Foto cristiano ronaldo manchester united
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+ IPSIA “PITAGORA”- VIA PUGLIA -POLICORO Gennaio-Febbraio 2010 Raccolta di testi realizzati dagli studenti di tutte le classi. Si vogliono ringraziare i numerosi studenti che con entusiasmo e sollecitudine hanno accolto l’invito a mettere per iscritto i loro pensieri. Nel ribadire che il presente giornalino rappresenta uno spazio aperto a tutto ciò che interessa e a tutti coloro che hanno qualcosa da dire, si auspica di poter ricevere una proficua collaborazione e si coglie l’occasione per formulare gli auguri di buon lavoro. All’’insegna della continuità Anche quest’anno inizia l’avventura del giornalino scolastico. In una scuola grande come la nostra,non sempre è facile fare amicizie benché le nostre strade spesso si incrociano: nei corridoi, su e giù per le La Redazione. scale,entrando e uscendo dai luoghi che ________________________________________ abitiamo in comune e poi durante la ricreazione. Ci intravediamo all’interno di SOMMARIO qualcuno dei laboratori e poi per le strade della città. Ora c’è di nuovo il giornalino….. ci Le opinioni opinioni piace definirlo come un “luogo” significativo, Gli angeli di Haiti dove incontrarsi “attraverso i pensieri” con tutti L’ amore i ragazzi dell’istituto di differente età,per Il giorno della memoria condividere riflessioni,giudizi su eventi,su fatti di Il senso de “Il giorno della memoria”-esempio per cronaca e su avvenimenti accaduti nel nostro le scuole istituto nonché per conoscerci meglio e Sicurezza nelle scuole: sogno o realtà? dunque… per crescere insieme. Abbiamo in Le stragi del sabato sera. mente, con il resto della redazione,un L’angolo della poesia giornalino colorato, bello, ricco di notizie, il Piccole donne tutto in continuità con il giornalino realizzato El carneval dei popi negli anni precedenti. La cronaca cronaca Il pianto di Haiti Ilaria Laguardia Il lavoro scolastico La tecnologia informatica Nei mondi virtuali ma fuori dalle dipendenze Intercultura Il viaggio della speranza Sport Un mito: Ronaldo Divertimento e……………………… Music and more: Celine Dion Due amiche inseparabili Stefano Valicenti 3^ OEL LE OPINIONI GLI ANGELI DI HAITI Sono centinaia di migliaia gli orfani vittime del terremoto che ha sconvolto l’isola di Haiti, dove i morti non si contano più e dove manca tutto: acqua, cibo, medicinali. Un paio di settimane fa, ci siamo profondamente commossi per le strazianti immagini della devastazione: genitori che cercano tra le macerie figli e figlie; bambini terrorizzati e soli alla ricerca dei loro genitori. In questo momento, interi quartieri di Port-au-prince sono stati distrutti, e i sopravvissuti cercano di costruirsi ripari di fortuna. È una scena spaventosa che abbiamo sotto gli occhi: quella di vite sconvolte in una nazione povera che aveva già sofferto tantissimo. Interveniamo per questo popolo che è stato tragicamente colpito nel corso della sua storia e che ha dato prova di grande resistenza. Haiti è una nazione dell'America situata nel Mar dei Caraibi. Un tempo colonia francese, è stata - dopo gli Stati Uniti - una delle prime nazioni delle Americhe a dichiarare la propria indipendenza. Il territorio haitiano copre la parte occidentale dell'isola di Hispaniola e confina a est con la Repubblica Dominicana. Haiti è il paese più povero delle Americhe. L'indipendenza dalla Francia è stata dichiarata il 1º gennaio 1804. Venne riconosciuta nel 1825 dalla Francia e nel 1863 dagli Stati Uniti.Dall'inizio del 2004 Haiti è al centro di una rivolta popolare che ha causato disordini e violenza ed ha portato il 29 febbraio alla partenza dall'isola del dimissionario presidente JeanBertrand Aristide. Il governo è stato retto ad interim dal presidente della Corte di cassazione, Boniface Alexandre, fino alle elezioni presidenziali tenutesi il 7 febbraio 2006 da cui, pur tra molte proteste ed accuse di broglio da parte dei suoi avversari, è uscito eletto René Préval. L’isola, colpita nell'estate 2004 dall'uragano Jeanne e nel gennaio 2010 da un disastroso terremoto, vive in uno stato di emergenza umanitaria. Attualmente è in corso una missione internazionale di aiuto sotto l'egida dell'ONU, che vede la presenza di un contingente guidato dal Brasile. In questo momento le nostre squadre di ricerca e soccorso sono sul terreno, ed estraggono le vittime dalle macerie. I nostri soldati, marinai, aviatori, marine e guardacoste si sono recati immediatamente sul teatro di questa tragedia e gomito a gomito con i nostri civili lavorano ininterrottamente per rendere possibile un invano sforzo logistico, per distribuire acqua, viveri e medicinali salvavita, per impedire che si verifichi una catastrofe umanitaria di ancora più ampie dimensioni. Ma proprio in questi momenti, proprio quando siamo messi di fronte alla nostra stessa fragilità, riscopriamo la nostra comune appartenenza al genere umano. Guardiamo negli occhi del nostro prossimo e vediamo noi stessi. E così gli Stati Uniti d’America, guideranno il mondo in questa grande missione umanitaria. Copa Stella -Todaro Luana Classe 1 A O.M L’AMORE Cos’è l’amore? L’amore è un sentimento intenso e profondo, che una prova per qualcuno. Dietro questa piccola parola, si nasconde un significato molto grande e complicato, che solo chi ama può conoscere. L’amore arriva in un momento