Foto cristiano ronaldo manchester united

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Foto cristiano ronaldo manchester united
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IPSIA “PITAGORA”- VIA PUGLIA -POLICORO
Gennaio-Febbraio 2010
Raccolta di testi realizzati dagli studenti di tutte le classi.
Si vogliono ringraziare i numerosi studenti che
con entusiasmo e sollecitudine hanno
accolto l’invito a mettere per iscritto i loro
pensieri. Nel ribadire che il presente
giornalino rappresenta uno spazio aperto a
tutto ciò che interessa e a tutti coloro che
hanno qualcosa da dire, si auspica di poter
ricevere una proficua collaborazione e si
coglie l’occasione per formulare gli auguri di
buon lavoro.
All’’insegna della
continuità
Anche
quest’anno
inizia
l’avventura del giornalino scolastico. In una
scuola grande come la nostra,non sempre è
facile fare amicizie benché le nostre strade
spesso si incrociano: nei corridoi, su e giù per le
La Redazione. scale,entrando e uscendo dai luoghi che
________________________________________ abitiamo in comune e poi durante la
ricreazione. Ci intravediamo all’interno di
SOMMARIO
qualcuno dei laboratori e poi per le strade
della città. Ora c’è di nuovo il giornalino….. ci
Le opinioni
opinioni
piace definirlo come un “luogo” significativo,
Gli angeli di Haiti
dove incontrarsi “attraverso i pensieri” con tutti
L’ amore
i ragazzi dell’istituto di differente età,per
Il giorno della memoria
condividere riflessioni,giudizi su eventi,su fatti di
Il senso de “Il giorno della memoria”-esempio per
cronaca e su avvenimenti accaduti nel nostro
le scuole
istituto nonché per conoscerci meglio e
Sicurezza nelle scuole: sogno o realtà?
dunque… per crescere insieme. Abbiamo in
Le stragi del sabato sera.
mente, con il resto della redazione,un
L’angolo della poesia
giornalino colorato, bello, ricco di notizie, il
Piccole donne
tutto in continuità con il giornalino realizzato
El carneval dei popi
negli anni precedenti.
La cronaca
cronaca
Il pianto di Haiti
Ilaria Laguardia
Il lavoro scolastico
La tecnologia informatica
Nei mondi virtuali ma fuori dalle dipendenze
Intercultura
Il viaggio della speranza
Sport
Un mito: Ronaldo
Divertimento e………………………
Music and more: Celine Dion
Due amiche inseparabili
Stefano Valicenti 3^ OEL
LE OPINIONI
GLI ANGELI DI HAITI
Sono centinaia di migliaia gli orfani vittime del
terremoto che ha sconvolto l’isola di Haiti, dove i
morti non si
contano più e
dove
manca
tutto:
acqua,
cibo, medicinali.
Un
paio
di
settimane fa, ci
siamo
profondamente
commossi per le
strazianti
immagini della devastazione: genitori che cercano
tra le macerie figli e figlie; bambini terrorizzati e
soli alla ricerca dei loro genitori. In questo
momento, interi quartieri di Port-au-prince sono
stati distrutti, e i sopravvissuti cercano di
costruirsi ripari di fortuna. È una scena spaventosa
che abbiamo sotto gli occhi: quella di vite
sconvolte in una nazione povera che aveva già
sofferto tantissimo. Interveniamo per questo
popolo che è stato tragicamente colpito nel corso
della sua storia e che ha dato prova di grande
resistenza. Haiti è una nazione dell'America
situata nel Mar dei Caraibi. Un tempo colonia
francese, è stata - dopo gli Stati Uniti - una delle
prime nazioni delle Americhe a dichiarare la
propria indipendenza. Il territorio haitiano copre
la parte occidentale dell'isola di Hispaniola e
confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti
è il paese più povero delle Americhe.
L'indipendenza dalla Francia è stata dichiarata il
1º gennaio 1804. Venne riconosciuta nel 1825
dalla Francia e nel 1863 dagli Stati
Uniti.Dall'inizio del 2004 Haiti è al centro di una
rivolta popolare che ha causato disordini e
violenza ed ha portato il 29 febbraio alla partenza
dall'isola del dimissionario presidente JeanBertrand Aristide. Il governo è stato retto ad
interim dal presidente della Corte di cassazione,
Boniface
Alexandre,
fino
alle
elezioni
presidenziali tenutesi il 7 febbraio 2006 da cui,
pur tra molte proteste ed accuse di broglio da
parte dei suoi avversari, è uscito eletto René
Préval.
L’isola, colpita nell'estate 2004
dall'uragano Jeanne e nel gennaio 2010 da un
disastroso terremoto, vive in uno stato di
emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una
missione internazionale di aiuto sotto l'egida
dell'ONU, che vede la presenza di un contingente
guidato dal Brasile. In questo momento le nostre
squadre di ricerca e soccorso sono sul terreno, ed
estraggono le vittime dalle macerie. I nostri
soldati, marinai, aviatori, marine e guardacoste si
sono recati immediatamente sul teatro di questa
tragedia e gomito a gomito con i nostri civili
lavorano ininterrottamente per rendere possibile
un invano sforzo logistico, per distribuire acqua,
viveri e medicinali salvavita, per impedire che si
verifichi una catastrofe umanitaria di ancora più
ampie dimensioni. Ma proprio in questi momenti,
proprio quando siamo messi di fronte alla nostra
stessa fragilità, riscopriamo la nostra comune
appartenenza al genere umano. Guardiamo negli
occhi del nostro prossimo e vediamo noi stessi. E
così gli Stati Uniti d’America, guideranno il
mondo in questa grande missione umanitaria.
Copa Stella -Todaro Luana
Classe 1 A O.M
L’AMORE
Cos’è l’amore?
L’amore è un
sentimento
intenso e
profondo, che
una prova per
qualcuno. Dietro
questa piccola
parola, si
nasconde un
significato molto grande e complicato, che
solo chi ama può conoscere. L’amore arriva
in un momento qualsiasi della vita, lascia un
segno in poco tempo, fa perdere la testa, ti
fa brillare gli occhi, e ti fa sentire le farfalle
nello stomaco. Ma non è tutto qui……
Amore è : Svegliarsi la mattina con un
pensiero lacerante e fisso….
