Catalogo Materia_Illuminata

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Catalogo Materia_Illuminata
Roma, Caffè Letterario, 7/28 novembre 2014
marillina fortuna
JUNK
collection
LA MATERIA ILLUMINATA
JUNK collection
1
LA MATERIA ILLUMINATA
ILLUMINATED MATTER
Il titolo dell’esposizione La materia illuminata, entra dentro
la profondità della parola illuminazione per racchiudere due
percorsi ben distinti di ricerca e sperimentazione.Il design e
l’ illuminazione tecnologica da un lato, l’arte e l’ illuminazione
esistenziale dall’altro: due modalità differenti di intendere e
creare luce che, nel confronto/scontro espositivo, interagiscono innescando molteplici spunti di riflessione, attraverso
una diversa, profonda poetica.
The title of the exhibition Illuminated Matter delves deep into
the word illumination to encapsulate two separate pathways of
research and experimentation. Design and lighting on the one
hand, art and existential enlightenment on the other: two different
ways to understand and create light which, in the dialogue/
confrontation of the exhibition, interact by generating many
elements for reflection, through a different, profound philosophy.
I protagonisti sono la collezione di lampade Archetto, design
Theo Sogni per Antonangeli Illuminazione e l’arte della Junk
Collection di Marillina Fortuna, che nasce dall’assemblaggio
di frammenti e oggetti di scarto che il mare riporta a riva.
Da una parte la ricerca, la qualità e l’innovazione della luce
artificiale, dall’altra la luce come interiorità della materia,
disvelata attraverso l’azione dell’artista su di essa.
Se per Antonangeli le lampade presentate parlano da
sole esprimendo essenzialità, estetica e la funzionalità
dell’oggetto-luce, destinato ad illuminare gli spazi interni ed
esterni, per Marillina Fortuna dobbiamo sottolineare la vita
vissuta nelle storie prodotte ad arte, la dignità restituita alla
materia trovata, gettata da altri perché ritenuta senza valore,
da lei creativamente ri-assemblata.
The exhibition features the collection of Archetto lamps,
designed by Theo Sogni for Antonangeli Illuminazione, and
the art of the Junk Collection by Marillina Fortuna, which
springs from the assembly of fragments and discarded
objects washed ashore by the sea. On the one side there is the
research, quality and innovation of artificial light, while on the
other, there is light as the inner element of matter, revealed by
the artist’s own intervention on the same.
While for Antonangeli, the lamps on display speak for
themselves in expressing the simplicity, aesthetics and
functionality of the light-object, destined to illuminate interiors
and exteriors, for Marillina Fortuna, we must underline the life
experience in the stories expressed in art, the dignity returned
to the found material, discarded by others as worthless, but
creatively reassembled by the artist.
Possiamo parlare di design vs arte, illuminazione artificiale
vs illuminazione esistenziale, luce visibile vs luce non visibile
all’occhio umano, lavorazione tecnologica vs manualità
artistica, esteriorità vs interiorità, estetica della bellezza vs
estetica della vita, multiplo vs unicità. Tuttavia la concezione
della luce per Antonangeli e la concezione dell’opera
d’arte per Marillina Fortuna, arrivano qui ad un risultato,
inaspettatamente prossimo. Sono opposti che, andando al di
là dei soliti cliché espositivi, si “con-fondono”: dalla materia
alla luce, alla luce della materia…
We can talk about design vs. art, artificial lighting vs.
existential enlightenment, visible light vs. light invisible
to the human eye, technological production vs. artistic
craft, the exterior vs. the interior, aesthetics of beauty vs.
aesthetics of life, multiple vs. uniqueness. However, the
concept of light for Antonangeli and the concept of the
artwork for Marillina Fortuna here achieve a result that
is unexpectedly related. They are opposites which, going
beyond the usual exhibition clichés, merge from matter to
light, to the light of matter…
Pamela Cento, 2014
Pamela Cento, 2014
II
shiro alga carta - JUNK collection
“La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi e resta
per noi incomprensibile come la causa prima onde origina la
vita, può essere conosciuta soltanto in un completo abbandono
all’inconscio. Io affermo che chi segue questa legge creerà la vita
vera e propria…”.
