esplicato‖ o svelato. Bohm vede la manifestazione di tutte le forme
dell‘ UNIVERSO come il risultante di un infinito celarsi e svelarsi tra questi due ordini.
L‘ esistenza di un ordine più profondo e organizzato olograficamente spiega inoltre perché la
realtà diventi ―NON LOCALE‖ al livello sub-quantistico. Infatti quando qualcosa è organizzato
olograficamente ogni parvenza di localizzazione crolla : dire che ogni parte di una sia pur
piccolissima porzione contiene la ―totalità‖ dell‘informazione contenuta nell‘ INTERO è in
effetti soltanto un altro modo di dire che l‘informazione è distribuita NON LOCALMENTE
Quindi se l‘Universo è organizzato secondo principi ‗olografici‘ , ci si deve aspettare che
anch‘esso possegga proprietà NON LOCALI , essendo una vastissima e oceanica ―interezza‖ .
Poiché ogni cosa nel Cosmo è costituita dal materiale ininterrotto dell‘ Ordine Implicato, Bohm
ritiene che considerare l‘Universo composto da ―parti‖ è altrettanto assurdo quanto considerare i
diversi getti in una fontana ―separati‖ dall‘acqua dalla quale provengono.
Dividere la realtà in ―Parti‖ e poi dare un nome a quelle ―Parti‖ è sempre arbitrario, è un
prodotto ( ed una necessità) della convenzione di elencare e classificare, perché dalle particelle
sub-atomiche ad ogni altra cosa nell‘ UNIVERSO ‗nulla‘ è separato, le une dalle altre, più di
quanto non lo siano i diversi motivi decorativi di un tappeto.
Infatti l‘Universo è proprio un ―TESSUTO‖ , una rete infinita e ininterrotta di interconnessioni
in cui << nulla è realmente separato da nessun altra cosa >>.
Bohm fa compiere un passo da gigante alla idea della continuità spazio-temporale di Einstein
(nella quale spazio e tempo sono armoniosamente congiunti e ―parte‖ di un insieme più vasto).
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Egli dice che TUTTO nell‘Universo è parte di una continuità : nonostante l‘apparente
separatezza delle cose al livello esplicato e manifesto, tutto è un estensione indivisa di ogni altra
cosa, ed alla fine anche gli ordini esplicato ed implicato si fondono l‘uno nell‘altro.
Analogamente Bohm crede che dividere l‘Universo in cose VIVENTI e NON VIVENTI
(inanimate) sia altrettanto limitato riduttivo e privo di significato.
La materia animata (umana e animale) e quella inanimata (vegetale e materiale) sono
inseparabilmente intrecciate (Entangled), ed anche la VITA è celata in ogni parte dell‘
Universo, in forme infinitamente variegate e differenti.
Perfino una roccia è VIVA in qualche modo ( sicuramente diverso da come vivi siamo noi
uomini), poiché la VITA E L‘INTELLIGENZA sono presenti non solo IN TUTTA LA
MATERIA , ma nell‘‘Energia, nello spazio, nel tempo, nella struttura dell‘intero Universo e in
tutto ciò che è compreso nell‘ INTERO e che erroneamente consideriamo come cosa ‗separata‘.
Inoltre la COSCIENZA è presente nelle diverse gradazioni del celarsi e svelarsi in tutta la
MATERIA, quindi anche la distinzione tra ANIMATO E INANIMATO è superflua…dal
momento che l‘Anima la possiedono tutti gli esseri VIVENTI , anche una pietra….e i
giapponesi attribuiscono l anima anche ad una parola!!!!!!!!!
L‘idea è che la COSCIENZA e la VITA siano insieme celati in ogni parte dell‘ UNIVERSO.
Bohm pensa che esista un ―infinito‖ OCEANO DI ENERGIA e che comunichi qualcosa dalla
natura nascosta dell‘ ordine ―implicato‖ e questa comunicazione è in qualche modo associata ai
meccanismi di ENTANGLEMENT. .
Lo spazio non è vuoto, esso è pieno di questa Energia ed è la base per l‘esistenza di TUTTO
inclusi noi stessi. L‘ UNIVERSO non è separato da questo mare di Energia Cosmica :
nonostante l‘apparente materialità e la enorme dimensione, l‘UNIVERSO non esiste ―per sé
stesso‖ , ma è il figlio di qualcosa di ben più vasto ed ineffabile.
Ancor più, esso non è neppure una produzione rilevante in questo qualcosa di più vasto, ma solo
un ombra passeggera, un mero singhiozzo nel più ‗ampio‘ schema delle cose.
Questo ―infinito Oceano di Energia‖ non è l‘unica cosa celata nell‘ordine implicato; poiché
questi è il fondamento che ha dato origine a tutto il nostro UNIVERSO, contiene anche ogni
particella, ogni configurazione di ―Energia‖ , VITA e COSCIENZA possibili, dai quasar al
cervello degli uomini, dalla doppia elica alle forze che controllano le dimensioni e le forme.
E anche questo non è tutto ciò che può contenere !! Bohm sostiene che non vi è ragione di
credere che l‘ordine implicato sia il limite delle cose; potrebbero esservi ‗ordini‘ impensati al di
là di esso, stadi infiniti in ulteriori sviluppi (vedi a tal proposito Jack Sarfatti).
Il supporto sperimentale per l‘ipotesi di UNIVERSO OLOGRAFICO di Bohm è innanzitutto
il fatto che tutte le particelle ( tutti i corpi materiali) sono anche ―onde‖ , come visto nella
Meccanica Quantistica (Dualità).
Ciò significa che gli oggetti materiali e tutto quello che percepiamo è in realtà composto da
―schemi di interferenza‖ (nel senso di Pribram), un fatto che ha innegabili connotazioni
olografiche. Noi non siamo soli nell‘UNIVERSO ; gli scienziati hanno trovato che siamo
qualcosa di molto più formidabile di un evento casuale evolutivo o di macchine genetiche
evolutive. La loro opera indica l‘esistenza di una „intelligenza‟ Cosmica decentralizzata ma
unificata che è molto più grandiosa e mirabile di quanto Darwin o Newton avessero immaginato;
che guida un processo che non è casuale o caotico ma ‗intelligente‘ e FINALIZZATO.
Lungi dal distruggere DIO, anche la Scienza , per la prima volta, sta invece dimostrando la sua
‗esistenza‘ , dimostrando che una consapevolezza più elevata e collettiva esiste “là fuori‖ ; non
c‘è più dualità fra Scienza e Religione : sono 2 aspetti complementari dell‘uomo moderno
(insieme a ‗infiniti‘ altri aspetti altrettanto validi) in un equilibrio e rispetto di tutti i valori e di
tutti i principi.
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Non siamo esseri isolati che vivono le loro vite disperate su un pianeta solitario che naviga
sperduto nelle immensità di un Universo indifferente; non siamo mai stati soli; siamo stati sempre
―Parte di un tutto più grande‖ ; noi siamo l‘ INTERO, il TUTTO, e quindi siamo anche il
CENTRO delle cose, siamo proprio noi il CENTRO della VITA, siamo la PARTE e l‘
INTERO.
C. LA VISIONE UNIFICANTE MENTE E MATERIA
Mentre cercava una tecnica matematica rigorosa in grado di descrivere i concetti sull‘ordine
Implicato, Bohm si rese conto che era altrettanto importante trovare il ―linguaggio‖ giusto per
comunicare questi concetti. Quando un pensiero che sta dietro un concetto è ben formulato al di
fuori dell‘ego, la parola e l‘oggetto diventano un tutt‘uno, in perfetta simbiosi.
Le parole stesse influenzano i pensieri e le emozioni; Bohm era convinto che fossero vere realtà
nel mondo e pertanto potessero addirittura produrre ―cambiamenti‖ nelle funzioni e nei processi
elettrochimici che hanno luogo nel cervello (vedi PRIBRAM e altri).
Capì anche che occorreva perfezionare ―il processo del pensare‖,ascoltando attentamente le
discussioni tra Bohr ed Einstein, un capolavoro di confronto intellettivo fra due tra i più grandi
geni che l‘umanità abbia avuto. Prese atto che queste discussioni facevano leva sulla
competizione di due ―Ego‖, che portava alla frantumazione del pensiero e portava a rendere
inconciliabili le due teorie. Allora Bohm comprese che il linguaggio giusto per comunicare la
struttura intima di una realtà era il ―Dialogo‖ , in cui gli interlocutori riescono ad incontrarsi su
un pensiero ―condiviso‖, liberati dall‘istinto di voler propugnare per forza gli impulsi del proprio
ego. Pensiero e realtà sono intimamente correlati proprio come l‘ordine implicato e l‘ordine
esplicato sono congiunti tra loro. Per comprendere la realtà è necessario comprendere quella
realtà nascosta che ne costituisce la struttura di pensiero; e il pensiero quando ―non‖ è la
manifestazione meccanicistica della sola logica e quando ―NON‖ scaturisce dall‘ego ma da una
opinione condivisa è una diretta emanazione dell‘ordine implicato, ovvero di un Campo di
Energia Universale (Campo del Punto Zero). Inoltre capì che dal momento che la natura
quantistica della realtà coinvolge sia la mente sia la materia, l‘atto di osservare coicide con l‘atto
di pensare. Bohm comprese tutte queste necessità e fu un precursore,con Pauli, della possibilità
che si aveva di adoperare le conoscenze della Fisica Quantistica per comprendere meglio i
processi della ―psiche‖, della mente, del cervello, perché tutto ciò che esiste materialmente, ed è
per questo ―ESPLICATO‖ (manifesto) , ha un suo corrispettivo in ciò che esiste
―spiritualmente”.
Due realtà – quella della materia e della coscienza – che interagiscono in maniera sincronica e
armoniosa e che Bohm intendeva descrivere con un ―modello fisico-matematico‖ in grado di
offrire una interpretazione unificante.
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2 - GABOR E LA VISIONE OLOGRAFICA
Dennis Gabor nasce a Budapest il 5 Giugno 1900, si laurea a Berlino in Ingegneria nel 1927 e
fino al 1933 è ricercatore nel gruppo industriale Siemens, poi si trasferisce in Inghilterra, essendo
di famiglia ebraica. Nel dopoguerra insegna presso l‘Imperial College di Londra. Premio Nobel
per la Fisica per gli studi sull‟olografia.
Dennis Gabor
a) La scoperta dell‘Ologramma
Nel 1971 Dennis Gabor costruì il primo ―Ologramma‖ : si tratta di una “immagine
tridimensionale virtuale” , viena costruita grazie alle proprietà dei raggi LASER di luce
coerente ( monocromatica, cioè frequenza rigorosamente unica e costante per tutto il fascio di
luce, fotoni identici che formano un treno d‘onde in fase tra loro) ; si rappresenta e viene visto
nello spazio, ma non è una fotografia, in quanto la figura è dinamica, nel senso che può essere
spostata e ingrandita; inoltre è a colori.
Il principio fisico che si sfrutta è l‘INTERFERENZA di due treni d‘onde che provengono da
due ‗cammini differenti‘ e che avranno una “differenza di fase” in relazione a questo
cammino diverso; inoltre il secondo di questi due treni d‘onda incontra l‘oggetto da
“Ologrammare” , che a sua volta emette onde per riflessione e diffusione e le invia ad una lastra
fotografica, dove si incontra e ―interferisce‖ con il primo treno d‘onde che vi giunge senza
incontrare ostacoli e oggetti.
L‘immagine olografica si costruisce in 2 fasi distinte,entrambe con l‘uso del LASER (
ripetiamo che il Laser è una sorgente di luce particolare, molto intensa e ―coerente‖, i cui treni
d‘onda sono tutti identici) :
FASE 1
:
Si dimezza un raggio Laser, con un primo specchio speciale , detto ―divisore di fascio‖, in 2
raggi distinti 1 e 2 ; il raggio 2 (che ha attraversato lo specchio) incide nel secondo e
attraverso la lente 2 investe un oggetto reale (una mela) , e infine giunge in una lastra
fotografica, dopo riflessione e diffusione della mela.
L‘altra metà del raggio Laser , 1 , viene semplicemente riflessa nel primo specchio e mandata
attraverso la lente 1 nella stessa lastra fotografica; fra le due metà del raggio Laser viene fissato
uno specifico rapporto di fase, quindi i raggi 1 e 2 giungono sulla lastra avendo fatto cammini
diversi e risultando sfasati.
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A questo punto si scatta la fotografia sulla lastra che è stata “impressionata” dai due raggi
distinti e differenti 1 e 2 : il risultato (lastra impressionata) è prodotto dalla interferenza dei
due raggi 1 e 2 nel momento in cui giungono sulla lastra.
FASE 2 : si passa a questa seconda fase che consiste semplicemente nel rimuovere la mela , il
divisore di fascio, il secondo specchio e la seconda lente; a questo punto si manda il raggio Laser
sulla lastra fotografica (precedentemente impressionata) attraverso una lente : apparirà
un‘immagine tridimensionale “virtuale” della mela ―sospesa‖ nello spazio.
La proprietà più sorprendente è che se si taglia in due la lastra fotografica, senza alterare
nient‘altro, si continuerà ad avere l‘immagine sospesa della mela ―INTERA‖ ; e se si continua a
tagliare un‘altra porzione della lastra rimane sempre l‘immagine ―INTERA‖ della mela (anche
se un po‘ sfocata).
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Riassumendo e ripetendo : l‘ologramma è un immagine ―tridimensionale e virtuale‖ , quindi
si rappresenta e viene visto nello spazio, come sospeso; si ottiene grazie esclusivamente alle
proprietà di un raggio Laser la cui luce è ―coerente‖ o monocromatica (fotoni tutti con la stessa
frequenza a formare un treno d‘onde in fase tra loro).
b)
Il linguaggio matematico dell‟ologramma
Gabor concepì l‘olografia con un approccio matematico e si servì dell‘analisi che aveva fatto
Fourier :
convertire qualsiasi schema, indipendentemente dalla sua complessità, in un
linguaggio di onde semplici; appunto da un segnale generico di qualunque forma e natura in un
insieme o somma di infiniti termini puramente sinusoidali; è proprio un processo di analisi e
codifica molto simile a quello che accade in uno ―Spettroscopio‖ nel quale si fa un analisi delle
componenti a varie frequenze.