qualsiasi della vita, lascia un segno in poco tempo, fa perdere la testa, ti fa brillare gli occhi, e ti fa sentire le farfalle nello stomaco. Ma non è tutto qui…… Amore è : Svegliarsi la mattina con un pensiero lacerante e fisso…. Quando guardi triste quella maledetta sveglia in cui i minuti scorrono sempre più lenti….. Non riuscire a vivere più di un’ora senza il tuo lui/lei…… L’amore è strano?!?!? E’ come un viaggio per un posto sconosciuto, parti pensando che tutto andrà bene, ma gli imprevisti turberanno le tue giornate. Questo sentimento anche se a volte fa male, fa sognare, dà un motivo in più per vivere giorno per giorno, ore per ore,minuto per minuto, secondo per secondo. Alcune persone dopo un po’ di tempo, che conoscono una persona, vogliono fare un passo molto grande, cioè “sposarsi” però una fede al dito non basta se non hai fede nel cuore. Ragazzi,amate perché siamo liberi di farlo, la vita è breve,quindi meglio non aspettare,amate sempre e comunque senza sosta,senza limiti. AMATE E BASTA. Brigida De Marco I A O. Moda IL GIORNO DELLA MEMORIA Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, furono impressionanti. Ad Auschwitz, come in altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia. Il Giorno della Memoria si celebra in Italia per la decima volta ed è diventato per le scuole un’occasione fondamentale, di formare i giovani tramite una importante attività didattica e di ricerca. L’umanità esige che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo e in nessun tempo. E’ di enorme importanza che le nuove e future generazioni facciano proprio questo insegnamento nel modo più vivo e partecipato possibile, stimolando il dibattito, le domande, i “perché” indispensabili per la comprensione di quei tragici eventi. Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti, per riflettere su cosa l’umanità è stata in grado di fare, perché non accada mai più. Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della Memoria, ed è un bene prezioso per tutti. Vanessa Frammartino--III MODA Amendolare Mariantonietta- BEVILACQUA Federica II MODA Il senso de “Il Giorno della Memoria” esempio per le scuole ROTONDELLA - Anche gli alunni dell’Istituto Chimico – Biologico di Rotondella hanno voluto ricordare l'Olocausto degli ebrei: il 27 gennaio, infatti, si celebra il giorno della Memoria. In tutte le scuole ricordiamo le vittime della Shoah: una parola ebraica che significa "distruzione". È stata scelta questa data perché, in quel giorno del 1945, venne liberato il campo di Auschwitz che recava quella odiosa, beffarda scritta: "Arbeit macht frei", cioè il lavoro rende liberi. Uno schiaffo in faccia per gli uomini e le donne prigionieri nel campo. La Giornata della memoria è stata commemorata proprio il 27 gennaio con la visione di un video realizzato dalla classe quinta come documentazione e memoria della giornata. Fa bene la scuola ad aprirsi alle testimonianze di vita degli ultimi superstiti o a rispolverare vecchi documenti, perché una società è tale se noi vivi sappiamo ricordare i morti e facciamo tesoro di quello che ci viene trasmesso per tenere accesa la candela della memoria. Una memoria che ci deve portare ad un impegno sempre maggiore. Sessantacinque anni fa, il 27 gennaio 1945, venivano aperti i cancelli di Auschwitz. Le immagini che apparvero agli occhi dei soldati sovietici che liberarono il campo, sono impresse nella nostra memoria collettiva. Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza. Tali crimini non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie oppressi, ma contro tutta l’umanità, segnando una sorta di punto di non ritorno nella Storia. L’uomo contemporaneo, con il suo grande bagaglio di conoscenze, nel cuore del continente più civile e avanzato, era caduto in un baratro. Aveva utilizzato il suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere intere popolazioni, primi fra tutti gli ebrei d’Europa. Da quel trauma l’Europa e il mondo intero si risvegliarono estremamente scossi. Si domandarono come era stato possibile che la Shoah fosse avvenuta. E, soprattutto, quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo. Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni Unite allo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione. La consapevolezza di ciò che era stato Auschwitz fu tra gli elementi fondamentali per la costruzione, identitaria prima ancora che giuridica, della futura Europa unita. Era indispensabile stabilire con esattezza ciò che l’Europa non sarebbe stata. Alle radici dell’impostazione ideale dell’attuale Unione Europea c’è il rispetto per la dignità umana e il rigetto per ciò che era accaduto, sia prima che durante la guerra, a causa di idee razziste e liberticide. Auschwitz è la negazione dei principi ispiratori dell’Europa coesa, economicamente, socialmente e culturalmente avanzata che conosciamo oggi. Il 27 gennaio 2010 il Giorno della Memoria si celebra in Italia per la decima volta. Dieci anni sono passati da quando fu chiesto all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di partecipare all’attuazione delle iniziative, promosse dalle istituzioni dello Stato italiano e in particolare dal Ministero dell’Istruzione, che avrebbero caratterizzato lo svolgimento di questa giornata. Oggi il Giorno della Memoria è diventato un’occasione fondamentale, per le scuole, di formare