evidenziatore di connessioni, contaminazioni di poliarte design
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evidenziatore di connessioni, contaminazioni di poliarte design
EVIDENZIATORE DI CONNESSIONI, CONTAMINAZIONI DI POLIARTE DESIGN SCHOOL | ANCONA M A G G I O 2 0 1 6 CORSO TRIENNALE DI INTERIOR DESIGN CORSO TRIENNALE DI GRAPHIC E WEB DESIGN CORSO TRIENNALE DI PRODUCT DESIGN L’Interior Designer usa le sue conoscenze per progettare diverse tipologie di ambienti siano essi abitazioni, locali commerciali, mostre, stand fieristici, parchi, giardini, uffici, ristoranti, esterni o interni, pubblici o privati, adatti perciò ai più disparati target. Potrà lavorare presso studi tecnici, showroom o avviare una propria attività di Interior Designer collaborando con figure come architetti ed ingegneri. Il Graphic Designer è il responsabile di ogni comunicazione nella sua interezza, dalla realizzazione del marchio e logo tipo, passando per gli strumenti tradizionali come flyer, brochure, manifesti, impaginati fino a quelli più evoluti come siti web, brevi spot e servizi fotografici sia per aziende (corporate identity) che per prodotti (brand design) ed eventi sia pubblici che privati. L’Industrial Designer usa le sue conoscenze per capire le esigenze e i desideri dei consumatori, progettando oggetti esteticamente validi ma soprattutto funzionali ed ergonomici che possano essere industrializzati e riprodotti su vasta scala. A chi è rivolto Per chi ha particolare interesse nel campo della progettazione degli spazi e dell’arredo, sia interni che esterni, con particolare cura del dettaglio. Per chi vuole realizzare ambienti a misura d’uomo ed emozionali, che riescano a soddisfare le esigenze del committente ma anche dell’utente che ne usufruirà, armonizzando tra di loro spazi, A chi è rivolto Per chi ha particolare interesse nel campo dell’illustrazione, della comunicazione, del colore, delle forme e della multimedialità. Per chi vuole esprimere la propria creatività creando messaggi grafici adatti al target di riferimento. A chi è rivolto Per chi ha particolare interesse nel campo del disegno industriale di oggetti sia semplici che complessi. Per chi vuole realizzare un proprio prodotto partendo dall’idea fino alla creazione di un prototipo adatto alla produzione e alla vendita, curando sia l’aspetto estetico che quello tecnico, sfruttando forme, materiali e tecnologie innovativi. NUMERO 0 | MAGGIO 2016 EVIDENZIATORE DI CONNESSIONI, CONTAMINAZIONI DI POLIARTE DESIGN SCHOOL | ANCONA Progetto grafico Sergio Giantomassi | La pubblicazione avviene senza periodicità in modo occasionale e attualmente non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001 SPECIALE PICENUM REGIO QUINTA ARCHEOLOGIA & DESIGN L'UMANESIMO CREATIVO di GIORDANO PIERLORENZI * “U lteriora mirari, presentia sequi”: ammirare il passato, seguire il presente. Questa massima latina spiega chiaramente l’intervento artistico e progettuale di Donatella Fogante, artista internazionale che Poliarte Design School di Ancona, dove insegna, ha voluto far suo per ribadire che la ricerca creativa non ha soluzioni di continuità, è atemporale e ubiqua, rimescolamento continuo di pensiero e azione. Focus dell’intervento è lo studio e l’interpretazione iconologica della cultura e civiltà dei piceni - nostri antenati -, popolazione appartenente al gruppo etnico degli Osco Umbri di stanza nell’Italia centrale nei territori oggi delimitati dalle regioni Marche, Umbria ed Abruzzo. Un intervento segnatamente di design di ricerca che rivisita il passato per rintracciarne i segni d’attualità, ricostruire i percorsi e le tappe che sono all’origine del costume e dell’etica di oggi e restituire originali manufatti d’arte e design di pregevole fattura, fruibili da tutte le generazioni. D’altronde, è nella natura stessa del design, in quanto vocazione al progetto ed alla risoluzione funzionale ed estetica di un problema, volgersi indietro per ricercare motivi, stilemi, modelli e storie che possano ispirare l’approccio e il progetto per ottimizzare la qualità della vita migliorandone il wellness. L’epos e l’ethos dei nostri antenati che hanno influenzato e contribuito allo sviluppo della civiltà romana rivivono dunque, in un’iconografia che richiamandosi all’antico si propone con modalità diverse e rinnovate, più appropriate ai gusti e alle mode odierne. Così gli elementi mitologici Picchio, Tria