metodologia della ricerca psicologica

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metodologia della ricerca psicologica
METODOLOGIA DELLA RICERCA PSICOLOGICA
(Pedon, Gnisci)
EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI SCIENZA
Epistemologia: filosofia della scienza, studia problemi e nodi critici.
VISIONE DELLA SCIENZA NEL TEMPO
Dimostrativa: già Grecia antica. La scienza dimostra le proprie affermazioni,
connettendole in un sistema unitario dove ognuna è NECESSARIA. Pensiero DEDUTTIVO,
dal generale al particolare (sintesi).
Descrittiva (Bacone, Newton, Positivismo): metodo induttivo (analisi, dal particolare a
generale):
o i fatti dell’esperienza sono oggettivi;
o la natura è razionale;
o le categorie logiche del ragionamento sono assolute.
Ramificazioni:
a) POSITIVISMO LOGICO (o Neopositivismo, anni ’20): conoscenza come esperienza dei
fatti concreti del mondo (schema 1. osservazioni > 2. ipotesi > 3. leggi > 4. teorie).
b) EPISTEMOLOGIA GENETICA (Piaget): la scienza non procede solo per incremento
quantitativo, ma anche per mutamenti qualitativi!!!
Autocorreggibile (autocorreggibilità = validità)→ diramazioni:
o RAZIONALISMO CRITICO (Popper): una teoria è scientifica se è potenzialmente
falsificabile. Si parte dal problema, che porta alla formulazione delle teorie ed ai
tentativi di falsificarle.
o PARADIGMI (Kuhn) = insieme di teorie che formano modelli – guida. Possono
essere sostituiti a seguito di rivoluzioni, prima (e dopo) le quali vi sono periodi di
scienza NORMALE. Fra di loro sono INCOMMENSURABILI, cioè non paragonabili.
o PLURALISMO TEORICO (Feyerabend): perché vi sia progresso, è necessaria la
violazione dei paradigmi. Non è necessario che lo scienziato sia rigidamente
vincolato ad un paradigma.
ULTERIORE CONCEZIONE DELLA SCIENZA, ATTUALMENTE DIFFUSA IN PSICOLOGIA:
Realismo critico:
o Conoscenza = prodotto storico e sociale. Esiste un mondo reale, ma non è identico
a quello conosciuto.
o Tansdizione = inferenza dall’esperienza attraverso ciò che va al di là dell’esperienza
(es. gli atomi spiegano molti fenomeno che possiamo vedere, ma l’atomo in sé non
è visibile).
o Le teorie della scienza ed il mondo non sono ordinate in gerarchie da macro a
micro, ma stratificate, perché spiegano fenomeni complessi.
o Rifiuto determinismo = i fenomeni complessi non sottostanno a semplici leggi
causa→effetto.
o Interazione di molteplici cause alla base dei fenomeni.
o
IL PROCESSO DI RICERCA
Ricerca: a) di base: per accrescere conoscenze; b) applicata: risoluzione problemi.
PROCEDIMENTO DI RICERCA:
1
 Identificazione problema→foti: 1. interessi personali; 2. eventi paradossali e fortina
(serendipity = scoprire cose non cercate ed impreviste); 3. tentativo di risolvere problemi
pratici; 4. teorie e risultati di ricerche: a) teorie che generano grande interesse (influenza
euristica), b) teorie con affermazioni esplicite e verificabili (influenza sistematica).
Nella fase di identificazione, bisogna distinguere fra: I) domande di ricerca (attenzione su
precisi aspetti del fenomeno); II) ipotesi (congetture su relazioni fra variabili); III) ipotesi
statistiche.
 Pianificazione disegno di ricerca: scegliere l’oggetto da osservare, le condizioni in cui
condurre osservazioni, strumenti di misura, metodi per codificare i dati, test statistici, ecc…
 Osservazioni: attuazione procedure pianificate e raccolta dati.
Per Stevens, la MISURAZIONE è l’associazione tra una categoria (o simbolo) e oggetti,
eventi, individui, tramite regole di corrispondenza. Il CASO è ciò a cui si applica la
misurazione, la VARIABILE una qualsiasi caratteristica del soggetto che può assumere
valori diversi in un dato intervallo e varia da soggetto a soggetto. Per ogni variabile, insieme
di categorie che esprimono l’ambito di variazione e sono dette LIVELLI o MODALITA’:
- SCALA NOMINALE: categorie discrete non ordinabili;
- SCALA ORDINALE: livelli ordinabili, ma rapporto tra livelli NON costante.
- SCALA A INTERVALLI EQUIVALENTI: livelli numerabili, intervalli costanti.
- SCALA A RAPPORTI EQUIVALENTI: zero assoluto che indica assenza di
proprietà. E’ dunque anche possibile stabilire, per esempio, che “4” è il doppio di “2”.
Possibile trasformare la variabile di livello superiore in una di livello inferiore, ma non
viceversa. I dati sono poi organizzati in MATRICI (elementi i riga e variabili in colonna).
VARIABILI












CONTINUE: possono assumere i valori di tutti i numeri reali (interi e frazioni);
DISCRETE: numero finito di valori, in genere non frazionari. Sia qualitative che
quantitative;
DIPENDENTI;
INDIPENDENTI;
MANIPOLATE (controllate e modificate dallo sperimentatore);
NON MANIPOLATE;
CONFONDENTE: non controllata, covaria con la variabile indipendente, ma è ad
essa estranea (frutto di artefatti, errori nelle procedure di ricerca);
CONFUSA: covaria con la variabile indipendente ed è intrinsecamente legata ad
essa. Ad esempio, si pensa che l’isolamento incida sull’influenzabilità degli individui
... ma, in isolamento,gli individui rimuginano molto. Potrebbe essere questo a
renderli influenzabili.
Errori CASUALI
Errori SISTEMATICI
Variabili LATENTI: non visibili, ma se ne ipotizza l’esistenza;
Variabili MANIFESTE
 Analisi dei dati: le osservazioni sono tradotte in numeri e ordinate per permettere
l’elaborazione statistica. I dati sono in genere rappresentati anche graficamente.
 Interpretazione→verificare: a) se i risultati danno risposta all’ipotesi iniziale; b) se la
risposta approfondisce la conoscenza sul tema.
 Comunicazione→ convegni, articoli (seguire direttive di pubblicazione APA), libri.
Comunicazione, principi ed esempi di ricerca
Lettura della ricerca: in genere, uno o più fili conduttori che vanno dalla domanda alla soluzione (o
ai tentativi), descrivendo i passaggi del percorso.
2
VALUTARE UN ARTICOLO PER LA PUBBLICAZIONE:
1.
2.
3.
4.
L’editor individua l’area dell’articolo e lo invia ad un esperto del tema
Il co-editor valuta alcuni requisiti minimi, poi passa il materiale, in forma anonima, ai ...
