`0 "LUCIANO,. D"0 RRE

Transcript

`0 "LUCIANO,. D"0 RRE
fi
FERDINANDO RUSSO
'0
"LUCIANO,. D"0
99
RRE
CON PREFAZIONE E NOTE
(SECONDA EDIZIONE)
Editore
-
Dr.
GENNARO
GIANNINI
-
Napoli
Proprietà letteraria
R.
TIPOGRAFIA FRANCESCO GIANNINI * FIGLI
NAPOLI — Cisterna dell' Olio — 1918
,
nottambuli
I
certo
una
ricorderanno
non esiste,
Progresso, a mezzo la via
bettola che ora più
al
intitolata
napoletani
Nardones. Colà convenivano, fino a una
diecina o a una quindicina d'anni or sono,
un
o
po' tutti
i
costretti
e dei loro
tri
,
dal genere del loro lavoro
vizii
,
a vegliare mentre
dormivano. Giornalisti,
giocatori
comici
,
fannulloni
,
,
sopra
sidui,
ordini
o
mezzani
rm^
,
il
gli al-
artisti, scrittori,
biscazzieri, barattieri
d'
nelle ore antelucane
Ciccio
ombre
appassionati delle
gli
il
usura
,
affollavano
locale, in
cui
don
padrone, passeggiava
pensieri o discorreva
con
gli
as-
o troneggiava dal suo banco dando
o consigliando
di
bere quella
tal
Prefazione
4
qualità di Gragnano o quella tal altra di
Aleatico,
si
seguivano
si
mescolavano, e
nell'ire
si
tipi
I
ai
tipi,
e
affratellavano, mentre,
si
e venire di gente che
si
aggruppava un po' attorno a
fermava,
tutti
i
ta-
o s'indugiava a centellinare in piedi
bicchierino, Peppino il garzone - discen-
voli,
il
dente dai magnanimi lombi del famoso
Monzù Testa, - badava a servir gli avventori,
con
braccia in alto e
le
di
ghiottoni
gran voce
1'
;
ca-
far
cadere una sola goc-
e, alle
assidue richieste dei
senza
ciola di unto
mani
come un acrobata o un
riche di stoviglie,
equilibrista,
le
frutti
di
mare
,
chiamava a
ostricaro.
Era costui un vecchio marinaio
di
Santa
Lucia, alto, tarchiato, massiccio, color del
bronzo, con un paio di spalle che pare-
vano sbozzate
dall'accetta,
un
viso sbar-
bato, quadrato, ampio, che ricordava sin-
golarmente quello del gran busto di Vespasiano
avente
,
una
caratteristica
agli angoli
i
bocca larga
segni d'una perenne
5
Prefazione
amarezza. Pochi capelli grigi
navano
enormi
si
e le tempie; e le mani,
la fronte
gonfie
,
stendevano
come
rosse e
,
contor-
gli
tumefatte,
tutte screpolate dalla sal-
,
sedine, sui tavoli, per deporre le spaselle
umide, fragranti ed ornate
con
le ostriche,
del
trasparente
lobi delle
due
smeraldo
ampie orecchie
Ai
brillavano
gli
,
alghe.
cerchietti d' oro.
Allorché
la
sua vantaggiosa figura ap-
pariva nel pandemonio
dei piatti e
il
dei bicchieri
chiami e
egli
dell'
,
tintinnar
motteggi
di
delle
un coro
era
,
Y acciottolio
fra
,
bottiglie e
allegro di
innanzi
ri-
quali
ai
rimaneva impassibile finché non per-
deva
la
pazienza.
qua, Luigi
ostriche
nando
„
Al nome
"
Luigi
!
Luigi
Vieni
!
Dacci una bella dozzina di
!...
!...
-
E
parlaci
un
po'
Ferdi-
di
II...
del suo Re,
mosso, prestamente
pola
riterrà ! „ egli
si
il
luciano
sberrettava.
-
com-
,
"
Cop-
diceva, fissando col suo
6
Prefazione
occhio
grifagno
comitive
le
" Coppola e denocchie
Un
-
Garibaldi
r
Cfiillo era 'o
/...
Sta zitto
Dove
?...
quest'altro
nome,
dolore,
il
la faccia di
:
!...
E
?
Luigi
a un tratto una espresY odio,
fra
terribile,
dici
Garibaldi
Io metti,
ostricaro pigliava
sione
Che
!...
-
Rre /... „
coro di scherno Y interrompeva
Ma come ?
A
burlevoli.
disprezzo,
il
il
desiderio ferino di distruzione.
Se aveva ancora
berretto in
il
mano,
lo
rimetteva in testa rapidamente, con rabbia, e lo
voltava
calcava
su
fin
le spalle e si
le
orecchie. Poi,
allontanava borbot-
tando dal tavolo dei motteggiatori, e non
e'
era più verso di indurlo ad aprire per
essi
le
ostriche. Talvolta
aveva troppo bisogno
geva
di
quando non
,
danaro
non voler dare
bestemmiando fra i denti,
;
e,
infilava la porta, raccoglieva sotto
con
,
giun-
fino a dichiarare di
più ostriche
cio
,
una neir
la
polputa
altra
,
mano
le
il
spaselle,
il
brac-
sollevava
gran calo di legno,
e via, a grandi passi, verso le
ombre
della
Prefazione
7
piazza San Ferdinando che attraversava
ciondolando
della sua
per raggiungere
,
Quando
Santa Lucia.
vecchia
andai a chiedere di
lui,
discesa
la
ora è qualche mese,
seppi quel che supponevo. Era morto da
circa
una diecina
Né
d' anni.
potetti sa-
pere se avesse, e dove, lasciato famiglia
o
figliuoli.
Io ero fra gli avventori suoi simpatici
perché non
navo
sul
tormentavo mai, non
lo
prezzo delle ostriche, ed espri-
mevo, contro
i
volgari motteggiatori, qual-
che simpatia per Ferdinando
allora
mi
frullava per la
di raccogliere
polane
della
il
racconto
morte del Re
rinara, ai
pensiero
viaggio e
di Napoli
per farne
studio e dare
ed
esaltato,
il
tempi
in cui
che formavano
tipo
come
della singolarissima tribù
ma-
Re Ferdinando ne
conosceva uno per uno
quelli
il
ultimo
dell'
dell'ultimo luciano fedele
tutti
mente
Fin da
IL
da labbra borboniche po-
oggetto di un mio
erano
lesi-
i
gli
componenti, da
equipaggi del
8
Prefazione
Saetta
,
Tancredi
del
Delfino
del
,
Messaggero , del Fulminante
sommozzatori ed
il
Re una
gran
scherzava con
ha
letto
La
fino ai suoi
,
Aveva
suoi pescatori.
ai
nella loro fede
fede
familiarmente
essi
del
,
Regno
fine d'un
,
e
e chi
;
de Ce-
del
sare, e le altre storie del Nisco, del Far-
neraro, del de Sivo, del Bernardini, sa di
quali
godessero
favori
e Vincenzo Criscuolo
come
,
i
luciani Raffaele
padre e
figlio
fosse specialmente popolare
don Rafele
'a lancia,
il
,
e
primo,
e con quanta brusca
dimestichezza trattasse talvolta
rampolli
i
reali.
Nella
dice che
Re
sua
i
opera
luciani
Raffaele de Cesare
non accompagnarono
in quell'ultimo viaggio
;
Luigi
1'
il
ostri-
caro affermava che solo quattro, e dei più
fidi,
segretamente
lo
seguirono dal primo
giorno, e che egli era fra costoro.
giungeva
-
come
cuino di appunti,
raccolgo
-
che,
dal
mentre
la famiglia e gli aiutanti di
Ed
mio
il
agtac-
Re, con
campo, par-
9
Prefazione
da Caserta
tiva in carrozza
alla volta di
Manfredonia, salpava per Trieste
con a bordo Raffaele Criscuolo
minante
/.^
FuU
il
lancia e
i
quattordici marinai suoi di-
pendenti che formavano X equipaggio di
essa
;
e
contemporaneamente muoveva
per Manfredonia
il
Tancredi con a bordo
Vincenzo Criscuolo, avente
i
suoi ordini
ai
quattordici marinai dell'equipaggio della
seconda lancia
la quale,
,
come
la
prima,
batteva, così allora dicevasi, padiglione reale.
Il
febbraio 1859
1.°
aveva trovato a Manfredonia
ché questi
si
era
piegò a Bari, ove
e vi aspettò
bordo
la
il
Re
;
che
Maria
due lance erano
numero, ladani
Re
per-
via
,
ri-
era in grave stato,
Fulminante
principessa
rinai delle
il
ammalato per
il
non
Tancredi, che
il
aveva a
mamaggior
Sofia.
,
in
I
se ne contavan pochi di
Sorrento, qualcuno era di Porto, qualche
altro di
Castellammare.
Allorché fu deciso di ricondurre
a Caserta, egli
venne
issato,
il
Re
com'è detto
Prefazione
IO
anche nell'opera del de Cesare, con
il
i
suo
a bordo del Fulminante
letto,
tutto
;
ed
suoi fedeli marinai presero con grande
ardore a vegliarlo e ad accudirlo. Gli da-
vano
bagno,
il
sostenevano a braccia
lo
come un
fanciullo, gli
zuola ed
i
guanciali
ogni
viargli in
piangevano.
figliuoli
!
