Altroconsumo_Dic2014_n287
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Altroconsumo_Dic2014_n287
BOMBA D’ACQUA ’ . T F, , , , % www.altroconsumo.it Anno XL - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a.Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi CIOCCOLATO SVIZZERO? NO, ETICO Il fondente più premiato del test è equo-solidale, biologico e italiano. TEST E INCHIESTE Coltelli Macchine per caffè Robot da cucina Altoparlanti per tv GIOCHI RISCHIOSI I . E 287 • Dicembre 2014 Altroconsumo - mensile - 10 € Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 21 € Altroconsumo + supplemento Test Salute - 23€ Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 33 € Dicembre 2014 Sommario 17 In commercio ancora giocattoli poco sicuri 6 27 Uniti in una class action contro i consumi auto bugiardi DALLA TUA PARTE 6 NOTIZIE, INFO, CONSIGLI Se l’auto beve troppo - Abbassa la bolletta - Caldaia a risparmio - Lo slogan che inganna - Offerte last minute - Red Bull paga 13 milioni Porta a porta - Tale patente, tale libretto 6 OSSERVATORIO PREZZI Pista da sci, quanto mi costi 9SICUREZZA Bimby: occhio al coperchio Il nostro test premia cioccolato etico, biologico e anche molto conveniente TEST INCHIESTE 10 NOVITÀ IN ETICHETTA Più chiarezza da questo mese sulle etichette alimentari. 12 LIBRI ED EBOOK La posizione dominante di Amazon mette a rischio la libertà di scelta. 14 EVITA CREVIT Acquisti senza denaro? Una bufala da cui stare alla larga. 17 GIOCATTOLI SICURI? Ancora non ci siamo. 22APPARECCHI DIGITALI Una guida alla scelta di quello che fa per te. 24TABLET POCO ETICI Ecco quando nascondono sfruttamento e malaffare. 27 CIOCCOLATO DA RE Il nostro test sul fondente. 32ACQUA POTABILE Cinque anni di aumenti tariffari senza sosta. E reti idriche come groviera. Contatti AL TELEFONO Tutti i numeri sono a pag. 51 ATTRAVERSO IL SITO www.altroconsumo.it/contattaci 2 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Rispar m 158€ i I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. Non abbiamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti i prodotti e ci affidiamo solo a laboratori competenti e indipendenti da qualsiasi interesse. Rispar m 301€ i INDIPENDENTI Ci finanziamo con le quote associative e l’abbonamento alle nostre riviste, che non contengono pubblicità, né informazioni pagate da produttori o da gruppi di interesse politico e finanziario. L’indipendenza è totale, a garanzia della obiettività dei giudizi e dei consigli. www.altroconsumo.it QUANTO COSTA ABBONARSI Da gennaio nuovi prezzi per l’abbonamento. La quota associativa, compresa nell’abbonamento, è pari a 15,40€ all’anno e 3,85€ al trimestre ABBONAMENTI (quota associativa inclusa) Altroconsumo Altroconsumo + Soldi&Diritti Altroconsumo + Test Salute Altroconsumo + Soldi&Diritti + Test Salute 36 Annuale Trimestrale 96 € 24 € 141 € 35,25 € 142,80 € 35,70 € 187,80 € 46,95 € Dacci un taglio: coltelli da cucina alla prova 51 Il nostro socio ha ottenuto il rimborso dell’acconto VIVA VOCE 36 UN TEST AFFILATO La classifica dei migliori coltelli da chef, secondo noi. 40 MACCHINE DA CAFFÈ Test sulle macchine per il caffè in capsule. 44 TEST IMPASTATRICI Da oggetto professionale a elettrodomestico di casa. 47 SOUNDBAR Test sulle barre amplificatrici per Tv, Pc, Ipod... EFFICACI Il nostro metodo di lavoro si basa su criteri di rigore scientifico, efficienza e competenza. A test e inchieste lavorano tecnici qualificati e specialisti di settore che mettono la loro professionalità al servizio dell’informazione, della consulenza, della risoluzione concreta dei problemi. www.altroconsumo.it 51 CONDIVIDI UN’ESPERIENZA L’acconto non torna - Risarcimento sotto coperta - Viaggiare lontano dai guai - Il difetto dell’appretto Dov’è l’olio d’oliva - Telefonate poco chiare 52 FILO DIRETTO Chiarezza su Uber 52 IL DUBBIO Antivirus: uno alla volta 53 BACHECA La vostra voce da Facebook DALLA TUA PARTE La nostra missione è esclusivamente orientata a soddisfare le necessità dei consumatori e a tutelare i loro diritti. Per questo offriamo servizi di consulenza individuale ai nostri soci e portiamo la voce e le istanze dei consumatori presso gli interlocutori istituzionali e sociali. Ostaggio di nuovi monopoli L’accesso sempre più facile alla Rete è un’opportunità per tutti e rappresenta un grande vantaggio, in termini di tempo, comodità, opportunità di risparmio. L’arretratezza e incapacità di trasferire valori ai consumatori da parte degli operatori tradizionali, si tratti di editori o di un servizio pubblico come il taxi, hanno favorito l’enorme sviluppo di piattaforme mondiali che gli utenti apprezzano e usano. Amazon, per esempio, ha raggiunto la sua posizione dominante rispondendo molto bene alle esigenze dei lettori (vedi a pag. 12). Ma, ora che la tecnologia è più sofisticata e la frequentazione della dimensione virtuale più assidua e allargata, il dominio della Rete nelle mani di pochi ci espone a rischi sempre più reali. O meglio, agli stessi della vita reale, ma all’ennesima potenza, per la facilità con cui si possono raggiungere in un soffio milioni di persone. La grande battaglia dei diritti individuali e delle regole del mercato del nuovo millennio, dunque, si gioca in buona parte anche qui, sul più grande spazio pubblico che l’umanità abbia mai conosciuto. Il web, per la sua originaria natura di spazio libero riempito dagli utenti, si è sviluppato con pochi vincoli per le piattaforme, ma questo sta permettendo alle grandi compagnie (Apple, Google, Facebook, Amazon), che offrono molti contenuti – editoriali, di prodotti e servizi – di acquisire posizioni di dominio con pesanti ricadute sulla privacy e sulla libertà economica. Le scelte vengono guidate e quel che sembra – e per certi versi è – una grande comodità non è altro che la capacità degli algoritmi di cogliere le nostre preferenze. Molte sono le implicazioni economiche imposte dalle strategie dai nuovi monopoli, non solo perché creano, per scelta, sistemi chiusi che intrappolano gli utenti (come Apple), ma perché riescono a condizionare la libertà di scelta e la formazione di uno spirito critico. Sono loro a decidere quali servizi e applicazioni favorire o inibire, a generare la classifica dei contenuti delle nostre ricerche. E noi neppure ce ne accorgiamo. Social network e sistemi di raccomandazione sono studiati per amplificare la propensione naturale a cercare conferme alle proprie credenze. Google News compone testate virtuali in linea con letture precedenti. E ogni volta che clicchiamo un link, ci propongono scelte ulteriori, già sapendo che le apprezzeremo. Le proposte possono essere esplicite: “chi ha letto questo libro ha letto anche…” o nascoste, ma tutte ugualmente manipolative, se formulate come preferenze di gruppo. Essere consapevoli di questi meccanismi aiuta a difendersi. Ma chi si preoccupa di educare gli utenti? Urge un’applicazione a livello mondiale delle norme esistenti, anche di quelle antitrust (oltre la localizzazione geografica e fiscale) alla Rete, che ora si pone al di sopra del potere degli Stati. Rosanna Massarenti Direttore Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 3 Tutti i trucchi per non cadere nella Rete. Cosa sai tu della Rete e cosa sa la Rete di te? Per gli adolescenti Internet è un pericolo o un’opportunità? Perché 14 milioni di persone comprano online? NOVITÀ Una buona guida migliora la vita. Scegli quella che preferisci. La tecnologia e il web offrono reali vantaggi? La fotografia digitale è solo per la nuova generazione di fotografi? Questo mese Altroconsumo ti mette a disposizione 2 Guide Pratiche che ti aiutano a prendere confidenza con il mondo della rete e le nuove tecnologie. Scegli quella che preferisci e richiedila subito. È un regalo di Altroconsumo e riceverla è molto facile. Con un piccolo contributo di 1,95 euro ci consentirai di continuare a darti tutta la nostra esperienza per risolvere piccoli e grandi problemi quotidiani. Condizioni dell’offerta a pagina 55 della rivista Tutti i trucchi per ottenere una foto impeccabile. Fotocamera o smartphone, con quale cominciare? Una bella foto digitale è solo questione di tecnologia? Il fotoritocco, questo sconosciuto? NOVIT À Oppure CODICE VA14120 Scegli la guida che preferisci. È un regalo di Altroconsumo. Cognome Nome Codice Socio Usa il tuo smartphone Chiama lo 02 6961506 e comunica il tuo codice Socio, la tua scelta e i codici di riferimento che trovi sul tagliando qui di fianco Compila e rispedisci il tagliando qui di fianco ad Altroconsumo - Guide Pratiche - Ufficio Milano Isola Casella Postale 10376 - 20110 Milano La tua scelta Il tuo mondo in un click - G757 18,45 Euro in regalo per te La tua vita nella Rete - G761 14,45 Euro in regalo per te OFFERTA VALIDA SINO AL 31 DICEMBRE 2014. Trovi le condizioni dell’offerta a pagina 55. IN REGALO RICHIEDI ONLINE LA TUA GUIDA IN REGALO. LA RICEVERAI PRIMA. altroconsumo.it/guidepratiche Dalla tua parte R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R Se l’auto beve troppo P Ti sei già unito alla nostra class action per tutti i possessori di Fiat Panda 1.2 e Volkswagen Golf 1.6 TDI? Passa la voce: puntiamo al risarcimento per le promesse non mantenute sui consumi. INSIEME rosegue la class action contro le false promesse dei produttori di auto. Dopo aver sottoposto ai nostri test i consumi di Fiat Panda 1.2 e di Volkswagen Golf 1.6 TDI, e aver appurato quanto siano molto più alti di quelli pubblicizzati, stiamo scegliendo la terza auto da sottoporre al nostro laboratorio. Il protagonista di questa scelta puoi essere proprio tu: sul nostro sito puoi segnalarci la tua auto, calcolare il rimborso che ti spetterebbe e aiutarci a individuare i modelli per le prossime azioni contro i produttori. La nostra inchiesta (pubblicata su AC 285, ottobre 2014) ha dimostrato che Fiat e Volkswagen hanno forzato i loro test di consumo. In particolare, i consumi e le emissioni di Fiat Panda 1.2 sono più alti del 18%, e quelli di Volkswagen Golf 1.6 TDI del 50%. Se anche tu possiedi una di queste auto, aderisci alla class action: puoi chiedere un rimborso di 247 euro se possiedi una Fiat Panda 1.2 e di 509 euro se hai una Volkswagen Golf 1.6 TDI (calcolo stimato su una percorrenza di 15mila km annui). ¬ www.altroconsumo.it/auto-e-moto OSSERVATORIO PREZZI Pista da sci, quanto mi costi 4 259 • Dicembre Maggio 2012 6 Altroconsumo 287 2014 REGIONI Differenza media % CONFRONTO IMPIANTI SCIISTICI Giornaliero (₣) 2014-2015 elencato gli aumenti medi per regione. Nelle singole località, le piste che hanno avuto un incremento di prezzi più alto sono quelle di Bormio (Lombardia), che ha registrato un aumento dell’8% rispetto all’anno scorso, Alta Pusteria (Alto Adige, +5%) e a Madonna di Campiglio (Trentino), quest’ultima con un aumento del 7%. In generale, gli aumenti più consistenti sono stati rilevati per gli impianti sciistici del Trentino Alto Adige, una delle mete più frequentate dagli amanti degli sport invernali. Buone notizie soltanto dal Piemonte: qui il costo del biglietto giornaliero è rimasto invariato rispetto alla stagione 2013-2014. Giornaliero (₣) 2013-2014 La stagione sciistica è alle porte, ma le tasche dei molti appassionati della montagna quest’anno potrebbero soffrire parecchio. Abbiamo condotto un’indagine sui prezzi di 34 stazioni sciistiche, le più rilevanti di tutto il territorio nazionale, focalizzando la nostra attenzione sul costo del giornaliero adulti in periodo di alta stagione per il 2014-2015. I risultati che emergono non sono confortanti per il portafoglio: è stato infatti rilevato un aumento medio del costo del giornaliero pari al 2,2% . Un rincaro considerevole, soprattutto se considerato in rapporto all’attuale tendenza al calo dei prezzi al consumo. In tabella abbiamo ALTO ADIGE FRIULI LOMBARDIA PIEMONTE TRENTINO VALLE D’AOSTA VENETO MEDIA GENERALE 44,90 36,67 40,30 32,50 45,00 38,80 47,00 39,70 46,20 37,00 41,40 32,50 46,67 39,80 48,00 40,77 +3,0 +0,8 +2,8 0,0 +3,7 +2,7 +2,1 +2,2 www.altroconsumo.it R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R TARIFFE Abbassa la bolletta I costi dell’energia aumentano: fino al 18 dicembre riapriamo il nostro gruppo di acquisto. RISPARMIA D opo i recenti aumenti del prezzo dell’energia, pubblicati dall’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI), abbiamo riaperto la possibilità di aderire ad “Abbassa la bolletta”. Grazie a questo nostro gruppo di acquisto siamo in grado di proporti un’offerta unica per la fornitura di energia elettrica che ti farà risparmiare in media 50 euro annui (a confronto con la nuova tariffa del mercato tutelato in vigore dal 1° ottobre 2014). Anche tu, come hanno già fatto oltre 50mila famiglie tra il 2013 e il 2014, potrai approfittare di questa opportunità e abbattere i costi della bolletta della luce, sempre più cara, contribuendo a rendere più competitivo il mercato libero dell’energia. Cosa aspetti? Per aderire collegati al sito: hai tempo fino al prossimo 18 dicembre. ¬ www.abbassalabolletta.it Caldaia a risparmio L’offerta di Enel per la sostituzione della vecchia caldaia non dice tutta la verità sui costi complessivi. PUBBLICITÀ L’ ultimo spot di Enel, mandato in onda a rotazione sui principali canali tv, propone la sostituzione di una vecchia caldaia con un modello a condensazione. Nell’offerta proposta da Enel c’è la possibilità di scegliere fra tre differenti taglie, a seconda del fabbisogno energetico della casa, con pacchetti aggiuntivi e ulteriori proposte commerciali correlate. Dalla proposta, inoltre, ci si aspetta che sia incluso anche il supporto di tecnici qualificati per effettuare le adempienze sia tecniche sia burocratiche, prima, durante e dopo l’intervento. All’apparenza sembra una offerta allettante, ma quanto conviene davvero? Quello che lo spot non dice è che l’offerta di Enel è riferita alla sola installazione base della caldaia, con un costo di 2.800 euro. A questi però bisogna aggiungere i costi per lo scarico di fumi, eventuali opere preparatorie o di adeguamento necessarie e anche l’adattamento di tutte le valvole termostatiche (comprese nei pacchetti “Premium” e “Plus” di Enel), indispensabili anche per poter accedere alla detrazione del 65% per miglioramento dell’efficienza energetica. Attenzione, quindi, ai costi aggiuntivi che possono presentarsi. Come abbiamo avuto modo di verificare , il prezzo medio per l’acquisto e l’installazione di una caldaia a condensazione generica è di 1.200 euro. Prima di scegliere Enel meglio rivolgersi ai tecnici di zona, per avere altri preventivi di spesa. Da ricordare che una nuova caldaia a condensazione in sostituzione del vecchio modello comporta un risparmio sui consumi del gas di circa il 15%. Lo slogan che inganna Abbiamo segnalato all’Antitrust le pubblicità di alcuni cosmetici e integratori contro la calvizie. IN AZIONE L e pubblicità di cosmetici e integratori sempre più di frequente puntano a farci credere che questi prodotti abbiano particolari effetti sulla salute. È il caso di Bioscalin con sincrobiogenina, Biopoint Speedy Hair e Crescina Ri-crescita: il primo è un integratore, gli altri sono cosmetici sedicenti anti-calvizie che, a nostro parere, utilizzano slogan ingannevoli per quanto riguarda la loro natura. In particolare, le pubblicità di tutti e www.altroconsumo.it tre i prodotti fanno riferimento a team di ricercatori e a laboratori (come nel caso di Bioscalin e Crescina) che, uniti a slogan che promettono risultati visibili e in breve tempo (“fa crescere i capelli due volte più in fretta”, recita la pubblicità di Biopoint Speedy Hair) a nostro avviso creano confusione, inducendo a pensare che si tratti di qualcosa di più che nomali cosmetici o integratori. Per questo motivo abbiamo segnalato le pubblicità all’Antitrust. ¬ RISPARMIO 200 € il risparmio medio annuale di chi cambia Rc auto utilizzando il nostro calcolatore online Maggio 2012 Dicembre 2014 •• 259 287 Altroconsumo 57 Dalla tua parte CONTRO LO SPRECO LAST MINUTE SOTTO CASA Un sito che mette in contatto i consumatori con i negozianti più vicini per offrire sconti dell’ultimo minuto su cibi freschi. R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R Offerte last minute I negozianti non buttano via il cibo e tu risparmi. Con questa filosofia nasce una piattaforma online di proposte “ultimo minuto”. IDEE NUOVE L a riduzione dello spreco di cibo è in cima all’agenda delle istituzioni europee. Ma la questione spinosa (si calcola che in Europa ogni anno siano scartati 89 milioni di tonnellate di alimenti) riguarda anche le singole famiglie, che fanno sempre più fatica a far quadrare il bilancio della spesa. Per conciliare risparmio e limitazione degli sprechi, si stanno diffondendo moltissime iniziative: dalla doggy bag fornita dal ristorante, al supersconto sui prodotti in scadenza nei supermercati. E a volte entra in gioco anche la tecnologia, come nel caso della piattaforma “last minute sotto casa” messa a punto da una start up del Politecnico di Torino, che mette in contatto piccoli negozianti e clienti per proporre offerte scontate dell’ultimo minuto. La cosa funziona così: ci si iscrive al sito, si inseriscono i propri dati e l’indirizzo di abitazione e si ricevono all’indirizzo mail gli sconti praticati dai negozianti del quartiere che desiderano eliminare la merce invenduta prima della chiusura giornaliera. Una piccola idea con una grande ambizione. ¬ “IO NON SPRECO” Milano ristorazione fornisce agli alunni delle scuole un sacchetto per portare a casa avanzi non deperibili e”invita” gli anziani nelle mense. SCONTI SUI CIBI IN SCADENZA Li fanno sempre più spesso le catene dei supermercati per evitare lo spreco di prodotti. Il risparmio è in generale notevole: dal 30 al 50 per cento. Red Bull paga 13 milioni Dieci dollari di rimborso per coloro che negli ultimi anni hanno comprato una lattina negli Usa. CLASS ACTION IN SALUTE 4 noci Contengono sostanze importanti come omega 3, fitosteroli, vitamina E e fibra. Attenzione però alle calorie: in questo caso sono 200. 4 Maggio 2012 8 Altroconsumo 259 287 • Dicembre 2014 N on mette le ali. E quindi deve risarcire. Un cittadino americano, deluso dalle prestazioni promesse da Red Bull ha fatto causa all’azienda di energy drink per pubblicità ingannevole. Lo slogan “Red Bull ti mette le ali” costerà caro al produttore della più famosa bevanda energetica a base di caffeina: 13 milioni di dollari di risarcimento complessivo per scongiurare una ben più onerosa class action da parte dei consumatori delusi. Non è la prima volta che Red Bull passa dei guai. Anche in Italia diversi slogan e iniziative promozionali sono stati sanzionati dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm), per cui da un anno almeno sono stati vietati gli spot che vantano virtù improbabili e incoraggiano comportamenti pericolosi. ¬ www.altroconsumo.it R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R TARIFFE Porta a porta SICUREZZA Le vendite a domicilio prevedono tutele speciali per il consumatore: ecco cosa tenere a mente prima di un acquisto. CONSIGLI Q uante volte ti è capitato di sentir cartaceo; solo se il consumatore è d’accordo citofonare da uno dei venditori di potranno essere a lui consegnate su altro Folletto, Bimby, Tupperware o altre mezzo durevole (cd, dvd e simili). aziende del settore delle vendite dirette? - Le informazioni obbligatorie riguardano, tra In tempi di crisi questo tipo di società l’altro: le caratteristiche principali del incrementano le assunzioni di venditori: prodotto o del servizio, e il suo costo ecco perché le proposte commerciali dei complessivo; la durata del contratto e le cosiddetti “porta a porta” sono in modalità di pagamento; la garanzia legale costante aumento. Per le vendite fuori dai commerciale; l’identità del professionista o locali commerciali (tra cui porta a porta, l’indirizzo a cui inoltrare eventuali reclami; online, via tv...) sono previste tutele tutte le informazioni sul recesso. speciali, perché considerate a maggior - Per prodotti con consegna a domicilio, in rischio per il consumatore, preso alla caso di recesso toccherà al professionista sprovvista, senza il tempo di farsi un’idea ritirarli a sue spese, se non c’è modo di inviarli sul prodotto a lui proposto. per posta. - Innanzitutto, sulle vendite fuori dai locali commerciali viene applicato un diritto di recesso, ovvero di restituire la merce ed essere rimborsati, entro 14 i giorni entro i quali si può giorni. Il diritto di chiedere il recesso per un recesso si applica solo prodotto venduto fuori se l’importo da pagare dai locali commerciali è superiore a 50 euro: se si stipulano più contratti tra le medesime parti, il calcolo si fa sul totale. - Prima di concludere un contratto di vendita fuori dai locali commerciali il consumatore deve ricevere tutte le informazioni fondamentali su supporto 14 Tale patente, tale libretto Stesso intestatario per patente e libretto dell’auto: facciamo chiarezza sulla nuova norma. Android Android Il mondo in tasca Il mond o in tasca U www.altroconsumo.it in contatto con gli sembra possibile: restare attraverso Con uno smartphone tutto le email, tenersi aggiornati amici su WhatsApp, controllaremusica e scattare foto per poi condiviTwitter o i quotidiani, ascoltare network. Grazie ad Android, il sistema social sti del derle su Facebook o altri e uno dei principali protagoni Google da operativo sviluppato il mondo in tasca. e, sembra proprio di avere mondo degli smartphon libretto. La norma, infatti, riguarda solo i casi in cui il proprietario dell’auto e chi la guida abitualmente non appartengano allo stesso nucleo familiare e quindi non si applica a coloro che hanno lo stesso indirizzo. Dovranno adeguarsi soprattutto i possessori di un’auto in comodato d’uso. ¬ Hai un Bimby TM31? Alcuni modelli potrebbero avere un problema nella guarnizione del coperchio che, di conseguenza, potrebbe non funzionare correttamente. Con questa specifica guarnizione, l’utilizzo del Bimby TM31 ad alte velocità, e la successiva apertura del coperchio al termine della frullatura, può provocare la fuoriuscita del composto dal boccale, causando bruciature nel caso di temperature elevate. Gli apparecchi che potrebbero essere interessati al richiamo sono quelli prodotti tra ottobre 2012 e maggio 2014. Vorwerk sta già contattando tutti i clienti che li hanno acquistati in questo periodo. Per verificare se il tuo rientra tra questi, controlla il numero di serie: se è compreso tra 124231XX e 142031XX, la Vorwerk ti invierà gratuitamente una nuova guarnizione da sostituire. A prova di scatto SEGNALAZIONI na norma entrata in vigore il 3 novembre