Osservazione non accolta - Comune di Collesalvetti

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Osservazione non accolta - Comune di Collesalvetti
IL CONSIGLIO COMUNALE
Uditi gli interventi del Presidente del Consiglio Comunale Monica Barsacchi, dell’assessore
Menicagli, dell’assessore Demi, del Sindaco Lorenzo Bacci e dei consiglieri Antinori, Bosco e
Iurescia, che si allegano quale parte integrante e sostanziale al solo originale del presente atto
sotto la lettera “I”;
Visto il Piano Strutturale adottato con Delibera di C.C. n.103 del 26.04.2004, approvato con
Delibera di C.C. n.176 del 28.11. 2005 pubblicato sul BURT n. 51 del 21.12.2005;
Richiamato lo stato di attuazione e le linee programmatiche assunte quale linea guida per
l’elaborazione delle Varianti alla disciplina urbanistica e territoriale con Delibera G.M. n. 4 del
01.02.2011;
Vista la Delibera n. 5 del 01.02.2011 con la quale la Giunta Comunale ha dato avvio al
procedimento di variante normativa generale al Piano Strutturale comunale ed alle connesse
procedure di valutazione ambientale strategica e di valutazione integrata e richiamate
integralmente le premesse a tale atto;
Vista la Variante generale al Piano Strutturale comunale e relativi Rapporto AmbientaleRelazione di Sintesi e Sintesi non Tecnica, adottata con Deliberazione del C.C. n. 34 del 27 aprile
2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012, e richiamate le premesse a detto atto;
Visti la documentazione progettuale di Variante consistente nei seguenti elaborati che sono
parte integrante del presente atto:
1) Norme Tecniche di attuazione, allegato al presente atto sotto la lett. “B”;
2) Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi, allegato al presente atto sotto la lett. “C”;
3) Sintesi Non Tecnica al Rapporto Ambientale ed alla Relazione di Sintesi, che si allega al
presente atto sotto la lett. “D”
Visto il contributo istruttorio formulato da ARPAT in merito al procedimento di Valutazione
Ambientale Strategica-Valutazione Integrata, assunto agli atti del comune in data 10 luglio 2012 al
prot. n. 9.369;
Vista la Deliberazione n. 119 del 25.09.2012 con cui la Giunta Municipale ha espresso parere
motivato positivo in ordine al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica-Valutazione
Integrata condotto a corredo della presente variante al PS;
Rilevato che nei tempi di legge sono pervenute presso il competente Servizio Urbanistica
dell’Ente le seguenti osservazioni alla Variante normativa generale del Piano Strutturale:
4) Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (in atti al prot. n. 8.940 del
02.07.2012);
5) Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (in atti al prot. n. 9.003 del 03.07.2012);
6) Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed
etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (in atti al prot. n. 10.357 del
26.07.2012);
Viste le proposte tecniche di controdeduzione formulate dal Responsabile del Procedimento
Arch. Leonardo Zinna, P.O. del Servizio Urbanistica dell’Ente che si allegano al presente atto alla
lett. “F”;
Vista la proposta di Dichiarazione di Sintesi redatta ai sensi dell’art. 27 della L.R. n. 10/2010,
che si allega al presente atto sotto la lett. “G”;
Vista la relazione Tecnica del Responsabile del Procedimento Arch. Leonardo Zinna, che si
allega al presente atto sotto la lett. “E”;
Visto il Rapporto del Garante della comunicazione che si allega al presente atto sotto la lett.
“H”;
Vista la L.R. 3 gennaio 2001, n. 1 – Norme sul governo del territorio e ss.mm.ii. e dei relativi
regolamenti di attuazione;
Vista la Parte II del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – Procedure per la valutazione ambientale
strategica (VAS), per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale
integrata (IPPC), come da ultimo modificata ed integrata con il D.Lgs 29 giugno 2010, n. 128;
Vista la L.R. 12 febbraio 2010 n. 10 - Norme in materia di valutazione ambientale strategica
(Vas), di valutazione di impatto ambientale (Via) e di valutazione di incidenza con la quale la
Regione Toscana ha provveduto ad adeguare il proprio ordinamento alle disposizioni nazionali in
materia di valutazioni ambientali;
Visto il D.P.G.R. 9.2.2007 n. 4/R - Regolamento di attuazione dell'
articolo 11, comma 5, della
legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) in materia di valutazione
integrata.
Visto il D.Lgs. 18.08.2000, n. 267;
Visto lo Statuto Comunale;
Acquisito il parere favorevole della 1ª Commissione Consiliare - Uso e assetto del territorio,
politiche ambientali, infrastrutture tecnologiche in data 25.09.2012;
Acquisito il parere favorevole del responsabile del servizio in ordine alla regolarità tecnica della
presente deliberazione ai sensi dell’ art. 49 del T.U. 18.08.2000, N. 267 e successive
modificazioni, allegato al presente atto sotto la lettera “A”; omesso il parere di regolarità contabile
in quanto dal presente atto non derivano impegni di spesa né diminuzioni di entrata ex art.49 - c.1
del D. Lgs. n.267/00;
Con n. 14 voti favorevoli e n. 3 astenuti (consiglieri: Iurescia, Simoni, Cecconi) espressi in
forma palese da n. 17 consiglieri presenti e votanti;
DELIBERA
1. Di approvare la variante generale al Piano Strutturale comunale vigente consistente nella
modifica degli artt. 3, 12 e 13 delle NNTTA, dello stralcio delle schede normative allegate
alle stesse sotto le lettere A, B, C, D ed E, nonché dello stralcio delle Tavv. 7 (riquadri A, B
e C) – Carta dei Vincoli;
2. Di approvare il Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi e la Sintesi Non Tecnica, redatti
ai sensi della normativa nazionale e regionale vigente in materia di valutazione ambientaleintegrata di piani e programmi, quale parte integrante del presente atto e del procedimento
di variante urbanistica;
3. Di approvare le proposte tecniche di controdeduzione allegate al presente atto sotto la lett.
“F”;
4. Di approvare la proposta di Dichiarazione di Sintesi redatta ai sensi dell’art. 27, comma 2
della L.R. 12 febbraio 2010, allegata al presente atto sotto la lett. “G”;
5. Di dare atto che responsabile unico del procedimento è l’Arch. Leonardo Zinna;
6. Di dare mandato al Servizio Urbanistica di tutti gli adempimenti conseguenti l’adozione del
presente atto a norma della L.R. 1/2005;
7. Con apposita votazione espressa, con n. 14 voti favorevoli e n. 3 astenuti (consiglieri:
Iurescia, Simoni, Cecconi), in forma palese da n. 17 consiglieri presenti e votanti, il
presente atto è dichiarato immediatamente eseguibile ai sensi di legge, stante l’urgenza di
provvedere ai sensi dell’art.134 c. 4 del D. Lgs. N. 267/00.
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INDICE
Art.1 – Finalità del Piano Strutturale:
pag. 5
Art.2 – Obiettivi del Piano Strutturale:
pag. 5
Art.3 – Composizione del Piano Strutturale:
pag. 6
Art.4 – Quadro conoscitivo:
pag. 8
Art.5 – I sistemi territoriali:
pag. 10
Art.6 – Definizioni:
pag. 12
Art.7 – Obiettivi dei sistemi:
pag. 15
Art.8 – Indirizzi e prescrizioni per la valutazione ambientale:
pag. 18
Art.9 – Invarianti strutturali:
pag. 24
Art.10- Statuto dei luoghi:
pag. 26
Art.11–Disciplina degli assetti territoriali:
pag. 30
Art.12 –Unità Territoriali organiche elementari:
pag. 48
Art.13 –Il dimensionamento del Piano Strutturale:
pag. 59
Art.14 - Definizione degli usi dei tempi e delle funzioni:
pag. 68
Art.15 - Indirizzi per l'attuazione del Piano Strutturale:
pag. 69
Art.16 –Le salvaguardie:
pag. 78
Allegato A:
pag. 81
Allegato B:
pag. 81
Allegato C:
pag. 81
Allegato D:
pag. 81
Allegato E:
pag. 81
4
Art.1 – Finalità del Piano Strutturale
Il Piano Strutturale (PS) definisce le strategie comunali per il governo del territorio al fine
di garantire lo sviluppo sostenibile della comunità locale in conformità alla legge regionale
16.1.1995 n.5: “Norme per il governo del territorio”.
Art.2 – Obiettivi del Piano Strutturale
Costituiscono obiettivi del PS, oltre quelli enunciati nel documento di avvio approvato in
Consiglio Comunale in data 11.7.2003 con atto n.82:
a) La partecipazione dei cittadini al processo di formazione dello strumento urbanistico
quale riconoscimento delle identità locali e di corrispondenza tra le scelte politiche e
tecniche del Piano e le esigenze della comunità;
b) La valorizzazione delle idee di sviluppo economico compatibili con la complessità
ambientale del territorio di Collesalvetti;
c) Sviluppare una maggiore connessione fra crescita occupazionale locale e fenomeni
di residenzialità;
d) La tutela e la valorizzazione del sistema idraulico e degli ambiti fluviali in funzione
della salvaguardia dell’ecosistema territoriale;
e) La tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche anche attraverso
il recupero e la riqualificazione degli elementi antropici di valore culturale, storico e
archeologico;
5
f) La valorizzazione dell’attività agricola in funzione di presidio territoriale e per il
mantenimento e il miglioramento degli assetti territoriali e degli equilibri ambientali;
g) Il recupero e la riqualificazione dei nuclei storici per la conservazione e
valorizzazione del loro ruolo di centri della vita associata e dell’identità locale;
h) La salvaguardia e la valorizzazione dei connotati della comunità mediante la
riqualificazione dei servizi e delle dotazioni infrastrutturali, della mobilità, degli usi e
delle funzioni al fine di assicurare l’equilibrio e l’integrazione tra il sistema
dell’organizzazione degli spazi e il sistema di organizzazione dei tempi nei diversi
cicli della vita umana.
Art.3 – Composizione del Piano Strutturale
Il PS si compone:
1) Quadro conoscitivo;
2) Indagini geologico tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica;
3) Elementi per la valutazione degli effetti ambientali;
4) Individuazione dei sistemi, subsistemi, delle Unità Organiche Territoriali Elementari
(UTOE);
5) Norme riunenti il complesso degli indirizzi, prescrizioni, salvaguardie, definizioni e
disciplina degli assetti territoriali.
6) Cartografia:
TAVOLA
Tav. 1
Carta dei Sistemi territoriali
Tav. 2
Carta del Sistema insediativo
Tav. 3
Carta dell’Edificato
Tav. 4
SHAPE
confine
sistemi territoriali
A.N.P.I.L. e Parco Provinciale
confine
utoe
sistema insediativo e produttivo
A.N.P.I.L. e Parco Provinciale
confine
sistema insediativo e produttivo
edificato
A.N.P.I.L. e Parco Provinciale
confine
ponti
6
Carta delle Infrastrutture
Tav. 5
Carta del Sistema rurale
Tav. 6
Carta delle Invarianti strutturali
stazioni
autoporto ed interporto
rotatorie crocino
crocino
strade
nuova viabilità interporto
ciclabile
ferrovia
ferrovia interporto
autostrada
nuovi svincoli
superstrada
strade comunali extraurbane
scolmatore
aree industriali
centri abitati
confine
sistema rurale
A.N.P.I.L. e Parco Provinciale
confine
352/97
idrografia
acquedotto colognole
crinali
viali
zone umide
parco e ANPIL
vallivi
aree archeologiche
stazione floristica ultracentenaria
canali ambientali
aree boscate
edifici Pollacce
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Art. 4 – Quadro conoscitivo
Il quadro conoscitivo fa parte integrante del Piano Strutturale e costituisce riferimento e
indirizzo per la definizione degli atti di governo del territorio.
Il quadro conoscitivo è costantemente aggiornato mediante il Sistema Informativo
Territoriale quale strumento per la creazione di banche dati e di archivi, accessibili e
affidabili, suddivisi per aree tematiche, finalizzato oltrechè alla conoscenza del territorio
alla gestione dinamica dei processi di governo e delle politiche sul territorio.
Il quadro conoscitivo del PS è costituito da:
a) Analisi storica del territorio e degli insediamenti di cui alle fonti bibliografiche
seguenti:
- G.Barsotti:Storia naturale dei monti livornesi. Belforte Editore Libraio. Livorno 1999
- R.Mazzanti: Il Capitanato Nuovo di Livorno. Pacini Editore. Pisa 1984
- D.Mattoni: Pasquale Poccianti e l’acquedotto di Livorno. Editori Laterza. Bari1992
- I.Arrighi: L’acquedotto di Colognole (1792-1868). Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti, ASEM.Livorno1991
- G.Ciccone: Collesalvetti nel Medioevo. Curtes, Chiese e Castelli nel periodo Pisano (1109-1406). Pacini Editore. Pisa 1998
- B.Allegranti, A.De Ponte, F.Iacoponi: Collesalvetti e frazioni. Provincia di Livorno 1998
- M.N.Pezzini (a cura di): Doppia presenza, tradizione e innovazione in agricoltura.Provincia di Livorno 1997
- F.Minaccia: Da fattoria Granducale a Comunità. Collesalvetti 1737-1861. Edizioni scientifiche italiane. Napoli 1997
- F.Minaccia,E.Donati,D.Romolini,E.Ricconi: Lo sviluppo di una comunità. Collesalvetti 1861-1915.
Edizioni Scientifiche Italiane. Napoli 1991
- G.Biagioli, R.Pazzagli, R.Toliani (a cura di): Le “corse agrarie”. Pacini Editore. Pisa 2000
- A.Freudiani (a cura di): Per una storia della dinastia dei Carmignani. Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense.
Roma 1998
- C.Errico,M.Montanelli,R.Ciorli,M.Sanacore (testi): I mulini del territorio livornese. Comune di Livorno, Comune di
Collesalvetti,
Comune di Rosignano Marittimo. Livorno 1998
- Cent’anni dell’Istituto Salesiano
- I Castelli della Via Emilia. A cura di Benozzo Gianetti. CLD Libri – Fornacette 2002
-Carla Celesta di Vegliasco. A cura di Francesca Cagianelli. Comune di Collesalvetti, Provincia di Livorno, Fondazione Cassa
di
Risparmi Di Livorno. Livorno 2002
- C.Errico, M.Montanelli: Produzione, conservazione e commercio del ghiaccio fra il XVI e XIX secolo nel territorio di
Collesalvetti.
Comune di Collesalvetti. Debatte – Livorno 2003
- La terra e gli uomini.Paesaggio agrario, trasformazioni sociali e produttive a Collesalvetti dall’unità d’Italia a oggi. A cura di
V.Guastella,F.Mineccia,L.Tomassini. Comune di Collesalvetti 2003.
- C.Errico, M.Montanelli: Il tabacco. Cultura e cura a fuoco nel territorio di Collesalvetti. Comune di Collesalvetti 2004.
b) Lo stato degli insediamenti
c) Indagine sul patrimonio edilizio esistente dagli anni 1988 al 1994
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d) Le dinamiche economiche del territorio del SEL n.14 a cura dell’IRPET
e) Analisi dei fenomeni sociali ed economici del territorio agricolo: i dati censuari
f) Il sistema infrastrutturale e la mobilità: il Piano Urbano del Traffico, il Piano della
sosta, Il Piano regionale della mobilità e della logistica, il Piano Generale dei
Trasporti.
g) Analisi delle risorse.
h) I caratteri geologici e morfologici del territorio.Le indagini di supporto
i) Dati del censimento dell’industria: lo stato del mondo produttivo locale
j) Dati del censimento della popolazione: le dinamiche demografiche, le classi di età
k) I servizi tecnologici: gli impianti a rete e puntuali. I dati quantitativi.
l) Il ciclo integrale delle acque. Il piano d’ambito. ATO 5
m) I rifiuti. I dati quantitativi. ATO 4
n) Analisi dei rischi: lo stato del suolo e del sottosuolo
o) Il quadro conoscitivo dello stato del bacino dell’Arno
p) I Piani di assetto idraulico e idrogeologico
q) Lo stato dell’area a rischio di incidenti rilevanti
r) Il rapporto sullo stato dell’ambiente locale
s) Gli studi e le indagini di supporto al Piano del Parco dei monti livornesi e delle
ANPIL
t) Cartografia tematica composta da:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
suddivisione territoriale per frazioni
carta dei servizi
carta delle altimetrie
carta dei vincoli
carta delle emergenze paesistiche
carta delle aree allagate
pit: misure di salvaguardia sul rischio idraulico – reticolo idraulico ambiti AB
carta delle infrastrutture
Il quadro conoscitivo così schematicamente riassunto, si integra dei contributi
bibiliografici, documentali e delle ricerche specifiche elaborate dagli enti.
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Art.5 – I sistemi territoriali
Il PS al fine di facilitare la comprensione dei fenomeni territoriali che costituiscono il
risultato delle relazioni tra aspetti ambientali, economici, culturali e sociali, individua e
suddivide il territorio comunale in sistemi e subsistemi quali risultanti dalle analisi
conoscitive e in funzione degli obiettivi prefissati.
L’articolazione segue criteri di omogeneità dal punto di vista ambientale, insediativo,
infrastrutturale e funzionale ed è disciplinata da prescrizioni, indirizzi e parametri cogenti
per la gestione dello strumento urbanistico.
Il PS individua i seguenti sistemi e subsistemi
1 – SISTEMA DELLA PIANURA
Comprende la parte eminentemente pianeggiante del territorio comunale posta a nord
di esso. In tale zona, di concentrazione delle bonifiche idrauliche mediante la costruzione
di un reticolo idraulico di scolo dell’intera pianura alluvionale del basso valdarno, si è
susseguita storicamente la realizzazione di infrastrutture e insediamenti a carattere
policentrico che ne denotano la vocazione di area soggetta a forte trasformabilità
connessa a spazi di esclusiva o prevalente funzione agricola con elementi di particolare
valenza paesistica ambientale (zone umide).
2 – SISTEMA DI COLLINA
Area spiccatamente orografica vi si concentrano elementi di valore paesistico ed
elementi testimoniali di valore storico-culturale connessi a luoghi ed aree a forte
connotazione naturalistica e paesistica anche a prevalente funzione agricola, in cui gli
elementi storici e recenti della trasformazione non ne hanno alterato sostanzialmente i
caratteri originari.
3 – SISTEMA INSEDIATIVO
Il Piano Strutturale individua il sistema insediativo quello costituente l’insieme areale
degli scambi e delle relazioni produttive, residenziali e di servizio secondo i connotati
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storici e attuali e in relazione agli obiettivi prefissati interconnesso ai sistemi di pianura e di
collina.
Il sistema insediativo si articola:
a) subsistema dell’edificato storico: di epoca antecedente il 1880
b) subsistema dell’edificato consolidato: di epoca ricompresa tra il 1881 e il 1940
c) subsistema dell’edificato recente: di epoca successiva al 1940
d) subsistema degli insediamenti produttivi
4 – SISTEMA RURALE
Il piano Strutturale individua il sistema rurale quale componente dei sistemi territoriali e
degli insediamenti produttivi dai connotati storici.
Il sistema rurale si suddivide nei seguenti subsistemi:
a) subsistema territoriale ad esclusiva funzione rurale
b) subsistema territoriale a prevalente funzione rurale
c) subsistema territoriale a funzione rurale e paesistica ambientale
d) subsistema territoriale con funzione rurale residuale
e) subsistema territoriale con funzione rurale di protezione ambientale.
5 – SISTEMA FUNZIONALE
Il Piano Strutturale individua nel sistema funzionale l’insieme delle infrastrutture e dei
servizi che garantiscono sia la funzionalità interna delle relazioni, sia nei riguardi dei
territori contigui e di area vasta.
Il sistema funzionale si articola in:
a) subsistema delle infrastrutture
b) subsistema dei servizi.
6 – SISTEMA AMBIENTALE
E’ l’insieme di norme prescrittive e ordinative, tendenti alla salvaguardia e tutela delle
risorse essenziali – acqua, aria, suolo, sottosuolo – nonché quelle relative all’igiene, alla
salute dei cittadini, trasversali ai singoli sistemi e subsistemi territoriali nonché
l’individuazione degli elementi di sicurezza, a rete e puntuali, di superamento e di
protezione dall’insieme dei rischi presenti sul territorio.
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Il PS definisce i concetti di trasformabilità, trasformabilità condizionata e della
conservazione che attengono ai sistemi e subsistemi individuati ed ogni altro concetto che
semplifichi la comprensione terminologica e concettuale alla base della formulazione della
disciplina degli assetti territoriali. Definisce altresì prescrizioni comuni a ciascun sistema e
direttive non inquadrabili all’interno di un sistema o di un singolo subsistema.
Il PS individua le Unità Territoriali Organiche Elementari sulla base di connotati di
omogeneità morfologica, sociale, economica, strategica anche disgiunti fra loro.
Art.6 – Definizioni
Per le finalità applicative della presente normativa si esplicitano alcuni concetti-guida
che assumono le seguenti definizioni:
A – Categorie urbanistiche
Trasformabilità: il complesso delle operazioni e degli interventi assentiti dallo strumento
urbanistico che modificano in tutto o in parte l’aspetto o la funzionalità di un’area o di un
luogo;
Trasformabilità condizionata: il complesso delle operazioni o degli interventi assentiti dallo
strumento urbanistico che modificano in tutto o in parte l’aspetto o la funzionalità di
un’area o di un luogo, subordinatamente alla realizzazione di un insieme sistematico di
interventi, od anche di uno solo, tendenti a salvaguardare uno o più aspetti o connotati di
quel luogo o quell’area;
Conservazione: il complesso di operazioni ed interventi assentiti dallo strumento
urbanistico compatibili con gli obiettivi di salvaguardia e tutela dello stato del luogo riferito a
particolari caratteri fisici o specifici ambiti del paesaggio naturale, a particolari caratteri
architettonici e di testimonianza storica di specifici insediamenti, a il mantenimento dell’
aspetto morfologico territoriale;
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Riqualificazione: le azioni volte al miglioramento della qualità
della vita in un ambito
territoriale circoscritto mediante la realizzazione di nuovi servizi, il superamento di
condizioni di degrado fisico ed economico e ambientale, il ripristino di risorse naturali
compromesse, il soddisfacimento di esigenze primarie relative alla conduzione delle attività
agricole.
Trasformazione : le azioni volte alla sostituzione o a nuove previsioni di interventi edilizi
necessari per il riequilibrio delle funzioni e delle necessità sociali e per garantire una
migliore e maggiore dotazione di servizi.
Volumetria:
La capacità insediativa residenziale che compete mediamente ad ogni
abitante insediato o insediabile
convenzionalmente assunta pari a 100 metricubi per
abitante. Tale dato rapportato al numero dei componenti il nucleo familiare (secondo
quanto emerso dal quadro conoscitivo:2,72 componenti a famiglia) consente, essendo
l’indice di affollamento pari ad una famiglia per alloggio, di assumere la volumetria media
per alloggio pari a 272 mc.
Corridoi ambientali: Sono costituiti da spazi liberi tra un edificato e l’altro, necessari ad
evitare fenomeni di saldatura urbana. In particolare sono rappresentati cartograficamente
dal corridoio tra Vicarello e Collesalvetti.
Carico urbanistico: In genere è la variazione della quantità insediativa in una determinata
area espressa in volume(metricubi) o superficie di utilizzazione degli immobili (metriquadri)
o variazione del numero delle unità immobiliari, secondo le destinazioni d’uso di essi,
comportante l’addizione di dotazione di servizi per soddisfare minime esigenze di
funzionalità. In relazione al carico urbanistico espresso in una determinata zona è possibile
valutare l’entità dei fenomeni indotti in termini di numero e frequenza di persone e di mezzi,
entità degli spazi di spostamento pedonale e veicolare, quantità dell’energia necessaria al
riscaldamento e illuminamento, quantità di acqua potabile necessaria al soddisfacimento di
esigenze primarie e di funzionamento, lunghezza di linee telefoniche e dei condotti in
generale, quantità di condotti per l’allontanamento delle acque reflue e quantità organica da
smaltire, quantità dei rifiuti prodotti nel contesto ove è avvenuta la variazione di carico,
etc,…etc…
B – Categorie edilizie
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Valgono le definzioni del Regolamento Edilizio o in mancanza della legge regionale in
materia.
Il regolamento urbanistico, al fine di un corretto utilizzo delle risorse del territorio, nonché
della riqualificazione e il riequilibrio delle funzioni e del tessuto insediativo, può definire
ulteriori categorie
nell’ambito
dei seguenti interventi di tutela, di salvaguardia e di
trasformazione a scala territoriale, urbana ed edilizia:
Interventi di tutela e valorizzazione: Tutti gli interventi volti alla conservazione delle risorse,
al mantenimento della qualità ambientale, alla valorizzazione di elementi e di ambiti
paesaggistici significativi mediante recupero funzionale di usi compatibili.
Interventi urbanistici a scala territoriale e urbana:
- Interventi infrastrutturali: riguardano l’adeguamento o la realizzazione delle reti
tecnologiche e delle strutture viarie, compreso le aree annesse e le strutture di servizio.
- Opere di urbanizzazione primaria:
come definite dall’art.4 della Legge 847/67 e
successive modifiche e integrazioni.
- Opere di urbanizzazione secondaria di carattere urbano e territoriale: come definite
dall’art.17 della Legge 765/67 e successive modifiche e integrazioni.
- Dotazione e adeguamento qualitativo degli standards: riguarda il soddisfacimento degli
standards di servizi previsti dal D.M. 1444/68, ma soprattutto l’adeguamento qualitativo
degli stessi alle reali esigenze degli abitanti.
- Trasformazione urbanistica e riorganizzazione funzionale: riguarda la riconfigurazione
funzionale e morfologica del tessuto urbano e quello rurale esistente nonché la
realizzazione di nuova edificazione attuata anche attraverso specifiche regole tipomorfologiche.
Al fine di attivare un corretto processo di attuazione del piano, il R.U. specificherà
ulteriormente la natura e le modalità dei concetti precedentemente indicati avendo
riguardo alle categorie di interventi e urbanistiche espresse dalle leggi regionali, dal PIT e
dal PTC, in relazione agli obiettivi espressi per ogni sistema, sub-sistema o UTOE.
In linea generale i concetti di recupero, riqualificazione e valorizzazione dell’ esistente,
assumono valenza prioritaria rispetto alle trasformazioni ammesse .
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Art.7 – Obiettivi dei sistemi
Gli obiettivi del PS sono differenziati in relazione alle caratteristiche di ciascun sistema.
Ciò non esclude che sussistano obiettivi comuni a ciascun sistema.
A – SISTEMA DELLA PIANURA
-
Salvaguardia recupero e valorizzazione della rete idraulica e delle opere connesse
e degli habitat naturali correlati.
-
Tutela delle risorse idriche del sottosuolo e riduzione della vulnerabilità
idrogeologica da contaminazione
-
Valorizzazione dell’economia rurale tendente al riordino colturale orientato alla
produzione di qualità attraverso tecniche di basso impatto ambientale, nonché
all’incentivazione di un ruolo di presidio territoriale e di valorizzazione delle diversità
degli ambienti e del paesaggio agrario anche mediante la regolamentazione degli
interventi edilizi necessari alla conduzione dei fondi
-
Salvaguardia della separazione fisica tra le frazioni urbane necessaria al
mantenimento dei connotati storico paesaggistici di sistema
-
Sviluppo della rete infrastrutturale necessaria all’implementazione del sistema
economico locale di integrazione al sistema economico di area vasta
-
Sviluppo della rete infrastrutturale dei servizi per una fruizione allargata in funzione
ricreativa idonea al collegamento e alla costituzione di un sistema di parchi anche a
carattere tematico e per la connessione tra aree verdi urbane.
-
Sviluppo delle aree produttive a sostegno dell’economia
B – SISTEMA DI COLLINA
-
Salvaguardia recupero e valorizzazione della rete idraulica e delle opere connesse
e degli habitat naturali correlati.
-
Tutela delle risorse idriche del sottosuolo e riduzione della vulnerabilità
idrogeologica da contaminazione
-
Tutela e valorizzazione dei caratteri paesaggistici, morfologici e naturalistici
15
-
Valorizzazione dell’economia rurale tendente al riordino colturale orientato alla
produzione di qualità attraverso tecniche di basso impatto ambientale, nonché
all’incentivazione di un ruolo di presidio territoriale e di valorizzazione delle diversità
degli ambienti e del paesaggio agrario anche mediante la regolamentazione degli
interventi edilizi necessari alla conduzione dei fondi e incentivazione del recupero
del patrimonio edilizio tendente allo sviluppo della fruizione turistica
-
Valorizzazione del sistema in stretta correlazione con il Parco delle Colline
Livornesi e integrazione tra questo le ANPIL e il Parco Migliarino San Rossore,
nonché sviluppo degli elementi di connessione con la riserva naturale della
Contessa e della zona umida del Biscottino ed eventuale individuazione di aree e
zone dello Scolmatore dell’Arno idonee al percorso di integrazione del parco, tesa
al soddisfacimento del bisogno di natura da parte della popolazione urbana
-
Fruizione sostenibile delle aree boscate.
C – SISTEMA INSEDIATIVO
-
Mantenimento del policentrismo territoriale tendente alla valorizzazione dell’identità
storico culturale delle singole frazioni
-
Conservazione
e valorizzazione
del
patrimonio
edilizio
testimoniale
delle
caratteristiche morfologiche e tipologiche originarie
-
Riqualificazione del tessuto urbano attraverso la dotazione di servizi e spazi tesi a
migliorare la vivibilità urbana ed attenuare i disagi della mobilità anche mediante
riconfigurazione infrastrutturale.
-
Sviluppo di sistemi alternativi di mobilità attraverso l’individuazione di piste ciclabili
e percorsi pedonali
-
Definizione di regole tipologiche per lo sviluppo dell’ambiente urbano in sintonia con
i caratteri preesistenti
-
Riassetto funzionale degli insediamenti finalizzato al riequilibrio del carico
urbanistico per una corretta gestione delle risorse
-
Mantenimento di un contenuto carico insediativo delle residenze in funzione sociale
-
Sviluppo e riqualificazione delle aree produttive tendente al contenimento dei
consumi e di riduzione delle emissioni inquinanti.
-
Disincentivare forme di saturazione edilizia del tessuto esistente urbano che
possano limitare la costituzione di spazi aggregativi di valore sociale.
16
D – SISTEMA FUNZIONALE
-
Potenziamento della viabilità di interesse sovracomunale finalizzato alla riduzione
del
traffico
veicolare
sulla
rete
stradale
esistente,
alla
eliminazione
dell’attraversamento dei centri abitati e al miglioramento della mobilità urbana
-
Razionalizzazione della viabilità urbana mediante definizione di tracciati alternativi
per la riduzione del traffico di attraversamento degli abitati
-
Riqualificazione e potenziamento della linea ferroviaria Pisa-Collesalvetti-Vada e
relativo collegamento con Interporto-Stagno-Livorno dedicata al trasporto delle
merci con riconversione di funzionalità di metropolitana di superficie e sviluppo di
servizi connessi e pertinenti.
-
Sviluppo di una rete di percorsi pedonali e ciclabili alla scala territoriale anche
mediante l’uso di percorsi ferroviari dimessi
-
Realizzazione di idonei cavalcaferrovia e potenziamento di ponti fluviali al fine di
non intercludere l’interscambio interno e agevolare il potenziamento ferroviario
mediante la soppressione di passaggi a livello
-
Sviluppo, potenziamento e adeguamento del canale scolmatore dell’Arno come
potenziale idrovia di diretto collegamento tra il mare e le aree produttive e della
logistica interne
-
Adeguamento razionalizzazione e potenziamento dei servizi per la residenza e
delle attrezzature collettive nelle frazioni
-
Valorizzazione della rete distributiva commerciale di vicinato mediante incentivi agli
interventi
di
ristrutturazione
e
di
riconversione
dell’esistente
nonché
il
potenziamento in funzione della riqualificazione del tessuto delle relazioni urbane
-
Potenziamento e razionalizzazione dei servizi scolastici e della formazione
-
Riqualificazione e sviluppo dell’offerta turistico ricettiva attraverso la valorizzazione
e il potenziamento delle strutture esistenti nonché mediante una localizzazione
diffusa anche di nuove strutture ricettive nella prospettiva di costituire un sistema
integrato locale di offerta turistica
-
Sviluppo e valorizzazione del rapporto con il mondo della ricerca in generale e
quella universitaria in particolare potenziando offerta di sedi e servizi qualificati.
17
Art.8 – Indirizzi e prescrizioni per la valutazione ambientale
Gli indirizzi di natura ambientale riguardano l’intero territorio comunale e sono definiti in
funzione della tutela dell’ecosistema e degli aspetti incidenti sullo stato fisiologico di
benessere dell’uomo. In questo senso si assume orientativamente che il pericolo può
essere un oggetto o un insieme di circostanze in grado, potenzialmente, di danneggiare la
salute di una persona e il rischio è la verosimiglianza , o la probabilità, che una persona
subisca un danno per effetto di un particolare pericolo.
Ciascun atto di competenza comunale è subordinato al rispetto delle condizioni di tutela
poste dai seguenti indirizzi e prescrizioni di natura ambientale.
Sono parte integrante degli indirizzi e prescrizioni del piano strutturale le azioni di tutela
individuate nel processo di Agenda 21 locale.
E’ necessario comunque attivare un processo sistematico inteso a valutare le
conseguenze (positive e negative) sul piano ambientale, economico e sociale delle scelte
di programmazione e pianificazione adottate dal Piano Strutturale, garantendo che tali
conseguenze siano incluse a tutti gli effetti nello stesso ed affrontate in modo adeguato fin
dalle prime fasi del processo decisionale, aventi lo stesso grado e livello delle
considerazioni di ordine urbanistico e territoriale.
Obiettivo
primario
della
valutazione
è
quello
di
valutare
ambientalmente,
economicamente e socialmente il Piano Strutturale, al fine di implementare e monitorare le
sinergie positive realizzabili fra le priorità di sviluppo socioeconomico a quelle
dell’ambiente. Operativamente questo si traduce nella verifica della rispondenza del PS e
dei singoli comparti con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile:
-
valutando il grado di integrazione dei principi ambientali all’interno dei processi di
formazione delle scelte di piano;
-
verificando i potenziali effetti ambientali, ovvero il contributo fattivo (positivo o
negativo) sulla qualità sociale e sulla redditività economica delle scelte di piano.
Il processo di valutazione mira, quindi, a rendere leggibili sia i risultati di miglioramento
ambientale (riduzione dell’inquinamento, dei rifiuti, dei consumi di risorse ecc), sia gli effetti
più rilevanti per la qualità sociale ed economica del territorio, derivante dalle scelte di
pianificazione e programmazione.
Obiettivo prioritario è quello di valutare la “posizione” del livello di sostenibilità
riferimento al contesto complessivo del
in
territorio, attraverso l’utilizzo di indicatori
18
ambientali, economici e sociali applicati secondo le disposizioni delle Istruzioni Tecniche
emanate dalla Regione Toscana o secondo quanto indicato dal PTC in tema di
Valutazione Integrata Strategica.
a) Pericolosità idraulica e geologica
Il territorio comunale è suddiviso in classi di pericolosità idraulica idrogeologica e
geologica secondo i criteri di classificazione stabiliti nei Piani di Assetto Idrogeologico e
Idraulico redatti dalle competenti Autorità di Bacino, nonché in funzione della
classificazione sismica del territorio comunale.
Le condizioni e limitazioni indicate nelle suddette normative cosi come lo studio
geologico di supporto alla pianificazione urbanistica allegato al presente Piano Strutturale
fanno parte integrante e sostanziale della disciplina degli assetti territoriali compresa nel
presente articolato. In questo senso ogni elaborazione o piano di assetto dovrà essere
coordinato con gli atti di programmazione territoriale superando la concezione rigidamente
vincolistica che ha caratterizzato finora le misure di salvaguardia.
Ai fini della difesa del suolo è privilegiata ogni azione di prevenzione oltrechè di messa
in sicurezza accompagnando
gli atti sulla difesa del suolo dalla elaborazione di uno
specifico piano di protezione civile.
Ai fini della prevenzione il Regolamento Urbanistico avrà cura di individuare eventuali
scarpate di faglia o fratture superficiali che possono ricondurre a possibili eventi profondi,
nonché i siti di dissesto o frana non catalogati dal PAI, oltre ad una possibile diversa
subarticolazione del grado di pericolosità sismico territoriale in funzione della risposta
all’onda sismica del soprassuolo.
b) Risorse idriche
L’acqua dolce è una risorsa limitata e vulnerabile indispensabile alla vita, allo sviluppo e
all’ambiente così come proclamato dal Consiglio di
Europa a Strasburgo nella Carta
Europea dell’Acqua in data 6 maggio 1968.
In generale si dovrà perseguire il risparmio idrico attraverso le seguenti modalità:
1 – differenziazione delle reti potabile da altri usi negli insediamenti
2 – reimpiego delle acque usate
3 – raccolta e impiego delle acque meteoriche
19
4 – contenimento dell’uso idropotabile mediante applicazione di apposite tecnologie
5- controllo e gestione degli emungimenti
In generale non vengono ammesse trasformazioni che comportano il superamento della
disponibilità di risorse idriche reperibili o attivabili nell’area di riferimento.
Il Regolamento Urbanistico avrà cura di individuare le aree e le località in cui è vietato
l’emungimento incondizionato di acqua dal sottosuolo per l’alto grado di vulnerabilità ai
processi di contaminazione in sintonia con gli indirizzi del PTC.
Relativamente al sistema di smaltimento deve essere perseguito l’obiettivo di
potenziamento della separazione degli impianti di fognatura e favorito il ricorso alla
depurazione e al riuso delle acque usate.
Negli insediamenti di piccole dimensioni e nelle case sparse i sistemi di smaltimento –
fosse settiche, vasche Imhoff, subirrigazione, fitodepurazione, etc, ….. – dovranno tenere
di conto della vulnerabilità del sottosuolo ai processi di contaminazione.
Il Regolamento Urbanistico avrà cura di disciplinare le modalità di trasformazione
territoriale e di utilizzazione degli edifici esistenti, in sintonia con il gestore unico e l’autorità
d’ambito competente, nei siti e nelle località sprovviste di rete fognaria al fine di dotarli di
idonei sistemi di smaltimento in armonia con le presenti prescrizioni e indirizzi.
c) Rumore
Per ogni insediamento deve essere garantito il non superamento dei livelli sonori
ammissibili risultanti dalla zonizzazione acustica del territorio.
Le scelte localizzative delle funzioni dovranno essere accompagnate da una idonea
valutazione delle emissioni sonore e dalle relative misure di riduzione da assumersi negli
appositi piani di risanamento acustico e da apposite misure di razionalizzazione e
riorganizzazione del traffico veicolare.
Le caratteristiche tecniche degli edifici dovranno garantire un’adeguata protezione dal
rumore proveniente dall’esterno: il regolamento urbanistico individuerà in sintonia con la
normativa vigente i parametri e i valori da rispettare.
Il regolamento urbanistico provvederà a catalogare e codificare i possibili livelli di
identificazione del “disagio” da rumore.
Ciascuna opera identificabile come possibile sorgente di rumore deve essere realizzata
con opere di mitigazione degli effetti sonori.
20
d) Atmosfera
Dovrà essere garantita la qualità dell’aria stabilita nelle apposite normative di settore,
assicurando che le attività produttive che comportano o inducono emissioni inquinanti non
compatibili con gli standard di accettabilità siano da trasferirsi lontano dai centri abitati o
comunque in aree che non comportano impatti significativi sui centri abitati stessi.
In tali situazioni è consentito che sia dimostrata l’applicazione della migliore tecnologia
disponibile, e l’attivazione di ogni intervento atto a mitigare gli impatti indiretti. E’
auspicabile per gli insediamenti produttivi la certificazione ambientale.
Gli insediamenti produttivi esistenti a rischio inquinamento atmosferico dovranno
monitorare costantemente le emissioni secondo un apposito piano di controllo della qualità
dell’aria da concordare con l’Autorità Sanitaria Locale, coadiuvata dall’ARPAT locale,
subordinando ogni utilizzazione e trasformazione dell’esistente.
Nella valutazione dei piani di controllo della qualità dell’aria si avrà cura di tenere in
debita considerazione le condizioni microclimatiche.
In generale è prescritta la non ammissibilità di insediamento di industrie fonti di molestie
insopprimibili.
Nell’ambito di protezione da inquinamento atmosferico il regolamento urbanistico
provvederà a individuare e catalogare le possibili situazioni del “disagio” da odori
sgradevoli.
e) Energia
Si dovrà perseguire il contenimento di consumo energetico mediante assunzione delle
seguenti misure:
1 – favorire il risparmio energetico mediante la realizzazione di edifici aventi caratteristiche
costruttive finalizzate al contenimento energetico
2 – perseguire l’obiettivo della realizzazione di impianti energetici ad alta efficienza
3 – favorire l’uso di fonti rinnovabili
Ogni insediamento dovrà essere accompagnato da specifiche valutazioni progettuali
che tengano conto degli indirizzi e prescrizioni sopra espresse. Il Regolamento Urbanistico
e il Regolamento edilizio stabiliranno le modalità di presentazione di tali progetti.
21
Potranno essere previste forme di incentivazione ed agevolazione per l’uso di fonti
rinnovabili di energia e di risparmio energetico quali:
- solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria;
- impianti fotovoltaici di conversione dell’energia della radiazione solare in energia elettrica
in corrente continua, autonomi o connessi alla rete elettrica esistente;
- impianto eolico mediante uno o più aerogeneratori collegati alla rete locale;
- la biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che
possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in altre
sostanze (solide, liquide o gassose) di più facile utilizzo negli impianti di conversione;
- mini-impianti idroelettrici a recupero;
- edifici ad "architettura bioclimatica" al fine di ottimizzare le relazioni energetiche con
l'ambiente naturale circostante mediante il disegno architettonico per contenere le
emissioni inquinanti e il consumo di fonti energetiche non rinnovabili, riducendo i consumi
per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici
minimizzando il fabbisogno
energetico;
f) Rifiuti
Dovrà essere perseguito l’obiettivo della massima differenziazione della raccolta dei
rifiuti, sia in ambito domestico, che produttivo, agricolo e commerciale. Ogni insediamento
avrà cura di localizzare appositi spazi per la raccolta differenziata dei rifiuti mediante
realizzazione di “isole ecologiche”.
Dovrà essere perseguito l’obiettivo di far dotare ciascun edificio di appositi strumenti
tecnologici idonei alla riduzione volumetrica dei rifiuti.
g) Rischio incidenti rilevanti
Nelle aree circostanti aziende a rischio di incidente rilevante sono identificati gli usi del
suolo secondo una classificazione decrescente del grado di vulnerabilità in base a quanto
stabilito dal DM 9 maggio 2001 e riportata nella carta delle vunerabilità annessa al quadro
conoscitivo, redatta in armonia con le Istruzioni tecniche regionali appositamente emanate.
In attesa che si compiano da parte degli enti competenti le fasi conclusive di
valutazione sul rapporto di sicurezza presentato dall’azienda, sul grado di rischio e degli
effetti di potenziale danno conseguenti all’evento ipotizzato si ammette l’adozione di
norme transitorie e di salvaguardia finalizzate alla disciplina di assetti territoriali di
22
contenimento delle trasformabilità e delle funzioni d’uso d’incremento del carico insediativo
preesistente, assumendo fin da questo momento che nell’areale ricompresso nei raggi di
danno validati dall’organo competente non saranno consentite comunque variazioni in
aumento del carico urbanistico a partire dai più alti gradi di rischio (letalità) subordinando a
trasformabilità condizionata le variazioni in aumento del carico urbanistico realtive agli
areali di danno sottoposti a gradi di rischio meno elevati (lesionabilità irreversibile e
lesionabilità reversibile).
Gli insediamenti produttivi a rischio di incidente rilevante dovranno monitorare
costantemente il grado di sicurezza degli impianti secondo un apposito piano di sicurezza
da validare da parte degli organi competenti. Il piano di sicurezza e le costanti modifiche e
aggiornamenti dovrà essere comunicato all’Autorità Locale di Protezione Civile.
Ogni utilizzazione e trasformazione dell’esistente dovrà essere conforme al piano di
sicurezza trasmesso e compatibili con il piano di sicurezza esterno e, in mancanza, con il
piano di protezione civile locale.
h) Protezione da inquinamento elettromagnetico
Si dovrà perseguire l’obiettivo di ridurre i livelli di esposizione della popolazione ai campi
elettromagnetici di bassa frequenza.
In generale gli impianti dovranno essere realizzati a distanza non inferiore ai parametri
di legge di esposizione del campo magnetico
dai centri abitati e dalle case sparse,
facendo salve eventuali prescrizioni più restrittive impartite dagli organi tecnici di
protezione ambientale competenti in relazione alla potenza degli impianti installati o da
installare.
Nelle aree soggette a tutela degli interessi paesistici gli elettrodotti devono essere
realizzati in sotterraneo.
Le stazioni di telefonia mobile dovranno rispettare la minima distanza dalle abitazioni
misurata secondo le modalità
espresse al
2° capoverso e nella direzione degli
apparecchi ricetrasmittenti, facendo salve eventuali prescrizioni più restrittive impartite
dagli organi tecnici di protezione ambientale competenti in relazione alla potenza degli
impianti installati o da installare.
Relativamente agli impianti fissi di radiocomunicazione il Regolamento Urbanistico può
dettagliarne la dislocazione, anche mediante un accordo con i gestori, in ragione di
23
particolari situazioni che inducono il divieto di installazione dovuto alla alta sensibilità
dell’area in merito ad interessi storici, architettonici, paesaggistici ed ambientali da tutelare
oltre alle misure già in questo piano adottate.
i) Siti inquinati
In generale non è ammessa alcuna trasformazione urbanistica edilizia nei siti inquinati
se non previa caratterizzazione e successivamente all’esito positivo delle operazioni di
bonifica attestato dagli organi competenti in base alle prescrizioni da essi eventualmente
impartite e secondo gli usi ammessi dallo strumento urbanistico successivamente alle
operazioni sopra individuate.
l) Aree percorse dal fuoco
Nelle aree boscate in cui si sono verificati incendi e nelle aree individuate nella
cartografia appositamente predisposta dall’ufficio competente della Provincia di Livorno,
cui si rinvia, sono ammessi interventi di ripristino di esclusiva matrice selviculturale.
Art. 9 – Invarianti strutturali
Il Piano Strutturale individua, ai fini dell’equilibrio ambientale del territorio, aree ed edifici
di valore storico, culturale e ambientale da tutelare.
