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Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE Numero 71 24 Luglio 2012 107 Pagine NEWS Mercato MOTOGP SUPERBIKE Kymco Agility R16 restyling Aprilia RS4 125 Replica cambio Quick Shift MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 SPORT Speciale Superbike Repubblica Ceca Articoli e pagelle del weekend di gara da pag. 28 a 45 Speciale MX Russia La cronaca, l’intervista a Cairoli e la sequenza della caduta di Seewer da pag. 50 a 59 | COMPARATIVA SUPERBIKE | anniversari Peugeot. 110 anni di tecnologia e innovazione BMW S1000RR VS Ducati Panigale 1199S da Pag. 2 a Pag. 17 All’Interno NEWS: Honda PCX 150 | N. Cereghini Gli anni Settanta, 7ª puntata | “Al Mugello pochi spettatori” | M. Clarke I segmenti del pistone | La storia dei V4 Honda da corsa | MOTOGP: GP d’Italia dammi un cinque! | Le foto più belle del GP comparativa superbike BMW S1000RR VS Ducati Panigale 1199S di Francesco Paolillo | Le protagoniste della nostra comparativa sono eccezionali sotto tutti i punti di vista, tecnico, prestazionale, ma soprattutto rappresentano l’espressione massima delle rispettive Case. Le abbiamo provate sul circuito di Imola 2 3 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS D SPORT ucati 1199 Panigale S VS BMW S 1000 RR Entrambe le moto protagoniste della nostra comparativa sono eccezionali, sotto tutti i punti di vista, quello tecnico, quello prestazionale, ma soprattutto rappresentano l’espressione massima delle rispettive Case motociclistiche nel settore delle supersportive. Ma c’è altro, la BMW S 1000 RR è una moto con un significato particolare per la Casa di Monaco di Baviera, è la prima sportiva dura e pura che ha prodotto, espressamente concepita per la guida in pista e in particolar modo per le competizioni. La Ducati 1199 Panigale invece rappresenta una svolta tra le Superbike made in Bologna, una storia iniziata con la 851/888, proseguita con la 916 ( e con le successive 996 e 998 ), con una lieve flessione per la 999 (solo dal punto di vista commerciale, perché quello sportivo l’ha vista salire sul gradino più alto del podio tre volte sia nel Mondiale Costruttori che in quello Piloti) e di recente con le 1098/1198. La Panigale ha fatto fare uno, o forse anche due salti generazionali alle sportive Ducati, sia dal punto di vista del design, ma soprattutto da un punto di vista tecnico. Abbiamo portato le due sportive su una delle piste più belle del mondo, il Circuito Enzo 4 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»Prove e Dino Ferrari di Imola, per un confronto serrato, che ha messo in luce le caratteristiche e la personalità delle protagoniste annunciate del Mondiale Superbike 2013. Estetica Ducati 1199 Panigale A Borgo Panigale hanno fatto un vero e proprio capolavoro, da qualsiasi punto di vista la si guardi la 1199 è spettacolare, e ha invecchiato la concorrenza diretta, italiana, giapponese o tedesca che sia. Piccola e compatta è davvero curata in ogni particolare, mentre design-tecnica-funzionalità sono fusi insieme in maniera assoluta, come forse mai si è visto prima d’ora. BMW S 1000 RR Paragonata alla rivale italiana, la sbk tedesca cede il passo, ma ha sempre qualche cosa da dire, con quello sguardo asimmetrico e con le prese d’aria diverse a seconda della fiancata. Il complesso però è meno personale, anche in questa versione 2012, e forse troppo allineato alla concorrenza giapponese. 5 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE Finiture complessiva Ducati Panigale Siamo a livelli d’eccellenza, materiali e trattamenti superficiali sono di altissima qualità, mentre la cura di ogni singolo particolare è maniacale. L’unico particolare, che secondo noi stona, sono i connettori delle sospensioni elettroniche che oltretutto si trovano proprio in bella vista davanti agli occhi del pilota, ma è proprio “cercare il pelo nell’uovo”. BMW S 1000 RR A Monaco ci deve essere un conflitto interno, tra il settore delle due e quattro ruote. Tanto sono curate e rifinite le vetture con l’elica bianco/blu sul cofano, quanto sono estremamente razionali e funzionali (badano al sodo o poco più) le due ruote. La S 1000 RR non scappa a questa logica, e paga pegno mettendo in mostra particolari che stonano su una moto di rango. Leve al manubrio e plastiche (quelle non verniciate), telaietto reggi sella, supporti e pedane passeggero sono criticabili, mentre anche alcuni accoppiamenti meriterebbero una cura maggiore. L’unico modo di porvi rimedio è quello di fare la spesa, a caro prezzo, nel ricco listino degli optional. 6 MOTOCROSS SPORT Ergonomia e confort Ducati 1199 Panigale Stiamo giudicando una moto studiata e perfezionata per l’uso in pista, quindi il voto piuttosto alto va letto da questo punto di vista, anche perché se il metro di paragone fosse quello di un utilizzo stradale, saremmo alla sufficienza scarsa … molto scarsa! La Ducati 1199 Panigale è però una vera e propria moto da corsa targata, e quindi il giudizio è strettamente legato a un suo utilizzo sportivo, e da questo punto di vista è eccellente, in virtù di una spaziosità in sella che contrasta con delle dimensioni totali davvero contenute (anche i piloti più alti, come Giovanni Baggi che ha provato con noi le moto sul circuito di Imola, possono trovare una posizione di guida ottimale). Mentre il peso che grava sugli avambracci e sui polsi è accettabile , anche grazie ai semimanubri belli aperti che agevolano la guida tra i cordoli, e paragonabile a quello della rivale tedesca. Decisamente poco protettivo il plexiglass di serie, meglio quello rialzato disponibile tra gli optional a pagamento, anche e soprattutto per un utilizzo pistaiolo. BMW S 1000 RR A vederle fianco a fianco, avremmo giurato che la BMW S 1000 RR 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»Prove fosse più comoda e spaziosa della rivale italiana, invece una volta saliti ci siamo in parte dovuti ricredere. La distanza della sella dalle pedane e il carico sulle braccia è paragonabile, ma i semimanubri sono più chiusi. La sbk tedesca offre una maggiore protezione dall’aria e una sella più imbottita, ma niente di più. Strumentazione Ducati Panigale Strumentazione TFT a colori per la bolognese, con una quantità di informazioni visualizzate che è quasi imbarazzante per numero e tipologia. In modalità “Road” e “Wet”, la velocità è messa in primo piano sul cruscotto, mentre selezionando la mappa motore “Race”, i protagonisti diventano il contagiri e il cronometro. Sempre sotto controllo i dati riguardanti le regolazioni del Traction control (DTC), del freno motore (EBC) e dell’ABS. Migliorabile la leggibilità del contagiri in modalità “Race”. BMW S 1000 RR Più tradizionale e con un contagiri analogico dalla leggibilità ottimale, la strumentazione della BMW S 1000 RR non vanta la ricchezza di informazioni di quella che equipaggia la Ducati Panigale, 7 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Motore Ducati 1199 Panigale Lo spettacolare bicilindrico Superquadro della Panigale è il più potente e raffinato motore a due cilindri raffreddato ad acqua attualmente sul mercato, e i 193 Cv a 10.600 (177 alla ruota) ne confermano le incredibili prestazioni. La concorrenza però, forte di quattro cilindri in linea dalle caratteristiche degne di un motore da F1, mette sul banco la terrificante potenza di 201 Cv a 10.600 giri (184,5 alla ruota)… numeri dell’altro mondo. La coppia pende a favore del motore Ducati, che con 13,2 Kgm a 8.900 giri prevale sul plurifrazionato BMW che ferma gli strumenti su un 12,1 Kgm a 10.450 giri. BMW S 1000 RR Il punto in più il motore della S 1000 RR lo guadagna non tanto Prezzo (Dotazione di serie – Accessori) Ducati 1199 Panigale La sbk di Borgo Panigale è al 8 Anno Numero 02 71 »»»Prove SPORT prevede il Race ABS, il Quick shift e il DTC (Controllo di trazione) per allinearsi alla rivale, il che significa che si passano di poco i 18.900 euro (offerte e sconti scaccia crisi a parte), a cui si dovrebbero aggiungere se proprio dobbiamo dirla tutta, alcuni particolari di miglior fattura (leve e pedane per primi). Così facendo la differenza tra le due moto passerebbe da abissale ad accettabile. ma svolge il suo compito in maniera adeguata, visualizzando tutto ciò che è necessario al pilota. Inoltre è possibile dotarla di due funzioni aggiuntive, “Best lap in progress” e “Speedwarning” (il primo tiene informato il pilota se il tempo sul giro è in miglioramento rispetto ai precedenti il secondo avverte quando si supera la velocità precedentemente impostata) ma solo montando sulla propria S 1000 RR il Data Logger (acquisizione dati). 24 Luglio 2012 per la maggiore potenza, che comunque rimane sbalorditiva, quanto per la linearità dell’erogazione, che nel bicilindrico Ducati è perfettibile tra i 4/6.000 giri (a detta dei tecnici di Borgo Panigale il fenomeno è assai più limitato se no del tutto assente quando si montano gli scarichi Termignoni racing con la centralina dedicata), mentre nel 4 cilindri tedesco è costante e prepotente sino all’intervento del limitatore. Prestazioni Ducati 1199 Panigale Con un peso in ordine di marcia di 194 kg e quasi 180 CV alla ruota le prestazioni della Panigale non possono che essere top anche nel prezzo. 19.190 euro servono per parcheggiarsi nel box una versione base, mentre la protagonista della nostra prova ne richiede ben 23.990 euro per perdere il posto dal concessionario e trasferirsi a casa nostra. Le sospensioni a controllo elettronico Ohlins ( al posto dell’accoppiata Marzocchi da 50 mm e Sachs) e i cerchi forgiati, al posto di quelli in fusione, differenziano le due versioni. Fatti trenta facciamo trentuno, non sia mai che manchi l’ABS optional, e il DDA+ (Ducati Data Analizer – Aquisizione dati) in modo da completare una dotazione che prevede di serie il controllo di trazione (DTC) il Quick shift (DQS) e la regolazione del freno motore (EBC), oltre alle luci full led e al Riding Mode per la selezione delle mappature del bicilindrico. Se poi volete esagerare e rendere davvero unica la bicilindrica bolognese, potete sfogarvi sfogliando il catalogo accessori che prevede fibra di carbonio a profusione e scarichi racing in materiali ultraleggeri, con centraline dedicate. BMW S 1000 RR 16.850 euro possono sembrare pochi se confrontati con quelli della rivale italiana, ma a ben guardare la dotazione di serie della S 1000 RR base deve essere arricchita del pacchetto elettronico che 9 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE strepitose, e raggiungibili solo in pista. Ma a farne un’arma non sono solamente i numeri, ma soprattutto è l’insieme, elettronica e ciclistica rendono possibile il raggiungimento delle massime prestazioni consentite dal bicilindrico, forse ancor più che non sulla rivale tedesca, che però rimane un riferimento dal punto di vista delle prestazioni pure, velocità massima e accelerazione in primis. BMW S 1000 RR La quattro cilindri tedesca paga qualche chilo in più sulla bilancia, circa 10, per un totale di 204 (con Race ABS ), ma la straordinaria forza del suo motore annulla completamente questo gap, che riemerge prepotentemente solo nel misto e nei cambi di direzione. Comportamento su strada Ducati 1199 Panigale Utilizzare per strada una moto espressamente studiata e sviluppata per rendere al 100% nell’uso in pista non può che essere mortificante, e per quanto sia un piacere esibire questo gioiello tecnologico, e portarla a spasso per strada, bisogna davvero sudare sette camice. La posizione di guida sportiva , ma che più sportiva non si può, il calore che genera quel gran bel cilindro che ci si trova stretto tra le gambe, e la scarsa propensione a girare basso del bicilindrico, sono fattori che limitano decisamente il piacere di guida su strada, se poi ci aggiungiamo il fatto che durante le soste al semaforo, poggiando i piedi a terra, questi vengono 10 MOTOCROSS SPORT investiti dai gas roventi che fuoriescono dai bellissimi terminali di scarico laterali, la voglia di tornare a casa è tanta. In compenso la 1199 è decisamente agile e leggera da guidare. BMW S 1000 RR La situazione in sella alla SBK tedesca non è che sia molto meglio, però la maggior trattabilità del quattro cilindri anche ai regimi più bassi fa guadagnare qualche cosa in termini di fruibilità, anche se il calore sprigionato dal motore e la posizione di guida sacrificata rendono la vita difficile anche al guidatore della tedesca. La minore agilità e il peso superiore emergono solo quando si affrontano percorsi ricchi di curve, situazione in cui prevale, seppur di poco, la rivale italiana. Comportamento in pista Ducati 1199 Panigale Che questo sia il terreno naturale della 1199 Panigale ci vuole poco a capirlo. Provata in precedenza sul Circuito Yas Marina di Abu Dhabi, l’abbiamo rimessa sotto esame sul Circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola e il risultato è stato che la bicilindrica bolognese si è dimostrata un animale di gran razza. L’elettronica di altissimo livello permette di approcciarsi a questa moto in maniera meno 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»Prove reverenziale di quanto si possa credere, comunque i numeri che esprimono il motore e la ciclistica sono sempre da tenere ben presenti. La Panigale, se sfruttata a dovere, rimane sempre una moto per veri motociclisti e l’esperienza, elettronica o no, è necessaria per goderne appieno le prestazioni. Svelta, rapida e terribilmente precisa, con quell’avantreno che solca letteralmente l’asfalto. Da sottolineare ancora che la Panigale in prova è nella versione S (dotata di sospensioni elettroniche e cerchi forgiati, più leggeri di quelli in fusione), che costa 23.990 euro e dà un evidente vantaggio in pista alla moto italiana, vantaggio destinato a ridursi sensibilmente nel confronto tra entrambe le moto in versione standard. L’agilità della Panigale S rispetto alla rivale è superiore sia nei cambi di direzione che negli ingressi curva, in percorrenza e in uscita emerge una perfetta taratura sia dell’ EBC che del DTC, che consente al “gommone” da 200 posteriore, il Pirelli Diablo Supercorsa SP (i pneumatici utilizzati sono per entrambe quelli di primo equipaggiamento) di mettere a terra quanti più cavalli possibile e sempre in maniera meno invasiva rispetto a quanto avviene con la BMW S 1000 RR. Anche la frenata appare superiore sulla Ducati, mentre l’intervento dell’ABS è perfetto e una volta chiamato a intervenire permette un controllo superiore rispetto a quanto 11 ZOOM ZOOM 12 13 ZOOM ZOOM 14 15 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SCHEDA TECNICA SCHEDA TECNICA avviene con la quattro cilindri tedesca. La mancanza di un antiwheeling che mantenga l’avantreno sempre ben saldo a terra si sente qui a Imola come in precedenza ad Abu Dhabi; in questo BMW ha visto più lontano, anche se il funzionamento a scatti che lo caratterizza infastidisce al punto che a volte è preferibile escluderlo. La potenza e soprattutto l’allungo del bicilindrico sono eccezionali, ma poco possono contro l’incredibile motore della SBK tedesca, che recupera quanto perso in inserimento curva e nei cambi di direzione non appena si presenti un pezzo di nastro d’asfalto dritto. BMW S 1000 RR La S 1000 RR rispetto alla Panigale appare sin da subito più “facile”, se una moto con un rapporto peso-potenza di questo genere si può ritenere tale. Il comportamento della ciclistica appare più rotondo e lineare, ma rispetto alla rivale sembra anche meno incisivo. Dopo qualche giro di pista emerge la sensazione che, in mano a un pilota esperto, la BMW possa andare subito fortissimo, ma che lo faccia soprattutto sul veloce e in particolare sui rettilinei dove può scatenare la furia dei suoi 200 CV. Quando si inizia a frenare e le protagoniste diventano le curve, la rossa si riavvicina rapidamente. Anche l’elettronica della tedesca, che ha segnato una svolta tra le sportive di serie, segna il passo nei confronti di quella che equipaggia la 1199, che è di livello superiore. Il parere del pilota Giovanni Baggi partecipa al CIV - Categoria Superbike con l’Aprilia 16 Anno Numero 02 71 »»»Prove SPORT Bmw S 1000 RR (2012) Tempi: 4 € 16.850 Cilindri: 4 Cilindrata: 999 cc Disposizione cilindri: in linea Raffreddamento: a liquido Avviamento: E Potenza: 193 cv (142 kW) / 13000 giri Coppia: 11.42 kgm / 9750 giri Marce: 6 Freni: DD-D Misure freni: 320-220 mm Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’ Normativa antinquinamento: Euro Peso: 183 kg Lunghezza: 2056 mm Larghezza: 826 mm Altezza: 820 mm Capacità serbatoio: 17.5 l Segmento: Super Sportive 24 Luglio 2012 RSV4 del Team Nuova M2 Racing. Ducati 1199 Panigale La Panigale mi è apparsa subito una moto da corsa vera e propria, a partire dall’impostazione di guida, ma anche per la ricchezza della dotazione elettronica da vera “professionista”. Il motore sulle prime mi ha colpito per l’incredibile allungo e per la potenza agli alti regimi, ma ha evidenziato anche una leggera flessione ai medi (come emerso dalla nostra prova al banco, ndr). Incredibile la precisione e la stabilità dell’avantreno, mentre il posteriore tende a muoversi maggiormente. Notevole la funzionalità delle Ohlins a controllo elettronico. Eccellente il cambio, morbido e preciso, che però appare forse meno rapido