Quando guardi triste quella maledetta
sveglia in cui i minuti scorrono sempre più
lenti…..
Non riuscire a vivere
più di un’ora senza il tuo lui/lei……
L’amore è strano?!?!?
E’ come un viaggio per un posto sconosciuto,
parti pensando che tutto andrà bene, ma gli
imprevisti turberanno le tue giornate. Questo
sentimento anche se a volte fa male, fa
sognare, dà un motivo in più per vivere giorno
per giorno, ore per ore,minuto per minuto,
secondo per secondo. Alcune persone dopo
un po’ di tempo, che conoscono una
persona, vogliono fare un passo molto
grande, cioè “sposarsi” però una fede al dito
non basta se non hai fede nel cuore.
Ragazzi,amate perché siamo liberi di farlo, la
vita è breve,quindi meglio non
aspettare,amate sempre e comunque senza
sosta,senza limiti. AMATE E BASTA.
Brigida De Marco
I A O. Moda
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945,
venivano aperti i
cancelli
di
Auschwitz.
Le
immagini
che
apparvero agli
occhi dei soldati
sovietici
che
liberarono
il
campo, furono
impressionanti.
Ad
Auschwitz,
come in altri campi di concentramento e
di sterminio creati dalla Germania nazista,
erano stati commessi crimini di incredibile
efferatezza. Tali crimini non furono
commessi solo contro il popolo ebraico e
gli altri popoli e categorie oppressi, ma
contro tutta l’umanità, segnando una sorta
di punto di non ritorno nella Storia.
Il Giorno della Memoria si celebra in Italia
per la decima volta ed è diventato per le
scuole un’occasione fondamentale, di
formare i giovani tramite una importante
attività didattica e di ricerca.
L’umanità esige che ciò che è avvenuto
non accada più, in nessun luogo e in
nessun tempo. E’ di enorme importanza
che le nuove e future generazioni
facciano proprio questo insegnamento
nel modo più vivo e partecipato
possibile, stimolando il dibattito, le
domande, i “perché” indispensabili per la
comprensione di quei tragici eventi.
Occorre fornire alle nuove generazione
gli strumenti, per riflettere su cosa
l’umanità è stata in grado di fare, perché
non accada mai più.
Questo, forse, è il senso più vero del
Giorno della Memoria, ed è un bene
prezioso per tutti.
Vanessa Frammartino--III MODA
Amendolare Mariantonietta- BEVILACQUA Federica
II MODA
Il senso de “Il Giorno della Memoria” esempio per le scuole
ROTONDELLA - Anche gli alunni dell’Istituto
Chimico – Biologico di Rotondella hanno voluto
ricordare l'Olocausto degli ebrei: il 27 gennaio, infatti,
si celebra il giorno della Memoria. In tutte le scuole
ricordiamo le vittime della Shoah: una parola ebraica
che significa "distruzione". È stata scelta questa data
perché, in quel giorno del 1945, venne liberato il
campo di Auschwitz che recava quella odiosa, beffarda
scritta: "Arbeit macht frei", cioè il lavoro rende liberi.
Uno schiaffo in faccia per gli uomini e le donne
prigionieri nel campo. La Giornata della memoria è
stata commemorata proprio il 27 gennaio con la
visione di un video realizzato dalla classe quinta come
documentazione e memoria della giornata.
Fa bene la scuola ad aprirsi alle testimonianze di vita
degli ultimi superstiti o a rispolverare vecchi
documenti, perché una società è tale se noi vivi
sappiamo ricordare i morti e facciamo tesoro di quello
che ci viene trasmesso per tenere accesa la candela
della memoria. Una memoria che ci deve portare ad un
impegno sempre maggiore.
Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano
aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che
apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono
il campo, sono impresse nella nostra memoria
collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli
altri campi di concentramento e di sterminio creati
dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di
incredibile efferatezza. Tali crimini non furono
commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri
popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità,
segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia.
L’uomo contemporaneo, con il suo grande bagaglio di
conoscenze, nel cuore del continente più civile e
avanzato, era caduto in un baratro. Aveva utilizzato il
suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle
conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa
era allora protagonista indiscussa, in strumenti per
annichilire e distruggere intere popolazioni, primi fra
tutti gli ebrei d’Europa. Da quel trauma l’Europa e il
mondo intero si risvegliarono estremamente scossi. Si
domandarono come era stato possibile che la Shoah
fosse avvenuta. E, soprattutto, quali comportamenti e
azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di
nuovo. Dalla consapevolezza dei crimini di cui il
nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la
Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata
dalle Nazioni Unite allo scopo di riconoscere a livello
internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini in
ogni nazione. La consapevolezza di ciò che era stato
Auschwitz fu tra gli elementi fondamentali per la
costruzione, identitaria prima ancora che giuridica,
della futura Europa unita. Era indispensabile stabilire
con esattezza ciò che l’Europa non sarebbe stata. Alle
radici dell’impostazione ideale dell’attuale Unione
Europea c’è il rispetto per la dignità umana e il rigetto
per ciò che era accaduto, sia prima che durante la
guerra, a causa di idee razziste e liberticide. Auschwitz
è la negazione dei principi ispiratori dell’Europa coesa,
economicamente, socialmente e culturalmente avanzata
che conosciamo oggi.
Il 27 gennaio 2010 il Giorno della Memoria si celebra
in Italia per la decima volta. Dieci anni sono passati da
quando fu chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane di partecipare all’attuazione delle iniziative,
promosse dalle istituzioni dello Stato italiano e in
particolare dal Ministero dell’Istruzione, che avrebbero
caratterizzato lo svolgimento di questa giornata. Oggi il
Giorno della Memoria è diventato un’occasione
fondamentale, per le scuole, di formare tanti giovani
tramite una importante attività didattica e di ricerca. Da
allora l’ebraismo italiano si è a più riprese interrogato
sul modo di proporre una riflessione che non fosse
svuotata dei suoi significati più profondi, riducendosi a
semplice celebrazione. Al di là delle giuste, necessarie
parole su Shoah e Memoria, crediamo infatti che
occorra cercare di perpetuare il senso vero di questo
giorno. Molti sono stati in questi anni gli studi, gli
articoli, le riflessioni, le pubblicazioni di studiosi e
intellettuali che hanno tentato di definire e ridefinire
costantemente il senso della Memoria.
