Catalogo Materia_Illuminata
Transcript
Catalogo Materia_Illuminata
Roma, Caffè Letterario, 7/28 novembre 2014 marillina fortuna JUNK collection LA MATERIA ILLUMINATA JUNK collection 1 LA MATERIA ILLUMINATA ILLUMINATED MATTER Il titolo dell’esposizione La materia illuminata, entra dentro la profondità della parola illuminazione per racchiudere due percorsi ben distinti di ricerca e sperimentazione.Il design e l’ illuminazione tecnologica da un lato, l’arte e l’ illuminazione esistenziale dall’altro: due modalità differenti di intendere e creare luce che, nel confronto/scontro espositivo, interagiscono innescando molteplici spunti di riflessione, attraverso una diversa, profonda poetica. The title of the exhibition Illuminated Matter delves deep into the word illumination to encapsulate two separate pathways of research and experimentation. Design and lighting on the one hand, art and existential enlightenment on the other: two different ways to understand and create light which, in the dialogue/ confrontation of the exhibition, interact by generating many elements for reflection, through a different, profound philosophy. I protagonisti sono la collezione di lampade Archetto, design Theo Sogni per Antonangeli Illuminazione e l’arte della Junk Collection di Marillina Fortuna, che nasce dall’assemblaggio di frammenti e oggetti di scarto che il mare riporta a riva. Da una parte la ricerca, la qualità e l’innovazione della luce artificiale, dall’altra la luce come interiorità della materia, disvelata attraverso l’azione dell’artista su di essa. Se per Antonangeli le lampade presentate parlano da sole esprimendo essenzialità, estetica e la funzionalità dell’oggetto-luce, destinato ad illuminare gli spazi interni ed esterni, per Marillina Fortuna dobbiamo sottolineare la vita vissuta nelle storie prodotte ad arte, la dignità restituita alla materia trovata, gettata da altri perché ritenuta senza valore, da lei creativamente ri-assemblata. The exhibition features the collection of Archetto lamps, designed by Theo Sogni for Antonangeli Illuminazione, and the art of the Junk Collection by Marillina Fortuna, which springs from the assembly of fragments and discarded objects washed ashore by the sea. On the one side there is the research, quality and innovation of artificial light, while on the other, there is light as the inner element of matter, revealed by the artist’s own intervention on the same. While for Antonangeli, the lamps on display speak for themselves in expressing the simplicity, aesthetics and functionality of the light-object, destined to illuminate interiors and exteriors, for Marillina Fortuna, we must underline the life experience in the stories expressed in art, the dignity returned to the found material, discarded by others as worthless, but creatively reassembled by the artist. Possiamo parlare di design vs arte, illuminazione artificiale vs illuminazione esistenziale, luce visibile vs luce non visibile all’occhio umano, lavorazione tecnologica vs manualità artistica, esteriorità vs interiorità, estetica della bellezza vs estetica della vita, multiplo vs unicità. Tuttavia la concezione della luce per Antonangeli e la concezione dell’opera d’arte per Marillina Fortuna, arrivano qui ad un risultato, inaspettatamente prossimo. Sono opposti che, andando al di là dei soliti cliché espositivi, si “con-fondono”: dalla materia alla luce, alla luce della materia… We can talk about design vs. art, artificial lighting vs. existential enlightenment, visible light vs. light invisible to the human eye, technological production vs. artistic craft, the exterior vs. the interior, aesthetics of beauty vs. aesthetics of life, multiple vs. uniqueness. However, the concept of light for Antonangeli and the concept of the artwork for Marillina Fortuna here achieve a result that is unexpectedly related. They are