Dossier para alumnos
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SALÓN DE ACTOS 20 de abril. MADRID Y ROMA: GOBERNAR LA METRÓPOLIS 16:30 h. Madrid. Reacciones ante un modelo expansivo. Javier Ruiz Sánchez. Profesor Titular de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad Politécnica de Madrid Doctor Arquitecto. Profesor Titular de Urbanismo, Universidad Politécnica de Madrid. Investigador del Grupo de Investigación Paisaje Cultural GIPC- UPM. Ha compaginado la labor docente e investigadora con la actividad profesional tanto como redactor de planes urbanísticos como desde la administración pública, en la que ha sido Director de Edificación y Gestión Inmobiliaria de la Entidad Pública Empresarial de Suelo SEPES y de la Sociedad Pública SEPES Urbana (Ministerio de Vivienda). Especialista en la naturaleza compleja y evolutiva de los sistemas urbanos y territoriales y el papel de la planificación desde esa perspectiva, y la ciudad como espacio de conflicto, desigualdad y diferencia; planificación de la complejidad y la resiliencia de sistemas urbanos: crisis, catástrofes y conflictos. Autor de más de treinta artículos y publicaciones sobre el tema, entre los que se puede destacar el libro Complejidad urbana y determinación. Ha impartido cursos y conferencias en centros y universidades de España, Europa, Latinoamérica y Japón. Investigador principal y director de varios proyectos I+D competitivos de carácter nacional e internacional. Premio de Calidad en Arquitectura y Vivienda de la Comunidad de Madrid y Premio Fernández de los Ríos de Ensayo, dentro de los Premios Madrid de Urbanismo. ABSTRACT Complejidad, resiliencia, evolucionabilidad La resaca de los grandes proyectos ejecutados, abordados o simplemente esbozados en Madrid en los años previos a la crisis financiera en que estamos inmersos ha conducido en el presente a algo parecido a la inacción, como si nos posicionáramos, perplejos, ante un escenario desconocido y lleno de incertidumbre: después de tocarlo todo, incluso de manera desproporcionada, parece que la consigna actual es “mejor no tocar nada” mientras el horizonte no aclare mínimamente las orientaciones futuras. Es, para nosotros, seguro e incuestionable que acabaron los tiempos de los grandes proyectos, sólo asumibles gracias a la falacia optimista del progreso y a la confianza en las fuerzas hegemónicas de diseñar y controlar los procesos. La incertidumbre no es coyuntural, sino consustancial a cualquier proceso espacial, y continuar con la ignorancia de la misma o su consideración como un problema no hacen sino hacer inútiles nuestros mecanismos de toma de decisión y proyecto, incapaces de reorientarse ante la sorpresa sobrevenida. Es necesario un cambio de modelo que asuma la incertidumbre como consustancial. Desde el paradigma de las ciencias de la complejidad, es posible cuestionar los mecanismos de acción a través del ejemplo paradigmático de Madrid, proponiendo un giro copernicano que conduzca a una ciudad que, por evolucionable, sea resiliente a la catástrofe. 2 17:45 h. Nuevas herramientas urbanísticas en Madrid: recuperar la ciudad consolidada . Agustín Hernández Aja. Profesor Titular de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad Politécnica de Madrid Doctor arquitecto, director del Departamento de Urbanística y Ordenación del Territorio de la Universidad Politécnica de Madrid y miembro del Grupo de Investigación en Arquitectura, Urbanismo y Sostenibilidad. Su investigación busca relacionar la práctica urbanística con los retos de la sostenibilidad y la cohesión social. Pertenece a los consejos de la revista URBAN, la biblioteca "Ciudades para un futuro más sostenible" (http://habitat.aq.ump.es) y los Cuadernos de Investigación Urbanística del Instituto Juan de Herrera. Ha sido fundador de la “Iniciativa para una Arquitectura y Urbanismo más Sostenibles” y miembro del comité científico de la Asociación Sostenibilidad en la Arquitectura. Ha colaborado con el Observatorio de la Vulnerabilidad Urbana del Ministerio de Fomento, realizando su Catálogo de Áreas Vulnerables y un estudio sobre las políticas de Regeneración Urbana. Es investigador principal de los proyectos I+D+i: - Regeneración urbana integrada, la intervención en polígonos de vivienda de 1960 a 1980. Integración urbana, cohesión social y responsabilidad ambiental. Plan Nacional de I+D 2008-2011. - Estrategia para el diseño y evaluación de planes y programas de regeneración urbana integrada. La intervención en las periferias españolas a través de las áreas de rehabilitación integral y el programa URBAN MICINN. Plan Nacional de I+D 2008-2011. Es miembro investigador del proyecto: Recuperación Sostenible del Espacio Minero “REUSE” (CYTED), 2012-2014 19:00 h. Pausa 19:15 h. Roma. Planificación urbana reciente. Laura Ricci. Profesora Ordinaria de Urbanística. Universidad “La Sapienza” de Roma Professore ordinario di Urbanistica presso il Dipartimento PDTA della Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma. Dal 1990 svolge attività di ricerca come coordinatore e responsabile scientifico, per ricerche di Università, Facoltà, CNR e Conto terzi, nonché di sperimentazione nell’urbanistica e nella pianificazione territoriale. Dal 1995 al 2012 è consulente generale del Comune di Roma