tanti giovani tramite una importante attività didattica e di ricerca. Da allora l’ebraismo italiano si è a più riprese interrogato sul modo di proporre una riflessione che non fosse svuotata dei suoi significati più profondi, riducendosi a semplice celebrazione. Al di là delle giuste, necessarie parole su Shoah e Memoria, crediamo infatti che occorra cercare di perpetuare il senso vero di questo giorno. Molti sono stati in questi anni gli studi, gli articoli, le riflessioni, le pubblicazioni di studiosi e intellettuali che hanno tentato di definire e ridefinire costantemente il senso della Memoria. Esiste infatti una problematica della relazione tra Storia e Memoria. La Shoah è ormai consegnata ai libri di Storia, al pari di altri avvenimenti del passato. Pochi testimoni sono rimasti a raccontarci la loro esperienza. Si potrebbe ipotizzare una Memoria cristallizzata nei libri, come un evento importante ma lontano nel tempo, da studiare al pari di qualsiasi altro capitolo di un libro scolastico, con il rischio di rendere distante il significato e la ragione vera per cui il Giorno della Memoria è stato istituito per legge. L’umanità esige che ciò che è avvenuto non accada più, in nessun luogo e in nessun tempo. E’ di enorme importanza che le nuove e future generazioni facciano proprio questo insegnamento nel modo più vivo e partecipato possibile, stimolando il dibattito, le domande, i “perché” indispensabili per la comprensione di quei tragici eventi. Favorendo in noi ragazzi una riflessione vivace renderemo forse il servizio migliore a questo Giorno che, per essere vissuto nel modo più autentico, necessita di un pensiero non statico, non nozionistico. Occorre fornire alle nuove generazione gli strumenti, anche empirici, per riflettere su cosa l’umanità è stata in grado di fare, perché non accada mai più. Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della Memoria, ed è un bene prezioso per tutti. Gli alunni della classe V TCB di Rotondella SICUREZZA NELLE SCUOLE: SOGNO O REALTA’? Abbiamo partecipato tutti, tramite le notizie e le immagini trasmesse dai media, con Internet e i social network questa volta protagonisti a supportare stampa e tivù, alla catastrofe che si è abbattuta nel mese di Aprile 2009 sull'Abruzzo. I morti, i feriti, i dispersi, gli sfollati, le urla di dolore, la sofferenza fisica e psicologica di vittime e sopravvissuti. Tante vite spezzate di uomini e donne, bambini, giovani, vecchi. Tanti progetti esistenziali interrotti dalla prepotenza di un disastro naturale, senza che nessuno di noi sappia fornire una giustificazione plausibile a tanto crudele scempio.E la solidarietà dei soccorritori: vigili del fuoco, speleologi, militari, operatori sanitari, forze dell'ordine, volontari e semplici cittadini, tutti accomunati nella volontà di portare aiuto, a scavare a rischio della vita, tra il sangue, il fumo e le macerie, malgrado l'angoscia che una sciagura di tale portata induce nell'animo di tutti. Un'angoscia che talvolta fa voltare la faccia, distogliere lo sguardo, malgrado le quotidiane rassicuranti spiegazioni scientifiche degli esperti, con i loro calcoli e i loro gradi Richter. Personalmen te, abbiamo provato l'impulso di spegnere il televisore, di negare l'esistenza di un'esperienza così traumatica, che ci obbliga a identificarci con le vittime e il loro dolore. Abbiamo cercato di pensare ad altro per non doverci misurare con domande cui sappiamo già di non saper rispondere. Abbiamo pensato che la Natura, che tanto ingenuo ecologismo vorrebbe soltanto benefica, sa essere leopardianamente matrigna, ingannatrice, indifferente alla nostra sorte, e a noi non resta altra possibile reazione, di fronte a tanta crudeltà, che essere solidali l'un l'altro. Eppure anche un disastro naturale di enorme portata come un terremoto, passato il disorientamento traumatico dei primi giorni, fa sorgere dentro di noi il rabbioso sospetto che ad acuire il dramma di decine di migliaia di persone ci siano stati, a monte, dei comportamenti umani scorretti, dei profitti illeciti, delle scelte politiche sbagliate.In Abruzzo non sono crollati soltanto edifici privati, ma anche la Casa dello Studente, gli ospedali, persino la prefettura, ganglio vitale della gestione dell'emergenza. Tutte strutture che avrebbero dovuto resistere a terremoti di intensità maggiore di quello che ha colpito L'Aquila e dintorni. Ciò che è successo a L’Aquila ci ha fatto riflettere su quanto le scuole in Italia siano poco sicure. Il crollo al liceo Darwin di Rivoli ha messo in evidenza la mancanza di controlli sulla sicurezza delle scuole. La legge (D. Lgs. 626/94 e succ. modifiche), in questo settore, è carente: i controlli obbligatori sono pochi, solo per le nuove costruzioni si parla di valutazione dei progetti, e troppo di rado di controlli "a sorpresa" sulle strutture una volta completate e in funzione. Più grave la situazione delle scuole più vecchie, dove la manutenzione è spesso carente e i lavori non sempre eseguiti a regola d'arte. È il caso di Rivoli, dove il controsoffitto era stato fatto in traversino e non in cartongesso. E quando viene fatta qualunque modifica a strutture esistenti, bisognerebbe prevedere controlli ad hoc, perché gli interventi potrebbero avere ripercussioni negative sulla sicurezza. Vito Scafidi, 17 anni, è morto sabato 22 novembre 2009 a seguito del crollo