opposites which, going beyond the usual exhibition clichés, merge from matter to light, to the light of matter… Pamela Cento, 2014 Pamela Cento, 2014 II shiro alga carta - JUNK collection “La legge del caso, che racchiude in sé tutte le leggi e resta per noi incomprensibile come la causa prima onde origina la vita, può essere conosciuta soltanto in un completo abbandono all’inconscio. Io affermo che chi segue questa legge creerà la vita vera e propria…”. Così scriveva – e praticava nel suo fare arte - Jean Arp nei primi decenni del secolo scorso, quando Dada prima e il Surrealismo poi avevano lacerato il rigido sipario tra ragione e follia, tra conscio e inconscio trovando proprio in quella terra incognita le radici della creazione. Le radici dell’arte. E non solo. Il caso e la necessità, avrebbe poi affermato – da biologo alieno da tentazioni dottrinarie di alcun tipo - Jacques Monod, identificando nel loro misterioso connettersi la spinta evolutiva, la ragione della fantasmagorica differenziazione degli esseri viventi: “ Il caso puro, il solo caso, libertà assoluta ma cieca, alla radice stessa del prodigioso edificio dell’evoluzione: oggi questa nozione centrale della Biologia non è più un’ipotesi fra le molte possibili o perlomeno concepibili, ma è la sola concepibile…” scriveva ne Il caso e la necessità (1970). Ecco, fra questi due termini – arte e scienza, cultura e natura – si pone l’itinerario di Marillina Fortuna, il suo raccogliere “residui” di incessanti metamorfosi nate dal vento, dall’acqua, dal clima e dall’ambiente, ma anche dall’agire umano, dal suo peregrinare sulla terra, dal suo consumare, usare, abbandonare…E, del resto, non era questo uno dei significati primari di quell’intensa stagione dell’arte e del pensiero che andò sotto il nome di Arte povera, Land Art, Environmental ecc…? Anche allora si stabilì un rapporto vitale e fecondo fra l’artista e la realtà vera, concreta: realtà di stracci e sassi, di sabbia e vento, di memoria e stratificazione semantica. (…) Come scrisse Germano Celant nella mostra torinese del 1969 che rivelò alla pigra platea italiana la densità e la profondità di quel movimento, “L’arte povera si manifesta essenzialmente nel ridurre ai minimi termini, nell’impoverire i segni per ridurli ai loro archetipi…”. Un impoverimento di segni che non vuol dire diminuzione bensì “riduzione all’essenza”, a quel che resta dopo le infinite manipolazioni operate dalle mani e dalla mente. Un ritorno al principio dopo l’avventura e la peregrinazione, come Ulisse che torna a “baciare la sua pietrosa Itaca”: restituito alle pietre originarie, al paesaggio dal quale è nato e al quale – finalmente – ritorna. Ma i dieci anni di quel viaggio non possono scomparire e, allora, il suo occhio guarderà quelle pietre in altro modo, con una diversa consapevolezza. Comprenderà che il suo habitat pietroso è qualcosa di unico, delicato e fragile, che può andare perduto da un momento all’altro. In fondo, credo che questo intendesse Omar Calabrese quando, per la mostra genovese del marzo 2008, affermava che il lavoro di Marillina “dà espressione a una specie di idea dell’‘eterno ritorno’”, poiché “quel che viene buttato ha la possibilità di ri-accedere al proprio ambiente di partenza e di ‘tornare’ – da vecchio che era stato valutato – completamente ‘nuovo’. Parafrasando Lavoisier… nella cultura, come in natura, nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma…”. “The ‘law of chance,’ which embraces all laws and is unfathomable, like the first... can only be experienced through complete devotion to the unconscious. I maintained that anyone who followed this law was creating pure life.” Thus wrote – and practiced in his art – Jean Arp in the early decades of the last century, when first Dada and then Surrealism had ripped through the rigid divide between reason and folly, between the