PAT Relazione Ambientale - comune di san martino buon albergo

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PAT Relazione Ambientale - comune di san martino buon albergo
Comune di San Martino Buon Albergo
P.A.T.
Provincia di Verona
Elaborato
Scala
Relazione Ambientale
Rapporto Ambientale per la VAS
La professionista
incaricata
Dott. Biol.
Paola Modena
Collaborazione
Dott.
Serena Tarocco
MARZO 2009
Comune di San Martino Buon Albergo
--
Piano di Assetto del Territorio
Relazione Ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica
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1
INTRODUZIONE
3
1.1
CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA
4
1.2
LA PROCEDURA DI VAS
6
1.2.1 IL RAPPORTO AMBIENTALE
6
1.2.2
LA SINTESI NON TECNICA
6
1.2.3
LA DICHIARAZIONE DI SINTESI
6
1.3
2
LA SCELTA DEGLI INDICATORI
7
LO STATO DELL’AMBIENTE
8
2.1
FONTI DEI DATI
8
2.2
FATTORI CLIMATICI
8
2.3
ARIA
11
2.2.1
QUALITÀ DELL’ARIA
11
2.2.2
EMISSIONI
15
2.4
ACQUA
18
2.4.1
ACQUE SUPERFICIALI
18
2.4.2
ACQUE SOTTERRANEE
26
2.4.3
ACQUE DESTINATE ALL’USO UMANO
28
2.4.4
ACQUEDOTTI E FOGNATURE
29
2.5
SUOLO E SOTTOSUOLO
29
2.5.1
CAVE ATTIVE E DISMESSE
35
2.5.2
DISCARICHE
38
2.5.3
IL RISCHIO INDUSTRIALE
38
2.6
AGENTI FISICI
38
2.6.1
RADIAZIONI NON IONIZZANTI
39
2.6.2
RADIAZIONI IONIZZANTI
42
2.6.3
RUMORE
42
2.6.4
INQUINAMENTO LUMINOSO
44
BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA
44
2.7
2.7.1
AREE PROTETTE
46
2.7.2
AREE A TUTELA SPECIALE
50
2.7.3
CACCIA
50
2.8
PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO E PAESAGGISTICO
53
2.8.1
AMBITI PAESAGGISTICI
53
2.8.2
PATRIMONIO ARCHEOLOGICO
54
2.8.3
PATRIMONIO ARCHITETTONICO
54
1
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2.9
POPOLAZIONE
56
2.9.1
CARATTERISTICHE DEMOGRAFICHE ED ANAGRAFICHE
56
2.9.2
ISTRUZIONE
61
2.9.3
SITUAZIONE OCCUPAZIONALE
61
2.9.4
SALUTE E SANITÀ
62
2.10
IL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO
64
2.10.1
SISTEMA INSEDIATIVO
64
2.10.2
VIABILITÀ
65
2.10.3
RIFIUTI
66
2.10.4
ENERGIA
70
2.10.5
ATTIVITÀ COMMERCIALI E PRODUTTIVE
73
3
PROBLEMATICHE AMBIENTALI
77
4
ESAME DI COERENZA ED OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ
78
5
SOGGETTI INTERESSATI ALLE CONSULTAZIONI
83
6
CARTOGRAFIA
84
Allegati:
ALLEGATO 1 – Tavola dei Vincoli, delle attuali destinazioni d’uso e delle
criticità ambientali
ALLEGATO 2 – Tabella degli Indici Stereometrici della Variante al PRG
Vigente
2
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1
INTRODUZIONE
La presente Relazione ambientale è allegata al documento preliminare
del Piano di Assetto del Territorio (PAT).
Essa è redatta ai sensi della DgrV n. 3262 del 24 ottobre 2006 e degli
indirizzi operativi del 10 gennaio 2007 della Direzione Valutazione progetti
ed investimenti.
Tale relazione contiene gli elementi ritenuti importanti al fine della
caratterizzazione
ambientale
del
contesto.
In
esso,
sulla
base del
Documento preliminare, sono calate le strategie di Piano che da tale
contesto sono condizionate.
Si intende con il presente documento fornire gli elementi per utilmente
indirizzare sia il processo di formazione del PAT, sia, in modo più specifico,
orientare il processo di valutazione strategica verso soluzioni compatibili
dal punto di vista ambientale.
La procedura di VAS rientra infatti fra gli strumenti di governo del
territorio intesi a introdurre il requisito della sostenibilità ambientale nelle
trasformazioni territoriali indotte dall’uomo. Tuttavia, a differenza della
procedura di VIA, che basa la sua attività sugli aspetti tecnici progettuali e
secondariamente su quelli politici, questi ultimi risultano prevalenti nel caso
della VAS. Vi è infatti la chiara responsabilità politica legata alle decisioni
contenute nel Piano. Pure la valutazione di sostenibilità di tali scelte è
innegabilmente dotata di un ampio margine di soggettività. Queste ultime a
loro volta derivano dal mandato che gli amministratori hanno ricevuto dai
cittadini.
Come conferire dunque oggettività alle valutazioni di sostenibilità?
Le condizioni che promuovono il corretto e trasparente svolgimento
del processo valutativo possono essere in tal modo riassunte:
la sinergia con l’elaborazione del Piano
la larga ed effettiva partecipazione dei cittadini organizzati
alle scelte
la conformità, non solo formale, agli strumenti di governo
sovraordinati.
Tale ultima condizione è resa possibile, nel caso della Regione Veneto,
dalla copianificazione con l’Ente sovraordinato (oggi la Regione, domani la
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Provincia), in un processo dialettico che induce non solo al rispetto delle
norme d’area vasta, ma anche alla visione d’insieme e strategica che
trasformazioni a scala locale possono determinare in ambiti sovracomunali.
L’allargamento della prospettiva urbanistica che da localistica diviene
strategica, pur difficoltoso in quanto d’approccio nuovo, si misura con le
aspettative di una comunità che intende far convergere gli obiettivi generali
di promozione e sviluppo ecocompatibile con le specifiche dinamiche locali.
1.1
CONTESTUALIZZAZIONE GEOGRAFICA
GEOGRAFICA
Il territorio del comune di San Martino raccoglie alcuni degli ambiti più
pregevoli del Veronese.
Esso, infatti, comprende una parte collinare, ove permangono caratteri
naturali ed umani in sostanziale equilibrio, con diffusione di colture tipiche
della collina veronese, quali la vite, l’ulivo ed il ciliegio. Il mosaico
ambientale è qui caratterizzato da notevole permanenza di elementi
naturali, quali boschi e praterie.
La porzione meridionale del territorio comunale corrisponde alla
pianura alluvionale atesina solcata – oltre che dall’Adige - da una fitta rete
di corsi d’acqua minori, di canali e di risorgive che danno luogo a pregevoli
paesaggi. Tuttavia, in tale porzione del territorio comunale sono frequenti
elementi detrattori quali insediamenti zootecnici, cave, impianti per
ittiocoltura, che, a fronte di indubbi significati economico-produttivi,
rappresentano fonti importanti di pressione antropica sul delicato sistema
ambientale.
Fra i due ambiti si colloca il nucleo insediativo principale, costituito dal
centro residenziale e da una consistente area produttiva. Il tutto interessato
da importanti linee e nodi infrastrutturali, quali l’Autostrada A4 Torino–
Trieste, la linea ferroviaria Torino–Milano–Venezia–Trieste, la tangenziale
sud di Verona, la SR 11, il casello autostradale di Verona Est.
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Fig. 1 – Il contesto geografico del territorio del comune di San Martino Buon Albergo
(Da GoogleEarth).
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1.2
1.2.1
LA PROCEDURA DI VAS
AMBIENTALE
LE
IL RAPPORTO AMBIENTA
Il Rapporto ambientale è un documento elaborato con modalità
interdisciplinari che contiene gli elementi ritenuti importanti al fine della
caratterizzazione territoriale del contesto progettuale. Il documento infatti
indica i temi e le specificità socio-ambientali in cui sono calate le strategie
di Piano ed opera una valutazione degli effetti delle trasformazioni sul
tessuto socio-ambientale locale.
1.2.2
1.2.2
LA SINTESI NON TECNICA
In allegato al Rapporto ambientale si produce una Sintesi, redatta ai
sensi del DL 152/06 e successive modifiche, che evidenzia le principali
problematiche ambientali riguardanti il territorio oggetto di PAT e la
relazione intercorrente con le azioni di Piano.
Scopo di tale documento è quello di rappresentare in forma sintetica e
chiaramente comprensibile anche ad interlocutori non specializzati i
potenziali effetti delle strategie di Piano sullo stato di qualità dei diversi
comparti ambientali.
1.2.3
3
1.2.
LA DICHIARAZIONE DI SINTESI
Ai sensi della Direttiva 2001/42/CE il Rapporto ambientale, al termine
dell’iter di formazione del PAT sarà accompagnato da una Dichiarazione di
Sintesi volta ad esplicitare:
le modalità di integrazione delle considerazioni ambientali
nel PAT;
le modalità di integrazione delle analisi e valutazioni del
Rapporto Ambientale nel PAT;
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le modalità di integrazione dei pareri espressi in fase di
concertazione;
le modalità con cui i risultati delle consultazioni sono stati
integrati nel processo valutativo;
le
ragioni
della
scelta
delle
alternative
strategiche
considerate;
le misure da adottarsi in merito al monitoraggio degli
effetti socio-ambientali del Piano.
L’opportunità di tale Dichiarazione risiede nella natura partecipativa,
trasparente e di stretta integrazione nel processo pianificatorio attribuita
dalla normativa comunitaria alla procedura di VAS.
La procedura di VAS, è stata considerata infatti, ai fini della presente
pianificazione,
strumento
importante
sia
per
l’implementazione
di
informazioni e valutazioni ambientali, sia per la gestione del processo
decisionale. Infatti, le è stato attribuito un ruolo utile a rendere trasparenti e
comprensibili le opzioni di trasformazione e le loro potenziali conseguenze,
offrendo ai decisori, ai soggetti interessati ed al pubblico in generale spazi e
strumenti per partecipare in modo informato ed influire in tal modo sul
processo di pianificazione.
1.3
LA SCELTA DEGLI INDICATORI
INDICATORI
La descrizione dello stato dell’ambiente viene articolata, nella presente
Relazione, secondo i diversi comparti ambientali con i quali il Piano
potrebbe potenzialmente interferire. Lo stato attuale di ciascun comparto è
illustrato da parametri indicatori di qualità raccolti dalle competenti Autorità
ambientali.
Tra tale set di parametri ed in considerazione delle strategie di azione
del Piano, viene selezionato un numero ristretto di indicatori funzionali alla
attuazione del monitoraggio, i quali devono rispondere ad esigenze di :
rappresentatività del fenomeno ambientale con cui il Piano
può interferire;
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rappresentatività
degli effetti del potenziale impatto del
Piano sul comparto ambientale di riferimento;
2
reperibilità del dato aggiornato;
semplicità nella interpretazione del dato.
LO STATO DELL’AMBIENTE
DELL’AMBIENTE
Lo stato dell’ambiente del comune San Martino Buon Albergo viene di
seguito
descritto
tramite
la
caratterizzazione
dei
diversi
comparti
ambientali.
2.1
FONTI DEI DATI
I dati e le informazioni di seguito riportati sono tratti principalmente
dai Rapporti sullo Stato dell’Ambiente pubblicati nel 2004 e nel 2007 ed
elaborati dalla Provincia di Verona con la collaborazione di ARPAV.
Altre fonti consultate vengono citate nel testo.
Al fine di arricchire l’analisi di dati originali ed aggiornati sono state
inoltrate le domande ai relativi Enti competenti. Al momento di chiusura del
presente documento, tuttavia, non sono ancora giunte molte delle
informazioni richieste.
2.2
FATTORI CLIMATICI
Il clima della provincia veronese, pur rientrando nella tipologia
mediterranea, presenta proprie peculiarità dovute principalmente al fatto di
trovarsi in una posizione di transizione climatica. Subisce, infatti, varie
influenze quali l’effetto orografico della catena alpina e la continentalità
dell’area centro-europea che distinguono:
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le caratteristiche termiche e pluviometriche della regione
alpina con clima montano;
il carattere continentale della pianura veneta, con inverni
rigidi; in quest’ultima regione climatica si differenzia una
subregione a clima più mite: quella lacustre nei pressi del
lago di Garda, ove è presente un clima submediterraneo.
Nelle zone pianeggianti l’elemento determinante, anche ai fini della
diffusione degli inquinanti, è la scarsa circolazione aerea tipica del clima
padano, con frequente ristagno delle masse d’aria specialmente nel periodo
invernale. Si realizzano inoltre forti escursioni termiche che risultano molto
accentuate in estate (anche 20 gradi). Il valore medio annuo delle
precipitazioni è circa 700-800 mm ma si possono verificare variazioni anche
notevoli di tali valori. L’andamento delle precipitazioni risulta crescente
procedendo dalle zone pianeggianti a quelle montuose dei Lessini. Per il
comune di San Martino Buon Albergo si registra infatti un valore medio pari
a 700 mm. L’umidità relativa presenta valori frequentemente elevati durante
la stagione che va dal tardo autunno fino all’inizio della primavera. Si hanno
due direzioni principali di provenienza dei venti: la prima e più significativa
compresa tra ENE e SE e la seconda direzione tra W e WNW.
Fig. 2 - Le zone di piovosità della provincia di Verona.
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La temperatura media annua varia dai circa 9°C, registrati nella
stazione di San Bortolo, ai circa 14°C misurati a Salizzole. In generale il
minor gradiente termico orizzontale viene misurato in pianura dove prevale
un notevole grado di continentalità con inverni rigidi ed estati calde e afose
con circolazione debole dei venti. La fascia relativamente più calda (Fig. 3) si
estende lungo una direttrice da Nord- Ovest a Sud-Est, dove si inserisce
anche il territorio di San Martino, che partendo dal lago di Garda, dove
risultano evidenziati gli effetti mitigatori del lago stesso, arriva fino ad un
nucleo più caldo collocato nella Bassa Veronese.
