Vocaboli di miniera della Valle di Scalve
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Vocaboli di miniera della Valle di Scalve
ALLEGATO G Un contributo alla conoscenza “geografica” e “lessicografica” delle miniere di Val di Scalve Il lavoro bibliografico sulle miniere bergamasche offre interessanti spunti per indagini e approfondimenti sulla storia mineraria di questa provincia. I titoli delle pubblicazioni fanno emergere un quadro significativo, soprattutto per la Valle di Scalve: presentano uno sguardo diacronico di indubbio valore storico e aiutano a comprendere i mutamenti nel corso di oltre due secoli; forniscono elementi utili a ricostruire l’evolversi della “geografia mineraria”, dell’organizzazione del “sistema minerario” (bosco-carbone, minerale ferroso-fusione), dei progressi tecnologici, delle trasformazioni nella stessa organizzazione del lavoro, ecc., fino alla definitiva chiusura dell’intero complesso minerario scalvino. In questa cornice ci è sembrato stimolante collazionare gli esiti di duecento anni e più di ricerca attorno a due argomenti che ineriscono questo territorio: - - la “geografia mineraria”, ossia la crescita del numero di cave e/o delle gallerie – le cui denominazioni sono reperibili nelle monografie e nelle testimonianze orali –, miniere aperte e chiuse da tempo memorabile o in epoche più recenti, testimonia del progressivo avanzamento del fronte minerario e permette una mappatura storica dell’evolversi e dell’ampliarsi nel corso dei secoli, dei “ghirigori” nella terra di quest’area valligiana; . la “lessicografia di miniera”, cioè la collazione dei vocabolari di settore – tra l’Ottocento, il recente passato e le nuove acquisizioni nel corso della nostra indagine, mette a disposizione un ampio lessico dei termini minerari scalvini. Queste ipotesi di lavoro, del resto, si leggono tra le righe del lavoro di Antonio Tiraboschi (Allegato C) ed è riformulato con maggiore spessore in Mora 1985. Ambedue le tematiche si articolano in una parte narrativa, con cui si dà conto della serie documentaria utilizzata, e in un quadro sinottico che permette la rapida consultazione dei documenti messi a confronto. Per una “geografia mineraria” della Val di Scalve: una comparazione fra gli studi di Maironi Da Ponte, Polli – Lucchetti, Capitanio Sono diversi gli studiosi che, tra il XVIII e il XX secolo, si sono occupati dell’orografia e della mineralogia scalvina. A questo proposito, abbiamo considerato i seguenti lavori di ricerca: 1. Memoria orografico – mineralogica delle montagne spettanti alle valli di Scalve e di Bondione nella provincia bergamasca di Giovanni Maironi da Ponte. Verona, per Dionigi Ramanzini, 1788, p. 44; 2. I minerali di ferro delle valli bergamasche. Studio chimico del prof. Pietro Polli e del dott. Pantaleone Lucchetti. Parte 1a – Valle Seriana e di Scalve. Milano, Tipografia Bernardoni di C. Bresciani e C., 1879, p. 35, [che citano anche altri studi riguardanti questo territorio]; 3. Alessandro Capitanio, Nomi di alcune miniere di ferro della Val di Scalve, in Id., Il ferro della Val di Scalve, Museo etnografico di Schilpario – Coop. Ski-Mine, Quaderno n. 3. Ferrari Edizioni, Clusone, 2000, p. 86; 4. Giorgio Schena, Le miniere del “Laghetto del Polzone”, in Amministrazione comunale di Colere, Da Collere a Colere. Una comunità alpina: storie e immagini, a cura di Angelo Bendotti. Il filo di Arianna, Bergamo, 2000, pp. 51-64; 5. Agostino Morandi, A 1750 metri sul livello del mare. Le miniere della Manina. Il filo di Arianna, Bergamo, 2002. Sebbene siano lavori nati con differenti finalità e quindi qualitativamente diversi (i primi due sono esclusivamente di interesse mineralogico; il terzo puramente indicativo dei nomi di miniere senza precise indicazioni di ubicazione ), con essi è possibile ricostruire una mappa delle miniere scalvine, con relativa denominazione, in un arco temporale compreso tra il 1788 e il 2000. Si sono evidenziati: - l’area montuosa o il monte dove la miniera è ubicata; - il nome della miniera o della galleria; con l’avvertenza che nei diversi lavori non tutti gli elementi collimano. In diversi casi, per esempio, si accenna genericamente a “miniera o gruppo di miniere”, in altri è fornito solo il nome della miniera senza la località di ubicazione. La tabella che ne risulta, allinea le denominazioni delle miniere in base all’ubicazione geografica segnalata nelle pubblicazioni; per quelle prove di indicazioni si è utilizzato, dove possibile, il ricordo o la testimonianza di contemporanei. Vediamo ora, in forma discorsiva, il contenuto delle opere prese in considerazione. 1. È nelle estati che precedono il 1788 che, con molta probabilità, Giovanni Maironi Da Ponte compie i suoi viaggi in Val di Scalve, finalizzati all’analisi scientifica dei minerali del luogo. «Egli è tristissimo – scrive nella Memoria – l’aspetto di questa valle: ma la natura ha compensate le sue orridezze coi ricchi tesori, che ha prodotti nelle viscere delle sue montagne». Un tesoro costituito da «miniere di rame, di zingo, di piombo, ed in grandissima parte di quelle di ferro, di cui veramente la valle abbonda sopra ogn’altra del nostro distretto». La stagione nella quale «ho potuto fare tali viaggi – precisa in una delle note alla Memoria –, è stata sempre la estiva non mai scevra di gravissimi inconvenienti e pericoli, quando vogliasi allora penetrare in quelle fodine affatto abbandonate in siffatti tempi dagli stessi scavatori». Maironi fornisce poi una sintetica ma preziosa descrizione del lavoro degli scavatori: «Tratta dalla galleria la miniera ossia il minerale, nel qual artificio si fa moltissimo uso dello scarpello, della leva, e della polvere da schioppo, viene sottomessa alle altre operazioni preparatorie alla fusione, che sono la Torrefazione, e lo Scevramento da ogni porzione di pietra non metallica. Cottizzare chiamasi da’ nostri la prima; Taizzare la seconda di queste operazioni. Indi si trasporta al forno, in cui con veementissimo fuoco di carbone viene fusa e metallizzata in ferro crudo, ossia fragile; il quale si traduce poi alle fucine, dove si fa subire gli altri trattamenti necessarj a conciliargli la malleabilità, e l’attitudine ai tanti usi, ne’ quali viene impiegato con sì grande utile e comodo della società». Passa poi alla descrizione delle miniere, dove «Io ci conserverò quell’ordine, che ho tenuto nel visitarle», iniziando dal monte Ponzone, falda appartenente al massiccio della Presolana, per risalire, di monte in monte, fino al Venerocolo. Nelle sue osservazioni, Maironi enumera più di cinquanta tra cave e miniere, ma solo di poche fornisce l’esatta denominazione. 