scorso (per la precisione: il comma 4-bis dell’art. 94 del Codice della strada) prevede che chi guida per più di 30 giorni un’auto intestata a un diverso proprietario deve annotare il proprio nome sul libretto di circolazione, pena una multa che va da 705 a 3.526 euro. Niente panico: non tutti dovranno aggiornare il Richiamo Bimby: occhio al coperchio Tutti i consigli per utilizzare in modo efficiente la fotocamera del tuo smartphone. I segreti dei social network fotografici (Instagram, Flickr e tutti gli altri) e i nostri suggerimenti su come ritoccare e trasferire una foto dal cellulare al proprio computer. Il tuo mondo in un CLICK di marche e modelli ampio numero di telefoni vi apportano le Android si trova su un i che lo utilizzano spesso versione. Le diversi e i vari produttor è che non esiste un’unica proprie modifiche. Il risultato pagine, sia che siate sono enormi. In queste differenze , però, non degli “smanettoni” di Android sia che siate completamente a digiuno un viaggio alla scoin nati accompag sarete e vogliate saperne di più, oli potenzialità. ne e delle sue innumerev smartpho vostro del perta O ALTROCONSUM perché propone questa guida dopo passo alla Accompagna l’utente passo Android scoperta del sistema operativo e sfruttare al meglio Permette di conoscere telefono tutte le potenzialità del utili e divertenti da Suggerisce le app più i giorni utilizzare nella vita di tutti Cover_Photo.indd 1 www.altroconsumo.it/auto-e-moto € 18,45 29/09/14 11:26 www.altroconsumo.it/guidepratiche Maggio 2012 Dicembre 2014 • 259 287 Altroconsumo 5 9 Novità Occhio all’etichetta Origine, tipo di grassi, valori nutrizionali, allergeni... Le informazioni riportate sugli alimenti devono essere più chiare. L’obbligo scatta tra pochissimi giorni. e nuove regole europee per le etichette alimentari (previste dal regolamento 1169/2011) entrano in vigore il 13 dicembre. Con loro arrivano finalmente più chiarezza e molti cambiamenti apprezzabili: li abbiamo sintetizzati in queste schede. Le novità riguardano i più svariati aspetti, compresa la data di scadenza, che dovrà essere riportata non solo sulla confezione esterna, ma anche su ogni singola monoporzione preconfezionata. Sono tante però anche le occasioni mancate. Nemmeno questa volta si chiarisce cosa debbano riportare gli alimenti sfusi e preincartati, cioè quelli confezionati presso i punti vendita (anche su richiesta del consumatore). L’Ue si affida alla buona volontà dei singoli Stati membri e si limita a intervenire solo sugli allergeni, prevedendo l’obbligo di indicarli. Non è stata accolta neppure la richiesta di inserire le informazioni nutrizionali sul fronte della confezione dei prodotti alimentari (la parte più in vista al momento dell’acquisto): starà a noi girare la confezione. Gli alcolici la fanno franca ancora una volta: sono stati infatti esentati dal riportare in etichetta gli ingredienti e le informazioni nutrizionali. ¬ L 10 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 VALORI NUTRIZIONALI: SÌ, MA ANCHE NO Solo a partire da dicembre 2016 diventerà obbligatoria per tutti gli alimenti la tabella nutrizionale. L’obbligo scatta tra due anni, ma chi decide di riportare sulle confezioni dei generi alimentari l’etichetta nutrizionale deve farlo seguendo i dettami del regolamento. Che prevede che siano indicate anche le informazioni finora facoltative, come quelle su zuccheri e grassi saturi. Le indicazioni relative al sodio vanno invece sostituite con quelle sul sale. In definitiva la tabella nutrizionale dovrà contenere: calorie, carboidrati, zuccheri, grassi, grassi saturi e sale. Restano facoltivi altri nutrienti, tra cui la fibra. www.altroconsumo.it L’INDICAZIONE D’ORIGINE NON SI PUÒ PIÙ BARARE Non più solo per la carne bovina. L’obbligo di segnalare la provenienza è esteso anche pollame, suini, ovini e caprini. Diventano più stringenti le informazioni su ingredienti e metodi di lavorazione di alcuni prodotti alimentari. Dal prossimo aprile dovrà essere indicato il luogo di allevamento e macellazione anche sulle carni suine, ovine, caprine e sul pollame. Finora l’obbligo, introdotto sulla scia dello scandalo “mucca pazza”, vigeva solo per la carne bovina. Stretta sulle indicazioni d’origine anche per denominazioni come “Yogurt greco”, che risultano ingannevoli se, per esempio, lo yogurt in questione è stato prodotto con latte tedesco. Per questo motivo, In tutti i casi in cui l’origine dell’ingrediente principale sia diversa da quella presente nella denominazione del prodotto, il regolamento prevede che venga chiaramente specificato. Decongelato Se un alimento è stato congelato e poi decongelato per essere messo in vendita, il termine “decongelato” deve figurare in bella vista, accanto alla denominazione del prodotto. Data di congelamento L’obbligo riguarda alcuni prodotti congelati: carne, preparazioni a base di carne e prodotti non trasformati a base di pesce. Imitazioni Quando si sostituisce un ingrediente tipico (per esempio le uova nella maionese) con un altro che non lo è, questo deve essere menzionato vicino alla denominazione dell’alimento. Aggiunta di acqua Se nella carne e nel pesce (che si presentano sotto forma di fetta o filetto) viene aggiunta una quantità di acqua che supera il 5% del peso del prodotto finito, bisogna specificarlo vicino alla denominazione del prodotto. I ricomposti “Carne ricomposta” e “pesce ricomposto”: vanno denominati così la carne e il pesce composti da diversi pezzi che, attraverso l’uso di additivi, sono uniti tra loro e si presentano pertanto come un unico pezzo. Insaccati Nel caso in cui il loro involucro-budello non sia commestibile lo si deve chiarire espressamente con la specifica indicazione: “non edibile”. ORIGINE: ITALIA A B3 B2 B1 C B4 K D PP E QUALI GRASSI, FINALMENTE Il regolamente prescrive maggiore chiarezza su oli e grassi vegetali. Nella lista degli ingredienti non potranno più comparire indicazioni generiche come “olio vegetale” o “grasso vegetale”. I produttori dovranno essere più precisi, per esempio dire “olio di girasole” o “grasso vegetale di palma”. LEGGIBILE, PRIMA DI TUTTO FOCUS SUGLI ALLERGENI Mai più caratteri così minuscoli da essere difficilmente visibili. Il nuovo regolamento stabilisce la grandezza minima. Si devono indicare con evidenza gli ingredienti a rischio allergie. Perché un’etichetta sia utile al consumatore deve essere prima di tutto leggibile: bando alle informazioni nascoste nelle pieghe delle confezioni e ai caratteri troppo piccoli, impossibili da decifrare per chi non abbia un vista aquilina o una lente di ingrandimento. Il nuovo regolamento europeo prescrive che l’altezza dei caratteri non sia inferiore a 1,2 millimetri. Per i piccoli imballaggi (quelli la cui superficie più ampia non superi gli 80 cm²) il limite scende a 0,90 millimetri. Rimandati a una futura norma dettagli su colore dei caratteri e contrasto con lo sfondo, escamotage spesso utilizzati dai produttori per rendere poco leggibili informazioni scomode, ma obbligatorie. I componenti che più facilmente possono causare reazioni allergiche dovranno apparire nella lista degli ingredienti con una certa evidenza: in grassetto, in un colore diverso, con una sottolineatura... Nel caso degli alimenti per cui non è previsto l’obbligo di riportare la lista degli ingredienti, il nome dell’allergene dovrà essere segnalato sull’imballaggio dopo la parola “contiene”: per esempio “contiene soia”. www.altroconsumo.it Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 11 Padroni della Rete Leggi NO ALLA DISCRIMINAZIONE Che sia scritta su un foglio di carta o su un foglio digitale, una storia è sempre una storia. Invece in Italia l’Iva di un libro di carta è il 4%, quella di un ebook è il 22%. Dalle tavolette cuneiformi ai Rotoli del Mar Morto, dalla Stele di Rosetta ai caratteri mobili di Gutenberg, le fonti scritte sono importanti per le loro storie; senza queste sarebbero solo pezzi di argilla, pergamena, granito, carta. Per leggerle occorre sempre lo stesso strumento: gli occhi. Solo un fisco miope può ostinarsi a fare differenze tra supporti di lettura e a trattare in maniera diversa libri tradizionali ed ebook. Ai primi è applicata l’Iva al 4%, prevista anche per beni di prima necessità come pane, latte e frutta. Ai libri elettronici l’Iva al 22%, la stessa che si applica ai beni di lusso. Una discriminazione culturale prima che fiscale, contro la quale l’Associazione italiana editori (Aie) ha lanciato una campagna sui social network con l’hashtag #unlibroèunlibro. L’obiettivo è chiamare a raccolta tutto il mondo del libro, dagli autori ai lettori. Attraverso tweet, profili Facebook e siti dedicati, tutti potranno far sentire la propria voce contro questa disparità di trattamento. Perché «una storia è una storia, indipendentemente dal supporto di lettura», recita lo slogan dell’Aie. Un’Iva così alta non facilita certo la diffusione degli ebook, che in Italia rappresentano solo il 3% del giro d’affari complessivo del libro, contro il 25% di quello degli Stati Uniti. Il 1° gennaio entra anche in vigore la normativa europea sull’e-commerce, che prevede che l’Iva sugli ebook sia quella del paese destinatario della vendita. Così Amazon, che ora applica l’Iva lussemburghese del 3%, per l’Italia dovrà adeguarsi al 22%. 12 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 solo quello che dico io Con i suoi prezzi bassi, Amazon ha raggiunto una quota di mercato maggioritaria nella vendita di libri online. I lettori esultano, molti scrittori ed editori però temono che usi il suo potere per tenerli “in ostaggio”. olti lettori sono stupiti di fronte alle accuse che il mondo della cultura (o una buona parte di questo) muove all’indirizzo di Amazon. C’è chi, come Aurèlie Filippetti, da ministro della Cultura francese (ora ex), si è spinto ad accusare il colosso di Seattle di «inqualificabili pratiche anticoncorrenziali». Ma cosa c’è invece di più concorrenziale che offrire un catalogo di libri ricchissimo, i prezzi più bassi del mercato e un servizio di spedizione superveloce? Da consumatori dovremmo essere solo contenti se Amazon si scontra con gli editori che non ci stanno a rinunciare a una parte dei loro margini di guadagno e tramano per aumentare i prezzi. Giusto, giustissimo. Infatti, se tutto ciò rimanesse nel recinto della libera contrattazione tra partner commerciali, non ci sarebbe nulla da eccepire. Il problema è che il gigante dell’e-commerce, che negli Usa detiene il 67% del mercato totale degli ebook e il 41% di quello dei libri cartacei, mette in atto meccanismi di ritorsione che, a dirla con Andrew Wylie, “l’agente letterario dei Nobel”, «rendono insostenibile il mestiere di chi pubblica libri e di chi li scrive. Se i musicisti che non M vendono più cd hanno l’alternativa dei concerti dal vivo, gli scrittori non possono mantenersi con letture pubbliche dal vivo riempiendo il Madison Square Garden». Accuse, ritorsioni e petizioni Per chi si è perso qualche capitolo della saga Amazon-editori, queste hanno tutta l’aria di essere affermazioni esagerate, e soprattutto di parte. Ma la prospettiva può cambiare, dopo un breve riassunto delle puntate precedenti. Tutto ha avuto inizio a maggio scorso, quando l’editore francese Hachette ha opposto un netto rifiuto alle richieste di Amazon, che voleva sia una fetta di profitti maggiore sia abbassare i prezzi degli ebook. Da quel momento l’acquisto di un titolo Hachette su Amazon si è trasformato in un’impresa. Il bookshop digitale è stato accusato di imboscare in particolare le opere di alcuni suoi autori (i più critici), di escluderle da promozioni e prenotazioni, di manipolare le liste di raccomandazione, addirittura di rallentare le consegne. Un ricatto che non è piaciuto a oltre novecento scrittori, riuniti sotto la sigla Authors United, tra cui Stephen King, John Grisham, Scott Turow, Paul Auster e Donna Tartt, che hanno acquistato un’intera pagina pubblicitaria del New York www.altroconsumo.it introvabili. E poi hanno messo a disposizione una piattaforma di self publishing, che consente a chiunque di diventare editore di sé stesso, trattenendo il 70% dei ricavi. Al gruppo di Seattle non mancano certo i sostenitori: sono perlopiù scrittori indipendenti che si sono serviti proprio del sistema di auto-pubblicazione di Amazon. A loro si deve il contro-appello Stop fighting low prices and fair wages (basta fare la guerra ai prezzi bassi e alle paghe eque) con il quale denunciano lo strapotere oligarchico degli editori tradizionali e ricordano che l’azienda di Bezoz paga i suoi autori «sei volte di più» rispetto agli altri. Ma come può esistere un’editoria di qualità senza il filtro di un editore? Si può fare a meno di un mediatore tra chi legge e chi scrive? Come farà il lettore a orientarsi in un catalogo illimitato, che conterrà pure delle perle ma che sarà irrimediabilmente pieno di spazzatura? Sono interrogativi che la rivoluzione digitale ha reso di un’urgenza scottante e che aprono scenari imprevisti e imprevedibili. Un forte rischio Times per pubblicare la loro lettera di denuncia: «Amazon ha tutto il diritto di rifiutare la vendita di beni di consumo in risposta a un disaccordo sui prezzi con il grossista. Il fatto è che i libri non sono semplici beni di consumo. I libri non sono tostapane o televisori. Non si può delocalizzare la produzione dei libri né utilizzare autori a buon mercato di altri paesi». Un atto di accusa pesantissimo, che chiama in causa il valore culturale e sociale dei libri, che invita a domandarsi se il libro vada considerato un prodotto come un altro, soggetto a tutte le leggi di mercato, o non sia invece un bene da salvaguardare, soprattutto quando in gioco ci sono la biodiversità letteraria e la libera circolazione delle idee. Il caso Hachette non è rimasto isolato: anche all’editore tedesco Bonnier è stato riservato un trattamento simile. Più di mille scrittori tedeschi, austriaci e svizzeri hanno reagito in maniera compatta, chiedendo l’immediato intervento del governo di Berlino e qualcosa di più strutturale rispetto a quanto fatto in Francia con la cosiddetta legge “anti-Amazon”. Una norma che, nel tentativo di salvare le librerie tradizionali, vieta di spedire gratuitamente i libri. Tutto inutile, visto che ha spinto l’azienda di Jeff Bezos a rispondere con una provocazione: far pagare la spedizione solo un centesimo di euro. Per questo il nostro ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha invocato un intervento europeo: «I singoli Stati non hanno strumenti per intervenire nei confronti di colossi globali. Dobbiamo trovare regole comuni». Dove sta la ragione? Hachette e Bonnier i primi editori a finire nella lista nera www.altroconsumo.it Ma i vertici di Amazon non ci stanno a passare per “ammazza-libri”. Anzi pongono l’accento sul ruolo che hanno avuto nel sostenere le vendite in anni di magra come questi. Spediscono i libri anche in zone rurali dove non esistono librerie. Hanno in catalogo titoli di cui si vendono meno di 20 copie e che nei circuiti tradizionali sono Tornando alla domanda iniziale: a noi consumatori cosa importa delle sue beghe con autori ed editori, se poi Amazon ci dà quello che vogliamo? Ci importa eccome, perché le cose potrebbero presto cambiare e ritorcersi contro di noi. Come ha scritto il premio Nobel per l’economia Paul Krugman: «Amazon (almeno per ora) non si comporta come un monopolista, cioè un venditore dominante che ha il potere di alzare i prezzi, ma come un monopsonista, cioè un compratore dominante che ha il potere di ridurre i prezzi. Ma possiamo fidarci che non abusi del suo potere? La risposta è no». Nessuno può garantire che Amazon non decida di cambiare strategia, facendo pesare la sua grande forza, che deriva dal fatto di avere raggiunto una quota di mercato maggioritaria nella vendita di libri online. Ha ampiamente dimostrato di sapere usare le maniere pesanti: lo ha già fatto con autori ed editori, nessuno le vieta di farlo anche con i lettori. Soprattutto se riuscirà a indebolire gli editori e a rafforzarsi sia come publisher sia come distributore, trasformandosi in una vera potenza di fuoco, molto più di adesso. Sarà in grado di esercitare un’influenza notevole non solo sui meccanismi di accesso alla cultura, ma anche su quelli di produzione di cultura. Un grosso rischio visto che vende di tutto e ha interessi nei campi più disparati. Come ha ricordato Giuseppe Laterza, editore dell’omonimo gruppo, la contrapposizione non è tra mercato e cultura, ma tra monopolio e pluralità. ¬ Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 13 Inchiesta Non è gratis e non funziona Crevit promette acquisti senza denaro, ma con buoni spesa virtuali (i crevit appunto). L’abbiamo messa alla prova e non è così. Per comprare e vendere sul sito paghiamo una commissione salata in euro. Abbiamo chiesto l’intervento dell’Antitrust. ompra senza denaro” oppure “Crevit, la moneta complementare. Un nuovo credito per la tua famiglia,” la pubblicità spuntata quest’estate sui cartelloni di mezza Italia e su giornali e radio presenta Crevit come il nuovo credito per le famiglie e le imprese. Una promessa allettante in questo momento di crisi, in cui le banche non fanno credito e i consumi si riducono. Ma di cosa si tratta? Di una piattaforma online che raccoglie le offerte di beni e servizi degli utenti che si registrano. Acquisti e vendite si fanno in crevit, una sorta di buono spesa virtuale. Ci siamo iscritti, aprendo un conto, per fare la prova. C sulla nostra affidabilità. Non ci sono stati chiesti documenti, né ci hanno chiesto di firmare alcuna autorizzazione a interrogare centrali rischi per verificare l’eventuale stato di cattivo pagatore. Siamo andati sul “marketplace”, la vetrina con i beni e servizi degli utenti iscritti, e abbiamo cercato di comprare uno smartphone. Dopo aver trasferito i 300 crevit chiesti dal venditore, lo smartphone non è arrivato. Chiamiamo il venditore, che cade dalle nuvole: “Lo Un fido alquanto infido Per poter comprare i beni e i servizi sulla piattaforma, bisogna procurarsi i crevit e per farlo, vieni subito invitato a chiedere un fido. Lo abbiamo chiesto: di 500 euro pari a 500 crevit (un euro, un crevit). A dispetto dello slogan, la prima cosa che abbiamo dovuto fare per poter operare sulla piattaforma è stata pagare, in euro e non in buoni spesa virtuali, una commissione e anche piuttosto salata: il 5% del fido più l’Iva al 22%. Dopo avere pagato i 30,50 euro di commissione con bonifico (ma si può anche scegliere la carta di credito), abbiamo ottenuto subito 500 crevit da usare sulla piattaforma. Da notare che il credito ci viene concesso immediatamente senza alcuna valutazione 14 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Guarda il video Abbiamo messo alla prova Crevit e ci è andata male. Ne abbiamo chiesto conto a Marco Melega, l’a.d. di Crevit Italia srl. www.altroconsumo.it / soldi/conti-correnti smartphone l’ho già venduto”. Come? L’offerta compare ancora sul sito di Crevit… Saremo stati sfortunati. Riproviamo. Tentiamo di acquistare uno smartphone per 50 crevit, trasferiamo i crevit al venditore, ma anche in questo caso, nessuna traccia del cellulare. Chiamiamo il venditore, che ci dice di non trovare più il cellulare… Un altro acquisto non andato a buon fine e anche in questo caso l’offerta di questo smartphone è ancora presente sul sito. Non solo. I 50 crevit trasferiti non ci vengono più riaccreditati sul conto, anche se il venditore non li ha richiesti. Sono rimasti prigionieri nell’etere? Per capire che fine fanno i nostri crevit abbiamo scritto all’indirizzo mail indicato sul sito di Crevit per chiedere assistenza in caso di problemi, ma stiamo ancora aspettando la risposta. Ci è andata male con gli acquisti, proviamo a vendere. Abbiamo messo in vendita sul marketplace uno smartphone a un prezzo competitivo, ma in due mesi non abbiamo ricevuto alcuna offerta. Da sottolineare che se avessimo venduto il cellulare avremmo dovuto pagare una commissione a Crevit, sempre in euro e non in moneta virtuale: il 2% del prezzo più l’Iva al 22%. Quindi, Crevit guadagna grazie alle commissioni che paghiamo per comprare e per vendere. La piattaforma non è gratuita e, nel nostro caso, non ha funzionato. Possiamo dire che non c’è nessun controllo, nessuna garanzia e nessuna assistenza in caso di problemi. www.altroconsumo.it Non è finita. Ad oggi, noi come chissà quanti altri utenti, abbiamo ancora un fido di 500 euro/crevit da rimborsare in 24 mesi. Come? Sulla carta potremmo vendere qualcosa sulla piattaforma per guadagnare crevit, ma come abbiamo visto non si riesce a fare molto. Cosa succede se non riusciamo a pareggiare i conti e alla scadenza dobbiamo rimborsare il fido? Lo abbiamo chiesto a Marco Melega, amministratore delegato di Crevit srl, che ci ha “rassicurato”, dicendo che il fido ci sarà rinnovato per altri due anni. Il che, però, significa pagare una nuova commissione a Crevit. Ma il fido si può rinnovare all’infinito? Melega ci spiega che l’interesse di Crevit è di farci pubblicare offerte di beni e servizi o guadagnare crevit partecipando a non ben definiti programmi promozionali (cita il “Raccomanda crevit” cioè porta un altro utente e ti regaliamo 25 crevit). E se comunque non riusciamo a pareggiare il conto? Nessun problema puoi saldare il debito in euro! Il che significa che se sono a credito e voglio chiudere il mio conto mi rimborsano i crevit in euro? Certo che no, il credito in Crevit “non è mai convertibile in euro”. Quindi? Leggiamo nelle Faq sul sito che, se proprio non volete più operare sulla piattaforma, potete regalare i crevit a una Onlus. C’è pure la beneficenza.... Il risultato, per ora, è che abbiamo pagato per ottenere 500 crevit che non siamo riusciti a utilizzare sulla piattaforma. Dato che Crevit non dà di fatto alcuna garanzia www.altroconsumo.it Intervenga l’Antitrust Abbiamo segnalato Crevit Italia srl all’Antitrust per pratica commerciale scorretta e per la presenza di clausole vessatorie nel contratto. C’è un inadempimento contrattuale da parte di Crevit Italia srl che, come gestore della piattaforma online, non ci ha permesso di portare a termine i nostri acquisti e ci ha costretto a pagare in anticipo una commissione per crevit (buoni spesa virtuali) che non abbiamo potuto utilizzare. Infatti, quando ci siamo registrati come utenti abbiamo pagato 30,50 euro per ottenere 500 crevit che sono risultati inutilizzabili. Insomma, da un lato manca una procedura corretta che possa dare garanzia degli acquisti e delle vendite, dall’altro c’è un ricavo da parte della società ottenuto attraverso le commissioni pagate in euro dagli utenti. Abbiamo segnalato anche la pubblicità come ingannevole . Lo slogan “Compra senza denaro” non è veritiero, in quanto gli utenti che si registrano devono pagare una commissione per poter ottenere crevit da usare sulla piattaforma per gli acquisti. Un altro slogan ingannevole è “scopri la moneta complementare ”, visto che non si tratta di una moneta, ma di buoni spesa. Infine, abbiamo segnalato all’Autorità la presenza di clausole vessatorie in tema di responsabilità, recesso e foro competente. Sul primo fronte, perché Crevit srl non si assume nessuna responsabilità derivante dalle compravendite che avvengono sulla piattaforma, limitando la possibilità del consumatore di fare reclamo a Crevit in caso di problemi. Per quanto riguarda il recesso in quanto per chiudere il conto è richiesto un preavviso troppo lungo, addirittura 6 mesi. Infine, il foro competente indicato in caso di controversia è quello di Brescia, mentre dovrebbe essere quello del consumatore. Per tutte queste ragioni Altroconsumo ha chiesto un provvedimento d’urgenza all’Autorità. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 15 Inchiesta su acquisti e vendite e nessuna assistenza in caso di problemi, per quale servizio paghiamo una commissione? La delusione degli iscritti Nel momento in cui scriviamo (novembre 2014), sull’home page di Crevit.it compare “Crevit cresce! Negli ultimi 30 giorni nel marketplace sono state pubblicate opportunità in vendita per 28.291.184,14 euro pagabili in crevit”. Insomma, non ci sono dubbi sul successo dell’iniziativa. Forse noi siamo stati particolarmente sfortunati con il nostro test e, invece, gli altri utenti riescono a operare e sono soddisfatti. Così, abbiamo telefonato a parecchi utenti registrati, che avevano pubblicato un’offerta nel marketplace. E abbiamo capito che la sfortuna non c’entra. Molti utenti ci hanno raccontato di non essere riusciti né a vendere né a comprare sulla piattaforma di Crevit, altri erano delusi per avere pagato una commissione per avere buoni spesa di fatto inutilizzabili. Molti hanno lamentato la mancanza di un supporto dal servizio clienti. C’è anche confusione su come funziona il sito. Per esempio, un utente che ha messo in vendita uno scooter si chiedeva quali responsabilità si assume Crevit nei confronti di chi si iscrive alla piattaforma. Lo abbiamo chiesto a Melega, che su questo punto ha ammesso che c’è ancora da lavorare, impegnandosi a risolvere le criticità che abbiamo rilevato: dalla concessione di un fido senza alcuna valutazione sull’affidabilità dell’utente, alla mancanza di controllo su quello che INTERVISTA “C’è una sostanziale differenza tra il servizio che lei immagina e la realtà” Ci siamo iscritti alla piattaforma e abbiamo chiesto un fido, pagando una commissione, ma non siamo riusciti né a vendere, né a comprare. Siamo stati sfortunati? Ritengo assolutamente di sì. Negli acquisti non avete operato correttamente, perché ho la certezza che, prima di fare la transazione, non abbiate interagito con gli utenti. Invece, bisogna farlo sempre. Il marketplace (la vetrina con i beni e i servizi offerti) è uno strumento che mettiamo a disposizione ed è governato dagli utenti, noi ci limitiamo a quello che è il monitoraggio e la garanzia delle transazioni finanziarie, per cui tuteliamo gli utenti da quel punto di vista. Ma dal punto di vista della logistica, della disponibilità di beni e della correttezza degli utenti questo dobbiamo darlo a completo onere di quelli che sono gli utenti che utilizzano la piattaforma. Se poi c’è un utente che usa la piattaforma in modo scorretto viene allontanato da noi e inserito in una black list. Visto che nel nostro caso Crevit non ha funzionato, abbiamo contattato altri utenti presenti sulla piattaforma, ma la musica non è cambiata. Consideri che siamo in fase di start up, siamo partiti il 15 luglio scorso perché da 16 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Marco Melega, amministratore delegato di Crevit Italia srl quando abbiamo concepito l’idea lo sviluppo non è stato affatto facile, abbiamo avuto tantissimi intoppi e abbiamo dovuto superare criticità informatiche, tecniche, contabili, economiche, fiscali… Questa fase di start up ci ha consentito di ottenere tutta una serie di feed-back che ci consentiranno a breve di avere un’importante evoluzione nella comunicazione verso gli utenti e nelle funzionalità interne per consentire sempre più una fruizione immediata dello strumento crevit. “Compra senza denaro”, è pubblicità ingannevole visto che si paga una commissione. Non sono d’accordo. Lei ha trasferito 300 crevit per avere un telefonino da 300 euro avviene sulla piattaforma fino a un servizio clienti incapace di far fronte ai problemi in cui incappano gli utenti. Melega si giustifica sostenendo che Crevit è nata da poco (luglio 2014) ed è ancora di fatto una start up: molti processi sono da mettere a punto ed è naturale qualche intoppo. Ma affermando che comunque la piattaforma è una leva di acquisto che Crevit dà sia alla famiglia sia all’impresa. Ci chiediamo, però: perché partire senza essere pronti e con un battage pubblicitario così imponente, facendo promesse che non si possono mantenere? A farne le spese sono i consumatori, mentre le casse di Crevit si riempiono con le nostre commissioni. Altroconsumo non ci sta e lo ha segnalato come pratica commerciale scorretta all’Antitrust. ¬ e ha pagato una commissione di 15 euro. È un acquisto senza denaro. La commissione serve per garantire la stabilità della piattaforma, perché se lei mi chiede i crevit e non ha il 5% da erogare, beh, è uno degli elementi che costituiscono il parametro del nostro rating, unitamente alla verifica sul codice fiscale dell’utente. Se lei avesse venduto sulla piattaforma e ottenuto accrediti in crevit avrebbe corrisposto il 2% di commissione e avrebbe in tasca un telefonino da 300 euro. Quindi, per la pubblicità, se noi vogliamo specificare che un utente compra al 98% senza denaro, facciamolo pure, ma sostanzialmente non cambia la cosa. Cambia il fatto che pago una commissione per un servizio che non ricevo, il telefonino non sono riuscita a comprarlo... In questi giorni (ottobre 2014, ndr) stiamo cambiando l’assetto societario (annuncia a breve il passaggio di Crevit da società a responsabilità limitata a società per azioni, ndr) per farlo diventare più affine a un’azienda che possa garantire effettivamente queste cose al parco degli utenti. Cosa? La garanzia di tutta una serie di processi di tutela in qualsiasi transazione. Per esempio, criteri di erogazione di affidamenti in moneta complementare, monitoraggio delle transazioni effettuate, criteri di soluzione di problematiche di contenziosi correlati all’utilizzo della piattaforma complementare. www.altroconsumo.it Inchiesta Giocare LA NOSTRA INCHIESTA Siamo tornati a occuparci di sicurezza dei giocattoli, per verificare se ci sono ancora rischi per i bambini anche alla luce della nuova normativa. IN UN LABORATORIO SPECIALIZZATO Abbiamo testato in totale venti giocattoli di vario tipo. Nelle schede in queste pagine sono evidenziate le principali prove eseguite in laboratorio: rischio di strangolamento; lesioni agli occhi; danni all’udito; ingestione accidentale di calamite o piccole pile; tossicità chimica di alcuni giocattoli, soprattutto quelli che vengono portati alla bocca; rischio di bruciature per problemi di surriscaldamento di alcune componenti elettriche. www.altroconsumo.it Sempre al sicuro La normativa si aggiorna, ma sugli scaffali ci sono ancora giocattoli a rischio. Ecco quali non comprare. raumi, contusioni, ingestione di sostanze tossiche: spesso le prime vittime degli incidenti domestici sono i bambini. Ma non sono solo ante, spigoli e detersivi a portare ogni anno tanti bimbi al Pronto Soccorso, perché a mettere a repentaglio l’incolumità dei più piccoli sono anche i giocattoli non del tutto sicuri che finiscono nelle loro mani. I pericoli sono diversi, più T o meno gravi, ci può essere il rischio di soffocare mettendo il giocattolo in bocca oppure di ingerire in modo accidentale la micropila di un gioco elettrico. La casistica dei problemi comunque è lunga, nelle schede che seguono sono riportati i principali venuti a galla in laboratorio, dove abbiamo sottoposto a test di sicurezza venti giocattoli. Cinque di questi sono risultati fuori legge, quattro sono pericolosi anche se a norma. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 17 Inchiesta Il più pericoloso è Gummy Gommy, dell’azienda Primigiochi, un insieme di pupazzi gommosi, adatti dopo i 18 mesi di età, non conformi ai requisti meccanici richiesti dalla legge: ci sono piccoli pezzi che si staccano e possono diventare ingeribili, ma anche sagome di forma non idonea, che messe in bocca potrebbero ledere il palato dei piccoli. Abbiamo segnalato il gioco, peraltro indicato per tutte le età (e quindi anche per i più piccini) al ministero dello Sviluppo economico e alla Camera di commercio di Milano. Al Ministero abbiamo segnalato anche il trenino Brio My First Railway, che ha un contenuto di nichel superiore a quanto consentito dal regolamento europeo sulle sostanze chimiche (Reach), e che viola anche la normativa EN 71 - 3 del luglio 2013 per l’eccessiva migrazione di stagno. Sconsigliamo l’acquisto anche di Yogurtino Mini (Giochi Preziosi), che ha un contenuto elevato di stagno, una delle nuove sostanze chimiche da ricercare secondo la legge di sicurezza dei giocattoli (ma non è fuori legge perché è stato immesso sul mercato prima di luglio 2013). I nostri tecnici hanno verificato, tramite un misuratore (foto in alto), se i piccoli pezzi staccabili possono ostruire la gola. RUMORE I giocattoli che producono un suono, non solo gli strumenti musicali, devono rispettare precisi limiti di rumore in modo da non danneggiare l’orecchio del bambino. LUCI LASER Se proiettate direttamente negli occhi, alcune luci laser possono danneggiare la retina. I giochi con luce laser devono soddisfare le prescrizioni della normativa, per esempio la potenza e la lunghezza d’onda della luce emessa non devono nuocere alla pelle e agli occhi. I due giocattoli sottoposti al nostro test risultano conformi ai requisiti di legge, senza rischi per gli occhi. Sono Kikkerland KRL21T Cat Led Keyring e Imperial Toy Googly Critter. Quale genitore non ci è mai passato? Un rumore che buca il timpano invade il salotto di casa ed è un piccolo giocattolo a emettere tanto frastuono. Ma a essere infastiditi, in questi casi, non sono solo gli adulti. Per quanto non se ne renda conto, anche il bambino può subire un danno diretto al proprio timpano se il rumore continuo è troppo elevato o raggiunge picchi inaccettabili. Abbiamo sottoposto alcuni giocattoli del test ai requisiti acustici stabiliti dalla nuova norma, entrata in vigore lo scorso ottobre. Il tamburo Bontempi Music Star, gli strumenti musicali Mickey Mouse Clubhouse e la Raganella in legno (Sevi) non sono fuorilegge, ma di certo sono potenzialmente pericolosi per le orecchie. Allerta. Sono quattro le segnalazioni fatte nel 2014, fra queste anche un prodotto che aveva una luce interna, ma che a seguito di sollecitazioni si è rotto rendendola visibile (palla Puffer). In generale sono più a rischio le pistole con puntatori. Allerta. Nel corso del 2014 ci sono state otto segnalazioni al Rapex, il sistema di allerta europeo, di prodotti a rischio acustico, tutti simili a telefoni cellulari giocattolo. La motivazione è che il livello del suono è troppo alto. 18 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 www.altroconsumo.it Gli altri tre problemi emersi sono indicazioni non a norma presenti sull’etichetta delle scatole, che anche se possono sembrare secondarie rappresentano scorrettezze da non sottovalutare. In un caso la marchiatura CE non è regolare, negli altri due casi mancano i riferimenti del fabbricante, un’informazione indispensabile per segnalare un eventuale problema. Alcuni sono “fuori legge” La normativa sui giocattoli è stata aggiornata per stare al passo del progresso tecnologico e allinearsi alla nuova creatività dei bambini di oggi. La direttiva 2009/48/CE prevede, infatti, nuovi requisiti e si focalizza tra le altre cose sul rischio legato alle sostanze chimiche presenti nei giocattoli. I giocattoli che arrivano sul mercato devono soddisfare la nuova normativa, ma non vale lo stesso per i prodotti già in circolazione prima di quella data. In sostanza, sugli scaffali in questo momento ci sono prodotti non conformi, che però non sono da considerare fuori legge (come Palla Puffer, quanti problemi L’allerta al sistema di controllo Rapex è partita dall’Italia: queste palline gommose celano diversi pericoli e violano le norme di sicurezza. RISCHIO DI SOFFOCAMENTO La nascita di nuovi giochi comporta nuovi rischi La gomma della pallina è poco resistente e rompendosi lascia nelle mani dei bambini un circuito elettrico con batteria piccola, facile da ingerire o inalare. DANNO OCULARE La luce blu prodotta dal Led può danneggiare la retina. RISCHIO DI INGESTIONE La batteria a bottone, se ingerita, provoca danni letali. PILE A BOTTONE CORDE E CAPPI Le batterie nei giocattoli destinati ai bimbi sotto i 36 mesi devono essere inaccessibili senza l’aiuto di un adulto. I giocattoli destinati a bambini al di sotto dei 3 anni non devono contenere corde più lunghe di 220 mm, oppure devono essere separabili in più pezzi. Per i giochi trascinabili, se la corda è libera può essere lunga anche 80 centimetri. Tutti i giocattoli del test sono conformi alla normativa. Se la corda è troppo lunga, c’è il rischio che il bimbo l’avvolga intorno al collo. In caso di corde lunghe, la soluzione migliore è che sia separabile in due pezzi (è il caso di Itsmagical Roll Pony, immagine a destra). Il tamburo Music Star (Bontempi) ha una corda destinata a essere messa intorno al collo, quindi dovrebbe essere dotata di un sistema di sgancio rapido in caso di pericolo. Il produttore si è limitato a cautelarsi inserendo il divieto per i bambini fino a tre anni e l’avvertenza “presenza di lunghe corde”. Allerta. 15 le segnalazioni fatte al Rapex per rischio di strangolamento dall’inizio dell’anno. Riguardano principalmente costumi e travestimenti con lacci troppo lunghi oppure yo-yo in gomma che si allungano troppo. Le micropile alimentano giochi o altri oggetti presenti in casa (orologi, bilance, calcolatrici, telecomandi...) e l’ingestione avviene perché il bambino riesce a estrarle dalla sede. I genitori devono accertarsi che gli alloggiamenti in cui si trovano le batterie siano apribili solo con utensili specifici. Nessun problema nel nostro test. Allerta. Sono dieci le segnalazioni al Rapex nel corso di quest’anno. www.altroconsumo.it Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 19 Inchiesta Yogurtina e i tre prodotti del riquadro sul rumore). Resta il fatto che per alcune caratteristiche sono potenzialmente pericolosi e quindi da non acquistare. Scegliere bene un giocattolo Quando si compera un giocattolo occorre sempre tener a mente alcune cose: è obbligatorio riportare sul prodotto o sull’imballaggio la marcatura CE, il nome e l’indirizzo del fabbricante. Se mancano queste informazioni di base non acquistatelo. Diffidare di ambulanti o bancarelle improvvisate, ma attenzione anche ai negozi con prodotti di seconda mano, perché la mancanza della confezione fa sì che possa diventare difficile risalire al fabbricante per segnalare eventuali problemi o avere tutte le indicazioni e le avvertenze necessarie. Attenzione alle indicazioni di età: anche se il prodotto può sembrare adeguato per i bimbi più piccoli, l’indicazione dell’età va sempre rispettata. In caso contrario il gioco potrebbe essere utilizzato in modo scorretto o presentare imprevisti inattesi. Attenzione anche agli altri oggetti Dal laboratorio alle fabbriche cinesi: guarda il nostro video e scopri tutti i retroscena della produzione di giocattoli. www.altroconsumo.it / vita-privata-famiglia Oltre ai rischi strettamente legati ai giocattoli, è bene osservare sempre con molta attenzione i momenti di gioco dei propri bambini. Infatti, anche quello che può sembrare innocuo a prima vista, nelle mani di un bimbo può diventare pericoloso. È il caso degli oggetti di uso quotidiano, come un mestolo o una grattugia, ma anche di orologi e bilance, che contengono micropile facilmente ingeribili. I Centri antiveleni della Lombardia hanno lanciato l’allarme la scorsa primavera: l’ingestione di pile a bottone al litio negli ultimi cinque anni è in aumento. Si tratta di batterie rotonde, piatte, sempre più diffuse negli apparecchi digitali e pericolose perché facilmente ingerite dai bambini più piccoli. Queste pile possono causare danni anche molto gravi a esofago e stomaco. Per evitare il rischio è fondamentale impedire ai bambini di accedere all’alloggio delle pile. Braccialetti sequestrati Un recente caso di cronaca ha riportato a galla il tema della sicurezza dei giocattoli. A Milano la polizia ha sequestrato 20 milioni di loom bands, i braccialetti fatti intrecciando piccoli elastici a forma di anello, che dalla scorsa estate spopolano tra i bambini di tutte le età. Erano tutti venduti illegalmente e non conformi ai requisiti di sicurezza richiesti dalla legge. Il problema è che contengono sostanze per rendere morbida ed elastica la plastica. Si PICCOLI MAGNETI PALLE E PICCOLI PEZZI I giocattoli che contengono piccoli magneti, in caso di ingestione o inalazione, possono provocare lesioni gravi. I giocattoli e le loro parti smontabili devono avere dimensioni minime, non devono essere appuntiti, né con bordi taglienti. I giocattoli destinati a essere messi in bocca (in realtà quasi tutti potenzialmente) non devono avere piccoli pezzi, facili da ingerire. Le palle devono avere dimensioni sufficienti per evitare che si incastrino in bocca, inoltre sono da evitare gli oggetti con sagoma a rischio di causare lesioni al palato. Primigiochi Gummy Gommy non è conforme ai requisti meccanici richiesti per i giochi indicati per tutte le età: ci sono parti che si staccano e sagome non idonee. L’abbiamo segnalato al Ministero e alla Camera di commercio di Milano, mentre le palline As Toys Mega Rimbalzine sono sicure per bimbi sopra i 3 anni. Allerta. Al Rapex sono arrivate 84 segnalazione nel 2014 per giochi a rischio di soffocamento. Negli ultimi anni sono diventati più piccoli e più potenti. Esiste una normativa che vieta quelli dotati di maggiore forza attrattiva. Anche le calamite che non sono vendute come giochi, come quelle da frigorifero, possono avere magneti staccabili, che diventano piccoli pezzi facili da ingerire. Occorre la vigilanza degli adulti, perché anche questi magneti possono diventare pericolosi nelle mani di un bimbo. I due prodotti testati, Itsmagical Creart Magneto e Rea Mania 48 Magneti colorati, sono sicuri: non hanno magneti piccoli o staccabili. Allerta. Nel 2014 sono stati segnalati due giocattoli con magneti pericolosi, che possono causare perforazione o blocco intestinale. 20 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 www.altroconsumo.it tratta di ftalati, sostanze potenzialmente cancerogene purtroppo presenti anche in altri giochi, come dimostrano le nostre inchieste. A mettere a rischio la salute dei bimbi è la quantità eccessiva di ftalati utilizzata. La normativa prevede un limite dello 0,1% di ftalati sul peso totale del materiale utilizzato. In commercio possono esserci prodotti con quantità maggiori, come nel caso dei bracciali sequestrati a Milano, che non rispettano le norme. La cosa a cui fare attenzione è come i bambini usano i giocattoli, in particolare bisogna evitare che li portino alla bocca e li succhino. Nel caso dei braccialetti, meglio controllare anche la pelle (del polso o della caviglia) ed evitare che li indossino anche di notte. Come capire se i braccialetti dei nostri figli sono a rischio? Trattandosi di giocattoli, si deve diffidare di quei prodotti che sull’imballaggio non riportano le indicazioni obbligatorie: ci deve essere la marchiatura CE; il divieto di utilizzo 0-3 anni; il nome e l’indirizzo del fabbricante. Infine, le avvertenze e le istruzioni devono essere in italiano. ¬ RISCHIO BRUCIATURE Esistono elettrodomestici, venduti su siti per bambini, che possono provocare ustioni o non soddisfare i requisiti di legge. Il Ministero ne sottovaluta il rischio. Li si può scambiare per giocattoli perché sono venduti in negozi per bambini (anche online). In realtà sono elettrodomestici: macchine per fare pasticcini, muffin o sandwich, lanciati sul mercato per soddisfare la voglia dei piccoli Masterchef. Il rischio, secondo noi, è che siano usati in modo improprio dai bambini, proprio perché non sono giocattoli. Sono da ritirare dal mercato, e infatti ne abbiamo segnalati alcuni al ministero dello Sviluppo economico. La risposta è che si tratta di elettrodomestici per adulti, quindi rischi non ce ne sono. Davvero? In realtà il tostapane Imaginarium al momento del test (dicembre 2013) non rispettava nemmeno i requisiti di sicurezza degli elettrodomestici, perché raggiungeva temperature troppo elevate sulla superficie. E poi non dovrebbe riportare riferimenti ludici (come Sandwich Maker Kiconico nella foto), creando ambiguità sul prodotto. Imaginarium in parte ha rimediato: ora il tostapane si trova nella sezione online “Giocare con i bambini”. Sotto la sorveglianza dei genitori, s’intende. Allerta. Sei le segnalazioni di prodotti che portano al rischio di bruciature. SOSTANZE CHIMICHE La norma prevede nuovi requisiti di sicurezza chimica, da luglio 2013 è stata arricchita la lista degli ingredienti indesiderati. L’aggiornamento della norma è il motivo per cui oggi ci sono in commercio giochi non conformi alle ultime novità legislative. Attenzione agli odori forti, che possono indicare la presenza di sostanze chimiche non idonee. Sconsigliamo l’acquisto di Yogurtino Mini (Giochi Preziosi), che ha un contenuto elevato di stagno, una delle nuove sostanze da ricercare secondo la norma entrata in vigore a luglio 2013. Abbiamo segnalato al ministero dello Sviluppo economico il trenino Brio My First Railway per la presenza eccessiva sia di stagno sia di nichel. Allerta. Sono 218 le segnalazioni, la maggior parte riguarda la presenza eccessiva di ftalati, ma ci sono anche metalli pesanti. www.altroconsumo.it Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 21 Guida Il più adatto a te A casa o in viaggio, in poltrona o alla scrivania, per gioco o per lavoro: scegliere l’apparecchio digitale più adatto dipende da chi sei e soprattutto da che cosa