Inoltre egli dimostrò anche il processo inverso , come tutte queste componenti potevano essere
riportate allo schema di partenza originario; proprio come nel sistema televisivo : la telecamera
trasforma in segnali elettrici corrispondenti le immagini,dopo aver ―analizzato‖ punto per punto
lo schermo su cui si focalizza (trasduzione), mentre il televisore ritrasforma il complesso di
segnali elettrici nelle immagini originarie; né più né meno di come, per i Suoni, fanno il
Microfono e l‘Altoparlante.
Le ―Trasformate di Fourier‖ permisero a Gabor di trasformare la fotografia di un oggetto
nell‘insieme di ―SCHEMI DI INTERFERENZA‖ su una pellicola fotografica; in seguito
escogitò il modo per ritrasformare questi schemi di interferenza in un‘immagine dell‘oggetto
originario, virtuale e tridimensionale, sospesa nello spazio.
In conclusione avviene una sorta di ―Analisi in frequenza‖ dell‘immagine : dobbiamo ricordare
che la luce è un onda elettromagnetica e che ogni singolo ―Colore‖ è associato ad un onda la
cui ―frequenza‖ è ben determinata e unica, la luce ―bianca‖ del Sole contiene i sette colori
dell‘arcobaleno,dal Rosso al Violetto,ciascuno con frequenza e lunghezza d‘onda differente e si
chiama fascio ―Policromatico‖ .
Ogni parte dell‘immagine proiettata nella lastra fotografica è composta di onde con frequenza
differente, in conformità al colore; nella seconda fase di costruzione dell‘Ologramma si ha una
―Interferenza‖ fra queste onde e quelle provenienti dal raggio Laser che non incontra l‘oggetto,
in tal modo si ha prima una ―scomposizione analitica‖ e dopo una ―ricomposizione‖ , sempre
di onde a frequenza diversa.
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3 - PRIBRAM : LA PERCEZIONE DELLE IMMAGINI
Karl Pribram nasce a Vienna il 25 Febbraio del 1919, muore in Virginia il 19 Gennaio 2015.
Docente di Psichiatria alla Stanford University, specialista nello studio del cervello e del sistema
nervoso.
Karl Pribram
Karl Pribram, giovane neurochirurgo, si era trasferito in Florida per continuare le ricerche di
Lashley sulla localizzazione dei ricordi nel cervello.
Già nei primissimi studi egli capì subito che la memoria,gli altri processi cognitivi e tutto ciò che
chiamiamo ―percezione‖ devono essere in qualche modo distribuiti in ogni parte del cervello.
Dopo aver lasciato la Florida e Lashley passò i successivi venti anni a ponderare i misteri che
circondavano l‘organizzazione del cervello,la percezione e la consapevolezza.
Il suo laboratorio era stato tra i primi a identificare l‘ubicazione della zona nel cervello
responsabile dei processi cognitivi,dell‘emozioni e della motivazione.
Ciò che lo rendeva particolarmente perplesso era un paradosso fondamentale : l‘elaborazione
cognitiva ha delle locazioni precise nel cervello, ma all‘interno di queste locazioni, il processo
stesso sembra essere determinato da una massa di eccitazioni… senza relazione con delle
particolari cellule nervose
E‘
vero che alcune parti del cervello ―performano‖ delle funzioni specifiche, ma
l‘ELABORAZIONE effettiva dell‘informazione sembra essere effettuata da ―qualcosa‖ che è più
basilare rispetto ai singoli neuroni.
Gran parte delle prime ricerche di Pribram sulle percezioni superiori sembravano contraddire la
Scienza accettata dell‘epoca; per quanto riguarda la vista la teoria attuale affermava che l‘occhio
―VEDE‖ avendo un‘immagine fotografica della scena, o dell‘oggetto,riprodotta sulla superficie
corticale del cervello,ossia come un proiettore cinematografico( A 2 DIMENSIONI)
Ma in parecchi esperimenti fu scoperto che si può danneggiare praticamente tutto il nervo ottico
di un gatto senza interferire in alcun modo sulla sua capacità di vedere ciò che sta facendo, il
gatto continua a vedere ogni dettaglio.
Pribram si convinse che doveva controllare ciò che viene formato e spedito giù dalle aree più alte
del cervello alle stazioni riceventi più primitive; accade qualcosa di molto più complicato di
quello che abbiamo sempre saputo.
Pribram era fortemente convinto che nessuna immagine venisse proiettata internamente e che ci
dovesse essere qualche altro meccanismo per consentirci di percepire il mondo nel modo in cui lo
facciamo.
Nel 1958 si trasferì a YALE e continuò a cercare la corrispondenza tra la formazione delle
immagini nel cervello e l‘attività elettrica prodotta in esso. Lesse per caso un articolo su
Scientific American scritto da John Eccles , il quale postulava che l‘immaginazione potesse avere
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a che fare con le ―Microonde‖ ;soltanto una settimana dopo lesse un altro articolo in cui veniva
descritta l‘‖Olografia ottica‖.
Capì subito che aveva trovato la soluzione : aveva sempre pensato che il cervello dovesse in
qualche modo ―LEGGERE‖ l‘informazione trasformando le immagini ordinarie in SCHEMI
DI INTERFERENZA DI ONDE , e poi trasformarle di nuovo in immagini virtuali, proprio come
riesce a fare un ―Ologramma a Laser‖.
L‘altro mistero risolto dalla ―ipotesi olografica‖ era il meccanismo della memoria :piuttosto che
localizzata con precisione in un luogo determinato, la memoria sarebbe distribuita ovunque , in
modo che ogni parte contenga il tutto.
Pribram incontrò Dennis Gabor, che aveva scoperto l‘‖Ologramma‖ ed aveva utilizzato le
trasformate di Fourier,nei suoi calcoli matematici,con le quali si è in grado di decomporre e
descrivere schemi di qualsiasi complessità; qualsiasi immagine ottica può essere convertita in un
equivalente espressione matematica di figure di interferenza (Fourier).
Con questa tecnica si trasferisce nel dominio dello ―spettro di frequenze‖, qualcosa che esiste nel
tempo e nello spazio, una specie di ―stenografia‖ che converte onde luminose in schemi di
interferenza con analisi armonica matematica; inoltre il processo è possibile anche al contrario :
partire da queste interazioni delle onde sotto forma di interferenza – analisi armonica con
frequenza , ampiezza e fase – e usarle per ―ricostruire‖ qualsiasi immagine.
Pribram e Gabor passarono serate intere per capire come il cervello possa essere capace di
ricevere figure di interferenza d‘onde e poi convertire questa informazione complessa ricevuta in
una immagine. In qualche modo accade quello che avviene in un ricevitore TV : un segnale
contiene sotto forma di ―modulazione di ampiezza‖ tutti i particolari in cui è stata ―decomposta‖
l‘immagine, tramite una ‗scansione‘, e riproduce questa nello schermo.(*)
Erano perfettamente convinti di una cosa : << la percezione accade come risultato di una
complessa lettura e trasformazione dell‘informazione a diversi livelli della realtà>>.Inoltre il
meccanismo del cervello in qualche modo incredibile ripropone la formazione dell‘immagine
olografica tramite fascio Laser (e tutte le sue proprietà viste nel capitolo relativo) in dettaglio, per
esempio : ogni minuscola porzione dell‘informazione codificata contiene ―tutta‖ l‘immagine.
Questo meccanismo quindi fa apparire un‘immagine nella mente come ―proiezione‖ spettrale
tridimensionale di un immagine presente nel tempo e nello spazio.
Ma la proprietà ancora più interessante era la capacità unica delle onde quantistiche di
immagazzinare enormi quantità di informazione nel complesso meccanismo a tre dimensioni, ed
in aggiunta la capacità del nostro cervello di leggere questa informazione e da questa
―CREARE‖ il mondo delle cose (dopo la conversione).
Finalmente era chiaro il meccanismo con cui il cervello effettivamente funziona : come
vengono formate le immagini, come vengono immagazzinate e come possono essere richiamate o
associate a qualcos‘altro. Ancora più importante era la spiegazione di come ci possono essere
delle funzioni localizzate nel cervello e tuttavia come sia possibile ―processarle‖
o
immagazzinarle attraverso il ―TOTALE‖ più GRANDE, ossia l‘intero che dirige le parti.
In un certo senso il meccanismo dell‘olografia è soltanto una ―stenografia‖ utile per il linguaggio
del CAMPO DEL PUNTO ZERO,agisce da ―traduttore‖ o meglio ancora da ―decodificatore‖.
L‘ultimo aspetto importante era che Gabor aveva usato per l‘ologramma ―la stessa matematica‖
che Heisemberg aveva usato nella Meccanica Quantistica, Pribram aveva dimostrato che il
modello adoperato dimostrava che la stessa matematica descrive anche i processi del cervello
umano, quindi c‘era un incredibile ―accordo‖ con lo strano universo della teoria Quantistica,
cosa mai accaduta e ipotizzata prima.
A questo punto Pribram fa delle considerazioni teoriche : quando osserviamo il mondo, lo
facciamo in un modo ―molto più profondo‖ rispetto a quello di un mondo materiale che esiste ―lì
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fuori‖; il nostro cervello parla a sé stesso e al resto del corpo principalmente non con parole o
immagini, ma nel linguaggio dell‘interferenza di onde, il linguaggio di Ampiezza ,frequenza e
fase delle onde risultanti,un dominio ―spettrale‖; noi percepiamo un oggetto ―RISUONANDO‖
con esso, entrando in sintonia e in ―sincronia‖ con esso; conoscere il mondo è letteralmente
ESSERE SULLA SUA LUNGHEZZA D‘ONDA.
.Ciò che Pribram aveva capito era che quando guardiamo qualcosa, non ne vediamo l‘immagine
nella parte posteriore della nostra testa o nella parte posteriore della retina, come su uno schermo,
ma la vediamo in tre dimensioni e ―fuori‖ nel mondo(proprio come un ologramma).
Probabilmente deve accadere che stiamo ―CREANDO‖ e proiettando un‘immagine virtuale
dell‘oggetto fuori nello spazio, nello stesso posto dov‘è l‘oggetto effettivo, in modo che l‘oggetto
e la nostra percezione dell‘oggetto COINCIDANO; ciò vorrebbe dire che l‘arte del vedere è in
effetti un arte del ―trasformare‖ (ecco spiegato perché non vediamo tutti le stesse cose).
Come accade nell‘ologramma le lenti dell‘occhio ricevono alcuni schemi di interferenza e poi li
convertono in immagini tridimensionali, però anticipiamo che l‘essere umano non è né un
televisore né un computer, infatti questo processo del ―trasformare‖ accade in una complessità di
emozioni,sensazioni,esperienze culturali che rendono il meccanismo quanto di unico e soggettivo
possa mai capitare (ancora una volta …. LA MENTE … MENTE !!! ) .
Dopo la visione, ragionò Pribram, il cervello deve ―PROCESSARE‖ questa INFORMAZIONE
(acquisizione,elaborazione,calcolo e controllo) negli schemi abbreviati delle configurazioni della
frequenza d‘onda , e disseminarli attraverso una rete di comunicazione distribuita in tutto il
cervello.
LA COMUNICAZIONE MENTE / CORPO ( ENTANGLEMENT )
Le teorie di Pribram vennero rivendicate nel 1979 dai coniugi De Valois, che in innumerevoli
studi avevano dimostrato come numerose cellule del sistema visivo sono ―sintonizzate‖ su
determinate frequenze specifiche e confermarono la scoperta di Pribram che il cervello è in
qualche modo un ―ANALIZZATORE‖ (*) di frequenze molto discriminante e selettivo, ed ha
anche la capacità di limitare la quantità di informazioni disponibili simultaneamente (allo stesso
modo in cui una Radio si sintonizza solo su una gamma di frequenze rispetto alle innumerevoli
che sono presenti e disponibili alla sua antenna).
In seguito Pribram si imbattè negli studi del russo Nikolai Bernstein che aveva fatto delle
ricerche di Biomeccanica su dei danzatori e aveva scoperto come tutti i movimenti ritmici
potevano essere rappresentati con una somma trigonometrica di Fourier (cioè si rappresentavano
con un segnale armonico composto da infinite componenti sinusoidali).
Questo consentì a Pribram di comprendere che la conversazione del cervello con il corpo può
accadere nella forma di onde e di configurazioni di interferenze, piuttosto che di immagini; il
cervello ha in qualche modo la capacità di ―analizzare‖ il movimento, scomporlo in frequenze e
trasmettere queste configurazioni d‘onda abbreviata al resto del corpo.
Questa informazione, trasmessa Non-localmente e istantaneamente verso molte parti del corpo,
spiegherebbe come possiamo facilmente guidare compiti globali complicati che riguardano
molteplici parti del corpo e sviluppa la ―propriocettività‖; essa è una IPERCOMUNICAZIONE
che si trasmette tramite meccanismi di ENTANGLEMENT (in maniera completamente diversa
delle onde elettromagnetiche) .
Pribram aveva anche scoperto che tutto questo era altrettanto valido per gli altri sensi , come
l‘odorato,il gusto, l‘udito, per i quali avviene anche questo meccanismo di analisi in frequenza.
Pertanto era indispensabile capire come questo complicato processo di decodificazione e
trasformazione di fronti d‘onda potesse avvenire nel cervello; a Pribram venne in mente che
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l‘area del cervello, dove le configurazioni di interferenza d‘onda possono essere create, non è
all‘interno di una cellula particolare, ma negli spazi fra le cellule.
Alle estremità di ogni neurone vi sono le ―Sinapsi” dove si accumulano le cariche
elettrochimiche e si innescano i potenziali bioelettrici che si trasmettono sino agli altri neuroni;
negli stessi interspazi vi sono i dendriti – minuscoli filamenti di terminazioni nervose, mossi
avanti e indietro come spighe di grano da una debole brezza – che comunicano con altri neuroni,
emettendo e ricevendo impulsi di potenziali bioelettrici.
Questi ―potenziali d‘onda lenta‖ fluiscono attraverso la Glia, o colla, che sta attorno ai neuroni,
per toccare lievemente o anche scontrarsi con le altre onde; è in questa connessione piena di
attività, un luogo d‘incessante agitazione di comunicazioni elettriche fra sinapsi e dendriti, dove
è più probabile che le frequenze possano essere ricevute e le immagini olografiche formate, visto
che queste configurazioni d‘onda, che si intersecano di continuo, stanno creando centinaia di
migliaia di configurazioni di interferenza d‘onda.
