seminario classe 2.0 rimini

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seminario classe 2.0 rimini
SEMINARIO Cl@ssi 2.0
A Rimini dal 10 all'11 febbraio docenti e dirigenti per pensare la scuola del futuro
“Cambia la scuola che cambia”
Docenti partecipanti prof.: Gentile Laura, Mazzeo Lucia , Santoro Marina G.
Il passaggio della scuola verso un utilizzo più diffuso delle tecnologie dell'informazione e della
comunicazione viene oggi realmente sperimentato con "Cl@ssi 2.0", attraverso l'istallazione di nuovi
dispositivi digitali nelle classi e l'incentivazione di metodologie di insegnamento innovative.
In questi ultimi anni il divario tra una scuola, in parte ancora di ottocentesca memoria e una società che da lunghi
anni ha valicato le linee delle certezze dei paradigmi che hanno sostenuto lo sviluppo delle più antiche società, ha
fatto esplodere in tutta la sua virulenza il problema che era ed è sotto gl’occhi di tutti, ovverosia: o la scuola cambia
se stessa oppure la scuola muore.
Su questo problema, su questa certezza, nascono i progetti Scuola digitale LIM e Cl@ssi 2.0, due progetti
coraggiosi due progetti di “rottura” poiché per la prima volta nella scuola italiana la tecnologia non viene introdotta
e vista come un sapere in mano a pochi esperti da utilizzare in spazi limitati (laboratori), dove spesso il dialogo tra
le discipline sia scientifiche che umanistiche e la tecnologia non solo era difficile, ma spesso era inesistente,
quante volte il docente teorico ha considerato il tempo speso nei laboratori come tempo “rubato” all’attività di
cattedra.
Con Scuola digitale LIM e Cl@ssi 2.0 l’innovazione, i nuovi linguaggi, i nuovi stili di apprendimento, le nuove forme
di comunicazione, in poche parole il mondo dei/lle nostri/e ragazzi/e ritorna ad essere leggittimamente rappresentato
dalla scuola, non dalla nostra scuola ma dalla loro scuola, la scuola dei giovani delle generazioni emergenti, poiché
la scuola è sempre appartenuta a loro e da loro trae il diritto di “cittadinanza” all’interno della società.
Giusto per iniziare, non è sufficiente introdurre i mezzi, le tecnologie, per determinare un cambiamento,
l’esperienza del passato insegna, il cambiamento è possibile se gli attori del sistema lo condividono e cambiano a loro
volta, nel nostro caso chi deve cambiare sono i docenti, i quali devono proiettarsi in una realtà dove il loro ruolo di
attori “principali” del sistema scuola deve tornare ad essere quello di “produttori di cultura di sapere e di
competenze, non più di gestori di un sapere massificato e veicolato da circuiti commerciali, spesso lontani dagli
interessi reali della scuola.
I docenti devono concepire la tecnologia introdotta in classe, quindi nel loro quotidiano lavorativo non come una
invasione aliena come uno dei tanti “video giochi” che da sempre, da molti, vengono individuati come i
responsabili dell’insuccesso formativo degli studenti, ma come una grande opportunità.
Con la “rivoluzione” che sta avanzando sia i docenti che gli studenti hanno una reale possibilità di diventare dei
costruttori di sapere e di competenze, affrancandosi dal ruolo di distributori e consumatori di percorsi precostituiti.
Se si ha la consapevolezza che ciò che si sta realizzando non allontana ma avvicina tutto il sapere, sia antico che
moderno, e che tutto ciò contribuisce alla costruzione di un dialogo efficace tra vecchie e nuove generazioni,
consentendo alle seconde di trasmettere l’enorme valore di un sapere antico all’interno di una nuova e più efficace
linea di evoluzione
La Direzione Generale per gli studi e la programmazione e per i sistemi informativi del MIUR ha avviato, a partire
dall’anno scolastico 2008/09, un piano di sostegno dell’innovazione digitale nelle scuole. Quest’ultimo intende
favorire la diffusione delle tecnologie digitali nell’insegnamento, ad integrazione degli strumenti didattici già
esistenti e consolidati. Il primo passo è costituito dalla diffusione delle Lavagne Interattive Multimediali (LIM) nelle
scuole statali secondarie di I grado. Il progetto si prefigge di integrare le tecnologie dell’informazione e della
comunicazione nella didattica in classe fornendo alle scuole un set di dotazioni tecnologiche composto da lavagna
interattiva, proiettore integrato, PC, contenuti didattici digitali e la formazione dei docenti che dovranno utilizzarle.