conscious and the unconscious, finding in that precise terra incognita the roots of creation. The roots of art. And that’s not all. As Jacques Monod – a biologist alien to all kinds of doctrine – would later assert, the evolutionary impulse, the reason for the phantasmagorical differentiation of living beings is identified in chance and necessity and in their mysterious connecting: “The pure contingency, only the chance, absolute freedom but blind, even in the root of prodigious structure of evolution; this central notion of the modern biology now no more hypothesis, among the others possible or less assumable. It is the only assumable…” he wrote in Chance and Necessity (1970). Here, between these two terms – art and science, culture and nature – is Marillina Fortuna’s pathway, her gathering of “residues” of restless metamorphoses born of the wind, water, weather and the environment, as well as of man’s actions, his wanderings on earth, his consumption, use and casting aside… And, moreover, was this not one of the primary meanings of that intense movement in art and thinking that went under the name of Arte Povera, Land Art, Environmental Art, etc.? Even then, a vital and fruitful link was forged between the artist and concrete reality. The reality of rags and stones, of sand and wind, of memory and layers of meaning: just think of Joseph Beuys anthropological “findings”, of those sledges and that felt which narrated how man was also a shaman and haruspex, a cross between the naked, defenceless creature and almighty nature… As Germano Celant wrote about the Turin exhibition of 1969, which revealed the density and depth of that movement to the passive Italian public, “Arte Povera is essentially reducing to minimum terms, impoverishing signs to reduce them to their own archetypes…”. An impoverishment of signs that does not mean diminishment but “reduction to the essence”, to what remains after infinite manipulations by hands and the mind. A return to origins after adventure and peregrination, like Odysseus who comes back to “kiss his stony Ithaca”, back to the original stones, to the landscape from which he was born and to which he – finally – returns. But the experience of his ten year journey cannot be ignored and, so, his eye will look at those stones in a different way, with a different awareness. He will understand that his stony habitat is something unique, delicate and fragile, which may be lost from one moment to the next. Basically, I believe this is what Omar Calabrese meant when, regarding the exhibition in Genoa in March 2008, he stated that Marillina’s work “gives expression to a sort of idea of eternal return”, since “what is discarded can regain access to its original environment and ‘come back’ completely ‘new’ from the old it had once been. To paraphrase Lavoisier… in culture, like in nature, nothing is lost, nothing is created, everything is transformed”. 6 Il paesaggio cui ritorna Marillina non è un’isola greca di tremila anni fa; non è il giardino dell’Eden incontaminato e fecondo. Il suo paesaggio è stato abitato, trasformato, abusato e sfruttato. E’ un paesaggio di “residui”, di “spazzatura”. Come lei stessa chiarisce, “Il mio residuo, il Junk, è materia prima che utilizzo così come è stata abbandonata e lavorata dalla natura (il mare, il vento, le rocce…)…”. Ma è anche “qualcosa che rimane di una produzione: di fatto non è quasi mai un oggetto riconoscibile, bensì traccia di qualcos’altro, scartata da una lavorazione: lasciata, abbandonata. Possiamo riconoscerne le origini, capire cos’è grazie all’esperienza e alla conoscenza…”. Un reperto, allora, che ha perduto la sua ragion d’essere e può quindi diventare qualsiasi cosa se lo si inserisce in un diverso e nuovo spazio mentale e reale. Dallo “spazio indeciso” come lo definisce Gilles Clément nel Manifesto del Terzo Paesaggio, il