Fig. 3 - Andamenti delle temperature medie in provincia di Verona.
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2.3
ARIA
La qualità dell’aria è uno dei principali temi di interesse per le ricadute
sulla salute umana che comporta. Sebbene si tratti di una problematica di
ordine
sovracomunale
e
sovraregionale,
tuttavia
risulta
importante
caratterizzare la situazione di qualità dell’aria dell’ambito territoriale di cui il
comune di San Martino fa parte e valutare le principali fonti di emissione
locali, per una pianificazione che contribuisca anche localmente ad una
riduzione delle emissioni.
2.2.1
QUALITÀ DELL’ARIA
ARPAV, sulla base dei dati rilevati dalla rete di monitoraggio,
ha
elaborato un proposta di classificazione dei comuni della provincia sulla
base della densità emissiva ed una individuazione dei comuni di fascia A,
ovvero le aree critiche per la produzione di inquinamento atmosferico nelle
quali applicare piani d’azione ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs.351/99. In
particolare sono stati distinti comuni di fascia A1 agglomerato, A1 provincia
e A2 provincia sulla base delle seguenti soglie emissive:
< 7 t/a km2 (comuni A2 a bassa densità emissiva)
> 7 t/a km2 e < 20 t/a km2 (comuni A1 a media densità
emissiva-provincia)
> 20 t/a km2 (comuni A1 ad alta densità emissivaagglomerato)
Come
A1
vengono
classificati
i
comuni
che
sono
causa
di
inquinamento della qualità dell’aria per se stessi e per i comuni limitrofi,
come A2 quelli che non sono direttamente causa della propria situazione
della qualità dell’aria.
La zonizzazione proposta da ARPAV è stata approvata dal Tavolo
Tecnico Zonale della Provincia di Verona (TTZ) e dal Comitato di Indirizzo e
Sorveglianza (CIS).
La scala di colore riportata in figura è stata determinata sulla base della
percentuale di superamento del limite annuo per le poveri sottili pari a 40
•g/m3
11
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non inquinato: concentrazione media annua stimata <
limite annuo
inquinamento
medio:
superamento
del
limite
annuo
compreso fra 0 - 20%
inquinamento elevato: superamento del limite annuo
compreso fra 20% - 50%
inquinamento elevato: superamento del limite annuo
superiore al 50%
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Fig. 4 - Collocazione del comune di San Martino (nel riquadro blu) nella
zonizzazione provinciale dei livelli di inquinamento atmosferico.
Il comune di San Martino, contermine alla città di Verona ed
attraversato da cruciali vie di comunicazione stradali, rientra tra le aree di
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fascia “A1 agglomerato”, ad alta densità emissiva e causa di inquinamento
della qualità dell’aria per se stessi e per i comuni limitrofi (Fig. 4).
La qualità dell’aria a San Martino è controllata da ARPAV mediante una
centralina fissa posta in Via Serena, in prossimità del casello autostradale di
Verona Est (Tab. 1). Sono attualmente rilevati i seguenti parametri: SO2,
NOx,NO2, NO, CO, HCl, BENZENE.
Tab. 1 – Variazioni annuali della qualità dell’aria a San Martino (dati ARPAV)
In merito a tali contaminanti, si può osservare che San Martino
presenta una situazione critica per l’NO2, a conferma degli impatti derivanti
dal traffico veicolare che interessa il territorio comunale (Fig. 5 e Tab. 2).
CONCENTRAZIONE MEDIA ANNUA NO2
70
63
65
60
57
55
58
µg/mc
55
50
46
54
45
Limite per la protezione della
salute umana (DM 02/04/02)
40
35
30
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Fig. 5 – Andamento NO2
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---------------------------------------------------------------------Tab. 2 – Valori di alcuni inquinanti misurati nel 2005 da ARPAV
CONCENTRAZIONI MEDIE NELL’ANNO 2005 IN PROVINCIA DI VERONA
POSTAZIONE
SO2
NO2
CO
(*)O3
•g/m3
•g/m3
mg/m3
•g/m3
Bovolone
3
48
0,6
Legnago
2
33
0,5
70
S. Bonifacio
3
44
0,5
72
S. Martino B. A.
2
58
0,5
Villafranca
3
59
0,6
S. Giovanni L.
3
40
0,5
20
50
10
VALORE LIMITE
Per quanto concerne le polveri sottili non si hanno dati misurati
direttamente.
2.2.2
EMISSIONI
Al fine di programmare anche a livello locale efficaci strumenti di
riduzione e contenimento delle emissioni è importante distinguere il
contributo delle diverse attività antropiche all’inquinamento atmosferico.
Nell’analisi condotta da ARPAV si mostra la distribuzione delle emissioni di
PM10 primario secondo le seguenti classi di sorgenti:
traffico;
domestico, comprendente anche il settore terziario e
l’agricoltura (escluso il movimento mezzi);
industria;
altro,
comprendente
le
emissioni
dovute
al
traffico
ferroviario, aereo, ai mezzi agricoli ed industriali, ai mezzi
di navigazione, al trattamento rifiuti, all’allevamento, alla
fertilizzazione, all’uso di pesticidi, al rogo di sterpaie e
tutte le attività non antropiche quali l’attività fitologica di
piante, arbusti ed erba, fulmini, emissioni spontanee di
gas, ecc..
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Le emissioni primarie di ossidi di azoto (NOx) e PM10 dovute alle attività
industriali sono state valutate nel 2000 secondo il rapporto fra l’emissione
media annua per Km2 del singolo comune e l’emissione media annua
provinciale per km2 (pari a 3.9 t/a per km2 per il PM10 e 0.3 t/a per km2 per
gli NOx). Secondo tale parametro, il comune di San Martino risultava al di
sopra della media provinciale per entrambi i contaminanti. (Fig. 6).
Fig. 6 - Distribuzione delle emissioni dovute alle attività industriali nella provincia di
Verona e nel comune di San Martino (riquadro giallo).
Il traffico stradale rappresenta per San Martino una forte criticità per la
presenza di nodi viari e l’attraversamento di strade a valenza sovracomunale
e nazionale con rilevanti flussi di traffico (Fig. 7).
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Fig. 7 -
Distribuzione delle intensità di traffico giornaliero espresse in veicoli
equivalenti al giorno lungo le principali strade della provincia di Verona.
Tale condizione porta il comune di san Martino a caratterizzarsi con
elevati livelli emissivi da traffico sia per gli NOx che il PM10 (Fig. 8).
Fig. 8 - Distribuzione delle emissioni dovute al traffico nella provincia di Verona e
nel comune di San Martino (riquadro giallo).
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2.4
ACQUA
2.4.1
ACQUE SUPERFICIALI
Il territorio di San Martino Buon Albergo è caratterizzato da un
complesso sistema dI acque superficiali, costituito da corsi d’acqua, dal
sistema di rogge e canali e dall’importante, e vulnerabile, sistema delle
risorgive di terrazzo (Fig. 9).
Fig. 9 – Corte La Mariona, il mulino. (Foto A. Scolari, 2004)
L’area di pianura è percorsa oltre che dal corso dell’Adige, del Fibbio,
dell’Antanello, della Rosella e del canale SAVA, da un fitto reticolo
idrografico legato principalmente alle risorgive.
L’area collinare invece è segnata da vallecole con evidenti tracce di
erosione incanalata ma con portata d’acqua temporanea o assente. Si tratta
di un elemento in relazione, da una parte con la diffusa presenza di rocce
carsificabili, che causano l’infiltrazione delle acque meteoriche e, dall’altra,
con l’evoluzione geologica della Val Marcellise.
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Tutti questi elementi sono stati oggetto di uno studio specifico1
condotto nell’anno 2000, il cui esito ha consentito di tracciare un quadro
descrittivo utile anche ad una valutazione qualitativa dello stato di qualità
dei corpi d’acqua (Fig. 10).
Andamento dei principali parametri di qualità delle acque
7
6
5
Fiume Adige Bosco
Buri - Verona
4
Fiume Adige Ponte
Perez - Zevio
3
2
Torrente Fibbio Giare
Erizzo - Caldiero
1
0
Azoto Ammoniacale
(N_NH4) mg/l
Azoto Nitrico
(N) mg/l
Fosforo
totale (P)
BOD5 a
20 C mg/l
C.O.D. mg/l
Fig. 10 – Qualità delle acque superficiali
Da tali analisi, e da successivi rilievi, sono emersi i seguenti risultati.
Fiume Adige
Il corso d’acqua si caratterizza per uno stato ecologico di complessiva
cattiva qualità.
Ciò è testimoniato dai bassi valori dell’IBE registrati nella stazione più
prossima a monte del tratto di competenza comunale, ed ubicata a valle del
nucleo insediativo del comune di Verona (classe V-IV, fiume da molto a
fortemente inquinato). Lo stato ambientale, dato da alcuni parametri
significativi. Di seguito si riportano i dati più recenti riferibili alle stazioni di
Bosco Buri (a monte del tratto comunale di San Martino) e Ponte Perez, in
comune di Zevio, a valle.
1
Modena P., Zangheri P., 2000. Analisi naturalistico ambientale relativa al territorio
comunale, nell’ambito delle analisi e valutazioni propedeutiche alla redazione della
Variante Generale al Piano Regolatore. Comune di San Martino Buon Albergo,
Provincia di Verona
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Tab. 3 – Stato ambientale del Fiume Adige
CLASSE
Stazione
MACRO-
IBE
DESCR.
Adige Bosco
Buri
Adige Ponte
Perez
2
3/4
CLASSE
IBE
V-IV
2
STATO
STATO
ECOLOGICO
AMBIENTALE
2005
2005
5
PESSIMO
2
Lo stato di qualità ambientale è dato da un insieme di parametri
chimici, microbiologici e biologici. Per l’Adige tale stato è definito pessimo a
Bosco Buri (ordine di classificazione: elevato; buono; sufficiente; scadente;
pessimo). I parametri che penalizzano maggiormente la qualità idrica
risultano essere quelli microbiologici. In particolare i valori elevati di
Escherichia coli testimoniano la presenza di contaminazione fecale. ARPAV
(2004) (Fig. 11 e 12) riferisce di una situazione complessiva del fiume nel
territorio provinciale in cui si rileva un netto peggioramento della qualità
nelle stazione a valle della città di Verona.
Andamento del parametro Escherichia coli
7000
6000
5000
Fiume Adige
Bosco Buri Verona
4000
3000
Fiume Adige
Ponte Perez Zevio
2000
Torrente Fibbio
Giare Erizzo Caldiero
1000
0
Escherichia coli ufc/100 ml
Fig. 11 – Variazioni concentrazione di E. coli
20
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ESCHERICHIA COLI
8000
ADIGE Bosco Buri
ADIGE Ponte Perez
7000
FIBBIO Giare Erizzo
UFC/100 ml
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
2000
2001
2002
2003
2004
2005
Fig. 12 – Variazioni E. coli nelle stazioni in Adige e nel Fibbio
Il quadro qualitativo, quindi restituisce una situazione di generale
criticità, legata sostanzialmente a fonti esterne al territorio comunale.
Tab. 4 – Stato ambientale del Fiume Fibbio
Stazione
Fibbio Giare Erizzo
CLASSE
MACRO-DESCR.
2
IBE
7/8
CLASSE
IBE
III-II
STATO
STATO
ECOLOGICO
AMBIENTALE
2005
2005
3
SUFFICIENTE
Antanello
Il Fiume Antanello ha origine da una risorgiva in Comune di Verona
(loc. “i Molini” a San Michele Extra) e dopo circa 12 km si immette nel canale
ex SAVA a valle dello sbarramento idroelettrico di Zevio. Esso riceve il
contributo della Fossa Rosella, a sua volta alimentata dalle acque sorgive
della zona di Montorio veronese. L’origine motiva le caratteristiche
idrologiche del corso d’acqua, caratterizzato da una relativa costanza di
portata. Il percorso fluviale si sviluppa interamente in ambito planiziale
agricolo.
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L’Antanello è monitorato dal punto di vista chimico e biologico da
ARPAV.
Per quanto concerne la qualità biologica si hanno i seguenti dati:
Tab. 5 – Stato ambientale del Fiume Antanello
IBE
Stazione
CLASSE IBE
2003-2006
Antanello Zevio
7/8
III-II
Da un ambiente con sintomi di inquinamento, si è andati verso una
situazione di moderata alterazione.
Sono state effettuate inoltre campagne occasionali di rilievo qualitativo
mediante applicazione dell’Indice di Funzionalità Fluviale
(Modena e
Tarocco, 2000; ARPAV, 2004). Pur riferendosi tali indagini a stazioni diverse,
si conferma il quadro di uno stato qualitativo variabile dal buono al
sufficiente.
Il fiume è penalizzato soprattutto dalla scarsa dotazione vegetazionale
delle sue rive, quasi ovunque a limitatissima distanza dalle colture, con
negativi effetti sulla qualità ecosistemica e chimico-biologica delle acque.
Le risorgive
Le risorgive si trovano lungo una ristretta fascia ("fascia dei fontanili")
in tutta la Pianura Padana; si tratta per lo più di escavazioni artificiali, create
secoli or sono, che captano e convogliano le acque emergenti naturalmente
dal terreno.
Da esse si originano vari corsi d'acqua come il Sile, il Bacchiglione, il
Tergola, il Tartaro, il Menago e, in territorio di San Martino, l’Antanello.
Le risorgive presenti nel territorio comunale sono definite “risorgive di
terrazzo” e derivano dall’intersezione della superficie freatica con il terrazzo
fluviale che borda l’antico conoide dell’Adige.
Le risorgive, analogamente ad una “presa” di una sorgente, funzionano
come “troppo pieno” del sistema idrogeologico che le alimenta.
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La conservazione degli ecosistemi legati alle risorgive dipende quindi
dal mantenimento dell’equilibrio del sistema idrogeologico posto a monte.