del tetto della sua classe, appunto, la sezione G del Liceo Scientifico Darwin di Rivoli, in provincia di Torino. La causa del crollo sarebbe stato un cedimento strutturale, forse la rottura di un tubo di ghisa tra il soffitto ed il controsoffitto. Tra i feriti ci sono stati anche 4 ragazzi in gravi condizioni ed altri 14 feriti lievi. L'ultima ristrutturazione dell'edificio scolastico sarebbe avvenuta negli anni '70. I controlli agli istituti scolastici dovrebbero servire per verificare che non ci siano altre situazioni di pericolo. Così come in tutte le strutture e gli edifici aperti al pubblico: troppe volte si vedono porte di sicurezza con maniglioni antipanico bloccate o lucchettate, ostacoli che impediscono la fuga, tende o pannelli che nascondono le vie per uscire. Anche l'area che circonda la scuola deve essere organizzata in modo tale da garantire la massima sicurezza, perché chi scappa non deve rischiare di farsi male o essere investito non appena esce dal portone. Così come l'arrivo dei soccorsi deve essere il più possibile agevolato. Invece le statistiche fornite dall'INAIL ci dicono che in un anno 90.000 ragazzi e 13.000 adulti (insegnanti e bidelli) si sono feriti nelle scuole. Dati impressionanti. Il Presidente della Repubblica solleva inquietanti interrogativi sulle garanzie a presidio della sicurezza negli istituti scolastici. Per il ministro dell'Istruzione, "il problema della sicurezza nelle scuole italiane è una emergenza nazionale". Secondo un rapporto di Legambiente, il 42% degli edifici scolastici non sarebbe agibile o, per lo meno, mancherebbe del certificato di agibilità. In realtà, in Italia 9 mila scuole non sono costruite con criteri antisismici delle 22 mila che si trovano in zone sismiche. Le scuole italiane sono tutte molto vecchie e, quindi, ad alto rischio. Nel nostro paese i terremoti non sono infrequenti e anche gli edifici a norma di legge, spesso, non assicurano l'incolumità a chi vi abita. Figuriamoci un vecchio edificio scolastico già fatiscente.E' stato presentato il “Rapporto di Cittadinanzattiva” sulla situazione delle scuole, da cui emerge una condizione diffusa di insicurezza: crolli di intonaco, certificazioni mancanti o non disponibili, scarsa manutenzione. Mancano controlli adeguati sul rispetto delle norme edilizie, sui lavori effettuati e sul rispetto dei tempi. Il certificato di agibilità statica è presente solo nel 34% delle scuole, quello di agibilità igienicosanitaria è disponibile nel 39% dei casi, quello di prevenzione incendi nel 37%. Anche la segnaletica è spesso carente: una scuola su quattro non ha la piantina con i percorsi di evacuazione e le uscite di emergenza non sono segnalate nel 17% dei casi. Negli istituti che hanno laboratori scientifici, solo il 63% ha cartelli informativi sulle precauzioni da seguire e l'84% possiede armadi chiusi per riporre sostanze e attrezzature pericolose. Assai scarsa è la formazione del personale: nel dettaglio, una scuola su quattro non attua corsi sulla sicurezza del lavoro, il 17% non fa le prove di evacuazione, ben il 42% non fa corsi di primo soccorso né di prevenzione incendi e addirittura l'83% non ha svolto alcun corso sulla sicurezza elettrica. Ci auguriamo che questo articolo diventi un monito anche per la nostra scuola che risale agli anni ’70 e che avrebbe bisogno di una buona sistemata. Così ci è stato promesso! Gli alunni della classe III OCB Le vittime sulla strada in Italia sono 1500 morti all’anno per alcool passivo, cioè pedoni, ciclisti e automobilisti inconsapevoli ed innocenti, uccisi da guidatori che avevano bevuti bevuti Malo Erikson 3^B OEL Le stragi del sabato sera Fra i molti problemi che coinvolgono e caratterizzano la società odierna, a partire dagli anni ’90, è purtroppo diventata una dolorosa consuetudine, ascoltare nei notiziari o leggere sulle prime pagine dei giornali la notizia di numerose vite stroncate a seguito di incidenti stradali. Questi fenomeni prendono il nome di “stragi del sabato sera” le cui vittime sono prevalentemente giovani incoscienti di ritorno da una serata passata in un locale. La notte tra il sabato e la domenica è l’intervallo temporale in cui accadono più frequentemente questi incidenti; si tratta infatti, della serata consacrata, dai giovani al divertimento, in quanto essi sono liberi di da impegni di lavoro o studio e sono desiderosi di scaricare lo stress e la tensione accumulati durante tutta la settimana. A conferma di questo i dati ISTAT hanno preso in esame la fascia oraria che va da mezzanotte alle sette del mattino, evidenziando un’altissima percentuale di incidenti, e di conseguenza di morti, in questo intervallo di tempo. Come cause principali di questo fenomeno si individuano molti fattori: fumo, droghe, alcool; accompagnati da alta velocità ed irresponsabilità. È molto di moda, soprattutto tra i giovani, fare largo uso di sostanze stupefacenti durante le uscite del “sabato sera”; sostanze estremamente facili da trovare quali ad esempio marijuana, cocaina, extasi, LSD che si trovano in discoteche, locali e persino tra le strade. Vengono utilizzate per raggiungere lo “sballo totale”, che per loro è sinonimo di divertimento. Molte volte, i ragazzi,che non vogliono fare uso di stupefacenti, si costringono a farlo per non essere diversi o non sembrare all’altezza del gruppo, con la sola conseguenza di