Altroconsumo_Dic2014_n287

Transcript

Altroconsumo_Dic2014_n287
BOMBA D’ACQUA
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www.altroconsumo.it
Anno XL - Altroconsumo: via Valassina 22, 20159 Milano - Poste Italiane s.p.a.Spedizione in a.p.- D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, LO/MI
In caso di mancato recapito, restituire al Cmp di Milano Roserio per la restituzione al Mittente previo pagamento resi
CIOCCOLATO
SVIZZERO?
NO, ETICO
Il fondente più premiato
del test è equo-solidale,
biologico e italiano.
TEST E INCHIESTE
Coltelli
Macchine per caffè
Robot da cucina
Altoparlanti per tv
GIOCHI RISCHIOSI
I    
   
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287 • Dicembre 2014
Altroconsumo - mensile - 10 €
Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti - 21 €
Altroconsumo + supplemento Test Salute - 23€
Altroconsumo + supplemento Soldi&Diritti e Test Salute - 33 €
Dicembre 2014
Sommario
17
In commercio ancora
giocattoli poco sicuri
6
27
Uniti in una class action contro
i consumi auto bugiardi
DALLA
TUA PARTE
6 NOTIZIE, INFO, CONSIGLI
Se l’auto beve troppo - Abbassa la
bolletta - Caldaia a risparmio - Lo
slogan che inganna - Offerte last
minute - Red Bull paga 13 milioni Porta a porta - Tale patente, tale
libretto
6 OSSERVATORIO PREZZI
Pista da sci, quanto mi costi
9SICUREZZA
Bimby: occhio al coperchio
Il nostro test premia cioccolato etico,
biologico e anche molto conveniente
TEST
INCHIESTE
10 NOVITÀ IN ETICHETTA
Più chiarezza da questo mese
sulle etichette alimentari.
12 LIBRI ED EBOOK
La posizione dominante di
Amazon mette a rischio la
libertà di scelta.
14 EVITA CREVIT
Acquisti senza denaro? Una
bufala da cui stare alla larga.
17 GIOCATTOLI SICURI?
Ancora non ci siamo.
22APPARECCHI DIGITALI
Una guida alla scelta di quello che fa per te.
24TABLET POCO ETICI
Ecco quando nascondono
sfruttamento e malaffare.
27 CIOCCOLATO DA RE
Il nostro test sul fondente.
32ACQUA POTABILE
Cinque anni di aumenti tariffari senza sosta. E reti idriche
come groviera.
Contatti
AL TELEFONO
Tutti i numeri sono a pag. 51
ATTRAVERSO IL SITO
www.altroconsumo.it/contattaci
2 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Rispar
m
158€ i
I nostri obiettivi sono l’informazione, la difesa
e la rappresentanza dei consumatori. Non abbiamo pubblicità. Per i test acquistiamo tutti i
prodotti e ci affidiamo solo a laboratori competenti e indipendenti da qualsiasi interesse.
Rispar
m
301€ i
INDIPENDENTI
Ci finanziamo con le quote associative e l’abbonamento alle nostre riviste, che non contengono
pubblicità, né informazioni pagate da produttori o da gruppi di
interesse politico e finanziario.
L’indipendenza è totale, a garanzia della obiettività dei giudizi e
dei consigli.
www.altroconsumo.it
QUANTO COSTA ABBONARSI
Da gennaio nuovi prezzi per l’abbonamento. La quota associativa, compresa
nell’abbonamento, è pari a 15,40€ all’anno e 3,85€ al trimestre
ABBONAMENTI (quota associativa inclusa)
Altroconsumo
Altroconsumo + Soldi&Diritti
Altroconsumo + Test Salute
Altroconsumo + Soldi&Diritti + Test Salute
36
Annuale Trimestrale
96 €
24 €
141 €
35,25 €
142,80 €
35,70 €
187,80 €
46,95 €
Dacci un taglio: coltelli
da cucina alla prova
51
Il nostro socio ha ottenuto
il rimborso dell’acconto
VIVA
VOCE
36 UN TEST AFFILATO
La classifica dei migliori coltelli da chef, secondo noi.
40 MACCHINE DA CAFFÈ
Test sulle macchine per il
caffè in capsule.
44 TEST IMPASTATRICI
Da oggetto professionale a
elettrodomestico di casa.
47 SOUNDBAR
Test sulle barre amplificatrici per Tv, Pc, Ipod...
EFFICACI
Il nostro metodo di lavoro si basa
su criteri di rigore scientifico, efficienza e competenza. A test e
inchieste lavorano tecnici qualificati e specialisti di settore che
mettono la loro professionalità
al servizio dell’informazione, della consulenza, della risoluzione
concreta dei problemi.
www.altroconsumo.it
51 CONDIVIDI UN’ESPERIENZA
L’acconto non torna - Risarcimento
sotto coperta - Viaggiare lontano
dai guai - Il difetto dell’appretto Dov’è l’olio d’oliva - Telefonate poco
chiare
52 FILO DIRETTO
Chiarezza su Uber
52 IL DUBBIO
Antivirus: uno alla volta
53 BACHECA
La vostra voce da Facebook
DALLA TUA PARTE
La nostra missione è esclusivamente orientata a soddisfare le
necessità dei consumatori e a
tutelare i loro diritti. Per questo
offriamo servizi di consulenza
individuale ai nostri soci e portiamo la voce e le istanze dei
consumatori presso gli interlocutori istituzionali e sociali.
Ostaggio
di nuovi
monopoli
L’accesso sempre più facile alla Rete è un’opportunità
per tutti e rappresenta un grande vantaggio, in termini
di tempo, comodità, opportunità di risparmio.
L’arretratezza e incapacità di trasferire valori ai
consumatori da parte degli operatori tradizionali, si
tratti di editori o di un servizio pubblico come il taxi,
hanno favorito l’enorme sviluppo di piattaforme
mondiali che gli utenti apprezzano e usano. Amazon,
per esempio, ha raggiunto la sua posizione dominante
rispondendo molto bene alle esigenze dei lettori (vedi a
pag. 12). Ma, ora che la tecnologia è più sofisticata e la
frequentazione della dimensione virtuale più assidua e
allargata, il dominio della Rete nelle mani di pochi ci
espone a rischi sempre più reali. O meglio, agli stessi
della vita reale, ma all’ennesima potenza, per la facilità
con cui si possono raggiungere in un soffio milioni di
persone. La grande battaglia dei diritti individuali e
delle regole del mercato del nuovo millennio, dunque, si
gioca in buona parte anche qui, sul più grande spazio
pubblico che l’umanità abbia mai conosciuto. Il web,
per la sua originaria natura di spazio libero riempito
dagli utenti, si è sviluppato con pochi vincoli per le
piattaforme, ma questo sta permettendo alle grandi
compagnie (Apple, Google, Facebook, Amazon), che
offrono molti contenuti – editoriali, di prodotti e servizi
– di acquisire posizioni di dominio con pesanti ricadute
sulla privacy e sulla libertà economica. Le scelte
vengono guidate e quel che sembra – e per certi versi è
– una grande comodità non è altro che la capacità degli
algoritmi di cogliere le nostre preferenze. Molte sono le
implicazioni economiche imposte dalle strategie dai
nuovi monopoli, non solo perché creano, per scelta,
sistemi chiusi che intrappolano gli utenti (come Apple),
ma perché riescono a condizionare la libertà di scelta e
la formazione di uno spirito critico. Sono loro a decidere
quali servizi e applicazioni favorire o inibire, a generare
la classifica dei contenuti delle nostre ricerche. E noi
neppure ce ne accorgiamo. Social network e sistemi di
raccomandazione sono studiati per amplificare la
propensione naturale a cercare conferme alle proprie
credenze. Google News compone testate virtuali in
linea con letture precedenti. E ogni volta che clicchiamo
un link, ci propongono scelte ulteriori, già sapendo che
le apprezzeremo. Le proposte possono essere esplicite:
“chi ha letto questo libro ha letto anche…” o nascoste,
ma tutte ugualmente manipolative, se formulate come
preferenze di gruppo. Essere consapevoli di questi
meccanismi aiuta a difendersi. Ma chi si preoccupa di
educare gli utenti? Urge un’applicazione a livello
mondiale delle norme esistenti, anche di quelle
antitrust (oltre la localizzazione geografica e fiscale) alla
Rete, che ora si pone al di sopra del potere degli Stati.
Rosanna Massarenti
Direttore
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 3
Tutti i trucchi per non cadere
nella Rete.
Cosa sai tu della Rete e cosa sa la Rete di te?
Per gli adolescenti Internet è un pericolo o un’opportunità?
Perché 14 milioni di persone comprano online?
NOVITÀ
Una buona guida migliora la vita. Scegli quella che preferisci.
La tecnologia e il web offrono reali vantaggi? La fotografia digitale è solo per la nuova
generazione di fotografi? Questo mese Altroconsumo ti mette a disposizione 2 Guide
Pratiche che ti aiutano a prendere confidenza con il mondo della rete e le nuove tecnologie.
Scegli quella che preferisci e richiedila subito.
È un regalo di Altroconsumo e riceverla è molto facile. Con un piccolo contributo di 1,95 euro
ci consentirai di continuare a darti tutta la nostra esperienza per risolvere piccoli e grandi
problemi quotidiani.
Condizioni dell’offerta a pagina 55 della rivista
Tutti i trucchi per ottenere
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Fotocamera o smartphone, con quale cominciare?
Una bella foto digitale è solo questione di tecnologia?
Il fotoritocco, questo sconosciuto?
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altroconsumo.it/guidepratiche
Dalla tua parte
R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R
Se l’auto beve troppo
P
Ti sei già unito alla nostra class action per tutti i possessori
di Fiat Panda 1.2 e Volkswagen Golf 1.6 TDI? Passa la voce: puntiamo
al risarcimento per le promesse non mantenute sui consumi.
INSIEME
rosegue la class action contro
le false promesse dei
produttori di auto. Dopo aver
sottoposto ai nostri test i consumi
di Fiat Panda 1.2 e di Volkswagen
Golf 1.6 TDI, e aver appurato quanto
siano molto più alti di quelli
pubblicizzati, stiamo scegliendo la
terza auto da sottoporre al nostro
laboratorio. Il protagonista di
questa scelta puoi essere proprio tu:
sul nostro sito puoi segnalarci la tua
auto, calcolare il rimborso che ti
spetterebbe e aiutarci a individuare
i modelli per le prossime azioni
contro i produttori. La nostra
inchiesta (pubblicata su AC 285,
ottobre 2014) ha dimostrato che Fiat
e Volkswagen hanno forzato i loro
test di consumo. In particolare, i
consumi e le emissioni di Fiat
Panda 1.2 sono più alti del 18%, e
quelli di Volkswagen Golf 1.6 TDI del
50%. Se anche tu possiedi una di
queste auto, aderisci alla class
action: puoi chiedere un rimborso
di 247 euro se possiedi una Fiat
Panda 1.2 e di 509 euro se hai una
Volkswagen Golf 1.6 TDI (calcolo
stimato su una percorrenza di
15mila km annui). ¬
www.altroconsumo.it/auto-e-moto
OSSERVATORIO PREZZI
Pista da sci, quanto mi costi
4
259 • Dicembre
Maggio 2012
6 Altroconsumo 287
2014
REGIONI
Differenza
media %
CONFRONTO IMPIANTI SCIISTICI
Giornaliero (₣)
2014-2015
elencato gli aumenti medi per regione.
Nelle singole località, le piste che hanno
avuto un incremento di prezzi più alto
sono quelle di Bormio (Lombardia), che ha
registrato un aumento dell’8% rispetto
all’anno scorso, Alta Pusteria (Alto Adige,
+5%) e a Madonna di Campiglio (Trentino),
quest’ultima con un aumento del 7%.
In generale, gli aumenti più consistenti
sono stati rilevati per gli impianti sciistici
del Trentino Alto Adige, una delle mete più
frequentate dagli amanti degli sport
invernali.
Buone notizie soltanto dal Piemonte: qui il
costo del biglietto giornaliero è rimasto
invariato rispetto alla stagione 2013-2014.
Giornaliero (₣)
2013-2014
La stagione sciistica è alle porte, ma le
tasche dei molti appassionati della
montagna quest’anno potrebbero soffrire
parecchio. Abbiamo condotto un’indagine
sui prezzi di 34 stazioni sciistiche, le più
rilevanti di tutto il territorio nazionale,
focalizzando la nostra attenzione sul
costo del giornaliero adulti in periodo di
alta stagione per il 2014-2015.
I risultati che emergono non sono
confortanti per il portafoglio: è stato infatti
rilevato un aumento medio del costo del
giornaliero pari al 2,2% . Un rincaro
considerevole, soprattutto se considerato
in rapporto all’attuale tendenza al calo dei
prezzi al consumo. In tabella abbiamo
ALTO ADIGE
FRIULI
LOMBARDIA
PIEMONTE
TRENTINO
VALLE D’AOSTA
VENETO
MEDIA GENERALE
44,90
36,67
40,30
32,50
45,00
38,80
47,00
39,70
46,20
37,00
41,40
32,50
46,67
39,80
48,00
40,77
+3,0
+0,8
+2,8
0,0
+3,7
+2,7
+2,1
+2,2
www.altroconsumo.it
R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R TARIFFE
Abbassa
la bolletta
I costi dell’energia
aumentano: fino al 18
dicembre riapriamo il
nostro gruppo di acquisto.
RISPARMIA
D
opo i recenti aumenti del
prezzo dell’energia,
pubblicati dall’Autorità per
l’energia elettrica, il gas e il sistema
idrico (AEEGSI), abbiamo riaperto
la possibilità di aderire ad “Abbassa
la bolletta”. Grazie a questo nostro
gruppo di acquisto siamo in grado
di proporti un’offerta unica per la
fornitura di energia elettrica che ti
farà risparmiare in media 50 euro
annui (a confronto con la nuova
tariffa del mercato tutelato in vigore
dal 1° ottobre 2014). Anche tu, come
hanno già fatto oltre 50mila
famiglie tra il 2013 e il 2014, potrai
approfittare di questa opportunità e
abbattere i costi della bolletta della
luce, sempre più cara, contribuendo
a rendere più competitivo il mercato
libero dell’energia. Cosa aspetti? Per
aderire collegati al sito: hai tempo
fino al prossimo 18 dicembre. ¬
www.abbassalabolletta.it
Caldaia a risparmio
L’offerta di
Enel per la sostituzione
della vecchia caldaia
non dice tutta la verità
sui costi complessivi.
PUBBLICITÀ
L’
ultimo spot di Enel, mandato
in onda a rotazione sui
principali canali tv, propone la
sostituzione di una vecchia caldaia
con un modello a condensazione.
Nell’offerta proposta da Enel c’è la
possibilità di scegliere fra tre
differenti taglie, a seconda del
fabbisogno energetico della casa,
con pacchetti aggiuntivi e ulteriori
proposte commerciali correlate.
Dalla proposta, inoltre, ci si aspetta
che sia incluso anche il supporto di
tecnici qualificati per effettuare le
adempienze sia tecniche sia
burocratiche, prima, durante e dopo
l’intervento.
All’apparenza sembra una offerta
allettante, ma quanto conviene
davvero? Quello che lo spot non
dice è che l’offerta di Enel è riferita
alla sola installazione base della
caldaia, con un costo di 2.800 euro.
A questi però bisogna aggiungere i
costi per lo scarico di fumi,
eventuali opere preparatorie o di
adeguamento necessarie e anche
l’adattamento di tutte le valvole
termostatiche (comprese nei
pacchetti “Premium” e “Plus” di
Enel), indispensabili anche per
poter accedere alla detrazione del
65% per miglioramento
dell’efficienza energetica.
Attenzione, quindi, ai costi
aggiuntivi che possono presentarsi.
Come abbiamo avuto modo di
verificare , il prezzo medio per
l’acquisto e l’installazione di una
caldaia a condensazione generica è
di 1.200 euro. Prima di scegliere
Enel meglio rivolgersi ai tecnici di
zona, per avere altri preventivi di
spesa. Da ricordare che una nuova
caldaia a condensazione in
sostituzione del vecchio modello
comporta un risparmio sui consumi
del gas di circa il 15%.
Lo slogan che inganna
Abbiamo segnalato all’Antitrust le pubblicità
di alcuni cosmetici e integratori contro la calvizie.
IN AZIONE
L
e pubblicità di cosmetici e
integratori sempre più di
frequente puntano a farci
credere che questi prodotti abbiano
particolari effetti sulla salute. È il
caso di Bioscalin con
sincrobiogenina, Biopoint Speedy
Hair e Crescina Ri-crescita: il primo
è un integratore, gli altri sono
cosmetici sedicenti anti-calvizie
che, a nostro parere, utilizzano
slogan ingannevoli per quanto
riguarda la loro natura. In
particolare, le pubblicità di tutti e
www.altroconsumo.it
tre i prodotti fanno riferimento a
team di ricercatori e a laboratori
(come nel caso di Bioscalin e
Crescina) che, uniti a slogan che
promettono risultati visibili e in
breve tempo (“fa crescere i capelli
due volte più in fretta”, recita la
pubblicità di Biopoint Speedy Hair)
a nostro avviso creano confusione,
inducendo a pensare che si tratti di
qualcosa di più che nomali
cosmetici o integratori. Per questo
motivo abbiamo segnalato le
pubblicità all’Antitrust. ¬
RISPARMIO
200 €
il risparmio medio
annuale
di chi cambia Rc auto
utilizzando il nostro
calcolatore online
Maggio 2012
Dicembre
2014 •• 259
287 Altroconsumo 57
Dalla tua parte
CONTRO LO SPRECO
LAST MINUTE
SOTTO CASA
Un sito che
mette in
contatto
i consumatori
con i
negozianti più
vicini per
offrire sconti
dell’ultimo
minuto
su cibi freschi.
R NOTIZIE R INFORMAZIONI R CONSIGLI R PREZZI R SICUREZZA R AMBIENTE R
Offerte last minute
I negozianti non buttano via il cibo e tu risparmi. Con questa
filosofia nasce una piattaforma online di proposte “ultimo minuto”.
IDEE NUOVE
L
a riduzione dello spreco di
cibo è in cima all’agenda delle
istituzioni europee. Ma la
questione spinosa (si calcola che in
Europa ogni anno siano scartati 89
milioni di tonnellate di alimenti)
riguarda anche le singole famiglie,
che fanno sempre più fatica a far
quadrare il bilancio della spesa. Per
conciliare risparmio e limitazione
degli sprechi, si stanno diffondendo
moltissime iniziative: dalla doggy
bag fornita dal ristorante, al
supersconto sui prodotti in
scadenza nei supermercati. E a volte
entra in gioco anche la tecnologia,
come nel caso della piattaforma
“last minute sotto casa” messa a
punto da una start up del
Politecnico di Torino, che mette in
contatto piccoli negozianti e clienti
per proporre offerte scontate
dell’ultimo minuto. La cosa
funziona così: ci si iscrive al sito, si
inseriscono i propri dati e
l’indirizzo di abitazione e si
ricevono all’indirizzo mail gli sconti
praticati dai negozianti del
quartiere che desiderano eliminare
la merce invenduta prima della
chiusura giornaliera. Una piccola
idea con una grande ambizione. ¬
“IO NON
SPRECO”
Milano
ristorazione
fornisce agli
alunni delle
scuole un
sacchetto per
portare a casa
avanzi non
deperibili
e”invita” gli
anziani nelle
mense.
SCONTI SUI CIBI IN SCADENZA
Li fanno sempre più spesso le catene
dei supermercati per evitare lo spreco
di prodotti. Il risparmio è in generale
notevole: dal 30 al 50 per cento.
Red Bull paga 13 milioni
Dieci dollari di rimborso per coloro che
negli ultimi anni hanno comprato una lattina negli Usa.
CLASS ACTION
IN SALUTE
4 noci
Contengono sostanze
importanti come omega
3, fitosteroli, vitamina E
e fibra. Attenzione però
alle calorie: in questo
caso sono 200.
4
Maggio 2012
8 Altroconsumo 259
287 • Dicembre
2014
N
on mette le ali. E quindi deve
risarcire. Un cittadino
americano, deluso dalle
prestazioni promesse da Red Bull ha
fatto causa all’azienda di energy drink
per pubblicità ingannevole. Lo slogan
“Red Bull ti mette le ali” costerà caro
al produttore della più famosa
bevanda energetica a base di caffeina:
13 milioni di dollari di risarcimento
complessivo per scongiurare una ben
più onerosa class action da parte dei
consumatori delusi. Non è la prima
volta che Red Bull passa dei guai.
Anche in Italia diversi slogan e
iniziative promozionali sono stati
sanzionati dall’Autorità garante della
concorrenza e del mercato (Agcm),
per cui da un anno almeno sono stati
vietati gli spot che vantano virtù
improbabili e incoraggiano
comportamenti pericolosi. ¬
www.altroconsumo.it
R SALUTE R DAL MONDO R PRODOTTI R ALIMENTAZIONE R INIZIATIVE R TECNOLOGIA R CAMPAGNE R RISPARMIO R TARIFFE
Porta a porta
SICUREZZA
Le vendite a domicilio prevedono tutele speciali per
il consumatore: ecco cosa tenere a mente prima di un acquisto.
CONSIGLI
Q
uante volte ti è capitato di sentir
cartaceo; solo se il consumatore è d’accordo
citofonare da uno dei venditori di
potranno essere a lui consegnate su altro
Folletto, Bimby, Tupperware o altre mezzo durevole (cd, dvd e simili).
aziende del settore delle vendite dirette?
- Le informazioni obbligatorie riguardano, tra
In tempi di crisi questo tipo di società
l’altro: le caratteristiche principali del
incrementano le assunzioni di venditori:
prodotto o del servizio, e il suo costo
ecco perché le proposte commerciali dei
complessivo; la durata del contratto e le
cosiddetti “porta a porta” sono in
modalità di pagamento; la garanzia legale
costante aumento. Per le vendite fuori dai
commerciale; l’identità del professionista o
locali commerciali (tra cui porta a porta,
l’indirizzo a cui inoltrare eventuali reclami;
online, via tv...) sono previste tutele
tutte le informazioni sul recesso.
speciali, perché considerate a maggior
- Per prodotti con consegna a domicilio, in
rischio per il consumatore, preso alla
caso di recesso toccherà al professionista
sprovvista, senza il tempo di farsi un’idea
ritirarli a sue spese, se non c’è modo di inviarli
sul prodotto a lui proposto.
per posta.
- Innanzitutto, sulle vendite fuori dai locali
commerciali viene applicato
un diritto di recesso,
ovvero di restituire la
merce ed essere
rimborsati, entro 14
i giorni entro i quali si può
giorni. Il diritto di
chiedere il recesso per un
recesso si applica solo
prodotto venduto fuori
se l’importo da pagare
dai locali commerciali
è superiore a 50 euro: se
si stipulano più contratti
tra le medesime parti, il
calcolo si fa sul totale.
- Prima di concludere un contratto di
vendita fuori dai locali commerciali il
consumatore deve ricevere tutte le
informazioni fondamentali su supporto
14
Tale patente, tale libretto
Stesso intestatario per patente e libretto
dell’auto: facciamo chiarezza sulla nuova norma.
Android
Android Il mondo in tasca
Il mond o in tasca
U
www.altroconsumo.it
in contatto con gli
sembra possibile: restare
attraverso
Con uno smartphone tutto
le email, tenersi aggiornati
amici su WhatsApp, controllaremusica e scattare foto per poi condiviTwitter o i quotidiani, ascoltare network. Grazie ad Android, il sistema
social
sti del
derle su Facebook o altri
e uno dei principali protagoni
Google
da
operativo sviluppato
il mondo in tasca.
e, sembra proprio di avere
mondo degli smartphon
libretto. La norma, infatti, riguarda
solo i casi in cui il proprietario
dell’auto e chi la guida abitualmente
non appartengano allo stesso
nucleo familiare e quindi non si
applica a coloro che hanno lo stesso
indirizzo. Dovranno adeguarsi
soprattutto i possessori di un’auto
in comodato d’uso. ¬
Hai un Bimby TM31? Alcuni
modelli potrebbero avere un
problema nella guarnizione del
coperchio che, di conseguenza,
potrebbe non funzionare
correttamente. Con questa
specifica guarnizione, l’utilizzo
del Bimby TM31 ad alte velocità,
e la successiva apertura del
coperchio al termine della
frullatura, può provocare la
fuoriuscita del composto dal
boccale, causando bruciature nel
caso di temperature elevate. Gli
apparecchi che potrebbero
essere interessati al richiamo
sono quelli prodotti tra ottobre
2012 e maggio 2014. Vorwerk
sta già contattando tutti i clienti
che li hanno acquistati in questo
periodo. Per verificare se il tuo
rientra tra questi, controlla il
numero di serie: se è compreso
tra 124231XX e 142031XX, la
Vorwerk ti invierà
gratuitamente una nuova
guarnizione da sostituire.