per il Nuovo PRG08. Dal 2001 al 2015 è membro del Collegio dei Docenti del Dottorato della Facoltà di Architettura “Valle Giulia” in Riqualificazione e recupero insediativo. Dal 2003 al 2006 è membro del Collegio dei docenti della Scuola di specializzazione in Pianificazione urbanistica e, dal 2003 a oggi, del Collegio dei docenti della Scuola di specializzazione in Beni naturali e territoriali, della Sapienza Università di Roma. Dal 2008 al 2011 è membro del Comitato scientifico del Master Urbam. Dal 2012 è responsabile scientifico del Protocollo Esecutivo tra il PDTA e la Facultad de Ciencias del Habitat, Universidad de La Salle, Bogotà, la Facultad de Arquitectura, Planeamiento y Diseno, Universidad Nacional de Rosario, il Department of Urban Engineering, University of Tokyo. Dal 2012 è associata all’IRPPS (Roma CNR). Dal 2013 è membro della Giunta di Facoltà presso la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma e della Giunta di Dipartimento del PDTA, in qualità di rappresentante dei professori ordinari. Dal 2014 è Presidente di Accademia Urbana, la Società scientifica dei Docenti universitari di Urbanistica italiani. Ha 3 curato e scritto volumi e saggi, esito di una attività scientifica costantemente caratterizzata da forti e rilevanti interconnessioni tra ricerca, didattica e sperimentazione, tra cui: Piano locale e… Nuove regole, nuovi strumenti, nuovi meccanismi attuativi (2008); Diffusione insediativa, territorio e paesaggio (2005). ABSTRACT Il 12 febbraio 2008, il Consiglio comunale di Roma, dopo oltre 40 anni di vigenza del PRG del ‘62, ha approvato il Nuovo Piano regolatore generale (PRG ‘08) della Città, ad esito di un lungo processo di pianificazione che, avviato nel 1994, ha consentito di mettere a fuoco e di attuare progressivamente la strategia urbanistica complessiva di integrazione e di riequilibrio urbano e metropolitano che ne costituisce il motivo ispiratore. «Un lungo percorso che segna per Roma una svolta nella sua storia urbanistica e che punta a costruire le condizioni di una città in cui vivono insieme tutela e sviluppo, con un forte potenziamento del sistema delle infrastrutture e che superi finalmente lo squilibrio tra centro e periferia che ha caratterizzato tutta la storia della Capitale»1. Per la prima volta nella storia della Città, il Piano è stato oggetto di tre voti del Consiglio comunale: nel 2003, per la deliberazione di adozione, nel 2006 per la deliberazione di controdeduzione alle osservazioni, nel 2008, appunto, per l’approvazione e la contestuale ratifica dell’Accordo di pianificazione stipulato dal Sindaco e dal Presidente della Regione, ad esito della conclusione della Conferenza di copianificazione tra i tre Enti. Un processo di pianificazione, che ha dunque impegnato l’Amministrazione comunale per oltre 14 anni, comunicato e partecipato in ogni sua fase, a partire da quella di concepimento ed elaborazione, attraverso migliaia di incontri, dibattiti e seminari. Un grande Progetto collettivo riformista, luogo emblematico di anticipazione, confluenza e attualizzazione dei più significativi elementi di elaborazione disciplinare degli ultimi venti anni, in cui si sono misurate le migliori competenze che, a vario titolo, hanno contribuito alla costruzione del PRG ‘08, dando vita a quella che è stata chiamata la “Macchina del Piano”. «Il piano elaborato per Roma può avere, dunque, una valenza esemplare: non solo perché è uno dei più recenti, o perché il Comune di Roma è quello che in Italia ha la più ampia dimensione, ma anche perché questo Piano è la sintesi di tutte le più innovative sperimentazioni disciplinari»2. Il PRG’08 assume come prioritarie le strategie di organizzazione dell’assetto fisico e funzionale della Città, attraverso il coordinamento degli interventi di trasformazione e di modernizzazione urbana e la definizione di nuove regole, nuovi strumenti, nuove procedure e nuovi meccanismi attuativi per la riqualificazione e la rigenerazione: nuove regole come la riduzione degli indici di edificabilità originari; la cessione gratuita negli ambiti di trasformazione di aree per il verde e i servizi pubblici in misura superiore allo standard minimo; il mix funzionale; gli indici di permeabilità, le densità arboree ed arbustive, il verde privato con valenza ecologica; nuovi strumenti come i programmi integrati, a garanzia di un effettivo innesco dei processi di riqualificazione e rivitalizzazione delle periferie più degradate, così come della città esistente più densa; nuove procedure come il progetto urbano, obbligatorio per gli interventi di un certo rilievo, con la verifica preventiva e il controllo pubblico delle esigenze sociali, della fattibilità ambientale, morfologica, economica, finanziaria e amministrativa delle proposte; nuovi meccanismi attuativi legati al modello perequativo, come l’acquisizione compensativa delle aree per il verde e i servizi pubblici; o come la “compensazione” edificatoria. A oltre sette anni dall’approvazione del Piano, questo contributo vuole essere una testimonianza circostanziata di questa importante esperienza di pianificazione e di amministrazione della Città, soprattutto tenendo conto, che è forse proprio il suo carattere di emblematicità che ancora oggi, dopo cinque anni di governo del centrodestra e dopo due anni del nuovo governo di centrosinistra, lo rende un Piano non attuato, se non per quella parte di sperimentazione condotta con il planning by doing nel corso del processo di formazione e approvazione. Oggi il PRG ’08, attaccato in passato dai massimalisti, che hanno combattuto e a volte sconfitto il riformismo più della stessa speculazione, vive dunque una paradossale fase di negazione, che va di pari passo con una vera e propria paralisi dell’azione del governo del territorio, emblema di un incombente processo di “controriforma”. 