Pribram congetturò che queste collisioni d‘onde debbano creare le vivide immagini nel nostro
cervello : quando ―percepiamo‖ qualcosa, ciò non è dovuto all‘attività dei neuroni stessi, ma ad
alcuni collegamenti provvisori di dendriti distribuiti attorno al cervello, i quali,come una stazione
radio, sono stati preparati per ―RISUONARE‖ soltanto a determinate frequenze; è come avere
tutto il vasto numero di corde di un pianoforte tutte intorno alla testa, fra le quali soltanto alcune
vibrano quando una nota particolare viene suonata.
CONFERME : PRIBRAM E SCHEMPP
Pribram dovette aspettare diversi decenni dopo la sua proposta iniziale, perché altri pionieri nella
comunità scientifica lo raggiungessero; l‘appoggio più importante arrivò da una fonte
inverosimile : un tedesco che stava cercando dei dispositivi per la diagnosi medica.
Walter Schempp, un professore di Matematica dell‘Università di Siegen in Germania,si era
specializzato nell‘analisi armonica delle Onde Sonore,e un giorno improvvisamente gli venne in
mente che si poteva forse riuscire ad estrarre immagini tridimensionali dalle Onde Acustiche.
Senza riferirsi a Gabor aveva sviluppato la sua teoria ―Olografica‖ personale,ricostruita in base
alla teoria matematica delle onde ed allo sviluppo in serie di Fourier.
Nel 1986 pubblicò un libro in cui dimostrava matematicamente come si può ottenere un
ologramma dagli eco delle onde radio ricevute dai RADAR ; Schempp aveva iniziato a pensare
che gli stessi principi dell‘olografia potevano essere applicati alla tecnica di immagini in
Risonanza Magnetica.
Il principio della M.R.I (Magnetic Resonance Imaging) è che questa macchina riesce ,tra l‘altro ,
ad estrarre un immagine dei tessuti molli del cervello; quando le molecole, dopo essere state
accelerate dal campo magnetico,rallentano ed emanano radiazione; ciò che Schempp scoprì è che
questa radiazione contiene l‘informazione d‘onda codificata relativa al corpo,informazione che
la macchina può catturare e quindi usare per ricostruire l‘immagine tridimensionale del corpo.
L‘informazione che si estrae è un ―Ologramma‖ codificato di una porzione di cervello o della
parte del corpo che si desidera esaminare; attraverso l‘uso delle trasformate di Fourier si
combina e finalmente si trasforma questa informazione in un immagine ottica; a conclusione dei
suoi studi divenne l‘autorità mondiale riguardo al macchinario e alla funzionalità dell ‗ M.R.I. ,
che perfezionò a tal punto da diminuire a soli 20 minuti il tempo occorrente ad un esame.
Intanto Schempp aveva iniziato a chiedersi se la Matematica e la teoria relativa a come questa
macchina funziona potesse essere applicata ai sistemi biologici; chiamò la sua teoria ―Olografia
Quantistica” , in quanto ciò che aveva realmente scoperto era che ogni tipo di informazione
relativo agli oggetti, inclusa la loro forma tridimensionale, viene portata nelle fluttuazioni
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quantistiche del Campo del Punto Zero di BOHM e che questa informazione può essere
recuperata e ri-assemblata in un immagine tridimensionale.
Schempp aveva scoperto che il Campo del Punto Zero è un immensa riserva di Energia e di
Memoria; attraverso la trasformazione di Fourier, le macchine MRI possono prendere
l‘informazione codificata nel Campo del Punto Zero e trasformarla in immagini.
Ciò che stava realmente cercando di scoprire era se le sue equazioni matematiche potessero
fornire la chiave per scoprire i segreti del cervello umano; immerso in questa ricerca si trovò per
caso l‘opera di Peter Marcer, un fisico britannico che stava studiando proprio le applicazioni
dell‘olografia nel campo sonoro.
Nei primi anni Novanta si contattarono e Marcer pensò che poteva finalmente basare la sua
teoria su qualcosa di ordinato e matematicamente rigoroso;nella sua mente la macchina di
Schempp funzionava in base allo stesso principio che Karl Pribram aveva dedotto per il cervello
umano. Non solo Schempp aveva una mappa matematica relativa a come funziona
l‘elaborazione dell‘informazione nel cervello, che equivaleva ad una dimostrazione matematica
delle teorie di Pribram; aveva anche una macchina (come aveva dimostrato Marcer) che
funzionava in accordo a questo processo.
Di fatto la macchina MRI era la verifica sperimentale che la teoria della Meccanica Quantistica
di Peter Marcer funziona effettivamente; a questo punto decisero di collaborare tutti e tre con
fervore. Quello che scoprirono è qualcosa che Pribram aveva sempre intuito a livello embrionale
: la ―percezione‖ accade ad un livello molto più profondo e fondamentale della materia, negli
inferi delle particelle quantistiche : noi non vediamo gli oggetti PER COME SONO, ma solo la
loro informazione quantistica e da questa costruiamo la nostra immagine del Mondo, percepire
il mondo è una questione di ―SINTONIZZAZIONE‖ con il Campo del Punto Zero..il Campo di
Informazione Quantistico di BOHM.
PRIBRAM E BOHM : UNIVERSO OLOGRAFICO ED ENTANGLEMENT
Giunti agli anni Settanta si erano accumulate prove a sufficienza da convincere Pribram alla
correttezza della sua teoria; inoltre egli aveva portato le proprie idee in laboratorio e aveva avuto
conferme sperimentali.
IL problema che continuava a turbarlo era : se l‘immagine della realtà nei nostri cervelli non è
un‘immagine bensì un Ologramma, è un Ologramma di che cosa ? Si ripropone
drammaticamente il problema che aveva attanagliato i fisici per più di mezzo secolo; cioè <<
quall‘è la vera realtà, il mondo apparentemente ―oggettivo‖ sperimentato dall‘osservatore o
l‘immagine indistinta di schemi di interferenza registrati nel cervello >> ?
Pribram si rese conto che se il modello Olografico del cervello fosse portato alle sue logiche
conclusioni, aprirebbe la porta alla possibilità che la realtà oggettiva -- il mondo delle cose
materiali che tocchiamo e vediamo ogni giorno – potrebbe NON esistere nel modo in cui
abbiamo sempre creduto.
Era possibile, si domandò, che ciò che i mistici avevano sempre detto per secoli fosse vero, la
realtà era maya, un‘illusione, e ciò che esisteva ―là fuori‖ era in effetti una vasta risonante
―sinfonia” di forme d‘onda, un dominio della frequenza che veniva trasformato nel mondo che
conosciamo solo ―dopo‖ essere entrato nei nostri sensi ?
Questo è il problema che drammaticamente ossessionava Einstein, a seguito delle mirabolanti
conseguenze della Meccanica Quantistica , che lui rifiutava testardamente e che gli faceva dire al
suo amico Abraham Pais : ― Ma veramente credi che la Luna esiste soltanto quando tu la
guardi ? “ .
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Comunque Pribram rendendosi conto che la soluzione che cercava giaceva sicuramente al di fuori
del perimetro delle sue competenze, si rivolse per consiglio a suo figlio, che era un fisico; questi
gli raccomandò di esaminare a fondo il lavoro di David Bohm ; quando Pribram lo fece, ne fu
elettrizzato; egli non solo trovò la risposta al suo interrogativo, ma scoprì che anche per Bohm
l‘intero Universo era un Ologramma !!!
(*) A mio avviso questo è uno dei problemi più drammaticamente gravi che nella Filosofia della
Scienza si trascura di mettere in evidenza : molto spesso è accaduto che scienziati della stessa
disciplina NON sono al corrente e non si aggiornano di quello che stanno facendo altri sullo
stesso tema oggetto delle loro ricerche; inoltre la frammentazione e i compartimenti stagni fra
varie discipline fa IGNORARE letteralmente, a studiosi professionalmente evoluti, conoscenze
specifiche e generali su quell‘argomento che avrebbero ampliato immediatamente il campo visivo
e avrebbero accelerato il corso e il cammino della scienza(questo episodio di Pribram e Bohm è
illuminante). Considerate insieme , le teorie di Bohm e Pribram forniscono un nuovo, profondo
modo di osservare il mondo : << I nostri cervelli costruiscono matematicamente la realtà
oggettiva, interpretando frequenze che sono in definitiva proiezioni provenienti da un'altra
dimensione, un ordine di esistenza più profondo al di là dello spazio e del tempo ( il Campo del
Punto Zero ) : il cervello è un ologramma celato in un universo olografico >>
Per Pribam, questa sintesi lo ha reso consapevole che il mondo oggettivo non esiste nel modo in
cui siamo abituati a credere.
Ciò che esiste ―là fuori‖ è un vasto Oceano di Energia, che si manifesta con onde a frequenza
diversa e la realtà ci appare concreta soltanto perché i nostri cervelli sono capaci di trasformare
questa forma olografica indistinta negli elementi più basilari e negli oggetti familiari che formano
il nostro mondo.
Come riesce il cervello (che è di per sé stesso composto di onde di materia, di De Broglie) a
prendere qualcosa di inconsistente quanto una nebbia indistinta di frequenze e farla apparire
solida al tocco ?
La levigatezza di una porcellana raffinata e la sensazione della sabbia sotto i piedi sono
semplicemente versioni elaborate della ―sindrome dell‘arto fantasma‖ ; secondo Pribram questo
non significa che non esistano tazze di porcellana e granelli di sabbia sulla spiaggia, vuole
semplicemente dire che una tazza di porcellana ha due aspetti molto differenti della propria realtà
: quando viene filtrata attraverso la lente del nostro cervello si manifesta sotto forma di tazza; ma
se potessimo eliminare le nostre lenti, ne avremmo esperienza come di uno ―schema di
interferenza‖ ; quale è reale e quale una illusione dei sensi ? Per Pribram sono reali entrambi,
oppure nessuno dei due !!!.
Questo stato di cose non si limita a tazze di porcellana; anche noi abbiamo due aspetti ben
differenti della nostra realtà; possiamo vederci come corpi materiali che si muovono attraverso lo
spazio; o possiamo vederci come un immagine indistinta di schemi di interferenza celati
attraverso l‘intero Ologramma Cosmico.
Bohm crede che questo secondo punto di vista possa addirittura essere quello più adeguato,
poiché pensare a noi stessi come a una Mente/Cervello Olografico che osserva un universo
olografico è nuovamente un‘astrazione, un tentativo di separare due cose che sono
fondamentalmente ―inseparabili‖ , io credo perché ―complementari‖ , cioè due aspetti opposti
che si completano per dare comprensione della stessa cosa.
Questo Ologramma ha tutti i connotati di un Ologramma ‗‘Quantistico‘‘: la storia degli eventi
relativa a tutta la materia nella scala macroscopica viene continuamente ‗‘emessa‘‘ in maniera
NON LOCALE e poi ricevuta da un altra materia attraverso un sottile processo di ―scambio di
informazione quantistica‖ che è del tutto analogo al fenomeno dell‘ ENTANGLEMENT nelle
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particelle materiali microscopiche e nei fotoni, che in questo caso coinvolge la materia su tutte le
scale ( come vedremo nei punti successivi ).
Abbiamo visto che il cervello, con gli impulsi nervosi da esso prodotti, sarebbe solo un ‗tramite‘
per ottenere informazione proveniente da altrove, in particolare da una zona che si trova al di là
del tempo e dello spazio ( il Campo del Punto Zero di Bohm nel suo Universo Olografico ),
capace di ricevere e trasmettere informazioni ( non convenzionali) in maniera NON LOCALE ;
il cervello assolve unicamente il ruolo del ‗‘trasduttore‘‘ in un sistema di ‗‘ acquisizione dati‘‘
: ogni singolo pezzo di informazione , inoltre, appare come ‗istantaneamente‘ CORRELATO
con ogni altro pezzo di informazione; Pribram propose che le immagini percettive che noi
riceviamo sono rappresentate da un ‗‘ologramma neurale‘‘ , creato da un meccanismo NON
LOCALE di ‗‘Risonanza‘‘ ( perché capì che si trattava di un trasferimento di energia tra forme
simili che vibrano alla stessa frequenza) a tutti gli effetti coincidente con il fenomeno dell‘
ENTANGLEMENT per le particelle materiali e i fotoni. La concretezza che percepiamo del
mondo materiale è solo una realtà secondaria, mentre la realtà primaria - quella da cui proviene
l‘informazione NON LOCALE e in forma Olografica - è di fatto una rappresentazione confusa
di frequenze e di onde che si intrecciano in figure di interferenza ( ben analizzate con Fourier) ; il
cervello ‗‘seleziona‘‘ solo alcune di questa valanga di frequenze che riceve e poi le trasforma
matematicamente in percezioni sensorie.
L‟ OLOGRAMMA CEREBRALE CONTIENE IN SE‟ A TUTTI GLI EFFETTI UNA
FORMA GLOBALE DI ENTANGLEMENT.
Possiamo dire infatti che le caratteristiche quantistiche di COERENZA, Entanglement, e
Sovrapposizione (vedi Penrose) non sono solo una prerogativa delle particelle materiali, ma
anche di sistemi macroscopici come il cervello nella sua interezza.
VEDREMO IN DETTAGLIO CHE LA STRUTTURA INTIMA DEL NOSTRO CORPO,
DELLA NOSTRA MENTE E DELLA PSICHE CONSCIA E INCONSCIA, FUNZIONA
DAVVERO IN UN CONTESTO ‗‘OLOGRAFICO‘‘ GRAZIE A SOFISTICATISSIMI
MECCANISMI DI ENTANGLEMENT.
Non dobbiamo turbarci se sembra difficile da afferrare o accettare e comprendere l‘idea; la
difficoltà indica anche quanto radicale sia la correzione che Bohm e Pribram stanno cercando di
apportare nel nostro modo di pensare.
In definitiva se osserviamo l‘Universo come un sistema olografico si giunge ad una visione
differente, una diversa realtà, una ―descrizione differente‖ , tanto differente e straordinaria che
può chiarire cose che finora sono rimaste scientificamente inesplicabili : fenomeni paranormali,
sincronicità, miracoli, guarigioni miracolose e tutti quegli eventi magici, misteriosi, occulti, che
sono stati relegati ed estromessi dalla spiegazione scientifica con troppa arroganza …. ed
ignoranza (con un disprezzo immeritato)
Dalle parole di David Bohm : << Il mondo che ho visto finora NON è la Realtà , ma è quello
che la mia Mente mi ha fatto vedere. La Mente è condizionata da quello che ha appreso e
seleziona tra tutti i segnali esterni che riceve ( sotto forma di schemi di interferenza) quelli che
meglio si ‗‘adattano‘‘ alla SUA concezione del mondo ( convinzioni, credenze, valori, cultura
…) >>
In effetti la Mente ….mènte !!!!!!!!!!