E
il
,
cambiavano
le len-
cercavano di
modo le orribili
Re diceva loro
Raccomandatemi
E
pene.
:
Grazie,
-
Madonna
alla
della Catena, e pregherò per
alle-
voi...
Dalla Villa della Favorita a Portici, nelle
cui
acque
stessi
Fulminante gettò l'ancora,
marinai condussero
zione e
dovea
il
lo
Re
alla Sta-
adagiarono nel vagone che
trasferirlo
essi soltanto
il
gli
-
a
Caserta.
e forse quelli
tarono nel viaggio
-
desimo vagone. Di
tre di
,
che
lo scor-
presero posto nel me-
nome: Francesco Raffaele
Corallino di Porto
Quattro di
costoro
si
sa
il
di Lipari, Carlo
Salvatore Santaniello
di Castellammare di Stabia. Colui, che a
mezzo dell'amico comm. Franz Lecaldano
Prefazione
mi
forniva
Servino
primi marinai
i
ed ora conta 75
nome
che
quel
di intervistarlo
segnarne
con
me
ricordava
il
proprio
trattarsi
quale
del
fedelmente
Quando mi venne
racconto.
non pensai
cognome.
Re»
del
il
non sarebbe strano
ostricaro
riproduco
nanzi
Ma
possa
r
Luigi
Non
anni.
del quarto.
ritenere
chiama Giosuè
notizie, si
tali
fu tra
,
11
E
in
la
versi
inil
prima idea
utilità di
alla
me
ora
più
di
ne dolgo
stesso.
Questo
superstite Servino, che faceva,
con Raffaele Criscuolo,
quoti-
servizio
il
diano postale pel Re, tra Caserta e Napoli
di
,
racconta pure che
Serracapriola
,
dono
ritratto
;
lo
periodo di trambusti non
ma
il
Servino
custodito quel
po
si
,
che
vi
aveva
ritratto,
recò dal duca,
d'
,
ebbe
Austria un
Servino. In
affidò al
a
rilevare
Maria Sofia
Imperatrice
dalla
e
a
recatosi
Trieste la principessa
in
vecchio duca
il
quel
pensò più
;
gelosamente
dopo qualche temal
palazzo di costui
Prefazione
12
Riviera di Ghiaia, e glielo consegnò.
alla
E
duca
il
gli
dono
fé'
di dieci piastre.
Molti punti del racconto di Luigi V ostricaro
-
del quale
da
stiche segnai fin
cuino,
a particolari
volumi del de Cesare non
Bernardini, del di
marinaio Servino.
di tutta la
defezionò
:
ed
,
11
ai
quale faceva
affermarono
marinai
nati dai Criscuolo
i
e cioè
Saetta,
il
tero
Il
inganna-
defezione
napoletani
padre e
tre
il
Messaggero e
(come
Messaggero e
guadagnare
le
il
acque
e vennero consegnati
al
tutta
capita-
figlio, (e
Vin-
dirlo) con-
bastimenti ad essi
fuori tiro degl' italiani,
vano).
s'
la
cenzo Criscuolo è vivo e può
dussero
solo,
ricordi
Marina napoletana. Non
i
con-
de Sivo, del
notare, inoltre, che gli storici
allorché
tac-
Martino, (recentissime
Ricordanze storico-morali)
rono
mio
nel
in quelli del Nisco, del
dell'ex
caratteri-
frasi
allora
corrispondono
-
sacrati nei
ma
alcune
il
affidati,
Delfino,
allora dice-
Delfino potetdi Civitavecchia
governo ponti-
Prefazione
ficio
siglia
Saetta, raggiunte le
il
:
fu dato
,
acque
consegna
in
Cutrufiano. Tanto Luigi
il
13
/'
al
generale
quanto
ostricaro
Servino han dichiarato dunque
vivacemente
mento
,
di tutta
falsa
la
l'
Marina
Ed
ora
:
correggere
sito,
con
ho voluto
borbonica. Essi,
insigne
Dio
?
non
ce-
!
forse io smentire o
quanto afferma, a
r illustre
assai
la loro frase ener-
manco nu chiuovo
gica,
,
asserzione del tradi-
dei bastimenti ove imbarcavano,
dettero, per dirla
Mar-
di
tal
propo-
de Cesare nella sua opera
me
ne guardi. Mi sarebbe
stato invece assai facile modificare le ot-
tave dialettali su
le
notizie
definitive
di
Regno ma
non ho voluto farlo perché mi è parso
di dover conservare al componimento
poetico tutto il carattere popolare per non
cui è cosi ricca
alterare
il
tipo
La
fine d^un
;
del luciano borbonico, nella
Prefazione
14
tenacia
scatti, nelle
contro
sue
delle
la
darlo appunto
Del
i
liberali
?
resto, oltre l'asserzione
celate, fra
-
il
il
che può
che da Ca-
Re solamente
segrete guardie del corpOy
seguito,
racconto di
- il
Luigi Vostricaro combacia in molti
con quello degli
storici.
di questo vecchio,
tori
suoi
nei
Perché sfron-
tutto quello
di
fedele ritratto
il
quattro marinai,
ben
ed
accompagnarono
serta
,
sue rampogne, nei suoi sfoghi,
libertà
costituirne
convinzioni
ed
il
Restano
gli
punti
sfoghi
giudizio dei
let-
benevoli e malevoli. Gli sfoghi sono
autentici, e basta la
chi sa
come
sia
vorare
sul
levoli,
pensino
vero.
mia affermazione a
mia consuetudine il laQuanto ai lettori mapur
quel
che vogliono.
mi buscai, nientemeno, un
processo per un altro tipo di popolano
che fu oggetto di mio studio 'O pezzente
'e San Gennaro, Questo pezzente, delFO""
spizio di San Gennaro extra moenia, era
un giorno seduto, fumacchiando, nei giar-
Anni
or sono
:
Prefazione
Piazza Cavour. Mi sedetti
dinetti di
canto a
\
sue escandescenze e
le
mio
nel
sui piati
i
ac-
Segnai
parlare.
e lo feci
lui
5
ne ricavai una macchietta po-
taccuino,
polana, ed ebbi la idea di pubblicarla nel
Mattino.
Il
ordinanza del Procuratore del
rinis.
una
Re de Ma-
Mattino fu sequestrato, con
Vennero
gli
agenti nella tipografia
del gi'ornale, buttarono all'aria
caratteri,
i
procedimento contro rne, per
fu aperto
E
offesa alle istituzioni!
il
giorno dopo, nel
medesimo Mattino Edoardo Scarfoglio
pubblicò un articolo di fondo, intitolato: //
,
terribile
anarchico Ferdinando Russo.
Chiamato innanzi
cavalier
Lopes
parizione
„
io
-
-
giudice istruttore
al
"
con
mandato
m'inerpicai
com-
di
ridendo per
le
smussate scale del vecchio monastero
di
donn Albina, ove
s'
pipistrello, la Giustizia,
posizione
-
macchietta ?
verto a
Perché
-
scriverne.
-
e feci la
avete
Perché,
come un
annidava,
d'
mia dequella
scritto
ordinario
Ma come ?
-
,
mi
Si
,
di-
mio
Prefazione
16
Dio!
si
E un
gusto
come un
altro! C'è chi
ficca le dita nel naso, chi gioca al lotto,
chi
manda
lettere
d'amore
naca per avere una
lire...
vendo quella
ecc. ecc.
l'
ecc.
,
e
sfogliatella
Io scrivo macchiette...
-
intenzione
mo-
alla zia
dieci
Avevate,
di
scri-
offendere
?
Fui quasi tentato di rispondere
tanto
sì,
mi pareva balorda la cosa. Per fortuna,
il magistrato era una persona di
spirito,
oltre ad essere una persona intelligentissima. E r avventura finì come diciamo
,
noialtri napoletani, a vrenna,,,
non
Senonché...
completamente.
fini
Ebbe una coda di balordaggini poliziesche.
Quando Nicola Maldacea, innamorato del
tipo,
con un comento
volle interpretarlo
musicale
-
creazioni
-
e fu
la
una
delle
Pubblica
altrove.
La macchietta
dificata:
cischielloy
il
ritornello,
cambiato.
e,
sue
forti
Sicurezza
Roma,
venne, a Napoli e a
più
inter-
credo, pure
dovette essere mo-
che invocava Fran-
Ma
il
pubblico
an-
Prefazione
17
dava e va lo stesso in visibilio per Maldacea, quando lo sentiva e lo sente borbottare con la voce tremante:
Tanno,
e
mo
*e
ppezze
'e
ttenimmo,,,
'e
tenevamo pe
nfaccia a
li
niente,
cazunef
*
* *
Le prime
poemetto
,
quattro strofe di questo
sotto
il
titolo
mio
'O marenare
'e
Santa Lucia, diedero Y ispirazione a Beppino Villani
riuscito a
d'
fare
interpretarne
opera
di
il
tipo. Egli
arte
superba.
Truccato da vecchio pescatore lucianOy
presenta
ai
è
pubblici che lo ammirano;
si
ma
poiché in quelle prime quattro strofe non
vi
è alcuna allusione politica, egli
stato molestato dalle
"
Autorità
sarebbe stato buttato a marcire
tetra prigione
se
non
si
„.
non è
Forse,
in
una
fosse limitato a
quelle o avesse scelto altre strofe più piccanti.