Fata, Labirinto, Anellone, Torques - che l’archeologia e le fonti documentarie tramandano come simboli della vocazione al mare e all’artigianato del popolo piceno, si trasformano ora in monete, medaglie, collane, bracciali, pendenti, ornamenti e capi di abbigliamento e gadget promozionali. Ecco il re-design, ovvero il design che cerca ”il futuro nel passato”, nell’artigianato aulico. Un design che sa apprezzare gli elementi culturali che come nella civiltà picena si sono sviluppati attraverso il dialogo interculturale tra il mondo classico greco-romano e le suggestioni levantine, reso prossimo proprio da Ancona, storica “porta d’oriente”. # (*) Direttore di Poliarte Design School > INTERVENTI La svolta “Pronti a fare un ulteriore salto di livello” # PAGINA 02 > IL PROGETTO Miti e leggende Quando i simboli delle Marche prendono forma # PAGINA 03 > GLI STUDENTI La collezione Tendenze attuali sotto il segno di un popolo # PAGINA 04 > COMUNICAZIONE Il messaggio L'alfabeto dei Piceni per il commercio # PAGINA 06 > ARTIGIANATO La rivincita Botteghe e tecnologia coppia vincente # PAGINA 07 PAGINA NUMERO 0 | MAGGIO 2016 02 GLI INTERVENTI E LE INTERVISTE PROGETTIINVETRINA "Tutto quello che si può dire si può dire chiaramente" ll "Picchio" nello scudo delle Marche Ludwig Wittgenstein “IL CONTEMPORANEO HA RADICI ANTICHE” PIERLORENZI, DIRETTORE DI POLIARTE: «É UNA TRADIZIONE DELLA NOSTRA SCUOLA RECUPERARE DALLA STORIA STIMOLI E MOTIVAZIONI, ORA SIAMO PRONTI A CONIUGARE LE TECNICHE DEL DESIGN MODERNO CON L'ARTIGIANATO DEL TERRITORIO» di FRANCO ELISEI * “I l contemporaneo ha basi antiche. E il futuro va cercato nel passato, perché lì si ritrovano i segni d’attualità”. Giordano Pierlorenzi, direttore della Poliarte Design School di Ancona ha appena realizzato con i suoi studenti l’evento itinerante “Picenum Regio Quinta”, grazie alla Regione Marche e all'assessore Manuela Bora, è già alle prese con nuovi progetti. Tutti innovativi. Ma che non spezzano il legame con la storia. Con il segno del passato. “Uno sguardo indietro per costruire il futuro – ammette – E’ la base di ogni arte. E l’occasione questa volta ce l’ha fornita la professoressa Donatella Fogante, artista internazionale e docente della scuola. Ha realizzato una esposizione di modelli ispirati ai Piceni. Ha studiato quel popolo e ha reinterpretato immagini e simboli creando monili e accessori in argento che ripercorrono la iconologia del tempo. Idee realizzate poi dagli studenti della Poliarte”. “E’ una tradizione della scuola – continua Pierlorenzi - Trovare ispirazione, orientamenti, suggerimenti per nuovi progetti di comunicazione studiando il passato. Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Lo diceva Antoine Laurent de Lavosier. Stiamo portando avanti un processo di continua attualizzazione. Lo facciamo da sempre qui alla Poliarte. E lo abbiamo messo in pratica con lo studio intrapreso sui Goti, sui Galli, Etruschi e romani. E potrei continuare. In 45 anni della scuola di design abbiamo creato modelli contemporanei senza dimenticare le radici storiche. Gli studenti della Poliarte fanno L'assessore regionale Manuela Bora con il direttore di Poliarte Giordano Pierlorenzi. Foto Maurizio Rillo. A lato e sopra, l'esposizione dei manufatti nelle varie mostre e musei. Foto Filippo Pesaresi queste immersioni, dando la possibilità di recuperare dalla storia stimoli e motivazioni per un nuovo design. Il metodo usato è semplice: abbiamo messo a confronto arte, archeologia, artigianato e architettura attraverso metodi e tecniche propri del design. La collezione ispirata al gotico è stata stupenda. E ora è la volta dei Piceni” Ed è il momento del cambio di marcia. Della svolta di Poliarte, l’Istituto di alta formazione e ricerca marchigiano che compie ormai quasi mezzo secolo di vita offrendo corsi di Fashion Design, Graphic & web Design, Industrial design, Interior Design, Video Digital. E che ha visto protagonista alla guida per tutti questi anni proprio Pierlorenzi. La svolta arriva con una nuova rivista dedicata al Design: “Poliartefatti”. Uno sguardo alla creatività e un altro al territorio. “Una svolta sostanziale – conferma il di- > rettore dell’istituto – Che riprende anche in questo caso esperienze già vissute. Già negli anni ‘70-‘80 abbiamo realizzato la rivista “D.segno; che negli anni ’90 si è trasformata in “D.sign” un magazine più ad uso interno. Ora con “Poliartefatti” siamo pronti a fare un