<< Nel 1995 il filosofo della coscienza David Chalmers ha posto due domande :
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

Come opera il cervello „materiale‟ e come colleghi tra loro l‟enorme quantità di dati
sensoriali per formare la nostra „‟percezione‟‟ coerente del mondo ?
Come può il cervello „materiale‟ generare la „‟mente immateriale‟‟ e quindi la realtà
della nostra esperienza ?
Sta emergendo una particolare visione del mondo per cui queste due domande, in special modo la
seconda, sembra che debbano essere ‗‘radicalmente‘‘ riformulate.
Tuttavia la grande maggioranza degli scienziati è focalizzata sul proprio campo di competenza;
sebbene questo li metta in grado di indagare sempre più a fondo le sue specifiche caratteristiche,
come conseguenza ‗allo stesso tempo‘ restringe e limita la loro ‗‘comprensione‘‘ del mondo
nella sua ampiezza e totalità. Così, per esempio, la maggior parte dei biologi non soltanto ignora
le ultime scoperte nel campo della fisica e della scienza dei sistemi complessi, ma la loro
comprensione e il loro approccio è obsoleto e inadeguato per cui restano ‗‘intrappolati‘‘ nella
loro visione del mondo ‗‘cartesiana/newtoniana‘‘. Eppure costoro spesso parlano con un livello
d‘autorità che è ‗ingiustificabile‘ alla luce delle loro carenze; la situazione dei medici è di gran
lunga la peggiore : spacciano conoscenze di fisica quantistica senza un minimo di informazione
corretta, ZERO ASSOLUTO !!!
In realtà sono ben pochi gli scienziati che possiedono la vastità di interessi e la consapevolezza
necessarie per comprendere e sviluppare la nuova visione del mondo emergente, integrale e
globale, capace di rispondere alle due domande : invece di percepire la ‗‘materialità‘‘ come
SEPARATA dalla ‗‘immaterialità‘‘ e la mente dalla materia, essa riconosce che tutto ciò che
chiamiamo Realtà è un arazzo integrato di processi di co-evoluzione e co-creazione >>
Erwin Laszlo : COSMOS, Milano Settembre 2009
E‘ incredibile come io ho usato, con termini magari più aspri, gli stessi concetti negli ultimi miei
tre libri, restando spesso sbalordito dall‘ignoranza e dalla ‗provincialità‘ dei nostri medici (basta
leggere la bibliografia di Bottaccioli e confrontarla con con i fisici Capra o Teodorani). Ho
sempre affermato l‘ UNITA‘ DI TUTTE LE COSE : Spazio, tempo, materia, Energia, Mente,
Psiche, Coscienza, Anima e VITA !
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4 - BARBARA BRENNAN
ENERGETICO UNIVERSALE
E
IL
CAMPO
Barbara Brennan nasce nel Wisconsin il 19 Febbraio 1919, si laurea in Fisica nel 1962 ed ottiene
il Master in Fisica atmosferica nonché il Ph.D in Filisofia. Si è dedicata ai campi energetici
umani, nell‘82 apre una Scuola di Guarigione in New York.
La nostra visione di noi stessi e della realtà è sempre un riflesso dei modelli concettuali adoperati
dagli scienziati per descrivere il mondo fisico.
Il modo in cui impariamo a pensare e molte delle definizioni che applichiamo alla nostra realtà si
basano sui ―modelli‖ usati dagli scienziati per descrivere la natura.
Però avanzano sempre ―nuove‖ teorie con definizioni ―nuove‖ e inedite su fenomeni
precedentemente sconosciuti e allora siamo costretti ad ampliare la nostra ottica, dobbiamo
incorporare le nuove idee nella nostra esistenza quotidiana e cominciare a ―vedere‖ la dinamica
della vita in modo diverso.
Si può facilmente dimostrare come l‘attuale visione scientifica della Fisica Moderna confermi
l‘ipotesi che l‘uomo è composto da ―Campi Energetici‖ e come , anzi, si sia spinto al di là
inoltrandosi in una realtà che stiamo appena iniziando a percepire e inaugurando una Visione
OLISTICA dell‘Universo.
Secondo questa visione, nell‘Universo TUTTE LE COSE sono ―interconnesse‖ (Entangled)
ed offrono una esperienza Globale della Realtà : << Tutto è in tutte le cose e in ogni cosa c‟è
TUTTO >>.
Barbara Brennan si rifà molto a Fritjof Capra , con cui condivide la struttura mentale del fisico
moderno, e le analogie fra fisica e misticismo Orientale , nonché l‘intera Visione della vita e
dell‘Universo, essenzialmente l‘approccio Olistico e Sistemico e la necessità di assumere nuove
categorie mentali adeguate alle nuove frontiere della conoscenza.
I loro libri ―Il Tao della Fisica‖ e ―Mani di Luce‖ sono dei manuali del nuovo sapere in cui
Scienza e Misticismo si coniugano insieme con rigore e spiritualità per fare evolvere l‘essere
umano in tutte le sue molteplici dimensioni.
Mano a mano che sviluppiamo una nuova sensibilità, cominciamo a vedere il mondo in un modo
del tutto diverso. sappiamo le cose ma non sempre ci è noto ―Come‖ le sappiamo; altre volte ci
sentiamo circondati dall‘amore e accarezzati da un sentimento benevolo, immersi in un mare di
dolcezza e di luce ! Tutte queste sensazioni hanno una loro realtà a livello del CAMPO
ENERGETICO che descriveremo.
Il nostro vecchio mondo di oggetti solidi e concreti è circondato e permeato da un mondo fluido
di ―Energia Radiante‖ in movimento e in continua mutazione,come il mare.
L‘ AURA ( il Campo Energetico UMANO ) è formata dalle componenti, osservabili e misurabili,
del CAMPO ENERGETICO UNIVERSALE che circonda e permea il corpo umano.
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La Scienza moderna ci dice che l‘organismo umano non è soltanto una struttura fisica composta
di molecole ma è fatta essenzialmente anche di ―CAMPI ENERGETICI‖ CHE GLI
SCIENZIATI STANNO IMPARANDO A MISURARE e misurano i cambiamenti che sfuggono
ai sensi normali; stanno perfezionando strumenti in grado di captare le energie connesse al nostro
corpo fisico e di misurare le ―FREQUENZE‖ ASSOCIATE alla irradiazione di questo Campo
Energetico. Oggi è possibile misurare i Campi Elettromagnetici che circondano il corpo con uno
strumento sensibilissimo chiamato SQUID (Superconducting Quantum Interface Device).
Ci troviamo immersi in un mondo di CAMPI ENERGETICI vitali, campi del pensiero e forme
bioplasmiche che , emanate dai corpi fisici, si muovono nell‘aria.
La materia, lo spirito, le emozioni non sono altro che gradi diversi di cristallizzazione di questa
Energia. Guarire non è altro che ristabilire il proprio equilibrio energetico, la propria ARMONIA
CON IL COSMO intero.
L‘atto terapeutico essenziale lo compie il malato stesso, scegliendo la ―Salute‖, anziché la
malattia, l‘Armonia anziché lo squilibrio, l‘Unione con l‘Universo anziché l‘isolamento,
l‘AMORE anziché l‘odio e la paura; ma soprattutto scegliendo la via della conoscenza di sé e
della propria ―potenza creativa‖; vivere significa attuare e realizzare TUTTE LE PROPRIE
POTENZIALITA‘ DENTRO DI NOI
OCCORRE SPALANCARE UNA PORTA SULLE INFINITE POSSIBILITA‘ DELL‘UOMO
―INTERO‖ (NELLA SUA TOTALITA‘ FISICA , MENTALE, EMOZIONALE SPIRITUALE,
AMBIENTALE, SOCIALE) IN CUI TUTTE QUESTE
―PARTI‖ SONO UNITE E SI
POTENZIANO A VICENDA, IN UNA VISIONE DEL MONDO E DELLA VITA SEMPRE
POSITIVA,ED IN UNA PROSPETIVA CHE CONCILIA L‘ASPETTO SPIRITUALE E
QUELLO SCIENTIFICO.
IL CAMPO ENERGETICO UMANO
Il Campo Energetico Umano è la manifestazione dell‘ENERGIA Universale intimamente
connessa con la vita dell‘uomo; esso viene anche chiamato ―AURA‖.
In base alle osservazioni compiute l‘Aura è divisa in diversi ―STRATI‖ che ci circondano e si
compenetrano l‘uno nell‘altro; questi strati vengono chiamati ―CORPI SOTTILI‖ e le loro
―Vibrazioni‖ rivelano frequenze progressivamente più alte.
Questi strati che costituiscono il Campo Aurico differiscono per collocazione, colore, grado di
luminosità, forma, densità, fluidità, funzione.
Ogni strato, procedendo dagli inferiori ai superiori, PERMEA completamente tutti quelli
inferiori, compreso il corpo fisico.
Per poter percepire ogni successivo livello (Strato) l‘osservatore deve progressivamente
ELEVARE LA COSCIENZA ad una frequenza di vibrazione di valore più elevato, per poter
Risuonare e poter accedere a quel livello;non diversamente di come per accedere ad una stazione
Radio che trasmette a frequenza maggiore occorre ―sintonizzarsi‖ a questa frequenza di valore
più alto,modificando i parametri elettronici dei circuiti relativi all‘interno della Radio stessa.
Ogni strato appare diverso, ha una sua funzione specifica ed è associato ad un CHAKRA
corrispondente ( luoghi specifici attraverso i quali affluisce l‘energia nei singoli strati).
1° -- Il 1° strato ed il 1° Chakra sono associati alle funzioni ed alle sensazioni ―fisiche‖
(dolore, piacere, …) ; inoltre il 1° strato è connesso con il funzionamento istintivo ed autonomo
del CORPO.
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2° -- Il 2° strato e il 2° Chakra sono in genere associati alla vita EMOTIVA dell‘individuo :
sono i veicoli attraverso i quali avvengono le nostre esperienze emotive e prendono vita i nostri
SENTIMENTI.
3° -- Il 3° strato e il 3° Chakra sono connessi con l‘attività MENTALE , sia il pensiero
―lineare‖, ―intellettivo‖ e ―razionale‖, sia il pensiero irrazionale, intuitivo e non-lineare.
4° -- Il 4° strato ed il 4° Chakra sono associati al CUORE ; questo livello è il veicolo
attraverso il quale AMIAMO , non soltanto il nostro partner ma l‘umanità in generale; il 4°
Chakra metabolizza l‘Energia dell‘AMORE.
5° -- Il 5° livello è connesso con una VOLONTA‘ SUPERIORE che è più prossima alla
volontà divina; il 5° Chakra è associato al potere della PAROLA , alla capacità di portare in
essere le cose dicendole, di ascoltare, di assumere le responsabilità delle proprie ―Azioni‖.
6° -- Il 6° livello e il 6° Chakra sono connessi con l‘ AMORE CELESTIALE; si tratta di
un amore che va al di là di quello umano e che comprende la VITA nel suo complesso : una
forma di affetto, sostegno, protezione, e alimentazione di ogni espressione vitale.Questo tipo di
amore vede in ogni forma di vita una manifestazione di DIO.
7° -- Il 7° livello e il 7° Chakra appartengono alla MENTE SUPERIORE , cioè ad una
forma superiore di CONOSCENZA e di integrazione della nostra composizione fisica e
SPIRITUALE ( HSP = high sensorial perception)
Esistono quindi LUOGHI specifici all‘interno del nostro sistema energetico per le ―Sensazioni‖
, le EMOZIONI , i Pensieri, i Ricordi ed altre esperienze non fisiche.
Possiamo ancora fare un quadro sintetico della suddivisione e delle caratteristiche precipue di
ciascun corpo all‘interno dei tre piani di realtà :
1 -- PIANO FISICO
-- Corpo Eterico
-- Corpo Emotivo
-- Corpo Mentale
2 -- PIANO ASTRALE
-- Corpo Astrale
3 -- PIANO SPIRITUALE
-- Corpo Eterico Matrice
-- Corpo Celestiale
-- Corpo Keterico
In dettaglio i sette corpi sottili danno luogo alle seguenti sensazioni e sono associati a
discipline specifiche :
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1
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CORPO
ETERICO
--- Sensazioni ―fisiche‖ --- Funzionamento del Corpo--- Senso di benessere --- Piacere
Fisico--- Connessione con la Terra e le esperienze materiali--- Esercizi fisici --- Sport -- Aria -- Sole -- Mare--- Animali -- Piante -- Montagne -- Laghi -- Fiumi--Alimentazione sana -- Macrobiotica – Sessualità fisica
2 --- CORPO EMOTIVO
--- Sensazioni ―emotive‖ --- sentimenti ed emozioni--- Amore per sé stessi --- Sessualità
e Piacere emozionale--- Creatività inferiori --- Musica leggera--- Intuizioni --- Senso di
benessere interiore--- Passioni terrene --- Arti figurative--- Geografia -- Ideologie
3 --- CORPO MENTALE
--- Pensiero ―Razionale‖ intellettivo--- Modalità analitica e Scientifica. Storia--- Andare
oltre sé stessi e il piano fisico ed emotiv--- Fisica -- Astronomia -- Biologia -- Psicologia
Analitica--- Olografia -- Neuroscienze -- Matematica
4 --- CORPO ASTRALE
--- Collegamento al Chakra del ―Cuore ―--- Rapporti fondati sull‘amore--- Amore verso
gli altri (Esterno) --- Apertura alla vita --- Equilibrio Corpo/Mente --- Trasmutazione di
energia --- Religione Cristiana--- Buddismo -- Taoismo--- Gibran--- Bach--- Chopin
5
--- CORPO ETERICO “MATRICE”
--- Volontà superiore -- Allineamento ―Volontà Divina‖ in noi --- Religione -- Filosofia - Misticismo -- Psicologia Umanistica--- Connessione dentro e fuori di noi -- Creatività
Superiore--- Chiarezza mentale -- Realizzazione di idee -- Ecologia profonda--- Risonanza
Empatica -- Musica -- Parole -- Canto Spirituale--Guarigioni Straordinarie -Psiconeuroimmunologia—Ipnosi Regressiva
6
----
CORPO CELESTIALE
--- Amore celestiale : ogni forma di vita è una manifestazione di DIO --- Estasi Spirituale -Coscienza di sé -- Intuizioni e Visualizzazioni Mistiche --- Capacità di entrare nelle cose :
percezioni
di
immagini --Esaltazione della ―Bellezza‖ -- Parapsicologia -Visualizzazione -- Bohm : Misticismo nella Scienza--Percezioni non ordinarie
Extrasensoriali (ESP)
7 --- CORPO KETERICO o SPIRITUALE
--- Forma superiore di conoscenza -- Mente Superiore –--- Piano Spirituale Divino -esterno-- --- verso DIO --- Conoscere la vera origine e i perché di tutto ciò che esiste --Verso le cause ultime -- Teleologia--- Percezione di concetti globali che trascendono la vita
ordinaria--- Connessione con il Cielo -- Spirito e Anima--- Reincarnazione -- Viaggi
Astrali -- Immortalità -- Pre-Morte--- Comunicazioni con l‘Aldilà -- Viaggi fuori dal corpo
-- Precognizione--- Percezioni sensoriali elevate (HSP)
--- Amore Tantrico
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IL CAMPO ENERGETICO E L‟UNIVERSO OLOGRAFICO
Come fisico , la Brennan è vivamente interessata a descrivere il Campo Energetico Umano in
termini scientifici e ritiene che l‘asserzione di Pribram secondo cui esiste un dominio delle
frequenze al di là del campo delle nostra normale percezione sia il migliore modello che
possediamo finora per comprendere questo fenomeno.