di quello della BMW. BMW S 1000 RR Impostazione corsaiola anche per la tedesca, che garantisce una maggiore protezione dall’aria e che mette sul piatto della bilancia un motore formidabile per potenza e allungo, con una serie di controlli elettronici che si rivelano partner ideali per sfruttarne le grandissime potenzialità. Più simile nel comportamento di guida alle quattro cilindri giapponesi, la S 1000 RR mette a proprio agio immediatamente con un avantreno stabile, ma non particolarmente svelto, e un posteriore con un ottimo grip e un controllo di trazione dal funzionamento ottimale. Il raggiungimento delle massime prestazioni appare più a portata di mano che non sulla Panigale, ma la sensazione “di non poter andare oltre”, di aver raggiunto il limite c’è. In sella alla rivale italiana si sente che più si spinge, più si osa, più lei va forte e ti asseconda. Ducati 1199 Panigale S Tempi: 4 (2012) Cilindri: 2 € 23.990 Cilindrata: 1198 cc Disposizione cilindri: a L Raffreddamento: a liquido Avviamento: E Potenza: 195 cv (143 kW) / 10750 giri Coppia: 13.5 kgm / 9000 giri Marce: 6 Freni: DD-D Misure freni: 330-245 mm Misure cerchi (ant./post.): 17’’ / 17’’ Normativa antinquinamento: Euro 3 Peso: 164 kg Lunghezza: 2075 mm Altezza: 825 mm Capacità serbatoio: 15.5 l Segmento: Super Sportive 17 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Edoardo Licciardello | Abbiamo potuto vivere una giornata da piloti veri al Misano World Circuit, in sella alla Ducati 1198RS con cui Luca Pedersoli corre nel CIV in categoria Superbike. Assistiti da tecnici di livello mondiale N on si fa un favore ad un pilota se lo si ricorda più per la sua attività di istruttore che non per quella agonistica, ma nel caso di Luca Pedersoli il dilemma è forte. La sua Riding School, che fa base sul circuito di Franciacorta ma 18 estende la sua attività su diversi circuiti italiani, è una delle (poche) eccellenze di settore, ed è inevitabile che la fama da essa derivante finisca per superare quella che nasce dalle gare. Ma non è per parlare della Riding School che siamo qui al Misano World Circuit Marco Simoncelli, oggi, ma per cogliere al volo un’occasione irrinunciabile: poter provare in esclusiva la 1198RS in allestimento Superbike con cui Luca corre nel CIV con i colori del team Batter Pedersoli Motorsport. Luca purtroppo non è presente, Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT Test Racing: Ducati 1198RS di Luca Pedersoli 24 Luglio 2012 convalescente a seguito della brutta caduta del Mugello costatagli una frattura del bacino. La carriera agonistica di Pedersoli lo ha visto arrivare rapidamente ad alti livelli, approdando al palcoscenico mondiale con qualche partecipazione da wild card al Mondiale SBK 2003. La sua carriera ha però subito un brusco arresto a causa di un brutto infortunio al ginocchio; Luca si è riavvicinato alle corse nel 2008, quando ancora in riabilitazione ha vinto il trofeo Harley-Davidson XR1200. Nel 2009 il pilota bresciano (ma milanese di origine) passa alla Roadster Cup con la Buell 1125CR, ma la casa statunitense viene chiusa alle prime avvisaglie di crisi, ed assistenza e sviluppo ne risentono non poco. Il 2010 lo vede partecipare al CIV nella categoria Superbike, dove corre “in proprio” dall’anno successivo con l’appoggio del team Barni per la fornitura di mezzo e ricambi, nonché tecnici di alto livello – gli stessi che curano le Ducati di Sylvain Guintoli, Maxime Berger e Brett McCormick nel Mondiale Superbike con il team Liberty Effenbert. Il che ci porta fino ad oggi quando, in una giornata normalmente riservata ai fortunati allievi della sua Riding School, ci ha invitati a provare in prima persona la sua Ducati 1198RS che, riparata, attende fiduciosa il rientro del pilota. Il quale al telefono, fra il serio e il faceto, ha parlato di rientrare per l’ultima prova del CIV: il 14 ottobre a Vallelunga. Daniele Penzo e Fabio Morandini, i due meccanici, allestiscono il box e controllano la moto mentre Luca Capocchiano, l’ingegnere di pista, sistema la parte elettronica per poi raccontarci vita, morte e miracoli di questa 1198RS. La Ducati Superbike è una moto sostanzialmente immutata dal 2008 (la sigla era 1098, ma la “R”, dunque la base della versione racing, era già a limite dei 1200cc regolamentari), anno del debutto nel mondiale. Meccanicamente ha subito aggiornamenti di dettaglio, principalmente in area distribuzione, che hanno consentito di spostare sempre un po’più in alto il limitatore di giri, ma per il resto le evoluzioni sono state limitate a diversi link per la sospensione posteriore, forcelloni di diverse lunghezze e, ovviamente, sospensioni. E’ nell’elettronica che sono stati fatti i passi avanti più significativi. A parte l’affinarsi delle strategie dei controlli trazione e 19 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 20 Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT gestione del freno motore, a partire dal 2009 il team ufficiale ha adottato un sistema di controllo ride-by-wire per il comando acceleratore. Non disponendone sul mezzo di serie, il sistema agisce tramite una centralina aggiuntiva che, leggendo la posizione del comando a manubrio, controlla gli attuatori deputati a... far credere ai corpi farfallati di essere collegati ad un normale cavo. Il team Batter Fix ha deciso di fare il grande salto l’anno scorso, acquistando il sistema direttamente da Ducati: si tratta di uno dei pochi team privati che disponga dell’acceleratore elettronico in un campionato nazionale. Una soluzione tecnica che porta diversi vantaggi in termini di possibilità di definizione delle strategie elettroniche, ma anche un ulteriore elemento di complicazione nella fase di messa a punto. Attualmente, il team ha la possibilità di regolare controllo di trazione, freno motore e progressione di risposta dell’acceleratore curva per curva – in assenza di ricevitori GPS o piattaforme inerziali che dicano alla centralina dove si trova la moto (arriverà sulla Panigale), il sistema si resetta ad ogni passaggio sul traguardo e, sulla base della percorrenza del giro, ha 24 Luglio 2012 un’idea approssimativa ma sufficientemente precisa di dove si trovi. Se per esempio Luca alla Del Rio volesse ridurre un po’ la potenza in seconda perché esce sul cordolo innescando un pattinamento indesiderato, e invece alla Quercia “mollare” un po’ il controllo di trazione perché desidera chiudere la curva con un leggero sovrasterzo non ha che da chiederlo al suo omonimo ingegnere di pista, che con due colpi di laptop dirà all’elettronica come deve comportarsi. Ma pur con un tale livello di sofisticazione della gestione elettronica, la 1198RS di Pedersoli rimane, come ci ricorda Capocchiano, una moto come tutte le altre. Sarà, ma al momento di salire in sella un po’ di timore reverenziale resta. Il nostro test si articolerà su tre uscite da cinque giri ciascuna; l’idea è di provare tre diverse configurazioni elettroniche. La mappatura A è iperconservativa, tanto per farci prendere le misure alla moto – si tratta di una configurazione che nessun pilota userebbe nemmeno sul bagnato, la B è quella che si usa realmente in gara, mentre la C è una mappa a piena potenza che, su una pista relativamente lenta come Misano, quasi nessun pilota troverebbe redditizia. Via le termocoperte, l’avviatore fa tuonare il bicilindrico bolognese nel box ed è ora di partire. Una lunga sfrizionata per compensare una prima altrettanto lunga, e via. Così configurata, la 1198RS è un vero e proprio giocattolo capace di darci una confidenza inaspettata fin dalle prime curve. Più alta di sella rispetto al modello di serie e forse un filo più raccolta, ma relativamente comoda nella seduta, la Ducati Superbike si presenta con un’agilità sconosciuta al modello di serie: dove la 1198 stradale richiede impegno e un po’ di fatica nei cambi 21 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » di direzione, la RS volta con la rapidità di una 600, per poi mostrare però la stessa stabilità e confidenza in percorrenza della cugina di serie. Perdonateci l’abuso di un luogo comune, ma l’unione di pneumatici (Pirelli Diablo Superbike in mescola SC1), sospensioni e impostazione di guida fa sentire l’avantreno come se i semimanubri fossero imbullonati sul perno ruota. Al contrario, il motore in questa prima uscita è un vero e proprio anticlimax: apriamo il gas con circospezione aspettandoci una gran botta, e invece… arriva la mappatura A, che NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Numero 71 »»»»Prove News SPORT nelle prime tre marce stronca brutalmente le velleità del motore tanto che quando inseriamo la quarta la progressione sembra addirittura più rapida che nei rapporti inferiori. Piccola curiosità: la coppia del bicilindrico bolognese consente ai piloti di scegliere fra usare, qui a Misano, cinque o addirittura solo quattro marce, a seconda del fatto che si preferisca percorrere il Curvone più bassi o alti di giri. Cinque giri finiscono in un soffio; abbiamo giusto il tempo di iniziare a forzare qualche staccata trovando, qui sì, l’esatto effetto che ci aspettavamo – quello di sbattere contro un muro. Ai box diamo le nostre impressioni, trovando conforto nel fatto che non ci siamo sognati un po’ di effetto on-off dell’acceleratore ma che invece con il comando RbW sulla 1198 se ne lamentino anche i piloti quando le mappe sono così conservative. L’uscita con mappa B va decisamente meglio: ora ad azione sull’acceleratore corrisponde l’esatta reazione del propulsore che ci aspettiamo, con la Ducatona che scarica bordate di coppia sul pneumatico posteriore e causa gustosissime – e controllabili – impennate all’uscita delle curve più lente. Un tocco del pulsante sul manubrio sinistro e Anno 02 “ Il team ha la possibilità di regolare controllo di trazione, freno motore e progressione di risposta dell’acceleratore curva per curva “ PROVE 24 Luglio 2012 passiamo alla mappa C, che però si rivela davvero troppo brutale. La risposta diventa più sgarbata, cattiva e perde efficacia, impedendo al pilota di sfruttare le dolcezza dell’erogazione e la tanta coppia che il bicilindrico Ducati eroga ai medi regimi in uscita di curva. I tre turni finiscono troppo in fretta. Soprattutto il terzo, quando abbiamo iniziato a conoscere la moto e a prenderci gusto, la scritta “BOC” sulla tabella di segnalazione, la stessa che il team usa per richiamare Pedersoli in pitlane, appare presto, prestissimo. A noi non resta che salutare con una pacca sul serbatoio la RS, ringraziare Luca, Daniele e Fabio per averci fatto sentire veri piloti ufficiali, ma soprattutto Luca Pedersoli per averci… prestato la moto. In bocca al lupo, Luca. E a presto in pista! 22 23 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT dimostrate un punto di riferimento in alcune circostanze, in particolare in frenata e soprattutto nel grip garantito in percorrenza e uscita di curva. Caratteristiche che ritroviamo invariate su asfalto asciutto. Rispetto alla generazione precedente, monomescola, le nuove Z8 guadagnano un posteriore bimescola. Il reparto Ricerca e Sviluppo Metzeler ha approntato nuove mescole per la nuova versione dell’apprezzato pneumatico gran turismo che mixano sapientemente un polimero sintetico ad alto rendimento con la silice, oltre a diversi tipi di resine e agenti plastificanti. La silice, che ricordiamo garantisce un miglioramento del grip sul bagnato, è presente al 100% sulle spalle del pneumatico posteriore, mentre la fascia centrale del battistrada è caratterizzata da una mescola che ne prevede il 70%. Questa percentuale è considerata la scelta ottimale per garantire una migliore resa chilometrica e una stabilità del pneumatico alle alte velocità. L’anteriore prevede l’utilizzo di una mescola che deriva da quella applicata alle spalle del posteriore, dunque 100% silice. In passato la percentuale di questo elemento era del 50% e il restante era composto da nerofumo. Le novità del nuovo Roadtec Z8 Interact M/O (che conserva l’aspetto del predecessore, con il medesimo profilo e lo stesso disegno del battistrada) non finiscono qui. Per fare interagire al meglio le nuove mescole con la struttura interna del pneumatico, quella che volgarmente chiamiamo “carcassa”, è stata modificata anche la tensione dei cavi metallici che attraversano in senso longitudinale lo stesso (un’esclusiva della tecnologia Interact – Multi Zone Tension) per ottimizzare l’area di impronta a terra e migliorarne al tempo stesso il comportamento nelle varie condizioni di guida. L’abbinamento tra i pneumatici dell’elefante e la naked Suzuki ci è parso azzeccato: una ciclistica rigida e reattiva, con un motore bello aggressivo, e un Sette giorni con le Metzeler Z8 Interact M/O di Francesco Paolillo | Il nuovo pneumatico bimescola Metzeler Roadtec Z8 Interact ™ M/O, che abbiamo avuto modo di apprezzare sul bagnato nella nostra comparativa, passa al banco di prova dell’asciutto per i nostri spostamenti quotidiani C i eravamo lasciati sul tracciato di Vizzola Ticino, la pista di collaudo Pirelli, con la promessa di approfondire la conoscenza delle Roadtec Z8 Interact M/O nella nuova configurazione bimescola anche in condizioni di asfalto asciutto, e così è stato. Montate su una Suzuki GSR 750, le rinnovate gomme italo-tedesche hanno confermato le ottime prestazioni e l’equilibrio generale emersi nel test bagnato, dove avevano dimostrato, nei confronti di una agguerrita e altamente performante concorrenza, di aver alzato l’asticella prestazionale rispetto alla versione precedente. In un contesto di risultati largamente positivi per tutti quanti i pneumatici del test, le Roadtec Z8 Interact M/O si sono 24 25 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE “ NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News Quanto avevamo apprezzato sulla precedente generazione dei Roadtec Z8 viene ampiamente confermato da questa nuova versione 26 “ paio di scarpe comode con cui fare tanta strada e dotate della capacità di “ammorbidire” anche le personalità più spigolose. Memori dell’ottimo comportamento stradale della precedente versione delle Roadtec Z8 Interact M/O, che avevamo anche brevemente messo alla prova in pista (!), non possiamo che essere fiduciosi sulle caratteristiche di guida del nuovo bimescola su asfalto asciutto e in presenza di temperature elevate. Quanto avevamo apprezzato sulla precedente generazione dei Roadtec Z8 viene ampiamente confermato da questa nuova versione: la capacità di adattamento che garantiscono queste gomme è al di sopra della media, e spicca anche in questo caso il loro riuscire ad armonizzare il comportamento anche delle ciclistiche più nervose, come quella della nostra Suzuki. Non saranno le più rapide a scendere in piega, ma lo fanno in maniera lineare e fluida; non saranno confortevoli tanto quanto altri pneumatici, ma la capacità di assorbimento delle Roadtec Z8 Interact M/O non è inficiata da una carcassa che sostiene poco e che rende meno stabile la moto quando si guida in maniera sportiva o nel caso in cui si viaggi in coppia, magari con bagagli annessi. In queste occasioni, le Z8 dimostrano di essere sempre all’altezza, precise e stabili anche quando si forzano i ritmi, ben frenate e sicure negli appoggi anche quando parecchi chili gravano sulle loro spalle. Anche in presenza di temperature elevate - e in questi giorni si superano spesso e volentieri i 30° - le Metzeler si comportano ottimamente. Certo, con il caldo di questi giorni non possiamo che parlare bene della rapidità di entrata in temperatura, ma con queste temperature, al contrario, il grip potrebbe mostrare qualche scompenso, cosa che invece non avviene minimamente. I limiti consentiti dalle Roadtec Z8 Interact M/O su strada sono decisamente elevati e garantiscono allo stesso tempo sicurezza per chi ama viaggiare e divertimento a chi vuole godere delle sensazioni che solo una moto può dare. Equilibrio, questo è il termine che sovviene ogni qual volta ci si trovi a guidare con le Roadtec Z8 Interact M/O montati sulla propria moto. Adesso non ci resta che vedere quanto questo possa durare in termini chilometrici… 27 SPECIALE SUPERBIKE IL GRAN PREMIO della repubblica ceca 28 29 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Carlo Baldi | Gara condizionata inizialmente dalla pista non completamente asciutta. Sul podio anche le due Kawasaki di Sykes e Baz. Biaggi è sesto. Solo sedici piloti al traguardo E ’ stata una gara strana che ha vissuto momenti concitati già sulla linea di partenza, con i piloti ed i rispettivi team che dovevano scegliere quali gomme utilizzare, visto che la pista, bagnata dalla pioggia caduta sino a tarda mattinata, si stava asciugando grazie al vento e ad un pallido sole. La scelta cadeva su gomme 30 slick con qualche pilota che preferiva però un’intermedia all’anteriore. Al termine del giro di ricognizione Badovini, ancora dolorante per la caduta di ieri in Superpole, decideva per il ritiro. Sykes partiva come un fulmine dalla pole position seguito da Giugliano, Checa e da uno straordinario Berger che aveva scelto una gomma anteriore intermedia (come il suo compagno di squadra Smrz) e, partito dalla quinta fila con il diciannovesimo tempo, concludeva il primo giro in quarta posizione, davanti all’altrettanto sorprendete Baz, che