Prefazione
18
Quanto a
me non
dispero
,
pubblicazione di questo
i
diritti
una
civili
palla di
e
politici,
cannone
in quel tenebroso
tutti
ricordano
,
al
,
libro, di
Napoli, nel Dicembre del J9I0.
perdere
piede, precipitato
cimitero
d'If!
la
per venir poi, con
mare che era
- il
dopo
,
-
come
del castello
V
-
Addò
Addò
se vére cchiù, Santa Lucia ?
sentite cchiù Y
Nce hanno
luvato
addore e mare
o mmeglio,
N' hanno cacciato anfino
E
!
*e
?
chesta via
e marenare
f
!
pure, te facea tant' allegria,
cu
chelli
'O
munno
vota
Se
scarta
o bello, e se ncuraggia o brutto
bbancarelle
e
sempe
II*
ustricare
!
e vota *ntutto
!
!
*0
22
"
luciano „ d'
'o
Rre
2.«
Ah, cornine
ccà se tuccava
Mò
ncopp'
va
tutto
cagna
tutto
!
A
tiempo
mare cu nu
*o
rito
o mare passa n ata
!
strata,
caro, e niente è sapurito
!
Santa Lucia m* ha prutiggiuto sempe
M' ha
ca r
e
rata 'a vista
ommo
ÌY
nocchie,
comme
cagna
quacche vota, quanno
!
pe vere
cagna o tiempe,
me
e ca chi sa che véne, appriesso a
Io,
tata,
*e
!
sto nfuscato
me straporto a quann* ero guaglione,
me crero ca so* muorto e sutterrato
e
sott* 'a
muntagna
Pare n ato paese
Tu
E
'e
!
chisto
E n
nce cammine e nun
Sciatamone
ata cosa
!
te truove
cchiù...
pure, è certo, era accussi spassosa.
Santa Lucia
d*
!
a primma giuventù
!
O
" luciano
„
d' 'o
Rre
23
4/
Arbanno
juorno, dint*
vuzze, a mmare,
'e
e addore
e scoglie e d' ostreche zucose
Verive
*e
bbancarelle
cu
o bbene
E
tutt'
e ll'ustricare
e Ddio, càrreche e nfose
chelli ttarantelle int' *a
Femmene
staggione
assai cchiù belle
Uocchie e
velluto,
p'
cu
e
'e
ccanzone
a festa
*a
*a
Mò...
r*
t'
pp urtava
*e
bbona pesca,
cantina
*e
r *a
?
Cca
cummò
*o
marenaro
fai
ir
uocchie
?
E,
quanno
chine...
e
*a
!
mare,
r*
*e
renare,
sempe chiena
s*
è fravecato
Tutto è prucresso, pe puté arrunzà
Si*
!
Catena,
cuoppe
*e
Cient* anne
che ne cacce
mo*
'e
vocche e passione,
Maronna
*a
!
!
e chelle
lazziette d' oro e perne, int' *e
Tutt'
!
*e
!
!
!
faticato,
rezza nun
t*
*o
ddà
!
II
Quanta
ricorde
N* arena
d*
Quanta cose
!
oro e
n'
abbunnanza e
Treglie e merluzze, vive,
e
*o
mare
Veneva
*a
Aonna,
tutto
*o
int*
cummigliato
voce, da
mare
!
li
Aonna
appicciavano nnanza a
p
*a
"
eh' è
li
!...
!
ciele
!
e spaselle,
'e
vele
pparanzelle
8*
pruvverenzia
belle
„
E
Ssant*
!
:
li
ccannele
Anne,
venuta aguanne
!
„
*0
28
"
ladano
</'
'o „
Rre
7.«
Te ledevano
comm' o
uocchie
11'
Tenive mmocca
*o
ddoce
cu uno
Era justo
N' appicceco
?
Muglièreta
Nu
Ncapace
?
*e
ffigliole
*e
e musulline e tele
e tutto,
tre
'e
scuoglio
!
pparole
tiempe
e ogne cazetta era nu carusiello
*E state, tuorno tuorno
muntagne e
L*
addore
'e
nterra
e,
appriesso,
!
!
bello,.
!
ustricare,
all'
freselline e tarallucce.
purpetielle e fasulare
faceva addeventà pisce
E
!
Era fedele
niente, a chillo
!
ogne mmèle
d'
Nfra r anno 'mmaretàvemo
sole
'e
cannucce
!
mare
;
a rena Sciascia va
*o
ballo d'
*e
*o
ttarantellucce
e nu suono e chitarra e tammuriello,
e na magnata
d'
ostreche
'o
Castiello.
;
I
'O
"
d
luciano
29
Rre
'o „
9.^
Facevamo 'Accarèmia
mmuccava
a chi se ne
Scummessa
e
E
fatta,
n* agliuttive
tre,
s'
IFova tosta,
*e
a doi pe morza
accetta
cu
tutt'
a pruposta,
a scorza
comm* a
a coppa, vino niro
!
gnosta,
e danne quanto vuò ca cchiù se sorza
E
o bello, nun
Robba
cadevamo malate
sincera, e
!
!
!
stuòmmece pruvate
!
I0.«
'E ffeste p*
'a
Maronna
e miez*
Austo
'A Tìzegna pe ncignà X àbbete nuove
Te nce spassave
pecche
*o
pputive
!
!
e nce pruvave gusto,
fa
!
Tenive
'e
chiuove
Mo', vai p' assaggia vino, e siente musto,
te
vonno dà e mellune senza prove,
e,
comm' a
chillo,
si
mine
sciato a mare, te
*o
sfurtunato 'ntunno,
va
nfunno...
!
'O
30
**
luciano d*
'o „
Rre
11.
'A nzegna ne chiammava
D*
uommene
e nenne friccecava
furastiero,
nun sapenno
se fermava a riva
:
niente,
e ched' è
mmare
o carriavo a
I
pe guardare,
se sentea piglia pèsole
Mm'
mare.
*o
summuzzare
tu quanto te spassave, a
si
?
appriesso a
me
12.«
E
che vedive, Uà
e chillo ca
Doppo
E
:
festa,
n'
!
Strille
e resate,
aveva calatune
I
"
Signò, scusate e perdunate
e
nun
s*
affènneno
Cchiù de na vota nce se
'a
Riggina
E
'o
!
cu amice e cu pariente,
Sott' *o sole,
'O
e gente
folla
e' *o
Rre,
sott* *e
nisciune...
so' truvate
Burbune...
Rre, ca tuttuquante nce sapeva,
quanta belle resate se faceva
!...
!
„
!
Ili
13.*
Io
mo'
*a
sbentura
tengo
so' bbiecchio,
mm* ha
fatto *o
embè, affruntasse pure
pe vede ancora
*a
E
nterra
nce penzo, e
I
ati
N'
me
!...
*o
E
anne,
core tuosto»
malanne
faccia d* 'o
Ferdinando Sicondo
Còppola
sittant'
Rre nuosto
che ne sanno
?
!
ttengo annascuosto
sento n ato ttanto
So* stato muzzo, a buordo
*o
!
Furminanio
!
!
!
'O "
34
Re
luciano „ d''o
14.^
me
*0 Rre
Cchiù de na vota,
m* ha
E me
fatto
me
canusceva e
(
sapeva
còppola e denocchie
capì chello che vuleva
sàglieno
Uacreme
'e
'A mano ncopp*
!
)
!
alFuocchie!
int'
me
spalla
*a
!
metteva
:
Tu nun si* pennamlo e nun arruocchie
Va ccà Va Uà Fa chesto Arape a mano
**
t'
E
!
!
!
!
!
parlava accussì
:
napulitano
„
!
15.
Quanno veneva a buordo
tutt* *e
Mucchietiello,
Èramo gente
**
nomme
Ah
!...
Me
:
che vita
frato
!
!
Calamita^
Scialone, 'o Carpecato.»
*e
core
Murinimo, quann
Mo* che nce
Ma
comm' a
Trattava a tuttuquante
Sapeva
!
resta,
scurdavo
!
'o
E sempe
aunita
Rre Y ha cumannato
pe nce sazzià
'o
!
mmeglio
!...
!
„
?
'A libbertà
!
'O
"
luciano „ d' o
35
Rre
16.«
*A libbertà
Chesta Mmalora nera
!
ca nce ha arredutte senza pelle 'ncuolle
'A libbertà
puntunera
*Sta fàuza
!...
ca te fa tanta cicere e nnammuolle
Po' quanno
Senape
*a
t*
ha
varca
cammina
n'
rummane cu na vranca
'e
tu,
!...
spugliato, bonasera
spurpato comm* a
e
!...
e
*a
!
fava volle,
uosso
'e
cane,
mosche mmane
17.«
A
libbertà
!
Mannaggia
chi v* è nato
*A chiammàsteve tanto, ca venette
Ne songo morte
a llave,
Mo\
'o
sango,
gente
sott*
!
!
!
S* è ghiettato
e bbaiunette
!...
vulesse vere risuscitato
a
o Rre ca
E
isso,
n* 'a
vuleva e
ca passai pe
n' 'a
ttraritore,
se ne facesse resatune
*e
core
!
vulette
\
!.