Il secondo passo consiste nel promuovere l’allestimento di classi tecnologicamente avanzate denominate Cl@ssi
2.0 sempre nell’ambito della scuola secondaria di primo grado. L’intento dell’iniziativa è quello di realizzare
ambienti di apprendimento adatti ad un utilizzo costante e diffuso delle tecnologie nella quotidianità scolastica, al
fine di verificare in un triennio, come e quanto il loro impatto possa intervenire nei processi formativi in un’epoca di
trasformazione dei linguaggi della comunicazione e della diffusione dei saperi. La strategia è complessa e, per
avere effetti strutturali e duraturi, dovrà avvenire senza trasformazioni radicali. Coinvolge in Italia 30.000 classi e
circa 100.000 docenti, suddivisi in fasi successive. A partire dal corrente anno scolastico il Piano è pienamente
operativo ed è stato esteso, con specifico finanziamento, alla Scuola Primaria e alla Scuola Secondaria di II
Grado.
Il Piano, di durata biennale, si propone di modificare attraverso un circolo virtuoso e con il coinvolgimento iniziale
di un ridotto numero di istituti che verrà implementato, l’ambiente di apprendimento e l’organizzazione della
didattica. In particolare, in quanto tocca gli aspetti strutturali del fare scuola, intesi come trasmissione e
costruzione delle conoscenze, si propone di: condividere e scambiare contenuti; favorire la preparazione della
lezione, a cura dei docenti, con linguaggi multimediali; sviluppare una comunicazione multimediale.
Obiettivo primario è integrare la classe, luogo caratterizzante del linguaggio formale, con l’azione informale,
prevalente nell’azione formativa complessiva dei “nativi digitali”. L’estensione della dimensione spaziale
dell’ambiente dovrà coniugarsi con la continuità della dimensione temporale, anche grazie a una comunicazione
continua tra gli attori, docenti ed allievi, del processo di insegnamento-apprendimento.
Tra l’altro ciò permetterà collegamenti on-line tra scuole diverse, anche per allargare i confini dell’aula, ed
estenderà la dimensione temporale della scuola anche con il mobile learning.
Sarà possibile la differenziazione individuale dei percorsi di apprendimento e degli ambienti di lavoro on-line per i
compiti a casa. In buona sostanza si tratta di definire nuovi linguaggi di comunicazione e di apprendimento sia per
l’insegnante, inteso come “digital immigrant”, che per gli allievi, veri “digital native” e tentare di colmare l’attuale
lacuna di comunicatività.
Si cercherà in tal modo di prevenire l’abbandono e l’insuccesso scolastico e rendere gli studenti protagonisti sia
nell’uso degli strumenti digitali che nella costruzione delle conoscenze.
Successivi sviluppi vedranno, considerata la strategicità del piano, l’estensione dello stesso alla Scuola Primaria e
alla Secondaria di II Grado per poi portare a regime l’integrazione delle azioni a tutte le classi degli istituti coinvolti.
Si parlerà pertanto, entro il limite di un biennio, di passare dalle Cl@ssi alle Scuole 2.0.
LAVORI DI GRUPPO
1) AMBIENTI DI APPRENDIMENTO INNOVATIVI
L’uso di setting innovativi – che integrano la LIM con altri strumenti come risponditori, tavoli
interattivi, tablet PC, ecc. – per creare ambienti che alternano contesti di apprendimento in
presenza e online sono sufficienti per sviluppare strategie di apprendimento incentrate sull’alunno
e sulla capacità di cercare, elaborare, analizzare e sintetizzare informazioni? L’uso di giochi ,
ambienti immersivi e augmented reality possono risultare potenziali scenari di apprendimento?
2) INDIVIDUALIZZAZIONE E PERSONALIZZAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI
La presenza diffusa delle nuove tecnologie – sia in forma di strumenti che in forma di applicazioni
Web 2.0 (wiki, blog, contenuti digitali o altro ) – e di nuovi linguaggi veicolati nei “personal learning
environments” potenziano una didattica tradizionale che privilegia un approccio attivo. Aiutano lo
studente ad identificare le proprie preferenze e a sviluppare le proprie capacità? Quali percorsi di
apprendimento personalizzati possono essere sviluppati? Quali processi di valutazione degli
apprendimenti possono essere attivati?