Negli ultimi anni, per l'aumentato emungimento dalle falde idriche e
per i numerosi interventi sul territorio in varie aree della Pianura Padana, si è
avuta in molti casi una completa estinzione delle risorgive o una
diminuzione delle portate, e spesso l'inquinamento delle loro acque.
Sarebbe quindi necessario che la portata e l’assetto qualitativo delle
risorgive fosse oggetto di misure periodiche e sistematiche al fine di avere
costantemente sotto controllo la “salute” del sistema idrogeologico stesso
per poter intraprendere, se necessario, adeguate azioni correttive.
Le acque di risorgiva presentano originariamente caratteristiche di
acque limpide di buona qualità, temperatura media di 12-13 °C costante nel
tempo
e portata
anch’essa
pressoché costante nel
tempo. Queste
caratteristiche derivano dal lungo percorso sotterraneo delle acque, e sono
pure il motivo per cui le aree di risorgiva hanno rappresentato, nel passato,
aree di primo insediamento nella Pianura Padana.
Tutte queste caratteristiche favoriscono il formarsi di piccoli ambienti
acquatici di alto pregio, con comunità vegetali ed animali abbondanti e ben
diversificate. Nonostante le dimensioni assai ridotte le risorgive spesso
presentano caratteri vegetazionali e faunistici di notevole interesse
naturalistico e scientifico che ne giustificano una attenta salvaguardia;
questo senza contare le preziose informazioni sulla qualità delle acque di
falda che una azione di monitoraggio (biologico oltre che chimico) potrebbe
fornire.
La notevole bellezza di questi piccoli geotopi-biotopi diventa, in
aggiunta
all'importanza
scientifica,
un
elemento
decisivo
in
sede
pianificatoria, soprattutto se si considera la generale povertà paesaggistica
dei territori di pianura.
Pertanto, la salvaguardia, che dovrebbe basarsi su uno specifico
progetto di valorizzazione, è quanto mai auspicabile visto che tali ambienti
sono ormai quasi scomparsi, o tanto degradati da pressioni antropiche
dirette ed indirette da rendere difficile un loro possibile utilizzo in una
pianificazione di tutela naturalistica. Esistono nel Veneto varie iniziative
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volte a salvaguardare le risorgive (ad. es. Palude di Onara2, sorgenti del
Tergola, sorgenti del Bacchiglione3...).
Il sistema delle risorgive di San Martino è di grande interesse
naturalistico-ambientale. Infatti si tratta di risorgenze particolari, di
terrazzo fluviale, originate alla base del grande terrazzo dell’Adige (Fig. 13).
Esse sono in continuità con l’analogo sistema ubicato in Comune di Verona.
Fig. 13 – Le risorgive di San Martino (da Modena, Tarocco e Zangheri, 2000)
Nel
corso
di
un’indagine
commissionata
dall’Amministrazione
provinciale di Verona (Modena, Tarocco e Zangheri, 2000) su tutte le
risorgive del territorio provinciale, queste di San Martino sono state
classificate, mediante l’applicazione di un indice ambientale specifico
(Benfatti, Modena, Tarocco, Zangheri, 2002) Indice di Funzionalità della
Risorgiva nel modo seguente (Tab. 3).
2
Sulla Palude di Onara, sito la cui tutela è stata promossa anche dalla UE, la
Provincia di Padova ha fatto elevati investimenti.
3
Sulle sorgenti del Bacchiglione, ubicate nei pressi dei pozzi dell’acquedotto
AMAG esiste un’area su cui esistono particolari condizioni di tutela e
valorizzazione (è possibile effettuare anche visite guidate con scuole).
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Tab. 6 - Giudizio qualitativo delle risorgive del territorio comunale
Misure per il controllo e la qualità delle acque
Nell’ambito
del
"Piano
globale
di
interventi
di
ripristino
e
riqualificazione ambientale delle aree estrattive del Comune di San Martino
Buon Albergo" si erano selezionati alcuni punti di prelievo che potevano
servire per un monitoraggio quali-quantitativo delle acque sotterranee del
Comune. Va ricordato che l’area di San Martino Buon Albergo ricade quasi
completamente al di fuori di preesistenti reti di monitoraggio.
i pozzi selezionati, nel dicembre 1999, si è eseguita con il solo uso di
strumentazioni di campagna - anche allo scopo di verifica dei punti prescelti
nei due anni precedenti - una campagna di misura dei seguenti parametri:
Livello
Temperatura
Conducibilità elettrica
Ferro
Ammoniaca
Nitrati
L’analisi effettuata ha evidenziato che il comune di San Martino ricade
in una zona dove le risorse idriche sotterranee e superficiali sono
caratterizzate da buoni requisiti di qualità e quantità.
Le
falde
presenti
possono
soddisfare
le
necessità
di
approvvigionamenti locali sia di tipo industriale, sia agricolo, sia potabile,
tuttavia le risorse idriche presentano elevati gradi vulnerabilità nei confronti
dell’inquinamento.
E’ necessario pertanto attuare interventi relativi alla regolamentazione
degli scarichi nel suolo e ai monitoraggi.
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2.4.2
ACQUE SOTTERRANEE
Per quanto concerne i caratteri e la profondità della falda freatica,
procedendo da Nord a Sud si può osservare che:
l’alta Val Marcellise presenta profondità di falda comprese
tra 8 e 16 metri; va osservato però che i punti di misura
sono tutti vicini ai versanti e possono quindi interessare
acquiferi in roccia e detriti di falda. Nella zona vicina
all’asse della valle è possibile che la falda presenti
profondità maggiori o sia assente;
la bassa Val Marcellise viene indicata con falda a profondità
maggiore di 16 metri. Un pozzo perforato fino ad oltre
cento metri verso il centro della valle è risultato asciutto. Va
però
osservato
che
i
materiali
fini
(argille
e
limi)
caratterizzanti tale area contengono sorgenti di origine non
precisata e falde sospese. Ad esempio in un sondaggio
(Zangheri, 2007) si è riscontrata una falda a 95 cm di
profondità che dopo mezz’ora si è stabilizzata a 70 cm dal
p.c.; inoltre persone residenti in quest’area da lungo
periodo affermano che l’area un tempo aveva una maggiore
quantità di acqua nel sottosuolo. Questo dato farebbe
pensare ad un collegamento tra i sedimenti fini qui
localizzati ed altri complessi acquiferi4;
spostandosi
dalla
Val
Marcellise
all’area
di
pianura
sottostante fino all’orlo del terrazzo tra l’antico conoide
dell’Adige e l’attuale piano di divagazione dell’Adige si
trova una vasta zona ove la falda si localizza ad una
profondità compresa tra 4 e 8 metri. Alcune aree limitate,
hanno falda a profondità maggiore di 8 metri (a nord della
Corte Bonettone) mentre varie aree che sono state soggette
ad escavazione hanno la falda a profondità inferiore ai 4
metri;
4
La questione potrebbe essere probabilmente risolta con il monitoraggio, per
un paio di anni, di alcuni parametri chimico-fisico-idroeologici delle sorgenti della
Val Marcellise.
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il terrazzo che separa l’antico conoide dell’Adige dal piano
di divagazione dell’Adige, fa affiorare la falda freatica nelle
risorgive.
la presenza del terrazzo quindi porta ad un improvvisa
variazione della soggiacenza della falda che in una fascia
subito a valle è subaffiorante;
spostandosi ulteriormente a Sud la falda gradualmente
torna
ad
avere
soggiacenza
maggiore,
superando
nuovamente i 4 metri di profondità dal piano campagna ai
margini meridionali del comune.
La Tavola idrogeologica riporta anche l’ubicazione dei pozzi ad uso
acquedottistico.
Si hanno tre pozzi ubicati nell’area industriale e un pozzo in località
Ferrazze (in territorio comunale di Verona). Vengono inoltre indicati i pozzi
AGSM posti in comune di Verona non lontano dai confini comunali.
Vengono altresì delineate, come previsto dalla normativa, le fasce di
rispetto di tali pozzi.
Si ricorda che la normativa vigente (recentemente rivista dall’art. 21 del
D.L. 152/99) prevede che in assenza dell’individuazione delle singole zone
di rispetto, la medesima ha un’estensione di 200 metri di raggio dal punto
di captazione o di derivazione. Lo stesso D.L. 152/99 prevede che l’Ente
competente alla delimitazione delle fasce di rispetto sia la Regione (su
proposta dell’Autorità d’ambito).
Relativamente alla situazione dei punti di prelievo acquedottistico del
comune, anche allo scopo di prevenire emergenze idriche, va sottolineato
che l’attuale delimitazione della fascia di rispetto non risponde al “criterio
idrogeologico” e non è adatta a fornire adeguata protezione ai punti di
prelievo e per di più penalizza inutilmente alcune aree prive di connessione
idrogeologica con i punti di prelievo stesso.
E’ pertanto necessario, come intervento a breve periodo, delimitare la
fascia di rispetto su criteri idrogeologici; la gestione di tale fascia dovrà però
tenere conto delle numerose attività preesistenti
L’attuale posizione dei pozzi e, in parte, le caratteristiche costruttive in
rapporto al modello idrogeologico, non sono adeguate a garantire un
adeguato livello di sicurezza alle opere di presa.
Occorre,
quindi,
come
intervento
nel
medio
periodo
rivedere
interamente il sistema di approvvigionamento idrico del comune, sulla base
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di una individuazione delle condizioni idrogeologiche ottimali di ubicazione,
diversificazione e realizzazione dei punti di presa
Va inoltre segnalato che non è attiva una rete di monitoraggio qualiquantitativa e/o di allarme relativa al campo pozzi acquedottistici di San
Martino.
Esistono inoltre alcuni altri elementi di criticità, quali:
esistono molti pozzi per acqua; ma quelli di cui si hanno in
modo preciso le caratteristiche (stratigrafie, ubicazione
filtri....) sono concentrati solamente su alcune aree. In
particolare,
nella
parte
sud
del
comune,
peraltro
parzialmente non servita da acquedotto, i dati disponibili
sono limitati;
nel comune di San Martino Buon Albergo, come in quasi
tutta la Pianura Veneta i valori dei parametri idrogeologici
(permeabilità, porosità, parametri idrodispersivi, velocità
efficace...), elemento base di qualsiasi modellazione della
falda,
non
sono
noti
neppure
sui
pozzi
ad
uso
acquedottistico!
a tutt’oggi non si dispone di un bilancio idrogeologico degli
acquiferi del Veronese;
i dati preesistenti per quanto riguarda la piezometria delle
falde freatiche e confinate, sono limitati;
la qualità delle acque di falda è scarsamente nota, anche se
esistono
numerose
analisi
chimiche
che
però
sono
disuniformi nel metodo, nei tempi di realizzazione e nei
criteri di campionamento; dati raccolti con continuità
esistono solo sui pozzi ad uso acquedottistico.
2.4.3
ACQUE DESTINATE ALL’USO UMANO
I dati qualitativi relativi alle acque ad uso umano non sono ancora
pervenuti al momento della chiusura del presente documento.
In merito ai consumi idrici, il dato più recente e verosimile si riferisce
all’anno 2005 quando è stato calcolato un consumo medio pro capite annuo
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di circa 100 l. Tuttavia tale dato, ricavato sulla base dell'acqua erogata (=
fatturata), pari a 1.344.800 mc., comprende anche le forniture alle aziende,
il cui fabbisogno è evidentemente notevole.
Considerando che tale consumo è comunque basso rispetto ai valori di
riferimento5, e tenendo conto del dato “misto”, si può concludere che la
popolazione locale è sostanzialmente “virtuosa” per tale aspetto.
Vi è comunque da rilevare la presenza di numerosi pozzi di
attingimento privati, i cui dati di prelievo non sono al momento disponibili.
2.4.4
4
2.4.
FOGNATURE
E
ACQUEDOTTI E FOGNATUR
Il sistema di collettamento e depurazione comunale si avvale di una
rete fognaria atta a servire circa il 90 % della popolazione e di un depuratore
autorizzato per 14600 abitanti equivalenti, oggetto di attuali lavori di
ampliamento per il raggiungimento di una capacità di depurazione pari a
20000 ab eq..
2.5
SUOLO E SOTTOSUOLO
Nell’ambito della redazione del Documento preliminare per il progetto
di PAT è stata avviata l’indagine geologica ed idrogeologica (dott. geol.
Pietro Zangheri).
La relazione geologica di progetto individua per l’intero territorio
comunale la compatibilità geologica, con riferimento ai contenuti richiesti
dalla carta della fragilità (Tavola n. 2 del PAT).
Come recepito dalle indicazioni della Regione Veneto, è stata effettuata
una suddivisione del territorio in tre classi di compatibilità geologica per le
trasformazioni:
5
Area idonea
si pensi che i consumi abitante/giorno per il Comune di Verona al 2005 sono 203;
per quello di Udine allo stesso anno sono 274
29
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Area idonea a condizione
Area non idonea
Nella definizione della compatibilità si è tenuto conto degli elementi di
rischio geologico e delle differenti penalità geologiche messe in evidenza
dalle
cartografie
geologiche
di
analisi
(carta
geomorfologica,
carta
geolitologica, carta idrogeologica). Si sono inoltre considerate le necessità di
salvaguardia del patrimonio geologico ed idrogeologico (risorgive, qualità
delle acque sotterranee, geositi, geomorfologia del territorio…).
Alla valutazione delle condizioni di compatibilità è strettamente
correlata la definizione anche normativa (vedi NTA del progetto di PAT) delle
condizioni di idoneità.
La carta geomorfologica rappresenta l’assetto territoriale risultante da
processi geomorfologici sia naturali sia antropici.
Data la varietà di ambienti geologici presenti nel territorio comunale e
la notevole presenza di impatto antropico, le morfologie sono estremamente
diversificate ed in rapida evoluzione, per effetto principalmente dell’azione
dell’uomo.
Si ritrovano in particolare forme legate alla dinamica di versante, alla
dinamica fluviale, ai processi carsici e ai processi antropici.