REFEREES: valutazione approfondita, eventuali critiche circostanziate. Invio finale a ...
Editor e co-editor, per il giudizio finale: a) accettazione con priorità; b) accettazione; c)
accettazione condizionata a modifiche lievi o ... d) sostanziali; e) rifiuto con proposta di
invio nuova versione ai referees; f) invio nuova versione e rivalutazione totale, con
nuovi referees.
STRUTTURA PUBBLICAZIONE:
I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
VII.
Titolo, autori, istituzioni di appartenenza.
Introduzione teorica (riferimenti a letteratura), scopi, ipotesi di ricerca (anche più
d’una!);
Metodo: 1. disegno di ricerca e analisi dei dati (tipo di studio, variabili, livelli delle
variabili, eventuale analisi statistica); 2. soggetti (se prendono parte attiva, sono detti
“partecipanti”); 3. misure (descrizione delle variabili operazionalizzate e metodi di
misura); 4. strumenti usati (se ve ne sono).
Risultati
Discussione e conclusioni
Bibliografia (esistono precise norme di stesura. Vedere indicazioni APA).
Abstract e parole chiave (riassunto breve con scopi, metodo, risultati e abbozzo
conclusioni + 3 o 4 termini chiave).
VALUTAZIONE IMPORTANZA DI UNA RIVISTA: l’indice più usato è l’IMPACT FACTOR (IF),
che valuta il prestigio sulla base, ad esempio, di quante volte in un biennio gli articoli della rivista X
sono stati vitati da altre riviste o pubblicazioni.
PRINCIPI ETICI:
Imposti all’attenzione dopo la scoperta degli esperimenti condotti dai nazisti. In psicologia, il primo
codice è del 1952-’53 (APA).
In Italia→1998: Codice Deontologico (Ordine Professionale); AIP = Codice etico della ricerca e
dell’insegnamento:
 COMPETENZA;
 INTEGRITA’;
 RESPONSABILITA’ SOCIALE.
Norme: 1. consenso informato e libertà di ritirarsi dalla ricerca; 2. monitoraggio uso inganno
(consentito solo in situazioni particolari e se non reca danno ai soggetti); 3. evitare il rischio di
danni per i soggetti; 4. privacy (ovviamente, ai consulenti di ricerca, le informazioni possono essere
trasmesse); 5. protezione dei partecipanti; 6. norme etiche su trattamento animali; 7. diffusione
ricerche in sede scientifica; 8. divulgazione tramite media; 9. uso dei risultati e norme
dell’insegnamento (che devono promuovere l’etica della ricerca).
VIOLAZIONI: sanzionate dall’AIP. Ogni psicologo ha il dovere di denunciare violazioni osservate.
In genere, ogni sede di ricerca ha un Comitato Etico Locale, che vigila (approvando o meno i
progetti di ricerca) ed interloquisce con L’AIP.
Altri codici etici: Istituto di Psicologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); Associazione
Italiana di Sociologia (AIS); Codici per i servizi dei consulenti.
ESEMPI DI RICERCHE RIUSCITE:
○ Falsa prigione di Stanford (Zimbardo, anni ’70).
Domande: 1. come avvengono i mutamenti di personalità; 2. la violenza è disposizionale o
legata a certi contesti?
3
Disegno: V. INDIPENDENTE = ruolo assegnato ai partecipanti (guardia o detenuto);
DIPENDENTE = a) misura delle differenze nel tempo fra i gruppi ed intragruppo; b) risposte
dei soggetti a questionari e inventari, resoconti giornalieri delle guardie, interviste postsperimentali.
Per approfondire: http://www.prisonexp.org/
○ Comportamento altruistico in situazioni di bisogno (Bateson, Darley, 1973).
Ipotesi: 1. sentimento religioso sincero = altruismo; 2. salienza: una mente immersa in
pensieri religiosi sarà più o meno altruista?; 3. la fretta incide sull’altruismo?
Variabili: a) religiosità; b) variabile situazionale legata a salienza e manipolata(alcuni
soggetti indotti ad avere pensieri religiosi, altri no); c) variabile situazionale “fretta”,
manipolata.
La religiosità ed i pensieri altruistici non influenzano l’altruismo, mentre il grado di fretta sì.
RACCOLTA DATI
Test Psicologico: procedura che mette il soggetto in una situazione standardizzata, dove si
forniscono stimoli atti a raccogliere campioni di risposte, le quali vengono poi analizzate.
• TEST COGNITIVI (massima performance): di intelligenza, attitudinali, di profitto.
• TEST NON COGNITIVI (performance tipica): di personalità, inventari (tipo il 16 PF di
Cattell), proiettivi, scale di misura degli atteggiamenti (unidimensionali o multidimensionali).
Metodi osservativi:
• LIVE o DIFFERITI;
• INGENUI (del quotidiano) O CON METODO (della scienza)
• QUALITATIVI O QUANTITATIVI:
- METRICI (rating, valutano l’intensità del fenomeno);
- SISTEMATICI (produzione di frequenze): osservazioni replicabili di comportamenti
inseribili in categorie attraverso regole di corrispondenza specificate dai manuali.
Programmi che aiutano a codificare le osservazioni: ObsWis, Observer.
Analisi contenuto: approccio QUANTITATIVO applicabile a materiale verbale e non, per estrarre
informazioni tramite criteri specificati in anticipo e codificando attraverso dei CODIFICATORI
(giudici o valutatori) con regole precise.
UNITA’: a. di TESTO (corpus ampio); b. di CODIFICA (aprte dell’unità di testo a cui si applicano
categorie e dimensioni del sistema di codifica); c. di CONTESTO (materiale più grande dell’unità di
codifica, che può essere di aiuto di fronte ad indecisioni sulla codifica).
Intervista:
→ NON STRUTTURATA: utile in studi esplorativi, interviste pilota e post- sperimentali.
→ STRUTTURATA: domande ed ordine prestabiliti.
→ SEMISTRUTTURATA: predisposto il tema ed alcuni punti chiave, ma ci si adatta al
flusso della conversazione.
Questionario:
→ Domande APERTE o
→ CHIUSE: rating (valutazione preferenze su scale) o ranking (richiesta di indicare
una preferenza fra due elementi).
→ Domande DICOTOMICHE, TRICOTOMICHE (16 PF) a 5 (usate per scale unipolari,
da “per niente positivo” a “molto positivo”), 7 o 11 punti (scale con due poli “positivo”
e “negativo”)
Misure fisiologiche:
→ Elettrofisiologiche (tecnica “asciutta” ... ad esempio, il POLIGRAFO);
4
→ Biochimiche (tecnica “umida”).
Strumenti neuropsicologici e neuroscienze:
→ Studi su pazienti celebrolesi
→ Studi sulle specializzazioni emisferiche
→ Misure elettrofisiologiche (ECG);
→ Visualizzazione celebrale (indiretta: angiografia, radiografia; diretta: TAC, RM, PET)
Scaling: collegare atteggiamenti su scale numeriche.