3) CONTENUTI DIDATTICI DIGITALI
I contenuti digitali di nuova generazione superano la tradizionale distinzione tra testo scritto e
contenuti multimediali. I learning Object sembrano essere diventati anch’essi strumenti
tradizionali: i nuovi format uniscono contesti di simulazione , ambienti di authoring, esercizi
interattivi, approfondimenti testuali. Qual è la nuova visione di prodotto editoriale per la scuola? I
contenuti autoprodotti sono la soluzione ideale per la propria didattica? Quali sono gli elementi
che ne caratterizzano il valore aggiunto? Quali standard possono consentire una disseminazione
attiva di questi prodotti rispetto a un contesto sociale e tecnologico in continuo cambiamento?
4) METODOLOGIE DIDATTICHE
Gli alunni possono sviluppare le proprie conoscenze attraverso compiti di produzione, piuttosto
che di esecuzione; attività di scambio e condivisione piuttosto che di studio individuale. Il docente
è costruttore di contesti educativi: regista che propone situazioni di problem solving, percorsi di
scoperta guidata, dei esplorazione e di simulazione. E’ solo questo il ruolo per il docente nella
didattica 2.0? Le metodologie didattiche attive permettono allo studente di assumere un ruolo
attivo nello sviluppo del proprio percorso di apprendimento: quali i punti di forza e le criticità che
caratterizzano l’apporto delle TIC nella didattica?
5) APPRENDIMENTO FORMALE - NON FORMALE (oltre i confini della classe)
L’uso di superfici digitali e dispositivi mobili, le applicazioni rese disponibili dal Web 2.0 e le
pratiche di social networking sempre più diffuse, come facilitano l’integrazione dei contesti formali
ed informali di apprendimento? Quali nuove opportunità apre la possibilità di contaminare e
connettere contesti tradizionalmente vissuti come distinti e separati? Integrazione e
iterconnessione tra i diversi attori nell’apprendimento dell’alunno: la classe, la scuola, la
disponibilità di altri ambienti e l’azione di altre agenzie di istruzione e formazione presenti sul
territorio. Come possono partecipare i genitori al processo di apprendimento del figlio?
Dalla discussione nei vari gruppi di lavoro è emerso che bisogna subito ridefinire le metodologie e
l’ambiente di apprendimento. Lo spazio riscritto può favorire l’apprendimento. La riconfigurazione
dell’ambiente, la disposizione degli arredi, sono un punto importante nel processo di
apprendimento. Si introduce il concetto di Aula diffusa con postazioni di lavoro all’interno, ma
anche all’esterno, l’ambiente di apprendimento si allarga, vive fuori dalla scuola grazie alla rete .
Bisogna costruire una rete di comunicazione che va oltre il lavoro che si svolge in classe.
Metodologie di apprendimento diversificate da allievo a allievo. Gli alunni in futuro verranno
valutati non solo in base ai contenuti, ma in base alle capacità di apprendimento.
Criticità del progetto
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La resistenza dei colleghi a rivedere i metodi e i contenuti
Preoccupazione dei docenti a non riuscire a completare i programmi ministeriali
Inadeguatezza del learning object
Risposte e soluzioni
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Il coinvolgimento dei colleghi passa attraverso un forte sostegno di MIUR, ANSAS, dirigenti,
Creazione di video tutorial
Tutoraggio dei docenti più abili tecnologicamente nei confronti di quelli meno abili con la
tecnologia
Costruzione di un ambiente di riferimento integrato in cui la rete è al centro
Utilizzazione di software al quale si può accedere in qualunque momento
L’apprendimento formale e non formale ha una parola chiave:
R
E A T I V I
A
P E R T U R A
R A
G
N A T E L A
I C O
N
A
C
A
O S - O R D I
T
U R B O L E N Z A
I D
E
A
F
L
E S S I B I
C O L L
A
B O R A Z
C
T A’
L
N E
I
T A’
I O N E
CONSIDERAZIONI FINALI
Due sono gli elementi di innovazione: il coinvolgimento dell’intero consiglio di classe (si parla, appunto,
diclassi 2.0) nel progetto e la determinazione, a posteriori, delle dotazioni tecnologiche da acquistare. Ogni
classe puٍò pendere fino a 30.000 euro per questi acquisti che possono spaziare da LIM, a netbook per i
ragazzi, e-book reader, videocamere e altri oggetti digitali o, come nel caso del progetto qui rappresentato,
strumenti “mobili” per la documentazione di attività che fotografano un vissuto locale, in questo caso
restituito con la tecnologia podcast.