A prova di scatto
SEGNALAZIONI
na norma entrata in vigore il
3 novembre scorso (per la
precisione: il comma 4-bis
dell’art. 94 del Codice della strada)
prevede che chi guida per più di 30
giorni un’auto intestata a un diverso
proprietario deve annotare il
proprio nome sul libretto di
circolazione, pena una multa che va
da 705 a 3.526 euro. Niente panico:
non tutti dovranno aggiornare il
Richiamo Bimby:
occhio al coperchio
Tutti i consigli per
utilizzare in modo
efficiente la fotocamera
del tuo smartphone.
I segreti dei social
network fotografici
(Instagram, Flickr e tutti
gli altri) e i nostri
suggerimenti su come
ritoccare e trasferire una
foto dal cellulare al proprio
computer.
Il tuo mondo
in un CLICK
di marche e modelli
ampio numero di telefoni
vi apportano le
Android si trova su un
i che lo utilizzano spesso
versione. Le
diversi e i vari produttor
è che non esiste un’unica
proprie modifiche. Il risultato
pagine, sia che siate
sono enormi. In queste
differenze , però, non
degli “smanettoni”
di Android sia che siate
completamente a digiuno
un viaggio alla scoin
nati
accompag
sarete
e vogliate saperne di più,
oli potenzialità.
ne e delle sue innumerev
smartpho
vostro
del
perta
O
ALTROCONSUM
perché
propone questa guida
dopo passo alla
Accompagna l’utente passo
Android
scoperta del sistema operativo
e sfruttare al meglio
Permette di conoscere
telefono
tutte le potenzialità del
utili e divertenti da
Suggerisce le app più
i giorni
utilizzare nella vita di tutti
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Maggio 2012
Dicembre
2014 • 259
287 Altroconsumo 5
9
Novità
Occhio
all’etichetta
Origine, tipo di grassi,
valori nutrizionali,
allergeni... Le informazioni
riportate sugli alimenti
devono essere più chiare.
L’obbligo scatta
tra pochissimi giorni.
e nuove regole europee per
le etichette alimentari
(previste dal regolamento
1169/2011) entrano in vigore il
13 dicembre. Con loro
arrivano finalmente più chiarezza e molti
cambiamenti apprezzabili: li abbiamo
sintetizzati in queste schede. Le novità
riguardano i più svariati aspetti, compresa
la data di scadenza, che dovrà essere
riportata non solo sulla confezione esterna,
ma anche su ogni singola monoporzione
preconfezionata. Sono tante però anche le
occasioni mancate. Nemmeno questa volta
si chiarisce cosa debbano riportare gli
alimenti sfusi e preincartati, cioè quelli
confezionati presso i punti vendita (anche
su richiesta del consumatore). L’Ue si affida
alla buona volontà dei singoli Stati membri
e si limita a intervenire solo sugli allergeni,
prevedendo l’obbligo di indicarli.
Non è stata accolta neppure la richiesta di
inserire le informazioni nutrizionali sul
fronte della confezione dei prodotti
alimentari (la parte più in vista al
momento dell’acquisto): starà a noi girare
la confezione. Gli alcolici la fanno franca
ancora una volta: sono stati infatti esentati
dal riportare in etichetta gli ingredienti e le
informazioni nutrizionali. ¬
L
10 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
VALORI NUTRIZIONALI: SÌ, MA ANCHE NO
Solo a partire da dicembre 2016 diventerà obbligatoria per
tutti gli alimenti la tabella nutrizionale.
L’obbligo scatta tra due anni, ma chi decide di riportare sulle
confezioni dei generi alimentari l’etichetta nutrizionale
deve farlo seguendo i dettami del regolamento. Che
prevede che siano indicate anche le informazioni finora
facoltative, come quelle su zuccheri e grassi saturi. Le
indicazioni relative al sodio vanno invece sostituite con
quelle sul sale. In definitiva la tabella nutrizionale dovrà
contenere: calorie, carboidrati, zuccheri, grassi, grassi
saturi e sale. Restano facoltivi altri nutrienti, tra cui la fibra.
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L’INDICAZIONE D’ORIGINE
NON SI PUÒ PIÙ BARARE
Non più solo per la carne bovina. L’obbligo di segnalare la
provenienza è esteso anche pollame, suini, ovini e caprini.
Diventano più stringenti le informazioni su ingredienti
e metodi di lavorazione di alcuni prodotti alimentari.
Dal prossimo aprile dovrà essere indicato il luogo di allevamento e
macellazione anche sulle carni suine, ovine, caprine e sul pollame.
Finora l’obbligo, introdotto sulla scia dello scandalo “mucca pazza”,
vigeva solo per la carne bovina.
Stretta sulle indicazioni d’origine anche per denominazioni come
“Yogurt greco”, che risultano ingannevoli se, per esempio, lo yogurt
in questione è stato prodotto con latte tedesco. Per questo motivo,
In tutti i casi in cui l’origine dell’ingrediente principale sia diversa da
quella presente nella denominazione del prodotto, il regolamento
prevede che venga chiaramente specificato.
Decongelato Se un alimento è stato congelato e poi
decongelato per essere messo in vendita, il termine
“decongelato” deve figurare in bella vista, accanto alla
denominazione del prodotto.
Data di congelamento L’obbligo riguarda alcuni prodotti
congelati: carne, preparazioni a base di carne e prodotti
non trasformati a base di pesce.
Imitazioni Quando si sostituisce un ingrediente tipico (per
esempio le uova nella maionese) con un altro che non lo
è, questo deve essere menzionato vicino alla
denominazione dell’alimento.
Aggiunta di acqua Se nella carne e nel pesce (che si
presentano sotto forma di fetta o filetto) viene aggiunta
una quantità di acqua che supera il 5% del peso del
prodotto finito, bisogna specificarlo vicino alla
denominazione del prodotto.
I ricomposti “Carne ricomposta” e “pesce ricomposto”:
vanno denominati così la carne e il pesce composti da
diversi pezzi che, attraverso l’uso di additivi, sono uniti
tra loro e si presentano pertanto come un unico pezzo.
Insaccati Nel caso in cui il loro involucro-budello non sia
commestibile lo si deve chiarire espressamente con la
specifica indicazione: “non edibile”.
ORIGINE:
ITALIA
A
B3
B2
B1
C
B4
K
D
PP
E
QUALI GRASSI, FINALMENTE
Il regolamente prescrive maggiore
chiarezza su oli e grassi vegetali.
Nella lista degli ingredienti non potranno
più comparire indicazioni generiche
come “olio vegetale” o “grasso
vegetale”. I produttori dovranno essere
più precisi, per esempio dire “olio di
girasole” o “grasso vegetale di palma”.
LEGGIBILE, PRIMA DI TUTTO
FOCUS SUGLI ALLERGENI
Mai più caratteri così minuscoli da essere difficilmente
visibili. Il nuovo regolamento stabilisce la grandezza minima.
Si devono indicare con evidenza
gli ingredienti a rischio allergie.
Perché un’etichetta sia utile al consumatore deve essere prima di
tutto leggibile: bando alle informazioni nascoste nelle pieghe delle
confezioni e ai caratteri troppo piccoli, impossibili da decifrare per
chi non abbia un vista aquilina o una lente di ingrandimento. Il nuovo
regolamento europeo prescrive che l’altezza dei caratteri non sia
inferiore a 1,2 millimetri. Per i piccoli imballaggi (quelli la cui superficie
più ampia non superi gli 80 cm²) il limite scende a 0,90 millimetri.
Rimandati a una futura norma dettagli su colore dei caratteri e
contrasto con lo sfondo, escamotage spesso utilizzati dai produttori
per rendere poco leggibili informazioni scomode, ma obbligatorie.
I componenti che più facilmente possono
causare reazioni allergiche dovranno
apparire nella lista degli ingredienti con una
certa evidenza: in grassetto, in un colore
diverso, con una sottolineatura... Nel caso
degli alimenti per cui non è previsto
l’obbligo di riportare la lista degli ingredienti,
il nome dell’allergene dovrà essere
segnalato sull’imballaggio dopo la parola
“contiene”: per esempio “contiene soia”.
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Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 11
Padroni della Rete
Leggi
NO ALLA DISCRIMINAZIONE
Che sia scritta su un foglio di carta o su
un foglio digitale, una storia è sempre
una storia. Invece in Italia l’Iva di un libro
di carta è il 4%, quella di un ebook è il 22%.
Dalle tavolette cuneiformi ai Rotoli del
Mar Morto, dalla Stele di Rosetta ai
caratteri mobili di Gutenberg, le fonti
scritte sono importanti per le loro storie;
senza queste sarebbero solo pezzi di
argilla, pergamena, granito, carta. Per
leggerle occorre sempre lo stesso
strumento: gli occhi.
Solo un fisco miope può ostinarsi a fare
differenze tra supporti di lettura e a
trattare in maniera diversa libri
tradizionali ed ebook. Ai primi è applicata
l’Iva al 4%, prevista anche per beni di
prima necessità come pane, latte e
frutta. Ai libri elettronici l’Iva al 22%, la
stessa che si applica ai beni di lusso.
Una discriminazione culturale prima che
fiscale, contro la quale l’Associazione
italiana editori (Aie) ha lanciato una
campagna sui social network con
l’hashtag #unlibroèunlibro. L’obiettivo è
chiamare a raccolta tutto il mondo del
libro, dagli autori ai lettori.
Attraverso tweet, profili Facebook e siti
dedicati, tutti potranno far sentire la
propria voce contro questa disparità di
trattamento. Perché «una storia è una
storia, indipendentemente dal supporto
di lettura», recita lo slogan dell’Aie.
Un’Iva così alta non facilita certo la
diffusione degli ebook, che in Italia
rappresentano solo il 3% del giro d’affari
complessivo del libro, contro il 25% di
quello degli Stati Uniti. Il 1° gennaio entra
anche in vigore la normativa europea
sull’e-commerce, che prevede che l’Iva
sugli ebook sia quella del paese
destinatario della vendita. Così Amazon,
che ora applica l’Iva lussemburghese del
3%, per l’Italia dovrà adeguarsi al 22%.
12 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
solo quello
che dico io
Con i suoi prezzi bassi, Amazon ha raggiunto una quota
di mercato maggioritaria nella vendita di libri online.
I lettori esultano, molti scrittori ed editori però temono
che usi il suo potere per tenerli “in ostaggio”.
olti lettori sono stupiti di
fronte alle accuse che il
mondo della cultura (o una
buona parte di questo)
muove all’indirizzo di
Amazon. C’è chi, come Aurèlie Filippetti,
da ministro della Cultura francese (ora
ex), si è spinto ad accusare il colosso di
Seattle di «inqualificabili pratiche
anticoncorrenziali». Ma cosa c’è invece di
più concorrenziale che offrire un catalogo
di libri ricchissimo, i prezzi più bassi del
mercato e un servizio di spedizione
superveloce? Da consumatori dovremmo
essere solo contenti se Amazon si scontra
con gli editori che non ci stanno a
rinunciare a una parte dei loro margini di
guadagno e tramano per aumentare i
prezzi. Giusto, giustissimo. Infatti, se tutto
ciò rimanesse nel recinto della libera
contrattazione tra partner commerciali,
non ci sarebbe nulla da eccepire. Il
problema è che il gigante dell’e-commerce,
che negli Usa detiene il 67% del mercato
totale degli ebook e il 41% di quello dei
libri cartacei, mette in atto meccanismi di
ritorsione che, a dirla con Andrew Wylie,
“l’agente letterario dei Nobel”, «rendono
insostenibile il mestiere di chi pubblica
libri e di chi li scrive. Se i musicisti che non
M
vendono più cd hanno l’alternativa dei
concerti dal vivo, gli scrittori non possono
mantenersi con letture pubbliche dal vivo
riempiendo il Madison Square Garden».
Accuse, ritorsioni e petizioni
Per chi si è perso qualche capitolo della
saga Amazon-editori, queste hanno tutta
l’aria di essere affermazioni esagerate, e
soprattutto di parte. Ma la prospettiva può
cambiare, dopo un breve riassunto delle
puntate precedenti. Tutto ha avuto inizio a
maggio scorso, quando l’editore francese
Hachette ha opposto un netto rifiuto alle
richieste di Amazon, che voleva sia una
fetta di profitti maggiore sia abbassare i
prezzi degli ebook. Da quel momento
l’acquisto di un titolo Hachette su Amazon
si è trasformato in un’impresa. Il bookshop
digitale è stato accusato di imboscare in
particolare le opere di alcuni suoi autori (i
più critici), di escluderle da promozioni e
prenotazioni, di manipolare le liste di
raccomandazione, addirittura di rallentare
le consegne. Un ricatto che non è piaciuto a
oltre novecento scrittori, riuniti sotto la
sigla Authors United, tra cui Stephen King,
John Grisham, Scott Turow, Paul Auster e
Donna Tartt, che hanno acquistato
un’intera pagina pubblicitaria del New York
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introvabili. E poi hanno messo a
disposizione una piattaforma di self
publishing, che consente a chiunque di
diventare editore di sé stesso, trattenendo il
70% dei ricavi. Al gruppo di Seattle non
mancano certo i sostenitori: sono perlopiù
scrittori indipendenti che si sono serviti
proprio del sistema di auto-pubblicazione
di Amazon. A loro si deve il contro-appello
Stop fighting low prices and fair wages (basta
fare la guerra ai prezzi bassi e alle paghe
eque) con il quale denunciano lo strapotere
oligarchico degli editori tradizionali e
ricordano che l’azienda di Bezoz paga i suoi
autori «sei volte di più» rispetto agli altri.
Ma come può esistere un’editoria di qualità
senza il filtro di un editore? Si può fare a
meno di un mediatore tra chi legge e chi
scrive? Come farà il lettore a orientarsi in
un catalogo illimitato, che conterrà pure
delle perle ma che sarà irrimediabilmente
pieno di spazzatura? Sono interrogativi che
la rivoluzione digitale ha reso di un’urgenza
scottante e che aprono scenari imprevisti e
imprevedibili.
Un forte rischio
Times per pubblicare la loro lettera di
denuncia: «Amazon ha tutto il diritto di
rifiutare la vendita di beni di consumo in
risposta a un disaccordo sui prezzi con il
grossista. Il fatto è che i libri non sono
semplici beni di consumo. I libri non sono
tostapane o televisori. Non si può
delocalizzare la produzione dei libri né
utilizzare autori a buon mercato di altri
paesi». Un atto di accusa pesantissimo, che
chiama in causa il valore culturale e sociale
dei libri, che invita a domandarsi se il libro
vada considerato un prodotto come un
altro, soggetto a tutte le leggi di mercato, o
non sia invece un bene da salvaguardare,
soprattutto quando in gioco ci sono la
biodiversità letteraria e la libera
circolazione delle idee. Il caso Hachette
non è rimasto isolato: anche all’editore
tedesco Bonnier è stato riservato un
trattamento simile. Più di mille scrittori
tedeschi, austriaci e svizzeri hanno reagito
in maniera compatta, chiedendo
l’immediato intervento del governo di
Berlino e qualcosa di più strutturale
rispetto a quanto fatto in Francia con la
cosiddetta legge “anti-Amazon”. Una norma
che, nel tentativo di salvare le librerie
tradizionali, vieta di spedire gratuitamente
i libri. Tutto inutile, visto che ha spinto
l’azienda di Jeff Bezos a rispondere con una
provocazione: far pagare la spedizione solo
un centesimo di euro. Per questo il nostro
ministro della Cultura, Dario Franceschini,
ha invocato un intervento europeo: «I
singoli Stati non hanno strumenti per
intervenire nei confronti di colossi globali.
Dobbiamo trovare regole comuni».
Dove sta la ragione?
Hachette e Bonnier
i primi editori a finire
nella lista nera
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Ma i vertici di Amazon non ci stanno a
passare per “ammazza-libri”. Anzi pongono
l’accento sul ruolo che hanno avuto nel
sostenere le vendite in anni di magra come
questi. Spediscono i libri anche in zone
rurali dove non esistono librerie. Hanno in
catalogo titoli di cui si vendono meno di 20
copie e che nei circuiti tradizionali sono
Tornando alla domanda iniziale: a noi
consumatori cosa importa delle sue beghe
con autori ed editori, se poi Amazon ci dà
quello che vogliamo? Ci importa eccome,
perché le cose potrebbero presto cambiare
e ritorcersi contro di noi. Come ha scritto
il premio Nobel per l’economia Paul
Krugman: «Amazon (almeno per ora) non
si comporta come un monopolista, cioè un
venditore dominante che ha il potere di
alzare i prezzi, ma come un monopsonista,
cioè un compratore dominante che ha il
potere di ridurre i prezzi. Ma possiamo
fidarci che non abusi del suo potere? La
risposta è no». Nessuno può garantire che
Amazon non decida di cambiare strategia,
facendo pesare la sua grande forza, che
deriva dal fatto di avere raggiunto una
quota di mercato maggioritaria nella
vendita di libri online. Ha ampiamente
dimostrato di sapere usare le maniere
pesanti: lo ha già fatto con autori ed
editori, nessuno le vieta di farlo anche con
i lettori. Soprattutto se riuscirà a
indebolire gli editori e a rafforzarsi sia
come publisher sia come distributore,
trasformandosi in una vera potenza di
fuoco, molto più di adesso. Sarà in grado
di esercitare un’influenza notevole non
solo sui meccanismi di accesso alla
cultura, ma anche su quelli di produzione
di cultura. Un grosso rischio visto che
vende di tutto e ha interessi nei campi più
disparati. Come ha ricordato Giuseppe
Laterza, editore dell’omonimo gruppo, la
contrapposizione non è tra mercato e
cultura, ma tra monopolio e pluralità. ¬
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 13
Inchiesta
Non è gratis
e non funziona
Crevit promette acquisti senza denaro, ma con buoni spesa virtuali
(i crevit appunto). L’abbiamo messa alla prova e non è così.
Per comprare e vendere sul sito paghiamo una commissione salata
in euro. Abbiamo chiesto l’intervento dell’Antitrust.
ompra senza denaro” oppure
“Crevit, la moneta
complementare. Un nuovo
credito per la tua famiglia,”
la pubblicità spuntata
quest’estate sui cartelloni di mezza Italia e
su giornali e radio presenta Crevit come il
nuovo credito per le famiglie e le imprese.
Una promessa allettante in questo
momento di crisi, in cui le banche non
fanno credito e i consumi si riducono. Ma
di cosa si tratta? Di una piattaforma online
che raccoglie le offerte di beni e servizi
degli utenti che si registrano. Acquisti e
vendite si fanno in crevit, una sorta di
buono spesa virtuale. Ci siamo iscritti,
aprendo un conto, per fare la prova.
C
sulla nostra affidabilità. Non ci sono stati
chiesti documenti, né ci hanno chiesto di
firmare alcuna autorizzazione a
interrogare centrali rischi per verificare
l’eventuale stato di cattivo pagatore.
Siamo andati sul “marketplace”, la vetrina
con i beni e servizi degli utenti iscritti, e
abbiamo cercato di comprare uno
smartphone. Dopo aver trasferito i 300
crevit chiesti dal venditore, lo
smartphone non è arrivato. Chiamiamo il
venditore, che cade dalle nuvole: “Lo
Un fido alquanto infido
Per poter comprare i beni e i servizi sulla
piattaforma, bisogna procurarsi i crevit e
per farlo, vieni subito invitato a chiedere
un fido. Lo abbiamo chiesto: di 500 euro
pari a 500 crevit (un euro, un crevit). A
dispetto dello slogan, la prima cosa che
abbiamo dovuto fare per poter operare
sulla piattaforma è stata pagare, in euro e
non in buoni spesa virtuali, una
commissione e anche piuttosto salata: il
5% del fido più l’Iva al 22%. Dopo avere
pagato i 30,50 euro di commissione con
bonifico (ma si può anche scegliere la
carta di credito), abbiamo ottenuto subito
500 crevit da usare sulla piattaforma. Da
notare che il credito ci viene concesso
immediatamente senza alcuna valutazione
14 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Guarda il video
Abbiamo messo alla prova Crevit e ci è
andata male. Ne abbiamo chiesto conto a
Marco Melega, l’a.d. di Crevit Italia srl.
www.altroconsumo.it /
soldi/conti-correnti
smartphone l’ho già venduto”. Come?
L’offerta compare ancora sul sito di
Crevit… Saremo stati sfortunati.
Riproviamo. Tentiamo di acquistare uno
smartphone per 50 crevit, trasferiamo i
crevit al venditore, ma anche in questo
caso, nessuna traccia del cellulare.
Chiamiamo il venditore, che ci dice di non
trovare più il cellulare… Un altro acquisto
non andato a buon fine e anche in questo
caso l’offerta di questo smartphone è
ancora presente sul sito. Non solo. I 50
crevit trasferiti non ci vengono più
riaccreditati sul conto, anche se il
venditore non li ha richiesti. Sono rimasti
prigionieri nell’etere? Per capire che fine
fanno i nostri crevit abbiamo scritto
all’indirizzo mail indicato sul sito di Crevit
per chiedere assistenza in caso di
problemi, ma stiamo ancora aspettando la
risposta. Ci è andata male con gli acquisti,
proviamo a vendere. Abbiamo messo in
vendita sul marketplace uno smartphone a
un prezzo competitivo, ma in due mesi
non abbiamo ricevuto alcuna offerta. Da
sottolineare che se avessimo venduto il
cellulare avremmo dovuto pagare una
commissione a Crevit, sempre in euro e
non in moneta virtuale: il 2% del prezzo
più l’Iva al 22%. Quindi, Crevit guadagna
grazie alle commissioni che paghiamo per
comprare e per vendere. La piattaforma
non è gratuita e, nel nostro caso, non ha
funzionato. Possiamo dire che non c’è
nessun controllo, nessuna garanzia e
nessuna assistenza in caso di problemi.
www.altroconsumo.it
Non è finita. Ad oggi, noi come chissà
quanti altri utenti, abbiamo ancora un fido
di 500 euro/crevit da rimborsare in 24
mesi. Come? Sulla carta potremmo
vendere qualcosa sulla piattaforma per
guadagnare crevit, ma come abbiamo
visto non si riesce a fare molto. Cosa
succede se non riusciamo a pareggiare i
conti e alla scadenza dobbiamo
rimborsare il fido? Lo abbiamo chiesto a
Marco Melega, amministratore delegato di
Crevit srl, che ci ha “rassicurato”, dicendo
che il fido ci sarà rinnovato per altri due
anni. Il che, però, significa pagare una
nuova commissione a Crevit. Ma il fido si
può rinnovare all’infinito? Melega ci
spiega che l’interesse di Crevit è di farci
pubblicare offerte di beni e servizi o
guadagnare crevit partecipando a non ben
definiti programmi promozionali (cita il
“Raccomanda crevit” cioè porta un altro
utente e ti regaliamo 25 crevit). E se
comunque non riusciamo a pareggiare il
conto? Nessun problema puoi saldare il
debito in euro! Il che significa che se sono
a credito e voglio chiudere il mio conto mi
rimborsano i crevit in euro? Certo che no,
il credito in Crevit “non è mai convertibile
in euro”. Quindi? Leggiamo nelle Faq sul
sito che, se proprio non volete più operare
sulla piattaforma, potete regalare i crevit a
una Onlus. C’è pure la beneficenza....
Il risultato, per ora, è che abbiamo pagato
per ottenere 500 crevit che non siamo
riusciti a utilizzare sulla piattaforma. Dato
che Crevit non dà di fatto alcuna garanzia
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Intervenga l’Antitrust
Abbiamo segnalato Crevit Italia srl all’Antitrust
per pratica commerciale scorretta e per la presenza di
clausole vessatorie nel contratto. C’è un inadempimento contrattuale da parte di Crevit Italia srl che, come gestore della
piattaforma online, non ci ha
permesso di portare a termine
i nostri acquisti e ci ha costretto a pagare in anticipo una commissione per crevit (buoni spesa virtuali) che non abbiamo
potuto utilizzare. Infatti, quando
ci siamo registrati come utenti
abbiamo pagato 30,50 euro per
ottenere 500 crevit che sono
risultati inutilizzabili. Insomma,
da un lato manca una procedura corretta che possa dare garanzia degli acquisti e delle vendite, dall’altro c’è un ricavo da
parte della società ottenuto
attraverso le commissioni pagate in euro dagli utenti.