Relativamente agli ambienti geomorfologici è possibile distinguere nel
territorio cinque aree nettamente distinte
1)
la fascia collinare dove si hanno forme carsiche, forme fluviali e
forme legate alla dinamica di versante. Da notare che i versanti
della Val Marcellise, salvo limitati tratti (Bosco della Fratta, altre
aree
boscate)
sono
caratterizzati
da
terrazzamenti
agrari,
generalmente in buono stato di conservazione. Si tratta di forme,
diffusissime in tutta la collina veronese, nate per aumentare le
superfici utilizzabili dall’agricoltura. Esse rivestono un importante
ruolo anche per la difesa del suolo e quindi ne va promossa la
conservazione;
2)
la Val Marcellise che rappresenta un esempio di paleovalle, di
profondità anche di oltre 100 metri, colmata da sedimenti fini.
Questo accumulo è legato allo sbarramento della valle, nell’epoca
post-glaciale, da parte del conoide dell’Adige. Da un punto di vista
geomorfologico il risultato di questa evoluzione è la presenza di
un’ampia area depressa nella parte terminale della Valle (subito a
Nord dell’abitato di San Martino e di Casette Marcellise). Tale area è
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caratterizzata da litotipi a bassa permeabilità e quindi con
potenziale tendenza al ristagno
3)
il paleoalveo del Fibbio
4)
il conoide dell’Adige fluvioglaciale,
fluvioglaciale contraddistinto da forme di
6
fluvioglaciali e di origine antropica. E’ l’area dove si sono
concentrati
gli
insediamenti
residenziali
e
produttivi,
le
infrastrutture e l’attività estrattiva. In quest’area gli elementi
morfologici principali sono rappresentati da forme antropiche:
rilevati stradali e ferroviari e cave
5)
il piano di divagazione dell’Adige,
dell’Adige contraddistinto da forme di
origine fluviale. E’ l’area, posta a sud del terrazzo, in cui l’Adige ha
divagato ed eroso i suoi preesistenti depositi fluvioglaciali.
Molto netto è il passaggio da un ambiente geomorfologico ad un altro.
Tali passaggi sono individuabili anche da parte di un osservatore non
esperto in quanto coincidono con nette variazioni del paesaggio.
Dall’ambiente geomorfologico della collina si passa a quello della
pianura con un limite segnato solo da modesti depositi colluviali-eluviali ed
assenza di forme di accumulo quali conoidi.
Segnato da terrazzi di limitata altezza (1-2 m), oggi difficilmente
determinabili per effetto dell’antropizzazione, risulta il passaggio tra la Val
Marcellise ed il conoide dell’Adige fluvioglaciale (all’altezza dell’abitato di
San Martino Buon Albergo).
All’interno del conoide dell’Adige si distingue una limitata fascia legata
all’azione del Fibbio.
Infine il terrazzo fluviale, alto 8 metri circa, segna nettamente il
passaggio tra il conoide dell’Adige ed il piano di divagazione di
quest’ultimo. Alla base del terrazzo si ha l’affioramento della falda in
copiose risorgive.
Altri elementi che hanno segnato profondamente il paesaggio sono
rappresentati dalle cave, presenti numerose nell’area di pianura.
La Carta geolitologica riporta:
le
ubicazioni
delle
stratigrafie
e
delle
altre
prove
geognostiche
6
Il termine risulta piuttosto improprio ma essendo utilizzato in precedenti
lavori sul comune di San Martino è stato mantenuto.
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la litologia.
Le formazioni geologiche, come previsto dal DGR 615/96, sono state
raggruppate in funzione della litologia, dello stato di aggregazione, del
grado di alterazione e del conseguente comportamento meccanico che le
singole unità assumono nei confronti degli interventi insediativi e
infrastrutturali che il nuovo strumento urbanistico introduce.
I vari litotipi individuati sono stati inoltre riclassificati sulla base delle
classi di permeabilità previste dalla normativa
Sulla base della correlazione tra classe litologica e classe di
permeabilità si è realizzata una carta derivata (“carta della permeabilità dei
suoli non urbanizzati”) .
Si rileva la notevole variabilità della permeabilità dei suoli presenti nel
territorio comunale.
Tale condizione si accompagna a situazioni di notevole vulnerabilità
all’inquinamento per le acque sotterranee, come si evince dalla figura
seguente.
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Fig. 14– Carta della vulnerabilità (Zangheri, 2007)
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I dati idrogeologici sono sintetizzati dalla Carta idrogeologica che
riporta:
l’idrografia di superficie
l’area interessata dalle risorgive
le aree esondate o potenzialmente esondabili o a sgrondo
difficoltoso
le opere di difesa (arginature)
i punti d’acqua misurati o di cui si avevano dati preesistenti
la profondità della falda freatica dal piano campagna
(soggiacenza) in piena normale
altri elementi in rapporto con le acque superficiali e
sotterranee.
Fig.15 – Estratti della Carta idrogeologica
I dati esistenti sono stati confrontati in particolare con la Carta
geomorfologica.
geomorfologici
Infatti
vi
(depressioni,
è
una
netta
terrazzi
correlazione
fluviali,
rilevati,
tra
elementi
arginature…),
dinamica geomorfologica ed aree inondabili.
E’ stato effettuato anche il confronto con i dati riportati nella carta
geolitologica, per quanto riguarda la permeabilità dei terreni.
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Le aree a maggiore probabilità di allagamento coincidono con le
principali depressioni morfologiche:
la leggera depressione in cui scorre il Fibbio
la depressione posta allo sbocco della Val Marcellise
alcune depressioni nella parte sud del comune dove alcuni
elementi antropici accentuano il carattere di interclusione di
alcune aree già naturalmente depresse
depressioni artificiali create dall’attività di cava.
Va notato che la situazione di rischio è spesso aumentata dalla
coincidenza di tali aree con terreni a bassa permeabilità, condizione che
ostacola ulteriormente il drenaggio delle acque.
In generale, in queste aree sono sconsigliati interventi di nuova
urbanizzazione, e/o che diminuiscano la permeabilità dei suoli.
2.5.1
1
2.5.
CAVE ATTIVE E DISMESS
DISMESSE
E
In riferimento al territorio comunale sono state schedate, nel “Piano
globale di interventi di ripristino e riqualificazione ambientale delle aree
estrattive”, (Modena e Zangheri, 1997), 19 cave tutte localizzate sull’unità
geomorfologica del conoide dell’Adige, dove sono presenti altre vecchie e
piccole cave, riportate, in genere, a piano campagna. Si tratta per lo più di
cave coltivate prima dell’entrata in vigore della Legge Regionale 36/75, la
prima legge che nel Veneto ha regolamentato il settore.
Per ciascuna cava il lavoro citato riporta in schede i dati amministrativi
ed ambientali.
Nel grafico seguente è riportato lo stato aggiornato delle 19 cave
considerate.
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Situazione delle cave
Non attive
11%
Attive
0%
Estinte
21%
Abbandonate
57%
Dismesse
11%
Fig. 16 - Situazione autorizzativa delle cave (da Zangheri, 2007)
Nel complesso l’area escavata al 1987, come risulta dai rilievi effettuati
dal Geom. Masè per il comune di San Martino, è di 98.67.05 ha.
Successivamente
a
tale
data,
l’area
ulteriormente
oggetto
di
escavazione è stata stimata in altri 10.00.00 ha.
Il volume risulta pari a circa 10.000.000 di metri cubi che, a titolo
rappresentativo, corrispondono ad un’unica cava di area pari a 50 ettari e
profonda 20 metri. Il valore è sicuramente approssimato ma, probabilmente,
vicino
a
quello
reale
in
quanto
deriva
dall’incrocio
di
numerose
informazioni.
Complessivamente si tratta di un volume non particolarmente ingente
a cui però corrispondono situazioni di degrado elevato.
Da un punto di vista normativo l’unico ampliamento7 di ancora
possibile autorizzazione è presso la cava Guainetta (ditta S.E.G.A.).
7
Si ricorda che a norma della L.R. 44/82 nel Comune di San Martino Buon
Albergo è vietata l’apertura di nuove cave (art. 44).
Si ricorda inoltre che San Martino Buon Albergo è compreso nel mai approvato Piano
Regionale per l’Attività di Cava (1984) nell’insieme estrattivo di ghiaia e sabbia di
completamento G2, insieme ai comuni di Zevio, San Giovanni Lupatoto, Buttapietra
e Verona (settore Sud).
36
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Da un punto di vista geologico-tecnico, l’area potenzialmente sede di
attività estrattiva corrisponde all’unità geomorfologica dell’ “Antico conoide
dell’Adige”. Infatti, al di fuori di quest’area non si trova “risorsa mineraria”.
E’ evidente come in tale ambito si siano concentrate tutte le attività ad
“alto consumo di territorio”: l’abitato di San Martino e alcune frazioni oramai
collegate al capoluogo, la zona industriale, l’autostrada ed il casello di
Verona Est, la ferrovia, la complanare, un ampio centro commerciale. Le aree
agricole, pur riuscendo a conservare vari elementi di pregio, sono ormai
molto limitate.
In pratica, nella zona dell’ “antico conoide dell’Adige” l’unica area
rimasta agricola, di una certa ampiezza, si localizza a Sud della autostrada
A4 e della complanare, tra l’ex cava Campalto, San Domenico e Ca’
dell’Aglio. Questo unico lembo ancora integro, presenta elementi di pregio
da conservare e valorizzare e non in grado di sopportare l’impatto di
ulteriore attività estrattiva.
Per quanto concerne gli interventi di ricomposizione ambientale, si può
rilevare che, in genere, essa è quella prevista dai progetti allegati alle
domande di coltivazione. Fa eccezione la cava n.6 (Pignate) dove sono stati
costruiti 6 capannoni avicoli, la cava n. 10 (case Nuove) non ricomposta ed
in stato di notevole degrado nonostante i termini di ricomposizione scaduti
da anni e la cava n. 16 (Corte Bollettone) trasformata in discarica 2A, non
più attiva.
Il grafico seguente mostra la distribuzione delle diverse destinazioni
d’uso delle cave ricomposte.
Destinazione d'uso
Area sportiva
6%
In ricomposizione
11%
Area in stato
d'abbondono
6%
Pesca sportiva
32%
Discarica attiva
6%
Agricola
22%
Industriale-zootecnico
17%
Fig. 17 - Destinazioni d’uso delle cave ricomposte.
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2.5.2
2
2.5.
DISCARICHE
L'unica discarica autorizzata presente nel territorio di S. Martino Buon
Albergo risulta quella della ditta Progeco Ambiente S.p.a. in loc. Cà Vecchia,
autorizzata con Determinazione n. 4723 del 25.08.2005 della Provincia di
Verona
Si tratta di ex cava di prestito per la costruzione dell’autostrada A4
(1957-58), utilizzata in seguito come discarica incontrollata di vari tipi di
rifiuti (anche tossico-nocivi), in totale vi dovrebbero essere stati stoccati
circa 50.000 m3 di rifiuti.
E’ attualmente in atto una discarica 2B per rifiuti speciali non tossico
nocivi, con contestuale bonifica dell’area interna all’ex cava, autorizzata con
DGRV n. 4177 del 25.11.97, con varianti approvate con DGRV n. 3561 del
16.10.99.
2.5.3
3
2.5.
IL RISC
RISCHIO
INDUSTRIALE
LE
HIO INDUSTRIA
L’unica industria a rischio di Incidente Rilevante ai sensi del DL 334/99
presente sul territorio comunale è la SOL per la produzione e/o deposito di
gas tecnici. La ditta, ubicata nella zona industriale del comune, si è dotata di
registrazione EMAS nel 2000.
2.6
AGENTI FISICI
Gli agenti fisici comprendono tutti quei fatturi di natura fisica in grado
di interferire con la qualità ambientale e conseguentemente con la salute ed
il benessere delle popolazioni.
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2.6.1
Le
RADIAZIONI NON IONIZZ
IONIZZANTI
ANTI
principali
fonti
di
inquinamento
elettromagnetico
sono
rappresentate dalle stazioni radiobase (SRB) destinate alla telefonia mobile
per i campi elettromagnetici ad alta frequenza e gli elettrodotti per i campi a
bassa frequenza ed alta tensione. Nonostante non vi sia ancora univocità di
risultati
sulla
correlazione
tra
l’inquinamento
elettromagnetico
(in
particolare prodotto alle alte frequenze) e l’alterazione dello stato di salute
della popolazione esposta, numerose ricerche riportano evidenze di
associazione tra i due fenomeni. In ogni caso, la progressiva intensificazione
e distribuzione degli impianti di telefonia mobile e di elettrodotti pone tale
problematica all’attenzione degli studi medici, epidemiologici ed ecologici
riguardanti i fattori potenzialmente condizionanti lo stato di salute umana e
degli ecosistemi (Ministero dell’Ambiente, 2001; IARC, 2001) (Fig. 18)
Fig. 18 - Distribuzione e numero delle SRB installate.
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Per quanto riguarda le stazioni radiobase, ARPAV basa il monitoraggio
delle emissioni elettromagnetiche su valutazioni preventive del campo
elettrico generato dagli impianti secondo le caratteristiche localizzative,
tipologiche e tecniche fornite dai gestori degli impianti stessi. Le valutazioni
vengono condotte considerando gli impianti sempre attivi alla loro massima
potenza e non tengono in considerazione gli effetti di smorzamento del
campo elettromagnetico dovuto alla presenza di edifici.
Secondo tale metodo si stima che la maggioranza della popolazione
della provincia (il 95%) è esposto a valori inferiori a 2 V/m, nonostante
l'elevata densità di impianti SRB per unità di superficie (Fig. 19).
elettrico in V/m
Fig. 19 - Esposizione della popolazione alle diverse classi di campo elettrico in V/m.
Nel 2006 ARPAV registrava in comune di San Martino una densità di 24 SRB attive ogni 10 km2, ad oggi dalla cartografia messa a disposizione da
ARPAV si possono riconoscere almeno 7 SRB.
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Fig. 20 – Distribuzione delle SRB attive.