4 20:15 h. Mesa Redonda con los ponentes de la jornada. Modera M aría Castrillo Rom ón. Profesora Titular de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad de Valladolid SALÓN DE GRADOS 21 de abril. VALLADOLID Y MILÁN: DE LA RUTINA AL ACONTECIMIENTO URBANO 16:30 h. Aprendiendo de Valladolid: un camino posible hacia la resiliencia urbana. Juan Luis de las Rivas Sanz. Profesor Titular de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad de Valladolid Arquitecto (1984) y Doctor Arquitecto (1988) por la Universidad de Navarra, es Profesor Titular Urbanismo y Ordenación del Territorio en la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de la Universidad Valladolid. Ha sido director del Instituto Universitario de Urbanística (www.uva.es/iuu), del que cofundador y donde desarrolla su labor investigadora, y actualmente dirige el Departamento Urbanismo y Representación de la Arquitectura de la Universidad de Valladolid. de de es de Visiting Scholar en las Facultades de Arquitectura del Politecnico di Milano (1990) y de la Arizona State University, en Phoenix (1996); Visiting Professor en el Politécnico de Milán (2006), en la University of Arizona en Tucson (2004) y en la University of Texas at Austin (2006, 2008), ha colaborado como profesor entre otros con la Politécnica de Madrid, la ESAP de Oporto, la Universidad Iberoamericana de Puebla –México- o el Instituto de Urbanismo de Caracas. Participa activamente en congresos de urbanismo, medio ambiente y ordenación del territorio, miembro de comités científicos como el XI Congreso Iberoamericano de Urbanismo (Relator General, Puerto Rico 2004), ISOCARP World Congress (2005) o Territorios 21 (La Rioja 2008 y 2010) y de grupos de evaluación (Fundación de Universidades Portuguesas en 2003 o Roma Tre en 2009); es miembro del Comité UN-Habitat de España (evaluador de Buenas Prácticas en 2009, Dubai 2010 y 2011), del Consejo de Medio Ambiente y Ordenación del Territorio de Castilla y León (2013) y del grupo de expertos “Las Comunidades Autónomas en el Siglo XXI” (desde 2009). Pertenece a al Asociación Española de Técnicos urbanistas y, desde 1995, a la International Society of City and Regional Planners. Pertenece a los consejos científicos de las revistas Ciudades (Valladolid), Territorio (Milán) y Bitácora (Bogotá). Ha escrito libros, capítulos de libros y artículos en publicaciones especializadas en urbanismo y ordenación del territorio, como: "El espacio como lugar” (Universidad de Valladolid 1992); "La Naturaleza en la Ciudad–Región: Paisaje, Artificio y Lugar" (revista Urbana, Caracas 1999); "Modos de urbanización y desarrollo sostenible” (Ámbito, 2000); “Le Canal de Castille. Sa fonctionalité et ses chimères” (Flux, Paris 2000); "De la promenade au spectacle. L’architecture de l’espace public contemporain" (Saint Etienne, 2001); “Rapporto tra strumenti normativi e successi urbani in Spagna” (Territorio, 2002); “Historia y paisaje en el Canal de Castilla” (en ‘El Canal de Castilla’, CEHOPU, 2004); “Territorios Inteligentes” (con Alfonso Vegara, Federación Española de Municipios y Provincias y Fundación Metrópoli, Madrid 2004); “Directrices de ordenación de ámbito subregional de Segovia y entorno” (Junta de CyL, 2006); “G.A.T.C.P.A.C. 1923-1939: A New Architecture for a New City” (JSAH, 2007); “Hacia la ciudad paisaje” (Urban NS, 2013); “El corredor industrial Valladolid-Palencia” (Ciudad y Territorio ET, 2013)… Promueve e introduce la traducción al español del clásico “Design with Nature” (Barcelona 2000), colabora en la “Encyclopedia of Gardens” (Chicago 2001) y en el libro colectivo “Urban Design Practice. An International Review” (RIBA 2012); coordina el “Atlas de Conjuntos Históricos de Castilla y León” (2009) y “Ciudad sobre ciudad. Interferencias entre pasado y presente en Europa” (Fundación del Patrimonio de Castilla y León, 2009); participa en “Teoría y práctica para una ordenación racional del territorio” (Madrid 2010) y dirige “El estado de las ciudades de Castilla y León. Informe” (Junta de CyL 2011). Director de 11 tesis doctorales defendidas con las máximas calificaciones, una de ellas con Mención Europea y otras publicadas. Participa activamente en la creación y consolidación del grupo de investigación del Instituto Universitario de Urbanística, donde dirige el Taller de Proyectos, que desarrolla trabajos de investigación e innovación en urbanismo y ordenación del territorio, colaborando con diversas administraciones– 5 Ministerios de Educación, Vivienda y Fomento, Junta de Castilla y León, Gobiernos de Extremadura, la Rioja y Asturias, programas de la UE, etc. En este contexto ha contribuido a introducir en Castilla y León nuevas herramientas de planificación regional: Directrices de Ordenación del Territorio de Valladolid y entorno (2001 y 2010), Segovia y entorno (2006), Castilla y León (2006/10), provincia de Palencia (2008) y áreas funcionales de Zamora (2004) y Burgos (2010). Ha coordinado el Programa Regional de Actuaciones de Urbanización (2011) y dirigido el Plan Regional de Rehabilitación Integral (2010), ambos de Castila y León. Ha participado, con diferentes responsabilidades, en más de 30 proyectos de investigación españoles o internacionales entre los que destacan “Sauvegarde et Dévelopement des abords des Monuments et Sites Protégés en Europe” (Programa Culture 2000); “Los pueblos perdidos” (2006-2009); “Auditoría Urbana de las Ciudades de Castilla y León” (2008-2010); “Universidad, ciudad y transporte en Valladolid” (Ministerio de Fomento 2008-2010), en los que ha sido investigador principal. Asimismo ha dirigido Planes Generales de Ordenación Urbana –Villamuriel de Cerrato (Palencia, 1994 y 2004), Zamora (aprobado en 2009), Ávila (aprobado en 2005), Ponferrada (aprobado en 2006)…-, Planes Parciales -Nueva Ciudad Jardín (Palencia 1998), Ciudad de la Juventud (Ponferrada 2009)- y participado en Planes Especiales de protección y puesta en valor de conjuntos históricos relevantes –Segovia, Canal de Castilla, Atapuerca, Salamanca…-, realizando numerosos informes urbanísticos y diferentes trabajos de diseño urbano. Actualmente co-dirige el Plan General de Ordenación Urbana de Valladolid para Prointec SA. Su investigación reciente se centra en la relación entre naturaleza y ciudad, con un enfoque centrado en la relectura proyectual y puesta en valor de los paisajes urbanos y periurbanos, de cara a la innovación en las herramientas de planificación espacial de escala intermedia (la ciudad y su región). En 2002 las Directrices de Valladolid reciben el Gran Premio Europeo de Planificación Regional y Urbana concedido por el European Council of Town Planners, ECTP; en 2003 la propuesta de Remodelación de los Barrios de la Rondilla y Pajarillos, en la que participa, es seleccionada en el Premio Internacional Gubbio 2003 –ANCSA. En 2012 la ECTP le concede la Mención Especial por su trabajo en el Programa de Actuaciones de Urbanización de Castilla y León. ABSTRACT El concepto de “resiliencia” aplicado a la ciudad hace una referencia directa a la capacidad de adaptación de los sistemas urbanos a situaciones nuevas, más o menos críticas, mas o menos difíciles. Valladolid, como otras ciudades españolas, vive desde 2008 una profunda crisis inmobiliaria en un contexto de crisis económica y de cambio de modelo financiero. El urbanismo fundado en la expansión debe ceder paso a un urbanismo fundado en la transformación de la ciudad existente, en su mejora sistémica. Los objetivos de sostenibilidad en urbanismo se redirigen hacia la creación de calidad de vida y de equidad, social y ambiental, apoyándose en una gestión más eficiente y responsable de los recursos. Sin embargo cada proyecto exige en la ciudad una justificación renovada, deben estar orientados a resolver problemas concretos y de manera estable. La presentación trata de mostrar cómo en Valladolid es posible identificar estrategias de resiliencia urbana desde tres facetas del urbanismo: la mejor inteligencia de la estructura urbana (fortalecer los sistemas que soportan la vida urbana y ofrecer una lectura interrelacionada de los mismos), detectar estrategias proyectuales dirigidas a la mejora sistémica y progresiva de la ciudad (Valladolid y los cursos de agua, por ejemplo) y redescubrir el potencial de las economías locales para el renacimiento de la ciudad interior (relectura de los barrios de la ciudad, las unidades urbana como herramienta). Con ello se abordan algunas de las dimensiones más creativas de la práctica urbanística contemporánea (regeneración urbana, movilidad sostenible e infraestructura verde) combinando en factores de innovación técnica y de reinterpretación proyectual de los ecosistemas locales (conservación de la riqueza y diversidad territorial). 6 17:45 h. Evolución reciente de la planificación urbana en Italia. Federico Oliva. Presidente del Istituto Nazionale di Urbanistica (2005-2013) y Profesor Ordinario de Urbanística. Politécnico de Milán Professore Ordinario di Urbanistica presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano. Titolare del Laboratorio Urban Plans Studio della Laurea Specialistica in Urban Planning and Policy Design Membro effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica di cui è stato Presidente dal 2006 al 2013 Direttore della rivista Urbanistica (dal 2013) Corrispondente per l’Italia della rivista Ciudad y Territorio – Estudios Territoriales Autore di numerose pubblicazioni tra le quali: -Cinquanta anni di Urbanistica in Italia – 1942 – 1992, Editori Laterza, Bari 1994 (con Giuseppe Campos Venuti) -La riforma urbanistica in Italia, Pirola – Il Sole 24 ore, Milano 1996 (con P.L. Mantini) - La progettazione urbanistica – materiali e riferimenti per la costruzione del piano (con. P. Galuzzi e P. Vitillo),Maggioli Editore, Rimini 2002 -L’urbanistica di Milano, Hoepli, Milano 2002 -Città senza cultura. Intervista a Giuseppe Campos Venuti – Editori Laterza, Bari 2010 Progettista e co-progettista di numerosi piani urbanistici comunali tra i quali: Pavia, Ancona, Piacenza, Reggio Emilia, Ivrea, La Spezia, Cuneo, Roma, Carrara, Lodi, Padova, Potenza, Monopoli. Progettista di numerosi Progetti Urbani in Italia e all’estero. Consulente o progettista per i Piani Territoriali di Coordinamento delle Province di Pesaro – Urbino, Perugia, Forlì e Cesena, Piacenza, Matera. ABSTRACT La legge urbanistica italiana risale al 1942 e l’ultimo tentativo di un’organica riforma è del 1963: da allora vi sono state numerose riforme parziali che tuttavia non hanno cambiato la sostanza della legge, fino al 1995, quando l’Istituito Nazionale di Urbanistica ha elaborato una nuova proposta che negli anni successivi la metà circa delle 21 Regioni italiane hanno fatta propria. Ciò perché dal 2003 l’Urbanistica è materia a “legislazione concorrente” Stato – Regioni: allo Stato compete l’approvazione di una “legge sui principi fondamentali del governo del territorio”, mentre alle Regioni compete la responsabilità legislativa di merito. Nonostante questa chiara disposizione della Costituzione italiana, il Parlamento nazionale non ha mai approvato la “legge sui principi fondamentali”, lasciando le Regioni libere di legiferare senza alcun coordinamento. La conseguenza è stata una sorta di “federalismo urbanistico impazzito”, con esperienze regionali molto diversificate (nella relazione si presentano, a mo’ di esempio, quelle della Lombardia e dell’Emilia Romagna), mentre la riforma urbanistica rimane incompiuta, sia perché le Regioni hanno seguito diversi modelli nelle loro leggi di riforma (tra cui anche il vecchio modello del 1942), sia perché alcuni strumenti fondamentali della pianificazione urbana, come la perequazione e la compensazione urbanistica o la disciplina dei diritti edificatori riguardano competenze esclusive dello Stato e la loro definizione non può essere affidata alle Regioni. Alla fine del 2014 il Governo ha presentato una nuova proposta di riforma abbastanza vicina a quella dell’INU, che però non ha trovato concorde il mondo dell’urbanistica italiana diviso tra riformisti e conservatori: una contrapposizione che dura ormai da tempo e che è stata la ragione principale della mancata conclusione della riforma. L’approvazione di questa legge, con alcune modifiche necessarie ma circoscritte, consentirebbe un notevole passo avanti e il rilancio della pianificazione urbana in Italia. Non solo deve cambiare la forma giuridica del piano, passando da quella regolativa e totalmente prescrittiva a quella strutturale non conformativa e solo programmatica, ma deve cambiare anche la scala del piano, abbandonando quella tradizionale municipale per la nuova dimensione metropolizzata della città contemporanea. Mentre, al contempo, devono essere affermate alcune strategie fondamentali della sostenibilità urbanistica, come la radicale riduzione del consumo di suolo e la generalizzazione degli interventi di rigenerazione urbana, prendendo atto dei grandi cambiamenti delle città e del territorio in Italia ormai in pieno corso dalla fine del novecento. 7 19:00 h. Pausa 19:15 h. Milán en el espejo: la EXPO 2015. Paolo Galuzzi. Profesor Asistente de Urbanística. Politécnico de Milán Professore Associato presso il Politecnico di Milano, insegna nei Corsi di Laurea in Urbanistica e Progettazione Architettonica della Scuola di Architettura e Società. Laureato in Architettura nel 1986, è stato allievo e assistente di Giuseppe Campos Venuti e di Federico Oliva , con i quali ha lavorato a numerosi progetti, piani e ricerche. E’ Membro Effettivo dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) dal 1994, partecipando attivamente alle attività dell’istituto e, dal 2007, alla redazione della rivista Urbanistica. Dal 2008 è membro del Comitato scientifico dell’Archivio Giuseppe Campos Venuti (DAStU). Dal 2011 è membro della Consulta tecnico-scientifica per la redazione del Piano di Governo del Territorio del Comune di Milano e nel 2013 è stato coordinatore del Comitato di indirizzo per lo sviluppo urbanistico delle aree interessate dall’Esposizione Universale al termine della manifestazione. Ha partecipato alla stesura di numerosi piani, programmi e progetti in Italia e all’estero con lo studio FOA – Federico Oliva Associati, di cui è stato socio fondatore. Ha scritto numerosi articoli e saggi e volumi, tra cui “Rigenerare le città” (Maggioli 2008) e “Praticare il piano” (InuEdizioni 2011). Dal 2013 è Vicedirettore della rivista Urbanistica dell’INU. ABSTRACT La Milano in cui prenderà vita il semestre dell’Esposizione Universale - dal primo maggio fino al 31 Ottobre 2015 - è una città molto diversa da quella in cui maturò la candidatura al Bureau International des Expositions (2006-2008). Al volgere del decennio, in pochi anni, molte cose sono cambiate, sia materialmente, sia politicamente, sia nella percezione comune della città e del suo possibile futuro. Nelle ragioni di questo cambiamento, ha influito in modo determinante la crisi economica che ha colpito le economie mature del mondo e, in particolare le economie di molti paesi europei. In Italia, la pesante crisi economica non ha risparmiato nemmeno una grande città come Milano, immersa ed estesa dentro una vasta e dinamica regione urbana, tra le più ricche del vecchio continente. Le vicende urbanistiche del nuovo Piano