Abbiamo segnalato anche la
pubblicità come ingannevole . Lo
slogan “Compra senza denaro”
non è veritiero, in quanto gli
utenti che si registrano devono
pagare una commissione per
poter ottenere crevit da usare
sulla piattaforma per gli acquisti.
Un altro slogan ingannevole è
“scopri la moneta complementare ”, visto che non si tratta di
una moneta, ma di buoni spesa.
Infine, abbiamo segnalato all’Autorità la presenza di clausole
vessatorie in tema di responsabilità, recesso e foro competente. Sul primo fronte, perché
Crevit srl non si assume nessuna responsabilità derivante
dalle compravendite che avvengono sulla piattaforma, limitando la possibilità del consumatore di fare reclamo a Crevit in caso
di problemi. Per quanto riguarda il recesso in quanto per chiudere il conto è richiesto un
preavviso troppo lungo, addirittura 6 mesi. Infine, il foro competente indicato in caso di controversia è quello di Brescia,
mentre dovrebbe essere quello
del consumatore.
Per tutte queste ragioni Altroconsumo ha chiesto un provvedimento d’urgenza all’Autorità.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 15
Inchiesta
su acquisti e vendite e nessuna assistenza
in caso di problemi, per quale servizio
paghiamo una commissione?
La delusione degli iscritti
Nel momento in cui scriviamo (novembre
2014), sull’home page di Crevit.it compare
“Crevit cresce! Negli ultimi 30 giorni nel
marketplace sono state pubblicate
opportunità in vendita per 28.291.184,14
euro pagabili in crevit”. Insomma, non ci
sono dubbi sul successo dell’iniziativa.
Forse noi siamo stati particolarmente
sfortunati con il nostro test e, invece, gli
altri utenti riescono a operare e sono
soddisfatti. Così, abbiamo telefonato a
parecchi utenti registrati, che avevano
pubblicato un’offerta nel marketplace. E
abbiamo capito che la sfortuna non
c’entra. Molti utenti ci hanno raccontato di
non essere riusciti né a vendere né a
comprare sulla piattaforma di Crevit, altri
erano delusi per avere pagato una
commissione per avere buoni spesa di
fatto inutilizzabili. Molti hanno lamentato
la mancanza di un supporto dal servizio
clienti. C’è anche confusione su come
funziona il sito. Per esempio, un utente
che ha messo in vendita uno scooter si
chiedeva quali responsabilità si assume
Crevit nei confronti di chi si iscrive alla
piattaforma. Lo abbiamo chiesto a Melega,
che su questo punto ha ammesso che c’è
ancora da lavorare, impegnandosi a
risolvere le criticità che abbiamo rilevato:
dalla concessione di un fido senza alcuna
valutazione sull’affidabilità dell’utente,
alla mancanza di controllo su quello che
INTERVISTA
“C’è una sostanziale
differenza tra il servizio
che lei immagina e la realtà”
Ci siamo iscritti alla piattaforma e abbiamo
chiesto un fido, pagando una commissione,
ma non siamo riusciti né a vendere, né a
comprare. Siamo stati sfortunati?
Ritengo assolutamente di sì. Negli acquisti
non avete operato correttamente, perché
ho la certezza che, prima di fare la
transazione, non abbiate interagito con gli
utenti. Invece, bisogna farlo sempre. Il
marketplace (la vetrina con i beni e i servizi
offerti) è uno strumento che mettiamo a
disposizione ed è governato dagli utenti,
noi ci limitiamo a quello che è il
monitoraggio e la garanzia delle transazioni
finanziarie, per cui tuteliamo gli utenti da
quel punto di vista. Ma dal punto di vista
della logistica, della disponibilità di beni e
della correttezza degli utenti questo
dobbiamo darlo a completo onere di quelli
che sono gli utenti che utilizzano la
piattaforma.
Se poi c’è un utente che usa la piattaforma
in modo scorretto viene allontanato da noi
e inserito in una black list.
Visto che nel nostro caso Crevit non ha
funzionato, abbiamo contattato altri utenti
presenti sulla piattaforma, ma la musica
non è cambiata.
Consideri che siamo in fase di start up,
siamo partiti il 15 luglio scorso perché da
16 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Marco Melega, amministratore
delegato di Crevit Italia srl
quando abbiamo concepito l’idea lo
sviluppo non è stato affatto facile, abbiamo
avuto tantissimi intoppi e abbiamo dovuto
superare criticità informatiche, tecniche,
contabili, economiche, fiscali…
Questa fase di start up ci ha consentito di
ottenere tutta una serie di feed-back che
ci consentiranno a breve di avere
un’importante evoluzione nella
comunicazione verso gli utenti e nelle
funzionalità interne per consentire sempre
più una fruizione immediata dello
strumento crevit.
“Compra senza denaro”, è pubblicità
ingannevole visto che si paga una
commissione.
Non sono d’accordo. Lei ha trasferito 300
crevit per avere un telefonino da 300 euro
avviene sulla piattaforma fino a un
servizio clienti incapace di far fronte ai
problemi in cui incappano gli utenti.
Melega si giustifica sostenendo che Crevit
è nata da poco (luglio 2014) ed è ancora di
fatto una start up: molti processi sono da
mettere a punto ed è naturale qualche
intoppo. Ma affermando che comunque la
piattaforma è una leva di acquisto che
Crevit dà sia alla famiglia sia all’impresa.
Ci chiediamo, però: perché partire senza
essere pronti e con un battage
pubblicitario così imponente, facendo
promesse che non si possono mantenere?
A farne le spese sono i consumatori,
mentre le casse di Crevit si riempiono con
le nostre commissioni. Altroconsumo non
ci sta e lo ha segnalato come pratica
commerciale scorretta all’Antitrust. ¬
e ha pagato una commissione di 15 euro. È
un acquisto senza denaro. La commissione
serve per garantire la stabilità della
piattaforma, perché se lei mi chiede i crevit
e non ha il 5% da erogare, beh, è uno degli
elementi che costituiscono il parametro del
nostro rating, unitamente alla verifica sul
codice fiscale dell’utente. Se lei avesse
venduto sulla piattaforma e ottenuto
accrediti in crevit avrebbe corrisposto il 2%
di commissione e avrebbe in tasca un
telefonino da 300 euro. Quindi, per la
pubblicità, se noi vogliamo specificare che
un utente compra al 98% senza denaro,
facciamolo pure, ma sostanzialmente non
cambia la cosa.
Cambia il fatto che pago una commissione
per un servizio che non ricevo, il telefonino
non sono riuscita a comprarlo...
In questi giorni (ottobre 2014, ndr) stiamo
cambiando l’assetto societario (annuncia a
breve il passaggio di Crevit da società a
responsabilità limitata a società per azioni,
ndr) per farlo diventare più affine a
un’azienda che possa garantire
effettivamente queste cose al parco degli
utenti.
Cosa?
La garanzia di tutta una serie di processi di
tutela in qualsiasi transazione. Per
esempio, criteri di erogazione di
affidamenti in moneta complementare,
monitoraggio delle transazioni effettuate,
criteri di soluzione di problematiche di
contenziosi correlati all’utilizzo della
piattaforma complementare.
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Inchiesta
Giocare
LA NOSTRA INCHIESTA
Siamo tornati a occuparci di sicurezza
dei giocattoli, per verificare se ci sono
ancora rischi per i bambini anche alla
luce della nuova normativa.
IN UN LABORATORIO SPECIALIZZATO
Abbiamo testato in totale venti
giocattoli di vario tipo. Nelle schede in
queste pagine sono evidenziate le
principali prove eseguite in laboratorio:
rischio di strangolamento; lesioni agli
occhi; danni all’udito; ingestione
accidentale di calamite o piccole pile;
tossicità chimica di alcuni giocattoli,
soprattutto quelli che vengono portati
alla bocca; rischio di bruciature per
problemi di surriscaldamento di alcune
componenti elettriche.
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Sempre al sicuro
La normativa si aggiorna, ma sugli scaffali ci sono
ancora giocattoli a rischio. Ecco quali non comprare.
raumi, contusioni,
ingestione di sostanze
tossiche: spesso le prime
vittime degli incidenti
domestici sono i bambini.
Ma non sono solo ante, spigoli e detersivi a
portare ogni anno tanti bimbi al Pronto
Soccorso, perché a mettere a repentaglio
l’incolumità dei più piccoli sono anche i
giocattoli non del tutto sicuri che finiscono
nelle loro mani. I pericoli sono diversi, più
T
o meno gravi, ci può essere il rischio di
soffocare mettendo il giocattolo in bocca
oppure di ingerire in modo accidentale la
micropila di un gioco elettrico.
La casistica dei problemi comunque è
lunga, nelle schede che seguono sono
riportati i principali venuti a galla in
laboratorio, dove abbiamo sottoposto a
test di sicurezza venti giocattoli. Cinque di
questi sono risultati fuori legge, quattro
sono pericolosi anche se a norma.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 17
Inchiesta
Il più pericoloso è Gummy Gommy,
dell’azienda Primigiochi, un insieme di
pupazzi gommosi, adatti dopo i 18 mesi di
età, non conformi ai requisti meccanici
richiesti dalla legge: ci sono piccoli pezzi
che si staccano e possono diventare
ingeribili, ma anche sagome di forma non
idonea, che messe in bocca potrebbero
ledere il palato dei piccoli. Abbiamo
segnalato il gioco, peraltro indicato per
tutte le età (e quindi anche per i più
piccini) al ministero dello Sviluppo
economico e alla Camera di commercio di
Milano. Al Ministero abbiamo segnalato
anche il trenino Brio My First Railway, che
ha un contenuto di nichel superiore a
quanto consentito dal regolamento
europeo sulle sostanze chimiche (Reach), e
che viola anche la normativa EN 71 - 3 del
luglio 2013 per l’eccessiva migrazione di
stagno. Sconsigliamo l’acquisto anche di
Yogurtino Mini (Giochi Preziosi), che ha
un contenuto elevato di stagno, una delle
nuove sostanze chimiche da ricercare
secondo la legge di sicurezza dei giocattoli
(ma non è fuori legge perché è stato
immesso sul mercato prima di luglio 2013).
I nostri tecnici hanno verificato, tramite un misuratore
(foto in alto), se i piccoli pezzi staccabili possono ostruire la gola.
RUMORE
I giocattoli che producono un suono, non solo gli strumenti
musicali, devono rispettare precisi limiti di rumore in modo da
non danneggiare l’orecchio del bambino.
LUCI LASER
Se proiettate direttamente negli occhi, alcune luci laser
possono danneggiare la retina.
I giochi con luce laser devono soddisfare le prescrizioni della
normativa, per esempio la potenza e la lunghezza d’onda della
luce emessa non devono nuocere alla pelle e agli occhi.
I due giocattoli sottoposti al nostro test risultano conformi ai
requisiti di legge, senza rischi per gli occhi. Sono Kikkerland
KRL21T Cat Led Keyring e Imperial Toy Googly Critter.
Quale genitore non ci è mai passato? Un rumore che buca il
timpano invade il salotto di casa ed è un piccolo giocattolo a
emettere tanto frastuono. Ma a essere infastiditi, in questi casi,
non sono solo gli adulti. Per quanto non se ne renda conto,
anche il bambino può subire un danno diretto al proprio timpano
se il rumore continuo è troppo elevato o raggiunge picchi
inaccettabili. Abbiamo sottoposto alcuni giocattoli del test ai
requisiti acustici stabiliti dalla nuova norma, entrata in vigore lo
scorso ottobre. Il tamburo Bontempi Music Star, gli strumenti
musicali Mickey Mouse Clubhouse e la Raganella in legno (Sevi)
non sono fuorilegge, ma di certo sono potenzialmente pericolosi
per le orecchie.
Allerta. Sono quattro le segnalazioni fatte nel 2014, fra queste
anche un prodotto che aveva una luce interna, ma che a seguito
di sollecitazioni si è rotto rendendola visibile (palla Puffer).
In generale sono più a rischio le pistole con puntatori.
Allerta. Nel corso del 2014 ci sono state otto segnalazioni al
Rapex, il sistema di allerta europeo, di prodotti a rischio
acustico, tutti simili a telefoni cellulari giocattolo.
La motivazione è che il livello del suono è troppo alto.
18 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
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Gli altri tre problemi emersi sono
indicazioni non a norma presenti
sull’etichetta delle scatole, che anche se
possono sembrare secondarie
rappresentano scorrettezze da non
sottovalutare. In un caso la marchiatura
CE non è regolare, negli altri due casi
mancano i riferimenti del fabbricante,
un’informazione indispensabile per
segnalare un eventuale problema.
Alcuni sono “fuori legge”
La normativa sui giocattoli è stata
aggiornata per stare al passo del progresso
tecnologico e allinearsi alla nuova
creatività dei bambini di oggi. La direttiva
2009/48/CE prevede, infatti, nuovi
requisiti e si focalizza tra le altre cose sul
rischio legato alle sostanze chimiche
presenti nei giocattoli.
I giocattoli che arrivano sul mercato
devono soddisfare la nuova normativa, ma
non vale lo stesso per i prodotti già in
circolazione prima di quella data. In
sostanza, sugli scaffali in questo momento
ci sono prodotti non conformi, che però
non sono da considerare fuori legge (come
Palla Puffer, quanti problemi
L’allerta al sistema di controllo Rapex è partita dall’Italia: queste
palline gommose celano diversi pericoli e violano le norme di
sicurezza.
RISCHIO DI
SOFFOCAMENTO
La nascita
di nuovi
giochi
comporta
nuovi rischi
La gomma della pallina
è poco resistente e
rompendosi lascia nelle
mani dei bambini un
circuito elettrico con
batteria piccola, facile
da ingerire o inalare.
DANNO OCULARE
La luce blu prodotta
dal Led può
danneggiare la retina.
RISCHIO DI
INGESTIONE
La batteria a bottone,
se ingerita, provoca
danni letali.
PILE A BOTTONE
CORDE E CAPPI
Le batterie nei giocattoli destinati ai
bimbi sotto i 36 mesi devono essere
inaccessibili senza l’aiuto di un adulto.
I giocattoli destinati a bambini al di sotto dei 3 anni non devono contenere corde più
lunghe di 220 mm, oppure devono essere separabili in più pezzi. Per i giochi trascinabili,
se la corda è libera può essere lunga anche 80 centimetri.
Tutti i giocattoli del test sono conformi alla
normativa. Se la corda è troppo lunga, c’è il
rischio che il bimbo l’avvolga intorno al
collo. In caso di corde lunghe, la soluzione
migliore è che sia separabile in due pezzi (è
il caso di Itsmagical Roll Pony, immagine a
destra).
Il tamburo Music Star (Bontempi) ha una
corda destinata a essere messa intorno al
collo, quindi dovrebbe essere dotata di un
sistema di sgancio rapido in caso di
pericolo. Il produttore si è limitato a
cautelarsi inserendo il divieto per i bambini
fino a tre anni e l’avvertenza “presenza di
lunghe corde”.
Allerta. 15 le segnalazioni fatte al Rapex
per rischio di strangolamento dall’inizio
dell’anno. Riguardano principalmente
costumi e travestimenti con lacci troppo
lunghi oppure yo-yo in gomma che si
allungano troppo.
Le micropile alimentano giochi o altri
oggetti presenti in casa (orologi,
bilance, calcolatrici, telecomandi...) e
l’ingestione avviene perché il bambino
riesce a estrarle dalla sede. I genitori
devono accertarsi che gli alloggiamenti
in cui si trovano le batterie siano apribili
solo con utensili specifici. Nessun
problema nel nostro test.
Allerta. Sono dieci le segnalazioni al
Rapex nel corso di quest’anno.
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Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 19
Inchiesta
Yogurtina e i tre prodotti del riquadro sul
rumore). Resta il fatto che per alcune
caratteristiche sono potenzialmente
pericolosi e quindi da non acquistare.
Scegliere bene un giocattolo
Quando si compera un giocattolo occorre
sempre tener a mente alcune cose: è
obbligatorio riportare sul prodotto o
sull’imballaggio la marcatura CE, il nome
e l’indirizzo del fabbricante. Se mancano
queste informazioni di base non
acquistatelo. Diffidare di ambulanti o
bancarelle improvvisate, ma attenzione
anche ai negozi con prodotti di seconda
mano, perché la mancanza della
confezione fa sì che possa diventare
difficile risalire al fabbricante per
segnalare eventuali problemi o avere tutte
le indicazioni e le avvertenze necessarie.
Attenzione alle indicazioni di età: anche se
il prodotto può sembrare adeguato per i
bimbi più piccoli, l’indicazione dell’età va
sempre rispettata. In caso contrario il
gioco potrebbe essere utilizzato in modo
scorretto o presentare imprevisti inattesi.
Attenzione anche agli altri oggetti
Dal laboratorio alle fabbriche cinesi: guarda
il nostro video e scopri tutti i retroscena
della produzione di giocattoli.
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vita-privata-famiglia
Oltre ai rischi strettamente legati ai
giocattoli, è bene osservare sempre con
molta attenzione i momenti di gioco dei
propri bambini. Infatti, anche quello che
può sembrare innocuo a prima vista, nelle
mani di un bimbo può diventare
pericoloso. È il caso degli oggetti di uso
quotidiano, come un mestolo o una
grattugia, ma anche di orologi e bilance,
che contengono micropile facilmente
ingeribili. I Centri antiveleni della
Lombardia hanno lanciato l’allarme la
scorsa primavera: l’ingestione di pile a
bottone al litio negli ultimi cinque anni è
in aumento. Si tratta di batterie rotonde,
piatte, sempre più diffuse negli apparecchi
digitali e pericolose perché facilmente
ingerite dai bambini più piccoli. Queste
pile possono causare danni anche molto
gravi a esofago e stomaco. Per evitare il
rischio è fondamentale impedire ai
bambini di accedere all’alloggio delle pile.
Braccialetti sequestrati
Un recente caso di cronaca ha riportato a
galla il tema della sicurezza dei giocattoli.
A Milano la polizia ha sequestrato 20
milioni di loom bands, i braccialetti fatti
intrecciando piccoli elastici a forma di
anello, che dalla scorsa estate spopolano
tra i bambini di tutte le età. Erano tutti
venduti illegalmente e non conformi ai
requisiti di sicurezza richiesti dalla legge.
Il problema è che contengono sostanze per
rendere morbida ed elastica la plastica. Si
PICCOLI MAGNETI
PALLE E PICCOLI PEZZI
I giocattoli che contengono piccoli magneti, in caso di ingestione
o inalazione, possono provocare lesioni gravi.
I giocattoli e le loro parti smontabili devono avere dimensioni
minime, non devono essere appuntiti, né con bordi taglienti.
I giocattoli destinati a essere messi in bocca (in realtà quasi tutti
potenzialmente) non devono avere piccoli pezzi, facili da
ingerire. Le palle devono avere dimensioni sufficienti per evitare
che si incastrino in bocca, inoltre sono da evitare gli oggetti con
sagoma a rischio di causare lesioni al palato. Primigiochi
Gummy Gommy non è conforme ai requisti meccanici richiesti
per i giochi indicati per tutte le età: ci sono parti che si staccano
e sagome non idonee. L’abbiamo segnalato al Ministero e alla
Camera di commercio di Milano, mentre le palline As Toys Mega
Rimbalzine sono sicure per bimbi sopra i 3 anni.
Allerta. Al Rapex sono arrivate 84 segnalazione nel 2014 per
giochi a rischio di soffocamento.
Negli ultimi anni sono diventati più piccoli e più potenti. Esiste
una normativa che vieta quelli dotati di maggiore forza
attrattiva. Anche le calamite che non sono vendute come
giochi, come quelle da frigorifero, possono avere magneti
staccabili, che diventano piccoli pezzi facili da ingerire. Occorre
la vigilanza degli adulti, perché anche questi magneti possono
diventare pericolosi nelle mani di un bimbo. I due prodotti
testati, Itsmagical Creart Magneto e Rea Mania 48 Magneti
colorati, sono sicuri: non hanno magneti piccoli o staccabili.
Allerta. Nel 2014 sono stati segnalati due giocattoli con magneti
pericolosi, che possono causare perforazione o blocco intestinale.
20 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
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tratta di ftalati, sostanze potenzialmente
cancerogene purtroppo presenti anche in
altri giochi, come dimostrano le nostre
inchieste. A mettere a rischio la salute dei
bimbi è la quantità eccessiva di ftalati
utilizzata. La normativa prevede un limite
dello 0,1% di ftalati sul peso totale del
materiale utilizzato. In commercio
possono esserci prodotti con quantità
maggiori, come nel caso dei bracciali
sequestrati a Milano, che non rispettano le
norme. La cosa a cui fare attenzione è
come i bambini usano i giocattoli, in
particolare bisogna evitare che li portino
alla bocca e li succhino. Nel caso dei
braccialetti, meglio controllare anche la
pelle (del polso o della caviglia) ed evitare
che li indossino anche di notte.
Come capire se i braccialetti dei nostri figli
sono a rischio? Trattandosi di giocattoli, si
deve diffidare di quei prodotti che
sull’imballaggio non riportano le
indicazioni obbligatorie: ci deve essere la
marchiatura CE; il divieto di utilizzo 0-3
anni; il nome e l’indirizzo del fabbricante.
Infine, le avvertenze e le istruzioni devono
essere in italiano. ¬
RISCHIO BRUCIATURE
Esistono elettrodomestici, venduti su siti per bambini, che possono provocare ustioni o
non soddisfare i requisiti di legge. Il Ministero ne sottovaluta il rischio.
Li si può scambiare per giocattoli perché
sono venduti in negozi per bambini (anche
online). In realtà sono elettrodomestici:
macchine per fare pasticcini, muffin o
sandwich, lanciati sul mercato per
soddisfare la voglia dei piccoli Masterchef. Il
rischio, secondo noi, è che siano usati in
modo improprio dai bambini, proprio
perché non sono giocattoli. Sono da ritirare
dal mercato, e infatti ne abbiamo segnalati
alcuni al ministero dello Sviluppo
economico. La risposta è che si tratta di
elettrodomestici per adulti, quindi rischi
non ce ne sono. Davvero? In realtà il
tostapane Imaginarium al momento del
test (dicembre 2013) non rispettava
nemmeno i requisiti di sicurezza degli
elettrodomestici, perché raggiungeva
temperature troppo elevate sulla
superficie. E poi non dovrebbe riportare
riferimenti ludici (come Sandwich Maker
Kiconico nella foto), creando ambiguità sul
prodotto. Imaginarium in parte ha
rimediato: ora il tostapane si trova nella
sezione online “Giocare con i bambini”.
Sotto la sorveglianza dei genitori, s’intende.
Allerta. Sei le segnalazioni di prodotti che
portano al rischio di bruciature.
SOSTANZE CHIMICHE
La norma prevede nuovi requisiti di sicurezza chimica, da luglio 2013
è stata arricchita la lista degli ingredienti indesiderati.
L’aggiornamento della norma è il motivo per cui oggi ci
sono in commercio giochi non conformi alle ultime novità
legislative. Attenzione agli odori forti, che possono indicare
la presenza di sostanze chimiche non idonee. Sconsigliamo
l’acquisto di Yogurtino Mini (Giochi Preziosi), che ha un
contenuto elevato di stagno, una delle nuove sostanze da
ricercare secondo la norma entrata in vigore a luglio 2013.
Abbiamo segnalato al ministero dello Sviluppo economico il
trenino Brio My First Railway per la presenza eccessiva sia
di stagno sia di nichel.
Allerta. Sono 218 le segnalazioni, la maggior parte riguarda
la presenza eccessiva di ftalati, ma ci sono anche metalli
pesanti.
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Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 21
Guida
Il più adatto a te
A casa o in viaggio, in poltrona o alla scrivania, per gioco o per lavoro: scegliere
l’apparecchio digitale più adatto dipende da chi sei e soprattutto da che cosa vuoi.
regali digitali saranno anche quest’anno con ogni probabilità tra gli oggetti
più acquistati per Natale. Sotto l’albero
finiscono sempre più spesso gli inseparabili utensili di tutti i giorni: smartphone e tablet in prima linea, ma anche gli innovativi
phablet (binomio tra telefonino e tavoletta), oltre a
ultrabook e Pc all-in-one.