IV
.
I8.«
Comme
Ile
piaceva
a capunata
!
Quase ogne juorno na capunatella
Se ne faceva
e doppo,
Po*,
*o
justo
scialata,
bicchierino e
a pastarella.
cu na bona tazza e ciucculata,
se pastiggiava
sempe
Ah, chella tazza
ca,
na
!
comm* a
!
'a
marennella.
Chella tazza
.
fuie,
mo*, nce ha *rru vinato a nuie
!
40
" iuciano
„
'O
Rre
(f
W
Che nce
ca,
pe
mettette
farlo muri, Y
Meglio era
Isso, eh'
s*
e certo,
Ma
si
o
mpiso
?
'e
!
guaie
tutt* *e
!
ssapette, *nparaviso,
*o
nce o pperdunaie
ggiurarria,
nun era
n avriamo
avvelenale
causa
*a
'O Rre nuosto
chillo
nce mureva acciso
isso
è stato
rinto,
*a
ttuòsseco
*o
viste tanta
cane
*e
*e
!
sta tazza,
chiazza
!
20/
Lassammo
sta'
!
Nun ricurdammo
Quanno nce penzo me
sento malato
Se verèvano a sciumme,
Mo' è raro pure
Trasètteno
Nun me
?...
Ma
dicite ca
Trasètteno, gnorsi
E
'o
'o
'e
ppèzze
me
so'
'e
'e
!
!
Senza cammise
ddicevano stesso
!
trademiente
ngannato
!
'argiente
sordo scartellato
a botte
!...
niente
piamuntise
!
!
!
!
'O
**
J
luciano „
'o
Rre
4V
2I.«
Mo*
lloro
Ma,
p* arriva,
A
stanno
coppa
*a
me
Lia
s*
pure
sta
ccasce chiene
'e
Nce hanno spurpato
*e
Mo*
n hanno magnato sivo
Palazzo Riale,
M* aggia
!...
sta* zitto,
senti parla
anfino
è ove*
?....
Ve
ali*
bene
!
!.„
!
uosso vivo
!
Nun ve cuinmene
?
fa currivo ?
!
avriano jucato a paro e sparo
*o
Santo Tesoro
*e
San Gennaro
!
22.«
So' biecchio
Me
So* gnurante
?
sustenite eh* è
tutt' *o
?
Nun
ccuntrario
Embè... voglio sape che fosse
Nun
Io
po'
fui n*
tengo
*a
rrobba, tu m*
me
rice
ca serve pe
Arario
*o
fui
!...
Io
ca
t*
*o
1*
Fisco
mmiette
Arario
!
mmagnaste
tu
!
?
*nfrisco,
!
nun cumbino cchiù
*o
?
?
aggrisso *o cchiù straurdinario
Parole nove
St*
capisco
!
42
" luciano „
'O
(f 'o
Rre
23.«
Chi ne sapeva
U oro
jeva
niente, *e chesti ttasse
Ognuno, a gusto
cu
'e
comm'
accussi...
'e
Mo* manco cu
'e
ca vanno care
comm'
Songo gnurante
Ma...
lupine
magnava
suio,
ssacche chiene
*e
?
!
!
grasse,
'e
rurece-carrine
!
ppatane uno se ngrasse,
tagliuline
'e
Avraggio
?
quanno mai,
io
!...
tuorte
tutt' 'e
jastemmavo
!
muorte
'e
?
!
24.«
Me
so'
mparato mo*
!...
É
sango stesso
'o
ca se revota e nce scumbina
Ah, tiempo bello
!...
Si*
*e
ccape
squagliato ampresso
Nui simmo add e ventate tanta crape
Ah,
so*
Po'
verimmo
gnurante
*E palazze
Ma
s*
?...
è perza
?...
Nce
*o
*a
!...
!
!
scuntammo appriesso
sta porta chi
So* belle
!...
1*
arape
*E strate
semmenta
d*
!
?...
Pure
e signure
!
!
'O
" luciano „
(T *o
43
Rre
25J
Addò
stanno, Statella e Muliterno,
nu ruco
r'
*a
Riggina o
n*
Uttaiano
vengere nu terno
Fosse cchiù certo
'e
Nun m* avan tasse
cchiù
:
"
So* luciano
E
stata vuluntà d' 'o Pat* Eterno,
si
no, V* 'o
ca, si
chillo,
nun
'o
!
!
!
„
scummettesse a piezzo *nmano,
era munzignor Caputo,
Sissanta,
nun
sarria
venuto
!
V
26.«
So* stato
d* *o
marenaro mmiezo
Rre, inalato
*e
'a
scorta
chella malatia
Tutte pronte a vigliarlo
!
Arreto
*a
!
porta^
nnanz* a carrozza, sulo, *ncumpagnia...
Mai na parola
!
Mai na
faccia storta
Mai nu suspetto, pe Santa Lucia!
Era sicuro
*e
jì,
veni, resta...
»
E
luciane suoi
stevano Uà
!...
!
'O
•48
"
ladano
,,
d* 'o
Rre
27.«
-Stevano Uà
Ogne
Na
!
ogne guardata, ogn
parola,
Viaggio
squatra pronta a tutto
tristo
assai
Cchiù de na vota
ca ne vulea
Isso,
n*
!
s'
Viaggio brutto
!
!
è purtato *nquatto
tira *o
arrivava a sape che
pe
atto
s*
ccustrutto,
era fatto
chella malatia misteriosa,
decussi nfama e tantu mai schifosa
!
28.
Vi'
cu
e*
anno
fui,
chillo Cinquantanove
chillo spusalizzio *e Francìschiello
L* otto
*e
Jennaro, chiove, chiove e chiove
C* aveva fa
Lampe
i^
Partette, *o puveriello
e saette,
mmiezo
e pigliaimo nu bello
<jià, 'o Rre,
«e
ir
!
*e
!
strate nove,
purpetiello...
ca nce credeva,
*a iettatura,
era ntruitata, sta sbentura
!
!
" luciano
„
'O
49
Rre
(f 'o
29.
Partenno aveva
ritto
:
"
Si
ncuntramma
nu monaco, nu zuoppo o nu
sarrà
nu malaùrio
E da nu
Nun
fui
e già
Cammenammo
!
!...
„
piezzo se sentea malato.
parola
ritta,
?
guardammo,
nui
penziero suio
*o
Chi ncuntrammo
E
scucciato,
s*
era avverato
Tre muònece
scatasciaino trònole e saette
!
!
'O ddicette
!
30.
A
Mugnano, cu
*o
friddo dint'
ali*
ossa,
scennette e jette a Santa Filumena.
Isso,
sott*
e
a Riggina, rossa rossa,
a nu viento ca
Se sape
ca
figlie,
dint'
Doppo,
!
*0 sango
*o
Ile
Signore
fa
tale
*o
mmena
mossa,
a ccKiesia se riggeva appena
s*
!
!
abbatte ncopp* a nu cuscino,
e che nuttata cana,
anfi*
'Avellino
!
4
'O
50
"
luciano „
d
Rre
'o
3I.«
Meno male
e
juorno appriesso,
'o
Ma
ca pò* se repigliaie
credite ca *o
ali*
tiempo
unnece, partette
s'
accunciaie
*0 nfierno pure Uà nce se mettette
A
munno
!
mio, nun m* è succiesso maie
Fui tanta e tanta
eh* io
?
nun
v*
*a
neva che
abbasto a dicere
Lia nce cadette
a neva
*e
!
cadette^
:
zeffunno
!
munno
tutt* *o
!
32/
Nu
cielo
e nnanz*
Tu
*e
e
ali*
chiummo, na campagna
nocchie nu lenzuolo
janca,
e neva
vai cecato... *A zoza ca te stanca,
ddete
Po'
cierti
*e
fierro...
E
*a
forza, chi
t*
*a
E
Che facimmo
isso
:
-
deva
vventecate, a dritta e a manca,
ca sulamente Dio nce manteneva...
-
!
?...
Fermammo, Maistà ?
Jammo nnanza
a
cammenà
!
?
'O
"
luciano „ d'
Rre
'o
51
33.^
Ma
eh' era 'acciaro,
Facevamo
E
passe ogne
tre
ore
doj'
!
duraie e durale, chesta pazzia,
a quanno nun turnaie
nfi*
-
o steva *nfrennesìa ?
Maistà,
nun
battitore.
*o
è pussibbele, p'
'a
via...
Ccà passammo pericule e mmalore...
da
E, cunzigliato
isso urdinaie
:
-
'o
barone Anzano,
Vutammo
p'
Ariano
!
34.^
E
E
jettemo add'
Vescovo
!
Capite
?
o vescovo era Munzignor Caputo
Doppo nu
*o
'o
Rre
E no
miglio a ppede,
nu
arrivai
sul' isso
!
Nun tenevamo
straccio
Stevamo
'a
forza
!
me
crerite ?
Nterezzuto
sfenite
e
!
!
!
chiammà
ajuto
'A Riggina, pe farve perzuvaso,
java
int'
a neva cu
*e
scarpine
*e
raso
!...
t
52
" luciano
„
'O
d* *o
Rre
35.^
Che nce
'A
sera, *a
Lia fuie
pe
vulette,
bbona
piglia
!
chello vveleno, o che
?...
