2. il Borgo Ragazzi don Bosco, una risposta ai problemi del territorio
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2. il Borgo Ragazzi don Bosco, una risposta ai problemi del territorio
BORGO RAGAZZI DON BOSCO 2 IL BORGO RAGAZZI DON BOSCO N UNA RISPOSTA AI PROBLEMI DEL TERRITORIO el dopoguerra erano gli sciuscià. Erano orfani e poveri, non andavano a scuola, il bisogno li aveva costretti a sviluppare la furbizia, ma la furbizia non bastava per costruirsi un futuro. Oggi sono questi adolescenti in cerca d’autore, di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti. Tante cose sono cambiate: l’Italia è davvero un altro mondo rispetto ad allora. Ma è pur sempre l’Italia. Anche il Borgo è un’altra cosa, rispetto ad allora, ma è pur sempre il Borgo Ragazzi don Bosco: l’obiettivo di fondo è rimasto lo stesso: ridare ai ragazzi un futuro, attraverso la formazione, il lavoro e la possibilità di vivere relazioni umane autentiche. Come una quercia, il Borgo in sessantasette anni di lavoro ininterrotto ha sviluppato le proprie radici sul territorio, ha allargato nuovi rami, è diventato più visibile. Insomma, è cresciuto, arricchendosi dell’esperienza accumulata e di una storia tramandata di generazione in generazione, che ne ha fatto una realtà sociale e un pezzo di Chiesa “esperta in umanità” (Populorum Progressio, 263). Sono nati nuovi progetti – e ad altri si sta lavorando. Sono state coinvolte nuove professionalità, che arricchiscono il capitale umano costituito dai volontari e dalla comunità salesiana. Sono stati intessuti nuovi rapporti, per raggiungere meglio, attraverso il lavoro di rete, l’obiettivo di ridare un futuro ai giovani. Le 3 aree educative Oratorio – Centro Giovanile Area accoglienza e formazione umana e spirituale Centro Formazione Professionale Area formazione professionale 6 REPORT 2015 Rimettere le Ali Area disagio ed emarginazione 2 BORGO RAGAZZI DON BOSCO Grazie a tutto questo il Borgo è oggi una vera e propria realtà multiforme permeabile e flessibile, che grazie alle sue articolazioni riesce a rispondere a bisogni che assumono continuamente forme nuove. Sono tre le aree educative: l’Oratorio – Centro giovanile (un’area di accoglienza e formazione umana e spirituale), l’area Rimettere le Ali (dedicata al disagio e all’emarginazione), il Centro di Formazione Professionale (per la formazione). Direttore del Borgo è don Stefano Aspettati «Nato l’11 aprile 1974, sono salesiano dal 1998 e sacerdote dal 2006. Al Borgo sono arrivato nel 2011 dopo le esperienze degli oratori di Arezzo e Livorno. A distanza di 4 anni dal mio arrivo posso dire che è una esperienza incredibile, per la qualità umana che si vive qua, per il rapporto con i tanti collaboratori e corresponsabili e per il contatto con la povertà, ma anche la ricchezza dei ragazzi a noi affidati, per l’esperienza di affidamento quotidiano alla Provvidenza». 7 BORGO RAGAZZI DON BOSCO 2 1. L’ORATORIO – CENTRO GIOVANILE È lo spazio aperto di socializzazione, dove i ragazzi possono passare il loro tempo libero. Un tempo libero che non è tempo perso, perché attraverso il gioco, lo sport, le attività creative passa una proposta formativa che si traduce in percorsi di maturazione personale. E, soprattutto, perché attraverso l’esperienza del gruppo si sviluppano relazioni significative sia con i coetanei, che con gli adulti di riferimento e ci si apre alla dimensione comunitaria e sociale della vita. Perché tutto questo sia possibile, sono fondamentali le figure educative, religiose e laiche. L’oratorio non ha operatori professionali, ma, anche grazie al paziente lavoro di formazione e coinvolgimento messo in campo da don Giorgio Mocci, può contare su un centinaio di volontari, fortemente motivati, che gratuitamente prestano con regolarità la loro opera e sono di fatto, per i ragazzi, testimonianza di impegno umano e civile, oltre che di fede. All’Oratorio fanno capo una serie di attività continuative, all’interno delle quali i ragazzi possono trovare il loro percorso educativo: il gruppo Scout Agesci Roma 90, la Polisportiva Giovanile Salesiana (che da 50 trasforma i campi sportivi in palestre di vita), i gruppi di musica e teatro, i gruppi formativi per i giovani che vogliono mettersi al servizio dei più piccoli e che si avvicinano al mondo del volontariato più in generale e, infine, il cortile, luogo privilegiato per l’accoglienza di tutti i giovani. 