Dal punto di vista dell‘universo Olografico questi eventi ( l‘aura e le forze guaritrici) emergono
da frequenze che trascendono il tempo e lo spazio, e non hanno bisogno di essere trasmesse; ella
dice che sono potenzialmente ―simultanee‖ in ogni luogo ( NATURALMENTE AVEVA
CAPITO O INTUITO CHE CI SI ACCEDE PER ‗‘ENTANGLEMENT‘‘ )
Il fatto che il campo energetico umano esiste dovunque ed è ―Nonlocale‖ finchè non viene
estrapolato dal dominio delle frequenze per mezzo della percezione umana è messo in evidenza
dalla capacità della Brennan di leggere l‘aura di una persona anche quando questa è distante
migliaia di chilometri; è come se lei riuscisse ad accedere ad un campo che si propaga
istantaneamente (quindi è presente ovunque) ―sintonizzandosi‖ su frequenze specifiche , fra
molte, che corrispondono a quel campo energetico umano di una persona in particolare di cui
vuol leggere l‘aura ( quindi entra in RISONANZA EMPATICA ovvero ENTANGLEMENT )
5.
SHELDRAKE E I CAMPI MORFOGENETICI
Rupert Sheldrake nasce a Newark il 28 Giugno del 1942, si laurea in Biologia a Cambridge ed
in Filosofia a Harvard, poi consegue il dottorato di ricerca in biochimica nel 1967.
Sheldrake
CAMPI ORDINATORI INVISIBILI
Rupert Sheldrake suggerisce che tutti i sistemi siano regolati non soltanto da ―Energie‖
note e da fattori materiali, ma anche da CAMPI ORDINATORI INVISIBILI ; questi Campi
hanno un potere ―causale‖ in quanto servono da ―Matrice‖ per la forma ed il comportamento.
Si tratta di campi che non hanno Energia nel senso ordinario del termine, in quanto i loro effetti
superano le barriere spazio/temporali solitamente attribuite; gli effetti dei Campi ordinatori
invisibili sono egualmente potenti a distanza e vicino.
114
115
Ogni volta che un individuo di una specie apprende un nuovo comportamento ―IL CAMPO
CAUSATIVO‖ di quella specie muta, anche se lievemente; se il comportamento si ripete
abbastanza a lungo, la sua ―RISONANZA MORFICA‖ INFLUISCE SULL‘INTERA SPECIE !
Sheldrake ha denominato questa matrice invisibile CAMPO MORFICO , un Campo ―generatore
di forma‖ ; l‘azione di tale Campo può essere un ―Azione a distanza‖ in termini sia spaziali che
temporali. La forma anziché essere determinata da leggi fisiche al di fuori del tempo, dipende
dalla RISONANZA MORFICA attraverso il tempo; ciò significa che i Campi Morfici possono
propagarsi attraverso lo spazio e il tempo, e che gli avvenimenti passati potrebbero influire su
altri avvenimenti in qualsiasi luogo.
Esempio : un comportamento appreso da un gruppo di scimmie su una certa isola veniva
IMPROVVISAMENTE ASSUNTO da altre scimmie su altre isole ( dopo che la centesima
scimmia aveva appreso il nuovo comportamento), in assenza di ogni ―Normale‖ e conosciuto
mezzo di comunicazione, ma essenzialmente per trasmissione ISTANTANEA di un Campo
Morfico.( Comunicazione istantanea ‗non verbale‘ fra individui della stessa specie)
E‘ naturale il parallelismo con la spiegazione dell‘esperimento EPR da parte di David Bohm, il
quale indicava la possibilità di CONNESSIONI ―NON LOCALI‖
,non logiche, sottili fra particelle distanti che si COMUNICAVANO il loro Stato per
ENTANGLEMENT. Il sistema potrebbe avere un interezza tale per cui il CAMPO
FORMATIVO non dovrebbe essere attribuito soltanto ad una delle due particelle : esso potrebbe
essere attribuito unicamente all‘ INTERO Sistema; così ciò che avviene a particelle distanti può
influire sul CAMPO FORMATIVO di altre particelle.
Rupert Sheldrake aggiunge : << Così il processo CREATIVO che dà luogo ad un nuovo
pensiero attraverso il quale vengono generati ―Nuovi Interi‖, è simile alla ―realtà creativa‖ che
dà luogo a nuovi interi nel processo evolutivo.I processo ―Creativo‖ può essere visto come il
progressivo sviluppo di ―Interi‖ sempre più complessi e di più alto livello attraverso cose che
erano precedentemente separate e che invece si CONNETTONO fra loro >>.
Si ipotizza che l‘esistenza delle Connessioni NON LOCALI , istantanee, sia possibile in quanto
esiste un ―piano superiore di realtà” ; Sheldrake afferma che su un piano di realtà <<al di
sopra>> del nostro le cose sono ―Maggiormente Connesse‖ e gli avvenimenti sono
―Maggiormente Correlati‖; inoltre, le COSE appartenenti a quel piano sono CONNESSE su un
piano ancora Superiore ( sono esattamente le stesse ipotesi di BOHM sull‟ Ordine Implicato )
Perciò se noi potessimo raggiungere un Piano SUPERIORE DI REALTA‘ , potremmo forse
comprendere come funzionano le ―Connessioni Istantanee‖ e potremmo esperire l‘Universo
come un INTERO inseparabile in una RETE dinamica di interazioni e INTERCONNESSIONI (
Entanglement ), da cui sorge L‘Ordine Esplicato Manifesto di Bohm ; ed essendo noi parti
inseparabili di quell‘Intero, possiamo accedere a quel CAMPO ENERGETICO a cui è
associato l‘OCEANO DI ENERGIA, in modo da poter attingere ai poteri CREATIVI
dell‘Universo. Allora bisogna muoversi in direzione di questo
POTERE CREATIVO
UNIVERSALE del quale noi facciamo l‘esperienza in forma di AMORE, divenendo UNA
SOLA COSA fra il nostro Io, l‘Universale, e DIO.
Uno dei passi che conducono a questa INTEREZZA , consiste nell‘abbandonare le nostre
limitate definizioni dell‘IO , che si basano sul nostro passato Newtoniano,riduttivo e
frammentato.
I CAMPI MORFICI
Tutto cominciò a Cambridge , quando Sheldrake era impegnato nella ricerca sulla crescita delle
piante , e si cominciò a porre delle domande : come fa una pianta a svilupparsi fino ad assumere
la ―forma‖ caratteristica della propria specie? Come fa una foglia di Salice, di Rosa, di Palma a
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prendere ―proprio‖ quella forma e non altre? Come fanno i fiori a svilupparsi in modi tanto
diversi ? Sono tutte domande che riguardano quella che i Biologi chiamano ―Morfogenesi‖,
l‘origine della FORMA, UNO DEI PROBLEMI INSOLUTI DELLA BIOLOGIA.
La risposta immediata è che tutto è programmato ―Geneticamente‖ , ma accade che a partire da
un programma genetico identico si sviluppano in forme diverse,non si sa come.Per spiegare
questo, la FORMA, è necessario ipotizzare che esista qualcosa d‘altro,oltre alle proteine ed ai
geni. Molti scienziati hanno ipotizzato che un organismo in via di sviluppo venga modellato da
un CAMPO, che è una sorta di progetto architettonico invisibile che presiede alla FORMA
dell‘organismo in fase di crescita.Dopo molti anni di riflessioni e studi Sheldrake sviluppa e
propone il concetto assolutamente nuovo di CAMPO MORFOGENETICO,una teoria con 3
punti chiave :
1 -- I Campi morfogenetici sono un nuovo tipo di campo sconosciuto nella fisica.
2 -- Si evolvono, ed hanno una Memoria, grazie ad un processo chiamato RISONANZA
MORFICA.
3 -- Fanno parte di una famiglia più vasta di campi, detti CAMPI MORFICI.
Questi sono i principi base dell‘ipotesi della ―Causalità Formativa‖ che ora descriviamo.
L‟ ipotesi della Causalità Formativa e i Campi Morfici
Si fa l‘ipotesi che gli organismi ―autoadattanti‖,a tutti i livelli di complessità, sono un Tutto
dipendente da uno specifico Campo organizzatore di quel sistema che è il suo CAMPO
MORFICO. In zoologia e botanica i campi che presiedono allo sviluppo e al mantenimento della
forma si chiamano CAMPI MORFOGENETICI; quelli che si occupano della percezione , del
comportamento e della mente sono CAMPI PERCETTIVI , ed altri ancora, ma tutti sono Campi
Morfici. I campi Morfici sono regioni d‘influenza all‘interno dello spazio/tempo, localizzati
dentro e intorno ai sistemi che organizzano; essi impongono un ordine all‘indeterminismo
intrinseco dei sistemi che presiedono;comprendono in sé e connettono le varie parti del sistema
che sono preposti ad organizzare; il Campo Morfico conduce i sistemi ad esso sottoposti verso
mete o obbiettivi ―specifici‖.
Il matematico Renè Thom ha creato i modelli matematici dei Campi Morfogenetici : in essi gli
obbiettivi in direzione dei quali un sistema si sviluppa vengono chiamati ATTRATTORI , che
rappresentano i limiti verso i quali un Sistema dinamico viene attratto; sono, in linguaggio
scientifico, gli scopi, le mete, le INTENZIONI.
E‘ stata suggerita l‘eventualità che il Campo Morfico stesso si ―evolva‖ : esso non è fissato
in eterno da un‘equazione matematica o da una sorta di paradiso platonico, che si possa soltanto
leggere e non modificare; la sua struttura dipende da ciò che è accaduto in precedenza, contiene
una sorta di ―Memoria‖; attraverso la ripetizione i modelli che organizza diventano sempre più
probabili, sempre più abituali.Ma il primo Campo,originario, è un SALTO CREATIVO , forse
è l‘espressione di una Creatività intrinseca alla Mente ed alla Natura, che si rafforza ed evolve
con la ripetizione,infatti quanto più un modello si ripete tanto più si ripropone (come una sorta di
memoria ―Cumulativa‖) e diviene probabile, ed evolvendosi nel tempo diviene una legge di
natura. Secondo l‘ipotesi della ―causalità formativa‖ , i Campi Morfici si estendono oltre il
cervello, fin nell‘ambiente circostante, legandoci agli oggetti che cadono sotto la nostra
percezione e rendendoci capaci di agire su di essi attraverso le INTENZIONI e l‘attenzione;
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questo è un aspetto che si presta bene alla sperimentazione : l‘esistenza del Campo
implicherebbe che possiamo INFLUENZARE un oggetto semplicemente ―guardandolo‖, e
comunicandogli le nostre intenzioni o i nostri ―desideri‖.
I problemi insoluti dell‘orientamento animale, della migrazione e delle capacità di ritrovare
la via di casa, potrebbero anch‘essi essere spiegati con la presenza di Campi Morfici , che come
campi ordinatori invisibili connettono gli animali alle loro destinazioni. Sono state fatte
esperienze e prove di laboratorio che dimostrano che il fenomeno è reale, e non è riconducibile al
caso, alle percezioni dei cinque sensi ordinari o a campi attualmente già noti in fisica.
Il problema si estende al caso generale della ―comunicazione non verbale” che si trasmette
ISTANTANEAMENTE tra animali della stessa specie , tra animali diversi, tra animali e l‘essere
umano (legati da affetti particolarmente intensi dal punto di vista emozionale) ed ovviamente tra
esseri umani particolarmente ―legati‖ da relazioni affettive emozionali; ecco perché si presta in
modo particolarmente interessante lo studio dei fenomeni paranormali (ESP) fra coppie di
gemelli, non solo perché hanno lo stesso corredo cromosomico, ma soprattutto per il profondo e
intenso legame affettivo,che li predispone maggiormente al fenomeno della trasmissione non
verbale istantanea di emozioni o intenzioni o semplici desideri(**), diremo semplicemente che
―SONO IN SINTONIA‖ , che sono IN RISONANZA , che sono IN ACCORDO ( e tutto questo
è possibile perché hanno un
LEGAME descritto mirabilmente dal fenomeno dell‘
ENTANGLEMENT) , allo stesso modo in cui lo sono due innamorati che non a caso vengono
apostrofati come ANIME GEMELLE; vedremo in capitoli successivi interessantissimi sviluppi
di questo argomento.
(*) E‘ incredibile come Sheldrake abbia potuto ipotizzare „‟meccanismi‟‟ del tutto analoghi a
quelli previsti da Bohm nella Meccanica Quantistica, senza conoscerlo e senza conoscerla (era
Etologo)
(**) IPERCOMUNICAZIONI :
informazioni interpretabili che abbandonano la
Mente/Cervello, ISTANTANEE , e NON LOCALI , capaci di interagire con macchine, robot,
altri esseri viventi vegetali, animali, umani; fu una delle prime ipotesi, quando l‘
ENTANGLEMENT era sconosciuto o non era compreso bene.