ulteriore salto di livello. Con questa pubblicazione intendiamo diventare un punto di riferimento in campo nazionale, partendo dai designer dei singoli territori. E dalla scuola vogliamo trasmettere un modello che prova a coniugare le tecniche del design moderno con l’artigianato tipico del distretto. Vogliamo valorizzare il nostro patrimonio attraverso l’innovazione del design. Semplicemente mettere sotto i riflettori il talento italiano, mantenendolo strettamente legato ai territori”. # (*) Giornalista e responsabile comunicazione Poliarte di GIOVANNI VEROLI C ome fondatore e Presidente della Cooperativa CIDOM Progetti, nonché responsabile del settore Industrial & Graphic Design, a cui partecipava anche Saturno Spinsanti, diplomato come me al Centro Sperimentale di Design CNIPA di Ancona, nel 1979 proposi e decidemmo di partecipare al Bando di Concorso per la realizzazione del Logo della Regione Marche. Da una iniziale ricerca storica sul territorio regionale, constatammo che il “picchio” era l’animale totemico dei Piceni, la scelta trae origine da una antichissima tradizione che narra di popolazioni Sabine che, nell’attraversare l’Appennino durante il “ver sacrum”, portavano con sé un totem raffigurante un uccello sacro: il Picchio. Quindi iniziammo a studiare graficamente il picchio collocandolo in un contesto riconducibile alla Regione Marche. Dopo svariate prove a riferimenti geografici e naturalistici (sole, mare, monti, ecc.) con un segno grafico stilizzato, vennero tutti bocciati immediatamente. Intervenendo nella sintesi formale dei segni e, soprattutto nella lettura immediata del segno, decidemmo di sovrapporre il Picchio stilizzato alla lettera “M” di Marche, il tutto racchiuso in uno scudo verde raffigurante il territorio. La scelta del colore verde era legata alla caratteristica prettamente rurale e naturalistica della Regione. # PAGINA 03 DA COSA NASCE COSA NUMERO 0 | MAGGIO 2016 "Adatta la tecnica all’idea non l’idea alla tecnica" Bill Bernbach MITI E LEGGENDE IN SEI ICONE ARTISTICHE DAL PICCHIO ALL'ANELLONE PICENO: MISTERI, STORICI RIFERIMENTI PERCORSI E SIMBOLI DELLE MARCHE PRENDONO FORMA NELLE MONETE REALIZZATE CON L'ANTICHISSIMA TECNICA DELLA CERA PERSA IN ARGENTO 925 di DONATELLA FOGANTE * Q ualche anno fa ho realizzato una scultura di grandi dimensioni (5,20mt) per la Confartigianato di Ancona. Il motto scelto da questa associazione era “Il futuro ha radici antiche”. Mi era piaciuto moltissimo, da qui la ricerca delle origini della mia regione. La creatività è per me coniugazione tra realtà e fantasia e questo ho fatto progettando e realizzando le sei monete con le quali ho iconizzato i miti e le leggende della mia ricerca. Le monete sono realizzate con l’antichissima tecnica della cera persa in argento 925, trattate poi perché avessero delle incrostazioni biancastre come nei ritrovamenti archeologici. Da esse ho poi tratto oggetti, gioielli, di uso comune: collane, bracciali, anelli, orecchini... I temi “raccontati” sono 6 e La creatività è coniugazione tra realtà e fantasia e il numero dei temi "raccontati" è considerato divino dalla Cabala non a caso, questo è il numero considerato dalla Cabala divino per eccellenza. IL PICCHIO È il simbolo delle Marche e diverse sono le interpretazioni della sua origine. Io ho scelta quella che mi piaceva di più, la Ver Sacrum o Primavera Sacra: era la migrazione che ogni anno veniva compiuta dai giovani Sabini alla ricerca di nuove terre in cui insediarsi. Essi si muovevano dietro un asticella su cui era issata l’immagine di un picchio. ANELLONE PICENO Oggetto tutt'ora misterioso che si ipotizza legato alla sepoltura delle sacerdotesse della dea Kupra. PICENUM REGIO QUINTA, IL NOME DELLE MARCHE in epoca augustea TRIA FATA Le tre vette più alte dei Sibillini dove gli antichi, dopo un percorso di purificazione in un labirinto andavano a chie- > dere il fato alla Sibilla. KUPRA Antico nome della dea Venere, nella moneta ai lati del nome due piccole spirali simboleggianti la rinascita. TORQUES Collana derivante dalla spirale, simbolo universale di più culture che i Piceni indossavano anche in battaglia. PICENUM REGIO QUINTA Antico nome dato in epoca Augustea alla regione Marche. Il design forgia l’appartenenza e se il futuro nasce dal passato essi sono strettamente correlati dall’universalita di un patrimonio comune: l’eroina di un famoso manga giapponese si chiama Nausicaa! # (*) Artista