Ponte dei Servi, messa per i suicidi

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Ponte dei Servi, messa per i suicidi
42 domenica 1 novembre 2015
Valli Giudicarie e Rendena
l'Adige
Condino: tanta gente e tanti colleghi alle esequie nella Pieve di Maria Assunta
Fiavé: il cane è di una signora disabile, disperata. Ricompensa a chi lo trova
Una folla per l’addio a Zini «cacciatore di notizie»
È sparita «Nami», un bovaro del bernese
L’addio a Zini (foto Sai)
CONDINO - Una folla commossa ha accompagnato Ettore Zini nell’ultimo viaggio, nella pieve di Maria Assunta e nel cimitero di Condino,
dov’è stato sepolto. Tanta gente comune, e poi i suoi colleghi del Giornale delle Giudicarie ed alcuni amministratori pubblici, si sono stretti alla sorella Claudia, alla moglie Nadia ed alla figlia Lara. «È tornato
a casa», ha sottolineato don Vincenzo Lupoli, parroco del paese del
basso Chiese, che insieme al decano di Tione ha celebrato le esequie.
Infatti la prima parte della vita Ettore l’ha vissuta a Condino, prima di
trasferirsi a Tione. Al termine della messa la collega Sandra Mattei
(della redazione valli del quotidiano Trentino, per cui Ettore ha lavorato negli ultimi quattro anni) ha ricordato il giornalista di inchiesta,
capace di scovare le notizie e di dare voce a chi non ne ha, voglioso
di trovare scandali e scandaletti. «Quando è venuto in redazione a
chiedere se avessimo bisogno di un corrispondente - ha raccontato
- gli abbiamo detto: guarda che paghiamo poco. “Dei soldi parliamo
più avanti. A me interessa scrivere”, ha risposto”. Questa è passione.
Nami, la cagnetta sparita
FIAVÈ - Cerca disperatamente la sua Nami, un bovaro del
bernese di quasi 1 anno, smarrito a Fiavè. Il cane è di una
signora disabile che è disperata, si rifiuta di mangiare e piange
tutto il giorno. La cagna è sparita giovedì sera verso le 23 e ora
un gruppo di volontari la sta cercando ovunque e ha diramato
un appello perché se qualcuno vede l’animale lo segnali,
chiamando il numero 349/3407617 (Alison Milani) a qualunque
ora del giorno o della notte.
Il gruppo cerca anche volontari che aiutino nella ricerca, magari
impegnando cani da fiuto e chiede l’aiuto di cercatori di funghi
ed escursionisti, perché intorno al paese ci sono boschi e campi.
Viene offerta inoltre una ricompensa in denaro (non
quantificata) a chi troverà il cane o lo restituirà. Tra l’altro, Nami
- che è molto timida e paurosa - ha problemi di salute e deve fare
accertamenti.
Il numero di microchip sul cane è 380260042452284.
Ponte dei Servi, messa per i suicidi
Da gennaio cinque persone nel vuoto
Presto in arrivo le reti di protezione
GIULIANO BELTRAMI
SAN LORENZO
Ciuìga protagonista
SAN LORENZO IN BANALE - Continua per l’intera giornata di
oggi la sagra della ciuìga: le antiche ville di San Lorenzo sono
invase da stand, sapori, musica e naturalmente dal profumo
legnoso delle ciuìghe del Banale, l’insaccato della cucina povera
di un tempo, diventato oggi presidio slow food.
Le associazioni locali e la Pro loco animano il borgo, mentre i
ristoranti propongono menù a tema, a base di ciuìga. Inoltre è
possibile anche assaggiare e acquistare prelibatezze locali al
«Mercato del Buon Cibo e del Bel Paese» dove saranno in
mostra, e in vendita, altri prodotti tipici, mentre nell’angolo de «I
profumi e sapori dal borgo» verranno abbinati i prodotti del
territorio a vini e grappe.
E poi a completare le possibilità di intrattenimento, musica
popolare, e giri in carrozza per visitare le frazioni di San
Lorenzo, membro del club dei Borghi più Belli d’Italia, concerti e
giochi per bambini e ragazzi.
GIUDICARIE - Un’altra notte ha steso
la sua pesante coperta sul mondo;
un’altra aurora l’ha tolta. Sul Ponte
dei Servi sostano le camionette dei vigili del fuoco e le auto delle forze dell’ordine. Quando accade, capisci che
alla porta di un’altra famiglia bussa il
dolore.
«Dal primo gennaio», ci racconta Pietro Amorth, operatore sociale che da
anni ha preso a cuore la vicenda dei
suicidi al Ponte dei Servi, «sono cinque le persone che si sono gettate nel
vuoto».