Così scriveva – e praticava nel suo fare arte - Jean Arp nei primi
decenni del secolo scorso, quando Dada prima e il Surrealismo poi
avevano lacerato il rigido sipario tra ragione e follia, tra conscio e
inconscio trovando proprio in quella terra incognita le radici della
creazione. Le radici dell’arte. E non solo. Il caso e la necessità,
avrebbe poi affermato – da biologo alieno da tentazioni dottrinarie
di alcun tipo - Jacques Monod, identificando nel loro misterioso
connettersi la spinta evolutiva, la ragione della fantasmagorica
differenziazione degli esseri viventi: “ Il caso puro, il solo caso,
libertà assoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio
dell’evoluzione: oggi questa nozione centrale della Biologia non è
più un’ipotesi fra le molte possibili o perlomeno concepibili, ma
è la sola concepibile…” scriveva ne Il caso e la necessità (1970).
Ecco, fra questi due termini – arte e scienza, cultura e natura – si
pone l’itinerario di Marillina Fortuna, il suo raccogliere “residui”
di incessanti metamorfosi nate dal vento, dall’acqua, dal clima e
dall’ambiente, ma anche dall’agire umano, dal suo peregrinare
sulla terra, dal suo consumare, usare, abbandonare…E, del resto,
non era questo uno dei significati primari di quell’intensa stagione
dell’arte e del pensiero che andò sotto il nome di Arte povera, Land
Art, Environmental ecc…? Anche allora si stabilì un rapporto vitale
e fecondo fra l’artista e la realtà vera, concreta: realtà di stracci e
sassi, di sabbia e vento, di memoria e stratificazione semantica. (…)
Come scrisse Germano Celant nella mostra torinese del 1969
che rivelò alla pigra platea italiana la densità e la profondità di
quel movimento, “L’arte povera si manifesta essenzialmente nel
ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni per ridurli ai
loro archetipi…”.
Un impoverimento di segni che non vuol dire diminuzione
bensì “riduzione all’essenza”, a quel che resta dopo le infinite
manipolazioni operate dalle mani e dalla mente. Un ritorno al
principio dopo l’avventura e la peregrinazione, come Ulisse
che torna a “baciare la sua pietrosa Itaca”: restituito alle pietre
originarie, al paesaggio dal quale è nato e al quale – finalmente –
ritorna. Ma i dieci anni di quel viaggio non possono scomparire e,
allora, il suo occhio guarderà quelle pietre in altro modo, con una
diversa consapevolezza. Comprenderà che il suo habitat pietroso
è qualcosa di unico, delicato e fragile, che può andare perduto da
un momento all’altro.
In fondo, credo che questo intendesse Omar Calabrese quando,
per la mostra genovese del marzo 2008, affermava che il lavoro
di Marillina “dà espressione a una specie di idea dell’‘eterno
ritorno’”, poiché “quel che viene buttato ha la possibilità di
ri-accedere al proprio ambiente di partenza e di ‘tornare’ –
da vecchio che era stato valutato – completamente ‘nuovo’.
Parafrasando Lavoisier… nella cultura, come in natura, nulla si
crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma…”.
“The ‘law of chance,’ which embraces all laws and is unfathomable,
like the first... can only be experienced through complete devotion
to the unconscious. I maintained that anyone who followed this law
was creating pure life.”
Thus wrote – and practiced in his art – Jean Arp in the early decades
of the last century, when first Dada and then Surrealism had
ripped through the rigid divide between reason and folly, between
the conscious and the unconscious, finding in that precise terra
incognita the roots of creation. The roots of art. And that’s not
all. As Jacques Monod – a biologist alien to all kinds of doctrine
– would later assert, the evolutionary impulse, the reason for the
phantasmagorical differentiation of living beings is identified in
chance and necessity and in their mysterious connecting: “The pure
contingency, only the chance, absolute freedom but blind, even in
the root of prodigious structure of evolution; this central notion of
the modern biology now no more hypothesis, among the others
possible or less assumable. It is the only assumable…” he wrote in
Chance and Necessity (1970). Here, between these two terms – art
and science, culture and nature – is Marillina Fortuna’s pathway,
her gathering of “residues” of restless metamorphoses born of
the wind, water, weather and the environment, as well as of man’s
actions, his wanderings on earth, his consumption, use and casting
aside… And, moreover, was this not one of the primary meanings
of that intense movement in art and thinking that went under the
name of Arte Povera, Land Art, Environmental Art, etc.? Even then,
a vital and fruitful link was forged between the artist and concrete
reality. The reality of rags and stones, of sand and wind, of memory
and layers of meaning: just think of Joseph Beuys anthropological
“findings”, of those sledges and that felt which narrated how man
was also a shaman and haruspex, a cross between the naked,
defenceless creature and almighty nature…
As Germano Celant wrote about the Turin exhibition of 1969, which
revealed the density and depth of that movement to the passive
Italian public, “Arte Povera is essentially reducing to minimum terms,
impoverishing signs to reduce them to their own archetypes…”.
