Teca tematica

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Teca tematica
Le ragazze di Benin City. La tratta delle nuove
schiave dalla Nigeria ai marciapiedi d'Italia
Autore: Laura Maragnani, Isoke Aikpitanyi
Editore: Melampo, Milano
Tipo: Saggio
Anno: 2007
Data inserimento: 29/11/2010
Gruppo: Geografia: donne tra infiniti viaggi
Sono belle le nuove schiave di Benin City. Sono alte, nere, statuarie. E in vendita. Lavorano ormai anche
nell'angolo più sperduto d'Italia, ovunque ci sia una strada, ovunque esista un marciapiede.
Ma è questo che sognano, là in Nigeria, quando chiudono la valigia e dicono arrivederci, state bene, vado a far
fortuna in Italia?
Isoke è arrivata a vent'anni. Le avevano promesso - come alle altre - un lavoro di commessa in un negozio. S'è
ritrovata - come le altre - a vivere in schiavitù.
Oggi, finalmente libera, racconta la vita, la tratta, i clienti, i sogni delle ragazze del marciapiede. E il dolore, la
rabbia, l'umiliazione di chi è costretta a «sbattere» sette giorni la settimana, per cinquantadue settimane, per dodici
mesi l'anno. Per tre o quattro anni. Col caldo e col gelo. Con la pioggia e con la neve. Sempre in strada, anche a
Natale e a Pasqua. Con «quei tacchi ridicoli e la carne di fuori».
Laura Maragnani, giornalista di «Panorama», si occupa da sempre di diritti civili, emarginazione e minoranze. Ha
lavorato anche per «L'Europeo» e «Società civile». Attualmente vive a Roma.
Isoke Aikpitanyi è nata a Benin City ed è arrivata a Torino nel 2000. Ha vissuto sulla sua pelle la schiavitù della
tratta. Ora vive ad Aosta, dove sta creando la prima casa di accoglienza per le ragazze nigeriane di strada.
(dalla seconda e terza di copertina)
Pietro Longhi (1702-1785), La lezione di geografia, metà del sec. XVIII
da: Luisa Rossi, L'altra mappa. Esploratrici viaggiatrici geografe, Reggio Emilia, Diabasis, 2005, fig. 21 (dopo p.
128)
E dopo una settimana Judith ha detto: non puoi stare qui senza soldi e senza lavoro. Devi pagare il mangiare, il
dormire. Devi lavorare. E per chi non ha documenti il lavoro è uno solo. Quale, ho detto io. Eh, quand'è il momento
lo vedrai, ha detto lei. Così una sera mi ha portato al posto di lavoro. Ha detto alle ragazze che stavano con me
nella casa: datele un vestito per lavorare, qualche cosa che non mettete più. Mi hanno dato il vestito. Era solo un
paio di mutande. Sul posto di lavoro si mette questo, ha detto Judith.
Era il 26 dicembre del 2000. Come posso dimenticare quel giorno? A Torino c'era la neve. Era la prima volta che la
vedevo. Ma quant'è bella, ho detto. [...] Sul marciapiede faceva un freddo cane. Judith ha detto alle altre: questa è
Izogìe, da oggi può stare qui. Quando finite di lavorare la portate a casa.
(p. 9)
Collegamenti
http://www.123people.it [1]
http://www.radio.rai.it/ [2]
Collegamenti
- [1] http://www.123people.it/s/isoke+aikpitanyi
- [2] http://www.radio.rai.it/radio1/permessodisoggiorno/view.cfm?Q_EV_ID=220154
http://www.bnnonline.it/index.php?it/136/teca-tematica/show/13/316
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