Viene così valorizzata la classe nella sua piena autonomia di analisi, scelta della strategia e della tecnologia
da impiegare che diventa, in questo modo, strumentale per “risolvere un problema”. Anche il modello di
accompagnamento individuato è innovativo: non vengono infatti proposte soluzioni simili per tutti, ma si
instaura una relazione di ascolto finalizzata ad indirizzare ed orientare le scelte della classe, una consulenza
esperta che facilita la presa di coscienza del contesto in cui si opera, nelle sue potenzialità e nei suoi limiti,
andando ad incidere su questi ultimi con un inserimento mirato di tecnologie nella pratica didattica.
L’obiettivo della sperimentazione è stato quindi individuato nella creazione di ambiente di apprendimento
più stimolante per gli allievi e la parola-chiave che ha guidato tutta la fase di progettazione è stata libertà:
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Libertà per i docenti
Uso non estemporaneo e saltuario di Internet e delle tecnologie digitali nella didattica, ma parte
integrale del processo educativo proposto per aumentarne l'efficacia secondo modalità più
congeniali al mondo dei nostri studenti in una nuova dimensione educativa, interattiva e creativa.
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Libertà per gli allievi
modalità flessibile di apprendimento (mobile learning): possibilità di coniugare momenti di studio
individuale e cooperativo in presenza a momenti di lavoro cooperativo e individuale on line, con
strumenti multimediali che fanno già parte del loro mondo (telefonini, Ipod Touch, Iphone, Ipad).
Elementi di successo
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Grado di coinvolgimento e di attenzione
Padronanza dei diversi linguaggi e dei mezzi inclusi nella multimedialità
Sviluppo delle abilità cognitive attraverso le quali i ragazzi danno valore non solo al
risultato, ma anche al processo con cui ad esso si giunge
Avvicinamento dei linguaggi della scuola e dei ragazzi
La riflessione del C. d. C. sulle trasformazioni implicite ed esplicite che il contesto apporta
alla comunicazione didattica
La conferma delle potenzialità inclusive delle nuove TD.
Alcune problematiche
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Sforzo di rivisitazione didattica
Radicale cambiamento dell’ambiente di apprendimento e degli strumenti utilizzati
Parziale modifica dei curricoli
Diverse modalità di integrazione con gli studenti
Necessità di dedicare ore a:
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programmazione, monitoraggio,
ideazione di percorsi che coinvolgano più discipline e più docenti,
aggiornamento e personalizzazione del software in uso,
ricerca e sperimentazione di nuove soluzioni tecnologiche,
manutenzione delle tecnologie in uso.
Importante è documentare in itinere , selezionare quanto è più interessante dell’esperienza: le
attività in classe, il setting educativo, i materiali didattici, la partecipazione degli studenti, il clima,
la motivazione, ecc. Tutti questi sono elementi da annotare e documentare.
Iniziare con il far vedere com’era il setting prima e dopo, documentare la lezione Cl@sse 2.0 e
confrontarla con una lezione classica. Chiedere agli alunni le loro impressioni.
PASSAGGIO DALL’IDEA AL PROGETTO
Partire con avvertenza e consapevolezza.
Sono consapevolezze basilari per un’efficace progettazione:
1)
2)
3)
4)
5)
contributo delle TIC alla ristrutturazione della scuola come ambiente di apprendimento
l’innovazione perseguita e attesa tramite le TIC
la metodologia più funzionale alla riqualificazione dell’insegnamento tramite le TIC
diffidenza critica nei confronti del “magismo” tecnologico
preferenza e soluzioni tecnologiche di non ostile accessibilità
Per attuare il progetto di Cl@sse 2.0 bastano essenzialmente: un computer, un proiettore ed una
rete.