Esiste infatti una problematica della relazione tra Storia
e Memoria. La Shoah è ormai consegnata ai libri di
Storia, al pari di altri avvenimenti del passato. Pochi
testimoni sono rimasti a raccontarci la loro esperienza.
Si potrebbe ipotizzare una Memoria cristallizzata nei
libri, come un evento importante ma lontano nel tempo,
da studiare al pari di qualsiasi altro capitolo di un libro
scolastico, con il rischio di rendere distante il
significato e la ragione vera per cui il Giorno della
Memoria è stato istituito per legge. L’umanità esige
che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo
e in nessun tempo. E’ di enorme importanza che le
nuove e future generazioni facciano proprio questo
insegnamento nel modo più vivo e partecipato
possibile, stimolando il dibattito, le domande, i
“perché” indispensabili per la comprensione di quei
tragici eventi. Favorendo in noi ragazzi una riflessione
vivace renderemo forse il servizio migliore a questo
Giorno che, per essere vissuto nel modo più autentico,
necessita di un pensiero non statico, non nozionistico.
Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti,
anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità è stata
in grado di fare, perché non accada mai più.
Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della
Memoria, ed è un bene prezioso per tutti.
Gli alunni della classe V TCB
di Rotondella
SICUREZZA NELLE SCUOLE: SOGNO O REALTA’?
Abbiamo partecipato tutti, tramite le notizie e le
immagini trasmesse dai media, con Internet e i
social network questa volta protagonisti a
supportare stampa e tivù, alla catastrofe che si è
abbattuta nel mese di Aprile 2009 sull'Abruzzo. I
morti, i feriti, i dispersi, gli sfollati, le urla di
dolore, la sofferenza fisica e psicologica di vittime
e sopravvissuti. Tante vite spezzate di uomini e
donne, bambini, giovani, vecchi. Tanti progetti
esistenziali interrotti dalla prepotenza di un
disastro naturale, senza che nessuno di noi sappia
fornire una giustificazione plausibile a tanto
crudele scempio.E la solidarietà dei soccorritori:
vigili del fuoco, speleologi, militari, operatori
sanitari, forze dell'ordine, volontari e semplici
cittadini, tutti accomunati nella volontà di portare
aiuto, a scavare a rischio della vita, tra il sangue, il
fumo e le macerie, malgrado l'angoscia che una
sciagura di tale portata induce nell'animo di tutti.
Un'angoscia che talvolta fa voltare la faccia,
distogliere lo sguardo, malgrado le quotidiane
rassicuranti spiegazioni scientifiche degli esperti,
con i loro
calcoli e i
loro
gradi
Richter.
Personalmen
te, abbiamo
provato
l'impulso di
spegnere il
televisore, di
negare
l'esistenza di un'esperienza così traumatica, che ci
obbliga a identificarci con le vittime e il loro
dolore. Abbiamo cercato di pensare ad altro per
non doverci misurare con domande cui sappiamo
già di non saper rispondere.
Abbiamo pensato che la Natura, che tanto ingenuo
ecologismo vorrebbe soltanto benefica, sa essere
leopardianamente
matrigna,
ingannatrice,
indifferente alla nostra sorte, e a noi non resta
altra possibile reazione, di fronte a tanta crudeltà,
che essere solidali l'un l'altro. Eppure anche un
disastro naturale di enorme portata come un
terremoto, passato il disorientamento traumatico
dei primi giorni, fa sorgere dentro di noi il
rabbioso sospetto che ad acuire il dramma di
decine di migliaia di persone ci siano stati, a
monte, dei comportamenti umani scorretti, dei
profitti illeciti, delle scelte politiche sbagliate.In
Abruzzo non sono crollati soltanto edifici privati,
ma anche la Casa dello Studente, gli ospedali,
persino la prefettura, ganglio vitale della gestione
dell'emergenza. Tutte strutture che avrebbero
dovuto resistere a terremoti di intensità maggiore
di quello che ha colpito L'Aquila e dintorni. Ciò
che è successo a L’Aquila ci ha fatto riflettere su
quanto le scuole in Italia siano poco sicure. Il
crollo al liceo Darwin di Rivoli ha messo in
evidenza la mancanza di controlli sulla sicurezza
delle scuole. La legge (D. Lgs. 626/94 e succ.
modifiche), in questo settore, è carente: i controlli
obbligatori sono pochi, solo per le nuove
costruzioni si parla di valutazione dei progetti, e
troppo di rado di controlli "a sorpresa" sulle
strutture una volta completate e in funzione. Più
grave la situazione delle scuole più vecchie, dove
la manutenzione è spesso carente e i lavori non
sempre eseguiti a regola d'arte. È il caso di Rivoli,
dove il controsoffitto era stato fatto in traversino e
non in cartongesso. E quando viene fatta
qualunque modifica a strutture esistenti,
bisognerebbe prevedere controlli ad hoc, perché
gli interventi potrebbero avere ripercussioni
negative sulla sicurezza. Vito Scafidi, 17 anni, è
morto sabato 22 novembre 2009 a seguito del
crollo del tetto della sua classe, appunto, la
sezione G del Liceo Scientifico Darwin di Rivoli,
in provincia di Torino. La causa del crollo sarebbe
stato un cedimento strutturale, forse la rottura di
un tubo di ghisa tra il soffitto ed il controsoffitto.