era invece partito dalla quarta fila così come Biaggi, tredicesimo al termine del primo giro. Dopo qualche scaramuccia tra Sykes e Giugliano, Berger si portava addirittura in testa, mentre il Anno Numero 02 71 » Prove »»»Superbike SPORT Melandri si aggiudica Gara 1 a Brno 24 Luglio 2012 giovane pilota del team Althea scivolava probabilmente su una delle chiazze ancora presenti in pista e concludeva la sua gara sulla sabbia della via di fuga. Nel corso del sesto giro Sykes si riprendeva la testa della gara, con il francese che veniva superato anche da Rea. Quarto era Baz, davanti a Checa, Melandri ed Haslam. Biaggi nel frattempo era risalito sino alla decima posizione e battagliava con Fabrizio. Stupiva il tredicesimo posto di Brignola, che precedeva Polita e Mercado. L’argentino del team Pedercini era in piena zona punti quando al termine del lungo rettilineo dei box veniva superato da Aoyama che però gli chiudeva la strada toccandogli la ruota anteriore e facendolo cadere. Una manovra inconcepibile per un pilota dell’esperienza del giapponese, che solo per fortuna non ha causato danni fisici a Mercado. A metà gara in testa si formava un trenino di sei piloti composto nell’ordine da Sykes, Rea, Baz, Checa, Laverty e Melandri. Il pilota della BMW iniziava a migliorare i suoi tempi sul giro e a superare i suoi avversari sino a portarsi alle spalle di Sykes per poi superarlo a due giri dal termine. Si arrivava così all’ultimo giro con Melandri in testa, mentre alle sua spalle Rea cercava di infilarsi in uno spazio lasciato libero da Sykes, arrivato largo in una curva, ma accortosi dell’impossibilità della manovra frenava con la ruota anteriore sul cordolo e cadeva, attraversando la pista, con Checa che per evitarlo era costretto a frenare bruscamente, perdendo contatto con i primi tre. Melandri andava a vincere davanti a Sykes e ad un eccezionale Baz che ha corso come un veterano una gara difficile che gli consegna il suo primo podio in Superbike. Checa è quarto davanti a Laverty e a Biaggi. Il Corsaro perde quindici punti pesanti nei confronti di Melandri che ora gli deve ancora recuperare 33 punti (il suo numero di gara) per una classifica che vede Sykes al terzo posto staccato di 66 punti (il suo numero di gara) dalla vetta. Checa è a 70 punti mentre Rea con lo zero odierno deve dire forse definitivamente addio alle sue ambizioni di classifica. Primi tre punti mondiali per l’ex campione italiano Superbike Norino Brignola che ha chiuso la gara al tredicesimo posto dietro a Polita, che festeggia il suo rientro nel mondiale con 4 punti. Le molte cadute ed i ritiri (oltre a Badovini che non ha preso il via, si sono ritirati anche Salom e la wild card Kispataki) hanno fatto si che solo sedici piloti abbiano tagliato il traguardo con Zanetti che ha occupato l’ultima posizione. Superstock 1000 In Superstock 1000 seconda vittoria per Bryan Staring ed il team Pedercini. L’australiano della Kawasaki è partito in testa e così come ad Aragon ha concluso al primo posto con quasi cinque secondi di vantaggio sul secondo classificato, Eddi la Marra su Ducati. Terza un’altra Kawasaki, quella di Guarnoni. 31 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Carlo Baldi | Melandri a Brno si aggiudica anche la seconda manche. Secondo posto per un coriaceo Sykes e terzo per Checa che precede Biaggi. In classifica Melandri è a soli 21 punti da Biaggi P rima doppietta di Melandri (ascolta la sua intervista) e della BMW nel mondiale Superbike, proprio sulla pista dove da sempre Biaggi detta legge. Oggi però oggi il pilota dell’Aprilia si è dovuto accontentare di un sesto ed un quarto posto, lasciando a Melandri non solo le due vittorie ma anche ventisette punti 32 in classifica. La gara ha preso il via su di una pista asciutta nonostante qualche nuvolone nero in cielo. Solita partenza a cannone di Sykes, seguito da Laverty, Haslam, Melandri, Checa, Giugliano e Biaggi, che in poche curve recuperava tutto lo svantaggio che gli era derivato dal dover partire dalla quarta fila. Nei primi giri l’inglese della Kawasaki cercava di allungare sui suoi inseguitori, tra i quali si faceva largo Melandri, che risaliva posizioni sino a raggiungere il secondo posto, con Biaggi che transitava invece al quinto. All’inizio del sesto giro Laverty lasciava strada al suo compagno di squadra che si metteva all’inseguimento dei primi tre, nell’ordine Sykes, Melandri e Checa, che nel frattempo avevano accumulato Anno Numero 02 71 » Prove »»»Superbike SPORT Doppietta di Melandri a Brno 24 Luglio 2012 tre secondi di vantaggio. Prima di metà gara Melandri iniziava a pressare Sykes, mentre Checa (ascolta la sua intervista) mostrava ben presto di doversi accontentare della terza piazza. La lotta per la vittoria era quindi limitata ai soli Sykes e Melandri, con Checa spettatore interessato. Biaggi per alcuni giri provava a forzare il proprio ritmo nel tentativo di raggiungere Checa, ma successivamente doveva gettare la spugna in quanto il suo svantaggio anziché diminuire iniziava ad aumentare. Occhi puntati allora sui due di testa. Chi pensava che, come spesso è accaduto in passato, la Kawasaki di Sykes iniziasse a perdere terreno nel finale, complice la solita anomala usura delle gomme, doveva ricredersi in quanto Tom non mollava la presa, ma anzi rispondeva agli attacchi di Melandri. Marco riusciva a superare Sykes, ma una violenta sbandata gli faceva perdere la prima posizione a favore dell’inglese. Si arrivava così all’ultimo giro e proprio in fondo al rettilineo dei box il pilota della BMW sferrava l’attacco decisivo, con Sykes che gli restava molto vicino, ma senza mai accennare ad un sorpasso. Seconda vittoria per Melandri che riapre di fatto un campionato che sembrava volgere a favore di Biaggi. Resta un poco di rammarico per Sykes che mai come in questa manche ha visto la vittoria a portata di mano (fatta eccezione per l’anomala gara di Monza). Checa si accontenta del terzo posto e di aver rosicchiato alcuni punti a Biaggi che riparte da Brno con i peggiori risultati di sempre da quando corre in Superbike. Un weekend difficile per Max che mai avrebbe immaginato di perdere 27 punti proprio a Brno, il suo circuito preferito. Ma questa è la Superbike e basta una giornata storta o una gomma sbagliata per rimettere tutto in discussione. Laverty chiude al quinto posto primo del gruppetto degli inseguitori, seguito da un ottimo Davies, da Haslam che replica il settimo posto di gara uno e dal sorprendete Baz, ancora inebriato per il suo primo podio in Superbike. Un’occhiata agli altri italiani per vedere che Fabrizio è decimo e precede Giugliano che dopo la caduta in gara uno avrebbe voluto senza dubbio rifarsi con un risultato diverso. Da dimenticare le due gare di Rea, dodicesimo nella seconda manche. Abbastanza anonime le due prestazioni del padrone di casa Kuba Smrz, che precede Hopkins, Berger e Zanetti, che torna a casa con un solo punticino. Brignola non ripete l’exploit di gara uno ed è diciassettesimo davanti alla wild card ungherese Kispataki. Nessuna caduta, ma da segnalare i ritiri di Polita, Salom, Aoyama e Badovini, non ancora ristabilitosi dalla brutta caduta di ieri in Superpole. 33 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Carlo Baldi | Poteva essere l’allungo decisivo in campionato per Biaggi e invece è stata la domenica di Melandri. Fa festa anche la Kawasaki con il sempre più sorprendete Baz e con Sykes, finalmente in gara sino alla fine. Delude Giugliano D a sempre in Superbike i pronostici sono fatti per essere smentiti, ma pensare che Brno potesse essere favorevole a Melandri e contraria a Biaggi sembrava davvero un’eventualità improbabile. Invece sulla sua pista preferita Max ha avuto lo stesso problema che su altre piste 34 aveva invece ostacolato Melandri : il chattering. E’ stata la domenica di Melandri che ha conquistato la prima doppietta sua e della BMW, recuperando ben 27 punti in classifica si appresta a rendere avvincente il finale di stagione. Cosa è successo al Corsaro. Una weekend difficile ed anche sfortunato quello del romano, se si considera l’errore del suo team che in Superpole non ho montato la gomma tenera al momento giusto costringendolo a partire dalla quarta fila. Ma poi in gara Max ha rimediato al problema con due ottime partenze (in gara due era settimo all’uscita dalla prima curva), ma la sua Aprilia non era a posto e, come lui stesso ha Anno Numero 02 71 » Prove »»»Superbike SPORT Le pagelle del GP della Repubblica Ceca 24 Luglio 2012 dichiarato, nessuno nella sua squadra riesce a comprendere il motivo di una tale scarsa competitività proprio sulla pista che Biaggi conosce benissimo. «Io so come si guida a Brno, ma oggi la moto no me lo ha consentito». Ecco in sintesi delle due gare di Biaggi in Repubblica Ceca. Anche Melandri in prova non è che avesse esaltato e venerdì il chattering aveva fatto la sua comparsa. Però poi Marco ha conquistato l’ultima fase della Superpole e la seconda fila ed in gara la sua abilità e la sua voglia di vincere hanno fatto la differenza. Grande passo avanti anche per la Kawasaki che piazza due piloti sul podio in gara uno e dimostra nella seconda di aver forse trovato il bandolo della matassa e di poter finalmente competere per la vittoria sino agli ultimi giri, senza quei cali paurosi che avevano sino ad ora caratterizzato le prestazioni del simpatico Tom. Settima Superpole, ma soprattutto tanta grinta. La prima vittoria “vera” (quella di Monza è stata molto particolare) sembra ormai essere alla portata di Sykes. Ma la Kawasaki gongola anche per la fantastica prestazione del giovane Baz in gara uno. Arrivato nel team ufficiale quasi per caso (a Monza il team spagnolo che gestisce le verdone di Akashi aveva provato Gadea) Loris Baz sta dimostrando di avere tanto talento, ma anche tanto acume tattico e una maturità che nessuno gli riconosceva. Maturità che deve ancora trovare Davide Giugliano. Il romano del team Althea ha un grande talento, ma dopo aver dominato le prove ci si aspettavano da lui due buone prestazioni anche in gara. Invece Davide si è forse fatto prendere dalla smania di vincere e la caduta della prima manche gli ha tarpato le ali. Tutta esperienza acquisita che verrà utile nelle prossime gare. Rea è tornato “l’impaziente inglese” di qualche stagione fa. Anche il suo talento non si 35 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE discute, ma un pilota ufficiale in lotta per il titolo non può rischiare di compromettere tutto in una curva con un’entrata da kamikaze. E a proposito di kamiaze, che dire dell’entrata di Aoyama su Mercado in fondo al rettilineo? Un errore inconcepibile per un pilota della sua esperienza, che ha rischiato di causare dei danni non solo alla Kawasaki di Pedercini (distrutta) ma anche al giovane argentino, rimasto attaccato alla Honda del giapponese. Ma vediamo nel dettaglio come si sono comportati i protagonisti di Brno ed i nostri voti. 36 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Marco Melandri – Ieri si è celebrato il Melandri day. Prima doppietta in Superbike per lui e per la BMW che ora spera di vincere un titolo mondiale che solo due anni fa sarebbe sembrato impossibile raggiungere. Marco ha corso due gare quasi perfette. Vive un momento magico. Sa di poter contare su di una moto competitiva e su di un team che lo segue ciecamente e tutto questo ne esalta le indubbie capacità. E’ l’unico che può contendere il titolo a Biaggi 7,5 Max Biaggi – Più costernato che deluso. Non era mai andato così male a Brno, dove aveva raccolto nove podi (quattro vittorie e quattro secondi posti) nelle ultime dieci gare. Sperava di poter incrementare il suo vantaggio in campionato e invece perde 27 punti in un solo weekend. Dopo la debacle in Superpole, in gara riesce se non altro a limitare i danni, portando vicino al podio un’Aprilia che non gli permette di guidare come sa. Nightmare Anno Numero 02 71 » Prove »»»Superbike SPORT 10 24 Luglio 2012 8,5 Carlos Checa – Secondo in Superpole, terzo e quarto in gara. Probabilmente non poteva fare di più. Sfrutta al massimo la sua Ducati e non sbaglia niente. Nemmeno la scelta delle gomme in gara uno (Assen docet). Con la 1198 forse non è più possibile vincere il titolo, ma lui ci proverà sino alla fine. 9 Tom Sykes – «Domani cercherò di tramutare questa settima Superpole in una vittoria in gara» ci aveva detto sabato pomeriggio e Tom ci ha provato sino all’ultimo metro di pista. Ha lottato come non mai per salire sul gradino più alto del podio e se non avesse trovato sulla sua strada un Melandri in stato di grazia probabilmente ce l’avrebbe fatta. Sembra che finalmente la sua Kawasaki sia in grado di assecondarlo anche nella parte finale delle gare e se questo verrà confermato anche nelle prossime gare forse tra i due litiganti…. 9 Loriz Baz – E’ il leader di una generazione di giovani piloti francesi che dalla Stock 1000 potrebbero fare il gran balzo in Superbike. Lui lo ha fatto e in Kawasaki si stanno stropicciando gli occhi. Che fosse veloce lo si era capito, ma che a diciannove anni potesse correre con la maturità di un veterano forse non lo sapeva nemmeno lui. Normalmente il talento aggiunto all’acume tattico caratterizza i campioni. Staremo a vedere. 7 Eugene Laverty – Ottimo in prova, manca l’esame di maturità in gara. E’ uscito dalla crisi che lo aveva attanagliato nella prima parte della stagione, ma ora deve 37 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE dimostrare di che pasta è fatto. E’ il primo delle Aprilia e raccoglie molti punti, ma a Silverstone, davanti ai suoi tifosi, questo non basterà. 6,5 Chaz Davies – Solo undicesimo in gara uno, si avvicina alle posizioni che contano nella seconda manche. A Brno le Aprilia hanno sofferto e lui con loro, però l’inglese giramondo impara in fretta e dopo il podio di Aragon siamo certi che lo vedremo spesso nella top five. 6 38 Leon Haslam – Dov’è finito Leon il leone? La sua NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 6 Michel Fabrizio – Vale in parte quanto scritto per Haslam. Sa che per il prossimo anno deve cercarsi una sistemazione diversa, ma proprio per questo ci aspettiamo degli acuti e non delle gare anonime. In prova ci aveva fatto sperare, ma le posizioni in gara, sulla sua pista preferita, ci hanno deluso. 6 Maxime Berger – Jakub Smrz – Li accomuniamo nello stesso giudizio perché hanno saputo mettersi alle spalle i problemi che in questi giorni hanno caratterizzato la loro squadra. Hanno infilato la testa nel cupolino e hanno dato il massimo. Maxime in gara uno ha fatto anche quattro giri in testa, ma poi la gomma intermedia scelta per l’anteriore lo ha fatto scivolare a metà classifica. Il sostegno dei suoi tifosi non è invece bastato a Kuba per mettersi in mostra. Anno Numero 02 71 » Prove »»»Superbike SPORT stagione sembra quella di una candela che si consuma con il passare del tempo. Certo le ultime decisioni della BMW non lo avranno messo di buon umore, ma il settimo posto (sia in Superpole che nelle due gare) non è quello che ci aspettiamo da lui. Letargo. 24 Luglio 2012 5,5 Davide Giugliano – In prova l’alfiere del team Althea aveva dimostrato di poter stare tra i primi della classe, ma poi in gara la conferma non è arrivata. Se lo valutiamo come un esordiente di ventitre anni i suoi risultati non sono certo da buttare via, ma siccome conosciamo il talento di Davide sappiamo che può fare molto meglio. Che serva come esperienza. 5 Jonathan Rea – E’ tornato “l’impaziente inglese”. Come i veri cavalli di razza, Johnny ogni tanto si imbizzarrisce e rischia di fare dei danni. Ieri li ha fatti a se stesso ed ha rischiato di farne anche ad altri. Delude il suo team che è sempre in attesa che lui firmi il contratto del 2013. Urge pronta prestazione a Silverstone tra due settimane. 3 Hiroshi Aoyama – Sappiamo che parlare di Aoyama è come sparare sulla croce rossa, ma siamo sempre più convinti che Hiroshi invii alle gare delle controfigure e che lui, l’ultimo campione del mondo della 250, resti in Giappone. A Brno ha mandato un pilota inesperto che chiude Mercado in fondo al rettilineo e lo fa cadere malamente in mezzo alla pista. Per fortuna nessun danno fisico, ma fossimo nel team Pedercini manderemmo una fattura al team Ten Kate per i danni alla ZX 10R del “povero” pilota argentino. 8 Norino Brignola – L’ex campione italiano della Superbike è arrivato nel mondiale in punta di piedi a quaranta anni, per vivere una bella avventura. Ieri si è tolto la soddisfazione di andare a punti e di mettersi dietro un ex MotoGP. Vi pare poco? Grande Norino! 