internazionale e docente Poliarte design school Le foto delle monete sono di Nicolas Teodori PAGINE I PROGETTI DEGLI STUDENTI NUMERO 0 | MAGGIO 2016 "Il cambiamento è una condizione essenziale dell’esistenza" Lucio Fontana Le studentesse della Poliarte Beatrice Bassetti e Martina Frattini PROGETTIDIRILIEVO La campagna Picenum Quinta della Poliarte UNA COLLEZIONE CON LO SGUARDO ALLA STORIA pensando al futuro LA CIVILTà DEI PICENI RIVISITATA NEL MONDO CONTEMPORANEO CON LO STUDIO DEL TEAM DORICO SU PROGETTO DELLA DOCENTE E ARTISTA FOGANTE. COSì L'ARCHEOLOGIA RIVIVE IN COLLANE, BRACCIALI, PENDENTI, ORNAMENTI IN LINEA CON I GUSTI E LE TENDENZE ATTUALI di SERGIO GIANTOMASSI * T utto inizia con qualcosa di prezioso, unico, con l'odore del tempo che si respira nell'avvicinarsi ai gioielli, medaglie forgiate con mani sapienti, bracciali che ricordano i tempi antichi. Nel vedere questi preziosi non ho saputo resistere alla tentazione di essere coinvolto e coordinare, con l'aiuto di Beatrice e Martina, il progetto di comunicazione che ha promosso una serie di eventi dedicati alla terra marchigiana, e a quel popolo che ha lasciato tracce evidenti della sua presenza: i piceni. Il progetto di comunicazione cerca di far tornare alla mente, attraverso il contrasto delle monete color argento e l'utilizzo di fondi con diverse tonalità di rosso, l'archeologia, la storia e tutta la simbologia utilizzata dai piceni nel loro vivere quotidiano, ben evidenziata e valorizzata da Donatella Fogante, che con la sua creatività ha ideato i pregiati oggetti. In questo caso si è reso necessario fotografare le monete con una luce radente, per esaltarne le imperfezioni, la forma, come se fossero reperti archeologici scoperti da poco. Gli scatti sono stati realizzati da Nicolas Teodori in una mattinata durante una pausa tra una lezione e l'altra, all'interno della Poliarte sotto l'occhio vigile e attento di Donatella. Posso solamente elogiare l'operato di Beatrice e Martina che, con pazienza ed entusiasmo hanno lavorato agli esecutivi di tutta la campagna. # 04/05 di ELISA MAZZONI e SIRIO BURINI * È curioso vedere e forse anche sorprendersi nel notare come una civiltà storica risalente ai nostri antenati piceni possa rimbalzare al mondo contemporaneo in poche battute. Un grande lavoro è stato svolto dal team Poliarte Design School di Ancona per rendere omaggio al progetto di Design di ricerca della docente e artista internazionale Donatella Fogante, la quale, con una rivisitazione iconografica, ha sviluppato elementi mitologici che l’archeologia tramanda come simboli della vocazione al mare e all’artigianato del popolo piceno, trasformandolo in monete, medaglie, collane, bracciali, pendenti, fibule, ornamenti, capi di abbigliamento in linea con i gusti e le tendenze odierne. Proprio con questi ultimi le studentesse del secondo anno del corso triennale di Fashion design di Poliarte stanno elaborando una accattivante capsule collection ispirata al mondo piceno, apprezzando gli elementi artistici e culturali, prendendone spunto e riproponendoli in una veste del tutto moderna. Texture, pattern, decorazioni piazzate, per capi di abbigliamento da realizzare con tessuti elastici, stretch, lycre e cotone garzato. Un mix and match di modernità e tradizione, che, rinnovata, estrapola nuove forme interessanti dal punto di vista cromatico e materico. Questa collezione sarà composta da elementi base del guardaroba femminile e maschile, casual and street, come tshirt, over Antiche icone arcaiche e simboliche L'advertising curato dagli studenti e dai docenti della scuola di Design anconetana (*) Docente di progettazione e comunicazione visiva > tshirt, felpe, maxi dresses. Capi alquanto versatili e trasversali per uno stile street wear che racchiude femminilità, ricerca, eleganza. Tuniche, toghe, pepli rivisitati con un intervento segnatamente di design di ricerca rintracciandone i segni d’attualità, ricostruendo i percorsi e le tappe che sono all’origine del costume e dell’etica di oggi con l’intento di restituire originali manufatti d’arte e design di pregevole fattura, fruibili da tutte le generazioni. Le studentesse Poliarte così, guidate dal docente Sirio Burini stanno realizzando a complemento dell’intervento della Fogante una collezione di moda di outfit street wear ispirate ai Piceni. In un campionario di pezzi chiave del mondo femminile e maschile, quali la Tshirteria e la felperia, prendono