Tra i feriti ci sono stati anche 4 ragazzi in gravi
condizioni ed altri 14 feriti lievi. L'ultima
ristrutturazione dell'edificio scolastico sarebbe
avvenuta negli anni '70. I controlli agli istituti
scolastici dovrebbero servire per verificare che
non ci siano altre situazioni di pericolo. Così
come in tutte le strutture e gli edifici aperti al
pubblico: troppe volte si vedono porte di sicurezza
con maniglioni antipanico bloccate o lucchettate,
ostacoli che impediscono la fuga, tende o pannelli
che nascondono le vie per uscire. Anche l'area che
circonda la scuola deve essere organizzata in
modo tale da garantire la massima sicurezza,
perché chi scappa non deve rischiare di farsi male
o essere investito non appena esce dal portone.
Così come l'arrivo dei soccorsi deve essere il più
possibile agevolato. Invece le statistiche fornite
dall'INAIL ci dicono che in un anno 90.000
ragazzi e 13.000 adulti (insegnanti e bidelli) si
sono feriti nelle scuole. Dati impressionanti.
Il Presidente della Repubblica solleva inquietanti
interrogativi sulle garanzie a presidio della
sicurezza negli istituti scolastici. Per il ministro
dell'Istruzione, "il problema della sicurezza nelle
scuole italiane è una emergenza nazionale".
Secondo un rapporto di Legambiente, il 42% degli
edifici scolastici non sarebbe agibile o, per lo
meno, mancherebbe del certificato di agibilità. In
realtà, in Italia 9 mila scuole non sono costruite
con criteri antisismici delle 22 mila che si trovano
in zone sismiche. Le scuole italiane sono tutte
molto vecchie e, quindi, ad alto rischio. Nel nostro
paese i terremoti non sono infrequenti e anche gli
edifici a norma di legge, spesso, non assicurano
l'incolumità a chi vi abita. Figuriamoci un vecchio
edificio scolastico già fatiscente.E' stato
presentato il “Rapporto di Cittadinanzattiva” sulla
situazione delle scuole, da cui emerge
una condizione diffusa di insicurezza: crolli di
intonaco, certificazioni mancanti o non
disponibili, scarsa manutenzione. Mancano
controlli adeguati sul rispetto delle norme edilizie,
sui lavori effettuati e sul rispetto dei tempi. Il
certificato di agibilità statica è presente solo nel
34% delle scuole, quello di agibilità igienicosanitaria è disponibile nel 39% dei casi, quello di
prevenzione incendi nel 37%. Anche la
segnaletica è spesso carente: una scuola su quattro
non ha la piantina con i percorsi di evacuazione e
le uscite di emergenza non sono segnalate nel
17% dei casi. Negli istituti che hanno laboratori
scientifici, solo il 63% ha cartelli informativi sulle
precauzioni da seguire e l'84% possiede armadi
chiusi per riporre sostanze e attrezzature
pericolose. Assai scarsa è la formazione del
personale: nel dettaglio, una scuola su quattro non
attua corsi sulla sicurezza del lavoro, il 17% non
fa le prove di evacuazione, ben il 42% non fa
corsi di primo soccorso né di prevenzione incendi
e addirittura l'83% non ha svolto alcun corso sulla
sicurezza elettrica. Ci auguriamo che questo
articolo diventi un monito anche per la nostra
scuola che risale agli anni ’70 e che avrebbe
bisogno di una buona sistemata. Così ci è stato
promesso!
Gli alunni della classe III OCB
Le vittime sulla strada in Italia sono 1500 morti all’anno per alcool passivo, cioè pedoni, ciclisti e
automobilisti inconsapevoli ed innocenti, uccisi da guidatori che avevano bevuti
bevuti
Malo Erikson 3^B OEL
Le stragi del sabato sera
Fra i molti problemi che coinvolgono e
caratterizzano la società odierna, a partire dagli
anni ’90, è purtroppo diventata una dolorosa
consuetudine, ascoltare nei notiziari o leggere
sulle prime pagine dei giornali la notizia di
numerose vite stroncate a seguito di incidenti
stradali. Questi fenomeni prendono il nome di
“stragi del sabato sera” le cui vittime sono
prevalentemente giovani incoscienti di ritorno da
una serata passata in un locale. La notte tra il
sabato e la domenica è l’intervallo temporale in
cui accadono più frequentemente questi incidenti;
si tratta infatti, della serata consacrata, dai giovani
al divertimento, in quanto essi sono liberi di da
impegni di lavoro o studio e sono desiderosi di
scaricare lo stress e la tensione accumulati durante
tutta la settimana.
A conferma di questo i dati ISTAT hanno preso in
esame la fascia oraria che va da mezzanotte alle
sette del mattino, evidenziando un’altissima
percentuale di incidenti, e di conseguenza di
morti, in questo intervallo di tempo. Come cause
principali di questo fenomeno si individuano molti
fattori: fumo, droghe, alcool; accompagnati da alta
velocità ed irresponsabilità. È molto di moda,
soprattutto tra i giovani, fare largo uso di sostanze
stupefacenti durante le uscite del “sabato sera”;
sostanze estremamente facili da trovare quali ad
esempio marijuana, cocaina, extasi, LSD che si
trovano in discoteche, locali e persino tra le
strade. Vengono utilizzate per raggiungere lo
“sballo totale”, che per loro è sinonimo di
divertimento. Molte volte, i ragazzi,che non
vogliono fare uso di stupefacenti, si costringono a
farlo per non essere diversi o non sembrare
all’altezza del gruppo, con la sola conseguenza di
danneggiare esplicitamente la propria persona e di
rendersi spesso causa della propria sciagura. Non
a caso le statistiche dimostrano che la
maggioranza dei conducenti in caso di incidente
avevano fatto uso di alcool e stupefacenti. Si sono
approntate, negli ultimi anni, molte misure per
arginare il fenomeno: limiti di velocità, chiusura
anticipata dei locali, patente a punti ed il famoso
braccialetto designato al al conducente del veicolo
a cui non saranno serviti alcolici. Tuttavia, queste
misure, sembrano non essere sufficienti, dato che,
come possiamo constatare, gli incidenti, non
diminuiscono, come non cessano neanche le
numerose morti. I giovani di oggi non si fermano
davanti a nulla, non hanno paura di guardare in
faccia la morte e sono completamente
irresponsabili. Per loro, la famiglia e le istituzioni
tradizionali non sembrano contare più nulla, il
lavoro non offre sbocchi desiderati e la macchina
potente diventa sinonimo di integrazione e
successo. La loro frustrazione ed il loro stress, non
giustificano però la sconsideratezza del loro
comportamento; tanto meno la loro bizzarra idea
di divertimento: connesso a musica assordante,
discoteca, alcool, droga e fumo. Sono ormai
troppe le persone che si concedono il lusso di
mettersi alla guida di un veicolo in condizioni
psico-fisiche ben lontane da quelle ottimali
provocando la morte di altre persone innocenti.