→ UNIDIMENSIONALE:
o Scala Thurstone: 1. raccogliere molte affermazioni sull’oggetto dell’atteggiamento
(almeno 100); 2. far valutare ai giudici la negatività o positività dell’atteggiamento
rappresentato dall’affrmazione; 3. calcolare i punteggi, usando media, mediana,
deviazione standard; 4. selezionare gli item su cui vi è più accordo per la scala
finale.
o Scala Guttman: scaling cumulativo, se il soggetto è d’accordo con un’affermazione,
lo è per forza anche con le precedenti;
o Likert: per ogni item, indicare i grado di accordo su scale a 5 o 7 punti. Per ogni
soggetto, si calcola il punteggio finale, sottraendovi gli item “riversi”. Si può evitare
l’uso dei giudici nella costruzione del test.
→ MULTIDIMENSIONALE: per valutare atteggiamenti complessi con molte dimesioni.
Un esempio di strumento, che considera 3 dimensioni, è il DIFFERENZIALE
SEMANTICO.
LA VALIDITA’
Corrispondenza fra realtà e conclusioni della ricerca.
VALIDITA’ INTERNA: reale esistenza del nesso causa-effetto tra X e Y.
 Relazione SPURIA: il nesso causale tra X e Y non esiste, subentra una variabile C
che correla con Y.
 Relazione causale moderata: variabile interveniente, che non causa, ma influenza la
relazione X→Y.
 Relazione causale indiretta: X causa Y attraverso C. X è condizione sufficiente ma
non necessaria (ad es., la pioggia facilità l’isolamento, che a sua volta facilità la
depressione. La pioggia è sufficiente a produrre isolamento, ma non è certo l’unica
possibile causa di isolamento!).
Minacce a V. INTERNA: 1. variabili di confusione: storia attuale (eventi che si verificano
nell’esperimento); processi di maturazione (cambiamenti biologici e psicologici nel tempo: età,
fame, fatica, ecc...); effetto delle prove ( + prove = + apprendimento); strumentazione (ad esempio,
la stessa intervista somministrata da persone diverse, può avere effetti diversi); effetto regressione
statistica (= + si aumenta il numero di prove, + i valori estremi tenderanno verso la media);
minacce all’equivalenza di caratteristiche fra gruppo sperimentale e di controllo; mortalità;
interazione fra variabili elencate; 2. errori provenienti dal soggetto sperimentale; errori del
ricercatore.
Ridurre le minacce ...
- Bilanciamento dei gruppi, ad esempio tramite selezioni random.
- Controllo effetti storici, cercando di mantenere costanti le condizioni dei soggetti
nel corso della sperimentazione; casualizzando alcuni aspetti dell’esperimento;
facendo tutto in un’unica sessione ed in una situazione identica per tutti;
abbreviando l’intervallo fra le prove.
- Misurazioni ripetute ad intervalli costanti
5
-
-
Riduzione effetti delle prove: eliminando il pre-test; far passare il pre-test come
evento ordinario nella vita dei soggetti; uso del disegno di Solomon per controllo
effetti pre-test.
Mantenere quanto più costanti le variabili della sperimentazione per ridurre gli
effetti legati alla strumentazione.
Effetto regressione annullato estraendo dalla popolazione estrema un gruppo di
controllo, come punto di paragone.
VALIDITA’ ESTERNA: applicabilità esiti a soggetti, tempi, luoghi, ecc ... diversi. Verificabile tramite
ripetizione sistematica dell’esperimento in condizioni diverse, oppure ...
 Validità di popolazione: la validità esterna è garantita dalla rappresentatività del
campione. Talvolta però i campioni sono difficili da reperire, si ricorre a campioni di
comodo ( es. studenti di psicologia).
 Validità temporale: stabilità dei risultati nel tempo (però ci sono dubbi su questo
parametro). Bisogna però considerare: variazioni stagionali, cicliche,
personologiche.
VALIDITA’ DI COSTRUTTO: i costrutti sono concetti astratti che vengono dedotti da indicatori. La
loro validità è data dai processi attuati per passare dal livello astratto a quello empirico (dare una
definizione OPERAZIONALE).
Minacce:
 Insufficienza nella definizione teorica dei costrutti.
 Inadeguatezza nella definizione operazionale.
 Ambiguità nelle variabili indipendenti.
Raggiungere una validità di costrutto ...
I.
Chiara definizione del costrutto astratto.
II.
A costrutto operazionalizzato, necessari vari tipi di dati per verificare se è stata
raggiunta la validità.
III.
I dati devono variare insieme alla misura correlata con la rappresentazione
empirica della variabile indipendente, ma non con variabili concettuali differenti.
VALIDITA’ STATISTICA: verificare che il rapporto fra variabili sia di tipo CAUSALE e non casuale.
Si effettua un confronto tra la variabilità empiricamente osservata e quella teorica dedotta col
calcolo delle probabilità, riferita al livello di variazione dovuto al caso. Se la prima è di gran lunga
superiore, allora non può essere intervenuto solo il caso.
I.
Ipotesi statistiche. Si formulano sulla popolazione e si vagliano attraverso l’esame dei
campioni da essa estratti. In genere sono: l’”ipotesi nulla” (H0) e l’”ipotesi alternativa”
(H1).
II.
Supposizioni ausiliarie. Permettono di dedurre una determinata grandezza d’esame e
la rispettiva distribuzione delle probabilità.
III.
Ricavare i campioni da una o più popolazioni.
IV.
Stabilire una zona di rifiuto, cioè un campo di valori possibili della grandezza d’esame
che ci si aspetta con minore probabilità nel caso in cui l’ipotesi nulla sia vera. E dunque,
questi stessi valori sono attesi con maggiore probabilità nel caso in cui sia vera l’ipotesi
alternativa. Se la grandezza d’esame rientra in questo campo, si accetta H1.
Sono possibili errori di primo livello quando si rifiuta erroneamente l’ipotesi nulla, errori
di secondo livello quando la si accetta erroneamente. Questi errori dipendono anche
dalla “potenza del test” che ha a che fare con l’ampiezza del campione (più è piccolo,
più è possibile che si evidenzino effetti diversi da quelli che si troverebbero nella
popolazione!) e dal livello di significatività di α.
Minacce alla validità statistica ...
 Trovare correlazioni inesistenti fra variabili (errore di primo tipo) ... specie quando si usa il
“fishing”.
 Errori di secondo tipo, bassa potenza del test, violazione di assunti statistici.
6
Aumento validità ...
 Elevare il livello di significatività;
 Aumentare la grandezza dell’effetto (ad esempio, se voglio confrontare il numero di
elaborazioni verbali fra le persone in un dato lasso di tempo ed i miei gruppi di confronto
sono molto piccoli, mi converrà confrontare chi ha elaborato fino a 10 parole con chi ne ha
elaborate fino a 20, non fra 10 e 11. Altrimenti mi conviene ampliare il campione!).
