ora felice: la comunicazione multimediale

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ORA FELICE: LA COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE
Ovvero: come progettare e realizzare un efficace prodotto di comunicazione al computer, anche senza la guida dell’insegnante
Una premessa importante: la comunicazione e i sensi
La comunicazione è una caratteristica degli esseri viventi, e per l’umanità il suo sviluppo ha rappresentato uno degli elementi della sua stessa evoluzione da uomo primitivo a uomo moderno. I vegetali, involontariamente, si comunicano le aggressioni dei parassiti, per via chimica, oppure attirano insetti e animali superiori con messaggi chimici e visivi: profumi e colori dei fiori e dei frutti. Gli animali hanno una
comunicazione più complessa dei vegetali e la svolgono tramite i sensi: odori, gesti, forme. Il genere
umano ha sviluppato i suoi modi di comunicare utilizzando e potenziando le proprie capacità sensoriali,
tramite tecniche e strumenti sempre più complessi ed efficaci. In questo contesto, i sensi rappresentano le porte dei messaggi e della comunicazione.
I sensi e le comunicazioni umane
Classificazione dei
messaggi (canali di
trasmissione)
Messaggi di tipo fisico
(ondulatori, oggetti
materiali)
Messaggi di tipo chimico (reazioni chimico fisiologiche)
Classificazione sensoriale dei messaggi
Tipo dei messaggi
Organi di ricezione
dei messaggi
visivi
immagini, scrittura,
rappresentazioni, .....
occhi
sonori
rumori, parole, musica.
orecchie
tattili
scrittura Braille
(ciechi), ..
profumi, odori
sapori: offerta di pane
e sale nell’ospitalità, ....
cellule tattili (dita, ..)
olfattivi
gustativi
naso
bocca
Gli elementi della comunicazione
Nelle nostre giornate ci capita di scambiare un gran numero di messaggi. Quando comunichiamo qualcosa diventiamo un emittente. Abbiamo
scelto un linguaggio, ad esempio fonico
acustico (suono, parola). Ciò che diciamo
ha un codice (la lingua italiana), che deve
essere capito da chi ci ascolta, il ricevente. Infine vi devono essere un canale e un
mezzo di supporto del messaggio. Se stiamo parlando, il canale è rappresentato dalle onde dell’aria (mezzo) che viene compressa e dilatata dalle nostre corde vocali
fino al timpano di chi ci ascolta e oltre.
Se analizziamo il messaggio scritto contenuto nelle righe qui sopra, i termini in
grassetto riassumono le parti dello schema
base e le parole chiave sulle quali puntare
l’attenzione, per una più facile comprensione e memorizzazione del testo .
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I linguaggi della comunicazione
Alcuni linguaggi utilizzano codici facilmente comprensibili da tutti: il disegno, le immagini, il suono, il
gesto, .... e hanno un carattere immediatamente universale, perché legati direttamente all’esperienza
comune della realtà, che tutti abbiamo. Altri linguaggi, quelli, ad esempio, formulati in codici diversi
dai nostri (es. lingue straniere), necessitano di traduzioni e devono cambiare codice perché siano comprensibili.
Principali linguaggi della comunicazione umana
Linguaggi
Canali e mezzi
Codici
fonico acustico: insiemi di onde del mezzo: negli aeriformi italiano, inglese, francese, ....
suoni parola (consonanti, voca- (compressioni e dilatazioni) nei dialetto ...,sequenze di suoni
li),, musica, ....
liquidi o nei solidi (vibrazioni)
grafico visivo: scrittura, ideo- segni
materiali
o
di
luce
grammi, ....
(computer), onde elettromagnetiche del visibile
iconico visivo: disegno, foto- segni materiali tracciati o incisi su
grafia, .....
superfici o schermi, onde elettromagnetiche del visibile
gestuale visivo: gesto, danza, movimento di corpi nello spazio,
mimo, ......
onde elettromagnetiche del visibile
italiano, inglese, francese,
cinese, egizio, .... dialetto ...
regole del disegno e delle
rappresentazioni
(assonometrie, prospettive, ....)
insieme di gesti, movimenti,
danza, alfabeti gestuali, ....
La multimedialità
La multimedialità è la composizione contemporanea di più forme della comunicazione, ed è di estrema
efficacia. Gli effetti visivi in movimento, quelli sonori, quelli grafici, combinati tra loro hanno una grande capacità di stimolare ampie aree cerebrali.