2. Il prof. Pietro Polli, del Regio Istituto Tecnico di Milano, e il dott. Pantaleone Lucchetti, assistente alla Cattedra di Chimica generale dello stesso Istituto, si propongono un’indagine sui minerali e sulle rocce delle Valli Bergamasche: questo pubblicato è il primo studio il cui scopo è la realizzazione di un catalogo ragionato su «tutto quanto v’ha di più interessante dal punto di vista minerario in quell’importante regione di Lombardia». Già da due anni stanno lavorando a quest’impresa; approfittano largamente «delle collezioni mineralogiche e litologiche del Museo di Bergamo, non che delle spontanee prestazioni di persone». Sono riusciti così a ottenere «un sufficiente numero di esemplari delle miniere più conosciute, attive o meno». Sottopongono ad analisi numerosi minerali ferrosi presenti o riferiti a una trentina di miniere della valle. La loro non è quindi un’indagine “sul terreno”, ma un’analisi che ha «un indirizzo essenzialmente chimico, non avendo riputato necessario l’entrare in considerazione d’indole tecnica od economica, in quanto che l’argomento da questo punto di vista è stato svolto con copia di dottrina e di dati nei classici lavori pubblicati» da numerosi altri studiosi dell’argomento. Va infine segnalato che il manoscritto tiraboschiano Industria ferriera, alla voce Miniéra, Véna, raccoglie una lista con 35 denominazioni di miniera, interamente riprese dallo studio di PolliLucchetti, lavoro, del resto, che Tiraboschi menziona alla voce Ghisa. 3. La ricerca più recente è quella di Alessandro Capitanio, edita nel 2000. Si tratta di una tabella (p. 86) nella quale sono indicate, in ordine alfabetico e senza ubicazione, 62 denominazioni di miniere scalvine. Il lavoro è frutto di un’indagine che ha fatto uso di testimonianze orali raccolte tra i minatori della valle. 4. Il lavoro di Giorgio Schena è un saggio che ricostruisce la vicenda delle miniere del Laghetto swl monte Polzone, ricche di zinco e blenda. Le cinque gallerie che costituiscono questo bacino minerario non parrebbero avere collegamenti con quelle di rame e di piombo, descritte duecento anni prima da Maironi da Ponte. 5. Il cabreo, purtroppo non datato, in copertina al volume di Morandi, indica 15 accessi con relative denominazioni alle miniere della Manina, che abbiamo interamente ripreso. Monte, Zona Monte Polzone Idem Idem Monte Barbarossa Monte Manina Maironi Polli-Lucchetti Capitanio Miniera di rame, che «prima di me osservò il celebre Sig. Giovanni Arduini» Miniera di piombo <Miniere del “Laghetto del Polzone: gallerie Cecilia, Tre Marie, Sardegna, Sabina, Sibilla> [4] Miniera di «calamita» «Dieci o dodici cave di ferro» Miniere Vitello, Bettona, Clossa, Cappuccina, Rembasa Miniere <Speranza, Vajadosso, Blez, Bonicella [vedi Gruffella, più avanti nel Lessico], Toello, Desiderata, Zanolina, Vacca, Sortebella, Gerosa Fortuna, Bettona, Vitello, Capucina, Rambasa> [5] Adelaide, Blesio, Capüsina, Clossa, Gelosa o Gerosa. Monte Gleno [Glenno in Maironi] Idem, in Valmanna Idem, in Valmanna Idem, in Valmanna (Maironi); Monte Tornone (Polli-Lucchetti) Idem, in Valmanna (Maironi); sopra Ronco (Polli-Lucchetti) Idem, in Valmanna (Maironi), Monte Venà (Polli-Lucchetti) Monte Bonavis Miniera di «ferro calciforme» e «due altre cave … di un ferro atto a qualunque opera» Miniera di ferro, «in un bosco di appartenenza della Comunità di Vilminore… La cava vi fu aperta, non ha gran tempo, ed il lavoro non è compitamente avanzato». «Varie cave di ferro, ma una sola è l’andante… altre cave di ferro, ma oggi abbandonate» «Dodici altre cave di ferro, delle quali una sola è l’andante. Diconsi le Fogaccine» «Miniere [di ferro] volgarmente dette le Desiderate. Sono varie, ma una sola è la lavorata. Questa ha una galleria assai profonda» «Luogo detto Venà. Vi si trovano molte cave di ferro, una sola delle quali attualmente si lavora Indizi di «miniera di Miniere Pezzòlo, Figazzino [sic] Fugazzina («inattiva perché invasa dall’acqua; richiederebbe una galleria di ribasso, ma per le presenti tristi condizioni in cui da noi si trova il commercio del ferro, non franca la spesa») Miniere Desiderata nuova Desiderata e Desiderata vecchia Miniera del monte Venà Monte Venerocolo Monte Gaffione Monte Ortasolo Monte Ortasolo, falda denominata i Colli Sopra i Fondi, monte Glaiole Monte Rastrelli Presso le fonti di Schilpario Senza indicazione rame; quivi pare sonosi abbandonate le escavazioni, che vi si erano incominciate» «Non molti anni orsono, scopertasi una miniera di rame, vi furono aperte delle grandi scavazioni» Fallita la società, «oggidì poco meno che abbandonati [gli edifici fabbricati] … resta così estinto questo utile e bello stabilimento» «Questo monte ha varie cave di ferro; ma una sola è l’andante, denominata appunto la Gaffiona, ed appartiene a certi Signori Grassi, famiglia fra le principali della valle» «Uno dei più ricchi di miniere di ferro, e certamente il più lavorato da’ montanisti». «Assai grande il numero delle cave [di ferro] … ve ne sono più di dodici in attualità di andamento» «Venticinque e più cave di ferro, quindici delle quali attualmente in andamento» «Ha questa valle qualch’altra miniera di ferro sparsa qua e là … ma essendo esse oggidì tutte giacenti … non