vuoi. regali digitali saranno anche quest’anno con ogni probabilità tra gli oggetti più acquistati per Natale. Sotto l’albero finiscono sempre più spesso gli inseparabili utensili di tutti i giorni: smartphone e tablet in prima linea, ma anche gli innovativi phablet (binomio tra telefonino e tavoletta), oltre a ultrabook e Pc all-in-one. Per essere sicuro di fare un regalo davvero gradito, o anche per avere la certezza di comprare qualcosa di utile per te, bisogna prima di tutto chiedersi a cosa serve il prodotto tecnologico in questione: per lavorare? Per guardare film? In viaggio? La domanda non è banale perché, anche se il mercato tecnologico oggi è in grado di fornire apparecchi che possono fare praticamente di tutto, è anche vero che per ogni esigenza esiste il prodotto più indicato. Per orientarsi al meglio, è indispensabile pensare anche a chi lo utilizzerà: ragazzi, professionisti, adulti e anziani (ormai anche loro esigentissimi) hanno bisogni diversi. Nelle schede a fianco abbiamo ipotizzato quattro diversi scenari di utilizzo tipo: passare il tempo su un social media (come Facebook o Twitter); dedicarsi ai compiti o a impegni di lavoro; muoversi in viaggio (e quindi usare il dispositivo in treno o in ae- I 22 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 La fascia di prezzo varia molto in base alle esigenze reo); infine rilassarsi guardando un film sullo schermo. Una volta chiarite le idee su cosa serve, il passo successivo è scegliere per quella categoria di apparecchio il modello migliore. Sul nostro sito trovi una classifica degli apparecchi digitali testati, con il punteggio ottenuto nei diversi test di laboratorio. Per ogni modello è disponibile la descrizione delle prove fatte, sempre aggiornate all’evoluzione della tecnologia, una guida alla scelta con approfondimenti anche sui costi di gestione, e un giudizio di affidabilità marca per marca. Così hai tutto quello che ti serve. ¬ Nella sezione online “Confronta e scegli” trovi i risultati del test sulle principali categorie di prodotti digitali: tablet, phablet, smartphone, stampanti, ereader, hard disk esterni, antivirus. Clicca sul modello che ti interessa e scoprine i punti deboli e i punti di forza. Grazie al nostro servizio puoi sapere qual è il negozio, anche online, in cui costa meno. www.altroconsumo.it/hi-tech www.altroconsumo.it PRODOTTI DIVERSI A SECONDA DELLE CIRCOSTANZE Per svolgere uno stesso compito esistono diversi prodotti sul mercato, ma a seconda delle circostanze e dell’età le esigenze possono cambiare anche radicalmente. Scegliere un prodotto calibrato sui bisogni permette anche di non spendere più del dovuto. SOCIAL MEDIA I social network sono ormai la forma di intrattenimento più diffusa: si legge, si scrivono mail e post, si postano foto e video, si condividono filmati, si passa da un blog all’altro. Ragazzi Serve un dispositivo piccolo, tascabile e leggero. La memoria deve essere ampia, meglio se espandibile. Per i più giovani è consigliabile uno smartphone, per gli adolescenti anche un phablet. Da considerare che i più giovani aspirano a uno schermo di qualità e a una buona fotocamera, per scattare foto e filmati. Adulti e anziani Per queste generazioni non è così fondamentale che il dispositivo sia tascabile o molto leggero, così come non è fondamentale la durata della batteria: l’utilizzo è soprattutto domestico. Per interagire tramite social network può andare bene un tablet. IN VIAGGIO Per ascoltare musica, vedere filmati, navigare e partecipare ai social network, così come leggere o scrivere email, scattare foto e girare video è necessario un dispositivo portatile con uno schermo ampio. Quando si è in viaggio è necessario un dispositivo con una batteria durevole. Adolescenti e adulti Il dispositivo più indicato è il tablet, in particolare quello mini. Per la semplice lettura fuori casa la scelta può ricadere su un lettore di ebook. Professionisti In trasferta serve un dispositivo versatile, da usare nelle riunioni o per il lavoro di ufficio, ma anche per svagarsi nei momenti morti. Un ultrabook è leggero, portatile, con una buona batteria e una memoria ampia. www.altroconsumo.it LAVORO O STUDIO Fare i compiti o lavorare da casa alla scrivania, navigando, compilando documenti e leggendo/inviando mail. Ragazzi Possono esserci esigenze diverse a seconda dell’età. Un ragazzino può preferire un ultrabook, per un teenager è più adatto un portatile che permetta di fare i compiti fuori casa, quindi anche un tablet. Adulti e professionisti Conviene prevedere un modello portatile da utilizzare occasionalmente fuori casa, di peso e dimensioni non per forza ridotte. Visto che si lavora principalmente alla scrivania, servono una buona tastiera, uno schermo ampio e un mouse. La memoria deve permettere di installare vari software e di salvare file di grandi dimensioni. Consigliamo un ultrabook o uno all-in-one. Anziani Lo stesso strumento è consigliabile per questi utenti, a cui non serve particolarmente la portabilità. GUARDARE I FILM Attività svolta a casa, ma spesso anche in treno o in aereo. Il dispositivo deve essere leggero, trasportabile in borsa e soprattutto con un ottimo schermo e un buon audio. Utile una batteria di lunga durata. Ragazzi Per questi utenti si può optare verso prodotti economici, come un tablet di fascia bassa. Tra i sistemi operativi è consigliabile Android (in particolare una versione superiore o uguale alla 4.4.2 che consente di impostare la modalità utente bambino), in quanto gli iPad sono piuttosto costosi e inutilmente potenti, così come i modelli con Windows. Adulti Anche per gli adulti il tablet è l’apparecchio consigliabile, meglio se di buona qualità. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 23 Inchiesta Tablet il costo umano dell’era 2.0 Malattie, divieto di attività sindacale, assenza di controlli sulla filiera produttiva, malaffare: ecco il retroscena dei nostri gioielli digitali. 24 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 utti in coda per l’ultimo raffinatissimo e leggerissimo tablet, che finirà nelle mani di milioni di persone bramose dell’ultima novità digitale; ma sono pochissimi a parlare del retroscena che si nasconde (e che si vuole tenere nascosto) dietro la produzione della merce digitale. L’era 2.0, ovvero il XXI secolo, quello dell’intelligenza collettiva, dei social media, del vivere sempre T connessi alla rete ha radici in giganteschi formicai di lavoratori invisibili, di cui è d’obbligo parlare. Uno sfruttamento che comporta orari di lavoro inaccettabili, convivenza con sostanze nocive per la salute, assenza di diritti e di tutele di base (vedi le testimonianze a pagina 26). La verità si sa, anche se in occidente se ne parla troppo poco. Per salvare la propria immagine, alcune aziende hanno compiuto sforzi che vanno www.altroconsumo.it nella giusta direzione; altre invece continuano a sfruttare il vantaggio di avere delocalizzato la produzione in Paesi a basso reddito, all’interno di fabbriche difficile da monitorare, a volte attraverso una filiera produttiva talmente complessa da rendere difficili i controlli. Ancora poca trasparenza Le grandi multinazionali che producono tablet non sono tutte uguali e saperlo può aiutare a scegliere l’oggetto più giusto anche da un punto di vista etico. Sono dieci le aziende coinvolte in questa inchiesta sulla responsabilità sociale dei produttori di tablet. Solo due rivelano una politica aziendale adeguata lungo l’intera filiera produttiva. Si tratta di Acer e Samsung, che mostrano una buona attenzione verso gli aspetti sociali e ambientali, le politiche di controllo dei fornitori, l’informazione ai consumatori. I due colossi che dominano il settore, Samsung ed Apple, nel complesso hanno politiche aziendali differenti. Samsung ha mostrato una collaborazione totale all’inchiesta, anche se poi come potete vedere nelle testimonianze a pagina 26 i problemi, anche molto gravi, non mancano. Al contrario Apple si è rifiutata di partecipare all’indagine, indicando solo le informazioni sull’impegno etico aziendale fornite online; non è solo facciata, sul web c’è l’intera lista dei fornitori e in alcuni casi anche il dettaglio sulla provenienza di specifici componenti. Può sembrare poco, ma non è da tutti mettere a disposizione informazioni dettagliate sulla politica e sulla condotta aziendale. Inoltre tra i due leader del mercato dei tablet apparentemente non corre buon sangue. In questi ultimi anni Apple ha portato Samsung in tribunale per una causa di brevetti (si tratta di un presunto plagio di iPhone e di iPad), ma poi, stando alle ultime notizie, i due contendenti starebbero studiando un accordo per chiudere la disputa, accordo che indubbiamente renderà più semplici i rapporti d’affari tra i due. Samsung, infatti, è il fornitore di alcuni componenti di Apple. Metà delle aziende non ci ha voluto dire nemmeno in quale fabbrica viene assemblato il loro tablet, mentre su questo aspetto abbiamo apprezzato la trasparenza di Asus, HP, Lenovo e Samsung. Sony ha giustificato la mancata partecipazione all’indagine con una ristrutturazione dei dipartimenti interessati, come del resto è già accaduto nel 2009 in occasione della nostra inchiesta sulle fotocamere. L’azienda non ci ha fatto entrare in www.altroconsumo.it Colossi digitali poco connessi Per verificare l’impegno etico e l’attenzione all’ambiente, è fondamentale poter accedere alle informazioni aziendali. In questo troppe aziende sono ancora riluttanti. L’inchiesta, realizzata tra maggio e agosto 2014, ha preso in esame l’impegno etico delle aziende nella produzione dei tablet. Abbiamo contattato direttamente le sedi europee delle principali marche che li producono, per capire come operano in senso etico. Tramite questionari, abbiamo raccolto informazioni sulle condizioni dei lavoratori, sulla gestione della filiera dei fornitori (sia diretti sia indiretti) e sul rispetto dell’ambiente osservato da parte delle aziende coinvolte nell’indagine (quella elettronica è un’industria molto pesante per il pianeta). Abbiamo anche chiesto di accedere agli impianti per ispezionare direttamente le fabbriche. Abbiamo potuto visitare solo la fabbrica di assemblaggio del Galaxy Tab di Samsung, dove abbiamo verificato come le politiche aziendali possono tradursi in buone pratiche. Attraverso la collaborazione delle aziende che si sono date disponibili, abbiamo analizzato anche l’eventuale adozione di standard internazionali, come i Principi guida delle Nazioni Unite e quelli dell’Organizzazione internazionale del lavoro, oltre ad avere indagato sul supporto offerto dalle aziende alle comunità locali dove sorgono gli impianti. Abbiamo poi valutato la presenza di informazioni sull’impegno sociale e ambientale pubblicamente disponibili sui siti internet delle aziende coinvolte nella nostra ricerca. POLITICHE AZIENDALI BUONE POLITICHE AZIENDALI ACCETTABILI POLITICHE AZIENDALI INADEGUATE Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 25 Inchiesta DANNI ANCHE ALL’AMBIENTE 25 milioni di tonnellate 2025 I rifiuti elettronici sono in continua crescita nel mondo. Si stima che entro il 2025 il quantitativo di scarti digitali possa ammontare a 25 milioni di tonnellate. Ricordati di smaltire correttamente gli apparecchi perché vengano riciclati. L’etica viaggia a singhiozzo in balia di forti interessi MORTI SUL LAVORO Nella Corea del Sud centinaia di lavoratori chiedono a Samsung risarcimenti per le malattie causate dal lavoro in fabbrica. Ad oggi hanno ricevuto solo scuse. Seong-ok Lee INCINTA, SI AMMALA Seong-ok Lee (foto a sinistra) ha lavorato per dieci anni alla catena di montaggio Samsung sempre “senza misure di sicurezza”, racconta. “Nel reparto è risaputo che le donne incinta non possono lavorare perché c’è un alto rischio di aborto o di malformazioni del feto”. Così quando lei è rimasta incinta, nel 2005 ha dato le dimissioni. Nel 2011 le è stato diagnosticato un cancro alla tiroide: “Quando ho scoperto con quante sostanze chimiche ero entrata in contatto e le radiazioni a cui ero stata esposta, non ho avuto dubbi: il medico me lo ha confermato, ma mi ha anche detto che è difficile dimostrarlo”. ESPOSIZIONE PERICOLOSA Yumi Hwang è morta a 21 anni a causa di una rara forma di leucemia, in aumento in Corea del Sud. I suoi familiari hanno fatto causa all’azienda, la Corte ha stabilito che “anche se le cause della malattia sono da accertare, si deduce che la leucemia è insorta per l’esposizione prolungata a sostanze dannose e alle radiazioni”. Samsung finora ha solo chiesto scusa alle vittime. 26 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Yumi Hwang Le testimonianze crude che presentiamo possono sembrare in apparente contraddizione con il buon risultato ottenuto da Samsung nell’indagine. In realtà non lo sono, è solo la riprova di quanto sia complesso lo scenario produttivo di un colosso come il leader coreano di elettronica. Per comprendere le contraddizioni del mercato, basti dire che Samsung è il principale fornitore hardware anche per il rivale Apple. Nonostante le gravi inadempienze testimoniate dai due casi che presentiamo (purtroppo non sono gli unici), resta il fatto che Samsung ha dimostrato un impegno e una disponibilità nel senso della responsabilità sociale, che manca ai concorrenti del settore. Casi altrettanto drammatici hanno riguardato anche fabbriche di Apple, primo fra tutti quello dei lavoratori della Foxconn in Cina: nel 2010 un’ondata di suicidi che si sono verificati tra i 900 mila dipendenti del principale stabilimento di elettronica cinese nell’arco di pochi mesi, collegati a bassi salari ed eccesso di ore di lavoro. Apple non ha gestito l’emergenza dimostrando l’ attenzione necessaria richiesta dalla gravità della situazione. fabbrica, in più ci ha proposto una clasuola che avrebbe potuto limitare la divulgazione delle informazioni fornite, che ovviamente abbiamo rifiutato. Anche Google, marchio collegato ad Asus, rivela una scarsa responsabilità sociale, infatti non ha nemmeno una sezione dedicata sul sito. Quasi tutte le aziende hanno adottato il codice di condotta della Electronic Industry Citizenship Coalition (EICC), che estende gli impegni sociali anche ai fornitori indiretti, quindi non solo alle fabbriche di proprietà dell’azienda e ai fornitori diretti. Finora, però, questo codice di condotta è rimasto sulla carta, dato che non sono richiesti vincoli particolari per aderirvi. Minerali “insanguinati” I tablet contengono numerosi metalli e minerali dietro la cui provenienza si nascondono conflitti oscuri e sanguinosi. Come succede per la raccolta di banane o caffè, anche per il procacciamento di stagno, cobalto, rame, tungsteno e tantalio (un metallo raro usato nell’industria della telefonia e dei computer), i ricavi finiscono nelle mani delle grandi multinazionali, e solo una minima parte del profitto resta ai Paesi che detengono le materie prime. Peggio ancora, in Congo gruppi armati compiono violazioni dei diritti umani contro i civili: attraverso intermediari, molte aziende straniere acquistano materiali direttamente dai guerriglieri e dai militari, finanziando questi gruppi violenti. L’unica via per interrompere il mercato e le guerre legate a questo traffico è la presenza di una normativa internazionale. Negli Stati Uniti dal 2012 esiste il Franck Act, norma che obbliga le aziende a tracciare la provenienza dei minerali impiegati nel proprio ciclo di produzione, affinché evitino di utilizzare i cosiddetti conflict minerals, estratti riducendo i lavoratori in schiavitù e provenienti da zone di guerra e conflitti. Anche l’Europa è coinvolta in pieno in questo traffico di risorse: nel 2014, 240 milioni di cellulari e 100 milioni di laptop sono stati importati all’interno dei confini europei e fino a oggi l’impegno per prevenire l’importazione di minerali “insanguinati” è stato insufficiente. Nel 2014, la Commissione europea ha proposto un sistema di autocertificazione per gli importatori di metalli coinvolti nella produzione di tablet, che purtroppo è stato accantonato. È necessaria una campagna di sensibilizzazione, visto che solo la pressione mediatica può condizionare le multinazionali. ¬ www.altroconsumo.it Test Cacao meravigliao Italiano. Etico. Biologico. Conveniente. È il cioccolato nero che esce vincitore dalle nostre prove. Premiato il fondente buono, non solo per il palato. ra i peccati di gola è considerato veniale. Gustare cioccolato nero è un piacere dolceamaro, che appaga i sensi senza provocare (troppi) sensi di colpa. E non potrebbe essere altrimenti, visto che non passa settimana senza aver letto di soprendenti risultati di un nuovo studio (sulla cui scientificità sono in pochi a preoccuparsi) che conferma quale toccasana per la salute sia il cioccolato, soprattutto quello amaro: fonte di antiossidanti, migliora l’umore, preserva la memoria, aiuta la concentrazione, contrasta l’ipertensione, diminuisce il colesterolo cattivo, combatte il gonfiore... e chi più ne ha più ne metta. Di sicuro da un punto di vista nutrizionale non si può certo dire che il cioccolato sia un alimento completo né dietetico, e per questo va consumato con moderazione. Una porzione di 30 g (più o meno tre-quattro qua- T IL NOSTRO TEST Sono in tutto ventidue le tavolette di cioccolato fondente testate: dodici con un contenuto di cacao tra il 44 e il 50% e dieci con una quantità dichiarata di cacao tra il 70 e il 75%. LABORATORIO E ASSAGGI Dopo aver esaminato le etichette, i prodotti sono stati sottoposti a prove di laboratorio, per verificare peso, tipo di grassi, tenore di cacao, difetti e contaminazioni. Doppia la prova di assaggio: da parte di una giuria di professionisti e di un panel di consumatori. www.altroconsumo.it Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 27 Test dratini) ha circa 160 calorie, poco più quelle del cioccolato al latte, poco meno quelle del cioccolato fondente. Chi per gola o carenza d’affetto non riesce a fermarsi e fa fuori tutta la tavoletta (100 g), di calorie finisce per assumerne oltre cinquecento, delle quali più di un terzo sono derivate dagli zuccheri. Nel caso del cioccolato con il 70% di cacao, gli zuccheri è vero che calano, ma aumentano i grassi, poiché in genere viene aggiunta una maggiore quantità di burro di cacao. Niente colesterolo, però, visto che il cioccolato nero, a differenza di quello al latte, contiene solo ingredienti di origine vegetale. Ogni italiano ne consuma 4,3 kg in un anno, il doppio rispetto al 2000 Scegliere quello giusto ed evitare le bufale gere fino a un massimo del 5% di peso del prodotto finito. Per fortuna nessuna tavoletta del test ne contiene. La lettura dell’etichetta consente anche di smascherare clamorose bufale, come quella che si cela dietro le espressioni “piacere fondente” e “extra cacao” usate da Milka. Si tratta in realtà di un cioccolato al latte. Non solo contiene latte scremato in polvere, ma anche grasso del latte e siero di latte in polvere. L’unica differenza con il cioccolato al latte Milka è un contenuto leggermente superiore in cacao: 45% contro il 30% di quello al latte. Purtroppo il prodotto risulta formalmente in regola, perché non c’è una legge che dia una definizione di “fondente” per il cioccolato nero. La peculiarità del cioccolato di Modica Chi non è esperto di blend e di cru di cacao, oppure non è tra quelli che si muovono nel mondo del cioccolato come un sommelier in quello dei vini, come fa a scegliere una buona tavoletta? Ecco alcuni consigli. Il cioccolato deve avere la superficie lucida, la grana fine e spezzarsi con un taglio netto. Una pasta non omogenea o la presenza di bolle sono indici di una cattiva lavorazione (per esempio, di temperature non adeguate). Il profumo deve essere intenso e persistente. Nel cioccolato al latte l’aroma di vaniglia e di latte devono prevalere su quello di cacao. Prediligere un prodotto con un maggior contenuto di cacao, l’ingrediente di maggior pregio, è un buon modo per orientarsi nella scelta, ma non basta: molto dipende dalla qualità delle materie prime. Meglio controllare sempre l’etichetta, dalla quale si può scoprire se una tavoletta contiene per esempio grassi vegetali diversi dal burro di cacao — come burro d’illipé o di karité oppure olio di palma — che la legge consente di aggiun- La lista degli ingredienti non è molto di aiuto per chi invece è tentato per la prima volta dall’acquisto di un cioccolato di Modica e non l’ha mai assaggiato. Nella piccola cittadina in provincia di Ragusa il cioccolato è prodotto ancora “a freddo”, secondo le antiche tradizioni atzeche. A mancare, rispetto alla più classica produzione del cioccolato, è la fase di “concaggio”, che consente una migliore miscelazione degli ingredienti. La massa di cacao viene lavorata a 40 gradi, con l’aggiunta dello zucchero; non riuscendo a sciogliersi, lo zucchero dà al cioccolato di Modica un caratteristico aspetto ruvido e una consistenza granulosa. Molto probabilmente è per questa particolarità che il campione Dolce Modica, inserito nel nostro test, non è stato molto apprezzato dalla giuria di esperti assaggiatori, ed è stato addirittura bocciato nella degustazione da parte dei consumatori, come del resto è successo alle tavolette di Auchan, Coop e Milka. La nostra scelta Tavolette di cioccolato fondente Cacao 44-50% 68 NOVI Fondente 0,99-1,35 euro Davvero impeccabile in tutte le prove di laboratorio. Peccato per il giudizio non entusiasmante dei degustatori delle due giurie. 28 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Cacao 70-75% 57 FIN CARRÉ (LIDL) Dark Chocolate 0,49 euro All’assaggio è tra quelli che più hanno convinto i professionisti, non altrettano in alcune prove di laboratorio. Imbattibile il suo rapporto tra qualità e prezzo. 