Lo sviluppo dell’elettronica e dell’informatica hanno reso disponibili:
le tecnologie di elaborazione e di composizione delle immagini, dei suoni, della scrittura,
del disegno, in grado di stimolare al massimo le capacità percettive e il piacere del vedere e
dell’ascoltare;
le possibilità di muoversi attivamente tra le informazioni, scegliendo un proprio percorso di
lettura (non obbligatoriamente sequenziale).
Nelle visite ai musei, per esempio, è facile trovare guide multimediali capaci di soddisfare o stimolare
interessi e curiosità man mano che ci vengono in mente, seguendo il nostro modo di visitare. Il nostro
percorso di visita, o il nostro modo di affrontare un argomento, hanno il diritto di essere
diversi
da
una
sequenzialità
fissa
(precostituita) e di svolgersi in modo ipertestuale utilizzando le potenzialità della multimedialità. Alcuni argomenti poi, come quelli
legati allo studio di un’opera d’arte, di un pittore, di un musicista, di un settore scientifico
o tecnico, possono essere affrontati in modo
efficace solo tramite la visione e l’ascolto
contemporanei, usufruendo della multimedialità. La padronanza di conoscenze capaci di elaborare immagini, suoni e multimedialità, ha
aperto nuovi campi di lavoro, ad alto contenuto tecnologico, prima inesistenti.
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Le applicazioni multimediali
La possibilità di combinare nel computer testi,
suoni e immagini (fisse e in movimento), ha
portato alla realizzazione di un gran quantità
di software multimediali. Commerciati in genere su CD-ROM o DVD, questi prodotti software hanno incontrato un grande successo nei
settori dove sono particolarmente importanti
l’efficacia e la ricchezza della comunicazione,
per esempio nel campo dei programmi educativi
(il cosiddetto settore educational), oppure in
quello dei videogiochi (entertainment). Ci si è
anche accorti che, grazie alla multimedialità,
può essere facile abbinare l’apprendimento e il
divertimento; è nato così il settore
dell’edutainment che mette a punto programmi
per imparare divertendosi, basati sull’osservazione che se un argomento diverte e interessa è più facile comprenderlo e memorizzarlo (si fa meno fatica a studiare ciò che ci
piace). Il software multimediale comprende
quindi diverse categorie di prodotti: enciclopedie, corsi di apprendimento, giochi… Molti di
questi prodotti sono interattivi, consentono
cioè all’utente di interagire con il programma,
dandogli la possibilità di scegliere (con il
mouse o la tastiera) le cose che vuole fare,
vedere o sentire.
I programmi per realizzare presentazioni multimediali
Sono programmi concepiti per permettere
all’utente di organizzare in forma ordinata,
chiara, con una grafica curata e piacevole, le
informazioni che deve presentare a un pubblico, in modo da rendere massima l’efficacia della comunicazione. Vi sarà capitato di vedere
scorrere dei cataloghi elettronici sui monitor
sistemati nelle vetrine di alcuni negozi, oppure
di osservare l’alternarsi di spiegazioni a video
sugli schermi sistemati in molti musei… sono
esempi semplici di presentazioni elettroniche:
ogni schermata viene chiamata “diapositiva” o
“slide”, e contiene immagini e testo inseriti
dall’operatore che decide anche la sequenza
delle diapositive, il tempo di esposizione di
ciascuna sullo schermo e gli eventuali effetti
speciali (suoni e animazioni) per renderle più
piacevoli ed efficaci. Anche chi deve parlare in
pubblico ha spesso l’esigenza di supportare
Il computer e il suono
I primi PC erano quasi muti: dall’altoparlante presente al loro interno usciva al massimo qualche beep, per segnalare errori nell’uso della tastiera o
problemi di malfunzionamento. Oggi invece possiamo
usare il computer per ascoltare i nostri CD preferiti, e la potenza delle casse in dotazione riesce a far
tremare i vetri di casa. In poco tempo, la gestione
informatica dei suoni ha fatto enormi progressi e
costituisce uno degli aspetti essenziali della comunicazione multimediale. Sono state messe a punto
schede in grado di ricevere i segnali audio analogici
(come la voce, attraverso il microfono) e di trasformarli in segnali digitali che possono essere elaborati
al computer. Questo consente la registrazione di
musiche, voci, rumori che, una volta inseriti nel
computer, possono essere trattati come qualsiasi
altro tipo di dati: possono essere tagliati e incollati
su documenti, associandoli a immagini o testi, possono essere modificati aggiungendo effetti di eco o
riverbero, oppure mescolati tra loro per ottenere
nuovi suoni. Il sistema operativo Windows dispone
di un programma facilissimo da utilizzare, il registratore di suoni, che consente di acquisire suoni
semplicemente agendo col mouse su tasti di aspetto
simile a quelli di un normale registratore.