ho sopra le medesime estese le mie osservazioni» Miniera Gaffiona Gaffiona, Gaffione Miniere Meraldo, Castello, Coa, Coino, Meraldino o Miniera Nuova, Foppone o Speranza di sopra Meraldo, Meraldino, Castello, Cova, Covino, Fupù, Cimacolli Ortasolino, Ortasolo Miniere Glaiole alta e bassa, Barisella Miniera Sopra-Croce Forca Miniere Andito, Bonicella, Carreggiata, Cimalbosco e Compagnia Glaiola, Barisella Süercrùs Forca, Forchino Àndech, Berbera, Bible, Bisüna, Campo, Careggiata, Cassandra, Cimalbosco, Compagnia, Dalmazia, Dosso, Frera nuova, Fupèl, Giùf, Larisì, Lombardia, Lupi, Mai, Maria, Mirabella, Molarice, Palasa, Piscina, Plagna, Pusés, Roma, Saca, Santa Barbara, Sella, Spiazzo, Stentada, Stentada vecchia, Torino, Traversagna. La tabella lascia intravedere un quadro particolarmente ricco della “geografia mineraria” di Valle: tra miniere aperte e chiuse in un lontano passato e la situazione più recente, si è di fronte a un bacino minerario complessivo che sfiora il centinaio di pozzi (tra cave, miniere e gallerie). Nonostante alcune denominazioni, soprattutto quelle del passato meno recente, risultino difficilmente ubicabili con discreto margine di certezza, è auspicabile la mappatura di miniere e gallerie per l’intera Valle di Scalve. La miniera nella lessicografia della Valle di Scalve: una comparazione tra i repertori Palamini, Tiraboschi e Capitanio Qualche riferimento alle miniere scalvine nelle Osservazioni sul Dipartimento del Serio di Giovanni Maironi da Ponte. Fin dal Settecento si susseguono nei secoli raccolte, piccole e grandi, di lessicografia bergamasca. A iniziare è l’abate Giovanni Battista Angelini (Strozza, Bergamo, 1679 – Bergamo, 1767), il cui Vocabolario bergamasco italiano latino – in parte conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, in parte alla Biblioteca del Clero di S. Alessandro in Colonna a Bergamo – è tuttora inedito; vi è poi un Vocabolaietto bergamasco di Gio. Giacomo Palamini (Parre, Bergamo, 1806 – Vilminore, Bergamo, 1865), arciprete, il cui testo, rimasto per lungo tempo anch’esso inedito, è stato pubblicato nel 1999 per cura di Vittorio Mora. Nel 1859 è dato alle stampe dal ragioniere Stefano Zappettini il Vocabolario bergamasco – italiano per ogni classe di persone e specialmente per la gioventù, cui segue, non molti anni dopo, il Vocabolario dei dialetti bergamaschi antichi e moderni di Antonio Tiraboschi (Alzano Maggiore, Bergamo, 1838 – Bergamo 1883), edito a dispense tra il 1867 e il 1872. Vi è, per ultimo, il Piccolo Vocabolario bergamasco italiano di Marco Carminati e Gian Giacomo Viaggi, stampato a Lovere nel 1905. Tra questi preziosi documenti e altri ancora, a cui accenneremo più oltre, può essere circoscritta la lessicografia della Valle di Scalve e, più settorialmente, quella relativa alla miniera. E a questo proposito, la nostra attenzione si concentra su tre lavori: 1 - Il Vocabolarietto di Palamini è quasi interamente dedicato alla Valle di Scalve; sebbene l’autore non realizzi uno specifico lessico settoriale, raccoglie però una trentina di vocaboli che il curatore dell’edizione a stampa riordina sotto il titolo «Vita e linguaggio della miniera». Si tratta comunque di una documentazione importante, risalente con molta probabilità, alla prima metà dell’Ottocento. 2 - Antonio Tiraboschi, produce invece uno specifico lavoro settoriale. Accanto ai lemmi raccolti nel suo Vocabolario (VD), conduce una ricerca mirata sul lavoro minerario della Val di Scalve. Si tratta del manoscritto inedito Industria ferriera, di cui si occupò V. Mora nel 1984. L’indagine di Tiraboschi risale al periodo successivo alla stampa del Vocabolario ed è databile tra il 1878 e il 1883. Molto più ricco del lavoro di Palamini, al quale esplicitamente ed episodicamente si collega, il dialettologo bergamasco aggiunge documenti preziosi in parte raccolti “sul campo”, in parte desunti da altre pubblicazioni. Il limite del lavoro va individuato nel fatto che l’indagine si sofferma con maggiore attenzione alle voci inerenti i lavori all’esterno della miniera – la cernita e la prima fusione del materiale –, mentre è meno attento agli altri momenti della vita e del lavoro di miniera. 3 - Si deve aspettare il 2000 per disporre di un contributo più approfondito de lessico minerario della Val di Scalve. È il lavoro di Alessandro Capitanio che nel suo volume Il ferro della Val di Scalve, dedica una parte del libro al Glossario delle terminologie dialettali riferite al lavoro della miniera, forno fusorio, fucine a bosco e al Glossario terminologie minerarie. Poche pagine, ricche però di utili informazioni. Pur senza avere consultato i due lavori precedenti, Capitanio non solo conferma molti dei termini segnalati da Palamini e Tiraboschi, ma aggiunge a quei documenti – testimoni di tecniche estrattive e manifatturiere ormai superate e obsolete – il lessico tecnologicamente più avanzato, frutto del progresso raggiunto, nel corso degli anni, dal settore estrattivo. Lo studio comparativo di questi tre lessici, storicamente fissati nel corso dei secoli, può favorire l’acquisizione di quanto ancora manca a completare il lessico di un mestiere ormai depositato negli annali della storia, ma ancora vivo nella memoria delle donne e degli uomini di questa valle. Sono qui riprese tutte le voci contenute nelle tre opere con l’esclusione, per il repertorio Tiraboschi, delle seguenti voci: - minéra, véna, per le considerazioni esposte nel capitolo precedente; - le nomenclature specifiche, segnalate alle voci Furen, Ghisa, Mai e Ora. Abbiamo, invece, integrato il repertorio tiraboschiano con quanto lo stesso autore riporta nel suo Vocabolario dei dialetti bergamaschi antichi e moderni, 1872 (sigla VD) e nell’Appendice al Vocabolario, 1879 (sigla VDA). Vocabolo Palamini Tiraboschi Aiguàl Àndec – Andito della miniera <Si dice all’imboccatura della cava (VDA)> Àndèk, Àndec Archèč Àrghen, Àrghena, o Grü – Ordigno per lavare il