danneggiare esplicitamente la propria persona e di rendersi spesso causa della propria sciagura. Non a caso le statistiche dimostrano che la maggioranza dei conducenti in caso di incidente avevano fatto uso di alcool e stupefacenti. Si sono approntate, negli ultimi anni, molte misure per arginare il fenomeno: limiti di velocità, chiusura anticipata dei locali, patente a punti ed il famoso braccialetto designato al al conducente del veicolo a cui non saranno serviti alcolici. Tuttavia, queste misure, sembrano non essere sufficienti, dato che, come possiamo constatare, gli incidenti, non diminuiscono, come non cessano neanche le numerose morti. I giovani di oggi non si fermano davanti a nulla, non hanno paura di guardare in faccia la morte e sono completamente irresponsabili. Per loro, la famiglia e le istituzioni tradizionali non sembrano contare più nulla, il lavoro non offre sbocchi desiderati e la macchina potente diventa sinonimo di integrazione e successo. La loro frustrazione ed il loro stress, non giustificano però la sconsideratezza del loro comportamento; tanto meno la loro bizzarra idea di divertimento: connesso a musica assordante, discoteca, alcool, droga e fumo. Sono ormai troppe le persone che si concedono il lusso di mettersi alla guida di un veicolo in condizioni psico-fisiche ben lontane da quelle ottimali provocando la morte di altre persone innocenti. Queste persone non capiscono che la vita non è un film e che si muore davvero, quindi agiscono in maniera avventata determinando conseguenze irreversibili con l’errore di un solo attimo. Questo grave problema non può essere risolto in tempi brevi, ma con una grande opera di sensibilizzazione, mostrando a tutti la realtà nuda e cruda dei fatti, e l’entrata in vigore di misure più drastiche, che puniscono chi guida in condizioni psicofisiche pessime rendendosi un pericolo, potremo vedere dei miglioramenti sperando in una definitiva risoluzione del problema. Antonella Corrado classe IV TCB sede di Rotondella L’ANGOLO DELLA POESIA Piccole donne Anime gemelle ruberei i migliori pensieri per voi, chiuderei tutta la felicità per regalarvi il miglior mondo! Anime gemelle mie confidenti dei miei segreti, dei miei sorrisi e dolori. Inventerei nuove parole oltre il bene,oltre l’amore. Sento che in questa vita siete il mio sollievo nel buio della solitudine. Foto realizzata da Laguardia Filomena L’amicizia di piccole donne che si abbracciano col pensiero in un Universo così Immenso. classe V TCB Monica Guerra Classe V TCB EL CARNEVAL DEI POPI A Roverédo, sbatù de quà e de là en mèz a ‘n màr de zènt, vardévo l’altro dì sul Corso el carnivàl dei pòpi. ‘N trà i s-ciàpi de maschere gh’èra Biancaneve e i sète Nani, Pinòchio col nàss lônch, la vôlp, el gàt, mòri, indiani e Zòro co la spada lùstra e ‘l capelom a fônch. Frà ‘n ghèto de trombete e zifolòti, mì mé som dìt: «L’è bem côrt el carneval dei pòpi! Pensàr che mi conosso zént che fà carnevàl per trezento e sessanta dì a l’àm, e sempre co la maschera sui òci!» TRADUZIONE IL CARNEVALE DEI BAMBINI A Rovereto, di qua e di là In mezzo a un mare di gente, guardavo l’altro giorno nel Corso il carnevale dei bambini. Tra tante maschere C’era Biancaneve e i sette Nani, Pinocchio col naso lungo, la volpe, il gatto, mori, indiani e Zorro col cappellone a fungo. Fra trombette e fischietti, mi sono detto: «ö ben corto il carnevale dei bambini! Pensare che conosco gente che fa carnevale per trecentosessanta giorni all’anno,e sempre con la maschera sugli occhi!» Serena Orsato 2^ O.Moda Ma Dio dov’è ? Tra la vita e la morte, c’è un peso in bilico.. c’è ancora un uomo che spera.. c’è la natura.. che rivolta al mondo si ribella. C’è ancora uno sguardo lontano dalle lacrime, c’è ancora adesso, lì seduto verso il tramonto, quel famoso uomo che spera.. solo macerie, solo domande senza mai risposte.. e dentro un falso sorriso, ci chiediamo: “ma Dio dov’è ?” Stella Lerose LA CRONACA IL PIANTO DI HAITI Grande catastrofe ad Haiti: il terremoto mette in ginocchio il paese; circa 100.000 sono i morti, si contano inoltre 250.000 feriti, milioni le persone senza tetto. Il terremoto ad Haiti del 2010 è stato registrato il 12 Gennaio 2010 alle ore 16.53,09 ora locale (21.53,09 U.T.C.) con epicentro a 15 Km da Port au Prince, capitale di Haiti. Secondo la U.S. Geological Survey, il terremoto avrebbe avuto un magnitudo di 70 gradi e avrebbe generato aperture nella terra a 10 Km di profondità. Il terremoto è stato uno dei più forti registrati nella zona, infatti questa la scossa prodotta è stata sentita nei paesi vicini come Cuba, Giamaica e Repubblica Domoniciana dove ha causato lo smottamento nelle città ed ha suscitato grande paura. Gli effetti provocati sul Paese sono stati devastanti. Inizialmente si pensava che i morti fossero almeno 100.000, ma adesso si parla addirittura di 200.000 o forse più. Si contano circa 250.000 feriti e milioni di persone rimaste senza tetto. Questo sisma ha colpito una località molto esposta a fenomeni naturali, infatti nel 2004 si è verificato un uragano e nel 1970 un altro terremoto aveva colpito l’isola dove, fino al giorno del sisma, e ancora adesso, c’è molta povertà. Il senso della natura che si ribella a se stessa, la ragione di una violenza che cancella ogni forma, non si può certo spiegare con la razionalità. 