residuo di Marillina “viaggia” e si deposita in uno spazio privilegiato, diventando, scrive l’artista,“protagonista. Nell’assemblaggio infatti, il residuo si evolve, andando a formare storia: figure in movimento, giardini immaginari e immaginati, spazi conclusi ma spesso in movimento, liberi di produrre senso”. E saranno allora Lands e Flowers, terre e fiori, isole e giardini, da leggere come “scorci, riaffioramenti, ricordi, viaggi immaginari ma possibili, figure che prendono forma e che vivono e possono vivere sempre grazie all’acqua: terre che emergono dal mare (la serie delle Isole), città (Milano vicina all’Europa), fiori sempre in movimento (Oltre il giardino, Il vento fa il suo giro), pesci (Princesse)…, nuovle illuminate (la serie dei Lighting Sky)”. Un mondo nuovo e fantastico che rimanda tuttavia alle origini: terra, acqua, aria. Gli elementi primari della vita e delle vite del pianeta e dei suoi abitanti, siano essi piante, animali, uomini. Ed è qui, in questo mondo nuovo creato dai resti e dagli scarti, che si leva – inevitabilmente – il grido d’allarme di Marillina: fino a quando la “spazzatura”, sia essa concreta o mentale, potrà essere recuperata e rivitalizzata? Fino a quando il fragilissimo equilibrio del nostro habitat reggerà agli insulti e alle devastazioni? Fino a quando la materia che ci sostiene e si evolve resisterà allo spreco, alla dissipazione, all’abbandono? Ecco allora la necessità che dall’incolto, dall’abbandonato, dal perduto, si passi al protetto, al salvaguardato, al conservato. Un monito per la salvezza e del mondo e dei suoi, troppo spesso, immemori abitatori… The landscape to which Marillina returns is not a Greek island of three thousand years ago; it is not the unspoilt, fertile Garden of Eden. Her landscape has been inhabited, transformed, abused and exploited. It is a landscape of “residues”, of “junk”. As she clarifies herself, “My residue, my Junk, is the raw material I use, which has been abandoned and transformed by nature (the sea, the wind, the rocks, etc.)…”. But it is also “something left over from production. In fact, it is hardly ever an identifiable object, but the trace of something else, the waste material of a process – left behind, abandoned. We can recognise its origins, understand what it is thanks to experience and knowledge…” A finding, then, which has lost its reason for existence and can therefore become anything if it is placed in a different and new mental and actual space. From the “undecided space” as defined by Gilles Clément in Le Manifeste du Tiers Paysage , Marillina’s residue “travels” and comes to rest in a privileged space, to become a “protagonist”, as the artist writes. “In fact, in assembly, the residue evolves, contributing towards a story: moving figures, imaginary and imagined gardens, finished spaces but often in motion, free to produce meaning”. And so it will be Lands and Flowers, islands and gardens, to be interpreted as “glimpses, appearances, memories, imaginary yet possible journeys, figures that take shape and that live and can always live thanks to water: lands that emerge from the sea (the Islands series), cities (Milano vicina all’Europa – Milan close to Europe), flowers always in motion (Oltre il giardino, Il vento fa il suo giro – The wind circulates), fish (Bonjour Princesse !-Good mornig Princess!)