An impoverishment of signs that does not mean diminishment
but “reduction to the essence”, to what remains after infinite
manipulations by hands and the mind. A return to origins after
adventure and peregrination, like Odysseus who comes back to
“kiss his stony Ithaca”, back to the original stones, to the landscape
from which he was born and to which he – finally – returns. But the
experience of his ten year journey cannot be ignored and, so, his eye
will look at those stones in a different way, with a different awareness.
He will understand that his stony habitat is something unique, delicate
and fragile, which may be lost from one moment to the next.
Basically, I believe this is what Omar Calabrese meant when,
regarding the exhibition in Genoa in March 2008, he stated that
Marillina’s work “gives expression to a sort of idea of eternal
return”, since “what is discarded can regain access to its original
environment and ‘come back’ completely ‘new’ from the old it had
once been. To paraphrase Lavoisier… in culture, like in nature,
nothing is lost, nothing is created, everything is transformed”.
6
Il paesaggio cui ritorna Marillina non è un’isola greca di tremila
anni fa; non è il giardino dell’Eden incontaminato e fecondo. Il
suo paesaggio è stato abitato, trasformato, abusato e sfruttato.
E’ un paesaggio di “residui”, di “spazzatura”. Come lei stessa
chiarisce, “Il mio residuo, il Junk, è materia prima che utilizzo
così come è stata abbandonata e lavorata dalla natura (il mare,
il vento, le rocce…)…”. Ma è anche “qualcosa che rimane di una
produzione: di fatto non è quasi mai un oggetto riconoscibile,
bensì traccia di qualcos’altro, scartata da una lavorazione:
lasciata, abbandonata. Possiamo riconoscerne le origini, capire
cos’è grazie all’esperienza e alla conoscenza…”.
Un reperto, allora, che ha perduto la sua ragion d’essere e può
quindi diventare qualsiasi cosa se lo si inserisce in un diverso e
nuovo spazio mentale e reale. Dallo “spazio indeciso” come lo
definisce Gilles Clément nel Manifesto del Terzo Paesaggio, il
residuo di Marillina “viaggia” e si deposita in uno spazio privilegiato,
diventando, scrive l’artista,“protagonista. Nell’assemblaggio
infatti, il residuo si evolve, andando a formare storia: figure in
movimento, giardini immaginari e immaginati, spazi conclusi ma
spesso in movimento, liberi di produrre senso”.
E saranno allora Lands e Flowers, terre e fiori, isole e giardini, da
leggere come “scorci, riaffioramenti, ricordi, viaggi immaginari
ma possibili, figure che prendono forma e che vivono e possono
vivere sempre grazie all’acqua: terre che emergono dal mare (la
serie delle Isole), città (Milano vicina all’Europa), fiori sempre
in movimento (Oltre il giardino, Il vento fa il suo giro), pesci
(Princesse)…, nuovle illuminate (la serie dei Lighting Sky)”.