LA RISONANZA MORFICA
Il veicolo attraverso il quale le informazioni o i modelli di attività vengono ―trasmessi‖ da un
sistema precedente ad uno successivo dello stesso tipo viene definito RISONANZA MORFICA
( che rappresenta uno dei meccanismi in cui si manifesta l‘ ENTANGLEMENT) : essa contiene
in sé la possibilità che un entità influisca su di un‘altra simile, che modelli di attività influiscano
su altri modelli di attività successivi e analoghi; e questi influssi passano attraverso, e dentro, lo
spazio/tempo; provengono dal passato non dal futuro, e quanto maggiore è la somiglianza tanto
più potente è la Risonanza Morfica.
La RISONANZA MORFICA è il fondamento di tutta la memoria intrinseca ai Campi, a tutti i
livelli di complessità; qualsiasi sistema morfico dato si SINTONIZZA sui sistemi precedenti e
simili, attraverso questo meccanismo ciascun individuo va ad attingere, e a sua volta a
contribuire, ad un PATRIMONIO DI MEMORIA COLLETTIVA della sua specie; parlando
dell‘uomo, questo tipo di memoria collettiva è strettamente affine a quello che C.G. JUNG
chiama INCONSCIO COLLETTIVO.
L‘ipotesi di Sheldrake preconizza che la Risonanza Morfica si riscontri nella fisica,nella
chimica,nella biologia,nella psicologia e nelle scienze sociali, e in tutti questi casi ―implica‖
effetti di NON LOCALIZZAZIONE sia nel tempo sia nello spazio. ( non poteva conoscere l‘
Entanglement, visto che la divisione tra le varie discipline e il riduzionismo, non permettevano)
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La Risonanza Morfica fornisce una spiegazione più semplice : il bambino ―Risuona‖ con
coloro che intorno a lui parlano una lingua e con i milioni di persone che l‘hanno parlata in
passato; la Risonanza Morfica gliene facilita l‘apprendimento se il bambino riesce a
―Sintonizzarsi‖ con tutti quelli che hanno utilizzato la struttura linguistica e grammaticale che sta
per imparare. Infine Sheldrake avanza l‘ipotesi che anche i ―Ricordi‖ non siano memorizzati
nel cervello, ma piuttosto che siano memorizzati e presenti in un
CAMPO
DI
INFORMAZIONI (vedi Bohm ) al quale si può accedere mediante il cervello, in tal modo si
confermerebbe che il cervello è un
―trasduttore‖ di informazioni che decodifica e crea
(Pribram). Sheldrake ipotizza che anche la ―Coscienza umana‖ , i nostri ricordi personali e il
nostro senso dell‘Io possano sopravvivere alla morte biologica : ogni ―Struttura organizzata‖
di attività, che comprende anche sogni, esperienze mistiche, stati non ordinari della coscienza, in
generale tutte le ―STRUTTURE‖ possono spostarsi di persona in persona grazie alla Risonanza
Morfica (Entanglement)
In molte tradizioni mistiche si crede che con l‘iniziazione, le persone siano portate all‘interno di
quella tradizione o entrino “IN COMUNIONE” (Entangled) in qualche modo con le altre
persone che in precedenza hanno seguito la stessa tradizione ( CONDIVISIONE DELLE
STESSE EMOZIONI)
Un idea simile c‘è anche nella “Comunione” dei Santi, caratteristica della Cristianità : coloro
che partecipano ai Sacramenti cristiani, in particolare all‘Eucarestia, sono in contatto non solo
con le altre persone che lo stanno facendo in quel momento, o con le altre persone che
casualmente li circondano, ma sono in qualche modo in una specie di RISONANZA con tutti
quelli che hanno fatto la stessa cosa in precedenza; si sono cioè SINTONIZZATI sullo stesso
Stato mentale, o meglio ancora sono in totale ACCORDO con tutti quelli che hanno in
precedenza e attualmente avuto ―LE STESSE VIBRAZIONI‖ ( vediamo come anticipa gli
esperimenti di Nelson, Radin e Chouinard sull‘ Entanglement relativo alla ―Mente Collettiva‖).
Naturalmente questo ―contatto‖ , questa Risonanza non accadono sempre, e quando accadono
hanno manifestazioni differenti : proprio perché l‘essere umano non è una ―macchina‖, quindi il
paragone con la Radio serve per comprendere meglio il meccanismo della RISONANZA , della
SINTONIA e dell‘ ACCORDO ; ma abbiamo già detto più di una volta che l‘essere umano ha
almeno 7 piani di realtà (teoricamente infiniti) con differenti dimensioni fisiche, emozionali ,
mentali, spirituali e divine , a cui corrispondono VIBRAZIONI e quindi FREQUENZE
differenti in valore; insomma banalmente ―siamo tutti diversi‖ , ognuno di noi ha la sua
―Unicità‖ ; pertanto la capacità di
ENTRARE IN RISONANZA
è una prerogativa di
pochissimi, e dipende dalle caratteristiche individuali, dalle predisposizioni,dall‘esercitazione,
dal talento naturale, dal livello di ‗evoluzione‘ raggiunto(vedremo in seguito dalle VITE
PRECEDENTI). Per cui spesso ci sentiamo dire ―Non basta una vita‖ !!!
CONNESSIONI CON LA FISICA QUANTISTICA
La NON LOCALIZZAZIONE è il presupposto principale dell‘ ENTANGLEMENT, è uno
degli aspetti più sorprendenti e paradossali di tutta la teoria Quantistica, per il fatto incredibile
che le parti di un sistema quantistico che sono state collegate insieme in passato, mantengono una
CONNESSIONE ISTANTANEA anche se si trovano a grande distanza le une dalle altre.
Il legame di questa connessione è un CAMPO QUANTICO correlato all‘ Ordine Implicato di
Bohm ;Sheldrake ipotizza che ci sia un collegamento fra questo Campo Quantistico e i Campi
Morfici. I gruppi di un sistema sociale fanno parte di uno stesso sistema, condividono molte cose
e sono in relazione gli uni con gli altri attraverso la mente e i sensi e interagiscono in
continuazione ( sono ENTANGLED ); è possibile che, quando sono separate, le parti di quel
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sistema sociale mantengano un collegamento analogo alla
NON LOCALIZZAZIONE
riscontrata nella Fisica Quantistica ; se così fosse i Campi Morfici potrebbero venire reinterpretati
alla luce della teoria Quantistica, la cui applicazione si estenderebbe fino a coprire
l‘organizzazione biologica e sociale.
Sheldrake e Bohm hanno discusso a proposito delle possibilità di relazione tra Campi Morfici e
Campi Quantistici , e altre implicazioni con l‘Ordine Implicato; questi aspetti sono stati studiati
anche da altri fisici come l‘INDIANO Amit Goswami e dal tedesco Hans Peter Durr.
Bohm riconobbe subito con interesse gli studi di Sheldrake, in particolare il concetto di
SINTONIA nel mondo animale,che si attua tramite la RISONANZA MORFICA il meccanismo
con cui si trasmettono sincronicamente alcune proprietà comportamentali ,psicologiche o
addirittura organiche ad altri membri della specie , a tutti gli effetti equivalenti all‘
ENTANGLEMENT tra particelle materiali o fotoni.
Nel caso umano questo riguarda anche il raggiungimento di un livello di consapevolezza
spirituale, che si può propagare per Risonanza Morfica verso altri membri della comunità cui
appartengono ( Entanglement Spirituale )
Bohm è totalmente d‘accordo sulla trasmissione del pensiero che attingerebbe ad una specie di
Memoria Collettiva, propria di ciascuna specie biologica , a cui altri membri del gruppo
attingerebbero in maniera globalmente sincronica.
Questa memoria collettiva secondo gli studi di Bohm sarebbe un
CAMPO
DI
INFORMAZIONE , però non risiede nel cervello ma in una zona comparabile all‘Inconscio
Collettivo studiato da JUNG e PAULI .
Il cervello servirebbe solo come un mezzo per accedere a queste informazioni, attraverso un
meccanismo secondo il quale si comporta come un OLOGRAMMA , ovvero come un sistema in
grado di ―decodificare‖ le ‗frequenze grezze‘ più disparate provenienti da una dimensione che
sta al di là dello spazio e del tempo ed è rappresentata da una specie di ―Contenitore di
informazione e di memoria‖.
Quindi la memoria non sarebbe localizzata nel cervello, il quale sarebbe solo un mezzo che
attraverso gli impulsi nervosi che si incrociano in esso a ogni momento permetterebbe di estrarre
questa informazione e convertirla in una forma che possa esplicarsi nel dominio dello spazio e
del tempo. Il cervello si comporta come un ―TRASDUTTORE‖
di informazioni( vedi
Pribram ) che provengono dall‘esterno, ovvero da una zona in grado sia di ricevere che di
trasmettere
informazione in maniera
NON LOCALE, grazie a meccanismi di
Entanglement(svolge il compito del sistema ―Acquisizione dati‖ )
In base a questo meccanismo ciò che un gruppo biologico acquisisce (anche spiritualmente) viene
automaticamente trasferito ad una specie di ―Server‖ universale, il quale a sua volta si
occuperebbe di mettere a disposizione l‘informazione a gruppi biologici affini : si tratterebbe
ancora di comunicazione NON VERBALE di un informazione , che avviene ―Istantaneamente‖
per RISONANZA MORFICA , la quale si propaga per Campi che connettono l‘informazione
dal CAMPO DEL PUNTO ZERO al dominio dello spazio e del tempo dove gli organismi
biologici si trovano a vivere la loro dimensione ( BIO-ENTANGLEMENT in un contesto
Olografico ). Il meccanismo della Risonanza Morfica sarebbe dunque un particolare ‗‘bioEntanglement in un contesto ‗olografico‘ e ―non locale‖ di informazioni da un punto all‘altro
dello spazio tempo, e il Campo Morfico sarebbe sostanzialmente una delle manifestazioni del
Campo Quantistico di Bohm che caratterizza più specificatamente i sistemi biologici e la
componente psichica ad essi correlata.
Inoltre si può affermare che i Campi Morfici sono l‘equivalente del Campo Energetico
Universale analizzato e descritto dal fisico BRENNAN , così come il Campo Morfogenetico di
Sheldrake si può mettere in parallelo al Campo Energetico Umano della Brenna
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6 - Il Campo Akashico di Làszlò
Ervin Làszlò nasce a Budapest nel 1932, filosofo e pianista, esperto di Filosofia della
scienza, candidato due volte al Nobel per la pace.
Ervin Làszlò
La Realtà più profonda è permanente ed istantaneamente ‗‘interconnessa‘‘, per dimostrarlo si
puù ricorrere ‗anche‘ all‘antico concetto di ‗‘Akasha‘‘ , il Campo di informazioni
‗soggiacente‘ il mondo materiale, da cui ha origine tutto ciò che chiamiamo ‗Realtà‘.
Fu un antichissima percezione dell‘ Akasha, ma oggi viene ad essere attuale , come un modo per
descrivere un campo di Informazione ( il Campo del Punto Zero di Bohm) che possiamo dire sia
ormai accettato essere la proprietà più fondamentale dell‘Universo. Akasha è una parola
‗sanscrita‘ che significa ‗‘spazio onnipervasivo‘‘ ( che tutto pervade) ed è il primo e il più
fondamentale tra gli elementi ‗archetipici‘ del mondo.
Per Laszlo è il grembo da cui tutto ciò che percepiamo è emerso e al quale tutto infine ritorna;
è il Campo dinamico di tutta la Realtà e la registrazione di tutto ciò che è, è mai stato e mai sarà;
in questo senso è analogo massimamente con l‘Universo Olografico dell‘ Ordine Implicato di
Bohm ( di cui il Campo del Punto Zero è un estensione). La comprensione della natura del
Campo Akashico o Campo A e del modo in cui l‘Universo è In-formato sta iniziando a rivelare
profonde intuizioni sulla natura del mondo e sul Cosmo.
Ci permetterà di capire come l‘Universo massimizzi il flusso di informazioni e quindi ne
discende che la capacità della Coscienza di esplorare sé stessa aumenti di conseguenza, proprio
attraverso la connotazione ‗‘Olografica‘‘ e le leggi fisiche che includono l‘Armonia e la
Coerenza. E‘ interessante conoscere come è stato definito l‘ Akasha dallo yogi indiano Swami
Vivekananda : << Secondo i filosofi dell‘ India, l‘intero universo è composto da due materiali,
uno dei quali chiamato Akasha. Esso è l‘ esistenza onnipresente e che tutto penetra. Ogni cosa
che abbia forma, ogni cosa che sia il risultato di una combinazione si è evoluta da questo Akasha,
che diviene l‘aria, che diviene i liquidi, che diviene i solidi; è l‘Akasha che diviene il Sole, la
Terra, la Luna, le stelle, le comete; è l‘Akasha che diviene il corpo umano, il corpo animale, le
piante, ogni forma che vediamo, ogni cosa che può essere percepita con i sensi, ogni cosa che
esiste. Esso non può essere percepito, è così sottile che va oltre ogni percezione ordinaria, infatti
può essere visto soltanto quando diventa grossolano ed ha preso forma; all‘inizio della creazione
c‘era soltanto questo Akasha….. alla prossima creazione ci sarà di nuovo questo Akasha….. >>
E‘ straordinario quanto sinteticamente ci sia in una frase così semplice, non scientifica, non
razionale, non intellettiva, e allo stesso tempo profonda e del tutto simile alle ipotesi di Bohm
sull‘Ordine Implicato e l‘Universo Olografico; una ulteriore conferma di come le millenarie
tradizioni culturali avevano già in nuce tutto quello che nel Ventesimo Secolo la Scienza
d‘avanguardia sta riscoprendo.
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7 - HAMEROFF : Entanglement cerebrale,
- PENROSE : La schiuma quantistica
Stuart Hameroff
Roger Penrose
Stuart Hameroff nasce a Buffalo il 16 Luglio 1947. Si laurea in Chimica all‘Università di
Pittsburgh, specializzandosi poi in Medicina all‘Università di Filadelfia. Nel 1973 si forma presso
il Tucson Medical Center, Istituto d‟eccellenza per le neuroscienze. Dal 1975 è Docente nel
Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia dell‘Università dell‘Arizona dove dirige il Centro
studi sulla coscienza.
Ancora non abbiamo parlato della vita ‗‘cosciente‘‘ , come e dove avviene la formazione
della COSCIENZA ( CONSAPEVOLEZZA ).