Queste persone non capiscono che la vita non è un
film e che si muore davvero, quindi agiscono in
maniera avventata determinando conseguenze
irreversibili con l’errore di un solo attimo.
Questo grave problema non può essere risolto in
tempi brevi, ma con una grande opera di
sensibilizzazione, mostrando a tutti la realtà nuda
e cruda dei fatti, e l’entrata in vigore di misure più
drastiche, che puniscono chi guida in condizioni
psicofisiche pessime rendendosi un pericolo,
potremo vedere dei miglioramenti sperando in una
definitiva risoluzione del problema.
Antonella Corrado
classe IV TCB
sede di Rotondella
L’ANGOLO DELLA POESIA
Piccole donne
Anime gemelle
ruberei i migliori pensieri
per voi,
chiuderei tutta la felicità
per regalarvi il miglior mondo!
Anime gemelle mie
confidenti dei miei segreti,
dei miei sorrisi e dolori.
Inventerei nuove parole
oltre il bene,oltre l’amore.
Sento che in questa
vita siete il mio sollievo nel buio
della solitudine.
Foto realizzata da Laguardia Filomena
L’amicizia di piccole
donne che si abbracciano
col pensiero in un Universo così Immenso.
classe V TCB
Monica Guerra
Classe V TCB
EL CARNEVAL DEI POPI
A Roverédo, sbatù de quà e de là
en mèz a ‘n màr de zènt,
vardévo l’altro dì sul Corso
el carnivàl dei pòpi.
‘N trà i s-ciàpi de maschere
gh’èra Biancaneve e i sète Nani,
Pinòchio col nàss lônch,
la vôlp, el gàt, mòri, indiani
e Zòro co la spada lùstra
e ‘l capelom a fônch.
Frà ‘n ghèto de trombete e zifolòti,
mì mé som dìt:
«L’è bem côrt el carneval dei pòpi!
Pensàr che mi conosso zént
che fà carnevàl
per trezento e sessanta dì a l’àm,
e sempre co la maschera sui òci!»
TRADUZIONE
IL CARNEVALE DEI BAMBINI
A Rovereto, di qua e di là
In mezzo a un mare di gente,
guardavo l’altro giorno nel Corso
il carnevale dei bambini.
Tra tante maschere
C’era Biancaneve e i sette Nani,
Pinocchio col naso lungo,
la volpe, il gatto, mori, indiani
e Zorro col cappellone a fungo.
Fra trombette e fischietti,
mi sono detto:
«ö ben corto il carnevale dei bambini!
Pensare che conosco gente
che fa carnevale
per trecentosessanta giorni all’anno,e sempre
con la maschera sugli occhi!»
Serena Orsato 2^ O.Moda
Ma Dio dov’è ?
Tra la vita e la morte, c’è un peso in bilico..
c’è ancora un uomo che spera..
c’è la natura.. che rivolta al mondo si ribella.
C’è ancora uno sguardo lontano dalle lacrime,
c’è ancora adesso, lì seduto verso il tramonto, quel famoso
uomo che spera..
solo macerie, solo domande senza mai risposte..
e dentro un falso sorriso, ci chiediamo:
“ma Dio dov’è ?”
Stella Lerose
LA CRONACA
IL PIANTO DI HAITI
Grande catastrofe ad Haiti: il terremoto mette
in ginocchio il paese; circa 100.000 sono i
morti, si contano inoltre 250.000 feriti, milioni
le persone senza tetto.
Il terremoto ad Haiti del 2010 è stato registrato
il 12 Gennaio
2010 alle ore
16.53,09 ora
locale
(21.53,09
U.T.C.)
con
epicentro a
15 Km da Port
au
Prince,
capitale di Haiti. Secondo la U.S. Geological
Survey,
il terremoto avrebbe avuto un
magnitudo di 70 gradi e avrebbe generato
aperture nella terra a 10 Km di profondità. Il
terremoto è stato uno dei più forti registrati
nella zona, infatti questa la scossa prodotta
è stata sentita nei paesi vicini come Cuba,
Giamaica e Repubblica Domoniciana dove
ha causato lo smottamento nelle città ed ha
suscitato grande paura. Gli effetti provocati
sul Paese sono stati devastanti. Inizialmente si
pensava che i morti fossero almeno 100.000,
ma adesso si parla addirittura di 200.000 o
forse più. Si contano circa 250.000 feriti e
milioni di persone rimaste senza tetto. Questo
sisma ha colpito una località molto esposta a
fenomeni naturali, infatti nel 2004 si è
verificato un uragano e nel 1970 un altro
terremoto aveva colpito l’isola dove, fino al
giorno del sisma, e ancora adesso, c’è molta
povertà. Il senso della natura che si ribella a
se stessa, la ragione di una violenza che
cancella ogni forma, non si può certo
spiegare con la razionalità. 100 o forse
500.000 morti ad Haiti ci svelano impotenti di
fronte alla natura non più di quanto la singola
e prematura scomparsa di un affetto. Una
morte bianca come un terremoto, ci
sprofonda nel buco nero di una natura
maligna che non controlliamo in quanto
vorremmo e presumiamo di fare!