Nun ne parlammo
zuzzimma
!
Quant' è certo stu juorno ca sciatammo,
stu Munzignore ca v'
dopp*
Sissanta,
'o
annummenaie,
po'...
se n* a vantai e
!
3ÒJ
Embè, chesto
ca r
*e
se fa
cercata
*o
nun
s'
io
songo
già ca sceglio justo
"
Avvelèname a
o
tuio,
ha
data,
suio,
a ciucculata
me
tentato, io
sulo pecche vene
1*
pe gusto
toia,
vaie a ntussecà cu
Ma
Pròssemo
mitria e te
'a
ca vene a casa
?...
!
'O ppriparàino apprimma
Bella
!...
!
magnammo
Ddio, votta e
'e
o mbruoglio
Dicetteno ca no
calimma
ne
!...
fuio,
a mala strata
Demmònio
chisto, e
e dice
simm* amice
:
!...
„
!
O
" luciano „
d' *o
Rre
53
37.«
S' era
perduto ogne timore
Putive suspettà
Va
*e
Ddio
nu saciardote
'e
buono, se mpattai
!...
Ma
?
ve
rich* io
ca r avarriano acciso ciento vote
Chisto, verite, è razziucinio
Nce
E
n*
po'.,,
addunàimo
si
!
parie ca
che vene a
di'
mio
!
!
!
Ch' èramo, carote
nun
si'
?
birbante,
ca doppo te
n'
avante
?
l
Vi
38.^
'O Rre, ca già nun se senteva buone,
pecche già ncuorpo serpiava
se sape
!
quann* avette
'o
se sentette cchiù peggio
Basta
;
nun
*o
*a
vulette Ddio,
mmale,.
calatone
E
mmettimmc n
nun ce scurdammo
Gomme
I
'o
naturale
!
custione,
cosa princepale
Uà dintu
ì
Uà,
magnàjemo... e nce ne jettemo a cucca»
*0
58
"
ladano
J'
„
o
Rre
39/
Ma
*a
notte,
nce mena
tutte dint' 'a stanza *o Rre...
Vedennolo, accussì, cu
r
addimannammo
- Lia...
Uà...
Se vuleva
Da nu
E
nu remmore
antrasatto,
all'
:
chiir
-
IF
uocchie
Neh
"
ommo...
accustà... vicino
spurtiello...
nui cercàimo...
dint' *o
Ma
!
a
fore,
Maistà...
Che
Nu
cuspiratore...
a me...
muro...
Uà... „
che vuò truvà
!
40.^
S' era sunnato, e overo se credeva
d*
ave
vist'
uno ca
quanno ca pe
cheir era
E
'a
sti
1*
assassenava,
suonne che faceva
malatia che
chi durmette cchiù
?
!
cammenava
Nun
e se chiacchiariava...
Air
vota
Nce sentettemo
*a
*a
stessa renza
messa, e po'
!
veneva
te
Arbava juorno
otto, n* ata
r*
:
!
!
partenza
è
? „
"
'O
luciano „
d
'o
Rre
59
41.^
Che
precepizzio
*e
via dopp* Ariano,
jenno pe Foggia e Andria e pe Canosa
*0 Rre malato,
chillo
tìempo cano,
nu mbruoglio pusetivo
Ogne
vivo,
po' a
e gente
mana
pe Ruvo e
Bitonto,
e'
tuttecosa
!
a mano...
isso cacciava
(*A veco sempe, chella
E
'e
aspettava a tutte
nfosa...)
Trellizze,
pizze...
42.^
Aspetta, aspetta
O
!
Rre passava e
trotte,
pe tuccà Manferònia ampressa ampressa
E
p'
e
doppo
Acquaviva nce passàimo
cu
n* ora,
'e
!
notte,
a truttata stessa,
diune, stracque, ammatuntate 'e bòtte,
cammina, pe ghi ncontra a Princepessa
A
Taranto, spezzate dinto
tu qua' fermata
!
e
!
mmecce,
Nce fermammo a Lecce
!
60
'O
" luciano
„
d' *o
Rre
43.^
E
a Lecce se nchiummai
pecche, che
saccio...
s*
!
Nun
pare overo^
era repigliato...
Parlai cu tutte, ricevette 'o Clero,
e
'a
sera stessa vulett
i
triato
'o
Anze, vedite quanto steva
!
allero,
cu nu Truvatore appriparato,
ca,
isso alluccai
:
-
"
Fate Jon Checco
Che
!
Truvatore
M' aggia
!
A
diverti
chi ?
!,..
„
AA:-
Ma
'o
juorno appriesso, (e chi
nun se
partette
!...
'A cosa
s*
s'
'o
suppuneva
aggravava...
*0 duttore Lione ca curreva,
*o
nzagnatore ca m*
Apprimma, miccia
*o
salassava...
miccia, chella freva
se ne* era misa ncuollo e
e
'a
Riggina, gialluta
fa correre,
n* *o
comm' a
lassava
paglia,
da Napule, a RamagḷL
;
? )
*0
"
ladano
d*o Rre
„
61
45.»
Vene Ramaglia cu Capezze, vene
ir
anema
Se
e
ÌY
po' sape che
ca se va a galla
chi se stregne
ca nun
Eppure,
Tengo
*o
vene
urzo,
r'
;
è
?
Chi
!
chi ca se
int* *e
munno
tutt* *o
spalle
;
!
te sustene
va nfunno
;
cummène
chi
ssape, e 'o ddice chiaro e tunno.
chillo,
'o
'o
Rre,
1*
aveva
ditto
presentimento ca so'
!
fritto
!...
„
VII
I
46.^
Già,
quanno
primma ca
dicette
stu
Ramaglia
stu viaggio se facesse,
o Rre
:
-
"
Rama,
E vedimmo
sta scienzia
Ramaglia o
vesetai.
E
niente,
'O Rre
-
ma
però...
o guardai.
" Maistà...
chiammato,
fui
-
-
"
si
scienziato
che dicesse
State malato
ve prupunesse...
"
!
Che
ve prupunesse...
nun
„
!
„
prupunisse,
'e
?
di' ?
parti
!
„
" luciano „
'O
66
J* 'o /^re
47.'
-
Pecche
-
No... nient' 'e
Ma
Rre
dicette *o
?
chesto
che facimmo
;
eh' è funnarale ?
MilF anne
!
saluta
'e
Pe scanzà nu male,
?
mettimmo ncopp' a cuotto acqua vuUuta
E
Rre
'o
:
-
Ramaglia mio,
n animale
si'
Sta cosa 'ncapo chi te F ha mettuta
Nun me vuò
Quant'
'e
parti
fa'
?
Pe
pe darme
avuto,
!
me
chi
sti
?
!
?
piglie >
cunziglie
?
!
nun ce steva
!
48.'
E
vulette parti
ca
'o
Nu
!
cuoccio tuosto,
simmelo comm'
Tu
r 'e
Na
cosa bona pure
Ma
che buò
chiammato
fa' ?
?
isso,
E
t'
'a
chillo
t'
diceva
ha
rispuosto.
!
pe malaurio nuosto,
quanno ncucciava, niente nce puteva
'A
pigliai storta,
e vulette
partì,
se mettette 'ntuono,
malato e buono
!
!
"
'O
luciano „ J' o
Rre
67
49J
Che
v'
aggia
Chi sa
di' ?
!...
Si
nun parteva*
ferneva tuttecosa a ppazziella,
e chella sfenetezza che senteva
sarria passata
cu na
Ariano aspettava,
e
nun
isso
scumbinava buono
e te lassava
misturella...
'a
comm' a
a Munzignore e a
jeva,
jacuvella,
e sale
statue
tutt' *e
libberale
!
50/
Pirciò fui smaleditto, stu viaggio
cu
E
*a
iettatura *e trònole e saette
pirciò,
pe
causa
sta
anfino a Manferònia
Jettemo a
Bare...
Era o vintotto
E nce
stu
nun se
rammaggio,
jette
!
Già traseva Maggio...
'Abbrile...
arrivàimo
e na gran folla
'e
!
o
vintisette...
mmiezo a spare
*e
pupulazzione.
e suone,
O
68
" luciano „
d' 'o
Rre
51.^
Ma
n ato malaurio
Y attuccava
Te
pareva na cosa
fatt'
balcune a
Sott' *e
e
sbatteva
Ile
Vivo
/...
Vivo
Embè, o
!
Vivo
!...
Na
?
e
Faccramava
Botta e
ccrerite? Justo
o Rre a chi vede
!
causa nosta)
'a
mmane,
'e
...
apposta
aumentava,
folla
(genta tutta fedele
!
risposta...
mmiezo
via,
'a
cunfrataria
!
52:-
Cosa
"
A
E
ca, si se
conta,
chi r assigne
isso, (ca 'o
?
uno
Va
Signore
te dice
:
ncujeta a n ato
'o
benedice!)
nce rummanette troppo spaventato
Ogne mumento sunnava
e,
p' 'a
paura,
sempe
nemice,
cchiù malato,
ve putite penzà cu che
ricevette, accussi.
!
allegria
Maria Sufia
!
d
" luciano „
'O
69
Rre
'o
53/
Nun
se gudette niente,
'e
Parlava appena, passanno
chelli ffeste
paise
*e
1
!