per Milano (PGT) congiuntamente a quelle della pianificazione e progettazione del nuovo sito destinato all’Esposizione Universale del 2015 rivestono un carattere emblematico nella descrizione di questo cambiamento. Da una intensa stagione di totalizzante liberismo, anche in campo urbanistico, durato anche oltre i segnali di una severa e strutturale crisi economica, si è tornati a pensare la città come bene comune, a accompagnare i suoi processi di trasformazione attraverso una forte regia pubblica. Milano ha conosciuto nel primo decennio del nuovo secolo un processo di trasformazione urbana assai vivace, per certi versi dirompente, avvenuto però in forma occasionale e segmentata, al di fuori di un progetto politico-amministrativo e urbanistico di riferimento, per quanto regolato per parti e per singoli interventi. Trasformazioni “a governo debole”, dagli esiti per molti versi contrastanti, hanno contribuito a qualificare in misura insufficiente la dotazione di attrezzature e servizi urbani, acuendo problemi sociali e compromettendo fragili equilibri ambientali. Dalla seconda metà del decennio scorso, la crisi economica e l’incepparsi del mercato immobiliare hanno portato con sé fatti nuovi e per certi versi straordinari, che richiedono nuove interpretazioni politiche e che sfidano in forme inedite il governo della città e del territorio. Abbandonati i grandi disegni a base immobiliare, che hanno caratterizzato la precedente stagione, e le relative retoriche, nuova attenzione è stata rivolta alla rigenerazione urbana e sociale dei tessuti esistenti e alla cura della città, dove, più che le previsioni intensive di trasformazione urbana (i grandi progetti degli scali dismessi, le caserme sottoutilizzate, ecc.), assumono centralità le politiche, le scelte e le azioni quotidiane sull’organismo urbano e sul suo metabolismo. Assumendo un atteggiamento di stewardship, intesa quale responsabilità e cura consapevole: una strategia di gestione responsabile delle trasformazioni urbane, piccole e grandi, in cui il progetto urbanistico si concretizza per dispositivi diversi, politiche 8 differenti, azioni diverse, da relazionare ogni volta ai contesti sociali, economici, urbani, regolativi di riferimento. In questa nuova prospettiva, Milano si prepara ad ospitare Expo 2015, a riceverne le sue ricadute, a pensare il riuso futuro dell’area interessata, concluso il semestre dell’esposizione universale. Con la consapevolezza che, nelle realtà urbane mature occidentali in crisi, i grandi eventi riconducibili alle Esposizioni universali hanno esaurito gran parte di quella forza propulsiva di rinnovamento per grandi progetti di trasformazione, che a lungo ha alimentato le retoriche con cui si ricercavano, si costruivano e si accompagnavano queste grandi manifestazioni planetarie. Il riuso dell’area Expo 2015 può, invece, diventare un laboratorio progettuale per sperimentare i futuri possibili della città metropolitana e della regione urbana post-metropolitana, affrontando i temi nuovi che l’urbanistica milanese avrà di fronte negli anni a venire, che richiederanno specifiche capacità di lavorare a progetti di rigenerazione urbana e ambientale, avendo cura del suolo, dello spazio aperto, delle condizioni ambientali, della rigenerazione delle risorse ambientali e delle loro fragilità. 20:15 h. Mesa Redonda con los ponentes de la jornada. Modera Alfonso Álvarez M ora . Catedrático de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad de Valladolid SALÓN DE GRADOS 22 de abril. NUEVAS HERRAMIENTAS EN LA PLANIFICACIÓN URBANÍSTICA 16:30 h. El enfoque integrado del desarrollo urbano: viabilidad de un modelo más sostenible. Ignacio Pemán Gavín. Abogado, Doctor en Derecho, Técnico Urbanista y miembro de la Junta Directiva de la Asociación Española de Técnicos Urbanistas (AETU) y del Executive Committee del European Council of Spatial Planners (ECTP-CEU) 17:45 h. Infraestructura verde y espacio público en Vitoria: el potencial de adaptación de lo urbano. Eduardo Rojo Fraile. Arquitecto y Jefe del Servicio de Espacio Público y Medio Natural del Ayuntamiento de Vitoria-Gasteiz Arquitecto desde 1993, obtuvo el doctorado en 1999 con la tesis Las vías y su ambiente: el sistema de comunicaciones como Paisaje de vida. Tras un breve periodo en el Centro de Estudio Ambientales (CEA) trabajó como arquitecto de la Oficina de Paisaje Urbano en el Ayuntamiento de Vitoria. Más adelante, durante 4 años, desempeñó la jefatura del Servicio de Vía Pública. En la actualidad es arquitecto Jefe del Servicio de Espacio Público y Medio Natural del Ayuntamiento de Vitoria. Desde este Servicio se planifica y se desarrollan proyectos de Espacio Público, el Anillo Verde y el territorio municipal de la ciudad que fue European Green Capital en el año 2012. Durante los años recientes ha desarrollado especialmente el Plan de Movilidad y Espacio Público y el proyecto de Infraestructura Verde que han sido reconocidos con diversos premios y expuestos en numerosos foros. La reciente Reforma de la Avenida de Gasteiz, parte del Anillo Verde Interior, forma parte de este nuevo Sistema. Varios proyectos realizados han sido recogidos en diversas publicaciones: Balsa de Riego en Lakuabizkarra, el parque Lúdico de Lakua, el jardín de la Biodiversidad, el jardín Secreto del Agua, el jardín de la Muralla (Mención Especial Europa Nostra) o el eje peatonal que se inicia en la plaza de la Virgen Blanca. Colabora desde 1996 en la docencia y organización de la Especialización de Paisaje de la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de la Universidad de Navarra Dirigió el Departamento de Urbanismo entre los años 2000 y 2009. 