100 o forse 500.000 morti ad Haiti ci svelano impotenti di fronte alla natura non più di quanto la singola e prematura scomparsa di un affetto. Una morte bianca come un terremoto, ci sprofonda nel buco nero di una natura maligna che non controlliamo in quanto vorremmo e presumiamo di fare! L’alunno Giuseppe Mundo Classe V TCB IL LAVORO SCOLASTICO LA TECNOLOGIA INFORMATICA AL SERVIZIO DEGLI STUDENTI Presso la nostra scuola, si è tenuto un progetto sull’ ECDL che è terminato nel Novembre 2009 e che ha avuto come obbiettivi: 1. Favorire l’apprendimento di conoscenze nell’ambito informatico e dell’Information Technology, sulla piattaforma di sviluppo del portale web, sui principi di catalogazione dei testi; 2. Consolidare competenze nell’ambito della comunicazione multimediale,nell’utilizzo delle applicazioni software più diffuse e di Internet,nella gestione e nell’implementazione di contenuti sul portale, nell’approccio di tipo problem solving. Per la scuola è diventata un’ occasione per: • sviluppare nuove funzionalità sul sito web, che sarà aperto al contributo degli studenti, per promuovere e potenziare la pratica di comportamenti improntati alla cooperazione ed alla collaborazione fra tutte le componenti della scuola. • utilizzare la biblioteca, con la catalogazione elettronica e su web, intesa come laboratorio didattico e interdisciplinare, per offrire maggiori opportunità di studio ed approfondimento. Il progetto ha espletato, quindi un’attività formativa nell’ambito informatico e dell’Information Technology, con l’utilizzo degli strumenti informatici più usuali ed il conseguimento dell’ECDL start. Lo studio delle tecniche di realizzazione di un sito Web ha portato alla creazione di uno spazio autogestito dagli studenti, legato al portale web d’Istituto ed alla catalogazione informatica su server web dei testi della biblioteca scolastica. Manolio Giovanna che ha frequentato il corso afferma che: “ è stato un corso molto coinvolgente che consigliamo a tutti gli studenti, sia per l’ acquisizione delle competenze digitali sia per l’arricchimento culturale che ne è derivato. La catalogazione dei testi ci ha fatto comprendere, anche, cosa significhi essere responsabile di una biblioteca: un lavoro impegnativo ma a mio avviso divertente! È stata una scoperta per noi studenti trovare in biblioteca non solo manuali scolastici, ma libri da leggere nel tempo libero ( novelle, racconti, romanzi) Conte Carmela III AO.M Nei mondi virtuali ma fuori dalle dipendenze A Novembre del 2010 abbiamo finito un progetto che era iniziato a Maggio del 2009 che si intitola “Nei mondi virtuali ma fuori dalle dipendenze”. In questo progetto abbiamo rappresentato dei lavori su tutte le dipendenze(alcol,droga, e fumo )che rappresentano un pericolo Il progetto ha analizzato il tema delle dipendenze come conseguenze allo sgretolamento del tessuto sociale, dell’emarginazione, della dispersione scolastica e ha voluto essere un’azione di prevenzione/ri duzione del problema. Il progetto ha per i giovani soprattutto il sabato sera quando escono dai locali già ubriachi e si mettono alla guida e fanno incidente.In questo progetto noi abbiamo imparato che non bisogna usare alcol e droga rappresentato un innovazione poiché si è avvalso di linguaggio e metodologie (FAD e tecnologie 3D) familiari ai giovani in grado di attirare la loro attenzione e renderli ricettivi verso messaggi educativi di tale importanza. Si sono utilizzati strumenti web in grado di stimolare i ragazzi verso un apprendimento di tipo “esperienziale” dove internet ed i mondi virtuali hanno cercato di fornire gli strumenti per apprendere secondo nuove modalità. Grazie alla piattaforma, messa a disposizione della società partner “Intema” che ci ha appoggiato in tale progetto, i ragazzi hanno sperimentato virtualmente i pericoli e i rischi connessi alle dipendenze, oltre a poter dividere l’esperienza con altri coetanei di altre scuole nell’isola. Gli allievi, in questo mondo virtuale, rappresentati da avatar, hanno potuto interagire gli uni con gli altri e anche con altri allievi di altre scuole e socializzato. Il mondo virtuale è stato visto dai ragazzi , inizialmente, come un gioco, ma anche qualcosa di familiare (Second Life è una chat-social-network), grazie alla quale, nella fase “Creazione di contributi”, hanno potuto condividere e rendere visibili i loro materiali prodotti e quello delle altre scuole. All’improvviso la nostra scuola è diventata un cantiere in cui fervevano i lavori a ritmo frenetico: alcuni gruppi si sono resi disponibili nella progettazione di manifesti in materiale cartaceo, altri in materiale elettronico, altri hanno lavorato alla realizzazione di video e cosi via. INTERCULTURA LA PEDAGOGIA DELL’INTERCULTURA ATTRAVERSO L’ESPERIENZA DI UN’ALUNNA IRACHENA DELL’IPSIA DI ROTONDELLA Le ondate migratorie che interessano in maniera sempre più consistente anche l'Italia, hanno evidenziato la tematica della convivenza fra gruppi di persone di diverse culture e nazionalità. I movimenti demografici, ormai di dimensione planetaria, le cui complesse cause economiche, sociali e politiche rimandano sostanzialmente agli squilibri fra Nord e Sud del mondo, provocano rimescolamenti etnici e portano un numero sempre più consistente di persone a misurarsi con usi, abitudini, costumi, religioni, lingue... diversi fra di loro. La nostra società in futuro non potrà che essere