Quatto, cinco parole, lestu-leste,
addò ca
ne facea
chillo
C* argentana
*E Ppuglie
!
fa'
C adduobbe
rise
!
e frusce 'e veste
ne spennettero turnise
!
Triate, balle, serenate, sciure,
e isso ncopp'
branda cu
'a
*e
delure
!
54.^
Ogge, nu poco meglio, e respirava
dimane, verde peggio
A
tavula,
Cu
*a
d' 'e
;
ccutogne
!
penzava e nun magnava...
capa
sotta, se
guardava
11*
ogne...
Mutriuso, accussi, sfarnetecava,
penzanno certo a
e'
aveano armato
e
*a
bbajunetta
'e
chelli
gran carogne
contr' a isso 'a
mano
Gisalao Milano.
.
!
vili
55/
Bare era propìo na galantaria,
cu
e*
tutte chilli
princepe rignante
accumpagnàino a sposa
tu te sentive
Chesto, pe
pecche add'
overo
dint' e
'o
n*
Gomme
E
p' 'allegria
ato ttanto
ccase e
!
mmiezo
*a
via,
Rre se ne faceano chiante
Po* avevano urdinato
-
!
sta 'o
Rre
:
? -
-
Lengua nimocca
Sta buono...
ma
!
!
se cocca.
74
'O
"
luciano „ J'
'o
/^re
56.
Aviveve
Pe dà
vede chella Riggina
*a
sullievo 'o Rre, facev' un' arte
Jeva essa stessa pure
Na
!
santa
*n
cielo
m'
int' 'a
'a
cucina
mettite
'e
!
!
parte
Senza vulè durmi, sera e matina,
a priparà dicotte, a firma
E
carte...
parlava cu miedece e dutture,
danno curaggio a e stesse prufessure
!
57.^
Passava
'o
tiempo...
'O
mmale
Nisciuno cchiù diceva na
aumentava...
parola...
Nisciuno cchiù durmeva o risciatava,
nfra
nu
Lampe
e
ir
silenzio 'e
vola...
allummate, gente ca pregava,
uoglio santo, e
e r abbetiello
Ch
quanno a mosca
'e
1*
acqua
'e
*e
Rre,
Nicola,
Che
!...
nun era
*o
Sant* Affonzo...
o era n ombra
San
Rre.
*0
"
luciano
„
J' 'o
Rre
75
58/
E
venette
Giesù
o scatascio
Se sapeva
Chiir uocchie suoi
!
Vivo, senteva
vedenno
Delure
!
*o
*a
Gomme
cuorpo ca se nfracetava
nu tremmuliccio ca
*e
e vierme ca
sete,
11'
guardava
morte, e nun mureva,
dint' ali* osse,
na smània
!...
!...
!...
friddo, freva,
te
spantecava,
senza arrepusarte,
ascèano a
tutte parte...
IX
59/
Comm'
o purtàimo, a buordo
Comme
'o
Furminanto ?
da Puortece a Caserta
jette
Erano mise, e chi assaggiava tanto
Erano mise,
Doppo
*a
priato a
durmevo
allerta
?
!
Dio santo pe santo,
povera Riggina, amara e sperta,
dice
e
eh' io
!
?
:
-
Tentammo
mannammo
a
st*
urdema speranza,
chiammà Vicienzo Lanza
!
m
" luciano „
'O
Rre
d' 'o
60/
Chisto era gran duttore e libberale,
ma
currette,
dicimmola comm* è
!
Surtanto, le fui ditto, tale e quale,
eh' isso, 'o
malato nun Y avea vede
penzato ca pareva male
S' era
fa trasi stu
nemico nnant'
e Lanza se strignette
A
1
saluta d' 'o
Rre
'o
;
spalle
dint' *e
Rre nun va
:
tre calle
„
!
61.^
-
Comme, nun va
ti,
tre
calle ?
inutele, sta viseta add' 'o
Io so' chi so'
Ma
!
Faccio
è troppo tarde,
P' 'o riesto,
V*
Rre
'o
ddich' io
!
mestiero mio
'o
mo
-
!
Sentite a
nu miracolo o
fa
Dio
me
!
!...
;
ma... si 'o facesse... 'o vvularria
vede
*0
e funtana
fatto è chiaro
Datele
latte
e
comm' acqua
femmena, e se sana
!
!
!
*0
"
ladano
^
d
o
Rre
81
62.«
'O miedeco curante era Rusato,
e se mettette a
dicette
Lanza
;
fai
N'
ccrire
?
e aggio sbagliato
?
ridere.
-
'o
Nnanza a Vicienzo Lanza nun se
rire
!
E, certo, o scienzia, o e ato fosse stato,
nui
simmo
jute cu 'e vestite nire
!
Speravamo, nce dèvamo curaggio,
ma
*o
Rre murette
'o
vintiduie 'e Maggio...
63.^
Chest
è,
quann'
'a
Furtuna è na zuzzosa
Si tu 'o rilorgio 'o guaste int' 'o
hai voglia 'e
E
*A
accussi fui
cungegno,
V accuncià, ca nun è cosa
!
Muort'
strata se facette
isso,
muorto
'o
'o
segno;
cade Gaeta, doppo quatto mise,
e nuL« natàimo
tutte int' 'e turnise
!
!
Regno
ntrupp ecosa,
Calibbarde aspettava e avette
!
"
'O
82
ladano
Rre
d' 'o
„
64/
Ah Ah Me
!
!
vene a
me
ridere,
vene
!
Ogneruno sperava ave na Zecca,
tanta renare quante so'
Faciteme e bere,
!
arene,
a Mecca
a Lecca e
a gallenella janca,
Seh, seh
IF
sti
Quanno
ppanze chiene
scialammo
Sciù pe
la faccia
bello, dint* a
vosta
!
A
!
a ficusecca
se ngrassa
Comme
st'
oro
Tenimmo
spitale
tutte 'a stessa malatia
Simmo rummase
fora
int* *o
a lucanna
Che me vuò
tutte
d*
di* ?
mmiezo
Ca simmo
!
'e
a Pezzentaria
libberale ?
r appuoie, sta sbafantaria
Quanno
figlieto
int* *a
scale,
!
E addò
cerca
f
?
chiagne e vo' magna,
sacca...
e dalle
Fine
'a
libbertà
!
ì
!
vuie e a lloro
65.«
Ccà stammo tuttuquante
l
l
NOTE
OTTAVA
Fière,
Nella
].-
2.^ ottava, rata,
per data, da dare
e nelle ottave seguenti
per de
soldo,
-
denari,
Il
come
per vede, corruzione plebea,
la
-
:
-
rito,
vere
Maronna, per Madonna,
arhanno, per alhanno, albeggiando,
per
detto,
r"a,
sordo per
renare
Santa Lucia
veva darci un famoso Quartiere
il
-
-
;
per,
e via.
cosi detto bonificamento di
lontano
-
dito.
per vedere
ruco per duca, crero, per credo,
- r///o
per
che do-
,
della bellezza
,
spinse
mare, che prima toccava la vecchia e
pit-
toresca via, tutta ingombra di banchette di ostricari, e
talvolta
giungeva
caratteristici.
ai vicoli sporchi
Prolungando
la
,
nuova
stretti
,
neri
,
ma
strada, la con-
giunse con via Caracciolo, abbatté case e casupole...
ma
veri
tetti,
ci
diede
i
fabbricati nuovi che ora
ammiriamo
casermoni che faranno sempre torto
ai costruttori,
OTTAVA
ed
all'
agli archi-
Ufficio tecnico municipale.
3.*
Nfuscato, fosco, di
,
malumore.
Note
86
da
StraportOy
straportd, trasportarsi ai
tempi passati.
Guaglione» ragazzo.
OTTAVA
4.-
Arbanno juorno, sulFalbeggiare.
Vuzzo, specie di barca da pesca.
Zucose, succose.
Nfose, bagnate, stillanti acqua.
Cummò,
cassettone.
OTTAVA
La
5.°
Cantina di Cient*anne era una famosa bettola che
pigliava
nome
dal
soprannome del suo primo pro-
prietario. Fin dallo scorcio del '700 era notissima, e
sempre
affollata di luciani.
(Vedi
il
mio
libro. Santa
Lucia).
Prucresso, progresso.
LI* uocchie chine... è
chie chine e
mane
bile spiegarla.
OTTAVA
una espressione popolare
vacante.
E non mi
:
Uoc-
pare indispensa-
Chine, pieni.
6.»
Cummigliato, coperto.
Aonna, abbonda. Era
do tornavano a
riva
il
con
lieto
grido dei marinai quan-
le reti pesanti.
E
allora nelle
Note
87
loro case quintuplicavano l'illuminazione innanzi alle
Madonna
imagini di Sant'Anna, di Santa Lucia, della
della Catena.
Agtianne, in quest' anno.
OTTAVA
1-
Appicceco, rissa, contesa. Spessissimo era
come
dice
seguenze,
fra
donne
mio marinaio,
il
Ma
che duravano e
,
senza con-
di tre parole, e
son pur famosi
davvero,
gli appiccechi sul serio,
durano delle giornate
intere.
salvadanaio.
Carusielloy
raccogliere
i
OTTAVA
state,
donne
solevano
luciane
le
come
popolane.
8.«
di estate.
Fasulare, specie di
mollusco saporitissimo.