Per essere sicuro di fare un regalo davvero gradito, o
anche per avere la certezza di comprare qualcosa di
utile per te, bisogna prima di tutto chiedersi a cosa
serve il prodotto tecnologico in questione: per lavorare? Per guardare film? In viaggio? La domanda non
è banale perché, anche se il mercato tecnologico oggi
è in grado di fornire apparecchi che possono fare praticamente di tutto, è anche vero che per ogni esigenza esiste il prodotto più indicato.
Per orientarsi al meglio, è indispensabile pensare anche a chi lo utilizzerà: ragazzi, professionisti, adulti e
anziani (ormai anche loro esigentissimi) hanno bisogni diversi. Nelle schede a fianco abbiamo ipotizzato
quattro diversi scenari di utilizzo tipo: passare il tempo su un social media (come Facebook o Twitter); dedicarsi ai compiti o a impegni di lavoro; muoversi in
viaggio (e quindi usare il dispositivo in treno o in ae-
I
22 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
La fascia
di prezzo varia
molto in base
alle esigenze
reo); infine rilassarsi guardando un film sullo schermo. Una volta chiarite le idee su cosa serve, il passo
successivo è scegliere per quella categoria di apparecchio il modello migliore. Sul nostro sito trovi una classifica degli apparecchi digitali testati, con il punteggio
ottenuto nei diversi test di laboratorio. Per ogni modello è disponibile la descrizione delle prove fatte,
sempre aggiornate all’evoluzione della tecnologia,
una guida alla scelta con approfondimenti anche sui
costi di gestione, e un giudizio di affidabilità marca
per marca. Così hai tutto quello che ti serve. ¬
Nella sezione online “Confronta e scegli” trovi i
risultati del test sulle principali categorie di prodotti
digitali: tablet, phablet, smartphone, stampanti,
ereader, hard disk esterni, antivirus. Clicca sul
modello che ti interessa e scoprine i punti deboli e i
punti di forza. Grazie al nostro servizio puoi sapere
qual è il negozio, anche online, in cui costa meno.
www.altroconsumo.it/hi-tech
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PRODOTTI DIVERSI A SECONDA DELLE CIRCOSTANZE
Per svolgere uno stesso compito esistono diversi prodotti sul mercato, ma a seconda delle circostanze e dell’età le esigenze
possono cambiare anche radicalmente. Scegliere un prodotto calibrato sui bisogni permette anche di non spendere più del dovuto.
SOCIAL MEDIA
I social network sono ormai la forma di intrattenimento più
diffusa: si legge, si scrivono mail e post, si postano foto e
video, si condividono filmati, si passa da un blog all’altro.
Ragazzi Serve un dispositivo piccolo, tascabile e leggero. La
memoria deve essere ampia, meglio se espandibile. Per i più
giovani è consigliabile uno smartphone, per gli adolescenti
anche un phablet. Da considerare che i più giovani aspirano a
uno schermo di qualità e a una buona fotocamera, per
scattare foto e filmati.
Adulti e anziani Per queste generazioni non è così
fondamentale che il dispositivo sia tascabile o molto leggero,
così come non è fondamentale la durata della batteria:
l’utilizzo è soprattutto domestico. Per interagire tramite
social network può andare bene un tablet.
IN VIAGGIO
Per ascoltare musica, vedere filmati, navigare e partecipare
ai social network, così come leggere o scrivere email,
scattare foto e girare video è necessario un dispositivo
portatile con uno schermo ampio. Quando si è in viaggio è
necessario un dispositivo con una batteria durevole.
Adolescenti e adulti Il dispositivo più indicato è il tablet, in
particolare quello mini. Per la semplice lettura fuori casa la
scelta può ricadere su un lettore di ebook.
Professionisti In trasferta serve un dispositivo versatile, da
usare nelle riunioni o per il lavoro di ufficio, ma anche per
svagarsi nei momenti morti. Un ultrabook è leggero, portatile,
con una buona batteria e una memoria ampia.
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LAVORO O STUDIO
Fare i compiti o lavorare da casa alla scrivania, navigando,
compilando documenti e leggendo/inviando mail.
Ragazzi Possono esserci esigenze diverse a seconda dell’età.
Un ragazzino può preferire un ultrabook, per un teenager è
più adatto un portatile che permetta di fare i compiti fuori
casa, quindi anche un tablet.
Adulti e professionisti Conviene prevedere un modello
portatile da utilizzare occasionalmente fuori casa, di peso e
dimensioni non per forza ridotte. Visto che si lavora
principalmente alla scrivania, servono una buona tastiera,
uno schermo ampio e un mouse. La memoria deve
permettere di installare vari software e di salvare file di
grandi dimensioni. Consigliamo un ultrabook o uno all-in-one.
Anziani Lo stesso strumento è consigliabile
per questi utenti, a cui non serve
particolarmente la portabilità.
GUARDARE I FILM
Attività svolta a casa, ma spesso anche in treno o in aereo. Il
dispositivo deve essere leggero, trasportabile in borsa e
soprattutto con un ottimo schermo e un buon audio. Utile una
batteria di lunga durata.
Ragazzi Per questi utenti si può optare verso prodotti
economici, come un tablet di fascia bassa.
Tra i sistemi operativi è consigliabile Android (in particolare
una versione superiore o uguale alla 4.4.2 che consente di
impostare la modalità utente bambino), in quanto gli iPad
sono piuttosto costosi e inutilmente potenti, così come i
modelli con Windows.
Adulti Anche per gli adulti il tablet è l’apparecchio consigliabile,
meglio se di buona qualità.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 23
Inchiesta
Tablet
il costo umano dell’era 2.0
Malattie, divieto
di attività sindacale,
assenza di controlli
sulla filiera produttiva,
malaffare: ecco
il retroscena dei nostri
gioielli digitali.
24 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
utti in coda per l’ultimo
raffinatissimo e leggerissimo
tablet, che finirà nelle mani
di milioni di persone
bramose dell’ultima novità
digitale; ma sono pochissimi a parlare del
retroscena che si nasconde (e che si vuole
tenere nascosto) dietro la produzione della
merce digitale. L’era 2.0, ovvero il XXI
secolo, quello dell’intelligenza collettiva,
dei social media, del vivere sempre
T
connessi alla rete ha radici in giganteschi
formicai di lavoratori invisibili, di cui è
d’obbligo parlare. Uno sfruttamento che
comporta orari di lavoro inaccettabili,
convivenza con sostanze nocive per la
salute, assenza di diritti e di tutele di base
(vedi le testimonianze a pagina 26). La
verità si sa, anche se in occidente se ne
parla troppo poco.
Per salvare la propria immagine, alcune
aziende hanno compiuto sforzi che vanno
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nella giusta direzione; altre invece
continuano a sfruttare il vantaggio di
avere delocalizzato la produzione in Paesi
a basso reddito, all’interno di fabbriche
difficile da monitorare, a volte attraverso
una filiera produttiva talmente complessa
da rendere difficili i controlli.
Ancora poca trasparenza
Le grandi multinazionali che producono
tablet non sono tutte uguali e saperlo può
aiutare a scegliere l’oggetto più giusto
anche da un punto di vista etico.
Sono dieci le aziende coinvolte in questa
inchiesta sulla responsabilità sociale dei
produttori di tablet. Solo due rivelano una
politica aziendale adeguata lungo l’intera
filiera produttiva. Si tratta di Acer e
Samsung, che mostrano una buona
attenzione verso gli aspetti sociali e
ambientali, le politiche di controllo dei
fornitori, l’informazione ai consumatori.
I due colossi che dominano il settore,
Samsung ed Apple, nel complesso hanno
politiche aziendali differenti. Samsung ha
mostrato una collaborazione totale
all’inchiesta, anche se poi come potete
vedere nelle testimonianze a pagina 26 i
problemi, anche molto gravi, non
mancano. Al contrario Apple si è rifiutata
di partecipare all’indagine, indicando solo
le informazioni sull’impegno etico
aziendale fornite online; non è solo
facciata, sul web c’è l’intera lista dei
fornitori e in alcuni casi anche il dettaglio
sulla provenienza di specifici componenti.
Può sembrare poco, ma non è da tutti
mettere a disposizione informazioni
dettagliate sulla politica e sulla condotta
aziendale.
Inoltre tra i due leader del mercato dei
tablet apparentemente non corre buon
sangue. In questi ultimi anni Apple ha
portato Samsung in tribunale per una
causa di brevetti (si tratta di un presunto
plagio di iPhone e di iPad), ma poi, stando
alle ultime notizie, i due contendenti
starebbero studiando un accordo per
chiudere la disputa, accordo che
indubbiamente renderà più semplici i
rapporti d’affari tra i due. Samsung,
infatti, è il fornitore di alcuni componenti
di Apple.
Metà delle aziende non ci ha voluto dire
nemmeno in quale fabbrica viene
assemblato il loro tablet, mentre su questo
aspetto abbiamo apprezzato la trasparenza
di Asus, HP, Lenovo e Samsung. Sony ha
giustificato la mancata partecipazione
all’indagine con una ristrutturazione dei
dipartimenti interessati, come del resto è
già accaduto nel 2009 in occasione della
nostra inchiesta sulle fotocamere.
L’azienda non ci ha fatto entrare in
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Colossi digitali poco connessi
Per verificare l’impegno etico e l’attenzione all’ambiente, è fondamentale poter
accedere alle informazioni aziendali. In questo troppe aziende sono ancora riluttanti.
L’inchiesta, realizzata tra maggio e
agosto 2014, ha preso in esame l’impegno
etico delle aziende nella produzione dei
tablet. Abbiamo contattato direttamente
le sedi europee delle principali marche
che li producono, per capire come
operano in senso etico.
Tramite questionari, abbiamo raccolto
informazioni sulle condizioni dei
lavoratori, sulla gestione della filiera dei
fornitori (sia diretti sia indiretti) e sul
rispetto dell’ambiente osservato da parte
delle aziende coinvolte nell’indagine
(quella elettronica è un’industria molto
pesante per il pianeta).
Abbiamo anche chiesto di accedere agli
impianti per ispezionare direttamente le
fabbriche. Abbiamo potuto visitare solo la
fabbrica di assemblaggio del Galaxy Tab
di Samsung, dove abbiamo verificato
come le politiche aziendali possono
tradursi in buone pratiche.
Attraverso la collaborazione delle aziende
che si sono date disponibili, abbiamo
analizzato anche l’eventuale adozione di
standard internazionali, come i Principi
guida delle Nazioni Unite e quelli
dell’Organizzazione internazionale del
lavoro, oltre ad avere indagato sul
supporto offerto dalle aziende alle
comunità locali dove sorgono gli impianti.
Abbiamo poi valutato la presenza di
informazioni sull’impegno sociale e
ambientale pubblicamente disponibili sui
siti internet delle aziende coinvolte nella
nostra ricerca.
POLITICHE AZIENDALI BUONE
POLITICHE AZIENDALI ACCETTABILI
POLITICHE AZIENDALI INADEGUATE
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 25
Inchiesta
DANNI ANCHE ALL’AMBIENTE
25 milioni
di tonnellate
2025
I rifiuti elettronici sono in
continua crescita nel mondo.
Si stima che entro il 2025 il
quantitativo di scarti digitali
possa ammontare a 25 milioni di
tonnellate. Ricordati di smaltire
correttamente gli apparecchi
perché vengano riciclati.
L’etica
viaggia
a singhiozzo
in balia
di forti
interessi
MORTI SUL LAVORO
Nella Corea del Sud centinaia di lavoratori chiedono a Samsung risarcimenti per le
malattie causate dal lavoro in fabbrica. Ad oggi hanno ricevuto solo scuse.
Seong-ok Lee
INCINTA, SI AMMALA
Seong-ok Lee (foto a sinistra) ha lavorato
per dieci anni alla catena di montaggio
Samsung sempre “senza misure di
sicurezza”, racconta. “Nel reparto è
risaputo che le donne incinta non possono
lavorare perché c’è un alto rischio di
aborto o di malformazioni del feto”.
Così quando lei è rimasta incinta, nel 2005
ha dato le dimissioni.
Nel 2011 le è stato diagnosticato un cancro
alla tiroide: “Quando ho scoperto con
quante sostanze chimiche ero entrata in
contatto e le radiazioni a cui ero stata
esposta, non ho avuto dubbi: il medico me
lo ha confermato, ma mi ha anche detto
che è difficile dimostrarlo”.
ESPOSIZIONE PERICOLOSA
Yumi Hwang è morta a 21 anni a causa di
una rara forma di leucemia, in aumento in
Corea del Sud. I suoi familiari hanno fatto
causa all’azienda, la Corte ha stabilito che
“anche se le cause della malattia sono da
accertare, si deduce che la leucemia è
insorta per l’esposizione prolungata a
sostanze dannose e alle radiazioni”.
Samsung finora ha solo chiesto scusa
alle vittime.
26 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Yumi Hwang
Le testimonianze crude che presentiamo
possono sembrare in apparente
contraddizione con il buon risultato
ottenuto da Samsung nell’indagine.
In realtà non lo sono, è solo la riprova di
quanto sia complesso lo scenario
produttivo di un colosso come il leader
coreano di elettronica. Per comprendere
le contraddizioni del mercato, basti dire
che Samsung è il principale fornitore
hardware anche per il rivale Apple.
Nonostante le gravi inadempienze
testimoniate dai due casi che presentiamo
(purtroppo non sono gli unici), resta il fatto
che Samsung ha dimostrato un impegno e
una disponibilità nel senso della
responsabilità sociale, che manca ai
concorrenti del settore.
Casi altrettanto drammatici hanno
riguardato anche fabbriche di Apple, primo
fra tutti quello dei lavoratori della Foxconn
in Cina: nel 2010 un’ondata di suicidi che si
sono verificati tra i 900 mila dipendenti del
principale stabilimento di elettronica
cinese nell’arco di pochi mesi, collegati a
bassi salari ed eccesso di ore di lavoro.
Apple non ha gestito l’emergenza
dimostrando l’ attenzione necessaria
richiesta dalla gravità della situazione.
fabbrica, in più ci ha proposto una
clasuola che avrebbe potuto limitare la
divulgazione delle informazioni fornite,
che ovviamente abbiamo rifiutato.
Anche Google, marchio collegato ad Asus,
rivela una scarsa responsabilità sociale,
infatti non ha nemmeno una sezione
dedicata sul sito.
Quasi tutte le aziende hanno adottato il
codice di condotta della Electronic
Industry Citizenship Coalition (EICC), che
estende gli impegni sociali anche ai
fornitori indiretti, quindi non solo alle
fabbriche di proprietà dell’azienda e ai
fornitori diretti. Finora, però, questo
codice di condotta è rimasto sulla carta,
dato che non sono richiesti vincoli
particolari per aderirvi.
Minerali “insanguinati”
I tablet contengono numerosi metalli e
minerali dietro la cui provenienza si
nascondono conflitti oscuri e sanguinosi.
Come succede per la raccolta di banane o
caffè, anche per il procacciamento di
stagno, cobalto, rame, tungsteno e tantalio
(un metallo raro usato nell’industria della
telefonia e dei computer), i ricavi finiscono
nelle mani delle grandi multinazionali, e
solo una minima parte del profitto resta ai
Paesi che detengono le materie prime.
Peggio ancora, in Congo gruppi armati
compiono violazioni dei diritti umani
contro i civili: attraverso intermediari,
molte aziende straniere acquistano
materiali direttamente dai guerriglieri e
dai militari, finanziando questi gruppi
violenti.
L’unica via per interrompere il mercato e
le guerre legate a questo traffico è la
presenza di una normativa internazionale.
Negli Stati Uniti dal 2012 esiste il Franck
Act, norma che obbliga le aziende a
tracciare la provenienza dei minerali
impiegati nel proprio ciclo di produzione,
affinché evitino di utilizzare i cosiddetti
conflict minerals, estratti riducendo i
lavoratori in schiavitù e provenienti da
zone di guerra e conflitti.
Anche l’Europa è coinvolta in pieno in
questo traffico di risorse: nel 2014, 240
milioni di cellulari e 100 milioni di laptop
sono stati importati all’interno dei confini
europei e fino a oggi l’impegno per
prevenire l’importazione di minerali
“insanguinati” è stato insufficiente.
Nel 2014, la Commissione europea ha
proposto un sistema di autocertificazione
per gli importatori di metalli coinvolti
nella produzione di tablet, che purtroppo
è stato accantonato. È necessaria una
campagna di sensibilizzazione, visto che
solo la pressione mediatica può
condizionare le multinazionali. ¬
www.altroconsumo.it
Test
Cacao
meravigliao
Italiano. Etico. Biologico. Conveniente. È il cioccolato
nero che esce vincitore dalle nostre prove.
Premiato il fondente buono, non solo per il palato.
ra i peccati di gola è considerato veniale. Gustare cioccolato nero è un piacere
dolceamaro, che appaga i sensi senza
provocare (troppi) sensi di colpa. E non
potrebbe essere altrimenti, visto che
non passa settimana senza aver letto di soprendenti
risultati di un nuovo studio (sulla cui scientificità sono
in pochi a preoccuparsi) che conferma quale toccasana per la salute sia il cioccolato, soprattutto quello
amaro: fonte di antiossidanti, migliora l’umore, preserva la memoria, aiuta la concentrazione, contrasta
l’ipertensione, diminuisce il colesterolo cattivo, combatte il gonfiore... e chi più ne ha più ne metta. Di sicuro da un punto di vista nutrizionale non si può certo dire che il cioccolato sia un alimento completo né
dietetico, e per questo va consumato con moderazione. Una porzione di 30 g (più o meno tre-quattro qua-
T
IL NOSTRO TEST
Sono in tutto ventidue le
tavolette di cioccolato fondente
testate: dodici con un contenuto
di cacao tra il 44 e il 50% e dieci
con una quantità dichiarata di
cacao tra il 70 e il 75%.
LABORATORIO E ASSAGGI
Dopo aver esaminato le etichette,
i prodotti sono stati sottoposti a
prove di laboratorio, per
verificare peso, tipo di grassi,
tenore di cacao, difetti e
contaminazioni.
Doppia la prova di assaggio: da
parte di una giuria di professionisti
e di un panel di consumatori.
www.altroconsumo.it
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 27
Test
dratini) ha circa 160 calorie, poco più quelle del cioccolato al latte, poco meno quelle del cioccolato
fondente. Chi per gola o carenza d’affetto non riesce
a fermarsi e fa fuori tutta la tavoletta (100 g), di calorie finisce per assumerne oltre cinquecento, delle
quali più di un terzo sono derivate dagli zuccheri.
Nel caso del cioccolato con il 70% di cacao, gli zuccheri è vero che calano, ma aumentano i grassi, poiché
in genere viene aggiunta una maggiore quantità di
burro di cacao. Niente colesterolo, però, visto che il
cioccolato nero, a differenza di quello al latte, contiene solo ingredienti di origine vegetale.
Ogni italiano
ne consuma
4,3 kg in un
anno, il doppio
rispetto
al 2000
Scegliere quello giusto ed evitare le bufale
gere fino a un massimo del 5% di peso del prodotto
finito. Per fortuna nessuna tavoletta del test ne contiene. La lettura dell’etichetta consente anche di smascherare clamorose bufale, come quella che si cela dietro
le espressioni “piacere fondente” e “extra cacao” usate da Milka. Si tratta in realtà di un cioccolato al latte.
Non solo contiene latte scremato in polvere, ma anche
grasso del latte e siero di latte in polvere. L’unica differenza con il cioccolato al latte Milka è un contenuto
leggermente superiore in cacao: 45% contro il 30% di
quello al latte. Purtroppo il prodotto risulta formalmente in regola, perché non c’è una legge che dia una
definizione di “fondente” per il cioccolato nero.
La peculiarità del cioccolato di Modica
Chi non è esperto di blend e di cru di cacao, oppure
non è tra quelli che si muovono nel mondo del cioccolato come un sommelier in quello dei vini, come fa
a scegliere una buona tavoletta? Ecco alcuni consigli.
Il cioccolato deve avere la superficie lucida, la grana
fine e spezzarsi con un taglio netto. Una pasta non
omogenea o la presenza di bolle sono indici di una
cattiva lavorazione (per esempio, di temperature non
adeguate). Il profumo deve essere intenso e persistente. Nel cioccolato al latte l’aroma di vaniglia e di latte
devono prevalere su quello di cacao.
Prediligere un prodotto con un maggior contenuto di
cacao, l’ingrediente di maggior pregio, è un buon modo
per orientarsi nella scelta, ma non basta: molto dipende dalla qualità delle materie prime. Meglio controllare sempre l’etichetta, dalla quale si può scoprire se una
tavoletta contiene per esempio grassi vegetali diversi
dal burro di cacao — come burro d’illipé o di karité
oppure olio di palma — che la legge consente di aggiun-
La lista degli ingredienti non è molto di aiuto per chi
invece è tentato per la prima volta dall’acquisto di un
cioccolato di Modica e non l’ha mai assaggiato. Nella
piccola cittadina in provincia di Ragusa il cioccolato
è prodotto ancora “a freddo”, secondo le antiche tradizioni atzeche. A mancare, rispetto alla più classica
produzione del cioccolato, è la fase di “concaggio”,
che consente una migliore miscelazione degli ingredienti. La massa di cacao viene lavorata a 40 gradi,
con l’aggiunta dello zucchero; non riuscendo a sciogliersi, lo zucchero dà al cioccolato di Modica un caratteristico aspetto ruvido e una consistenza granulosa. Molto probabilmente è per questa particolarità
che il campione Dolce Modica, inserito nel nostro test,
non è stato molto apprezzato dalla giuria di esperti
assaggiatori, ed è stato addirittura bocciato nella degustazione da parte dei consumatori, come del resto
è successo alle tavolette di Auchan, Coop e Milka.
La nostra scelta Tavolette di cioccolato fondente
Cacao 44-50%
68
NOVI
Fondente
0,99-1,35 euro
Davvero
impeccabile in
tutte le prove di
laboratorio.
Peccato per il
giudizio non
entusiasmante
dei degustatori
delle due giurie.
28 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Cacao 70-75%
57
FIN CARRÉ
(LIDL)
Dark Chocolate
0,49 euro
All’assaggio è tra
quelli che più hanno
convinto i
professionisti, non
altrettano in alcune
prove di laboratorio.
Imbattibile il suo
rapporto tra qualità
e prezzo.
66
MASCAO
Fondente Extra
2,10-2,70 euro
Questo cioccolato
equo-solidale e
biologico è premiato
dai degustatori
esperti e dal
laboratorio, da cui
raccoglie valutazioni
decisamente
lusinghiere.
www.altroconsumo.it
Svizzero? No, italiano ed etico
DAVIDE COMASCHI
A quali caratteristiche corrisponde dunque il cioccolato che esce vincitore dalla speciale competizione che
è il nostro test? A sorpresa, il cioccolato nero con il
punteggio finale più alto non è né svizzero, né quello
con il prezzo più alto (il prodotto più caro, Venchi, è
nella metà bassa della classifica). Segno che è il momento di mettere da parte i luoghi comuni: non c’è
bisogno né di guardare oltralpe, né di spendere grosse cifre per assicurarsi una razione di cibo degli dèi
degna di questo nome. Il cioccolato nero più premiato
è italiano, biologico, etico e conveniente. Nella categoria delle tavolette con un contenuto di cacao fino al
50% è infatti Novi, marchio che nella sua pubblicità
punta tutto sull’italianità, a conquistare il primo posto.
È vero che nelle prove di assaggio non ha infervorato
né giuria di esperti né consumatori, benché promosso,
ma nei test di laboratorio ha sbaragliato tutti. E grazie
al suo prezzo contenuto (0,99-1,35 euro) guadagna,
oltre al titolo di Migliore del Test, anche quello di Miglior Acquisto.
Nella categoria delle tavolette con un contenuto dichiarato di cioccolato fino 75% (Lindt Extra Fondente ne
dichiara il 72% ma ne ha meno), i primi quattro posti
sono occupati da cioccolati biologici. Al rispetto per
l’ambiente, i primi due classificati aggiungono quello
per il sociale. Infatti sono equo-solidali sia Mascao Fondente Extra Altromercato (cacao 70%), cui va la palma
di Migliore del Test, sia Coop Solidal Cacao 70%, che
ottiene meritatamente il doppio titolo di Migliore del
Test e Migliore Acquisto. Chi è più attento al risparmio
può optare per le nostre due tavolette Scelta Convieniente, a 0,49 euro, che all’assaggio non deludono.