Le invarianti strutturali sono:
1) Il reticolo idraulico
2) Le zone umide
3) Le emergenze paesistiche
4) Il Parco dei Monti livornesi
5) Le ANPIL
6) Le infrastrutture storiche
7) Il patrimonio edilizio storico
8) I siti archeologici
Le invarianti strutturali sono identificate e delimitate nella cartografia del Piano
Strutturale.
24
Alle invarianti strutturali sopraindicate si aggiungono i vincoli sovraordinati prescritti
dalle leggi nazionali e regionali vigenti riguardanti aree, impianti a rete, puntuali e
prescrizioni settoriali:
-
oleodotti
-
gasdotti
-
aree delle sorgenti e dei pozzi di emungimento dell’acqua potabile
-
elettrodotti
-
cimiteri
-
depuratori
-
strade
-
ferrovie
-
beni storici
-
siti archeologici
-
vincoli ambientali e paesistici
-
vincoli idraulici e idrogeologici
-
vincoli sismici;
comunque sussistenti ancorché non identificati e delimitati nella cartografia dei vincoli
facente parte del quadro conoscitivo
Alle invarianti strutturali di cui ai punti da 1 a 7 si applica la disciplina di cui al
successivo articolo.
Alla cartografia delle invarianti strutturali si accompagna la cartografia dei vincoli
sovraordinati.
25
Art.10 - Statuto dei luoghi
Il presente articolo disciplina i luoghi, gli edifici e i manufatti ricompresi nelle Invarianti
Strutturali teso al mantenimento della riconoscibilità dei luoghi in termini di identità storico
– locale.
A – Il reticolo idraulico
Il reticolo idraulico territoriale è piuttosto complesso e identifica la realtà territoriale
colligiana con il suo sviluppo storico, sociale e produttivo mediante azioni ripetute di
bonifica per colmata al fine di rendere idonei i nuovi terreni all’attività produttiva.
Nell’ambito del reticolo idraulico sono sempre consentiti interventi di manutenzione e
quelli di messa in sicurezza idraulica mediante tecniche naturalistiche. Eventuali interventi
che introducessero elementi e manufatti o tecniche artificiali di regimazione o scolo
meccanico delle acque dovranno comprendere le opere necessarie di mitigazione e
adattamento morfologico ai luoghi.
Il Piano Strutturale individua il reticolo idraulico principale, comprensivo delle pertinenze
di ciascun fiume, torrente, botro o canale e delle relative opere di sicurezza, casse di
espansione e di laminazione, idrovore, argini, golene, argini remoti, costituito da:
1 - Isola
2 – Tora
3 – Morra
4 – Acqua Salsa
5 – Ugione
6 – Tanna
7 – Nugola
8 – Fossa Nuova
9 – Fossa Chiara
10 – Bientina
11 - Torretta
12 – Toricchi
13 – Ficaiola
14 – Marmigliaio
26
15 – Fologno
16 – Chiaviche
17 – Scolmatore d’Arno
Al reticolo idraulico individuato si applica il regime di inedificabilità per una fascia
profonda dieci metri a partire dal piede esterno dell’argine o in mancanza dal ciglio di
sponda. Per ragioni di sicurezza indotte da studi specifici relativi a calcoli idraulici redatti
secondo le modalità stabilite nei PAI ,il Regolamento Urbanistico può apportare modifiche
in aumento alla profondità della fascia di inedificabilità. Ogni trasformazione consentita è
accompagnata dalle valutazioni di carattere idraulico
formulate secondo le modalità
impartite dalle Autorità di Bacino.
Il reticolo idraulico settentrionale assolve oltre gli aspetti di sicurezza idraulica anche la
funzione di uso del tempo libero e dell’attività di pesca e della navigazione da diporto
subordinatamente a specifiche disposizioni di settore. Il Regolamento Urbanistico avrà
cura di approfondire e dettagliare in sintonia con le autorità idrauliche competenti le
attrezzature pertinenti agli usi descritti.
B – Le zone umide
Le zone umide rivestono valenza faunistica. In esse sono consentiti interventi di
manutenzione e ripristino e di messa in sicurezza idraulica mediante tecniche
naturalistiche.
Nelle zone umide è altresì consentita la realizzazione di camminamenti e postazioni per
l’osservazione della fauna.
E’ vietata qualsiasi alterazione dello stato dei luoghi tendente alla riduzione della
valenza faunistica e l’introduzione di elementi e manufatti artificiali.
Nelle zone umide è interdetta l’edificazione.
Nelle zone limitrofe alle zone umide è ammessa la realizzazione di servizi connessi e
pertinenti alla gestione. Il regolamento urbanistico delimiterà il confine tra le zone umide e
le aree pertinenziali e di servizio. Disciplinerà i servizi e stabilirà le funzioni pertinenti ivi
compreso la consistenza e dimensionamento di ciascuno servizio.
Alcune parti territoriali del reticolo idraulico possono assumere, per consistenza e
dimensione in relazione alla fruizione faunistica, valenza di zone umide.
27
C – Le emergenze paesistiche
Si annoverano nelle emergenze paesistiche i vallivi, i crinali, i viali dei cipressi, le aree
boscate che si interconnettono costituendo un insieme armonioso e organico di
preminente interesse paesaggistico da salvaguardare. Il regolamento urbanistico preciserà
gli interventi e le trasformazioni ammissibili nelle suddette aree compatibilmente con le
normative di settore, tenendo presente quanto segue:
-
le aree boscate rappresentano elemento di alto valore ambientale oltre che
paesaggistico da tutelare ai fini idrogeologici e naturalistici da affrontare con le
tecniche appropriate degli ambienti selvicolturali;
-
i viali dei cipressi rappresentano segni distintivi del paesaggio agrario locale e
toscano in generale ove occorre evitare espianti generalizzati ma interventi
selvicolturali tendenti al rinnovamento per parti di ciascun impianto;
-
i vallivi rappresentano aree omogenee in cui sarebbe auspicabile il non inserimento
di elementi costituenti trasformazione permanente del suolo;
-
i crinali costituiscono aspetti distintivi del profilo orografico in cui l’introduzione di
elementi di modifica ne alterebbero i connotati naturali.
D – Il Parco dei Monti livornesi
Il Piano Strutturale aderisce all’idea di parco quale strumento di governo delle risorse
territoriali proiettate alla salvaguardia e valorizzazione dei beni naturalistici.
E – Le ANPIL
Costituiscono le aree perimetrate in tal senso interconnesse e contigue al Parco dei
Monti livornesi.
Il regolamento urbanistico specificherà gli interventi e le trasformazioni ammissibili
all’interno delle ANPIL avendo presente i principi di mutualità tra tutela e valorizzazione,
individuando precise modalità di fruizione e accessibilità compatibili con le caratteristiche
ambientali e paesaggistiche dei luoghi.
In particolare avrà cura di definire:
-
le modalità di tutela delle componenti paesaggistiche, ambientali e naturalistiche
28
-
le attività agricole connesse e compatibili
-
le destinazioni d’uso
-
gli interventi edilizi
-
la gestione e la tutela dei soprassuoli
-
la raccolta dei prodotti del sottobosco
-
gli accessi
-
le attività turistiche compatibili
-
la vigilanza
F – Le infrastrutture storiche
Le infrastrutture storiche sono rappresentate dall’Acquedotto Leopoldino, da quello delle
Pollacce, dal ponte Mediceo, il ponte Santoro. Il Piano Strutturale tutela le infrastrutture
storiche e le opere connesse comprese le aree circostanti quali spazi pertinenziali. Sono
ammessi interventi di restauro ampliati alle aree circostanti per valorizzare gli aspetti
storici delle architetture connessi a quelle paesaggistiche degli impianti.
G – Il patrimonio edilizio storico
Gli edifici storici – le ville, le chiese, gli edifici pubblici di età superiore a 50 anni, i
complessi edilizi e le aree pertinenziali - individuati in cartografia, siano essi notificati ai
sensi della legislazione in materia, o quelli ricompresi in appositi elenchi redatti
dall’amministrazione comunale, o quelli di acclarato e manifesto valore testimoniale, sono
tutelati dal Piano Strutturale.
Il regolamento urbanistico specificherà la categoria degli interventi ammissibili sugli
edifici storici indipendentemente dalle funzioni d’uso comunque compatibili con le
caratteristiche storiche architettoniche da salvaguardare.
H – I siti archeologici
Il Piano Strutturale salvaguarda i siti archeologici individuati ammettendo interventi volti
alla loro valorizzazione comprese le trasformazioni infrastrutturali e di servizio contermini
tendenti all’accrescimento della conoscenza di ciascun sito mediante dotazioni che
aumentano la fruibilità e l’accessibilità pubblica.
29
Il regolamento urbanistico preciserà l’estensione delle aree contermini e individuerà la
natura e le caratteristiche dei servizi funzionali.
Art.11 – Disciplina degli assetti territoriali
Il Piano Strutturale individua i criteri e la disciplina da seguire nella definizione degli
assetti territoriali relativamente a ciascun sistema e subsistema individuato.Le norme che
seguono hanno immediata efficacia sugli interventi consentiti.
A – SUBSISTEMA RURALE
Relativamente ai sistemi di pianura e di collina si ammettono principi comuni in ordine ai
subsistema rurali in cui sono suddivisi, compatibili con la produzione agricola e forestale e
alle attività connesse e complementari.
La presente disciplina regola le destinazione di annessi agricoli, abitazioni, servizi,
infrastrutture, attività agrituristiche, turismo verde, e le destinazioni relative a
nuove
edificazioni, a interventi sul patrimonio edilizio esistente, alle trasformazioni territoriali e
alle attività complementari.
L’attività agricola si integra con altre funzioni e settori produttivi compatibili con la tutela
e valorizzazione del territorio, ivi comprese le attività di fruizione delle aree rurali per il
tempo libero, anche attraverso la realizzazione di percorsi attrezzati e l’installazione di
attrezzature a carattere precario, tettoie e manufatti in legno con copertura in erica, la
salvaguardia delle risorse genetiche autoctone ed il mantenimento della presenza umana
a presidio dell’ambiente.
Fermo restando che gli interventi di nuova realizzazione sono disciplinati dalla
normativa di settore, le trasformazioni territoriali sono subordinate al rispetto delle norme
contenute nei Piano di Assetto Idraulico e Idrogeologico vigenti nonché alle prescrizioni
contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento, e per
espressamente previsto, dalle presenti norme e
quanto da esse non
dalle prescrizioni
più restrittive qui
introdotte.
30
Ai fini della salvaguardia dell’integrità territoriale i frazionamenti delle unità poderali sono
vietati ai sensi dell’art. 846 del C.C. e della legge 3/6/1940 n.1078 senza la preventiva
approvazione dei PMAA o in contrasto con quanto disposto dalla presenti norme.
Nei subsistemi rurali è vietato il deposito di materiali e il ricovero di mezzi che non siano
pertinenti alla conduzione agraria.
Per facilitare l’uso di fonti rinnovabili per la produzione di energia a servizio degli edifici
e delle attività l’installazione di impianti tecnologici di natura eolica, solare, di riciclaggio
dei rifiuti e delle deiezioni animali,……. possono concorrere agli incentivi previsti dal
Regolamento Edilizio.
Ai fini della conservazione dei valori ambientali e degli assetti idrogeologici, concorrono
oltre le presenti norme le disposizioni del Regolamento di Polizia Rurale, la legge e il
regolamento forestale regionale.
E’ prescritto il mantenimento ed il ripristino delle aree boschive, la conservazione degli
insiemi vegetazionali di tipo particolare (zone umide, cacuminali, filari di siepi, ecc.), il
divieto di impianto di essenze estranee ed infestanti. E' consentita l'introduzione di
essenze arboree e cespugliose autoctone finalizzate alla tutela della fauna, la
ricostruzione delle alberature lungo le strade, il mantenimento e ripristino all’ interno dei
boschi dei percorsi e la conservazione di elementi di particolare interesse quali filari di
alberi, cespugli e canneti. Compongono il sistema vegetazionale i terreni interessati dalle
cenosi vegetali tipiche del luogo.
I programmi di miglioramento agricolo ambientale assumono valore di Piano Attuativo
nei casi previsti dalle presenti norme.
ANNESSI AGRICOLI
Vengono definiti annessi agricoli le costruzioni necessarie e pertinenti alla conduzione
agricola strettamente correlati alla produzione di ciascuna azienda costituiti da: i locali per
il magazzinaggio e confezionamento dei prodotti, i locali di ricovero degli attrezzi e mezzi
d'opera, le tettoie, i fienili, gli essiccatoi, i fabbricati per il ricovero degli animali, le
concimaie, le cantine vinicole, le serre, gli impianti di acquacoltura, i locali di esposizione e
vendita dei prodotti aziendali.
L’installazione di manufatti precari è consentita esclusivamente agli imprenditori agricoli
iscritti nell’Albo provinciale che conducono aziende con superfici fondiarie minime non
inferiori a quelle previste dalla L.R. o P.T.C., con le caratteristiche tipologiche di cui ai
successivi articoli, per un periodo non superiore ad un anno.
31
Per le aziende che non raggiungono le superfici minime colturali , non è consentita la
costruzione di annessi agricoli con esclusione delle aree di seguito specificate.
E’ consentito nei locali di un annesso agricolo, in uno spazio non superiore a 50 mq, la
vendita diretta dei prodotti dell’azienda.
Le
caratteristiche
architettoniche
degli
annessi
agricoli
devono
ispirarsi
alle
caratteristiche di ambientazione del territorio agricolo toscano secondo alcune regole
tipologiche specificate nel regolamento edilizio.
Riguardo all’ubicazione gli annessi agricoli dovranno essere realizzati nelle vicinanze
della casa colonica in modo da costituire il complesso degli edifici pertinenti al centro
aziendale.
Riguardo alla dimensione gli annessi non possono eccedere la capacità produttiva del
fondo o le reali necessità dell’azienda dimostrate secondo la normativa in vigore.
Le tettoie o i fienili sono costituiti da edifici privi di tamponamenti laterali e devono avere
il tetto a capanna con manto di copertura in coppi e embrici o tegole portoghesi simili agli
altri edifici dell’azienda, anch’esse devono essere ubicate nell’area del centro aziendale.
Le serre in sede fissa, soggette a concessione, sono generalmente costruite in ferro e
vetro secondo la caratteristica sezione a pentagono.
Le stalle o gli edifici di ricovero degli animali devono essere costruite con le
caratteristiche degli annessi avendo cura dell’eventuale ripartizione in box per ciascun
animale internamente all’edificio.
Eccettuate le tettoie e le serre sono vietati annessi che abbiano parti strutturali in vista.
Alla richiesta di concessione edilizia per ogni singolo annesso dovrà essere allegata la
documentazione fotografica degli immobili presenti in azienda.
La realizzazione di annessi agricoli può essere subordinata ad alcune limitazioni
secondo il subsistema di localizzazione.
Per cogliere l’obiettivo della valorizzazione del sistema rurale colligiano viene
assimilato ad annesso agricolo la costruzione di una mieleria da realizzarsi una tantum nel
solo ambito del subsistema a prevalente funzione rurale senza necessità di PMMA da
parte del Consorzio Apicoltori locali, legalmente costituito, di 300 mq di superficie coperta
massima dell’immobile, ad un solo piano e di altezza massima di 4 metri, misurata
secondo le modalità stabilite nel Regolamento Edilizio,
e con le caratteristiche
architettoniche previste per gli edifici in zona rurale, su una superficie di terreno non
superiore a 3000 mq..
32
OPERE DI MIGLIORAMENTO FONDIARIO
Le opere di miglioramento fondiario sono costituite da
alla dotazione
quegli interventi pertinenti
infrastrutturale dell'azienda quali: sistemi d'irrigazione per
condotte e
relative opere di captazione delle acque dal sottosuolo, vasche di preriscaldo delle
acque d'irrigazione, fosse di scolo e di regimazione delle acque superficiali, sistemi di
drenaggio artificiali e muretti a retta o di contenimento dei terrazzamenti.
I livellamenti fondiari sono ammessi su terreni aventi una pendenza media non
superiore al 2% e una profondità media di livellamento non
superiore a 60 cm., là
dove tali opere non si interconnettono con i capifosso di scolo e con i viali alberati
esistenti.
Gli interventi che superano tali parametri, potranno essere autorizzati previa
presentazione di studi e relazioni che dimostrino l’ininfluenza idrogeologica, idraulica e di
compatibilità ambientale e che il materiale di resulta deve essere reimpiegato nell’azienda.
Possono essere modificati i sistemi di coltivazione e apportate modifiche alla quadratura
dei campi.
Costituiscono opere di miglioramento fondiario i rimboschimenti.
Sono
vietati i disboscamenti.
Gli interventi di sistemazione idraulico - agraria sono vietati nelle
zone di pertinenza
delle aste naturali di drenaggio se non finalizzati alle opere di messa in sicurezza idraulica.
Sono ammesse recinzioni realizzate con siepi di essenze locali , sono ammesse
installazioni di retrostante rete metallica nelle aree di pertinenza dei fabbricati ad uso
abitativo, sono ammesse inoltre recinzioni in rete metallica per le aree di allevamento
animali delle aziende agricole. In tutti i casi è vietata l’installazione di filo spinato e la
realizzazione di recinzioni in muratura. Sono ammesse inoltre recinzioni temporanee in
rete metallica e sostegni in legno per la difesa delle produzioni, dove siano accertati dagli
organi preposti possibili danni.
La realizzazione di pozzi che captano falde idriche, a qualunque scopo destinati, è
vietata nell’area caratterizzata a elevata vulnerabilità dal PTC.
E’ ammessa la realizzazione di invasi di accumulo delle acque superficiali per scopi
irrigui nel rispetto della normativa di settore e previa valutazione di compatibilità
ambientale.
E’ vietata l’eliminazione ed il tombamento, con esclusione dei tratti necessari per la
realizzazione di accessi carrabili, di fossi e fossette naturali di scolo delle acque
superficiali.
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E’ vietata l’eliminazione di viabilità vicinale.
NUOVE ABITAZIONI
Si definisce casa colonica o abitazione rurale quell’edificio insistente sul fondo agricolo
pertinente alla conduzione del medesimo fondo di proprietà del coltivatore diretto o
imprenditore agricolo a titolo principale, secondo le definizioni legislative in vigore, idonea
ad ospitare in forma permanente il nucleo familiare dell’imprenditore o quello di uno o più
dipendenti.
La realizzazione di nuove case di abitazione in zona agricola è commisurata alla
effettiva necessità
dell'imprenditore agricolo
del
fondo, dimostrata
attraverso
la
formazione del P.M.A.A. ai sensi di legge.
La costruzione di nuove case di abitazione rurali può essere limitata secondo la
natura del subsistema di localizzazione.
Non è ammessa la realizzazione di nuove case di abitazione qualora sul fondo insista
un edificio avente la stessa destinazione ancorché degradato.
Nel caso di nuove costruzioni eseguite con i criteri della bioarchitettura e l’uso di fonti
rinnovabili di energia sono applicabili gli incentivi previsti dal regolamento edilizio. Il
Regolamento Urbanistico può prevedere articolazioni diverse della superficie utile
dell’abitazione rurale in funzione della dimensione del nucleo familiare.
La minima unità d'intervento è stabilita dalla Legge Regionale o Piano Territoriale di
Coordinamento.
Le
caratteristiche
architettoniche
delle
case
coloniche
devono
ispirarsi
alle
caratteristiche di ambientazione del territorio agricolo toscano secondo le regole
tipologiche stabilite dal regolamento edilizio.
INFRASTRUTTURE E SERVIZI
Nei subsistemi rurali sono ammessi interventi di realizzazione di infrastrutture
relativamente a: condotte idriche e fognarie, gasdotti, elettrodotti, oleodotti, linee
telefoniche, e impianti di trasformazione dell’energia elettrica da media a bassa tensione,
impianti eolici stazioni di radiocomunicazione.
Tutti gli interventi connessi a dette opere infrastrutturali dovranno connotarsi senza
produrre inquinamento visivo delle forme e delle immagini del paesaggio. A tale scopo le
34
presenti norme dettano limitazioni agli interventi che interessano aree di rilevante effetto
paesistico ambientale.
E’ vietata la costruzione di nuova viabilità interpoderale. E’ prescritta la conservazione e
manutenzione della viabilità esistente.
INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE
Salvo eventuali edifici individuati di rilevante valore storico e architettonico, sul
patrimonio edilizio esistente sono sempre ammessi gli interventi di ristrutturazione anche
mediante redazione di Piani di Recupero ai sensi della L.R. 59/80.
Le destinazioni d’uso sono quelle compatibili con le funzioni ammesse dalle presenti
norme
Generalmente gli interventi devono essere volti a conservare l’organismo edilizio in tutte
le sue componenti architettoniche della casa rurale, ivi compresi i materiali, e il ripristino
dell’originario aspetto e i connotati distintivi.
Nel caso di interventi di recupero a fini di abitazione rurale, qualora le superfici esistenti
non lo consentano è ammessa la realizzazione di servizi igienici in ampliamento, nei limiti
dimensionali normativi regionali vigenti, ed il rialzamento del tetto nei limiti di adeguamento
igienico sanitario e di sicurezza.
Per tutti gli edifici costruiti antecedentemente il 1880 non è consentita la demolizione.
Altresì non è consentita la demolizione degli edifici rappresentanti documentazione
testimoniale di attività produttive specifiche: tabaccaie, bigattiere, etc….
E’ consentita la demolizione di corpi di fabbrica costituenti superfetazioni o di annessi
non più funzionali alla conduzione agricola e la loro ricostruzione mediante ricomposizione
architettonica dell’edificio principale nei limiti di compatibilità stabiliti dalle presenti norme.
Sono comunque esclusi dalla ricomposizione architettonica
gli edifici costruiti
antecedentemente il 1880.
Nell’edificato esistente di epoca superiore al 1880 è consentita la ristrutturazione
edilizia mediante la demolizione preordinata ad una fedele ricostruzione, in termini di
ubicazione, volumetria, altezza e destinazione d’uso. La ristrutturazione urbanistica è
ammissibile nell’ambito della stessa azienda compatibilmente con le destinazioni stabilite
dalle presenti norme. La ricostruzione dovrà avvenire con le caratteristiche costruttive
citate.
Le abitazioni rurali che non raggiungono alla data di entrata in vigore delle presenti
norme i limiti dimensionali di 110 MQ. di superficie utile oltre il 20% di accessori sono
35
consentiti ampliamenti senza la presentazione del P.M.A.A. fino al raggiungimento di tali
limiti dimensionali .
E’ consentita la realizzazione di autorimesse nell’area di pertinenza dell’edificio, purché i
nuovi manufatti si richiamino ai caratteri dell’edilizia rurale, la superfici di tali manufatti non
potrà essere superiore a mq. 20 utili per ogni unità abitativa. La costruzione di natura
pertinenziale dovrà essere vincolata permanentemente a tale destinazione mediante atto
unilaterale d'obbligo da registrarsi e trascriversi nei registri immobiliari.
Il mutamento della destinazione d’uso, con o senza opere, di edifici rurali è consentito
per finalità residenziali, turistico ricettive, di ristorazione e di interesse pubblico previa
dimostrazione della loro inutilizzabilità ai fini della conduzione agraria secondo le modalità
normative.
Per gli edifici esistenti aventi destinazione non agricola fin dall’epoca precedente la LR
n.10/1979 o risultante da atti assunti in ragione di detta LR o successive in materia, è
ammesso il cambio di destinazione d’uso con o senza opere nei limiti delle funzioni
ammesse dalle presenti norme.
Le dimensioni delle aree di pertinenza per i fondi agricoli che non raggiungono i
parametri minimi della L.R. 64/95 o P.T.C. e comunque considerati improduttivi, sono pari
all'intera superficie aziendale.
E' introdotta la tipologia di centro aziendale, così denominata quell'insieme di edifici
insistenti su una area intera di pertinenza che raggruppano il complesso di funzioni
connesse alla conduzione agricola e relative all'attività amministrativa, commerciale,
residenziale, di rappresentanza e accoglienza dei visitatori (foresteria), tecnica e
agrituristica.
Nei Centri Aziendali risultanti e individuati da piani di utilizzazione aziendale,
miglioramento e sviluppo, già convenzionati o obbligati ai sensi della Legge Regionale
Toscana 10/79 e 64/95 sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia atti a definire,
specificare, razionalizzare e riorganizzare il complesso delle funzioni ivi svolte mediante
progetti riferiti all'intera area di pertinenza che ne costituisce l'unità minima di intervento.
La trasformazione di edifici rurali per fini residenziali è consentita negli edifici cui è
possibile ricavare unità abitative non inferiori a 272 mc. ciascuna.
La trasformazione di edifici rurali per scopi turistico ricettivi dovrà corrispondere agli
standards e ai parametri dimensionali prescritti dal Testo Unico regionale in materia.
La trasformazione di edifici rurali a fini agrituristici è regolata dalla L.R.
Sono vietate le deruralizzazioni parziali.
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PISCINE ED ATTREZZATURE
E’ ammessa la realizzazione di piscine private all'aperto completamente interrate e
piccole attrezzature sportive polivalenti di tennis, palla a volo, pallacanestro, nelle corti di
pertinenza degli edifici, senza la creazione di volumetrie fuori terra anche per impianti
tecnologici e con finiture che si integrino con il contesto ambientale in cui vengono
realizzati, con il divieto di abbattimento di piante e dell’utilizzo dell’acqua del pubblico
acquedotto. La localizzazione degli impianti dovrà uniformarsi alla morfologia del terreno
al fine di ridurre al minimo i movimenti di terra necessari e le relative opere di
contenimento, le caratteristiche tipologiche degli impianti dovranno essere desunte dagli
elementi fisici e morfologici del paesaggio quali orditura, curve di livello, pendenze.
A1 – I SINGOLI SUBSISTEMI RURALI
I subsistemi rurali tendono a identificare specificità territoriali che li contraddistingue in
tema ambientale. Paesistico o di valenza esclusivamente rurale, per i quali si introducono
in linea con quanto asserito alcune ulteriori specificazioni o limitazioni in tema di
conservazione e trasformabilità.
a) subsistema territoriale ad esclusiva funzione rurale
Individua le parti del territorio agricolo comunale
suscettibili
di trasformazioni
territoriali di esclusiva funzione rurale.
Si applicano le norme stabilite dalla Legge Regionale salvo le parti più restrittive qui
introdotte.
Le destinazioni d’uso del patrimonio edilizio esistente sono quelle richiamate dalle
presenti norme.
b) subsistema territoriale a prevalente funzione rurale
Individua le parti del territorio agricolo comunale
suscettibili
di trasformazioni
territoriali ove la componente rurale assume funzione prevalente ma non esclusiva.
Si applicano le norme stabilite dalla Legge Regionale, dal PTC e dalle presenti
norme salvo le parti più restrittive qui introdotte.
E’ ammessa la realizzazione di una mieleria.
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In adesione al Piano Regionale delle Attività Estrattive in questo subsistema è
consentita l’attività estrattiva temporanea secondo una apposita cartografia di dettaglio
allegata alle varianti di adeguamento in cui sono specificate le seguenti sottoattività
distinte mediante specifica grafia sugli ambiti destinati alle diverse modalità di
intervento di attuazione del progetto di coltivazione nonché del ripristino ambientale.
L’esercizio di attività estrattiva è regolato dalla legge regionale.
L’escavazione dovrà essere congiunta alle operazioni di ripristino.
La progettazione dovrà tener conto delle caratteristiche fisico – meccaniche dei
materiali estratti e dovrà essere congruente con i caratteri morfologici dell’area di cava
senza mai prescindere dall’obbiettivo finale del procedimento di recupero.
Il progetto di coltivazione dovrà contenere specifiche valutazioni ed indicazioni
relative agli aspetti morfologici, botanici, idrogeologici e paesaggistici. facilitando
l’ottenimento della morfologia finale che dovrà essere il più possibile congruente con i
caratteri morfologici peculiari della zona.
In particolare la coltivazione dovrà essere realizzata dall’alto verso il basso, per fette
o gradoni discendenti. Dovrà essere garantita la stabilità delle scarpate sia provvisorie
che finali.In ogni fase della coltivazione dovrà in oltre essere garantita la regimazione
delle acque superficiali mediante fosse di guardia che convogliano le acque verso
ricettori naturali esistenti. Particolare attenzione dovrà essere rivolta anche alla
regimazione delle acque sotterranee eventualmente intercettate durante la coltivazione
evitando che queste possano affiorare sui fronti di scavo e favorire quindi fenomeni di
instabilità.
Le aree di coltivazione dovranno essere mantenute in sicurezza e non dovranno
costituire stati di pericolosità per chiunque.
I fronti di scavo a cielo aperto, qualora coltivati a gradoni, dovranno essere rettificati
in modo che il profilo finale
sia rappresentato da un’unica superficie a pendenza
uniforme con inclinazione congrua con le caratteristiche fisico– meccaniche e
giacimentologiche dei terreni.
Gli accessi alla viabilità pubblica dovranno essere curati e predisposti in modo tale
che la movimentazione dei mezzi di cava non costituisca situazioni di pericolo.
L’accesso dovrà garantire spazzi di manovra atti alla necessità, una visibilità su ambo i
lati della viabilità principale di almeno ml. 150 e raggi di curvatura di ml. 40, o secondo
le prescrizioni dell’ente competente. I progetti di coltivazione dovranno prevedere delle
aree di rispetto della viabilità pubblica di almeno 40 ml.
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I progetti di coltivazione dovranno prevedere delle aree di rispetto della viabilità
pubblica di almeno 40 ml. vincolanti la ditta escavatrice al mantenimento in stato di
efficienza della viabilità che interessa la cava e l’attività estrattiva che vi viene svolta.
In ogni caso il progetto di coltivazione è sottoposto alla verifica prevista dalle
normative in vigore.
Tali aree si suddividono in:
a) Ambito di Rispetto:
In tale ambito è consentita l’escavazione. Dovranno essere previsti gli intereventi di
regimazione idraulica necessari a salvaguardare l’idrografia superficiale. In questo
ambito va conservata la vegetazione esistente.
b) Ambito di deposito dei residui della coltivazione:
In caso di scadenti proprietà meccaniche dei terreni una volta rimaneggiati, lo
stoccaggio dovrà avvenire in aree morfologicamente stabili, dove siano realizzate
interventi ed opere atte a garantire la stabilità della discarica privilegiando tecniche di
ingegneria naturalistica.
E’ ammessa l’istallazione di impianti aventi finalità di prima lavorazione dei materiali
estratti o comunque complementari all’attività di cava e compatibili con il ripristino
c) Ambito a destinazione finale boscata:
Il modellamento dei terreni in queste aree dovrà essere eseguito in modo da
consentire la collocazione a dimora di essenze arboree tipiche della vegetazione
mediterranea.
I tipi e le dimensioni di tali essenze saranno rappresentati in specifico elaborato
allegato all’istanza di autorizzazione. L’altezza delle essenze non dovrà essere
inferiore a mt. 2,50.
Lo svincolo delle garanzie prestate dall’impresa potrà avvenire, oltre la verifica
dell’avvenuto ripristino nei modi stabiliti nell’autorizzazione, solo previo accertamento
dell’effettivo attecchimento dell’essenze.
Nel susbsistema a prevalente funzione rurale mantengono le funzioni inerenti
destinazioni turistico-ricettive finalizzate all’attività golfistica già convenzionate.
In questo subsistema insistono attività di trasformazione di prodotti agrari.
In apposita cartografia rappresentante il subsistema rurale a prevalente funzione
agricola sono rappresentate le aree soggette a coltivazione di cava, golf e
trasformazione di prodotti agricoli.
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c) subsistema territoriale a funzione rurale e paesistica ambientale
Individua le parti del territorio agricolo storicizzato in cui
l'introduzione di
trasformazioni territoriali generalizzate crea disturbo all'equilibrio paesaggistico
ambientale
E’ vietata la costruzione di nuove abitazioni rurali e di nuovi annessi agricoli che
modificano l’andamento dei crinali.
E’ vietata la costruzione di nuovi annessi agricoli che non abbiano specifica pertinenza
col fondo agrario e che eccedono la capacità produttiva dello stesso e ad esso non
collegate
E’ vietata la costruzione di serre e impianti di acquacoltura
E' vietata la realizzazione di cave di prestito
E’ vietata l’installazione di insegne o cartelli pubblicitari, fatta eccezione per quelli
previsti dal codice della strada e quelli realizzati in conformità alle tipologie previste da
regolamenti comunitari, nazionali, regionali e comunali.
E’ vietata la modificazione agli assetti colturali delle olivete e dei vigneti. e quelli
vegetazionali paesaggisticamente e storicamente significativi
E’ ammesso l'ampliamento degli edifici rurali esitenti fino al raggiungimento dei
parametri se destinati all'abitazione principale (certificato di residenza del nucleo
familiare alla data di adozione delle presenti norme), mentre per i rimanenti casi sono
ammessi ampliamenti per adeguamento igienico sanitario...
d) subsistema territoriale con funzione rurale residuale
Individua le parti del territorio agricolo comunale nelle quali la polverizzazione
colturale ha assunto finalità diverse dalla specifica produzione agricola di carattere
aziendale e assumono valore di aggregazione con funzione sociale.
E’ ammessa l’installazione di elementi prefabbricati in legno su ciascun singolo lotto
di terreno non superiore a mq. 10 di superficie coperta per lotti non inferiori a 3000 mq.
Il Regolamento Urbanistico può disporre particolari regolamentazioni della
suddivisione dei terreni e delle caratteristiche degli annessi nonché le modalità
attuative.
e) subsistema territoriale con funzione rurale di protezione ambientale
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Individua le parti del territorio rurale a
prevalente carattere boschivo ma anche
quelle con significative emergenze storiche ed ambientali, in cui
l'introduzione di
trasformazioni territoriali sono ritenute incompatibili.
E’ vietata la costruzione di nuove abitazioni rurali
E’ vietata la costruzione di nuovi annessi agricoli
Sono vietati interventi di ristrutturazione urbanistica
E' vietata la realizzazione di cave di prestito
E’ vietata la costruzione di serre e impianti di acquacoltura
E’ vietata l’installazione di insegne o cartelli pubblicitari, fatta eccezione per quelli
previsti dal codice della strada, per quelli realizzate in conformità alle tipologie previste
da regolamenti comunitari, nazionali, regionali e comunali.
E' vietato l'espianto delle olivete.
Sono ammesse opere pertinenziali degli edifici, secondo le destinazioni compatibili
Sono vietati gli ampliamenti volumetrici e interventi di ristrutturazione urbanistica nelle
aree coperte da vegetazione boschiva.
Sono ammessi i
regimi di trattamento idonei a garantire il rispetto dei dinamismi
naturali delle riunioni vegetali spontanee, mediante interventi tesi alla conservazione
degli equilibri naturali già raggiunti eliminando fenomeni di disturbo, quali il taglio dei
boschi o le vicinanza delle coltivazioni, controllando nel tempo la situazione e
permettere la loro evoluzione verso un equilibrio più stabile. In alcune situazioni sarà
necessario
superare
situazioni
negative
o
compromesse
agendo
mediante
rimboschimento con specie arboree ed arbustive autoctone, favorendone il naturale
dinamismo e eliminare l’eventuale dominio di entità vegetali alloctone mediante
opportune tecniche di graduale sostituzione dello strato vegetale con specie più
idonee.
Il regolamento urbanistico può dettagliare la disciplina di ulteriori interventi sia di uso
del patrimonio edilizio esistente, che di nuova edificazione, nel caso richiamando
specifici piani di ambito o quanto effettivamente concordato circa il regolamento delle
aree naturali protette di interesse locale avviato con la Provincia di Livorno mediante
un apposito accordo sulle aree contigue.
Relativamente ai caratteri degli edifici, che qui vengono richiamati, il Regolamento
Urbanistico può introdurre ulteriori articolazioni in funzione del grado di trasformabilità e
conservazione riguardo a ciascun subsistema rurale. Tali articolazioni possono riguardare
41
particolari aspetti costruttivi degli edifici o specifici richiami tipo-morfologici, dettagli dei
materiali, tipologia delle coperture, colorimetrie, ma anche riguardare impianti tecnologici e
rapporti di ubicazione e dislocazione, le sistemazioni esterne, le recinzioni più compatibili, i
manufatti precari e le autorimesse, particolari attenzioni nelle lavorazioni agricole che nelle
presenti norme dovessero risultare carenti descrittivamente o da precisare e approfondire,
come eventualmente prescrivere modalità redazionali dei progetti in specie riguardo alle
problematiche di compatibilità ambientale.
B – SISTEMA INSEDIATIVO
Relativamente al sistema insediativo viene disposta la seguente disciplina riguardante il
subsistema edificato.
B1 – SUBSISTEMA DELL’EDIFICATO
E’ individuata la seguente articolazione del sistema insediativo relativo all’edificato:
a) Edificato storico: anteriore al 1880
b) Edificato consolidato: tra il 1880 e il 1940
c) Edificato recente: oltre il 1940
L’ambito dell’edificato storico ricomprende gli edifici e le pertinenze degli immobili
tutelati dalla L. n.1089/1939, non ricompresi nelle invarianti strutturali; gli impianti edilizi a
sviluppo pressoché lineare anche di limitate estensioni formatesi per lo più lungo percorsi
matrice in cui sono rintracciabili, talvolta, significativi apparati architettonici decorativi; il
patrimonio insediativo costituito da villini, palazzine o comunque tipi edilizi aventi connotati
architettonici di rilievo e/o soluzioni tipo-morfologiche legate al particolare rapporto con il
sito e con i valori insediativi locali; il patrimonio di tutti quei manufatti, annessi o complessi
a caratterizzazione spesso rurale in cui siano rintracciabili i valori più schiettamente
architettonici e leggibili i valori di pertinenzialità stretta
con il sistema territoriale
d’appartenenza.
Qualsiasi intervento sugli immobili appartenenti all’ambito dell’edificato storico, non può
prescindere dal mantenimento dell’assetto urbano o ambientale, dell'impianto fondiario
così come si è conformato nella specifica tipologia insediativa e dal rapporto tra il sistema
degli spazi scoperti e coperti e tra spazi coperti e volumi edificati. Gli interventi, tesi al
42
recupero ed al mantenimento del patrimonio insediativo, dovranno conservare gli elementi
e i materiali originali, eliminare le condizioni di degrado, siano esse specifiche dei
materiali, di tipo antropico o legate ad interventi pregressi incongruenti e rispettare
specifiche
prescrizioni impartite dal Regolamento Edilizio o Urbanistico in tema di
intonaci, tinteggiature, serramenti, sistemazioni esterne, pavimentazioni, coperture,
mantenimento degli elementi di letteratura tipica dell’immobile da salvaguardare.
Le categorie d’intervento ammesse sono quelle compatibili con gli obiettivi innanzi
descritti e individuate in: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento
conservativo, adeguamento igienico sanitario.
Relativamente alle destinazioni d’uso, fatte salve le destinazioni esistenti alla data di
entrata in vigore delle presenti norme, sono ammesse le seguenti utilizzazioni:
a) residenziale;
b) direzionale;
c) artigianale di servizio;
d) commerciale limitato ai pubblici esercizi;
e) turistico-ricettivo
f) pubbliche o di interesse pubblico.
Sono vietate tutte le utilizzazioni incompatibili con il valore storico-architettonico degli
edifici.
Per ciò che attiene l’utilizzazione degli spazi scoperti pertinenziali, oltre ai parcheggi
privati, ove non in contrasto con il mantenimento ed il ripristino della sistemazione storica,
sono ammessi arredi da giardino, gazebo e pergolati.
Il Regolamento Urbanistico può individuare con apposito simbolo grafico, gli edifici
soggetti a speciali prescrizioni riguardanti la ricostituzione della morfologia storica del
tessuto edilizio.
Relativamente alle prescrizioni speciali d’ambito n. 1-2-3 individuate nella categoria di
unità
disono altresì ammessi interventi di
ricostituzione della morfologia storica mediante la sopraelevazione dell’edificio da
realizzarsi
secondo la profondità consolidatala del corpo di fabbrica e sino alla quota di gronda data
dalla media delle altezze degli edifici contigui ovvero,all’altezza del fabbricato contiguo, nel
caso di un lotto adiacente libero. Le nuove costruzioni oltre a rispettare quanto prescritto al
comma 2 dovranno avere coperture a falde inclinate “a capanna”, e soluzioni di facciata
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tipologicamente contestualizzate con l’esistente cortina edilizia.
L’ambito dell’edificato consolidato ricomprende: gli edifici e le pertinenze degli immobili
tutelati dalla L. n.1089/1939, non ricompresi nelle invarianti strutturali; gli impianti edilizi a
sviluppo pressoché lineare anche di limitate estensioni formatesi per lo più lungo percorsi
matrice; il patrimonio insediativo costituito da villini, palazzine o comunque tipi edilizi aventi
connotati architettonici significativi e/o soluzioni tipo-morfologiche legate al particolare
rapporto con il sito e con i valori insediativi locali; il patrimonio di tutti quei manufatti,
annessi o complessi a caratterizzazione spesso rurale in cui siano rintracciabili i valori più
schiettamente architettonici e leggibili i valori
di pertinenzialità stretta
con il sistema
territoriale d’appartenenza.
Nell’ ambito dell’edificato consolidato, in virtù
della sua natura non propriamente
storica, spesso si perdono i connotati caratteristici per evidenti azioni di degrado relative
all’introduzione di funzioni incompatibili e di addizioni incongruenti anche in relazione al
tessuto circostante.
Qualsiasi intervento sugli immobili appartenenti all’ambito dell’edificato consolidato, non
può prescindere dal mantenimento dell’assetto urbano o ambientale, dell'impianto
fondiario così come si è conformato nella specifica tipologia insediativa e dal rapporto tra il
sistema degli spazi scoperti e coperti e tra spazi coperti e volumi edificati. Gli interventi,
tesi al recupero ed al mantenimento del patrimonio insediativo in generale, dovranno
conservare gli elementi e i materiali di connotato, eliminare le condizioni di degrado, siano
esse specifiche dei materiali, di tipo antropico o legate ad interventi pregressi incongruenti.
Le categorie d’intervento ammesse sono quelle compatibili con gli obiettivi innanzi
descritti e individuate in: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento
conservativo,
adeguamento
igienico
sanitario,
ristrutturazione
anche
mediante
demolizione con fedele ricostruzione.
Relativamente alle destinazioni d’uso, fatte salve le destinazioni esistenti alla data di
entrata in vigore delle presenti norme, sono ammesse le seguenti utilizzazioni:
a) residenziale;
b) direzionale;
c) artigianale di servizio;
d) commerciale di vicinato e pubblici esercizi;
e) turistico-ricettivo
f) pubbliche o di interesse pubblico.
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Sono vietate tutte le utilizzazioni incompatibili con il valore degli edifici.
Per ciò che attiene l’utilizzazione degli spazi scoperti pertinenziali, oltre ai parcheggi
privati, ove non in contrasto con il mantenimento ed il ripristino della sistemazione storica,
sono ammessi arredi da giardino, gazebo e pergolati.
Il Regolamento Urbanistico può individuare con apposito simbolo grafico, gli edifici
soggetti a speciali prescrizioni riguardanti la ricostituzione della morfologia storica del
tessuto edilizio mediante la sopraelevazione dell’edificio da realizzarsi secondo la
profondità consolidata del corpo di fabbrica e sino alla quota di gronda data dalla media
delle altezze degli edifici contigui ovvero,all’altezza del fabbricato contiguo, nel caso di un
lotto adiacente libero.
Le ricostruzioni, generalmente nell’ambito della volumetria esistente, dovranno avere
coperture e soluzioni di facciata tipologicamente contestualizzate con l’esistente cortina
edilizia anche mediante impianto a filo strada.
Il Regolamento Urbanistico può fissare nei casi specifici parametri dimensionali relativi
all’altezza, profondità, distanze, massimo ingombro dell’edificio da ricostruire.
L’ambito dell’edificato recente corrisponde all’edilizia libera o cosiddetta “corrente” di
ville, villette, palazzine o edifici di limitato o nullo interesse architettonico o ambientale,
generalmente circondate su tre o quattro lati da spazi inedificati, sistemati a giardino o a
parcheggi privati. Il sistema edificio-lotto costituisce un riferimento urbano definito e
percepibile risalente ad una edificazione spesso in continuo allo sviluppo urbano
contraddistinto dalla carenza del disegno urbanistico e/o tipologico, ma anche riferite a
realizzazioni unitarie distinguibili ma carenti d’integrazione del sistema insediativo
principale.
In tale ambito sono ammesse tutte le categorie d’intervento applicabili all’edificato
esistente.
Il Regolamento Urbanistico nel perseguire l’obiettivo dell’integrazione al sistema
insediativo e di ricomposizione del tessuto edilizio può individuare lotti edificabili all’interno
dell’ambito
dell’edificato
recente
prescrivendo
parametri
dimensionali,
di
allineamento,specifici.
Relativamente alle destinazioni d’uso, fatte salve le destinazioni esistenti alla data di
entrata in vigore delle presenti norme e compatibilmente con le prescrizioni ivi inserite,
sono ammesse le seguenti utilizzazioni:
a) residenziale;
b) direzionale;
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c) commerciale di vicinato e pubblici esercizi;
d) artigianale di servizio;
e) turistico-ricettivo;
f) pubbliche o di interesse pubblico.
L’utilizzazione degli spazi scoperti di pertinenza è adibita a parcheggi e verde privati,. E’
ammessa l’installazione di arredi da giardino quali gazebo e pergolati come definiti dal
regolamento edilizio.
La riconversione degli insediamenti esistenti per le finalità d’uso previste dalle presenti
norme sono subordinate al soddisfacimento dei requisiti di funzionalità urbanistica e
edilizia in relazione al carico insediativo proposto.
Si prescinde dalla verifica dei requisiti di dimensionamento dei parcheggi
pertinenziali
nell’ambito dell’edificato storico.
46
Art. 12 – Unità Territoriali organiche elementari
Il presente articolo individua le Unità Territoriale Organica Elementare (UTOE), gli
obiettivi, i parametri urbanistici generali, le categoria di intervento ammissibili per ciascuna
di esse e le previsioni confermative di immediata efficacia.
Il Piano Strutturale ha il compito di determinare le dimensioni massime ammissibili degli
insediamenti e delle funzioni, nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari in
ciascuna
UTOE.
In sede di Regolamento Urbanistico potranno essere apportate lievi modifiche ed
eventuali rettifiche alle perimetrazioni delle UTOE individuate nella cartografia del Piano
Strutturale. Tali variazioni, limitate da precise e specifiche argomentazioni relative
all’organicità dell’UTOE
non potranno riguardare quantità superiori al 10% della
superficie della singola UTOE e ferme restando le quantità insediative previste per
ciascuna comunque nell’ambito delle circoscrizioni delimitate come Unità di paesaggio
dal PTC.