Con il computer è anche possibile comporre musica
a livello professionale. Si utilizzano schede audio in
grado di funzionare secondo uno standard, chiamato
MIDI (musical instrument digital interface), che
permette di riprodurre musica fornendo al computer istruzioni riguardo al timbro, all’altezza e alla
durata delle note. Con l’ausilio di appositi programmi, i cosiddetti “sequencer”, si possono scegliere
sino a 64 strumenti musicali, selezionandoli tra un
set di almeno 128 strumenti diversi (dalla tromba,
al violino, al piano, alla chitarra, alla voce umana),
scrivere una partitura per ogni strumento scelto e
ordinare al computer di eseguire il brano come se
fosse suonato contemporaneamente da tutti gli
strumenti, rispettando il timbro caratteristico di
ciascuno. In pratica è come avere a disposizione
un’intera orchestra. Naturalmente, è possibile registrare sul disco fisso i brani che si compongono,
modificarli a piacimento e anche stampare le partiture organizzate sul pentagramma.
Un ottimo software gratuito per trattare l’audio?
Si chiama Audacity e si trova all’indirizzo internet:
www.audacity.it
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l’esposizione orale con delle immagini, dei grafici, delle tabelle, e i programmi di presentazione elettronica consentono di soddisfare al meglio questa esigenza, a patto però di usarli nel modo giusto.
PowerPoint è lo strumento principe di chi voglia realizzare presentazioni multimediali, ma un’ottima
alternativa, tra l’altro gratuita, è data dal programma Impress, che fa parte del pacchetto OpenOffice, scaricabile all’indirizzo Internet http://it.openoffice.org.
Entrambi sono semplici e duttili, e consentono di
realizzare presentazioni estremamente efficaci.
Purtroppo, però, saper usare questi programmi è
un concetto equivoco: molti pensano che voglia
dire soltanto saper inserire foto, grafici, tabelle,
filmati, per arricchire un testo portante. In realtà, la vera difficoltà nell’utilizzo dei programmi di
presentazione non è questa, quanto il saper organizzare la presentazione stessa in modo che sia
esaustiva, ma chiara e semplice da fruire, che
presenti la ricchezza del lavoro svolto, ma non
annoi e tenga alto l’interesse, in una parola: che
sia efficace.
Consigli per realizzare una presentazione ben fatta
Una presentazione in effetti è un racconto, una storia, un piccolo romanzo. Nel momento in cui la
si progetta, non si deve vedere la presentazione come una semplice sequenza di slide, ma è necessario avere in testa tutta la “storia” da raccontare, per poterla scomporre nelle slide funzionali a
raccontarla.
L’obiettivo fondamentale è sempre quello di tenere alta l’attenzione e stimolare l’interesse dello
spettatore: in genere, valutando alla fine la propria presentazione, non ci si deve chiedere se si è
messo tutto, quanto piuttosto se non c’è qualcosa da togliere.
Prima di realizzare la presentazione è necessario progettarne a tavolino lo schema, individuando bene quali informazioni si vogliono presentare e in quale sequenza
In una presentazione è importante ridurre al minimo le parti di testo e, nel caso il testo sia
forzatamente lungo, distribuirlo su più diapositive.
Bisogna calibrare la velocità della sequenza in modo da lasciare esattamente il tempo che serve
allo spettatore per leggere il testo e avere una percezione sufficiente delle immagini.
Sfruttare gli effetti di transizione tra una diapositiva e l’altra è piacevole, ma non bisogna esagerare con gli “effetti speciali”: non c’è nulla di più irritante per chi guarda una presentazione che
doversi sorbire l’entrata di un testo una lettera alla volta…
E’ importante scegliere uno schema di fondo uguale per tutte le diapositive, privilegiando quelli
meno elaborati che evidenziano meglio il contenuto.
Utilizzare i diversi linguaggi è un’altra attenzione importante: testo, immagini, suoni e filmati.
Bisogna, però, che si integrino alla perfezione: spesso l’immagine è interamente sostitutiva di un
testo, così come lo può sostituire un suono, piuttosto che un filmato.