L’alunno Giuseppe Mundo
Classe V TCB
IL LAVORO SCOLASTICO
LA TECNOLOGIA INFORMATICA AL SERVIZIO DEGLI STUDENTI
Presso la nostra scuola, si è tenuto un
progetto sull’ ECDL che è terminato
nel Novembre 2009 e che ha avuto
come obbiettivi:
1. Favorire
l’apprendimento
di
conoscenze nell’ambito informatico
e dell’Information
Technology,
sulla piattaforma di sviluppo del
portale web, sui principi di
catalogazione dei testi;
2. Consolidare competenze nell’ambito della
comunicazione multimediale,nell’utilizzo delle
applicazioni software più diffuse e di Internet,nella
gestione e nell’implementazione di contenuti sul
portale, nell’approccio di tipo problem solving.
Per la scuola è diventata un’ occasione per:
•
sviluppare nuove funzionalità sul sito web, che
sarà aperto al contributo degli studenti, per
promuovere e potenziare la pratica di
comportamenti improntati alla cooperazione ed
alla collaborazione fra tutte le componenti della
scuola.
•
utilizzare la biblioteca, con la catalogazione
elettronica e su web, intesa come laboratorio
didattico e interdisciplinare, per offrire maggiori
opportunità di studio ed approfondimento. Il
progetto ha espletato, quindi un’attività formativa
nell’ambito
informatico
e
dell’Information
Technology,
con
l’utilizzo degli strumenti informatici più
usuali ed il conseguimento dell’ECDL
start. Lo studio delle tecniche di
realizzazione di un sito Web ha portato
alla creazione di uno spazio autogestito
dagli studenti, legato al portale web
d’Istituto
ed
alla
catalogazione
informatica su server web dei testi della
biblioteca scolastica.
Manolio Giovanna che ha frequentato il corso
afferma che: “ è stato un corso molto coinvolgente
che consigliamo a tutti gli studenti, sia per l’
acquisizione delle competenze digitali sia per
l’arricchimento culturale che ne è derivato. La
catalogazione dei testi ci ha fatto comprendere,
anche, cosa significhi essere responsabile di una
biblioteca: un lavoro impegnativo ma a mio avviso
divertente! È stata una scoperta per noi studenti
trovare in biblioteca non solo manuali scolastici,
ma libri da leggere nel tempo libero ( novelle,
racconti, romanzi)
Conte Carmela III AO.M
Nei mondi virtuali ma fuori dalle dipendenze
A Novembre del 2010 abbiamo finito un
progetto che era iniziato a Maggio del
2009 che si intitola “Nei mondi virtuali ma
fuori dalle dipendenze”. In questo
progetto abbiamo rappresentato dei
lavori su tutte le dipendenze(alcol,droga,
e fumo )che rappresentano un pericolo
Il progetto ha analizzato il tema delle
dipendenze come conseguenze allo
sgretolamento
del
tessuto
sociale,
dell’emarginazione, della dispersione
scolastica
e
ha
voluto
essere
un’azione di
prevenzione/ri
duzione
del
problema.
Il
progetto ha
per i giovani soprattutto il sabato sera
quando escono dai locali già ubriachi e
si mettono alla guida e fanno incidente.In
questo progetto noi abbiamo imparato
che non bisogna usare alcol e droga
rappresentato
un innovazione
poiché si è
avvalso
di
linguaggio
e
metodologie
(FAD e tecnologie 3D) familiari ai giovani
in grado di attirare la loro attenzione e
renderli ricettivi verso messaggi educativi
di tale importanza. Si sono utilizzati
strumenti web in grado di stimolare i
ragazzi verso un apprendimento di tipo
“esperienziale” dove internet ed i mondi
virtuali hanno cercato di fornire gli
strumenti per apprendere secondo
nuove modalità.
Grazie alla piattaforma, messa a
disposizione
della
società
partner
“Intema” che ci ha appoggiato in tale
progetto, i ragazzi hanno sperimentato
virtualmente i pericoli e i rischi connessi
alle dipendenze, oltre a poter dividere
l’esperienza con altri coetanei di altre
scuole nell’isola.
Gli allievi, in questo mondo virtuale,
rappresentati da avatar, hanno potuto
interagire gli uni con gli altri e anche con
altri allievi di altre scuole e socializzato. Il
mondo virtuale è stato visto dai ragazzi ,
inizialmente, come un gioco, ma anche
qualcosa di familiare (Second Life è una
chat-social-network), grazie alla quale,
nella fase “Creazione di contributi”,
hanno potuto condividere e rendere
visibili i loro materiali prodotti e quello
delle altre scuole. All’improvviso la nostra
scuola è diventata un cantiere in cui
fervevano i lavori a ritmo frenetico: alcuni
gruppi si sono resi disponibili nella
progettazione di manifesti in materiale
cartaceo, altri in materiale elettronico,
altri
hanno
lavorato alla
realizzazione
di video e
cosi
via.
INTERCULTURA
LA PEDAGOGIA DELL’INTERCULTURA ATTRAVERSO L’ESPERIENZA DI UN’ALUNNA
IRACHENA DELL’IPSIA DI ROTONDELLA
Le ondate migratorie che interessano in maniera
sempre più consistente anche l'Italia, hanno evidenziato
la tematica della convivenza fra gruppi di persone di
diverse culture e nazionalità. I movimenti demografici,
ormai di dimensione planetaria, le cui complesse cause
economiche,
sociali
e
politiche
rimandano
sostanzialmente agli squilibri fra Nord e Sud del
mondo, provocano rimescolamenti etnici e portano un
numero sempre più consistente di persone a misurarsi
con usi, abitudini, costumi, religioni, lingue... diversi
fra di loro. La nostra società in futuro non potrà che
essere multiculturale ed un ruolo fondamentale spetta
alla scuola, luogo di formazione ed educazione delle
nuove generazioni che vivranno in questa società. E’
chiaro che la convivenza fra culture diverse è cosa
tutt’altro che facile e non si tratta di volere a tutti i costi
semplificare, senza affrontare i reali problemi che porta
con sé una società multiculturale, ma, piuttosto, di
accrescere la disponibilità verso l’altro da sé,
utilizzando come strumento privilegiato la conoscenza.