66
COOP SOLIDAL
Cacao 70%
1,29-1,69 euro
Un prezzo
conveniente per
questa tavoletta
equo-solidale e
biologica, che non
delude in alcuna
analisi tecnica e
convince i palati
esperti.
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“Più versatile di quanto si creda”
«Per Natale, oltre che gustare dolci al cioccolato,
provate ad aggiungere un po’ di fondente nelle
preparazioni di carne, per esempio sotto forma di
granella sul carpaccio o di salsa nel brasato». Il
consiglio non arriva da uno chef creativo, ma dal
campione del mondo di cioccolateria, Davide
Comaschi. È il primo italiano che è riuscito a
conquistare il gradino più alto del World Chocolate
Masters, il concorso più prestigioso del settore. Lo
abbiamo raggiunto nella pasticceria Martesana, a
Milano, di cui è capo-pasticciere.
Se le ricordo la vulgata che “svizzero è meglio”,
cosa risponde?
«Che la nazionalità non c’entra nulla con il buon
cioccolato, conta l’abilità di chi lo fa. La Svizzera è
famosa per la sua lunga storia legata al cioccolato.
Le sue industrie sono quelle che fanno più volumi e
più fatturato. E poi investono tanto nel marketing.
Non voglio passare per sciovinista, ma in Italia ci
sono eccellenze invidiabili. Spesso però i
consumatori sono così abituati ai prodotti
industriali, che hanno difficoltà ad apprezzarle».
58
DOLCIANDO
&DOLCIANDO
(EUROSPIN)
Extra fondente
72%
0,49 euro
Ottimo il rapporto
qualità-prezzo di
questo cioccolato. La
presenza di alcuni
(piccoli) difetti rilevati
dal laboratorio non lo
penalizza nelle prove
di assaggio
professionale.
Più cacao c’è, più il fondente è buono. È così?
«Non direi. In pasticceria, e non solo, è sempre
una questione di equilibrio. Se usassi il 100% di
pasta di cacao, farei un cioccolato immangiabile. Il
segreto è nella qualità delle materie prime e nel
trovare il giusto equilibrio tra pasta di cacao, burro
di cacao, zuccheri, aromi... E poi il cacao non è uno,
è di tante, tantissime varietà».
In base a quali criteri lo sceglie?
«Al tipo di preparazione e al sapore che voglio
imprimere. Per semplificare al massimo, il cacao
che proviene dall’America centro-meridionale ha
un gusto più rotondo e fine, mentre quello
africano ha un carattere più deciso e marcato».
Qual è il suo preferito?
«Il cacao Criollo, una varietà rara e pregiata, che
cresce in Ecuador e Venezuela. È una pianta molto
fragile, per questo ha una resa bassissima. Con il
Criollo si ottiene un cioccolato da degustazione.
Sarebbe uno spreco usarlo per fare una torta».
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 29
Test
COME LEGGERE LA TABELLA
Etichetta Abbiamo verificato
la presenza di informazioni
obbligatorie per legge e di alcune indicazioni facoltative
come composizione nutrizionale, origine della materia
prima, conservazione...
Grassi vegetali diversi dal
burro di cacao La legge ne
consente l’uso, purché il loro
peso non superi il 5% di quello del prodotto finito. Sono di
sei diversi tipi.
Impurità Consente di individuare negli alimenti la presenza di materiali estranei, dovuta a contaminazioni in fase di
lavorazione o durante tutta la
loro vita commerciale.
Stato di conservazione Si valuta attraverso l’analisi dello
stato di ossidazione della materia grassa. È un indice di
qualità importante perché il
cioccolato è ricco di grassi: da
un terzo al 50% del prodotto.
Ocratossina A È una micotossina classificata come possibile cancerogeno. È tipica di
alcuni alimenti, come cereali,
caffè, vino e derivati del cacao.
Giudizio pessimo a Esselunga:
la quantità trovata era più del
doppio di quella massima ammessa in Italia fino a 5 anni fa.
Miglior Acquisto:
buona qualità e il miglior
rapporto con il prezzo
Scelta Conveniente:
qualità accettabile, prezzo
molto vantaggioso
Analisi gustativa e tattile Gli
esperti distinguono con le
papille gustative e altri recettori i sapori (dolce, amaro,
acido...) dalle sensazioni tattili, come l’astringenza.
Grassi vegetali diversi
dal burro di cacao
Cacao - percentuale
verificata
Impurità
Stato di conservazione
Ocratossina A
• analisi visiva
• analisi olfattiva
e retrolfattiva
• analisi gustativa e tattile
Totale Assaggio esperti
Assaggio consumatori
QUALITÀ GLOBALE (su 100)
NOVI Fondente
0,99-1,35
1,15
100
50
C
A
A
A
A
A
B
C
C
C
C
68
LINDT Fondente Classico
1,40-2,02
1,67
100
50
D
A
B
B
A
A
B
B
B
B
C
65
1-1,45
1,24
100
50
C
A
A
B
B
A
B
C
C
C
C
62
CARREFOUR Fondente
0,89-0,99
0,92
100
47
B
A
A
B
B
B
C
C
C
C
C
60
COOP Fondente Extra
0,72-1,03
0,85
100
50
B
A
B
B
C
A
B
C
C
C
D
60
NESTLÉ Fondente Dark
1,31-1,61
0,98
150
44
C
A
A
B
B
B
C
C
C
C
C
58
FIN CARRÉ (LIDL) Dark Chocolat
0,49
0,49
100
50
C
A
B
C
C
B
B
B
B
B
C
57
ESSELUNGA Fondente Extra
0,99
0,99
100
50
B
A
B
B
B
E
C
C
C
C
C
54
MARCA e denominazione
In euro (settembre 2014)
a confezione
min-max
Etichetta
RISULTATI
Cacao - percentuale
dichiarata
TIPO
Ottimo
Qualità buona
Buono
Accettabile
Mediocre
Pessimo
Formato (g)
PREZZI
Migliore del Test:
ottiene i migliori risultati
nelle nostre prove
Analisi olfattiva e retrolfattiva
I giudici si concentrano sugli
odori (positivi e negativi) percepibili per via retronasale
dopo la deglutizione del cioccolato, tra cui aromi floreali,
fruttati, tostati o speziati.
medio per 100 g
TAVOLETTE DI CIOCCOLATO FONDENTE
Cacao - percentuale verificata Lindt Extra Fondente 72%
ha una percentuale di cacao
inferiore a quella dichiarata.
CACAO 44-50%
RITTER SPORT Fondente 50% cacao
MILKA Piacere fondente Extra Cacao
1,10-1,45
1,32
100
45
C
A
B
B
B
C
C
C
C
C
D
54
CONAD Fondente
0,85-1,58
1,08
100
50
C
A
C
A
B
C
C
C
C
C
C
54
AUCHAN Extra Fondente
0,82-0,99
0,89
100
50
C
A
C
B
B
A
C
C
C
C
D
53
0,49
0,49
100
50
C
A
C
B
B
C
B
C
C
C
D
50
2,10-2,70
2,30
100
70
C
A
A
A
B
A
B
B
C
B
C
66
DOLCE MODICA Puro cioccolato naturale
CACAO 70-75%
MASCAO (ALTROMERCATO)
Fodente Extra 70% - biologico
COOP SOLIDAL Cacao 70% - biologico
1,29-1,69
1,45
100
70
B
A
B
B
B
A
B
B
B
B
C
66
ALCE NERO Extra Fondente - biologico
2,02-2,90
2,39
100
71
C
A
A
B
B
A
B
C
B
B
C
65
CARREFOUR BIO Extra Fondente - biologico
1,29-1,49
1,39
100
71
C
A
C
B
B
A
B
C
B
B
C
62
LINDT EXCELLENCE 70% Cacao
1,77-2,35
2,03
100
70
C
A
B
A
B
A
C
C
C
C
C
62
PERUGINA Nero 70% Cacao
1,49-1,95
1,73
100
70
C
A
B
C
B
B
A
B
B
B
C
59
VENCHI Cuor di cacao 75%
3,80-5,20
4,92
100
75
D
A
B
B
B
B
A
C
C
B
C
58
1,14-1,55
1,37
100
72
C
A
C
B
B
A
B
C
C
C
C
58
0,49
0,49
100
72
C
A
B
C
B
C
B
B
B
B
C
58
1,49-2,25
1,74
100
72
D
A
E
C
B
B
B
B
C
C
C
50
NOVI Fondentenero
DOLCIANDO&DOLCIANDO
(EUROSPIN) Extra fondente 72%
LINDT Extra Fondente 72%
30 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
www.altroconsumo.it
Scegli quello
sostenibile
SFRUTTAMENTO MINORILE: IL LATO PIÙ AMARO DEL CIOCCOLATO
Negli ultimi tempi l’attenzione alla
qualità del cioccolato è
decisamente aumentata. Non
altrettanto quella verso il suo
principale ingrediente, il cacao,
nelle cui piantagioni si ricorre al
lavoro di bambini e ragazzi,
sfruttati e malnutriti.
In un documentario di denuncia
(“Cioccolato, la verità amara”,
2010), la Bbc ha mostrato alcuni
dei mali che maggiormente
affliggono le piantagioni di cacao:
la fame, la povertà e il lavoro
minorile. Ancora troppi bambini e
ragazzi lavorano sottopagati, se
non gratuitamente, in condizioni
pessime di trattamento. Sono
spesso costretti a vivere in
baracche e non ricevono cibo a
sufficienza, molti di loro sono
denutriti.
Il fenomeno riguarda numerosi
paesi dell’Africa occidentale, Costa
d’Avorio, Mali, Benin, Togo, Ghana,
Nigeria, Camerun, Burkina Faso. Il
motivo principale di questa
situazione è la povertà: i coltivatori
non guadagnano abbastanza per
impiegare lavoratori dipendenti e
vivere decentemente. Inoltre,
mancano gli strumenti di
formazione che portino verso la
conoscenza dei sistemi di
coltivazione più efficienti e
sostenibili. Dal punto di vista
ambientale, soprattutto nei paesi
Per aiutare ambiente
e lavoratori, acquista
una tavoletta
contrassegnata da
uno di questi loghi.
Coltivatori tutelati
Garantisce un prezzo
equo e investimenti
per migliorare le
condizioni di vita
dei coltivatori.
Ama l’ambiente
in cui sono più diffuse le grandi
piantagioni intensive, i rischi
maggiori sono rappresentati dal
disboscamento e dalla perdita di
biodiversità dovuta a un uso
massiccio di pesticidi chimici.
Tutti noi dovremmo essere più
sensibili e fare la nostra parte,
scegliendo un cioccolato più equo
e sostenibile. Una aiuto arriva dalla
campagna europea Make Chocolate
Fair (it.makechocolatefair.org) che
cerca di mobilitare l’industria del
cioccolato e i cittadini.
IL PREZZO DELLA TAVOLETTA:
CHI NE BENEFICIA DI PIÙ?
Rigorosi i suoi
standard ambientali,
mentre sono da
migliorare quelli
sociali.
Niente chimica
Il biologico garantisce
l’assenza di sostanze
chimiche: se ne
avvantaggiano
ambiente e lavoratori.
17%
Distribuzione
7%
Intermediari
6%
Coltivatori di cacao
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70%
Industria del cacao
e del cioccolato
Eco-sociale
Il marchio assicura un
buon mix di tutele
a favore dell’ambiente
e dei lavoratori.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 31
Inchiesta
Acqua
Cara come il fuoco
Cinque anni di aumenti tariffari senza sosta
per il servizio di acqua potabile. Ma i problemi
rimangono gli stessi: un terzo del flusso si perde
nella rete idrica prima di arrivare nelle case.
LA NOSTRA INCHIESTA
Per ciascuno dei capoluoghi di Regione
abbiamo rilevato le tariffe dell’acqua
potabile (comprensive dei servizi di
fognatura e depurazione). Abbiamo
confrontato le tariffe delle diverse
città, ipotizzando tre nuclei familiari:
famiglia di due persone, con consumo
annuo di 120 mc; famiglia di tre
persone, con un consumo annuo di 190
mc; famiglia di cinque persone, con
consumo annuo di 320 mc.
L’indagine considera le tariffe in vigore
il 10 ottobre 2014.
UN TUFFO NEL PASSATO
Per misurare gli aumenti della bolletta
dell’acqua, abbiamo confrontato le
tariffe del 2014 con quelle del 2012 e
con quelle del 2009, in modo da avere
un quadro delle variazioni a breve e a
medio termine.
32 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
a bolletta dell’acqua è in
costante crescita, ma la
qualità del servizio rimane
ferma al palo. Questa la
sintesi della nostra inchiesta
sulle tariffe dell’acqua potabile.
La recente revisione delle regole di
tariffazione e la cabina di regia nazionale
affidata all’Autorità per l’energia elettrica
e il gas (Aeeg) di fatto non hanno portato
alcun vantaggio per i bilanci delle famiglie
italiane. Giusto per fare qualche esempio,
negli ultimi cinque anni le famiglie con tre
figli di Firenze hanno visto lievitare la
propria bolletta dell’acqua di ben 336 euro
(+34%), mentre a Napoli le coppie con un
figlio hanno pagato 162 euro in più (+79%);
a Trieste, sempre negli ultimi cinque anni,
i nuclei familiari formati da due persone
hanno visto crescere la tariffa dell’acqua
di 93 euro (+72%). Cifre che, soprattutto in
questo periodo di crisi economica diffusa,
pesano sul bilancio delle spese di casa. A
fronte di aumenti generalizzati, ci si
aspetterebbe un miglioramento del
servizio. Invece i problemi del settore
L
rimangono inalterati da anni, senza il
minimo segno di un’inversione di
tendenza di segno positivo. La rete idrica
nazionale si contraddistingue ancora per
essere una specie di colabrodo: quasi un
terzo dell’acqua, infatti, viene disperso
prima di arrivare nelle case degli italiani.
Pollice verso anche sul versante della
depurazione: in media, quattro persone su
dieci scaricano ancora le acque reflue
direttamente nei fiumi oppure in mare,
data l’assenza di adeguati sistemi di
depurazione. Insomma, il quadro idrico
del nostro Paese è decisamente desolante.
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MENO CARO E PIÙ CARO
A CONFRONTO
Tra i capoluoghi di Regione, Milano applica le
tariffe più basse, mentre Firenze le più elevate:
le differenze sono notevoli per tutte tre le
famiglie considerate.
SPESA ANNUA PER NUCLEO FAMILIARE
Due persone (consumo di 120 mc all’anno)
MILANO
82 ₣
FIRENZE
301 ₣
differenza
219 ₣
+268%
Tre persone (consumo di 190 mc all’anno)
MILANO
137 ₣
FIRENZE
559 ₣
differenza
422 ₣
+309%
Cinque persone (consumo di 320 mc all’anno)
MILANO
251 ₣
FIRENZE
1.315 ₣
differenza
Cambio di regia,
ma il film è lo stesso
Negli ultimi vent’anni il servizio idrico
nazionale ha subìto varie riforme, con
l’obiettivo di superare la frammentazione
delle tariffe. Fino al 2011 queste ultime
erano definite dalle Autorità territoriali
ottimali (Ato), organismi che
sostanzialmente agivano a livello
provinciale, e dai Comuni. In poche
parole, se non era la giungla, poco ci
mancava, perché ogni singola Autorità
dettava le regole a modo suo all’interno
del proprio territorio d’azione. Per
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eliminare questa situazione, si decise che
sarebbe toccato alle Regioni razionalizzare
la gestione del patrimonio idrico. Tutto
risolto, quindi? Niente affatto, perché in
alcune aree del Paese le Ato hanno
continuato ad avere voce in capitolo.
La svolta (o, almeno, si sperava che lo
fosse) è scattata nel gennaio scorso
quando, dopo un periodo di transizione, è
entrato in vigore il metodo tariffario
elaborato dall’Autorità per l’energia
elettrica e il gas (Aeeg), diventata
responsabile unica a livello nazionale. In
realtà, dietro la cortina della
1.064 ₣
+425%
semplificazione, il processo di
determinazione delle tariffe rimane
complesso. Se è vero che l’Autorità per
l’energia elettrica e il gas ne definisce le
regole, uguali a livello nazionale, sono poi
le Ato (o gli organismi locali che ne hanno
preso il posto) che, di fatto, fissano i costi
che poi ci ritroviamo in bolletta. La parola
torna poi, di nuovo, all’Authority per
l’energia, che deve definitivamente
apporre il suo sigillo sulla correttezza di
tutta la trafila. In quest’ultima fase c’è la
possibilità che la tariffa venga di nuovo
modificata, con la conseguente ricaduta a
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 33
Inchiesta
GRANDI DIFFERENZE, MA OVUNQUE COSTI IN CRESCITA
Nel grafico riportiamo il costo annuo della bolletta dell’acqua per una famiglia di tre
persone (con un consumo stimato di 190 mc all’anno). L’istogramma riporta anche
l’aumento percentuale delle tariffe rispetto alla nostra inchiesta del 2009.
30%
COME LEGGERE
I RISULTATI
137 €
MILANO
38%
Aumenti dal 2009 al 2014
nd
226 €
AOSTA
22%
240 €
BOLZANO
Non disponibile
Le città di Palermo, Catanzaro e
Campobasso sono state escluse
dall’analisi perché non hanno ancora
aggiornato le tariffe idriche.
42%
260 €
ROMA
33%
271 €
TRENTO
nd
273 €
VENEZIA
13%
297 €
POTENZA
nd
L’AQUILA
313 €
livello di conguagli sulle bollette future
dell’ignaro utente. Il fatto che ora vi sia un
metodo di tariffazione unico non significa
che i costi del sistema idrico siano gli stessi
ovunque: le Ato o gli organismi locali,
infatti, hanno un margine di elasticità
rispetto alla determinazione delle tariffe,
legato alla morfologia idrica del territorio
e ai conseguenti costi per la reperibilità, la
distribuzione e la depurazione delle acque
(facilità o difficoltà di raggiungere le falde,
sistemi di distribuzione semplici o
complessi, rete di depurazione...).
E noi paghiamo
Ora che è più chiaro il quadro delle
responsabilità del settore idrico (per
quanto sia possibile parlare di chiarezza in
una situazione del genere), torniamo a
quello che interessa alle famiglie: i
cambiamenti avvenuti nel corso di questi
anni sono serviti a calmierare il costo
dell’acqua potabile? La risposta è no. Per
nulla. Un quadro schematico della
situazione lo mostra il grafico qui a
sinistra, riferito alle tariffe dei capoluoghi
di Regione. Sono due i dati principali che
saltano subito all’occhio: le differenze di
spesa, anche rilevanti, tra i vari Comuni, e
la tendenza al rialzo delle tariffe che
interessa tutti i capoluoghi regionali.
I finti virtuosi
44%
333 €
TORINO
39%
344 €
CAGLIARI
79%
368 €
NAPOLI
39%
376 €
ANCONA
53%
378 €
TRIESTE
49%
384 €
BOLOGNA
26%
387 €
BARI
24%
417 €
PERUGIA
42%
435 €
GENOVA
35%
FIRENZE
34 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
559 €
Prima di entrare nel dettaglio dei dati
della nostra inchiesta, vale la pena
fermarci un attimo sui capoluoghi che in
questi ultimi anni non hanno ritoccato
verso l’alto le tariffe idriche: Campobasso,
Palermo e Catanzaro. Capoluoghi virtuosi
perché hanno saputo comprimere
consumi e costi? No, semmai eccezioni
particolarmente negative (per questo le
abbiamo escluse dal grafico).
E spieghiamo il motivo: le tariffe a
Campobasso non sono cresciute proprio
per ordine dall’Autorità per l’energia. Il
gestore del servizio idrico locale, infatti,
non ha ancora adottato alcuna Carta dei
servizi, quella che prevede standard
minimi di efficienza ed eventuali rimborsi
agli utenti nei casi in cui non vengano
raggiunti. Niente Carta, niente aumenti,
dunque. Quello che non si capisce, però, è
perché di fronte a una carenza così grave,
l’Aeeg non abbia preso provvedimenti più
severi, per esempio revocando il servizio
al cattivo gestore.
Per quanto riguarda Palermo e Catanzaro,
invece, i costi sono rimasti quelli calcolati
con il vecchio sistema, perché i gestori del
servizio non si sono ancora adeguati alle
nuove regole fissate dall’Aeeg.
In tutti e tre i casi, dunque, l’immobilismo
delle tariffe non è affatto sinonimo di
www.altroconsumo.it
Spese pesanti
soprattutto per le
famiglie più numerose
efficienza: nel lungo periodo un
atteggiamento di questo tipo finirà anzi
con il danneggiare gli utenti, perché
quando arriveranno gli aumenti, saranno
pesanti.
I numeri del salasso
Abitare in un Comune o in un altro può
avere un’enorme ricaduta sulla bolletta
dell’acqua: per lo stesso consumo, una
famiglia di tre persone paga 137 euro
all’anno a Milano, contro i 559 euro a
Firenze (oltre quattro volte tanto).
Il gruppo più numeroso tra i capoluoghi di
Regione applica una tariffa annua tra i 300
e i 400 euro. In ogni caso, nessun Comune
è sfuggito alla crescita delle tariffe. Se
confrontiamo i dati attuali con le nostre
rilevazioni del 2009, la media degli
aumenti è sempre superiore a un terzo:
+37% per una famiglia di due persone, con
consumo annuo di 120 mc; +38% per una
famiglia di tre persone, con consumo
annuo di 190 mc; +36% per una famiglia di
cinque persone, con un consumo di 320
mc. Il peso delle tariffe si è accresciuto
soprattutto a danno delle famiglie
numerose, quelle con consumi maggiori (e
che non possono comunque essere ridotti
oltre una certa soglia). A Roma, per
esempio, a fronte di un aumento di circa
33 euro (+28%), negli ultimi cinque anni
per i nuclei formati da due persone, si
passa a ben 177 euro (+44%) per quelli di
cinque persone. Situazioni così estreme si
sono verificate anche a Bari, Bolzano e
Trento. La scelta è precisa. Si parte dal
criterio che per disincentivare gli sprechi
di acqua, le tariffe funzionano a scaglioni,
seguendo il principio del “più consumi,
più paghi”: il prezzo unitario applicato agli
scaglioni più elevati è molto più alto
rispetto a quello che tocca gli scaglioni di
base. Non tutte le città sono però
insensibili alla questione delle famiglie
numerose. Trieste, per esempio, applica
una tariffa differente a seconda che i
componenti della famiglia siano più o
meno di quattro, con il risultato che, negli
ultimi cinque anni, la spesa idrica della
famiglia numerosa è aumentata del 13%,
mentre quella del nucleo familiare
formato da due persone del 72%. ¬
www.altroconsumo.it
AUTHORITY SISTEMA IDRICO
“Adeguamenti delle tariffe
solo a fronte di investimenti
utili e realmente attuati”
Negli ultimi anni la crescita delle tariffe
applicate ai clienti domestici è stata senza
sosta. Quali spese devono sopportare i
gestori, per giustificare questi aumenti?
Le funzioni di regolazione dei servizi idrici
sono state trasferite all’Autorità a partire
dal 2012. Solo da quell’anno per noi è stato
possibile tracciare un quadro più completo
della situazione. In particolare, al termine
delle istruttorie, abbiamo approvato le
tariffe relative al periodo transitorio
2012-2013 per circa 36 milioni di abitanti,
residenti in 4.399 Comuni, con una
variazione media del 2,6% rispetto al 2012.
Per quanto riguarda le tariffe 2014-2015, è
un processo in fase di completamento e
solo al suo termine sarà possibile un’analisi
complessiva, basata sulla dimensione
nazionale. Al momento su una copertura di
oltre 30 milioni di abitanti, la variazione
rispetto all’anno precedente è di poco
superiore al 5% annuo, per diversi miliardi di
investimenti previsti.
Quali atti concreti a tutela dei consumatori
domestici sono stati realizzati dall’Autorità?