… illuminated clouds (the Lighting Sky series)”. A new and fantastical world that nonetheless recalls its origins – land, water and air. The primary elements of life and the lives of the planet and its inhabitants, be they plants, animals or humans. And from here, in this new world created from residues and waste, comes Marillina’s inevitable wake-up call: how long can “junk”, whether actual or fictional, be recovered and revived? How long can the ultra fragile equilibrium of our habitat withstand abuse and devastation? How long can the matter that sustains us and evolves survive the waste, squandering and abandonment? Hence the need to move from neglect, dereliction and loss to protection and conservation. A call to save the world from its too often careless inhabitants… Anty Pansera Anty Pansera Note bibliografiche Bibliographic notes Jacques Monod, Il caso e la necessità. Saggio sulla filosofia naturale della biologia contemporanea (Le hasard et la nécessité,1970 ). Oscar Saggi Mondadori, Milano 1996 Germano Celant (1969), Arte Povera. Earth Works - Impossible Art - Actual Art Conceptual Art, (New York) Milano, Mazzotta (poi Torino, Allemandi, 1989). Omar Calabrese, Marillina Fortuna, Junk Collection IN DIVENIRE, Loggia dei Mercanti, Genova, marzo 2008 Gilles Clément, Le Manifeste du Tiers-Paysage, 2003, Editions Sujet/Objet, Paris/ Manifesto del Terzo Paesaggio, (a cura di Filippo De Pieri), Quodlibet, Macerata, 2005 Jacques Monod, Chance and Necessity: Essay on the Natural Philosophy of Modern Biology (Le hasard et la nécessité, 1970). New York, Alfred A. Knopf, 1971 Germano Celant, Arte Povera. Earth Works – Impossible Art – Actual Art – Conceptual Art, (New York) Milan, Mazzotta, 1969 (later Turin, Allemandi, 1989). Omar Calabrese, Marillina Fortuna, Junk Collection IN DIVENIRE, Loggia dei Mercanti, Genoa, March 2008 Gilles Clément, Le Manifeste du Tiers Paysage, Paris, Editions Sujet/Objet, 2003 / Manifesto del Terzo Paesaggio, (edited by Filippo De Pieri), Macerata, Quodlibet, 2005 JUNK collection mediterranean people (LED) / 2010 / 230X201cm JUNK fish n36/91 8 JUNK collection chi mi ama mi segua n° 4 / 2014 / 120X100cm c.a. JUNK fish n41/174 IV shiro alga carta - JUNK collection JUNK collection 11 grande capo (LED) / 2010 / 152X92 cm JUNK fish n32/71 JUNK collection 13 bonjour princesse! (LED) / 2014 / 180X90 cm JUNK fish n42/175 14 JUNK collection la vendetta di cenerentola / 2011 / 52x52 cm il sogno di cenerentola / 2011 / 52x52 cm ISOLA (…) Luogo in cui nascondersi. Rifugio: a cui confidarsi. Rifiuto di perdersi in orizzonti complessi. Ansia di ritrovarsi, dentro i confini del mondo. Pace per gli occhi e per il cuore. Silenzio assordante di cicale nella vibrazione blu che si perde, sull’ansa dorata. Rumore leggero. Ossigeno per la testa. Fulmine a ciel sereno. Anima dentro l’essere. Cuore che palpita, in attesa di essere corrisposto. Geografia in superficie. Storia nelle viscere. Isola: (sostantivo femminile). JUNK lands n46/141 lands n47/142 ISLE (…) Somewhere to hide. A refuge where to seek comfort. Refusal to get lost, in complex horizons. Fear to find oneself, once again, within the borders of the world. Peace for the eye as well as for the heart. Echoing silence of cicadas In a vibration blue fading away on a golden meander. A light noise. Like oxygen to the mind. Lightning from a clear-blue sky. Spirit within the being. A throbbing heart awaiting response. Geography on the surface, History in depth. Isle: (a female noun). M.F. 2009 JUNK collection 17 piccole isole crescono / 2010 - 2011 / 17x17 cm JUNK lands angela. piccole isole crescono n6 icara. piccole isole crescono n20 fiamma e le sue sorelle. piccole isole crescono n5 18 JUNK collection pacifica. piccole isole crescono n4 arianna. piccole isole crescono n9 libera. piccole isole crescono n13 vittoria. piccole isole crescono n19 gagliarda sapienza. piccole isole crescono n18 luna. piccole isole crescono n15 vulcanica. piccole isole crescono n11 milano, vicina all’europa / 2010 / 152x152 cm JUNK lands n17/90 MILANO, VICINA ALL’EUROPA. (2010) La pianta della città di Milano è rappresentazione topografica ma nello stesso tempo elemento biologico. Proiettata verso le tematiche dell’Expo 2015, è una Milano che fa i conti con il futuro, ritornando al passato: con l’acqua (riemersa) dei Navigli di Leonardo, gli alberi, i prati, i terreni