Nel territorio comunale si evidenzia un intenso passaggio di linee
elettriche ad alta tensione, in particolare in corrispondenza delle principali
vie di comunicazione stradali e ferroviarie. Si rileva inoltre la presenza di
due impianti di media tensione (220 kV) e due di bassa tensione (132 kV)
che attraversano il comune con direzione Est-Ovest e di un’ulteriore linea a
bassa tensione nella zona collinare.
Fig. 21– Distribuzione delle linee elettriche ad alta tensione.
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2.6.2
RADIAZIONI IONIZZANTI
Nel territorio del comune di San Martino non si riconoscono fonti
naturali di particolare entità di radon radioattivo.
2.6.3
I
sistemi
RUMORE
di
trasporto
contribuiscono
considerevolmente
al
rumore
ambientale e spesso essi costituiscono la sorgente predominante di
inquinamento acustico. Nell’ambito delle tre modalità di trasporto (strada,
ferrovia, aerea) il traffico stradale è sicuramente la sorgente di rumore più
diffusa sul territorio.
E’ stata condotta da ARPAV un’analisi modellistica su base provinciale
della distribuzione della rete stradale in funzione delle emissioni sonore. La
criticità acustica è determinata dall’insieme di edifici esposti a potenziali e
prefissati livelli di emissione stradale. La criticità acustica alta è determinata
dalla presenza di strade che presentano livelli di emissione diurni superiori a
67 dBA o notturni superiori a 61 dBA. La criticità acustica bassa è legata alla
assenza di arterie stradali con valori di immissione diurni >65 dBA e
notturni > 61 dBA.
In provincia di Verona il 4% dei comuni presenta livelli di criticità alti
nel periodo diurno ed il 7% nel periodo notturno (Fig. 22).
Fig. 22- Esposizione al rumore da traffico veicolare della popolazione della provincia
di Verona.
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L’amministrazione comunale di San Martino ha provveduto alla
acquisizione del nuovo “Piano di Classificazione Acustica” del territorio
comunale.
Tale Piano distingue diverse aree omogenee:
Tab. 7 – Zonizzazione acustica comunale
CLASSE
(L. 447/95)
DESCRIZIONE DELL'AREA
VALORE DI
ATTENZIONE
LAeq (dB)
DIURNO
VALORE DI
ATTENZIONE
LAeq (dB)
NOTTURNO
Tenuta Musella
I
Zone per l'istruzione
60
45
65
50
70
55
75
60
80
65
80
75
Verde attrezzato
II
Centro storico
Residenziale
III
Riqualificazione tessuti produttivi
Zone varie
IV
Aree di riqualificazione urbana
Impianti tecnologici
Aree produttive
Zone produzione a direzione
commerciale di espansione
Aree artigianali industriali di
completamento
V
Aree artigianali industriali di
espansione
Aree di riqualificazione
Aree di riqualificazione tessuto
produttivo
Impianti industriali
Attività agro-industriali
VI
Aree grandi strutture di vendita
Le più recenti misurazioni condotte da ARPAV per mezzo di una
stazione posizionata in P.zza del Popolo (centro storico) dal 6 febbraio 2002
al 25 marzo 2002 mostrano un marcato superamento dei limiti di
attenzione diurni a causa dell’intenso traffico veicolare di attraversamento in
prossimità del punto di misurazione:
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Tab. 8 – Misurazioni rumore in centro storico
ATTIVITÀ
ATTIVITÀ
CLASSE
DENSITÀ DI
TIPO DI
PRODUTTIVE
COMMERCIALI
(L. 447/95) POPOLAZIONE
TRAFFICO
ED
E TERZIARIE
III
BASSA
2.6.4
LIMITATA
LUOGO
LAeq (dB)
MEDIO DIURNO
MEDIO
NOTTURNO
73
70
INDUSTRIALI
LIMITATA
INTENSO
LAeq (dB)
P.za del
Popolo
INQUINAMENTO LUMINOSO
Per quanto concerne l’inquinamento luminoso, il Comune di San
Martino Buon Albergo, come tutti i comuni della provincia di Verona, non ha
ancora adottato il Piano di illuminazione pubblica ai sensi della legge
regionale
n.
22
del
27/06/1997
–
Norme
per
la
prevenzione
dell’inquinamento luminoso. Ciò è anche dovuto alla mancanza delle linee
guida regionali previste dalla legge citata.
In ogni caso il Comune gestisce l’illuminazione pubblica rispettandone
i requisiti di legge.
2.7
BIODIVERSITÀ,
FLORA E FAUNA
Nel complesso, il territorio di San Martino comprende ampi spazi dotati
di buoni valori naturalistici. Si tratta in particolare delle dorsali collinari ove
sono insediate formazioni prative e boschive naturali e seminaturali. Tali
formazioni sono sovente incluse in agromosaici, in cui prevalgono le colture
tipiche collinari della vite e dell’ulivo. Quest’ultima coltura testimonia delle
caratteristiche particolarmente miti del clima (submediterraneo) del contesto
collinare veronese.
Risultano localmente più degradati gli ambiti di pianura, ove i caratteri
intensivi della maggior parte delle coltivazioni appaiono scarsamente
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mitigati da elementi di miglioramento e diversificazione ambientale, quali
nuclei boscati, siepi, filari (Fig. 23).
L’intero territorio è segnato in modo marcato dal nucleo insediativo e
produttivo centrale e dall’importante rete infrastrutturale. Tali ultimi aspetti
rappresentano indubbiamente i maggiori elementi di carico antropico per
l’ambito comunale.
Fig. 23 – Articolazione dei sistemi ambientali (da CAIRE, 2007)
Gli elementi di valore naturalistico corrispondono a specie vegetali ed
animali che per rarità o specifici caratteri di rappresentatività meritano
particolari azioni di tutela. La loro rilevanza non deriva unicamente da valori
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intrinseci, ma anche – e soprattutto – dal loro legame con siti o ambiti
particolari, di cui risulta di conseguenza utile la conservazione.
Nel territorio di San Martino sono state segnalate varie specie di flora e
fauna di particolare interesse naturalistico:
La concentrazione di elementi di valore naturalistico nella Tenuta
Musella è da attribuire indubbiamente alle azioni di tutela cui l’ambito è
sottoposto, ma probabilmente anche al fatto che si tratta di un sito
particolarmente studiato, molto più di altri in territorio comunale di analoga
potenziale rilevanza.
2.7.1
AREE PROTETTE
In comune di San Martino si colloca parte del SIC IT3210042 “Fiume
Adige tra Verona Est e Badia Polesine”.
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Fig. 24 – Localizzazione del SIC IT3210042 in relazione al comune di San Martino.
Tale sito è stato individuato per la presenza lungo il corso del fiume
degli habitat di interesse comunitario di seguito elencati:
3260 Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del
Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion;
92A0 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba;
6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie
igrofile;
3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea;
91E0* Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus
excelsior (Alno-Padion, Alnion incanae, Salicion albae).
Tali habitat risultano particolarmente importanti, quali zone di rifugio
e riproduzione per specie ornitiche di rilevante interesse naturalistico e
sottoposte a tutela ai sensi dell’All. I della Direttiva Europea “Uccelli” 79/409
CE:
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Si registra inoltre la potenziale presenza delle seguenti specie di uccelli
non elencate nell’All. I della Direttiva Europea “Uccelli” 79/409 CE e di pesci:
La Rete Ecologica
La particolare conformazione e geomorfologia del territorio comunale
e
la
ricchezza
permettono,
del
inoltre
sistema
di
idrografico
individuare
superficiale
numerosi
e
elementi
sotterraneo,
di
interesse
naturalistico e funzionali alla realizzazione di una rete ecologica locale
ecologicamente efficace.
48
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Fig. 25 – Estratto dalla rete ecologica provinciale per il PTCP.
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Sulla base della recente elaborazione dello schema direttore della rete
ecologica provinciale nell’ambito della formazione del PTCP (Modena P,
Tarocco S., Triberti P., Zanetti A. 2008), l’intera area collinare del comune
rientra nella fascia tampone (buffer zone) corrispondente all’ambito dei prati
aridi che attraversa l’intera provincia da Est ad Ovest e che vede in San
Martino la sede di alcune praterie particolarmente estese ed antiche (Fig.
26).
La zona corrispondente alla Tenuta Musella, la parte del Bosco della
Fratta di competenza comunale e gli ambiti a maggior densità di risorgive
lungo l’antico terrazzo alluvionale dell’Adige risultano, invece, isole ad alta
naturalità (stepping stones), ovvero aree in cui è segnalata la presenza di
specie animali e vegetali di particolare interesse naturalistico, ma inserite in
una matrice territoriale antropizzata ed ostile alla loro diffusione. Tali aree
rappresentano dei fondamentali punti di appoggio per lo sviluppo della rete
ecologica.
Il fitto sistema idrografico superficiale permette, infine, di individuare
numerosi corsi d’acqua con la funzione di corridoi biologici per il
collegamento in senso Nord-Sud ed Est-Ovest dei diversi elementi di rete: il
fiume Fibbio, il fiume Antanello, il fiume Adige.
2.7.2
AREE A TUTELA SPECIAL
SPECIALE
E
Nel territorio comunale di San Martino non si trovano aree a tutela
speciale
2.7.3
CACCIA
Il comune di San Martino rientra nell’Ambito Territoriale di Caccia n° 2,
con i comuni di Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Grezzana, Illasi,
Lavagno, Mezzane di Sotto, Montecchia di Crosara, Monteforte d’Alpone,
Roncà, S. Giovanni Ilarione, Soave, Tregnago, Vestenanova.
L’ATC 2 ha una Superficie Agricolo Silvo Pastorale pari a circa 31’300
ha ed il più alto numero di cacciatori iscritti di tutta la provincia. Tale
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condizione produce una densità netta di cacciatori di 1 ogni 8.1 ha, a fronte
di un rapporto teorico previsto di 1 ogni 9.8 ha.
Tab. 9 - Cacciatori attualmente iscritti negli ATC e relativi indici di densità rispetto
alla superficie S.A.S.P di cui al P.F.V.P. del 1994.
L’ATC 2 si trova ad insistere su zone a forte tasso di antropizzazione.
Nella città di Verona, così come nei centri pedecollinari (Soave, San
Martino Buon Albergo, Colognola ai Colli etc.), si ha una notevole presenza
di superfici non usufruibili venatoriamente (in quanto soggette a vincoli di
protezione di varia natura) ed un’incidenza non trascurabile di territori
asserviti ad aziende faunistico-venatorie ed agri-turistico-venatorie che
incidono sensibilmente sull’indice di densità venatoria.
Un dato importante riguarda la mobilità dei cacciatori tra Ambiti
Territoriali di Caccia e Comprensori Alpini.
Nell’ATC 2 si riscontra una elevata migrazione dei cacciatori residenti
verso il vicino ATC 4 “Adige”, soprattutto a causa del basso indice di densità
venatoria (che si traduce, inversamente, in un alto affollamento nel
territorio).
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Tab. 10 - Mobilità dei cacciatori residenti in ATC o C.A.
A.T.C
A.T.C
A.T.C
A.T.C
A.T.C
A.T.C
C.A.
C.A.
.1
.2
.3
.4
.5
.6
BALDO
LESSINIA
373
292
256
357
112
155
154
464
556
298
329
646
364
147
77
73
-183
-6
-73
-289
-252
8
77
391
“Emigrazione”
di cacciatori
residenti in un
comune
dell’ATC che
vanno in altri
ATC o C.A.
“Immigrazione”
di cacciatori
residenti in
comuni fuori
ATC che vanno
in altri ATC o
C.A.
Differenza
A.T.C. N.1 Garda, A.T.C. N.2 Colli, A.T.C. N.3 Mincio, A.T.C. N.4 Adige, A.T.C. N.5
Tartaro, A.T.C. N.6 Valli Grandi
Sul territorio comunale insiste inoltre (secondo il vigente Piano
Faunistico Venatorio Regionale) l’oasi di protezione della fauna selvatica
della Musella (Fig. 26).
52
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Fig. 26 - Oasi di Protezione della Musella
2.8
PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO, ARCHEOLOGICO
E PAESAGGISTICO
2.8.1
AMBITI PAESAGGISTICI
Il territorio del Comune di San Martino raccoglie alcuni degli ambiti più
pregevoli del Veronese.
Esso, infatti, comprende una parte collinare,
collinare ove permangono caratteri
naturali ed umani in sostanziale equilibrio, con diffusione di colture tipiche
della collina veronese, quali la vite, l’ulivo ed il ciliegio. Il mosaico
ambientale è qui caratterizzato da notevole permanenza di elementi
naturali, quali boschi e praterie.
La porzione meridionale del territorio comunale corrisponde alla
pianura alluvionale atesina solcata – oltre che dall’Adige - da una fitta rete
di corsi d’acqua minori, di canali e di risorgive che danno luogo a pregevoli
paesaggi. Tuttavia, in tale porzione del territorio comunale sono frequenti
elementi detrattori, quali insediamenti zootecnici, cave, impianti per
ittiocoltura, che, a fronte di indubbi significati economico-produttivi,
rappresentano fonti importanti di pressione antropica sul delicato sistema
ambientale.
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Fra i due ambiti si colloca il nucleo insediativo principale,
principale costituito dal
centro residenziale e da una consistente area produttiva. Il tutto interessato
da importanti linee e nodi infrastrutturali, quali l’ Autostrada A4 Torino–
Trieste, la linea ferroviaria Torino–Milano–Venezia–Trieste, la tangenziale
sud di Verona, la SR 11, il casello autostradale di Verona Est.
2.8.2
PATRIMONIO A
ARCHEOLOGICO
RCHEOLOGICO
Il patrimonio archeologico del territorio di San Martino si compone di
numerose testimonianze, ascrivibili a tipologie ed epoche diverse. Partendo
infatti dai ritrovamenti della “Paluj di San Martino” ai piedi del colle di San
Briccio, ove si rinvennero selci di tipologia campignana8, si ebbero ulteriori
reperti testimoniali sulle dorsali, ad esempio sul Monte del Drago, sul Monte
Alto, a Ca’ Montalto……
Anche nella Tenuta Musella, presso “Le scalette” si operarono ricerche
con esiti positivi.