forma capi versatili, contraddistinti da forme over, che prendono vita dal modo di pensare e vedere la moda di chi li indosserà. Forme geometriche, trapezoidali, rotonde esprimono l’essenzialità in una pulizia di forme e ricchezza di contenuto. ‘’Il futuro nel passato’’ come elemento distintivo capace di rilevare una sintesi tra l’artigianato aulico e il Design nella connotazione più attuale e moderna. Un dialogo interculturale tra il mondo classico greco-romano e le forme più moderne dell’industria dell’abbigliamento, del fast fashion, del made in Italy. Di notevole importanza riveste infatti la collaborazione con l’azienda marchigiana Menù studio di Acqualagna, un ricercato studio di progettazione diretto da giovani imprenditori del tessuto pesarese che, con entusiasmo hanno accolto la proposta Poliarte. Scopo del lavoro di Poliarte è arrivare a costituire una sorta di linea produttiva fino ad un e-commerce, coi vari network che si interfacciamo con il mondo, nel mercato cinese, indiano e russo. Un e-commerce targato Poliarte che, in una filiera del tutto interna alle Marche per quanto riguarda la parte creativa, stilistica, e produttiva, giunge poi ai target esteri, nel suo sviluppo commerciale. Da uno studio approfondito sul mondo piceno, mettendo a confronto archeologia, artigianato, architettura e design, si esalta un umanesimo creativo radicato nella nostra cultura intrisa di know how e capacità volitiva. Una ricerca creativa atemporale e ubiqua senza soluzioni di continuità, un continuo rimescolamento di pensiero e azione. # Elisa Mazzoni fashion designer e Sirio Burini, direttore corso fashion Poliarte design school > Moda é la maniera di sottolineare la difficoltà di dover tener conto del passato e del presente per declinare all’infinito uno stile Paolo Monina Fotografo e artista PAGINA 06 STORIA E COMUNICAZIONE NUMERO 0 | MAGGIO 2016 "La brevità "nis iste natus è error sit stessa l'anima volup tatemsaggezza" della accusan tium dolore" William Shakespeare IL PUNTOSULDESIGN Dalla sperimentazione alla valorizzazione delle nostre radici di Valentina andreucci * I l progetto dedicato alla Picenum Regio Quinta, svolto all’interno della Poliarte Design School, rappresenta un perfetto esempio di come sia possibile riscoprire il proprio passato anche attraverso il lavoro di chi si “proietta al futuro”. Quando si parla di design si è automaticamente portati a pensare a innovazione e novità; e nella società in cui viviamo tutto diventa rapidamente obsoleto e fuori moda. Ma quello che siamo oggi è il frutto del nostro passato, di secoli di stratificazioni di culture, stili e gusti che si sono avvicendati e sono entrati nel nostro DNA. È questo il motivo per cui in una scuola di design si insegna la storia di quel mezzo di espressione e comunicazione che è l’arte: per conoscere il passato e saper riconoscere quanto l’arte sia pervasiva la nostra vita. Conoscere il passato per poterlo reinterpretare. Un progetto come quello ideato e sviluppato dalla professoressa Fogante permette di cogliere questo nesso. È infatti un’occasione non solo di sperimentazione, ma anche di valorizzazione del nostro passato attraverso diverse iniziative, un modo per ripensare alle nostre radici e rendersi conto di quanto queste siano ancora vive. E tale è l’importanza dei Piceni per la storia della nostra terra che 35 anni fa la Regione Marche ha scelto di inserire nel proprio logo l’immagine dell’ animale sacro di questo popolo, il picchio, la cui immagine è presente proprio in una delle sei monete riprodotte per il progetto sulla Picenum Regio Quinta. # (*) Docente di storia delll'arte Poliarte design school IL MESSAGGIO DEI PICENI POPOLO FORTE E GUERRIERO COMUNICAVA CON ALTRE REALTà PER IL COMMERCIO. LE ISCRIZIONI RINVENUTE, RIVELANO UN ALFABETO COMPOSTO DA VENTUN LETTERE E DUE LINGUE di Paola Costanza Papakristo * G li antichi Piceni, popolo forte e guerriero, hanno lasciato tracce importanti del loro passaggio. Ma cosa sappiamo del loro modo di comunicare? Innanzi tutto ebbero necessità di interagire con altri popoli per il commercio. Le vie di comunicazione favorivano gli scambi con Etruschi e Umbri valicando gli Appennini, con i Greci attraversando l’Adriatico e con gli altri popoli italici per l’acquisto di ceramiche, vasi, armi e la vendita di ornamenti con inserti d’ambra. Sappiamo dalle iscrizioni rinvenute che possedevamo un alfabeto e due lingue, collocabili in