L’Autorità fin dal 2012 ha adottato numerosi
provvedimenti a tutela dei consumatori. Fra
i primi, ad esempio, l’approvazione della
direttiva per la trasparenza dei documenti
di fatturazione del servizio idrico, che
prevede informazioni minime da riportare in
bolletta e l’obbligo di pubblicazione della
Carta dei servizi; l’avvio di un’indagine
conoscitiva sull’adempimento del divieto di
fatturare il servizio di depurazione ai clienti
non allacciati al depuratore. Siamo inoltre
intervenuti in situazioni di particolare
rilevanza sociale, come nel caso delle
agevolazioni tariffarie e della rateizzazione
per le popolazioni colpite dal terremoto del
Alberto Bianciardi,
componente del collegio dell’Aeeg
maggio 2012 e nel caso dell’indagine
conoscitiva sui comuni interessati da
limitazioni all’uso di acque per presenza di
arsenico e fluoro oltre i limiti consentiti.
Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Purtroppo il settore idrico del nostro Paese
sconta gravi criticità di origine pluriennale.
Si pensi ad esempio alla carenza di
informazioni certe sulla consistenza delle
infrastrutture, sulla loro vecchiaia, sul loro
stato funzionale, sui costi di manutenzione.
È un sistema, quindi, che va messo
rapidamente in sicurezza, anche sotto la
spinta delle possibili infrazioni comunitarie.
Tutto ciò, però, va fatto con adeguamenti
delle tariffe solo a fronte di investimenti che
siano utili e realmente attuati, secondo i
criteri di una regolazione tipicamente
selettiva. Infatti, è proprio grazie
all’attuazione di investimenti infrastrutturali
che si potrà garantire un’effettiva e reale
tutela dei consumatori, che si concretizza
anche assicurando adeguati livelli di qualità
del servizio e di rispetto per l’ambiente,
come nel caso delle perdite di rete.
E sai davvero cosa bevi
Altroconsumo ti permette di fare analizzare
in laboratorio l’acqua di casa tua, a un prezzo speciale,
avvalendosi di un sistema flessibile di prelievo e
spedizione dei campioni di acqua.
www.altroconsumo.it/alimentazione/acqua
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 35
Test
Coltelli alla prova
Perché taglino davvero bene, devono essere
affilati accuratamente. Anche se sono nuovi e
se costano un capitale. I pro e i contro della
ceramica.
IL NOSTRO
TEST
Abbiamo testato 17
coltelli da chef, con
funzione multiuso.
CHE TAGLIO
Fissati su un
macchinario i coltelli
hanno tagliato
alcuni blocchi
sintetici: abbiamo
misurato quanto il
taglio è andato in
profondità sia nei
primi cicli di taglio
(rivelando la
capacità di taglio
iniziale del coltello),
sia al termine
dell’intera prova
(indica la capacità di
rimanere affilato nel
tempo).
Le prove sono state
fatte sia con i coltelli
appena tolti dalla
confezione sia dopo
averli ben affilati.
uando compri un coltello di qualità, pagandolo dei bei soldi (anche più di 100
euro) ti aspetti che faccia subito il suo
dovere. Non è così. Il nostro test ha svelato che anche i coltelli molto cari non
vengono venduti affilati al meglio. Non importa se li
hai appena sfilati dalla confezione: perchè taglino in
modo perfetto, servirebbe un’ulteriore affilatura. E
altri soldi da tirare fuori.
Q
Affilati? Non sempre
Quante volte hai portato ad affilare i coltelli di casa?
Se sgrani gli occhi, non preoccuparti: in realtà la maggior parte delle persone non ha mai portato ad affilare i propri coltelli (non lo fa il 70% delle persone) e
sono una minoranza quelli che li portano da un professionista. In poche parole si spendono un sacco di
soldi per un coltello professionale ma, non facendolo
mai affilare, ci si riduce ad avere un semplice coltello
da massaia, vanificando la spesa.
Ecco un esempio: in laboratorio, spinto da un macchinario da test conforme alla norma ISO 8442-5, il
coltello Kai Shun Classic chef’s knife appena tolto dalla confezione ha prodotto un taglio profondo 348 mm;
dopo essere stato affilato abbiamo rifatto la prova e
la profondità del taglio è arrivata a 776 mm. Una bella differenza che non passa inosservata, anche a chi
non fa lo chef di professione. Ma soprattutto una brutta sorpresa, difficile da digerire se si considera che
questo prodotto costa quasi 200 euro. Non è un caso
isolato: lo stesso si può dire per la maggioranza dei
coltelli del test.
Perché non vengono venduti ben affilati? I motivi possono essere molti. Dalla semplice mancanza di attenzione da parte dei produttori, fino all’inadeguatezza
degli impianti o - ancor peggio - al tentativo di risparmiare: affilare bene i coltelli alla fine del ciclo di produzione ne aumenta chiaramente il costo.
Scegli quello giusto
Per scegliere il coltello che ti supporti davvero in cucina, devi provarlo. Valuta anzitutto se si adatta bene
alla tua mano e se è comodo da impugnare: il manico
in legno per esempio garantisce una buona presa, ma
tende ad assorbire microrganismi e odori; quello in
36 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
La nostra scelta Coltelli
81
MIYABI 7000D Gyutoh
199 euro
È il coltello Migliore del Test. Il prezzo è alto, ma
offre eccellenti performance di taglio già appena
tolto dalla confezione.
www.altroconsumo.it
RISPARM I
167€
Da chef. Quello
del test, multiuso
Da pane. Affetta
senza schiacciare
Affettatore.
Per carne e salumi
70
PADERNO Coltello Cucina 18000-20
16,50 euro
Questo Miglior Acquisto ha un prezzo molto
interessante e resiste bene alle prove sia di caduta,
sia di corrosione. Da affilare dopo l’apertura.
www.altroconsumo.it
Disossatore.
Sfiletta il pesce
Spelucchino.
Per tagli precisi
e decorativi
Mannaia. Anche
per le ossa
67
SANELLI AMBROGIO Chef’s knife
15-18 euro
Decisamente conveniente il prezzo: supera bene le prove
di taglio a cui è stato sottoposto appena tolto dalla
confezione. Migliore Acquisto.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 37
Test
COME LEGGERE LA TABELLA
Denominazione prodotto Il
mercato dei coltelli è molto
frazionato. I produttori e
importantori presenti sul
mercato offrono gamme e
modelli così variegati che
potrebbe risultare difficile
rintracciare uno dei prodotti inseriti nel test. Se sei interessato a un modello,
contatta il produttore e, riferendo il codice esatto in
tabella, chiedi dove puoi
comprarlo.
ICP Significa Initial Cutting
Performace: rappresenta
l’efficacia di taglio del coltello (sia nuovo sia dopo
l’affilatura) durante i primi
utilizzi. N.d: non disponibile.
Massimo spessore della
lama Si ottiene misurando
il dorso della lama: ne determina il peso e la flessibilità. Un maggior peso
conferisce più forza al taglio.
Resistenza alla caduta Ogni
coltello è stato fatto cadere da 1,20 m, su una superficie di cemento, per cinque
volte consecutive, con diverse orientazioni.
Resistenza alla corrosione
Sulla base della norma EN
ISO 8442-1, abbiamo immerso i coltelli in soluzioni
saline e valutato il livello di
corrosione.
TCC Significa Total Card Cut:
rappresenta l’efficacia di
taglio e il mantenimento
dell’affilatura nel mediolungo periodo. La prova è
stata fatta sia sui coltelli
nuovi, sia dopo l’affilatura.
Scelta Conveniente:
qualità accettabile, prezzo
molto vantaggioso
Ottimo
Qualità buona
Buono
Accettabile
Mediocre
Pessimo
Per essere belli sono belli, ma i coltelli in ceramica
sono davvero da preferire a quelli in acciaio? Dipende.
Tra i vantaggi c’è sicuramente il fatto che la ceramica
mantiene l’affilatura più a lungo e, naturalmente, non
soffre la corrosione. Oltre a essere facili da lavare, i
grandi amanti della cucina sostengono anche che i
coltelli in ceramica non intaccano il sapore degli alimenti su cui vengono usati e, di conseguenza, non ne
alterano il gusto. Al di là di questo dettaglio da chef
provetti, il nostro test li promuove: nelle prove di taglio, appena sfilati dalla confezione, “stracciano” quelli in acciaio. Ma - e ne devi tenere conto - sono anche
molto più fragili. A differenza dei coltelli in acciaio,
poi quelli in ceramica non possono essere affilati con
ICP dopo l’affilatura
TCC come tolto dalla confezione
TCC dopo l’affilatura
Prova d’uso
Resistenza alla caduta
Resistenza alla corrosione
Resistenza lavaggio in lavastoviglie
QUALITÀ GLOBALE (su 100)
198
2
227
A
A
A
A
B
C
C
A
81
WÜSTHOF Dreizack Classic Chef’s knife
(4582/20cm)
97-100
194
3
263
C
B
C
A
B
A
A
B
79
KYOCERA Koksmes FK White Revolution
(FK200WH BK)
100-106
V
200
2
109
A
n.d.
A
n.d.
B
E
A
A
78
KYOCERA Professional Chef’s Knife FK180wh
94-109
V
MIYABI 7000D Gyutoh
Lama in ceramica
199
MARCA e modello
In euro min-max
(settembre 2014)
ICP come tolto dalla confezione
RISULTATI
Peso del coltello (g)
CARATTERISTICHE
Max spess. lama (mm)
PREZZO
Miglior Acquisto:
buona qualità e il miglior
rapporto con il prezzo
Acciaio o ceramica?
Lunghezza lama (mm)
COLTELLI
Migliore del Test:
ottiene i migliori risultati
nelle nostre prove
plastica - al contrario - è più igienico e leggero, ma
meno piacevole al tatto; i coltelli interi in acciaio inossidabile sono resistenti e igienici, ma possono essere
scivolosi e pesanti. Il fattore “peso” conta e va valutato anche in base a quali alimenti tagli più spesso in
cucina.
178
1,5
92
A
n.d.
A
n.d.
B
E
A
A
73
31,40
194
2
161
C
A
C
A
B
B
C
A
72
34
189
1
91
D
B
D
A
A
B
A
A
71
180-198
206
2
211
B
A
B
A
A
D
C
B
71
85-90
199
2
171
B
B
A
A
A
D
A
A
70
PADERNO Coltello Cucina 18000-20
16,50
200
2
151
C
B
B
A
B
A
A
A
70
FISKARS Edge cook’s knife 978308
28,90
195
2
121
C
B
C
A
B
C
A
A
68
IKEA Slitbar (article No. 301.310.71 )
19,99
213
2
254
D
B
D
A
A
B
A
E
67
SANELLI AMBROGIO Chef’s knife cm 20
5349.020
15-18
200
2,5
147
B
B
A
A
B
C
B
A
67
MONTANA Optima cucina 170175190
B
B
B
A
67
FISKARS Fuzion
VICTORINOX SwissClassic Carving Knife
6.8006.19B
KAI Shun Classic chef’s knife (DM0706)
GLOBAL G2
18,90
190
1,5
101
C
C
B
A
TOGNANA Coltello Chef
20
175
2
124
C
n.d.
A
n.d.
B
C
A
A
65
ZWILLING Professional S
93
193
3
235
C
B
C
A
B
D
A
C
63
BRABANTIA Chef’s Knife Ice-hardened Steel
36,90
191
2,5
275
C
B
C
A
B
C
A
D
61
TESCOMA Azza Coltello cuoco 884530
23,90
195
2,5
227
D
C
D
B
C
C
B
B
53
38 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
V
www.altroconsumo.it
nessuno dei sistemi domestici: vanno portati da professionisti oppure dal produttore stesso.
Tienilo bene
Se decidi di investire in un coltello di qualità ricorda
dunque che va affilato accuratamente, almeno una
volta all’anno (come farlo lo leggi nel box qui sotto).
Perché il risultato non si vanifichi subito, devi riporlo
nel suo ceppo, attaccarlo a una banda magnetica o,
per lo meno, proteggere la lama con un apposito cappuccio. A contatto con altri oggetti, infatti, è molto
probabile che la lama si danneggi. Per lo stesso motivo usa solo taglieri in plastica e legno, non in ceramica o pietra. In alternativa puoi usare come tagliere un
cartone (va bene anche la scatola per la pizza d’asporto). Tieni presente un altro piccolo accorgimento: anche se sulla confezione di alcuni coltelli viene specificato che è possibile lavarli in lavastoviglie, alla
lunga questo lavaggio può avere un effetto negativo
sul coltello a causa dell’umidità, del sale e delle vibrazioni durante il risciacquo. Meglio, dunque, lavarli a
mano e asciugarli con un panno morbido. ¬
NUOVO NON È MEGLIO
Ecco quanto taglia il coltello
Kai Shun Classic chef’s knife
DM0706 appena sfilato dalla
confezione (1) e quanto dopo
essere stato affilato in modo
professionale (2). La
differenza è davvero
notevole. E non vale solo
per questo modello.
Tutti i coltelli del test
migliorano le proprie
performance (alcuni in
modo significativo) dopo
essere stati affilati. Quelli
in ceramica, invece, appena
tolti dalla confezione tagliano
meglio di qualsiasi coltello
in acciaio.
Prima dell’affilatura
348 mm
1
Dopo l’affilatura
776 mm
2
COLTELLI: COME E DOVE AFFILARLI
Anche il coltello migliore, dopo un uso sostenuto, ha bisogno di un “tagliando”. Con il tempo infatti il filo della lama si inspessisce e la
qualità del taglio può peggiorare notevomente. L’affilatura professionale non è regalata: se hai tanti coltelli è più economico
attrezzarsi per poterla fare personalmente a casa. Ma ricorda: quella fatta da un esperto offre una resa migliore.
L’ACCIAINO FA IL FILO
È il metodo più semplice e diffuso,
anche se in realtà non esegue una vera
e propria affilatura, ma semplicemente
riallinea il filo che può aver subito delle
deformazioni con l’uso. Spesso è
inserito nei ceppi dei coltelli: da solo
costa circa 15/20 euro.
www.altroconsumo.it
AFFILATORE O PIETRA?
Quello elettrico costa una fortuna
(circa 1.500 euro); quello manuale è
invece decisamente più accessibile
(10/15 euro). In alternativa si può usare
una pietra abrasiva (detta anche
“cote”, costa circa 20 euro), che
consente una vera e propria affilatura.
CARO ARROTINO
“Donne, è arrivato l’arrotino”: con
questo annuncio dall’altoparlante
l’arrotino si presentava sotto casa.
Oggi questa figura è quasi scomparsa:
per affilare i coltelli bisogna recarsi in
un negozio specializzato. L’affilatura
costa circa 4/5 euro e dura un anno.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 39
Test
Caro espresso
Le macchine del caffè funzionano bene, qualche differenza di qualità emerge
nella degustazione. Resta il fatto che l’espresso a casa rimane un piccolo lusso.
IL NOSTRO
TEST
Abbiamo testato 21
macchine del caffè,
utilizzando capsule
della varietà 100%
arabica. Le prove
hanno riguardato
tra l’altro la
temperatura del
caffè erogato,
il tempo di
preparazione,
i consumi e il gusto.
UN BUON CAFFÈ
Una giuria di
assaggiatori
qualificati ha
valutato la densità
e il colore della
crema, l’intensità,
la consistenza e
l’equilibrio del caffè
erogato.
è una notizia forse sorprendente, diffusa dal Comitato Italiano Caffè (CIC) in
un rapporto del 2013: l’Italia non è il
paese in Europa che consuma più caffè.
Al primo posto c’è il Lussemburgo, seguito dalla Finlandia. Non solo, gli italiani amano
sempre di più l’espresso fatto in casa, con le macchine del caffè, ormai tanto di moda. Se l’intenzione è
quella di risparmiare sulla tazzina al bar, il nostro test
rivela però che anche l’espresso a casa con relative
capsule è un piccolo lusso.
C’
Per aiutarti negli acquisti, sul nostro sito trovi la
classifica completa di tutte le macchine del caffè che
abbiamo testato, con i punti vendita dove abbiamo
rilevato i prezzi migliori, sia su strada in decine di città
sia sui siti online.
Inoltre ti aspettano maggiori dettagli sulle prove e
una sezione dedicata al mondo del caffè, compreso il
servizio per calcolare se rispetti il limite giornaliero di
caffeina accettabile per la tua salute.
www.altroconsumo.it /alimentazione/caffe
40 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Un vizio costoso
Le macchine del caffè escono a testa alta dalle nostre
prove: buoni i tempi di preparazione, bassi i consumi
e nessun problema di sicurezza. Qualche differenza
di qualità emerge nella prova di degustazione, inwww.altroconsumo.it
fluenzata anche dalle caratteristiche della macchina,
come il tempo di estrazione e la temperatura del caffè erogato. Se comunque la qualità globale è molto
simile per tutti i modelli, il prezzo d’acquisto varia
molto: dai 49 ai 450 euro. Ma il dato più interessante
è la spesa annua, da noi calcolata, che ci fa considerare le macchine del caffè un piccolo lusso: anche con
un prezzo di acquisto di 50 euro, il costo annuo non
scende mai sotto i 500 euro e in un caso supera i 700
euro. A far salire la spesa è il costo delle capsule di
marca, che oscilla tra i 0,35 e i 0,45 euro. Un piccolo
risparmio si può ottenere con le capsule compatibili.
Rifiuti: troppi e insostenibili
Sono soprattutto le capsule, in plastica o in alluminio,
a pesare sull’ambiente: infatti una volta utilizzate,
finiscono nella raccolta indifferenziata. Inoltre sono
vendute in confezioni di cartone o alluminio con una
quantità eccessiva di packaging.
In base a una nostra simulazione, in una anno una
famiglia che consuma quattro caffè al giorno per un
totale di 1.400 capsule produce in media 9,5 kg di
alluminio, 6,3 kg di carta, 11,5 kg di plastica. Un bel
po’ di rifiuti. E una volta che la macchina del caffè è
da rottamare? Si tratta di un Raee (rifiuto di apparecchiature elettriche ed elettroniche) e come tale va
smaltito nelle isole ecologiche.
PULITA FUNZIONERÀ MEGLIO
La macchina del caffè migliorerà le prestazioni,
se verrà pulita e decalcificata con regolarità.
Gocciolamento eccessivo, erogazione
difficoltosa, riscaldamento dell’acqua
insufficiente, rumori insoliti: sono tutti segnali
che la macchina del caffè ha bisogno di essere
ripulita dal calcare. La decalcificazione è
un’operazione da eseguire regolarmente: la
frequenza dipende dall’utilizzo dell’apparecchio e
dalla durezza dell’acqua usata. Ci sono apparecchi
che rendono la vita più semplice, segnalando
quando è tempo di eseguire la decalcificazione.
Come si fa? Si devono seguire scrupolosamente
le indicazioni contenute nel manuale di istruzioni:
nella maggior parte dei casi consiste nell’acquisto
di un prodotto specifico contro il calcare da
versare nel serbatoio. Vi proponiamo anche
un’alternativa “casalinga”: il succo di tre limoni
oppure un bicchiere di aceto diluiti in un litro
d’acqua; questa soluzione va versata nel
serbatoio, quindi si fa funzionare la macchina
alcune volte, ovviamente senza capsula. Funziona
contro il calcare. Infine non si deve dimenticare la
pulizia quotidiana della macchina, altrettanto
importante se si vuole ottenere sempre un buon
caffè. Le cose da fare sono tre: lavare lo
scomparto che raccoglie il gocciolamento,
svuotare il contenitore delle capsule usate e
cambiare l’acqua nel serbatoio.
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La nostra scelta
Macchine del caffè
80
KRUPS XN 730T
Nespresso Citiz
250 euro
Ottima la temperatura del
caffè. L’ “aeroccino” per fare la
schiuma di latte, la rende però
ingombrante.
77
DELONGHI
EN80.B Inissia
80- 100 euro
La macchina del caffè ha
superato bene quasi tutte le
prove del test. Il prezzo è
ragionevole.
77
KRUPS
XN1001 Inissia
100 euro
Prestazioni di tutto rispetto,
come nel caso dell’altro
Migliore Acquisto. Prezzo
interessante.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 41
Test
RISULTATI
Tempo di preparazione
per due caffè
Temperatura del caffè
nella tazza
Gocciolamenti
Preparazione del caffè
Rifiuti prodotti (capsule
e packaging)
Consumo di energia
Degustazione
QUALITÀ GLOBALE (su 100)
PREZZI
Costo annuo in euro
CAPSULE
In euro min - max
(ottobre 2014)
MACCHINE DEL CAFFÈ
KRUPS XN 730T Nespresso Citiz
Nespresso Arpeggio
250
562
A
A
C
C
A
B
B
80
KRUPS XN 8006 Maestria
Nespresso Arpeggio
379 - 450
591
A
A
B
B
A
B
B
79
KRUPS XN 7205 Nespresso Citiz
Nespresso Arpeggio
180
550
A
A
C
C
A
B
B
78
DELONGHI EN 450CW Maestria
Nespresso Arpeggio
400 - 450
591
A
A
C
B
A
B
B
78
DELONGHI EN80.B Inissia
Nespresso Arpeggio
80 - 100
537
B
A
C
B
A
B
B
77
KRUPS XN1001 Inissia
Nespresso Arpeggio
100
537
B
B
C
B
A
B
B
77
DELONGHI Nespresso Pure EN110
Nespresso Arpeggio
119 - 150
544
B
B
C
A
A
B
B
74
DELONGHI EN210 BAE
Nespresso Arpeggio
199 - 210
554
B
B
C
A
A
B
B
74
KRUPS XN 2601 U
Nespresso Arpeggio
199 - 210
555
B
B
C
A
A
B
B
73
70 - 100
520
C
B
C
A
B
B
C
72
99 - 130
525
C
B
D
B
B
B
C
70
Uno capsule system Kimbo
49 - 100
531
C
B
C
B
B
B
B
70
Bialetti I caffè d’Italia Milano gusto
morbido
60 - 120
551
C
C
C
A
B
B
C
69
Uno capsule system Illy
49 - 100
587
C
B
C
B
B
B
C
69
Nescafé Dolce gusto espresso
130
514
B
B
D
A
C
B
C
68
Illy Iperespresso Tostatura media
499
716
C
A
C
A
E
B
B
67
DELONGHI Piccolo EDG 201.S
Nescafé Dolce gusto espresso
90 - 100
505
B
A
D
C
C
C
C
66
KRUPS KP 1208 MiniMe Automatic
Nescafé Dolce gusto espresso
99 - 130
509
B
B
D
C
C
B
C
65
DELONGHI EDG 305 BG Mini Me
Nescafé Dolce gusto espresso
99
509
B
B
D
C
C
B
C
65
FRANCIS FRANCIS Y5 Iperespresso
Illy iperespresso tostatura media
159
659
C
B
E
A
E
B
C
65
KRUPS KP 1608 Genio 2 Automatic
Nescafé Dolce gusto espresso
130
514
B
B
D
D
C
B
B
65
Tipo
MARCA e modello
Lavazza A modo mio
appassionatamente
Lavazza A modo mio
appassionatamente
LAVAZZA Minù
LAVAZZA Espria
INDESIT Uno Capsule System
BIALETTI Diva
INDESIT Uno Capsule System - illy
DELONGHI EDG466 S GENIO
FRANCIS FRANCIS Illy Y1.1
COME LEGGERE LA TABELLA
Costo annuo Si ricava calcolando l’ammortamento in sei
anni del prezzo d’acquisto, il
costo dell’energia elettrica e
quello delle capsule. Abbiamo
ipotizzato uno scenario in cui
si preparano 4 caffè al giorno
per 350 giorni, in tutto 1.400
caffè l’anno. In un caso il costo
annuo supera addirittura i 700
euro. A incidere molto è il costo delle capsule. La spesa
annua è il dato che abbiamo
usato per calcolare il Migliore
Acquisto.
Temperatura del caffè Per
essere gustato al meglio, il
caffè non deve essere né bollente né tiepido. Abbiamo
valutato quanto la temperatura del caffè nella tazzina si
discosta da quella ottimale,
che è di 67°C.
Gocciolamenti Abbiamo va-
42 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
lutato quanto gocciola l’erogatore dell’apparecchio prima
e dopo aver preparato il caffè.
Preparazione del caffè Il giudizio tiene conto del rumore
prodotto, delle vibrazioni e
della stabilità della macchina
durante la fase di prepararzione del caffè.
Rifiuti prodotti (capsule e
packaging) Quanti rifiuti pro-
duciamo ogni volta che usiamo una capsula per fare un
caffè? Abbiamo misurato la
quantità di materiale usato per
le capsule e l’imballaggio.