Molte persone credono che il cervello sia e funzioni come un Computer; eppure le ricerche di
Pribram sul Cervello Olografico forniscono un quadro diverso in merito al modo in cui le nostre
―percezioni‖ sensoriali e inostri ‗‘ricordi‘‘ si manifestano.
Le ricerche più avanzate del fisico Roger Penrose e del neurologo Stuart Hameroff hanno
dimostrato che la nostra Coscienza non è il frutto di processi lineari e di meccanismi prettamente
bio-fisiologici.
Essi hanno messo su un sofisticato modello biofisico in grado di spiegare come emerge il
meccanismo di formazione della COSCIENZA individuale, cioè l‘atto della ‗‘consapevolezza‘‘.
Analogamente al caso degli studi di Peter Garaiev sul DNA, l‘architettura dinamica di tutto il
processo ha le sue radici proprio nell ‗ ENTANGLEMENT QUANTISTICO ; il luogo
principale del cervello ove si realizza uno stato di Entanglement sono i ―Microtubuli‖ .
I Microtibuli rappresentano la principale componente del sistema citoscheletrico delle cellule;
sono il sistema nervoso e circolatorio delle cellule stesse : essi muovono qualunque cosa nella
cellula, ne organizzano la forma e la funzione e COMUNICANO con le membrane e con il
DNA nucleare; sono vere ―Unità‖ dotate di INTELLIGENZA ‗‘Propria‘‘.
Questa forma elementare di intelligenza fu dimostrata direttamente dagli esperimenti di
Hameroff, tanto che egli scelse i Microtubuli come i ―Mediatori‖ della Coscienza.
Studiando i Microtubuli presenti nei neuroni cerebrali Hameroff ha scoperto che sono costituiti
in gran parte da un tipo di proteine chiamate ―Tubuline‖ , simili ai componenti ON/OFF di un
computer.
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- PENROSE . Entanglement fra i microtubuli nel cervello : la nascita della Coscienza
Roger Penrose nasce a Colchester (Gran Bretagna) l‘8 Agosto 1931, matematico, fisico,
cosmologo e filosofo. Suo padre, Lionel, era matematico, psichiatra, genetista. Nel 1971 inventa i
― reticoli di spin ― , che sarebbe confluita nelle geometrie spaziotempo per la gravità quantistica.
Nel 1974 realizza la ― Tassellatura di Penrose “, formata da due soli tasselli che possono
ricoprire un piano solo periodicamente. Partendo dalle scoperte di Stuart Hameroff, ha elaborato
una teoria secondo la quale la coscienza potrebbe essere il risultato di fenomeni quantistici,
ancora ignoti, che avrebbero luogo nei microtubuli dei neuroni.
La struttura particolare simile ai cristalli liquidi, il carattere di ―coerenza‖ dimostrato
dall‘emissione di ‗biofotoni‘ dai microtubuli ne fanno un terreno ideale affinché abbiano luogo
effetti quantistici eclatanti come l‘ ENTANGLEMENT.
I Microtubuli sono un luogo ideale perché le ‗tubuline‘ , al loro interno, possano rimanere
per un certo tempo in fase di ―Sovrapposizione Quantistica‖ , mentre al contempo i Microtubuli
nel cervello si trovano tra loro in perfetto stato di ENTANGLEMENT.
Questi Microtubuli all‘interno di ciascuna cellula nervosa ( neurone ) sono in grado di produrre
stati di ―Coerenza Quantistica‖ nell‘ambito della totalità del cervello; in maniera che diventa
possibile la ―coerenza quantistica‖ tra le tubuline stesse.
Questa ‗Coerenza‘ e i processi di ENTANGLEMENT che vi hanno luogo rendono le
tubuline enti che possono assumere lo stesso ruolo che hanno fotoni, o elettroni, Entangled nel
campo delle particelle Materiali elementari; ma adesso non abbiamo ―Coppie‖ Entangled , ma
MILIARDI DI ESSE ; il meccanismo dell‘ Entanglement si realizza tra entità vicine e
―cooperanti‖ .
Penrose spiegò quali sono i ―Meccanismi Fisici‖ che determinano la formazione di
momenti di Coscienza nel cervello, tramite stati di ‗‘Entanglement‘‘ e ―Coerenza ‖ presenti nei
Microtubuli, e il successivo collasso della funzione d‘onda che raccoglie tutti assieme gli stati
quantistici all‘interno dei Microtubuli.
La Coscienza è un processo che sta al confine tra il mondo Quantistico e il mondo Classico;
esso si articola in 2 fasi distinte :
 Nella prima abbiamo un momento ―inconscio‖ , corrispondente alla ‗‘sovrapposizione
quantistica‘‘ di tutti gli stati delle tubuline nei Microtubuli ( una specie di limbo, di
breve durata, della coscienza ).
 Nella seconda fase abbiamo il ‗‘momento conscio‘‘ vero e proprio, corrispondente al
collasso della funzione d‘onda , che raccoglieva in sé in un unico stato quantistico il
complesso ―ENTANGLEMENT GLOBALE‖ che unisce i microtubuli nel cervello.
Questa seconda fase viene chiamata ―RIDUZIONE OBIETTIVA ORCHESTRATA‖ :
 Obiettiva perché il collasso della funzione d‘onda riduce uno stato quantistico in uno
‗classico‘ .
 Orchestrata perché il momento di Coscienza risulta dall‘azione ―Concertata‖ di un certo
numero di Microtubuli ENTANGLED nel cervello.
Ma la cosa più sconvolgente è che -- mettendo assieme la Fisica Quantistica e la Neurobiologia
-- Penrose e Hameroff ci dicono che l‘origine della ―Coscienza‖ non è nel cervello ma in un
―mondo ASSOLUTO‖ ( ANALOGO al mondo delle idee di Platone) come la cosiddetta
―SCHIUMA QUANTISTICA‖ , che coinciderebbe per forza di cose con il livello subquantistico di Bohm.
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In questo mondo ASSOLUTO vi sarebbero tutti i VALORI classici come la verità
matematica, i valori ETICI ed ESTETICI, i fattori di SCIENZA ed ARTE e FILOSOFIA
che nobilitano l‘uomo.
Ma non si tratta di valori ‗‘appartenenti‘‘ all‘uomo, bensì solo di valori a cui l‘uomo ACCEDE
usando il cervello come ―trasduttore‖ quantistico di informazioni.
La Genialità di Scienziati Artisti e Letterati viene determinata dalla loro ―capacità‖ di
ACCEDERE a questo mondo ‗assoluto‘, a questo regno ‗superiore‘ , hanno migliori antenne
e sanno come SINTONIZZARSI meglio a quelle frequenze elevatissime e rare, poiché si sono
NUTRITI meglio e più costantemente di Energia relativa ai piani di Realtà più elevati ( nel
senso di Brennan ).
Questo regno superiore (VEDREMO) è in parte l‘ INCONSCIO Collettivo di Jung, il Campo
MORFOGENETICO di Sheldrake, il Campo Energetico di Brennan e l‘Universo
OLOGRAFICO di Pribram e Bohm.
8 - TEODORANI :
LA VITA COME RISONANZA
DI UN UNICO CAMPO
Massimo Teodorani nasce a Rimini il 31 Ottobre 1956, è un astrofisico e divulgatore
scientifico. Dopo la laurea in Astronomia, ha conseguito il dottorato di ricerca all‘Università di
Bologna con una tesi sulle stelle binarie di grande massa. Ha poi proseguito le sue ricerche presso
l‘Osservatorio Astronomico di Capodimonte, successivamente presso il Radiotelescopio di
Medicina (Bologna) per conto dell‘ Istituto Nazionale di Astrofisica. E‘ Docente di Fisica presso
la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell‘Università di Bologna, dove dirige il corso Master in
“Medicine non convenzionali “. E‘ consigliere scientifico a favore di alcuni centri di Ricerca
all‘Estero (Arizona, Canada, Norvegia) con i quali esplora aspetti insoluti della Fisica e come
―research associate‖ si occupa dello studio scientifico del ―fenomeno UFO “. E‘ noto al grande
pubblico per i suoi libri di divulgazione scientifica, con particolare interesse per l‟Entanglement
quantistico.
Massimo Teodorani
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Se consideriamo i vari fenomeni a livello del mondo biologico, fisiologico, mentale e
psichico, tutti sembrano avere alla loro radice una ―Mente Unica‖ ; sembra esserci una
INTELLIGENZA UNIVERSALE che unisce in un ―Tutto Olistico‖ le creature che vivono
nell‘Universo e inoltre il ‗‘meccanismo‘‘ sembra essere lo stesso, nonostante si manifesti in
contesti e modi differenti, ed è l‘ Entanglement Quantistico.
Deve esistere un ―Campo Informativo‖ che contenga i piani biologici-genetici dei corpi
fisici, ma anche la loro natura psichica, che spieghi quindi il mistero della morfogenesi e tutte le
anomalie del mondo vivente in un quadro unificato.
Sembra una conclusione naturale rilevare a questo punto che :
-- il ―CAMPO‖ INFORMATIVO di Sheldrake potrebbe essere solo una particolare <<
angolazione >> ( prettamente ‗biologica‘ ) con cui si può intravedere l ‗ ORDINE
IMPLICATO di Bohm e quel vasto OCEANO DI ENERGIA che è il CAMPO del PUNTO
ZERO.
-- Il meccanismo del cervello OLOGRAFICO di Pribram sarebbe l‘ angolazione
neuro/fisiologica con cui si intravede lo stesso ORDINE IMPLICATO ;
-- Il Campo Energetico Universale di Barbara Brennan lo fa INTRAVEDERE sotto
l‘angolazione ‗‘spirituale‘;
-- l‘ Inconscio Collettivo di JUNG lo fa intravedere sotto una angolazione prettamente psichica
e inconscia;
-- il Campo Sub-Quantistico ( Schiuma-Quantistica ) di Penrose lo renderebbe evidente nella
angolazione che riguarda la formazione della COSCIENZA individuale dell ‗ essere umano;
-la NOOSFERA di Nelson , Radin e Theillard de Chardin lo individuerebbe nella
angolazione della Coscienza Globale.
-Il Campo ‗‘Akashico‘‘ di Laszlo lo individuerebbe nella angolazione MISTICA e
COSMICA.
Vediamo dunque che, prendendo in esame quello che dicono i vari ricercatori nei loro
rispettivi campi di indagine e studio, i concetti che se ne ricavano mostrano una interconnessione
straordinaria; come se ognuno abbia rilevato la STESSA situazione senza tener conto o conoscere
il lavoro degli altri, un unico ‗‘albero‘‘ .
Questo albero consisterebbe in un'unica legge SOGGIACENTE dalle caratteristiche
innanzitutto TELEOLOGICHE , dalle origini
―Non Materiali‖ e dalle manifestazioni
prettamente NON-LOCALI ; ma tutto questo porta a considerare che : la VITA non è un
evento isolato ( né tantomeno casuale) non è una scelta dettata dalla prepotenza del più forte ma
dall‘ AMORE del più grande e dalla COOPERAZIONE di tutti gli ESSERI.
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9. AMIT GOSWAMI : EVOLUZIONE CREATRICE
ED INTEGRAZIONE MATERIA E COSCIENZA
Goswami nasce
in India e studia Fisica a Calcutta, il suo pensiero è mirabilmente sintetizzato
nel suo libro migliore : Guida quantica all‘ Illuminazione. Innanzitutto
viene descritto un
principio nuovo....QUANTUM YOGA...un tentativo di riconciliare Scienza e Religione.
Il nuovo paradigma emergente essenzialmente dalla Quantistica offre una nuova opportunità : la
Coscienza svolge un ruolo determinante nel modellare la Realtà. Viene descritto il processo
dinamico con cui viene ridimensionata la visione MATERIALISTICA.
Viene ripreso il modello di Pribram, centrato sul principio che il cervello è solo un ''processore''
...la ''percezione'' avviene fuori...nella MENTE : è la Mente che determina il PENSIERO...la
Coscienza viene PRIMA dell' esperienza. Goswami fa una distinzione determinante fra la
CONOSCENZA RAZIONALE ( l' Ego ) e la Conoscenza INTUITIVA (( IL SE' Quantico )
...che si devono integrare ''armonicamente.
Per Goswami l' Universo è CREATIVO...è l'origine della Vita. Fa riferimento all'ipotesi di
''Gaia'' : << la Terra è un ESSERE VIVENTE >>.
Sviluppa il suo concetto di ''Evoluzione Quantica'' , introducendo la CREATIVITA'
nell'evoluzione biologica, il salto quantico CREATIVO in cui la discontinuità è la prova più
evidente e caratteristica proprio della CREATIVITA'. << Il salto quantico favorisce il disegno
della Coscienza che poi GUIDA l' Evoluzione ad una complessità sempre 'crescente' >>
...la Coscienza ''SCEGLIE'' tra tutti i percorsi possibili ....
Riprende la domanda : la Mente è il Cervello ? NO !! Il cervello ''elabora''...la Mente CREA IL
SIGNIFICATO...la Coscienza ''conosce e memorizza''...la Percezione è il ''riconoscimento del
SIGNIFICATO''...l ' Esperienza è SOGGETTIVA...ed è differente a seconda degli stati di
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Coscienza : veglia, sonno, sogno . Successivamente sviluppa il concetto di CREATIVITA'
INTERIORE: Creatività è la scoperta di qualcosa di nuovo in un contesto nuovo...oppure la
scoperta
di
significati
nuovi
in
un
contesto
vecchio.
Ribadisce che i centri delle EMOZIONI nel corpo guidano la salute; la trasformazione creativa
porta alla ''integrazione'' di : corpo, mente, emozioni e spirito. Goswami porta a completa
definitiva integrazione Scienza e Spiritualità...affermando che la Coscienza è la base di tutto ciò
che esiste. L ' Illuminazione spirituale ha dei livelli di ''crescita''...per esempio semplificabili nei
seguenti5punti:
1° - la consapevolezza di vivere infelice e che i beni materiali non danno la felicità
2° - ...non bisogna aver paura del cambiamento : DEVI TRASFORMARE LA TUA VITA
3° - Cambia la visione del mondo...si deve controllare sempre il livello di umiltà....
Con Creatività, Pazienza, Umiltà e l'Energia del Guerriero dobbiamo stare stabilmente sul
sentieroSPIRITUALE
4° - I modi di conoscere, sentire, pensare ed intuire hanno raggiunto l Equilibrio tra mente
razionale
e
mente
INTUITIVA.