periodi storici e località diversi, che sottendevano però una cultura unitaria. Le epigrafi ricordavano un evento o un personaggio importante e sono state classificate dagli storici in “sudpicene” – riferibili all’ambito della lingua italica, in particolare al ceppo sabino, e apposte su steli e cippi, su elmi, su un vaso di terracotta e un bracciale - e “nordpicene” o “iscrizioni di Novilara” – in una lingua diversa con influenze illiriche e greche. L’alfabeto piceno, i cui segni somigliano al greco, era composto da 21 lettere. La scrittura era riservata a pochi gruppi sociali e legata spesso a motivi religiosi. Oggi possiamo leggere la lingua picena ma il suo significato non è sempre comprensibile a causa di un insufficiente vocabolario. Nel Piceno la scrittura arrivò tramite gli Etruschi, che l’avevano appresa dai Fenici e dai coloni Calcidiesi della Campania. La leggenda narra infatti che i giovani Sabini intrapresero una migrazione, valicando l’Appenino, al seguito di un picchio, uccello sacro, e dando così origine ai Picentes e alla loro lingua. # (*) Docente di storia della comunicazione Poliarte design school > PAGINA 07 L'ARTE E L'ARTIGIANATO NUMERO 0 | MAGGIO 2016 "C'è una crepa in ogni cosa é da li che entra la luce" Leonard Cohen LA RIVINCITA DELL'IMPERFEZIONE NELLA BOTTEGA DELL'ARTIGIANO IN UN MONDO IPERCONNESSO E SUPERVELOCE RIACQUISTA forza E TENDENZA "IL SAPER FARE CON LE MANI" DIVENTA IMPORTANTE TUTTO CIò CHE PER ESSERE REALIZZATO NECESSITA DI COMPETENZA TECNICA E TEMPO IL MESTIERE OGGI SI COMBINA CON IL DESIGN, SI AVVALE DI STRUMENTI ALTAMENTE TECNOLOGICI E PARLA INGLESE di CHIARA SGRECCIA L e botteghe di una volta tornano in auge, gli antichi mestieri riprendono vita ed il saper fare con le mani diviene di tendenza. Perché? Proprio in un mondo iperconnesso e superveloce, ed in cui è il cambiamento continuo e repentino a scandire il ritmo delle giornate, il turbocapitalismo - lo sfruttamento a cadenza serratissima di territori ed idee, la produzione cieca, sfrenata e a basso costo, la volontà di possesso illimitata e senza scopo - mostra finalmente tracce concrete di forte cedimento, segni tangibili di fallimento in contesti in cui il pensiero dell’uomo contemporaneo tende verso “l’altrove”. Tra tanta velocità riacquista valore ciò che per essere realizzato necessità di competenza, tecnica e tempo, tra tanta produzione seriale e semplice l’imperfezione ribadisce la sua importanza. Il fatto a mano con passione, il lavoro frutto di esperienza e sinonimo di qualità non così facilmente si elimina scorrendo da destra verso sinistra il dito sullo schermo ultrapiatto dello smartphone. Tra le tante immagini che ci bombardano qualcosa resta ancora indelebile. Si tratta dell’autentico. Idee, oggetti e grandi architetture non valgono più se non divengono portatori di concetti reali ed interessanti: non basta una scocca rosa shocking nell’epoca in cui il glitter ed il leopardato hanno conquistato anche le over 60. Gli oggetti di oggi sono responsabili di ciò che sono stati ed anche di ciò che saranno a conclusione del ciclo vitale standard; devono essere, per valere qualcosa, espressio- Oggi l'oggetto vero e autentico sta tornando in auge e con esso risorgono l'abilità e il talento di chi lo realizza OGNI AZIONE è UNICA E IL VALORE RISIEDE NELLA SUA AUTENTICITà ni delle idee, dell’impegno e della dedizione che li ha generati. Non basta più esistere, l’esasperazione della produzione massificata ha già dimostrato che possedere è semplice ma non placa il desiderio. Piuttosto svuota, banalizza, ingrigisce, omologa; rede schiavi di sistemi a tasso fisso che finiscono per soffocare. Nella parte occidentale del mondo in cui spesso le tradizioni sono state dimenticate e l’agire di ciascuno si è ampliato in maniera spropositata, l’abbondanza di cose ha riempito i magazzini, sovrastato i territori ed ora non sappiamo più cosa fare di tanti oggetti simili (e di tanti spazi pieni) che colmano le nostre case e limitano la capacità di movimento, obsoleti dopo a malapena qualche anno di età. Oggi l’oggetto > vero torna in auge, l’autentico. Con esso l’abilità ed il talento di chi lo realizza. La produzione artigianale ridiviene forte grazie a quei valori che non ha dimenticato, nonostante gli anni bui che ha dovuto attraversare. Oggi mostra la sua volontà di sopravvivenza ed il suo forte spirito di adattamento, configurandosi perfettamente al passo con tempi