L’anno prossimo il manufatto celebrerà i suoi sessant’anni di servizio, e
non è il caso di fare la conta delle persone che hanno deciso di chiudere il
conto con il disagio di vivere gettandosi dagli 86 metri di altezza di quello che, appena realizzato, «era il viadotto più alto d’Italia», come ci spiega Ennio Lappi, storico di Stenico che
sul ponte e i suoi predecessori ha effettuato uno studio.
Ma non è il caso oggi di soffermarci
su progetti, ditte, inaugurazioni e caratteristiche tecniche. Ieri pomeriggio don Marcello Farina (prete, filosofo, profondo conoscitore dell’animo
umano e pure della nostra società) ha
celebrato la messa per i suicidi, per
quelli che un tempo non trovavano
nemmeno posto nei cimiteri, proprio
al Ponte dei Servi, che sta nei pressi
delle terme di Comano, all’imbocco
della strada che porta a Villa, San Lorenzo in Banale, e da qui sull’altipiano della Paganella. Una cinquantina i
presenti (nella foto di Gianni Beordo),
tra parenti e amici di chi ha lasciato
la vita prima che fosse il momento,
gettando nel dolore tante persone, accorsi ad ascoltare parole di conforto
e speranza, da chi le sa dire.
A organizzare la celebrazione è stato
Pietro Amorth, con la sua Associazione culturale «Officina dei sogni», che
insieme a «Trentino Book Festival» organizzò alla fine di aprile di due anni
fa il primo momento pubblico di riflessione intitolato «Un ponte di speranza», con sottotitolo «Confronto sui
fenomeni suicidari nelle valli Giudicarie».
In quell’occasione fu presentato un
progetto (redatto da un giovane studente di ingegneria) per la realizzazione di reti e di illuminazione, per
scoraggiare chi decide di utilizzarlo
per passare da una sponda all’altra
della vita. Da allora non ha mai smesso di spingere per raggiungere l’obiettivo: ha parlato con sindaci, consiglieri ed assessori provinciali.
Con l’assessore Mauro Gilmozzi ha
scambiato alcune mail. «Sono a informarla - scriveva nella penultima - che
alle 4 della mattina di sabato 22 agosto 2015 un’altra persona si è lanciata dal Ponte del Doss da Servi, com-
piendo quello che io chiamo ormai da
troppo tempo l’interminabile salto».
Mail accorata con domanda conclusiva: «Le chiedo cordialmente: quando inizierete l’intervento di messa in
sicurezza del Ponte del Doss da Servi?».
Da Gilmozzi, dopo una riflessione sulla vita e sulla morte, giungeva l’invito a non confondere il tema della sicurezza e della funzionalità delle infrastrutture con le cause dei suicidi,
«altrimenti non faremmo più ponti, né
ferrovie, né grattacieli».
Ad ogni buon conto assicurava: «Ho
fatto predisporre un progetto dall’Agenzia per le Opere Pubbliche provinciali, per la realizzazione di una
barriera di protezione che vada oltre
il livello dei parapetti del ponte. Il progetto è stato visionato dai sindaci di
Comano Terme e Stenico. È stato anche presentato alla Soprintendenza
dei beni culturali e architettonici per
le valutazioni di competenza, essendo il Ponte del Doss dei Servi sotto la
tutela dei beni culturali».
Ora la meta per Pietro Amorth si avvicina: infatti Mauro Gilmozzi (assessore provinciale alle grandi opere)
spiega: «Abbiamo ottenuto il parere
positivo della Soprintendenza ai beni culturali e dei Comuni. A questo
punto la settimana prossima emetteremo i bandi per la realizzazione delle barriere. Nei primi giorni di dicembre partiranno i lavori».
Tione | Minoranze: «La vicepresidenza reintrodotta di Asm non serviva proprio»
Coltura | Un video con gli alunni di un tempo, prima che l’edificio sparisca
Poltrona non gradita
Vecchi ricordi di scuola
DENISE ROCCA
TIONE – Altro consiglio comunale lampo a Tione, durato poco più di mezz’ora, con due
interpellanze dei gruppi di minoranza a provocare qualche
scambio di battute.
Anzitutto la questione della
vicepresidenza nella municipalizzata Asm: lo statuto dell’azienda non prevedeva la
nuova figura del vicepresidente, dal 1993, ma questa è stata invece reintrodotta con la
modifica dello statuto votato
venerdì dalla maggioranza in
carica.
R5090502
Un allargamento delle poltrone poco gradito di questi tempi. La giustificazione della
maggioranza in carica è che
la carica è stata richiesta della Camera di Commercio, ma
alle minoranze la cosa non è
andata giù.