Scegliere colori chiari per gli sfondi e colori molto scuri e contrastanti per i testi, altrimenti
non si vedono. Attenzione, però, a non farsi tentare dalle tinte “fosforescenti”, o da miscele di colore troppo ricche: prima ancora che “bella”, una presentazione deve essere chiara.
Evitare, se possibile, l’uso delle “clipart”. Inserire elementi grafici è sempre positivo, ma quelli
già predisposti nei programmi di presentazione sono anonimi e poco personali. Molto meglio realizzare da soli i propri disegni e le proprie fotografie, oppure andare a cercare immagini adatte su
internet.
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Oltre la presentazione: ipertesti e
ipermedia
Il trattamento dei video
Alla possibilità di trattare con il computer testi,
Le presentazioni sono pensate per svilupparsi illustrazioni e suoni, si è aggiunta negli ultimi anni
sequenzialmente, una diapositiva dopo l’altro. anche quella di operare sull’immagine in movimento.
Una caratteristica che accomuna molti prodot- La sempre maggior velocità dei processori,
ti di comunicazione multimediali è però quella l’aumento continuo della capacità dei supporti di
della ipertestualità. Con questa parola un po’ memoria e il miglioramento delle tecniche di comdifficile si indica un particolare modo di orga- pressione dei dati, hanno consentito di utilizzare il
nizzare le informazioni contenute in un testo. computer anche come macchina efficace per il tratImmaginiamo, per esempio, di dover leggere un tamento dei video. Particolari schede hardware
libro sulla vita di Napoleone: l’autore, nello consentono di collegare il computer a fonti di sestendere la biografia, avrà probabilmente a- gnali video, come videoregistratori o telecamere, e
dottato un criterio di tipo cronologico, inizian- di tradurre in forma digitale le immagini che essi
do a descrivere il periodo dell’infanzia, poi trasmettono. Inutile dirlo, una volta che il video è
quello della giovinezza, dell’età adulta… noi, stato trasformato in un’interminabile sequenza di
come lettori, seguiremo un ordine sequenziale bit, è possibile elaborarlo come si vuole: modificannella lettura, sfogliando il libro dalla prima do le immagini, inserendo effetti speciali, agendo
all’ultima pagina e seguendone così lo sviluppo sul sonoro e poi registrando, anche su CD il risultadei contenuti. Anche per leggere un romanzo si to definitivo. In pratica, grazie alla potenza di proprocede nello stesso modo sequenziale, così grammi molto complessi appositamente realizzati, il
come nello scorrere le strisce di un fumetto o computer si trasforma in una vera e propria sala di
nella visione di un film. Ebbene, lo sviluppo del- montaggio. Il sistema operativo Windows mette a
le tecnologie informatiche ha consentito di disposizione un programma molto semplice per il
realizzare dei “libri elettronici” (nei quali lo trattamento video, si chiama movie maker e perschermo sostituisce la pagina stampata) che mette di ottenere video di ottima qualità.
possono essere consultati in modo diverso,
senza seguire un ordine predefinito delle pagine, ma scegliendo un proprio personale percorso di lettura. Questi libri elettronici si chiamano “ipertesti”. Rispetto alle pagine stampate
che presentano soltanto testi e immagini, le
pagine video di un ipertesto sono dotate anche
di “strumenti di navigazione”, una serie di bottoni che, cliccati col mouse, ci indirizzano verso altre pagine dell’ipertesto. Alcuni bottoni
hanno una posizione fissa sullo schermo e servono a farci avanzare o retrocedere di una pagina nella consultazione, altri bottoni invece
possono essere sistemati in posizioni particolari all’interno del testo, per rimandarci ad approfondimenti o ad argomenti correlati a quello che stiamo consultando. È l’autore dell’ipertesto a decidere dove, quanti e quali collegamenti ( link in gergo informatico) mettere a disposizione del lettore. Tornando all’esempio di Napoleone, un ipertesto su questo personaggio storico ci potrebbe dare la possibilità di approfondire particolari aspetti della sua
vita (le battaglie, gli amori, le idee politiche…) tralasciando di dedicarci alle parti che meno ci interessano. Leggendo “fu mandato in esilio nell’isola di Sant’Elena“ potremmo magari cliccare sulla parola
“Sant’Elena” e veder apparire sullo schermo una cartina con l’immagine dell’isola; oppure potremmo
cliccare su “esilio” e vedere aprirsi una piccola finestra, con la spiegazione di questo termine. Gli strumenti informatici consentono di integrare negli ipertesti anche suoni e filmati; in questo caso si preferisce parlare di “ipermedia” proprio a sottolineare la diversità dei linguaggi utilizzati. Ottimi esempi di
prodotti ipermediali sono dati da alcune enciclopedie elettroniche che offrono la possibilità di ottene-
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re informazioni sotto molte forme. Per esempio, cercando notizie su un campione sportivo, non solo si
può leggerne le note biografiche, ma, cliccando su alcune parole, vedere anche immagini che lo ritraggono nella vita privata, udire la sua voce e ammirarlo in qualche filmato. Le possibilità legate all’uso
degli ipertesti e degli ipermedia hanno modo di esprimersi al meglio in Internet.