Un mondo nuovo e fantastico che rimanda tuttavia alle origini:
terra, acqua, aria. Gli elementi primari della vita e delle vite del
pianeta e dei suoi abitanti, siano essi piante, animali, uomini. Ed
è qui, in questo mondo nuovo creato dai resti e dagli scarti, che
si leva – inevitabilmente – il grido d’allarme di Marillina: fino a
quando la “spazzatura”, sia essa concreta o mentale, potrà essere
recuperata e rivitalizzata? Fino a quando il fragilissimo equilibrio
del nostro habitat reggerà agli insulti e alle devastazioni? Fino a
quando la materia che ci sostiene e si evolve resisterà allo spreco,
alla dissipazione, all’abbandono? Ecco allora la necessità che
dall’incolto, dall’abbandonato, dal perduto, si passi al protetto,
al salvaguardato, al conservato. Un monito per la salvezza e del
mondo e dei suoi, troppo spesso, immemori abitatori…
The landscape to which Marillina returns is not a Greek island of
three thousand years ago; it is not the unspoilt, fertile Garden of
Eden. Her landscape has been inhabited, transformed, abused
and exploited. It is a landscape of “residues”, of “junk”. As she
clarifies herself, “My residue, my Junk, is the raw material I use,
which has been abandoned and transformed by nature (the sea,
the wind, the rocks, etc.)…”. But it is also “something left over from
production. In fact, it is hardly ever an identifiable object, but the
trace of something else, the waste material of a process – left
behind, abandoned. We can recognise its origins, understand what
it is thanks to experience and knowledge…”
A finding, then, which has lost its reason for existence and can
therefore become anything if it is placed in a different and new
mental and actual space. From the “undecided space” as defined
by Gilles Clément in Le Manifeste du Tiers Paysage , Marillina’s
residue “travels” and comes to rest in a privileged space, to
become a “protagonist”, as the artist writes. “In fact, in assembly,
the residue evolves, contributing towards a story: moving figures,
imaginary and imagined gardens, finished spaces but often in
motion, free to produce meaning”.
And so it will be Lands and Flowers, islands and gardens, to be
interpreted as “glimpses, appearances, memories, imaginary yet
possible journeys, figures that take shape and that live and can
always live thanks to water: lands that emerge from the sea (the
Islands series), cities (Milano vicina all’Europa – Milan close to
Europe), flowers always in motion (Oltre il giardino, Il vento fa il suo
giro – The wind circulates), fish (Bonjour Princesse !-Good mornig
Princess!)… illuminated clouds (the Lighting Sky series)”.
A new and fantastical world that nonetheless recalls its origins –
land, water and air. The primary elements of life and the lives of
the planet and its inhabitants, be they plants, animals or humans.
And from here, in this new world created from residues and waste,
comes Marillina’s inevitable wake-up call: how long can “junk”,
whether actual or fictional, be recovered and revived? How long
can the ultra fragile equilibrium of our habitat withstand abuse and
devastation? How long can the matter that sustains us and evolves
survive the waste, squandering and abandonment? Hence the
need to move from neglect, dereliction and loss to protection and
conservation. A call to save the world from its too often careless
inhabitants…
Anty Pansera
Anty Pansera
Note bibliografiche
Bibliographic notes
Jacques Monod, Il caso e la necessità. Saggio sulla filosofia naturale della biologia
contemporanea (Le hasard et la nécessité,1970 ). Oscar Saggi Mondadori, Milano 1996
Germano Celant (1969), Arte Povera. Earth Works - Impossible Art - Actual Art Conceptual Art, (New York) Milano, Mazzotta (poi Torino, Allemandi, 1989).
Omar Calabrese, Marillina Fortuna, Junk Collection IN DIVENIRE, Loggia dei
Mercanti, Genova, marzo 2008
Gilles Clément, Le Manifeste du Tiers-Paysage, 2003, Editions Sujet/Objet, Paris/
Manifesto del Terzo Paesaggio, (a cura di Filippo De Pieri), Quodlibet, Macerata, 2005
Jacques Monod, Chance and Necessity: Essay on the Natural Philosophy of Modern
Biology (Le hasard et la nécessité, 1970). New York, Alfred A. Knopf, 1971
Germano Celant, Arte Povera. Earth Works – Impossible Art – Actual Art – Conceptual
Art, (New York) Milan, Mazzotta, 1969 (later Turin, Allemandi, 1989).