 Ridurre l’errore casuale.
VALIDITA’ ECOLOGICA: per BRUNSWICK, la possibilità di trasferire gli esiti dell’esperimento nel
mondo reale quotidiano. Per LEWIN e BRONFENBRENNER, “grado in cui l’ambiente del quale i
soggetti hanno esperienza in una determinata indagine scientifica ha proprio le caratteristiche che
il ricercatore suppone o assume”.
CONTROLLO EFFETTI DI DISTURBO
Esperimenti di controllo: permettono di verificare come la variabile X sia associata ad Y e
non ad altre. Si può verificare ciò tramite gruppi di controllo (persone con le stesse
caratteristiche di quelle sotto esperimento) e/o tramite l’uso di condizioni di controllo (=
condizioni simili a quelle sperimentali, ma nessun trattamento, a differenza di quanto
previsto per il gruppo sperimentale).
Controllo sperimentale:
o CONTROLLO GENERALE: 1. nel laboratorio: verificare l’assenza di effetti
disturbanti nel setting; 2. nella preparazione della situazione di ricerca; 3. su
alcuni aspetti del tempo (conoscere la durata nel tempo degli effetti del
trattamento e la stabilità dei risultati di ricerca, uso di follow up; effetti legati all’ora
del giorno scelta per l’esperimento, nonché alla durata della prova e agli intervalli tra
le prove); 4. nella misura delle risposte (oggettività = no legami col giudizio
soggettivo degli esaminatori; sensibilità = capacità dello strumento di informare
correttamente sul fenomeno; attendibilità; validità); attraverso la ripetizione
dell’esperimento (esatta, cioè identica a quella prima, o sistematica, con alcune
variazioni che permettono di verificare la stabilità degli esiti nel tempo).
o CONTROLLO SUGLI EFFETTI DEI SOGGETTI E DELLO SPERIMENTATORE: A)
conoscenze e aspettative dei soggetti (psicologiche o sulle procedure
sperimentali, anche per via dell’”effetto diffusione”, il passaparola incentivato da
coloro che hanno già partecipato alla ricerca); B) aspettative dello sperimentatore
(effetto dell’attesa), nonché l’effetto legato alla sua presenza ed all’influenza che
inconsciamente esercita→ricerca di Schachter e Singer, ricerca di Asch su
conformismo, ricerca di Milgram su obbedienza ad autorità.
Strategie per ridurre l’influenza: procedimento a singolo cieco e a doppio cieco 1;
automazione delle istruzioni 2; uso di più osservatori o valutatori 3; uso della tecnica
dell’inganno, facendo credere ai soggetti che la sperimentazione sia qualcosa di
diverso da ciò che gli sperimentatori in realtà stanno studiando. Il problema è che
non sempre sono prevedibili tutte le conseguenze e le reazioni all’inganno,
rischiando di portare i soggetti a mettere in atto comportamenti dannosi! 4
o CONTROLLO ATTRAVERSO SELEZIONE DEI SOGGETTI ED ASSEGNAZIONE
A GRUPPI: 1. popolazione bersaglio (la totalità dei soggetti della popolazione
1
Singolo cieco: nascondere ai soggetti lo scopo della ricerca e la condizione alla quale ognuno è sottoposto; a doppio
cieco: attraverso l’uso di collaboratori che riducono i contatti fra ricercatore e soggetti e tenendo inoltre tali
collaboratori e i soggetti all’oscuro delle ipotesi sperimentali e del tipo di gruppi e condizioni dell’esperimento.
2
Impartendo le istruzioni in forma scritta o tramite registrazione.
3
K di Cohen = indice di accordo tra sperimentatori.
4
Alternative all’inganno: 1. drammatizzazione o role playing, che chiede al soggetto di riprodurre la reazione che
avrebbe a una data situazione (ma non è del tutto affidabile); 2. preavviso = preannunciare il tipo di effetti
dell’esperimento (anche quì, il preavviso influisce sulle reazioni!).
7
d’interesse) vs popolazione accessibile (il gruppo preso da questa popolazione, al
quale posso avere accesso ... ma raramente è tutto reperibile. Si ricorre pertanto a
dei campioni. Questi diversi passaggi non rendono mai le generalizzazioni dal
campione all’universo totalmente precise).
Metodi di campionamento: a. casuale (con ripetizione o reinserimento: lo stesso
elemento/caso può essere estratto più volte; senza ripetizione o reinserimento); b.
casuale stratificato (suddivisione popolazione in sub-popolazioni ed estrazione da
ognuna); c. ad “hoc”: scelti per disponibilità o per loro interesse a partecipare
(ovviamente si generalizza a soggetti a loro simili).
Metodi di assegnazione: 1. casuale (preferibile quando si lavora su grandi numeri);
2. pareggiamento (quando ci sono campioni piccoli, variabili legate alla dipendente
rispetto alle quali i soggetti sono diversi, quando è possibile esaminare prima i
soggetti) 5; 3. metodo dei blocchi: creare blocchi di individui in base a determinate
caratteristiche (es., il blocco di coloro che hanno un Q.I. fra 90 e 100); 4. soggetti
come controllo di sè stessi: ogni soggetto è sottoposto ad ogni condizione
sperimentale (= disegno entro i soggetti).
Vi è spesso l’abitudine a ricorrere a soggetti più avvicinabili (pazienti, studenti di
psicologia 6, scuole). C’è chi sostiene che ciò non garantisce la validità esterna,
mentre altri affermano che la stessa non è tanto funzione della popolazione
campionata, quanto dell’interazione tra caratteristiche dei soggetti e particolari
comportamenti.
Altro problema, il ricorso a soggetti VOLONTARI. Come rilevato da Rosenthal e
Rosnow, essi differiscono da altri: maggiore disponibilità (= che può tradursi in
acquiescenza); desiderio di provare nuove emozioni; condivisione obiettivi del
ricercatore; ecc... Si può ovviare attraverso strategie che rendono i soggetti “ignari”
dell’osservazione, o rendendo la ricerca attraente (così che in molti vi prendano
parte), nonché controllando gli effetti delle caratteristiche dei volontari sui compiti
proposti. Sono invece considerati non volontari soggetti che rifiutano, accettano ma
non si presentano o si rendono irreperibili.
o CONTROLLO SU EFFETTI DELL’ORDINE E DELLA SEQUENZA: effetto ordine =
se il soggetto è sottoposto ad una prova all’inerno di altre prove, la performance è
influenzata dalla posizione più che dalla prova in sé.
Sequenza = o effetto residuale, cambiamento temporaneo o permanente del
soggetto, dovuto all’esposizione a trattamenti sperimentali precedenti (la prova
prima lascia un “residuo” che influenza la successiva) 7.