9 ABSTRACT El Anillo Verde Interior es el área de contacto entre nuestra Ciudad compacta y nuestra Ciudad dispersa. En ella confluyen dos estrategias complementarias para el diseño del espacio libre que se vienen desarrollando en Vitoria-Gasteiz: el Plan de Movilidad y Espacio Público y el Sistema de Infraestructura Verde que pretendía emular al Anillo Verde. Las dos pretenden generar una ciudad más resiliente. Nuestras ciudades se han expandido en el territorio con la misma población y cada vez deben soportan un gasto ordinario mayor para el asfaltado periódico de las calzadas, el mantenimiento de aceras y jardines, la limpieza y el alumbrado. Observamos con preocupación aquellas ciudades que se han vaciado por el abandono de sus industrias bandera. Debemos estar preparados para el decrecimiento. Esto ya está ocurriendo en nuestros polígonos industriales, con calles fantasma de aceras deterioradas y sometidas a robos. La ciudad más resiliente será también aquella que necesite menos recursos para su mantenimiento (reposición de pavimentos, gestión de lo verde, consumos de iluminación, agua, transporte, etc.) El territorio que nos rodea y los intersticios de nuestra ciudad dispersa pueden ser nuestro soporte alimenticio en caso de crisis global por lo que no lo debemos ocupar. Si creciésemos en población buscaríamos una mayor compacidad en nuestra ciudad dispersa. El decrecimiento digno debe ser igualmente una posibilidad a contemplar para el futuro. Una mayor ocupación del territorio debe quedar descartada de cualquier forma. Mientras tanto, y quizás para siempre, deseamos tener más Naturaleza en los intersticios del desparrame, formando una gran tela de araña de Naturaleza necesaria para la salud, un sistema de Infraestructura Verde apoyado en la red de drenaje, que no consume recursos y que actúa de pulmón verde aportando servicios ecosistémicos a la Ciudad Compacta del interior, allí donde necesitamos más Espacio Público ahora ocupado por el automóvil. Resolviendo problem as- creando paisaje Estas estrategias, a priori defensivas, enriquecen el Paisaje Urbano. Más Ciudad, Más Espacio Público y Más Naturaleza, más Green Capital, más Resiliencia conforman una ciudad más atractiva para los ciudadanos de hoy y los que puedan venir atraídos por sus bondades. 19:00 h. Pausa 19:15 h. El centro histórico revisitado: ¿qué saben hacer los planes urbanos? Gregorio Vázquez Justel. Arquitecto Urbanista y Director de PLANZ Planeamiento Urbanístico. Alfonso Álvarez M ora. Catedrático de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad de Valladolid Gregorio Vázquez Justel. Arquitecto Urbanista y Director de PLANZ Planeamiento Urbanístico. Arquitecto Urbanista por la E.T.S.A. de la Universidad de Valladolid; Especialista en Patrimonio Urbano, Restauración y Ciudad por la UVa y en Derecho, Gestión y Técnica Urbanísticos por la Fundación S. Pablo – CEU. Miembro del Instituto Universitario de Urbanística de la UVa, en cuya E.T.S. de Arquitectura ha sido profesor colaborador entre 1995 y 2004. Ha participado como conferenciante en diversos cursos y congresos, así como invitado por numerosas Universidades españolas y latinoamericanas. Miembro (actual presidente) de la Agrupación de Arquitectos Urbanistas del COACyLE. Ha publicado artículos sobre urbanismo y patrimonio cultural en varias revistas de Urbanismo y Arquitectura, Guías y Libros para diferentes instituciones. Socio fundador y Director de PLANZ Planeamiento Urbanístico S.L.P. en Valladolid, donde desarrolla fundamentalmente su actividad profesional en trabajos de consultoría urbanística, planificación urbana y ordenación territorial. Ha sido asesor y redactor de numerosos estudios, instrumentos y planes de ordenación y protección, como el PECH de Astudillo (Palencia), el Catálogo del PGOU de Oviedo, el Plan Director del Sitio Histórico de las Salinas y entorno en Poza de la Sal (Burgos), el Avance de las Directrices de Planificación del STP de las Comarcas y las Cuencas Mineras de Castilla y León, el Plan de Intervención Integral en la Cuenca Minera de Sabero (León), Catálogo de Patrimonio del concejo de Castrillón (Asturias), el Plan de Gestión de la Ciudad Vieja de Salamanca (con PEPCH). Actualmente participa como redactor en 10 diversos trabajos de planificación, entre ellos la Revisión PGOUVa (incluye el PECH), el PECH de Peñafiel o Proyectos Regionales, para la Junta de Castilla y León. ABSTRACT El concepto de Resiliencia, otra nueva, controvertida y exitosa metaforización aplicada a la ciudad y sus prácticas disciplinares, requiere algún encuadre desde sus definiciones originarias. Desde la perspectiva tecno-instrumental (positivista, sobre la confianza en el desarrollo y avance en la aplicación de herramientas y métodos existentes), hasta la perspectiva socio-resistente (reactiva, con su apuesta por cambios sociales (nuevos agentes activos) como principios de