che innegabilmente sono cambiati; e l’utopia arts and crafts va aggiornata. L’artigianato oggi si combina con il design, si avvale di strumenti altamente tecnologici e della stampa 3d, ha compreso l’importanza della comunicazione e parla inglese. Non fautore di un sistema chiuso e stantio l’artigiano contemporaneo è innovativo ed aperto: condivide idee ed apprende tecniche prove- nienti da territori differenti ma non dimentica che alla base dell’atto creativo c’è l’uomo con la sua capacità di trasformare un progetto in un oggetto concreto e di informare la materia. Nella copia della copia il testo appare sbiadito mentre gli errori, gli imprevisti ed il peso con cui la penna lascia il segno sulla carta rendono originale la prima stesura. Ogni azione è unica ed il valore risiede nella sua autenticità. # (*) Docente di storia del design Poliarte design school PAGINA 08 TUTTI GLI APPUNTAMENTI E ALTRO NUMERO 0 | MAGGIO 2016 A destra, disco corazza bronzeo con il Signore dei Cavalli, fine VII sec. a.C.; a fianco, Oinochoe (brocca per il vino) con uovo di struzzo. Sotto, nucleo d'ambra intagliata con accoppiamento di leone e leonessa, necropoli picena VI sec. a.C.; a fianco, pendaglio-pettorale con barca solare proveniente da Canavaccio di Urbino, VIII sec. a.C. I reperti rappresentati sono esposti presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona GLIEVENTIFATTI "Creare è dare una forma al proprio destino" 15 dicembre 2015 DALL'ARCHEOLOGIA ALL'ERCHITETTURA E IL DESIGN ASCOLI PICENO, Palazzo dei Capitani. Relatori: Alberto Rossi, Elena Ciccarelli, Roberto Tamburrini, Donatella Fogante, Giordano Pierlorenzi Albert Camus 14 GENNAIO 2016 IL DESIGN ANTE LITTERAM IN ARTIGIANO ANCONA, Museo Archeologico nazionale delle Marche. Relatori: Nicoletta Frapiccini, Donatella Fogante, Egidio Muscellini, Gianluigi Mondaini, Giordano Pielorenzi. 22 GENNAIO 2016 Il DISEGNO DELLA CITTÁ ED IL DESIGN DI PRODOTTO PESARO, Palazzo della Provincia. Relatori: Annarita Santilli, Nausica Romagna, Duccio Ducci, Riccardo Paolo Uguccioni. 12 febbraio 2016 IL DESIGN, LA COMUNICAZIONE E LA MODA: STILI DI VITA LE FORME DEL PASSATO A CACCIA DI NUOVE SFIDE IL PROGETTO DI ABACO RIUTILIZZA IL SAPERE STORICO E UMANISTICO IN SENSO CREATIVO UNA RIFLESSIONE INDIETRO NEL TEMPO, GUIDATA DA ESPERTI DEL SETTORE CULTURALE PUò DARE AL MONDO DEL DESIGN E DELLA MODA NUOVO SLACIO VITALE L a Abaco Società Cooperativa, nata nel 2007 a Fermo, opera nel campo dei beni culturali offrendo servizi di diverso tipo (scavi archeologici, ricostruzioni, musealizzazioni, editoria ecc.), forte delle diverse professionalità interne. Nel 2014, per ampliare ulteriormente il raggio di attività, è nato il progetto “Forme dal Passato”, con l’intento di ri-utilizzare il sapere storico e umanistico in senso creativo; se calibrata sulle esigenze delle imprese interessate, la cultura può condizionare concretamente la realizzazione o l'ammodernamento di alcune tipologie di oggetti, aiutando a ripensarne lo stile, la forma, la funzionalità. In questo senso, il lavoro che Poliarte sta portando avanti con la produzione di oggetti ispirati ai Piceni risulta fortemente in linea con quanto auspicato da Abaco. Suggestioni Appoggiandosi alla preziosa concretezza del dato storico si accede ad un bacino di notizie unico e insostituibile UN VIAGGIO INSIEME ALLA CONOSCENZA INNOVAZIONE E CREATIVITà di diverso tipo provengono da questo antico popolo, aperto a scambi commerciali con l'Etruria e la Grecia e, fin dalle origini, segnato dalla necessità di stabilizzarsi in un territorio e difenderlo. Un popolo di guerrieri, dunque, ma cosciente della propria identità e sensibile alle novità culturali greche, etrusche, celtiche. “Forme dal passato” vuole provocare i creativi a caccia di nuove sfide. Cosa potrebbe ispirare ad un designer la particolarissima forma e simbologia del kardiophilax? E la raffinatezza del prezioso oinochòe in avorio laminato d'oro e uovo di struzzo? Cos'altro dalle figurine bronzee a tutto tondo antropomorfe o zoomorfe, utilizzate con probabile valore apotropaico per pendagli, anse e coperchi? E certi motivi ornamentali geometrici a dente di lupo o spiraliformi, potrebbero interessare gli stilisti > del domani? Crediamo che la riflessione sul passato, guidata da esperti del settore culturale, possa dare al mondo del design e della moda nuovo slancio vitale; appoggiandosi alla concretezza del dato storico e culturale, si accede ad un bacino di notizie unico e insostituibile. La Abaco, con “Forme dal passato”, offre un servizio di consulenza pratico ed efficace, fondato sul dialogo e sulla collaborazione fattiva. Noi mettiamo la conoscenza, voi l'innovazione e la creatività. Vi aspettiamo per iniziare questo viaggio insieme. # Abaco soc. coop. MACERATA, Musei Civici Palazzo Bonaccorsi. Relatori: Alessandra Sfrappini, Gianfranco Paci, Donatella Fogante, Paolo Monina, Annalisa Marcucci. 