39 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 » Prove »»»Superbike SBK Brno Classifica Gara 2 Classifica Gara 1 Pos. Pilota Tempi Pos. Pilota Punti 1 Melandri Marco 25 1 Melandri Marco 25 2 Sykes Tom 20 2 Sykes Tom 20 3 Baz Loris 16 3 Checa Carlos 16 Biaggi Max 13 4 Checa Carlos 13 4 5 Laverty Eugene 11 5 Laverty Eugene 11 Davies Chaz 10 6 Biaggi Max 10 6 7 Haslam Leon 9 7 Haslam Leon 9 8 Fabrizio Michel 8 8 Baz Loris 8 Camier Leon 7 Fabrizio Michel 6 9 Berger Maxime 7 9 10 Smrz Jakub 6 10 11 Davies Chaz 5 11 Giugliano Davide 5 12 Polita Alessandro 4 12 Rea Jonathan 4 13 Brignola Norino 3 13 Smrz Jakub 3 Classifica Generale Pos. Pilota 1 Max Biaggi 271.5 2 Marco Melandri 250.5 3 Tom Sykes 212.5 4 Carlos Checa 204.5 5 Jonathan Rea 187 6 Leon Haslam 160 7 Eugene Laverty 148 8 Sylvain Guintoli 110 9 Davide Giugliano 99 10 Chaz Davies 93 40 Punti 41 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Carlo Baldi | Dopo il divorzio dal team Effenbert, Guintoli è vicino ad un accordo con il team Pata Ducati con il quale potrebbe disputare le ultime cinque prove del mondiale Superbike N on ha impiegato molto tempo Sylvain Guintoli a trovare una sella per concludere la stagione 2012. Dopo il burrascoso divorzio dal team Effenbert, avvenuto ad inizio settimana, il francese è vicino ad un accordo con il team Pata Racing, complice la Ducati con il suo responsabile Superbike Ernesto Marinelli e 42 con la supervisione di Infront Motorsports che hanno contribuito a trovare una sistemazione per il vincitore della gara di fine Aprile ad Assen. Sembrava addirittura che Guintoli potesse correre già da oggi nel team Pata, ad iniziare dalle qualifiche di questa mattina, tanto che ieri sera i meccanici della squadra italiana erano al lavoro per mettere in pista una moto, partendo dal rolling chassis di Zanetti. Questa mattina invece siamo venuti a sapere che il francese non ha ancora firmato il contratto che lo legherebbe sino a fine stagione al team italiano e sembra quindi che il suo debutto sulla Ducati Pata sia rimandato al prossimo appuntamento di Silverstone. Lorenzo Zanetti resta al suo posto e spera di poter trarre Anno Numero 02 71 » Prove »»»Superbike SPORT Guintoli vicino al team Pata Ducati 24 Luglio 2012 vantaggio da un eventuale ingresso in squadra di un pilota esperto come il francese, che dopo aver corso dal 2000 prima in 250 e successivamente in MotoGP, nel 2009 ha gareggiato nel British Superbike per poi passare nel 2010 al mondiale Superbike prima con il team Alstare Suzuki e l’anno successivo con il team Effenbert Ducati. Sembra concludersi positivamente per Guintoli il divorzio dal team Effenbert, per il quale invece il futuro appare alquanto incerto. Al momento non si hanno notizie ufficiali riguardanti la squadra della Repubblica Ceca, che qui a Brno schiera i soli Berger e Smrz. 43 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 23 Luglio Anno Numero 2012 02 71 » Prove »»»Superbike aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb In forse il GP di Portimao di Carlo Baldi | I gravi problemi del Circuito portoghese costringeranno gli organizzatori a cercare un altro circuito per ospitare la penultima tappa del mondiale SBK. Già si parla di Jerez S embra infine che i problemi economici stiano mettendo in forse la penultima tappa del mondiale Superbike che si dovrebbe correre a fine settembre sul circuito di Portimao. Il tracciato portoghese ha già visto cancellate le gare del campionato automobilistico GP2 e GP3 per inadempienze contrattuali da parte della società che gestisce l’autodromo e si teme che gli stessi problemi possano portare all’annullamento della prova di settembre della Superbike. Per ora non ci sono comunicati ufficiali a riguardo e restiamo quindi in attesa di notizie più certe. Nel caso il penultimo round della Superbike si potrebbe svolgere a Jerez o in altro circuito ancora da stabilire. 44 45 SPECIALE MOTOCROSS IL GRAN PREMIO di russia 46 47 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Massimo Zanzani | Dopo essersi imposto nella qualifica il siciliano conferma la sua grandezza segnando la quarta doppietta stagionale uguagliato da Herlings nella MX2 I l campionato continua all’insegna della KTM che nel Gran Premio di Russia ha letteralmente sbancato il podio delle due classi con Antonio Cairoli e Jeffrey Herlings che hanno confermato il loro ruolo di leader aggiudicandosi 48 entrambi tutte e due le manche . Cairoli ha portato a 20 i punti di vantaggio su Clement Desalle con una grintosa prima manche che lo ha portato al comando dopo aver scavalcato prima il belga e poi il compagno di squadra De Dycker, mentre nella seconda dopo essere partito al comando un errore al primo giro gli ha fatto perdere un paio di posizioni. Dopo aver atteso il momento giusto al sesto giro è riuscito a mettersi alle spalle Christophe Pourcel per poi mettersi alla caccia di Desalle che ha agganciato passato Anno Numero 02 71 »»» Motocross »»»Prove SPORT Giornata perfetta per Cairoli e Herlings al GP di Russia 24 Luglio 2012 la metà gara iniziando a mettergli pressione. Tattica che ha funzionato, perché a quattro tornate dalla fine il vallone ha fatto un errore del quale ne ha approfittato Cairoli che si è poi involato verso la bandiera a scacchi. Desalle si è quindi dovuto accontentare del secondo posto assoluto di giornata davanti a De Dycker che grazie al suo terzo podio consecutivo spera nella riconferma della KTM per il 2013 anche se la Casa austriaca che sembra voler tenere nella classe regina solo due piloti ha in ballo anche l’opzione Jeremy Van Horebeek. Quarto Pourcel, che nella prima manche è stato fin troppo remissivo dietro al belga, e quinto il pilota di casa Evgeny Bobryshev applauditissimo dall’incredibile numero di spettatori presenti. 13° assoluto Davide Guarneri, messo fisicamente alla prova anche dalla trasferta fatta tutta in proprio, che in Gara 1 dopo essere stato 8° per quasi tutta la gara sul finale ha avuto un calo fisico ed è finito 12° per chiudere 13° la successiva. MX2 La MX2 non ha invece avuto storie grazie all’incredibile velocità che Jeffrey Herlings è riuscito ad imprimere alla gara, rimanendo in testa per i 42 giri disputati e chiudendo entrambe le frazioni con la bellezza di 36 secondi di vantaggio sul suo più prossimo inseguitore. Velocissimo anche Tommy Searle, penalizzato dall’ultima posizione al cancello per il ritiro in qualifica, che nella frazione iniziale è rimontato dalla 17ª alla 3ª posizione, e nell’altra dall’ultima alla 2ª, risultato eccezionale che lo ha ripagato col posto d’onore assoluto davanti a Van Horebeek. Solo 14° Alex Lupino, costretto a rimonte nelle retrovie e a rimediare una scivolata nella seconda manche. Guarda tutte le classifiche MX1 e MX2 49 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»» Motocross »»»Prove SPORT La seconda manche è stata più difficile, cosa è successo? «Sono partito davanti, ho fatto un paio di giri a un buon ritmo e stavo prendendo un po’ di vantaggio. Poi sulle wave ho fatto un errore, ho perso il controllo e la moto mi ha sbalzato in avanti. Sono ripartito terzo, ci ho messo un po’ a passare Pourcel. Poi ho fatto un po’ di bei giri e sono arrivato dietro a Desalle. Glio ho messo un po’ di pressione, sapevo che non mi voleva far passare, è uno tosto da sorpassare e allora ho aspettato il momento giusto, ha fatto l’errore e l’ho superato». Adesso sembra che sia un po’ più mansueto quando si tratta di sorpassi. «Una volta era più aggressivo, adesso ha capito che altri lo possono fare a lui e quindi si comporta in maniera più prevedibile. Ha fatto delle belle gare, sta facendo un bel campionato anche lui. Io sono comunque contento, anche di come è migliorata la moto in queste gare, con la 350 stiamo lavorando sempre e si vede: due partenze in testa, stiamo andando proprio bene». Cairoli: “Se non si cadeva era meglio” di Massimo Zanzani | Un Gran Premio perfetto quello in Russia, ma il campione siciliano non è lo stesso del tutto soddisfatto. Quell’errore nella seconda manche proprio non l’ha digerito U n altro gran premio alla grande, più di così non si poteva fare. «Se non si cadeva era meglio. Purtroppo uno sbaglio in una manche lo facciamo sempre, speriamo di migliorare questa cosa. Sono contento di come è andata la gara in generale. Speriamo di continuare così e di finire sempre sul podio. Anche Ken ha fatto una bellissima gara e per il team è buono». 50 La prima manche niente storie: partito e andato via. «Ken è partito davanti con un buon ritmo, poi io ho fatto un piccolo errore. C’era Desalle che spingeva da dietro per i primi due giri. Poi ho trovato il mio passo e ho passato Ken, sono arrivato verso la fine con un buon margine. Sono contento». Dov’è che guadagnavi in questa pista? «Non c’era un punto particolare, sulle wave guadagnavo, ho superato anche Desalle in quel punto». Un bello smacco passarlo in un punto così tecnico. «Sì, era uno dei punti che preferivo, uno dei più tecnici, e ho portato lì l’attacco». 51 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»» Motocross »»»Prove La spettacolare sequenza della caduta di Seewer di Massimo Zanzani | Ecco la sequenza della caduta dello svizzero Seewer nella prova dell’europeo EMX250 corsa domenica in Russia a Semigorje 52 53 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS La casa taiwanese presenta un restyling per Agility R16, dai 50 al 200i passando per il 125. Prezzi interessanti: 1.599 (50), 1.799 (125), 2.099 (200i), migliorabili con la promozione “Giù senza freni” N ovità per Kymco, che effettua un restyling di un certo spessore sull’Agility R16 - uno dei suoi cavalli di battaglia nel settore low-cost di alto profilo. Già dai concessionari, Il Kymco Agility 54 R16 è stato rivisto nel rivestimento della sella (ora con inserti in materiale liscio e lucido alternati a schemi reticolati) per migliorare il comfort del pilota. Nella stessa direzione va la revisione del comparto sospensioni, con molle multistadio e tampone di fondocorsa maggiorato: migliorie apprezzabili soprattutto sui dissestati fondi delle nostre città. Diversi anche gli pneumatici di primo equipaggiamento, con una nuova mescola dal miglior grip. Rivista anche Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT Kymco Agility R16: il restyling già dai concessionari 24 Luglio 2012 la componente estetica: i contrappesi manubrio sono ora cromati; il parafango anteriore è ora in tinta con il resto della carrozzeria, e i cerchi in lega vantano la nuova colorazione argento metallizzato. L’azzurro fa da sfondo all’adesivo posizionato sul fianchetto e alla grafica della strumentazione, richiamando la sfumatura lenti dei fari alogeni anteriore e posteriore e degli indicatori. La gamma Agility R16 restyling è disponibile nelle colorazioni Bianco Ice, Antracite Blumone e Nero Maggiore (solo 125 e 200i). Tutti vantano il bauletto in tinta di serie e con chiave unica; optional invece il parabrezza maggiorato. Estremamente concorrenziale il prezzo di listino: Agility R16 125 viene proposto a 1.799€, mentre il 200i a 2.099€. I due 50, sia a due che quattro tempi, costano invece 1.599€. Tutti potranno beneficiare della promozione in corso “Giù senza freni” che prevede uno sconto di 200 € per i targati, che arrivano così rispettivamente a 1.599 e 1.899€, e di 150 per i 50 (prezzo finale: 1.449€). La promozione “Giù senza freni” non prevede obbligo di rottamazione e scade il 30 di Settembre 2012. 55 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Aprilia presenta una versione unica della RS4 125. A renderla speciale, oltre ai numerosi dettagli tecnici, il cambio rapido Aprilia Quick Shift di serie, fino all’anno scorso disponibile solo come optional. Prezzo invariato: 4.590 f.c. D opo i successi ottenuti con RS 125 con motore a 2 tempi (prodotta dal 1993 ad oggi in oltre 100.000 unità e venduta in più di 30 paesi nel mondo), Aprilia ha introdotto nel 2011 la sua prima ottavo di litro a 4 tempi, direttamente derivata dalla RSV4, vincitrice del campionato del 56 mondo Superbike nel 2010 e in vetta alla classifica con il fuoriclasse Max Biaggi. Diventata in breve tempo la sportiva più amata e ambita dai giovani, che hanno subito apprezzato le prestazioni e le caratteristiche di guida da pura racer. Ad un anno dal lancio dell’inedita RS4 125, Aprilia propone la RS4 125 Replica. Il nome richiama alla mente i successi di Aprilia nelle corse: 49 titoli mondiali e centinaia di gare iridate conquistate, numeri che hanno reso Aprilia in pochi lustri di storia il marchio italiano ed europeo più vincente nel Motomondiale con 294 GP vinti, portando alla massima affermazione campioni del calibro di Biaggi, Rossi, Capirossi, Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT Aprilia RS4 125 Replica: disponibile con cambio rapido Aprilia Quick Shift 24 Luglio 2012 Melandri, Stoner, Lorenzo. Sulla base della RS4, il personale del Reparto Ricerca e Sviluppo Aprilia ha operato sul duplice profilo di rendere la RS4 125 simile nelle grafiche a quella che compete con successo nel campionato mondiale SBK e allo stesso tempo acuirne le buone caratteristiche di guida. La carenatura guadagna così la livrea in nero e rosso, con i profili anteriori delle fiancate impreziositi dai colori della bandiera italiana. La porzione di sella del passeggero è sostituibile con il guscio removibile monoposto in tinta con la carrozzeria. Il numero “3” che capeggia sul codino e sul cupolino è un omaggio alle imprese di Max Biaggi e alle sue vittorie ottenute nel campionato mondiale delle derivate di serie. A livello tecnico l’impianto frenante della RS4 è migliorato adottando una coppia di dischi in acciaio dal profilo a margherita. L’anteriore è da 300 mm e lavora all’unisono con la pinza a quattro pistoncini ad attacco radiale, mentre il posteriore è da 220 mm. Per esaltare le caratteristiche di guida sono stati selezionati pneumatici sportivi: la scelta è caduta sui nuovi Pirelli Diablo Rosso II. I pneumatici sono calzati su cerchi da 17” a sei razze e rimangono invariati nelle già generose misure (110/70 l’anteriore e 150/60 il posteriore). RS4 125 Replica è la prima della sua categoria a prevedere di serie il sistema di cambio rapido Aprilia Quick Shift, una soluzione tecnica derivata dalla sorella maggiore RSV4 APRC che consente al pilota di innestare il rapporto superiore mantenendo il gas aperto e senza utilizzare la frizione, rendendo così più semplice e veloce la cambiata. Attenti studi aerodinamici hanno consentito di ridurre al minimo le superfici senza penalizzare la protettività, lasciando in vista telaio e motore. Il triplo faro anteriore, è diventato l’elemento caratterizzante di tutti i prodotti sportivi Aprilia, mentre il codino integra il fanale posteriore a LED. Immutato lo scarico, completamente integrato nella parte inferiore della carenatura, ispirato alle moto racing. Il telaio utilizza due travi laterali pressofuse in lega d’alluminio con nervature incrociate di rinforzo. Una struttura leggera, in grado di offrire un’alta rigidità torsionale. La sospensione anteriore è costituita da una forcella con steli rovesciati da 41 mm e foderi anodizzati neri, mentre il monoammortizzatore è fissato al forcellone asimmetrico. Aprilia RS4 125 Replica è spinta dal nuovo monocilindrico 125 cc, 4 tempi, 4 valvole, dotato di alimentazione a iniezione elettronica e raffreddamento a liquido. La distribuzione a doppio albero a camme in testa (DOHC) assicura la massima potenza prevista per questa cilindrata, assieme a un’erogazione fluida e lineare nel rispetto dell’ecologia, essendo conforme alle più severe normative anti inquinamento. 