transformación regenerativa, podríamos valorar que la posición de la planificación urbanística (desde nuestro contexto sociocultural) se impregna o participa de las dos perspectivas. Particularmente, en la reflexión y trabajo sobre la ciudad pre-existente (donde mejor cabe hablar de resiliencia), la tradición disciplinar de la Urbanística, muy condicionada por el análisis urbano como fundamento –práctico y teórico- de la intervención –ordenación / regulación- de la ciudad, se ha ido cargando desde hace ya décadas de componentes y preocupaciones propios de las ciencias sociales y sus nuevos paradigmas de atención (conflictos sociales, gobernanza, choques culturales, riesgos…). Por otra parte, los veloces cambios sociales (globalización y sociedad del conocimiento) y la “revolución” tecnológica (telecomunicaciones, energías, medios y dispositivos de información), han requerido la incorporación de un amplio instrumental (conocimiento, normativas y técnicas) para la planificación urbana, destacadamente para observación, la mejora de su funcionamiento (redes, servicios, ambientes) y el control de su transformación. Sobre y desde la crisis disciplinar de la planificación urbana (teórica y profesional), con un amplio y detallado soporte legal y normativo (inflación), y nuevos “viejos problemas” (no se puede desconocer el amplio bagaje disciplinar), destaca la incorporación de otros aspectos (paradigmas teóricos y necesidades efectivas) en la práctica reciente de la planificación aplicada a los centros históricos. Aún bajo una estructura instrumental –tipos de planes- bastante reglada desde la legislación, surgen en la última década algunas figuras “innovadoras”, auspiciadas desde organismos y foros internacionales (p.e. UNESCO), que tratan de incorporar el concepto de conservación activa -¿cómo modular la transformación?- en los CHs, lo que implica entre otros aspectos una reconsideración del factor tiempo en la planificación –estrategias y herramientas para la gestión de la CH y del propio plan-. Emergen nuevos factores y temas de consideración en la protección patrimonial de la CH: la atención a valores inmateriales, la presión turística, distorsiones por centralidad (funcionales) o fenómenos característicos – elitización, terciarización, museificación…-, revalorización cultural de lo local –caracterizador-, el patrimonio –cultural- como recurso –económico-, el concepto comprensivo de Paisaje Urbano Histórico HUL y su extensión territorial (contextual), que demandas respuestas y planes diferentes. Mostraremos aquí algunas aportaciones que pueden incluir los Planes, trascendiendo sus dispositivos normativos, mediante breves ejemplos de trabajos en CHs próximos, planes con interacción instrumental (PGOU + PECH+PG) como Salamanca o Valladolid (PGOU+PECH). Alfonso Álvarez M ora. Catedrático de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad de Valladolid Arquitecto, 1972, por la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Madrid. Doctor Arquitecto, por la Universidad Politécnica de Madrid, 1976. Catedrático de Universidad, desde 1984, con destino en la Universidad de Valladolid. Becario del Ministerio de Educación, con estancias en el M.I.T de Cambridge, U.S.A; Investigador en Paris; en la Universidad “La Sapienza” de Roma; Investigador del Plan Nacional de Investigación Científica, Desarrollo e Innovación Tecnológica. Director de la Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Valladolid desde 1993 a 1996. Director del Instituto Universitario de Urbanística de la Universidad de Valladolid. Director de la Revista “Ciudades” que edita el Instituto de Urbanística. Los tres últimos libros publicados versan sobre la “Geografía del Quijote. Paisajes y Lugares en la Narrativa Cervantina”, “La Construcción Histórica de Valladolid. Proyecto de Ciudad y Lógica de Clase”, y “El Mito del Centro Histórico. El Espacio del Prestigio y la Desigualdad”. En la actualidad estoy realizando un trabajo de investigación, I+D+I, a propósito del impacto residencial que, en los últimos años, se ha producido en los Centros Históricos que se reparten por el territorio del Estado. 11 ABSTRACT La exposición consistirá en mostrar las dinámicas que han caracterizado al Centro Histórico de Valladolid, desde el punto de vista de las transformaciones-sustituciones tipológicas que ha protagonizado, desde los años sesenta del sigo pasado a la actualidad, en paralelo a los procesos de degradación, vaciamiento y deterioro, de su patrimonio edificado, con el objetivo de mostrar la relación entre ambos fenómenos. Partimos de la hipótesis, en este sentido, que implica relacionar sustituciones tipológicas con deterioro, hasta el punto de argumentar que un proceso de deterioro consentido precede, y es imprescindible, para proceder a la “renovación” consiguiente. Las transformaciones que ha protagonizado el Centro Histórico de Valladolid se han movido en estas coordenadas: Provocando la ruina, el deterioro y la desolación, para justificar, a posteriori, los cambios tipológicos que se adecuen a las exigencias del “modelo urbano de la renta del suelo”. 20:15 h. Mesa Redonda con los ponentes de la jornada. Modera Juan Luis de las Rivas Sanz. Profesor Titular de Urbanística y Ordenación del Territorio. Universidad de Valladolid 12