In riferimento ad obiettivi di area vasta e per la complessità degli usi e delle funzioni in
esse previste le Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE) possono rivestire valenza
di natura superiore, per consistenza e dimensione, assumendo la definizione di Unità
Territoriali Organiche Complesse (UTOC).
Per il perseguimento degli obiettivi delle presenti norme ed al fine di consentire la
corretta applicazione dei criteri e degli indirizzi riferiti a ciascuna UTOE o UTOC, il Piano
strutturale individua specifiche salvaguardie da considerarsi efficaci fino all’approvazione
del Regolamento urbanistico oltre quelle definite puntualmente all’art. 12 delle presenti
norme.
Le UTOE sono descritte nella consistenza e dimensione nei prospetti che seguono
riportanti:N°, denominazione, sup.territoriale,n° abitanti residenti,superficie a standards
attuale distinta per funzione, previsione insediativa per unità di misura (metricubi,
metriquadrati), n° abitanti previsti, quantità di standards previsti, funzioni ammesse.
La consistenza di ciascuna UTOE è in funzione del dimensionamento stabilito per il
Piano Strutturale.
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UTOE N.1 – BISCOTTINO
Superficie territoriale: ha 98,1475
Abitanti: n 82
Obiettivi:
Le caratteristiche dell’area l’assimilano ad un sottobacino idrografico. L’obiettivo
principale è rappresentato dalla messa in sicurezza idraulica. La riqualificazione del
patrimonio edilizio esistente rappresenta l’altro grande obiettivo di questa UTOE. Per la
presenza consolidata di alcune funzioni specifiche legate al trattamento di rifiuti speciali
l’area può assumere funzione industriale dedicata.
Prescrizioni per il R.U.:
Il RU individuerà gli interventi relativi alla messa in sicurezza idraulica, assoggetterà le
trasformazioni territoriali consentite alla preventiva messa in sicurezza idraulica anche
mediante attivazione di sinergie pubblico-privato. Il RU individuerà inoltre le funzioni
ammissibili compatibili col recupero della vecchia fornace, dettaglierà le funzioni, oltre ad
individuarne le aree pertinenziali, compatibili con la zona umida avendo riguardo alle
possibili funzioni di interconnessione con il limitrofo Parco Migliarino-San Rossore.
Le
macrodestinazioni
d’uso
principali
sono
individuate
in:
rurale,
residenziale,artigianale-industriale, commerciale, pubblico, turistico-ricettiva, paesisticaambientale.
UTOE N.2 – LAVANDONE
Superficie territoriale: ha 362,1781
Abitanti: n 10
Obiettivi:
L’area si presta ad una destinazione monofunzionale agricola per la particolare
omogeneità che la contraddistingue e soprattutto suscettibile di sperimentazione colturale
e dell’innovazione nell’attività produttiva primaria. E’ anche suscettibile di interventi per la
messa in sicurezza idraulica di territori più vasti confluendo nella località Punta degli
Alessandrini il sistema dei canali di bonifica della pianura settentrionale, ma anche di un
sistema meccanico di scolo, che la lega storicamente ai territori delle antiche bonifiche.
Prescrizioni per il R.U.:
Per quest’area della sperimentazione colturale agricola il RU appronterà specifiche
norme d’incentivazione oltre a garantire eventuali interventi di messa in sicurezza idraulica
48
del bacino idrografico di confluenza Per la vicinanza al canale scolmatore dell’Arno l’area
è suscettibile di interventi a carattere infrastrutturale legati all’ipotesi della sua navigabilità.
Il RU individuerà le destinazioni d’uso compatibili.
UTOE N.3 – CASE ROSSE
Superficie territoriale: ha 123,7100
Abitanti: n 11
Obiettivi:
Anche in questo caso prevale una funzione agricola. Ma l’esistenza di alcuni edifici a
destinazione residenziale rende suscettibili gli edifici esistenti di trasformabilità a quello
scopo. La particolare giacitura dei terreni e l’altimetria rispetto a situazioni contermini li
garantiscono da problemi di ristagno idraulico che ne favoriscono la regimazione
superficiale.
Prescrizioni per il R.U.:
Il RU disciplinerà oltre la trasformabilità incondizionata a scopo agricolo dell’area i
possibili usi complementari per il tempo libero individuando nelle aree di attuale
svolgimento dell’attività aeronautica di volo ultraleggero le dotazioni pertinenziali.
UTOC N.4 – SCOLMATORE
Superficie territoriale: ha 1269,262
Abitanti: n 314
Obiettivi:
Questa UTOE è generata in funzione dell’ipotesi di navigabilità del canale Scolmatore
dell’Arno.In tale ipotesi il canale assolverebbe ad una funzione molteplice di canale di
sicurezza idraulica e di idrovia attrezzata su cui si attestano attività di logistica integrata.
L’asse navigabile risulterebbe di forte attrattività anche per lo sviluppo di traffici di
cabotaggio direttamente collegati con il mare aperto ampliando notevolmente le
potenzialità intermodali dell’intera area sviluppando una direttrice di mercato verso
l’entroterra toscano. Secondo studi economici di fattibilità la realizzabilità dell’idea si fonda
su specifiche garanzie di manutenzione futura dell’opera che vengono legate alla
presenza di aree a carattere produttivo. In questo senso l’intero sviluppo lineare del canale
non può che essere rappresentato all’interno di una unica unità territoriale dovendo essere
garantito sia l’approccio tematico che l’omogenità degli scopi della disciplina degli assetti
territoriali.
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La molteplicità delle funzioni espresse all’interno dell’area vengono subordinate ad
ipotesi localizzative separate, intervallata da attività agricola ed altre funzioni
Prescrizioni per il R.U.:
In relazione agli obiettivi prefissati il RU individuerà le aree oltre quelle dell’interporto e
dell’autoparco compatibili con l’ipotesi di navigabilità dello Scolmatore di generazione di
traffici intermodali appartenenti o implementanti la funzione di logistica integrata. Le
funzioni sono molteplici. Il RU individuerà le destinazioni compatibili eventualmente anche
rinviando ad uno specifico piano attuativo delle funzioni con la seguente limitazione: sono
vietate le nuove funzioni residenziali salvo quelle derivanti dal recupero del patrimonio
edilizio esistente in aree rurali.
All’interno dei comparti e delle aree con esclusiva o prevalente funzione logistica è
ammessa l’introduzione di funzioni produttive di tipo artigianale-industriale con incidenza
non superiore al 40% delle loro superfici territoriali Sono conseguentemente e
tassativamente escluse le attività di smaltimento e di termovalorizzazione e comunque
tutte le operazioni di smaltimento rifiuti come definite e disciplinate dall’allegato B alla
parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e ssmmii.
Sono invece ammesse unicamente le attività di recupero rifiuti definite ai punti R3
(limitatamente al recupero di legno e plastica) R4, R5 ed R13 (con riferimento alle sole
attività R3, R4 ed R5 sopra richiamate) dell’allegato C alla stessa norma, comprese attività
di recupero di materie e produzione di beni (quali a titolo esemplificativo: plastica, RAEE,
impianti fotovoltaici dismessi), limitatamente ai soli rifiuti non pericolosi, e comunque senza
comportare pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi
suscettibili di recare pregiudizio all’ambiente.
Individuerà inoltre i possibili usi complementari all’uso agricolo per il tempo libero
individuando nelle aree di attuale svolgimento dell’attività aeronautica di volo ultraleggero
le dotazioni pertinenziali.
UTOE N.5 – COLMATA
Superficie territoriale: ha 155,3311
Abitanti: n 6
Obiettivi:
In quest’area convivono plurifunzioni. L’obiettivo è quello di costituire un polo industriale
dedicato alla componentistica e all’hi-tech. Lo sviluppo planimetrico dell’UTOE è
determinato dalla delimitazione delle infrastrutture principali della ex strada statale n555
ad ovest, della ferrovia ex CMF a sud, delle strada di collegamento e di raccordo con la
SGC FIPILI a est e della ferrovia d’innesto ad Interporto a nord.
Prescrizioni per il R.U.:
50
Il RU dovrà articolare la viabilità in modo che la diversità dei tipi di traffico garantisca
percorsi separati e dedicati per il traffico residenziale di collegamento tra Guasticce e
Stagno e viceversa. Dovranno essere lasciati spazi opportuni per garantire i futuri
sovrappassi ferroviari in modo che tutta l’area mantenga autonomia e fluidità di traffico
verso la superstrada FIPILI. Le destinazioni sono molteplici ma è vietata o sconsigliata la
destinazione residenziale e quella relativa all’attività di semplice deposito delle merci.
UTOE N.6 – GUASTICCE
Superficie territoriale: ha 223,1992
Abitanti: n 1260
Obiettivi:
Arricchire la frazione di Guasticce di dotazioni e servizi mediante una riconfigurazione
che garantisca la sua indipendenza dai grandi insediamenti produttivi ubicati ad ovest.
L’obiettivo è quello di articolare la frazione anche mediante un ribaltamento verso nord di
collegamento al nuovo passante ferroviario abbandonando definitivamente la vecchia
stazione. Il disegno urbano della frazione dovrà essere improntato secondo una adeguata
dotazione di servizi posti a corona sul lato ovest di separazione dalle aree produttive e
interportuali.
Prescrizioni per il R.U.:
Il RU garantirà il soddisfacimento di tutte le destinazioni funzionali e disegnerà la nuova
articolazione urbana anche mediante disegni esplicativi da assumere come modelli
tipologici e distributivi di riferimento.E’ vietata o sconsigliata la destinazione industriale.
Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative
UTOE N.7 – MORTAIOLO
Superficie territoriale: ha 292,0575
Abitanti: n 161
Obiettivi:
L’obiettivo è quello di garantire alcune prerogative dell’unità territoriale che ruotano
intorno all’agglomerato di Mortaiolo fondate sul mantenimento dimensionale di
agglomerato.
Prescrizioni per il R.U.:
51
Il RU avrà cura di precisare le modalità attuative inserendo anche alcune categorie
della conservazione. Il limite nord dell’unità può variare in funzione di un migliore
approfondimento di dettaglio del percorso ferroviario di collegamento alla tratta Pisa-Vada.
Sono vietate le destinazioni artigianale-industriale
UTOE N.8 – VICARELLO
Superficie territoriale: ha 246,9105
Abitanti: n 3031
Obiettivi:
Assicurare alla frazione il più possibile una articolazione viaria circolare e
contemporaneamente preservarla da fenomeni di avvicinamento alle infrastrutture che la
delimitano della nuova ss206 e della ferrovia. Approfondire il sistema della viabilità
ricercando soluzioni adeguate a consentire che il traffico veicolare in movimento lungo la
direttrice di traffico svincolo FIPILI con l’area Guasticce Stagno assolva ad una più
consona funzione di by-pass del centro abitato garantendo un adeguato grado di
sicurezza ed un significativo abbattimento dei livelli di inquinamento ambientale ed
acustico.Favorire la sostituzione edilizia.
Prescrizioni per il R.U.:
Il RU articolerà le attuali aree di espansione residenziale assicurando, mediante il
disegno della viabilità, la modalità circolare nella frazione contrariamente all’attuale unico
asse di attraversamento, evitando soprattutto gli accrescimenti per cortine successive alle
strade. Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità
aggregative.
UTOE N.9 – GRECCIANO
Superficie territoriale: ha 607,0976
Abitanti: n 141
Obiettivi:
Assicurare l’attività agricola secondo le trasformabilità consentite dalla LR in materia,
assicurare l’unitarietà dei complessi agricoli denominati centri aziendali, consentire la
permanenza di destinazioni residenziali, favorire l’attività turistica ricettiva anche attraverso
il riuso del patrimonio edilizio rurale, consentire limitate attività artigianali di servizio
altrimenti non collocabili in ambiti più idonei.
52
Prescrizioni per il R.U.:
Il riuso del patrimonio agricolo a fini turistici ricettivi deve avvenire nel rispetto delle
tipologie architettoniche attuali.L’attività di orti periurbano potrà avvenire subordinatamente
alla predisposizione di un regolamento che fissi dimensioni e consistenza e tipologie degli
annessi.
UTOE N.10 – STAGNO
Superficie territoriale: ha 352,4949
Abitanti: n 4411
Obiettivi:
Cogliere una riqualificazione dell’intera frazione mediante appositi approfondimenti di
dettaglio e norme specifiche di attuazione anche mediante redazione di apposito
strumento attuativo particolareggiato che consenta il raggiungimento degli obiettivi
mediante esercizio del potere espropriativo. La riqualificazione interessa aspetti
infrastrutturali e di destinazione e soprattutto un dosaggio dei carichi urbanistici in funzione
di area dichiarata a rischio di incidenti rilevanti. Una diversa articolazione delle aree di
espansione ove poter assicurare il riequilibrio attraverso il ribaltamento di immagine di
aggregato urbano subordinato e connesso alla presenza del grande stabilimento; una
riorganizzazione funzionale delle infrastruutre a maggior servizio della residenza e
l’individuazione di un possibile sistema alternativo di circonvallazione della frazione per il
traffico di attraversamento; l’eliminazione e la delocalizzazione di attività spiccatamente
retroportuali; la valorizzazione degli spazi di aggregazione e connettivi, compresa l’arteria
stradale di scorrimento, mediante operazioni di arredo; una più precisa e puntuale
normativa sulle tipologie architettoniche da assentire comprese quelle relative all’attività
produttive. Favorire la sostituzione edilizia e salvaguardare parti dell’abitato esistente che
presenta connotati storico-morfologici interessanti nonché salvaguardare il tessuto
urbanistico del borgo lineare di inizio secolo.
Prescrizioni per il R.U.:
Individuare processi percorribili di attuazione degli obiettivi. Costituire un articolato
normativo capace di assumere valenza prescrittiva anche sotto il profilo delle funzioni
assentibili. Assicurare fascie di rispetto e di usi compatibili correlate alla profondità dei
raggi di danno ipotizzati. Articolare la viabilità mediante una netta separazione tra il traffico
pesante e quello leggero. Riappropriarsi delle funzioni spiccatamente urbane mediante
operazioni d’arredo lungo la viabilità trasversale. E’ vietata l’attività di deposito delle merci
Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative.
53
UTOE N.11 – LA TANNA
Superficie territoriale: ha 433,2710
Abitanti: n 267
Obiettivi:
Mantenere le caratteristiche di ambito rurale pur riconoscendo le trasformazioni del
passato con destinazioni funzionali derivate dalla vicinanza del capoluogo. Assicurare lo
stato eminentemente rurale. Consentire nuovi interventi per la trasformazione di prodotti
agricoli. Congelare nuove realizzazioni non agricole.
Prescrizioni per il R.U.:
Assicurare il recupero dell’edificato esistente secondo le destinazioni funzionali agli
obiettivi specifici. Incentivare forme di attività complementare all’agricoltura.
UTOE N.12 – COLLESALVETTI
Superficie territoriale: ha 321,8042
Abitanti: n 3365
Obiettivi:
Mantenere le caratteristiche della città storica mediante valorizzazione delle architetture
e degli spazi aggregativi. Rivalutare percorsi pedonali e storico panoramici. Assicurare il
recupero funzionale di parti di edifici per consentire una rivitalizzazione delle attività di
vicinato.Incentivare forme di qualificazione e dotazione di servizi ricettivi anche mediante
potenziamento delle situazioni preesistenti
Prescrizioni per il R.U.:
Redarre apposite normative legate al recupero funzionale degli edifici storici
mantenendo le caratteristiche del tessuto storico connettivo, assicurando riqualificazione
degli ambienti mediante sostituzione dell’edilizia impattiva recente nel contesto storico.
Attivare forme incentivanti la riqualificazione. Disincentivare forme di saturazione degli
spazi costituenti nuove possibilità aggregative. Incentivare la realizzazione di una struttura
ricettiva integrata nel complesso di villa Carmignani implementando l’offerta di spazi
conferenziali e di studio eventualmente applicando la formula del campus secondo lo
schema allegato sub D.
54
UTOE N.13 – NUGOLA
Superficie territoriale: ha 59,3037
Abitanti: n 899
UTOE N.15 – CASTELL’ANSELMO
Superficie territoriale: ha 21,6817
Abitanti: n 178
UTOE N.17 – PARRANA SAN MARTINO
Superficie territoriale: ha 30,2414
Abitanti: n 214
UTOE N.18 – PARRANA SAN GIUSTO
Superficie territoriale: ha 11,2197
Abitanti: n 73
UTOE N.20 – COLOGNOLE
Superficie territoriale: ha 85,214
Abitanti: n 125
Obiettivi:
Favorire interventi e attività che qualifichino il centro storico mantenendone e
innalzandone la vitalità, ammettendone la trasformazione purchè secondo regole evolutive
tali da non distruggerne la qualità e facendo svolgere al centro storico anche significative
funzioni di servizio alla fruizione delle risorse naturalistiche e paesaggistiche verso i
parchi collinari; la realizzazione di una “porta del parco ( ANPIL)” con adeguati servizi e
complesso ricettivo;favorire interventi di collegamento e fruizione del sistema dei parchi,
dei beni storico-culturali e delle emergenze paesistiche;interventi di recupero del
patrimonio edilizio a fini turistico ricettivi, con possibilità di ampliamenti; ammettere nuova
55
edilizia residenziale non in forma di lottizzazione unitaria ma di piccoli interventi al fine di
rispondere alla domanda locale e specifica di abitazioni. Promuovere processi di
valorizzazione delle costruzioni rurali storiche interne agli abitati anche mediante apposite
destinazioni d’uso.
Prescrizioni per il R.U.:
Incentivare le trasformazioni per cogliere gli obiettivi prefissati.E’ vietata l’attività
artigianale e industriale e quelle di deposito, la grande e media distribuzione
commerciale;le lottizzazioni di tipo urbano e comunque gli interventi superiori a 1200
mc..favorendo quelli entro i limiti di una tipologia di quattro unità abitative. Disincentivare
forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative.
UTOE N.21 – LE CASE
Superficie territoriale: ha 62,856
Abitanti: n 50
Obiettivi:
Mantenere le caratteristiche di piccolo agglomerato sviluppatosi lungo i bordi dell’unica
strada di accesso e di uscita. Favorire la realizzazione di piccoli interventi residenziali nei
vuoti esistenti lungo i due lati stradali di bassa consistenza.
Prescrizioni per il R.U.:
Consentire tipologie residenziali entro i limiti dimensionali di quelle esistenti mono o
bifamiliari E’ vietata ogni altra destinazione funzionale.
UTOE N.14 – COLLINE LIVORNESI
Superficie territoriale: ha 6080,8419 (di cui ha.688,5663 di Parco e ANPIL)
Abitanti: n 1031
Obiettivi:
Sostenere e incentivare le attività agricolo produttive tramite l'ammissibilità di interventi
di recupero del patrimonio edilizio a fini agrituristici e turistico-ricettivi; la piena applicazione
delle normative vigenti in materia di attività agricole, di quelle connesse e di agriturismo
valutando le medesime quali contributo alla tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici; il
56
coordinamento con altre azioni comunali nei settori della fiscalità, dell'imprenditoria
agricola, dei servizi ad essa connesse, delle strategie socioeconomiche del comparto
agricolo produttivo; l'ammissibilità di pratiche pertinenziali per sport e tempo libero;favorire
l’apicultura e le attrezzature per esercitarla;favorire
le attività di campeggio,
agricampeggio e camper service ove compatibili;
attuare le previsioni del Piano
regionale delle attività estrattive.
Prescrizioni per il R.U.:
Sono vietate le seguenti destinazioni funzionali: media e grande distribuzione
commerciale, artigianale-industriale, nuove costruzioni a scopo residenziale.
UTOE N.16 – TORRETTA
Superficie territoriale: ha 36,0332
Abitanti: n 61
Obiettivi:
Assicurare il mantenimento delle caratteristiche del borgo intorno alla piazza e al ponte.
Incentivare forme di recupero anche mediante destinazioni funzionali di tipo turistico
ricettivo.
Prescrizioni per il R.U.:
Disincentivare e vietare destinazioni contrastanti con gli obiettivi specifici. Incentivare
forme di recupero dell’arredo e dei materiali, valorizzare mediante appositi interventi
qualitativi lo spazio piazza e l’ingresso dalla strada statale. Connettersi funzionalmente
all’area archeologica soprastante.
UTOE N.19 – CROCINO
Superficie territoriale: ha 26,3721
Abitanti: n 177
Obiettivi:
Riconfigurare l’agglomerato mediante una variazione viaria di circonvallazione per
incrementare la qualità delle relazioni attraverso una riqualificazione degli spazi
aggregativi seppur ristretti parallelamente al corso del torrente Morra.
Prescrizioni per il R.U.:
57
Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative.
Mantenere possibilità edificatorie secondo piccoli interventi all’interno del suo ambito
secondo una tipologia di quattro unità abitative.E’ vietata la media e grande distribuzione
commerciale, l’attività artigianale-industriale e quella di deposito.
58
Art. 13 – Il dimensionamento del Piano Strutturale
Residenza
Si assume indicativamente secondo quanto emerge dal quadro conoscitivo e dagli
obiettivi prefissati che il dimensionamento del Piano Strutturale riferito alla domanda
residenziale, composta dai seguenti segmenti:
1) Una quota relativa alla crescita demografica: 35%
2) Una quota
relativa a richieste di sostituzione edilizia per ragioni legate al
miglioramento della qualità abitativa: 15%
3) Una quota della domanda è sicuramente riferibile alla formazione di nuovi nuclei
familiari:25%
4) Una quota tende a soddisfare esigenze locative per ragioni di lavoro: 5%
5) Una quota tende a soddisfare esigenze locative per la produzione di reddito: 5%
6) Una quota è riferita a processi di riqualificazione di alloggi esistenti: 15%;
è pari a 212000 metricubi secondo la proiezione decennale: arco temporale assunto
come obiettivo strategico di verifica.
A tale quantitativo va aggiunta la volumetria corrispondente alle esigenze di
mantenimento residenziale dei nuclei abitativi collinari (n° 9) per non disperderne il valore
sociale della continuità familiare e per conseguire una maggiore coesione sociale indotta
dalla pressione dei servizi in ragione della presenza: 18000 metricubi.
Una ulteriore quota aggiuntiva va considerata in ragione dei processi di induzione che si
attiveranno nel decennio in relazione alle previsioni di nuovi insediamenti produttivi nelle
frazioni di maggiore attrattività residenziale: Collesalvetti,Vicarello e Guasticce; pari a
40000 metricubi.
In totale il dimensionamento del Piano Strutturale nel decennio prossimo per esigenze
di natura residenziale è complessivamente di 272000 metricubi.
59
Ciascuna UTOE stabilirà le quantità insediative entro i limiti complessivamente
sopraspecificati.
Nel dimensionamento non vengono ricompresi gli interventi di riconversione del patrimonio
edilizio esistente.
“Le zone di completamento richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse
assimilabili da RU, pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del Piano
Strutturale,
non
vanno
ad
implementarne
il
dimensionamento,
parimenti
l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art. 15 della LR n. 30 del 18 febbraio
2005”.
Standards
Relativamente alla dotazione di standards dal quadro conoscitivo emerge la necessità
di un riequilibrio territoriale riferito al dato quantitativo di 35 mq. per abitante effettivi pari a
650000 mq., esclusi i parcheggi pubblici.
Il riequilibrio territoriale delle dotazioni di servizi è fondato sull’accrescimento degli
standards nelle frazioni non servite secondo la seguente distribuzione funzionale:
Verde:
24 mq./abitante
Istruzione: 4
“ / “
Attrezzature Collettive: 7 mq./abitante
Parcheggi: secondo uno studio apposito di settore sulla sosta e comunque non inferiore a
2,5 mq./abitante.
Il dato quantitativo è assunto come indicativo e non prescrittivo del raggiungimento
dell’obiettivo numerico attestandosi sulla situazione di fatto.
Infatti, ai fini di un riequilibrio territoriale ciascuna UTOE avrà cura di indicare le quantità
di superficie da destinare a standards secondo le esigenze espresse dalle singole
comunità locali
60
Attività produttive
Il dimensionamento del fabbisogno di aree produttive consegue agli obiettivi prefissati
di:
-
costituire un distretto della componentistica auto
-
costituire un distretto hi-tech
-
consolidare e sviluppare la piattaforma logistica costiera
-
concretizzare ogni ipotesi di navigabilità dello Scolmatore d’Arno e formarne un
asse attrezzato a sostegno del canale
-
farsi parte integrante della catena produttiva del sistema di area vasta;
-
riqualificazione rete distributiva e individuazione di grandi strutture di vendita.
per i quali concorrono le seguenti superfici dedicate:
Interporto di Guasticce: ha 200
Aree produttive contermini: ha 20
Autoporto del Faldo: ha 70
Aree componentistica auto ex CMF: ha 40
Aree hi-tech ex SS 555: ha 15
Aree miste artigianali e della distribuzione commerciale de La Chiusa: ha 15
Aree di raffinazione prodotti petroliferi e gas: ha 75
Aree miste artigianali e della distribuzione commerciale di Ponte Ugione: ha 4
Aree artigianali e di trattamento rifiuti speciali del Biscottino: ha 14
Aree artigianali e della distribuzione commerciale e servizi di Ponte Biscottino: ha 7
Turismo
L’obiettivo da raggiungere nell’arco temporale imposto è quello dei 3350 posti letto,
secondo le varie forme di offerta turistica di alberghi, alberghi residenziali, agriturismo,
campeggi, agricampeggi, villaggi turistici, affittacamere, implementando i vari segmenti
della domanda turistica.
61
Ferma restando, conformemente al disposto di cui all’art. 8 del D.P.G.R. 9 febbraio 2007,
n. 3/R, l’individuazione, in via generale, delle dimensioni massime sostenibili, di cui
all'articolo 53, comma 2, lettera c), della L.R. n. 1/2005, e delle quantità previste al comma
4, lettera a), dello stesso articolo, all'interno delle singole UTOE, come di seguito indicate,
è ammessa, con apposita variante al Regolamento Urbanistico, deroga al prelievo, per
ogni singola UTOE, dal presente Piano Strutturale dei dimensionamenti residui per
ciascuna delle funzioni principali nei casi di:
• Piani per l’edilizia economica e popolare (ex art. 71 della L.R. 1/2005);
• Piani per gli insediamenti produttivi (ex art. 72 della L.R. 1/2005);
• Piani di recupero del patrimonio edilizio (ex art. 73 della L.R. 1/2005);
• Programmi complessi di riqualificazione insediativa (ex art. 74 della L.R. 1/2005);
• Piani complessi d’intervento (ex art. 65 della L.R. 1/2005);
• Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005;
qualora tali interventi contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale
strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso
definiti per ogni singola UTOE.
Anche nei casi di cui al comma precedente resta escluso il trasferimento di eventuali
residui di dimensionamento di singole classi di funzioni, da una o più UTOE, verso UTOE
per le quali il presente strumento non abbia già determinato e quantificato un qualche
dimensionamento per la stessa classe di funzioni.
62
1 - RESIDENZE
NUMERO DENOMINAZIONE
1
Biscottino
2
Lavandone
3
Case Rosse
4
Scolmatore
5
Colmata
6
Guasticce
7
Mortaiolo
8
Vicarello
9
Grecciano
10
Stagno
11
La Tanna
12
Collesalvetti
13
Nugola
14
Colline livornesi
15
Castell'Anselmo
16
Torretta
17
Parrana S. Martino
18
Parrana S. Giusto
19
Crocino
20
Colognole
21
Le Case
Dimensionamento
AREA (Mq)
981.475
3.621.781
1.237.100
12.744.631
1.553.311
2.231.992
2.920.575
2.420.465
6.070.385
3.524.949
4.332.710
3.218.042
593.037
60.808.419
216.817
360.332
239.411
112.197
263.721
85.214
62.856
N°Abitanti (+)
Dimensionamento
0
0
0
10
0
260
10
990
0
450
10
850
20
0
20
10
40
20
10
30
10
Vol.residenziali(Mc)
0
0
0
1000
0
26000
1000
99000
0
45000
1000
85000
2000
0
2000
10
4000
2000
1000
3000
1000
2720
272000
63
2 - STANDARDS
Dimensionamento
AREA
NUMERO DENOMINAZIONE
(Mq)
1
Biscottino
981.475
2
Lavandone
3.621.781
3
Case Rosse
1.237.100
4
Scolmatore
12.744.631
5
Colmata
1.553.311
6
Guasticce
2.231.992
7
Mortaiolo
2.920.575
8
Vicarello
2.420.465
9
Grecciano
6.070.385
10
Stagno
3.524.949
11
La Tanna
4.332.710
12
Collesalvetti
3.218.042
13
Nugola
593.037
14
Colline livornesi
60.808.419
15
Castell'Anselmo
216.817
16
Torretta
360.332
17
Parrana S. Martino
239.411
18
Parrana S. Giusto
112.197
19
Crocino
263.721
20
Colognole
85.214
21
Le Case
62.856
Mq. Standards
0
0
0
8000
10000
151500
1000
75000
0
180000
0
115000
37500
0
3000
10000
10000
4000
1000
4300
0
610300
64
4 - COMMERCIO
DENOMINAZIONE
Biscottino
Lavandone
Case Rosse
Scolmatore
Colmata
Guasticce
Mortaiolo
Vicarello
Grecciano
Stagno
La Tanna
Collesalvetti
Nugola
Colline livornesi
Castell'Anselmo
Torretta
Parrana S. Martino
Parrana S. Giusto
Crocino
Colognole
Le Case
AREA (Mq)
981.475
3.621.781
1.237.100
12.744.631
1.553.311
2.231.992
2.920.575
2.420.465
6.070.385
3.524.949
4.332.710
3.218.042
593.037
60.808.419
216.817
360.332
239.411
112.197
263.721
85.214
62.856
totale
Dimensionamento PS
52800
0
0
0
0
0
0
0
0
39000
0
154000
0
0
0
0
0
0
0
0
0
245800
65
3 - ARTIG.-INDUSTR.
DENOMINAZIONE
Biscottino
Lavandone
Case Rosse
Scolmatore
Colmata
Guasticce
Mortaiolo
Vicarello
Grecciano
Stagno
La Tanna
Collesalvetti
Nugola
Colline livornesi
Castell'Anselmo
Torretta
Parrana S. Martino
Parrana S. Giusto
Crocino
Colognole
Le Case
AREA (Mq)
981.475
3.621.781
1.237.100
12.744.631
1.553.311
2.231.992
2.920.575
2.420.465
6.070.385
3.524.949
4.332.710
3.218.042
593.037
60.808.419
216.817
360.332
239.411
112.197
263.721
85.214
62.856
totale
Dimensionamento PS
141000
0
0
1650000
300000
0
0
0
0
146000
0
172000
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2409000
66
5 - TURISMO
DENOMINAZIONE
Biscottino
Lavandone
Case Rosse
Scolmatore
Colmata
Guasticce
Mortaiolo
Vicarello
Grecciano
Stagno
La Tanna
Collesalvetti
Nugola
Colline livornesi
Castell'Anselmo
Torretta
Parrana S. Martino
Parrana S. Giusto
Crocino
Colognole
Le Case
AREA (Mq)
981.475
3.621.781
1.237.100
12.744.631
1.553.311
2.231.992
2.920.575
2.420.465
6.070.385
3.524.949
4.332.710
3.218.042
593.037
60.808.419
216.817
360.332
239.411
112.197
263.721
85.214
62.856
totale
Dimensionamento PS
100
0
0
100
100
500
150
200
150
0
0
200
100
1000
0
50
100
50
0
50
0
2850
67
Art. 14 - Definizione degli usi dei tempi e delle funzioni
Il Piano strutturale fornisce indirizzi e criteri per l’individuazione nel Regolamento
Urbanistico della compatibilità delle destinazioni d’uso rispetto agli obiettivi prefissati.
Il Regolamento urbanistico individuerà i criteri di coordinamento delle scelte
localizzative con gli atti di competenza del sindaco in materia di orari e della disciplina
regionale in materia distributiva commerciale. Tale individuazione dovrà essere finalizzata
al riequilibrio e alla riorganizzazione dei tempi, degli orari e delle necessità di mobilità
relativamente all’intero territorio comunale, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo e di
valorizzazione dell’identità delle singole frazioni e di mantenimento della loro autonomia
funzionale.
Il Regolamento Urbanistico potrà demandare ad un "Piano di distribuzione e
localizzazione delle funzioni", definito ai sensi dell’art. 5 della L.R. 39/94, e avente valore
di piano attuativo, la disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso degli immobili, ivi
comprese le aree di pertinenza degli edifici esistenti e i terreni inedificati. Fino all’adozione
di detto piano delle funzioni la disciplina delle destinazioni d’uso è regolamentata dalla
presenti norme e dalle norme del Regolamento Urbanistico.
Il Regolamento Urbanistico dovrà recepire quanto stabilito dai piani di settore regionali
compatibilmente con le risorse ambientali ed i requisiti di localizzazione di ciascuna attività
secondo i principi della presenti norme.
Il Regolamento Urbanistico individuerà
i criteri di coordinamento delle scelte
localizzative, prescrittive e ordinative con gli atti di competenza del Sindaco in qualità di
Autorità Sanitaria Locale e di Autorità Locale di Protezione Civile.
Il Piano Strutturale definisce funzioni incompatibili con le caratteristiche delle aree
territoriali oggetto di pianificazione quelle che contribuiscono al deperimento delle risorse,
quelle in contrasto con le previsioni di tutela e valorizzazione del patrimonio storico,
architettonico e ambientale, quelle che contribuiscono al degrado della qualità della vita
inteso come negazione di esigenze di carattere funzionale, sociale e formale poste a base
68
di un coerente sviluppo progettuale sia di natura architettonica che urbanistica per la
creazione di una ambiente armonioso.
Art.15
- Indirizzi per l'attuazione del Piano Strutturale
Per l'attuazione delle finalità e degli obiettivi previsti dall'art.l delle presenti
norme, il Piano strutturale individua:
- le prescrizioni direttamente precettive ed operative
- le prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P.R.G.
- i criteri a cui il Regolamento Urbanistico deve conformarsi
- le salvaguardie
Il Piano Strutturale ha carattere direttamente precettivo ed operativo relativamente alle
intese di cui all’art. 81 del D.P.R. 616/77, come modificato con D.P.R. 383/94, agli accordi
di programma, agli accordi di pianificazione, alla disciplina degli assetti territoriali stabilita
dalle presenti norme e a ciò che ai sensi della legislazione nazionale e regionale vigente
produce diretti effetti sull’uso e la tutela delle risorse del territorio comunale.
Le disposizioni del Piano Strutturale sono vincolanti per gli atti costituenti la parte
gestionale del PRG costituiti da:
-Il Regolamento Urbanistico
-Il Programma Integrato di Intervento
-I Piani Attuativi
Le prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P.R.G. prevalgono
sulle disposizioni degli strumenti urbanistici vigenti e sono cogenti nei confronti dei soggetti
pubblici e privati.
Sono prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P .R.G. :
69
a) L' individuazione sul territorio delle invarianti strutturali definite all’art.9
b) le prescrizioni previste secondo le finalità del Piano Strutturale per il sistema insediativo
storico, consolidato e recente.
c) le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti e delle funzioni previsti all'art. 13 .
d)le previsioni confermative della strumentazione urbanistica vigente individuate in
ciascuna UTOE
e) i criteri prescrittivi per il Regolamento Urbanistico circa l'attivazione delle direttive per la
limitazione del rischio idraulico e idrogeologico di cui alle specifiche misure di salvaguardia
del PIT per tutti gli interventi ricadenti nelle aree degli ambiti AB e nel rispetto degli studi e
delle indicazioni contenute negli studi geologici-idraulici allegati al presente piano, nonché
le disposizioni e prescrizioni contenute nei Piani di Assetto Idrogeologico eventualmente
da raccordare con la normativa regionale in materia.
Il R.U. disciplina con disposizioni immediatamente precettive ed operative le
trasformazioni e le utilizzazioni degli insediamenti esistenti sul territorio comunale, ed in
particolare provvede:
- alla disciplina di tutti gli interventi che comportino la trasformazione fisica del territorio o
l’alterazione dell’assetto dei luoghi e degli insediamenti, anche in integrazione di quanto
stabilito alle successive lettere, ed anche in relazione a parti o a componenti territoriali non
considerate dal Piano Strutturale e dagli atti di pianificazione sovraordinati.
- alla perimetrazione del perimetro aggiornato dei centri abitati, ai sensi e per gli effetti
dell’art. 17, L. 765/67 e dell’art. 4, D.L. 285/92.
- agli approfondimenti circa l’ individuazione delle aree all’interno di tale perimetro
caratterizzate da tessuto insediativo storico, consolidato e recente per le quali verrà
definita una più articolata disciplina degli interventi in funzione di eventuali percettibili
differenziazioni all’interno di ciascuna classificazione dell’edificato.
- all’individuazione delle aree all’interno di tale perimetro sulle quali è possibile
l’edificazione di nuovi edifici
70
- all’individuazione delle aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria,
nel rispetto degli standards previsti dalle presenti norme.
- all’individuazione delle aree nelle quali, in rapporto alla loro particolare complessità e
rilevanza, si può intervenire solo mediante piani attuativi così come definiti all’art. 31 della
L.R. 16.1.95 n°5
- alla disciplina per il recupero del patrimonio urbanistico e edilizio esistente, anche non
compreso nelle aree precedenti
- alla disciplina degli interventi consentiti fuori del perimetro dei centri abitati.
- alle infrastrutture da realizzare all’esterno dei centri abitati
- alla definizione, e previsione anche mediante una più articolata disciplina delle
destinazioni d’uso, di interventi di trasformazione urbanistica o edilizia e degli spazi
necessari a soddisfare i fabbisogni per le diverse funzioni, ivi compresi quelli per le
funzioni pubbliche e collettive, anche di rilevanza sovracomunale ove le relative
disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano immediatamente precettive ed
operative, in ogni caso dando priorità alle scelte di recupero e riuso del territorio
urbanizzato.
- alla definizione, e previsione anche mediante una più articolata disciplina delle
destinazioni d’uso ammesse nel sistema rurale, di interventi di trasformazione urbanistica
o edilizia e degli spazi necessari a soddisfare i fabbisogni per le diverse funzioni, ivi
compresi quelli per le funzioni pubbliche e collettive, anche di rilevanza sovracomunale
ove le relative disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano immediatamente
precettive ed operative, in ogni caso dando priorità alle scelte di recupero e riuso del
patrimonio edilizio esistente.
- all’eventuale adeguamento del dimensionamento qualora emergano dall’aggiornamento
del quadro conoscitivo sostanziali modificazioni ai trend ipotizzati;
Il presente articolo definisce inoltre i criteri progettuali per la redazione del RU:
– L'obiettivo della individuazione, tutela e valorizzazione delle identità territoriali dovrà
avvenire tramite il mantenimento di aree di salvaguardia intorno ad ogni singolo
71
monumento a carattere religioso per assicurarne la conservazione della percezione visiva.
Questo criterio è teso all'individuazione e tutela degli elementi generatori delle singole
frazioni. Tali spazi ( aree libere, piazze, orti ..) potranno essere oggetto di interventi di
adeguamento funzionale tramite specifica progettazione comunale per il rafforzamento
della funzione di "caposaldo" per la tutela e/o riorganizzazione delle forme di aggregazione
sociale e qualità della vita.
- Le ville e le relative aree di resede e i giardini e i parchi costituenti le unità testimoniali
storiche architettoniche individuate
dovranno mantenere la unitarietà di fruibilità e di
funzione. Le corti, gli spazi comuni non potranno essere suddivisi ma dovranno essere
mantenuti nella loro unità ed integrità.
- La normativa del Regolamento Urbanistico relativa agli interventi di recupero del
patrimonio edilizio esistente dovrà essere centrata sulle potenzialità di quegli interventi che
rispettosi dell’organismo edilizio esistente non impediscono la pluralità di forme di
utilizzazione del patrimonio. Dovrà essere esplicitato l'obbligo del mantenimento degli
elementi tipologici essenziali idonei all’identificazione dell’appartenenza all’epoca storica
dell’organismo edilizio. La dotazione degli standards urbanistici e di aree a parcheggio per
soddisfare le nuove esigenze relative alle nuove destinazioni saranno opportunamente
regolamentate nel rispetto dell’organismo edilizio e degli spazi circostanti.
Il Regolamento Urbanistico potrà definire le modalità attuative delle categorie degli
interventi raccordando l’uso dei materiali ai particolari architettonici da salvaguardare
nonché disciplinare le modalità di recupero di dettagli costruttivi, anche strutturali, distintivi
dell’organismo architettonico in se e della tipologia di appartenenza.
Il Regolamento Urbanistico individuerà in ogni sistema territoriale, ed in particolare in
ogni
UTOE, le aree di tutela del patrimonio edilizio esistente. Gli interventi ammessi sono quelli
rivolti alla tutela della testimonianza storica del tessuto edilizio, del recupero e della
conservazione delle unità edilizie antiche. A tale scopo può essere approfondita la
schedatura del patrimonio edilizio storico esistente svolgendo una più funzionale azione
documentale per l’ individuazione degli elementi necessari alla formulazione della
necessaria disciplina d'intervento.
72
Il RU individua il limite del sistema urbano insediativi funzionale alla valorizzazione
dell’identità territoriali.
- Le nuove aree produttive in ragione della loro collocazione dovranno essere progettate
garantendo la massima funzionalità e razionalità rispettivamente per la mobilità e i servizi
infrastrutturali, le reti tecnologiche, ecc.. In proposito si richiamano le norme di razionalità
degli impianti nel sottosuolo mediante interventi coordinati tra le aziende erogatrici di
servizi.
- Di norma le nuove aree produttive si attuano tramite strumento urbanistico attuativo
progettato prevedendo forme modulari e adattabili alla più ampia gamma di richieste,
puntando su elementi di qualità e di specializzazione delle aree stesse garantendo forme
sinergiche e di concentrazione di attività analoghe, per garantire, nella diversità delle
tipologie, unicità delle forme degli insediamenti.
- Nelle aree a prevalente destinazione agricola aventi valenza paesaggistica i criteri di
redazione del regolamento urbanistico dovranno essere improntati al mantenimento dei
caratteri distintivi del paesaggio agrario locale individuati in:
a) colture tradizionali di pregio ( viti, oliveti, alberature da frutto, ecc..);
b) restauro dei manufatti edilizi, idraulici aventi connotati significativi;
c) alberature di confine ( cipressi);
d) piantumazione delle stesse essenze arboree per la riqualificazione del paesaggio;
e) assetti colturali storici;
f) le emergenze ambientali minori rappresentate da piccole zone umide, laghetti
di
importanza faunistica;
g) la viabilità vicinale e poderale;
h) la rete idraulica di drenaggio superficiale;
d) sviluppare iniziative di informazione a sostegno e sviluppo delle forme di coltivazione di
agricoltura di qualità anche tramite forme e modalità consorziate ed associative.
Al Regolamento Urbanistico spetterà inoltre definire criteri, modalità e limiti entro i quali
potranno essere effettuate operazioni quali il taglio e la potatura degli alberi ornamentali
(non produttivi), le piantagioni di nuove alberature, gli interventi di trasformazione fondiaria
73
che inducono alterazioni del paesaggio e del territorio, quali l’accorpamento dei campi, il
riassetto della rete scolante consistente in fossi e capifossi, la trasformazione da colture
arboree a colture erbacee.
Negli ambiti del subsistema rurale i criteri di redazione del regolamento urbanistico
dovranno essere improntati a:
a) individuazione e verifica delle capacità produttive dei suoli prevalenti e della tipologia
delle aziende con particolare riferimento alla Superficie Agricola Utilizzata, alle funzioni di
presidio ambientale e/o agricolo produttivo;
b)individuazione delle nuove costruzioni' edilizie rurali in specifiche aree e per aziende che
mantengano in produzione le superfici fondiarie minime definite dall'art3 della LR n.64/95
previa dimostrazione dell'impossibilità di soddisfare le esigenze aziendali attraverso il riuso
del patrimonio edilizio esistente;
c) le costruzioni rurali ad uso abitativo dovranno essere realizzate con caratteristiche
tipologiche e morfologiche appartenenti alla tradizione toscana con preferenza per forme
compatte, con prevalenza delle pareti piane sulle aperture e con eventuali portici e loggiati
compresi all'interno delle pareti perimetrali dell'edificio;
d) gli annessi agricoli dovranno essere realizzati con materiali di finitura e particolari
costruttivi il più possibile simili a quelli prescritti per le costruzioni ad uso abitativo,
dovranno essere ubicati in posizione tale da evitare, o ridurre al minimo, la formazione di
nuove strade poderali.
e) individuazione, classificazione e disciplina delle destinazione d’uso ammesse con
specifica articolazione e particolare attenzione alla compatibilità delle funzioni del tempo
libero relativamente alle caratteristiche di ogni singolo subsistema rurale.
f) riqualificazione dei territori interessati da fenomeni di abbandono o degrado ambientale
g) prescrizioni relative alla limitazione ed inibizione di trasformazioni ed utilizzazioni
improprie suscettibili di indurre fenomeni di degrado ambientale;
h)trasformazioni fisiche e funzionali, capaci di configurare un confine netto, anche sotto il
profilo visivo, tra la parte urbanizzata ed edificata con continuità e le altre parti del territorio;
i) interventi di regolamentazione e individuazione di utilizzo tramite forme anche associative
di orti di varie dimensioni, con prescrizioni relative alle tipologie degli annessi agricoli e loro
localizzazione;
l) costituzione di filari di alberature, anche con essenze fruttifere, per la delimitazione delle
aree agricole di piccole dimensioni;
74
m) favorire il rimboschimento;
n) redarre un apposita disciplina per la piantumazione di resedi di edifici ed aree non più
necessarie alla conduzione agricola;
o) favorire l’identificazione
del centro aziendale anche mediante la ricomposizione
architettonica degli edifici che ne fanno parte, la riutilizzazione degli immobili esistenti al
suo interno, identificando il rapporto funzionale con i fondi, assumere
caratteristiche
planivolumetriche, tipologiche, di tipo e di qualità dei materiali usati, nonché eventuali
caratteristiche delle sistemazioni esterne;
p) modalità di utilizzazione per fini agrituristici, di immobili compatibili con la tipologia
architettonica esistente privilegiando la riutilizzazione nel centro aziendale;
Relativamente alle parti di territorio interne alle singole UTOE il regolamento urbanistico
verificherà preventivamente le seguenti condizioni di compatibilità rispetto a :
-la sussistenza di elementi di implementazione del quadro conoscitivo non rilevate in sede
di formazione del Piano Strutturale;
-lo studio delle preesistenze storiche sia di carattere insediativo che ambientale;
-l’approfondimento della pericolosità e della fattibilità geomorfologia;
-l'assenza di specifiche invarianti strutturali di tutela.