ferraccio indurito dalla sèa Dicesi anche l’ordigno che portava la Gavozza [Gaòssa] per trasportarlo con minor fatica nel forno Àrghen Àrghena * Arricchimento Àsén Asesèi Azale, Asàl * Avanzamento Azale – Acciaio Bachèta de l‟üsèl Spranga lunga e cilindrica di ferro, che serve a staccare la loppa dall’ugello Processo atto ad ottenere il tenore più alto possibile del minerale (macinazione, lavaggio, separazione sterile e torrefazione) Spezzone di legno, a sezione rettangolare, fissato trasversalmente alle slitte invernali per mezzo di un perno di ferro, per permettere lo spostamento del carico con poca fatica Piccole assi fissate ai bordi della slitta estiva con funzione contenitrice Asàl – Acciaio Tratto di galleria o coltivazione sviluppata dopo la volata Strato mineralizzato Strato calcareo non mineralizzato Banc Banc mat Barzèla Capitanio Canale di eduzione delle acque con pendenza minima Àndèk – nome dato ad alcune miniere prima dell’introduzione della polvere pirica Spezzoni di legno a sezione tonda curvati all’estremità, fissati ai bordi delle slitte per contenere il carico Ordigno che portasi come il gerlo, per caricar pesi gravi, come pezzi di ferro, vena e sassi Basgiutì Biröi Blandù Bonèta, Bonnèta, Bunèta Bonnèta, Boneta – Il sacchetto che adoprasi pel trasporto del minerale Bonèta – Sacchetto pel trasporto del minerale. Carbone minuto, con cui s’incuoce il minerale nella ringrana [Reglana] <I carboni di legne minute spenti (VD)> <Brascinajo, Quello che nelle fucine e nei forni fusorj ha cura di tenere acceso il fuoco e di raccogliere la brace (VD)> Tritume del carbone Brasca Braschì Braschina, Resta Büdèl Burlù de „éna – Masso di minerale Filoni, o Banchi in alcuni punti ondulati Burlòt de énå, Burlù de „éna Caalèč Piccola scodella in terracotta, o in metallo, che serviva nella miniera come contenitore di ciottoli per la conta dei trasporti dei purtì Spinotti conici di legno Spezzone di lamiera atto ad agevolare lo smarino del materiale durante l’avanzamento in galleria Bunèta – Sacco di canapa per il trasporto del minerale Operaio addetto al forno fusorio o alla fucina Cunicolo stretto, angusto e tortuoso Burlòt de énå – Masso di minerale Struttura di tronchi e tavole realizzata per sostenere i tratti di galleria insicuri Cinghia di canapa terminante con catene in ferro e ganci, usata per trainare il car-mat o le slitte Attrezzo per dare la curvatura ai binari Forno di calcinazione atto a produrre la calce viva Caalamént Caèså Càgnå Calchérå Tutta quella quantità di ferraccio che si fonde in una volta [Ad v. Ghisa] Caldatura Càmbe Càmbre Canèč Caneèt, Canevèt Canevèt - Vedi Sella [Sèla] Canigg, Cannigg L’andito per cui si entra sotterra a scavare il minerale. A similitudine dei cunicoli usitati in guerra, e delle tane dei conigli poco diversamente qui detti connìg Canèč dol fùren – Vedi Fùren Caneèt – Luogo dove si ripone il ferro Scambio ferroviario Piatti di ferro curvati che davano continuità alle stagiole nelle curve della galleria. Avevano una funzione anti usurante Canèč - Cannecchio dell’altoforno Caràč Caradèl Carbù Carbunèl, Mànega Carbone Carbonile, stanzone in cui si ripone il carbone; la mànega propr. è meno ampia, la muratura alta e stretta. Bóca, bocca del carbonile, apertura nella parte superiore del C., per la quale si butta giù il carbone. Porta, porta del carbonile. Operaio addetto al taglio del bosco e alla carbonizzazione delle legne Piccolo carro di legno usato dal 1500 al 1930 nella miniera per il trasporto del minerale all’esterno. Il veicolo veniva trainato o spinto dagli addetti ed era dotato di quattro ruote in ferro che scorrevano su un rudimentale binario in legno (stagiole) fissato sul fondo della galleria Carbunér Car-mat Cassāl, Rasparöla Cassòt Arnese che consiste in un pezzo d’asse assicurato pel coltello in cima ad uno staggio che fa da manico; si adopera a spingere il minerale ed il carbone nel forno; Pala a tavola Cassa di legno, colla quale si trastulla [il] minerale dalla reglana al scotér Minatore Cinghia elastica usata dai minatori per attenuare la fatica delle braccia durante l’operazione di foratura manuale con masèta e barramina* verso l’alto Ciclòpe Cinghiöl Có de miniéra Còbia Colónc * Coltivazione * Corona Quota di partecipazione nella conduzione della miniera o dell’altoforno Carro modulare con piccole ruote atto al trasporto dei tronchi Carbone di legna Porzione Mazza usata per la perforazione manuale a coppia Pilastro mineralizzato ricavato durante la coltivazione del minerale con funzione di sostegno del tetto Area di abbattimento del minerale Serie di fori per effettuare la sequenza esplosiva che darà forma alla volta della Crièl Cuertù Cüisinå Cùpenàč Dassét, Desset e Dessèt, Descènt * Decaouville Derret, Derrèt Desset e Dessèt – È nei forni colui che il manèt è nelle miniere Dassét – Colui che serve ai lavoratori nella magona (fùren) Derret, Derrèt – Il crivello di ferro ove lavasi la vena del ferro Derrèt – Crivello di ferro, nel quale si lava il minerale. Laadùr Galleria rettilinea scavata su rocce sterili per raggiungere le zone mineralizzate Pianta di maggiociondolo Minerale Minerale di siderite a forma di caviglia Manicotto rotante su perno, fissato anteriormente alla struttura del car-mat. L’ermasöl veniva inserito nel binario di legno (stagiole) allo scopo di mantenere il veicolo al centro della galleria * Diretta Él Éna Énå „l la caìgiå Ermasöl Fa sèa Fagòt (Fa „l) Far la scea – Dicesi lo sturare il foro inferiore della scodella, e lasciare uscire il ferraccio fuso, che si fa rappigliare in buche rozzamente scavate in terra presso al forno Nella Settimana Santa i mineranti fanno il fagotto. Cioè abbandonano le miniere. In un giorno della stessa settimana i padroni fanno loro il gaüdanus. Che consiste in una grande mangiata di pasta condita con buon burro e formaggio e innaffiata con molto vino. Utensili in genere Ferro lavorato con sezione tonda nel quale si alloggiava