8 REPORT 2015 2 BORGO RAGAZZI DON BOSCO Nel 2015 sono stati un migliaio i minori che hanno utilizzato le strutture dell’oratorio: spazi per il gioco e per le riunioni, sedi delle attività, campi sportivi... Uno sguardo storico ci dice che sono 67mila i ragazzi accolti e sostenuti dal 1948 ad oggi. Incaricato dell’Oratorio è don Giorgio Mocci «Ho 33 anni, sono salesiano da 13 anni e prete da 4. Sono nato e cresciuto a Cagliari. Ho incontrato i salesiani nell’Oratorio della mia città, dove ho svolto il servizio di animatore e catechista. Sempre all’Oratorio ho imparato a suonare e cantare e, assieme a mio fratello, ho partecipato alla fondazione del Coro Gospel “Black Soul” che ancora gira la Sardegna per evangelizzare attraverso l’arte. In questi anni ho imparato ad amare i giovani che ho incontrato e, come don Bosco, ho deciso di spendere la mia vita per loro, sul modello di Gesù Buon Pastore. Al Borgo don Bosco ho incontrato i giovani più “poveri” e mi sono entusiasmato nel cercare tutte le strade possibili per far ritrovare loro la speranza nella vita. Questa è la missione di don Bosco: amare i giovani e aiutarli a costruire un nuovo futuro». Il Borgo Ragazzi don Bosco, una risposta ai problemi del territorio 9 BORGO RAGAZZI DON BOSCO 2 2. L’AREA RIMETTERE LE ALI È quella che si occupa specificamente del disagio giovanile, attraverso diverse proposte educative. Parole come formazione ed educazione, lavoro, scuola, legalità, famiglia, relazioni affettive si intrecciano continuamente dentro questi progetti, che hanno obiettivi diversi, ma convergenti verso la crescita come persone e come cittadini. Dell’area Rimettere le Ali fanno parte: • Centro Accoglienza Minori Si occupa di minori italiani e stranieri, soggetti a dispersione scolastica e/o sottoposti a misure penali alternative, attraverso azioni di recupero e prevenzione. A seconda del tipo di bisogno, il progetto può prevedere l’inserimento in uno dei seguenti percorsi: - alfabetizzazione; - recupero della licenza media; - laboratori di formazione finalizzati all’inserimento lavorativo (cucina, commis di sala e bar, parrucchieri, giardinieri); - tirocini formativi e borse lavoro; - accompagnamento educativo. 10 REPORT 2015 2 BORGO RAGAZZI DON BOSCO • Skolè Si occupa di sostegno scolastico pomeridiano, rivolto a ragazzi stranieri o con difficoltà di apprendimento della scuola media. • Casa Famiglia È un gruppo appartamento per minori che accoglie adolescenti italiani e stranieri di ambo i sessi, dal 13 ai 18 anni, inviati dai servizi sociali territoriali e che vivono un disagio familiare e/o sociale. La permanenza in Casa Famiglia dei minori è finalizzata al reinserimento presso la propria famiglia (attraverso i progetti ponte), all’affidamento familiare e/o all’adozione oppure all’accompagnamento verso la vita autonoma (attraverso i progetti di semiautonomia). • SOS AscoltoGiovani Si occupa di preadolescenti, adolescenti e famiglie in difficoltà, che hanno bisogno di esprimere i propri vissuti e affetti relazionali. Offre consulenze psicopedagogiche e percorsi formativi con e per i genitori. • Movimento Famiglie Affidatarie e Solidali Offre una risposta alle famiglie in difficoltà attraverso l’intervento di altre famiglie del territorio. I percorsi prevedono l’affidamento familiare sia diurno che residenziale e il sostegno attraverso progetti di