in-colti. The plan of Milan is meant both as a topographic representation and as a biological element. In the latter sense, it seems projected towards the topics characterizing Expo 2015: moving to the future, taking a look at its past with the water of its Navigli (Leonardo da Vinci’s project), its trees, lawns, lands. M.F. 2010 20 JUNK collection il terzo paesaggio / 2010 / 82x82 cm JUNK lands n33/119 IL TERZO PAESAGGIO (2010) Un giardino simbolico, nasce dai resti di una città onirica in cui la natura si mostra mentre si ri-appropria del suo spazio. L’opera è un tributo al lavoro del paesaggista francese Gilles Clément, che definisce ‘il terzo paesaggio’ come il rovescio del mondo organizzato, territorio rifugio delle diversità, sintesi di un pensiero ecologico puro. A symbolic garden which rises from the ruins of a town, or a dream space where nature unveils, while it vigorously takes possession of its space. It is a quotation as well as a tribute to the work by the French landscapist Gilles Clément, who defines the Third landscape as the reverse side of the organized world, the shelter of diversities. M.F. 2010 JUNK collection 23 spring is coming / 2011 / 62x62 cm deep summer / 2011 / 62x62 cm JUNK lands n49/145 lands n50/146 24 JUNK collection fall, in love. / 2010 / 62x62 cm w-inter / 2010 / 62x62 cm JUNK lands n16/88 lands n15/87 JUNK collection 25 oltre il giardino n9 (in rosso) / 2010 / 92x92 cm JUNK lands n38/120 ORDINE (…) un giardiniere tagliava tutto in una volta fiori appassiti e altri appena sbocciati; li stipava in un secchio per gettarli. ll proprietario se ne accorge e si allarma: “Perché sta tagliando i fiori ancora belli?” “Mi porto avanti col lavoro, signore!” (…) Certo, sopprimendo la causa si sopprime l’effetto, ma sopprimere i fiori appassiti non significa solo togliere sporcizia (rendere pulito), significa anche sopprimere i frutti, dunque i semi. Ora, è proprio nei semi che si trova l’essenza del messaggio biologico, quello che genera un ordine dinamico, portatore di giardini sconosciuti. ORDER (…) a gardener used to cut everything, both dried and budding flowers; he crammed them in a bucket in order to throw them away. The owner noticed this and was worried: “Why do you cut budding flowers as well?” “I move forward with my job, Sir!” (…) Sure, by removing the cause the effect is removed as well, but removing dried flowers does not mean removing dirt (keeping clean). It means removing fruits, and therefore seeds. And it is precisely seeds that contain the essence of the biologic message, which generate a dynamic order and create unknown gardens. Gilles Clément, Le jardin en mouvement, Sens & Tonka, 1991-2007 Il giardino in movimento, ed. italiana, 2011, Quodlibet, pag. 19 JUNK collection 27 oltre il giardino in white n1 / 2014 / 92x92 cm JUNK flowers n50/170 28 JUNK collection oltre il giardino in white n2 / 2014 / 92x92 cm JUNK flowers n51/171 JUNK collection 29 oltre il giardino in white n3 / 2014 / 92x92 cm JUNK flowers n52/172 30 JUNK collection oltre il giardino in white n4 / 2014 / 92x92 cm JUNK flowers n53/173 JUNK collection 31 lighting free flower n1 (detail) LED / 2014 / 101x101 cm JUNK flowers n47/144 ASPETTANDO IL SEGUITO. Cogliere in un solo viaggio l’equilibrio di un paesaggio. Accedere al giardino attraverso una porta multipla aperta a coloro che accettino di frazionare lo sguardo. Disperdere le verità come briciole di pane sul piano di lavoro. Non tenerne nessuna separata, ascoltarle tutte. Improvvisamente assemblarle in una ipotesi. Resistere alla tentazione di durare. Lasciar venire l’invenzione. Un’altra ancora, ognuna allontana la precedente. Accompagnare l’evoluzione. WAITING FOR THE SEQUEL. Seize in one journey the balance of a landscape. Enter the garden through a multiple door. Open for those who accept fractioning their glance. Scatter the truth as