57 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT Ce ne parla Costantino Paolacci, responsabile delle comunicazioni di Honda Italia Costantino, già dal debutto di PCX 125 la richiesta da parte degli utenti di una cilindrata maggiore è stata grande. Come mai solo ora, due anni dopo, arriva sul mercato la cilindrata da 150 cc? “PCX è prodotto in Thailandia (da Ottobre sarà prodotto nello stabilimento di Atessa (CH), nda), e nel mercato del sud-est asiatico la cilindrata da 150 cc non esiste, non se ne sente la necessità come in Italia. Quindi PCX 150 è stato “creato da zero”. Domanda dovuta, non temete “la concorrenza in casa” con l’SH? “No, SH è un prodotto premium, ha un altro prezzo e altre dotazioni”. Quindi si rivolge ad un altro target di pubblico? “Sì, SH ha forme diverse, pedana piatta, ruote da 16”, doppio freno a disco, bauletto di serie, si rivolge ad un altro tipo di utente. Il PCX invece è “un maxiscooter in piccolo”. PCX 150 va quindi a completare la gamma scooter di Honda. “Esatto, l’utente che cerca uno scooter cittadino Honda ora può scegliere tra l’entry level Vision 110 che costa 1.815 Euro, l’SH 125 e 150 e il PCX 125 e 150”. Honda PCX 150 Già nelle concessionarie a 2.410 Euro di Cristina Bacchetti | PCX 150 debutta sul mercato forte del successo del fratello da 125 cc, in vendita dal 2010. Ce ne parla Costantino Paolacci, responsabile delle comunicazioni di Honda Italia S iamo a Roma per provare il nuovo PCX 150 che va ad affiancare, dopo due anni dal suo debutto sul mercato, la versione da 125 cc, il due ruote più venduto in Europa nel 2011, con oltre 58 23.000 unità. Lo stile è lo stesso, cavallo che vince non si cambia, ma sul 150 debutta il nuovo motore Honda eSP (enhanced Smart Power), più potente grazie alla cilindrata di 153 cc. Si tratta di un monocilindrico 4 tempi, raffreddato a liquido, ideato per garantire massima resistenza, minimi consumi e un funzionamento silenzioso. PCX 150 è già nelle concessionarie a 2.410 Euro f.c. A breve la prova completa su Moto.it. 59 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE Nico Cereghini ci racconta gli anni Settanta, 7ª puntata di Nico Cereghini | Un periodo mitico del motociclismo, tanto che le moto di allora sono ancora le più richieste. Nella settima puntata: la Honda Gold Wing 1000, la RG 500 e Lucchinelli, Read, Lansivuori, Toracca, Bonera, Coulon... MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb A 60 “ Allora vivevamo in una specie di Paese del Bengodi, nessun valligiano protestava se andavi per boschi e sentieri, e la moda si allargò anche tra i piloti da GP “ nche se il trial è antichissimo, il primo campionato mondiale risale solo al 1975. Bultaco, Montesa, Ossa: le due tempi spagnole dominavano l’europeo già dal ’68, ed erano piuttosto famose anche in Italia, anche se ne circolavano pochissime. Piloti come Sammy Miller, Mick Andrews, e poi Lampkin, Rathmell, Vesterinen, Karlson erano leggende per quelli della mia generazione, li seguivamo attraverso le letture di Motociclismo. Fino a che, grazie ad Antonio Rovelli, che sapeva guardare avanti (lo stesso Rovelli che aveva inventato le Triumph di Koelliker) anche qui da noi entrarono forte le Montesa con un nuovo importatore, e nei primi anni Settanta molti comprammo una moto da trial. La più diffusa era la Cota 247 Ulf Karlson Replica, rossa con i suoi bei parafaghi d’alluminio. Allora vivevamo in una specie di Paese del Bengodi, nessun valligiano protestava se andavi per boschi e sentieri, e la moda si allargò anche tra i piloti da GP, per scorazzare la domenica senza troppa velocità. Si faceva il moto alpinismo, più che il trial, e ricordo i fratelli Brambilla e i Bonera in Brianza, ma anche Lusuardi e Villa a Modena, e i romani e i siciliani. Il primo campione italiano di trial fu il Teto Adamoli di Premana, in Valsassina. Un grande. Nel ’76 nacquero, quasi contemporaneamente, le prime due moto da trial italiane la Fantic e Lancillotti forse addirittura antecedente. Nel ‘78 la prima moto da trial di alta cilindrata, la SWM, che partecipò al mondiale con Coutard e nell’81 fu iridata con Burgat. Più avanti sarebbero arrivati i titoli mondiali anche per la Fantic Motor, la Beta e l’Aprilia. Tra le marche giapponesi la più attiva sul mercato mondiale era in quel momento la Suzuki. Sì, comparvero altre belle moto come la prima e innovativa Honda Gold Wing 1000 nel ’74, il massimo del comfort, e tre anni più tardi arrivò anche la Yamaha XS 1100 da 95 cavalli, con il cardano; ma Suzuki osò di più e il Wankel ne è l’esempio più eclatante. Si chiamava RE 5, questa moto a pistone rotante del ’74 disegnata 61 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE da Giorgetto Giugiaro; aveva richiesto investimenti senza precedenti, erogava 63 cavalli con una coppia da paura, però consumava parecchio, il mercato non gradì, venne abbandonata dopo un biennio e anche la Suzuki passò alle sue prime quattro tempi con la GS 750 quattro cilindri, che aveva più o meno la stessa potenza, 64 cavalli, girava molto in alto e sfiorava i 200 all’ora. Bella, la mia era azzurra.. Ed ecco qui la moto simbolo degli anni Settanta, almeno dei miei: la RG 500. Costruita in soli sessanta esemplari nell’inverno tra il ’75 62 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT ed il ’76, la RG costava l’equivalente di 60.000 euro di oggi o giù di lì, miagolava con un sound spettacolare ed era la copia della moto ufficiale: quattro cilindri in quadrato, ammissione a disco rotante, quasi cento cavalli, circa 140 chili e serbatoio da 36 litri. Nelle partenze a spinta non era una piuma, ma non si era mai visto niente di simile e di colpo la griglia della 500 si arricchì: prendevano il via da 30 a 36 piloti secondo il circuito, e dovevi fare il tempo altrimenti tornavi a casa. Lucchinelli, Read, Lansivuori, Toracca, Bonera, Coulon, tutti correvano con quella e un giornalista-tester come me poteva girare a un secondo dal campione del mondo. Che fu Barry Sheene, naturalmente, il grande Barry che abbiamo conosciuto nella terza puntata. La RG avrebbe avuto un a lunghissima carriera. A proposito di corse, tutto non si può raccontare, ma una nota merita certamente la famiglia Lazzarini che oggi è rappresentata dal fortissimo Ivan nel mondiale Supermoto, ma che nello zio, Eugenio, ha il suo simbolo: pesarese, tre volte campione del mondo nelle piccole cilindrate alla fine degli anni Settanta, lui ha corso con Morbidelli, Kreidler, MBA, Garelli, Piovaticci, ma soprattutto con la 24 Luglio 2012 Lazzarini costruita in casa, anzi in cantina, insieme al fratello Enzo. Il loro libro ve lo abbiamo presentato di recente ed è una gran bella storia di passione targata anni Settanta. Chiudo con un amico che non c’è più. Walter Villa è scomparso giovane, dieci anni fa ed era uno dei più forti piloti italiani di sempre. Modenese, tecnicamente molto preparato, simpatico e spiritoso, lo chiamavamo il reverendo per la pancetta, il gusto della buona tavola (i suoi amici di Castelnuovo Rangone portavano i migliori salami del mondiale) e la saggezza da ridere che spargeva volentieri; era rimasto coinvolto nel terribile incidente di Monza nel ’73: gravissimo, fu salvato dal dottor Costa per un pelo, e allora è stato uno dei più attivi a battersi per la sicurezza quando non era vantaggioso mettersi contro la FMI e i gestori delle piste. Ago, per dire, non lo faceva. Walter ha vinto il titolo nel ’74, ‘75 e ‘76 con l’Harley-Davidson 250, e ha fatto doppietta con la 350 nell’ultimo anno. Ventiquattro vittorie. Ma ha corso anche con la Benelli, poi con le Triumph, e per anni è stato collaudatore per la Pirelli, instancabile e prezioso. 63 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT “ La crisi che avanza, Valentino che resta indietro, pochi italiani vincenti, lo slittamento a metà luglio. Quale è stata la causa dominante del mezzo flop di questa edizione? di Nico Cereghini | Tira e tira e la corda si spezza. Da anni prezzi impossibili. La crisi economica e quella di Rossi hanno innescato il flop, prevedibile. Però in Portogallo… C iao a tutti! Ciao a tutti! Non c’è niente di più bello che assistere di persona ai nostri Gran Premi, in Italia. Era bellissimo e solenne andare a Monza negli anni Sessanta, l’urlo delle pluricilindriche non riusciva a coprire del tutto il rombo cupo delle grosse mono, soltanto una curva da vedere, i piloti in tuta nera erano miti, sei gare dalla 50 ai sidecar. 64 Poi Imola con il colore, le piadine, la neve che veniva giù dai pioppi, le tribune piene di allegria, in pista meno velocità ma più battaglia. E Misano, neanche una pianta per una tregua d’ombra ma mezza pista sotto gli occhi. E il Mugello, prima un nastro d’asfalto perfetto ma pericoloso e in un contesto fatiscente; poi sempre più sicuro, curato, festoso, agitato, spettacolare. Ma caro. Troppo. Era da anni che i motociclisti si lamentavano per l’esorbitante costo del biglietto. Nelle ultime edizioni circolavano volantini che invitavano tutti a disertare: “basta, si è passato il segno, diamogli una lezione”. Ma poi la voglia di esserci ha sempre prevalso. Ogni volta a dire no, quest’anno stiamo a casa, spendiamo meglio i nostri soldi, magari andiamo al mare oppure andiamo a girare in pista una volta di più; “ “Al Mugello pochi spettatori. Guarda un po’” ma ogni proponimento vacillava man mano che la data della corsa si avvicinava, e alla fine tutti lì, sui prati, tra i camper che tolgono la visuale e il fumo delle grigliate che ti soffoca. A tifare, a gridare e a spendere troppo. La crisi che avanza, Valentino che resta indietro, pochi italiani vincenti, lo slittamento a metà luglio. Quale è stata la causa dominante del mezzo flop di questa edizione? Forse tutte queste insieme. La domenica si aspettavano i soliti ottantamila e, al di là delle dichiarazioni ufficiali, si sarà presentata la metà, o anche meno. Prati semideserti, tribune disabitate, uno spettacolo triste da guardare anche alla televisione. Belle gare, tutte e tre, finalmente proprio belle; ma poca gente a vederle dal vivo. Novanta euro il prezzo minimo per la domenica. Il prato. E poi su, fino agli oltre duecento per le migliori tribune. Sicuri che sia l’unica strada? In Portogallo, a maggio, ci hanno riflettuto sopra e alla fine hanno deciso: il prato a venti euro. Hanno fatto il pieno a dispetto dei tempi magri, hanno guadagnato il giusto, hanno dato un bel segnale di responsabilità e fatto una bella promozione al motociclismo. Noi no, gli italiani sono più ricchi, o sono più fessi, chissà, comunque “vedrai che alla fine vengono tutti di sicuro, come sempre”. Risultato? Chi non c’era domenica scorsa, per anni non torna più sul divano di casa già soffriva di lontananza, poi ha visto le immagini e si è depresso anche di più. Bel servizio al nostro sport. 65 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Massimo Clarke | I segmenti sono organi meccanici che svolgono un compito impegnativo per il funzionamento del motore. Anche se sembrano semplici, sono il prodotto di una tecnologia molto evoluta C i sono organi meccanici ai quali si pensa assai poco, forse perché hanno un aspetto quasi banale, sono di piccole dimensioni o perché l’importanza della loro funzione non viene considerata come meriterebbe. Un posto di assoluto riguardo, in quest’ottica, spetta indubbiamente ai 66 segmenti, che possono sembrare dei semplicissimi anelli metallici muniti di un intaglio, ma che nascondono contenuti tecnologici di prim’ordine e svolgono un compito fondamentale, al punto che senza di essi il motore non potrebbe funzionare. Il pistone viene montato nel cilindro con un certo gioco. In altre parole, ha un diametro leggermente minore, rispetto alla canna nella quale è inserito. Questo è necessario per consentire il movimento del pistone stesso e la formazione di un sottile strato di olio, che deve essere sempre presente per separare le superfici metalliche dei due componenti, in modo da assicurare una adeguata lubrificazione. Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT “I segmenti del pistone” 24 Luglio 2012 I valori in gioco Occorre però evitare che nel gioco, ovvero nello “spazio” in questione, possano passare i gas e l’olio (eccezion fatta per un velo poco più che molecolare di lubrificante, che rimane aderente alle pareti). Durante la combustione all’interno della camera, ossia al di sopra del pistone, vengono raggiunte pressioni il cui valore massimo può raggiungere valori impressionanti: oltre 85 bar nei motori a benzina aspirati di elevate prestazioni e oltre 120 bar in quelli sovralimentati di alcune auto di serie. Per i diesel turbo la situazione è ancora più seria, con picchi che si avvicinano ai 200 bar! I segmenti devono svolgere il loro compito anche il presenza di pressioni così elevate (200 atmosfere, o 200 kg/cm2, per usare le vecchie unità di misura), che per di più vengono raggiunte in tempi brevissimi. Se si pensa anche alla temperatura dei gas in questione, è ben evidente quanto sono gravose le condizioni di lavoro di questi componenti. Differenti tipologie di segmenti A seconda della funzione che sono chiamati a svolgere, e della geometria della quale di conseguenza vengono dotati, si distinguono i segmenti di tenuta (che impediscono il passaggio dei gas) e i raschiaolio. Nei moderni motori di serie di norma si impiegano due segmenti del primo tipo, installati nelle due cave più alte del pistone, e un raschiaolio, montato subito sotto di essi. In realtà la tenuta non può essere assolutamente perfetta, principalmente per via del fatto che i segmenti sono dotati di un intaglio, necessario per consentire il montaggio nelle cave del pistone e per ottenere l’indispensabile elasticità, che permette ad essi di “copiare” accuratamente la superficie della canna, durante il movimento del pistone. Una piccola quantità di gas trafila inevitabilmente oltre i segmenti; ad essa i tecnici si riferiscono col termine di blowby. È importante anche sottolineare che i segmenti “collaborano” tra loro, nel senso che anche quelli di tenuta contribuiscono a ridurre il consumo di olio. Per svolgere la loro funzione i segmenti “utilizzano” sia la loro elasticità che la pressione dei gas, grazie alla quale aumenta la forza che li spinge contro la parete del cilindro, durante le fasi di compressione e di espansione. I gas si insinuano sopra i segmenti e 67 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Per ridurre le perdite Per ridurre le perdite in questione due strade importanti sono costituite dalla diminuzione del numero dei segmenti (ma se ne venissero impiegati due soltanto il blowby sarebbe eccessivo, per i motori di serie) e dalla diminuzione della loro altezza. Su questo secondo punto si è lavorato molto, grazie anche allo sviluppo di riporti superficiali in grado di assicurare comunque una elevata vita utile a questi componenti anche in presenza di una notevole riduzione della superficie di contatto con la canna. Oggi nei motori della auto a benzina sono comuni, per quanto riguarda il primo segmento, altezze dell’ordine di 1,2-2,8 mm (negli anni Ottanta si andava in genere da 1,8 a 3,6 mm); è interessante osservare che nei motori delle moto sportive si scende a valori che vanno in genere da 0,8 a1,0 mm e in quelli delle monoposto di Formula Uno si arriva a 0,7 mm (e qualcuno è sceso anche a 0,6!). 68 forte peggioramento della tenuta. L’integrità strutturale è importantissima È anche importante che il pistone sia sempre ben guidato nel suo movimento all’interno della canna e che il suo gioco non sia eccessivo; in caso contrario i segmenti non potrebbero più svolgere correttamente la loro funzione. Sempre in quest’ottica, è fondamentale infine che la canna non presenti distorsioni (ovvero scostamenti sensibili dalla forma geometrica ideale, che è quella cilindrica) o danneggiamenti della superficie di lavoro. Negli ultimi anni i segmenti sono stati oggetto di particolari attenzioni da parte dei tecnici e questo sia per limitare al minimo il blowby e il consumo di olio, voci importanti nel quadro del contenimento delle emissioni di scarico, che per ridurne i consumi. Una parte considerevole (ben oltre il 20%) delle perdite meccaniche che hanno luogo all’interno del motore è dovuta proprio ai segmenti, che pertanto hanno una forte influenza sul rendimento meccanico Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT e quindi anche sul consumo specifico. quindi tra la loro parte interna e il fondo della cava, spingendoli verso l’esterno. Questa azione come ovvio è particolarmente sensibile nel caso del primo segmento e assai meno per il secondo. Il gioco assiale nella cava dunque serve a consentire il libero movimento radiale dei segmenti e a permettere lo sfruttamento della pressione dei gas. Non deve però essere eccessivo, altrimenti si possono avere autentiche azioni di martellamento delle cave, con rapida usura, e/o di pompaggio, con 24 Luglio 2012 Per ridurre gli attriti Un’altra strada di notevole importanza, per ridurre l’attrito causato dai segmenti, è costituita dalla diminuzione della forza radiale da essi esercitata contro la canna, cosa che deve però essere ottenuta senza determinare un peggioramento della tenuta. Un’ulteriore possibilità che si offre ai tecnici è quella della adozione di rivestimenti superficiali dotati di un coefficiente d’attrito più basso. Ai classici riporti di cromo (applicato galvanicamente) e di molibdeno (depositato per spruzzatura alla fiamma o al plasma), impiegati da decenni con ottimi risultati, si sono di recente aggiunti quelli cromo-ceramici e quelli di DLC (Diamond Like Carbon). In quest’ultima “categoria” ad esempio rientra il Carboglide della Federal Mogul che, secondo il produttore, consente una diminuzione dell’attrito anche dell’ordine del 20%. La conformazione della superficie di lavoro Particolarmente critica è la conformazione della superficie di lavoro dei segmenti che, anche se a prima vista possono sembrare semplici anelli a sezione rettangolare, in effetti hanno una geometria molto più complessa, nella quale anche piccoli dettagli (non apprezzabili a occhio nudo), come una lieve bombatura asimmetrica, o una leggerissima inclinazione, possono determinare grandi differenze a livello di funzionalità e di prestazioni. In fase di messa a punto per ogni motore viene individuata la segmentatura che fornisce i migliori risultati e che quindi verrà impiegata nella produzione di serie. Differenze tra segmenti raschiaolio e segmenti di tenuta I segmenti raschiaolio sono notevolmente diversi da quelli di tenuta, in quanto dotati di due sottili margini raschianti, e presentano delle feritoie (o comunque una nutrita serie di passaggi), attraverso le quali passa il lubrificante asportato dalle pareti del cilindro durante il movimento del pistone. Possono essere in un sol pezzo (con una molla che ne aumenta il carico radiale) o essere costituiti da due anelli di acciaio tra i quali è interposta una molla separatrice-espanditrice. Il materiale tradizionalmente impiegato per realizzare i segmenti è la ghisa, ma di recente, anche per via della grande riduzione dello spessore di questi componenti, l’acciaio la sta soppiantando in notevole misura. Ghisa a grafite sferoidale Alla tradizionale ghisa grigia nel corso degli anni si è andata ad aggiungere la ghisa a grafite sferoidale, dalle caratteristiche meccaniche superiori (e dal costo più elevato). Nei motori da competizione, in quelli delle moto sportive e in molte auto di serie di elevata potenza specifica i segmenti, di altezza decisamente ridotta, vengono realizzati in acciaio, e in genere vengono sottoposti a un trattamento di nitrurazione. Pure i raschiaolio in tre pezzi sono sempre in questo materiale. 