Faceva addeventà pisce
corrisponde a
in frotta
le
loro risparmi nelle vecchie calze,
fanno anche altrove
*E
E
:
*e
cannucce
,
espressione che
faceva venire l'acquolina.
accorrono alle cann ucce con
1'
I
pesciolini
esca
,
e ab-
boccano.
Sciasctava,
da
sciasctare,
quasi intraducibile
:
godere
dondolandosi mollemente, crogiolarsi, distendersi con
mollezza beata.
^
88
Note
Ostreca d*
Castiello,
'o
qualità gustosa d'ostrica, pic-
colissima, prolificante intorno allo scoglio ov'é
stello dell'
Ca-
Ovo.
OTTAVA
'Accarèmia
delle
il
9.-
'
Wova
*e
uova sode
letteralmente
vecchia consuetudine
;
scommetteva a
toste,
:
l'Accademia
popolare. Si
chi bevesse più vino su le
e a chi più presto le inghiottisse.
neir Accarèmia, v'era chi
non
le
E
allora,
uova dure
per brillare
masticava
affatto...
*A coppa, di su le uova.
Gnosta e gnòstia, inchiostro.
OTTAVA
10.-
'A nzegna, vedi
'E chiuove,
i
:
Ferd. Russo, Santa Lucia,
chiodi,
i
denari.
Sciato, fiato, alito.
OTTAVA
ll.«
Friccecava, brulicava.
Summuzzare,
e andar fino
in
a Santa Lucia
fanciulli,
a
12
tuffarsi tutto e resistere sotto
il
Tacqua,
fondo. Era fiorentissimo un
tempo
mestiere di sommozzatore. Financo
e 14 anni, invitavano
i
forestieri
i
a buttare
89
Note
una moneta a mare
fino al
fondo
,
;
e
si
tuffavano
e la riportavano.
e scendevano
,
Vedi
:
Russo
Santa
,
Lucia.
Pèsole, di peso.
Carriavo,
da
carriare, trascinare: trasportar di carriera.
OTTAVA
12.»
Calatune, plurale di calatone.
Il
tuffare per forza qual-
cuno giù neir acqua, saltandogli
spalle.
di
I
luciani e tutti
Napoli
all'
improvviso su
pescatori e marinai del golfo
i
fanno cosi abilmente che non
lo
le
si
è
mai
avuto altro caso fuori dello sgomento di colui che subisce
il
calatone.
OTTAVA
Vedi
13.-
in prefazione.
OTTAVA
Pennarulo
dinando
Il
,
14.«
pennaiuolo. Così soleva chiamare Fer-
gli
scrittori,
fessori, tutti coloro che,
i
letterati,
i
i
pro-
colti, gli
eran
giornalisti,
passando per
i
sospetti e gli
venivano lumeggiati per
agitatori.
90
Note
Nun
non
t' arruocchie,
cerchi di formar comitiva
mettersi in rocchio
<irrucchiaTse,
riunirsi,
,
da
;
in questo
e,
caso, per darsi a sfoghi poHtici o per congiurare.
OTTAVA
15.*
Mucchietiello
Sciatone,
,
ctc.
Veri soprannomi di
/u-
ciani.
OTTAVA
16.»
La Mmalora
'Ncuolle,
Malora.
nera, la Versiera, la
addosso.
Fàuza, falsa, mentitrice, ingannatrice.
Puntunera
,
da puntone, cantone
:
donna da
partito,
sgualdrina.
Cìcere
e
nnammuolle
*a
varca
,
moine
interessate
,
false lu-
singhe.
Sempe
Varca cammina e
dinotare che
bia.
il
cammina
'a
fava
" fatale
Volle, bolle,
da
e *a
fava
volle
,
oppure
se coce, frase efficacissima
andare
bollire,
„
delle cose
che in dialetto
si
:
'a
per
non camtraduce
:
voliere.
SpurpatOy spolpato.
Rummane
ecc.
da rummanere
colui che chiude in
pugno
il
,
restare
vento.
:
Resti
come
^1
Note
OTTAVA
Isso,
17.»
esso, lui, egli
OTTAVA
Capunata
,
secondo
-
casi.
i
18.-
gallette o biscotti rustici
immollati nel-
,
l'acqua fresca, conditi con olio, sale, aceto, ulive, capperi, acciughe,
erbe aromatiche. Ferdinando
II
ne era
ghiottissimo.
Chella tazza
deli
Quella tazza di cioccolatte che
!
napoletani credettero fosse stata
con veleno, dal vescovo
detto pure che mons.
con un sigaro
altri
;
Ma
sono smentite.
che
il
di
della cosa.
Vedi
De
La
Cesare,
:
fe-
offerta al
Re
Ariano mons. Caputo. Fu
Caputo aveva avvelenato
disse con
una
pezzuola...
Le
il
Re
voci
qualche storico, pure affermando
Caputo era incapace
tralasciare di dire
i
che
,
dopo
tanto
di
il
'60
,
non seppe
,
si
era
vantato
Bernardini, Ferdinando II a Lecce
fine di un Regno.
-
Avv. E.
-
di Martino,
Ricordanze storico-morali.
OTTAVA
19.^
'Mpiso, impiccato, pendaglio
tore del voluto
da
forca.
Allude
all'au-
avvelenamento del Re, come sarà spie-
gato in seguito.
Note
92
Cane
*e
chiazza^ cani di piazza, cani randagi. L'al-
Re
lusione del luciano del
è chiara. Egli
chiama cani
randagi coloro che venivano nel Regno delle due Sicilie in cerca,
OTTAVA
A
secondo
lui,
dell' osso,..
20.»
sciumme, a fiumi.
Scar iellato, gobbo,
OTTAVA
21.-
Sivo, sego.
Spurpato, spolpato
Cummène, conviene
OTTAVA
da cummenire o cummenì.
;
22.-
Aggrisso, aggressione, soperchieria.
*A rrobha, la roba, la proprietà.
'Nfrisco,
in fresco
;
e,
figuratamente,
come
qui
:
in
sequestro, in confisca.
OTTAVA
*E
23.-
grasse, di grasso,
con abbondanza.
Dudece canine, dodici
letana.
carlini
;
antica
moneta napo-
93
Note
pasta di farina ed uova tagliata a strisce
Tagliuline,
sottilissime
una
:
delle specie più delicate dei
nostri
maccheroni.
OTTAVA
Crape
tani
24.»
plurale di crapa
,
chiamano
,
anche
cosi
capre.
I
l'isola di
popolani napoleCapri.
Arapey apre.
OTTAVA
25.»
Gli Statella dei principi di Cassaro,
Regina
,
i
Forcella
i
Moliterno,
Gentiluomini della
ecc.
aristocrazia napoletana, di cui si ricordano
fasti, le
grandezze e
le liberalità.
i
vecchia
sempre
Erano fedelissimi
i
al
Borbone, e qualcuno lo è ancora.
A
piezzo *mmanOy col
MunzignoT Caputo.
al
Vescovo
di
-
denaro
Ve
Ariano
,
in
mano.
ne furono due. Qui, allude
che
si
averne avvelenato Ferdinando
vantò,
IL Cfr.
dopo
il
De Cesare
'60, di
e Ber-
nardini.
OTTAVA
26.»
Pe Santa Lucia
mativa,
ma
sta
!
Nella ottava, la frase non è escla-
come una
constatazione semplice ed
94
ì^ote
per
tutti
Mai un sospetto per Santa Lucia
"
orgogliosa.
popolani del rione marinaro che va sotto
i
questo nome, e che
distinguono appunto dagli
si
pescatori e marinari del golfo
come
„ cioè,
due Torri
quelli delle
,
si
nome
col
chiamano
altri
di luciani,
quelli
torresi,
di Pozzuoli pozzolani, etc.
OTTAVA
27.«
Partalo *nquatto
portato in quattro, cioè, a braccia
,
dai quattro luciani.
OTTAVA
28.«
Purpetiello, piccolo polipo. Piglia
vale bagnarsi fino ai capelli
il
mare
e conviene quindi
;
sommo zzar e
Ntruitata
,
-
sempre
Aveva
di pescare
gli scogli,
della nota alla ottava
introitata
hello purpetielloy
modo
dal
;
questa specie di piccoli polipi fra
del
nu
nel fondo
tuffarsi
-
che è
11.*
quasi prevista
per
,
superstizione, la sventura.
OTTAVA
29.-
Scucciato, calvo.
seccato
,
annoiato.
E
Il
vale anche, in altro senso
Re
,
aveva davvero detto che
privo d' incidenti
se
egli
che credeva
il
si
al
,
per
malocchio,
viaggio non sarebbe stato
fosse
imbattuto in uno
95
Note
zoppo
in
,
Reggia
un
Ma
di Caserta.
vano dei grandi
De
parola
ritta,
Scatasciàino
,
vide tre monaci che
inchini., e lo
gurio; Cfr. gli storici
Parola
un monaco, uscendo dalla
calvo, o in
da
gli
face-
tenne per cattivo au-
Cesare, Bernardini, etc.
detta.
scatasciare e scatascio
,
rovinare, ro"
vina, disastro.
pessima
Trònole, tuoni. Infatti, quell'anno, l'inverno fu
e s'iniziò con violentissime
tempeste di vento e di
neve, e freddo intenso in tutto
OTTAVA
31.-
ZeffunnOy bizzeffe, grandissima
che
come neve,
precipiti,
acqua
scendimenti
,
nu zeffunno
*e
risate
-
Nu
denaro
-
Nu
si
zeffunno
'e
OTTAVA
etc.
abbondanza
di cosa
terreno per impovvisi sco-
bastonate, etc. Diciamo infatti
,
E
fanno d'acqua,
'e
regno.
il
zeffunno
*e
mazzate
usa anche dire:
parole
-
Nu
-
Nu
zeffunno
*e
Nu
:
zef-
zeffunno
guai, etc.
