TEATRO INCONTRO Sondrio, 1 aprile Auditorium Torelli ore 17.00

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TEATRO INCONTRO Sondrio, 1 aprile Auditorium Torelli ore 17.00
TEATRO INCONTRO
Un progetto di Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, Spartiacque Associazione Culturale,
Centro di Servizio per il Volontariato L.A.Vo.P.S.
Sondrio, 1 aprile Auditorium Torelli ore 17.00
“W la GUERRA… ʍ la GUERRA…!”
Milioni di esseri umani
presi da un unico vortice
legati da un unico evento inesorabile
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Tutti raccontano e tutti avrebbero ricordato
Un reticolo di parole si alza dalla guerra
e ricopre l'Europa facendo echeggiare
sulla distruzione e sulla morte
le note del linguaggio umano
TEATRO INCONTRO apre le porte alla cittadinanza per raccontare il percorso svolto durante l’anno
scolastico 2014-2015 e presentare Giovani in scena con la rappresentazione “W La Guerra … ʍ La
Guerra…!”
L'8° edizione di Teatro Incontro ha visto la realizzazione nel corso dell'anno scolastico di 5
laboratori teatrali in 10 Istituti di Scuole Superiori di Bormio, Tirano, Sondrio, Morbegno e, per la
prima volta, Chiavenna, così da comprendere tutti i mandamenti provinciali.
Hanno partecipato 130 studenti e ne arrivano in scena 110, il doppio dell’anno scorso.
I giovani hanno scelto come tema dei laboratori la Grande Guerra e l’importanza della memoria
storica per la lettura del presente, hanno approfondito e ricercato le condizioni e le cause che hanno
determinato lo scoppio della Prima Guerra Mondiale mettendole in relazione con l’oggi.
Testi utilizzati: “Gli ultimi giorni dell’umanità” di Karl Kraus, “Le nozze” di Anton Cecov, “La
Guerra Grande” di Antonio Gibelli, “La guerra dei nostri nonni” di Aldo Cazzullo, documenti
storici, lettere, diari e storie della prima guerra mondiale.
Tutti i testi sono stati rielaborati e adattati dagli studenti in collaborazione con i professori referenti e
gli operatori teatrali e sono stati riuniti in un’unica rappresentazione.
Hanno condotto i laboratori:
Mira Andriolo ed Elena Riva (attrici e registe)
Assistente di Laboratorio: Lisa Tam (musicista ed educatrice)
Allestimento tecnico: Saverio Monti (sound e light designer)
Si ringraziano per la collaborazione:
i professori Giuseppe Novellino (dell’Associazione Spartiacque per la consulenza storica); Vittorio
Lo Verso (ITIS Mattei di Sondrio); Antonella Nerco e Gionata Liboni (Istituto scolastico Pinchetti di
Tirano); Francesca Pienzi (Istituto Leibniz di Bormio); Virginia Esposito e Daria Cornaggia (Istituto
Nervi–Ferrari di Morbegno); Carmelina Schepis (Istituto Leonardo Da Vinci di Chiavenna).
IL PROGETTO
Teatro Incontro è un progetto che unisce "Teatro, Scuola e Volontariato" e nasce dall’ascolto e
dall’analisi dei bisogni emergenti di oggi, sia della società nella sua crisi e nella sua trasformazione
che della stessa pratica educativo-didattica del sistema scuola, nella convinzione che il teatro
rappresenti un efficace strumento nel campo dell’educazione e della cittadinanza consapevole, per la
crescita culturale del territorio.
OBIETTIVI DEL PROGETTO: favorire relazioni positive e costruttive privilegiando il dialogo e
l'ascolto, il rispetto delle persone e delle cose, la solidarietà, il senso critico, la creatività. Stimolare
l'espressività, l'emancipazione e la cura dell'individuo e del gruppo superando inibizioni e disagio che
conducono alla chiusura, all'incapacità di comunicare, al nascondersi spesso dietro a modelli estetici
e superficiali che oggi sono proposti massivamente.
IL TEMA: LA GRANDE GUERRA E L’IMPORTANZA DELLA MEMORIA PER UNA LETTURA
DEL PRESENTE.
I conflitti attuali che ci circondano sono fonte di grande preoccupazione per tutti e in modo particolare
per i giovani. Cosa può insegnare la storia? La tragica storia della prima distruzione di massa? “Non
ci sono vincitori in guerra, il soccombente è l’umanità intera” scriveva Kraus. Dunque: mai più
guerra! Dobbiamo impegnarci, ciascuno secondo le proprie possibilità e misura, per la pace, il dialogo
e la convivenza rispettosa e pacifica. Per fare questo dobbiamo prendere consapevolezza delle
dinamiche che conducono al conflitto: le logiche di potere, gli interessi economici, l’individualismo,
le vendette.
PERCHÉ IL TITOLO “W LA GUERRA… ʍ LA GUERRA!”?
Tutto nasce dalla scena ideata dai ragazzi del Laboratorio di Tirano che (ispirati da un articolo di
Indro Montanelli in cui raccontava di aver trascorso il giorno dell’entrata in guerra dell’Italia con un
pranzo molto conflittuale tra posizioni neutraliste ed interventiste a casa del nonno) hanno voluto
raccontare le varie posizione della società italiana dell’epoca: chi inneggiava alla guerra (W la
guerra!) e chi era fortemente contrario (/\/\ la guerra!) durante un immaginario pranzo di nozze nella
casa di un industriale del nord a cui partecipano ospiti di diverse tendenze (Giolittiani, futuristi,
interventisti, militari, socialisti…).
Questo movimento oscillatorio come un pendolo di un orologio inquietante attraversa però tutte le
scene, anche quelle tratte da “Gli ultimi giorni dell’umanità” portate in scena dai ragazzi del
Laboratorio di Sondrio, in cui Kraus racconta della società viennese dopo l’attentato di Sarajevo. E
pericolosamente in fondo accompagna tutte le nostre scelte di vita, soprattutto quando sembra venir
meno ogni trattativa, allora sembra inevitabile il conformarsi a rispondere con la violenza a ingiustizie
subite? Rinunciare ad avere un pensiero critico per privilegiare il sentimento di appartenenza ad un
popolo, una razza, per far fronte alle presunte o vere minacce? Difendere i propri confini? Le
proprietà? I privilegi? La paura è ciò che scatena la difesa e poi la violenza, paura dello straniero,
della perdita delle sicurezze… paura di veder sottratti i propri diritti, privilegi e via dicendo. E queste
non sono le questioni che sempre ci agitano? Nel privato come nel pubblico.
Avere il coraggio di scegliere la pace significa educarsi gradualmente e pazientemente a logiche
divergenti rispetto ai nostri sistemi sociali. E parte di questa educazione possono offrircela l’arte e il
teatro che educano alla bellezza e alla verità.
La rappresentazione teatrale dei giovani porta in scena queste riflessioni e sottolinea quanta
importanza ha avuto la parola durante la Grande Guerra: lettere, diari, taccuini, proclami, manifesti,
poesie… quasi un compendio a tanta muta e assordante disumanizzazione.