26 febbraio 2016 LE NUOVE TECNICHE PER L'ARCHEOLOGIA E IL DESIGN DELLA CITTÀ FERMO, Palazzo dei Priori. Relatori: paolo Calcinaro, Andrea Marziali, Matteo tadolti, Amin Farah, Antonio Feliziani, Francesco Cinotti. 18 marzo 2016 LA VIA FLAMINIA E IL DESIGN TERRITORIALE CAGLI, Museo Archeologico. Relatori: Maria Assunta Valeri, Sandro Pascucci, Annalisa Ermeti, Vladimiro Campanelli, Stefano Beligni. CORSO TRIENNALE DI FASHION DESIGN CORSO TRIENNALE DI VIDEO & DIGITAL DESIGN CORSO ANNUALE DI DESIGN MANAGER Il Fashion Designer è il responsabile della ricerca, dell’idea creativa e l’ispiratore delle tendenze. Crea collezioni per l’abbigliamento, il tessile, la maglieria, il mondo degli accessori e delle calzature, partendo da un’idea fino alla realizzazione del prodotto finito. Il Video Designer è un professionista che opera nel campo della comunicazione con conoscenze e competenze nel settore della produzione audiovisiva-multimediale, in grado di progettare e realizzare prodotti ad elevato contenuto creativo e tecnologico. A chi è rivolto A chi è rivolto Il mondo economico produttivo presenta oggi un fenomeno di esternalizzazione da parte delle aziende ed enti pubblici e privati di servizi metaprogettuali, come la ricerca, il marketing, il design, la comunicazione, ecc. In questa prospettiva, Poliarte si è collocata già negli anni ’90 ed ha creato un organismo agile che opera con successo quale trade union tra aziende e designer in un confronto aperto oggi anche con il fenomeno dei makers e degli artigiani digitali. Questo organismo si chiama Design factory che si presenta come un centro di ricerche creative ed è organizzato come un “superstudio” in cui giovani designer di diversa estrazione professionale (fashion, graphic, web, interior, exterior, industrial, fotovideocineoperatori, ecc.) lavorano insieme in team appositamente creati a fronte di commissioni di lavoro da parte di aziende e/o enti. Negli ultimi tre anni Poliarte ha ritenuto conclusa la fase sperimentale e così è nato il Advanced course in Design Manager. Per chi ha particolare interesse nel campo della moda, degli accessori, del tessile, della maglieria e dello studio delle tendenze. Per chi non vuole sottostare alle regole del fashion ma desidera progettare e produrre una propria collezione di abiti, gioielli, calzature, borse e accessori. A chi ha particolare interesse nel campo della produzione cinematografica e televisiva (cortometraggi, documentari, videoclip, spot pubblicitari) e nel campo delle applicazioni delle nuove video tecnologie (computer graphics, animazione 2D e 3D, motion graphics, sistemi interattivi, videogames). CONTENITORE DI CONNESSIONI CONTAMINAZIONI DI POLIARTE DESIGN SCHOOL | ANCONA Poliarte e Febal al Salone del Mobile di Milano Abbiamo fatto quadrato! dal 1972 Via Miano 41/b | 60125 | Ancona | Tel. 071.2802979 | www.poliarte.net | [email protected] Progetto grafico Sergio Giantomassi L'Azienda Febal e tutto lo staff della Colombini, con il Febal Lab 2016, ci hanno lanciato la sfida per trovare una nuova soluzione commercializzabile e vendibile anche all'estero pensata per giovani. Il contest ci ha lasciato carta bianca in tutto tranne nell'obiettivo di implementare nella nuova cucina per giovani, i materiali ecosostenibili del Gruppo Saviola. Non abbiamo avuto altro vincolo, né di dimensioni, né di tipologie. Il progetto vincitore, dal nome Swap Kitchen, è stato creato da noi giovani designer di Poliarte: Edoardo Cappelluti, Federica Catena, Morena Gammieri, Elena Giordani. SWAP (Simple Way to Arrange Spaces), ovvero la nuova moda di viaggare dei giovani che si scambiano casa dall'altra parte del mondo per il periodo di vacanza a costi davvero economici. Il premio, 3 gg a Milano con il progetto realizzato ed esposto al Salone del Mobile in EuroCucine 2016, nello stand della Febal. La comunicazione, il TG5 di Mediaset ha trasmesso più volte l'intervista all'AD Febal sul progetto Poliarte.