Strategie per controllare questi effetti: A) controbilanciamento tra i soggetti: tanti
gruppi quante sono le possibili combinazioni delle prove in sequenza; a1)
controbilanciamento completo: tutte le combinazioni possibili vengono
somministrate ciascuna ad un gruppo diverso (fattibile quando ci sono poche
combinazioni); a2) controbilanciamento incompleto: non adoperate tutte le possibili
combinazioni , solo quelle che permettono di controllare gli effetti più minacciosi; B)
controbilanciamento entro i soggetti: ogni soggetto sottoposto più volte a tutte le
prove: 1. randomizzando l’ordine delle prove per ogni soggetto; 2.
controbilanciamento inverso: ogni soggetto a tutte le prove prima in un ordine, poi in
ordine inverso (campioni piccoli e tante prove, o quando si sospetta che le variabili
di disturbo agiscano in modo lineare); 3. randomizzazione a blocchi: insiemi di
prove, all’interno di ognuno ogni prova è presentata una sola volta. Le sequenze
vengono composte casualmente.
5
Si dispongono in ordine crescente o decrescente i soggetti in base a prove preliminari; si formano coppie in base
all’ordine precedente (i due più anziani, ad es.); si distribuiscono nei gruppi i membri delle coppie; si applicano i
trattamenti e si esaminano le differenze fra i membri delle coppie.
6
Subject pool = insieme di soggetti di molti dipartimenti di psicologia e centri di ricerca.
7
Ad esempio, l’effetto contrasto: se sollevo un oggetto molto pesante e dopo devo stimare il peso di un oggetto più
leggero, lo percepirò molto più leggero di ciò che è in realtà.
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ATTENDIBILITA’ E VALIDITA’ NELLA MISURAZIONE
Errori sistematici: mentre per quelli casuali, con infinite misurazioni si tenderebbe a zero, quelli
sistematici implicano errori procedurali che viziano il risultato verso una data direzione. La somma
degli stessi, con infinite misurazioni, non tende a zero!!!
Indicatore: variabile o misura empirica che indica il costrutto non osservabile tramite una regola di
corrispondenza. Si dice “riflettivo” quando è manifestazione empirica del costrutto (costrutto come
causa dell’indicatore); “formativo” se è l’indicatore stesso a contribuire o causare il costrutto.
I costrutti complessi implicano unì’organizzazione gerarchica in dimensioni (= aspetti psicologici
organizzanti non osservabili, collocati tra costrutti e indicatori).
ATTENDIBILITA’: grado di accordo tra misurazioni indipendenti dello stesso costrutto.
↓per parlare di accuratezza, devono esservi TUTTI E TRE QUESTI FATTORI:
- Stabilità = grado di correlazione tra misurazioni avvenute in tempi diversi dello
stesso costrutto.
- Accuratezza = corrispondenza tra costrutto misurato e realtà.
- Precisione = sistematicità / coerenza con cui si esegue la misurazione. Ovvero,
coerenza con cui associamo eventi of oggetti a categorie di riferimento.
In statistica, l’attendibilità dello strumento viene definita come rapporto tra la varianza della parte
vera e la varianza della parte osservata o totale. Nella parte osservata, ci sarà sempre un margine
di errore (chiaramente, l’obiettivo è quello di renderlo minimo).
r tt = σ2 (V) / σ2 (X) = σ2 (X) - σ2 (E) / σ2 (X) = 1 - σ2 (E) / σ2 (X)
Rapporto attendibilità / variabilità = la prima è la base della seconda, perché senza di essa non
può esserci validità.
Applicazioni attendibilità:
o Test-retest: stabilità nel tempo delle risposte dei soggetti o delle situa sperimentali;
o Forme parallele o equivalenti = somministrare agli stessi partecipanti nello stesso
momento 2 forme diverse dello strumento che misurano lo stesso costrutto.
o Consistenza interna e “split-half” di una scala o un test = verifica correlazione
degli item dello strumento somministrati ai soggetti.
L’”α” di Cronbach = indice di attendibilità molto usato in psicologia sociale, idoneo per scale di
misura atteggiamenti e personalità, media delle intercorrelazionii tra tutte le possibili divisioni a
metà del test. Il livello di adeguatezza dell’indice va stabilito di volta in volta tenendo conto del
numero di item, interrelazioni fra essi, natura e definizione costrutto che si misura (in genere, valori
alti di attendibilità sono da 0.70 in su).
Paradosso dell’attenuazione: incrementare a dismisura la consistenza interna di un test non
aumenta necessariamente la validità di costrutto … in taluni casi, addirittura, la limita 8.
Dilemma della larghezza della banda: eccessivo restringimento contenuto della scala è utile a
predire comportamenti specifici, ma non correla con nient’altro di psicologicamente rilevante. Per
l’eccessivo ampliamento, invece, è l’esatto contrario.
K di Cohen = 2 o più valutatori eseguono la stessa misurazione (codifica nominale o ordinale),
indice per trovare il grado di accordo fra i valutatori. Es:
8
Ad es., se creo una scala con 10 item diversi che però, di fatto, chiedono tutti la stessa identica cosa, è ovvio che ci
sarà forte correlazione fra le risposte, ma si tratta di valutazioni GONFIATE, non realmente indici di attendibilità!
9
Osservatore 1
A
B
C
D
TOTALI
COLONNA
A
B
Osservatore 2
C
D
42
3
0
0
45
0
21
4
0
25
0
2
18
0
20
1
0
1
31
33
TOTALI
RIGA
43
26
23
31
123
(tot.
assoluto)
(Somma numeri in diagonale / somma totale di tutti = grado di accordo): 112 / 123 = 0.91
Somma numeri fuori diagonale / somma totale = disaccordo): 11/ 123 = 0.09
Questo non garantisce che l’accordo non sia una semplice casualità (accordo dovuto al caso).
Come si calcola l’intervento del caso?
45x43 +25x26 +20x23 +33x31 / 1232 = 0.27
0.91-0.27 =0.64 (corretto per il caso)
VALIDITA’: grado in cui uno strumento misura ciò che dice di misurare.
• Di contenuto: gli item usati sono campione rappresentativo degli item totali rilevanti per quel
costrutto? →esaustività 9;
• Validità di criterio (o esterna): corrispondenza tra misura e una variabile esterna, diversa
dal costrutto originario, che si assume come criterio di riferimento. Se, ad esempio, creo un
test sul successo lavorativo, punteggi alti devono essere ottenuti da gente che ha davvero
ottenuto successo! Quando il criterio è concomitante con il costrutto si ha validità
concorrente 10 (es. la scala di psicopatia discrimina tra persone detenute e non?); quando è
differito nel tempo la validità è predittiva 11.
• Validità di costrutto : se la misurazione correla con misurazioni dello stesso costrutto fatte
con metodi diversi e non correla con misurazioni di costrutti diversi. La validità convergente
si riferisce al grado di convergenza fra le due misurazioni, quella divergente al grado di
divergenza.