L’insieme dei reperti giustificò l’attribuzione di grande importanza
preistorica a tutto il territorio di San Martino. Esso, verso la fine del
neolitico, era probabilmente disseminato di villaggi che per motivi di
sicurezza sorsero prevalentemente sulle colline: un villaggio si trovava sul
Monte Tesoro e restò abitato quasi ininterrottamente sino all’età romana.
Reperti di epoca romana provengono da Mambrotta (vasellame), ed
anche dalla valle di Marcellise ove numerose sono le iscrizioni dell’epoca.
2.8.3
2.8.3
PATRIMONIO ARCHITETTONICO
ARCHITETTONICO
Il territorio di San Martino contiene numerosi elementi significativi del
paesaggio di interesse architettonico, sia storico che recente:
le Ville Venete catalogate dall’Istituto Regionale Veneto,
quali Villa Guaina-Albertini e Villa D’Acquarone detta “La
8
(Solinas A., 1998. Evoluzione del paesaggio nella preistoria. In San Martino Buon
Albergo. Una comunità tra collina e pianura. A cura di M.Pasa. Comune di San
Martino Buon Albergo. Biblioteca comunale
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Musella”, come l’omonima tenuta, nel Capoluogo San
Martino Buon Albergo e le altre dislocate nella vallata di
Marcellise: Villa Manara e Villa Orti Manara-Zamboni
Montanari in località Mezzavilla, Villa Terreno-Orti Manara
in località Terreno, Villa Peruzzi detta “La Sogara” in località
Sogara, Villa Zamboni-Montanari detta “La Nobile” in
località San Rocco;
gli edifici di valore storico-architettonico, culturale e
testimoniale ed i relativi spazi inedificati di carattere
pertinenziale, tra cui si può annoverare Villa Girasole,
esempio di architettura modernista-futurista dei primi anni
trenta del secolo scorso, futuro centro di ricerca di energie
rinnovabili sostenuto dal Comune di San Martino Buon
Albergo, attraverso la Fondazione “Il Girasole”, dalle
Università la Normale di Pisa ed il Politecnico di Milano,
dall’Imprenditoria di settore;
i parchi ed i giardini di interesse storico architettonico,
quali il parco della Tenuta Musella;
il sistema insediativo rurale con le numerose corti rurali
sparse sul territorio;
l’insediamento di archeologia industriale dei Magazzini
Citterio;
le testimonianze di architettura popolare legate al sistema
storico di regimazione delle acque, finalizzato anche
all’impiego della forza idraulica nelle attività produttive
(molini, magli etc.), come il molino della Cengia nella
Tenuta Musella ed il molino Le Pignate nella pianura
centro-meridionale nei pressi del Fibbio;
le sistemazioni agrarie tradizionali (terrazzamenti).
55
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2.9
POPOLAZIONE
2.9.1
CARATTERISTICHE DEMOG
DEMOGRAFICHE
ANAGRAFICHE
HE
RAFICHE ED ANAGRAFIC
Ad oggi la popolazione di San Martino conta oltre 13.000 unità.
Dalla fine dell’800 essa è in sostanziale crescita. Tale andamento
numerico è spiegabile in modi diversi in riferimento ai vari momenti storici.
Come riferisce Antonio Pasetto (in Pasa, 1998), negli ultimi decenni del XIX
secolo gli incrementi numerici furono determinati prevalentemente dalla
presenza dell’importante linea ferroviaria Milano-Venezia; nei primi decenni
del ‘900 dallo sviluppo industriale, fenomeno che, con la creazione di una
nuova area produttiva negli anni ‘70, determinò l’ulteriore crescita della
popolazione residente.
Dagli anni più recenti l’incremento avviene ad un ritmo inferiore,
determinato da varie cause. Infatti, negli anni dal 1961 al 1964,
l’incremento
dei
cittadini
di
San
Martino
è
stato
determinato
prevalentemente dal flusso migratorio proveniente soprattutto dalla Lessinia
e dal Sud d’Italia. Tra il 1965 ed il 1969 è stato invece più importante il
saldo naturale (eccedenza - o deficit - di nascite rispetto alle morti). Tra il
1970 ed il 1978 il flusso migratorio è tornato a costituire fattore di
incremento principale (Pasetto A., l.c.). In ogni caso, dal 1999 la
popolazione di San Martino tende costantemente a crescere, anche se a
ritmi inferiori negli ultimi anni (Fig.29).
I motivi di tale incremento tendenziale della popolazione sono vari: il
potere attrattivo delle zone produttive, a loro volta favorite dalla vicinanza al
grande asse e snodo infrastrutturale, ma anche, soprattutto per i cittadini
provenienti da altri comuni, in specie Verona, il richiamo esercitato dalle
ampie zone aperte, ricche di verde, ove è ancora relativamente facile
reperire abitazioni a costi non elevati.
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Andamento del saldo naturale
Comune di San Martino Buon Albergo
60
50
50
49
44
44
40
40
37
30
24
20
16
13
10
0
-1
1991
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
-10
anno
Fig. 27 – Andamento del saldo naturale dal 1991
Andamento della popolazione
Comune di San Martino buon Albergo
13600
13378
13400
13256
13200
13098
13109
13128
1999
2000
2001
13189
13139
2002
2003
13231
13283
13253
2004
2005
2006
13000
12800
12600
12400
12200
12000
1991
2007
anno
Fig. 28- Variazioni numeriche della popolazione residente
L’esame della distribuzione degli individui per classi di età, consente di
rilevare come la popolazione sia costituita prevalentemente da persone nate
57
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----------------------------------------------------------------------
fra gli anni 1937 e 1976, con buona rappresentanza delle classi più giovani,
di nati dopo il 1990 (Fig. 29).
Distribuzione di popolazione - Anno 2007
300
250
ab
200
150
100
50
0
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
55
60
65
70
75
80
85
90
95
100
e più
età
Fig. 29 - Distribuzione della popolazione nel 2005
Questo andamento è conforme a quello riscontrabile nella popolazione
italiana ed, in generale, nella maggioranza dei paesi occidentali: la
popolazione tende progressivamente ad “invecchiare”, a causa sia della
scarsa natalità, sia della maggiore longevità.
Tale situazione è parzialmente mitigata dall’afflusso (Fig. 30) della
popolazione straniera, per lo più di provenienza extracomunitaria, che pare
contribuire in modo sostanziale all’incremento della popolazione giovanile,
anche grazie ai ricongiungimenti familiari.
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Andamento della popolazione straniera
Comune di San Martino Buon Albergo
9.00
8.28
8.00
7.00
6.61
5.83
6.00
5.36
5.00
%
4.52
4.00
3.03
3.39
3.78
3.11
3.20
3.00
2.00
1.00
0.00
1991
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
anno
Fig. 30– Andamento percentuale della popolazione straniera a San Martino
Dalla lettura della Figura 31 si può osservare come la popolazione di
San Martino risulti particolarmente dinamica e soggetta a notevoli
movimenti migratori di cittadini italiani e stranieri.
Movimenti della popolazione
Comune di San Martino Buon Albergo
100%
90%
80%
70%
492
478
414
362
551
461
578
615
564
60%
Emigrati
50%
Immigrati
40%
30%
20%
398
445
409
422
1999
2000
2001
2002
471
513
551
695
771
2004
2005
2006
2007
10%
0%
2003
anno
Fig. 31 - Variazioni numeriche del flusso di immigrazione e di emigrazione
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Dagli
anni
’90
fino
al
2002
al
fenomeno
dell’immigrazione
contribuiscono fortemente cittadini extracomunitari, determinando notevoli
mutamenti nella dinamica demografica e soprattutto nella sua prevedibile
evoluzione temporale. Dal 2003 le dinamiche sono più variabili, a
testimonianza dei mutamenti socio-territoriali locali.
Per quanto concerne la distribuzione della popolazione residente, essa,
fino agli anni ’50, era distribuita in modo sostanzialmente omogeneo in
tutto il territorio comunale, anche se con una maggiore concentrazione nel
capoluogo.
Negli anni più recenti, tale distribuzione è mutata radicalmente, con il
progressivo abbandono delle frazioni e dei centri minori e la concomitante
ulteriore concentrazione nel centro storico principale (Fig. 32).
Distribuzione della popolazione nelle frazioni
Comune di San Martino Buon Albergo
1069
973
4384
615
Borgo
Case Nuove
Casette
459
Centro
Ferrazze
Mambrotta
Marcellise
Sant'Antonio
3461
1466
856
Fig. 32 – Distribuzione della popolazione nei principali centri abitati del comune.
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2.9.2
ISTRUZIONE
Nel territorio comunale è presente una struttura a funzione di asilo
nido pubblico e tre asili nido privati. Esistono poi due strutture di Baby
parking funzionanti ad ore o solo per alcuni giorni alla settImana.
Le scuole materne sono invece cinque, di cui una privata, distribuite
nei diversi centri abitati del comune, Gambaro, Rodari, S. Lucia e S.
Antonio Sacro Cuore.
Nel capoluogo è ubicato infine l’Istituto Comprensivo Barbarani che
comprende scuole elementari e scuole medie inferiori. Da questo dipendono
due scuole elementari decentrate: Todaro e Salvo d'Acquisto.
2.9.3
Il
SITUAZIONE OCCUPAZION
OCCUPAZIONALE
ALE
Veneto si colloca nel gruppo delle regioni italiane caratterizzate
principalmente da un più alto livello di occupazione (superiore al 65%) tra
l'altro in crescita anche negli ultimi anni; se si considera il tasso di
occupazione nel 2006, si posiziona quinto nella classifica nazionale nel
tentativo di perseguire l’obiettivo europeo del 70% di occupazione.
Nell’ambito lavorativo, si evidenzia che la popolazione di San Martino
gode di un buon livello occupazionale (Fig. 33).
La maggior parte della popolazione è occupata nel settore terziario,
segue il settore industriale, mentre si nota un costante decremento
occupazionale nel settore agricolo, settore che fino agli anni ’50 costituiva
al contrario il maggior ambito lavorativo.
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Occupazione lavorativa
Comune di San Martino Buon Albergo
IN CERCA DI
OCCUPAZIONE
3%
DISOCCUPATI
3%
OCCUPATI
94%
Fig. 33 - Distribuzione percentuale dell’occupazione/disoccupazione
2.9.4
SALUTE E SANITÀ
Il Comune di San Martino fa parte dell’ULSS 20, ed in particolare del III
distretto con i comuni di Grezzana, Cerro V.se, Rovere v.se, Bosco
Chiesanuova ed Erbezzo, e con la 6°, 7° e 8° circoscrizione del comune di
Verona.
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Fig. 34 – Organizzazione territoriale dell’ULSS 20.
Nella sede di San Martino, oltre alle attività amministrative, sono
disponibili i servizi di: assistenza all’estero, prestazioni integrative per
particolari categorie di cittadini, forniture protesiche agli invalidi, visite
specialistiche, vaccinazioni, e visite per certificazioni, assistenza ostetrica di
base e ginecologica, assistenza domiciliare ed inserimento in residenze
protette.
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2.10 IL SISTEMA SOCIO-ECONOMICO
L’evoluzione storica del territorio comunale ha visto mutamenti radicali
– e rapidissimi dagli anni 60 – delle dinamiche socio-ambientali.
In un quadro in un certo senso paradigmatico per molte realtà del
nordest d’Italia, si è avuto il passaggio da un’economia prettamente
agricola, quale quella esistente fino agli anni ’50, ad una crescente
industrializzazione, caratterizzante gli anni ’70, seguita dall’odierna forte
terziarizzazione, con oltre il 50% della popolazione attiva occupata nel
settore corrispondente.
2.10.1 SISTEMA INSEDIATIVO
Il territorio comunale di San Martino nasce come aggregazione di realtà
tra loro diverse. Nel 1904 con Regio Decreto del 22 agosto viene accorpato
al comune di San Martino Buon Albergo l'abitato del Ponte del Cristo oltre il
Fibbio e nel 1927 vengono definitivamente tracciati gli attuali confini
comunali.
Al fine di costituire il nuovo comune di San Martino vengono emanati
due importati decreti: uno che rettifica i confini con il comune di Verona con
la cessione a San Martino Buon Albergo dei nuclei di Sant'Antonio e di
terreni a nord e a sud della Statale 11, in precedenza facenti parte del
soppresso comune di San Michele, e di Ferrazze con il Monte dei Santi, già
facente parte del soppresso comune di Montorio; ed uno che sopprime il
comune di Marcellise annettendo il suo territorio alla giurisdizione di San
Martino Buon Albergo che da allora si estende su una superficie di 3.486
ettari.
La direttrice viaria principale resta quella che attraversa l'area centrale
del territorio comunale ed è costituita dall'antica Via Postumia, ora Strada
provinciale 11, e dalla linea ferroviaria Milano-Verona-Venezia, mentre la
Lavagnesca a nord e la Porcilana a sud segnano una costante flessione nei
loro flussi di traffico e vanno incontro ad una irreversibile crisi. Ciò si
traduce in una crescente importanza del centro capoluogo che è venuto
estendendosi sulla statale, inglobando gradualmente nel tessuto urbano le
antiche corti Drago, Serena-Morando e Guajna e raggiungendo il nucleo di
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Sant'Antonio ad ovest e quello di Paglia ad est. Si tratta peraltro di sviluppi
lineari e di scarsa profondità che finiscono per strutturare l'abitato in una
ristretta fascia in cui la piazza del capoluogo assume crescente centralità.
In epoca più recente hanno assunto un’importante rilevanza, per la
densità di popolazione e la rete di servizi sviluppati altri centri abitati
compresi nel territorio comunale quale il Borgo della Vittoria e Case Nuove.
Mentre mantiene la propria originaria caratteristica di edificazione diffusa a
carattere prevalentemente rurale la località Mambrotta.