32-
Chiummo, piombo.
Zoza, neve o acqua o fango molle o creta molle o
altra poltiglia
che non
si
rassoda pel continuo scal-
piccio, e perii
passaggio di veicoli e di cavalli.
una salsa mal
fatta si
può
dire rifiutandola
:
Anche
E
di
na zoza^
96
Note
'E ddete
*e
fierro
,
le dita irrigidite
divenute
,
come
di ferro, pel freddo.
Veniecate, colpi violenti di vento.
OTTAVA
'O
battitore
il
,
battitore
'O barone Amano.
il
Re
,
la staffetta.
Re che
infatti al
solutamente impraticabile.
persuasero
Il
la via era as-
barone Anzani ed
a fermarsi
il
fratello
ad Ariano. Ed avevan
al
quale però
il
Re
fece onore.
OTTAVA
Il
Ritornata sui
Cfr. gli storici citati.
preparato un lautissimo pranzo,
non
Raffiche.
33.«
comunicò
:suoi passi
-
34.«
particolare
curioso
delle
scarpe di raso con
le
quali la Regina dovette fare circa un miglio a piedi
è anche in Bernardini, Ferdinando II a Lecce,
OTTAVA
35.«
Calimma, calore.
Zuzzimma,
Tia.
(al 5.° v. dell'ottava) sudiceria,
Pel contenuto di tutta la strofa,
*A bbona
Votta e
'e
Ddio,
come Dio
cfr.
porche-
gli storici.
vuole, alla buona.
magnammo. Espressione popolare comunis-
sima e frequentissima che completa
la
precedente
:
97
Note
mangiamo
Dottare,
meglio
alla
spingere
e
;
come Dio
,
vuole.
Volta
orsù,
Fuie
*o
avanti,
via,
etc.
riparò;
si
provvedere
nere sul fuoco,
OTTAVA
Serpiava,
il
mpattare, aggiustare, ripa-
un qualunque modo
in
metter ce-
;
etc.
serpiare,
-
serpeggiare.
Vedi nota
per colpo di grazia.
marinareschi
da
38.«
da
calatone,
propinato
quasi
31-
Se mpattai,
'O
;
mbruoglio, fu l'imbroglio.
OTTAVA
rare,
da
usa dinanzi ad ogni frase che
si
denoti cosa o atto o fatica da fare senza voglia
per
,
nel
11
alla ottava 12.^-
marinaio adopera
discorso.
veleno
,
Al Re
,
i
Qui è usato
suoi termini
già infermo
e però la sua salute
,
fu
andò peg-
giorando.
TV
custione, in
OTTAVA
Air
L
questione.
39.«
antrasatto,
ed anche
'a
ntrasatta
:
all'
incidente è ricordato dagli storici su
improvviso.
citati.
«
Note
98
OTTAVA
40.»
Renza. Andar di renza, andar di
In antico
si
diceva
parte, fa largo
rispetto.
*A
si
muro.
il
Tirate 'a renza, fatti
e figuratamente
;
Renza
ren/e rente.
lato, sotto
:
ricordati di
da
usarmi
usa pure per abitudine, cosa
solita.
cosa medesima dei giorni passati;
stessa renza, la
l'ordine di andare avanti.
OTTAVA
41.
Vivo, evviva
!
Pizze, posti, fermate, luoghi.
OTTAVA
42.-
Manferònia, Manfredonia
dente
Trellizze,
;
come
nella strofa prece-
Terlizzi.
Ammatuntate, da ammatuntare, ammatuntarse, buscarsi
o produrre lividure e contusioni in tutto
le botte
prese durante
sedare una rissa
,
o
il
corpo, per
un disastroso viaggio
,
o per
per lottare contro qualcuno o
qualcosa.
'E mmècce, da meccia, giuntura:
le giunture.
99
Note
OTTAVA
43.-
Se nchiummaì
aggravava
vi rimase,
perché
un posto
in
storici.
Re
Il
Truvatore
vertì
-
Per
disse testualmente
altri
! „
male
osti'
come
cfr.
Truvatore
Me
gli
„
e
voglio di/.
e.
44.-
il
flebotomo, un
tal
Marotta, che cavò
Re.
al
dott.
"
Che
particolari, vedi Bernardini,
nzagnatore,
Il
-
Voglio sentì " don Checco
! „
OTTAVA
sangue
il
cadervi pesantemente
,
chiummo, piombo. Pel verso 4° e seguenti
il
"
piombò,
da nchiummare, nchiummarse, fermarsi
;
natamente
vi
:
Giuseppe Leone, chiamato
Re
tutto
un
giornale della malattia
il
tempo
in cui S.
nel suo Ferdinando II a
,
M.
stette
in fretta, curò
a Lecce
;
il
e lasciò
pubblicato dal Bernardini
Lecce.
Miccia miccia, lenta lenta, insistente.
Freva, febbre.
OTTAVA
Il
medico
45.-
di corte
dopo a Lecce
col
dott.
Ramaglia giunse
giorni
suo giovane aiutante Capozzi che
fu poi l'insigne scienziato senatore Capozzi.
Note
100
...ir
anema
mondo,
e IV urzo
tutti gli
OTTAVE
!
Espressione che vale: tutto
accidenti possibili.
46.- e 47.-
Pel contenuto di queste due ottave,
Mettimmo ncopp'a
frase
"
:
Mettiamo
cuotto
gli storici.
cfr.
acqua vallata corrisponde alla
olio sul fuoco.
Quanto hai avuto per darmi questo consiglio?
disse
il
Re, (e son parole
testuali), al
spettando che fosse stato corrotto dai
OTTAVA
Cuoccio
il
„
Ramaglia, soliberali.
48.-
tuosto,
testa dura, ostinata.
Simmelo, simile, uguale.
*Ncucciava, impuntava,
Malato
e buono,
si
ostinava.
espressione
In questo caso, vuol dire
:
comune
e curiosissima.
tuttoché malato
,
ad onta
della malattia.
OTTAVA
49.-
Misturella, sorta di
bevanda calmante che
bambini deboli per rianimarli.
E
si
ironicamente
dà
si
ai
usa
per indicare un veleno.
Jacuvella, scherzetto, pettegolezzo, ecc.
ironicamente e allude
velenamento del Re.
al
voluto
Qui è detto
complotto per
1'
av-
«
Note
OTTAVA
Rammaggio
50.-
corruzione della voce dammaggio
,
francese dommage
OTTAVA
Na
101
:
dal
,
danno, sciagura, sventura, disgrazia.
51.
cunfrataria,
una confraternita
che apparve mentre
il
Re
coi sacchi
ringraziava
il
ed
i
ceri,
popolo plau-
dente.
Cfr.
de Cesare e Bernardini.
OTTAVA
A
52.«
chi Vassigne ?
Ncujeta,
da
Che mi
vai contando
ncujetare, disturbare
,
?
stuzzicare
,
toglier
la quiete.
OTTAVA
Mutriuso,
64.-
da
OTTAVA
mutria,
musoneria, ipocondria.
57,-
Abbetiello, scapolare,
OTTAVA
58.-
Spantecava,
da
spanteco,
sgomento, raccapriccio.
Note
102
Tremmuliccio, tremito.
Corse insistentemente
la
voce che
il
Re, prima di
morire, fosse divorato dai vermi che bruHcavano dalle
piaghe aperte. La scienza smentì
ancora chi giura che
il
la
cosa
,
ma
veleno, corrompendogli
il
vi è
san-
gue, fece pullular sul corpo piagato quella verminaia.
OTTAVE
59.- 60.« 61.- 62.-
Lanza, troppo tardi
Cfr. gli storici. L'insigne dott.
chiamato, disse
Il
dott.
:
"
Rosati sorrise
cenzo Lanza non
anche
Tre
:
Nutricatelo con latte di
si
;
e
ride
Lanza
il
!
Il
Re
:
è
"
femmina
!
„
Innanzi a Vin-
spacciato
!
„
Cfr.
di Martino, Ricordanze storico-morali.
calle
:
l'antica
OTTAVA
moneta napoletana
di tre cavalli.
63.-
Zuzzosa, sozza.
OTTAVA
64.-
Zecca, l'antica Zecca, ove
Ognuno sperava
si
coniavano
di arricchirsi tanto,
drone di una Zecca
-
cementa
il
le
monete.
da diventar pa-
nostro ladano.
ìndice
Prefazione
I
11
.
.
pag.
.
...
Ili
.
IV
.
V
VI
19
.
„
.
37
.
.
45
.
.
.
.,
VII.
.
.
.
.
.
.
.
„
vili.
Note
25
31
.
IX
3
...
55
63
71
'
.
.
.77
„
83