Migliore del Test:
ottiene i migliori risultati
nelle nostre prove
Consumi Abbiamo calcolato
quanta energia elettrica si
consuma durante la preparazione di un caffè, tenendo
conto anche della fase di riscaldamento dell’acqua. I modelli superano bene la prova.
Scelta Conveniente:
qualità accettabile, prezzo
molto vantaggioso
Miglior Acquisto:
buona qualità e il miglior
rapporto con il prezzo
Ottimo
Qualità buona
Buono
Accettabile
Mediocre
Pessimo
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I suggerimenti e i giudizi di Altroconsumo sono come sempre indipendenti. Tutti i prodotti
e i servizi che proponiamo sono stati sottoposti alle nostre analisi e ai nostri test comparativi.
Test
Un tuttofare
in cucina
RISPARM I
158€
Dall’impasto per la pizza al pan di spagna: le macchine impastatrici
preparano questo e molto altro. Le abbiamo messe alla prova
con l’aiuto di uno chef, ce ne sono di valide a prezzo abbordabile.
IL NOSTRO TEST
Alla prova 10 impastatrici planetarie delle
marche più diffuse, comprese in una fascia di
prezzo medio-bassa.
PRATICHE DA USARE
In un primo laboratorio abbiamo valutato le
dimensioni e gli accessori delle macchine.
Sono state controllate, quindi, la resistenza del
motore all’usura e quella della ciotola a possibili
graffi, oltre alla sicurezza elettrica
dell’impastatrice e al rumore emesso.
In un secondo momento, con l’aiuto di uno chef,
abbiamo messo alla prova le impastatrici, rese
anonime (come mostrato dalla foto qui sotto),
nella preparazione di alcune ricette: la panna
montata, l’impasto per pane e quello per pasta
all’uovo, babà e pan di spagna. Questo ci ha
permesso di confrontare la capacità di
impastare, il tempo necessario per farlo e la
facilità d’uso degli apparecchi.
In particolare, è stata verificata la stabilità delle
macchine, la praticità di smontare e rimontare gli
accessori, la trasportabilità e la facilità di riporle.
44 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
www.altroconsumo.it
on un semplice strumento culinario, ma
un vero e proprio oggetto di design, ormai presente in tutte le cucine più moderne: la macchina impastatrice è il
sogno dei veri amanti dei fornelli, utile
a sperimentare ricette sempre diverse che, come spesso accade, necessitano di un buon impasto di base.
È anche detta planetaria, perché le sue fruste hanno
un movimento rotatorio, simile a quello dei pianeti
attorno al sole: girano infatti intorno, mentre contemporaneamente ruotano su se stesse.
I nostri test hanno confermato che si tratta di un apparecchio versatile, molto utile se si impasta spesso
e in grandi quantità, perché si risparmia fatica e non
si sporca il piano di lavoro. Di contro, però, sono macchine piuttosto ingombranti, e alcune tra quelle sottoposte alle nostre prove hanno dato risultati solo
accettabili nella preparazione di impasti complessi.
N
TRE TIPI DI FRUSTE
Tutte le impastatrici da noi messe alla prova sono dotate di tre tipi di
frusta, a seconda dell’utilizzo della macchina. Ogni produttore adotta
una forma, una dimensione e un materiale diverso: i nostri test hanno
dimostrato come queste differenze influenzino il risultato finale.
A GANCIO
Serve per impasti a consistenza dura, come
pasta frolla o pasta all’uovo, per schiacciare le
patate per il purè, sbriciolare i biscotti secchi,
preparare la glassa e simili. Per questo tipo di
impasto è importante che la frusta sia ben
solida: il gancio deve essere grosso e pesante.
Sulla comodità che offrono, però, nulla da eccepire:
grazie alla presenza di diversi accessori (come il tritatutto, il frullatore, lo spremiagrumi e molti altri ancora) l’impastatrice planetaria potrebbe sostituire
diversi apparecchi già presenti in casa.
Quando il gioco si fa duro
Abbiamo messo alla prova in laboratorio dieci impastatrici delle marche più vendute, tutte appartenenti
ad una fascia di prezzo medio-bassa. Trovate i giudizi nella tabella alla pagina seguente. Nessun modello
è stato bocciato per le sue prestazioni né per la sicurezza, e quasi tutti hanno ottenuto giudizi accettabili. Per quanto riguarda la capacità di impastare, non
ci sono grandi differenze quando i vari modelli sono
messi alla prova con ricette semplici; a mano a mano
che queste diventano più complesse, però, i risultati
cambiano ed emergono le macchine migliori.
La vera discriminante è stata la pasta all’uovo: si tratta di un impasto piuttosto duro, che necessita quindi
di maggiore forza, sia della macchina che della frusta.
In questo caso nessun prodotto è stato bocciato, ma
le prestazioni di alcuni modelli non ci hanno soddisfatto: in particolare Kenwood KMC570 Premier Chef,
KM 242 Prospero e Bosch Mum 4405 si distinguono
per gli esiti negativi, mentre Kenwood 283 e Clatronic
KM 3400 hanno dato buoni risultati.
Nessuna delle impastatrici eccelle per facilità d’uso
anche perché non sempre le istruzioni sono complete o chiare: non sono macchine semplicissime da usare, serve pur sempre una buona manualità e conoscenza delle operazioni corrette per ciascuna ricetta.
Buone notizie sulla resistenza: nessun motore ha fallito le prove. Non tutte le planetarie, però, hanno sopportato lo stress allo stesso modo: con impasti duri o
tempi prolungati alcune si sono fermate durante il
lavoro, ma è stato sufficiente spegnerle affinché riprendessero a funzionare.
Le dimensioni non contano
A FOGLIA
Si utlizza per gli impasti lievitati, come pane,
brioche, pizza, babà, crespelle e via dicendo.
Le sue dimensioni sono molto importanti:
deve essere grande abbastanza da poter
pescare bene l’impasto dalla ciotola. La forma
della frusta a foglia varia molto di produttore
in produttore.
A FILO
Utile per montare la panna, preparare la
maionese, montare gli albumi a neve e, in
generale, per preparazioni leggere. Come nel
caso della frusta a foglia, anche quella a filo
deve essere correttamente dimensionata
rispetto alla ciotola, per mescolare bene
l’impasto e non farlo rimanere sul fondo.
www.altroconsumo.it
Gli apparecchi hanno misure diverse tra loro, ma risparmiare sui centimetri non è poi così essenziale: è
imporante piuttosto tenere conto dello spazio libero
da lasciare attorno alla macchina, indispensabile per
poter lavorare comodamente e per appoggiare gli ingredienti necessari e un eventuale ricettario.
Il peso della macchina è un aspetto da tener presente:
meno di 4 kg è un po’ troppo leggera, e rischia di essere instabile e poco resistente; oltre i 7 kg, invece,
diventa troppo pesante da spostare e da maneggiare
con praticità. Il nostro prodotto Migliore del Test,
Kenwood km 283, pesa 4 kg e mezzo e rappresenta un
buon compromesso tra praticità e stabilità.
Attenzione al materiale della ciotola: meglio il metallo
della plastica, soprattutto per lavorare ingredienti a
diverse temperature.
Potenza e velocità
Nei nostri test abbiamo messo alla prova macchine
con una potenza compresa tra 500 e 1.200 Watt.
Non sempre un’impastatrice più potente offre anche
migliori prestazioni: danno buoni risultati impastatrici da 500W che garantiscono buone prestazioni.
Lo stesso vale per la velocità: meglio non lasciarsi
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 45
Test
incantare dalle planetarie che ne offrono ben dieci.
A seconda del tipo di impasto, ne servono principalmente tre (lento, medio e veloce), al massimo sei.
Quelle in più, oltre a essere inutili, rendono più complicata la gestione della macchina.
Sicurezza migliorabile
I risultati dei test sono rassicuranti: tutte le impastatrici offrono livelli di sicurezza almeno accettabili.
Le macchine che abbiamo giudicato come più sicure
sono tutte dotate di paraspruzzi e di blocco del motore. In particolare, il paraspruzzi copre bene la ciotola ed evita che si possano mettere a rischio le dita
mentre il motore è in azione. Il blocco del motore
invece consente che la macchina, quando ha il braccio
sollevato, si fermi automaticamente assieme alle fruste. Se si vuole acquistare una planetaria, il nostro
consiglio è di controllare che ci siano questi due elementi: non tutte ne sono dotate. ¬
COME LEGGERE
LA TABELLA
Una giornata in laboratorio gastronomico: lo chef
stellato Mauro Elli, dell’Istituto Alberghiero “G.Brera”
del Centro Studi Casnati (Como), ci ha mostrato i
segreti culinari delle impastatrici.
www.altroconsumo.it /elettrodomestici
La nostra scelta Impastatrici
Impastatrici Il modello
Ariete 1596 Gourmet Professional è stato sostituito con il modello 1596-1,
con le stesse caratteristiche della macchina in tabella, ma con il blender in
dotazione. Prezzo minmax: 100-129 euro.
69
KENWOOD KM 283
180 - 221 euro
La migliore in tutti i tipi di impasti, anche
quelli più duri. Possiede tutte le dotazioni di
sicurezza. Prezzo abbordabile: costa 158 in
meno della più cara.
Accessori Frullatore (F);
Taglierina (T); Spremiagrumi (S); Predisposizione
all’aggiunta di altri accessori esterni (P).
In euro min-max
(ottobre 2014)
Potenza (W)
Peso apparecchio (kg)
Materiale
(apparecchio e
ciotola)
Accessori
Capacità di impastare
Facilità d’uso
Resistenza
Rumore
Sicurezza
QUALITÀ GLOBALE (su 100)
Capacità di impastare Abbiamo messo alla prova le
fruste sia con con ricette
base sia con ricette più
elaborate.
KENWOOD KM 283
180-221
900
7
4,3 4,6
Metallo
F, P
B
C
B
C
A
69
BOSCH Mum 4825
110-119
600
4
3,9 3,2 Plastica T, P
B
B
B
B
B
63
Migliore del Test:
ottiene i migliori risultati
nelle nostre prove
ARIETE 1596 Gourmet
Professional
85-109
550
10
4,0 4,7
Metallo
B
C
B
C
C
63
Miglior Acquisto:
buona qualità e il miglior
rapporto con il prezzo
CLATRONIC KM 3400
80-98
1200
6
5,0 7,4
Metallo
B
D
B
C
C
63
HOWELL HIMP 818 LUX
86-114
1000
5
4,5 4,1
Metallo
B
C
C
C
A
56
MOULINEX QA2001 Masterchef
Compact
120-151
700
4
3,5 4,0
Metallo
B
C
C
D
C
54
BOSCH Mum4405
60-109
500
4
3,9 3,1
Plastica
C
C
B
B
C
54
C
C
C
C
C
54
Scelta Conveniente:
qualità accettabile, prezzo
molto vantaggioso
Ottimo
Qualità buona
Buono
Accettabile
Mediocre
Pessimo
CARATTERISTICHE
Volume ciotola (l)
MARCA e modello
PREZZO
Numero delle velocità
Resistenza Tre le prove per
le macchine: la prima con
120 cicli di lavoro e un impasto morbido, la seconda
con 100 cicli e impasto duro
e la terza sulla resistenza
della ciotola ai graffi.
IMPASTATRICI
RISULTATI
F
P
70-90
550
6
Plastica
4,0 3,8
e metallo
KENWOOD KM 242 Propsero
150-185
900
7
4,3 4,6
Metallo
F, P
C
C
B
C
A
52
KENWOOD KMC 570 Chef
Premier
270-338 1000
8
4,3 7,2
Metallo
F, P
C
C
B
C
B
52
ARIETE 1597 Gourmet
46 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
www.altroconsumo.it
Test
RISPARM I
301€
Audio compatto
Piccole e facilmente adattabili agli spazi: le soundbar servono a migliorare
la qualità sonora dei televisori, ma sono care in rapporto ai risultati.
l punto debole dei nuovi televisori a
schermo piatto è quasi sempre il loro
audio. Persino i modelli di ultima generazione e di grandi dimensioni non garantiscono una qualità sonora paragonabile a quella dei vecchi apparecchi a tubo catodico.
È possibile aggirare il problema collegando alla tv un
impianto stereo o “home cinema”: la maggior parte
dei modelli più recenti, infatti, possiede delle apposite uscite audio in grado di reindirizzare il suono
verso apparecchi esterni.
Ma cosa fare se il televisore è appeso al muro o inserito in un mobile stretto? Dove piazzare le casse e lo
stereo? La risposta arriva dalle soundbar, casse acustiche strette e lunghe da collocare sopra o sotto lo
schermo della tv (agganciandole al muro oppure semplicemente appoggiandole a un ripiano), talvolta corredate da una unità separata per migliorare la resa
dei bassi (il subwoofer, ne parliamo oltre).
La soundbar è tipicamente una barra a forma di parallelepipedo, sulla quale sono disposti due o più al-
I
toparlanti e altre strutture risonanti pensate per
espandere il suono senza occupare troppo spazio
(cosa che accade con un impianto “home cinema”).
Qualità audio discreta
Abbiamo messo alla prova un buon numero di questi
apparecchi: il test ha dimostrato che la qualità del
suono offerta da una soundbar è sensibilmente superiore a quella del televisore.
Alcune barre sono affiancate da un subwoofer separato: si tratta di un altoparlante dedicato esclusivamente alla riproduzione dei toni bassi, che può essere collocato anche lontano dalla soundbar, perché
trasmette il suono attraverso onde radio; l’unica eccezione, tra i modelli da noi testati, è rappresentata
dalla soundbar Sony HT-ST3, che deve essere collegata al subwoofer attraverso un cavo.
Laddove presente, il subwoofer è di grande aiuto nel
dare maggiore spessore al suono delle colonne sonore, anche se non migliora in maniera significativa
l’audio dell’apparecchio.
IL NOSTRO TEST
Abbiamo sottoposto alle nostre
prove 24 modelli di soundbar di tutte
le marche presenti sul mercato.
TEST DI QUALITÀ DEL SUONO
Abbiamo dapprima effettuato una
serie di misurazioni acustiche dentro
una camera di riverberazione e in una
stanza anecoica, con l’ausilio di
strumentazione professionale. Le
successive prove di ascolto, in cui la
qualità audio delle soundbar è stata
giudicata da una giuria di esperti,
hanno confermato (o in alcuni casi
ridimensionato) le criticità specifiche
o le carenze evidenziate dal
precedente test. La prova di ascolto
consente di dare un giudizio
sull’utilizzo reale dell’apparecchio.
www.altroconsumo.it
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 47
Test
Tuttavia, la differenza con gli impianti stereo e “home
cinema”, in ogni caso, è evidente: questi ultimi sono
sicuramente di qualità superiore nella riproduzione
del suono rispetto alle soundbar.
A causa delle loro dimensioni, infatti, queste piccole
barre paradossalmente soffrono spesso delle stesse
limitazioni che affliggono gli altoparlanti interni alla
tv. Tra quelle che abbiamo testato, molte hanno ottenuto un giudizio globale mediocre e quattro modelli
non ci hanno affatto convinto.
In particolare, le due soundbar Pioneer hanno consumi energetici fin troppo elevati, e il modello LG LAP
340 ha ottenuto un pessimo risultato nelle prestazioni audio. In tutte le soundbar, comunque, l’effetto
stereo è quasi inesistente e gli effetti surround si perdono del tutto, al pari di un “home cinema” di vecchia
generazione.
Barre o basi?
Alcune soundbar possono essere appese al muro, prestandosi in maniera ottimale a essere abbinate a televisori anch’essi attaccati alla parete.
Per contro, almeno un terzo dei prodotti testati ha
una forma diversa, più bassa e larga, perché sono
pensati per essere posizionati sotto la base di appoggio delle tv.
In questo caso, la soundbar non occupa ulteriore spazio, un problema frequente con i nuovi mobili, che
oggi hanno una profondità ridotta a causa dei sempre
più diffusi schermi piatti, ma funge anch’essa da base
e da supporto per la televisione stessa.
Prima di scegliere una soundbar accertatevi del tipo
di televisore a cui sarà collegata, per non incorrere in
problemi di spazio: come abbiamo dimostrato nei nostri test, si trovano soundbar di tutte le misure, per
qualsiasi esigenza logistica.
Questione di connessioni
COLLEGAMENTI
Le soundbar sottoposte ai nostri test sono tutte dotate di più
ingressi, tali da consentire il collegamento non soltanto ai televisori,
ma anche a lettori di dischi (CD/DVD/Bluray), console o personal
computer, come dei veri e propri micro impianti Hi Fi.
CONNETTORE S/PDIF OTTICO
Serve a portare il
suono in formato
digitale anche in
multicanale,
attraverso fibra ottica.
CONNETTORE HDMI
Si utlizza per
trasportare sia il
suono sia l’immagine
in formato digitale.
CONNETTORI AUDIO STEREO
Trasferisce dal
televisore alla
soundbar l’audio in
stereo, in formato
analogico.
CONNETTORE S/PDIF COASSIALE
Si utilizza per
trasportare il suono in
formato digitale
attraverso un cavo
coassiale.
48 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Le soundbar possono essere connesse al televisore in
diversi modi. Ma attenzione: non è scontato che la tv
permetta di reindirizzare l’audio verso un altro apparecchio. Verifica quindi che sia presente un’uscita
audio e di che tipo, anche se per i modelli recenti in
genere questo è previsto.
Se la tv ha un’uscita audio digitale di tipo S-PDIF (sia
a fibra ottica che con cavo coassiale) è preferibile usare l’apposito cavo (vedi box qui a fianco); in alternativa, e se la televisione e la soundbar lo consentono,
si può ripiegare su una tradizionale uscita audio stereo
analogica. Con i modelli di televisori più recenti è
anche possibile utilizzare una delle porte HDMI: di
solito sono utilizzate come ingressi per collegare la tv
a console o decoder satellitari.
Ricorda: per poter funzionare, le porte HDMI del televisore e della soundbar devono essere conformi allo
standard 1.4 e supportare la tecnologia “audio return
channel”: controlla la presenza di queste caratteristiche sul libretto di istruzioni di entrambi gli apparecchi.
Cosa verificare
La qualità audio offerta dalle soundbar non giustifica
i loro prezzi, spesso fin troppo elevati. Il nostro consiglio, quindi, è di preferire un impianto stereo o
“home cinema”, con una qualità audio sicuramente
superiore a quella di una soundbar.
Se proprio non si trova un’alternativa pratica a questi
ultimi e si sceglie ugualmente di optare per una
soundbar, prima dell’acquisto non bisogna scordare
di verificare:
— quale tipo di uscite audio possiede il televisore (vedi
box qui a fianco);
— se c’è spazio sufficiente per la soundbar e i relativi
impianti e collegamenti, soprattutto per chi ha il televisore appeso al muro;
— se i cavi della soundbar possono essere d’intralcio
e se ci sono gli spazi per il subwoofer.
Infine, da non dimenticare: anche le barre con collegamento wireless hanno un cavo di alimentazione,
che necessita di una presa di corrente. Verifica quindi che quest’ultima sia presente nelle vicinanze, per
poter collegare l’apparecchio. ¬
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Audio stereo (CD)
Colonne sonore (DVD)
Facilità d’uso
Consumi
QUALITÀ GLOBALE (su 100)
V
V
V
V
V
B
C
C
C
69
400 - 800
V
V
V
V
V
B
C
A
C
67
Ingresso coassiale
digitale
Ingresso ottico
digitale
499 - 550
SAMSUNG HW-H750
Soundbar a base
JBL SB 400
MARCA e modello
In euro min-max
(settembre 2014)
Ingresso stereo
analogico
RISULTATI
Ingresso HDMI
CARATTERISTICHE
Subwoofer esterno
PREZZI
Possibile installazione
a muro
SOUNDBAR
DENON DHT-T100
241 - 350
V
V
V
V
C
C
B
B
63
ONKYO LST 10
299 - 399
V
V
V
V
B
C
B
A
59
SAMSUNG HW-H550
299 - 300
V
V
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58
SAMSUNG HW-H551
299 - 400
V
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C
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C
58
SONY HT-CT370B
349 - 399
V
V
V
V
C
C
A
C
55
SONY HT-XT1
297 - 364
V
V
V
C
C
B
A
55
SAMSUNG HW-H450
189 - 300
V
V
V
C
D
B
C
52
V
V
52
V
V
PANASONIC SC-HTE180
249 - 312
V
LG LAB540
499 - 550
V
PANASONIC SC-HTB580EG-K
330 - 399
PHILIPS HTL9100/12
500 - 700
LG NB4540
299 - 350
SONY HT-ST3
499 - 700
SAMSUNG HW-H600
248 - 400
V
PHILIPS HTL4110B/12
165 - 250
V
V
V
YAMAHA YAS-103
199 - 250
BOSE Solo
330 - 449
YAMAHA YSP-1400
349 - 420
V
315
V
PIONEER SBX-N500
199 - 300
V
PIONEER SBX-N700
339 - 429
V
LG LAP340
196 - 299
ONKYO LS B50
V
V
C
D
B
A
V
V
V
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C
B
C
52
V
V
V
C
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B
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50
V
V
V
V
C
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50
V
V
V
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B
48
V
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D
B
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47
V
V
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D
A
A
47
V
V
V
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A
A
47
V
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V
D
D
B
A
46
V
V
V
D
C
C
A
45
V
V
V
D
C
B
B
43
V
V
V
D
D
B
B
40
V
V
C
D
B
E
36
V
V
D
D
B
E
35
V
E
D
B
A
33
V
V
V
V
V
V
COME LEGGERE
LA TABELLA
Soundbar a base Indica che
la soundbar è strutturata
per essere usata come
base del televisore.
Possibile installazione a
muro Se l’apparecchio è
fornito di apposite staffe,
supporti o occhielli.
Subwoofer esterno Segnala la presenza di un’unità esterna specifica per
la riproduzione dei bassi (il
cosiddetto subwoofer).
Audio stereo (CD) Abbiamo valutato la qualità
dell’audio quando il sistema viene impiegato per la
riproduzione di audio stereofonico (da CD, radio o
tv).
Consumi Misurati sia in
funzione sia in standby.
Migliore del Test:
ottiene i migliori risultati
nelle nostre prove
Miglior Acquisto:
buona qualità e il miglior
rapporto con il prezzo
Scelta Conveniente:
qualità accettabile, prezzo
molto vantaggioso
Ottimo
Qualità buona
Buono
Accettabile Non comprare
Mediocre
Pessimo
La nostra scelta Soundbar
69
JBL SB400
499 - 550 euro
Buona resa sonora. Il costo non è certo
invitante, ma il rapporto tra qualità e
prezzo è il migliore: 309 euro meno del
più caro.
www.altroconsumo.it
63
DENON DHT-T100
241 - 350 euro
Non ha ingressi HDMI, ma la qualità
audio raggiunge comunque un buon
livello. Prezzo conveniente.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 49
Consigli utili
Con noi la qualità
ha il prezzo giusto
Quanto risparmi
Spendere tanto non è sempre garanzia di avere qualità.
Per scegliere bene, l’unico sistema è mettere alla prova
i prodotti. Noi lo facciamo: e sul sito trovi i risultati.
Action cam
Al momento della chiusura delle
rivista (novembre), il Miglior
Acquisto GOPRO Hero 3 White
Edition costa
fino a 280 euro
meno del modello
più caro di qualità
peggiore.
Tv
Tra i tv 39-43 pollici, nel
momento in cui scriviamo il
Miglior Acquisto Samsung UE
40H6410 costa fino a
688 euro in
meno del
tv più caro
di qualità
inferiore.
Smartphone
Uno dei migliori in assoluto,
Samsung Galaxy Note II
GT-N7100 (16 GB) costa 299
euro. Ma anche un modello da
89 euro, Samsung Galaxy Ace 2
GT-18160, ha mostrato una
qualità
soddisfacente.
50 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
Il mercato, tra crisi, globalizzazione,
esplosione delle vendite online e chi più ne
ha più ne metta, è sempre più complicato
da seguire, ma anche ricco di occasioni.
Offerte, superofferte, addirittura
offertissime... prodotti che promettono
performance strabilianti, novità vere ma
soprattutto presunte... E tutto questo, in un
momento in cui le famiglie non hanno
esattamente soldi da buttare, ma d’altra
parte magari vogliono anche sfruttare il
Natale per comperare o regalare qualcosa
di utile. C’è un solo antidoto alla pressione
della pubblicità, e noi per fortuna ce lo
abbiamo: scegliere in base a informazioni
indipendenti, basate su prove di laboratorio
e di uso; analisi del rapporto tra qualità e
prezzo per identificare quello migliore;
rilevazioni nei negozi e siti a caccia di quelli
che si comportano meglio.