Omar Calabrese, Marillina Fortuna, Junk Collection IN DIVENIRE, Loggia dei
Mercanti, Genoa, March 2008
Gilles Clément, Le Manifeste du Tiers Paysage, Paris, Editions Sujet/Objet, 2003 /
Manifesto del Terzo Paesaggio, (edited by Filippo De Pieri), Macerata, Quodlibet, 2005
JUNK collection
mediterranean people (LED) / 2010 / 230X201cm
JUNK
fish n36/91
8
JUNK collection
chi mi ama mi segua n° 4 / 2014 / 120X100cm c.a.
JUNK
fish n41/174
IV
shiro alga carta - JUNK collection
JUNK collection
11
grande capo (LED) / 2010 / 152X92 cm
JUNK
fish n32/71
JUNK collection
13
bonjour princesse! (LED) / 2014 / 180X90 cm
JUNK
fish n42/175
14
JUNK collection
la vendetta di cenerentola / 2011 / 52x52 cm
il sogno di cenerentola / 2011 / 52x52 cm
ISOLA (…)
Luogo in cui nascondersi.
Rifugio: a cui confidarsi.
Rifiuto di perdersi in orizzonti complessi.
Ansia di ritrovarsi, dentro i confini del mondo.
Pace per gli occhi e per il cuore.
Silenzio assordante di cicale nella vibrazione blu che si perde, sull’ansa dorata.
Rumore leggero.
Ossigeno per la testa.
Fulmine a ciel sereno.
Anima dentro l’essere.
Cuore che palpita, in attesa di essere corrisposto.
Geografia in superficie.
Storia nelle viscere.
Isola: (sostantivo femminile).
JUNK
lands n46/141
lands n47/142
ISLE (…)
Somewhere to hide.
A refuge where to seek comfort.
Refusal to get lost, in complex horizons.
Fear to find oneself, once again, within the borders of the world.
Peace for the eye as well as for the heart.
Echoing silence of cicadas In a vibration blue fading away on a golden meander.
A light noise.
Like oxygen to the mind.
Lightning from a clear-blue sky.
Spirit within the being.
A throbbing heart awaiting response.
Geography on the surface,
History in depth.
Isle: (a female noun).
M.F. 2009
JUNK collection
17
piccole isole crescono / 2010 - 2011 / 17x17 cm
JUNK
lands
angela.
piccole isole crescono n6
icara.
piccole isole crescono n20
fiamma e le sue sorelle.
piccole isole crescono n5
18
JUNK collection
pacifica.
piccole isole crescono n4
arianna.
piccole isole crescono n9
libera.
piccole isole crescono n13
vittoria.
piccole isole crescono n19
gagliarda sapienza.
piccole isole crescono n18
luna.
piccole isole crescono n15
vulcanica.
piccole isole crescono n11
milano, vicina all’europa / 2010 / 152x152 cm
JUNK
lands n17/90
MILANO, VICINA ALL’EUROPA. (2010)
La pianta della città di Milano è rappresentazione topografica
ma nello stesso tempo elemento biologico. Proiettata verso le
tematiche dell’Expo 2015, è una Milano che fa i conti con
il futuro, ritornando al passato: con l’acqua (riemersa)
dei Navigli di Leonardo, gli alberi, i prati, i terreni in-colti.
The plan of Milan is meant both as a topographic representation
and as a biological element. In the latter sense, it seems projected
towards the topics characterizing Expo 2015: moving to the future,
taking a look at its past with the water of its Navigli
(Leonardo da Vinci’s project), its trees, lawns, lands.
M.F. 2010
20
JUNK collection
il terzo paesaggio / 2010 / 82x82 cm
JUNK
lands n33/119
IL TERZO PAESAGGIO (2010)
Un giardino simbolico, nasce dai resti di una città onirica in cui
la natura si mostra mentre si ri-appropria del suo spazio.
L’opera è un tributo al lavoro del paesaggista francese Gilles
Clément, che definisce ‘il terzo paesaggio’ come il rovescio
del mondo organizzato, territorio rifugio delle diversità,
sintesi di un pensiero ecologico puro.
A symbolic garden which rises from the ruins of a town, or a
dream space where nature unveils, while it vigorously takes
possession of its space. It is a quotation as well as a tribute to
the work by the French landscapist Gilles Clément, who defines
the Third landscape as the reverse side of the organized world,
the shelter of diversities.