-le condizioni infrastrutturali e il sistema funzionale
Tali compatibilità dovranno essere verificate in particolare per :
-le parti di territorio per le quali è necessario procedere ad un riassetto urbanistico;
-le parti di territorio da assoggettare a particolare disciplina sia di carattere ambientale o di
regolamentazione dei processi insediativi;
-le parti di territorio dove la possibilità di realizzazione di servizi e/o nuovi insediamenti è
subordinata alla verifica,dell'inesistenza di controindicazioni, di normative limitative o alla
presenza di invarianti strutturali di tutela.
In sede di regolamento urbanistico devono essere date priorità agli interventi che si
collocano, con la struttura insidiativa esistente, in maniera consequenziale ed organica con
l'obiettivo di garantire la progressione degli insediamenti, per stadi riconoscibili e conformi
alla struttura esistente. mediante lo sviluppo organico e accorpato per assicurare la
limitazione delle forme di urbanizzazione e il conseguente consumo di suolo.
Il Programma Integrato di Intervento è lo strumento facoltativo con il quale
l’Amministrazione Comunale individua le trasformazioni del territorio consentite dal
75
regolamento urbanistico da attuare nel periodo corrispondente al proprio mandato
amministrativo e che, per la loro rilevanza e complessità, necessitano di una esecuzione
programmata.
Il P.I.I., in conformità con gli obiettivi, gli indirizzi e i parametri del Piano Strutturale,
definisce:
- gli interventi relativi alla realizzazione o alla trasformazione di infrastrutture, di opere di
urbanizzazione, di dotazioni di spazi per funzioni pubbliche e/o collettive, da attuare nel
periodo di validità di detto programma
- i piani attuativi che si intendono formare entro i termini di validità del programma stesso,
con indicazione dell’entità e delle caratteristiche delle trasformazioni fisiche e funzionali
previste da ciascun P. A.
- le aree destinate a spazi pubblici o di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; le aree
da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché ad opere di interesse collettivo e
sociale
- le norme per la propria attuazione
Il P.I.I. è completato dalla individuazione delle risorse del territorio utilizzate e dalla
valutazione degli effetti sui sistemi ambientali, insediativi e socioeconomici; dalla
valutazione degli effetti sugli atti di competenza del Sindaco in materia di orari ai sensi
dell’art. 36 della L. 142/90; dalla valutazione della fattibilità economico finanziaria delle
trasformazioni previste con particolare riferimento alla programmazione delle risorse
finanziarie del Comune; dal piano urbano del traffico e dagli altri piani di competenza
comunale, previsti dalle leggi regionali vigenti, aventi effetti sull'uso e la tutela delle risorse
del territorio.
I piani attuativi sono strumenti urbanistici di dettaglio approvati dal Comune, in
attuazione del regolamento urbanistico o del programma integrato d'intervento, ai fini del
coordinamento degli interventi sul territorio aventi i contenuti e l'efficacia :
- dei piani particolareggiati, di cui all'articolo 13 della legge 17 agosto 1942, n° 1150;
- dei piani di zona per l'edilizia economica e popolare, di cui alla legge 18 aprile 1965,
n°167;
76
- dei piani per gli insediamenti produttivi, di cui all'articolo 27 della legge 22 ottobre 1971,
n°865;
- dei piani di recupero del patrimonio edilizio esistente, di cui all'articolo 28 della legge 5
agosto
1978n°457;
- dei piani di lottizzazione, di cui all'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n° 1150;
-
dei programmi di recupero urbano, di cui all'articolo 11 del D.L. 5 ottobre 1993,
convertito con legge 4 dicembre 1993, n°493.
Ciascun piano attuativo può avere, in rapporto agli interventi previsti, i contenuti e
l'efficacia di uno o più dei piani o programmi di cui al primo comma.
L'atto di approvazione del piano attuativo individua le leggi di riferimento e gli immobili
soggetti ad espropriazione ai sensi delle leggi stesse.
I piani attuativi e le relative varianti sono adottati e successivamente approvati dal
Comune, con le procedure di legge.
I piani attuativi possono essere adottati ed approvati contestualmente alle varianti al
regolamento urbanistico o al programma integrato d'intervento, laddove sussistono
contrasti con le disposizioni di detti strumenti.
I piani di settore di competenza comunale, previsti dalle leggi regionali vigenti, aventi
effetti sull’uso e la tutela delle risorse del territorio, dovranno essere coerenti con gli
obiettivi, gli indirizzi ed i parametri espressi dal Piano Strutturale.
77
Art. 16
– Le salvaguardie
Le salvaguardie sono prescrizioni direttamente operative emanate al fine di impedire
l'attuazione degli interventi in contrasto con le previsioni del Piano Strutturale sino
all'approvazione del Regolamento Urbanistico.
Esse sono definite in generale e valgono per ciascun Sistema, sub- sistema e unità
territoriale organica elementare, e ciascuna definizione territoriale può contenere ulteriori
specificazioni di salvaguardia.
Sino all'approvazione del Regolamento Urbanistico si attivano le seguenti salvaguardie
di carattere generale :
- Ogni attività di trasformazione territoriale e di ristrutturazione dell’esistente che
comportino aumento del carico urbanistico sono sottoposte alle verifiche di sostenibilità di
cui all’art.8.
- Ogni invariante strutturale evidenziata nelle tavole del Piano Strutturale e specificata
nelle presenti norme
è sottoposta a tutela : per i manufatti edilizi vale il regime
conservativo e si applicano gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché
restauro conservativo; per le aree vale il regime di inedificabilità.
- Per quanto riguarda le infrastrutture e le viabilità evidenziate nel sistema funzionale, sono
sottoposte a salvaguardia le aree interessate dai nuovi tracciati viari, per una fascia non
inferiore a 50 m su ciascun lato, in modo tale da garantire possibilità di aggiustamenti in
sede di progettazione del tracciato.
- All’interno delle UTOE sono sottoposte a tutela con vincolo di inedificabilità i parchi,
giardini storici e le aree inedificate non ricomprese nelle previsioni confermative.
- Per l’edificato storico, così come individuato nella cartografia del Piano Strutturale,
qualora non interessato da strumenti urbanistici di dettaglio, sono consentiti gli interventi
fino alla manutenzione straordinaria.
78
- Per l’edificato consolidato, così come individuato nella cartografia del Piano Strutturale,
qualora non interessato da strumenti urbanistici di dettaglio, sono consentiti gli interventi
fino alla ristrutturazione edilizia senza demolizione ed anche fedele ricostruzione.
- Per l’edificato recente, così come individuato nella cartografia del Piano Strutturale,
qualora non interessato da strumenti urbanistici di dettaglio, sono consentiti gli interventi
fino alla totale demolizione senza fedele ricostruzione e interventi di sostituzione e
addizione.
- Negli ambiti destinati a funzione agricola si applicano le seguenti disposizioni: le attività
di tempo libero sono ammesse con le garanzie di tutela previste dalle presenti norme e
purchè non comportino realizzazione di manufatti stabili.
- Sono inoltre sottoposte a salvaguardia la rete idraulica di drenaggio superficiale, le
viabilità vicinali e poderali e i percorsi collinari. Sono tutelati inoltre i muri a secco, le opere
tradizionali di sistemazione. Fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico, valgono
le prescrizioni di tutela previste dalle presenti norme.
- Valgono le misure di salvaguardia sul rischio idraulico di cui agli art.73 e 74 del PIT
nonché le normative di salvaguardia sul rischio idraulico o idrogeologico previste dalle
Autorità di Bacino, fino all’approvazione dei Piani di Assetto Idrogeologico da parte delle
stesse Autorità.
In sede di elaborazione del Regolamento Urbanistico sarà provveduto al
raccordo con la normativa regionale e le prescrizioni impartite dalle autorità competenti.
- Relativamente al subsistema rurale le salvaguardie non si applicano alle attività di
trasformazione cui risultano sottoscritte le convenzioni alla data di adozione del presente
PS.
- Relativamente al sistema insediativo le salvaguardie non si applicano alle previsioni
confermative dei comparti previste dalla presenti norme individuate all’interno di ogni
singola UTOE e alle vigenti zone B di completamento di cui sia stata presentata istanza
antecedentemente all’adozione delle presenti norme.
Le presenti salvaguardie entrano in vigore, ai sensi del comma 7 dell’art. 36 della L.R.
5/95, con l’adozione del Piano Strutturale da parte del Consiglio Comunale, e decadono
79
con l’approvazione del Regolamento Urbanistico; comunque non oltre tre anni dalla loro
entrata in vigore.
80
Allegato A
Stralciato
Allegato B
Stralciato
Allegato C
Stralciato
Allegato D
Stralciato
Allegato E
Stralciato
81
1
2
SOMMARIO
1 − PREMESSA. .............................................................................................................................................. 6
2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E RELAZIONE DI
SINTESI. ........................................................................................................................................................... 8
3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE COMUNALE 2005:
RAPPORTO DI VALUTAZIONE................................................................................................................... 10
3.0 − PREMESSA ................................................................................................................................ 10
3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE ................................................................ 10
3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE .............................................................. 12
3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ. ...................................................................................................... 13
3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA. ...................................................................................... 14
3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. .................................................................................... 14
3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE. .......................................................................................... 14
3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE. ..................................................................................... 15
3.7.1 − COMPONENTE ACQUA. ..................................................................................................... 17
3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO............................................................................................................................. 17
3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE. ........................................................................................... 21
3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO. .....................................................................22
3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA...................................................................................................22
3.7.4 − COMPONENTE ARIA. ..........................................................................................................24
3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI.......................................................................................................26
3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ. ..................................................................27
3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI. ...........................................................31
3.7.8 − COMPONENTE PAESAGGIO. ............................................................................................33
3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI,
SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE. .. 34
3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI.
............................................................................................................................................................... 51
4 − MONITORAGGIO.................................................................................................................................... 52
4.0 − PREMESSA ................................................................................................................................ 52
4.1 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO ............................................................................................ 52
3
5 − INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI RICEVUTI. ............................ 54
5.0 − PREMESSA ................................................................................................................................ 54
5.1 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE INIZIALE.
OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI. .................................................................................................... 55
5.2 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE
INTERMEDIA. OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI. .......................................................................... 68
4
5
1 − PREMESSA.
Il principio della valutazione dei piani e dei programmi è stato introdotto, nella legislazione regionale
toscana, con la L.R. 49/99 “Norme in materia di programmazione regionale”, declinandolo nella forma
della Valutazione Integrata.
Si tratta del primo tentativo da parte del legislatore regionale di recepimento della direttiva comunitaria
42/2001/CE riguardante la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi, con l’obiettivo di
pervenire a uno sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione ed il coordinamento tra singole politiche
settoriali, a scala regionale.
La Valutazione Integrata è stata poi individuata, con la L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 – “Norme per il
governo del territorio”, come strumento/processo cui assoggettare l’intera filiera della pianificazione
territoriale ed urbanistica.
Ai sensi del Capo I del Titolo II della norma citata, gli enti locali adottano la propria disciplina
urbanistica “previa effettuazione di una valutazione integrata degli effetti territoriali, ambientali, sociali
ed economici e sulla salute umana”.
La Regione Toscana si è successivamente dotata, ai sensi della stessa L.R. 1/05, di un regolamento di
attuazione (DPGR 9 febbraio 2007, n. 4/R) che ha provveduto a completare il quadro normativo
regionale in materia, dettagliando articolazione, contenuti e modalità di attuazione della V.I., nell’alveo
della pianificazione territoriale ed urbanistica.
L’art. 4 del regolamento chiarisce la natura processuale della Valutazione Integrata che non
accompagna semplicemente l’elaborazione dei piani e dei programmi ma ne costituisce parte
integrante, indagandone preliminarmente coerenze interne ed esterne e ponderandone
complessivamente gli effetti attesi.
Tale processo comprende la condivisione e l’apertura del piano ad esso relativo, al contributo
partecipativo esterno, la valutazione ambientale ai sensi della Direttiva 2001/42/CE (VAS) nonché il
monitoraggio degli effetti prodotti ed indotti, condotto attraverso il ricorso ad indicatori predeterminati.
Trattandosi di un porcesso che affianca il procedimento di definizione di piani e programmi, la
valutazione si svolge in tre fasi - iniziale, intermedia e finale -, il cui svolgimento deve esaurirsi prima
dell’approvazione del piano/programma al fine di consentire l’esame di eventuali alternative, ma non si
esaurisce con il procedimento amministrativo in quanto trova diretta ed imprescindibile appendice nel
monitoraggio degli effetti sopra richiamato.
Nell’aprile 2006, è stato varato il D.Lgs. 152, cosiddetto “Codice dell’Ambiente” la cui Parte II è
rubricata “Procedure par la valutazione ambientale stategica (VAS), per la valutazione di impatto
ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC)”, le cui finalità specifica risulta
essere, tra l’altro, il recepimento e l’attuazione della già citata Dir. del Parlamento europeo e del
Consiglio 2001/42CE.
Tralasciando, in questa sede, le complicate vicissitudini che hanno accompagnato la gestazione ed i
numerosi problemi che ne hanno costellato la genesi, la norma nazionale è entrata definitivamente in
vigore il 13 febbraio 2008 nell forma novellata dal D.Lgs n. 4/2008; tale norma, che ha già conosciuto
6
un ulteriore aggiornamento nel giugno 2010 con il D.Lgs n. 128, ha resa manifesta la necessità di
adeguamento del quadro normativo regionale in materia.
Il processo di elaborazione di tale norma ha trovato una prima tappa nell’emanazione dell DGR n. 87
del 9 febbraio 2009 recante, nelle more della formulazione di una legge organica e puntuale, indirizzi
transitori per l’applicazione di VIA e VAS da parte degli enti locali, per approdare, il 12 febbraio 2010,
all’approvazione della L.R. n. 10, di recepimento della normativa nazionale e comunitaria nonché di
riordino e coordinamento della legislazione regionale in materia di valutazioni ambientali.
L’entrata in vigore della L.R. 10/10 pone all’attenzione degli amministratori locali e dei tecnici
pianificatori problemi di raccordo, ancorchè prevalentemente di natura procedurale piuttosto che di
merito e sostanziale, tra gli strumenti di valutazione previsti, dal quadro normativo regionale, nella
predisposizione degli strumenti e degli atti di governo del territorio.
Ai sensi dell’art. 38 della L.R. 10/10, ad un apposito ed emanando regolamento di attuazione è
demandato il coordinamento tra le procedure di VAS e di VI per la pianificazione territoriale, che
rimane, pertanto, a tutt’oggi materia in attesa di definizione e soluzione.
Tale quadro normativo costituisce lo sfondo per l’elaborazione della presente procedura di variante
generale al Piano Strutturale avviata con Delibera della Giunta Comunale n. 5 del 01.02.2011 che
approvava anche il documento preliminare di VAS con valore di fase iniziale della Valutazione
Integrata ex art.5 del DPGR 4/R/2007.
Tale documento è stato inoltrato ai soggetti istituzionali competenti in materia ambientale al fine di
riceverne pareri e contributi utili alla formulazione del Rapporto Ambientale e con successivi invii, la
fase consultiva e partecipativa è stata aperta anche al concorso delle amministrazioni comunali
confinanti e delle associazioni/comitati comunali e di quelle operanti, nel territorio comunale, con
finalità connesse alla gestione del territorio sotto i profili ambientali, paesaggistici e culturali.
Il contributo pervenuto ha trovato spazio nel documento illustrativo della fase intermedia di Valutazione
Integrata ai sensi dell’art. 7 del DPGR 4/R/2007, inviato agli stessi soggetti con prot. 994 del
24.01.2012, in cui coerentemente al dettato normativo oltre al documento di valutazione è stata messa
a disposizioni dei soggetti destinatari la proposta di variante al PS.
Nel frattempo, con Determinazione Dirigenziale n. 12 del 17.11.2011 è stata nominata Garante della
Comunicazione per l’intera gamma di procedimenti di pianificazione urbanistica e governo del territorio
ai sensi della L.R. 1/2005 del Comune di Collesalvetti, la Dott.ssa Annamaria MONDANI, notaio in
Collesalvetti.
La nomina di un soggetto autonomo ed esterno all’Ente conferma la politica inaugurata con la
redazione del Regolamento Urbanistico di individuare in un soggetto terzo un effettiva garanzia della
valorizzazione e della trasparenza dei procedimenti partecipativi a corredo della pianificazione
territoriale.
Il presente documento costituisce il Rapporto Ambientale del processo di Valutazione Ambientale
Strategica ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 e ss.mm.ii. e assume anche significato di Relazione
di Sintesi del processo di Valutazione Integrata ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007.
7
2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E
RELAZIONE DI SINTESI.
Il procedimento di VAS è ricompreso all’interno di quello previsto per l’elaborazione, l’adozione e
l’approvazione di piani e programmi ed, all’interno del procedimento di Valutazione Integrata ai sensi
del DPGR 4/R/2007, il processo di valutazione ambientale costituisce parte integrante del
procedimento ordinario di approvazione dei piani e programmi rientranti nell’ambito di applicazione
della normativa di riferimento.
Ai sensi dell’art. 8 della L.R. 10/2010 per i piani ed i programmi disciplinati dalla L.R. 1/2005, il rapporto
ambientale e la sintesi non tecnica vengono adottati contestualmente alla proposta di piano o
programma e la fase di consultazione viene effettuata contemporaneamente alle osservazioni al
piano/programma.
Ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 il rapporto ambientale è redatto dal soggetto proponente e
contiene le informazioni di cui all’Allegato 2 della stessa legge. Esso, in particolare contiene le
informazioni relative a:
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri
pertinenti piani o programmi;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione
del piano o del programma;
c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere
significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in
particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali
le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e
quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della
flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e
tipicità, di cui all’articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è
tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;
f) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione,
la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il
patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i
suddetti fattori; devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari,
cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli
eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata
effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o
difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle
informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali
significativi derivanti dall’attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare,
le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli
8
impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli
impatti e le misure correttive da adottare;
l) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
Il rapporto ambientale tiene conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali,
nonchè dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma; a tal fine, coerentemente con
le indicazioni normative vigenti si è fatto largamente ricorso ai dati ed alle informazioni contenute nel
sistema informativo regionale ambientale della Toscana (SIRA).
Per facilitare l’informazione e la partecipazione del pubblico, il rapporto ambientale è accompagnato da
una sintesi non tecnica che illustra con linguaggio non specialistico i contenuti del piano o programma
e del rapporto ambientale.
Come accennato il presente documento ha valore di Relazione di sintesi ai sensi dell’art. 10 del DPGR
4/R/2007; tale relazione costituisce il documento che descrive tutte le fasi del processo di valutazione
svolte in corrispondenza con l'attività di elaborazione degli strumenti della pianificazione territoriale o
degli atti di governo del territorio e comprende:
a) i risultati delle valutazioni territoriali, ambientali, sociali ed economiche e sulla salute umana, la
verifica di fattibilità e di coerenza interna ed esterna;
b) la motivazione delle scelte fra soluzioni diverse o alternative, ove sussistenti;
c) la definizione del sistema di monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento della
pianificazione territoriale o dell'atto di governo del territorio e alla valutazione del processo di
attuazione e di realizzazione delle azioni programmate;
d) il rapporto ambientale contenente le informazioni di cui all'allegato 1 della Dir. 2001/42/CE.
Ai sensi della stessa disposizione normativa, al momento dell'adozione degli atti deliberativi i
competenti organi dell'amministrazione esaminano distintamente gli esiti del processo di valutazione
integrata e gli esiti della valutazione ambientale e ne tengono conto ai fini della decisione.
La relazione di sintesi è allegata agli atti da adottare ai sensi dell'articolo 16, comma 3, della L.R. n.
1/2005.
In vacanza della prevista norma regolamentare di raccordo e di coordinamento tra i singoli
procedimenti valutativi, il presente documento rappresenta il tentativo di dare unica e sintetica
rappresentazione dei contenuti e delle verifiche che hanno accompagnato la predisposizione della
proposta di variante generale normativa al PS del Comune di Collesalvetti.
9
3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
COMUNALE 2005: RAPPORTO DI VALUTAZIONE
3.0 − PREMESSA
Con Deliberazione n. 5 del 01.02.2011, la Giunta Municipale ha dato l’avvio del procedimento della
Variante generale al Piano Strutturale vigente approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio
2005 con la Delibera n. 81.
La Variante al Piano Strutturale si è resa necessaria a seguito della rilevata esigenza di procedere alla
redazione di una Variante di monitoraggio e gestione del Regolamento Urbanistico vigente a sua volta
tesa a precisare, puntualizzare e chiarire lo spirito e il contenuto delle norme approvate che, per vari
motivi, non sono riuscite a produrre gli effetti auspicati nonché, più banalmente, a correggere eventuali
errori materiali ancora presenti nell’articolato normativo e negli elaborati cartografici. La variante al R.U.
risulta infine finalizzata alla rimodulazione di alcune misure e disposizioni approvate al fine di
riallinearne i contenuti ad eventuali normative sopraggiunte e/o di ricalibrarne l’efficacia e la funzionalità
operativa.
In tale occasione sono emerse con chiarezza sia alcune problematiche connesse all’attuazione dello
strumento urbanistico approvato nel 2005, sia i limiti costitutivi dello stesso che ne hanno suggerito il
ripensamento e la revisione dando corso alla presente variante.
Il Piano Strutturale del Comune di Collesalvetti, adottato nella vigenza della L.R. 5/95 ed approvato in
data successiva all’emanazione della nuova legge regionale sul governo del Territorio (L.R. 1/2005), è
frutto di una stagione di pianificazione che risente della revisione normativa intercorsa e soprattutto
delle scadenze che essa determinava circa l’adozione di uno strumento di pianificazione per le
amministrazioni che fossero unicamente dotate di tradizionali Piani Regolatori Generali.
In fase di elaborazione del vigente P.S., pertanto, maturò la scelta di articolare il nuovo strumento
reiterando sostanzialmente l’impianto normativo e previsionale previgente, ormai consolidatosi nel
corso degli anni, demandando sostanzialmente le nuove previsioni strategiche e di sviluppo ad una
serie di disposizioni normative e prescrittive rese direttamente operative dal nuovo strumento.
Alla luce di quanto esposto, il P.S. ha rinsaldato alcune linee e strategie di assetto territoriale della
disciplina previgente.
Il conseguente Regolamento Urbanistico ha risentito in maniera significativa delle previsioni di
immediata efficacia sopra accennate, inerenti principalmente alla localizzazione dei Piani di
Lottizzazione e delle aree di riqualificazione urbana, nonché all’individuazione di specifici interventi di
trasformazione territoriale, quali il recupero dell’Ex Cinema Odeon e la realizzazione del Campus di
Villa Carmignani a Collesalvetti, la previsione del Parco a Servizi e del Nuovo Parco Industriale nelle
aree poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline ad ovest di Guasticce o il cossiddetto “Parco
Commerciale” di Stagno.
3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE
Il documento di avvio del procedimento di variante al PS illustra i principali contenuti della proposta di
modifica allo strumento di pianificazione.
Il P.S. attualmente vigente ha consolidato alcune linee e strategie di assetto territoriale del previgente
P.R.G.. La variante al Piano Strutturale, non alterando i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno
prodotto né l’impianto strategico-territoriale complessivo sotteso dallo strumento vigente, prevede
10
sostanzialmente, di creare le condizioni di maggiore dinamismo e flessibilità determinando nei fatti la
reale attuazione e realizzazione degli interventi ipotizzati ed il raggiungimento degli obiettivi dati per i
singoli ambiti di riferimento e per il conseguimento dell’armonico e sostenibile sviluppo complessivo
dell’intero territorio comunale.
In tale chiave la mancata attuazione di tali previsioni, a partire dal maggio 2005, data di approvazione
del Piano Strutturale, costituisce per la comunità di Collesalvetti e per l’Amministrazione che la
rappresenta un danno ed un impedimento al raggiungimento degli obiettivi di qualità della vita e
dell’offerta terriitoriale ed insediativa che ne avevano determinato l’adozione.
A tale fine si prevede lo stralcio dell’insieme di disposizioni rese di immediata efficacia dallo strumento
con particolare riferimento alle schede allegate alle NN.TT.A. del P.S. di seguito indicate:
−
−
−
−
−
RILOCALIZZAZIONE INTERPORTO: previsione di cui all’allegato A alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale, che comportava sostanzialmente la traslazione verso nord del comparto logistico
dell’Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” in funzione dei programmi di messa in sicurezza e
navigabilità del Canale Scolmatore dell’Arno; la previsione risulta già attuata e pertanto si
intende procedere unicamente allo stralcio della stessa dal corpo normativo del vigente P.S.;
NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A.
del Piano Strutturale, che comportava la realizzazione di un Piano di Lottizzazione con
destinazione produttiva nelle aree rese disponibili dalla traslazione verso nord del perimetro
dell’Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” e poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline, è stata
interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al
Regolamento Urbanistico;
PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale, che consente la realizzazione di un Piano di Lottizzazione finalizzata
all’arricchimento delle dotazioni di servizi e attività terziarie da porre sul margine occidentale
dell’abitato di Guasticce creando al contempo una fascia di separazione e salvaguardia dalle
aree produttive e logistiche, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6
– Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico;
CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: previsione di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale consente la realizzazione di un intervento destinato ad attività di tipo congressualeconvegnistico, formativo e culturale, con particolare riguardo al mondo delle professioni,
integrate da destinazioni e funzioni ricettive, con specifico richiamo al turismo congressuale.
L’inerzia nell’attuazione degli interventi di rifunzionalizzazione della Villa Carmignani ha spinto
l’A.C. a verificare se e quali elementi e parametri progettuali possano costituire un impedimento
alla loro realizzazione, disponendo lo stralcio della scheda dal P.S..
RECUPERO EX CINEMA ODEON: il recupero del complesso dell’ex Cinema Odeon reso
direttamente efficace con l’allegato E alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (il cui contenuto è
stato integralmente trasposto nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti
dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) ha conosciuto, nel corso dell’ultimo quinquennio
vicende alterne, che hanno determinato, anche in questo caso la sostanziale inerzia delle
iniziative private per l’insostenibilità economico-finanziaria degli interventi previsti. Nel corso
degli anni lo stato di degrado dell’area si è aggravato con ripercussioni sul decoro dell’abitato, la
salubrità e la sicurezza delle aree adiacenti; al fine pertanto di agevolare e accelerare il
processo di recupero e di riqualificazione di un’area così organica al centro storico e vitale del
capoluogo, l’A.C., prevede lo stralcio dell’allegato al P.S. sopra citato e la rimodulazione dei
contenuti prescrittivi della scheda normativa di R.U., senza incremento del carico urbanistico e
delle volumetrie esistenti.
Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di
fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati conferendogli allo scopo in necessari margini di
11
flessibilità, la variante al Piano Strutturale si sostanzia inoltre della volontà di ampliare la gamma di
funzioni ammesse nell’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore (e segnatamente nel comparto logistico strategico
costituito dall’area interportuale) contemplando anche quelle di natura artigianale e industriale,
conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali.
La proposta di variante prevede, per gli specifici interventi già individuati come strategici
dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, l’introduzione
di una norma che consenta l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività
indipendentemente dalle U.T.O.E. di riferimento senza alterazione dei limiti di sostenibilità territoriale
globalmente indicati.
Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n.
7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti,
oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento
Urbanistico; e pertanto il livello di dettaglio e di affidabilità degli elaborati dello strumento generale
appare, ad oggi, ampiamente superata, pur necessitando, nel corso dell’elaborazione della variante di
R.U., delle necessarie verifiche di sussistenza dei singoli aspetti e delle singole limitazioni.
Il complesso delle modifiche proposte non appare suscettibile di produrre rilevanti impatti sull’ambiente
insediativo e rurale del territorio e sul loro paesaggio né effetti particolarmente significativi rispetto a
quelli già analizzati nel rapporto generale di valutazione integrata redatto in occasione della
predisposizione del vigente R.U..
Nell’insieme si prevede possano verificarsi limitati consumi aggiuntivi di risorse naturali a causa della
possibilità di attingimento dei dimensionamenti residui, del tutto funzionali, comunque, al
conseguimento degli obiettivi di riqualificazione generale del paesaggio e delle sue dotazioni territoriali.
3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE
La presente variante non presuppone alcun approfondimento di quadri conoscitivi specifici di
riferimento che non siano già stati oggetto di studio in occasione della redazione del P.S. vigente o in
sede di elaborazione del conseguente Regolamento Urbanistico.
In sede di valutazione integrata iniziale/documento preliminare di VAS, è pervenuta, quale contributo
istruttorio e partecipativo da parte della Regione Toscana, la raccomandazione che l’approfondimento
al regime vincolistico effettuata in occasione della redazione del Regolamento Urbanistico, venga a
costituire parte fondamentale del quadro conoscitivo della presente variante.
Resta pertanto da intendersi che il nuovo quadro d’insieme della disciplina vincolistica operante sul
territorio comunale illustrata e meglio chiarita negli elaborati grafici di RU distinti come Tavv. 9 riquadri
a), b) e c) “Carta dei Vincoli”, ad oggi vigente, costuisce base di riferimento e quadro conoscitivo del
presente procedimento.
Rileva a tale fine precisare come il RU sia stato approvato nell’aprile 2009 e pertanto non tenga conto
dell’integrazione al Pit per la disciplina paesaggistica adottata con deliberazione del Consiglio
Regionale n. 32 del 16 giugno 2009.
Il monitoraggio condotto nella vigenza del RU e tuttora in corso, ha consentito di implementare il
regime vincolistico nel territorio di Collesalvetti, soprattutto in relazione ai vincoli paesaggistici ex lege
(per es: aree di rispetto lacustre, aree di rispetto delle acque pubbliche, aree boscate, etc.), oggi
ricompresi nel citato Piano di Indirizzo Territoriale regionale, redatto di concerto con il Ministero dei
Beni Culturali e che determineranno, al fine di non ingenerare possibili ambiguità di lettura e di
interpretazione, lo stralcio delle ormai superate tavole dei vincoli di Piano Strutturale, ed il prossimo e
12
compiuto aggiornamento di quelle di Regolamento Urbanistico nel corso della variante di monitoraggio
e gestione, attualmente in fase di elaborazione.
In riferimento alla definizione degli specifici obiettivi, si rileva che la presente variante al Piano
Strutturale è improntata al superamento di incongruità riscontrate nel corpo normativo e cartografico,
durante il periodo di vigenza dello strumento ed al conferimento di una maggiore flessibilità allo stesso
strumento che agevoli una più probabile e pronta attuazione delle previsioni e delle misure ivi disposte.
Anche in tale chiave si inquadra la necessità di provvedere ad una modifica parziale dello strumento
che pur incidendo in modo marginale nell’impalcato generale del Piano, ne faccia comunque salvi
obiettivi, dimensionamenti complessivi, quadri conoscitivi di riferimento e strategie.
Nell’ambito della definizione di tale obiettivo generale che impronta la presente variante al PS, le
misure disposte al fine di perseguirne il raggiungimento consistono nello stralcio delle “prescrizioni di
immediata efficacia” per ogni singola UTOE, nonché nello stralcio delle schede normative in allegato
alle NN.TT.A..
Tali misure si rendono necessarie in quanto, a seguito dell’avvenuto recepimento delle previsioni
nell’ambito del Regolamento Urbanistico 2008-2009, si è in presenza di una duplicazione non
necessaria delle stesse.
L’inserimento di tali previsioni all’interno del PS, pur nell’ambito delle finalità comunque delineate dallo
strumento, aggraverebbe, peraltro, il possibile ricorso all’istituto della variante alla pianificazione
operativa, depotenziandone le facoltà di ripensamento e di revisione.
D’altro canto appare di chiara evidenza come il semplice inserimento nel RU delle citate previsioni,
consentirebbe appunto all’A.C., muovendosi in coerenza con le finalità del Piano Strutturale, di
approntare percorsi differenti e più agevoli, capaci di garantirne appunto il raggiungimento e, al
contempo, consentire il perseguimento degli interessi pubblici che ne hanno motivato l’introduzione.
Ulteriore e significativa azione messa in campo dalla presente variante, al fine di conferire maggiore
flessibilità e possibilità di concreta attuazione delle strategie complessive di governo del territorio,
consiste nella modifica all’Art. 13 – Il Dimensionamento del Piano Strutturale delle NN.TT.A., in
riferimento all’introduzione, mediante ricorso ad apposita variante al RU, di possibili deroghe al prelievo
del residuo di dimensionamento per singola funzione e classe di attività, indipendentemente dall’UTOE
di riferimento nei casi di Piani per l’edilizia economica e popolare, Piani per gli insediamenti produttivi,
Piani di recupero del patrimonio edilizio, Programmi complessi di riqualificazione insediativa, Piani
complessi d’intervento, nonché Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005
come da ultimo novellata con la L.R. 40/2011, qualora tali interventi contribuiscano a precisare e
completare il quadro previsionale strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento
degli obiettivi da esso definiti per ogni singolo ambito territoriale.
Resta da menzionare la sopra accennata indicazione di stralcio delle tavv. n. 7 Carta dei Vincoli,
riquadri a), b) e c), di Piano Strutturale al fine di garantire maggiore chiarezza operativa alla disciplina
delle limitazioni che ha trovato compiuta definizione in sede di approvazione del vigente Regolamento
Urbanistico.
3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ.
L’oggetto del presente paragrafo è, come brevemente accennato, il “tema” della presente variante; le
misure che essa introduce, rappresentano infatti, nel loro complesso, il primo tentativo
dell’Amministrazione di dotarsi di uno strumento che, pur confermando l’impianto generale, le sue
coerenze, e la sua sostenibilità territoriale ed ambientale di massima, assuma carattere di maggiore
flessibilità e dinamismo, con lo scopo ultimo di moltiplicare le probabilità di concreta attuazione delle
azioni previste e, soprattutto, il raggiungimento delle finalità stabilite.
13
In tale chiave resta inteso che la concreta attuazione del quadro previsionale strategico definito dallo
strumento urbanistico generale rimane comunque subordinato al completamento della revisione alla
disciplina urbanistica attuativa, attualmente in corso ed alla libera iniziativa privata cui è demandato
l’impulso per l’attivazione delle principali trasformazioni urbanistiche e territoriali.
3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA.
I lineamenti che hanno determinato la necessità della presente variante appaiono in piena coerenza
con la disciplina urbanistica e territoriale vigente e con le finalità generali e specifiche che ne hanno
improntato la definizione; la variante al P.S., così come quella concomitante al R.U., è stata avviata
proprio al fine di dare compiuta attuazione all’insieme di previsioni, sia quelle complessive che quelle
precisate e determinate per ogni singolo ambito territoriale, attualmente vigenti nel panorama della
pianificazione urbanistica comunale.
I risultati attesi per le azioni già diffusamente illustrate, coerentemente con gli obiettivi tratteggiati, sono
quelli relativi al conferimento di maggiore versatilità e maggiore possibilità di concreta realizzazione
delle misure e delle previsioni individuate nella strumentazione urbanistica.
3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA.
Stante la sua natura prevalentemente normativa e la non conformatività delle modifiche proposte, le
misure previste nella presente variante, non mostrano profili di incoerenza con il PIT, con il PTC della
provincia di Livorno e con altri atti pianificazione territoriale e/o di programmazione di settore.
Come evidenziato in occasione della predisposizione del documento di Avvio del Procedimento, la
presente variante si pone l’obiettivo di “completare” il PS vigente al fine di agevolare l’effettivo
compimento del quadro previsionale strategico in esso delineato.
L’esigenza di procedere alla variante di PS è infatti emersa in maniera significativamente rilevante nel
corso del monitoraggio al vigente RU di cui si elabora, parallelamente, la rispettiva variante di gestione
all’identico scopo di agevolare l’attuazione delle misure ivi previste e di raggiungere gli obiettivi in esso
“travasati” dal PS.
Non è pertanto nelle intenzioni dell’A.C., stante la riconferma del quadro statutario, previsionale e
strategico sottesi dallo strumento di pianificazione, e stante la necessità di procedere nel più breve
tempo possibile alla predisposizione delle misure correttive al Piano, procedere alla “riscrittura” del
dimensionamento vigente. L’”incoerenza” con le disposizioni regolamentari regionali si sostanzia,
pertanto, della profonda e radicata coerenza con l’impianto della pianificazione territoriale ancora
vigente, cui la presente variante intende fornire rinnovato impulso.
3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE.
In riferimento alle possibili soluzioni alternative vagliate, si precisa relativamente allo stralcio delle
disposizioni di immediata efficacia e delle schede normative-allegato non si sono prese in
considerazione ipotesi ulteriori e diverse, in quanto misure già recepite nel Regolamento Urbanistico, e
pertanto superflue e ridondanti, oltre che improprie in sede di pianificazione strategica, per la marcata
natura conformativa che le caratterizza.
Relativamente allo stralcio della carta dei vincoli di PS, l’unica differente opzione contemplata è stata la
conservazione degli elaborati tal quali; a seguito di approfondite valutazioni, tale eventalità è stata
14
scartata in quanto passibile di determinare possibili confusioni ed incertezze applicative per la
contemporanea vigenza delle analoghe tavole di RU. In tale chiave si è ritenuto di garantire maggiore
certezza normativa al pubblico interessato ed agli operatori conservando la disciplina più aggiornata ed
approfondita, nelle more dell’ulteriore successivo adeguamento in materia di tutela paesaggistica, in
coerenza e recepimento dell’integrazione al PIT quale piano paesistico regionale.
Da ultimo rileva precisare che più ampia è stata la gamma di opzioni valutate in riferimento
all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro
conoscitivo, consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento
limitatamente alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente
riguardato l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul
territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo,
nonché la cosiddetta “opzione zero”.
Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto
rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con
l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità per come
emerse nel corso del monitoraggio condotto sull’attuazione del RU, nonché inconciliabile con le finalità
della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio al Regolamento
Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con lo scopo ultimo di
consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in campo dalla
pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa, senza
compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti territoriali.
3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE.
In via generale le risorse potenzialmente interessate dalla eventuale attuazione della precisazione e
della revisione al quadro previsionale e strategico definito dalla presente variante sono di seguito
individuate:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Acqua;
Suolo e sottosuolo;
Energia;
Aria;
Rifiuti;
Natura e biodiversità;
Radiazioni non ionizzanti;
Paesaggio e cittadinanza.
Per ogni risorsa sopra indicata sono stati individuati indicatori in grado di quantificare l’impatto del
piano sulla risorsa sia di dare informazioni sullo stato attuale dell’ambiente interessato:
RISORSE
INDICATORI
Consumi idrici domestici
Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli)
Quantità di acqua erogata
ACQUA
Popolazione servita dall’acquedotto
Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso
Perdite alla rete idrica
Caratteristiche della rete idrica
Popolazione servita dalla pubblica fognatura
15
Popolazione servita da impianti di depurazione
Potenzialità degli impianti di depurazione
Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi
Consistenza e qualità della rete fognaria
Possibilità allaccio
Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente
Vulnerabilità della falda
Consumo di suolo
Superficie di suolo reso impermeabile
Permeabilità
SUOLO
Geomorfologia
Acclività
Rischio geologico
Rischio idraulico
Reticolo idrografico
Siti da bonificare
Sito di interesse nazionale
Consumi energetici; gas ed energia elettrica
ENERGIA
Fabbisogni di energia
Produzione di energia da fonti rinnovabili
Sistemi di gestione dei consumi pubblici
Qualità dell’aria
Emissioni da traffico veicolare
ARIA
Emissioni di origine civile
Livello di inquinamento acustico
Flussi di traffico
Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale
Sistema di raccolta
Produzione di rifiuti pro capite
RIFIUTI
Percentuale di raccolta differenziata
Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici
Quantità di rifiuti avviata a recupero
Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive
Estensione delle aree verdi per tipologia
NATURA E
BIODIVERSITÀ
Aree naturali protette
Siti di Importanza Regionale/Comunitaria
ANPIL
RADIAZIONI NON
IONIZZANTI
Presenza di SRB e RTV
Linee elettriche
Distanze di sicurezza
Visuali e sfondi paesaggistici
Frammantazione territorio rurale
Grado di naturalità
PAESAGGIO E
CITTADINANZA
Beni storico-culturali
Vincoli paesaggistici
Invarianti
Valori paesaggistici/architettonici introdotti
Dotazioni territoriali e di servizi
16
Qualità della vita
Mobilità e accessibilità
Salute e sicurezza
3.7.1 − COMPONENTE ACQUA.
In Toscana, la gestione del servizio idrico integrato è strutturata, secondo la legge Galli, in sei Ambiti
Territoriali Ottimali (ATO), all'interno di ognuno dei quali la gestione è affidata ad un Gestore Unico.
All’interno di tale schema e di tale strutturazione generale, l’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 5
– Toscana Costa esercita la titolarità del Servizio Idrico del Comune di Collesalvetti, laddove la
gestione del Servizio Idrico Integrato è affidata alla Soc. ASA (Azienda Servizi Ambientali) S.p.A.
3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO1.
Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti idriche di adduzione e distribuzione hanno uno sviluppo complessivo
di circa 2.284 km.
I principali sistemi acquedottistici sovracomunali sono l’Acquedotto Anello, l’Acquedotto di LivornoCollesalvetti, l’Acquedotto Carlina, l’Acquedotto Puretta e lo schema della Dorsale nell’Isola d’Elba.
Il sistema acquedottistico di Livorno-Collesalvetti è alimentato dai 3 campi pozzi di Mortaiolo, Filettole e
Paduletto e dalle sorgenti ubicate nelle aree di Colognole, La Chiesina e La Terrazza. Il sistema riceve
risorsa dagli schemi del comune di S. Alessio (LU) e dal comune di Collesalvetti.
Per Collesalvetti il sistema acquedottistico si compone di due schemi separati che complessivamente
contano quasi 30 km di condotte adduttrici: l’acquedotto di Collesalvetti, alimentato dal campo pozzi di
Mortaiolo, e l’acquedotto di Colognole, alimentato dalle sorgenti dell’omonima zona e collegato alla rete
di Livorno. Il volume complessivo degli accumuli è pari a 665 mc.
Per quanto riguarda le caratteristiche delle acque distribuite non si evidenziano particolari problemi, a
parte la presenza di ferro e manganese nelle acque provenienti dalla falda di Mortaiolo.
La concentrazione di questi due inquinanti viene comunque abbattuta nell’impianto di potabilizzazione
a valle del campo pozzi, prima dell’immissione nella rete di distribuzione.
In base ai dati disponibili sono stati individuati sei ”domini idrogeologici” geograficamente distinti.
Ciascun Dominio comprende una o più Unità Acquifere d’interesse acquedottistico, per un totale di 17
Unità.
L’Unità denominata COLLINE PISANO – LIVORNESI E PEDECOLLINARE DI COLLESALVETTI,
comprende le seguenti Unità permeabili per fratturazione:
1. Ofioliti del Gabbro
2. Flysch calcareo di Santa Luce
3. Ofioliti di Castellina – Riparbella
e la seguente Unità permeabile per porosità:
4. Acquifero di Mortaiolo
Relativamente al Comune di Collesalvetti rileva ripercorrere la descrizione che il Piano d’Ambito riporta
per le Unità degli “Ofioliti del Gabbro” e dell’”Acquifero multistrato di Mortaiolo”.
1
Descrizione e dati desunti dal documento denominato Elementi ambientali significativi e stato dell'ambiente allegato al
Quadro Conoscitivo del Regolamento Urbanistico vigente del Comune di Collesalvetti, dal Piano di Ambito approvato
dall’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 5 – Toscana Costa e dal Bilancio Socio Ambientale 2010 del Gestore del SII
reperibili nei rispettivi siti internet ai seguenti link: http://www.ato5acqua.toscana.it/Piano%20d'Ambito.htm; e
http://www.asaspa.it/asa/page/bilancio-socio-ambientale.php?linksPagina=55&idMenuSpec=117&idMenu=9.
17
L’approvvigionamento dalla prima unità ammonta attualmente a circa 9,0 l/s provenienti dalle Sorgenti
di Colognole (versante pisano) e dalle sorgenti Bucafonda (versante livornese). Di questi 9,0 l/s solo
2,0 l/s servono all’approvvigionamento di utenze dell’ATO 5 mentre la parte restante approvvigiona
Comuni esterni all’ATO. La disponibilità residua di risorsa ammonta a circa 2,0 l/s che costituisce la
differenza fra ricarica e portata sorgiva, che probabilmente si disperde in troppo pieno invernale.
L’Autorità d’ambito stima tale unità priva di interesse quantitativo per sviluppi futuri, benchè riesca a
garantire una buona qualità di acqua sul versante pisano, e comunque discreta su quello livornese a
causa della presenza di magnesio e manganese.
Dall’acquifero di Mortaiolo vengono attinti 177,0 l/s per uso acquedottistico di cui il 90% serve
all’approvvigionamento del comune di Livorno ed il resto serve il comune di Collesalvetti.
Le disponibilità residue sono stimate in 70,0 l/s circa provenienti eventualmente dal migliore
sfruttamento delle risorse del campo pozzi di Mortaiolo (aventi profondità tra 25 e 40 mt), che secondo
le indicazione del Piano d’Ambito dovrebbero essere utilizzate a copertura del deficit di risorsa del
Comune di Collesalvetti. La sostanziale buona qualità dell’acqua è caratterizzata dalla presenza di
magnesio e ferro.
Acquedotto Livorno - Collesalvetti2
Nel campo di Mortaiolo 35 pozzi prelevano, a profondità variabile tra 40 e 190 metri, circa 4,7 milioni di
mc/anno d’acqua da due falde presenti nei sedimenti grossolani del paleoalveo dell’Arno e del Serchio
(quando questo fiume scorreva nell’attuale valle del Bientina e confluiva in Arno in prossimità di
Calcinaia) e nei sedimenti sabbiosi del pleistocene inferiore.
La rete idrica ha uno sviluppo di 424 km, convoglia annualmente alla città di Livorno e sua periferia
circa 17 milioni di mc d’acqua con una media, nel 2006, di 46.700 mc/giorno, mentre, relativamente al
Comune di Collesalvetti (comprendente le frazioni di Vicarello, Guasticce, Nugola, Castell’Anselmo e
Villaggio Emilio), i volumi erogati per l’anno 2006 sono pari a 1.378.140 mc, con una media giornaliera
di 3.775 mc. Le acque che approvvigionano Livorno provengono per il 40% da Vecchiano, per il 19%
da Collesalvetti e per il 41% da Lucca, per soddisfare una domanda idrica nell’ordine di circa 600
litri/secondo, con punte massime sino a circa 800 litri/secondo.