Un servizio online per te
Continuiamo a sviluppare i servizi per i
soci sul nostro sito.
Accedere è facile, veloce e ovviamente
gratuito: ai soci basta registrarsi, in modo
da poter consultare le pagine loro
riservate. In particolare, aggiorniamo
costantemente la sezione dove
pubblichiamo i risultati dei nostri test
comparativi (i prezzi online sono
aggiornati quotidianamente).
Qui si trovano centinaia e centinaia di
prodotti, di moltissimi tipi. E ogni mese
aggiungiamo i risultati di nuovi prodotti
che inviamo al laboratorio appena sono
lanciati sul mercato: dall’hi-tech
(smartphone, tablet, macchine
fotografiche, videocamere, stampanti...),
agli elettrodomestici (lavatrici,
lavastoviglie, aspirapolvere, frigoriferi...),
agli accessori da cucina e da casa, fino ai
detersivi e ai vini... c’è solo l’imbarazzo
della scelta. La maggior parte dei prodotti
è stata sottoposta ai nostri test comparativi
e ha ricevuto un giudizio completo sulla
qualità, ma ci sono anche alcuni modelli
molto recenti, che hanno comunque
ricevuto un primo giudizio in attesa del
test definitivo.
Veloce, comodo, completo
Scegliere un prodotto attraverso il nostro
servizio online presenta molti vantaggi.
Più modelli. Sulla rivista, le pagine ci
obbligano a fare una scelta, per ovvi limiti di
spazio. Online possiamo pubblicare tutti i
prodotti testati: oltre il migliaio.
Più prezzi. Sulla rivista diamo il prezzo
minimo e massimo; sul sito per i prodotti
più importanti (tra cui tutti quelli di hi-tech
e gli elettrodomestici) indichiamo sia i
negozi più convenienti dove trovare ogni
apparecchio, in decine di città dove abbiamo
fatto rilevazioni, sia i siti online dove
comprarli da casa propria.
Più funzioni. Sul sito si possono confrontare
fino a 5 apparecchi accostandoli tra loro,
filtrare gli elenchi a seconda delle proprie
esigenze, trovare più dettagli sulle prove. ¬
Registrati sul nostro sito e consulta
le pagine riservate ai soci: avrai la certezza
di scegliere la qualità al miglior prezzo.
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Viva voce
Condividi le tue esperienze. Le tue domande, i nostri consigli
Consulenze
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contattaci
è il canale attraverso il
quale chiedere informazioni
e consulenze online.
Se preferite chiamarci,
ecco quali numeri utilizzare.
Giuridica
02 69 61 550
dal lunedì al venerdì
h. 9/13 -14/18
Fiscale
02 69 61 570
dal lunedì al venerdì
h. 14/17
Fausto Pagliaricci, Roma
Economica
02 69 61 580
dal martedì al giovedì
h. 9/12
Farmaci
02 69 61 555
dal lunedì al venerdì
h. 9/13 -14/18
“Miglior Acquisto”
02 69 61 560
dal lunedì al venerdì
h. 9/13 -14/18
Tariffe Rc auto e moto
02 69 61 566
dal lunedì al venerdì
h. 9/13 - 14/18
Tariffe telefoniche
02 69 61 590
dal lunedì al venerdì
h. 9/13 -14/18
ABBONAMENTI
Telefono
02 69 61 520
SEDE ASSOCIAZIONE
Altroconsumo
via Valassina 22
20159 Milano
www.altroconsumo.it
L'acconto non torna
Se l'armadio ordinato non viene più prodotto, hai diritto
alla restituzione dell'anticipo. Il caso del nostro socio.
ARREDAMENTI
urtroppo capita sempre più
spesso: si acquista un’auto, un
mobile o un elettrodomestico, si versa una caparra e poi il venditore fallisce prima di consegnare la merce. È
capitato anche al nostro socio Fausto
Pagliaricci di Roma, che ci racconta:
«Il 16 aprile ho acquistato un armadio
e dato un acconto di 500 euro. La consegna era prevista per giugno, ma a
fine mese nessuno si era ancora fatto
sentire. Preoccupato, chiamo, senza
riuscire mai a parlare con il venditore.
A distanza di qualche tempo vengo
richiamato e, dopo che mi comunicano che la ditta che produce l'armadio
è fallita, vengo invitato a recarmi in
negozio per scegliere - in sostituzione
- un altro armadio. Quando arrivo
però, non solo nessuno è al corrente
della mia situazione, ma non trovo
un'alternativa che faccia al caso mio.
Dopo aver rifiutato la proposta di
comprare da catalogo un altro mobile, chiedo che mi venga restituito l'anticipo dato per l'armadio che non potrò avere. I toni si accendono e alla
P
Non sei
obbligato
a scegliere
un altro
armadio
fine vengo invitato a ritelefonare».
Iniziano le traversie: il socio spedisce
raccomandate, che vengono rifiutate;
chiama, senza riuscire mai a trovare
il venditore; torna in negozio, ma non
riesce a venire a capo di nulla.
La risoluzione del contratto
Il sig. Pagliaricci ha diritto a riavere la
somma pagata come acconto. Il contratto che ha firmato con il negozio
Euroarredamenti di Pomezia si deve
considerare risolto nel momento in cui
il venditore non può adempiere al contratto stesso, consegnando l'armadio
che il socio ha scelto. Il socio non è in
alcun modo obbligato a scegliere un
altro mobile del negozio né a lasciare
la caparra per acquisti futuri. Per legge, il negozio deve restituire la somma
pagata quale acconto nel più breve
tempo possibile: se così non fosse, si
tratterebbe di un "indebito oggettivo"
(art. 2033 del Codice Civile). Abbiamo
contattato il venditore e siamo riusciti a far riavere al socio tutta la somma
versata, sua di diritto. ¬
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 51
Viva voce
FILO DIRETTO
Chiarezza su Uber
Alcuni lettori hanno contestato il
nostro articolo su Uber, il sistema
per noleggiare un'auto privata
con autista attraverso un'app.
Abbiamo accolto positivamente
l’iniziativa di Uber in quanto, come
associazione di tutela
consumatori, consideriamo
positiva qualsiasi iniziativa che
renda più ampia la possibilità di
scelta dei cittadini; l’utilizzo di un
sistema di ricerca e prenotazione
dell’auto tramite app ci sembra
moderno e maneggevole, per cui
anche questo è stato accolto
positivamente. È a questo
elemento tecnologico che si
riferisce il titolo “Uber è il futuro”.
Nell’articolo è messo bene in
risalto il fatto che il servizio di
Uber è più costoso e che i tempi
di reperimento della vettura sono
più ampi, per cui da questo punto
di vista è chiaramente preferibile
il taxi. Per quanto riguarda gli
aspetti legali, senza dubbio se le
autorità reputassero che il
servizio non rispetta leggi o
regolamenti, è necessario fare
chiarezza e, se necessario,
inserire Uber in un quadro di
riferimento, eventualmente
aggiornato in base alle nuove
tecnologie disponibili.
IN TINTORIA
Risarcimento sotto coperta
uando si porta un capo a lavare
in tintoria, lo si affida al negozio.
E così ha fatto il nostro socio, Sergio
Chiri di Torre Pellice (TO), che in previsione del periodo invernale ha consegnato per il lavaggio la sua trapunta matrimoniale alla lavasecco "1 Ora"
nel centro commerciale "Le due Valli
di Pinerolo". Quella coperta però non
è più tornata a casa. Invano il socio e
la moglie hanno cercato di ritirarla.
E altrettanto inutilmente hanno scritto nei mesi successivi al gestore per
avere spiegazioni sulla sua scompar-
Q
sa. Nessuna risposta: non solo non
viene presa in considerazione la richiesta di rimborso, ma nemmeno
"viene fatto cenno di verifiche o ricerche in corso per cercare di ritrovare
il copriletto smarrito". Eppure la tintoria - e questo vale per tutti gli esercizi di questo genere - deve custodire
i beni che le vengono affidati. Nel caso
in cui il bene venga smarrito, come è
accaduto al socio, la tintoria ne deve
rispondere direttamente.
Il tepore del rimborso
Per aiutare il signor Chiri abbiamo
scritto al gestore, richiedendo nuovamente il rimborso: dopo poco tempo
la tintoria risponde proponendo un
rimborso di 50 euro. Anche se non si
può pretendere il valore del nuovo, la
cifra sembra poco congrua al socio:
a suo tempo la spesa sostenuta per il
piumone è stata di gran lunga superiore e l'importo è insufficiente per
comprare un piumone nuovo. "Senza
contare le numerose trasferte verso
il centro commerciale che io e mia
moglie abbiamo dovuto affrontare per
sollecitare la ricerca o visionare di
volta in volta le varie coperte che la
tintoria ci mostrava per verificare che
non fossero la nostra". Dopo un ulteriore sollecito, la tintoria propone un
rimborso di 80 euro, che il socio accetta. Chi la dura la vince. ¬
IL DUBBIO
Antivirus: uno alla volta
«Posso scaricare la versione di prova
gratuita di un antivirus per il pc mentre ne ho
installato un altro che mi dice che ha rilevato
dei problemi e mi vuole vendere
l'aggiornamento? ».
Lettera firmata
■ No, non è consigliabile installare un antivirus
se sul tuo pc ne hai già installato un altro. Anzi,
può addirittura essere fonte di problemi. I due
programmi, infatti, possono andare in conflitto
fra di loro: potrebbero cessare di funzionare o
persino segnalare falsi positivi.
■Prima di installare un qualsiasi antivirus
(questo vale sia per i gratuiti sia per quelli a
52 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
pagamento) bisogna assicurarsi di avere
rimosso completamente il precedente.
■ Ricorda comunque che non esiste un
pacchetto di sicurezza informatica capace di
fornire al pc un "sistema immunitario" a prova
di qualunque virus: ce n’è sempre qualcuno
che potrebbe riuscire a farsi strada. Per
questo la prudenza non è mai troppa quando si
naviga in internet o si copiano sul disco fisso
file esterni (per esempio, da una chiavetta usb
o allegati di email). Se vuoi scegliere un
pacchetto di sicurezza per il tuo pc, puoi
consultare i risultati del nostro ultimo test
(Altroconsumo 280, aprile 2014) oppure
mettere a confronto i prodotti sul nostro sito.
www.altroconsumo.it
DIRITTI IN VACANZA
Viaggiare lontano dai guai
IL CONCORSO
PER I SOCI
esiderava solo un po' di relax il
nostro socio Emanuele Viani,
ma il viaggio nel Mar Rosso non ha
sortito l'effetto desiderato. Semmai il
contrario. E pensare che a far cambiare idea al nostro socio circa il viaggio di una settimana a Sharm el Sheik
non è stato un capriccio, bensì un
comunicato ufficiale della Farnesina
(uscito sei giorni dopo che era stato
comprato il pacchetto) in cui si sottolineava che "in considerazione del
progressivo deterioramento della situazione di sicurezza si sconsigliano
i viaggi in tutta la penisola del Sinai,
comprese le località balneari ivi situate, quali Sharm el Sheik, Dahab,
Nuweiba e Taba".
Il socio invia un'email per recedere
dal contratto, ma l'operatore viaggi
online Yalla Yalla non intende dargliela vinta: in più di un'occasione risponde che la situazione in Egitto è sotto
controllo e il pacchetto vacanza può
essere usufruito "in completa tranquillità". E le indicazioni della Farnesina? Yalla Yalla insiste che "non ci
sono gli estremi per richiedere eventuali cancellazioni né modifiche di
destinazione".
Con il nuovo concorso,
premiamo la tua fedeltà: a
tutti i soci sono stati
assegnati tre nuovi numeri
personali con i quali, purché si
sia in regola con l’adesione, si
partecipa alle estrazioni
mensili. In palio ci sono
videocamere, bici elettriche,
cesti di prodotti
enogastronomici,
smartphone… Per aumentare
le tue possibilità di vincita
puoi ottenere nuovi numeri
aderendo alle nostre
iniziative che lo prevedono.
"Fedeltà premiata" dura un
anno e si concluderà in
bellezza con l'assegnazione
di una vettura, la New Mini
Cooper. Ricorda che per
visualizzare i numeri che ti
sono stati assegnati occorre
effettuare il login sul sito.
D
Contro un muro di gomma
Dopo le pressioni del socio, l'operatore online avanza una proposta: congelare la quota già pagata per usarla
per un eventuale altro viaggio. A questo punto interveniamo a supporto
del socio, ribadendo a Yalla Yalla che
per legge "la irrealizzabilità della finalità turistica per sopravvenuto
evento non imputabile alle parti determina l'estinzione di diritto del contratto". Senza alcun addebito, né a
titolo di penale né di quote d'apertura pratica o assicurative. E riusciamo
a far ottenere l'intera cifra al socio.
Che forse per il futuro sceglierà altre
mete. Forse anche un'altra agenzia. ¬
STIRATURA & CHIMICA
Il difetto dell'appretto
moglie stira in media un paio
M ia
di ore al giorno, servendosi di
un appretto spray. Mi è sorto il dubbio
che l'uso continuo di questo prodotto
possa risultare tossico. È vero che il
getto nebulizzato è indirizzato verso
il basso, tuttavia una parte rimane
nell'aria e viene sicuramente respirata. I miei timori sono fondati o mi preoccupo per nulla?
Antonio Sbordini, Parma
Il principale problema di questi prodotti è che non possiamo sapere esattamente cosa contengono: i produttori non sono obbligati a dichiararlo in
www.altroconsumo.it
etichetta, come invece succede per i
cosmetici e i detersivi. È impossibile
quindi sapere se l'appretto contiene
profumi e altri ingredienti ai quali siamo allergici o nei confronti dei quali
abbiamo sviluppato una forma di sensibilizzazione. C'è poi il rischio di inalare sostanze volatili, cioè che evaporano in fretta. Inoltre, le bombolette
spray contengono propellenti infiammabili. Per questo bisognerebbe limitarne l’utilizzo. Nell'ultimo test sui
ferri da stiro (AC 281, maggio 2014)
trovi alcuni consigli per rendere più
facile la stiratura e una ricetta per prepararsi un appretto in casa. ¬
www.altroconsumo.it/
imieinumeri
BACHECA
facebook.com/altroconsumo
Roberto
Valente
A proposito del gruppo di acquisto
"auto a basso impatto ambientale"
che avete promosso e a cui ho
aderito, volevo informarvi che ho
scaricato il voucher e mi sono
recato presso la ditta Galvauto di
Vicenza. Qui il sig. Pilonato (che
non conoscevo) mi ha illustrato
con dovizia di particolari la
macchina di mio interesse. Penso
che acquisterò l'auto, sfruttando
l'occasione del gruppo d'acquisto,
ma volevo comunque segnalare il
fatto: è un piacere quando si
trovano persone che ti agevolano
e ti semplificano le cose
consigliando per il meglio e non
solo per il loro interesse.
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 53
Viva voce
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con i migliori operatori del mercato, rimanendo
totalmente indipendenti.
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Dov'è l'olio d'oliva?
o selezionato dalla macchinetta
automatica delle merendine una
confezione di taralli all'olio di oliva.
Seguendo i vostri insegnamenti, ho
letto la lista degli ingredienti e - con
mia sorpresa - ho scoperto che il primo (e quindi anche quello maggiormente presente) è l'olio di palma.
Eppure sulla confezione c'è scritto
bello in grande "all'olio di oliva". È
corretto? Lo possono fare? Certo, io
non li prenderò più.
Michele Dalla Pria,Fiesso d’Artico (VE)
H
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Conti correnti
Sì, lo possono fare, purtroppo. Comprendiamo le perplessità del socio:
effettivamente l'etichetta potrebbe
sembrare ingannevole. Ma in realtà
in termini strettamente legislativi non
lo è: vantare sul fronte della confezione l'impiego di olio di oliva non impone infatti al produttore di usare soltanto l'olio di oliva come componente
grassa dell'alimento.
La legge richiede solo che venga dichiarata - nella lista degli ingredienti
- la percentuale di olio di oliva usato.
E così infatti è. Purtroppo trattandosi di un prodotto che viene erogato
da una macchinetta non è possibile
leggere la lista degli ingredienti prima
della selezione.
Lo si può fare però con i prodotti
esposti sugli scaffali al supermercato:
certo il tempo da dedicare alla spesa
sarà sicuramente maggiore, ma si
avrà la certezza di aver scelto in modo
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54 Altroconsumo 287 • Dicembre 2014
PACCHETTI SKY
Telefonate poco chiare
ello scorso mese di ottobre una
operatrice Sky mi ha interpellato per telefono, per consigliarmi di
sottoscrivere un abbonamento a calcio o sport per evitare che il mio abbonamento subisse un aumento mensile, assicurandomi che dopo pochi
giorni avrei potuto disdirlo pagando
un solo mese di abbonamento (€ 10).
Dovendo dare una risposta immediata senza possibilità di riflettere, ho
autorizzato la sottoscrizione dell’ab-
N
bonamento al calcio, che ho disdetto
dopo pochi giorni, ma ho dovuto pagare 3 euro nel mese di ottobre, 10
nel mese di novembre e 10 nel mese
di dicembre. Avendo accertato che
la richiesta era priva di fondamento,
fatta solo per ottenere una estensione dell’abbonamento, ho reclamato
a Sky la restituzione di 23 euro: si
tratta di una somma esigua, ma non
sopporto che l'incaricata Sky mi abbia indotto a sottoscrivere una cosa
con informazioni false.
Alfonso Greco, Sciacca (AG)
Grazie al nostro intervento siamo
riusciti a far riavere al socio i 23
euro. Quello che però non siamo riusciti ad ottenere sono chiarimenti
circa il comportamento scorretto e
poco trasparente dell'incaricato al
telefono. Ci auguriamo che Sky risolva queste spiacevoli situazioni. ¬
www.altroconsumo.it
INDICE
Test e inchieste degli ultimi mesi
ARGOMENTO
A
ASSOCIAZIONE
Altroconsumo è un’associazione senza fini
di lucro fondata a Milano nel 1973.
Altroconsumo, in piena autonomia e
indipendenza, si pone come scopo
l’informazione, la difesa e la
rappresentanza dei consumatori.
È membro della CI (Consumers’
International), di ICRT (International
Consumers’ Research and Testing) e del
BEUC (Ufficio europeo delle associazioni di
consumatori).
Altroconsumo si finanzia esclusivamente
attraverso le quote associative.
ALTROCONSUMO EDIZIONI S.R.L.
Il mensile Altroconsumo, i bimestrali Soldi
& Diritti, Test Salute e HiTest, così come le
guide pratiche hanno come unico obiettivo
l’informazione e la difesa dei consumatori.
Le riviste non contengono una sola riga di
pubblicità, né informazioni pagate o
ispirate da produttori e venditori o da
gruppi di interesse politico e finanziario, a
garanzia della trasparenze e dell’obiettività
dei giudizi.
I test comparativi su beni di consumo e
servizi finanziari e assicurativi sono
l’elemento che contraddistingue le riviste.
I laboratori e gli esperti incaricati di
svolgere le prove sono indipendenti dai
produttori e da qualsiasi tipo di interesse
commerciale.
Tutti i campioni utilizzati per la
realizzazione dei test vengono acquistati
anonimamente e inviati direttamente ai
Segretario Generale: Luisa Crisigiovanni
Vicesegretario: Marino Melissano
Direttore: Luisa Crisigiovanni
Tesoriere: Enzo Passaro
Consiglio: Valentina Apruzzi, Franca Braga,
Giulia Candiani, Raffaele Cauzzi, Liliana
Cantone, Silvia Castronovi, Luisa Crisigiovanni,
Graziella De Faveri, Andrea Doneda, Letizia
Ghizzi Panizza, Paolo Martinello, Rosanna
Massarenti, Francesco Mattana, Marino
Melissano, Natalia Milazzo, Giovanni Pessina,
Marco Pierani, Daniela Nocchieri, Valeria
Riccardi, Vincenzo Somma, Lorena Valdicelli.
Sede nazionale
via Valassina 22 - 20159 Milano.
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I risultati delle prove condotte da
Altroconsumo, Soldi & Diritti, Test Salute e
HiTest riguardano esclusivamente i
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possibile trarne valutazioni di carattere
generale e consigli utili per gli acquisti.
Direttore editoriale: Andrea Doneda
Direttore responsabile: Rosanna
Massarenti
Redazione: Natalia Milazzo, Alessandro
Sessa, Marzio Tosi (capiredattori), Luca
Cartapatti, Beba Minna, Simona Ovadia
(vicecapiservizio), Manuela Cervilli,
Michela Di Mario, Matteo Metta, Adelia
Piva, Sonia Sartori, Roberto Usai.
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QUANTO COSTA
Altroconsumo
Altroconsumo + Soldi&Diritti
Altroconsumo + Test Salute
Altroconsumo + Soldi&Diritti + Test Salute
AnnualeTrimestrale
91,00 €
134,00 €
136,60 €
179,60 €
la quota associativa, compresa nell’abbonamento,
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www.altroconsumo.it
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33,50 €
34,15 €
44,90 €
Acqua,
come risparmiarla
tariffe
Anticalcare
Auricolari per smartphone
Automobili
comprarla usata
consumi ingannevoli
test “piccole”
Asciugatrici
Aspirapolvere
NUM.ANNO
283 7-8/2014
287 12/2014
283 7-8/2014
282
6/2014
282
6/2014
28510/2014
284 9/2014
28510/2014
282
6/2014
B
Batterie usa e getta
e ricaricabili
Bilance pesapersone
Biscotti
Bolle di sapone
283 7-8/2014
281
5/2014
28510/2014
283 7-8/2014
C
Caffè
per macchinetta
responsabilità sociale
Caldaia, controlli di legge
Carte fedeltà
Caschi per bici
Casse altoparlanti per tv
Cioccolato
Colle stick
Coltelli
Cosmetici Cozze
283 7-8/2014
283 7-8/2014
284 9/2014
286 11/2014
282
6/2014
287 12/2014
287 12/2014
284 9/2014
287 12/2014
281
5/2014
282
6/2014
D
Detersivi,
alternative ecologiche
Docciaschiuma
E
Ecoball
Elettrodomestici
obsolescenza Energie alternative
Etichette alimentari
281
282
5/2014
6/2014
286
11/2014
285 10/2014
28510/2014
287 12/2014
F
Farmaci
maculopatia
reperibilità
Ferri da stiro
Frigoriferi
G
Gelatiere
Giocattoli, sicurezza
I
Impermeabilizzanti
L
Lampadine
Lavastoviglie
Lavatrici
Lavoro, come trovarlo
M
Macchine da cucire
283 7-8/2014
Macchine per caffè
287 12/2014
Macchine fotografiche reflex 284 9/2014
Microonde, forni
28510/2014
N
Navigatori satellitari
282
287
6/2014
12/2014
286
11/2014
281
P
Palloni da calcio
282
Pesticidi in frutta e verdura 284
Pneumatici invernali
286
R
Radiatori portatili
Repellenti per zanzare
Rifiuti, differenziare l’umido
Robot da cucina
S
Scadenza alimenti Seggiolini per auto
Siti di prenotazione alberghi
Stampare le fotografie
Supermercati, prezzi
5/2014
6/2014
9/2014
11/2014
286 11/2014
283 7-8/2014
28510/2014
287 12/2014
281
5/2014
282
6/2014
283 7-8/2014
283 7-8/2014
284 9/2014
T
Tariffe
elettricità
281
telefono mobile 285
Tablet
guida all’acquisto
287
responsabilità sociale
287
Telefono, affidabilità aziende 284
Televisori
286
Treni, pendolari
286
U
Ultrabook
V
281
5/2014
28510/2014
281
5/2014
284 9/2014
286 11/2014
286 11/2014
28510/2014
284 9/2014
Vestiti anti UV
Videocamere
Vino, grandi rossi
284
5/2014
10/2014
12/2014
12/2014
9/2014
11/2014
11/2014
9/2014
282
6/2014
283 7-8/2014
286 11/2014
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DIRETTORE RESPONSABILE: Rosanna Massarenti
Dicembre 2014 • 287 Altroconsumo 55
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Cosa spinge 14 milioni di persone a fare acquisti online? La fotografia digitale è solo per
la nuova generazione di fotografi? Cosa offre di buono il web?
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