M.F. 2010
JUNK collection
23
spring is coming / 2011 / 62x62 cm
deep summer / 2011 / 62x62 cm
JUNK
lands n49/145
lands n50/146
24
JUNK collection
fall, in love. / 2010 / 62x62 cm
w-inter / 2010 / 62x62 cm
JUNK
lands n16/88
lands n15/87
JUNK collection
25
oltre il giardino n9 (in rosso) / 2010 / 92x92 cm
JUNK
lands n38/120
ORDINE
(…) un giardiniere tagliava tutto in una volta fiori appassiti e altri
appena sbocciati; li stipava in un secchio per gettarli.
ll proprietario se ne accorge e si allarma:
“Perché sta tagliando i fiori ancora belli?”
“Mi porto avanti col lavoro, signore!”
(…) Certo, sopprimendo la causa si sopprime l’effetto, ma
sopprimere i fiori appassiti non significa solo togliere sporcizia
(rendere pulito), significa anche sopprimere i frutti, dunque i semi.
Ora, è proprio nei semi che si trova l’essenza
del messaggio biologico, quello che genera
un ordine dinamico, portatore di giardini sconosciuti.
ORDER
(…) a gardener used to cut everything, both dried and budding
flowers; he crammed them in a bucket in order to throw them away.
The owner noticed this and was worried:
“Why do you cut budding flowers as well?”
“I move forward with my job, Sir!”
(…) Sure, by removing the cause the effect is removed as well,
but removing dried flowers does not mean removing dirt (keeping clean).
It means removing fruits, and therefore seeds.
And it is precisely seeds that contain the essence of the biologic message,
which generate a dynamic order and create unknown gardens.
Gilles Clément, Le jardin en mouvement, Sens & Tonka, 1991-2007
Il giardino in movimento, ed. italiana, 2011, Quodlibet, pag. 19
JUNK collection
27
oltre il giardino in white n1 / 2014 / 92x92 cm
JUNK
flowers n50/170
28
JUNK collection
oltre il giardino in white n2 / 2014 / 92x92 cm
JUNK
flowers n51/171
JUNK collection
29
oltre il giardino in white n3 / 2014 / 92x92 cm
JUNK
flowers n52/172
30
JUNK collection
oltre il giardino in white n4 / 2014 / 92x92 cm
JUNK
flowers n53/173
JUNK collection
31
lighting free flower n1 (detail) LED / 2014 / 101x101 cm
JUNK
flowers n47/144
ASPETTANDO IL SEGUITO.
Cogliere in un solo viaggio l’equilibrio di un paesaggio.
Accedere al giardino attraverso una porta multipla aperta a coloro
che accettino di frazionare lo sguardo.
Disperdere le verità come briciole di pane sul piano di lavoro.
Non tenerne nessuna separata, ascoltarle tutte.
Improvvisamente assemblarle in una ipotesi.
Resistere alla tentazione di durare. Lasciar venire l’invenzione.
Un’altra ancora, ognuna allontana la precedente.
Accompagnare l’evoluzione.
WAITING FOR THE SEQUEL.
Seize in one journey the balance of a landscape.
Enter the garden through a multiple door.
Open for those who accept fractioning their glance.
Scatter the truth as bread crumbs on a work bench.
Not keeping them separate, listening to all.
Suddenly assemble them into a hypothesis.
Resist the temptation to last. Let invention come in.
One after another, each drives away the previous one.
Accompany evolution.
Gilles Clément, Le jardin en mouvement, Sens & Tonka, 1991-2007
/ Il giardino in movimento, ed. italiana, 2011, Quodlibet, pag. 165
JUNK collection
33
lighting free flower n1 (LED) / 2014 / 101x101 cm
JUNK
flowers n47/144
34
JUNK collection
lighting free flower n2 (LED) / 2014 / 101x101 cm
JUNK
flowers n49/152
JUNK collection
35
il vento fa il suo giro n7 / 2010 / 101x101 cm
JUNK
flowers n40/132
36
JUNK collection
il vento fa il suo giro n8 / 2010 / 101x101 cm
JUNK
flowers n41/133
JUNK collection
37
il vento fa il suo giro n9 / 2010 / 101x101 cm
JUNK
flowers n42/134
38
JUNK collection
il vento fa il suo giro n10 / 2010 / 101x101 cm
JUNK
flowers n43/135
JUNK collection
39
lighting sky n4. nuvole, di temporale. (LED) / 2014 / 40x40x10 cm
JUNK
lands n58/164
GENERATING ENERGY
L’acqua fa le nuvole.