Trattamento delle acque: la disinfezione avviene quasi esclusivamente con impianti di dosaggio di
ipoclorito, mentre a Mortaiolo è in servizio un impianto di deferromanganizzazione che nel 2006 ha
trattato 4,5 milioni di mc d’acqua.
Acquedotto di Colognole Sorgenti3
A nord delle pendici del monte Maggiore, nella zona livornese, si trovano le sorgenti di Colognole, le
cui acque nell’ 800 venivano fruite dalla città tramite l’acquedotto Leopoldino. Oggi queste acque
servono alcune frazioni del comune di Collesalvetti.
L’acquedotto di Colognole Sorgenti (70,5 Km), è costituito da n° 13 sorgenti. L’acqua scorre in rocce
della serie ofiolitica. Attraverso il suddetto acquedotto, ASA SpA riesce a servire i paesi collinari di
Colognole, Parrana S. Giusto, Parrana S. Martino e la frazione della Valle Benedetta. I volumi erogati
ammontano annualmente a 200.000 mc con una media di 547 mc/giorno. La frazione di Colognole
Paese è servita da alcune sorgenti che si trovano lungo la valle del botro Savolano (circa 25.000
mc/anno). Presso quest’impianto è stato avviato un sistema filtrante automatizzato per l’abbattimento
della torbidità che si manifestava in occasione di forti precipitazioni atmosferiche.
Trattamento delle acque: disinfezione con ipoclorito di sodio.
Acquedotto industriale di Livorno4
La costruzione dell’acquedotto industriale è cominciata negli anni ‘40 ad opera degli americani.
All’origine il sistema acquedottistico aveva funzione bivalente: potabile ed industriale. La scelta
Fonte BSA 2010 del Gestore del Servizio Idrico Integrato – ASA SpA.
Ibidem
4
Ibidem
2
3
18
dell’emissario del Bientina quale fonte di approvvigionamento fu condizionata dall’obbligo di garantire
una adeguata portata all’utenza. La portata propria del canale era infatti integrata da un quantitativo
d’acqua prelevato dall’Arno tramite n. 5 sifoni, in località San Giovanni alla Vena, da tempo non più
funzionanti a causa dell’elevato inquinamento del fiume.
Con la dismissione dell’impianto di potabilizzazione di Stagno, avvenuta alla fine degli anni ‘50, il
sistema è stato dedicato al solo utilizzo industriale ed attualmente è gestito da ASA SpA.
Il prelievo di acqua dall’emissario del Bientina avviene tramite due derivazioni ad altezza diversa
distanti circa 1,7 Km l’una dall’altra.
L’acqua captata da entrambe le opere di presa è convogliata nella Fossa Morta, che ha la funzione di
punto di accumulo e sedimentazione, da qui attraversa il canale industriale ed arriva alla centrale di
Biscottino.
Dalla centrale viene rilanciata con una prevalenza di circa 5 m, che serve a superare il dislivello offerto
dal ponte canale sullo scolmatore d’Arno; all’arrivo alla centrale dei Tre Ponti l’acqua è accumulata in
una vasca e da qui è rilanciata nella rete di distribuzione gestita da ASA SpA.
Qui le acque sono prelevate in aspirazione dalla Società ENI Power e, con un moderno impianto
costituito da PLC e Inverter, spinte nella rete dell’Acqua Industriale.
L’acquedotto garantisce la fornitura continuativa di circa 500 mc/ora alle indu-strie della zona nord di
Livorno dei quali il 50% per la raffineria Agip Plas di Stagno (Collesalvetti).
Nel 2010 ASA SpA ha distribuito 6.020.100 mc di acqua industriale (+ 163.663 mc rispetto al 2009) di
cui 3.671.739 ad ENIPOWER e 2.349.361 (ossia, il resto) alle altre utenze industriali.
Relativamente alle risorse prelevate e distribuite si riporta di seguito l’estratto dei dati forniti da ASA
SpA nell’ambito del Bilancio Socio Ambientale 2010 riferiti al territorio comunale.
ANNO 2010 (mc)
Comune
Volume acqua
prelevata da
ASA SpA
Volume acquistato da
altri sistemi di
acquedotto
Volume
consegnato ad altri
sistemi di
acquedotto
Volume immesso
nella rete
primaria
Volume distribuito (prelevatoceduto+acquistato) al netto delle
perdite nella rete primaria
Collesalvetti
1.521.997
//
10.000
1.511.997
1.368.637
Nella stessa sede il Gestore del SII illustra i dati relativi ai consumi idrici: la capillarità del servizio di
distribuzione nel territorio gestito è stabile sul 99% dell'utenza potenziale. I dati resi disponibili da ASA
SpA in forma aggregata per l’intero ambito territoriale di competenza, evidenziano come il numero
totale delle unità alloggiative equivalenti è pari a 232.360 (+2.502 unità rispetto al 2009), includendo le
diverse tipologie di clientela (domestica, non domestica, uso organizzazioni volontariato, uso pubblico
e alleva-mento, uso comuni consorziati, scarichi industriali). ASA SpA è contrattualmente impegnata ad
assicurare alle utenze domestiche una dotazione unitaria giornaliera alla consegna non inferiore a 150
litri/abitante, con una portata minima non inferiore a 0,10 litri/secondo per ogni unità abitativa. Per il
servizio idrico integrato è stato fatturato, quale volume di competenza 2010, un totale pari a 27.539.743
mc, mentre nel 2009 è stato fatturato un volume pari a 27.445.707 mc.
Nel 2010 il consumo annuale dell’utenza “domestica”, tenendo presente che la medesima è costituita
da 203.300 unità alloggiative distribuite tra uso domestico residente, domestico non residente e deboli,
ammonta a 19.817.848 mc. Considerando che ogni unità alloggiativa rappresenta la famiglia media
composta da 2,3 membri (dato medio ATO, fonte Istat), possiamo stimare un uso pro-capite giornaliero
di circa 115,82 litri (litri 140,352 nel 2009). Nel 2010 il consumo annuale per utenza globale (tutte le
tipologie di utilizzo), composta da 232.360 unità alloggiative, ammonta a 27.539.743 mc, per un
consumo pro-capite giornaliero di 141,18 litri (142,23 litri nel 2009).
19
Interpolando i dati disponibili relativi al territorio comunale si può altresì dire che il consumo giornaliero
pro-capite dei 16.919 residenti nell’anno 2010 è stato pari a 221,62 litri giornalieri. Tale dato è
comunque da ponderarsi in ragione del fatto che omologa i dati relativi alle forniture domestiche a
quelle non domestiche di cui non è disponibile il dettaglio.
Relativamente alla tutela della qualità delle acque destinate al consumo umano ASA SpA ha condotto
una capillare campagna di verifiche, condotte secondo i sistemi di controllo della qualità secondo la
norma UNI EN ISO 9001:2000, su un numero totale di campioni di acqua erogata prelevati ed
analizzati è pari a 10.649.
Tale attività di raccolta sistematica dei dati analitici rilevati nei punti di prelievo ubicati lungo la rete di
distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano, determina la redazione, con cadenza trimestrale
del documento "Qualità delle Acque Potabili distribuite da ASA SpA" del quale si riporta di seguito
l’estratto relativo al comune di Collesalvetti per l’anno 2010. La normativa vigente stabilisce i requisiti
minimi di qualità di un’acqua definita potabile e sono previste ben precise modalità di prelievo,
distribuzione ed erogazione. Le acque destinate al consumo umano non devono quindi contenere
“microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un
potenziale pericolo per la salute umana”.
È quindi importante proteggere l’acqua, non solo all’origine, ma anche durante la sua distribuzione in
rete, mantenendo in efficienza gli impianti di trattamento, rinnovando le strutture ed effettuando un
monitoraggio continuo ed accurato. Le analisi sulle fonti di approvvigionamento e sulla rete di
distribuzione vengono effettuate nel rispetto del D.Lgs. 31/01 “Qualità delle acque destinate al
consumo umano”. Le acque si dividono in acque gregge (pozzi, sorgenti, acque superficiali) e acque
potabilizzate immesse in distribuzione. ASA SpA effettua inoltre regolarmente controlli su tutti gli
impianti di potabilizzazione delle acque.
Rileva da ultimo segnalare l’azione messa in campo dall’A.C. in sinergia con il gestore del Servizio
Idrico Integrato di realizzazione di fontanelle pubbliche di erogazione di acqua ad Alta Qualità nei centri
abitati di Collesalvetti, Vicarello e Guasticce.
Tale politica che trova la sua principale declinazione in materia di tutela ambientale nella riduzione di
emissioni in atmosfera in ordine all’abbattimento di consumi di materie plastiche, ha trovato significativo
riscontro nella popolazione comunale determinando la scelta di proseguire sul solco tracciato e di
programmare la relaizzazione e l’installazione di un analogo impianto anche all’interno del centro
abitato di Stagno.
Etichetta qualità dell’acqua Collesalvetti – Anno 2010
fonte Bilancio Socio Ambientale 2012 di ASA SpA.
20
3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE.
Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti fognarie (nera + mista) hanno uno sviluppo complessivo nei 33
comuni dell’ambito di circa 1.129 km.
Tranne limitati esempi e brevi porzioni della rete (localizzate essenzialmente in frazione Vicarello) la
rete fognaria di acque reflue urbane in carico al gestore del servizio idrico integrato è di tipo separato e
recapita il refluo in impianti di depurazione pubblici.
I centri abitati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno ed in parte anche quello di Nugola sono
serviti da impianti di depurazione secondo lo schema di seguito riportato.
Dotazione servizio di smaltimento reflui in carico al gestore SII
Frazione
Residenti
Estensione della
fognatura (mt)
Impianto di
depurazione
Capacità di
progetto AE
Capacità di
progetto
mc/anno
Collesalvetti
4.285
11.985
Collesalvetti
(loc. La Chiusa)
4.000
320.000
Vicarello
3.988
5.048
Vicarello
(loc. Poggio al Chiuso)
6.000
438.000
Guasticce
1.508
7.930
Guasticce
2.500
210.000
Stagno
4.068
6.913
Stagno
(Via Barontini)
8.000
620.000
Nugola
1.231
1.047
Nugola Nuova
(PEEP)
800
50.000
I dati relativi alla popolazione nella tabella soprastante sono relativi alla ripartizione per ambiti
amministrativi al 31 dicembre 2011. In dettaglio rileva evidenziare come la frazione capoluogo assommi
anche i residenti nei nuclei abitati di Tanna Alta e Bassa, di Colliromboli e di Badia, totalmente
sprovvisti di rete fognaria. Restano non servite da pubblica fognatura nera anche specifiche porzioni
degli abitati di Vicarello, ivi compreso l’intero nucleo di Mortaiolo, e di Stagno (Stagno Vecchia e parte
delle aree produttive nella poste in loc. Ponte Ugione-Aiaccia). Nel caso del centro abitato di
Nugolaoccorre precisare che le reti e gli impianti in capo ad ASA SpA servono unicamente il
complesso residenziale a nord di Nugola Nuova lungo le vie degli Ulivi, delle Querce e degli Ontani.
Di norma le fognature attuali ed in particolare i collettori principali e la generalità degli impianti di
depurazione, conservano una capacità residua di trasporto liquami e di trattamento molto esigua.
Per tale motivazione aumenti di carico sostanziali rispetto alle necessità operative attualmente in
esercizio, sono da ritenersi attuabili solo a fronte di valutazioni ad hoc da parte del gestore del servizio
idrico integrato.
Tale procedura presuppone al contempo un assiduo e più strutturato raccordo con gli organi tecnici
dell’Ente gestore, in parte già avviato sulla base di specifici protocolli di lavoro, che consenta di
pervenire a contributi e valutazioni di sostenibilità maggiormente incisive in merito alla pianificazione
del territorio ed alle disponibilità delle risorse, nonché alle eventuali esigenze di implementazione ed
adeguamento delle reti e degli impianti ivi compresa la programmazione degli interventi e degli
investimenti tecnico finanziari che fronteggino le criticità lamentate.
Le rimanenti frazioni ed i restanti agglomerati urbani non risultano dotati di impianti di depurazione
collettivi. In taluni casi sopravvivono limiitate porzioni di rete fognaria comunale di uso misto (Parrana
San Martino, Castell’Anselmo-Torretta Vecchia, Nugola) e sistemi autonomi di smaltimento di acque
reflue domestiche fuori dalla pubblica fognatura.
L’incidenza e la distribuzione degli impianti autonomi e degli scarichi fuori dalla pubblica fognatura
sono attualmente oggetto di specifiche verifiche condotte dai servizi comunali competenti in riferimento
alle disposizioni normative vigenti in materia anche al fine di determinarne il necessario adeguamento.
21
3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO.
Il territorio comunale di Collesalvetti è interessato dalla presenza del SIN di Livorno determinato dalla
funzionalità della raffineria di Stagno di proprietà dell’ENI.
La consultazione della banca dati SIRA messa a disposizione da ARPAT sull’omonimo sito internet ha
evidenziato che per 10 siti del Comune di Collesalvetti sono in corso procedure di accertamento in
ordine alla suscettibilità di interventi di bonifica, secondo l’elenco sotto riportato.
Relativamente alle casistiche ricomprese nella tabella sottostante, un solo procedimento è relativo ad
aree interne al SIN, laddove la distribuzione territoriale degli altri interessa unicamente la porzione
settentrionale del territorio comunale con prevalenza deile localizzazioni in frazione di Stagno, quattro
siti in frazione Guasticce ed un sito in Frazione Vicarello, loc. Il Faldo.
Tre procedure sono relative al sistema infrastrutturale viario ed alle relative pertinenze (distributori di
carburanti), mentre le altre casistiche sono riferite ad attività produttive di varia natura e tipologia
Elenco dei siti interessati da procedimento di bonifica
fonte Sezione SISBON del sito http://sira.arpat.toscana.it/sira/.
Rileva da ultimo seganalare, come, allo stato attuale, solo per il sito di cui al codice LI050 sono in corso
interventi di bonifica e/o messa in sicurezza.
Il fenomeno di abbandono incontrollato di rifiuti su aree pubbliche e private ha conosciuto negli ultimi
anni un rinnovato sforzo dell’A.C. sia in relazione alla fase sanzionatoria che a quella preventiva
(adeguamento del centro di raccolta dei rifiuti nel capologo e progettazione di un nuovo impianto a
Stagno) e di vigilanza sul territorio, anche attraverso il potenziamento dello specifico Nucleo
Osservatorio Tecnico intersettoriale.
3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA.
L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente energetica è relativa all’anno 2004
ed è costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano
Energetico Comunale di Collesalvetti).
In termini di consumo energetico complessivo si riporta la sottostante tabella che dettaglia la quota di
consumo per fonte energetica di provenienza.
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Provenienza dei consumi energetici annui
FONTE
Tep
Tep/abitante
Percentuale
Prodotti petroliferi
39.205
2,44
39,34%
Metano
20.873
1,30
20,95%
Elettricità
39.569
2,46
39,71%
Totali
99.647
6,20
100%
Il consumo medio alla data del rapporto registrava un fabbisiogno medio per abitante maggiore del
10% circa rispetto ai consumi registrati nella Provincia di Livorno.
Di seguito si riporta anche la ripartizione di consumi di energia primaria nell’arco temporale (19992004) indagato nel corso della predisposizone del PEC.
Consumi complessivi per settore di attività del Comune di Collesalvetti (Tep/anno)
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Variazione % 2004 su 1999
Agricoltura e
Pesca
2.286
2.286
1.758
1.758
2.363
2.363
-2,2
Trasporti
18.307
18.307
19109
19.109
18274
19833
+8,3
Civile
12.251
12.259
12.603
12.991
12.346
11.859
-3,2
Industria
53.025
53.025
52.792
52.860
46.576
49.401
-6,8
TOTALE
85.869
85.876
86.262
86.718
79.558
83.329
-3,0
Per il settore civile, sia per i consumi di energia elettrica che di metano, il QC del PEC registra un
ottimo posizionamento del Comune di Collesalvetti rispetto ad altre aree geografiche (nella valutazione
dei consumi di metano si tiene già conto dei diversi valori di temperatura media delle località mediante
il parametro GG=Grado Giorno) con minori consumi per complessivi 200 kWh/abitante per anno
rispetto alla media del territorio provinciale e 100 kWh/abitante per anno rispetto alla media nazionale.
Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di
mitigazione degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazioe
autonoma di impianti da FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il
fabbisogno energetico dei fabbricati.
In riferimento alla produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili sul territorio comunale l’ultimo
aggiornamento disponibile, relativo all’anno 2011, riferisce di una potenza installata pari a 4618 kW,
quasi totalmente riferibili alla produzione energetica fotovoltaica.
Di seguito si riporta l’andamento della produzione energetica da impianti fotovoltaici nell’ultimo
quadriennio secondo i dati forniti dal GSE, con aggiornamento al dicembre 2011.
Produzione energia fotovoltaica
ANNO
Impianti
Potenza Kw
Incremento percentuale annuo
2008
31
226,6
//
2009
48
324,7
+43%
2010
74
628,9
+94%
2011
134
4.558
+624%
23
Il rapporto di Legambiente “Comuni Rinnovabili 2011”, colloca Collesalvetti tra le prime 20
amministrazioni pubbliche a livello nazionale per la categoria “minieolico” in relazione alla presenza nel
territorio comunale di un impianto eolico costituito da n. 3 turbine a tre pale per complessivi 60 kW
posto presso la Stazione Multienergy “Agip Grecciano Sud”.
In tale sito, infatti, Eni ha installato, caso unico in Italia, un impianto di generazione elettrica da fonte
rinnovabile del tipo misto fotovoltaico-eolicofinalizzato essenzialmente alla produzione di idrogeno da
utilizzarsi come carburante per veicoli sperimentali. La produzione annua media di energia elettrica è
stimata in 84.000 kWh pari a un risparmio di 18.48 Tep.
Nel corso dell’anno 2007 l’A.C. ha provveduto a redigere ed approvare un apposito regolamento
comunale per l’installazione di impianti di produzione di energia da FER, la cui disciplina è stata
successivamente aggiornata nel corso dell’anno 2010. Tale regolamentazione ha consentito
all’Amministrazione Comunale di “governare” i processi di installazione e insediamento sul territorio di
tali impianti cercando un laborioso, e spesso fruttuoso, dialogo con i proponenti al fine di minimizzare
gli impatti ambientali e paesaggistici determinati da tali manufatti.
3.7.4 − COMPONENTE ARIA.
L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente aria è relativa all’anno 2004 ed è
costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano
Energetico Comunale di Collesalvetti).
La qualità dell’aria è una componente ambientale di significativa rilevanza per le condizioni materiali di
vita di una popolazione e di un territorio che risulta fortemente influenzata dalle condizioni
meteoclomatiche quali la temperatura, l’umidità, la direzione prevalente e l’intensità del vento nonchè
la piovosità in ragione del contributo che tali parametri offrono alla dispersione e/o l’abbattimento delle
sostanze inquinanti presenti in atmosfera.
Un ulteriore parametro meteoclimatico di rilevante incidenza sulla qualità complessiva dell’aria è
rappresentato dalla radiazione solare; tale componente, infatti, in particolari situazioni climatiche, può
determinare un’interazione con gli inquinanti primari quali NOx e COV dando conseguentemente luogo
alla formazione di sostanze, detti inquinanti secondari, comunemente noti e classificati con il nome di
smog fotochimico.
Come chiaramente illustrato nel documento sullo stato dell’ambiente sopra citato, redatto a supporto
della disciplina urbanistica vigente, una delle più marcate peculiarità del territorio del Comune di
Collesalvetti è la coesistenza di contesti ambientali, insediativi ed antropici molto diversi. Al territorio
collinare preponderante nelle frazioni di Colognole, Castell’Anselmo, Nugola e delle Parrane fa da
contraltare la frazione di Guasticce che nasce sulla pianura alluvionale dell’Arno, le altre frazioni hanno
carattere più spiccatamente “urbano” quali: Collesalvetti, Vicarello e Stagno.
In quest’ultima, posta in contiguità con la periferia settentrionale di Livorno e caratterizzata da un
tessuto insediativo promiscuo, in cui convivono ambiti residenziali ed ambiti produttivi e commerciali, si
concentrano la quasi totalità delle attività industriali dell’intero territorio comunale, all’interno del quale
spicca la presenza di uno dei più importanti poli petrolchimici italiani rappresentato dalla raffineria ENI
posta a cavallo tra i due comuni.
In conseguenza di ciò e della particolare sensibilità rispetto alla problematica dell’inquinamento
atmosferico da parte della comunità locale l’amministrazione comunale ha disposto nel periodo
Giugno-Luglio 2002 una campagna di rilevamento della qualità dell’aria nella frazione di Stagno che si
andava a sommare ai continui monitoraggi effettuati dalle centraline della rete provinciale e della rete
ARIAL.
24
Nella frazione di Stagno è stata attiva una centralina di tipo I, ovvero Industriale, dove l’unico
inquinante monitorato era la SO2. Nei primi anni di attivazione della succitata rete di rilevamento fu
posizionata a Guasticce una postazione fissa per il misurazione della concentrazione di SO2,
successivamente rimossa una volta acquisita una serie significativa di dati, che comunque verificarono
il rispetto degli standard di legge per l’inquinante in questione.
Tale campagna ha permesso di mettere in evidenza un livello di concentrazione di CO calcolato come
la massima media giornaliera dei valori trascinata su 8 ore pari a 0,7 mg/m3.
Per quanto attiene alle polveri sottili (PM10) la sopra citata indagine ha messo in evidenza che 8 volte
sui 40 dati validati è stato superato il limite, pari a 50 µg/m3, Tutto ciò implica un attenta riflessione in
quanto la proiezione di tale valore su scala annuale comporterebbe il non rispetto dei limiti legislativi.
La presenza all’internodel centro abitato di Stagno dello stabilimento ENI impone un monitoraggio
continuo rispetto ai livelli di concentrazione di anidride solforosa nell’aria ambiente.
Per quanto concerne il rispetto dei limiti normativi della concentrazione media oraria ( V.L.: 350 µg/m3)
sono stati registrati, nel periodo di rilevamento sopra indicato, 6 episodi di inquinamento acuto di cui
uno rilevato durante la campagna estiva, il valore più elevato ha superato del 39% circa il valore limite
attestandosi a 486 µg/m3.
Il quadro relativo alla presenza di SO2 non risulta completo se non si evidenziano i valori della
concentrazione medie di tale inquinante rispetto alle 24 ore e rispetto all’anno civile. Per quanto
riguarda la media giornaliera non si registrarono superamenti dei limiti imposti dalla normativa (V.L.:
125 µg/m3) ed il valore massimo si attestò a 108 µg/m3; ben il 95,8% dei valori medi giornalieri è
rimasto al disotto di 50 µg/m3 con valori ancora più lusinghieri in riferimento alla media annuale in cui il
valore registrato, nel corso del 2002, è stato di 9 µg/m3 contro un valore limite di 20 µg/m3 .
Per quanto riguarda l’NO2 gli unici dati a nostra disposizione sono quelli relativi all’indagine effettuata
mediante il laboratorio mobile nel periodo Giugno - Luglio 2002. i valori registrati risultano essere molto
al di sotto rispetto ai limiti normativi. (103 µg/m3 rispetto ai 200 fissati dalla norma).
Nonostante il Comune di Collesalvetti sia uno dei quattro comuni inseriti in zona B, e questo solo per la
presenza di una delle più grandi sorgenti puntuali emissive di a SO2 presenti sul territorio provinciale,
la situazione è sostanzialmente positiva infatti i livelli di concentrazione sono molto al di sotto dei valori
limite si nel breve che nel lungo periodo e non sussistono rischi di raggiungimento degli stessi.
Nonostante ciò, già la relazione sullo stato dell’ambiente del 2004-5 riteneva fondamentale seguire
l’evoluzione del quadro emissivo e dei livelli di concentrazione in un ottica di mantenimento e
miglioramento della qualità dell’aria.
Per quanto detto in precedenza riguardo alla caratterizzazione del territorio comunale non sono
presenti all’interno dello stesso altre postazioni di rilevamento della qualità dell’aria ambiente. Allo
scopo di caratterizzare in via indicativa le fonti di emissioni di inquinanti dell’aria, ci si riferisce alle stime
elaborate dalla Regione Toscana e contenute nell’ “INVENTARIO REGIONALE DELLE SORGENTI DI
EMISSIONE IN ARIA AMBIENTE (IRSE)” in riferimento all’anno 2000, che rappresentano gli ultimi ed
unici dati in possesso dell’Ente in materia, stante anche l’ancor oggi disattesa richiesta di
aggiornamento e trasmissione degli inventari IRSE inviata ad ARPAT in data 15.12.2011.
Si riporta nella tabella di seguito la stima delle emissioni totali degli inquinanti nel Comune di
Collesalvetti e suddivisi per macrosettore.
25
In riferimento alla componente acustica dell’inquinamento atmosferico merita, in questa sede portare
alcune semplici considerazioni che non possono non trarre origine dall’approvazione del PCCA con la
Deliberazione n. 20 del 08.04.2009 in quanto strumento organicamente inserito nella vigente
pianificazione territoriale comunale all’interno del Regolamento Urbanistico.
Per quanto attiene a tale componente non si rileva la necessità di ricorrere all’elaborazione ed
all’attuazione di alcun piano di risanamento acustico in quanto non si evidenziano particolari sofferenze
e/o criticità all’interno del territorio comunale.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni
valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia
ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di
variante.
3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI.
Di seguito si riportano i dati relativi alla produzione di rifiuti solidi urbani, comprensivi dei dati inerenti
alla raccolta differenziata del quinquennio 2007-2011, all’interno del territorio comunale di Collesalvetti.
Si evince chiaramente dalla lettura dei dati in tabella come l’efficienza del servizio di raccolta
differenziata si sia consolidata su valori prossimi al 25% della produzione di rifiuti raccolti sul territorio
comunale al netto della quota di rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade e delle aree
pubbliche.
Produzione di rifiuti e dati RD del Comune di Collesalvetti (2007-2011)
ANNO
Abitanti
RU
(kg/anno)
RD
(kg/anno)
RU totale
(kg/anno)
Efficienza
RD (%)
Efficienza Rd
(%) con
spazzamento
RD/ab
(kg)
RU TOT/ab
(kg)
2007
16.493
8.284.480
2.543.147
10.827.627
24,38
25,94
154,20
656,50
2008
16.648
8.057.710
2.598.607
10.656.317
23,49
24,99
156,09
640,10
2009
16.744
8.344.780
2.491.726
10.836.506
22,99
24,46
148,81
647,19
2010
16.919
8.519.389
2.963.858
11.483.247
25,81
27,46
175,18
678,72
2011
16.915
8.160.685
2.581.444
10.742.129
24,03
25,56
152,61
635,07
26
Elaborazione su dati RD forniti dal gestore del servizio rifiuti REA SpA.
Risulta altrettanto evidente il divario con gli specifici obiettivi fissati dal Codice dell’Ambiente per l’anno
2008 (pari al 45%) e per l’anno 2012, in cui sarebbe prevista un’efficienza del servizio pari al 65% del
totale di RSU. Di seguito si riporta il dettaglio della raccolta relativa all’anno 2011 disponibile nelle
Pagine dell’Ambiente dell’apposita sezione tematica del sito internet istituzionale.
fonte http://ambiente.comune.collesalvetti.li.it/site/home/notiziario-ambiente/raccolta-rifiuti.html su dati forniti da REA SpA
I dati sopra riportati sono suscettibili di incremento in ragione della recente implementazione del
servizio di raccolta differenziata avviato per il complesso interportuale di Guasticce da REA SpA in
qualità di gestore del servizio comunale di raccolta dei rifiuti.
In merito alle attività di contrasto al fenomeno dell’abbandono incontrollato di rifiuti si rimanda a quanto
illustrato in chiusura del paragrafo 3.7.2 relativo alla componente Suolo e Sottosuolo.
3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ.
Il Comune di Collesalvetti (10.758 ha) presenta un areale frammentato ed eterogeneo che può essere
sommariamente diviso in tre parti distinte:
- una zona di pianura prevalenemente destinata all’attività agricola;
- una zona collinare a macchia mediterranea e comunque naturale;
- una zona dalle caratteristiche intermedie
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Il territorio della “piana” occupa quasi interamente la prozione settentrionale del territorio comunale e
consiste in un’ampia area di bonifica caratterizzata da un’agricoltura estensiva a cereali e leguminose,
attraversata da una fitta rete di canali.
Nella zona centro occidentale del Comune predomina, all’interno dell’area collinare boschiva, la
macchia mediterranea a Leccio (Quercus ilex) e Corbezzolo (Arbutus unuedo) di varia età dove è
possibile rinvenire più zone degradate: cesse parafuoco, macchie adibite a pascoli con ridotto
sottobosco, cedui di limitata estensione e aree percorse dal fuoco. In tale macchia, per tratti non molto
estesi, si incontrano “cerrete” (Quercus cerris), filari di essenze alloctone, giardini, piccoli boschetti a
cipresso (Cupressus sempervirens), Pino domestico (Pinus pinea) e Pino marittimo, quest’ultimo
specialmente in prossimità dei centri abitati.
Nell’ambito della porzione orientale del Comune è presente una zona che occupa le aree ecotonali di
transizione dove, tra coltivi di vario genere, si intercalano piccoli appezzamenti cacuminali di macchia.
LA PIANURA:
In corrispondenza del confine con il Comune di Pisa a Nord e con quello di Livorno ad Ovest, ubicato al
piede settentrionale dei Monti Livornesi, sopravvive un’area umida residua della ben più vasta area di
Stagno-Coltano, caratterizzata da notevole interesse naturalistico-ecologico: il complesso palustre di
Biscottino-Suese. L’areale comprende due zone nelle quali l’acqua è presente costantemente, anche
se con livelli variabili, durante il corso dell’anno: il Padule della Contessa (Suese) e la zona umida di
Biscottino la quale è di origine artificiale in quanto ex cava della Fornace Arnaccio. Tra queste due aree
si intercalano zone a prati umidi, solitamente allagati durante la stagione invernale e primaverile, e la
rete dei canali di bonifica. La palude della Contessa, da un punto di vista geologico è costituita da
depositi alluvionali risalenti all’Oleocene; ne consegue una vegetazione tipica delle fitocenosi palustri di
acqua dolce di fiume, con un fragmiteto fitto e rigoglioso circondato da una larga fascia di Carice e
agglomerati sparsi di Giunchi (Juncus conglomeratus). Si rinvengono Tife (Typha latifoglia), la
Salcerella (Lythrum salicaria) e il Giaggiolo giallo (Iris), ma singolare è la presenza di Erba vescica
(Utricularia vulgaris) ormai assente in molte zone umide (Pignatti, 1982). Nell’acqua, le piante natanti e
sommerse sono rappresentate da Potamogeton, Utricularia e Chara, mentre tra le essenze arboree
sono presenti le Tamerici (Tamarix gallica) e Frassini ossifilli (Fraxinus).
Anche la fauna degli invertebrati è tipica di questi habitat con Rane verdi, Raganelle e Tritoni tra gli
anfibi; Gambusi e Anguille come rappresentanti di una scarsa forma ittica. Tra i rettili si annovera la
Biscia d’acqua e la Tartaruga palustre mentre i mammiferi che frequentano saltuariamente l’area o
abitano le zone limitrofe sono: la Volpe, l’Istrice, la Puzzola, la Donnola e il Coniglio. L’aspetto più
rilevante dal punto di vista faunistico di quest’area umida è dato dall’essere un importante punto di
nidificazione, sosta e svernamento per molti uccelli, frequentato da circa 130 specie nel corso
dell’anno. È questo infatti uno dei due luoghi in Toscana (l’altro è il Lago di Massaciuccoli) dove nidifica
regolarmente la Salciaiola (Locustella) e risale al 1978 il rinvenimento del Gufo comune in questa unica
sede toscana. Inoltre l’area presenta ottime caratteristiche per la sosta di anatrici e trampolieri, sono
infatti presenti: la Marzaiola, l’Airone rosso, il Germano reale, l’Alzavola e anche numerosi rallidi tra cui
il Porciglione. Oltre la Salciaiola, tra i passeriformi è degna di nota la presenza di Forapaglia
castagnolo, con l’ultima popolazione relitta dell’ormai bonificata palude di Coltano (Ariamone-Meschini,
1980). Infine, una segnalazione interessante deve esser fatta in relazione alla comparsa di specie
ornitiche caratteristiche di aree umide aperte (il Cormorano ed alcune specie di anatre tuffatrici) dovuta
ad una sensibile modificazione della struttura dell’areale in relazione alla variazione di produttività
agricola
LE COLLINE:
Un’attenzione di carattere conservazionistico deve essere anche dedicata alla Lecceta di Colognole,
rappresentando essa uno dei pochi lembi di foresta di Leccio sfuggita alla ceduazione per la presenza
28
delle omonime Sorgenti. Secondo una strutturazione verticale, in essa tipicamente si distinguono: uno
strato arboreo superiore costituito da Lecci e Pini marittimi (Pinus pinaster), questi ultimi giunti alla fine
del loro ciclo vitale; individui arborei di Corbezzolo resi ormai rari dalla scarsa illuminazione; uno strato
arborescente inferiore di piante caducifoglie tra cui l’Orniello (Fraxinus ornus) ed il Ciavardello (Sorbus
torminalis) a cui segue uno strato arbustivo composto da scarsi cespugli di Tino (Viburnum tinus) e dal
Pungitopo (Ruscus aculeatus). Il suolo, prevalentemente coperto da un breve tappeto di Edera
(Hedera helix), presenta uno strato erbaceo composto da Viole, Ciclamini e Felci, queste ultime
rappresentate dall’Asplenio adianto nero (Asplenium adiantum nigrum) e dall’Asplenio maggiore (A.
onopteris). La conservazione di questa peculiare fitocenosi dei Monti Livornesi è da imputare alla
presenza di importanti sorgenti nella parte alta del bacino del torrente Morra che ha, inoltre, permesso
il preservarsi di una ricca vegetazione ripariale e di un bosco misto che diviene, nella parte alta,
macchia mediterranea e pineta a Pino marittimo.
All’interno dei cisternini delle Sorgenti di Colognole vive una strana Cavalletta cavernicola, la Cavalletta
dello Schiavazzi (Dolichopoda schiavazzii), singolare ortottero che trova in questa sede il suo habitat
tipico e che prende il nome dal suo scopritore.
Nel panorama delle emergenze naturali, i complessi ofioliferi di Monte Maggiore costituiscono un
aspetto peculiare del territorio in relazione alla loro tipica colonizzazione floristica.
Dal punto di vista geologico le “rocce verdi” rappresentato lembi di antichi magmi di origine profonda
che caratterizzano le linee di frattura di fosse oceaniche, sollevati a seguito di intensi movimenti
tettonici. Le rocce ofiolitiche, per la loro ricchezza di magnesio e metalli pesanti (cromo, titanio e
nichel), rappresentano una barriera ecologica alla libera diffusione di organismi vegetali e solo alcune
specie risultano strettamente legate a questo substrato, le cosiddette serpentinofite tra le quali: l’Alisso
del Bertolini (Alyssum bertolinii), la Stregonia del serpentino (Stachys recta serpentinii), l’Euforbia
prostrata di Nizza (Euphorbia nicaeensis prostrata), il Fiordaliso tirreno di Caruel (Centaurea aplolepa
carueliana), il Timo delle ofioliti (Thymus acicularis ophioliticus), la Viperina comune (Onosma
echioides columnae) e la Ginestra genovese (Genista januensis). In particolare, sulle pendici
settentrionali di Monte Maggiore si osservano interessanti specie montane tra cui l’Asfodelo montano
(Asphodelus albus), il Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum) e l’Imperatoria apiomontana
(Peucedanum oreoselium).
Nel ricco panorama naturalistico del territorio del Comune di Collesalvetti è giusto includere l’alta valle
del bacino del torrente Ugione la cui posizione geografica (a Nord-Nord Ovest) e la ricchezza di acque
sorgive hanno favorito condizioni stazionarie di temperatura e umidità ed un mesoclima che ha
permesso l’insediarsi di specie vegetali in periodi diversi dall’attuale. Sono infatti presenti piante
caratteristiche del “bosco di laurifille”, come l’Alloro (Lauris nobilis) e l’Agrifoglio (Ilex aquifolium),
caducifoglie mesofile come il Carpino bianco (Carpinus betulus) e il Carpino nero (Ostrya carpinifolia),
liane come la Vite selvatica (Vitis vinifera sylvestris) e la Periploca (Periploca graeca), quest’ultima
considerata peculiare specie geobotanica relitto terziario di origine pontica. Di notevole interesse
floristico e fitogeografico sono le specie: Silene latifolia, Papaver apulum, Valium mollugo e Bromus
inermis (Ansaldo et al., 1988); il Bucaneve (Galantus nivalis) trova qui la sua unica stazione dei Monti
Livornesi.
La presenza di sorgenti perenni, la diversa natura del substrato geologico, la varietà di formazioni
vegetali lungo le pendici di questa valle spiegano la presenza di una fauna ricca e varia, compresa
quella acquatica. Adesi ai ciottoli del fondo del torrente sono presenti molte specie di piccoli molluschi
come l’Ancilo (Ancilus fluviatilis), le Neritine di fiume (Theodoxus fluviatilis) e numerose larve di
Tricotteri, indicative di un elevato livello di salute del corpo idrico. Sulla superficie vivono sciami di
Ragni d’acque o Gerri (Gerri gibbifer). Ai bordi delle pozze stagnanti sono presenti esemplari di Rana
verde (Rana esculenta complex) e di suoi predatori naturali come ad esempio la Biscia dal collare
29
(Natrix natrix) mentre, al loro interno, vi sono Cavedani (Leuciscus cefalus), Rovelle (Rutilus rubilio) ed
Anguille (Anguilla anguilla). Nel bosco misto della Valle della Sambuca si osservano uccelli come: la
Cinciallegra (Parus major), la Cinciarella (P. caeruleus), la Cincia mora (P. ater), la Capinera (Sylvia
atricapilla), il Fringuello (Fringuellus coelebs), l’Usignolo (Luscinia megarincos), il Merlo (Turdus
merula) e il Pettirosso (Erithacus rubecula).
LE AREE PROTETTE
Nell’elenco ufficiale nazionale e regionale delle aree naturali protette (parchi nazionali, parchi regionali,
parchi provinciali, riserve naturali statali, riserve naturali provinciali, aree naturali protette di interesse
locale), sono incluse alcune aree del territorio di Collesalvetti.
Il Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi è costituito:
− dal Parco Provinciale dei Monti Livornesi istituito dalla Provincia di Livorno con deliberazione n. 936
del 19.2.1999;
− dalle Aree Naturali Protette di Interesse Locale dei Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano
Marittimo istituite con specifica deliberazione dalle rispettive amministrazioni comunali.
Al fine di garantire la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio
storico culturale e naturalistico all’interno del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi, ed a
promuovere le attività compatibili, è stato redatto il Piano del Parco dei Monti Livornesi.
Il Piano del Parco disciplina gli ambiti territoriali facenti parte del Sistema delle Aree Protette dei Monti
Livornesi mediante la definizione di prescrizioni, direttive ed indirizzi differenziati per i singoli ambiti. In
relazione alle specifiche valenze storiche, naturalistiche ed ambientali individuate ed in funzione degli
obiettivi stabiliti dal Piano, detti ambiti sono ulteriormente articolati in aree caratterizzate da differenti
gradi di accessibilità, fruizione e tutela:
− Aree ricadenti nel Parco Provinciale dei Monti Livornesi, al cui interno sono individuate le “Aree di
Particolare Tutela”, caratterizzate da un maggiore grado di protezione in relazione ai valori naturalistici
ed ambientali presenti.
− Aree ricadenti nelle A.N.P.I.L. dei comuni di Collesalvetti, Livorno e Rosignano, la cui disciplina è
definita dallo specifico Regolamento di Gestione ai sensi della L.R. 49/95. Il Piano individua anche
nelle A.N.P.I.L., con valore propositivo per le Amministrazioni comunali competenti, alcune “Aree di
Particolare Tutela”, richiedenti un maggiore grado di protezione in relazione ai valori naturalistici ed
ambientali presenti.
Le ANPIL ricadenti sul territorio comunale sono quelle de Le Sorgenti di Colognole e di Parrana S.
Martino, istituite dal Comune di Collesalvetti con Del. C.C. n. 22 del 20/02/04 in attuazione del Sistema
Provinciale delle Aree Protette di cui alla Del. C. P. n. 346 del 27.09.961.
A seguito di specifico accordo di programma sottoscritto dalla Provincia di Livorno e dai Comuni di
Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, le A.N.P.I.L. del Comune di Collesalvetti costituiscono
parte del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi. Allo scopo di garantire il rispetto delle
caratteristiche naturali, paesaggistiche, storiche e culturali proprie delle Aree Protette, il Comune di
Collesalvetti ha approvato con Deibera del Consiglio Comunale n. 16 del 14.02.2011
Al fine di garantire al gestione e fruizione unitaria del Sistema delle Aree protette dei Monti Livornesi, in
una logica di integrazione fra i diversi ambiti territoriali, il Regolamento di gestione delle ANPIL
recepisce le indicazioni del Piano del Parco Provinciale dei Monti Livornesi relativamente alle previsioni
di servizi e strutture (porte, accessi, punti attrezzati, percorsi, ecc,) e di proposte specifiche di
valorizzazione (progetti finalizzati) ricadenti all’interno del perimetro dell’A.N.P.I.L.
30
L’area naturale della Contessa appartiene a una pianura rivierasca in cui sono riconoscibili canali di
bonifica e coltivazioni medio intensive, ma anche residui di antiche zone umide. Il paesaggio naturale
doveva un tempo essere caratterizzato da estese bassure paludose interrotte, in posizioni più sollevate
e asciutte, da una fitta copertura boschiva. Oggi, scomparse la maggior parte delle zone umide di
retroduna, si è come rimasti sospesi fra un ambiente antropizzato e un ambiente naturale in parte
compromesso.
L'area della Contessa mostra chiaramente i segni dell'intervento umano, in particolare degli interventi di
bonifica, sono infatti visibili arginelli, terrapieni, fossi e canali, carraie. L’area umida corrisponde
attualmente a un bacino artificiale che ha sostituito la precedente prateria umida, in passato molto più
estesa e periodicamente inondata. L'attuale lago è stato ottenuto con la realizzazione di argini più alti
del livello di campagna.
L’area della Contessa riveste un ruolo fondamentale nel mosaico di zone umide costiere della
Toscana, legandosi funzionalmente ad una serie di aree comprendenti le Lame di San Rossore, il Lago
di Massaciuccoli, la Palude dell’Ulivo, il Padule di Coltano e di Stagno, il Biscottino, il Galanchio e la
Cornacchiaia, il Lago di Santa Luce. A livello più ampio, l’area è inserita lungo un’importante via di
spostamento migratorio e costituisce un sito preferenziale di sosta e svernamento, con un ovvio
incremento della diversità e dell’abbondanza di specie.
Il Padule della Contessa, in seguito ai lavori di individuazione del Progetto Bioitaly, è stato inserito nella
Rete Ecologica Europea Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria proposto, in attuazione
della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Come noto, questa Direttiva è finalizzata almantenimento o al
ripristino di habitat definiti di interesse comunitario, fondamentali per la conservazione di comunità o di
singole specie, vegetali e animali, ad essi legati.
Il territorio della Riserva è compreso nel perimetro del SIR 47 IT5160001- insieme al vicino Padule del
Biscottino - ed è pertanto tutelato anche ai sensi della L.R. 56/2000 “Norme per la conservazione e la
tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”, è inoltre riconosciuto
area SIC e ZPS sulla base della deliberazione del Consiglio Regionale 10 Novembre 1998, n.342.
Con la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.86 del 28/04/04 è stata istituita la Riserva Naturale
Provinciale Oasi della Contessa. Se le prescrizioni indicate per il SIR definiscono il ruolo della Riserva
da un punto di vista territoriale ed ecologico, lo strumento di riferimento per gli aspetti legati alla
fruizione è il Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale del Sistema delle Aree Protette della
Provincia diLivorno finalizzato a rafforzare le logiche di sistema, accompagnando lo sviluppo delle
singole realtà locali in un quadro organico di politiche di conservazione della natura e di incentivo e
sviluppo delle attività economiche compatibili con i valori ambientali presenti e potenziali.Il Piano
pluriennale di sviluppo economico e sociale delle Aree Protette della Provincia di Livorno delinea un
percorso basato su una forte interazione tra Parchi e Riserve che compongono il sistema.
La Riserva della Contessa presenta potenzialità che la configurano come un vero e proprio elementochiave per la valorizzazione dell’intero sistema al fine di offrire un adeguato supporto di interessi
turistici complementari a quello balneare perché, opportunamente attrezzata, può diventare un punto di
riferimento per le attività educative e luogo per la conoscenza diretta delle nuove opportunità produttive
e di sviluppo (energie rinnovabili, agricoltura biologica, agriturismo, rifiuti).
3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI.
L’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog ha negli ultimi anni catalizzato l’attenzione dell’opinione
pubblica e la preoccupazione per eventuali rischi alla sicurezza e alla salute della cittadinanza è stata a
più riprese rilanciata ed amplificata dagli organi di informazione, generando di conseguenza una
notevole pressione sugli organi istituzionalmente preposti.
31
L’interesse si è concentrato su sorgenti emissive di larga scala quali elettrodotti ad alta tensione, , linee
ferroviarie ad alta velocità, impianti radar, apparati per la diffusione radiofonica e televisiva e per
telefonia cellulare.
La generazione di un campo elettromagnetico è dovuta alla propagazione nello spazio di campi elettrici
e di campi magnetici a loro volta variabili nel tempo. Tali campi elettromagnetici emettono radiazioni
ognuna con una propria frequenza; in base a questa frequenza le radiazioni generate da un campo
elettromagnetico si distinguono in:
− Radiazioni ionizzanti (dette IR, Ionizing Radiation) con frequenze maggiori di 300 GHz, tra cui si
distinguono i raggi ultravioletti (UV) i raggi X ed i raggi g (o gamma). Queste radiazioni per la loro
elevata energia sono in grado di rompere i legami molecolari delle cellule e possono indurre
mutazioni genetiche;
− Radiazioni non ionizzanti (NIR, Non Ionizing Radiation) generate da un campo elettromagnetico
con frequenza compresa tra 0 e 300. Queste radiazioni non sono in grado di rompere direttamente
i legami molecolari delle cellule perché non possiedono energia sufficiente e producono
principalmente effetti termici.