• Validità nomologica : grado in cui il costrutto che vogliamo misurare si inserisce in una serie
di relazioni, predittive, positive, negative o nulle, tra costrutti e criteri appositamente definiti
(rete nomologica o di relazioni fra costrutti).
METODI DESCRITTIVI DI RICERCA
Tecniche volte ad identificare e descrivere variabili di comportamenti /fenomeni e loro relazioni.
RICERCA D’ARCHIVIO: analisi dati d’archivio disponibili al fine di descrivere variabili dei fenomeni
e relazioni (senza pretesa di stabilire rapporti causali). Si evita così l’effetto di reattività 12 e
consente l’indagine su fenomeni del passato; non necessita di ingenti risorse (ricerca “povera”),
9
Ha a che fare con: 1. Significatività teorica = natura e coerenza del linguaggio usato per rappresentare e definire il
costrutto; 2. Significatività operativa = regole di corrispondenza tra aspetti teorici ed empirici. Per alcuni, si tratta di
“validità di facciata”, quanto gli item selezionati appaiono “ragionevoli” per il costrutto.
10
Per stabilirla, si esegue una correlazione tra test e criterio.
11
Per stabilirla, si applicano tecniche di regressione al criterio. Un terzo metodo, che si applica a validità concorrente e
predittiva, consiste nel verificare che il test discrimini tra 2 o + gruppi (di contrasto) sulla base di caratteristiche che
dovrebbero differenziarsi per la caratteristica misurata.
12
Influenza che il contesto di ricerca e le aspettative dei ricercatori hanno.
10
ma : 1. Si effettua sulle sole informazioni disponibili raccolte da altri; 2. Per di più, col tempo molti
dati vengono distrutti e non sono più reperibili; 3. La precisione con cui sono stati raccolti i dati non
è verificabile.
OSSERVAZIONE NATURALISTICA: non intrusiva e non artificiale. Questo rende lo svolgersi
degli eventi vicino alla realtà, ma non consente al ricercatore di manipolare le variabili in gioco. Il
ricercatore compie in genere delle selezioni sistematiche sui comportamenti che osserva,
categorizzati / classificati 13; il tempo di osservazione dipende dall’oggetto di ricerca; unità di
misura, possibili criteri: 1. Eventi (associazione fra categorie di comportamenti e comportamenti
effettivamente accaduti); 2. Stati (comportamenti e loro durata + possibilità di osservare
comportamenti paralleli); 3. Eventi temporali: oltre che la durata, registrano anche i
comportamenti di frequenza 14; 4. Intervalli (prestabiliti; codifica comportamenti entro lo stesso
intervallo; naturali→es., turni di parola).
E’ importante cercare di tenere distinte osservazione ed interpretazione. La prima può essere reso
contata attraverso: a) note 15: da prendersi dopo l’osservazione (per non interromperla); b) audio e
videoregistrazione.
SINGOLI CASI: analisi (guidata da una teoria) del comportamento del singolo, tramite colloqui. I
dati raccolti vengono organizzati in una struttura, come una relazione scritta (es., studio di Smith,
Colligan, Hurrel su isterismo da catena di montaggio). Tecnica utile quando il caso da studiare è
unico, nonché quando si vogliono illustrare punti di vista teorici e tecniche terapeutiche. E’
necessario che il ricercatore sia cosciente di operare una personale selezione di comportamenti.
RICERCHE CORRELAZIONALI: volte a determinare il grado di correlazione fra due variabili
facendo previsioni sui valori a partire dal tipo di relazione individuata 16. Necessario considerare
alcuni possibili fattori intervenienti: problema della terza variabile (che influenza la relazione), della
direzionalità (non sempre facile stabilire quale variabile influenza l’altra).
STUDI LONGITUDINALI: stesso gruppo di soggetti seguiti nel tempo.
STUDI TRASVERSALI: campioni rappresentativi di coorti diverse studiati nello stesso momento
sulle caratteristiche di interesse.
INCHIESTA O SURVEY: porre un certo numero di domande ad un campione rappresentativo di
una popolazione d’interesse, con possibilità di precisa classificazione delle risposte (così da
permettere i confronti). Si distinguono studi di panel (inchieste ripetute sugli stessi soggetti nel
tempo) e di trend ( studio dello stesso tema nel tempo … anche con sogg. diversi).
Utilità: conoscere aspetti relativi ad una popolazione; analisi e miglior specificazione di fenomeni
d’interesse; campioni ampi; necessità di quantificazioni e analisi statistiche. Tuttavia … difficoltà e
costo di tali ricerche, superficialità e schematicità delle risposte possibili; intervistati non in rapporto
con le loro reti sociali; fragilità e debolezza strumento di misura (sono molte le condizioni da
controllare, non sempre ciò viene fatto correttamente).
META-ANALISI (Glass, ’76): approccio quantitativo d’integrazione degli esiti di numerose
ricerche, attraverso 2 possibili strade: 1. Significatività = si combinano i valori di probabilità
raggiunti dai vari studi, per ottenerne uno globale; 2. Ampiezza dell’effetto = si combinano gli
indici di intensità degli effetti delle variabili d’interesse nelle varie ricerche.
Livelli di costrizione→ condizionamenti alla progettazione della ricerca: a) natura dei processi da
indagare; b) quantità e tipo di info. disponibili.
13
E’ possibile incorrere in errori di categorizzazione.
Comportamenti di cui non ha senso raccogliere la frequenza (es. colpo di tosse) e che non hanno categorie
mutualmente esaustive.
15
Lofland: descrizioni di fatti, avvenimenti precedenti ricordati ora, concetti e deduzioni analitiche, impressioni e
sensazioni personali, informazioni aggiuntive.
16
Non per forza nessi di causalità!
14
11
Veri esperimenti
Piano (o disegno) sperimentale:
•
•
VERI ESPERIMENTI
QUASI – ESPERIMENTI
Le procedure vengono definite in base a: 1. Misura della variabile dipendente (eseguibile pre e
post trattamento o solo post); 2. Modi di sottoporre i gruppi a trattamento (disegno tra i gruppi,
entro i gruppi ed i soggetti 17, a misure ripetute; 3. Numero delle variabili indipendenti (in caso di 2 o
più, si parla di disegno fattoriale); 4. Forme di controllo variabili estranee.
Disegni pre-sperimentali: usati per esplorare problemi o mettere a punto nuove ipotesi. Non
forniscono spiegazioni alternative dei risultati (no controlli), hanno collegamenti col ragionamento
del senso comune.
•
•
•
Un solo gruppo e una sola prova: nessun pre-test, solo somministrazione e post test.
Totale carenza di validità interna, assenza di punti di paragone. Utile come fonte di
esplorazione.