il freno della slitta estiva Fèr Fóngol Foràm Förgiå * Fornello di gettito galleria Setaccio Strato superiore del banco di siderite del gruffone Calce viva [Minatori] Adagiati uno accanto all’altro contrapposti Descènt – Persona addetta al prelevamento del minerale atto alla fusione (vice maistér) Ferrovia mineraria Foro donde esce il ferraccio liquefatto <Forame, foro, buco (VDA)> Forgia con sistema di ventilazione a mano atta alla rigenerazione e tempra delle barramine Cunicolo inclinato ricavato allo scopo di convogliare il materiale scavato nei livelli sottostanti Legno di frassino usato anche per costruire le slitte degli strüsì Fabbro ferraio Frérå – Miniera Fràssen Frér Frera, Fréra, Frérå Frera – Ferriera Frerì Frùsen, Frusnàt Fréra – Miniera. <Ferriera, Cava del ferro (VD)> Frerì e Minadùr – Minatore, Frerì – Operaio addetto allo Chi fa mine scavo nella miniera <Colui che lavora entro la miniera (VD)> È uno storpiamento di fuligine, usato in V.S., per cui frusnàt, fuliginoso, dicesi ai carbonai, mineranti, ecc. [I frusnàč del Dès = I fuligginosi del Dezzo] Piccolo fuoco Locomotore con motore a scoppio da miniera Fugatì Fümighì Furen Fùren sabadì Furnèlå Gaassa Forno fusorio o semplicemente Forno. È un muramento in forma di torre, rigonfia verso la metà della sua altezza, a uso di fondervi il Minerale (mineràl, véna) e cavarne il ferraccio (ghisa). [Lessico delle parti] Con questo medesimo nome si designa la Magona, cioè l’officina in cui alla miniera del ferro si dà una prima fusione, per cavarne il ferraccio, e questo poi si riduce in ferro della Ferriera (Füsina?) [s. n.] Stufa a legna [s. n.] <Croce, quella parte dell’albero dove finisce il tronco e dalla quale derivano i primi rami (VDA)> Fibra di canapa usata per la preparazione della miccia a polvere pirica Teleferica Gàiå Gallianå Gaòssa, Gavòssa, Gavozza Gavozza – È una misura come uno stajo con cui misurasi e somministrasi il minerale, Misura della vena Gerla [Gerlinaro] Gaòssa, Gavòssa e Quartér – Gavozza, recipiente di legno, di determinata capacità, con cui il Minerale e il Fondente [Màrmor] si versano nel Forno [s. n.] Gerlinaro. Colui che versa e Ghisa dispone nel forno, il carbone e il fondente. Questa operazione si fa colla Gerla e colla Gavozza Ferraccio. È la parte metallica più o meno pura del minerale che si fonde nella Magona; viene poi purgato e ridotto in puro ferro nella Ferriera, Caldatura. [Nomenclatura di minerali in estrazione] <Ferro fuso e non ancora appurato (VD)> Aia carbonile Gilet di panno pesante indossato dai purtì per meglio sopportare il dolore delle spalle durante il trasporto del minerale con la gerla Banco di siderite Gial Gilé gros Grufèlå Gruffella Gruffona vera Gruffona di cielo Gruffona a scaglia larga Grüfù Imbóc Laadùr Ladì Lampå Laurét Lée Lenguìgn, Linguìgn Lésà di strüsì Minerale che si estrae dalla cava Bonicella; idrossido di ferro accompagnato da quarzite di colore bruno O Mola di fondo, banco riposante sull’arenaria rossa a grana minuta e talora dilantantesi in certe sue depressioni o tasche, costituito da siderosio decomposto. Il minerale di questo banco è generalmente il più ricco di ferro Siderosio spesso decomposto (véna morèla) Siderosio a struttura spatica, di colore rosso bruno perché in corso di decomposizione Banco di siderite Imboccatura di miniera [Vedi Derrèt. Nel ms. c’è un disegno di laadùr alla voce Lóp ] [Vedi Màrmor] Fondente usato nell’altoforno Lampada ad acetilene Colui che lavora sul fondo Lée e Lïére per la sèa – Lunghe spranghe cilindriche di ferro, che servono a facilitare l’uscita del ferraccio dal forno Linguìgn – Schisto argilloso Lenguìgn – Strato di roccia molto micaceo sterile del servigno, molto scistosa e resistente Slitta per il trasporto del minerale Livello di miniera Spranga di ferro-leva Banco di siderite Lièl Liérå Lignölå Lignola bianca Siderosio a struttura minutamente spatica, dotato di lucentezza madreperlacea Il più elevato della serie, costituito da siderosio intatto Propriamente detto. Siderosio inalterato o quasi Comprende due banchi quasi contigui non decomposti Lignolino Lignolo Lignolo falso Lignülì Linguìgn, Lenguìgn Lóp, Lópa, Lópp Linguìgn - Schisto argilloso molto micaceo Lopa, Lópa – Scoria Lóp e Lopa – Loppa, la scoria o feccia. Ossia certa materia impura che galleggia sul ferraccio fuso e alla quale si dà uscita da un foro che apresi nella parte superiore della Scodella. Laà la „éna Laadùr [disegno] Lampada ad olio Galleria ricavata lungo lo strato (banco) del minerale Perforatrice pneumatica Argilla limonitica Lüm * Lungobanco Màchinå Macòch Maestransa Mai Màister, Màistér Mànega Manestradùr Banco di siderite Lenguìgn – Strato di roccia sterile del “servigno” molto scistosa e resistente Lópp – Scoria vetrosa d’altoforno È una pietra … che si ritrova unita al minerale di ferro e ritiensi come la matrice Operaj dipendenti dal Màister nella fusione del ferro Maglio, col quale si pesta la loppa per sceverare il ferraccio rimastoci. [Nomenclatura delle diverse parti] <Magona, Ferriera. Quel luogo in cui s’affina, si modella alla grossa il ferro, si ribollisce il ferro rotto, ecc. (VD)> Màister – Colui che dirige i lavori, Magoniere è il ministro o principal lavorante nella magona. Vedi Carbunèl Colui che getta il carbone nel forno Operai diretti dal maister durante la fusione Màistér – Persona con capacità ed esperienza incaricato dai proprietari a condurre le operazioni di scavo nella miniera, nel forno fusorio, nelle fucine o nei diversi opifici Magazzino carbonile Operaio addetto al prelevamento e caricamento del carbone di legna nel forno fusorio Manèt Manèta Màntes Màol e Massèl Màrmor, Ladì Maròc [Massa] Masèta Meà Médol Mineràl, Miniéra, Véna Möla Möla di laèč, di sgaròč, di strièi Mola È nelle miniere colui che dà mano ai servigi dei mineranti, e specialmente a caricare i fanciulli che asportano il minerale Colui che serve ai lavoranti nella magona, e specialmente