Solo se conosco, imparo ad avere meno paura di chi è
diverso da me e comprendo che, oltre a grosse
differenze, tra noi esistono anche degli elementi
comuni che possono in qualche modo avvicinarci. In
quest’ottica la scuola, proprio come luogo privilegiato
di incontro, può guidare i ragazzi in un cammino per
conoscere mondi e persone, culture e tradizioni “altre”
a partire dalla valorizzazione dell’individualità di
ciascuno, nella considerazione che la diversità è anche
e soprattutto portatrice di valori positivi. A partire da
queste considerazioni il presente articolo giornalistico
è stato impostato in un’ottica interculturale,
ripercorrendo la storia e l’integrazione di una
compagna, Suzan, che, dopo mille difficoltà dovute
soprattutto alla lingua, si è inserita alquanto bene sia
nel contesto sociale che scolastico. La sua presenza e la
sua storia hanno permesso di fare dell’educazione
interculturale non una disciplina aggiuntiva, ma il filo
conduttore di un nuovo approccio che permette di
“rivisitare” le discipline stesse e di collocarsi come
“trait d’union” per un approccio interdisciplinare.
Leggete la sua storia.
IL VIAGGIO DELLA ……….SPERANZA
Sono Suzan una ragazza di 16 anni e vivo in
Italia precisamente a Rotondella da 9 anni.
La mia famiglia è numerosa, il nucleo
familiare è composto da 9 persone. Io sono di
origine irachena nata a Baghdad dove c’è
tuttora la guerra. Ho lasciato la mia città di
origine per vari motivi, soprattutto politici: con
l’inizio della guerra tra Iran e Iraq, tutti i
maschi avevano l’obbligo di arruolarsi
nell’esercito, poiché mio padre non voleva
farlo, scappò in Turchia. Mia madre lavorava
per il Governo di Saddam, pertanto fu facile
capire che mancava il marito all’appello. Un
altro motivo che ci spinse a fuggire fu
l’uccisione di mio nonno che era un
comunista. Così fummo costretti a lasciare
l’Iraq e raggiungere la Turchia dove
risiedemmo per 3 anni. Quando lasciammo
l’Iraq avevo solo 6 anni e non lo ricordo
molto, mentre della Turchia ricordo di più
anche se per noi fu molto duro viverci in
quanto tutto era a pagamento come le
scuole e gli ospedali. I miei fratelli maggiori
furono costretti a lavorare, non ci davano il
permesso di soggiorno e nemmeno l’asilo
politico perché lo Stato
verteva
in
pessime
condizioni
economiche, in pratica
non avevamo nessun
diritto.
Con
questa
situazione, mio padre
propose di raggiungere
Londra con una nave clandestina. Durante il
viaggio, all’improvviso, il comandante ci
abbandonò e fuggì, lasciandoci soli in mezzo
al mare con la paura che la nave potesse
affondare , era un incubo. Vidi molte persone
che morivano e i loro corpi venivano buttati
in mare. Avevo paura, mia madre
vedendomi terrorizzata mi diceva: “non
siamo morti in Iraq, quindi non moriremo su
una nave”. Queste parole mi diedero molto
coraggio. Ricordo anche che mia madre si
mise al timone della nave seguendo la
direzione del Sole, non appena si accorse
che arrivava il segnale radio, sapendo
parlare l’inglese diede le nostre coordinate.
Dopo molte ore arrivò la polizia in tempo per
salvarci e scampare alla morte poiché la
nave stava affondando e ci trasferirono su
un’altra nave, però ci condussero in Italia e
non a Londra. Arrivati, ci portarono a Foggia
in un campo profughi, in seguito tutti gli ospiti
del campo furono divisi fra vari paesi
dell’Italia, noi fummo mandati a Rotondella
la cui amministrazione aveva adottato un
progetto per il ricovero e l’integrazione dei
rifugiati politici, il progetto “Pilot”. Inizialmente
incontrai molte difficoltà, non conoscevo la
lingua, gli abitanti, avevo paura di fidarmi
delle persone che facevano parte del
progetto; ci portavano a scuola e ci davano
una somma al mese per fare la spesa.
Quando iniziai a frequentare la scuola
elementare
ebbi
molte
difficoltà
ad
integrarmi perché qualche compagno, e non
solo, mi prendeva in giro. Alla scuola media,
invece, mi sono trovata a mio agio, docenti
e compagni si dimostrarono molto disponibili
nei miei riguardi, pertanto frequentavo
volentieri le lezioni. Oggi frequento il quarto
anno dell’Istituto Chimico – Biologico di
Rotondella, ho un rapporto sereno con
compagni e docenti, ma anche fuori
dell’ambiente scolastico ho trovato buoni
amici, soprattutto i miei vicini di casa. Posso
ammettere che ho avuto una brutta
esperienza, sono cresciuta in fretta, ma
adesso sto bene con i miei compagni, con
gli amici, ma mi manca la mia terra, infatti
l’unico desiderio è che finisca la guerra in Iraq
e poter ritornare a viverci con tutta la mia
famiglia. Non posso lamentarmi dell’Italia e
del piccolo paese dove vivo, la cui gente ci
ha accolto con grande cuore e mi fa sentire
una del posto, ma penso sempre al mio
paese, l’Iraq.
Abdulrazak Suzan
Classe IV A TCB
SPORT
UN MITO PER NOI RAGAZZE: CRISTIANO RONALDO *-*
Cristiano Ronaldo è un calciatore portoghese,
attaccante o ala del Real Madrid e della Nazionale
portoghese. Con la
Nazionale portoghese
è stato vice-campione
d'Europa a Euro 2004.
Tra
i
migliori
calciatori oggi in
circolazione, compare
ininterrottamente nella
classifica del Pallone
d'oro
dal
2004,
conquistando tre podi
consecutivi
(il
secondo posto del 2007, la vittoria del 2008, e di
nuovo un secondo posto nel 2009), i quali
sottolineano una eccezionale costanza di
rendimento. È stato tra i protagonisti, nel 2008,
del triplo successo del Manchester United in
UEFA Champions League, Premier League e
Coppa del Mondo per club FIFA; proprio in virtù
di tali successi si è aggiudicato il Pallone d'oro
2008 (terzo portoghese di sempre a vincere questo
premio), la Scarpa d'oro 2008 ed il FIFA World
Player 2008. Ronaldo ha iniziato la sua carriera
calcistica al Nacional, per poi approdare allo
Sporting Clube de Portugal dove ha giocato per
cinque anni nel settore giovanile della squadra,
dimostrando presto il proprio talento. Le sue
qualità hanno catturato l'attenzione del CT del
Manchester United Sir Alex Ferguson e nel 2003
il giovane calciatore si è trasferito nei Red Devils.