5° - Si trascende il contesto delle leggi della Fisica : ora si ha CREATIVITA‘, c'è padronanza
completa
del
corpo
mentale
e
spirituale.
La felicità è sempre con noi : per sempre ed in ogni luogo si aiuta ogni CREATURA DEL
MONDO a realizzare sè stessa
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10. LARRY DOSSEY E NITAMO MONTECUCCO
QUANTISTICA E MEDICINA
A) LARRY DOSSEY : FISICA MODERNA E MEDICINA
Larry Dossey
Le nuove teorie proposte dalla fisica moderna sul mondo materiale e sul comportamento
sono state accettate ormai da anni in quasi tutte le branche del sapere umano. Tuttavia la
Medicina è stata ed è riluttante a far proprie queste tesi, e continua , ancora nel ventunesimo
secolo, a considerare il corpo come un meccanismo ad orologeria, in cui la malattia è causata dal
guasto o dall ‗ usura di un ‗‘pezzo‘‘. Attingendo alla sua lunga esperienza di medicina interna e
alla sua conoscenza della Scienza moderna, Larry Dossey dimostra come la medicina possa e
debba esser aggiornata. Discutendo le teorie della fisica quantistica egli solleva interrogativi di
grande interesse : Il cervello può essere considerato un ologramma in cui ogni sua parte, ogni
cellula, contiene il tutto? In quale modo alcune persone comuni riescono ad alzare o abbassare la
propria pressione sanguigna a volontà, a controllare le pulsazioni cardiache e la temperatura del
corpo?
…qual è il ruolo della COSCIENZA nel rapporto tra salute e malattia?
Inoltre dimostra come cambiando il concetto del ‗‘tempo‘‘ , molte persone sono riuscite ad
influenzare positivamente il corso delle varie disfunzioni cardiache, in particolare con la
disciplina della Meditazione. Questa introduzione si riferisce al libro di Dossey , scritto nel
lontano 1981, intitolato ‗‘Spazio, tempo e Medicina‘‘….avveniristico anche oggi!!!!
Il libro inizia con una Premessa di Fritjof Capra, che aveva già scritto ‗‘Il Tao della
fisica‘‘ ed il ‗‘Punto di svolta‘‘….naturalmente egli elogia e valorizza l‘opera di Dossey ,
facendo rimarcare come abbia recepito i limiti della visione meccanicistica e prospetti le
implicazioni nella Medicina di tutti i nuovi concetti e valori della fisica del XX secolo.
Il primo capitolo del libro di Dossey si riferisce alle limitazioni del ‗‘
modello
molecolare‘‘, ancora adesso al centro degli studi di medicina; e insiste sul fatto che non si prende
in considerazione l‘ipotesi che potrebbero esserci ed esistere ‗‘altre spiegazioni‘‘,,,l insistenza
eccessiva su questo modello ha portato gravi problemi dovuti alle ABERRAZIONI DELLA
BIOCHIMICA MOLECOLARE. Successivamente Dossey mostra come in questo approccio
Materialistico la Coscienza sia una la dimensione totalmente trascurata, rispecchiando uno
‗‘scientismo‘‘ esasperatamente separato da valori immateriali…che ha sempre considerato il
corpo niente altro che una ‗‘macchina‘‘.
Nell ottavo capitolo prende in considerazione la relazione tra ‗‘Il tempo e le malattie
cardiovascolari‘‘, mostrando un nesso interessantissimo tra l approccio che una tipologia di
individui ha nei riguardi del tempo e l insorgere di gravi patologie legate al funzionamento del
Cuore; mostra il legame e l aiuto che la Relatività di Einstein può dare alla comprensione della
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guarigione conseguente. La terza parte del libro sviluppa in modo avvincente come sia
importante Il ‗‘fattore umano‘‘ nel nuovo approccio che la medicina dovrà avere.
Ma la sorpresa più sbalorditiva è che trovo un intero capitolo , il quarto di questa terza parte, che
si intitola : Il teorema di Bell !!!
Non credo ai miei occhi! Ancora oggi, nel 2015, ci sono …fisici che lo sconoscono! Io stesso ,
vergognosamente, l‘ ho studiato molto dopo la laurea e dopo che già conoscevo la fisica
Quantistica; ora incontro un medico che scrive un intero capitolo…cominciando storicamente dal
1935, quando Einstein pose il problema della comunicazione a distanza , proseguendo con le
ipotesi rivoluzionarie di Bohm, quindi il teorema di Bell che ne sancisce la scientificità
matematica, infine accenna a tutti gli esperimenti fatti per dimostrare la NON LOCALITA‘…
che darà significato e realtà fisica al fenomeno dell‘Entanglement, pietra miliare della
Quantistica; la cosa più incredibile è che il dott. Dossey afferma con lungimiranza che le
implicazioni nel campo della Medicina saranno notevolissime……ed io che faccio una fatica
enorme a diffondere queste cose negli ultimi dieci anni!!!
Ancora non è finita : nel capitolo successivo Dossey addirittura si supera , lo intitola : ‗‘L‘
Universo Olografico di Bohm e la salute‘‘ !!! Ripeto ancora che il libro è stato stampato nel
1981 in USA ( Shambala Pubblications ) e che in Italia è stato tradotto nel 2006….io l‘ho
comprato il 24 Giugno 2014…Il sottotitolo è ….‘‘L‘Oloverso e la Salute‘‘….potrei parlarne per
ore,,,sapete quanto è centrale tutto questo nei libri che scrivo e divulgo; l‘ultimo capitolo di
questa parte è dedicato alla ‗‘Biologia Quantistica‘‘…ancora sorprese su sorprese!! Pensate che
io pochi mesi prima avevo coniato e pensato questo titolo a seguito della lettura di un libro di
Amit Goswami.
Nella quarta parte Dossey fa un ulteriore panoramica della futura e necessaria sinergia fra
fisica e medicina; descrive ancora le implicazioni del nuovo concetto di spazio/tempo, derivato
dalla teoria della Relatività di Einstein, e la visione della genesi della malattia; come pure la
necessità improrogabile di un nuovo modello di ‗‘Salute Quantistica‘‘!!! Il secondo capitolo di
questa parte è intitolato : ‗‘La salute e l‘Ordine Implicato‘‘…!!! Naturalmente ha recepito già il
principio fondante delle ipotesi di David Bohm, con cui ha personalmente collaborato,
condividendo concetti ancora oggi difficili da recepire , quando non addirittura ignorati. Il terzo
capitolo è ancora più specifico, trattando delle implicazioni della Scienza e della Logica
Matematica, analizzando le riflessioni e gli studi di eminenti studiosi come : Godel, Tarsky,
Church, Heisemberg e Bell; specie nei riguardi dell‘osservazione scientifica e dei limiti del
riduzionismo materialistico, auspicando la riconsiderazione della ‗‘trascendenza‘‘…per una
visione più completa della persona. Infine nell‘ultimo capitolo fa considerazioni conclusive sul
rapporto Coscienza e Medicina …e ribadisce i limiti del riduzionismo materialista, auspica un
nuovo approccio in cui il ruolo della ‗‘Mente‘‘ sia centrale ( in questo anticipando studiosi e
specialisti eminenti come per esempio Goswami Montecucco e Penrose ); e indica uno sguardo
al futuro della Medicina che non può prescindere dalla ‗‘seconda‘‘ rivoluzione Quantistica della
fine del XX secolo!!!.....
Viene una tristezza enorme pensando che nella maggioranza degli ambienti ristretti e
provinciali, delle nostre Università, ancora adesso si fa una fatica enorme a tener conto della
‗‘prima‘‘ rivoluzione scientifica degli inizi del XX secolo!!! Lo ribadisco : la fisica moderna è
totalmente assente dai piani di studi delle facoltà di Medicina!!! In alcune facoltà statunitensi non
si può accedere al primo anno di Medicina se non si supera un corso annuale di Fisica
Quantistica!!! Non sono le mie opinioni…sono fatti documentati….il risultato è la mediocrità dei
nostri medici…con le dovute eccezioni di punte eccellenti. Mi piacerebbe conoscere quanti
medici hanno letto , dal 1981 ad oggi, il libro del loro collega Larry Dossey….grazie sempre.
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B) MONTECUCCO : DALLA FISICA
ALLA SCIENZA OLISTICA
Nei primi capitoli del suo libro vengono esposte le ‗‘colonne‘‘ scientifiche della visione
Olistica, quindi è una raccolta e descrizione di tutte le informazioni, ufficiali e non, che offrono
una visione OLISTICA dell‘esistenza, da un approccio che fa riferimento alla scienza. In
particolare alla Quantistica.
Nitamo Montecucco
La scienza attuale, come ogni altra cultura umana, sta attraversando un momento di
profonda trasformazione e rinnovamento. Mentre parte della scienza è ancora ferma ad una
visione materialista e riduttiva dei fenomeni dell‘esistenza e spesso anche CHIUSA a nuove
visioni, una minoranza è proiettata verso nuovi PARADIGMI e ipotesi, e si APRE a nuovi
scenari di ricerca e interpretazione. Nascono le scienze dei ‗‘sistemi‘‘ e della complessità, le
teorie del
‗Tutto‘, del Caos, la Quantistica, la Cibernetica, l‘Informatica, la
PsicoNeuroEndoImmunologia, le scienze cognitive, le realtà virtuali, i network, l‘educazione
multimediale.
La COSCIENZA tuttavia rimane ancora un argomento limite, se non tabù, all‘interno della
scienza ufficiale, anche se vari ricercatori e premi Nobel già da mezzo secolo hanno dissentito da
una visione puramente ‗‘materialistica‘‘; fisici come Einstein, Pauli, Bohr, Scrhodinger,
Heisemberg, Oppenheimer, Bohm, Wheeler, Sarfatti, Goswami…ritenevano che il pensiero
scientifico non fosse incompatibile con una visione SPIRITUALE del mondo.
Oggi, anche nella scienza ufficiale, si stanno aprendo nuove prospettive di INTEGRAZIONE
tra ‗‘materia‘‘ e Coscienza , e sembra che si vada verso un superamento delle concezioni
rigidamente materialistiche e riduzionistiche della VITA ( grazie in particolare ai nuovi modelli
della ‗‘fisica quantistica‘‘ , che ha aperto le porte ad altre dimensioni della CONOSCENZA).
Il concetto principale è proprio il ‗‘Campo di Informazione‘‘ correlato all‘Ordine implicato di
Bohm ( come mostrato a proposito del campo Akashico di Laszlo ).
L ‗intero Universo deve essere compreso come una singola TOTALITA‘ INDIVISA , che il
fisico italiano Giuliano Preparata elabora dalla teoria di Bohm dell‘Ordine Implicato, e introduce
un nuovo modello di ONENESS ( Unità) : il campo quantistico universale. ( un ulteriore
descrizione dello stesso modello).
Montecucco fa una digressione storica della evoluzione della fisica , tra fine Ottocento e
inizi del Novecento, richiamando lo sviluppo dell‘ Elettromagnetismo, per arrivare ai ‗‘fotoni‘‘
delle radiazioni luminose, e giungere all‘ Ologramma che porta infine al ‗‘paradigma
Olografico‘‘ ; poi descrive i principi base della ‗‘rivoluzione quantistica‘‘ : Quantizzazione,
Salto Quantico, Dualità onda/corpuscolo, Probabilità, Indeterminazione e NON LOCALITA‘.
Non adopera il termine Entanglement ( troppo specifico) ma fa un ottima digressione del
fenomeno paradossale e delle sue incredibili IMPLICAZIONI ( mostra una conoscenza solida
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della evoluzione della fisica quantistica, a partire dal fenomeno EPR, del 1935 fino
all‘esperimento di Aspect del 1983….notevole per un MEDICO ITALIANO!!! ) . Descrive
anche le interconnessioni con l‘intero sistema : tutte le parti dell‘Universo sono CONNESSE tra
loro da una inestricabile rete di comunicazioni e di Energia…..IL FONDAMENTO DELL‘
ORDINE IMPLICATO DI BOHM ( ritenuto il più valido riferimento, per le qualità
scientifiche, umane e spirituali ). Vengono infine richiamati tutti i fenomeni e le descrizioni che
costituiscono, a suo parere, le ‗‘Radici del modello Olistico‘‘ …in tutte le nuove e vecchie
discipline che stanno contribuendo a costruire l‘emergente visione del terzo millennio, qui di
seguito elencate :
--- La Teoria Generale dei Sistemi…di von Bertalanffy
--- La teoria sistemica del‟Evoluzione…di Lazlo
--- La scienza della Complessità … di Waldrop
--- Il paradigma olografico … di Pribram
--- La Coerenza Elettrodinamica… di Preparata e Del Giudice
--- Il Dualismo Interazionista …di Eccles
--- Le Strutture Dissipative .. di Prigogine
--- L‟Ipotesi di Gaia … di Lovelock
--- La Coevoluzione… di Jantsch
--- La Sincronicità …di Pauli e Jung
--- La teoria degli Oloni … di Koestler
--- Le Connessioni Strutturali … di Bateson
--- Il Campo Morfogenetico … di Sheldrake
--- L „ Autopoiesi…di Maturana e Varela
--- L‟ Epigenetica di… Lipton
--- La Memoria dell‟acqua di Emoto e Bienveniste
--- Le Endorfine e i Neurotrasmettitori…di Candace Pert
--- La teoria dei Frattali …di Mandelbrot
--- Il Campo Energetico Universale di… Brennan
--- L‟ approccio alla Medicina Integrale di … Wilber
Montecucco conclude questo capitolo approfondendo tre di queste tesi : l‟Ipotesi di Gaia e la
Coscienza Planetaria, il Paradigma Olografico e il concetto di Sincronicità tra gli emisferi
cerebrali, che sostengono la necessità di includere e considerare la COSCIENZA come parte
essenziale della ricerca e della scienza stessa, auspicando un‘affascinante opera di
RICONCILIAZIONE tra ‗‘Scienza Natura e Spiritualita‘ ‗‘.
N.B. L‟unico appunto che io faccio a Nitamo Montecucco è che tutto questo è stato
magnificamente descritto in due libri, che io ho menzionato , dal fisico quantistico indiano
Amit Goswami…che rimane il MIGLIORE……e di lui non vi è traccia alcuna!!!!.....Inoltre
non conosce nulla di Jack Sarfatti…ma questo glielo perdono…non è conosciuto da molti
fisici!
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