Chi l`uomo? Perch e per quale fine stato creato?

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Chi l`uomo? Perch e per quale fine stato creato?
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Chi è l'uomo? Perché e per quale fine è
stato creato?
20.11.2012
Sappiamo dalla Genesi che “ Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio
lo creò: maschio e femmina li creò”, ma che cosa significa “a immagine di Dio?”
Chi è realmente l’uomo? Perché e per quale fine è stato creato?. È un essere
come gli altri? Che cosa hanno in comune tutti gli uomini? Che cosa ci unisce?
Perché siamo diversi dagli altri esseri? Dove sta l’anima?
1. Che cosa differenzia l’uomo dalle altre creature?
«Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina
li creò» (Gen 1,27). L'uomo, nella creazione, occupa un posto unico: egli è «a
immagine di Dio» (I); nella sua natura unisce il mondo spirituale e il mondo
materiale (II); è creato «maschio e femmina» (III); Dio l'ha stabilito nella sua
amicizia (IV).
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 355)
Contemplare il mistero
Questo è il grande ardimento della fede cristiana: proclamare il valore e la dignità
della natura umana e affermare che, mediante la grazia che ci eleva all'ordine
soprannaturale, siamo stati creati per conseguire la dignità di figli di Dio. Tanta
audacia sarebbe davvero impossibile se non si basasse sul decreto di salvezza di
Dio Padre e non fosse stata confermata dal sangue di Cristo, e riaffermata e resa
possibile dall'azione incessante dello Spirito Santo.
(È Gesù che passa, 133)
2. Perché l’uomo è stato creato con tale dignità?
Di tutte le creature visibili, soltanto l'uomo è «capace di conoscere e di amare il
proprio Creatore» (GS 12,3); «è la sola creatura che Dio abbia voluto per se
stessa» (GS 24,3); soltanto l'uomo è chiamato a condividere, nella conoscenza e
nell'amore, la vita di Dio. A questo fine è stato creato ed è questa la ragione
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fondamentale della sua dignità. «Quale fu la ragione che tu ponessi l'uomo in
tanta dignità? Certo l'amore inestimabile con il quale hai guardato in te medesimo
la tua creatura e ti sei innamorato di lei; per amore infatti tu l'hai creata, per amore
tu le hai dato un essere capace di gustare il tuo Bene eterno» (Santa Caterina da
Siena, Il dialogo della Divina Provvidenza, 13).
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 356)
Contemplare il mistero
Direi che fra i doni dello Spirito Santo ce n'è uno di cui tutti i cristiani hanno
particolare bisogno: il dono di sapienza, che ci fa conoscere e gustare Iddio,
rendendoci capaci di valutare rettamente le situazioni e le cose di questa vita. Se
fossimo coerenti con la nostra fede, guardandoci attorno e contemplando lo
spettacolo della storia e del mondo, ci sentiremmo nel cuore gli stessi sentimenti
che animavano il cuore di Gesù, il quale, vedendo le folle ne sentì compassione,
perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore (Mt 9, 36).
(È Gesù che passa, 133)
3. Che cosa vuol dire che l’uomo è stato creato ad immagine di Dio?
Essendo ad immagine di Dio, l'individuo umano ha la dignità di persona; non è
soltanto qualche cosa, ma qualcuno. È capace di conoscersi, di possedersi, di
liberamente donarsi e di entrare in comunione con altre persone; è chiamato, per
grazia, ad un'alleanza con il suo Creatore, a dargli una risposta di fede e di amore
che nessun altro può dare in sua sostituzione.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 357)
Contemplare il mistero
Il Dio della nostra fede non è un essere lontano che contempla impassibile la
sorte degli uomini. È un Padre che ama ardentemente i suoi figli: un Dio creatore
che si prodiga per amore delle creature. E concede all’uomo il gran privilegio di
potere amare, oltrepassando così ciò che è effimero e transitorio.