2.10.2 VIABILITÀ
Il territorio del comune di San Martino Buon Albergo costituisce un
ambito di collegamento tra la contermine città di Verona e l’area provinciale
e regionale ad Est. Tale collocazione, ha visto sviluppare in San Martino un
importante nodo infrastrutturale di connessione Est-Ovest con il passaggio
della SR 11 Verona-Vicenza, dell’autostrada A4 e del relativo casello, la
tangenziale Sud ed il suo snodo di collegamento con la Valpantena, la linea
ferroviaria Milano-Venezia e la futura linea ad Alta Velocità/Alta Capacità
(Fig. 35).
65
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Fig. 35 – La viabilità inerente il comune di San Martino
2.10.3
3 RIFIUTI
2.10.
Nell'ambito dell'intera regione Veneto la produzione complessiva di
Rifiuti Solidi Urbani (RSU) è aumentata nel tempo con 484 kg/abitanti nel
2004, tuttavia è parimenti aumentata la percentuale di raccolta differenziata
(%RD), che ha raggiunto nel 2004 il 45% (Fig. 36).
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Fig. 36 - Andamento della produzione di RSU e della %RD in regione Veneto.
Anche nella provincia di Verona si delinea un tendenziale aumento
della produzione pro capite di RSU che ha raggiunto nel 2004 491
kg/abitante ed un aumento della %RD, che già nel 2002 ha superato
l’obiettivo del 35% indicato dal DL 22/97 per il 2003, anche se permane al di
sotto del valore medio regIonale (Fig. 37).
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Fig. 37 - Andamento della produzione di RSU e della %RD in provincia di Verona.
Il Comune di San Martino ha da anni avviato la raccolta differenziata
dei RSU con ottimi risultati (57% al 2006), ben superiori agli obiettivi di
legge imposti dal DL 22/97 e alla media regionale, sebbene si registri un
leggero aumento nella produzione di rifiuti indifferenziati (Fig. 38). Alla
quota di raccolta differenziata rappresentata nei grafici si deve inoltre
aggiungere l’attività di compostaggio domestico praticata da circa 400
famiglie ed iniziata nel 1998.
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Fig. 38- Andamento della produzione di RSU pro capite.
Fig. 39 – Andamento della produzione complessiva di RSU.
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La produzione complessiva di rifiuti, che comunque si attesta al di
sotto della media regionale, oscilla attorno ai 400 kg/ab. Il notevole
aumento registrato nell’anno 2004 è in realtà dovuto ad uno scorretto
inserimento tra gli RSU dei rifiuti inerti prodotti dai lavori eseguiti nel
cimitero comunale (circa 800.000 kg), i quali rientrano invece tra i rifiuti
speciali.
Fig. 40– Andamento della % di RD.
2.10.4
4 ENERGIA
2.10.
Nella provincia di Verona, come a livello nazionale, i consumi di
energia elettrica sono in costante aumento, principalmente a causa del
continuo
incremento
di
pratiche
ed
impianti
“energivori”
come
i
condizionatori (Fig. 41).
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Fig. 41- Andamento dei consumi elettrici in provincia di Verona.
Allo stesso modo sono in continuo aumento i consumi di gas metano
negli
ultimi
anni,
soprattutto
a
causa
di
una
sempre
maggiore
urbanizzazione e conseguente allaccio delle residenze e del settore terziario
alla rete pubblica di distribuzione, oltre che all'incremento di automobili
alimentate a gas (Fig. 42).
Fig. 42 - Andamento dei consumi di gas metano in provincia di Verona.
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Per i consumi energetici elettrici si sono potuti utilizzare i dati forniti
da un solo gestore (ENEL), in quanto l’altro (ITALCOGIM) si è reso
indisponibile a fornirli.
Tali dati, tuttavia, forniscono un quadro abbastanza significativo dei
consumi energetici elettrici (Tab. 11).
Tab. 11 – Consumi di energia elettrica disaggregati in tipologie di utenze (ENEL)
Utenze
2002
2003
2004
2005
kWh
kWh
kWh
kWh
Acquedotti
2.050.685
1.985.868
2.042.151
2.186.803
Agricoltura
2.902.571
3.389.491
2.812.317
2.930.488
Alberghi e Ristoranti 2.686.434
2.885.037
2.842.225
3.588.800
Alimentari
57.054.886 59.914.717 61.240.051 65.155.674
Altre Industrie
24.416
2.071.828
2.155.790
2.209.590
Altri servizi vendibili 2.805.240
2.889.580
3.721.574
4.810.868
Cartarie
4.159.264
4.380.692
4.053.228
4.132.134
Chimiche
59.967.281 57.365.797 58.458.917 57.424.438
Commercio
5.728.366
6.327.704
6.479.335
11.444.714
Comunicazioni
300.139
292.847
390.443
304.516
Costruzioni
311.063
599.005
596.164
794.441
530.982
600.776
698.392
502.325
978.632
1.075.565
1.153.161
1.225.017
355.360
369.464
469.638
494.110
367.883
435.382
323.582
479.014
2.572.830
2.619.228
2.085.805
2.092.962
Meccaniche
4.997.193
5.019.599
4.999.706
4.967.719
Metalli non ferrosi
80.000
72.720
105.320
87.922
Mezzi di trasporto
4.444.159
4.362.096
4.245.943
4.213.780
Credito e
Assicurazioni
Illuminazione
Pubblica
Lav. Plastica e
Gomma
Legno e Mobilio
Materiali da
Costruzione
72
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Relazione Ambientale per la Valutazione Ambientale Strategica
---------------------------------------------------------------------Prodotti energetici
17.674
18.571
25.923
17.280
Servizi Gen. Abit.
1.453.611
1.602.323
1.490.158
1.541.353
Servizi non vendibili 3.048.540
1.390.960
1.150.275
1.353.285
Siderurgiche
5.620
5.993
1.365
5.721.905
3.944.345
3.428.215
3.596.670
Trasporti
779.510
808.155
1.202.541
1.373.105
Usi Domestici
12.544.571 13.060.139 14.030.186 12.885.775
TOTALE
175.888.815 177.487.882 180.202.405 189.812.783
Tessili, Abbigl. e
Calzature
I consumi del settore produttivo industriale sono largamente superiori
rispetto a tutti gli altri. Fra questi, inoltre, sono i settori alimentare
e
chimico che richiedono i maggiori quantitativi di energia.
2.10.5
5 ATTIVITÀ COMMERCIALI E PRODUTTIVE
2.10.
Nel
1951
la
situazione
urbanistica
di
San
Martino
è
ancora
caratterizzata dal sostanziale mantenimento della fisionomia ambientale
originaria.
La popolazione residente nel 1951 sul territorio comunale risulta
essere di 6.895 abitanti con una densità media di 197,79 abitanti/Kmq e,
pur
privilegiando
il
centro
capoluogo,
appare
distribuita
in
modo
sostanzialmente omogeneo. La comunità trova nell’agricoltura il fulcro delle
proprie attività. A parte la presenza di piccole e medie proprietà locali specie
nell'area collinare, l’attività rimane basata sulla lavorenzia e sulle grandi
proprietà strutturate a corti, specie nel settore centrale e meridionale.
Del resto il fenomeno trova puntuale conferma se si passa all'analisi
della popolazione attiva (Fig. 43) nel 1951, quando gli occupati nel settore
primario sono 2.725, pari al 39,5%:
73
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---------------------------------------------------------------------POPOLAZIONE ATTIVA NEL 1951
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
PRIMARIO
INDUSTRIA
TERZIARIO
Fig. 43 - Distribuzione degli occupati nel 1951
La
tipologia
delle
coltivazioni
resta
fondamentalmente
quella
tradizionale, con prevalenza dei seminativi arborati lungo le pendici
collinari, specie nell'area della Musella ed in quella del monte di San Briccio;
queste iniziano peraltro a lasciare sempre più spazio a coltivazioni
specializzate viticole ed olivicole, con larga diffusione di prati irrigui nelle
aree servite dalle acque del Fibbio e dalle fosse da esso derivate. Va rilevata
la diffusione di frutteti specializzati, specie nelle zone di pianura.
Nella zona di Ferrazze vengono sviluppandosi attività di cava
alimentate dalla presenza di ricchi giacimenti di ghiaia particolarmente
ambiti da un’attività che nella ricostruzione post-bellica di Verona ha
trovato crescente mercato.
Permangono vasti ambiti naturali e seminaturali, prevalentemente nella
fascia collinare.
Tra il 1955 ed il 1994 il territorio comunale di San Martino è
interessato da eventi in grado di modificarne radicalmente la realtà.
Un ruolo centrale ha la costruzione della zona industriale a sud della
linea ferroviaria Milano-Venezia in un terreno compreso tra la località Cà
Nove e la strada comunale Cà dell'Aglio. Ciò proprio mentre dalla Lessinia e
dalle zone dell'alta collina veronese si mettono in moto considerevoli flussi
migratori e la massiccia diffusione della meccanizzazione in agricoltura
determina una crescente disoccupazione o quantomeno sottoccupazione nel
settore primario. Il 28 giugno 1959 viene inaugurata l'area industriale che
dai 219.000 mq iniziali viene in breve estesa ad 800.000.
Massiccia è la trasformazione nei settori occupazionali (Fig. 44 e 45),
per i quali si assiste:
74
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----------------------------------------------------------------------
ad una forte contrazione del settore primario in cui nel
1951 trovava lavoro ben il 39,4% della popolazione attiva
contro il 5,1% del 1991;
ad una iniziale massiccia affermazione del secondario negli
anni 1961-71 cui peraltro corrisponde una successiva
contrazione:
vi
trova
occupazione
il
35,1%
della
popolazione attiva nel 1951, ben il 53,2% nel 1961 e il
60,2% nel 1971 ma solo il 55% nel 1981 ed il 43,1% nel
1991;
ad una attuale forte terziarizzazione: nel settore trovava
occupazione il 25,5% della popolazione attiva nel 1951, il
26,9% nel 1971 ma ben il 38,4% nel 981 e il 51,8% del
1991.
DISTRIBUZIONE DEGLI OCCUPATI NEL 1951
SETTORE
TERZIARIO
25,5%
SETTORE
PRIMARIO
39,4%
SETTORE
SECONDARIO
35,1%
Fig. 44- Distribuzione degli occupati nel 1951
75
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---------------------------------------------------------------------DISTRIBUZIONE DEGLI OCCUPATI NEL 1991
SETTORE
PRIMARIO
5%
SETTORE
TERZIARIO
52%
SETTORE
SECONDARIO
43%
Fig. 45 - Distribuzione occupati nel 1951 e nel 1991
Sul piano urbanistico questo andamento ha portato:
per il centro capoluogo ad un considerevole e continuo
incremento demografico
per Marcellise e per Mambrotta ad una costante flessione
nel caso di Ferrazze ad una considerevole flessione nel
periodo 1951-1971 e ad una nuova ripresa in relazione alla
costruzione del nuovo centro residenziale nell'area dell'ex
oleificio.
La drastica riduzione degli occupati nell'agricoltura e lo spostamento
dalle corti - dove ancora nel 1951 viveva la stragrande maggioranza della
popolazione sammarinese - ai centri del capoluogo ed in subordine a quelli
di Marcellise e delle altre frazioni, ha comportato l'abbandono dei modelli di
vita tradizionali ed una cancellazione spesso drastica della memoria storica
cui ha contribuito una notevolissima immigrazione da altri centri della
provincia e/o da altre zone d'Italia.
76
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3
PROBLEMATICHE AMBIENTALI
AMBIENTALI
La situazione ecologico-ambientale del territorio comunale di San
martino Buon Albergo risente fortemente della sua collocazione geografica.
Il nucleo insediativo principale, costituito dal centro residenziale e da
una consistente area produttiva si colloca, come precedentemente descritto,
in corrispondenza di importanti linee e nodi infrastrutturali, quali l’
Autostrada A4 Torino–Trieste, la linea ferroviaria Torino–Milano–Venezia–
Trieste, la tangenziale sud di Verona, la SR 11, il casello autostradale di
Verona Est.
La porzione settentrionale del territorio, in area collinare, conserva,
oltre a connotati di notevole pregio paesaggistico, elementi colturali tipici
della collina veronese, che rappresentano fonti importanti di reddito locale.
La porzione meridionale del territorio comunale corrisponde alla
pianura alluvionale atesina solcata – oltre che dall’Adige - da una fitta rete
di corsi d’acqua minori, di canali e di risorgive che danno luogo a pregevoli
paesaggi. Tuttavia, in tale porzione del territorio comunale sono frequenti
elementi detrattori, quali insediamenti zootecnici, cave, impianti per
ittiocoltura, che, a fronte di indubbi significati economico-produttivi,
rappresentano fonti importanti di pressione antropica sul delicato sistema
ambientale.
Tale situazione territoriale complessiva porta con sé tutta una serie di
effetti ambientali significativi, molti dei quali critici.
Far questi si annovera la situazione inerente la qualità dell’aria
atmosferica, per cui si evidenzia per San Martino una situazione critica per
l’NO2, e PM10 a conferma degli impatti derivanti dal traffico veicolare che
interessa il territorio comunale.
Nel medesimo territorio si evidenzia altresì un intenso passaggio di
linee elettriche ad alta tensione, in particolare in corrispondenza delle
principali vie di comunicazione stradali e ferroviarie. Si rileva inoltre la
presenza di due impianti di media tensione (220 kV) e due di bassa tensione
(132 kV) che attraversano il comune con direzione Est-Ovest e di
un’ulteriore linea a bassa tensione nella zona collinare.
Per
quanto concerne le acque superficiali, il Fiume Adige si
caratterizza per uno stato ecologico di complessiva cattiva qualità.
77
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Ciò è testimoniato dai bassi valori dell’IBE registrati nella stazione più
prossima - a monte - del tratto di competenza comunale, ed ubicata a valle
del nucleo insediativo del comune di Verona (classe V-IV, fiume da molto a
fortemente inquinato).
Anche il fiume Fibbio è oggetto di attenzione in merito alla sua qualità
ecologica. Dai dati raccolti si evidenzia infatti uno scadimento qualitativo del
corso d’acqua nel tratto comunale.