66 MASCAO Fondente Extra 2,10-2,70 euro Questo cioccolato equo-solidale e biologico è premiato dai degustatori esperti e dal laboratorio, da cui raccoglie valutazioni decisamente lusinghiere. www.altroconsumo.it Svizzero? No, italiano ed etico DAVIDE COMASCHI A quali caratteristiche corrisponde dunque il cioccolato che esce vincitore dalla speciale competizione che è il nostro test? A sorpresa, il cioccolato nero con il punteggio finale più alto non è né svizzero, né quello con il prezzo più alto (il prodotto più caro, Venchi, è nella metà bassa della classifica). Segno che è il momento di mettere da parte i luoghi comuni: non c’è bisogno né di guardare oltralpe, né di spendere grosse cifre per assicurarsi una razione di cibo degli dèi degna di questo nome. Il cioccolato nero più premiato è italiano, biologico, etico e conveniente. Nella categoria delle tavolette con un contenuto di cacao fino al 50% è infatti Novi, marchio che nella sua pubblicità punta tutto sull’italianità, a conquistare il primo posto. È vero che nelle prove di assaggio non ha infervorato né giuria di esperti né consumatori, benché promosso, ma nei test di laboratorio ha sbaragliato tutti. E grazie al suo prezzo contenuto (0,99-1,35 euro) guadagna, oltre al titolo di Migliore del Test, anche quello di Miglior Acquisto. Nella categoria delle tavolette con un contenuto dichiarato di cioccolato fino 75% (Lindt Extra Fondente ne dichiara il 72% ma ne ha meno), i primi quattro posti sono occupati da cioccolati biologici. Al rispetto per l’ambiente, i primi due classificati aggiungono quello per il sociale. Infatti sono equo-solidali sia Mascao Fondente Extra Altromercato (cacao 70%), cui va la palma di Migliore del Test, sia Coop Solidal Cacao 70%, che ottiene meritatamente il doppio titolo di Migliore del Test e Migliore Acquisto. Chi è più attento al risparmio può optare per le nostre due tavolette Scelta Convieniente, a 0,49 euro, che all’assaggio non deludono. 66 COOP SOLIDAL Cacao 70% 1,29-1,69 euro Un prezzo conveniente per questa tavoletta equo-solidale e biologica, che non delude in alcuna analisi tecnica e convince i palati esperti. www.altroconsumo.it “Più versatile di quanto si creda” «Per Natale, oltre che gustare dolci al cioccolato, provate ad aggiungere un po’ di fondente nelle preparazioni di carne, per esempio sotto forma di granella sul carpaccio o di salsa nel brasato». Il consiglio non arriva da uno chef creativo, ma dal campione del mondo di cioccolateria, Davide Comaschi. È il primo italiano che è riuscito a conquistare il gradino più alto del World Chocolate Masters, il concorso più prestigioso del settore. Lo abbiamo raggiunto nella pasticceria Martesana, a Milano, di cui è capo-pasticciere. Se le ricordo la vulgata che “svizzero è meglio”, cosa risponde? «Che la nazionalità non c’entra nulla con il buon cioccolato, conta l’abilità di chi lo fa. La Svizzera è famosa per la sua lunga storia legata al cioccolato. Le sue industrie sono quelle che fanno più volumi e più fatturato. E poi investono tanto nel marketing. Non voglio passare per sciovinista, ma in Italia ci sono eccellenze invidiabili. Spesso però i consumatori sono così abituati ai prodotti industriali, che hanno difficoltà ad apprezzarle». 58 DOLCIANDO &DOLCIANDO (EUROSPIN) Extra fondente 72% 0,49 euro Ottimo il rapporto qualità-prezzo di questo cioccolato. La presenza di alcuni (piccoli) difetti rilevati dal laboratorio non lo penalizza nelle prove di assaggio professionale. Più cacao c’è, più il fondente è buono. È così? «Non direi. In pasticceria, e non solo, è sempre una questione di equilibrio. Se usassi il 100% di pasta di cacao, farei un cioccolato immangiabile. Il segreto è nella qualità delle materie prime e nel trovare il giusto equilibrio tra pasta di cacao, burro di cacao, zuccheri, aromi... E poi il cacao non è uno, è di tante, tantissime varietà». In base a quali criteri lo sceglie? «Al tipo di preparazione e al sapore che voglio imprimere. Per semplificare al massimo, il cacao che proviene dall’America centro-meridionale ha un gusto più rotondo e fine, mentre quello africano ha un carattere più deciso e marcato». Qual è il suo preferito? «Il cacao Criollo, una varietà rara e pregiata, che cresce in Ecuador e Venezuela. È una pianta molto fragile, per questo ha una resa bassissima. Con il Criollo si ottiene un cioccolato da degustazione. Sarebbe uno spreco usarlo per fare una torta». Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 29 Test COME LEGGERE LA TABELLA Etichetta Abbiamo verificato la presenza di informazioni obbligatorie per legge e di alcune indicazioni facoltative come composizione nutrizionale, origine della materia prima, conservazione... Grassi vegetali diversi dal burro di cacao La legge ne consente l’uso, purché il loro peso non superi il 5% di quello del prodotto finito. Sono di sei diversi tipi. Impurità Consente di individuare negli alimenti la presenza di materiali estranei, dovuta a contaminazioni in fase di lavorazione o durante tutta la loro vita commerciale. Stato di conservazione Si valuta attraverso l’analisi dello stato di ossidazione della materia grassa. È un indice di qualità importante perché il cioccolato è ricco di grassi: da un terzo al 50% del prodotto. Ocratossina A È una micotossina classificata come possibile cancerogeno. È tipica di alcuni alimenti, come cereali, caffè, vino e derivati del cacao. Giudizio pessimo a Esselunga: la quantità trovata era più del doppio di quella massima ammessa in Italia fino a 5 anni fa. Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso Analisi gustativa e tattile Gli esperti distinguono con le papille gustative e altri recettori i sapori (dolce, amaro, acido...) dalle sensazioni tattili, come l’astringenza. Grassi vegetali diversi dal burro di cacao Cacao - percentuale verificata Impurità Stato di conservazione Ocratossina A • analisi visiva • analisi olfattiva e retrolfattiva • analisi gustativa e tattile Totale Assaggio esperti Assaggio consumatori QUALITÀ GLOBALE (su 100) NOVI Fondente 0,99-1,35 1,15 100 50 C A A A A A B C C C C 68 LINDT Fondente Classico 1,40-2,02 1,67 100 50 D A B B A A B B B B C 65 1-1,45 1,24 100 50 C A A B B A B C C C C 62 CARREFOUR Fondente 0,89-0,99 0,92 100 47 B A A B B B C C C C C 60 COOP Fondente Extra 0,72-1,03 0,85 100 50 B A B B C A B C C C D 60 NESTLÉ Fondente Dark 1,31-1,61 0,98 150 44 C A A B B B C C C C C 58 FIN CARRÉ (LIDL) Dark Chocolat 0,49 0,49 100 50 C A B C C B B B B B C 57 ESSELUNGA Fondente Extra 0,99 0,99 100 50 B A B B B E C C C C C 54 MARCA e denominazione In euro (settembre 2014) a confezione min-max Etichetta RISULTATI Cacao - percentuale dichiarata TIPO Ottimo Qualità buona Buono Accettabile Mediocre Pessimo Formato (g) PREZZI Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove Analisi olfattiva e retrolfattiva I giudici si concentrano sugli odori (positivi e negativi) percepibili per via retronasale dopo la deglutizione del cioccolato, tra cui aromi floreali, fruttati, tostati o speziati. medio per 100 g TAVOLETTE DI CIOCCOLATO FONDENTE Cacao - percentuale verificata Lindt Extra Fondente 72% ha una percentuale di cacao inferiore a quella dichiarata. CACAO 44-50% RITTER SPORT Fondente 50% cacao MILKA Piacere fondente Extra Cacao 1,10-1,45 1,32 100 45 C A B B B C C C C C D 54 CONAD Fondente 0,85-1,58 1,08 100 50 C A C A B C C C C C C 54 AUCHAN Extra Fondente 0,82-0,99 0,89 100 50 C A C B B A C C C C D 53 0,49 0,49 100 50 C A C B B C B C C C D 50 2,10-2,70 2,30 100 70 C A A A B A B B C B C 66 DOLCE MODICA Puro cioccolato naturale CACAO 70-75% MASCAO (ALTROMERCATO) Fodente Extra 70% - biologico COOP SOLIDAL Cacao 70% - biologico 1,29-1,69 1,45 100 70 B A B B B A B B B B C 66 ALCE NERO Extra Fondente - biologico 2,02-2,90 2,39 100 71 C A A B B A B C B B C 65 CARREFOUR BIO Extra Fondente - biologico 1,29-1,49 1,39 100 71 C A C B B A B C B B C 62 LINDT EXCELLENCE 70% Cacao 1,77-2,35 2,03 100 70 C A B A B A C C C C C 62 PERUGINA Nero 70% Cacao 1,49-1,95 1,73 100 70 C A B C B B A B B B C 59 VENCHI Cuor di cacao 75% 3,80-5,20 4,92 100 75 D A B B B B A C C B C 58 1,14-1,55 1,37 100 72 C A C B B A B C C C C 58 0,49 0,49 100 72 C A B C B C B B B B C 58 1,49-2,25 1,74 100 72 D A E C B B B B C C C 50 NOVI Fondentenero DOLCIANDO&DOLCIANDO (EUROSPIN) Extra fondente 72% LINDT Extra Fondente 72% 30 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 www.altroconsumo.it Scegli quello sostenibile SFRUTTAMENTO MINORILE: IL LATO PIÙ AMARO DEL CIOCCOLATO Negli ultimi tempi l’attenzione alla qualità del cioccolato è decisamente aumentata. Non altrettanto quella verso il suo principale ingrediente, il cacao, nelle cui piantagioni si ricorre al lavoro di bambini e ragazzi, sfruttati e malnutriti. In un documentario di denuncia (“Cioccolato, la verità amara”, 2010), la Bbc ha mostrato alcuni dei mali che maggiormente affliggono le piantagioni di cacao: la fame, la povertà e il lavoro minorile. Ancora troppi bambini e ragazzi lavorano sottopagati, se non gratuitamente, in condizioni pessime di trattamento. Sono spesso costretti a vivere in baracche e non ricevono cibo a sufficienza, molti di loro sono denutriti. Il fenomeno riguarda numerosi paesi dell’Africa occidentale, Costa d’Avorio, Mali, Benin, Togo, Ghana, Nigeria, Camerun, Burkina Faso. Il motivo principale di questa situazione è la povertà: i coltivatori non guadagnano abbastanza per impiegare lavoratori dipendenti e vivere decentemente. Inoltre, mancano gli strumenti di formazione che portino verso la conoscenza dei sistemi di coltivazione più efficienti e sostenibili. Dal punto di vista ambientale, soprattutto nei paesi Per aiutare ambiente e lavoratori, acquista una tavoletta contrassegnata da uno di questi loghi. Coltivatori tutelati Garantisce un prezzo equo e investimenti per migliorare le condizioni di vita dei coltivatori. Ama l’ambiente in cui sono più diffuse le grandi piantagioni intensive, i rischi maggiori sono rappresentati dal disboscamento e dalla perdita di biodiversità dovuta a un uso massiccio di pesticidi chimici. Tutti noi dovremmo essere più sensibili e fare la nostra parte, scegliendo un cioccolato più equo e sostenibile. Una aiuto arriva dalla campagna europea Make Chocolate Fair (it.makechocolatefair.org) che cerca di mobilitare l’industria del cioccolato e i cittadini. IL PREZZO DELLA TAVOLETTA: CHI NE BENEFICIA DI PIÙ? Rigorosi i suoi standard ambientali, mentre sono da migliorare quelli sociali. Niente chimica Il biologico garantisce l’assenza di sostanze chimiche: se ne avvantaggiano ambiente e lavoratori. 17% Distribuzione 7% Intermediari 6% Coltivatori di cacao www.altroconsumo.it 70% Industria del cacao e del cioccolato Eco-sociale Il marchio assicura un buon mix di tutele a favore dell’ambiente e dei lavoratori. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 31 Inchiesta Acqua Cara come il fuoco Cinque anni di aumenti tariffari senza sosta per il servizio di acqua potabile. Ma i problemi rimangono gli stessi: un terzo del flusso si perde nella rete idrica prima di arrivare nelle case. LA NOSTRA INCHIESTA Per ciascuno dei capoluoghi di Regione abbiamo rilevato le tariffe dell’acqua potabile (comprensive dei servizi di fognatura e depurazione). Abbiamo confrontato le tariffe delle diverse città, ipotizzando tre nuclei familiari: famiglia di due persone, con consumo annuo di 120 mc; famiglia di tre persone, con un consumo annuo di 190 mc; famiglia di cinque persone, con consumo annuo di 320 mc. L’indagine considera le tariffe in vigore il 10 ottobre 2014. UN TUFFO NEL PASSATO Per misurare gli aumenti della bolletta dell’acqua, abbiamo confrontato le tariffe del 2014 con quelle del 2012 e con quelle del 2009, in modo da avere un quadro delle variazioni a breve e a medio termine. 32 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 a bolletta dell’acqua è in costante crescita, ma la qualità del servizio rimane ferma al palo. Questa la sintesi della nostra inchiesta sulle tariffe dell’acqua potabile. La recente revisione delle regole di tariffazione e la cabina di regia nazionale affidata all’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg) di fatto non hanno portato alcun vantaggio per i bilanci delle famiglie italiane. Giusto per fare qualche esempio, negli ultimi cinque anni le famiglie con tre figli di Firenze hanno visto lievitare la propria bolletta dell’acqua di ben 336 euro (+34%), mentre a Napoli le coppie con un figlio hanno pagato 162 euro in più (+79%); a Trieste, sempre negli ultimi cinque anni, i nuclei familiari formati da due persone hanno visto crescere la tariffa dell’acqua di 93 euro (+72%). Cifre che, soprattutto in questo periodo di crisi economica diffusa, pesano sul bilancio delle spese di casa. A fronte di aumenti generalizzati, ci si aspetterebbe un miglioramento del servizio. Invece i problemi del settore L rimangono inalterati da anni, senza il minimo segno di un’inversione di tendenza di segno positivo. La rete idrica nazionale si contraddistingue ancora per essere una specie di colabrodo: quasi un terzo dell’acqua, infatti, viene disperso prima di arrivare nelle case degli italiani. Pollice verso anche sul versante della depurazione: in media, quattro persone su dieci scaricano ancora le acque reflue direttamente nei fiumi oppure in mare, data l’assenza di adeguati sistemi di depurazione. Insomma, il quadro idrico del nostro Paese è decisamente desolante. www.altroconsumo.it MENO CARO E PIÙ CARO A CONFRONTO Tra i capoluoghi di Regione, Milano applica le tariffe più basse, mentre Firenze le più elevate: le differenze sono notevoli per tutte tre le famiglie considerate. SPESA ANNUA PER NUCLEO FAMILIARE Due persone (consumo di 120 mc all’anno) MILANO 82 ₣ FIRENZE 301 ₣ differenza 219 ₣ +268% Tre persone (consumo di 190 mc all’anno) MILANO 137 ₣ FIRENZE 559 ₣ differenza 422 ₣ +309% Cinque persone (consumo di 320 mc all’anno) MILANO 251 ₣ FIRENZE 1.315 ₣ differenza Cambio di regia, ma il film è lo stesso Negli ultimi vent’anni il servizio idrico nazionale ha subìto varie riforme, con l’obiettivo di superare la frammentazione delle tariffe. Fino al 2011 queste ultime erano definite dalle Autorità territoriali ottimali (Ato), organismi che sostanzialmente agivano a livello provinciale, e dai Comuni. In poche parole, se non era la giungla, poco ci mancava, perché ogni singola Autorità dettava le regole a modo suo all’interno del proprio territorio d’azione. Per www.altroconsumo.it eliminare questa situazione, si decise che sarebbe toccato alle Regioni razionalizzare la gestione del patrimonio idrico. Tutto risolto, quindi? Niente affatto, perché in alcune aree del Paese le Ato hanno continuato ad avere voce in capitolo. La svolta (o, almeno, si sperava che lo fosse) è scattata nel gennaio scorso quando, dopo un periodo di transizione, è entrato in vigore il metodo tariffario elaborato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas (Aeeg), diventata responsabile unica a livello nazionale. In realtà, dietro la cortina della 1.064 ₣ +425% semplificazione, il processo di determinazione delle tariffe rimane complesso. Se è vero che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ne definisce le regole, uguali a livello nazionale, sono poi le Ato (o gli organismi locali che ne hanno preso il posto) che, di fatto, fissano i costi che poi ci ritroviamo in bolletta. La parola torna poi, di nuovo, all’Authority per l’energia, che deve definitivamente apporre il suo sigillo sulla correttezza di tutta la trafila. In quest’ultima fase c’è la possibilità che la tariffa venga di nuovo modificata, con la conseguente ricaduta a Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 33 Inchiesta GRANDI DIFFERENZE, MA OVUNQUE COSTI IN CRESCITA Nel grafico riportiamo il costo annuo della bolletta dell’acqua per una famiglia di tre persone (con un consumo stimato di 190 mc all’anno). L’istogramma riporta anche l’aumento percentuale delle tariffe rispetto alla nostra inchiesta del 2009. 30% COME LEGGERE I RISULTATI 137 € MILANO 38% Aumenti dal 2009 al 2014 nd 226 € AOSTA 22% 240 € BOLZANO Non disponibile Le città di Palermo, Catanzaro e Campobasso sono state escluse dall’analisi perché non hanno ancora aggiornato le tariffe idriche. 42% 260 € ROMA 33% 271 € TRENTO nd 273 € VENEZIA 13% 297 € POTENZA nd L’AQUILA 313 € livello di conguagli sulle bollette future dell’ignaro utente. Il fatto che ora vi sia un metodo di tariffazione unico non significa che i costi del sistema idrico siano gli stessi ovunque: le Ato o gli organismi locali, infatti, hanno un margine di elasticità rispetto alla determinazione delle tariffe, legato alla morfologia idrica del territorio e ai conseguenti costi per la reperibilità, la distribuzione e la depurazione delle acque (facilità o difficoltà di raggiungere le falde, sistemi di distribuzione semplici o complessi, rete di depurazione...). E noi paghiamo Ora che è più chiaro il quadro delle responsabilità del settore idrico (per quanto sia possibile parlare di chiarezza in una situazione del genere), torniamo a quello che interessa alle famiglie: i cambiamenti avvenuti nel corso di questi anni sono serviti a calmierare il costo dell’acqua potabile? La risposta è no. Per nulla. Un quadro schematico della situazione lo mostra il grafico qui a sinistra, riferito alle tariffe dei capoluoghi di Regione. Sono due i dati principali che saltano subito all’occhio: le differenze di spesa, anche rilevanti, tra i vari Comuni, e la tendenza al rialzo delle tariffe che interessa tutti i capoluoghi regionali. I finti virtuosi 44% 333 € TORINO 39% 344 € CAGLIARI 79% 368 € NAPOLI 39% 376 € ANCONA 53% 378 € TRIESTE 49% 384 € BOLOGNA 26% 387 € BARI 24% 417 € PERUGIA 42% 435 € GENOVA 35% FIRENZE 34 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 559 € Prima di entrare nel dettaglio dei dati della nostra inchiesta, vale la pena fermarci un attimo sui capoluoghi che in questi ultimi anni non hanno ritoccato verso l’alto le tariffe idriche: Campobasso, Palermo e Catanzaro. Capoluoghi virtuosi perché hanno saputo comprimere consumi e costi? No, semmai eccezioni particolarmente negative (per questo le abbiamo escluse dal grafico). E spieghiamo il motivo: le tariffe a Campobasso non sono cresciute proprio per ordine dall’Autorità per l’energia. Il gestore del servizio idrico locale, infatti, non ha ancora adottato alcuna Carta dei servizi, quella che prevede standard minimi di efficienza ed eventuali rimborsi agli utenti nei casi in cui non vengano raggiunti. Niente Carta, niente aumenti, dunque. Quello che non si capisce, però, è perché di fronte a una carenza così grave, l’Aeeg non abbia preso provvedimenti più severi, per esempio revocando il servizio al cattivo gestore. Per quanto riguarda Palermo e Catanzaro, invece, i costi sono rimasti quelli calcolati con il vecchio sistema, perché i gestori del servizio non si sono ancora adeguati alle nuove regole fissate dall’Aeeg. In tutti e tre i casi, dunque, l’immobilismo delle tariffe non è affatto sinonimo di www.altroconsumo.it Spese pesanti soprattutto per le famiglie più numerose efficienza: nel lungo periodo un atteggiamento di questo tipo finirà anzi con il danneggiare gli utenti, perché quando arriveranno gli aumenti, saranno pesanti. I numeri del salasso Abitare in un Comune o in un altro può avere un’enorme ricaduta sulla bolletta dell’acqua: per lo stesso consumo, una famiglia di tre persone paga 137 euro all’anno a Milano, contro i 559 euro a Firenze (oltre quattro volte tanto). Il gruppo più numeroso tra i capoluoghi di Regione applica una tariffa annua tra i 300 e i 400 euro. In ogni caso, nessun Comune è sfuggito alla crescita delle tariffe. Se confrontiamo i dati attuali con le nostre rilevazioni del 2009, la media degli aumenti è sempre superiore a un terzo: +37% per una famiglia di due persone, con consumo annuo di 120 mc; +38% per una famiglia di tre persone, con consumo annuo di 190 mc; +36% per una famiglia di cinque persone, con un consumo di 320 mc. Il peso delle tariffe si è accresciuto soprattutto a danno delle famiglie numerose, quelle con consumi maggiori (e che non possono comunque essere ridotti oltre una certa soglia). A Roma, per esempio, a fronte di un aumento di circa 33 euro (+28%), negli ultimi cinque anni per i nuclei formati da due persone, si passa a ben 177 euro (+44%) per quelli di cinque persone. Situazioni così estreme si sono verificate anche a Bari, Bolzano e Trento. La scelta è precisa. Si parte dal criterio che per disincentivare gli sprechi di acqua, le tariffe funzionano a scaglioni, seguendo il principio del “più consumi, più paghi”: il prezzo unitario applicato agli scaglioni più elevati è molto più alto rispetto a quello che tocca gli scaglioni di base. Non tutte le città sono però insensibili alla questione delle famiglie numerose. Trieste, per esempio, applica una tariffa differente a seconda che i componenti della famiglia siano più o meno di quattro, con il risultato che, negli ultimi cinque anni, la spesa idrica della famiglia numerosa è aumentata del 13%, mentre quella del nucleo familiare formato da due persone del 72%. ¬ www.altroconsumo.it AUTHORITY SISTEMA IDRICO “Adeguamenti delle tariffe solo a fronte di investimenti utili e realmente attuati” Negli ultimi anni la crescita delle tariffe applicate ai clienti domestici è stata senza sosta. Quali spese devono sopportare i gestori, per giustificare questi aumenti? Le funzioni di regolazione dei servizi idrici sono state trasferite all’Autorità a partire dal 2012. Solo da quell’anno per noi è stato possibile tracciare un quadro più completo della situazione. In particolare, al termine delle istruttorie, abbiamo approvato le tariffe relative al periodo transitorio 2012-2013 per circa 36 milioni di abitanti, residenti in 4.399 Comuni, con una variazione media del 2,6% rispetto al 2012. Per quanto riguarda le tariffe 2014-2015, è un processo in fase di completamento e solo al suo termine sarà possibile un’analisi complessiva, basata sulla dimensione nazionale. Al momento su una copertura di oltre 30 milioni di abitanti, la variazione rispetto all’anno precedente è di poco superiore al 5% annuo, per diversi miliardi di investimenti previsti. Quali atti concreti a tutela dei consumatori domestici sono stati realizzati dall’Autorità? L’Autorità fin dal 2012 ha adottato numerosi provvedimenti a tutela dei consumatori. Fra i primi, ad esempio, l’approvazione della direttiva per la trasparenza dei documenti di fatturazione del servizio idrico, che prevede informazioni minime da riportare in bolletta e l’obbligo di pubblicazione della Carta dei servizi; l’avvio di un’indagine conoscitiva sull’adempimento del divieto di fatturare il servizio di depurazione ai clienti non allacciati al depuratore. Siamo inoltre intervenuti in situazioni di particolare rilevanza sociale, come nel caso delle agevolazioni tariffarie e della rateizzazione per le popolazioni colpite dal terremoto del Alberto Bianciardi, componente del collegio dell’Aeeg maggio 2012 e nel caso dell’indagine conoscitiva sui comuni interessati da limitazioni all’uso di acque per presenza di arsenico e fluoro oltre i limiti consentiti. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Purtroppo il settore idrico del nostro Paese sconta gravi criticità di origine pluriennale. Si pensi ad esempio alla carenza di informazioni certe sulla consistenza delle infrastrutture, sulla loro vecchiaia, sul loro stato funzionale, sui costi di manutenzione. È un sistema, quindi, che va messo rapidamente in sicurezza, anche sotto la spinta delle possibili infrazioni comunitarie. Tutto ciò, però, va fatto con adeguamenti delle tariffe solo a fronte di investimenti che siano utili e realmente attuati, secondo i criteri di una regolazione tipicamente selettiva. Infatti, è proprio grazie all’attuazione di investimenti infrastrutturali che si potrà garantire un’effettiva e reale tutela dei consumatori, che si concretizza anche assicurando adeguati livelli di qualità del servizio e di rispetto per l’ambiente, come nel caso delle perdite di rete. E sai davvero cosa bevi Altroconsumo ti permette di fare analizzare in laboratorio l’acqua di casa tua, a un prezzo speciale, avvalendosi di un sistema flessibile di prelievo e spedizione dei campioni di acqua. www.altroconsumo.it/alimentazione/acqua Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 35 Test Coltelli alla prova Perché taglino davvero bene, devono essere affilati accuratamente. Anche se sono nuovi e se costano un capitale. I pro e i contro della ceramica. IL NOSTRO TEST Abbiamo testato 17 coltelli da chef, con funzione multiuso. CHE TAGLIO Fissati su un macchinario i coltelli hanno tagliato alcuni blocchi sintetici: abbiamo misurato quanto il taglio è andato in profondità sia nei primi cicli di taglio (rivelando la capacità di taglio iniziale del coltello), sia al termine dell’intera prova (indica la capacità di rimanere affilato nel tempo). Le prove sono state fatte sia con i coltelli appena tolti dalla confezione sia dopo averli ben affilati. uando compri un coltello di qualità, pagandolo dei bei soldi (anche più di 100 euro) ti aspetti che faccia subito il suo dovere. Non è così. Il nostro test ha svelato che anche i coltelli molto cari non vengono venduti affilati al meglio. Non importa se li hai appena sfilati dalla confezione: perchè taglino in modo perfetto, servirebbe un’ulteriore affilatura. E altri soldi da tirare fuori. Q Affilati? Non sempre Quante volte hai portato ad affilare i coltelli di casa? Se sgrani gli occhi, non preoccuparti: in realtà la maggior parte delle persone non ha mai portato ad affilare i propri coltelli (non lo fa il 70% delle persone) e sono una minoranza quelli che li portano da un professionista. In poche parole si spendono un sacco di soldi per un coltello professionale ma, non facendolo mai affilare, ci si riduce ad avere un semplice coltello da massaia, vanificando la spesa. Ecco un esempio: in laboratorio, spinto da un macchinario da test conforme alla norma ISO 8442-5, il coltello Kai Shun Classic chef’s knife appena tolto dalla confezione ha prodotto un taglio profondo 348 mm; dopo essere stato affilato abbiamo rifatto la prova e la profondità del taglio è arrivata a 776 mm. Una bella differenza che non passa inosservata, anche a chi non fa lo chef di professione. Ma soprattutto una brutta sorpresa, difficile da digerire se si considera che questo prodotto costa quasi 200 euro. Non è un caso isolato: lo stesso si può dire per la maggioranza dei coltelli del test. Perché non vengono venduti ben affilati? I motivi possono essere molti. Dalla semplice mancanza di attenzione da parte dei produttori, fino all’inadeguatezza degli impianti o - ancor peggio - al tentativo di risparmiare: affilare bene i coltelli alla fine del ciclo di produzione ne aumenta chiaramente il costo. Scegli quello giusto Per scegliere il coltello che ti supporti davvero in cucina, devi provarlo. Valuta anzitutto se si adatta bene alla tua mano e se è comodo da impugnare: il manico in legno per esempio garantisce una buona presa, ma tende ad assorbire microrganismi e odori; quello in 36 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 La nostra scelta Coltelli 81 MIYABI 7000D Gyutoh 199 euro È il coltello Migliore del Test. Il prezzo è alto, ma offre eccellenti performance di taglio già appena tolto dalla confezione. www.altroconsumo.it RISPARM I 167€ Da chef. Quello del test, multiuso Da pane. Affetta senza schiacciare Affettatore. Per carne e salumi 70 PADERNO Coltello Cucina 18000-20 16,50 euro Questo Miglior Acquisto ha un prezzo molto interessante e resiste bene alle prove sia di caduta, sia di corrosione. Da affilare dopo l’apertura. www.altroconsumo.it Disossatore. Sfiletta il pesce Spelucchino. Per tagli precisi e decorativi Mannaia. Anche per le ossa 67 SANELLI AMBROGIO Chef’s knife 15-18 euro Decisamente conveniente il prezzo: supera bene le prove di taglio a cui è stato sottoposto appena tolto dalla confezione. Migliore Acquisto. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 37 Test COME LEGGERE LA TABELLA Denominazione prodotto Il mercato dei coltelli è molto frazionato. I produttori e importantori presenti sul mercato offrono gamme e modelli così variegati che potrebbe risultare difficile rintracciare uno dei prodotti inseriti nel test. Se sei interessato a un modello, contatta il produttore e, riferendo il codice esatto in tabella, chiedi dove puoi comprarlo. ICP Significa Initial Cutting Performace: rappresenta l’efficacia di taglio del coltello (sia nuovo sia dopo l’affilatura) durante i primi utilizzi. N.d: non disponibile. Massimo spessore della lama Si ottiene misurando il dorso della lama: ne determina il peso e la flessibilità. Un maggior peso conferisce più forza al taglio. Resistenza alla caduta Ogni coltello è stato fatto cadere da 1,20 m, su una superficie di cemento, per cinque volte consecutive, con diverse orientazioni. Resistenza alla corrosione Sulla base della norma EN ISO 8442-1, abbiamo immerso i coltelli in soluzioni saline e valutato il livello di corrosione. TCC Significa Total Card Cut: rappresenta l’efficacia di taglio e il mantenimento dell’affilatura nel mediolungo periodo. La prova è stata fatta sia sui coltelli nuovi, sia dopo l’affilatura. Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso Ottimo Qualità buona Buono Accettabile Mediocre Pessimo Per essere belli sono belli, ma i coltelli in ceramica sono davvero da preferire a quelli in acciaio? Dipende. Tra i vantaggi c’è sicuramente il fatto che la ceramica mantiene l’affilatura più a lungo e, naturalmente, non soffre la corrosione. Oltre a essere facili da lavare, i grandi amanti della cucina sostengono anche che i coltelli in ceramica non intaccano il sapore degli alimenti su cui vengono usati e, di conseguenza, non ne alterano il gusto. Al di là di questo dettaglio da chef provetti, il nostro test li promuove: nelle prove di taglio, appena sfilati dalla confezione, “stracciano” quelli in acciaio. Ma - e ne devi tenere conto - sono anche molto più fragili. A differenza dei coltelli in acciaio, poi quelli in ceramica non possono essere affilati con ICP dopo l’affilatura TCC come tolto dalla confezione TCC dopo l’affilatura Prova d’uso Resistenza alla caduta Resistenza alla corrosione Resistenza lavaggio in lavastoviglie QUALITÀ GLOBALE (su 100) 198 2 227 A A A A B C C A 81 WÜSTHOF Dreizack Classic Chef’s knife (4582/20cm) 97-100 194 3 263 C B C A B A A B 79 KYOCERA Koksmes FK White Revolution (FK200WH BK) 100-106 V 200 2 109 A n.d. A n.d. B E A A 78 KYOCERA Professional Chef’s Knife FK180wh 94-109 V MIYABI 7000D Gyutoh Lama in ceramica 199 MARCA e modello In euro min-max (settembre 2014) ICP come tolto dalla confezione RISULTATI Peso del coltello (g) CARATTERISTICHE Max spess. lama (mm) PREZZO Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo Acciaio o ceramica? Lunghezza lama (mm) COLTELLI Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove plastica - al contrario - è più igienico e leggero, ma meno piacevole al tatto; i coltelli interi in acciaio inossidabile sono resistenti e igienici, ma possono essere scivolosi e pesanti. Il fattore “peso” conta e va valutato anche in base a quali alimenti tagli più spesso in cucina. 178 1,5 92 A n.d. A n.d. B E A A 73 31,40 194 2 161 C A C A B B C A 72 34 189 1 91 D B D A A B A A 71 180-198 206 2 211 B A B A A D C B 71 85-90 199 2 171 B B A A A D A A 70 PADERNO Coltello Cucina 18000-20 16,50 200 2 151 C B B A B A A A 70 FISKARS Edge cook’s knife 978308 28,90 195 2 121 C B C A B C A A 68 IKEA Slitbar (article No. 301.310.71 ) 19,99 213 2 254 D B D A A B A E 67 SANELLI AMBROGIO Chef’s knife cm 20 5349.020 15-18 200 2,5 147 B B A A B C B A 67 MONTANA Optima cucina 170175190 B B B A 67 FISKARS Fuzion VICTORINOX SwissClassic Carving Knife 6.8006.19B KAI Shun Classic chef’s knife (DM0706) GLOBAL G2 18,90 190 1,5 101 C C B A TOGNANA Coltello Chef 20 175 2 124 C n.d. A n.d. B C A A 65 ZWILLING Professional S 93 193 3 235 C B C A B D A C 63 BRABANTIA Chef’s Knife Ice-hardened Steel 36,90 191 2,5 275 C B C A B C A D 61 TESCOMA Azza Coltello cuoco 884530 23,90 195 2,5 227 D C D B C C B B 53 38 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 V www.altroconsumo.it nessuno dei sistemi domestici: vanno portati da professionisti oppure dal produttore stesso. Tienilo bene Se decidi di investire in un coltello di qualità ricorda dunque che va affilato accuratamente, almeno una volta all’anno (come farlo lo leggi nel box qui sotto). Perché il risultato non si vanifichi subito, devi riporlo nel suo ceppo, attaccarlo a una banda magnetica o, per lo meno, proteggere la lama con un apposito cappuccio. A contatto con altri oggetti, infatti, è molto probabile che la lama si danneggi. Per lo stesso motivo usa solo taglieri in plastica e legno, non in ceramica o pietra. In alternativa puoi usare come tagliere un cartone (va bene anche la scatola per la pizza d’asporto). Tieni presente un altro piccolo accorgimento: anche se sulla confezione di alcuni coltelli viene specificato che è possibile lavarli in lavastoviglie, alla lunga questo lavaggio può avere un effetto negativo sul coltello a causa dell’umidità, del sale e delle vibrazioni durante il risciacquo. Meglio, dunque, lavarli a mano e asciugarli con un panno morbido. ¬ NUOVO NON È MEGLIO Ecco quanto taglia il coltello Kai Shun Classic chef’s knife DM0706 appena sfilato dalla confezione (1) e quanto dopo essere stato affilato in modo professionale (2). La differenza è davvero notevole. E non vale solo per questo modello. Tutti i coltelli del test migliorano le proprie performance (alcuni in modo significativo) dopo essere stati affilati. Quelli in ceramica, invece, appena tolti dalla confezione tagliano meglio di qualsiasi coltello in acciaio. Prima dell’affilatura 348 mm 1 Dopo l’affilatura 776 mm 2 COLTELLI: COME E DOVE AFFILARLI Anche il coltello migliore, dopo un uso sostenuto, ha bisogno di un “tagliando”. Con il tempo infatti il filo della lama si inspessisce e la qualità del taglio può peggiorare notevomente. L’affilatura professionale non è regalata: se hai tanti coltelli è più economico attrezzarsi per poterla fare personalmente a casa. Ma ricorda: quella fatta da un esperto offre una resa migliore. L’ACCIAINO FA IL FILO È il metodo più semplice e diffuso, anche se in realtà non esegue una vera e propria affilatura, ma semplicemente riallinea il filo che può aver subito delle deformazioni con l’uso. Spesso è inserito nei ceppi dei coltelli: da solo costa circa 15/20 euro. www.altroconsumo.it AFFILATORE O PIETRA? Quello elettrico costa una fortuna (circa 1.500 euro); quello manuale è invece decisamente più accessibile (10/15 euro). In alternativa si può usare una pietra abrasiva (detta anche “cote”, costa circa 20 euro), che consente una vera e propria affilatura. CARO ARROTINO “Donne, è arrivato l’arrotino”: con questo annuncio dall’altoparlante l’arrotino si presentava sotto casa. Oggi questa figura è quasi scomparsa: per affilare i coltelli bisogna recarsi in un negozio specializzato. L’affilatura costa circa 4/5 euro e dura un anno. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 39 Test Caro espresso Le macchine del caffè funzionano bene, qualche differenza di qualità emerge nella degustazione. Resta il fatto che l’espresso a casa rimane un piccolo lusso. IL NOSTRO TEST Abbiamo testato 21 macchine del caffè, utilizzando capsule della varietà 100% arabica. Le prove hanno riguardato tra l’altro la temperatura del caffè erogato, il tempo di preparazione, i consumi e il gusto. UN BUON CAFFÈ Una giuria di assaggiatori qualificati ha valutato la densità e il colore della crema, l’intensità, la consistenza e l’equilibrio del caffè erogato. è una notizia forse sorprendente, diffusa dal Comitato Italiano Caffè (CIC) in un rapporto del 2013: l’Italia non è il paese in Europa che consuma più caffè. Al primo posto c’è il Lussemburgo, seguito dalla Finlandia. Non solo, gli italiani amano sempre di più l’espresso fatto in casa, con le macchine del caffè, ormai tanto di moda. Se l’intenzione è quella di risparmiare sulla tazzina al bar, il nostro test rivela però che anche l’espresso a casa con relative capsule è un piccolo lusso. C’ Per aiutarti negli acquisti, sul nostro sito trovi la classifica completa di tutte le macchine del caffè che abbiamo testato, con i punti vendita dove abbiamo rilevato i prezzi migliori, sia su strada in decine di città sia sui siti online. Inoltre ti aspettano maggiori dettagli sulle prove e una sezione dedicata al mondo del caffè, compreso il servizio per calcolare se rispetti il limite giornaliero di caffeina accettabile per la tua salute. www.altroconsumo.it /alimentazione/caffe 40 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Un vizio costoso Le macchine del caffè escono a testa alta dalle nostre prove: buoni i tempi di preparazione, bassi i consumi e nessun problema di sicurezza. Qualche differenza di qualità emerge nella prova di degustazione, inwww.altroconsumo.it fluenzata anche dalle caratteristiche della macchina, come il tempo di estrazione e la temperatura del caffè erogato. Se comunque la qualità globale è molto simile per tutti i modelli, il prezzo d’acquisto varia molto: dai 49 ai 450 euro. Ma il dato più interessante è la spesa annua, da noi calcolata, che ci fa considerare le macchine del caffè un piccolo lusso: anche con un prezzo di acquisto di 50 euro, il costo annuo non scende mai sotto i 500 euro e in un caso supera i 700 euro. A far salire la spesa è il costo delle capsule di marca, che oscilla tra i 0,35 e i 0,45 euro. Un piccolo risparmio si può ottenere con le capsule compatibili. Rifiuti: troppi e insostenibili Sono soprattutto le capsule, in plastica o in alluminio, a pesare sull’ambiente: infatti una volta utilizzate, finiscono nella raccolta indifferenziata. Inoltre sono vendute in confezioni di cartone o alluminio con una quantità eccessiva di packaging. In base a una nostra simulazione, in una anno una famiglia che consuma quattro caffè al giorno per un totale di 1.400 capsule produce in media 9,5 kg di alluminio, 6,3 kg di carta, 11,5 kg di plastica. Un bel po’ di rifiuti. E una volta che la macchina del caffè è da rottamare? Si tratta di un Raee (rifiuto di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e come tale va smaltito nelle isole ecologiche. PULITA FUNZIONERÀ MEGLIO La macchina del caffè migliorerà le prestazioni, se verrà pulita e decalcificata con regolarità. Gocciolamento eccessivo, erogazione difficoltosa, riscaldamento dell’acqua insufficiente, rumori insoliti: sono tutti segnali che la macchina del caffè ha bisogno di essere ripulita dal calcare. La decalcificazione è un’operazione da eseguire regolarmente: la frequenza dipende dall’utilizzo dell’apparecchio e dalla durezza dell’acqua usata. Ci sono apparecchi che rendono la vita più semplice, segnalando quando è tempo di eseguire la decalcificazione. Come si fa? Si devono seguire scrupolosamente le indicazioni contenute nel manuale di istruzioni: nella maggior parte dei casi consiste nell’acquisto di un prodotto specifico contro il calcare da versare nel serbatoio. Vi proponiamo anche un’alternativa “casalinga”: il succo di tre limoni oppure un bicchiere di aceto diluiti in un litro d’acqua; questa soluzione va versata nel serbatoio, quindi si fa funzionare la macchina alcune volte, ovviamente senza capsula. Funziona contro il calcare. Infine non si deve dimenticare la pulizia quotidiana della macchina, altrettanto importante se si vuole ottenere sempre un buon caffè. Le cose da fare sono tre: lavare lo scomparto che raccoglie il gocciolamento, svuotare il contenitore delle capsule usate e cambiare l’acqua nel serbatoio. www.altroconsumo.it La nostra scelta Macchine del caffè 80 KRUPS XN 730T Nespresso Citiz 250 euro Ottima la temperatura del caffè. L’ “aeroccino” per fare la schiuma di latte, la rende però ingombrante. 77 DELONGHI EN80.B Inissia 80- 100 euro La macchina del caffè ha superato bene quasi tutte le prove del test. Il prezzo è ragionevole. 77 KRUPS XN1001 Inissia 100 euro Prestazioni di tutto rispetto, come nel caso dell’altro Migliore Acquisto. Prezzo interessante. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 41 Test RISULTATI Tempo di preparazione per due caffè Temperatura del caffè nella tazza Gocciolamenti Preparazione del caffè Rifiuti prodotti (capsule e packaging) Consumo di energia Degustazione QUALITÀ GLOBALE (su 100) PREZZI Costo annuo in euro CAPSULE In euro min - max (ottobre 2014) MACCHINE DEL CAFFÈ KRUPS XN 730T Nespresso Citiz Nespresso Arpeggio 250 562 A A C C A B B 80 KRUPS XN 8006 Maestria Nespresso Arpeggio 379 - 450 591 A A B B A B B 79 KRUPS XN 7205 Nespresso Citiz Nespresso Arpeggio 180 550 A A C C A B B 78 DELONGHI EN 450CW Maestria Nespresso Arpeggio 400 - 450 591 A A C B A B B 78 DELONGHI EN80.B Inissia Nespresso Arpeggio 80 - 100 537 B A C B A B B 77 KRUPS XN1001 Inissia Nespresso Arpeggio 100 537 B B C B A B B 77 DELONGHI Nespresso Pure EN110 Nespresso Arpeggio 119 - 150 544 B B C A A B B 74 DELONGHI EN210 BAE Nespresso Arpeggio 199 - 210 554 B B C A A B B 74 KRUPS XN 2601 U Nespresso Arpeggio 199 - 210 555 B B C A A B B 73 70 - 100 520 C B C A B B C 72 99 - 130 525 C B D B B B C 70 Uno capsule system Kimbo 49 - 100 531 C B C B B B B 70 Bialetti I caffè d’Italia Milano gusto morbido 60 - 120 551 C C C A B B C 69 Uno capsule system Illy 49 - 100 587 C B C B B B C 69 Nescafé Dolce gusto espresso 130 514 B B D A C B C 68 Illy Iperespresso Tostatura media 499 716 C A C A E B B 67 DELONGHI Piccolo EDG 201.S Nescafé Dolce gusto espresso 90 - 100 505 B A D C C C C 66 KRUPS KP 1208 MiniMe Automatic Nescafé Dolce gusto espresso 99 - 130 509 B B D C C B C 65 DELONGHI EDG 305 BG Mini Me Nescafé Dolce gusto espresso 99 509 B B D C C B C 65 FRANCIS FRANCIS Y5 Iperespresso Illy iperespresso tostatura media 159 659 C B E A E B C 65 KRUPS KP 1608 Genio 2 Automatic Nescafé Dolce gusto espresso 130 514 B B D D C B B 65 Tipo MARCA e modello Lavazza A modo mio appassionatamente Lavazza A modo mio appassionatamente LAVAZZA Minù LAVAZZA Espria INDESIT Uno Capsule System BIALETTI Diva INDESIT Uno Capsule System - illy DELONGHI EDG466 S GENIO FRANCIS FRANCIS Illy Y1.1 COME LEGGERE LA TABELLA Costo annuo Si ricava calcolando l’ammortamento in sei anni del prezzo d’acquisto, il costo dell’energia elettrica e quello delle capsule. Abbiamo ipotizzato uno scenario in cui si preparano 4 caffè al giorno per 350 giorni, in tutto 1.400 caffè l’anno. In un caso il costo annuo supera addirittura i 700 euro. A incidere molto è il costo delle capsule. La spesa annua è il dato che abbiamo usato per calcolare il Migliore Acquisto. Temperatura del caffè Per essere gustato al meglio, il caffè non deve essere né bollente né tiepido. Abbiamo valutato quanto la temperatura del caffè nella tazzina si discosta da quella ottimale, che è di 67°C. Gocciolamenti Abbiamo va- 42 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 lutato quanto gocciola l’erogatore dell’apparecchio prima e dopo aver preparato il caffè. Preparazione del caffè Il giudizio tiene conto del rumore prodotto, delle vibrazioni e della stabilità della macchina durante la fase di prepararzione del caffè. Rifiuti prodotti (capsule e packaging) Quanti rifiuti pro- duciamo ogni volta che usiamo una capsula per fare un caffè? Abbiamo misurato la quantità di materiale usato per le capsule e l’imballaggio. Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove Consumi Abbiamo calcolato quanta energia elettrica si consuma durante la preparazione di un caffè, tenendo conto anche della fase di riscaldamento dell’acqua. I modelli superano bene la prova. Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo Ottimo Qualità buona Buono Accettabile Mediocre Pessimo www.altroconsumo.it SCELTE SICURE REGALA LA QUALITÀ GODITI IL PREZZO GRAZIE AI NOSTRI TEST, PUOI SCEGLIERE SOLO PRODOTTI DI QUALITÀ SICURA. p Sul nostro sito trovi migliaia di prodotti sottoposti ai nostri TEST COMPARATIVI indipendenti, con risultati aggiornati, dettagliati e facili da consultare e confrontare: elettrodomestici, hi-tech, accessori, informatica... e molto altro. p La qualità non ci basta: ti segnaliamo anche i prodotti che la uniscono a un PREZZO CONVENIENTE, perché vogliamo farti risparmiare senza rinunce. p Non è finita: ti indichiamo anche i PUNTI VENDITA dove trovi il regalo che hai scelto al prezzo migliore, sia nei negozi sia nei siti di vendita online. Confronta e scegli da casa tua vai su www.altroconsumo.it/miglioracquisto oppure chiama il numero 02 69 61 560 I suggerimenti e i giudizi di Altroconsumo sono come sempre indipendenti. Tutti i prodotti e i servizi che proponiamo sono stati sottoposti alle nostre analisi e ai nostri test comparativi. Test Un tuttofare in cucina RISPARM I 158€ Dall’impasto per la pizza al pan di spagna: le macchine impastatrici preparano questo e molto altro. Le abbiamo messe alla prova con l’aiuto di uno chef, ce ne sono di valide a prezzo abbordabile. IL NOSTRO TEST Alla prova 10 impastatrici planetarie delle marche più diffuse, comprese in una fascia di prezzo medio-bassa. PRATICHE DA USARE In un primo laboratorio abbiamo valutato le dimensioni e gli accessori delle macchine. Sono state controllate, quindi, la resistenza del motore all’usura e quella della ciotola a possibili graffi, oltre alla sicurezza elettrica dell’impastatrice e al rumore emesso. In un secondo momento, con l’aiuto di uno chef, abbiamo messo alla prova le impastatrici, rese anonime (come mostrato dalla foto qui sotto), nella preparazione di alcune ricette: la panna montata, l’impasto per pane e quello per pasta all’uovo, babà e pan di spagna. Questo ci ha permesso di confrontare la capacità di impastare, il tempo necessario per farlo e la facilità d’uso degli apparecchi. In particolare, è stata verificata la stabilità delle macchine, la praticità di smontare e rimontare gli accessori, la trasportabilità e la facilità di riporle. 