Le vite umane, che sono sante perché vengono da Dio, non possono essere
trattate come semplici cose, come numeri di una statistica. Nel considerare la
realtà profonda della vita, sgorgano dal cuore umano gli affetti più nobili. E con
che amore, che tenerezza, che pazienza infinita, i genitori guardano ai loro figli,
anche prima che nascano! E forse non vive ugualmente la generosità
instancabile, l’attenzione al concreto, o la serenità di giudizio, il teologo che studia
minuziosamente il senso della parola divina sulla vita umana? O non è un attesa
piena di speranza , capacità di intuizione, acutezza d’ingegno, quella del medico
che applica i rimedi più moderni per evitare il rischio di una malattia congenita,
che potrebbe mettere in pericolo la vita della creatura non ancora nata?
(San Josemaría Escrivá, Discorsi sull'Università, L'impegno della verità, 8; leggi il
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discorso in spagnolo)
4. Perché l’uomo è stato creato?
Dio ha creato tutto per l'uomo (cfr. GS 12,1; 24,3; 39,1), ma l'uomo è stato creato
per servire e amare Dio e per offrirgli tutta la creazione:
«Qual è dunque l'essere che deve venire all'esistenza circondato di una tale
considerazione? È l'uomo, grande e meravigliosa figura vivente, più prezioso agli
occhi di Dio dell'intera creazione: è l'uomo, è per lui che esistono il cielo e la terra
e il mare e la totalità della creazione, ed è alla sua salvezza che Dio ha dato tanta
importanza da non risparmiare, per lui, neppure il suo Figlio unigenito. Dio infatti
non ha mai cessato di tutto mettere in atto per far salire l'uomo fino a sé e farlo
sedere alla sua destra» (San Giovanni Crisostomo, Sermones in Genesim, 2,1:
PG 54, 587D - 588A).
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 358)
5. Che cosa hanno in comune tutti gli uomini? Che cosa ci unisce? Perché
siamo diversi dagli altri esseri?
A motivo della comune origine il genere umano forma una unità. Dio infatti «creò
da uno solo tutte le nazioni degli uomini» (At 17,26; cfr. Tb 8,6):
«Meravigliosa visione che ci fa contemplare il genere umano nell'unità della sua
origine in Dio [...]; nell'unità della sua natura, composta ugualmente presso tutti di
un corpo materiale e di un'anima spirituale; nell'unità del suo fine immediato e
della sua missione nel mondo; nell'unità del suo "habitat": la terra, dei cui beni tutti
gli uomini, per diritto naturale, possono usare per sostentare e sviluppare la vita;
nell'unità del suo fine soprannaturale: Dio stesso, al quale tutti devono tendere;
nell'unità dei mezzi per raggiungere tale fine; [...] nell'unità del suo riscatto operato
per tutti da Cristo» (Pío XII, Enc. Summi Pontificatus, 3; cfr. Concilio Vaticano II,
Nostra aetate, 1).
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 360)
«Questa legge di solidarietà umana e di carità» (ibid.), senza escludere la ricca
varietà delle persone, delle culture e dei popoli, ci assicura che tutti gli uomini
sono veramente fratelli.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 361)
Contemplare il mistero
Il Verbo si è degnato di assumere integralmente la natura umana e di consacrare
la terra con la sua presenza e con il lavoro delle sue mani. La grande missione
che riceviamo nel Battesimo è la corredenzione. La carità di Cristo ci spinge (cfr. 2
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Cor 5, 14) a caricare su di noi parte del compito divino di riscattare le anime.
(È Gesù che passa, 120)
6. L’essere umano è un corpo con un’anima, o un’anima con un corpo o
qualcosa d’altro?
La persona umana, creata a immagine di Dio, è un essere insieme corporeo e
spirituale. Il racconto biblico esprime questa realtà con un linguaggio simbolico,
quando dice: «Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un
alito di vita, e l'uomo divenne un essere vivente» (Gen 2,7). L'uomo tutto intero è
quindi voluto da Dio.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 362)
7. Che cos’è il corpo? Il corpo è qualcosa di negativo?
Il corpo dell'uomo partecipa alla dignità di «immagine di Dio»: è corpo umano
proprio perché è animato dall'anima spirituale, ed è la persona umana tutta intera
ad essere destinata a diventare, nel corpo di Cristo, il tempio dello Spirito (cfr. 1
Cor 6,19-20; 15,44-45).
«Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la sua stessa condizione
corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi, attraverso di lui,
toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. Allora, non
è lecito all'uomo disprezzare la vita corporale; egli anzi è tenuto a considerare
buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato
alla risurrezione nell'ultimo giorno» (GS 14,1).
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 364)
Contemplare il mistero
«Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che avete ricevuto da
Dio, e che non appartenete quindi a voi stessi?» (1 Cor 6,19). Quante volte,
davanti alla statua della Vergine Santa, Madre del Bell'Amore, voi risponderete
con un'affermazione gioiosa a questa domanda dell'Apostolo! Si - direte -, lo
sappiamo, Vergine Madre di Dio, e col tuo efficace aiuto vogliamo anche viverlo.
La preghiera contemplativa sgorgherà dal vostro cuore ogni volta che mediterete
questa grandiosa verità: una cosa così materiale come il mio corpo è stata
prescelta dallo Spirito Santo per stabilirvi la sua dimora, io non appartengo più a
me stesso..., il mio corpo e la mia anima - tutt'intero il mio essere - sono di Dio... E
questa preghiera sarà feconda di risultati pratici, derivanti dalla grande
conseguenza che lo stesso Apostolo suggerisce: «Glorificate Dio nel vostro
corpo» (1 Cor 6, 20) .
(Colloqui, 121)
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Se tu sapessi quanto vali!... —È San Paolo che te lo dice: sei stato comprato
pretio magno a gran prezzo. E inoltre ti dice: Glorificate et portate Deum in
corpore vestro —glorifica Dio e portalo nel tuo corpo.
(Cammino, 135)
8. Che cos’è l’anima? A che cosa serve? Da dove viene?
Spesso, nella Sacra Scrittura, il termine anima indica la vita umana humana (cfr.
Mt 16,25-26; Gv 15,13), oppure tutta la persona umana (cfr. At 2,41. Ma designa
anche tutto ciò che nell'uomo vi è di più intimo (cfr. Mt 26,38; Gv 12,27) e di
maggior valore (cfr. Mt 10,28; 2Mac 6,30), ciò per cui più particolarmente egli è
immagine di Dio: «anima» significa il principio spirituale nell'uomo.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 363)
L'unità dell'anima e del corpo è così profonda che si deve considerare l'anima
come la « forma » del corpo(cfr. Concilio di Vienne, anno 1312, DS 902); ciò
significa che grazie all'anima spirituale il corpo, composto di materia, è un corpo
umano e vivente; lo spirito e la materia, nell'uomo, non sono due nature
congiunte, ma la loro unione forma un'unica natura.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 365)
La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio (cfr. Pío
XII, Enc. Humani generis, 1950: DS 3896; Paolo VI, Credo del Popolo di Dio, 8) –
non è « prodotta » dai genitori – ed è immortale(cfr. Concilio Laterano V, anno
1513: DS 1440): essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo
nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.
(Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 366)
Contemplare il mistero
Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione; che ciascuno sappia
mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e
libidine, come i pagani che non conoscono Dio [1 Ts 4, 3-5]. Apparteniamo
totalmente a Dio, anima e corpo, carne e ossa, sensi e facoltà. Diciamogli con
fiducia: Gesù, custodisci il nostro cuore, perché sia un cuore grande, forte e
tenero, affettuoso e delicato, traboccante di carità per Te, per servire tutte le
anime. Il nostro corpo è santo; tempio di Dio, lo definisce san Paolo.
(Amici di Dio, 177)
Dicevano a quel buon amico, per umiliarlo, che la sua anima era di seconda o di
terza qualità. Convinto del suo nulla, senza arrabbiarsi, egli ragionava così:
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siccome ogni uomo non ha che una sola anima — io la mia, e solo questa — per
ciascuno la propria anima sarà... di prima qualità. Non voglio abbassare la mira!
Pertanto, ho un'anima di “primissima” qualità, e voglio, con l'aiuto di Dio,
purificarla e candeggiarla e infiammarla, perché l'Amato sia molto contento. —
Non dimenticare che nemmeno tu — anche se ti vedi così pieno di miserie —
“puoi abbassare la mira”.
(Forgia, 893)
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