multiculturale ed un ruolo fondamentale spetta alla scuola, luogo di formazione ed educazione delle nuove generazioni che vivranno in questa società. E’ chiaro che la convivenza fra culture diverse è cosa tutt’altro che facile e non si tratta di volere a tutti i costi semplificare, senza affrontare i reali problemi che porta con sé una società multiculturale, ma, piuttosto, di accrescere la disponibilità verso l’altro da sé, utilizzando come strumento privilegiato la conoscenza. Solo se conosco, imparo ad avere meno paura di chi è diverso da me e comprendo che, oltre a grosse differenze, tra noi esistono anche degli elementi comuni che possono in qualche modo avvicinarci. In quest’ottica la scuola, proprio come luogo privilegiato di incontro, può guidare i ragazzi in un cammino per conoscere mondi e persone, culture e tradizioni “altre” a partire dalla valorizzazione dell’individualità di ciascuno, nella considerazione che la diversità è anche e soprattutto portatrice di valori positivi. A partire da queste considerazioni il presente articolo giornalistico è stato impostato in un’ottica interculturale, ripercorrendo la storia e l’integrazione di una compagna, Suzan, che, dopo mille difficoltà dovute soprattutto alla lingua, si è inserita alquanto bene sia nel contesto sociale che scolastico. La sua presenza e la sua storia hanno permesso di fare dell’educazione interculturale non una disciplina aggiuntiva, ma il filo conduttore di un nuovo approccio che permette di “rivisitare” le discipline stesse e di collocarsi come “trait d’union” per un approccio interdisciplinare. Leggete la sua storia. IL VIAGGIO DELLA ……….SPERANZA Sono Suzan una ragazza di 16 anni e vivo in Italia precisamente a Rotondella da 9 anni. La mia famiglia è numerosa, il nucleo familiare è composto da 9 persone. Io sono di origine irachena nata a Baghdad dove c’è tuttora la guerra. Ho lasciato la mia città di origine per vari motivi, soprattutto politici: con l’inizio della guerra tra Iran e Iraq, tutti i maschi avevano l’obbligo di arruolarsi nell’esercito, poiché mio padre non voleva farlo, scappò in Turchia. Mia madre lavorava per il Governo di Saddam, pertanto fu facile capire che mancava il marito all’appello. Un altro motivo che ci spinse a fuggire fu l’uccisione di mio nonno che era un comunista. Così fummo costretti a lasciare l’Iraq e raggiungere la Turchia dove risiedemmo per 3 anni. Quando lasciammo l’Iraq avevo solo 6 anni e non lo ricordo molto, mentre della Turchia ricordo di più anche se per noi fu molto duro viverci in quanto tutto era a pagamento come le scuole e gli ospedali. I miei fratelli maggiori furono costretti a lavorare, non ci davano il permesso di soggiorno e nemmeno l’asilo politico perché lo Stato verteva in pessime condizioni economiche, in pratica non avevamo nessun diritto. Con questa situazione, mio padre propose di raggiungere Londra con una nave clandestina. Durante il viaggio, all’improvviso, il comandante ci abbandonò e fuggì, lasciandoci soli in mezzo al mare con la paura che la nave potesse affondare , era un incubo. Vidi molte persone che morivano e i loro corpi venivano buttati in mare. Avevo paura, mia madre vedendomi terrorizzata mi diceva: “non siamo morti in Iraq, quindi non moriremo su una nave”. Queste parole mi diedero molto coraggio. Ricordo anche che mia madre si mise al timone della nave seguendo la direzione del Sole, non appena si accorse che arrivava il segnale radio, sapendo parlare l’inglese diede le nostre coordinate. Dopo molte ore arrivò la polizia in tempo per salvarci e scampare alla morte poiché la nave stava affondando e ci trasferirono su un’altra nave, però ci condussero in Italia e non a Londra. Arrivati, ci portarono a Foggia in un campo profughi, in seguito tutti gli ospiti del campo furono divisi fra vari paesi dell’Italia, noi fummo mandati a Rotondella la cui amministrazione aveva adottato un progetto per il ricovero e l’integrazione dei rifugiati politici, il progetto “Pilot”. Inizialmente incontrai molte difficoltà, non conoscevo la lingua, gli abitanti, avevo paura di fidarmi delle persone che facevano parte del progetto; ci portavano a scuola e ci davano una somma al mese per fare la spesa. Quando iniziai a frequentare la scuola elementare ebbi molte difficoltà ad integrarmi perché qualche compagno, e non solo, mi prendeva in giro. Alla scuola media, invece, mi sono trovata a mio agio, docenti e compagni si dimostrarono molto disponibili nei miei riguardi, pertanto frequentavo volentieri le lezioni. Oggi frequento il quarto anno dell’Istituto Chimico – Biologico di Rotondella, ho un rapporto sereno con compagni e docenti, ma anche fuori dell’ambiente scolastico ho trovato buoni amici, soprattutto i miei vicini di casa. Posso ammettere che ho avuto una brutta esperienza, sono cresciuta in fretta, ma adesso sto bene con i miei compagni, con gli amici, ma mi manca la mia terra, infatti l’unico desiderio è che finisca la guerra in Iraq e poter ritornare a viverci con tutta la mia famiglia. Non posso lamentarmi dell’Italia e del piccolo paese dove vivo, la cui gente ci ha accolto con grande cuore e mi fa sentire una del posto, ma penso sempre al mio paese, l’Iraq. Abdulrazak Suzan Classe IV A TCB SPORT UN MITO PER NOI RAGAZZE: CRISTIANO RONALDO *-* Cristiano Ronaldo è un calciatore portoghese, attaccante o ala del Real Madrid e della