44 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 www.altroconsumo.it on un semplice strumento culinario, ma un vero e proprio oggetto di design, ormai presente in tutte le cucine più moderne: la macchina impastatrice è il sogno dei veri amanti dei fornelli, utile a sperimentare ricette sempre diverse che, come spesso accade, necessitano di un buon impasto di base. È anche detta planetaria, perché le sue fruste hanno un movimento rotatorio, simile a quello dei pianeti attorno al sole: girano infatti intorno, mentre contemporaneamente ruotano su se stesse. I nostri test hanno confermato che si tratta di un apparecchio versatile, molto utile se si impasta spesso e in grandi quantità, perché si risparmia fatica e non si sporca il piano di lavoro. Di contro, però, sono macchine piuttosto ingombranti, e alcune tra quelle sottoposte alle nostre prove hanno dato risultati solo accettabili nella preparazione di impasti complessi. N TRE TIPI DI FRUSTE Tutte le impastatrici da noi messe alla prova sono dotate di tre tipi di frusta, a seconda dell’utilizzo della macchina. Ogni produttore adotta una forma, una dimensione e un materiale diverso: i nostri test hanno dimostrato come queste differenze influenzino il risultato finale. A GANCIO Serve per impasti a consistenza dura, come pasta frolla o pasta all’uovo, per schiacciare le patate per il purè, sbriciolare i biscotti secchi, preparare la glassa e simili. Per questo tipo di impasto è importante che la frusta sia ben solida: il gancio deve essere grosso e pesante. Sulla comodità che offrono, però, nulla da eccepire: grazie alla presenza di diversi accessori (come il tritatutto, il frullatore, lo spremiagrumi e molti altri ancora) l’impastatrice planetaria potrebbe sostituire diversi apparecchi già presenti in casa. Quando il gioco si fa duro Abbiamo messo alla prova in laboratorio dieci impastatrici delle marche più vendute, tutte appartenenti ad una fascia di prezzo medio-bassa. Trovate i giudizi nella tabella alla pagina seguente. Nessun modello è stato bocciato per le sue prestazioni né per la sicurezza, e quasi tutti hanno ottenuto giudizi accettabili. Per quanto riguarda la capacità di impastare, non ci sono grandi differenze quando i vari modelli sono messi alla prova con ricette semplici; a mano a mano che queste diventano più complesse, però, i risultati cambiano ed emergono le macchine migliori. La vera discriminante è stata la pasta all’uovo: si tratta di un impasto piuttosto duro, che necessita quindi di maggiore forza, sia della macchina che della frusta. In questo caso nessun prodotto è stato bocciato, ma le prestazioni di alcuni modelli non ci hanno soddisfatto: in particolare Kenwood KMC570 Premier Chef, KM 242 Prospero e Bosch Mum 4405 si distinguono per gli esiti negativi, mentre Kenwood 283 e Clatronic KM 3400 hanno dato buoni risultati. Nessuna delle impastatrici eccelle per facilità d’uso anche perché non sempre le istruzioni sono complete o chiare: non sono macchine semplicissime da usare, serve pur sempre una buona manualità e conoscenza delle operazioni corrette per ciascuna ricetta. Buone notizie sulla resistenza: nessun motore ha fallito le prove. Non tutte le planetarie, però, hanno sopportato lo stress allo stesso modo: con impasti duri o tempi prolungati alcune si sono fermate durante il lavoro, ma è stato sufficiente spegnerle affinché riprendessero a funzionare. Le dimensioni non contano A FOGLIA Si utlizza per gli impasti lievitati, come pane, brioche, pizza, babà, crespelle e via dicendo. Le sue dimensioni sono molto importanti: deve essere grande abbastanza da poter pescare bene l’impasto dalla ciotola. La forma della frusta a foglia varia molto di produttore in produttore. A FILO Utile per montare la panna, preparare la maionese, montare gli albumi a neve e, in generale, per preparazioni leggere. Come nel caso della frusta a foglia, anche quella a filo deve essere correttamente dimensionata rispetto alla ciotola, per mescolare bene l’impasto e non farlo rimanere sul fondo. www.altroconsumo.it Gli apparecchi hanno misure diverse tra loro, ma risparmiare sui centimetri non è poi così essenziale: è imporante piuttosto tenere conto dello spazio libero da lasciare attorno alla macchina, indispensabile per poter lavorare comodamente e per appoggiare gli ingredienti necessari e un eventuale ricettario. Il peso della macchina è un aspetto da tener presente: meno di 4 kg è un po’ troppo leggera, e rischia di essere instabile e poco resistente; oltre i 7 kg, invece, diventa troppo pesante da spostare e da maneggiare con praticità. Il nostro prodotto Migliore del Test, Kenwood km 283, pesa 4 kg e mezzo e rappresenta un buon compromesso tra praticità e stabilità. Attenzione al materiale della ciotola: meglio il metallo della plastica, soprattutto per lavorare ingredienti a diverse temperature. Potenza e velocità Nei nostri test abbiamo messo alla prova macchine con una potenza compresa tra 500 e 1.200 Watt. Non sempre un’impastatrice più potente offre anche migliori prestazioni: danno buoni risultati impastatrici da 500W che garantiscono buone prestazioni. Lo stesso vale per la velocità: meglio non lasciarsi Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 45 Test incantare dalle planetarie che ne offrono ben dieci. A seconda del tipo di impasto, ne servono principalmente tre (lento, medio e veloce), al massimo sei. Quelle in più, oltre a essere inutili, rendono più complicata la gestione della macchina. Sicurezza migliorabile I risultati dei test sono rassicuranti: tutte le impastatrici offrono livelli di sicurezza almeno accettabili. Le macchine che abbiamo giudicato come più sicure sono tutte dotate di paraspruzzi e di blocco del motore. In particolare, il paraspruzzi copre bene la ciotola ed evita che si possano mettere a rischio le dita mentre il motore è in azione. Il blocco del motore invece consente che la macchina, quando ha il braccio sollevato, si fermi automaticamente assieme alle fruste. Se si vuole acquistare una planetaria, il nostro consiglio è di controllare che ci siano questi due elementi: non tutte ne sono dotate. ¬ COME LEGGERE LA TABELLA Una giornata in laboratorio gastronomico: lo chef stellato Mauro Elli, dell’Istituto Alberghiero “G.Brera” del Centro Studi Casnati (Como), ci ha mostrato i segreti culinari delle impastatrici. www.altroconsumo.it /elettrodomestici La nostra scelta Impastatrici Impastatrici Il modello Ariete 1596 Gourmet Professional è stato sostituito con il modello 1596-1, con le stesse caratteristiche della macchina in tabella, ma con il blender in dotazione. Prezzo minmax: 100-129 euro. 69 KENWOOD KM 283 180 - 221 euro La migliore in tutti i tipi di impasti, anche quelli più duri. Possiede tutte le dotazioni di sicurezza. Prezzo abbordabile: costa 158 in meno della più cara. Accessori Frullatore (F); Taglierina (T); Spremiagrumi (S); Predisposizione all’aggiunta di altri accessori esterni (P). In euro min-max (ottobre 2014) Potenza (W) Peso apparecchio (kg) Materiale (apparecchio e ciotola) Accessori Capacità di impastare Facilità d’uso Resistenza Rumore Sicurezza QUALITÀ GLOBALE (su 100) Capacità di impastare Abbiamo messo alla prova le fruste sia con con ricette base sia con ricette più elaborate. KENWOOD KM 283 180-221 900 7 4,3 4,6 Metallo F, P B C B C A 69 BOSCH Mum 4825 110-119 600 4 3,9 3,2 Plastica T, P B B B B B 63 Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove ARIETE 1596 Gourmet Professional 85-109 550 10 4,0 4,7 Metallo B C B C C 63 Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo CLATRONIC KM 3400 80-98 1200 6 5,0 7,4 Metallo B D B C C 63 HOWELL HIMP 818 LUX 86-114 1000 5 4,5 4,1 Metallo B C C C A 56 MOULINEX QA2001 Masterchef Compact 120-151 700 4 3,5 4,0 Metallo B C C D C 54 BOSCH Mum4405 60-109 500 4 3,9 3,1 Plastica C C B B C 54 C C C C C 54 Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso Ottimo Qualità buona Buono Accettabile Mediocre Pessimo CARATTERISTICHE Volume ciotola (l) MARCA e modello PREZZO Numero delle velocità Resistenza Tre le prove per le macchine: la prima con 120 cicli di lavoro e un impasto morbido, la seconda con 100 cicli e impasto duro e la terza sulla resistenza della ciotola ai graffi. IMPASTATRICI RISULTATI F P 70-90 550 6 Plastica 4,0 3,8 e metallo KENWOOD KM 242 Propsero 150-185 900 7 4,3 4,6 Metallo F, P C C B C A 52 KENWOOD KMC 570 Chef Premier 270-338 1000 8 4,3 7,2 Metallo F, P C C B C B 52 ARIETE 1597 Gourmet 46 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 www.altroconsumo.it Test RISPARM I 301€ Audio compatto Piccole e facilmente adattabili agli spazi: le soundbar servono a migliorare la qualità sonora dei televisori, ma sono care in rapporto ai risultati. l punto debole dei nuovi televisori a schermo piatto è quasi sempre il loro audio. Persino i modelli di ultima generazione e di grandi dimensioni non garantiscono una qualità sonora paragonabile a quella dei vecchi apparecchi a tubo catodico. È possibile aggirare il problema collegando alla tv un impianto stereo o “home cinema”: la maggior parte dei modelli più recenti, infatti, possiede delle apposite uscite audio in grado di reindirizzare il suono verso apparecchi esterni. Ma cosa fare se il televisore è appeso al muro o inserito in un mobile stretto? Dove piazzare le casse e lo stereo? La risposta arriva dalle soundbar, casse acustiche strette e lunghe da collocare sopra o sotto lo schermo della tv (agganciandole al muro oppure semplicemente appoggiandole a un ripiano), talvolta corredate da una unità separata per migliorare la resa dei bassi (il subwoofer, ne parliamo oltre). La soundbar è tipicamente una barra a forma di parallelepipedo, sulla quale sono disposti due o più al- I toparlanti e altre strutture risonanti pensate per espandere il suono senza occupare troppo spazio (cosa che accade con un impianto “home cinema”). Qualità audio discreta Abbiamo messo alla prova un buon numero di questi apparecchi: il test ha dimostrato che la qualità del suono offerta da una soundbar è sensibilmente superiore a quella del televisore. Alcune barre sono affiancate da un subwoofer separato: si tratta di un altoparlante dedicato esclusivamente alla riproduzione dei toni bassi, che può essere collocato anche lontano dalla soundbar, perché trasmette il suono attraverso onde radio; l’unica eccezione, tra i modelli da noi testati, è rappresentata dalla soundbar Sony HT-ST3, che deve essere collegata al subwoofer attraverso un cavo. Laddove presente, il subwoofer è di grande aiuto nel dare maggiore spessore al suono delle colonne sonore, anche se non migliora in maniera significativa l’audio dell’apparecchio. IL NOSTRO TEST Abbiamo sottoposto alle nostre prove 24 modelli di soundbar di tutte le marche presenti sul mercato. TEST DI QUALITÀ DEL SUONO Abbiamo dapprima effettuato una serie di misurazioni acustiche dentro una camera di riverberazione e in una stanza anecoica, con l’ausilio di strumentazione professionale. Le successive prove di ascolto, in cui la qualità audio delle soundbar è stata giudicata da una giuria di esperti, hanno confermato (o in alcuni casi ridimensionato) le criticità specifiche o le carenze evidenziate dal precedente test. La prova di ascolto consente di dare un giudizio sull’utilizzo reale dell’apparecchio. www.altroconsumo.it Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 47 Test Tuttavia, la differenza con gli impianti stereo e “home cinema”, in ogni caso, è evidente: questi ultimi sono sicuramente di qualità superiore nella riproduzione del suono rispetto alle soundbar. A causa delle loro dimensioni, infatti, queste piccole barre paradossalmente soffrono spesso delle stesse limitazioni che affliggono gli altoparlanti interni alla tv. Tra quelle che abbiamo testato, molte hanno ottenuto un giudizio globale mediocre e quattro modelli non ci hanno affatto convinto. In particolare, le due soundbar Pioneer hanno consumi energetici fin troppo elevati, e il modello LG LAP 340 ha ottenuto un pessimo risultato nelle prestazioni audio. In tutte le soundbar, comunque, l’effetto stereo è quasi inesistente e gli effetti surround si perdono del tutto, al pari di un “home cinema” di vecchia generazione. Barre o basi? Alcune soundbar possono essere appese al muro, prestandosi in maniera ottimale a essere abbinate a televisori anch’essi attaccati alla parete. Per contro, almeno un terzo dei prodotti testati ha una forma diversa, più bassa e larga, perché sono pensati per essere posizionati sotto la base di appoggio delle tv. In questo caso, la soundbar non occupa ulteriore spazio, un problema frequente con i nuovi mobili, che oggi hanno una profondità ridotta a causa dei sempre più diffusi schermi piatti, ma funge anch’essa da base e da supporto per la televisione stessa. Prima di scegliere una soundbar accertatevi del tipo di televisore a cui sarà collegata, per non incorrere in problemi di spazio: come abbiamo dimostrato nei nostri test, si trovano soundbar di tutte le misure, per qualsiasi esigenza logistica. Questione di connessioni COLLEGAMENTI Le soundbar sottoposte ai nostri test sono tutte dotate di più ingressi, tali da consentire il collegamento non soltanto ai televisori, ma anche a lettori di dischi (CD/DVD/Bluray), console o personal computer, come dei veri e propri micro impianti Hi Fi. CONNETTORE S/PDIF OTTICO Serve a portare il suono in formato digitale anche in multicanale, attraverso fibra ottica. CONNETTORE HDMI Si utlizza per trasportare sia il suono sia l’immagine in formato digitale. CONNETTORI AUDIO STEREO Trasferisce dal televisore alla soundbar l’audio in stereo, in formato analogico. CONNETTORE S/PDIF COASSIALE Si utilizza per trasportare il suono in formato digitale attraverso un cavo coassiale. 48 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Le soundbar possono essere connesse al televisore in diversi modi. Ma attenzione: non è scontato che la tv permetta di reindirizzare l’audio verso un altro apparecchio. Verifica quindi che sia presente un’uscita audio e di che tipo, anche se per i modelli recenti in genere questo è previsto. Se la tv ha un’uscita audio digitale di tipo S-PDIF (sia a fibra ottica che con cavo coassiale) è preferibile usare l’apposito cavo (vedi box qui a fianco); in alternativa, e se la televisione e la soundbar lo consentono, si può ripiegare su una tradizionale uscita audio stereo analogica. Con i modelli di televisori più recenti è anche possibile utilizzare una delle porte HDMI: di solito sono utilizzate come ingressi per collegare la tv a console o decoder satellitari. Ricorda: per poter funzionare, le porte HDMI del televisore e della soundbar devono essere conformi allo standard 1.4 e supportare la tecnologia “audio return channel”: controlla la presenza di queste caratteristiche sul libretto di istruzioni di entrambi gli apparecchi. Cosa verificare La qualità audio offerta dalle soundbar non giustifica i loro prezzi, spesso fin troppo elevati. Il nostro consiglio, quindi, è di preferire un impianto stereo o “home cinema”, con una qualità audio sicuramente superiore a quella di una soundbar. Se proprio non si trova un’alternativa pratica a questi ultimi e si sceglie ugualmente di optare per una soundbar, prima dell’acquisto non bisogna scordare di verificare: — quale tipo di uscite audio possiede il televisore (vedi box qui a fianco); — se c’è spazio sufficiente per la soundbar e i relativi impianti e collegamenti, soprattutto per chi ha il televisore appeso al muro; — se i cavi della soundbar possono essere d’intralcio e se ci sono gli spazi per il subwoofer. Infine, da non dimenticare: anche le barre con collegamento wireless hanno un cavo di alimentazione, che necessita di una presa di corrente. Verifica quindi che quest’ultima sia presente nelle vicinanze, per poter collegare l’apparecchio. ¬ www.altroconsumo.it Audio stereo (CD) Colonne sonore (DVD) Facilità d’uso Consumi QUALITÀ GLOBALE (su 100) V V V V V B C C C 69 400 - 800 V V V V V B C A C 67 Ingresso coassiale digitale Ingresso ottico digitale 499 - 550 SAMSUNG HW-H750 Soundbar a base JBL SB 400 MARCA e modello In euro min-max (settembre 2014) Ingresso stereo analogico RISULTATI Ingresso HDMI CARATTERISTICHE Subwoofer esterno PREZZI Possibile installazione a muro SOUNDBAR DENON DHT-T100 241 - 350 V V V V C C B B 63 ONKYO LST 10 299 - 399 V V V V B C B A 59 SAMSUNG HW-H550 299 - 300 V V V V V C D B C 58 SAMSUNG HW-H551 299 - 400 V V V V V C D B C 58 SONY HT-CT370B 349 - 399 V V V V C C A C 55 SONY HT-XT1 297 - 364 V V V C C B A 55 SAMSUNG HW-H450 189 - 300 V V V C D B C 52 V V 52 V V PANASONIC SC-HTE180 249 - 312 V LG LAB540 499 - 550 V PANASONIC SC-HTB580EG-K 330 - 399 PHILIPS HTL9100/12 500 - 700 LG NB4540 299 - 350 SONY HT-ST3 499 - 700 SAMSUNG HW-H600 248 - 400 V PHILIPS HTL4110B/12 165 - 250 V V V YAMAHA YAS-103 199 - 250 BOSE Solo 330 - 449 YAMAHA YSP-1400 349 - 420 V 315 V PIONEER SBX-N500 199 - 300 V PIONEER SBX-N700 339 - 429 V LG LAP340 196 - 299 ONKYO LS B50 V V C D B A V V V C C B C 52 V V V C C B D 50 V V V V C C B C 50 V V V V C D B B 48 V V V V D D B A 47 V V V D D A A 47 V V V D C A A 47 V V V D D B A 46 V V V D C C A 45 V V V D C B B 43 V V V D D B B 40 V V C D B E 36 V V D D B E 35 V E D B A 33 V V V V V V COME LEGGERE LA TABELLA Soundbar a base Indica che la soundbar è strutturata per essere usata come base del televisore. Possibile installazione a muro Se l’apparecchio è fornito di apposite staffe, supporti o occhielli. Subwoofer esterno Segnala la presenza di un’unità esterna specifica per la riproduzione dei bassi (il cosiddetto subwoofer). Audio stereo (CD) Abbiamo valutato la qualità dell’audio quando il sistema viene impiegato per la riproduzione di audio stereofonico (da CD, radio o tv). Consumi Misurati sia in funzione sia in standby. Migliore del Test: ottiene i migliori risultati nelle nostre prove Miglior Acquisto: buona qualità e il miglior rapporto con il prezzo Scelta Conveniente: qualità accettabile, prezzo molto vantaggioso Ottimo Qualità buona Buono Accettabile Non comprare Mediocre Pessimo La nostra scelta Soundbar 69 JBL SB400 499 - 550 euro Buona resa sonora. Il costo non è certo invitante, ma il rapporto tra qualità e prezzo è il migliore: 309 euro meno del più caro. www.altroconsumo.it 63 DENON DHT-T100 241 - 350 euro Non ha ingressi HDMI, ma la qualità audio raggiunge comunque un buon livello. Prezzo conveniente. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 49 Consigli utili Con noi la qualità ha il prezzo giusto Quanto risparmi Spendere tanto non è sempre garanzia di avere qualità. Per scegliere bene, l’unico sistema è mettere alla prova i prodotti. Noi lo facciamo: e sul sito trovi i risultati. Action cam Al momento della chiusura delle rivista (novembre), il Miglior Acquisto GOPRO Hero 3 White Edition costa fino a 280 euro meno del modello più caro di qualità peggiore. Tv Tra i tv 39-43 pollici, nel momento in cui scriviamo il Miglior Acquisto Samsung UE 40H6410 costa fino a 688 euro in meno del tv più caro di qualità inferiore. Smartphone Uno dei migliori in assoluto, Samsung Galaxy Note II GT-N7100 (16 GB) costa 299 euro. Ma anche un modello da 89 euro, Samsung Galaxy Ace 2 GT-18160, ha mostrato una qualità soddisfacente. 50 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 Il mercato, tra crisi, globalizzazione, esplosione delle vendite online e chi più ne ha più ne metta, è sempre più complicato da seguire, ma anche ricco di occasioni. Offerte, superofferte, addirittura offertissime... prodotti che promettono performance strabilianti, novità vere ma soprattutto presunte... E tutto questo, in un momento in cui le famiglie non hanno esattamente soldi da buttare, ma d’altra parte magari vogliono anche sfruttare il Natale per comperare o regalare qualcosa di utile. C’è un solo antidoto alla pressione della pubblicità, e noi per fortuna ce lo abbiamo: scegliere in base a informazioni indipendenti, basate su prove di laboratorio e di uso; analisi del rapporto tra qualità e prezzo per identificare quello migliore; rilevazioni nei negozi e siti a caccia di quelli che si comportano meglio. Un servizio online per te Continuiamo a sviluppare i servizi per i soci sul nostro sito. Accedere è facile, veloce e ovviamente gratuito: ai soci basta registrarsi, in modo da poter consultare le pagine loro riservate. In particolare, aggiorniamo costantemente la sezione dove pubblichiamo i risultati dei nostri test comparativi (i prezzi online sono aggiornati quotidianamente). Qui si trovano centinaia e centinaia di prodotti, di moltissimi tipi. E ogni mese aggiungiamo i risultati di nuovi prodotti che inviamo al laboratorio appena sono lanciati sul mercato: dall’hi-tech (smartphone, tablet, macchine fotografiche, videocamere, stampanti...), agli elettrodomestici (lavatrici, lavastoviglie, aspirapolvere, frigoriferi...), agli accessori da cucina e da casa, fino ai detersivi e ai vini... c’è solo l’imbarazzo della scelta. La maggior parte dei prodotti è stata sottoposta ai nostri test comparativi e ha ricevuto un giudizio completo sulla qualità, ma ci sono anche alcuni modelli molto recenti, che hanno comunque ricevuto un primo giudizio in attesa del test definitivo. Veloce, comodo, completo Scegliere un prodotto attraverso il nostro servizio online presenta molti vantaggi. Più modelli. Sulla rivista, le pagine ci obbligano a fare una scelta, per ovvi limiti di spazio. Online possiamo pubblicare tutti i prodotti testati: oltre il migliaio. Più prezzi. Sulla rivista diamo il prezzo minimo e massimo; sul sito per i prodotti più importanti (tra cui tutti quelli di hi-tech e gli elettrodomestici) indichiamo sia i negozi più convenienti dove trovare ogni apparecchio, in decine di città dove abbiamo fatto rilevazioni, sia i siti online dove comprarli da casa propria. Più funzioni. Sul sito si possono confrontare fino a 5 apparecchi accostandoli tra loro, filtrare gli elenchi a seconda delle proprie esigenze, trovare più dettagli sulle prove. ¬ Registrati sul nostro sito e consulta le pagine riservate ai soci: avrai la certezza di scegliere la qualità al miglior prezzo. www.altroconsumo.it /miglioracquisto www.altroconsumo.it Viva voce Condividi le tue esperienze. Le tue domande, i nostri consigli Consulenze www.altroconsumo.it/ contattaci è il canale attraverso il quale chiedere informazioni e consulenze online. Se preferite chiamarci, ecco quali numeri utilizzare. Giuridica 02 69 61 550 dal lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18 Fiscale 02 69 61 570 dal lunedì al venerdì h. 14/17 Fausto Pagliaricci, Roma Economica 02 69 61 580 dal martedì al giovedì h. 9/12 Farmaci 02 69 61 555 dal lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18 “Miglior Acquisto” 02 69 61 560 dal lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18 Tariffe Rc auto e moto 02 69 61 566 dal lunedì al venerdì h. 9/13 - 14/18 Tariffe telefoniche 02 69 61 590 dal lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18 ABBONAMENTI Telefono 02 69 61 520 SEDE ASSOCIAZIONE Altroconsumo via Valassina 22 20159 Milano www.altroconsumo.it L'acconto non torna Se l'armadio ordinato non viene più prodotto, hai diritto alla restituzione dell'anticipo. Il caso del nostro socio. ARREDAMENTI urtroppo capita sempre più spesso: si acquista un’auto, un mobile o un elettrodomestico, si versa una caparra e poi il venditore fallisce prima di consegnare la merce. È capitato anche al nostro socio Fausto Pagliaricci di Roma, che ci racconta: «Il 16 aprile ho acquistato un armadio e dato un acconto di 500 euro. La consegna era prevista per giugno, ma a fine mese nessuno si era ancora fatto sentire. Preoccupato, chiamo, senza riuscire mai a parlare con il venditore. A distanza di qualche tempo vengo richiamato e, dopo che mi comunicano che la ditta che produce l'armadio è fallita, vengo invitato a recarmi in negozio per scegliere - in sostituzione - un altro armadio. Quando arrivo però, non solo nessuno è al corrente della mia situazione, ma non trovo un'alternativa che faccia al caso mio. Dopo aver rifiutato la proposta di comprare da catalogo un altro mobile, chiedo che mi venga restituito l'anticipo dato per l'armadio che non potrò avere. I toni si accendono e alla P Non sei obbligato a scegliere un altro armadio fine vengo invitato a ritelefonare». Iniziano le traversie: il socio spedisce raccomandate, che vengono rifiutate; chiama, senza riuscire mai a trovare il venditore; torna in negozio, ma non riesce a venire a capo di nulla. La risoluzione del contratto Il sig. Pagliaricci ha diritto a riavere la somma pagata come acconto. Il contratto che ha firmato con il negozio Euroarredamenti di Pomezia si deve considerare risolto nel momento in cui il venditore non può adempiere al contratto stesso, consegnando l'armadio che il socio ha scelto. Il socio non è in alcun modo obbligato a scegliere un altro mobile del negozio né a lasciare la caparra per acquisti futuri. Per legge, il negozio deve restituire la somma pagata quale acconto nel più breve tempo possibile: se così non fosse, si tratterebbe di un "indebito oggettivo" (art. 2033 del Codice Civile). Abbiamo contattato il venditore e siamo riusciti a far riavere al socio tutta la somma versata, sua di diritto. ¬ Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 51 Viva voce FILO DIRETTO Chiarezza su Uber Alcuni lettori hanno contestato il nostro articolo su Uber, il sistema per noleggiare un'auto privata con autista attraverso un'app. Abbiamo accolto positivamente l’iniziativa di Uber in quanto, come associazione di tutela consumatori, consideriamo positiva qualsiasi iniziativa che renda più ampia la possibilità di scelta dei cittadini; l’utilizzo di un sistema di ricerca e prenotazione dell’auto tramite app ci sembra moderno e maneggevole, per cui anche questo è stato accolto positivamente. È a questo elemento tecnologico che si riferisce il titolo “Uber è il futuro”. Nell’articolo è messo bene in risalto il fatto che il servizio di Uber è più costoso e che i tempi di reperimento della vettura sono più ampi, per cui da questo punto di vista è chiaramente preferibile il taxi. Per quanto riguarda gli aspetti legali, senza dubbio se le autorità reputassero che il servizio non rispetta leggi o regolamenti, è necessario fare chiarezza e, se necessario, inserire Uber in un quadro di riferimento, eventualmente aggiornato in base alle nuove tecnologie disponibili. IN TINTORIA Risarcimento sotto coperta uando si porta un capo a lavare in tintoria, lo si affida al negozio. E così ha fatto il nostro socio, Sergio Chiri di Torre Pellice (TO), che in previsione del periodo invernale ha consegnato per il lavaggio la sua trapunta matrimoniale alla lavasecco "1 Ora" nel centro commerciale "Le due Valli di Pinerolo". Quella coperta però non è più tornata a casa. Invano il socio e la moglie hanno cercato di ritirarla. E altrettanto inutilmente hanno scritto nei mesi successivi al gestore per avere spiegazioni sulla sua scompar- Q sa. Nessuna risposta: non solo non viene presa in considerazione la richiesta di rimborso, ma nemmeno "viene fatto cenno di verifiche o ricerche in corso per cercare di ritrovare il copriletto smarrito". Eppure la tintoria - e questo vale per tutti gli esercizi di questo genere - deve custodire i beni che le vengono affidati. Nel caso in cui il bene venga smarrito, come è accaduto al socio, la tintoria ne deve rispondere direttamente. Il tepore del rimborso Per aiutare il signor Chiri abbiamo scritto al gestore, richiedendo nuovamente il rimborso: dopo poco tempo la tintoria risponde proponendo un rimborso di 50 euro. Anche se non si può pretendere il valore del nuovo, la cifra sembra poco congrua al socio: a suo tempo la spesa sostenuta per il piumone è stata di gran lunga superiore e l'importo è insufficiente per comprare un piumone nuovo. "Senza contare le numerose trasferte verso il centro commerciale che io e mia moglie abbiamo dovuto affrontare per sollecitare la ricerca o visionare di volta in volta le varie coperte che la tintoria ci mostrava per verificare che non fossero la nostra". Dopo un ulteriore sollecito, la tintoria propone un rimborso di 80 euro, che il socio accetta. Chi la dura la vince. ¬ IL DUBBIO Antivirus: uno alla volta «Posso scaricare la versione di prova gratuita di un antivirus per il pc mentre ne ho installato un altro che mi dice che ha rilevato dei problemi e mi vuole vendere l'aggiornamento? ». Lettera firmata ■ No, non è consigliabile installare un antivirus se sul tuo pc ne hai già installato un altro. Anzi, può addirittura essere fonte di problemi. I due programmi, infatti, possono andare in conflitto fra di loro: potrebbero cessare di funzionare o persino segnalare falsi positivi. ■Prima di installare un qualsiasi antivirus (questo vale sia per i gratuiti sia per quelli a 52 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014 pagamento) bisogna assicurarsi di avere rimosso completamente il precedente. ■ Ricorda comunque che non esiste un pacchetto di sicurezza informatica capace di fornire al pc un "sistema immunitario" a prova di qualunque virus: ce n’è sempre qualcuno che potrebbe riuscire a farsi strada. Per questo la prudenza non è mai troppa quando si naviga in internet o si copiano sul disco fisso file esterni (per esempio, da una chiavetta usb o allegati di email). Se vuoi scegliere un pacchetto di sicurezza per il tuo pc, puoi consultare i risultati del nostro ultimo test (Altroconsumo 280, aprile 2014) oppure mettere a confronto i prodotti sul nostro sito. www.altroconsumo.it DIRITTI IN VACANZA Viaggiare lontano dai guai IL CONCORSO PER I SOCI esiderava solo un po' di relax il nostro socio Emanuele Viani, ma il viaggio nel Mar Rosso non ha sortito l'effetto desiderato. Semmai il contrario. E pensare che a far cambiare idea al nostro socio circa il viaggio di una settimana a Sharm el Sheik non è stato un capriccio, bensì un comunicato ufficiale della Farnesina (uscito sei giorni dopo che era stato comprato il pacchetto) in cui si sottolineava che "in considerazione del progressivo deterioramento della situazione di sicurezza si sconsigliano i viaggi in tutta la penisola del Sinai, comprese le località balneari ivi situate, quali Sharm el Sheik, Dahab, Nuweiba e Taba". Il socio invia un'email per recedere dal contratto, ma l'operatore viaggi online Yalla Yalla non intende dargliela vinta: in più di un'occasione risponde che la situazione in Egitto è sotto controllo e il pacchetto vacanza può essere usufruito "in completa tranquillità". E le indicazioni della Farnesina? Yalla Yalla insiste che "non ci sono gli estremi per richiedere eventuali cancellazioni né modifiche di destinazione". Con il nuovo concorso, premiamo la tua fedeltà: a tutti i soci sono stati assegnati tre nuovi numeri personali con i quali, purché si sia in regola con l’adesione, si partecipa alle estrazioni mensili. In palio ci sono videocamere, bici elettriche, cesti di prodotti enogastronomici, smartphone… Per aumentare le tue possibilità di vincita puoi ottenere nuovi numeri aderendo alle nostre iniziative che lo prevedono. "Fedeltà premiata" dura un anno e si concluderà in bellezza con l'assegnazione di una vettura, la New Mini Cooper. Ricorda che per visualizzare i numeri che ti sono stati assegnati occorre effettuare il login sul sito. D Contro un muro di gomma Dopo le pressioni del socio, l'operatore online avanza una proposta: congelare la quota già pagata per usarla per un eventuale altro viaggio. A questo punto interveniamo a supporto del socio, ribadendo a Yalla Yalla che per legge "la irrealizzabilità della finalità turistica per sopravvenuto evento non imputabile alle parti determina l'estinzione di diritto del contratto". Senza alcun addebito, né a titolo di penale né di quote d'apertura pratica o assicurative. E riusciamo a far ottenere l'intera cifra al socio. Che forse per il futuro sceglierà altre mete. Forse anche un'altra agenzia. ¬ STIRATURA & CHIMICA Il difetto dell'appretto moglie stira in media un paio M ia di ore al giorno, servendosi di un appretto spray. Mi è sorto il dubbio che l'uso continuo di questo prodotto possa risultare tossico. È vero che il getto nebulizzato è indirizzato verso il basso, tuttavia una parte rimane nell'aria e viene sicuramente respirata. I miei timori sono fondati o mi preoccupo per nulla? Antonio Sbordini, Parma Il principale problema di questi prodotti è che non possiamo sapere esattamente cosa contengono: i produttori non sono obbligati a dichiararlo in www.altroconsumo.it etichetta, come invece succede per i cosmetici e i detersivi. È impossibile quindi sapere se l'appretto contiene profumi e altri ingredienti ai quali siamo allergici o nei confronti dei quali abbiamo sviluppato una forma di sensibilizzazione. C'è poi il rischio di inalare sostanze volatili, cioè che evaporano in fretta. Inoltre, le bombolette spray contengono propellenti infiammabili. Per questo bisognerebbe limitarne l’utilizzo. Nell'ultimo test sui ferri da stiro (AC 281, maggio 2014) trovi alcuni consigli per rendere più facile la stiratura e una ricetta per prepararsi un appretto in casa. ¬ www.altroconsumo.it/ imieinumeri BACHECA facebook.com/altroconsumo Roberto Valente A proposito del gruppo di acquisto "auto a basso impatto ambientale" che avete promosso e a cui ho aderito, volevo informarvi che ho scaricato il voucher e mi sono recato presso la ditta Galvauto di Vicenza. Qui il sig. Pilonato (che non conoscevo) mi ha illustrato con dovizia di particolari la macchina di mio interesse. Penso che acquisterò l'auto, sfruttando l'occasione del gruppo d'acquisto, ma volevo comunque segnalare il fatto: è un piacere quando si trovano persone che ti agevolano e ti semplificano le cose consigliando per il meglio e non solo per il loro interesse. Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 53 Viva voce Scelte sicure Per farti risparmiare sugli acquisti e offrirti un trattamento vantaggioso su utenze domestiche e assicurazioni, contrattiamo condizioni di favore con i migliori operatori del mercato, rimanendo totalmente indipendenti. TARALLI Dov'è l'olio d'oliva? o selezionato dalla macchinetta automatica delle merendine una confezione di taralli all'olio di oliva. Seguendo i vostri insegnamenti, ho letto la lista degli ingredienti e - con mia sorpresa - ho scoperto che il primo (e quindi anche quello maggiormente presente) è l'olio di palma. Eppure sulla confezione c'è scritto bello in grande "all'olio di oliva". È corretto? Lo possono fare? Certo, io non li prenderò più. Michele Dalla Pria,Fiesso d’Artico (VE) H LA TUA ASSICURAZIONE Rc Auto e Rc Moto Tariffe personalizzate sulle polizze Rc auto, Rc moto e Rischi diversi auto e moto. GENIALLOYD Info: 800-999.999 ZURICH CONNECT Info: 848-585.032 Viaggi EUROP ASSISTANCE Polizza Viaggi Nostop Vacanza scontata del 20% per viaggi in Italia e all’estero. Info: www.europassistance.it o 800-443.322 I TUOI SOLDI Carta di credito Altroconsumo Restituzione dello 0,2% dei soldi spesi; non devi cambiare banca né aprire un nuovo conto. Info: 800-663.399 (da telefono fisso) o 015-2434.614 (da estero e cellulare) Conti deposito ING DIRECT Conto Arancio: + 0,2% lordo sul tasso d’interesse base. Info: www.ingdirect.it/altroconsumo o 800-337.337 (nuovi clienti); 800-717.273 (già clienti) SPARKASSE Conto Dolomiti Flex: + 0,2% lordo sul tasso d’interesse base. Info: www.dolomitidirekt.it/ altroconsumo.html o 800-378.378 Conti correnti Sì, lo possono fare, purtroppo. Comprendiamo le perplessità del socio: effettivamente l'etichetta potrebbe sembrare ingannevole. Ma in realtà in termini strettamente legislativi non lo è: vantare sul fronte della confezione l'impiego di olio di oliva non impone infatti al produttore di usare soltanto l'olio di oliva come componente grassa dell'alimento. La legge richiede solo che venga dichiarata - nella lista degli ingredienti - la percentuale di olio di oliva usato. E così infatti è. Purtroppo trattandosi di un prodotto che viene erogato da una macchinetta non è possibile leggere la lista degli ingredienti prima della selezione. Lo si può fare però con i prodotti esposti sugli scaffali al supermercato: certo il tempo da dedicare alla spesa sarà sicuramente maggiore, ma si avrà la certezza di aver scelto in modo consapevole e informato. ¬ BCCFORWEB Conto corrente senza spese né bolli e tasso di interesse annuo lordo vantaggioso. Info: www.bccforweb.it/altroconsumo Vetrina fondi FUNDSTORE Imposta di bollo allo 0,10% (invece di 0,20%) su giacenze medie annue uguali o superiori a 10.000 euro. 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Avendo accertato che la richiesta era priva di fondamento, fatta solo per ottenere una estensione dell’abbonamento, ho reclamato a Sky la restituzione di 23 euro: si tratta di una somma esigua, ma non sopporto che l'incaricata Sky mi abbia indotto a sottoscrivere una cosa con informazioni false. Alfonso Greco, Sciacca (AG) Grazie al nostro intervento siamo riusciti a far riavere al socio i 23 euro. Quello che però non siamo riusciti ad ottenere sono chiarimenti circa il comportamento scorretto e poco trasparente dell'incaricato al telefono. Ci auguriamo che Sky risolva queste spiacevoli situazioni. ¬ www.altroconsumo.it INDICE Test e inchieste degli ultimi mesi ARGOMENTO A ASSOCIAZIONE Altroconsumo è un’associazione senza fini di lucro fondata a Milano nel 1973. Altroconsumo, in piena autonomia e indipendenza, si pone come scopo l’informazione, la difesa e la rappresentanza dei consumatori. È membro della CI (Consumers’ International), di ICRT (International Consumers’ Research and Testing) e del BEUC (Ufficio europeo delle associazioni di consumatori). Altroconsumo si finanzia esclusivamente attraverso le quote associative. ALTROCONSUMO EDIZIONI S.R.L. Il mensile Altroconsumo, i bimestrali Soldi & Diritti, Test Salute e HiTest, così come le guide pratiche hanno come unico obiettivo l’informazione e la difesa dei consumatori. Le riviste non contengono una sola riga di pubblicità, né informazioni pagate o ispirate da produttori e venditori o da gruppi di interesse politico e finanziario, a garanzia della trasparenze e dell’obiettività dei giudizi. I test comparativi su beni di consumo e servizi finanziari e assicurativi sono l’elemento che contraddistingue le riviste. I laboratori e gli esperti incaricati di svolgere le prove sono indipendenti dai produttori e da qualsiasi tipo di interesse commerciale. Tutti i campioni utilizzati per la realizzazione dei test vengono acquistati anonimamente e inviati direttamente ai Segretario Generale: Luisa Crisigiovanni Vicesegretario: Marino Melissano Direttore: Luisa Crisigiovanni Tesoriere: Enzo Passaro Consiglio: Valentina Apruzzi, Franca Braga, Giulia Candiani, Raffaele Cauzzi, Liliana Cantone, Silvia Castronovi, Luisa Crisigiovanni, Graziella De Faveri, Andrea Doneda, Letizia Ghizzi Panizza, Paolo Martinello, Rosanna Massarenti, Francesco Mattana, Marino Melissano, Natalia Milazzo, Giovanni Pessina, Marco Pierani, Daniela Nocchieri, Valeria Riccardi, Vincenzo Somma, Lorena Valdicelli. Sede nazionale via Valassina 22 - 20159 Milano. Tel 02/66.89.01 - Fax 02/66.89.02.88 laboratori per l’esame. I campioni gratuiti vengono rifiutati. I risultati delle prove condotte da Altroconsumo, Soldi & Diritti, Test Salute e HiTest riguardano esclusivamente i prodotti presi in esame, anche se è possibile trarne valutazioni di carattere generale e consigli utili per gli acquisti. Direttore editoriale: Andrea Doneda Direttore responsabile: Rosanna Massarenti Redazione: Natalia Milazzo, Alessandro Sessa, Marzio Tosi (capiredattori), Luca Cartapatti, Beba Minna, Simona Ovadia (vicecapiservizio), Manuela Cervilli, Michela Di Mario, Matteo Metta, Adelia Piva, Sonia Sartori, Roberto Usai. ABBONAMENTO E QUOTA ASSOCIATIVA Altroconsumo, Soldi & Diritti e Test Salute sono diffusi solo in abbonamento. L’importo dell’abbonamento comprende anche la quota di associazione. Sono soci solo le persone fisiche. Le persone giuridiche possono abbonarsi e accedere ai servizi individuali forniti dall’associazione. Per abbonarsi è sufficiente inviare una lettera indirizzata a Altroconsumo Edizioni srl Casella postale 10376 - 20110 Milano oppure collegarsi al sito altroconsumo.it cliccando alla sezione “contattaci”. Pagamento a mezzo domiciliazione bancaria o carta di credito: questa forma di pagamento è indispensabile quando si sceglie la rata trimestrale. In ogni caso, la durata dell’abbonamento è a tempo indeterminato e le future variazioni di costo verranno comunicate anticipatamente sulla rivista. Garanzia di soddisfazione: se entro 15 giorni dal ricevimento del primo numero della rivista si cambia idea e non si vuole più essere abbonati alle riviste e Soci Altroconsumo, si ha diritto di recedere e nulla sarà dovuto. Per esercitare il diritto di recesso basta scrivere una lettera a: Altroconsumo - Ufficio Abbonamenti - Via Valassina, 22 - 20159 Milano o collegarsi al sito www.altroconsumo.it (cliccando sulla voce “contattaci”). Inoltre, in qualsiasi momento si può recedere dall’abbonamento e dall’associazione con una lettera all’ufficio Abbonamenti sarà restituito quanto eventualmente già pagato per il periodo successivo al recesso. Guide Pratiche gratuite: Le Guide Pratiche sono comprese nell’adesione ad Altroconsumo. Per riceverle in regalo è necessario essere in regola con la quota di adesione. L’importo di 1,95 euro relativo alle spese amministrative verrà regolato con le stesse modalità con cui si paga l’adesione ad Altroconsumo. Le Guide possono essere vendute al prezzo indicato in quarta di copertina e/o inviate in omaggio ai Soci Altroconsumo. Per ricevere i numeri arretrati è sufficiente telefonare o scrivere all’Ufficio Abbonamenti Altroconsumo. Il costo è pari al doppio del prezzo di copertina. Non è possibile richiedere più di due esemplari dello stesso numero. I suoi dati personali saranno utilizzati da Altroconsumo e/o da terzi da esso incaricati per la gestione dell’abbonamento, nonché per gli scopi associativi. Essi verranno trattati con mezzi informatici e potranno essere, a termini di legge, da lei consultati, modificati, integrati o cancellati. QUANTO COSTA Altroconsumo Altroconsumo + Soldi&Diritti Altroconsumo + Test Salute Altroconsumo + Soldi&Diritti + Test Salute AnnualeTrimestrale 91,00 € 134,00 € 136,60 € 179,60 € la quota associativa, compresa nell’abbonamento, è pari a 15,40€ all’anno e 3,85€ al trimestre www.altroconsumo.it 22,75 € 33,50 € 34,15 € 44,90 € Acqua, come risparmiarla tariffe Anticalcare Auricolari per smartphone Automobili comprarla usata consumi ingannevoli test “piccole” Asciugatrici Aspirapolvere NUM.ANNO 283 7-8/2014 287 12/2014 283 7-8/2014 282 6/2014 282 6/2014 28510/2014 284 9/2014 28510/2014 282 6/2014 B Batterie usa e getta e ricaricabili Bilance pesapersone Biscotti Bolle di sapone 283 7-8/2014 281 5/2014 28510/2014 283 7-8/2014 C Caffè per macchinetta responsabilità sociale Caldaia, controlli di legge Carte fedeltà Caschi per bici Casse altoparlanti per tv Cioccolato Colle stick Coltelli Cosmetici Cozze 283 7-8/2014 283 7-8/2014 284 9/2014 286 11/2014 282 6/2014 287 12/2014 287 12/2014 284 9/2014 287 12/2014 281 5/2014 282 6/2014 D Detersivi, alternative ecologiche Docciaschiuma E Ecoball Elettrodomestici obsolescenza Energie alternative Etichette alimentari 281 282 5/2014 6/2014 286 11/2014 285 10/2014 28510/2014 287 12/2014 F Farmaci maculopatia reperibilità Ferri da stiro Frigoriferi G Gelatiere Giocattoli, sicurezza I Impermeabilizzanti L Lampadine Lavastoviglie Lavatrici Lavoro, come trovarlo M Macchine da cucire 283 7-8/2014 Macchine per caffè 287 12/2014 Macchine fotografiche reflex 284 9/2014 Microonde, forni 28510/2014 N Navigatori satellitari 282 287 6/2014 12/2014 286 11/2014 281 P Palloni da calcio 282 Pesticidi in frutta e verdura 284 Pneumatici invernali 286 R Radiatori portatili Repellenti per zanzare Rifiuti, differenziare l’umido Robot da cucina S Scadenza alimenti Seggiolini per auto Siti di prenotazione alberghi Stampare le fotografie Supermercati, prezzi 5/2014 6/2014 9/2014 11/2014 286 11/2014 283 7-8/2014 28510/2014 287 12/2014 281 5/2014 282 6/2014 283 7-8/2014 283 7-8/2014 284 9/2014 T Tariffe elettricità 281 telefono mobile 285 Tablet guida all’acquisto 287 responsabilità sociale 287 Telefono, affidabilità aziende 284 Televisori 286 Treni, pendolari 286 U Ultrabook V 281 5/2014 28510/2014 281 5/2014 284 9/2014 286 11/2014 286 11/2014 28510/2014 284 9/2014 Vestiti anti UV Videocamere Vino, grandi rossi 284 5/2014 10/2014 12/2014 12/2014 9/2014 11/2014 11/2014 9/2014 282 6/2014 283 7-8/2014 286 11/2014 ARCHIVIO ONLINE Trovi l’archivio completo di tutti gli articoli di Altroconsumo degli anni passati, oltre a quelli delle riviste Test Salute, Soldi&Diritti e HiTest, su www.altroconsumo.it TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI Altroconsumo Edizioni vieta espressamente la riproduzione anche parziale degli articoli e dei risultati dei test per fini commerciali e pubblicitari. 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Questo mese Altroconsumo ti propone 2 Guide Pratiche che ti aiutano a prendere confidenza con le nuove opportunità che la tecnologia e il web ti mettono a disposizione. Scegli quella che preferisci e richiedila subito. È un regalo di Altroconsumo. Tutti i dettagli per richiederla a pagina 4 e 5. NOVITÀ NOVIT À