La luce fa il paesaggio.
Il cielo è un tetto di luce e di acqua…
Il cielo è il giardino superiore.
Le nuvole sono l’acqua del cielo.
Le nuvole sono in balia dei venti…
I semi sono in balia dei venti e dell’acqua…
I semi sono in balia delle nuvole…
Grazie al Cielo!
GENERATING ENERGY
Water makes clouds.
Light makes landscape.
The sky is a roof of water and light…
The sky is the garden above.
Clouds are the water of the sky.
Clouds are at the mercy of the winds…
Seeds are at the mercy of winds and water…
Seeds are at the mercy of the clouds…
Thank heavens!
M. F. 2014 libero assemblaggio, a partire da / free poetry assembly
starting from: Gilles Clément, Nuvole / Nuages, Bayard, 2005
40
JUNK collection
JUNK collection
41
lighting sky n3. nuvole, all’aurora. (LED) / 2014 / 40x40x10 cm
JUNK
lands n57/163
42
JUNK collection
JUNK collection
43
lyghting sky n1. nuvole, di giorno. (LED) / 2013 / 30x30x10 cm
JUNK
lands n55/161
44
JUNK collection
lyghting sky n2. nuvole, di sera. (LED) / 2013 / 30x30x10 cm
JUNK
lands n56/162
JUNK collection
45
biografia / biography
Marillina Fortuna vive e lavora tra Vicenza e Milano. Dopo il Liceo Artistico a Verona e la Laurea in Semiologia delle Arti a Bologna
(corso di Laurea DAMS) ha sempre svolto la sua attività lavorativa nell’ambito della comunicazione. E’ stata selezionata dalla Galleria
MYOWNGALLERY di Milano nell’ambito del “Festival Internazionale dell’Ambiente” per partecipare al “ Villaggio Sostenibile” (Piazza
del Cannone, Milano, giugno 2008). Ha partecipato alle edizioni del 2008 della Fiera dell’Arte Accessibile (Ginevra e Milano) e alla
mostra collettiva “Sono da buttare?” (Olbia, giugno 2009). Ha preso parte a due edizioni fieristiche sulla sostenibilità, “Fa la cosa
giusta” (Milano, 2008/2009) e alla mostra “Storie di cose sostenibili”, (Macef, Milano, gennaio 2012). Ha esposto in gallerie, negozi,
locali a Courmayer, Milano, Parigi, San Pantaleo, Torino. L’opera “Milano, vicina all’Europa”, presentata alla personale AQUAE, è
stata esposta presso il Triennale Café della TRIENNALE di Milano (2010)
Collettive
Asolo Recycling Art Festival (Asolo, Treviso, 2009) / Pensieri di Colore e Materia (ATL!STUDIOS, Dolo, Venezia, 2009) / Vitalità della
materia Rifiuti in cerca d’autore (Palazzina Marfisa, Ferrara, 2010) / Ecopink (Milano, Spazio Asti 17, 2010) / Ciò che il mare riporta
(Genova, Galleria Artelier,- Cortile Maggiore Palazzo Ducale, 2010) / Riciclò (Macherio, Monza, 2011 e 2012) / 5 minuti di raccoglimento (Milano, Antico Oratorio di Sant’Ambrogio, 2011 e 2012) / Visibili&Invisibili (Milano, Spazio Asti 17, 9/14 2013) / L’arte del
‘900 tra generazioni e discipline diverse (Cuorgné, To, Palazzo 2013) / Natura, Donna, Impresa verso l’expo 2015 (Milano, Spazio Asti
2013 e Palazzo Isimbardi,2014) / Step Art Fair (Milano, Fabbrica del Vapore, 2014)
Personali
IN DIVENIRE (Genova, 14/31 marzo 2008) / MEDITERRANEO (Milano, 12/22 novembre 2009) /AQUAE (Milano, ConTemporaryArt,
22/30 marzo 2010) / VENEZIA, UN PESCE FUOR D’ACQUA? (Venezia, 11/29 settembre 2010) /RESIDUI PRIMARI (Milano, AltaviaArtgallery , 15-06/20-11 2011)
Marillina Fortuna lives and works between Milan and Vicenza. After having attended the Artistic High School in Verona receiving
a degree in Semiology of Arts in Bologna (course with DAMS degree), Marillina has always worked in the field of communication.