69 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News Da Peugeot Motocycles a Peugeot Scooter. 110 anni di tecnologia e innovazione di Maurizio Tanca | Uno dei più antichi costruttori di veicoli a due ruote motorizzati del mondo festeggia i suoi 110 anni di continuativa presenza sul mercato italiano con l’evocativo Vogue, erede del mitico “moped” 103. Costa solo 959 euro E h sì, 110 anni di attività continuativa nel mondo delle due ruote motorizzate sono un traguardo davvero unico per un costruttore. Il primato appartiene alla terra di Francia, e ovviamente se lo aggiudica l’attuale Peugeot Scooters, ragione sociale che nel 2010, in occasione del 200° compleanno dell’emblematico leoncino rampante, ha sostituito l’antenata Peugeot Motocycles. Anche perchè il cosiddetto “core business” di questo ramo cadetto del gruppo automobilistico francese PSA - che, com’è noto, raggruppa Peugeot e Citroën - è notoriamente sostenuto principalmente dagli scooter. Tuttavia, il protagonista del felice genetliaco non è uno scooter, bensì un simpatico ciclomotore a pedali, o, per dirla alla francese, un “moped”. Molti si ricorderanno benissimo, infatti, che nella storia di Peugeot i moped hanno avuto una notevolissima importanza. E questo 70 ammiccante Vogue vuol proprio omaggiare un suo celebre antenato, il 103 degli anni settanta, al quale è evidentemente ispirato. Mossa interessante, quella di rilanciare un fascinoso ciclomotore a pedali, con motorino a due tempi raffreddato ad aria e alimentato a carburatore (omologato Euro 2) e la caratteristica marmitta corta e tozza sotto al motore. Magari le ruote a raggi sarebbero state un plus piuttosto gradito dagli amanti del vintage, ma il Vogue è chic anche così, e se consideriamo che il suo prezzo è di 959 euro verrebbe davvero voglia di fare un salto nel passato. Peugeot Vogue è dotato di impianto illuminante sempre attivo, gas rapido e tachimetro anch’esso illuminato. Colorazioni disponibili? Bianco Neve e bicolore Blu/Argento. Una storia affascinante Ma vediamo un po’ cosa ci racconta la storia di questo celebre marchio transalpino, vero pioniere nella tecnica e nell’innovazione, cercando di riassumerne i punti essenziali. Si chiamava “Grand Bi”, la prima bicicletta di gran successo – in realtà il famoso biciclo, con ruota anteriore enorme e posteriore molto piccola - costruita nel 1882 da Peugeot, che iniziò così la sua avventura di costruttore di mezzi a due ruote che, qualche anno più tardi, avrebbero ricevuto anche il loro bravo motore. Tant’è che la prima “motocicletta” marchiata Peugeot, equipaggiata con un motore De Dion Bouton montato sulla ruota posteriore, venne esposta al Salone di Parigi già nel 1898, anche se in realtà poi non venne mai prodotta. Accadde così che la prima “moto” Peugeot andata in produzione in effetti fu un triciclo, anch’esso motorizzato De Dion Bouton, nella fattispecie monocilindrico da 239,5 cc: veicolo che certamente non era né praticissimo da usare né tantomeno emozionante, però costava poco e dunque ebbe un buon successo. 71 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE Il primo motociclo La prima “due ruote” motorizzata prodotta in serie fu dunque la Motobicyclette del 1902, con propulsore svizzero ZL da 198 cc e 1,5 cv con valvola di aspirazione automatica e accensione a bobina, montato davanti ai pedali, ovviamente in un telaio da bicicletta opportunamente rinforzato. Il mezzo, che viaggiava a 40 km/h e percorreva 33 km con un litro di benzina, già in quell’anno era in vendita anche in Italia. E l’anno successivo si aggiudicò il record assoluto di velocità: 123,249 km/h. Nel 1904 nascono i primi motori P.F. (Peugeot Frères, fratelli Peugeot) monocilindrici in quattro versioni, da 2,5 - 2,75 72 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT - 3,5 e “ben” 5 cavalli, montati all’interno della triangolazione del telaio: cinque moto con motore da 3,5 cv parteciparono alla ParigiMadrid del 1903. E già nel 1905 ecco arrivare una nutrita serie di bicilindici a V da 330, 480, 500, 660 e addirittura 1.000 cc, che iniziarono a farsi valere nelle competizioni, utilizzati ovviamente anche da altri costruttori: a partire addirittura dalla Norton con cui nel 1907 Rem Fowler, vinse la prima edizione del Tourist Trophy dell’Isola di Man, con un V2 da 5 cv. Ma la Casa francese fu anche pioniera nell’introdurre sofisticate testate a doppio albero a camme in testa, sia per i motori da moto che per quelli da auto. Infatti, già nel 1913 presentò il primo bicilindrico parallelo con testate bialbero a 4 valvole per cilindro montato sulla M1 500, una vera racer che avrebbe debuttato al GP di Francia dell’anno successivo se la prima Guerra Mondiale non avesse sconvolto il mondo. Il 14 giugno del 1914, comunque, Paul Pean portò la sua Peugeot M1 500 bialbero a infrangere il record assoluto di velocità sul chilometro e sul miglio lanciati, portandoli rispettivamente a 122,449 e 121,205 km/h sul lungo rettilineo che attraversava la foresta di Fontainbleau. Ma anche dopo la guerra quel prestigioso bicilindrico, che rimase a lungo il più avanzato motore del mondo, vinse parecchie gare. 24 Luglio 2012 Moto e Auto Negli anni venti avvenne la separazione tra i settori auto e moto di Peugeot, e nel 1926 nacque la Nouvelle Societé des Cycles Peugeot, che si occupava esclusivamente di moto e biciclette, e che all’inizio del 1930 iniziò la produzione di alcuni modelli destinati a diventare molto popolari. Il più “grosso” dei quali, il P107 monocilindrico da 350 cc, venne reso celebre dal famoso fotoreporter Robert Sexé, che lo utilizzava per i suoi viaggi. Per contrastare l’arrembante industria britannica e i suoi modelli di cilindrata elevata, i francesi lanciarono la nuova 515, presentata logicamente all’Expò parigino del 1933: era una monocilindrica sportiva da 500 cc a 4 tempi con scarico sdoppiato, che l’anno successivo, sul mitico circuito di Monthlery, battè il record di velocità sulle 24 ore alla media di 118,747 km/h. Questa fu l’ultima, grande motocicletta francese perché il difficile periodo successivo alla seconda guerra mondiale, per forza di cose, favorì la diffusione di motoleggere con motori più piccoli e ovviamente meno costosi come la P55, versione aggiornata di un modello risalente agli anni trenta, seguita da una 175 e da una bicilindrica 250. Gli anni Cinquanta Fino ad allora, Peugeot rimase di gran lunga il più importante costruttore francese di motociclette, seguito a debita distanza da Motobécane e Terrot. Ma con l’avvento degli anni 50 le cose iniziarono a cambiare, e la 356TB, bicilindrica a due tempi da 125 cc andò a rappresentare un po’ il classico “canto del cigno” per il celebre marchio del leone rampante. Che tuttavia, degli oltre 300 marchi che hanno lasciato una pur minima impronta nella storia del motociclismo francese, è l’unico ancor oggi in attività, per la maggior parte grazie all’avvento dei ciclomotori a pedali - i “moped” appunto - e degli scooter. 73 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE Peugeot è stato significativamente e a lungo presente nel settore dei moped, spinti da piccoli motori a due tempi da 50 cc. Un segmento di mercato vivacissimo, che in effetti il costruttore francese copriva già negli anni 30 con modelli come il P50 del 1931 (con motore però da 100 cc, fu il primo che si fregiò del termine ”ciclomoteur”, inventato da Peugeot), ma che nel periodo postbellico iniziò a dilagare a macchia d’olio fino ai giorni nostri. O, perlomeno, fino a non moltissimi anni fa. Per contrastare l’incredibile successo del celeberrimo Motobécane Mobylette, nato 74 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Arrivano gli scooter Ma torniamo agli scooter, settore nel quale Peugeot entrò negli anni ‘50 in scia al successo delle nostre Vespa e Lambretta, e che in effetti fu una concausa del declino del comparto motociclistico dell’azienda parigina. Era il 1953 quando venne presentato (al Paris Exhibition, naturalmente) l’S55, vagamente ispirato alla celebre vettura 203 di allora, con il musone facente funzione di bagagliaio ma col sedere decisamente di stampo “lambrettiano”. Il motore a Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT nel 1946, ma anche del particolarissimo Velosolex, col motore sopra la ruota anteriore, Peugeot nel 1949 lanciò il PHV25, e nel ’52 il Bima, che ebbe un grandissimo successo. A questi seguirono il BB2 (fine anni 50) e, nel ’62, l’elegantissimo BB104. Mentre nel 1967 nacque la serie 100, costituita da vere pietre miliari (in questo contesto, s’intende) quali il 102, il 103 e il riproposto 104 del 1974, anno in cui Peugeot fece il boom con 550.000 ciclomotori venduti. Per non parlare dei cattivissimi “moped” sportivi derivati dai modelli citati, che in patria spopolavano anche a livello di competizioni dedicate, ma in Italia ebbero poco seguito. 24 Luglio 2012 due tempi da 125 cc era quello della motoleggera P55, ma raffreddato ovviamente ad aria forzata. L’oggetto ebbe breve vita: solo un anno, prima di venir parzialmente modificato trasformandosi in S57 e disponibile anche con motore da 150 cc. Nel 1956, un paio di questi scooter vennero utilizzati per un viaggio dall’allora Indocina (oggi Vietnam) alla casa madre, partendo da Saigon il 21 aprile alla volta di Parigi, dove giunsero il 25 agosto dopo aver attraversato Cambogia, Siam, India, Iran Turchia, Yugoslavia e, naturalmente, l’Italia. Gli anni Settanta e Ottanta Dopo un periodo di breve declino, gli scooter tornarono a destare interesse negli anni ‘70 e ‘80. In particolare, proprio nei primi anni ‘80, in seguito alla compartecipazione azionaria del 25% da parte di Honda, fu proprio Peugeot a dare il via a quello che sarebbe presto diventato il cosiddetto “fenomeno scooter”: prima dell’avvento del primo Hondino SH50, infatti, furono gli scooterini automatici Peugeot a diffondersi nelle principali città italiane, spagnole e ovviamente anche francesi, in massima parte. A partire dagli SC 50 e 80 Metropolis di derivazione Honda, lanciati nell’82, i primi con carrozzeria in plastica, seguiti nell’85 dall’ST Rapido e nel ’90 dall’SV. E poi arrivarono i vari Zenith, Bugsy, Speedake, ma anche il ciclomotore Fox. Dopodiché iniziò un vero forcing tecnologico da parte del marchio francese, che nel 1996 presentò lo Scoot’Elec, ardito antesignano degli scooter a propulsione elettrica del quale il Comune di Firenze è stato uno dei primi fruitori. Nel 1998 la partnership con Honda si sciolse, e Peugeot Motocycles venne inglobata nel forte gruppo automobilistico PSA, costituito, com’è noto, da Peugeot e Citroën. Altro primato per il costruttore francese, nel 2002, con l’arrivo di Elystar 125, scooter GT con motore a iniezione e Abs anteriore abbinato alla 75 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News frenata combinata servoassistita. E ancora, l’anno seguente, ecco l’aggressivo scooter sportivo Jet Force 50 e 125, quest’ultimo dotato più avanti addirittura di compressore volumetrico (nel 2005), trasferito l’anno dopo anche sullo stesso Satelis 125. Senza scordare la corsa al super-economico, rappresentata dal super-minimalista scooterino Ludix del 2004. Oggi Ed eccoci ai giorni nostri, con una ricca gamma di modelli di ogni tipologia con motore fino a 500 cc, con in arrivo un nuovo ed evoluto monocilindrico da 400 e con l’atteso maxi a tre ruote, visto per la prima volta nel 2009 in veste di prototipo, ma presentato all’ultimo Eicma in veste molto meno futuristica e decisamente più concreta. Per un ulteriore approfondimento alleghiamo il PDF ufficiale di Peugeot 76 77 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Maurizio Tanca | La genesi e l’evoluzione dei motori da competizione Honda Force V4 dal 1978 al 2012, narrata nel sito ufficiale giapponese: 35 anni di sviluppo tecnologico ai massimi livelli, racontati a puntate. Ecco la prima I ntroduzione Nel novembre del 1977, Honda annunciò a sorpresa il suo rientro al mondiale GP dopo una decina d’anni di assenza. L’eclatante annuncio coincideva esattamente con l’inizio della genesi dei suoi leggendari motori V4, in un periodo in cui il Campionato del Mondo di Motociclismo era totalmente dominato dai potenti pluricilindrici a due tempi. Sicché Honda scioccò letteralmente 78 Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT La storia dei V4 Honda da corsa Prima puntata 24 Luglio 2012 tutti presentando la sua rivoluzionaria NR500 come antagonista delle velocissime Suzuki e Yamaha. Moto decisamente bruttina, la NR, ma tecnologicamente eclatante, principalmente per il suo incredibile V4 a quattro tempi: un progetto talmente sofisticato da godere di pistoni “ovali” (o, più propriamente, “oblunghi”) e testate con otto valvole per cilindro! Non solo: ogni pistone era supportato da due bielle! Roba mai vista prima, che peraltro destò subito perplessità a livello regolamentare, sollevando l’obiezione che virtualmente avrebbe potuto essere equiparato ad un otto cilindri, aggirando quindi il regolamento in vigore, che dal 1970 vietava un frazionamento superiore a quattro. «Non volevamo imitare nessuno, ma sfidare la tecnica convenzionale con un concetto completamente inedito» dichiararono con giusto orgoglio gli ingegneri di Honda, che per raggiungere il loro ambiziosissimo obiettivo inaugurarono la tecnologia dei futuri motori V4 a quattro tempi. Negli anni successivi, gli incredibilmente performanti motori Honda V4 sono stati continuamente oggetto di continui sviluppi nelle competizioni su tutte le piste del mondo, e videro la nascita ad un’intera genealogia di motociclette sportive. Nei decenni che seguirono, infatti, Honda avrebbe infatti prodotto molti modelli sportivi di successo con motori V4: moto che ancora oggi hanno un numeroso seguito di appassionati e nostalgici “tifosi” in tutto il mondo. Sono passati quasi 35 anni da quando la NR500 fece il suo clamoroso debutto, nel mondiale del 1979 : oggi, il V4 più potente di Honda (che nel sito ufficiale lo cita come “il più potente del mondo”) ulula in MotoGP, nel telaio della RC213V. 79 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb 80 da corsa che rappresentasse il massimo della tecnologia possibile - racconta il Presidente, Takeo Fukui -. Un motore che avrebbe scioccato il mondo. In quegli anni i motori a due tempi dominavano, e il regolamento della classe regina imponeva la medesima cilindrata di 500 cc e un massimo di quattro cilindri anche per eventuali motori a quattro tempi». I quali erano comunemente ritenuti assolutamente non competitivi con un regolamento così. Ma vista la rinomata reputazione di Honda nel campo dei “quattro tempi”, il team di sviluppo fu molto determinato a dimostrare a tutti quello che sapeva fare, dando inizio a quella che in effetti fu una vera rivoluzione, in questo settore. Da creatività e idee non convenzionali nasce un rivoluzionario V4 In poche parole, per rendere competitivo un motore a quattro tempi a parità di regolamento con un sibilante “due tempi”, il primo avrebbe dovuto spingere ad un regime di rotazione doppio. Perciò andava inventato un sistema di distribuzione in grado di resistere a regimi di rotazione elevatissimi (si parlava di 23.000 giri…), aumentando nel contempo enormemente l’efficienza in fase di aspirazione. Per ottenere queste condizioni di lavoro apparentemente impossibili, i progettisti riuscirono a tirar fuori un’idea stupefacente: raddoppiare il numero delle valvole per cilindro – ovvero otto anziché le usuali quattro – assicurando un’elevatissime efficienza di combustione grazie a incredibili pistoni “ovali”. Naturalmente, ancora non esisteva ancora una tecnologia per realizzare pistoni – e relativi segmenti – di tale fatta, quindi iniziò una lunga e fittissima serie di esperimenti in merito, e relativi test. Sei mesi dopo, i primi disegni erano pronti: denominato OX, l’incredibile motore V4 era realizzato completamente in magnesio, raffreddato a liquido con due radiatori laterali; le due coppie di cilindri formavano una V di 100°, con distribuzione bialbero a 32 valvole in titanio azionate da una cascata di ingranaggi. Ecco, quindi, come gli ingegneri di Honda, liberandosi della “schiavitù” dei tradizionali pistoni cilindrici, avevano inventato un propulsore assolutamente rivoluzionario. “ Volevamo creare una moto da corsa che rappresentasse “ Cominciando da zero Nel 1978, anno seguente all’annunciato ritorno ai GP con la nuova NR (ufficialmente NR, ma presto ingloriosamente definita “never ready”, cioè “mai pronta” dai burloni del paddock, per via delle notevoli difficoltà tecniche sofferte), il team di sviluppo, capeggiato dall’ingegner Soichiro Irimajiri, iniziò a lavorare sulla nuova creatura. Honda aveva stabilito tre obiettivi ben precisi per il suo rientro ufficiale alle competizioni. Primo: dimostrare la propria superiorità tecnologica vincendo delle gare. Secondo: creare una tecnologia rivoluzionaria. Terzo: crescere una nuova generazione di ingegneri e progettisti nel puro spirito delle corse. I componenti del team di sviluppo, quindi, erano tutti molto giovani e carichi di entusiasmo ed idee nuove. «Volevamo creare una moto il massimo della tecnologia possibile 81 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News