bread crumbs on a work bench. Not keeping them separate, listening to all. Suddenly assemble them into a hypothesis. Resist the temptation to last. Let invention come in. One after another, each drives away the previous one. Accompany evolution. Gilles Clément, Le jardin en mouvement, Sens & Tonka, 1991-2007 / Il giardino in movimento, ed. italiana, 2011, Quodlibet, pag. 165 JUNK collection 33 lighting free flower n1 (LED) / 2014 / 101x101 cm JUNK flowers n47/144 34 JUNK collection lighting free flower n2 (LED) / 2014 / 101x101 cm JUNK flowers n49/152 JUNK collection 35 il vento fa il suo giro n7 / 2010 / 101x101 cm JUNK flowers n40/132 36 JUNK collection il vento fa il suo giro n8 / 2010 / 101x101 cm JUNK flowers n41/133 JUNK collection 37 il vento fa il suo giro n9 / 2010 / 101x101 cm JUNK flowers n42/134 38 JUNK collection il vento fa il suo giro n10 / 2010 / 101x101 cm JUNK flowers n43/135 JUNK collection 39 lighting sky n4. nuvole, di temporale. (LED) / 2014 / 40x40x10 cm JUNK lands n58/164 GENERATING ENERGY L’acqua fa le nuvole. La luce fa il paesaggio. Il cielo è un tetto di luce e di acqua… Il cielo è il giardino superiore. Le nuvole sono l’acqua del cielo. Le nuvole sono in balia dei venti… I semi sono in balia dei venti e dell’acqua… I semi sono in balia delle nuvole… Grazie al Cielo! GENERATING ENERGY Water makes clouds. Light makes landscape. The sky is a roof of water and light… The sky is the garden above. Clouds are the water of the sky. Clouds are at the mercy of the winds… Seeds are at the mercy of winds and water… Seeds are at the mercy of the clouds… Thank heavens! M. F. 2014 libero assemblaggio, a partire da / free poetry assembly starting from: Gilles Clément, Nuvole / Nuages, Bayard, 2005 40 JUNK collection JUNK collection 41 lighting sky n3. nuvole, all’aurora. (LED) / 2014 / 40x40x10 cm JUNK lands n57/163 42 JUNK collection JUNK collection 43 lyghting sky n1. nuvole, di giorno. (LED) / 2013 / 30x30x10 cm JUNK lands n55/161 44 JUNK collection lyghting sky n2. nuvole, di sera. (LED) / 2013 / 30x30x10 cm JUNK lands n56/162 JUNK collection 45 biografia / biography Marillina Fortuna vive e lavora tra Vicenza e Milano. Dopo il Liceo Artistico a Verona e la Laurea in Semiologia delle Arti a Bologna (corso di Laurea DAMS) ha sempre svolto la sua attività lavorativa nell’ambito della comunicazione. E’ stata selezionata dalla Galleria MYOWNGALLERY di Milano nell’ambito del “Festival Internazionale dell’Ambiente” per partecipare al “ Villaggio Sostenibile” (Piazza del Cannone, Milano, giugno 2008). Ha partecipato alle edizioni del 2008 della Fiera dell’Arte Accessibile (Ginevra e Milano) e alla mostra collettiva “Sono da buttare?” (Olbia, giugno 2009). Ha preso parte a due edizioni fieristiche sulla sostenibilità, “Fa la cosa giusta” (Milano, 2008/2009) e alla mostra “Storie di cose sostenibili”, (Macef, Milano, gennaio 2012). Ha esposto in gallerie, negozi, locali a Courmayer, Milano, Parigi, San Pantaleo, Torino. L’opera “Milano, vicina all’Europa”, presentata alla personale AQUAE, è stata esposta presso il Triennale Café della TRIENNALE di Milano (2010) Collettive Asolo Recycling Art Festival (Asolo, Treviso, 2009) / Pensieri di Colore e Materia (ATL!STUDIOS, Dolo, Venezia, 2009) / Vitalità della materia Rifiuti in cerca d’autore (Palazzina Marfisa, Ferrara, 2010) / Ecopink (Milano, Spazio Asti 17, 2010) / Ciò che il mare riporta (Genova, Galleria Artelier,- Cortile Maggiore Palazzo Ducale, 2010) / Riciclò (Macherio, Monza, 2011 e 2012) / 5 minuti di raccoglimento (Milano, Antico Oratorio di Sant’Ambrogio, 2011 e 2012) / Visibili&Invisibili (Milano, Spazio Asti 17, 9/14 2013) / L’arte del ‘900 tra generazioni e discipline diverse (Cuorgné, To, Palazzo 2013) / Natura, Donna, Impresa verso l’expo 2015 (Milano, Spazio Asti 2013 e Palazzo Isimbardi,2014) / Step Art Fair (Milano, Fabbrica