il capo dei portatori di minerale Maniglia Mantici Massello Màrmor e Ladì – Fondente, detto sostantivo è denominazione generale di ogni corpo terroso, salino o alcalino, che agevola la fusione della vena. Il Fondente adoperato nella Magona è una terra calcarea, o anche calce pretta Pietra mista al minerale Roccia mista a minerale Mazza, grosso martello di ferro, con cui il ferraccio, cavato dal pezzo della sciuga, si divide in pezzi più maneggiabili <Mazza. Grosso martello di ferro, che da una parte è piano e dall’altra grossamente appuntato (VD)> Mazzetta usata per praticare i fori con barramina La scoria del ferro ridotta in Scoria del ferraccio pestata sabbia In Val di Scalve non è Filone del minerale l’andito delle miniere, bensì <Ferriera, Cava del ferro il filone medesimo del (VD)> minerale, e di qualunque roccia disposta a strati. Anche la Chiesa dice Lapideum metallum nella consacrazione degli altari Minerale, Vena, ciò che si estrae dalla miniera per cavarne un metallo. Mineràl dùls, dèndar – Minerale più o meno decomposto dei banchi inferiori. Mineràl dür, bianc, „ena bianca – Minerale decomposto a struttura minutamente lamellare Per Vena Strato di roccia sterile intercalante i banchi di siderite o Moletto vero, costituisce la matrice del minerale, e consta d’idrossido di ferro compatto a silice, colore bruno Moletto falso o Copertone, serve come di tetto Mudèl Modello in legno con le iniziali del proprietario atto alla preparazione degli stampi nella terra del pavimento adiacente al forno di fusione. Successivamente questi stampi saranno colmati dalla ghisa liquida che uscirà dal crogiolo Mulino Andare a lavorare in miniera Tromba o vuoto. Sue parti: Aria soffiata prodotta dai [Nomenclatura] mantici o dalle trombe idroeoliche e immessa successivamente riscaldata nel cannecchio dell’altoforno Attrezzo per frenare la slitta estiva durante il tragitto Banco di siderite Pareti laterali della galleria Serie di fori per effettuare la sequenza esplosiva che formerà le due pareti laterali della galleria Paiolo per cucinare la polenta Coperta simile a una trapunta, composta da parti di tessuto di recupero e riempita all’interno di crine, paglia e scarti di lana. Poteva pesare 30 o 40 Kg. E si usava nelle baite delle miniere come riparo dal freddo durante il riposo Peso per dividere i pani di ghisa nell’altoforno Pestalóp – Colui che pesta Pèstalópp – Operaio addetto la scoria ponendola sotto il alla frantumazione a mezzo maglio maglio della loppa d’altoforno La giornata di un lavorante Periodo di lavoro minerario nelle miniere; è un lavoro di riferito a 5 ore 5 ore, cosicché si possono fare due piarde al giorno. Dicesi anche della quantità di minerale che piò essere portata fuori dalla miniera nello spazio di 5 ore <…Si dice anche della quantità di minerale che da’ fanciulli può essere portata a luce in un giorno dalle cave (VD)> Piccone Piccone con una estremità a martello Mulì N‟dà a frérå Ora, Órå Pal dó la léså Panèla Paramént * Paramenti Paröl Pelòch Pérå Pestalóp, Pèstalópp Piarda Pìc Pìc a ròcå Qui è il tempo che si continua a lavorare nelle miniere senza interruzione, e in tre fanno la giornata. Gabriele Rosa lo registra anche per la Val Trompia [Dialetti…, p. 93] con lo stesso significato e cioè «opera d’un dì nelle miniere» Attrezzo usato per bucare il tappo d’argilla del crogiolo Ardesia Pìnsa Piödå Piombì Baritina, in cristalli tabulari, incolori, trasparenti Piüdér Pólver Portì, Purtì * Pozzo Preàla, Prìalå Presura, Presürà, Prosura Presura e Prosura – È l’adattamento del forno fusorio e il successivo riscaldo fino allo stato di perfetta fusione Pulànc Puiàt Pundèl Purculì Quartå Quartér Rampì Ras, Rās, Raz Rasadùr Raspa Raz – È un gran gerlo con cui misurasi il carbone per gettarlo nel forno Cava di ardesie Elemento esplodente Portì – Portatore di minerale Purtì – Ragazzi di età compresa fra gli 11 e i 15 anni addetti al trasporto del minerale mediante gerla Scavo verticale dotato di montacarichi comunicante con la zona mineraria di profondità Preàla (V. di S.) e Prèla (V. Prìalå – Carro con due Ser. sup.) – Traino a due ruote piccole per trasportare piccole ruote per trasportare a strascico il legname dai monti minerale, legname, ecc. <Cfr. ad v. VDA)> Presura o Prosura – Presürà – Periodo di Adattamento del forno ed il riscaldamento della struttura successivo riscaldamento dell’altoforno supportata fino allo stato di perfetta economicamente dai fusione condomini Asfissia, malessere Cumulo di legna predisposta a catasta da cui verrà ricavato il carbone Puntello Piccolo bastone di legno con impugnatura usato dai purtì durante il lavoro di trasporto nei cunicoli delle miniere. Serviva per mantenere l’equilibrio del corpo e del peso trasportato, spesse volte sbilanciato a causa dell’angustia dei percorsi Porzione di polenta di mais Recipiente in ferro per misurare il peso del minerale, capienza di 30 Kg. Lunga spranga di ferro Ferro sagomato per uncinata ad una delle aggancio estremità, che serve a levare la loppa dal ferraccio ancora liquido Rās – Gerla, recipiente di Ras – Grossa gerla per il misura determinata a uso di trasporto del carbone di portare il carbone da legna dal magazzino versarsi nel forno. Contiene carbonile al forno fusorio da 15 a 16 pesi di carbone. (capienza 1 quintale) Rasa, rasus, rasum sono nomi di misure usate nel medioevo [s. n.] <V. di S. – Raccoglitore di ragia (VDA)> Arnese di ferro con lungo manico di legno, che serve a levare la loppa dal ferraccio appena uscito dal forno della scea Rasparölå Règia Reglana, Reglànå Resta Ribàs * Ribasso Rigólå * Rilevaggi * Rimonta * Rinora Ristilì Rüginèt Sac de carbù Sac do la léså Sàcå Saer [ma Zaer nel testo] Sàpå Arnese per spingere il minerale e il carbone nel forno È una verga di ferro lunga e piatta (da Regula) Reglana – È la fornace dove Reglana – Ringrana. Specie Réglanå – Forno da calcinasi la miniera del di fornace in forma di cono torrefazione