«Potevano spendere meglio
queste risorse, anche se non
sono ingenti - protestano - magari destinandole a interventi di carattere sociale a favore di persone disagiate o trasferendole, potendo, al Comune per servizi di utilità pubblica. Uno spreco di denaro
pubblico».
L’altra interpellanza presen-
tata riguarda la gara dei lavori di rifacimento dei marciapiedi nel tratto di strada compreso tra l’ex Eurospar e via
S. Vigilio: le minoranze chiedono lumi perché le modalità
della gara non rispetterebbero le norme sulla trasparenza
amministrativa.
«Non è stato pubblicato nessun bando sul sito del comune di Tione - spiega il consigliere Adriano Accili - per pubblicizzare la gara, quindi né i
cittadini né le ditte sapevano
nulla. Inoltre non c’erano le
tabelle che elencano contratti di lavoro, servizi, forniture,
acquisti e appalti che il comune ha sostenuto e dovrà sostenere e nemmeno la predisposizione di una programmazione dei lavori pubblici
previsti. Tutti requisiti di legge».
Se gli amministratori di maggioranza nicchiano, le minoranze ironizzano: «La risposta
del sindaco Gottardi non ci
soddisfa - spiegano dai banchi dell’opposizione con sarcasmo - ci hanno detto che un
po’ è colpa del sito internet
del comune poco chiaro e un
po’ degli uffici tecnici.
Per ora, comunque, con i lavori di rifacimento hanno costruito un bello scivolo nei
pressi dell’aiuola con la fontana chissà che grazie a neve
e ghiaccio quest’inverno non
aumentino le cadute e quindi
gli accessi all’ospedale».
COLTURA - La scuola di Coltura, nel comune di Ragoli, sarà
rasa al suolo e ricostruita per
accogliere le associazioni:
l’edificio, ormai fatiscente, è
«condannato», ma ai muri sopravviveranno le memorie e i
pensieri dei tanti bimbi che l’hanno frequentata. Grazie ad
un video dal titolo «La scuola
in una stanza» di Roberta Bonazza e Giacomo Stoffella, e a
un balzo indietro nel tempo:
una classe di bimbi di allora è
tornata a stringere gambe
adulte e fianchi cresciuti, fra
gli stretti banchi in legno della vecchia aula.
Dietro la cattedra un maestro
molto speciale: Quinto Antonelli, della Fondazione Museo
Storico del Trentino, che si è
seduto a raccontare la storia
della scuola di Coltura e, assieme ad essa, quella di tante
piccole scuole di tutto il Trentino.
È da quel 1774 nel quale Maria
Teresa d’Austria introdusse la
Scuola popolare e l’obbligo
scolastico per tutti i bambini
dell’Impero dai 6 ai 12 anni,
che prende avvio la storia della formazione scolastica trentina. Ma non ancora per la
scuola di Coltura: perchè allora l’area era sotto il governo
del Principe Vescovo. La piccola scuola in quello che oggi
è il comune di Ragoli dovette
aspettare il 1814, dopo la decadenza del Principato vescovile quando il Trentino inizia
a fare parte dell’Austria, per
vedere i natali ufficiali. Ecco
che ovunque si diffonde l’obbligo scolastico e tante piccole scuole del territorio iniziano, allora, ad essere gestite ed
organizzate dalla Chiesa. E sarà poi nel 1869 che nascerà la
scuola elementare così come
la conosciamo oggi.
Ed è qui che la storia, nell’aula di Coltura, si è mescolata alle memorie: ognuno ha portato il suo ricordo, dalle bacchettate sulle mani alle maestre
amorevoli, dalle lezioni di economia domestica all’importanza della religione, del comportamento e della bella scrittura. Si sono confessati anche i
monelli del tempo, quelli che
in castigo fuori dalla porta perché il banco degli asini era
già stato occupato - rubavano
la moto del maestro, o quelli
che proprio di studiare non ne
avevano voglia e con ansia attendevano l’esonero scolastico, introdotto più avanti nel
tempo per permettere ai ragazzini delle famiglie contadine di partecipare all’economia
della casa nei momenti di maggiore lavoro nei campi.
I ragazzini di allora si sono presentati ancora una volta nella
loro aula di scuola, seduti fra
i banchi, ognuno col suo ricordo di quegli anni formativi: la
cartella, le pagelle, il pennino
per scrivere, i diari che col Fascismo divennero strumento
di controllo. Teneramente ricostruiti nel video di Bonazza
e Stoffella, i ricordi degli alunni di Coltura rimarranno per i
posteri, ben oltre l’edificio dove nacquero.
D.R.