Un solo gruppo e 2 prove: si fa anche il pre-test. Logica di confronto “prima vs dopo”,
Possibili difficoltà: a. non è detto che le differenze prima/dopo siano dovute solo alla
somministrazione; b. bisogna controllare l’effetto della storia, della maturazione, delle
prove, della strumentazione, della regressione statistica e della mortalità!
Due gruppi non equivalenti, una sola prova: al primo gruppo no pre-test, al secondo si
fa SOLO il post-test, in quanto costituisce un gruppo di controllo (che però non è del
tutto affidabile, in quanto non randomizzato!!!).
VERI ESPERIMENTI
Disegni con una sola variabile indipendente:
 Piani tra gruppi: soggetti scelti casualmente e assegnati casualmente ai gruppi (tanti gruppi
quanti sono i livelli della variabile indipendente). Ogni gruppo sottoposto ad una sola
condizione sperimentale (si ottengono misure indipendenti).
Nel disegno classico, il primo gruppo è sottoposto a pre-test, trattamento e post. Il secondo
è sottoposto a pre e post-test, ma non al trattamento. La validità interna sarà maggiore,
mentre per quella esterna: non si può controllare l’interazione pre-test e trattamento; un
campione poco rappresentativo porta ad errori sistematici; non sempre si può controllare
l’interazione fra trattamento ed altri effetti (es., storia); tener conto della reazione ai
procedimenti sperimentali (es., cooperazione eccessivamente entusiastica dei soggetti).
Una variante è il disegno randomizzato di Solomon (difficile da applicare, richiede molti
soggetti):
GRUPPO 1
GRUPPO 2
GRUPPO 3
GRUPPO 4
PRE-TEST
T1
T3
No
No
SOMMINISTRAZIONE
Sì
No
Sì
No
POST-TEST
T2
T4
T5
T6
Efficacia trattamento (o effetto principale del fattore sperimentale): T2+T5/2 – T4+T6/2
Effetto prova preliminare: T2+T4/2 – T5+T6/2
Interazione pre-test / trattamento: T2+T6/2 – T5+T4/2

17
Piani entro i gruppi: tutti i soggetti sottoposti a tutte le condizioni sperimentali …
Nel primo caso ogni gruppo è assegnato ad un tipo di trattamento, nel secondo ogni gruppo prova ogni trattamento.
12
Disegno a misure ripetute semplice:ogni soggetto sottoposto a tutti i livelli della variabile
indipendente; ogni soggetto valutato più di una volta sulla variabile dipendente; si fa un
confronto fra i punteggi del soggetto nelle varie condizioni. Pur risentendo degli effetti di
ordine e sequenza, questo disegno garantisce equivalenza fra i gruppi e sensibilità agli
effetti della variabile indipendente.
Disegno controbilanciato entro i soggetti (quadrato latino bilanciato): adatto quando non si
possono assegnare casualmente i soggetti alle condizioni, ci sono più livelli della variabile
indipendente, il numero dei sogg. è limitato, non si può applicare il pre-test. Ergo: 1. Ogni
gruppo è sottoposto ad ogni variazione della variabile indipendente in tempi diversi; 2.
Punteggio medio di tutti i gruppi sottoposti alla condizione di volta in volta esaminata. Non
controlla gli effetti di interazione 18 e di sequenza!!!
Disegni con più variabili indipendenti (FATTORIALI): la tecnica statistica idonea è l’analisi della
varianza (ANOVA) o analisi della varianza fattoriale.
Caratteristiche: A) due o + variabili indipendenti (fattori); B) presenza eventuale effetto esclusivo di
ciascuna variabile indipendente sulla variabile dipendente (effetto principale); C) eventuale
presenza di effetto esclusivo dovuto contemporaneamente alle 2 o più variabili, non semplice
somma ma interazione = l’effetto di una variabile indipendente risulta diverso nei differenti livelli
dell’altra variabile (o delle altre) indipendente.
Ogni variabile può avere + livelli. Ad es) disegno 2x2 = 2 variabili, ciascuna con due livelli. Possibili
esiti di interazioni: 1. No interazione; 2. Effetto principale di A; 3. Effetto principale di B; 4. Effetti
principali di A e B (somma); 5. Effetto interazione; 6. Effetto di A e interattivo A-B; 7. Effetto di B e
interattivo A-B; 8. Effetti principali A e B + interattivo.
Progettazione disegno fattoriale: stabilire problema; definire le variabili operazionalmente;
sviluppare e definire le ipotesi; assegnare in modo randomizzato i soggetti alle condizioni;
determinare misure dipendenti; scegliere metodi di analisi statistica.
Tipologie di disegni fattoriali: 1. Completamente randomizzato = 2 o + variabili indipendenti
manipolate (con 2 o + livelli per ciascuna); ogni variabile completamente incrociata con ogni altra;
soggetti assegnati in modo random ai gruppi; ogni gruppo sottoposto ad una sola combinazione di
variabili; 2. Entro i soggetti (a misure ripetute): i gruppi sono sottoposti a tutte le combinazioni …
chiaramente gli esiti saranno correlati. Bisogna tener conto degli effetti ordine e sequenza; 3.
Disegni misti→pox significati: a) una variabile indipendente tra i soggetti ed una entro i soggetti
(verifica gli effetti principali di ciascun fattore, così come l’effetto di interazione tra variabili
indipendenti), o b) un fattore manipolato ed uno non manipolato (soggetti assegnati random alla
condizione manipolata, mentre ai livelli del fattore non manipolato sono assegnati in base a
caratteristiche. Le variabili non manipolate comportano sempre effetti di confusione, rendendo
difficile la sicurezza delle inferenze causali).
quasi esperimenti o esperimenti su singoli soggetti
Limiti: non possibile manipolare a piacimento la variabile indipendente; non possibile selezionare il
campione casuale; non possibile assegnare random i soggetti ai gruppi.
DISEGNI CON GRUPPO DI CONTROLLO NON EQUIVALENTE = simile al disegno classico dei
veri esperimenti, ma i soggetti non sono assegnati casualmente ai gruppi, che dunque mancano di
equivalenza. Si cerca di limitare componendo un gruppo di controllo il + possibile simile a quello
sperimentale. Il trattamento è somministrato a un solo gruppo, ma entrambi fanno pre e post-test.
Le differenze fra i punteggi di questi due momenti indicano il grado d’influenza del trattamento. E’
possibile controllare la validità interna (ad es., accertandosi che media e dev. Standard dei 2
18
Ad es., se una prova determina una certa maturazione solo in un gruppo.
13
gruppi al pre-test siano simili), per quella esterna vale quanto detto per l’esperimento classico,
benché qui ci sia il vantaggio di una condizione più naturale d’indagine.
DISEGNI A SERIE TEMPORALI INTERROTTE = simili al disegno con un gruppo e 2 prove ma,
anziché una misura prima e una dopo il trattamento, diverse misurazioni a scadenze ben definite.
Questa molteplicità compensa l’assenza del gruppo di controllo.