Nazionale portoghese. Con la Nazionale portoghese è stato vice-campione d'Europa a Euro 2004. Tra i migliori calciatori oggi in circolazione, compare ininterrottamente nella classifica del Pallone d'oro dal 2004, conquistando tre podi consecutivi (il secondo posto del 2007, la vittoria del 2008, e di nuovo un secondo posto nel 2009), i quali sottolineano una eccezionale costanza di rendimento. È stato tra i protagonisti, nel 2008, del triplo successo del Manchester United in UEFA Champions League, Premier League e Coppa del Mondo per club FIFA; proprio in virtù di tali successi si è aggiudicato il Pallone d'oro 2008 (terzo portoghese di sempre a vincere questo premio), la Scarpa d'oro 2008 ed il FIFA World Player 2008. Ronaldo ha iniziato la sua carriera calcistica al Nacional, per poi approdare allo Sporting Clube de Portugal dove ha giocato per cinque anni nel settore giovanile della squadra, dimostrando presto il proprio talento. Le sue qualità hanno catturato l'attenzione del CT del Manchester United Sir Alex Ferguson e nel 2003 il giovane calciatore si è trasferito nei Red Devils. L'anno seguente ha vinto il suo primo titolo a livello di club, l'FA Cup e ha partecipato ad Euro 2004, competizione nella quale ha segnato il suo primo gol a livello internazionale. Dopo anni di successi con i Red Devils, nell'estate del 2009 è stato acquistato dal Real Madrid che, per averlo in squadra ha segnato un record nella storia del calcio, pagandolo 94 milioni di euro, l'acquisto più oneroso della storia del calcio. È il mito di tutte le ragazzine, sia per la sua bravura che per la sua stupefacente bellezza ma anche per le sue doti umane. Todaro Luana -Lerose Stella- Copa Stella 1° A O.Moda DIVERTIMENTO E ……………….. Celine Dion. C.M.C.Dion was born in Canada in 1968. Her production is either in French and in English. Last of 14 brothers ,she had her first public appearance in 1973,at the marriage of her brother when she sang:Du fils, des aiguilles et du cotton e Mamy blue. She began her artistic career in 1981 and soon became the great artist that we know. Only in 2007 she sold 230 million copies of records. As actress she took part to many films where she not only acted but also sang in the clou moments. Celine is one of my favourite singers because when she sings she communicates with me. She transmits me feelings , noble passions, calm and tenderness.her voice arrives not only too my ears but also to my heart Francesco Perrone Classe IV TIEL WE WE, SIAMO DUE RAGAZZE MOLTO AFFEZIONATE CHE SCRIVONO… PIACERE, MI CHIAMO SERENA, HO 15 ANNI E MI DEFINISCO UNA RAGAZZA VIVACE, PROPRIO PER QUESTO MOTIVO IL MIO SOPRANNOME è SKLERATA! CIAO A TUTTI, IO SONO ROSSELLA, HO ANCH’IO 15 ANNI E POSSO CONSIDERARMI MA COL TEMPO ABBIAMO CAPITO CHE TUTTE E DUE SIAMO DELLE “PAZZE” NEL VERO SENSO DELLA PAROLA E, PUR LOTTANDO CONTRO LA GELOSIA DELLE ALTRE COMPAGNE, ADESSO SIAMO COME SORELLE, CHE, A VOLTE ANCHE DURANTE LE LEZIONI, FACCIAMO CAVOLATE, SKLERIAMO.. CI VOGLIAMO MOLTO BENE E SPERIAMO CHE QUESTA AMICIZIA NON POSSA MAI FINIRE, PERCHè NELLA VITA UNA RAGAZZA SOLARE! TUTTI MI CHIAMANO, L’AMICIZIA è IMPORTANTE, O “SCIMMIETTA” O “TRUZZULINA”, NELLA SOLITUDINE,NELLA MALATTIA, NELLA CONFUSIONE… SOLO L’AMICIZIA DÀ LA POSSIBILITÀ MA IL MOTIVO NON L’HO MAI CAPITO… DI RESISTERE A TUTTO. ANCHE SE L’AMICO NON HA IL POTERE DI AIUTARCI, È SUFFICIENTE CHE ESISTA! FORTUNATAMENTE ANCHE QUEST’ANNO IN CLASSE INSIEME! INIZIALMENTE NON ANDAVAMO MOLTO D’ACCORDO, ORSATO SERENA PERCHè NON AVEVAMO MAI AVUTO MODO CL. 2°A OP. MOD DI “FREQUENTARCI” COME AMICHE, TANTI MOTIVI PER VENIRE A POLICORO la Cari ragazzi, Sono una ragazza di Policoro e vorrei invitarvi a visitare la nostra regione la “Basilicata”, ma soprattutto la mia città ,Policoro. La città è conosciuta per il turismo, ha una spiaggia bellissima e un mare blu immenso e pulito. Un’altra grande risorsa è l’agricoltura biologica che consente la produzione frutta e verdura tipiche della nostra regione. Si svolgono anche molti avvenimenti importanti quali :La celebrazione della festa della Madonna del Ponte che è quella patronale e che si festeggia in modo più sentito rispetto alle altre, con processione e i fuochi d’artificio. Si esibiscono cantanti e, per il divertimento dei ragazzi,ci sono vari tipi di giostre per tutte le età. Per i giovani, oltre ai vari pub ,ci sono vari luoghi di ritrovo come la “Villa Comunale” e “I giardini murati”. Per l’estate, il posto più bello è la spiaggia, lungo la quale si può passeggiare, oppure divertirsi nei i vari lidi, ascoltando musica, ballando, esibendosi al karaoke o ammirando sfilate di abiti di alta moda. Il lido più frequentato da persone di tutte l’età è il “Circolo Velico Lucano”,si trova in una splendida pineta a pochi passi dalla bellissima spiaggia. Di fronte si apre un mare dove non è raro il transito di delfini e di tartarughe marine. In questo ambiente incantevole si svolgono molte attività:windsurf, corso di vela,scuola di nuoto,canoa,sci nautico,sub,equitazione con i relativi istruttori. Policoro per noi abitanti è molto importante e piacevole,mi farebbe piacere farvela visitare e scoprire insieme gli angoli più suggestivi. Todaro Luana -Lerose Stella- Copa Stella IA^ O.Moda Il rebus del giorno (frase: 9,8) La vignetta del giorno - Adesso devo solo stabilire a cosa serve e poi potremo lanciarla sul mercato!