L'anno seguente ha vinto il suo primo titolo a
livello di club, l'FA Cup e ha partecipato ad Euro
2004, competizione nella quale ha segnato il suo
primo gol a livello internazionale. Dopo anni di
successi con i Red Devils, nell'estate del 2009 è
stato acquistato dal Real Madrid che, per averlo in
squadra ha segnato un record nella storia del
calcio, pagandolo 94 milioni di euro, l'acquisto
più oneroso della storia del calcio. È il mito di
tutte le ragazzine, sia per la sua bravura che per la
sua stupefacente bellezza ma anche per le sue doti
umane.
Todaro Luana -Lerose Stella- Copa Stella
1° A O.Moda
DIVERTIMENTO E ………………..
Celine Dion.
C.M.C.Dion was born in Canada in 1968.
Her production is either in French and in
English.
Last of 14 brothers ,she had her first public
appearance in 1973,at the marriage of
her brother when she sang:Du fils, des
aiguilles et du cotton e Mamy blue.
She began her artistic career in 1981 and
soon became the great artist that we
know.
Only in 2007 she sold 230 million copies of
records.
As actress she took part to many films
where she not only acted but also sang
in the clou moments.
Celine is one of my favourite singers
because when she sings she
communicates with me. She transmits me
feelings , noble passions, calm and
tenderness.her voice arrives not only too
my ears but also to my heart
Francesco Perrone
Classe IV TIEL
WE WE,
SIAMO DUE RAGAZZE MOLTO AFFEZIONATE
CHE SCRIVONO…
PIACERE, MI CHIAMO SERENA, HO 15 ANNI
E MI DEFINISCO UNA RAGAZZA VIVACE,
PROPRIO PER QUESTO MOTIVO
IL MIO SOPRANNOME è SKLERATA!
CIAO A TUTTI, IO SONO ROSSELLA,
HO ANCH’IO 15 ANNI E POSSO CONSIDERARMI
MA COL TEMPO ABBIAMO CAPITO CHE TUTTE E DUE
SIAMO DELLE
“PAZZE” NEL VERO SENSO DELLA PAROLA
E, PUR LOTTANDO CONTRO LA GELOSIA DELLE
ALTRE COMPAGNE,
ADESSO SIAMO COME SORELLE,
CHE, A VOLTE ANCHE DURANTE LE LEZIONI,
FACCIAMO CAVOLATE, SKLERIAMO..
CI VOGLIAMO MOLTO BENE E SPERIAMO CHE
QUESTA AMICIZIA
NON POSSA MAI FINIRE, PERCHè
NELLA VITA
UNA RAGAZZA SOLARE!
TUTTI MI CHIAMANO,
L’AMICIZIA è IMPORTANTE,
O “SCIMMIETTA” O
“TRUZZULINA”,
NELLA SOLITUDINE,NELLA
MALATTIA, NELLA CONFUSIONE…
SOLO L’AMICIZIA DÀ LA POSSIBILITÀ
MA IL MOTIVO NON L’HO
MAI CAPITO…
DI RESISTERE A TUTTO.
ANCHE SE L’AMICO NON HA IL
POTERE DI AIUTARCI,
È SUFFICIENTE CHE ESISTA!
FORTUNATAMENTE ANCHE
QUEST’ANNO IN CLASSE
INSIEME!
INIZIALMENTE NON ANDAVAMO MOLTO
D’ACCORDO,
ORSATO SERENA
PERCHè NON AVEVAMO MAI AVUTO MODO
CL. 2°A OP. MOD
DI “FREQUENTARCI” COME AMICHE,
TANTI MOTIVI PER VENIRE A POLICORO
la
Cari ragazzi,
Sono una ragazza di Policoro e vorrei
invitarvi a visitare la nostra regione la
“Basilicata”, ma soprattutto la mia città
,Policoro. La città è conosciuta per il
turismo, ha una spiaggia bellissima e un
mare blu immenso e pulito. Un’altra
grande risorsa è l’agricoltura biologica
che consente la produzione frutta e
verdura tipiche della nostra regione. Si
svolgono anche molti avvenimenti
importanti quali :La celebrazione della
festa della Madonna del Ponte che è
quella patronale e che si festeggia in
modo più sentito rispetto alle altre, con
processione e i fuochi d’artificio. Si
esibiscono cantanti e, per il divertimento
dei ragazzi,ci sono vari tipi di giostre per
tutte le età. Per i giovani, oltre ai vari pub
,ci sono vari luoghi di ritrovo come la
“Villa Comunale” e “I giardini murati”. Per
l’estate, il posto più bello è la spiaggia,
lungo la quale si può passeggiare,
oppure divertirsi nei i vari lidi, ascoltando
musica, ballando, esibendosi al karaoke
o ammirando sfilate di abiti di alta
moda. Il lido più frequentato da persone
di tutte l’età è il “Circolo Velico
Lucano”,si trova in una splendida pineta
a pochi passi dalla bellissima spiaggia. Di
fronte si apre un mare dove non è raro il
transito di delfini e di tartarughe marine.
In questo ambiente
incantevole si
svolgono molte attività:windsurf, corso di
vela,scuola
di
nuoto,canoa,sci
nautico,sub,equitazione
con i relativi
istruttori. Policoro per noi abitanti è molto
importante e piacevole,mi farebbe
piacere farvela visitare e scoprire insieme
gli angoli più suggestivi.
Todaro Luana -Lerose Stella- Copa Stella
IA^ O.Moda
Il rebus del giorno
(frase: 9,8)
La vignetta del giorno
- Adesso devo solo stabilire a cosa serve e poi potremo lanciarla sul mercato!