All’interno delle radiazioni non ionizzanti si distinguano per importanza applicativa i seguenti intervalli di
frequenza:
− Frequenze estremamente basse (ELF – Extra low Frequency) pari a 50-60 Hz. La principale
sorgente è costituita dagli elettrodi, che trasportano energia elettrica dalle centrali elettriche di
produzione agli utilizzatori;
− Radiofrequenze ( RF- Radio Frequency) comprese tra 300 KHz e 300 MHz. Le principali sorgenti
sono costituite dagli impianti di ricetrasmissione radio/T;
− Microonde con frequenze comprese tra 300 MHz e 300 GHz. Le principali sorgenti di microonde
sono costituite dagli impianti di telefonia cellulare e dai ponti radio.
Al fine di valutare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a 50 Hz sono state
effettuate delle indagini da parte di ARPAT, in collaborazione con la Provincia di Livorno, negli anni
1997 e 1998.
È stata effettuata una campagna di misure lungo l’elettrodotto a 220 kV Livorno-Marginone (n.286), il
quale dovrebbe essere sostituito per 10 Km, con il nuovo elettrodotto a 380 kV Livorno-Acciaiolo; tali
elettrodotti attraversano parte del territorio di Collesalvetti.
Il monitoraggio effettuato, correlato ai dati della corrente esercitata nel periodo di misura, dà la
possibilità di calcolare il livello medio di esposizione all’induzione magnetica all’interno dei fabbricati,
generalmente abitazioni. Le campagne di misura hanno avuto l’ulteriore scopo di individuare eventuale
scostamenti ed inottemperanze rispetto al parametro di distanza dei conduttori dagli edifici stabiliti dal
DPCM 23/04/1992. Di seguito si riporta la tabella che illustra sinteticamente l’esito di tale campagna di
rilevamento.
32
Fonte: Documento sugli elementi ambientali significativi e sullo stato dell’ambiente, All. D al QC del vigente RU
Tutti i valori di campo magnetico ottenuti durante l’indagine, risultano estremamente inferiori ai limiti di
Legge (10 µT) ed anche agli obiettivi di qualità (3 µT) fissati dal DPCM 08/07/2003, (valori di attenzione
e agli obiettivi di qualita' per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e
magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti).
Si nota invece che in alcune situazioni (siti nn. 2 e 3) non risulta rispettata la distanza minima dei
conduttori dagli edifici (20 metri) ai sensi del DPCM 23/04/1992.
Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con
maggiore incidenza nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è
interessata unicamente da 2 siti mentre la programmazione degli operatori presenti prevede
l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le frazioni di Parrana San Giusto e
Colognole.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni
valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia
ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di
variante.
3.7.8 − COMPONENTE PAESAGGIO.
La variante normativa oggetto della presente procedura valutativa non attiene in prima battuta ad
aspetti pertinenti la componente ambientale in esame.
Il quadro di riferimento in materia è attualmente definito, intanto, dal’limplementazione quale Piano
Paesistico regionale del PIT vigente, in accordo con gli organi ministeriali che, su scala locale, ha
33
determinato la rivisitazione delle aree soggette a vincolo paesaggistico ex lege (con particolare
rilevanza, nel caso del Comune di Collesalvetti, per le aree di rispetto di fiumi e corsi d’acqua pubblici e
le aree di rispetto lacustre).
Di notevole rilevanza ai fini della tutela paesaggistica e della salvaguardia del territorio, stante anche
l’incidenza in termini di superficie occupata oltre che di reale pregio paesaggistico, è rappresentata
dalle aree boschive che occupano larga parte del territorio collinare tra Nugola e Colognole.
Nel territorio comunale di Collesalvetti sono presenti due complessi immobiliari e monumentali
dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dei Codice dei Beni Storico-culturali e paesaggistici
(D.Lgs.22/01/2004 n.42):
−
Area del Poggio Belvedere in frazione Nugola, istituita con D.M. 3 agosto 2006;
−
Complesso monumentale di Poggio alle Rondini o “Villa Celesia di Vegliasco” con Decreto n.
608 del 9 novembre 2010, limitrofa al centro abitato di Collesalvetti.
Oltre ai valori ed ai beni il cui valore e la cui salvaguardia sono garantiti dalla normativa nazionale o
comunque sovraordinata (si tralascia in questa sede per brevità l’elenco dei valori paesaggistici-storici
e documentali definiti nel complesso impalcato del vigente PTC e destinati ad implementare le
discipline vincolistiche e conservative locali), il PS vigente individua una lunga trama di beni e valori di
natura paesaggistica ed ambientale che rappresentano la porzione più consistente delle invarianti e
dello Statuto del Territorio in esso contenuti.
Oltre al reticolo idraulico alle aree naturali protette, già ricordate altrove e rispondenti a valori più
prettamente naturalistici ed ambientali, tra i beni ricompresi nelle invarianti aventi valore paesaggistico
o comunque storico-culturale, si segnalano le emergenze paesistiche rappresentate dei filari
monumentali di cipressi, dai principali andamenti dei crinali e dei vallivi, il complesso del patrimonio
storico ed archeologico, nonché dalle infrastruttre storiche costituite prevalentemente dall’Acquedotto
delle Pollace e dall’ancor più rignificativo e rilevante Acquedotto Leopoldino che si snoda per circa 18
km di gallerie, ponti, cisterne e pozzetti, tra le sorgenti di Colognole ed il Cisternone di Città, a Livorno,
attraversando ed animando di scorci suggestivi le colline tra le Parrane e Nugola.
3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI,
SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE.
Lo stralcio delle schede normative allegate alle NN.TT.A. di PS non comporta alcuna variazione agli
effetti territoriali, ambientali, sociali, economici e sulla salute umana rispetto a quelli già valutati in
occasione della predisposizione degli strumenti valutativi a corredo del Regolamento Urbanistico che
recepiva tali previsioni, e che si riportano sinteticamente, tralasciando le valutazioni di ordine generale
e di coerenza che sono connaturate alle previsioni in oggetto in quanto direttamente organiche allo
strumento di pianificazione territoriale.
NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE:
La previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che comportava la realizzazione di un Piano di
Lottizzazione con destinazione produttiva nelle aree rese disponibili dalla traslazione verso nord del perimetro dell’Interporto
Toscano “Amerigo Vespucci” e poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline, è stata interamente trasposta nella scheda normativa
n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua
realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente procedimento consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo
normativo dello strumento urbanistico.
2. – NUOVO PARCO INDUSTRIALE - U.TO.E. n. 5 - COLMATA
Ambito di riferimento
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Realizzazione di complesso produttivo con aree a verde e parcheggi pubblici e completamento di
opere di urbanizzazione.
Verde pubblico
45.000 mq.
Parcheggi pubblici
4.200 mq.
34
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Consumo di suolo
Fabbisogno idrico
Produzione acque reflue
Produzione RR.SS.UU.
Consumi energetici
Inquinamento atmosferico
Traffico
Rumore
impatto
+/–
entità
x
x
x
x
x
x
x
x
–
–
–
–
–
–
–
–
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- realizzazione di un complesso integrato per le attività produttive;
-riqualificazione urbanistica e funzionale di ambiti in edificati all’interno del sistema produttivo,
con esigui valori ambientali e formali;
-potenziamento e miglioramento della rete infrastrutturale e contestuale separazione delle strade
in funzione delle tipologie di traffico;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un polo
produttivo qualificato e dotato di attrezzature di interesse collettivo per la fruizione del
tempo libero, capace di ridefinire assetto infrastrutturale complessivo.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 5 di Colmata; in particolare propone una soluzione
coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto alla
qualificazione dell’offerta funzionale.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per lo sviluppo complessivo del territorio comunale.
L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare.
MONITORAGGIO
Alla luce del contesto in cui si inserisce l’area di intervento, è prescritto il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche
ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed
energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.
Si prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia
acustiche che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici.
PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE:
La previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che consente la realizzazione di un Piano di
Lottizzazione finalizzata all’arricchimento delle dotazioni di servizi e attività terziarie da porre sul margine occidentale
dell’abitato di Guasticce creando al contempo una fascia di separazione e salvaguardia dalle aree produttive e logistiche, è
stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico.
In conformità a tale disposizione, già nelle more della redazione del R.U., è stata presentata apposita istanza, adottata con
Delibera del C.C. n. 34 del 31.03.2008; assoggettato alle fasi di pubblicazione, osservazioni e controdeduzioni il Piano non è
mai stato approvato per le problematiche di carattere idraulico insistenti sull’area in questione.
Non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente provvedimento
consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo normativo dello strumento urbanistico.
4. - PARCO A SERVIZI DI GUASTICCE - U.TO.E. n. 6 -GUASTICCE
Ambito di riferimento
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Realizzazione di un nuovo insediamento a carattere polifunzionale, da completarsi con
l’individuazione di attrezzature a carattere territoriale, spazi verdi e per la socializzazione
Verde pubblico
3.500 mq
Parcheggi pubblici
500 mq
Parco rurale
25.943 mq.
Opere di messa in
sicurezza idraulica
6.000 mq.
Attrezzature collettive
70.556 mq.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Consumo di suolo
impatto
x
+/–
-
Rilevante
entità
Fabbisogno idrico
x
-
Rilevante
Produzione acque reflue
x
-
Rilevante
Produzione RR.SS.UU.
x
-
Rilevante
Consumi energetici
x
-
Rilevante
Inquinamento atmosferico
x
-
Modesta
Traffico
x
-
Rilevante
Rumore
x
-
Modesta
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- realizzazione di un nuovo insediamento polifunzionale che arricchisca l'offerta di
funzioni qualificanti a supporto dell'accresciuto ruolo di centralità territoriale assunta
dalla frazione;
- fornire un nuovo margine urbano alla frazione, riqualificandolo con la realizzazione di
vaste aree verdi (parco rurale, messa in sicurezza idraulica, etc.) contribuendo alla
separazione dell'abitato dalle contermini aree produttive e interportuali;
- razionalizzazione degli assetti viari e della corretta distribuzione del traffico;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente di dotare la frazione di
una ricca offerta di servizi qualificanti lo spazio urbano ed al contempo
contribuire alla generale riqualificazione urbanistica e territoriale attraverso la
creazione di una zona “cuscinetto” tra l'abitato e le aree produttive, nonché la
risoluzione di alcune problematiche di traffico con l'apertura di alcune circolarità
viabili.
35
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 6 di Guasticce che lo individua in un apposito e
specifico allegato; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato, e dell'incremento dell'offerta di spazi e opportunità
qualificanti.
L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, cui tuttavia farà fronte la razionalizzazione viaria e la
creazione di percorsi sicuri, che consentiranno maggiore fluidità a compensazione degli effetti sopra indicati. L'intervento è
suscettibile, altresì di produrre significativi incrementi potenziali di consumi energetici ed idrici, nonché della produzione di rifiuti solidi
urbani e acque reflue di cui si prescrive attento monitoraggio.
MONITORAGGIO
Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo
insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. La
realizzazione di alcuni obiettivi, è diretta funzione delle modalità attuative; al fine di rispondere concretamente alle finalità di qualificazione funzionale richieste,
si richiede attenta e dettagliata progettazione degli spazi e delle attrezzature di carattere generale, nonché razionalizzazione della distribuzione di risorse e
servizi con attenta ponderazione degli stralci funzionali in cui l'intervento stesso si articolerà. Si prescrive l’adozione di sistemi ed approntamenti mitigatori delle
potenziali criticità di cui sopra.
CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI:
L’inerzia nell’attuazione degli interventi di rifunzionalizzazione della Villa Carmignani e del relativo parco di cui all’allegato D
alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (scheda n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) spinge
a verificare se e quali elementi e parametri progettuali possano costituire un impedimento alla loro realizzazione.
Sull’area, la disciplina vigente, prevede la realizzazione di un insieme sistematico di interventi edlilizi finalizzati ad attività di
tipo congressuale-convegnistico, formativo e culturale, con particolare riguardo al mondo delle professioni, integrate da
destinazioni e funzioni ricettive, con specifico richiamo al turismo congressuale.
Il piano prevede la valorizzazione dell’area boscata, il recupero e l’adeguamento dei fabbricati esistenti, la ricostruzione
dell’ala demolita della casa padronale, la realizzazione di un campus e di una struttura ricetiva dimensionata per 100 posti
letto, un auditorium per 300 posti, aule per attività didattica, attrezzature per il tempo libero e la pratica dello sport quali piscina
e campi sportivi e da tennis, palestra e centro benessere. L’intervento prevede di essere completato con la realizzazione di
parcheggi pertinenziali e con le opportune sistemazioni esterne nel parco e nelle altre aree aperte, con i relativi arredi e la
predisposizione di aree attrezzate. Lo schema così proposto è stato concepito recependo le esigenze manifestate dalla
proprietà a seguito dell’emissione dell’Avviso pubblico di partecipazione al Regolamento Urbanistico, calibrando, al contempo
le richieste pervenute sulla base delle limitazioni dettate dalla strumentazione urbanistica e con gli specifici obiettivi
dell’amministrazione.
23. – VILLA CARMIGNANI - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI
Ambito di riferimento
Realizzazione di un complesso turistico-ricettivo ed attrezzature ricreative integrate, con il recupero
delle strutture esistenti.
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Verde pubblico
//
Parcheggi pubblici
//
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Consumo di suolo
Fabbisogno idrico
Produzione acque reflue
Produzione RR.SS.UU.
Consumi energetici
Inquinamento atmosferico
Traffico
Rumore
impatto
+/–
entità
x
x
x
x
x
x
x
x
–
–
–
–
–
–
–
–
Modesta
Rilevante
Rilevante
Modesta
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Modesta
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- realizzazione di un complesso integrato per attività turistico-ricettive e ricreative;
- recupero e riqualificazione urbanistica e funzionale delle strutture esistenti;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un
polo ricettivo-integrato e qualificato dotato di attrezzature di interesse collettivo
per la fruizione del tempo libero.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una
soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto
alla qualificazione dell’offerta funzionale ed alla definizione delle qualità formali e paesaggistiche della frazione.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato.
L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare.
MONITORAGGIO
Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo
insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.Si
prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia acustiche
che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici.
36
RECUPERO EX CINEMA ODEON:
Il recupero del complesso dell’ex Cinema Odeon reso direttamente efficace con l’allegato E alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale (il cui contenuto è stato integralmente trasposto nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato
G al Regolamento Urbanistico) ha conosciuto, nel corso dell’ultimo quinquennio vicende alterne, che hanno determinato,
anche in questo caso la sostanziale inerzia delle iniziative private per l’insostenibilità economico-finanziaria degli interventi
previsti.
Nel corso degli anni lo stato di degrado dell’area si è aggravato con ripercussioni sul decoro dell’abitato, la salubrità e la
sicurezza delle aree adiacenti; al fine pertanto di agevolare e accelerare il processo di recupero e di riqualificazione di un’area
così organica al centro storico e vitale del capoluogo, l’A.C., prevede lo stralcio dell’allegato al P.S. sopra citato e la
rimodulazione dei contenuti prescrittivi della scheda normativa di R.U., senza incremento del carico urbanistico e delle
volumetrie esistenti.
17. – P. d R. EX-ODEON - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI
Ambito di riferimento
Recupero di strutture e fabbricati esistenti al fine di una della riqualificazione di un ambito urbano.
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Verde pubblico
//
Parcheggi pubblici
//
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Qualità del suolo e del sottosuolo
Fabbisogno idrico
Produzione acque reflue
Produzione RR.SS.UU.
Consumi energetici
Inquinamento atmosferico
Traffico
Rumore
impatto
x
x
x
x
x
x
x
x
+/–
+
–
–
–
–
–
–
–
entità
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- riqualificazione di fabbricati e tessuti insediativi aventi valore storico-documentale e
conseguente possibile rivitalizzazione del centro storico della frazione;
- possibile effetto positivo sulla qualità del suolo, in considerazione dello stato di
abbandono dell’area;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la valorizzazione
dell’impianto insediativo centrale quale luogo del riconoscimento dell’identica
collettiva e statutaria, degli ambiti storicizzati.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una
soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevati, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato.
L'intervento è suscettibile di produrre modesti incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, amplificata dalla collocazione centrale dell’area di intervento
posta tra la ridosso della Via Roma e la Piazza della Repubblica.
MONITORAGGIO
Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo
insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.
Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di
fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati dal complesso della disciplina urbanistica
comunale e al contempo recuperare la necessaria flessibilità delle norme a questo funzionali, la
variante al Piano Strutturale si sostanzia dello stralcio di tutte le ulteriori prescrizioni di immmediata
efficacia disposte per le singole UTOE di cui all’art. 12 delle relative NN.TT.A., che comunque non
producono impatti ed effetti di alcun rilievo rispetto all’assetto pianificatorio già sottoposto a valutazione
nell’ambito della predisposizione del PS, prima, e dopo, e soprattutto, nell’ambito della redazione del
Regolamento Urbanistico.
Ulteriori modifiche previste nella presente variante al PS, che di seguito sinteticamente si ricordano,
possono comportare effetti non ancora indagati dei quali si prova a dare compiuta illustrazione in
riferimento alle matrici territoriali, ambientali, sociali, economiche e relative alla salute umana.
ULTERIORI PROPOSTE DI MODIFICHE:
In riferimento all’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore, individuata per garantire l’approccio tematico e l’omogeneità degli scopi sottesi
dall’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e navigabilità del Canale, e prendendo le mosse dalle considerazioni espresse
nella definizione degli specifici obiettivi che fonda le garanzie di manutenzione futura e di funzionalità degli interventi in
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programma nella presenza di aree a carattere produttivo, l’ipotesi di variante propone di ampliare la molteplicità delle possibili
funzioni ammesse nell’unità territoriale anche a quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto
per quelle di district-park e residenziali.
La proposta di modifica interviene su un tema che non attiene alla definizione degli obiettivi di PS per
l’UTOE n. 4 – Scolmatore, ma sulla disciplina relativa alle prescrizioni per il RU in riferimento alla
stessa UTOE.
In tale chiave vale la pena rammentare come l’UTOE n. 4 – Scolmatore trovi ragione della propria
istituzione nell’ipotesi di navigabilità del canale artificiale che gli dà il nome e degli interventi di messa
in sicurezza idraulica che ne avrebbero dovuto costituire il necessario presupposto. Tra gli obiettivi
indicati nel vigente PS, e non discussi dalla proposta di variante, si legge: “Secondo studi economici di
fattibilità la realizzabilità dell’idea (della navigabilità del canale Scolmatore – ndr) si fonda su specifiche
garanzie di manutenzione futura dell’opera che vengono legate alla presenza di aree a carattere
produttivo” e di seguito: “La molteplicità delle funzioni espresse all’interno dell’area vengono
subordinate ad ipotesi localizzative separate, intervallata da attività agricola e altre funzioni”.
L’introduzione della modifica proposta, pertanto, appare comunque in linea con gli orizzonti
programmatici e gli scenari che la strategia di PS tratteggia pur in maniera generica. A tale scopo si
puntualizza che in più occasioni il PS orienta le scelte di piano verso l’ampliamento dell’offerta di
funzioni e di attività, ambientalmente sostenibili, all’interno delle singole unità territoriali organiche
elementari quale contributo alla qualificazione dei singoli contesti territoriali.
La misura proposta, mitigata comunque dalla prevalenza delle funzioni logistiche rispetto a quelle di
tipo artigianale ed industriale, assommerebbe il vantaggio di poter localizzare in aree già in sicurezza
idraulica e ampiamente infrastrutturate, attività produttive senza ulteriori impieghi di suolo rispetto ad
ambiti territoriali già individuati con accordi di programma o strumenti similari, alla possibilità di attirare
sul territorio investimanti di privati con più consistenti “ritorni” in termini di occupazione e conseguente
distribuzione del reddito. Tale proposta, pertanto, rientra a pieno titolo nell’ambito della presente
revisione allo strumento di pianificazione comunale, nella misura in cui introduce ulteriori possibilità di
trasformazione del territorio senza significativo incremento degli effetti da essa indotti rispetto al quadro
previsionale attuale, e nella misura in cui rappresenta un’ulteriore opportunità ed un ulteriore strumento
capace di offrire più ampi gradi di flessibilità della pianificazione territoriale, così necessari nella
gravosa contingenza economico-finanziaria che anche questi territori devono fronteggiare, nonché
maggiori possibilità di attuazione coerente dell’insieme degli obiettivi sottesi dallo stesso PS.
In sintesi si richiamano i temi sopra illustrati in relazione agli indicatori individuati in sede di “Documento
Preliminare di VAS e Valutazione Iniziale di VI” che ha accompagnato l’Avvio del Procedimento della
presente Variante.
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RISORSE
ACQUA
INDICATORI
IMPATTO ATTESO
Consumi idrici domestici
Impatto non presente e pertanto non si prevedono effetti in merito a tale indicatore.
Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli)
Lieve incremento dei consumi industriali di difficile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura
non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla fase attuativa della pianificazione
ed a quella di monitoraggio.
Quantità di acqua erogata
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore.
Appare ragionevole l’attesa di impatti anche significativi su tale indicatore in funzione della natura e consistenza delle
aziende eventualmente insediate; tale impatto resta, comunque di difficile quantificazione allo stato attuale della
pianificazione e data la natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla
fase di monitoraggio.
Popolazione servita dall’acquedotto
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità.
Non sono attesi effetti in riferimento a tale indicatore.
Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso
Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso.
Perdite alla rete idrica
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore.
Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore.
Caratteristiche della rete idrica
Rete di adduzione acqua non potabile per uso industriale presente nell’UTOE a servizio prevalente dello stabilimento
industriale ENI POWER di Stagno.
Nessun impatto atteso.
Popolazione servita dalla pubblica fognatura
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità.
Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile.
Non si attende alcun impatto dalla proposta di variante in discussione in relazione a tale indicatore.
Popolazione servita da impianti di depurazione
Potenzialità degli impianti di depurazione
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità.
Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile.
Non appare ragionevole attendersi alcun impatta dalla porposta in oggetto relativamente al comparto produttivologistico di Interporto; eventuali impatti in riferimento a tale indicatore i possono ragionevolmente attendere
limitatamente all’area produttiva del Faldo.
Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce cui afferiscono i reflui provenienti dal comparto logistico dell’Interporto
“Amerigo Vespucci” è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza dell’impianto intermodale e
della vicina area produttiva denominata “Ex CMF. Alla luce delle ulteriori modifiche apportate alla disciplina di PS si
rimanda la valutazione dei possibili effetti a specifiche verifiche da parte del gestore del SII sulla pianificazione attuativa.
Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo.
Consistenza e qualità della rete fognaria
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo.
Possibilità allaccio
L’allaccio è reso possibile dalla presenza di una rete civile esistente
Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati
Dato non rilevato.
Non appare ragionevole ipotizzare alcun impatto in ordine a tale indicatore.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente
Dato non disponibile e non rilevante rispetto alla modifica proposta. Relativamente al comparto interportuale non si
attende alcun impatto significativo, ulteriore o cumulabile in ragione della possibilità di allaccio alla fognatura nera.
Possibili impatti in riferimento a tale indicatore potrebbero prodursi sul comparto produttivo-logistico attualmente
occupato dall’Autoparco “Il Faldo”
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Vulnerabilità della falda
L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 7 - CARTA delle AREE SENSIBILI alla VULNERABILITÀ
delle indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturale in classe 2 ELEVATA.
Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di sistemi acquiferi liberi in rocce prevalentemente carbonatiche con
scarsa copertura e acquiferi liberi, semiconfinati o confinati generalmente caratterizzati da notevole anisotropia ed
eterogeneità con copertura scarsamente permeabile. Posizionati in prossimità di centri abitati ed in un contesto
idraulico superficiale di tipo rettificato.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal
momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente
infrastrutturate ed urbanizzate.
Consumo di suolo
Non è previsto alcun consumo di suolo ulteriore rispetto al quadro previsionale e strategico fissato con l’insieme della
strumentazione urbanistica vigente.
Superficie di suolo reso impermeabile
Permeabilità
SUOLO
Geomorfologia
Non è previsto alcun incremento dell’impermeabilizzazione dei suoli rispetto al quadro previsionale e strategico fissato
con l’insieme della strumentazione urbanistica vigente e pertanto non si evidenziano allo stato attuale della
pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione
inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 6 - CARTA IDROGEOLOGICA delle indagini geologico
tecniche di supporto al Piano Strutturael in classe 1 PERMEABILITÀ PRIMARIA (per porosità) PpB – BASSA, con la sola
eccezione degli ambiti territoriali occupati dall’Interporto e dell’Autoparco Il Faldo che sono ricomprese in classe 4
PERMEABILITÀ PRIMARIA IN AMMASSI DETRITICI DppM – MEDIA.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal
momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente
infrastrutturate ed urbanizzate.
L’UTOE n. 4 è caratterizzata dalla presenza di numerose aree soggette a ristagno prolungato di varia consistenza. Le
aree oggetto della proposta di variante, essendo state oggetto nel corso degli anni di interventi di infrastrutturazione
sono invece caratterizzate per i riporti di terreno e per il posizionamento a quote altimetrice superiori alla media .
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal
momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente
infrastrutturate ed urbanizzate.
Acclività
L’intera UTOE n. 4 è caratterizzata da una morfologia pianeggiante o subpianeggiante con pendenze inferiori al 5%.
Tale indicatore non assume paertanto rilevanza e non appare suscettibile di subire impatti significativi o di innescare
eventuali criticità territoriali.
Rischio geologico
L’UTOE n. 4 si caratterizza per pericolosità geomorfologiche medie (da medio bassa con bassa propensione al dissesto
gravitativo e statico per le zone e i lotti bonificati geotecnicamente e le altre aree di pianura con sottosuolo eterogeneo e
con caratteristiche geotecniche da medio-basse a scadenti, a medio elevate con medio-bassa propensione al dissesto
per le aree di pianura con sottosuolo eterogeneo, caratteristiche geotecniche da basse a scadenti, soggette a fenomeni
di ristagno).
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal
momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente
infrastrutturate ed urbanizzate.
Rischio idraulico
L’UTOE n. 4 ricade quasi interamente in classe di pericolosità idraulica 4 - MOLTO ELEVATA comprendenti le aree
interessate da allagamenti per eventi Tr<30 anni. In assenza di studi idrologici-idraulici rientrano in questa classe le aree
di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni:
a) vi sono notizie storiche di inondazioni;
b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a 2
metri sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda;
oppure:
c) aree morfologicamente depresse interessate da fenomeni di ristagno prolungato (zone umide). Sono inserite le P.I.4 e
le P.I.M.E. e tutti gli elementi "idrografici" naturali o antropici (corsi d'acqua perenni, invasi, laghi, casse d'espansione
etc.).
Fanno eccezione l’area interportuale e quella dell’Autoparco (quelle destinatarie della proposta di modifica normativa
della presente variante) che sono classificate come aree a pericolosità idraulica 3 – ELEVATA comprendente le aree
interessate da allagamenti per eventi compresi tra 30<Tr<200 anni.
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Reticolo idrografico
La piana settentrionale è sempre stata servita da una serie di canali demaniali a scolo naturale od intermittente, carenti
nel funzionamento idraulico e nel profilo dimensionale. A partire dal Nord:
− l’Antifosso del Fosso Reale, che parallelo allo Scolmatore sbocca nel Toretta Inferiore, senza ricevere contributi
diretti dalla piana;
− l’Antifosso di Fattoria, che ha origine a nord di Vicarello, riceve i fossi Perino e Fologno e sottopassando il fiume
Tora, entra nella piana di Guasticce per confluire nel Toretta Superiore;
− il Tora Vecchia, che nasce in località Mortaiolo, sottopassa l’alveo del Tora confluendo insieme all’Antifosso di
Fattoria nel Toretta Superiore;
− il Toretta Superiore, che nasce dalla confluenza dei due precedenti e sbocca nel Toretta Inferiore insieme
all’Antifosso del Fosso Reale;
− il fosso Colmata degli Orti, che sbocca a Stagno nel canale Antifosso delle Acque Chiare avendo origine al margine
ovest dell’Interporto mentre prima attraversava tutta la piana di Guasticce,
− il fosso delle Chiaviche, che prima terminava con uno sbocco a paratoia nell’Acqua Salsa, ora con percorso diverso e
ricalibrato, viene avviato verso l’idrovora realizzata a nord dell’Interporto.
− completa il quadro del sistema idrografico dell’UTOE istituita proprio in ragione della sua presenza e dell’ipotesi di
messa in sicurezza idraulica e della sua navigabilità, il canale Scolmatore d’Arno, i cui argini sono posti a quota +4.88
m.m con una piena massima prevista di 1450 mc/s e quota massima del pelo libero di 3.88 m.m, in corrispondenza
della linea mediana centrale del bacino.
La gran parte della piana è stata soggetta fino a tempi recenti a frequenti allagamenti e ristagni a motivo della
bassa giacitura dei terreni.; si verificava infatti che il livello del pelo libero dei ricettori finali fosse a quote comparabili
con quelle del bacino di Guasticce ed anche superiori in caso di piena. A ciò si aggiungeva il fenomeno della
tracimazione dei canali provenienti da monte, l’Antifosso di Fattoria ed il Tora Vecchia. Per permettere la concreta
attuazione del Centro Interporto e la reindustrializzazione della ex-CMF, sono stati progettati una serie di interventi; ad
oggi sono stati realizzati:
risagomatura dell’Antifosso Reale nel tratto adiacente all’Antifosso della Fattoria,
sistemazione e spostamento dell’Antifosso di Fattoria che scorre parallelo allo Scolmatore,
spostamento del Fiume Tora a nord della S.G.C. FI-PI-LI e sua confluenza nell’Antifosso di Fattoria,
realizzazione del Collettore ovest, dallo svincolo ovest all’impianto idrovoro,
realizzazione del Collettore sud, dalla S.S.n.555 all’impianto idrovoro,
esecuzione e completamento dell’impianto idrovoro.
A ciò si deve aggiungere gli interventi già accennati come lo spostamento e l’allargamento del Fosso delle
Chiaviche, la sistemazione dell’Acqua Salsa e la riduzione della Colmata degli Orti, che hanno contribuito ad eliminare le
acque alte dalla piana di Guasticce.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore
dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree già largamente
infrastrutturate, urbanizzate e sulle quali sono stati effettuati o sono in corso interventi di sistemazione e messa in
sicurezza idraulica..
Siti da bonificare
La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta tre localizzazioni
ricadenti nell’UTOE n. 4, con procedure attive, ma relative a limitati ambiti territoriali ed ad eventi incidentali di modesta
entità lungo le infrastrutture viarie per lo sversamento di idrocarburi lungo le scarpate stradali.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal
momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazoine di aree già largamente
infrastrutturate ed urbanizzate.
Sito di interesse nazionale
Nell’UTOE n. 4 non sono presenti siti di interesse nazionale. Il SIN relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende
le aree interne alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia.
Consumi energetici; gas ed energia elettrica
Consumo energetico complessivo (ultimo aggiornamento disponibile anno 2004 – Fonte PEC di Collesalvetti):
Prodotti petroliferi: 39.205 Tep (2,44 Tep/ab); Metano:20.873 Tep (1,30 Tep/ab); Elettricità: 39.569 Tep (2,46 Tep/ab).
Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti difficele una sua
determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS.
Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di mitigazione degli
impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazioe autonomai di impianti da FER, che per
il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il fabbisogno energetico dei fabbricati.
Fabbisogni di energia
Dato non disponibile. Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti
difficele una sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS.
ENERGIA
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Produzione di energia da fonti rinnovabili
Ultimo aggiornamento disponibile anno 2011: 4618 kW installati.
L’eventuale insediamento di attività produttive in aree già urbanizzate appare suscettibile di produrre significativi impatti
in riferimento a tale indicatore; appareinfatti ragionevole supporre ed attendersi l’attivazione di iniziative imprenditoriali
produttive, che stante anche l’attuale contingenza economico-finanziaria, integrate e comunque attente alla copertura
del proprio fabbisogno energetico (elettrico e termico) ed al contenimento dei costi ad esso relativi.
Sistemi di gestione dei consumi pubblici
Attualmente non risulta essere stato attivato alcun sistema di gestione particolare.
Non si attende alcun impatto significativo sul presente indicatore a seguito dell’eventuale accoglimento della proposta
di variante in discussione.
Qualità dell’aria
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale
di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta
significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, in funzione, soprattutto delle tipologie di
aziende ed attività eventualmente insediabili e fermi restando gli indirizzi che la variante pone per l’attuazione della
previsione al RU.
Emissioni di origine industriale
Emissioni da traffico veicolare
ARIA
Emissioni di origine civile
Livello di inquinamento acustico
Flussi di traffico
Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale
Sistema di raccolta
RIFIUTI
Produzione di rifiuti pro capite
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo
scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti
nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed
attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della
previsione al RU.
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo
scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti
nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità.
Nessun impatto significativo atteso in relazione a tale indicatore.
Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica ipotizzata nella presente variante riguarda aree
già classificate come aree produttive.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed
attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della
previsione al RU.
Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale. È
comunque vietato il transito del traffico commerciale sulla SP n. 555 Delle Colline.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed
attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della
previsione al RU.
Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del
bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi
di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004.
Nessun impatto significativo atteso, allo stato attuale della pianificazione, stante la natura non conformativa del PS; si
rimandano eventuali valutazioni di dettaglio alla fase di monitoraggio degli effetti del presente piano.
Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto. A partire dal
settembre 2011 è stato attivato, nell’area interportuale all’interno dell’UTOE oggetto della proposta di variante , il
servizio di raccolta dei rifiuti urbani e della carta. Attualmente è offerta la possibilità di differenziare tali tipologie di rifiuti
all'interno degli uffici mediante specifici contenitori carrellati. La raccolta sarà svolta in modalità “porta a porta”.
La proposta di variante non appare suscettibile di produrre significativi effetti in ordine a tale indicatore.
Ultima rilevazione disponibile anno 2008 (Fonte ATO Toscana Costa): 640,10 kg/ab per anno.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio.
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Percentuale di raccolta differenziata
Ultima rilevazione disponibile anno 2010 (Fonte Servizi Ambientali Comune di Collesalvetti): 27,46%.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio.
Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici
Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in
località “La Chiusa”. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore.
Quantità di rifiuti avviata a recupero
Dato non disponibile.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato
attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio
sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio.
Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive
Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti; non si registrano comunque criticità
significative in questo campo nell’UTOE n. 4 – Scolmatore.
Nessun impatto significativo appare ragionevolmente da attendersi a seguito della proposta di variante in discussione.
Estensione delle aree verdi per tipologia
Ultimo dato disponibile relativamente all’UTOE n. 4 – Scolmatore (Fonte Variante al P.P. dell’Interporto Vespucci di
Guasticce). Del. C.C. del 14 febbraio 2011): Aree verdi di compensazione: mq. 273.990; Aree verdi di riequilibrio: mq.
744.768; Verde pubblico attrezzato: mq. 1.250. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore.
Aree naturali protette
L’UTOE N. 4 non è interessata direttamente dalla presenza di aree naturali protette, per quanto il suo lembo occidentale
sia caratterizzato dal SIR/SIC discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della
contessa”.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine
a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei
quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali
sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse
Siti di Importanza Regionale/Comunitaria
L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza di SIR/SIC. Le attigue UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono
caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e Biscottino” (anche SIR e ZPS) che
ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della Contessa”. Il vigente RU ha
introdotto un ambito definito “area di incidenza del SIR” che si estende ad una porzione consistente dell’UTOE n. 4 e del
perimetro di Interporto.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine
a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei
quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali
sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse
ANPIL
L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza diANPIL.
Presenza di SRB e RTV
Nell’UTOE n. 4 si segnala unicamente la presenza di un sito SRB (GSM+UMTS) in località podere Dalgas.Non si
evidenziano eventuali impatti in riferimento a tale indicatore.
Linee elettriche
Il territorio dell’UTOE n. 4 è attraversato longitudinalmente (con andamento SO-NE) dagli elettrodotti n. 286 AvenzaLivorno (220 kV), n. 529 Marzocco-Guasticce e n. 527 Guasticce-Cascina (132 kV) e trasversalmente dall’elettrodotto n.
520 Guasticce-Pisa porta a Mare (132 kV). Le modifiche proposte non appaiono suscettibili di variare gli assetti esistenti
e di produrre ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla situazione esistenti.
Distanze di sicurezza
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si prevedono ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla
situazione attuale.
Visuali e sfondi paesaggistici
Il vigente PS nell’articolare la propria definizione del sistema rurale, individua, prevalentemente lungo il corso del
Canale Scolmatore, alcune fasce di territorio avente funzione rurale e paesaggistica ambientale senza riconoscere,
comunque alcuna rilevanza al tema delle visuali e delle viste. Tale tema è invece introdotto dal vigente PTC della
Provincia di Livorno che nella propria disciplina paesaggistica definisce il proprio Statuto territoriale individuando quali
valori storico culturali quelli connessi agli ambiti rurali connotati dalla struttura agraria riconducibile agli interventi di
bonifica con presenza di reticoli irrigui e riconosce ad una larga porzione del territorio interessato dalla’UTOE in oggetto
deli valori estetico percettivi relativi alle aperture visuali verso i rilievi.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine
a tale valore.
NATURA E
BIODIVERSITÀ
RADIAZIONI
NON
IONIZZANTI
PAESAGGIO E
CITTADINANZA
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Frammentazione territorio rurale
Il territorio rurale interno all’UTOE n. 4, oggetto della proposta di variante in esame, risulta soggetto ad una diffusa
frammentazione dovuta alla consistente maglia infrastrutturale ed idrografica, da un lato e dalla preponderante
incidenza delle aree urbanizzate, con specifico riferimento ai due comparti produttivo-logistici dell’Interporto e
dell’Autoparco in loc. Faldo.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine
a tale indicatore.
Grado di naturalità
L’area in questione appare fortemente compromessa nei propri contenuti naturali e naturalistici per la densità della
maglia infrastrutturale nonché per la presenza di comparti logistico-produttivi rappresentati dall’Autoprco “Il Faldo” e
Interporto “Amerigo Vespucci”.
Residuano valori ambientali e naturalistici nelle aree marginali dell’UTOE e nelle aree ad esse contermini caratterizzate
dalla Riserva Naturale Provinciale della Contessa e dal SIR n. 47 “padule di Suese e Biscottino”.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine
a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei
quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali
sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse.
Beni storico-culturali
Non si evidenzia la presenza di beni di interesse storico culturale fatta eccezione per la sola chiesa parrocchiale di
Stagno. Nessun impatto atteso in ordine a tale indicatore.
Vincoli paesaggistici
L’UTOE n. 4 – Scolmatore non è interessata da vincoli paesaggistici se non marginalmente per la fascia a cavallo
dell’acqua pubblica individuata con il Fiume Isola; non sono pertanto attesi significativi effetti in ordine a tale indicatore.
Invarianti
Il vigente PS individua all’interno dell’UTOE in oggetto l’insieme delle invarianti rappresentato e costituito dal sistema
idrografico naturale e d artificiale nonché l’Interoprto quale cerniera tra il sistema infrastrutturale trasversale del sistema
territoriale dell’Arno e l’itinerario plurimodale tirrenico in funzione dell’alleggerimento appenninico.
La proposta di variante qui avanzata incide su tale invariante comunque in conformità all’obiettivo di “potenziamento e
qualificazione”.
Valori paesaggistici/architettonici introdotti
Dotazioni territoriali e di servizi
Qualità della vita
Mobilità e accessibilità
Salute e sicurezza
La realizzazione dell’area interportuale ha introdotto nuovi linguaggi architettonici nella realizzazione del tessuto
produttivo esistente trasformando consistentemente un contesto naturale morfologicamente depresso ed idoneo ad
habitat assimilabili ad aree umide che per le intrinseche caratteristiche geotecniche hanno suggerito e comportato
linguaggi e tecnologie costruttive improntate alla “leggerezza”. Il paesaggio risulta fortemente condizionato dalla
presenza di tracciati viari in rilevato e sopraelevazione. Nessun impatto significativo atteso.
L’UTOE in oggetto è dotata di una modesta superficie di verde pubblico e servizi collettivi legati al culto ed alla
socializzazione della popolazione ubicate nello storico nucleo di Stagno Vecchia, avente valenza fortemente localistica.
All’interno del comparto produttivo logistico dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è ospitata una consistente area
destinata a servizi amministrativi e ricettivi. La proposta in questione incrementerebbe la gamma di possibili dotazioni
territoriali potenziando l’offertà di attività potenzialmente compatibili ed ammesse, nonché le vocazioni produttive di
un’area già interessata da profonde trasformazioni territoriali, infrastrutturali e funzionali.
Non esistono indagini o rilevamenti effettuati a tale scopo. Non si evidenziano significative criticità in merito anche alla
luce della modesta densità abitativa dell’UTOE in questione.
Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili si
rimandano specifiche vlutazioni di merito sia in ordine a possibili impatti negativi sia in riferimento a quelli positivi come
eventuale ricaduta occupazionale, etc.
L’UTOE n. 4 – Scolmatore segue lo sviluppo longitudinale del canale artificiale da cui assume il nome ed interessata
dalla SGC FI-PI-LI e dagli attraversamenti trasversali (da est ad ovest) della SRT n. 206 Emilia, dall’autostrada A12 e dalla
SS n. 1 Aurelia. L’area è inoltre interessata dal tracciato viario di collegamento tra il Porto di Livorno e L’interporto
“Amerigo Vespucci”; la pianificazione territoriale e settoriale specifica vigenti prevedono l’estendimento del tracciato fin
qui realizzato fino ad innestarsi sul tracciato della Pisa-Vada.Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione
possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe
unicamente sulla parziale trasformazine di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
L’UTOE n. 4 – Scolmatore risulta scarsamente abitata se non per la sua porzione che interessa l’abitato storico di
Stagno Vecchia e non presenta significative criticità in ordine alla sicurezza ed alla salute; alcuni studi recenti
tenderebbero a dimostrare un nesso causale tra l’incidenza di alcune patologie e le attività industriali del comparto
petrolchimico insistenti a Stagno e Livorno.
Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili si
rimandano specifiche valutazioni di merito fermo restando che è indirizzo per il RU l’ammissibilità, in tali contesti, di
attività e categorie di funzioni F industriali eventualmente con l’esclusione delle attività F5) petrolchimica e F6) di
recupero e trattamento rifiuti, secondo la classificazione introdotta dal vigente atto generale di governo del territorio.
44
Ancora e comunque in funzione di consentire un sufficiente grado di flessibilità e concreta possibilità di effettiva realizzazione
delle linee programmatiche e delle previsioni date all’interno del PS, l’ipotesi di variante propone, per specifici interventi già
individuati come strategici dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, di
introdurre una norma che, all’interno di specifiche varianti al Regolamento Urbanistico, consenta l’attingimento dei
dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle UTOE di riferimento.
Il tema in oggetto determina possibili conflitti con le norme regolamentari introdotte con il DPGR
3/R/2007 in materia di raccordo tra strumenti della pianificazione territoriale con specifico riferimento
alla definizione ed alla modulazione del dimensionamento (artt. 7 e 8). Le norme citate prevedono che
le dimensioni massime sostenibili siano individuate all’interno dei sistemi e subsistemi considerati nella
loro interezza, nonché delle singole UTOE. In tale chiave la deroga che si propone di istituire
comporterebbe la possibilità di “travaso” di dimensionamento da ambiti territoriali che, rispetto alle
previsioni del vigente RU, dispongono di un residuo verso ambiti che ne sono privi; tale possibilità
resterebbe, tuttavia, condizionata all’approvazione di piani attuativi, comunque denominati, successivi
o contestuali ad apposite varianti al Regolamento Urbanistico che contribuiscano a precisare e
completare il quadro previsionale strategico del Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli
obiettivi da esso definiti per ogni singola UTOE.
La norma proposta, pertanto, conserva la necessità del requisito della coerenza interna agli atti di
pianificazione territoriale comunale, pur introtucendo l’ipotesi di una deroga, che ferme restando le
quantità massime sostenibili dell’intero territorio comunale, consenta una “ridistribuzione” dei
dimensionamenti residui relativi ad ogni singola UTOE in distinti ambiti territoriali.
In tale chiave la norma introduce una opzione, una “possibilità”, i cui eventuali effetti sono difficilemente
apprezzabili al presente stadio di valutazione; un minimo approfondimento sul tema in questione
permette di formulare alcune considerazioni a margine, allo scopo di meglio apprezzare la portata e le
ricadute della norma in parola.
Le verifiche effettuate sul dimensionamento residenziale in sede di Relazione Illustrative/Sintesi non
tecnica del vigente RU, evidenziano come il “residuo” non attinto dall’atto di governo del territorio
ammonti a 6.480 mc. e chiariscono come tale “residuo” provenga prevalentemente dalle UTOE relative
ai centri abitati collinari (Nugola, Parrana San Giusto, Colognole e Le Case) o ai nuclei abitati di più
modesta entità (Torretta Vecchia e La Tanna). Pur non introducendo vincoli di sorta in merito alla
rilocalizzazione del residuo sopra descritto, è pertanto ragionevole attendere che la variante proposta
determini una traslazione di dimensionamento dai centri minori alle frazioni maggiori soggette a
maggiori pressioni demografiche ed insediative, senza peraltro, in questa fase, poterne circostanziare
gli impatti e le conseguenze tanto in ordine al preciso contesto localizzativo, quanto in riferimento alle
specifiche tipologie e entità degli effetti indotti.
Tali esami ed accertamenti restano pertanto demandati alla fase di approvazione della variante al RU
con conseguente/contestuale piano attuativo ed alle relative procedure valutative e partecipative ai
sensi della normativa nazionale e regionale in materia.
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RISORSE
INDICATORI
IMPATTO ATTESO
Consumi idrici domestici
Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di
predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti.
Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli)
Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di
predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti.
Quantità di acqua erogata
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). All’attuale stadio della pianificazione risulta impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti
derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di
strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto
demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Popolazione servita dall’acquedotto
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità. L’effettivo impatto della modifica proposta
risulta di difficile determinazione ma in riferimento a tale specifico parametro ed indicatore risulta non rilevante rispetto al
dimensionamento complessivo dato ed alla sostenibilità indicata in fase di redazione di PS e di RU.
Eventuali effetti significativi possono essere rilevati e valuitati in sede di pianificazione attuativa (di predisposizione di RU
e/o di variante) e dei relativi procedimenti partecipativi e valutativi.
Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso
Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso.
Perdite alla rete idrica
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitatatamente alla singola UTOE. Qualsiasi intervento rientrante
nell’ambito di applicazione della presente proposta di variante appare comunque suscettibile di incidere scarsamente su
tale indicatore se non, eventualmente, in termini migliorativi.