del Vapore, 2014) Personali IN DIVENIRE (Genova, 14/31 marzo 2008) / MEDITERRANEO (Milano, 12/22 novembre 2009) /AQUAE (Milano, ConTemporaryArt, 22/30 marzo 2010) / VENEZIA, UN PESCE FUOR D’ACQUA? (Venezia, 11/29 settembre 2010) /RESIDUI PRIMARI (Milano, AltaviaArtgallery , 15-06/20-11 2011) Marillina Fortuna lives and works between Milan and Vicenza. After having attended the Artistic High School in Verona receiving a degree in Semiology of Arts in Bologna (course with DAMS degree), Marillina has always worked in the field of communication. She was chosen by MYOWNGALLERY of Milan to be part of the The International Environmental Festival in “Villaggio Sostenibile” (Sustainable Village), Piazza del Cannone, Milan, June 2008. She took part in “Fiera dell’Arte Accessibile” (Fair of Accessible Art), Geneva and Milan, 2008 and the collective exhibition “Sono da Buttare?”(Are they to be thrown away?), Olbia, Sardinia, June 2009. She also participated in the last two fair events regarding sustainability, “Fa la cosa giusta!” (Do the right thing), Milan and at the exibitition “Storie di cose sostenibili”(Stories of Sustainable Things) Macef, Milan, January 2012.She has exhibited in galleries and showrooms in Courmayer, Milan, Paris, San Pantaleo (Sardinia) and Turin (Italy). The work “Milano, vicina all’Europa” (Milan, near Europe), was exposed at the Triennale Café (Milan, Triennale, April 13/June 27, 2010). Group Exibitions Asolo Recycling Art Festival (Asolo, Treviso, 2009) / Pensieri di Colore e Materia Thoughts on colour and material (ATL!STUDIOS, Dolo, Venice, 2009) / Vitalità della material, Rifiuti in cerca d’autore The vitality of matter - Rejects in search of an author ( Ferrara, Palazzina Marfisa, 2010) (Ita) Ecopink (Milan, Spazio Asti 17, 2010) / Ciò che il mare riporta What the see brings back (Genoa, Artelier Gallery, Palazzo Ducale, 2010) /RICICLO’ shop (Macherio, Monza, Milan, 2011 e 2012) / 5 minuti di raccoglimento 5 minutes of Thought (Milan, Antico Oratorio di Sant’Ambrogio, 2011 and 2012) / “Visibili&Invisibili” Visable&Invisable (Milan, Spazio Asti 17, 2013) / L’arte del ‘900 tra generazioni e discipline diverse The Art of ‘900 between generations and diverse disciplines (Cuorgné, Turin, Palazzo Arduino, 2013) / Natura, donna, impresa, verso l’expo 2015 Nature, Woman, Manufacture (Milan, Spazio Asti 17, 2013, Palazzo Isimbardi 2014) / Step Art Fair (Milano, Fabbrica del Vapore, 2014) Personal exhibitions IN DIVENIRE Becoming (Genoa, March 14/31 2008) / MEDITERRANEO (Milan, November 12/22, 2009) / AQUAE (Milano, ConTemporaryArt, Milano, March 22/30, 2010) / VENEZIA, UN PESCE FUOR D’ACQUA? Venice, a fish out of Water? (Venice, September 11/29, 2010) / RESIDUI PRIMARI Primary Remains (Milan, Altavia-Artgallery, June 15/ October 20, 2011) www.marillinafortuna.it a Gianfranco e Giovanni, che sono l’energia della mia vita e a Gilles, che conosco solo attraverso il suo meraviglioso ed ispirante lavoro su ‘Gaia’… to Gianfranco and Giovanni, who are the energy of my life, and to Gilles, who I know only through his marvellous, inspirational work on ‘Gaia’… grazie a / thanks to Andrea Anti Fabrizio Gilles Lorenza Pamela Ubaldo Vincenzo con il contributo / with the sponsorship of Azienda Agricola Biodinamica Since 1977 www.antonangeli.it www.caffeletterarioroma.it www.lesincette.it www.oscar697.com www.zainimilano.it Progetto / Concept manuela colombo - marillina fortuna Grafica / Graphic jonathan toniolo Foto / Photos lorenzo ceretta - carolina chini e valentina casadio - cristina fiorentini - marillina fortuna - gianfranco marabese - giovanni marabese - marco varoli Stampa / Print Grafiche Antiga TUTTI I DIRITTI RISERVATI/ALL RIGHTS RESERVED Copyright 2014 / www.marillinafortuna.it novembre / november 2014 Grafiche Antiga spa / Crocetta del Montello / Treviso / Italia / www.graficheantiga.it