solidarietà familiare. Il Movimento lavora per: - promuovere sul territorio una reale cultura dell’accoglienza e della solidarietà; Il Borgo Ragazzi don Bosco, una risposta ai problemi del territorio 11 BORGO RAGAZZI DON BOSCO 2 - sostenere l’impegno di famiglie o di persone che vogliono accogliere un minore o una famiglia in difficoltà; - formare famiglie affidatarie e solidali. • Semiresidenzialità È un progetto innovativo che intende prevenire l’allontanamento dei minori dalla propria famiglia, attraverso un’accoglienza diurna e con progetti educativi personalizzati. Accoglie ragazzi e ragazze dagli 11 anni ai 16 anni. 12 REPORT 2015 2 BORGO RAGAZZI DON BOSCO Almeno 200 minori a rischio hanno tratto beneficio dalle proposte dell’area (dal 2001 sono stati sostenuti 2.165 minori). Oltre che su 35 professionisti, l’area può contare su 70 volontari e su quel patrimonio inestimabile che sono le 50 famiglie affidatarie e solidali. Inoltre forma circa cinquanta giovani, tra volontari in servizio civile e tirocinanti. Coordinatore dell’area Rimettere le Ali è Alessandro Iannini «Sono psicologo, salesiano cooperatore e coordino l’area educativa Rimettere le Ali. Sono sposato con Agnese ed abbiamo 4 maschietti dai 7 ai 18 anni. Sono cresciuto al Borgo Ragazzi don Bosco, per tanti anni ho fatto l’animatore all’oratorio, poi sono stato con mia moglie volontario a Tirana in Albania per due anni, per avviare un centro sociale salesiano. È la mia vita stare con i ragazzi con lo stile di don Bosco, siano quelli di casa mia o della casa famiglia o del centro diurno o i ragazzi e le famiglie da ascoltare all’SOS o al Movimento. Il Borgo è una seconda casa... perciò lavoro tanto ma in realtà non lavoro mai!». Il Borgo Ragazzi don Bosco, una risposta ai problemi del territorio 13 BORGO RAGAZZI DON BOSCO 2 3. IL CENTRO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE (CFP) Offre percorsi di formazione triennali per diventare operatori elettrici, operatori meccanici, operatori della riparazione dei veicoli a motore, ristoratori. Nello spirito salesiano, il CFP non propone solo formazione professionale, ma anche, o meglio soprattutto, formazione umana. Ai giovani che corrono un forte rischio di uscita dalla scuola dell’obbligo offre prima di tutto un sostegno orientativo, perché possano individuare, e di conseguenza seguire, le proprie inclinazioni. La proposta educativa è quindi fortemente personalizzata e segue il ragazzo dal primo approccio con la struttura fino all’inserimento nel mondo del lavoro. 14 REPORT 2015 2 BORGO RAGAZZI DON BOSCO Il CFP è accreditato presso la Regione Lazio. Nel 2015, 350 minori sono stati ammessi ai corsi di formazione (sono stati 10.200 quelli accolti dal 1952). Gli obiettivi sono stati raggiunti anche grazie al coinvolgimento di 200 aziende e di 35 professionisti, che con ruoli diversi operano nel Centro. Il CFP è diretto da Francesco Panella «Sono Francesco Panella, ho 63 anni e sono il direttore del CFP del Borgo; sono marito, papà e nonno. Per tanti anni mi sono occupato di Certificazione di Qualità, ma la mia vocazione è sempre stata salesiana. Qualche anno fa, nel 2004, mi è stata fatta la proposta di ricoprire il ruolo di direttore del CFP. Quale migliore occasione per spendere la vita per i giovani come don Bosco? Così ho iniziato questo percorso, rendendomi presto conto che in realtà non sarei riuscito a stare molto con i ragazzi. Lavoro per loro ma non con loro! Il mio compito è quello di garantire che “l’educazione è cosa di cuore” (don Bosco); lavoro affinché gli insegnanti li formino, ma soprattutto li amino (come diceva don Bosco “non basta che i giovani siano amati ma devono sentire di esserlo”) e li educhino a diventare “buoni cristiani e onesti cittadini”. Non è sempre facile, ma ci proviamo tutti i giorni!». Il Borgo Ragazzi don Bosco, una risposta ai problemi del territorio 15