She was chosen by MYOWNGALLERY of Milan to be part of the The International Environmental Festival in “Villaggio Sostenibile”
(Sustainable Village), Piazza del Cannone, Milan, June 2008. She took part in “Fiera dell’Arte Accessibile” (Fair of Accessible Art),
Geneva and Milan, 2008 and the collective exhibition “Sono da Buttare?”(Are they to be thrown away?), Olbia, Sardinia, June 2009.
She also participated in the last two fair events regarding sustainability, “Fa la cosa giusta!” (Do the right thing), Milan and at the
exibitition “Storie di cose sostenibili”(Stories of Sustainable Things) Macef, Milan, January 2012.She has exhibited in galleries and
showrooms in Courmayer, Milan, Paris, San Pantaleo (Sardinia) and Turin (Italy). The work “Milano, vicina all’Europa” (Milan, near
Europe), was exposed at the Triennale Café (Milan, Triennale, April 13/June 27, 2010).
Group Exibitions
Asolo Recycling Art Festival (Asolo, Treviso, 2009) / Pensieri di Colore e Materia Thoughts on colour and material (ATL!STUDIOS,
Dolo, Venice, 2009) / Vitalità della material, Rifiuti in cerca d’autore The vitality of matter - Rejects in search of an author ( Ferrara,
Palazzina Marfisa, 2010) (Ita) Ecopink (Milan, Spazio Asti 17, 2010) / Ciò che il mare riporta What the see brings back (Genoa, Artelier Gallery, Palazzo Ducale, 2010) /RICICLO’ shop (Macherio, Monza, Milan, 2011 e 2012) / 5 minuti di raccoglimento 5 minutes
of Thought (Milan, Antico Oratorio di Sant’Ambrogio, 2011 and 2012) / “Visibili&Invisibili” Visable&Invisable (Milan, Spazio Asti 17,
2013) / L’arte del ‘900 tra generazioni e discipline diverse The Art of ‘900 between generations and diverse disciplines (Cuorgné,
Turin, Palazzo Arduino, 2013) / Natura, donna, impresa, verso l’expo 2015 Nature, Woman, Manufacture (Milan, Spazio Asti 17, 2013,
Palazzo Isimbardi 2014) / Step Art Fair (Milano, Fabbrica del Vapore, 2014)
Personal exhibitions
IN DIVENIRE Becoming (Genoa, March 14/31 2008) / MEDITERRANEO (Milan, November 12/22, 2009) / AQUAE (Milano, ConTemporaryArt, Milano, March 22/30, 2010) / VENEZIA, UN PESCE FUOR D’ACQUA? Venice, a fish out of Water? (Venice, September 11/29,
2010) / RESIDUI PRIMARI Primary Remains (Milan, Altavia-Artgallery, June 15/ October 20, 2011)
www.marillinafortuna.it
a Gianfranco e Giovanni, che sono l’energia della mia vita
e a Gilles, che conosco solo attraverso il suo meraviglioso ed ispirante lavoro su ‘Gaia’…
to Gianfranco and Giovanni, who are the energy of my life,
and to Gilles, who I know only through his marvellous, inspirational work on ‘Gaia’…
grazie a / thanks to
Andrea
Anti
Fabrizio
Gilles
Lorenza
Pamela
Ubaldo
Vincenzo
con il contributo / with the sponsorship of
Azienda Agricola Biodinamica
Since 1977
www.antonangeli.it
www.caffeletterarioroma.it
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Progetto / Concept
manuela colombo - marillina fortuna
Grafica / Graphic
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Foto / Photos
lorenzo ceretta - carolina chini e valentina casadio - cristina fiorentini - marillina fortuna - gianfranco marabese - giovanni marabese - marco varoli
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