Gabriele Del Torchio confermato AD di Ducati Si completa l’acquisizione di Ducati da parte di Audi attraverso la controllata Lamborghini. Audi conferma il management italiano: Del Torchio sarà Amministratore Delegato e Domenicali è nel nuovo CdA C ompletata l’acquisizione della totalità del pacchetto azionario Ducati Motor Holding da parte di Audi AG, per tramite della sua controllata Automobili Lamborghini S.p.A. L’assemblea di Ducati Motor Holding ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione che è composto dall’Amministratore Delegato di Audi AG, Rupert Stadler, che è stato 82 nominato Presidente del CDA, e dai consiglieri Gabriele Del Torchio e Claudio Domenicali per quanto riguarda Ducati, Horst Glaser e Axel Strotbek, di provenienza Audi AG Il Consiglio di Amministrazione, che si è riunito subito dopo l’Assemblea, ha nominato Gabriele del Torchio Amministratore Delegato Ducati. Nella stessa riunione è stato costituito il Comitato Esecutivo di Ducati Motor Holding, di cui Gabriele Del Torchio è stato nominato Presidente. Del comitato esecutivo faranno parte anche componenti del CDA e componenti del management aziendale. Risultano confermati anche i principali ruoli manageriali e operativi dell’azienda. Audi AG ha anche deciso di nominare Gabriele Del Torchio nel Consiglio di Amministrazione di Automobili Lamborghini S.p.A. 83 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT Il ricordo di Nico Cereghini L’ho conosciuto in Africa per la Dakar, un ricordo piacevolissimo, un persona simpatica e capace di capire alla perfezione la gente e le situazioni. Bergamasco autentico, finto rude ma in realtà molto brillante ed empatico. Tutti di lui ricordano la capacità organizzativa e l’astuzia nelle gare di enduro. Vederlo alla scrivania del PR dopo tutte le avventure dell’off-road è stato un sacrificio duro anche per lui. Mi lascia un grande vuoto, un abbraccio sincero alla famiglia. Gianni Perini ci ha lasciato di Nazzareno Falappi | Ci ha lasciato Gianni Perini, ex manager Gilera rally e commissario tecnico della nazionale di regolarità. Aveva 78 anni, funerali martedì 17 a Bergamo. Il ricordo di Nico Cereghini e Nazzareno Falappi G ianni Perini è un nome che chiunque si sia interessato di fuoristrada negli anni 80 conosce molto bene. Nato agonisticamente nella regolarità, come commissario tecnico della Nazionale, è stato artefice della grande vittoria nella Sei Giorni a squadre nel 1979 in Germania. L’Italia 84 non vinceva da 38 anni, ma con Gianni si tornò a vincere nel 1980 e poi nell’81. Poi Perini lasciò, seguendo il richiamo dei rally africani: sua la guida del Team Gilera con le RC monocilindriche a quattro tempi che non trionfarono mai alla Dakar ma fecero vincere al marchio di Arcore un Rally di Tunisia, con Medardo, e un Faraoni, con Picco. Gilera però lasciò i rally, schiacciata da difficoltà economiche, e Perini intraprese la carriera di PR. Gianni Perini era nato a Bergamo il 22 febbraio 1934; i funerali si svolgeranno martedì 17 nella città natale. Alla famiglia vanno le condoglianze della redazione di Moto.it Il ricordo di Nazzareno Falappi Era la fine dell ’85 o i primi dell’86 quando Giovanni Manfredini, l’allora P.R. della Gilera, mi disse di avere strappato Gianni Perini alla KTM allettandolo con un programma pluriennale alla conduzione del Team Ufficiale Gilera nei Rally. Per tutti noi, gileristi e rallysti della prima ora, fu una grandissima soddisfazione vedere arrivare questa icona della “ regolarità”. In quegli anni la sua fama era al massimo. Personaggio di grande carisma, manager e direttore sportivo quotatissimo dopo i tanti successi nelle Sei Giorni e negli Europei (il mondiale di Enduro di allora). Sulle sue spedizioni nell’Est Europa ci sarebbe da scrivere un libro. Arrivato in Gilera , Perini, spinse la Casa ad impegnarsi sempre di più nella nuova specialità. Inizialmente furono le gare di Trofeo Motorally nelle quali raccolse una serie impressionante di successi sostenendo anche diversi Team privati, primo fra tutti l’Old Farm Racing. Contemporaneamente riuscì a convincere i vertici di Piaggio a lanciarsi nel nuovo mondo delle gare africane trovando, da grande manager qual’era, le risorse economiche portando Henninger a Gilera. Per la Casa di Arcore iniziò così una nuova epopea. Per tre anni consecutivi primi nella categoria Silhouette con Medardo, Mandelli e Sotelo poi le vittorie di Medardo in Tunisia e Picco con il 750 ai Faraoni. Perini era un personaggio d’altri tempi: burbero e rigoroso , cinicamente determinato alla ricerca del risultato utile all’interesse della propria Casa. I suoi piloti lo stimavano , soprattutto gli ultimi “africani”, Mandelli e Medardo che avevano con lui un rapporto bellissimo, quasi filiale. Grande, in ogni caso, il rispetto per l’avversario: dopo una gara persa, sempre il primo a stringere la mano al vincitore. Vorrei ricordare due episodi. Nell’81 fu uno degli artefici del successo della Six Days dell’Isola d’Elba tracciandone il percorso ed organizzando la logistica. Ad un Rally dei Faraoni fece un pazzesco tour de force per accompagnare Roberto Mandelli all’ospedale al Cairo. Più di 1000 km a tutto gas nella notte per riuscire a tornare, in tempo, alla partenza della tappa successiva. Per tutti noi Gianni Perini è stato un Maestro. 85 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Alfonso Rago | Debutto nella capitale dello scooter per l’X10, nuovo granturismo di Piaggio: un evento con test drive, diretta radiofonica e musica dal vivo per presentare il prossimo protagonista della mobilità urbana S erata speciale presso la concessionaria Romana Scooter: in una città oppressa dal caldo africano ci voleva davvero una motivazione particolare per spingere i più pigri ad abbandonare il divano, la televisione accesa e la birra ghiacciata in frigo. Ma era davvero un’occasione da 86 non perdere: il debutto ufficiale sulle strade capitoline dell’X10, il più recente tra gli scooter Piaggio, già candidato ad un ruolo da protagonista nel segmento dei veicoli da granturismo. L’evento, ben curato sotto il profilo organizzativo, ha visto convergere molti appassionati in piazzale della Radio, curiosi di fare la conoscenza con il nuovo arrivato. Primo a compilare il modulo per la prova, e primo a salire sullo scooter, è stato Nico, il cui giudizio non lascia dubbi sulla qualità del veicolo: «Mi ha sorpreso per la facilità di guida ed anche per la grande sensazione di sicurezza che trasmette. Per me, che guido tutti i giorni una moto, è stato facilissimo Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT Il Piaggio X10 si presenta al pubblico romano 24 Luglio 2012 adattarmi alla posizione in sella, comoda ed intuitiva. Malgrado le misure, sembra di guidare una bicicletta, per come si muove tra le auto in colonna. Ed anche il motore mi è sembrato dotato della giusta potenza e del carattere necessario a farsi largo nel traffico di Roma». Il commento, rilasciato ai microfoni di Radio Globo (emittente molto forte nella Capitale e partner media dell’evento), sarà servito a convincere anche i più recalcitranti a non farsi sfuggire l’occasione: dopo l’apripista che ha rotto il ghiaccio, in diverse decine hanno approfittato della possibilità di provare gli X10 a disposizione. Nel dettaglio si trattava della versione 350 Executive (full optional), nelle intenzioni degli organizzatori la più adatta alle sempre critiche condizioni del traffico romano in quanto garante del miglior equilibrio tra prestazioni e costi di gestione. Paolo Campanale, responsabile vendite Area Roma, rappresentava ufficialmente la Piaggio: «L’evento nasce dalla volontà comune, di azienda e concessionaria, di essere presenti con modalità inedite sul territorio. Vogliamo proporre al pubblico i nuovi veicoli in modo giovane e dinamico, coinvolgendo le persone e facendo provare gli scooter nell’habitat in cui sono chiamati ad operare. Si tratta anche di uno sforzo che Piaggio compie per togliersi di dosso l’immagine di azienda statica e poco dinamica, retaggio di un passato remoto. Oggi, e sempre di più nel futuro, vogliamo ribaltare la prospettiva e diventare simbolo della mobilità moderna, giovane ed aperta alle nuove tecnologie. Non a caso abbiamo scelto di far svolgere le prove sulla versione Executive, il cui pacchetto di dotazioni comprende anche la piattaforma multimediale che ci differenzia molto dai competitor e che può diventare un fattore decisivo al momento di scegliere un nuovo veicolo». A luci spente, il giudizio finale spetta a Riccardo Tavernese, responsabile della Romana Scooter: «Il lavoro organizzativo è stato ricompensato dal successo dell’evento: i diversi test drive si sono trasformati in cinque contratti d’acquisto, favoriti anche dallo speciale sconto di 600 euro sul prezzo di listino e dall’offerta contemporanea di bloccadisco ed antifurto. Va anche rimarcato come uno degli scooter venduti sia stato in versione full optional, in listino a quasi 9.000 euro; la qualità, evidentemente, viene riconosciuta ed apprezzata». L’estate romana, cominciata con X10, è destinata ad avere un’appendice: il buon risultato del lancio urbano ha convinto Romana Scooter ha mettersi al lavoro su un prossimo evento da realizzare sul litorale. La location sarà Fregene, appendice mondana sul mare della movida romana. Si annuncia una notte caliente, con musica, balli e ricco buffet, oltre ovviamente alla prove di scooter. Restate in contatto per tutti i dettagli. 87 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT primo soccorso tipo “ spencer”, da un telo portaferiti ad un frigo da trasporto per medicinali e sacche sangue fino ad un defribillatore portatile semiautomatico. Il Burgman inoltre è stato attrezzato con un sistema radio digitale, un bauletto e un portapacchi posteriori, una torcia ad alta visibilità e altre attrezzature utili per facilitare l’attività e la sicurezza del soccorritore. Questo modello Suzuki è ormai abituato ad essere utilizzato per attività sociali e per supportare le pubbliche autorità: in passato, infatti, anche i Vigili del Fuoco avevano usufruito di un Burgman 650 per lo svolgimento del loro complicato lavoro. L’iniziativa, denominata “una moto per la vita”, ha raccolto un consenso unanime dal momento che è riuscita a destinare un motoveicolo solitamente impiegato per il trasporto di persone e per il tempo libero, allo svolgimento di azioni di grande importanza sociale e medica. Suzuki Burgman 650, il primo “scooter-ambulanza” Lo scooter Suzuki il primo veicolo in Italia a due ruote ad essere stato adibito a primo soccorso medico e ad altre attività infermieristiche come, per esempio, il trasporto del sangue, di plasma e di organi A d Albano Laziale sabato 7 luglio il Comune, alla presenza della stampa e delle autorità, ha donato il motoveicolo da soccorso ai Volontari della Protezione Civile durante una cerimonia 88 ufficiale. Il maxi scooter è stato allestito come mezzo di primo soccorso dopo un intenso lavoro durato oltre 6 mesi che ha interessato attivamente il concessionario Suzuki Valdomoto di Pescara. Il motoveicolo è stato equipaggiato con un allestimento molto ampio e specifico per il suo nuovo utilizzo: dai sistemi di allarme visivo, sonoro e amplivoce ad un sistema di localizzazione GPS, da 2 caschi integrali apribili intercomunicanti ad uno zaino medico di 89 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Antonio Privitera | La testa mi scoppiava e correvo alla toilette ogni dieci minuti, era il conto da pagare per avere ecceduto con la birra. Belle ma troppo alcoliche, le riunioni notturne tra centauri... L a testa mi scoppiava e correvo alla toilette ogni dieci minuti, era il conto da pagare per avere ecceduto con la birra. Belle ma troppo alcoliche, le riunioni notturne tra centauri: quella sera d’estate non fece eccezione, eravamo in 90 trenta a quel tavolo di pub lungo una quaresima, tutti alticci, allegri e vanamente loquaci. Il pub si chiamava Distortion, lo ricordo bene. Si agitava sul palco una tribute band dei Cult, il chitarrista imbracciava una White Flacon vintage e aveva tra i piedi un preamplificatore V-Twin. Quando si dice il caso. Molti parlavano ad alta voce, alcuni addosso a se stessi, altri solo per annuire, altri solo per mentire. nD’improvviso il tavolo traballò impennandosi come un Ciao truccato: all’estremità Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT I racconti di Moto.it: “Rozzo Motostile” 24 Luglio 2012 opposta un gigantesco commensale si mise in piedi aiutandosi con le mani, sorrise a tutti e alzò il boccale da un litro, versandone il contenuto in gola imponendo il silenzio. Dopo aver trangugiato una quantità di birra da stendere un cinghiale, aprì gli occhi e parlò con il tono di chi comunica il proprio più delicato pensiero: “Eppure io vi dico che un giorno le motociclette non saranno più tutte uguali, ognuno avrà una moto in base ai propri bisogni e ai propri meriti”. Con questa frase pronunciata a fronte alta, Jack ci abbandonò salendo su una motocicletta grigia-nera e noi tutti, attoniti, prendemmo a domandarci chi fosse questo ragazzo grande quanto un 1300 sei cilindri e coperto di tatuaggi dalla schiena fino alle dita grosse come cannoli alla ricotta. Rauni, nome finlandese per un ragazzo siciliano, ci disse: “è Jack”. “e che fa, Jack?”, chiese uno alla mia destra. Rauni rispose “è mio amico, creiamo motociclette”. “ah”, dissi io con la bocca impastata e la testa in un vortice. I più eleganti di noi si alzarono dal tavolo del pub ridicolizzati dalla semplicità delle parole appena udite, ripresero le loro brillanti cavalcature e si dileguarono, accusando Jack di fare il Saint Just della trinacria. Ma lui non poteva sentirli, aveva già avviato i due cilindri della sua cafè racer che sporgevano come bimbi da dietro le spalle del papà. Quelli più fradici di birra, come me, si alzarono dal tavolo per ultimi, lasciarono una cifra a loro parere sufficiente sul piatto del conto e inforcarono ognuno la propria motocicletta col proposito di tallonare Jack che stava allontanandosi nel buio, come il vento. Nella notte il gruppo si sgranò e rimanemmo in tre a inseguire il fioco e lontano luccichio di una luce di coda; seguivamo una moto per statali non illuminate, guidati dall’inconfondibile suono di un Guzzi immatricolato almeno due decenni fa. Poi rimasi da solo, persi tutti gli altri per strada, e dopo un’ora percorsa a velocità fuorilegge su strade mai viste prima, il rumore mi condusse fino a Jack e a quella che, in seguito capii, era la sua officina, garage, casa, ritrovo, nido d’amore per se e per la sua fidanzata Roberta, luogo di riflessione, camera ardente per rottami e sala parto per le nuove creature a due ruote inventate dalle mani sue e di Rauni, tuner associati. Jack si accorse di me quando il suo cane, non so se per dovere o per convinzione, abbaiò; aprì il cancello e nonostante l’ora indecente mi accolse come un prete nel proprio santuario: a braccia larghe e sorriso aperto. Il garage di Jack, tutt’altro che ordinato, rigoroso e sicuro meno di niente, tutto meno che convenzionale, mi apparve come il paese dei balocchi. Rauni era già lì con una bottiglia di birra a penzolare dalla mano per il collo, una serena allegria in corpo lo illuminava e un sorriso gli bucava la barba. Vecchie moto da restaurare sonnecchiavano accanto a parti di motociclette 91 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 »»»»Prove News SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb antiche, vecchie o nuove avute a prezzo di favore da amici oppure ancora comprate a costo di sacrifici ai mercatini, da meccanici ignoranti, da privati che non ne conoscevano il valore o che, conoscendolo, non seppero resistere alla tentazione di lucrarci sopra; parti acquistate da Jack e Rauni solo per non lasciarle in mani sbagliate. Non esiste tutto ciò che Jack immagina. Lui inventa le parti delle sue motociclette dal niente, partendo dai materiali e dagli oggetti più impensabili, con la genialità di chi ha dovuto spesso fare di necessità virtù. Rauni sorseggia un’altra birra accanto alle loro creazioni che non avranno un compratore: perché non tutto è in vendita, non tutto ha un prezzo. Rauni non venderebbe mai la sua Guzzi 643: era di suo padre, quando 92 era una custom. Poi divenne un bobber, poi una cafè racer, ora è una scrambler che usa ogni giorno. Stessa storia per Jack: la sua 750 non è in vendita. Jack e Rauni non sono commercianti, sono tuner con uno stile e amano prendere in cura la moto di un amico e adattarla ai suoi desideri, senza renderla uguale a nessun’altra, senza preconcetti. Ce ne sono diverse in giro per la Sicilia, mi dissero mostrandomi appassionati le foto delle loro realizzazioni: sembravano moto da matti, invece a guardarle bene mi convinsi che sono motociclette pazzesche. Mi venne da ridere e da abbracciarli; amo la semplicità creativa e la schiettezza nella gente come nelle due ruote e nelle moto di fronte a me tutto era semplice da capire: nulla di complicato e nessun bi- sogno di qualcuno che ti spiegasse cos’era o come funzionasse, tutto era modificabile, di certo vi era solo il relativo. Toccando le moto di Jack e Rauni mi sentii come di fronte al crollo di ogni bislacca e acrobatica fantasia sessuale indotto dalla