del minerale ferro, e quindi sminuzzola rovescio, nella quale il minerale s’inserisce, cioè si tiene un certo tempo infocato nella Brasca, alfine di sperderne il solfo, o altre materie volatilizzabili <Buca scavata in terra a forma di cono, in cui si mette la vena di ferro mescolata con carbone, per incuocerla prima di passarla nel forno (VD)> È il tritume del carbone Vedi Braschina Ribasso o galleria di base inferiore Galleria base di cantiere da cui esce il minerale Canaletta per il frenaggio delle acque di scolo, ricavata a lato della galleria Serie di fori atti alla sequenza esplosiva che formerà il pavimento della galleria Cunicolo comunicante con due livelli di miniera ricavata nella parte mineralizzata Serie di fori centrali della volata, ricavati nella roccia o nel minerale, per effettuare la prima sequenza esplosiva Piccolo rastrello Scherzos. Lavorante nelle miniere (minerànt) Balla, Sacco, Soma di carbone. Pesa un quintale circa <Sacco di carbone, cioè 16 pesi di carbone = chilogr. 130 (VDA)> Sacco di canapa usato come contenitore durante il trasporto del minerale mediante la slitta Ingrossamento del banco di minerale Rimasuglio di legna minuta Zappa del minatore Verrucano lombardo Scavezzo, galleria mineraria con funzione di drenaggio Sarès Scaès Scàndola Schirpa, Schìrpå = Códega d‟as Schirpa – [s. n.] Sčél Scödèla Sco[?] Scotét, Scotter,Scottér, Scutér Sea, Sèa, Séå Sèla. Sèle, Sella Luogo in cui si raccolgono le scorie Pozzo della sciuga. Vasca piena d’acqua nella quale si tuffano caldi i pezzi di ferraccio provenienti dalla scea, i quali poi più agevolmente s’infrangono a colpi di Mazza ( ..), che è un grosso martello di ferro Scotter, Scottér – Il piazzale Scotér – Scottiere. Spazio di avanti la reglana dove terreno, talora lastricato di stendesi il minerale alle pietre, cinto da una spalletta volte tutt’ora rovente, e per di muro. Vi si depone il analogia il ripostiglio dove minerale a mano a mano che si serba a stagionarlo è recato dalla miniera, per riporlo poi nella ringrana Sea – È il seno più basso del Sèa – Luogo o Modelli fatti forno fusorio e il metallo con scoria pestata entro cui ridotto dal metallo colato, si depone ghisa quando esce nonché l’atto stesso della dal forno. La parte più bassa fusione del forno Sella – È in Val di Scalve il Sèla e a Bondione Canevèt magazzino dove riponesi il – Magazzino del ferraccio. ferro; e cella in latino vuol Lat. Cella. dire dispensa, serbatojo. Vi vorrebbe l’aggiunto ferraria a renderlo perfetto latino; e forse anticamente si sarà detto. A Bondione dicesi canevèt Scutér – Deposito del minerale Séå – La colata del bagno metallico dopo la fusione nell’altoforno Sèle – Magazzino dei lingotti di ghisa Ingresso delle antiche miniere Sgaggiare, rimuovere le pareti pericolanti dopo la volata Argano a mano Viottolo lastricato ricavato per il transito delle slitte Evacuazione del minerale o roccia in seguito alla volata Carica esplosiva Unità di misura del minerale: 1 sòmå = 90 Kg Ricerca dei giacimenti mediante sonda carotatrice Grasso di maiale con cotica Bacchetta di ferro per evacuare la polvere nei fori praticati con la barramina Sfiuradùr Sgaià Sìbol Sintér di strüsì * Smarino Smorså Sòmå * Sondaggio Sónzå Spasètå Spiàs Schìrpå – Insieme di attrezzi e utensili atti a svolgere un determinato lavoro Soffitto delle coltivazioni minerarie Spazio che sta davanti alla ringrana e nel quale si depone il minerale cotto Liste di legno, con sezione 2 x 15 cm., che venivano fissate sul pavimento della galleria parallelamente e distanziate l’una dall’altra di circa 4 cm.. Vi transitava sopra il car-mat, e lo spazio fra una s. e l’altra permetteva lo scorrimento di un meccanismo (ermasöl) che aveva la funzione di guidare il veicolo, mantenendolo in centro alla galleria Stagiöle Quello spazio presso al forno su cui si depone il minerale ed il carbone da versarsi nel forno <Luogo nel quale si trascina il minerale, ed anche una specie di barella su cui si trascina (VD)> Stagnadù Strüsa, Lésa Strüsì Stüa – Luogo ove entra la fiamma per riscaldare i tubi dell’aria fredda Stüa, Stüå Suolo di tronchi afiancati per far scendere a valle il legname Zoccoli di legno con chiodi fissati nella parte di calpestìo Faglia Operai addetti alla riduzione e cernita del minerale Suèndå Süpèi feràč Taiù Taisadùr Taissà, Taizzà Taizzà – È lo sminuzzare la vena per secernerla dalle sostanze eterogenee, e prepararla alla fusione. Quasi tessellare, cioè ridurre a piccoli dadi. Taxillus e tesserula o tessera dovettero esser sinonimi, ed anche taxare e tessellare; donde il verbale tessellatus composto di piccoli dadi Taissà e Stüdì – Frangere il minerale per pulirlo da corpi non metallici Ragionamento su come procedere nel lavoro in seguito a un’anomalia verificatasi, o riferendosi a un fatto già accaduto in precedenza Tamisà Test Tout venant Operai addetti al trasporto del minerale mediante slitta Stüå – Camera di riscaldo aria Coperchio del forno fatto per lo più di ferraccio Insieme di minerale, sterile e fango, che viene trasportato all’esterno della miniera Strutture in legno dotate di serranda atte al caricamento dei veicoli minerari Galleria ricavata trasversalmente gli strati sedimentari per raggiungere le altre vene parallele Traccia effettuata nella neve per accedere a un determinato luogo * Tramogge * Traversobanco Trèscå Canna, tubo di lamiera, per cui l’aria proveniente dal portavento passa nell’ugello Tübo Funzione religiosa pomeridiana dei giorni festivi Ufìse Ura, Ora de fer […] Üsèl, Ösèl Val Valèt Vendül Verzèla * Volata Ora de fer, o semplicemente Ura de fer – Lo spazio di 24 Ora – Trattandosi di fusione ore vale un giorno e una notte. L’analogia che questo termine ha con l’hora ha fatto credere che non sia che lo stesso vocabolo traslato a un significato più grande. Ma è di altra origine ώρα vale cura… Dunque per nulla contandosi il tempo che stava in quiescenza, tra giorno e notte veniva ad essere