- Serie interrotta semplice: quando si dispone di un unico gruppo. Possibile il
confronto fra dati raccolti in passato e quelli del presente, utilizzabile anche per
fenomeni su larga scala (quando, ad es., interessano un’intera popolazione) 19.
- Serie interrotte multiple: quando è presente anche un gruppo di controllo, non
sottoposto a trattamento. Confronti sia pre vs post-test intragruppi che valori fra i
gruppi. Non pox controllo interazione fra trattamento e prove!
DISEGNI SIMULATI PRIMA-DOPO = raccolta dati prima e dopo il verificarsi di un evento.
 Piani a campioni differenti nel pre-test e nel post-test (nel pre-test si usa un gruppo e nel
post se ne usa un altro):
 Campioni differenti pre-test e post-test con o senza trattamento:
Gruppo
sperimentale
Controllo
Sottogruppi
1
2
3
4
Pre-test
T1
/
T1
/
Trattamento
/
Sì
/
/
Post-test
/
T2
/
T2
ESPERIMENTI SU SINGOLI SOGGETTI 20 = permettono di rilevare prestazioni individuali di
soggetti reali; la potenza del test, essendo maggiore + cresce il campione, va garantita in tal caso
aumentando l’intervallo fra le prove (es., discrimine fra la memorizzazione di 10 e di 20
parole→evidenziamento dei singoli effetti); flessibilità del disegno.
Tali esperimenti, inoltre: richiedono la manipolazione di una variabile alla volta (x forza, c’è un solo
soggetto!!!); i risultati possono essere valutati tramite criteri sperimentali (evidenze statistiche), o
clinici (evidenze comportamentali).
Possibili disegni: 1. A-B = base (misura pre-trattamento) + trattamento. Poco usato; 2. A-B-A =
esplora se vi è un ritorno a base interrompendo il trattamento (intanto c’è un evidente problema
deontologico nell’interrompere un trattamento che dava benefici … poi è raro che vi sia reversibilità
completa!); 3. B-A-B = prima presentazione del trattamento, valutazione base, e valutazione in
trattamento. Utile quando stabilire una base è superfluo (come nel caso della schizofrenia grave);
4. Disegono A-B-A-B = a trattamenti ripetuti (beneficio di aumentarne l’efficacia, garantendo
benefici
al
soggetto).
19
Es., nel valutare l’efficacia della patente a punti introdotta dal Governo, non ho un gruppo di controllo, poiché tutti
hanno una patente a punti. Al max, pesco dai dati del passato, quando non era in vigore la norma.
20
Diversi dagli studi sui singoli, i quali descrivono, senza pretesa d’individuazione di nessi causali.
14
APPROFONDIMENTI:
•
Perchè alcune teorie sono infalsificabili? 1. Poco precise; 2. Incomplete; 3. Complesse.
•
Numeri reali = interi o frazioni;
•
Equivocation Theory = ad esempio, sostiene che i politici in tv danno risposte evasive
perché gli stessi presentatori, con la loro accondiscendenza, le facilitano.
•
Cfr = “confronta”, “vedi anche”. In genere seguito da nome autore e anno dell’opera.
•
Debrifing = restituzione al termine di un esperimento: il ricercatore informa i soggetti sulla
reale natura dell’esperimento (ad esempio, quando si è usata la tecnica dell’inganno).
•
Item riversi: di controllo. Inseriti nei test per controllare il grado di acquiescenza delle
risposte.
•
Operazionismo: “il significato di un concetto è dato dall’insieme di operazioni e processi
tramite i quali esso è applicato alla realtà” [Bridgman].
•
Effetto Hawthorne: sapere di essere osservati, può indurre i soggetti a comportarsi
diversamente dal solito.
•
Manipulation Check: verifica manipolazione effettuata, applicata per valutare la validità del
costrutto. Si possono condurre interviste ai soggetti dopo averli sottoposti alla variabile
indipendente, o rilevare indicatori comportamentali atti a individuare l’effetto delle
operazioni sperimentali.
•
Fishing = andare a pesca, cioè tentare tutte le pox combinazioni fra variabili finché non si
trova qlkosa di significativo.
•
Ipotesi nulla = formulata in termini negativi. Ad es., voglio stabilire se una moneta è
truccata, si formula la seguente ipotesi: “la moneta non è truccata”.
•
Comportamenti molari: indicativi di sviluppo e maturità, visti come dotati di senso e
intenzionalità, anche se non sempre consapevoli (es. dormire).
Comportamenti molecolari: puntuali, immediati (non riflessivi … anche se, ovviamente,
c’è una certa intenzionalità). Es. sorriso, tosse, bere, ecc…
•
Disegno di ricerca = organizzazione temporale e spaziale di una ricerca al fine di
aumentare controlli e validità (struttura della ricerca, pianificazione e progettazione).
Strategie di ricerca possibili: 1. Metodi descrittivi (piano della dimostrazione); 2. Disegno
sperimentale: ogni aspetto della ricerca (campioni, somministrazione prove, contesto,
ecc… piano della causalità e spiegazione) è controllato, soprattutto la possibilità di
assegnare i soggetti alle varie condizioni sperimentali; 3. Quasi-sperimentale: non tutti i
controlli sono possibili (piano della causalità e spiegazione).
•
Distinguere i livelli di una variabile indipendente: 1. Nel disegno tra gruppi, essi sono le
CONDIZIONI possibili. Ad es., nello stabilire l’efficacia di un nuovo farmaco sulla
depressione, posso unsare 3 gruppi: quelli a cui lo somministro, quelli a cui do un farmaco
tradizionale, quelli a cui non do nulla. La variabile ha 3 livelli; 2. Disegno entro i gruppi: i
livelli della variabile indipendente, corrispondono al numero di misurazioni fatte della
variabile dipendente (alle volte, si confonde la variabile indipendente con la dipendente); 3.
15
Misurazione della stessa variabile ripetuta nel tempo: saranno le misurazioni in tempi
diversi a costituire i livelli della variabile; 4. Misurazione variabili diverse nello stesso
momento: ad es. , voglio vedere l’atteggiamento del gruppo di soggetti rispetto a immigrati
comunitari ed extra. In tal caso, farò 2 misurazioni, che costituiscono i livelli della variabile;
5. Misurazione stessa variabile, campioni diversi ma correlati: i livelli si rifieriscono alle
misurazioni.
•
In presenza di + di 2 livelli di una variabile, come fare a capirne la direzione … a)
verifica della presenza dell’effetto … se l’analisi della varianza (o il t-test per v. indipendenti
a 2 livelli) non dà risultati significativi, allora vuol dire che non c’è differenza tale tra i
punteggi dei due gruppi (o delle 2 misurazioni) da lasciar supporre effetti dovuti al
trattamento. Se invece i risultati sono significativi, bisogna vedere in che direzione va la
differenza: si confrontano le medie dei gruppi per rilevare il tipo di differenza.
16