conquista della purezza di una donna così vera e passionale da indurmi il più grande appagamento nella semplicità di un amplesso che altri definirebbero banale. O Forse era l’alcol, ma non importa: alla luce del neon alcune splendide Guzzi, vera passione dei due tuner siciliani, brillavano e attendevano di essere completate. Ero ancora alticcio, lo stato confusionale mi rendeva euforico e curioso, Jack e Rauni chiedevano pareri, opinioni, mi mettevano di fronte la loro sterminata esperienza nell’inventarsi una soluzione di tuning estetico e tecnico. Mi mostrarono come un serbatoio di un vecchio Honda Four calza perfettamente il doppia culla di una cafè racer Guzzi teste tonde, mi diedero da reggere un faro all’acetilene e fatto capire che, come disse Rauni, “se ha due ruote si può fare”. E’ proprio così: se ha due ruote si può fare. Si può fare amicizia, lavoro, mestiere, arte, ricerca; se ha due ruote puoi fare tutto, divertendoti. Jack è un diluvio di passione e di risate. Jack è una persona che se la incontri non te la scordi. Jack suona il basso. E ti pareva. Jack tempo fa ha avuto un incidente, era sera e in autostrada ci fu un tamponamento a catena tra motociclisti. Roberta gli cadde addosso e rimasero a terra in mezzo all’autostrada, ma tutti salvi. Aprimmo un’altra birra e parlammo dei pensieri nati in quei momenti di grandissima paura. Io, la volta che ho creduto veramente fosse la fine, continuavo a dirmi “che modo balordo di morire”, lui mi confessò di avere solo pensato “che cazzo succede!?” Con Rauni si sono incontrati ad un raduno e da allora si sporcano insieme le mani nel garage; Jack’s Garage si è fuso col Bifolco Garage e hanno dato vita al Rozzo Motostile. Dove “Rozzo” rimarca l’asciutta essenzialità, il minimalismo ostentato come tratto distintivo dove ogni parte ha un preciso valore funzionale e il rigetto della raffinatezza fine a se stessa attraverso il ricorso a componenti ottenute dal lavoro artigianale. E’ il loro valore aggiunto, lo chiamano Rozzo Motostile e va bene così: il mondo è pieno di gente dispari che non puoi necessariamente incasellare. Gente unica, come le loro motociclette. Le tre di notte, e i vapori di benzina aggravavano 93 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE quelli dell’alcol. Jack’s Garage era un bel posto ma io dovevo tornare a casa. Dopo avermi salutato con un abbraccio, Jack rimase a guardare affettuosamente i pistoni della sua MV 350 e Rauni mi accompagnò alla mia moto, fuori dal cancello: quando mi spiegò la strada per tornare verso la città, io annuii sperando soltanto in un colpo di culo perché ero veramente brillo, la stanchezza mi serrava le palpebre e non capivo un accidente di quello 94 NEWS MOTOGP SUPERBIKE che il siciliano di Finlandia mi diceva. Colsi solo l’invito a rivederci presto unito alla richiesta di un recapito per ritrovarci ogni tanto: apuntopriviterachiocciolinaemailpuntoit e schizzai via col contagiri a 7000. La strada appena fuori dal paese saliva e piegava a destra, io tirai dritto: mi sembrò per un attimo di sentire “cabin crew prepare for take off”, frase che mio figlio Gaber di sette anni una volta storpiò in “cabin crew: tutti al bar” mettendo di MOTOCROSS Anno Numero 02 71 »»»»Prove News SPORT buonumore un intero Airbus. La moto prese il volo saltando il guard rail e mi sentii leggero quando vidi sotto i miei piedi le luci di Catania; quando fui nel punto più alto della parabola fui felice di pensare che quella sarebbe stata una buona scusa per rifare la moto in perfetto Rozzo Motostile. Che bello. Immediatamente dopo mormorai “che modo balordo di morire”. Atterai con la faccia sul tavolo del Distortion mentre una ragazzina ne puliva la 24 Luglio 2012 superficie con la pezza umida e la cover band dei Cult smontava gli strumenti nel locale ormai deserto. Ero deluso, ridicolo, senza dubbio me stesso. Con la coda tra le gambe mi alzai maledicendo chi mi aveva lasciato appisolare al tavolo senza svegliarmi, poi andai al parcheggio dove trovai il mio Morini solitario, irto come un totem; la dormita almeno mi aveva già reso abbastanza lucido e guidai fino a casa senza correre rischi. Peccato. E Jack? E Rauni? Cari Lettori, da oggi sospetto che fosse tutto vero; ho ricevuto una mail dove Jack e Rauni mi invitano a prendere una birra (un’altra?? Basta!) domani sera. Io non mi fido più di nulla e ho chiesto loro di portare i loro amici e le loro moto in una cava, così li fotografo e ho le prove. Se accettano, le trovate nella gallery. Se invece volete contattare i due tuner Rozzo Motostile, li trovate su [email protected]; se vi offrono una birra, rifiutatela. 95 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS di Giovanni Zamagni | Cinque episodi che rendono indimenticabile il GP d’Italia: eccoli in ordine crescente: Fenati, Joe pompiere, Dovizioso su Bradl e... C INQUE: FENATI Dopo due GP difficilissimi, Romano Fenati torna prepotentemente sul podio e lo fa al termine di un GP da ricordare. Un lettore di Moto. it segnala il terzo giro di Fenati (quattro sorpassi e tre posizioni recuperate) come uno di quelli da vedere e rivedere, ma tutta la sua gara è stata da applausi, compreso l’ultimo giro, al di là della volata persa, senza colpe, per 20 millesimi. Ma merita di essere segnalata anche la 96 prestazione di Niccolò Antonelli, quarto dopo essere stato a lungo nel gruppo di testa. QUATTRO: JOE POMPIERE Imperdonabile una settimana prima in Germania, commovente e da applausi in Italia. Andrea Iannone il pompiere (“al Mugello fa sempre molto caldo e bisognava che qualcuno raffreddasse i bollenti spiriti”) ha vinto per la seconda volta in tre anni il GP d’Italia, regalando emozioni e sorpassi da brividi. Come l’ultimo, alla San Donato, nel giro conclusivo: nonostante Pol Espargaro abbia frenato fortissimo, Andrea l’ha saltato con una facilità disarmante. Evviva. TRE: DOVIZIOSO SU BRADL Andrea Dovizioso finisce spesso in questa rubrica: significa che Anno Numero 02 71 » Prove »»»MotoGP SPORT GP d’Italia, dammi un cinque! 24 Luglio 2012 quando c’è da fare un soprasso non si tira indietro! Ancora una volta, la sua superiorità in staccata – in questa occasione su Bradl, sempre alla San Donato, a tre giri dal termine – è stata premiata con il terzo posto. Bravo Dovi. DUE: ULTIMO GIRO MOTOGP Non è stato un GP esaltante, ma l’ultimo giro è stato davvero bello, perché cinque piloti erano potenzialmente in lotta per l’ultimo gradino del podio. Nel passaggio finale si è visto il bel sorpasso di Hayden su Bradl, il cotrosorpasso di Bradl su Hayden con tanto di spallata, il sorpasso di Rossi su Hayden, i tentativi di attacco, non riuscito, di Crutchlow. Bello davvero. UNO: UNA HONDA PER IL SIC E’ stato un momento toccante e commovente quando sabato alle 12.30 il paddock si è radunato di fronte all’hospitality del team Gresini per assistere alla consegna da parte della HRC alla famiglia Simoncelli della Honda RC213V con la quale aveva corso Super Sic nella passata stagione. Non era mai successo che la HRC donasse una sua moto, ma Shuhei Nakamoto, numero due esecutivo della Casa giapponese, ha mantenuto la promessa fatta a papà Paolo a Sepang, proprio nel giorno del terribile incidente a Marco. Inoltre, è stata anche consegnata una CBR1000RR con grafica realizzata da Aldo Drudi: verrà messa all’asta e il ricavato verrà devoluto alla Fondazione Simoncelli. Oltre a Paolo, c’era anche mamma Rossella: entrambi continuano ad avere una dignità da brividi: non ci sono parole per descrivere la loro forza d’animo. «E’ la prima volta che torno in un circuito – ha detto Paolo -: dal 23 ottobre non ho più nemmeno guardato le gare in televisione. E’ incredibile l’affetto che c’è per Marco: sono stato in vacanza in Sardegna e in tre luoghi differenti, ho incontrato tre ragazze con il 58 tatuato sul corpo. Questo mi fa capire quanto Marco fosse amato da tutti». 97 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 » Prove »»»MotoGP SPORT aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Usura propulsori: CRT nei guai? Una rapida occhiata al numero di motori punzonati mostra un consumo poco superiore alla media per tutti i prototipi ma qualche problema per le CRT, in particolare ART D all’introduzione del regolamento che ha limitato a sei il numero di propulsori quasi nessuna delle case ha avuto problemi nel rispettare il vincolo, sia pure con qualche eccezione. Suzuki, a cui venne concessa una deroga in virtù dei problemi di competitività espressi, e Ducati, che lo scorso anno punzonò l’ormai celebre settimo motore per 98 poter utilizzare il nuovo telaio scatolato in alluminio facendo sì che Rossi dovesse prendere il via dai box per la gara di Aragòn. Al Mugello, giro di boa della stagione, solo cinque dei dodici piloti su prototipi hanno utilizzato quattro motori. Bradl e Bautista con le Honda private, nonché Lorenzo, Crutchlow e Dovizioso sulle Yamaha. Le Honda ufficiali si confermano come le moto più parsimoniose in termini di usura propulsore (punzoneranno il quarto a Laguna per poter utilizzare la versione 2013 provata nei test di lunedì, ma tecnicamente non ce ne sarebbe bisogno - Stoner è addirittura ancora al secondo) ma anche le Yamaha non sembrano da meno: Spies sta ancora utilizzando il terzo, e Lorenzo è stato costretto ad utilizzare il quarto solo a seguito del disastroso incidente di Assen costatogli appunto un motore. Anche Ducati sta proseguendo in linea con il ruolino di marcia, con i propulsori in arrivo a Laguna semplicemente predisposti per le nuove parti interne che ne dovrebbero addolcire il carattere - quando arriveranno. Quadro più preoccupante per quanto riguarda le CRT, alle quali il regolamento concede dodici motori a stagione. Propulsori non nati per l’impiego in MotoGP, quelli che spingono le CRT si sono rivelati molto più soggetti ad usura, con tutti i piloti già a quota sei unità punzonate, comunque in linea con le percorrenze attese nell’arco della stagione. Fanno eccezione, in negativo, le ART del team Aspar, non a caso regolarmente le più veloci in pista. Randy De Puniet è addirittura a quota otto (ma paga diverse cadute con conseguenze dannose per il motore) e Aleix Espargaro a sette. I propulsori Aprilia utilizzati sulle CRT sono al massimo stato di preparazione utilizzato in Superbike o forse anche qualcosa di più, nel tentativo di compensare al meglio il deficit di cavalleria dai prototipi, e stanno iniziando a pagare pegno. I materiali e le soluzioni impiegati per la realizzazione di propulsori di serie non sono le stesse che vengono utilizzati per i motori delle MotoGP. Nati per l’uso stradale, devono costare cifre diverse e non hanno le stesse esigenze di durata in termini prestazionali; le lunghissime percorrenze che garantiscono nell’impiego normale, a questi livelli di potenziamento, non si riflettono in quello agonistico - facendo una media sui dati attuali, possiamo stimare una durata di circa 1400km per motore derivato dalla serie contro i circa 2800 garantita dai prototipi. Ci potremmo attendere CRT ancora più lente sul finale di stagione, anche se la penalizzazione imposta per il punzonamento di un motore aggiuntivo non penalizza le CRT quanto un prototipo. Partire dai box, sia pure con ritardo, non è comunque molto diverso dal farlo in fondo allo schieramento. 99 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 » Prove »»»MotoGP SPORT stesso Pramac Racing Team con un comunicato sul proprio sito. Dott. Xavier Mir Dopo l’operazione, durata circa tre ore, il Dott. Mir ha fornito informazioni più dettagliate sulla condizione di Héctor dicendo: “L’intervento è andato bene. Siamo fiduciosi che Héctor potrà lasciare l’ospedale in 48 ore e che potrà iniziare una leggera attività fisica già tra una settimana. E’ difficile, però, stabilire una data precisa per la completa riabilitazione: dobbiamo valutare i progressi del paziente giorno per giorno. Ragionevolmente penso ci vorranno dalle 4 alle 6 settimane, prima che Héctor possa risalire in moto”. Héctor Barberà Héctor Barberà dopo l’operazione ha dichiarato: “Il Dott. Mir e il Dott. Jimeno hanno fatto un lavoro eccellente. Mi sento abbastanza bene. Sono ancora un po’ assonnato a causa dell’anestesia, ma è normale. Ovviamente sono molto affranto. In questo momento del Campionato del Mondo MotoGP proprio non ci voleva, una frattura. Stavo andando forte. Con il mio team c’era un’intesa fortissima e nelle ultime tre gare mi sono divertito molto a guidare la mia Ducati e a combattere con i piloti ufficiali. Peccato.. davvero il momento sbagliato! Adesso devo concentrarmi sulla riabilitazione, per poter tornare in sella alla mia moto il prima possibile!”. Barberà operato alla gamba Fuori dalle gare fino a settembre Il pilota del Pramac Racing Team Hèctor Barberà è stato operato a Barcellona per ricomporre la frattura alla tibia e al perone procurata venerdì durante una sessione d’allenamento A l pilota spagnolo sono state inserite diverse viti e una placca di titanio nella parte inferiore della gamba, vicino alla caviglia sinistra. Il delicato intervento è stato effettuato dal Dott. Xavier Mir, primario del reparto di chirurgia plastica, in collaborazione con il Dott. Eugenio Jimeno, specialista in chirurgia plastica degli arti inferiori, presso l’Instituto Universitario USP Dexeus di Barcellona, Spagna. A comunicare la sfortunata notizia che mette fuori dai giochi Barberà almeno fino a settembre è lo 100 101 Le foto più belle del GP d’Italia Un Lorenzo impressionante al Mugello ha dominato la MotoGP. Le soddisfazioni per i piloti di casa sono arrivate in Moto2 e Moto3. Ecco gli scatti più emozionanti dentro e fuori dalla pista italiana 102 103 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE 104 NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS SPORT 24 Luglio Anno Numero 2012 02 71 » Prove »»»MotoGP 105 Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Ricevi Moto.it Magazine » PROVE NEWS MOTOGP SUPERBIKE MOTOCROSS Maglia Azzurra: la lista dei piloti convocati dalla FMI La Commissione Sportiva Nazionale ha reso nota la lista dei piloti che parteciperanno alla Sei Giorni di Enduro 2012 e all’unica prova del Campionato del Mondo di Motocross Junior C 106 vittoria finale. Anche questa volta gli italiani sono stati selezionati seguendo le linee guida del Settore Tecnico Federale FMI e considerando soprattutto tre caratteristiche: essere pilota di “interesse nazionale”; avere esperienza europea; aver partecipato ai raduni collegiali. La prova unica del Campionato del Mondo Motocross Junior, si disputerà a Sevlievo, in Anno Numero 02 71 »»» Sport SPORT Età dei piloti: minima 13 anni, massima 17 anni I nomi dei convocati a vestire la Maglia Azzurra: - Classe 65: Facca Alessandro; Giuzio Raffaele, Nava Giulio - Classe 85: Camporese Lorenzo; Lentini Alessandro; Ragadini Tomas; Ricciutelli Paolo; Zonta Filippo - Classe 125: Bonini Davide; Furlotti Simone; Righi Riccardo. ampionato del Mondo Motocross Junior Dopo l’edizione 2011 svoltasi in Italia, a Cingoli, si torna dunque all’estero per una “vetrina” importante che mette in mostra i migliori giovani crossisti in attività, che ancora una volta si troveranno di fronte i temibilissimi avversari degli Stati Uniti, come sempre fortissimi candidati alla 24 Luglio 2012 Bulgaria, il 25 e 26 agosto 2012. I piloti saranno impegnati in tre diverse classi, gareggiando però in una sola delle classi indicate. - Junior 65, motore 2T Età dei piloti: minima 10 anni, massima 12 anni - Junior 85, motore 2T Età dei piloti: minima 11 anni, massima 14 anni - Junior 125, motore 2T Sei Giorni di Enduro 2012 La Commissione Sportiva Nazionale della Federazione Motociclistica Italiana ha reso noti i nomi dei piloti convocati per partecipare alla Sei Giorni di Enduro 2012, in programma dal 24 al 29 settembre in Germania . I nomi dei piloti convocati dalla FMI per vestire la Maglia Azzurra in questa occasione: Trofeo Mondiale - Balletti Oscar, Beta, Team Beta - Gritti Mirko, KTM, Team Treviza - Michleuz Maurizio, Honda, Team NSM - Monni Manuel, KTM, Team KTM Farioli - Philippaerts Dany, Beta, Team Beta Boano - Salvini Alex, Husqvarna, Team CH Racing Trofeo Junior - Conforti Guido, Yamaha, Team Treviza - Bresolin Matteo, Husaberg, Team GP Motor - Mori Nicolò, TM, Team TM - Moroni Rudy, KTM, Team KTM Farioli Squadra di Club - Bruschi Nicolò, HM Honda, Team HM Honda Zanardo - Soreca Davide, Yamaha, Team Beta Boano - Martini Gianluca, Beta, Team Lunigiana Enduro. Squadre nazionali motocross 2012 Di seguito i nomi dei piloti convocati per i prossimi appuntamenti di motocross a squadre per Nazioni. La presentazione ufficiale delle squadre è fissata per domenica 9 settembre, a Faenza. Motocross delle Nazioni – Lommel (Belgio), 30/09/2012: Classe MX1 – Cairoli Antonio, KTM, team Red Bull KTM Factory Racing Classe MX2 – Lupino Alessandro, Husqvarna, team Husqvarna Ricci Racing Classe Open – Guarneri Davide, KTM, team KTM Silver Action Motocross delle Nazioni Europee Kiev (Ucraina), 14/10/2012: Classe MX1 – Guarneri Davide, KTM, team KTM Silver Action Classe MX2 – Lupino Alessandro, Husqvarna, team Husqvarna Ricci Racing Classe Open – Bonini Matteo, KTM, team Marchetti Racing Editore: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. 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