Nel
corso
di
un’indagine
commissionata
dall’Amministrazione
provinciale di Verona (Modena, Tarocco e Zangheri, 2000) su tutte le
risorgive del territorio provinciale, quelle di San Martino sono state
classificate, mediante l’applicazione di un indice ambientale specifico
(Benfatti, Modena, Tarocco, Zangheri, 2002) Indice di Funzionalità della
Risorgiva,
Risorgiva con valori che vanno da buono a scarso, a testimonianza di una
situazione di particolare sensibilità ecologica.
Un’altra criticità del territorio comunale è data dall’intensa attività
estrattiva passata che ha lasciato ben 19 aree estrattive. Tali siti
costituiscono una fonte di elevata vulnerabilità ambientale che occorre
attentamente monitorare.
Occorre inoltre evidenziare, e tenere in debito conto nel processo di
pianificazione, la elevata vulnerabilità idrogeologica di vaste aree del
territorio comunale.
4
ESAME DI COERENZA ED OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ
SOSTENIBILITÀ
Ai fini dello svolgimento di un corretto processo valutativo è di seguito
riportato l’insieme degli obiettivi strategici così come condivisi con il
pianificatore e riportati nel Documento preliminare di PAT.
Tali
obiettivi
sono
riferibili
alle
criticità
ed
opportunità
precedentemente esaminate e sono con essi coerenti.
Il Piano di Assetto del Territorio del Comune di San Martino Buon
Albergo attuerà politiche e promuoverà azioni per uno sviluppo sostenibile
nel ragionevole equilibrio dei principi di:
ordinato sviluppo del territorio, dei tessuti urbani e del
sistema produttivo;
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Piano di Assetto del Territorio
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compatibilità dei processi di trasformazione del suolo con
la sicurezza e la tutela dell’integrità fisica e con l’identità
culturale del territorio;
miglioramento della qualità della vita e della salubrità degli
insediamenti;
riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi
naturali e ambientali, anche attraverso opportuni interventi
di mitigazione degli impatti;
miglioramento della qualità ambientale, architettonica e
sociale del territorio anche come necessaria compensazione
a fronte dell’utilizzo di nuovo territorio per funzioni
urbane;
consumo di nuovo territorio solo quando non sussistano
alternative alla sostituzione dei tessuti insediativi esistenti,
ovvero dalla loro riorganizzazione e riqualificazione;
miglioramento del bilancio energetico del territorio e del
suo patrimonio edilizio.
Fra gli elementi conoscitivi del PAT si annovera lo studio del Sistema
Idrogeologico caratterizzante il territorio del comune.
Tale quadro conoscitivo è funzionale ai seguenti pone obiettivi di
tutela e difesa del suolo del PAT che:
per la sicurezza sismica del territorio comunale di San
Martino Buon Albergo recepirà la classificazione dello
stesso in classe 3 secondo l’O.P.C.M. 3519/2006;
individuerà le aree a rischio di dissesto idrogeologico; in
particolare le aree di pericolosità idraulica individuate nel
Comune di San Martino Buon Albergo dal Piano Stralcio per
l’Assetto Idrogeologico del Fiume Adige (PAI), afferenti al
torrente Fibbio e interessanti l’abitato posto a monte e a
valle della linea ferroviaria, confermando la Normativa del
Piano stesso;
individuerà e tutelerà zone caratterizzate da una elevata
sensibilità per la coesistenza di delicatissimi equilibri di
natura idrogeologica, biologica ed antropica quali sono le
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risorgive che costituiscono geotopi e biotopi di alto pregio
naturalistico ed ambientale;
individuerà
le
aree
nell’Antico
Conoide
del
territorio
dell’Adige,
comunale, indicate
oggetto
dell’attività
estrattiva (cave); disciplinerà la riqualificazione delle cave
dismesse per la salvaguardia e la tutela degli equilibri
idrogeologico, geomorfologico ed ambientale-naturalistico
che si sono instaurati con la sospensione dell’attività
estrattiva, ed indicherà azioni di tutela del territorio aperto
ed
azioni
di
mitigazione
ambientale
a
salvaguardia
dell’elevato valore naturalistico-ambientale;
individuerà i principali corsi d’acqua che attraversano il
territorio comunale (i fiumi Adige, Fibbio, Antanello, il
torrente Rosella, il progno Marcellise, il canale Sava),e gli
interventi di protezione e riqualificazione ambientale a loro
funzionali;
definirà i criteri per ripristinare l’equilibrio ecologico del
sistema idrografico;
individuerà le aree a rischio esondazione, ristagno idrico
e/o con deflusso difficoltoso, e gli interventi in queste aree
al fine di prevenire le problematiche in questione ed evitare
la impermeabilizzazione dei suoli;
individuerà i caratteri e la profondità della falda freatica
sull’intero territorio comunale ed i gradi di vulnerabilità
delle risorse idriche;
individuerà l’ubicazione dei pozzi ad uso acquedottistico a
fini di tutela sulla base della normativa vigente;
individuerà le aree a salvaguardia delle risorse idriche
destinate al consumo umano;
individuerà a fini di tutela le eventuali sorgenti presenti sul
territorio comunale;
Il PAT individuerà le aree di valore naturalistico ed ambientale, con
obiettivi generali di tutela e valorizzazione.
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Piano di Assetto del Territorio
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Tra queste esso identificherà gli ambiti delle unità di paesaggio
agrario, gli elementi significativi del paesaggio di interesse storico-culturale
e, nel rispetto delle risorse agro-produttive esistenti, assicurando:
la salvaguardia delle attività agro-silvane sostenibili per
l’ambiente e dei valori antropologici, archeologici, storici e
architettonici presenti nel territorio;
la valorizzazione e l’integrazione delle risorse presenti nel
territorio, anche con la definizione di un sistema continuo
di aree “protette” necessarie alla conservazione della
biodiversità, delle specie animali e vegetali, dei biotopi,
delle associazioni vegetali in quest’area dell’Est Veronese
caratterizzata da un ambiente paesaggistico e naturalistico
variegato, formato dal contesto naturalistico-ambientale
della Tenuta Musella, dall’area collinare nord-orientale con
le zone boscate della Val Marcellise, dalla pianura centromeridionale a vocazione agricola e ricca di corsi d’acqua,
come i fiumi Fibbio ed Antanello ed il torrente Rosella, e
dall’area golenale del fiume Adige a sud, impreziosita dalle
risorgive nel tratto tra il Fibbio e la località Campalto;
la salvaguardia ed il recupero dell’ecosistema con la
ricostituzione dei processi naturali e la ricomposizione
degli equilibri idraulici ed idrogeologici e di quelli ecologici.
la preservazione e la qualificazione del Sito di Interesse
Comunitario (SIC IT3210042 Fiume Adige tra Verona Est e
Badia Polesine) nel rispetto delle Direttive e norme
comunitarie, nazionali e regionali;
Il PAT recepirà gli elementi significativi del paesaggio di interesse
storico ed integrerà il proprio quadro conoscitivo con i sistemi e gli immobili
da tutelare, specificando la disciplina per il loro recupero e la loro
valorizzazione
Il PAT all’interno del SISTEMA INSEDIATIVO del Comune di San Martino
Buon Albergo ed al suo interno:
individuerà gli insediamenti esistenti, promuovendo il
miglioramento della funzionalità e della qualità della vita
all’interno delle aree urbane, definendo gli interventi di
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riqualificazione e di riconversione residenziale per le aree
della zona produttiva dismesse e/o degradate,;
stabilirà il dimensionamento delle nuove previsioni per
A.T.O. e per ciascuna realtà specifica, con riferimento ai
fabbisogni locali, in adiacenza e ad ispessimento delle aree
urbane consolidate del Capoluogo di San Martino Buon
Albergo
e
delle
frazioni
di
Ferrazze,
Marcellise
e
Mambrotta;
definirà gli standard urbanistici, le infrastrutture ed i servizi
necessari agli insediamenti esistenti e di nuova previsione,
precisando gli standard di qualità urbana e quelli di qualità
ecologico-ambientale;
definirà gli standard abitativi e funzionali che, nel rispetto
delle dotazioni minime di legge, determinino condizioni di
vita decorose e coerenti con l’evoluzione storica degli
insediamenti.
Il PAT valuterà la consistenza e l’assetto delle ATTIVITA’ PRODUTTIVE,
PRODUTTIVE
del secondario e del terziario, facenti parti del Sistema Insediativo del
Comune di San Martino Buon Albergo, col fine di:
individuare
commerciali,
le
attività
presenti
consolidamento
economiche,
produttive
e
territorio
prevederne
il
processi
di
nel
assieme
ai
e
necessari
riqualificazione urbanistica per migliorare la funzionalità
complessiva degli ambiti specializzati e garantire la
dotazione di aree per servizi, opere ed infrastrutture
eventualmente carenti;
individuare aree degradate e/o di attività dismesse da
assoggettare ad interventi di ristrutturazione urbanistica ed
edilizia;
definire i criteri ed i limiti per il riconoscimento delle
attività
produttive
in
zona
impropria,
precisando
la
disciplina per le attività da confermare e potenziare e per le
attività da delocalizzare, assieme ai criteri per il recupero
degli edifici industriali non compatibili con la zona,
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Piano di Assetto del Territorio
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inutilizzati in seguito al trasferimento o alla cessazione
dell’attività.
Per le infrastrutture a scala sovra comunale e comunale il PAT recepirà
le previsioni di pianificazione sovraordinata e definirà:
la connessione alla rete di infrastrutture e di servizi per la
mobilità di maggiore rilevanza, avendo riguardo anche ai
servizi di trasporto in sede propria, al sistema dei
parcheggi di scambio e di interconnessione ed agli spazi
per l’interscambio tra le diverse modalità di trasporto
urbano o extraurbano;
le
opere
necessarie
per
assicurare
la
sostenibilità
ambientale e paesaggistica e la funzionalità rispetto al
sistema insediativo ed al sistema produttivo, individuando,
ove necessario, fasce di ambientazione al fine di mitigare o
compensare
gli
impatti
sul
territorio
circostante
e
sull’ambiente;
il sistema della viabilità locale e della mobilità ciclabile e
pedonale, i collegamenti con la viabilità sovracomunale;
le prestazioni che le infrastrutture viarie locali debbono
possedere in termini di sicurezza, geometria, sezione,
capacità di carico, la definizione dei livelli di funzionalità,
accessibilità, fruibilità del sistema insediativo, per gli
obiettivi di qualità urbana ed ecologico-ambientale definiti;
le fasce di rispetto delle infrastrutture per la mobilità locale
ed il perimetro del “Centro Abitato” ai fini dell’applicazione
dei rispetti stradali.
5
SOGGETTI INTERESSATI ALLE CONSULTAZIONI
Ai
sensi
della
Direttiva
42/2001/CE
il
processo
partecipativo,
fondamentale nella procedura di VAS, deve coinvolgere anche le Autorità
che, “per le loro specifiche competenze ambientali, possono essere
interessate agli effetti sull’ambiente dovuti all’applicazione del Piano”.
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L’iter partecipativo del presente processo si avvarrà pertanto degli
apporti e contributi dei seguenti soggetti:
•
ARPAV
•
ULSS 20
•
SOPRINTENDENZA AI BENI ARCHITETTONICI ED AMBIENTALI DEL
VENETO
•
GENIO CIVILE
•
CONSORZIO DI BONIFICA ZERPANO – ADIGE – GUA’
•
AGSM
•
ACQUE VERONESI
•
PROVINCIA DI VERONA
•
RETE FERROVIARIA ITALIANA
•
AZIENDA REGIONALE FORESTE
•
CORPO FORESTALE DELLO STATO
•
ORDINI PROFESSIONALI:
• DEGLI INGEGNERI
• DEGLI ARCHITETTI
• DEI BIOLOGI
• DEGLI AGRONOMI E FORESTALI
• DEI GEOMETRI
6
•
COLLEGIO DEI COSTRUTTORI
•
CONFINDUSTRIA
•
CONFCOMMERCIO
•
ITALIA NOSTRA
•
LEGA AMBIENTE
•
WWF
•
LIPU
CARTOGRAFIA
Si evidenziano di seguito le informazioni acquisibili mediante la mappa
rappresentante i vincoli ambientali presenti sul territorio comunale e
l’estratto del PRG vigente. Tale analisi consente di contestualizzare le
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problematiche ambientali precedentemente descritte e sintetizzate nella
cartografia allegata (TAV 1).
Le informazioni acquisite ed elaborate per il quadro conoscitivo sono
ampiamente coerenti con l’assetto territoriale del comune di San Martino
Buon Albergo.
Come emerge infatti anche dalla lettura della tavola del vigente PRG
allegata
alla
presente
relazione,
il
sistema
ambientale
locale
è
profondamente caratterizzato dalla presenza del nodo infrastrutturale lungo
la direttrice padana. Tale presenza porta con sé, oltre ad innegabili
opportunità
socio-economiche,
anche
notevoli
pressioni
antropiche
determinate dall’occupazione di suolo e dalla sua impermeabilizzazione, dal
traffico motorizzato e dalle sue implicazioni ambientali (contaminazione
dell’aria, rumore, congestione….) e dalla progressiva estensione delle aree
produttive favorite dalla facilità dei collegamenti stradali e ferroviari.
Oltre a ciò, ed in collegamento funzionale con il nodo infrastrutturale
citato, il territorio comunale è interessato dalla presenza di numerose linee
elettriche ad alta, media e bassa tensione che penalizzano le situazioni di
insediamento umano nell’area comunale.
Il fitto sistema idrografico, infine, che costituisce un elemento
fortemente caratterizzante il territorio del comune di San Martino, è
attualmente in una situazione di generalizzata criticità, soprattutto per fonti
inquinanti diffuse ed in gran parte esterne al territorio comunale.
Questi principali elementi di criticità e la loro contestualizzazione
costituiscono punti di partenza fondamentali per la valutazione delle azioni
di Piano e della loro sostenibilità sociale ed ambientale.
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