Analizzare un ipertesto
Uno dei pericoli maggiori che si corre utilizzan- Esempi di possibili mappe ipertestuali:
do un ipertesto è quello di perdersi, saltando da
una schermata all’altra a colpi di mouse. I migliori ipertesti sono dotati di strumenti che
Ad albero
aiutano ad orientarsi, come il backtrace (che
consente di rifare all’indietro il percorso di navigazione) oppure gli indici e le mappe che danno
un’idea visiva dei possibili percorsi. In ogni caso
è sempre opportuno cercare di entrare nella
logica dell’ipertesto per poterne usufruire nel
migliore dei modi.
Un buon esercizio è quello di provare ad esplorare un ipertesto cercando di rappresentare
graficamente su un foglio la sua mappa. Senza
perdersi nei dettagli, ma cercando di realizzare
A rete
una mappa schematica sul modello di quelle qui a
fianco
Realizzare un ipermedia
Esistono molti programmi progettati per realizzare ipermedia, cioè ipertesti che integrino testo, immagini, suoni, animazioni.
Gli stessi programmi che si usano per realizzare
le presentazioni video, come Power Point, consentono di attivare dei link tra le diverse pagine, in
modo da non obbligare a una visione rigidamente
sequenziale.
A prescindere dalla complessità dell’ipermedia
che si vuole costruire, i passaggi fondamentali
sono quelli riportati qui a fianco.
definizione dei contenuti
definizione della rete ipertestuale
preparazione dello story board
ricerca delle informazioni necessarie (testi, suoni,
immagini)
definizione dell’aspetto grafico generale
(interfaccia)
realizzazione delle pagine ipermediali
attivazione dei collegamenti
Creare un sito web
Molti siti web si possono considerare ottimi esempi di comunicazione multimediale. E’ possibile realizzarne uno semplicemente avendo a disposizione un programma che consenta di preparare file in
HTML (il linguaggio per creare ipertesti da mandare su Internet). Anche in questo caso non è difficile trovare una gran quantità di questi programmi in versione gratuita, semplicemente cercando “editor
HTML” con un qualsiasi motore di ricerca, ma anche programmi di normale editoria elettronica come
Publisher, o, ancora, PowerPoint offrono le funzioni per realizzare bellissime pagine WEB e lo stesso
Word consente di salvare i documenti in formato HTML.
Ecco, in estrema sintesi, la procedura necessaria per realizzare un sito web.
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1) Progettazione del sito
Navigando in Internet è facile accorgersi di come alcune pagine WEB siano piacevoli e stimolanti da visitare,
mentre altre siano brutte e noiose. Questo dipende in
gran parte da un’errata progettazione.
La prime domande che ci si deve porre sono:
cosa voglio dire (lo scopo del sito)
a chi lo voglio dire (il “target”)
come lo voglio dire (l’impostazione tecnica)
Una volta trovate le risposte, è necessario realizzare
su carta (fogli A3) una mappa del sito (fig. a).
Una fase delicata è quella della scelta dei testi, delle
immagini ed eventualmente delle musiche. “Sintesi” è la
parola d’ordine (evitare il più possibile i testi lunghi,
semmai spezzarli su più pagine).
2) Realizzazione al computer
Una volta raccolto il materiale, si può passare alla realizzazione al computer.
Definire un aspetto comune per tutte le pagine
(fig. b, c). prevedendo la possibilità di tornare
alla pagina iniziale (Home page) da qualsiasi altro
punto del sito.
Realizzare i collegamenti e testare il sito sul
proprio
computer (sottoponendolo al giudizio
critico di altri).
Pubblicare il sito. Non è difficile, molti programmi guidano direttamente alla pubblicazione; in
caso contrario conviene prendere contatto con il
provider che darà le istruzioni necessarie.