Caratteristiche della rete idrica
La rete di distribuzione copre tutte le frazioni ed i nuclei abitati del territorio comunale.
Popolazione servita dalla pubblica fognatura
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai
singoli agglomerati ed alle singole UTOE.
Popolazione servita da impianti di depurazione
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai
singoli agglomerati ed alle singole UTOE. Sul territorio comunale esistono 5 impianti di depurazione di acque reflue
urbane condotti dal gestore del SII relativamente agli agglomerati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno e Nugola.
Solo il depuratore di Guasticce, interessato da recenti opere di ampliamento ed adeguamento delle capacità depurative,
copre interamente l’ambito insediativo di riferimento.
Potenzialità degli impianti di depurazione
Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza
dell’Interporto e delle aree produttive a corona dell’abitato. È di recente sottoscrizione un accordo tra i comuni di
Collesalvetti e Fauglia de il gestore del SII per l’adeguamento del depuratore della frazione capoluogo in ragione delle
previsioni di espansioni residenziali delle due amministrazioni e del relativo incremento di carico atteso sull’impianto
esistente. Sono in previsione interventi di efficientamento dell’impianto di depurazione di Vicarello, il cui abitato soffre
della cronica incompletezza della rete fognaria con presenza di tratti di rete mista; la frazione di Stagno non risulta
completamente servita da un sistema di fognatura nera e la parte sud del centro abitato soffre della contemporanea
presenza di tipologie di reflui differenti nonché della presenza di numerosi scarichi in ambiente lungo il Fosso Cateratto
già gravato da problematiche di tipo ambientale di diversa natura; è in corso di definizione in accordo con ASA SpA il
progetto di realizzazione dell’impianto di depurazione di Nugola e dell’adeguamento della sua rete fognaria; le residue
frazioni collinari sono prive di sistemi fognari separati e di adeguati impianti di depurazione. La modifica in discussione è
di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in
variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi
Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che
al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Consistenza e qualità della rete fognaria
All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione
della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non
conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
ACQUA
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Possibilità allaccio
All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione
della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non
conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati
Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che
al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi
Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che
al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente
Dato non disponibile. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente
che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Vulnerabilità della falda
Consumo di suolo
Superficie di suolo reso impermeabile
Permeabilità
Geomorfologia
Acclività
Rischio geologico
Rischio idraulico
Rappresentano una criticità territoriale del comune di Collesalvetti l’elevata entità e consistenza delle aree soggette a
rischio idraulico, con consistenti limitazioni alla vita materiale dei cittadini, alla loro sicurezza ed incolumità, e fortemente
penalizzante per le possibilità di sviluppo del territorio.
A tale scopo è in via di ratifica un protocollo d’intesa con gli Enti competenti ed i consorzi di bonifica, volto alla
definizione di un programma complessivo di interventi mirati alla riduzione del rischio idraulico nella porzione
settentrionale del territorio comunale;
Sussistono, inoltre, sul territorio collinare numerose criticità in ordine alla stabilità dei versanti ed al rischio idrogeologico
e geomorfologico;
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Reticolo idrografico
SUOLO
Siti da bonificare
La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta 10 procedure attive sul
territorio comunale; 5 di esse sono in fase di caratterizzazione e solo per un sito (AGIPPLAST) è in corso la bonifica
dell’area. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura
non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Sito di interesse nazionale
Nel territorio comunale è presente il SIN di Livorno, relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende le aree interne
alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio
della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti
in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta,
ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione
attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Consumi energetici; gas ed energia elettrica
Fabbisogni di energia
ENERGIA
Produzione di energia da fonti rinnovabili
Sistemi di gestione dei consumi pubblici
I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante
alle funzioni ammesse nell’UTOE n. 4 (pagg. 19 e 20 della presente valutazione). Non sono disponibili dati disaggragati e/o
riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti territoriali.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
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Qualità dell’aria
Emissioni di origine industriale
Emissioni da traffico veicolare
ARIA
Emissioni di origine civile
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di
rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta
significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato.
Nonostante la richiesta in merito inviata in data 15.12.2011 sonosono stati resi disponibili dati circa la qualità dell’aria nel
complesso del territorio comunale né sulla ripartizione e incidenza delle singole sorgenti di emissione da parte di ARPAT
che nel proprio contributo istruttorio al documento preliminare di VAS-Valutazione Integrata Iniziale aveva sollecitato il
ricorso ai dati IRSE 2007.
Sussistono le criticità rappresentate essenzialmente dallo stabilimento ENI a Stagno e dalla Fonderia nel capoluogo;
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo
scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti
nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità.
Sussiste, con particolare riferimento alle frazioni di Stagno e Guasticce, la commistione di traffico veicolare residenziale
leggero e di quello commerciale pesante per la presenza di numerose attività produttive e logistiche negli ambiti
territoriali di riferimento
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Livello di inquinamento acustico
Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale,
stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono
valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio. Il >Regolamento Urbanistico vigente è comunque corredato del Piano Comunale di Classificazione
Acustica a cui , comunque, la declinazione attuativa deella presente variante non può che conformarsi, senza pertanto
determinare l’attesa di significativi effetti sui singoli ambiti territoriali.
Flussi di traffico
Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale
Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del
bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi
di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Sistema di raccolta
Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Produzione di rifiuti pro capite
I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante
alle funzioni ammesse nell’UTOE n. 4. Non sono disponibili dati disaggragati e/o riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti
territoriali. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la
RIFIUTI
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Percentuale di raccolta differenziata
natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale
indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in
merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o
variante) ed alla fase di monitoraggio.
Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici
Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in
località “La Chiusa”. È stata recentemente approvata una variante al RU per la localizzazione di un nuovo centro di
raccolta in frazione Stagno.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Quantità di rifiuti avviata a recupero
Dato non disponibile.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio.
Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive
Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
Estensione delle aree verdi per tipologia
I dati relativi al presente indicatore sono reperibili nella tabella di verifica degli standard urbanistici, disaggregati per
frazione, riportata nella Relazione Illustrativa-Sintesi non Tecnica a corredo del RU; cui si rimanda per brevità.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante. In linea generale, stante il largo impiego degli strumenti compensativi e perequativi cui è
ricorso il vigente RU, appare ragionevole attendere, dall’attuazione della presente proposta, incrementi delle superfici
attuali in termini di dotazioni territoriali, di standard e servizi, ivi comprese le varie tipologie di aree a verde pubblico.
Aree naturali protette
Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza del Parco Provinciale dei Monti Livornesi, a seguito di apposita
convenzione sottoscritta dall’Ente con i comuni di Rosignano e Livorno e la Provincia quale ente gestore, dal SIR/SIC
discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della contessa”. La modifica in discussione
è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in
variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
È in via di definizione un programma di attività con l’Ente Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli volto
tra l’altro all’istituzione di un Parco dell Biosfera.
NATURA E
BIODIVERSITÀ
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Siti di Importanza Regionale/Comunitaria
Le UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e
Biscottino” (anche SIR e ZPS) che ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi
della Contessa”.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
ANPIL
Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza delle due2 ANPIL di Parrana San Martino e delle Sorgenti di
Ciolognole. La gestione di tali ambiti, a seguito dell’approvazione dei relativi regolamenti comunali, è demandata alla
Provincia di Livorno nell’ambito della conduzione unitaria del Sistema delle aree naturali protette dei Monti Livornesi.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
Presenza di SRB e RTV
Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con maggiore incidenza
nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è interessata unicamente da 2 siti mentre
la programmazione deigli operatori presenti prevede l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le
frazioni di Parrana San Giusto e Colognole.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
RADIAZIONI
NON
IONIZZANTI
Linee elettriche
Distanze di sicurezza
I dati pertinenti a tali indicatori sono desumibili dagli elaborati cartografici di RU.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
Visuali e sfondi paesaggistici
Frammentazione territorio rurale
Grado di naturalità
Beni storico-culturali
Vincoli paesaggistici
PAESAGGIO E
CITTADINANZA
Invarianti
Valori paesaggistici/architettonici introdotti
Dotazioni territoriali e di servizi
Qualità della vita
Relativamente alla risorsa paesaggio e cittadinanza, si segnalano:
− l’insieme delle problematiche locali di mobilità, accessibilità, dotazioni terrritoriali e funzionali, nonché di qualità
della vita alla base dell’impianto complessivo della strumentazione urbanistica vigente e delle sue previsioni;
− la ridefinizione dei vincoli paesaggistici in sede di concomitante variante di monitoraggio al RU in riferimento ai reali
valori da tutelare per specifiche categorie di beni;
− si segnalanoperplessità in ordine alla possibile frammentazione del territorio rurale derivante dall’introduzione delle
misure inerenti le aree agricole residuali e alle possibilità ivi previste.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tali indicatori.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla
fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della
presente proposta di variante.
Mobilità e accessibilità
Salute e sicurezza
50
Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del
Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in
fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico; e pertanto il livello di dettaglio e di affidabilità degli elaborati
dello strumento generale appare, ad oggi, ampiamente superata, pur necessitando, nel corso dell’elaborazione della variante
di RU, delle necessarie verifiche di sussistenza dei singoli aspetti e delle singole limitazioni.
La modifica proposta non appare suscettibile di determinare significativi effetti sul territorio in quanto
limitata ad un riordino degli elaborati di piano con l’unica conseguenza di ristabilire univocità e
chiarezza interpretative alla disciplina vincolistica vigente sul territorio ed approfondita in sede di
predisposizione dell’attuale Regolamento Urbanistico.
3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI.
Stante l’obiettivo fissato per l’elaborazione della presente variante, la valutazione oggetto del presente
paragrafo tende ad essere tautologica.
Resta infatti chiaro che ogni dispositivo introdotto e/o proposto con la presente variante si sostanzia
prevalentemente, quando non esclusivamente, della volontà dell’Ammnistrazione Comunale di dare
compiuta attuazione all’insieme di previsioni, sia quelle complessive che quelle precisate e determinate
per ogni singolo ambito territoriale, attualmente vigenti nel panorama della pianificazione urbanistica
comunale.
I risultati attesi per le azioni già diffusamente illustrate, coerentemente con gli obiettivi tratteggiati, sono
quelli relativi al conferimento di maggiore versatilità e maggiore possibilità di concreta realizzazione
delle misure e delle previsioni individuate nella strumentazione urbanistica.
51
4 − MONITORAGGIO.
4.0 − PREMESSA
Il Rapporto Ambientale redatto ai sensi dell’Allegato 2 alla L.R. 10/2010 nonché la Relazione di Sintesi
ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007, devono comprendere la definizione del sistema di
monitoraggio quale ulteriore strumento per valutare il processo di attuazione delle azioni previste dal
Piano.
Attraverso l’individuazione del sistema di indicatori (o comunque di approfondimenti conoscitivi) che
dovranno essere periodicamente aggiornati, viene così verificata l’effettiva realizzazione degli interventi
previsti, il raggiungimento degli effetti attesi, eventuali effetti non previsti e l’adozione delle misure di
mitigazione. In tal senso il monitoraggio consisterà sostanzialmente in due azioni:
−
−
il controllo periodico dello stato di attuazione dello strumento;
l’aggiornamento continuo dello stato dell’ambiente, la verifica attraverso gli indicatori individuati
per ciascuna risorsa con esplicitazione della distanza rispetto a quanto previsto, di eventuali
variazioni intervenute a seguito delle trasformazioni realizzate in attuazione delle azioni previste.
Indispensabile è il confronto tra gli effetti attesi preventivamente e quelli reali, a consuntivo, ed il
controllo della effettiva applicazione di eventuali misure di mitigazione e della loro efficacia.
4.1 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO
Analogamente a quantoprevisto per il vigente RU, ai sensi degli artt. 13 e 55 della L.R.T. n. 1/2005
l'Amministrazione Comunale dispone il monitoraggio degli effetti indotti dal Piano Strutturale.
Le strutture tecniche comunali procedono a tale monitoraggio, regolandone le attività, le modalità e le
tempistiche in funzione degli aggiornamenti al quadro conoscitivo che si rendano necessari od
opportuni anche attraverso la proposta di varianti gestionali e/o generali.
Al fine di gestire e verificare il carico urbanistico, l'Amministrazione Comunale effettua il monitoraggio
delle trasformazioni territoriali di iniziativa pubblica e quelli di iniziativa privata; in tale chiave si procede
al controllo degli effetti indotti dall’applicazione della disciplina generale di carattere statutario e/o
strategico.
Il Comune procede con proprie forme alla predisposizione di idonee forme di pubblicità e
partecipazione dei cittadini alle attività occorrenti per il monitoraggio e le eventuali modifiche occorrenti.
Al fine di consentire e garantire, graduata, partecipata e sostenibile attuazione delle previsioni di
gestione e sviluppo del territorio comunale, i competenti organi tecnici comunali predispongono, con
scadenza non superiore a due anni, apposito “Documento di Verifica sullo stato e sull’efficacia del
P.S.”.
Tale documento dovrà verificare che l'attuazione degli interventi garantisca il rispetto delle norme
statutarie e strategiche di Piano Strutturale, e dei parametri e degli indicatori individuati dalla presente
documentazione di valutazione.
Il Documento di Verifica e la Relazione Programmatica da redigersi sulla base delle modalità descritte
nel comma successivo, costituiranno la base tecnica e programmatica per l'adeguamento del quadro
conoscitivo di P.S. e della relativa disciplina.
52
Qualora i competenti organi comunali lo ritengano necessario, il Documento di Verifica potrà essere
accompagnato da una “Relazione Programmatica per la sostenibilità”, che, anche recependo gli esiti
della Valutazione Integrata di accompagnamento ai singoli Piani Attuativi già predisposti, fornisca, con
identica cadenza, indicazioni strategiche sulla programmazione, opportunità, priorità ed implicazioni
relazionali degli interventi residui.
53
5 − INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI
RICEVUTI.
5.0 − PREMESSA
Al fine di stimolare e promuovere il contributo qualificato alla predisposizione della proposta di Piano, e
di agevolare un’ampia partecipazione alla definizione dei suoi contenuti e della valutazione a supporto,
con successivi invii sono stati inoltrati gli atti e gli elaborati predisposti per la presente variante di PS ai
seguenti enti ed amministrazioni:
Regione Toscana;
Provincia di Livorno;
3. Uff. Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Li-Lu-Pi;
4. Autorità di Bacino del Fiume Arno;
5. Autorità del Bacino Regionale Toscana Costa;
6. Consorzio di Bonifica Ufficio dei Fiumi e dei Fossi;
7. Azienda U.S.L. n. 6 di Livorno;
8. A.R.P.A.T. Dipartimento Provinciale di Livorno;
9. Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E.;
10. Comune di Livorno;
11. Comune di Rosignano Marittimo;
12. Comune di Pisa;
13. Comune di Cascina;
14. Comune di Crespina;
15. Comune di Fauglia;
16. Comune di Orciano Pisano;
1.
2.
nonché alle seguenti associazioni operanti nel territorio comunale e nei comuni contermini, nell’ambito
delle politiche ambientali e nerritoriali nonchè delle attività culturali:
Circolo ARCICACCIA;
2. ENALCACCIA − Sezione di Collesalvetti;
3. FEDERCACCIA − Sezione di Collesalvetti;
4. Ass. CERCHIAPERTO;
5. Ass. GAIA;
6. Ass. Naz.le GIACCHE VERDI;
7. Ass. SALVIAMO IL SALVABILE;
8. Comitato ARCOBALENO;
9. WWF − Sezione LIVORNO;
10. LEGAMBIENTE LIVORNO S.V.A.;
11. LIPU − Sezione LIVORNO.
1.
A seguito della trasmissione dell’Avvio del Procedimento di Variante al PS corredato del Documento
Preliminare di VAS e di Valutazione Iniziale di VI, sono pervenuti, da parte dei soggetti coinvolti, i
contributi di seguito illustrati.
54
5.1 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE INIZIALE.
OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI.
Autorità di Bacino del Fiume Arno – Sintesi del contributo:
Con prot. 4.724 del 25 marzo 2011 l’Autorità di Bacino del Fiume Arno ha inviato una nota in cui si
ricorda, stante l’ipotesi di incremento di consumi atteso per effetto della proposta di variante al PS,
l’adozione del Progetto di Piano di bacino Stralcio “Bilancio Idrico” e delle relative misure di
salvaguardia entrate in vigore con la publicazione in G.U. n. 78 del 02.04.2008.
L’Autorità da, al contempo, atto del fatto che il Comune di Collesalvetti ha completato l’adeguamento al
Quadro conoscitivo del Piano stralcio di assetto idrogeologico.
Considerazioni e chiarimenti:
In riferimento al Piano Stralcio “Bilancio Idrico” si precisa che una porzione consistente del territorio
comunale ricompresa entro l’ambito di competenza dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, e cioè
quella a monte ed a valle dell’immissione del Fosso Tora nel Canale Scolmatore (Per l’interbacino dello
Scolmatore dell’Arno e per il sottobacino del Canale Emissario di Bientina), non è stato possibile
determinare il DMV, e quindi resta indeterminato il livello di criticità, in quanto la notevole
antropizzazione del reticolo altera in maniera sostanziale i parametri idrologici e biologici, connessi
sostanzialmente all’azione dei sistemi di regolazione, ed è pertanto riportata in cartografia come
interbacino sotteso a sezione significativa per la quale non è stata determinata la portata di Q7,2.
Per la porzione di interbacino del Torrente Tora ricadente entro i limiti amministrativi comunali, è stato
invece calcolato in DMV pari a 0,029 mc/s alla confluenza con lo Scolmatore che si traduce in 92 giorni
critici per anno (Q<Q7,2), che fa ricomprendere tale area in classe di criticità con deficit idrico molto
elevato C4.
Si precisa che le UTOE gravitanti intorno a tale interbacino risultano essere quelle collinari e cioè
quelle aventi una pressione antropica sulla risorsa idrica determinata quasi esclusivamente dagli usi
idropotabili e domestici. In tali UTOE, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa del PS, al momento non appare ragionevole attendere significativi impatti dalle proposte
di modifica che sostanziano la presente variante.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni
valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Si ricorda comunque la vigenza delle disposizioni di cui al Capo II – Disciplina della gestione delle
risorse, del Tittolo III delle NNTTA di RU, che prevedono una serie di dispositivi a tutela delle singole
matrici ambientali ivi comprese le misure volte alla Componente Acqua ed al risparmio idrico, cui
qualsiasi nuova previsione deve comunque conformarsi. Si demanda pertanto alla concomitante
variante di monitoraggio del vigente RU, attualmente in corso, l’integrazione delle norme sopra
richiamate con le disposizioni e le prescrizini contenute nel Piano Stralcio “Bilancio Idrico” per la
corretta gestione delle possibili trasformazioni territoriali eventualmente inclusee nell’atto di governo del
territorio.
Bacino di rilievo regionale Toscana Costa – Sintesi del contributo:
Con prot. 4.741 del 25 marzo 2011 il Bacino di rilievo regionale Toscana Costa ha inviato una nota in
cui si ricorda la necessità di provvedere alla richiesta di un parere del Bacino nel caso in cui i contenuti
dela variante determinino una modifica del quadro conoscitivo di PAI.
55
Considerazioni e chiarimenti:
In riferimento alla nota in oggetto si precisa che, allo stato della elaborazione della Variante e sulla
scorta degli indirizzi ed obiettivi fissati nel documento di avvio del procedimento, non è attesa alcuna
modifica al QC di PAI derivanti o connessa ai contenuti della presente variante.
Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico ed
etnoantropologico per le province di Pisa e Livorno – Sintesi del contributo:
Con prot. 4.962 del 30 marzo 2011 la Soprintendenza di Pisa e Livorno riteneva di dover sospendere i
termini per la trasmissione del contributo richiedendo l’integrazione degli elaborati di piano e della
documentazione fotografica.
Considerazioni e chiarimenti:
Con nota prot. n. 5.194 del 04.04.2011, il Servizio Urbanistica, incaricato della redazione della Variante
al PS, ha provveduto ad inoltrare all’ente ministeriale la precisazione relativa alla natura degli atti in
questione chiarendo i profili che rendevano impossibile la trasmissione della documentazione richiesta.
Ai sensi del DPGR 4/R/2007, con il presente documento di valutazione integrata intermedia, l’ufficio
competente provvede a rendere disponibili i contenuti della variante allo strumento di pianificazione,
che, come largamente descritto, hanno natura unicamente normativa.
Regione Toscana Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa– Sintesi
del contributo:
Con prot. 5.107 del 31.03.2011 l’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa ha
inviato una nota volta a ricordare la necessità di provvedere al deposito delle indagini geologicotecniche a supporto della pianificazione ai sensi della normativa regionale vigente in materia al fine di
consentirne la verifica ed il controllo.
Considerazioni e chiarimenti:
Nessuna considerazione in merito.
Comune di Pisa – Sintesi del contributo:
Con prot. 5.113 del 31 marzo 2011 il Comune di Pisa segnalava l’opportunità dell’interessamento
dell’Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli in relazione al procedimento di
variante al PS, in qualità di gestore del SIR n. 62 denominato “Selva Piana”, ricadente interamente
all’interno dell’area naturale protetta, stante il fatto che il Comune di Collesalvetti risulta confinante
conl’area contigua del Parco.
Considerazioni e chiarimenti:
Nell’accogliere il contributo del Comune di Pisa si precisa che il Servizio Urbanistica dell’Ente,
provvederà ad inoltrare il presente documento e gli elaborati di variante all’Ente Parco Regionale
Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, al fine di promuoverne eventuali contributi partecipativi alla
definizione della variante stessa.
Regione Toscana – Settore Pianificazione del territorio e Settore Viabilità di interesse regionale
– Sintesi del contributo:
Con prot. 5.636 del 11 aprile 2011 il Settore Pianificazione del territorio della Regione Toscana
trasmetteva il proprio contributo evidenziando alcuni elementi meritevoli di approfondimento in
relazione alla coerenza con gli atti di programmazione e pianificazioneterritoriale regionale. A tale fine
si formulavano le seguenti considerazioni:
56
a. è necessario che l’approfondimento relativo al regime vincolistico, elaborato in fase di RU vigente
costituisca parte fondamentale del QC della Variante al PS;
b. risulta indispensabile un resoconto del dimensionamento che evidenzi con chiarezza la previsione
di PS, le quantità messe in campo dal vigente RU, quelle effettivamente utilizzate, nonché un
resoconto ai sensi dell’art. 6 del DPGR 3/R/2007 dello stato di attuazione dello strumento
urbanistico vigente, del “fatto salvo” e del dimensionamento residuo;
c. risulta necessario, ai sensi dell’art. 36 del PIT, includere la valutazione delle previsioni non attuate
all’interno della VAS coordinata con la VI;
d. è necessario che il dimensionamento sia articolato come previsto dal DPGR 3/R/2007 e corredato
della verifica degli standard;
e. è indispensabile, nel caso in cui la variante preveda un dimensionamento aggiuntivo rispetto al PS
vigente, un QC su cui fondare tale scelta, corredato da adeguate verifiche sulla sua sostenibilità.
Allegata alla nota sopra citata perveniva all’Ente anche il contributo del Settore Viabilità di interesse
regionale che ricordava tra gli interventi previsti dal piano pluriennale investimenti 2002-07 nel territorio
comunale, ancora da realizzare od in fase di esecuzione:
A. miglioramento dello svincolo a rotatoria in uscita dalla FI-PI-LI con la SRT 206 in località Vicarello;
B. Variante al centro abitato di Crocino;
e che sono in corso di valutazione le modalità e i tempi di finanziamento per la nuova programmazione
dei seguenti interventi:
A. svincolo a rotatoria sulla SRT 206 in località Torretta Vecchia;
B. svincolo a rotatoria in località Vicarello all’incrocio con la Via Falaschi;
C. svincolo a rotatoria sulla SRT 206 in località Il Faldo.
Considerazioni e chiarimenti:
L’analisi del contributo in questione richiede l’approfondimento di alcune tematiche e l’esposizione di
considerazioni di merito che si tratteggiano sinteticamente secondo lo schema della citata nota
regionale.
a. In riferimento a quanto precisato dalla Regione è da intendersi che il nuovo quadro d’insieme della
disciplina vincolistica operante sul territorio comunale illustrata e meglio chiarita negli elaborati
grafici di RU distinti come Tavv. 9 riquadri a), b) e c) “Carta dei Vincoli”, ad oggi vigente, costuisce
base di riferimento e quadro conoscitivo del presente procedimento.
Rileva a tale fine precisare come il RU sia stato approvato nell’aprile 2009 e pertanto non tenga
conto dell’integrazione al PIT per la disciplina paesaggistica adottata con deliberazione del
Consiglio Regionale n. 32 del 16 giugno 2009.
Il monitoraggio condotto nella vigenza del RU e tuttora in corso, ha consentito di implementare il
regime vincolistico nel territorio di Collesalvetti, soprattutto in relazione ai vincoli paesaggistici ex
lege, oggi ricompresi nel citato Piano di Indirizzo Territoriale regionale, redatto di concerto con il
Ministero dei Beni Culturali e che determineranno, al fine di non ingenerare possibili ambiguità di
lettura e di interpretazione, lo stralcio delle ormai superate tavole dei vincoli di Piano Strutturale, ed
il prossimo e compiuto aggiornamento di quelle di Regolamento Urbanistico nel corso della
variante di monitoraggio e gestione, attualmente in fase di elaborazione.
b. Il dimensionamento del Piano Strutturale vigente, per il decennio successivo alla propria adozione,
ai fini residenziali è stimato, complessivamente in mc. 273.324. Il vigente P.S. comunale dispone,
all’art. 12 delle sue NN.TT.A., relativo alla disciplina delle singole UTOE, l’immediata efficacia di
una serie di provvedimenti e di interventi, così riproponendo numerose previsioni contenute nel
previgente PRG, inerenti, perlopiù, ai comparti edificatori degli abitati di Collesalvetti e Vicarello e
alle aree soggette a Recupero Urbanistico delle frazioni collinari.
57
Alla luce di tale indirizzo, nel corso degli anni, hanno, pertanto avuto avvio, su istanza dei
proprietari, numerosi procedimenti di Piano Attuativo, alcuni dei quali sono intervenuti ancor prima
dell’approvazione del Piano Strutturale; il tutto come sintetizzato nella sottostante tabella,
riassuntiva della reiterazione delle previsioni del Piano Regolatore effettuate con il Regolamento
Urbanistico adottato (attraverso il filtro e la conferma espressa contenuta nel Piano Strutturale), e
dello stato di attuazione delle stesse con indicazione dell’iter tecnico-amministrativo ad esse
pertinente.
Tabella interventi previsti dal P.R.G., confermati dal P.S. e reiterati dal R.U..
intervento
mc.
adozione Del. C.C.
Approvaz. Del. C.C.
convenzione
UTOE n. 8 - Vicarello
1. Punta Nord-Ovest
19.000
Istanza di PdL presentata in data: 06.04.2004
2. Bastione
22.500
Nessuna istanza presentata
3. Nuova Piazza
10.000
Nessuna istanza presentata
4. Corte
9.000
Nessuna istanza presentata
5. Bastione orientale
15.000
Nessuna istanza presentata
6. Vicarello sud*
17.000
7. Ferrovia
16.000
Istanza di PdL presentata in data:04.05.2011
8. RU n. 1
4.500
Nessuna istanza presentata
n.83 del 16.04.2004
n.158 del 19.10.2004
13.06.2006
UTOE n. 12 - Collesalvetti
13. Confine est *
60.510
n.29 del 23.02.2005
n.149 del 29.09.2005
02.05.2006
18. Bastione al bosco-A
1.900
n.130 del 27.09.2010
n.13 del 14.02.2011
non convenzionato
19. Bastione al bosco-B*
12.000
n.21 del 03.03.2006
n.74 del 28.07.2006
07.03.2007
21. Chiesa 1
6.500
n.103 del 29.07.2011
//
//
22. Chiesa 2
6.500
n.104 del 29.07.2011
//
//
UTOE n. 13 - Nugola
1. RU n. 11
Nessuna istanza presentata
840
UTOE n. 15 – Castell’Anselmo
2. RU n. 4
3. Zampetti
Nessuna istanza presentata
400
5.000
n.150 del 21.12.2007
n.83 del 05.08.2008
20.10.2008
UTOE n. 17 – Parrana San Martino
1. RU n. 3
864
Nessuna istanza presentata
2. RU n. 8
1.860
Nessuna istanza presentata
UTOE n. 19 - Crocino
1. RU n. 4
400
n.31 del 13.04.2011
n.75 del 17.07.2008
non convenzionato
2. RU n. 5
400
n.45 del 31.03.2008
n.130 del 29.09.2011
non convenzionato
3. RU n. 6
400
Nessuna istanza presentata
UTOE n. 20 - Colognole
1. RU n. 2
400
Nessuna istanza presentata
2. RU n. 12
870
Nessuna istanza presentata
NOTA: gli interventi contrassegnati con (*) sono attualmente in corso di realizzazione
58
Nel computo degli interventi resi immediatamente efficaci direttamente dalla strumentazione
urbanistica sono da annoverare anche le schede normative in allegato al P.S. e di seguito
richiamate con riferimento al relativo stato di attuazione.
Tabella schede normative allegate al P.S..
intervento
mc.
adozione Del. C.C.
Approvaz. Del. C.C.
convenzione
UTOE n. 4 - Scolmatore
All. A - Rilocalizzazione
Interporto
//
Intervento approvato, convenzionato e attualmente in fase di
completamento
UTOE n. 5 - Colmata
All. B – Nuovo Parco
Industriale di Guasticce
Nessuna istanza presentata
//
UTOE n. 6 - Guasticce
All. C – Piano Particolar.
dei Servizi di Guasticce
//
n.34 del 31.03.2008
non approvato
non convenzionato
UTOE n. 12 - Collesalvetti
All. D – Campus di Villa
Carmignani
All. E – P. di Recupero
ex Cinema Odeon
//
Nessuna istanza presentata
//
Nessuna istanza presentata
Ad essi, nel corso dei circa 36 mesi di vigenza del R.U., si sono sommati gli interventi da esso
introdotti e di seguito indicati.
Tabella interventi introdotti dal R.U. avviati.
intervento
mc.
adozione Del. C.C.
Approvaz. Del. C.C.
convenzione
UTOE n. 3 – Case Rosse
1. Aviosuperficie
//
n.66 del 03.06.2010
n.135 del 30.09.2010
non convenzionato
UTOE n. 4 - Scolmatore
3. Ampliamento Faldo
//
Istanza di PdL presentata in data: 14.05.2010
UTOE n. 8 - Vicarello
10. PEEP
9.625
Istanza di PEEP presentata in data: 21.05.2010
UTOE n. 9 - Grecciano
09. Nido
//
n.167 del 30.11.2010
n.27 del 05.04.2011
non convenzionato
UTOE n. 12 - Collesalvetti
10. PEEP - Collesalvetti
3.450
UTOE n. 14 – Colline Livornesi
15. Podere Melucci
//
n.14 del 13.04.2011
n.105 del 29.07.2011
non convenzionato
Se, come accennato, il dimensionamento residenziale disposto dal Piano Strutturale vigente, per il
decennio successivo alla propria adozione, quale orizzonte temporale della propria validità, è
fissato, complessivamente in mc. 273.324, occorre precisare come le previsioni di P.S. di
immediata efficacia o direttamente operative, esauriscano, nella quasi totalità dei casi, il
dimensionamento residenziale delle singole UTOE.
Come emerge chiaramente nell’esposizione dei dati relativi alla verifica dei dimensionamenti,
contenuti nella Relazione Illustrativa di RU, cui si rimanda integralmente per i contenuti in
questione, ben il 77,50% del dimensionamento residenziale previsto dal PS è stato, dallo stesso
strumento, reso direttamente operativo a conferma di una programmazione derivante dal P.R.G.
59
previgente, lasciando al RU, in tal senso, un margine di discrezionalità piuttosto limitato in merito
alle scelte da attuare.
Il “residuo” spendibile previsto dal P.S., assomma a 6.480 mc complessivi, che costituiscono
appena il 2,37% del totale del dimensionamento programmato per l’intero decennio successivo alla
sua data di approvazione. A chiarimento e migliore comprensione dei dati sommariamente esposti
ed in riferimento al quasi totale attingimento del dimensionamento di P.S., da parte del vigente
R.U., occorre ricordare, che il protrarsi della fase di elaborazione, anche in ragione delle iniziative
di attivazione della partecipazione e del coinvolgimento della cittadinanza, ha determinato la
sostanziale saldatura tra la data di vigenza dello stesso e l’orizzonte temporale assunto come
riferimento dal P.S. per la determinazione dei propri limiti dimensionali di sviluppo e
programmazione.
Come facilmente intuibile per i profili di legittimo affidamento del privato che tali previsioni
andavano ad innescare e per quelli di opportunità politico-amministrativa ad essi connessi, il
Regolamento Urbanistico ha recepito la diretta esecutività dell’intera gamma di previsioni derivanti
dalla strumentazione previgente, consistenti in svariati comparti edilizi, prevalentemente collocati
nei centri abitati di Collesalvetti e Vicarello ed ambiti di riqualificazione urbanistica di più modesta
entità posti prevalentemente nelle frazioni collinari. In riferimento all’osservazione formulata da
parte della Regione Toscana, si richiama, in questa sede la portata delle previsioni rese di
immediata efficacia dal P.S. ed il relativo stato di attuazione.
Come accennato le previsioni di P.S., esauriscono, nella quasi totalità dei casi, il dimensionamento
residenziale delle singole UTOE, secondo lo schema di seguito riportato, confrontato con gli
interventi messi in campo dal presente R.U., come aggiornati a seguito dell’accolgimento delle
osservazioni pervenute.
Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – RESIDENZA
U.T.O.E.
6
7
8
10
11
12
13
15
16
17
18
19
20
Guasticce
Mortaiolo
Vicarello
Stagno
La Tanna
Collesalvetti
Nugola
Castell’Anselmo
Torretta
P.S. Martino
P.S. Giusto
Crocino
Colognole
21
Le Case
TOTALE
dimensionamento
P.S. (mc.)
20.000
1.000
113.000
31.000
1.000
90.000
2.000
5.400
1.000
2.724
2.000
1.200
2.000
Interventi direttam.
operativi P.S. (mc.)
//
//
113.000
//
//
87.410
840
5.400
//
2.724
//
1.200
1.270
Interventi previsti da
R.U. (mc.)
20.000
1.000
113.000
31.000
//
90.000
1.440
5.400
//
2.724
//
1.200
1.270
0
0
0
0
+1.000
0
+560
0
+1.000
0
+2.000
0
+730
1.000
273.324
//
211.844
400
267.434
+600
+6.480
Saldo
Occorre, peraltro richiamare il fatto che numerosi interventi di carattere pubblico quale la
realizzazione degli Impianti sportivi comunali e del distretto socio-sanitario del Santa Caterina a
Collesalvetti, rilevanti comparti riservati alla logistica derivanti da politiche di Area Vasta quali
l’Interporto Amerigo Vespucci e l’Autoparco del Faldo, nonché numerosi comparti residenziali, in
ragione della immediata efficacia garantitagli dal vigente PS (tra i quali spiccano gli interventi dei
Comparti Confine Est e Bastione al Bosco “B” a Collesalvetti per un totale di oltre 70.000 mc.,
nonché il Comparto Sud di Vicarello per altri 17.000 mc) risultano già in avanzato iter esecutivo
(come meglio illustrato nella precedentetabella “interventi previsti dal P.R.G., confermati dal P. e
reiterati dal RU”), laddove, sempre in ragione della piena ed immediata operatività assegnatagli dal
60
Piano Strutturale, altri interventi risultano, al momento, in avanzato iter tecnico-amministrativo (si
ricordino per tutti il Parco Servizi di Guasticce ed il Comparto Zampetti a Castell’Anselmo).
Anche al fine di ovviare a tali limitazioni, il RU ha quindi previsto una serie di interventi di
completamento definiti sulla base di principi perequativi, da attuarsi previa sottoscrizione di atti
convenzionali che disciplinino non solo la consistenza e le modalità attuative, ma anche gli obblighi
che i proponenti assumono nei confronti dell’Amministrazione Comunale.
Tali interventi, talvolta altamente significativi in termini di “ritorno” di dotazioni ed attrezzature di
interesse generale e collettivo, nonché di opere di urbanizzazione, per la comunità, non
concorrono alla determinazione del dimensionamento di Piano Strutturale, ai sensi della normativa
tecnica di attuazione dello stesso strumento di pianificazione.
L’art. 13 delle NN.TT.A. di PS precisa che “nel dimensionamento non vengono ricompresi gli
interventi di riconversione del patrimonio edilizio esistente” ed aggiunge al comma successivo che
“le zone di completamento richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili dal RU,
pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il
dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art.15 della LR n.30 del
18 febbraio 2005”. Per tale ragione il vigente RU, in coerenza al PS, ha escluso dal conteggio
dell’attingimento del dimensionamento residenziale, tutti gli interventi di cui al Titolo IV, Sezione I –
INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE, le previsioni edificatorie relative alle Aree
della trasformabilità urbana (in quanto aree di completamento ai sensi del D.M. 1444/68, ex B2 del
previgente PRG) e quelle ad esse assimilate dall’atto di governo, ricomprendenti, per analogia, gli
interventi diretti di completamento ancorchè assoggettati all’onere del convenzionamento con
l’A.C. al fine di regolare la realizzazione di piccole opere infrastrutturali, urbanizzazioni e/o
l’acquisizione di aree al patrimonio comunale.
Potranno a tale fine lamentarsi i limiti e le modalità di definizione del dimensionamento da parte del
vigente PS, ma rileva altresì sottolineare come quest’ultimo sia adottato nel vigore della L.R. 5/95,
laddove l’approvazione sia occorsa a seguito dell’emanazione della L.R. 1/05 e ben prima del
regolamento di attuazione (DPGR 3/R/2007) che dettaglia le disposizioni di raccordo tra Piano
Strutturale e Regolamento Urbanistico anche in riferimento alla definizione, articolazione e
parametrazione del dimensionamento.
I dimensionamenti disposti dal PS per il sistema delle attività, infatti, non sono perfettamente
coerenti con le sopravvenute disposizioni del regolamento di attuazione della LR 1/2005,
limitandosi ad una articolazione per “commercio”, “artigianato-industria” e “turismo”, distribuito per
singole UTOE secondo le tabelle di seguito riportate.
Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – COMMERCIO
U.T.O.E.
1
10
12
Biscottino
Stagno
Collesalvetti
TOTALE
dimensionamento
P.S. (mq.)
52.800
39.000
154.000
245.800
Interventi direttam.
operativi P.S. (mq.)
//
20.000
//
20.000
Interventi previsti
da R.U. (mq.)
//
10.400
15.000
25.400
Saldo
+52.800
+28.600
+139.000
+220.400
Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – ARTIGIANATO-INDUSTRIA
U.T.O.E.
1
4
5
10
12
Biscottino
Scolmatore
Colmata
Stagno
Collesalvetti
TOTALE
dimensionamento
P.S. (mq.)
141.000
1.650.000
300.000
146.000
172.000
2.409.000
Interventi direttam.
operativi P.S. (mq.)
//
//
//
//
//
//
Interventi previsti
da R.U. (mq.)
//
594.087
246.950
25.000
63.625
917.262
Saldo
+141.000
+1.055.913
+53.050
+121.000
+108.375
+1.479.338
61
La lettura dei dati sopra esposi chiarisce come il presente RU, pur attivando, nel suo corpo
normativo, interventi talvolta di ingente entità e consistenza, preservi buona parte del
dimensionamento previsto per l’arco temporale assunto quale riferimento per la propria
determinazione.
In dettaglio si evidenzia come sia stato previsto di attingere al 10,33% del complesso delle
superfici utili lorde ritenute sostenibili in riferimento all’attività commerciale, ed il 38,08% delle
superfici per attività artigianali ed industriali, e si programmino interventi di carattere ricettivo fino
alla copertura del 49,20% del dimensionamento dei posti letto sul territorio comunale.
Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – TURISMO
1
4
5
6
7
8
9
12
13
14
16
17
18
20
U.T.O.E.
dimensionamento
P.S. (posti letto)
Interventi direttam.
operativi P.S. (p.l.)
Interventi previsti
da R.U. (p.l.)
Saldo
Biscottino
Scolmatore
Colmata
Guasticce
Mortaiolo
Vicarello
Grecciano
Collesalvetti
Nugola
Colline Livornesi
Torretta
P.S. Martino
P.S. Giusto
Colognole
100
100
100
500
150
200
150
200
100
1.000
50
100
50
50
//
//
//
//
//
//
//
100
//
//
//
//
//
//
//
100
//
300
50
200
150
200
//
402
//
//
//
//
+100
0
+100
+200
+100
0
0
0
0
+598
+50
+100
+50
+50
TOTALE
2.850
100
1.402
+1.448
In riferimento alla verifica da condursi ai sensi dell’art. 6 del DPGR 3/R/2007, si evidenzia e precisa
che già in fase di valutazione del RU, si è provveduto a sottoporre a valutazione integrata il
complesso delle previsioni messe in campo dall’atto generale di governo del territorio, ivi comprese
quelle in esso confluite quali reiterazioni dalla previgente disciplina per come filtrata dal PS del
2005.
Di tale valutazione è dato conto nel presente documento in cui, al paragrafo 3.5, sono riportati
integralmenti i contenuti elaborati e riportati nel rapporto generale di valutazione integrata a
corredo della documentazione di RU.
c. Fermo restando che all’interno della gamma di previsioni illustrate al punto precedente, talune
istanze sono state presentate in assenza dell’attuale disciplina regolamentare inerente la
valutazione integrata ex art. 11 della L.R. n. 1 del 3 gennaio 2005, di tutti gli interventi avviati, per i
quali non sia intercorsa nel vigore del PIT 2005-2010 la relativa convenzione, risulta comunque
verificata e accertata la coerenza ai principi, obiettivi e prescrizioni del P.S. vigente, nonché alle
direttive dello stesso PIT ai sensi dell’art. 36, comma 1 lett. b) della sua Disciplina di Piano.
Di tale valutazione è dato conto nel presente documento in cui, al paragrafo 3.5, sono riportati
integralmenti i contenuti elaborati e riportati nel rapporto generale di valutazione integrata a
corredo della documentazione di RU.
Rileva inoltre precisare che tutti gli interventi ricompresi e previsti dal RU vigente, ivi compresi
quelli già convenzionati o già in fase di realizzazione alla data di adozione, sono stati comunque
sottoposti, nel corso del processo di valutazione integrata che ne ha accompagnato l’elaborazione
e la redazione, ad accurata analisi qualitativa dei probabili effetti sulle componenti territoriali,
ambientali, economiche e sociali, nonché sugli aspetti pertinenti la salvaguardia della salute
umana, delle coerenze interne ed esterne con gli obiettivi, le finalità ed i contenuti della
strumentazione urbanistica e territoriale.
62
Degli esiti di tale valutazione è data evidenza nell’apposito elaborato di Rapporto generale di
valutazione integrata, cui si rimanda integralmente, non essendo attualmente disponibili dati e
riscontri di eventuali monitoraggi più recenti e/o aggiornati, eventualmente condotti nella fase di
esecuzione o successivi al completamento e all’esercizio degli interventi su richiamati.
d. Come già ricordato e il PS, adottato nel vigore della LR 5/95 ed approvato in vigenza della nuova
legge sul governo del territorio del 2005, soffre di una mancata coerenza con le disposizioni
introdotte dal DPGR 3/R/2007 per disciplinare il reccordo tra PS e RU, in particolare in riferimento
alle classi di attività per le quali deve essere prodottoun dimensionamento.
Se la conversione tra i mc. su cui è parametrato il dimensionamento residenziale ed i mq. di SUL
previsti dalla disciplina regolamentare sono facilmente adeguabili con una semplice conversione,
l’adeguamento alle altre indicazioni appare meno agevole se non a costo di approfondimenti dei
quadri conoscitivi di riferimento, che non sono previsti con l’attuale procedura di variante, né
risultano compatibili con gli obiettivi ad essa sottesi che si esauriscono sostanzialmente nella
volontà di creare le condizioni per una più certa, efficace e compiuta attuazione del quadro
previsionale e strategico sancito dallo strumento di pianificazione vigente.
Come già ricordato sono comunque state valutate differneti opzioni in riferimento all’introduzione di
una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro conoscitivo,
consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento limitatamente
alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente riguardato
l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul
territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo,
nonché la cosiddetta “opzione zero”.
Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto
rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né
con l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità
per come emerse nel corso del monitoraggio condotto sull’attuazione del RU, nonché inconciliabile
con le finalità della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio al
Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con
lo scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in
campo dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa,
senza compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti
territoriali.
In riferimento alla verifica degli standard si rimanda ancora una volta alle valutazioni che corredano
la Relazione Illustrativa-Sintesi non Tecnica al RU che di seguito si riportano sommariamente.
Il Piano Strutturale vigente assume in 37,50 mq./ab. totali, il valore di riferimento complessivo della
somma delle aree a standard per l'intero territorio comunale, ripartiti per tipologia secondo lo
schema di seguito riportato.
Ripartizione delle aree a standard per tipologia di servizio
verde pubblico
servizi per l'istruzione
attrezzature collettive
parcheggi pubblici
24,00 mq./ab.
4,00 mq./ab.
7,00 mq./ab.
2,50 mq./ab.
Il RU, in virtù del valore indicativo assegnato dal PS a tale parametro, ha provveduto, con le
prescrizioni contenute nelle singole schede normative relative agli interventi convenzionati, tanto in
ambito insediativo-produttivo quanto in ambito rurale di cui agli allegati G e H, a determinare e
dettagliare la realizzazione e distribuzione di superfici destinate a standard urbanistici, e soggette a
cessione gratuita all’A.C., che, nella maggior parte dei casi, eccedono largamente i limiti di legge e
63
quelli fissati dallo stesso Piano Strutturale, superando, in tal modo e di fatto, lo stesso concetto di
standard.
La verifica del dimensionamento del Piano Strutturale vigente, per il decennio successivo alla
propria adozione, relativamente alla realizzazione di aree destinate a standard urbanistici risulta
quindi illustrato nella tabella di seguito riportata.
Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – STANDARD URBANISTICI
4
5
6
7
8
10
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
U.T.O.E.
dimensionam.
P.S. (mq.)
esistenti e di
progetto (mq.)
da interventi
convenzionati di
R.U. (mq.)