una sola cura [il tempo opportuno perché un’operazione giungesse al suo compimento] Caldatura, tutta quella quantità di ferraccio che si fonde in una volta; e anche quell’intervallo di tempo, in cui si tien turato con argilla certo foro (foràm) nella parte inferiore della scodella, il quale poi, terminata la caldatura, si apre nel fare la scea Ugello, corto tubo conico di rame, che mette il vento (óra) nel forno fusorio. Vaglio, contiene la metà di una gerla [riferito a Laurét]. Spassa intrecciata di vimini col quale si carica il rās, che ne contiene tre Piccolo val di ferro pel trasporto a piccole distanze del minerale [ma Lüsèll, nel testo] Uggello d’entrata dell’aria nel forno fusorio Recipiente in lamiera di ferro provvisto di due maniglie atto al caricamento del minerale o del carbone Slavina Verga di ferro tratta grossolanamente, specialmente per uso di far chiosi. Verghella, virgula Abbattimento di minerale o roccia mediante sequenze esplosive di dinamite o similari Zerlì Zónte Gerlino, è capace di due gerle Parti della slitta estiva che venivano ricambiate a causa del loro consumo durante i tragitti sui sentieri lastricati Nel corso della Seconda fase della ricerca, abbiamo proceduto non solo alla verifica di alcuni termini raccolti da Capitanio, la cui descrizione non sembrava del tutto soddisfacente, ma abbiamo altresì fissato una trentina di nuove voci che non figuravano in nessuna delle pubblicazioni precedenti e che presentiamo qui di seguito. Bastìna, sorta di cuscino, riempito di paglia, da porre in testa e sulle spalle per facilitare il trasporto del sacco di carbone. Ciapà per i cheèi, lett. Prendere per i capelli, qui nel significato di Aggredire il banco di minerale che affiora in superficie. Corona, vedi Volata. Elmèt, casco di protezione. False, vedi Volata. Fóndech, deposito del ferro fuso (ma cfr. Sèla, Sèle, Sella). Fughì, colui che fa brillare le mine. Gaudiamus, la cena di festa a conclusione di un lavoro; cfr. Gaüdanus ad v. Fagòt (Fa „l) in Tiraboschi. Intramògia, fornello per spillare il minerale nelle miniere di barite. Machinèta, locomotore elettrico di miniera. Màschera, copertura sul volto per ridurre il respiro di polveri, poco usata però dai minatori. Paràja, riparo davanti o dietro il pojàt onde evitare correnti d’aria dannose. Pastràno, giaccone impermeabile. Pojàt, il cumulo di legna da trasformare in carbone (Vedi anche Puiàt). Quarta, secchio che misura 30 Kg. di minerale, ma anche una porzione di polenta di mais. Rilevàgi, vedi Volata. Rinöra, vedi Volata. Rioltèla, la perforatrice pneumatica (màchina in Capitanio), che sostituisce lo scalpello percosso da mazza o mazzetta.. Sàch de carbù, sacco di carbone in canapa (?) che può contenere un carico di carbone del peso di 60-70Kg. Sgālber, zoccoli da minatore con suola a carrarmato, recuperato da scarpe in disuso. Smarinà, dopo l’esplosione delle mine, le operazioni di recupero del materiale minerario da parte dei manovali. Sottocorona, vedi Volata. Stànga (di purtì), bastone di legno utilizzato come passamano durante il cammino di discesa, con il sacco di carbone sulle spalle. Sostègn, il servosostegno, apparecchiatura che sostiene la perforatrice nella realizzazione di buchi dove porre la mina. Strüsì, trasportatore di carbone o di minerale con slitta; «A Natale gli strüsì avevano fatto mezza stagione». Taissadùr, colui che pesta il minerale per prepararlo alle operazioni di fusione. Volata (preparazione dei fori nella parete della galleria), i fori sono così distribuiti: corona: fori praticati nella parte alta della galleria; è il terzo gruppo di mine a esplodere sottocorona: nella fascia tra corona e rinöra, è il secondo gruppo di mine che esplode; rinöra: i 3-4 buchi centrali, sono i primi ad brillare; false: fori nelle due fiancate laterali della galleria; il quarto gruppo di mine a esplodere; rilevàgi: nella parte inferiore; le ultime mine della volata a scoppiare. Abbiamo poi individuato alcuni altri termini in Mora 1985, qui di seguito riportati: Manestradùr, manestradore, colui che getta il carbone nel forno; reperito nei Capitoli del Forno Vecchio di Schilpario (1776). «Colui che gettava il carbone nel forno dosandone però anche la quantità, alternata a quella del minerale: in pratica era il preparatore (e responsabile) della colata. Dal dopoguerra il minerale venne immesso nei forni mediante tramogge; il manestradùr aveva il compito di regolare il carbone (non più di legna per altro, ma carbone coke). Scherzosamente veniva chiamato ol mat dol fùren (il matto del forno)» [p. 213]. Per ultimo, va segnalata la distinzione che Polli – Lucchetti 1879 rilevano tra banco e filone di minerale: «Il ferro spatico, e quindi l’idrossido ferrico che deriva dalla sua metamorfosi, si presenta nel Bergamasco in filoni ed in banchi. In filoni, che in certi tratti si comportano come filonistrati, in uno schisto talcoso micaceo, nella Valle Seriana; uno dei principali si è quello di monte Brunone, a nord di Fiumenero, al confine colla Valle Brembana e colla Valtellina; la sua media potenza è di metri due, la sua direzione NE, l’inclinazione NO. In banchi, interposti ad altri costituiti da schisti argillosi, micacei, detti servino, in alcuni punti ondulati (cavalletti dai minatori di Valle di Scalve) di colore genericamente cinereo che volge al verdognolo e con essi concordanti, poggianti in stratificazione del pari generalmente concordante sopra un’arenaria rossa i cui elementi nelle parti inferiori vanno facendosi sempre più grossi fino a costituire una puddinga, prevalentemente quarzosa e spessa policroma (sares dei Lombardi). Nei detti schisti stanno per l’appunto aperte le più antiche e importanti miniere del Bergamasco» (p. 3). Tenendo conto di tutti i contributi lessicografici raccolti in epoche diverse, integrati dalle ulteriori voci raccolte nel corso della nostra ricerca, si raggiunge ora un vocabolario di settore comprensivo di oltre 250 lemmi.