Totale
Saldo
Scolmatore
Colmata
Guasticce
Mortaiolo
Vicarello
Stagno
Collesalvetti
Nugola
Colline Livornesi
Castell'Anselmo
Torretta
P.S. Martino
P.S. Giusto
Crocino
Colognole
Le Case
8.000
10.000
151.500
1.000
75.000
180.000
115.000
37.500
//
3.000
10.000
10.000
4.000
1.000
4.300
//
//
60.700
11.851
3.484
101.929
228.531
137.932
51.069
//
3.337
4.812
13.337
919
10.047
11.485
641
739.102
108.600
102.994
1.950
72.642
133.450
81.240
7.075
2.700
3.036
//
350
350
//
//
1.100
739.102
169.300
114.845
5.434
174.571
361.981
219.172
58.144
2.700
6.373
4.812
13.687
1.269
10.047
11.485
1.741
+731.102
+159.300
– 36.655
+4.434
+99.571
+181.981
+104.172
+20.644
+2.700
+3.373
– 5.188
+3.687
– 2.731
+9.047
+7.185
+1.741
TOTALE
610.300
640.074
1.254.589
1.894.663
+1.284.363
Dal quadro riassuntivo sopra esposto risulta la mancata verifica del dimensionamento dell'UTOE n.
6 – Guasticce, dell’UTOE n. 16 Torretta e dell'UTOE n. 18 – Parrana San Giusto.
In tale chiave ed alla luce del fatto che il residuo di dimensionamento residenziale delle ultime due
frazioni collinari risulta essere pari, rispettivamente a mc. 1.000 e mc. 2.000; è allora ipotizzabile
che il saldo negativo dei due ambiti, possa essere colmato con l'integrale attingimento del
dimensionamento residenziale.
Analisi differente va condotta per Guasticce, in cui il mancato raggiungimento del limite posto da
Piano Strutturale è ampiamente imputabile al fatto che dei due interventi previsti dal Regolamento
Urbanistico, quello riguardante la Scheda n. 2 dell'UTOE – “Parco Servizi”, reso di immediata
efficacia dal Piano Strutturale, è stato fatto salvo dal RU, in quanto già adottato prima del
completamento della redazione dello stesso.
Tale intervento, quindi, pur capace di produrre notevoli ritorni in termini di dotazioni territoriali di
attrezzature pubbliche, di gran lunga eccedenti i limiti normativi e quelli assunti dal Piano
Strutturale, progettato e redatto in maniera svincolata dalle logiche di piano che hanno condotto la
stesura del RU, ha fatto emergere il sostanziale sovradimensionamento delle quantità espresse
dal PS, rispetto alla sostenibilità della frazione ed alle potenzialità degli interventi previsti.
L’analisi concernente la verifica delle superfici destinate a standard urbanistici per abitante
insediato, è stata, invece, condotta assumendo come valore di riferimento una popolazione
residente, al 2013, e cioè alla fine del quinquennio di validità degli interventi di trasformazione
entro il perimetro dell’ambito urbano, pari a 17.112 unità5.
5
Tale valore è desunto dall’applicazione di un tasso di incremento demografico pari al 6,26‰; cfr. paragrafo 2 del
presente capitolo.
64
Alla luce della distribuzione percentuale della popolazione comunale nelle singole frazioni, il cui
andamento non ha subito significative variazioni nel corso degli ultimi 15 anni, si è ricostruita una
tabella riassuntiva della ipotetica ripartizione territoriale degli abitanti attesi al 2013, come di
seguito illustrato.
Tabella riassuntiva della distribuzione territoriale della popolazione attesa al 2013
Frazione
% popolazione residente
popolazione residente attesa al 2013
Guasticce
8,68
1.485
Vicarello
21,81
3.732
Stagno
28,01
4.793
Collesalvetti
23,50
4.021
Nugola
7,31
1.251
Castell'Anselmo
2,80
479
P.S. Martino
3,59
615
P.S. Giusto
2,29
392
Colognole
TOTALE
2,01
100,00
344
17.112
Dalla lettura comparata dei valori ricavati nella tabella sopra riportata e della consistenza delle
superfici destinate a standard urbanistici distribuite nelle singole frazioni per tipologia di servizio ed
attrezzatura, è possibile desumere lo schema di verifica di seguito illustrato.
A tale proposito rileva ricordare come le quantità relative alle UTOE n. 7 e n. 8, risultano nella
tabella di cui sotto, accorpati in un’unica stima, trattandosi di centri abitati ricompresi nella stessa
frazione.
Analoghe considerazioni possono essere condotte circa le UTOE n. 4 e 10, relativamente
all’agglomerato di Stagno Vecchia, ricadente, comunque nell’ambito della frazione di Stagno, circa
le UTOE n. 13 e 14, che relativamente all’unico intervento convenzionato di cui all’Allegato H che
consente la realizzazione di dotazioni territoriali di superfici a standard risulta insistere sulla
frazione di Nugola, circa le UTOE n. 15 e 16, relativamente alla frazione di Castell’Anselmo, per le
UTOE n. 18 e 19, ricomprese nella frazione di Parrana San Giusto ed infine per le UTOE n. 20 e
21, appartenenti alla frazione di Colognole.
Tabella di verifica degli standard urbanistici per frazione
GUASTICCE
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
(residenti 1.485)
verde
pubblico
83.306
24,00
56,10
servizi per
l'istruzione
2.371
4,00
1,60
attrezzature
collettive
17.406
7,00
11,72
parcheggi
pubblici
11.762
2,50
7,92
VICARELLO
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
114.845
37,50
77,34
(residenti 3.732)
verde
pubblico
92.241
24,00
24,72
servizi per
l'istruzione
8.923
4,00
2,39
attrezzature
collettive
39.680
7,00
10,63
parcheggi
pubblici
39.157
2,50
10,49
COLLESALVETTI
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
totale
totale
180.005
37,50
48,22
(residenti 4.021)
verde
pubblico
93.824
24,00
23,33
servizi per
l'istruzione
42.730
4,00
10,63
attrezzature
collettive
25.086
7,00
6,24
parcheggi
pubblici
57.532
2,50
14,31
totale
219.172
37,50
54,51
65
STAGNO
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
(residenti 4.793)
verde
pubblico
302.190
24,00
45,72
servizi per
l'istruzione
11.400
4,00
3,38
attrezzature
collettive
22.986
7,00
7,79
parcheggi
pubblici
27.213
2,50
5,68
verde
pubblico
32.077
24,00
25,64
servizi per
l'istruzione
2.561
4,00
2,05
attrezzature
collettive
7.612
7,00
6,08
parcheggi
pubblici
18.594
2,50
14,86
verde
pubblico
4.355
24,00
9,09
servizi per
l'istruzione
624
4,00
1,30
attrezzature
collettive
2.590
7,00
5,41
parcheggi
pubblici
3.616
2,50
7,55
NUGOLA
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
verde
pubblico
6.347
24,00
10,32
servizi per
l'istruzione
0,00
4,00
0,00
attrezzature
collettive
5.414
7,00
8,80
parcheggi
pubblici
1.576
2,50
3,13
verde
pubblico
6.139
24,00
15,66
servizi per
l'istruzione
0,00
4,00
0,00
attrezzature
collettive
1.498
7,00
3,82
parcheggi
pubblici
3.679
2,50
9,39
totale
11.185
37,50
23,35
verde
pubblico
2.120
24,00
6,16
servizi per
l'istruzione
0,00
4,00
0,00
attrezzature
collettive
8.494
7,00
24,69
parcheggi
pubblici
2.612
2,50
7,59
totale
13.687
37,50
22,25
(residenti 392)
COLOGNOLE
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
60.844
37,50
48,64
(residenti 615)
PARRANA SAN GIUSTO
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
totale
(residenti 479)
PARRANA SAN MARTINO
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
363.789
37,50
75,90
(residenti 1.251)
CASTELL’ANSELMO
superfici (mq.)
Standard P.S. (mq./ab.)
Standard fraz. (mq./ab.)
totale
totale
11.316
37,50
28,87
(residenti 344)
totale
13.226
37,50
38,45
Dal quadro sopra illustrato si evince che, a seguito dell’applicazione e del pieno compimento delle
previsioni messe in campo dal RU, persisterebbero, sul territorio, limitate sofferenze in termini di
dotazioni di superfici destinate a standard urbanistici, con particolare riferimento ai nuclei abitati
minori ed alle frazioni collinari.
Resta inteso che alcune delle puntuali criticità evidenziate in rosso nello schema sopra riportato,
potrebbero essere colmate a seguito dell’integrale attingimento delle residue potenzialità
edificatorie residenziali individuate dal PS vigente, in particolar modo relativamente ai casi delle
frazioni di Castell’Anselmo e Parrana San Giusto. In linea generale, data la collocazione
geografica, il contesto ambientale ed i modelli insediativi affermatisi negli ambiti collinari, appare
ragionevole affermare che il dimensionamento previsto dal Piano Strutturale vigente in termini di
standard urbanistici relativamente alle frazioni di collina ed ai centri abitati minori, risulti non
calibrato sui 37,50 mq./ab. posto come riferimento generale e pertanto con esso non confrontabile.
Considerazioni a parte merita il capitolo concernente la dotazione di attrezzature per l’istruzione il
cui dimensionamento e, ancor più, la cui distribuzione sul territorio risulta fortemente influenzata
dalla consistenza demografica delle singole frazioni. In termini generali la dotazione di aree per
l’istruzione risulta, comunque, complessivamente verificata, al 2013, per l’intera popolazione
comunale.
66
Tabella di verifica delle attrezzature per l’istruzione al 2013
mq.
mq/ab
Guasticce
2.371
1,60
Vicarello
8.923
2,39
ATTREZZATURE PER L’ISTRUZIONE
Stagno
Collesalvetti
Nugola Castell’Anselmo
11.400
42.730
2.561
624
2,38
10,63
2,05
1,30
totale
68.609
4,01
Tale risultato, come appare chiaro dai dati riportati in tabella è ampiamente imputabile alla
previsione dell’ampliamento del polo scolastico del capoluogo, introdotta dal RU. Relativamente
alle altre tipologie di standard valgono le verifiche di seguito riassunte.
Tabella di verifica degli standard su base comunale al 2013
mq.
mq/ab
mq/ab
VERDE PUBBLICO
ATTREZZATO
ATTREZZATURE PUBBLICHE
DI INTERESSE COLLETTIVO
PARCHEGGI
PUBBLICI
622.599
36,38
24,00
130.766
7,64
7,00
165.741
9,68
2,50
I valori sopra riporttati devono considerarsi al netto degli standard relativi alle UTOE n. 4 –
Scolmatore e n. 5 – Colmata, in ragione del fatto che essi sono stati valutati unicamente ed
integralmente funzionali ai poli produttivi che vi insistono, e non anche ai centri abitati cui fanno
capo dal punto di vista amministrativo, e quali misure compensative e/o mitagatorie di
problematiche specifiche, inerenti il corretto sfruttamento delle risorse territoriali ed ambientali e la
messa in sicurezza idraulica delle aree.
e. La variante al PS, come si è largamente cercato di argomentare in relazione alla definizione dei
relativi obiettivi e delle motivazioni che ne hanno determinato il ricorso, ha carattere
eminentemente normativo, e non prevede alcun dimensionamento aggiuntivo rispetto al PS
vigente. Per quanto sopra esposto non si è provveduto all’implementazione di alcun QC specifico
di riferimento.
In riferimento al contributo del Settore Viabilità di interesse regionale si prende atto dell’ipotesi di
programmazione e dell’esecuzione delle opere connesse alla variante al centro abitato di Crocino e,
stando alle rassicurazioni avute dalla Provincia di Livorno, dell’avanzato iter di attuazione dello svincolo
a rotatoria sulla SGC FI-PI-LI in frazione Vicarello.
Dipartimento provinciale ARPAT di LIVORNO – Sintesi del contributo:
Con prot. 5.782 del 12 aprile 2011 il Dipartimento provinciale ARPAT di LIVORNO trasmetteva
un’articolata nota in cui segnalava la carenza di valutazioni relative alle azioni conseguenti agli obiettivi
fissati per la variante al PS, della valutazione degli effetti ambientali e territoriali attesi, e del QC dello
stato delle risorse e delle indicazioni sulle ulteriori ricerche da svolgere, nonché dell’esposizione dei
criteri per l’impostazione del rapporto ambientale.
Con la stessa nota si consigliava che la documentazione relativa alla valutazione, dovesse, nelle sue
fasi successive:
a. Sviluppare l’analisi di coerenza con i piani sovraordinati di settore;
b. Sviluppare il quadro conoscitivo di riferimento e l’accertamento dello stato delle risorse;
c. Individuare, descrivere e valutare gli effetti ambientali e territoriali attesi e gli impatti sull’ambiente
derivante dalla variante.
Considerazioni e chiarimenti:
In riferimento al contributo pervenuto si riportano di seguito alcune sintetiche considerazioni, ritenendo
che i punti a) e c) del sopra richiamato elenco abbiano trovato compiuto sviluppo nell’attuale fase di
67
valutazione integrata intermedia tratteggiate nel corpo della presente relazione (cfr. paragrafi 3.3 e
3.5).
In relazione alla lettera b) dello stesso elenco si richiamano le considerazioni espresse in riferimento al
contributo regionale sottolineando, per le motivazioni ivi illustrate, che la presente variante non prevede
interventi sui dimensionamenti dati e pertanto non sviluppa approfondimenti di QC.
Nella carenza di dati di base in materia, la presente relazione quale esito del procediemnto di
valutazione integrata intermedia, dà seguito alla raccomandazione di inserire tra gli indicatori previsti
per la risorsa ARIA, le emissioni di origine industriale.
Al contempo si precisa come, nonostante esplicita richiesta ,formulata dall’Ente, in data 15 dicembre
2011, non sia stato possibile fare riferimento ai dati IRSE 2007 per approfondire la ripartizione e
l’incidenza delle singole sorgenti di emissione presenti nel territorio comunale.
Si precisa, altresì, che il PCCA è integrato al vigente RU ed approvato con gli stessi atti, mentre risulta,
attualmente in fase di aprovazione uno specifico regolamento comunale relativo alla localizzazione di
eventuali sorgenti a radio frequenza quali SRB, Radio e TV.
Regione Toscana – Settore tutela e valorizzazione delle risorse ambientali – Sintesi del
contributo:
Con prot. 6.331 del 21 aprile 2011 il Settore Pianificazione del territorio della Regione Toscana
integrava il proprio contributo inoltrando la nota del Settore tutela e valorizzazione delle risorse
ambientali volto a ricapitolare le variazioni normative intercorse in materia.
Considerazioni e chiarimenti:
Nel prendere atto del contributo formulato dall’ufficio regionale, si precisa che la modifica in
discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento alla
materia in oggetto.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni
valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
5.2 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA
INTERMEDIA. OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI.
VARIANTE
E/O
ALLA
VALUTAZIONE
Agli stessi soggetti di cui al paragrafo di premessa, con l’aggiunta dell’Ente Parco Regionale
Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, è stata trasmessa anche la documentazione inerente alla
Valutazione Integrata Intermedia, comprensiva dei contenuti della variante, al fine di acquisire eventuali
pareri, seganlazioni, proposte e contributi capaci di integrare ed implementare il presente documento di
valutazione e la stessa proposta di variante.
Autorità di Bacino del Fiume Arno – Sintesi del contributo:
Con prot. 2.343 del 20 febbraio 2012 l’Autorità di Bacino del Fiume Arno ha inviato nota di contenuto
analogo a quella prot. 4.724 del 25.03.2011, inviata in occasione della trasmissione della Valutazione
iniziale.
Considerazioni e chiarimenti:
Si rimanda a quanto illustrato nel precedente paragrafo.
68
Bacino di rilievo regionale Toscana Costa – Sintesi del contributo:
Con prot. 2.485 del 22 febbraio 2012 il Bacino di rilievo regionale Toscana Costa ha inviato una di
contenuto analogo a quella prot. 4.741 del 31.03.2011, inviata in occasione della trasmissione della
Valutazione iniziale.
Considerazioni e chiarimenti:
Si rimanda a quanto illustrato nel precedente paragrafo.
Regione Toscana Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa – Sintesi
del contributo:
Con prot. 2.526 del 23 febbraio 2012 l’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-LuccaPisa ha inviato una nota di contenuto analogo a quella prot. 5.107 del 31.03.2011, inviata in occasione
della trasmissione della Valutazione iniziale.
Considerazioni e chiarimenti:
Si rimanda a quanto illustrato nel precedente paragrafo.
Consorzio di Bonifica Colline Livornesi – Sintesi del contributo:
Con prot. 2.798 del 29 febbraio 2012 il Consorzio di Bonifica delle Colline Livornesi ha ritenuto di
evidenziare che non sussistessero osservazioni di competenza in merito alla documentazione
esaminata.
Considerazioni e chiarimenti:
Nessuna considerazione in merito.
Associazione SALVIAMO IL SALVABILE – Sintesi del contributo:
Con prot. 2.803 del 29 febbraio 2012 l’Associazione per la tutela dei beni ambientali, culturali e storici
nel Comune di Collesalvetti, SALVIAMO IL SALVABILE propone di rivisitare la disciplina di piano
relativamente alla classificazione dei sistemi rurali per la porzione di territorio denominata Poggio
Belvedere, in ragione della sopraggiunta dichiarazione di pubblico interesse apposta, su tale area,
dagli organi ministeriali competenti con D.M. del 3 agosto 2006. Tale proposta si motiva con l’intento di
non generare incongruenze tra la disciplina di PS e la disciplina di tutela e salvaguardia paesaggistica
e storico culturale.
Considerazioni e chiarimenti:
Nel prendere atto del contributo formulato rileva comunque illustrare le seguenti considerazioni.
Il tema in questione esula dalle proposte di modifica e dallo schema di variante illustrato fin dal
Documento di avvio del procedimento e non rileva ai fini del raggiungimento degli obiettivi fissati per la
revisione dello strumento.
In ogni caso si precisa altresì che le finalità di tutela che hanno comportato l’apposizione del vincolo in
questione non vengono in alcun modo disattese dalla disciplina territoriale vigente, sommandosi
semplicemente ad esse.
Per quanto sopra illustrato non si ritiene, nel corso della presente variante, di dover procedere alla
modifica proposta, rimandando la valutazione delle questioni poste e delle ipotesi tratteggiate alla
futura revisione generale della strumentazione urbanistica da effettuarsi ad esaurimento della stagione
pianificatoria in corso ed a seguito della definizione di nuove finalità ed obiettivi per le politiche
comunali di governo del territorio.
69
Provincia di Livorno – Dipartimento delle infrastrutture e della pianificazione – Sintesi del
contributo:
Con prot. 2.864 del 1 marzo 2012 il Dipartimento delle Infrastrutture e della Pianificazione della
Provincia di Livorno ha formulato il proporio contributo istruttorio evidenziando la necessità di
provvedere ad una variante “sostanziale” relativa al dimensionamento complessivodel P.S. e dei
necessari approfondimenti di Quadro Conoscitivo ad esso pertinenti, non ritenendo coerente il
dispositivo normativo proposto in variante con il disposto normativo di cui all’art. 8 del DPGR 3/R/2007.
Considerazioni e chiarimenti:
Le motivazioni che hanno determinato la scelta di procedere ad una variante di PS e le finalità che la
sostanziano sono reiteratamente state illustrate nel corpo delle relazioni e della documentazione
prodotta a supporto e si possono sinteticamente riassumere nella necessità, al tramonto di una
stagione pianificatoria di transizione tra il vecchio modello di programmazione generale urbanistica e
l’ormai non più “nuovo” modello sintesi di una pianificazione strategica e di una conseguente e
coerente pinanificazione conformativa ed attuativa della stessa, nonché in una fase di grossa difficoltà
del territorio ad offrire risposte alla straripante crisi economica e finanziaria, prima ancora che ipotesi di
sviluppo, di provvedere a dare alla disciplina territoriale ed urbanistica il massimo grado di flessibilità
con l’unico intento di offrire il massimo grado di effettiva e compiuta attuazione al quadro previsionale e
strategico definito.
Non si può che concordare circa il richiamo ai contenuti del comma 1 dell’art. 8 del DPGR 3/R/2007 in
merito all’attribuzione per specifici ambiti territoriali (nel caso del Comune di Collesalvetti le UTOE) dei
quantitativi massimi sostenibili di “trasformabilità” del territorio stesso.
Fermo restando questo assunto è altrettanto vero, però che il successivo comma 3 della stessa norma,
peraltro richiamato dalla stessa nota provinciale, riservi in via esclusiva, nel rispetto dei commi
precedenti la localizzazione e il dimensionamento delle singole previsioni al regolamento urbanistico, al
quale il piano strutturale riserva una pluralità di opzioni pianificatorie, coerenti e compatibili con i
contenuti statutari e strategici del piano medesimo.
Con la presente variante, l’A.C. di Collesalvetti, intende dotarsi di un dispositivo normativo, che
consenta di “migrare” il modesto dimensionamento residuo lasciato in campo dal vigente RU, tra UTOE
differenti, nel rispetto dell’impianto statutario e strategico definito dallo stesso PS, su cui la variante in
corso non incide minimamente, nonché degli obiettivi ad esso sottesi e comunque all’interno dello
stesso sistema territoriale. Di tale ultimo, peraltro non trascurabile dettaglio, si darà più attenta e
congrua evidenza in fase post adottiva e di osservazioni, anche in considerazione del contributo degli
uffici provinciali in esame.
In tale senso si è pertanto ritenuto di offrire, attraverso comunque la garanzia di una variante al RU che
evidenzi, attraverso i propri adempimenti partecipativi e valutativi la sostenibilità ambientale e
territoriale delle eventuali “migrazioni” di dimensionamento, un ulteriore strumento che coernetemento
con l’impianto strategico e le finalità del PS, consenta l’effettivo conseguimento di tali finalità ed
obiettivi.
Dipartimento provinciale ARPAT di LIVORNO – Sintesi del contributo:
Con prot. 3.415 del 13 marzo 2012 il Dipartimento provinciale dell’Agenzia regionale per la protezione
ambientale precisa di non potersi esprimere sulla documentazione inviata in quanto adempimento non
previsto dalla “Carta dei Servizi e delle attività” approvata con DCRT n. 7 del 27.01.2010.
Considerazioni e chiarimenti:
Nessuna considerazione in merito.
70
Azienda USL n. 6 di Livorno – Sintesi del contributo:
Con prot. 4.324 del 30 marzo 2012 l’Azienda sanitaria livornese ha inteso formulare il proprio
contributo istruttorio relativamente però ad aspetti non oggetto della presente variante e per lo più con
indicazioni e suggerimenti pertinenti alla fase attuativa e conformativa della pianificazione.
Considerazioni e chiarimenti:
Nel prendere atto del contributo formulato si rimandano le valutazioni di dettaglio alla concomitante
valutazione a supporto della variante di monitoraggio al Ru, ove pertinenti.
71
1
2
SOMMARIO
1 − PREMESSA. ................................................................................................................................................... 5
2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E RELAZIONE DI SINTESI...................... 7
3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE COMUNALE 2005: RAPPORTO DI
VALUTAZIONE..................................................................................................................................................... 9
3.0 − PREMESSA........................................................................................................................................ 9
3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE .................................................................................. 9
3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE ............................................................................... 11
3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ. ............................................................................................................... 12
3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA. .................................................................................................. 12
3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. .................................................................................................. 12
3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE........................................................................................................ 12
3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE. .................................................................................................. 13
3.7.1 − COMPONENTE ACQUA. ...........................................................................................................14
3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO. .................................................................................................................................... 15
3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE. ......................................................................................................... 17
3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO. ..................................................................................18
3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA. .........................................................................................................18
3.7.4 − COMPONENTE ARIA. ...............................................................................................................20
3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI. ............................................................................................................21
3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ. ...............................................................................22
3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI. .......................................................................24
3.7.7 − COMPONENTE PAESAGGIO. ....................................................................................................25
3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI, SOCIALI ED
ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE................................................... 26
3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI. ......................... 44
4 − MONITORAGGIO. ........................................................................................................................................ 45
4.0 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO ..................................................................................................... 45
3
4
1 − PREMESSA.
Il principio della valutazione dei piani e dei programmi è stato introdotto, nella legislazione regionale
toscana, con la L.R. 49/99 “Norme in materia di programmazione regionale”, declinandolo nella forma
della Valutazione Integrata.
Si tratta del primo tentativo da parte del legislatore regionale di recepimento della direttiva comunitaria
42/2001/CE riguardante la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi, con l’obiettivo di
pervenire a uno sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione ed il coordinamento tra singole politiche
settoriali, a scala regionale.
La Valutazione Integrata è stata poi individuata, con la L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 – “Norme per il
governo del territorio”, come strumento/processo cui assoggettare l’intera filiera della pianificazione
territoriale ed urbanistica.
La Regione Toscana si è successivamente dotata, ai sensi della stessa L.R. 1/05, di un regolamento di
attuazione (DPGR 9 febbraio 2007, n. 4/R) che ha provveduto a completare il quadro normativo
regionale in materia, dettagliando articolazione, contenuti e modalità di attuazione della V.I., nell’alveo
della pianificazione territoriale ed urbanistica.
L’art. 4 del regolamento chiarisce la natura processuale della Valutazione Integrata che non
accompagna semplicemente l’elaborazione dei piani e dei programmi ma ne costituisce parte
integrante, indagandone preliminarmente coerenze interne ed esterne e ponderandone
complessivamente gli effetti attesi.
Tale processo comprende la condivisione e l’apertura del piano ad esso relativo, al contributo
partecipativo esterno, la valutazione ambientale ai sensi della Direttiva 2001/42/CE (VAS) nonché il
monitoraggio degli effetti prodotti ed indotti, condotto attraverso il ricorso ad indicatori predeterminati.
Trattandosi di un porcesso che affianca il procedimento di definizione di piani e programmi, la
valutazione si svolge in tre fasi - iniziale, intermedia e finale -, il cui svolgimento deve esaurirsi prima
dell’approvazione del piano/programma al fine di consentire l’esame di eventuali alternative, ma non si
esaurisce con il procedimento amministrativo in quanto trova diretta ed imprescindibile appendice nel
monitoraggio degli effetti sopra richiamato.
Nell’aprile 2006, è stato varato il D.Lgs. 152, cosiddetto “Codice dell’Ambiente” la cui Parte II è
rubricata “Procedure par la valutazione ambientale stategica (VAS), per la valutazione di impatto
ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC)”, le cui finalità specifica risulta
essere, tra l’altro, il recepimento e l’attuazione della già citata Dir. del Parlamento europeo e del
Consiglio 2001/42CE.
Lla norma nazionale è entrata definitivamente in vigore il 13 febbraio 2008 nell forma novellata dal
D.Lgs n. 4/2008; tale norma, che ha già conosciuto un ulteriore aggiornamento nel giugno 2010 con il
D.Lgs n. 128, ha resa manifesta la necessità di adeguamento del quadro normativo regionale in
materia.
Il processo di elaborazione di tale norma ha trovato compimento il 12 febbraio 2010, con
l’approvazione della L.R. n. 10.
5
Tale quadro normativo costituisce lo sfondo per l’elaborazione della presente procedura di variante
generale al Piano Strutturale avviata con Delibera della Giunta Comunale n. 5 del 01.02.2011 che
approvava anche il documento preliminare di VAS con valore di fase iniziale della Valutazione
Integrata ex art.5 del DPGR 4/R/2007.
Tale documento è stato inoltrato ai soggetti istituzionali competenti in materia ambientale al fine di
riceverne pareri e contributi utili alla formulazione del Rapporto Ambientale e con successivi invii, la
fase consultiva e partecipativa è stata aperta anche al concorso delle amministrazioni comunali
confinanti e delle associazioni/comitati comunali e di quelle operanti, nel territorio comunale, con
finalità connesse alla gestione del territorio sotto i profili ambientali, paesaggistici e culturali.
Il contributo pervenuto ha trovato spazio nel documento illustrativo della fase intermedia di Valutazione
Integrata ai sensi dell’art. 7 del DPGR 4/R/2007 e della fase finale di VAS e VI.
Nel frattempo, con Determinazione Dirigenziale n. 12 del 17.11.2011 è stata nominata Garante della
Comunicazione per l’intera gamma di procedimenti di pianificazione urbanistica e governo del territorio
ai sensi della L.R. 1/2005 del Comune di Collesalvetti, la Dott.ssa Annamaria MONDANI, notaio in
Collesalvetti.
La nomina di un soggetto autonomo ed esterno all’Ente conferma la politica inaugurata con la
redazione del Regolamento Urbanistico di individuare in un soggetto terzo un effettiva garanzia della
valorizzazione e della trasparenza dei procedimenti partecipativi a corredo della pianificazione
territoriale.
Il presente documento costituisce il Sintesi Non Tecnica del Rapporto Ambientale del processo di
Valutazione Ambientale Strategica ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 e ss.mm.ii. e della Relazione
di Sintesi del processo di Valutazione Integrata ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007.
6
2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E
RELAZIONE DI SINTESI.
Il procedimento di VAS è ricompreso all’interno di quello previsto per l’elaborazione, l’adozione e
l’approvazione di piani e programmi ed, all’interno del procedimento di Valutazione Integrata ai sensi
del DPGR 4/R/2007, il processo di valutazione ambientale costituisce parte integrante del
procedimento ordinario di approvazione dei piani e programmi rientranti nell’ambito di applicazione
della normativa di riferimento.
Ai sensi dell’art. 8 della L.R. 10/2010 per i piani ed i programmi disciplinati dalla L.R. 1/2005, il rapporto
ambientale e la sintesi non tecnica vengono adottati contestualmente alla proposta di piano o
programma e la fase di consultazione viene effettuata contemporaneamente alle osservazioni al
piano/programma.
Ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 il rapporto ambientale è redatto dal soggetto proponente e
contiene le informazioni di cui all’Allegato 2 della stessa legge. Esso, in particolare contiene le
informazioni relative a:
a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri
pertinenti piani o programmi;
b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione
del piano o del programma;
c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere
significativamente interessate;
d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in
particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali
le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e
quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della
flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e
tipicità, di cui all’articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228;
e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati
membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è
tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale;
f) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione,
la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il
patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i
suddetti fattori; devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari,
cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi;
g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli
eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma;
h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata
effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o
difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle
informazioni richieste;
i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali
significativi derivanti dall’attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare,
le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli
7
impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli
impatti e le misure correttive da adottare;
l) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti.
Il rapporto ambientale tiene conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali,
nonchè dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma; a tal fine, coerentemente con
le indicazioni normative vigenti si è fatto largamente ricorso ai dati ed alle informazioni contenute nel
sistema informativo regionale ambientale della Toscana (SIRA).
Come accennato il presente documento ha valore di Relazione di sintesi ai sensi dell’art. 10 del DPGR
4/R/2007; tale relazione costituisce il documento che descrive tutte le fasi del processo di valutazione
svolte in corrispondenza con l'attività di elaborazione degli strumenti della pianificazione territoriale o
degli atti di governo del territorio e comprende:
a) i risultati delle valutazioni territoriali, ambientali, sociali ed economiche e sulla salute umana, la
verifica di fattibilità e di coerenza interna ed esterna;
b) la motivazione delle scelte fra soluzioni diverse o alternative, ove sussistenti;
c) la definizione del sistema di monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento della
pianificazione territoriale o dell'atto di governo del territorio e alla valutazione del processo di
attuazione e di realizzazione delle azioni programmate;
d) il rapporto ambientale contenente le informazioni di cui all'allegato 1 della Dir. 2001/42/CE.
Ai sensi della stessa disposizione normativa, al momento dell'adozione degli atti deliberativi i
competenti organi dell'amministrazione esaminano distintamente gli esiti del processo di valutazione
integrata e gli esiti della valutazione ambientale e ne tengono conto ai fini della decisione.
In vacanza della prevista norma regolamentare di raccordo e di coordinamento tra i singoli
procedimenti valutativi, il presente documento rappresenta il tentativo di dare unica e sintetica
rappresentazione dei contenuti e delle verifiche che hanno accompagnato la predisposizione della
proposta di variante generale normativa al PS del Comune di Collesalvetti.
8
3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE
COMUNALE 2005: RAPPORTO DI VALUTAZIONE
3.0 − PREMESSA
Con Deliberazione n. 5 del 01.02.2011, la Giunta Municipale ha dato l’avvio del procedimento della
Variante generale al Piano Strutturale vigente approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio
2005 con la Delibera n. 81.
La Variante al Piano Strutturale si è resa necessaria a seguito della rilevata esigenza di procedere alla
redazione di una Variante di monitoraggio e gestione del Regolamento Urbanistico vigente a sua volta
tesa a precisare, puntualizzare e chiarire lo spirito e il contenuto delle norme approvate che, per vari
motivi, non sono riuscite a produrre gli effetti auspicati nonché, più banalmente, a correggere eventuali
errori materiali ancora presenti nell’articolato normativo e negli elaborati cartografici. La variante al R.U.
risulta infine finalizzata alla rimodulazione di alcune misure e disposizioni approvate al fine di
riallinearne i contenuti ad eventuali normative sopraggiunte e/o di ricalibrarne l’efficacia e la funzionalità
operativa.
In tale occasione sono emerse con chiarezza sia alcune problematiche connesse all’attuazione dello
strumento urbanistico approvato nel 2005, sia i limiti costitutivi dello stesso che ne hanno suggerito il
ripensamento e la revisione dando corso alla presente variante.
Il Piano Strutturale del Comune di Collesalvetti, adottato nella vigenza della L.R. 5/95 ed approvato in
data successiva all’emanazione della nuova legge regionale sul governo del Territorio (L.R. 1/2005), è
frutto di una stagione di pianificazione che risente della revisione normativa intercorsa e soprattutto
delle scadenze che essa determinava circa l’adozione di uno strumento di pianificazione per le
amministrazioni che fossero unicamente dotate di tradizionali Piani Regolatori Generali.
In fase di elaborazione del vigente P.S., pertanto, maturò la scelta di articolare il nuovo strumento
reiterando sostanzialmente l’impianto normativo e previsionale previgente, ormai consolidatosi nel
corso degli anni, demandando sostanzialmente le nuove previsioni strategiche e di sviluppo ad una
serie di disposizioni normative e prescrittive rese direttamente operative dal nuovo strumento.
Alla luce di quanto esposto, il P.S. ha rinsaldato alcune linee e strategie di assetto territoriale della
disciplina previgente.
Il conseguente Regolamento Urbanistico ha risentito in maniera significativa delle previsioni di
immediata efficacia sopra accennate, inerenti principalmente alla localizzazione dei Piani di
Lottizzazione e delle aree di riqualificazione urbana, nonché all’individuazione di specifici interventi di
trasformazione territoriale, quali il recupero dell’Ex Cinema Odeon e la realizzazione del Campus di
Villa Carmignani a Collesalvetti, la previsione del Parco a Servizi e del Nuovo Parco Industriale nelle
aree poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline ad ovest di Guasticce o il cossiddetto “Parco
Commerciale” di Stagno.
3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE
Il documento di avvio del procedimento di variante al PS illustra i principali contenuti della proposta di
modifica allo strumento di pianificazione.
Il P.S. attualmente vigente ha consolidato alcune linee e strategie di assetto territoriale del previgente
P.R.G.. La variante al Piano Strutturale, non alterando i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno
prodotto né l’impianto strategico-territoriale complessivo sotteso dallo strumento vigente, prevede
sostanzialmente, di creare le condizioni di maggiore dinamismo e flessibilità determinando nei fatti la
9
reale attuazione e realizzazione degli interventi ipotizzati ed il raggiungimento degli obiettivi dati per i
singoli ambiti di riferimento e per il conseguimento dell’armonico e sostenibile sviluppo complessivo
dell’intero territorio comunale.
A tale fine si prevede lo stralcio dell’insieme di disposizioni rese di immediata efficacia dallo strumento
con particolare riferimento alle schede allegate alle NN.TT.A. del P.S. di seguito indicate:
−
−
−
−
−
RILOCALIZZAZIONE INTERPORTO: previsione di cui all’allegato A alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale, in quanto previsione già attuata.
NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A.
del Piano Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 –
Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico;
PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce
dell’allegato G al Regolamento Urbanistico;
CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: previsione di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale in quanto riversata nella scheda normativa n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti
dell’allegato G al Regolamento Urbanistico;
RECUPERO EX CINEMA ODEON: previsione di cui all’allegato E alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale in qunato ntegralmente trasposta nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 –
Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico.
Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di
fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati conferendogli allo scopo in necessari margini di
flessibilità, la variante al Piano Strutturale si sostanzia inoltre della volontà di ampliare la gamma di
funzioni ammesse nell’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore (e segnatamente nel comparto logistico strategico
costituito dall’area interportuale)contemplando anche quelle di natura artigianale e industriale,
conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali.
La proposta di variante prevede, per specifici interventi già individuati come strategici
dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, l’introduzione
di una norma che consenta l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività
indipendentemente dalle U.T.O.E. di riferimento senza alterazione dei limiti di sostenibilità territoriale
globalmente indicati.
Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n.
7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti,
oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento
Urbanistico.
Il complesso delle modifiche proposte non appare suscettibile di produrre rilevanti impatti sull’ambiente
insediativo e rurale del territorio e sul loro paesaggio né effetti particolarmente significativi rispetto a
quelli già analizzati nel rapporto generale di valutazione integrata redatto in occasione della
predisposizione del vigente R.U..
Nell’insieme si prevede possano verificarsi limitati consumi aggiuntivi di risorse naturali a causa della
possibilità di attingimento dei dimensionamenti residui, del tutto funzionali, comunque, al
conseguimento degli obiettivi di riqualificazione generale del paesaggio e delle sue dotazioni territoriali.
10
3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE
La presente variante non presuppone alcun approfondimento di quadri conoscitivi specifici di
riferimento che non siano già stati oggetto di studio in occasione della redazione del P.S. vigente o in
sede di elaborazione del conseguente Regolamento Urbanistico.
In sede di valutazione integrata iniziale/documento preliminare di VAS, è pervenuta, quale contributo
istruttorio e partecipativo da parte della Regione Toscana, la raccomandazione che l’approfondimento
al regime vincolistico effettuata in occasione della redazione del Regolamento Urbanistico, venga a
costituire parte fondamentale del quadro conoscitivo della presente variante.
Resta pertanto da intendersi che il nuovo quadro d’insieme della disciplina vincolistica operante sul
territorio comunale illustrata e meglio chiarita negli elaborati grafici di RU distinti come Tavv. 9 riquadri
a), b) e c) “Carta dei Vincoli”, ad oggi vigente, costuisce base di riferimento e quadro conoscitivo del
presente procedimento.
Rileva a tale fine precisare come il RU sia stato approvato nell’aprile 2009 e pertanto non tenga conto
dell’integrazione al Pit per la disciplina paesaggistica adottata con deliberazione del Consiglio
Regionale n. 32 del 16 giugno 2009.
Il monitoraggio condotto nella vigenza del RU e tuttora in corso, ha consentito di implementare il
regime vincolistico nel territorio di Collesalvetti, soprattutto in relazione ai vincoli paesaggistici ex lege,
oggi ricompresi nel citato Piano di Indirizzo Territoriale regionale, redatto di concerto con il Ministero
dei Beni Culturali e che determineranno, al fine di non ingenerare possibili ambiguità di lettura e di
interpretazione, lo stralcio delle ormai superate tavole dei vincoli di Piano Strutturale, ed il prossimo e
compiuto aggiornamento di quelle di Regolamento Urbanistico nel corso della variante di monitoraggio
e gestione, attualmente in fase di elaborazione.
In riferimento alla definizione degli specifici obiettivi, si rileva che la presente variante al Piano
Strutturale è improntata al superamento di incongruità riscontrate nel corpo normativo e cartografico,
durante il periodo di vigenza dello strumento ed al conferimento di una maggiore flessibilità allo stesso
strumento che agevoli una più probabile e pronta attuazione delle previsioni e delle misure ivi disposte.
Anche in tale chiave si inquadra la necessità di provvedere ad una modifica parziale dello strumento
che pur incidendo in modo marginale nell’impalcato generale del Piano, ne faccia comunque salvi
obiettivi, dimensionamenti complessivi, quadri conoscitivi di riferimento e strategie.
Nell’ambito della definizione di tale obiettivo generale che impronta la presente variante al PS, le
misure disposte al fine di perseguirne il raggiungimento consistono nello stralcio delle “prescrizioni di
immediata efficacia” per ogni singola UTOE, nonché nello stralcio delle schede normative in allegato
alle NN.TT.A..
Tali misure si rendono necessarie in quanto, a seguito dell’avvenuto recepimento delle previsioni
nell’ambito del Regolamento Urbanistico 2008-2009, si è in presenza di una duplicazione non
necessaria delle stesse.
L’inserimento di tali previsioni all’interno del PS, pur nell’ambito delle finalità comunque delineate dallo
strumento, aggraverebbe, peraltro, il possibile ricorso all’istituto della variante alla pianificazione
operativa, depotenziandone le facoltà di ripensamento e di revisione.
Ulteriore e significativa azione messa in campo dalla presente variante, al fine di conferire maggiore
flessibilità e possibilità di concreta attuazione delle strategie complessive di governo del territorio,
consiste nella modifica all’Art. 13 – Il Dimensionamento del Piano Strutturale delle NN.TT.A., in
riferimento all’introduzione, mediante ricorso ad apposita variante al RU, di possibili deroghe al prelievo
del residuo di dimensionamento per singola funzione e classe di attività, indipendentemente dall’UTOE
di riferimento nei casi di Piani per l’edilizia economica e popolare, Piani per gli insediamenti produttivi,
Piani di recupero del patrimonio edilizio, Programmi complessi di riqualificazione insediativa, Piani
complessi d’intervento, nonché Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005
11
come da ultimo novellata con la L.R. 40/2011, qualora tali interventi contribuiscano a precisare e
completare il quadro previsionale strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento
degli obiettivi da esso definiti per ogni singolo ambito territoriale.
3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ.
L’oggetto del presente paragrafo è, come brevemente accennato, il “tema” della presente variante; le
misure che essa introduce, rappresentano infatti, nel loro complesso, il primo tentativo
dell’Amministrazione di dotarsi di uno strumento che, pur confermando l’impianto generale, le sue
coerenze, e la sua sostenibilità territoriale ed ambientale di massima, assuma carattere di maggiore
flessibilità e dinamismo, con lo scopo ultimo di moltiplicare le probabilità di concreta attuazione delle
azioni previste e, soprattutto, il raggiungimento delle finalità stabilite.
3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA.
I lineamenti che hanno determinato la necessità della presente variante appaiono in piena coerenza
con la disciplina urbanistica e territoriale vigente e con le finalità generali e specifiche che ne hanno
improntato la definizione; la variante al P.S., è stata avviata proprio al fine di dare compiuta attuazione
all’insieme di previsioni.
3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA.
Stante la sua natura prevalentemente normativa e la non conformatività delle modifiche proposte, le
misure previste nella presente variante, non mostrano profili di incoerenza con il PIT, con il PTC della
provincia di Livorno e con altri atti pianificazione territoriale e/o di programmazione di settore.
Come evidenziato in occasione della predisposizione del documento di Avvio del Procedimento, la
presente variante si pone l’obiettivo di “completare” il PS vigente al fine di agevolare l’effettivo
compimento del quadro previsionale strategico in esso delineato.
Non è pertanto nelle intenzioni dell’A.C., stante la riconferma del quadro statutario, previsionale e
strategico sottesi dallo strumento di pianificazione, e stante la necessità di procedere nel più breve
tempo possibile alla predisposizione delle misure correttive al Piano, procedere alla “riscrittura” del
dimensionamento vigente. L’”incoerenza” con le disposizioni regolamentari regionali si sostanzia,
pertanto, della profonda e radicata coerenza con l’impianto della pianificazione territoriale ancora
vigente, cui la presente variante intende fornire rinnovato impulso.
3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE.
In riferimento alle possibili soluzioni alternative vagliate, si precisa relativamente allo stralcio delle
disposizioni di immediata efficacia e delle schede normative-allegato non si sono prese in
considerazione ipotesi ulteriori e diverse, in quanto misure già recepite nel Regolamento Urbanistico, e
pertanto superflue e ridondanti, oltre che improprie in sede di pianificazione strategica, per la marcata
natura conformativa che le caratterizza.
Relativamente allo stralcio della carta dei vincoli di PS, l’unica differente opzione contemplata è stata la
conservazione degli elaborati tal quali; a seguito di approfondite valutazioni, tale eventalità è stata
scartata in quanto passibile di determinare possibili confusioni ed incertezze applicative.
Da ultimo rileva precisare che più ampia è stata la gamma di opzioni valutate in riferimento
all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro
conoscitivo, consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento
limitatamente alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente
riguardato l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul
territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo,
nonché la cosiddetta “opzione zero”.
12
Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto
rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con
l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità, nonché
inconciliabile con le finalità della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio
al Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con lo
scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in campo
dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa, senza
compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti territoriali.
3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE.
In via generale le risorse potenzialmente interessate dalla eventuale attuazione della precisazione e
della revisione al quadro previsionale e strategico definito dalla presente variante sono di seguito
individuate:
1. Acqua;
2. Suolo e sottosuolo;
3. Energia;
4. Aria;
5. Rifiuti;
6. Natura e biodiversità;
7. Radiazioni non ionizzanti;
8. Paesaggio e cittadinanza.
Per ogni risorsa sopra indicata sono stati individuati indicatori in grado di quantificare l’impatto del
piano sulla risorsa sia di dare informazioni sullo stato attuale dell’ambiente interessato:
RISORSE
INDICATORI
Consumi idrici domestici
Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli)
Quantità di acqua erogata
Popolazione servita dall’acquedotto
Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso
Perdite alla rete idrica
Caratteristiche della rete idrica
ACQUA
Popolazione servita dalla pubblica fognatura
Popolazione servita da impianti di depurazione
Potenzialità degli impianti di depurazione
Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi
Consistenza e qualità della rete fognaria
Possibilità allaccio
Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente
Vulnerabilità della falda
Consumo di suolo
Superficie di suolo reso impermeabile
SUOLO
Permeabilità
Geomorfologia
Acclività
Rischio geologico
Rischio idraulico
Reticolo idrografico
13
Siti da bonificare
Sito di interesse nazionale
Consumi energetici; gas ed energia elettrica
ENERGIA
Fabbisogni di energia
Produzione di energia da fonti rinnovabili
Sistemi di gestione dei consumi pubblici
Qualità dell’aria
Emissioni da traffico veicolare
ARIA
Emissioni di origine civile
Livello di inquinamento acustico
Flussi di traffico
Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale
Sistema di raccolta
Produzione di rifiuti pro capite
RIFIUTI
Percentuale di raccolta differenziata
Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici
Quantità di rifiuti avviata a recupero
Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive
Estensione delle aree verdi per tipologia
NATURA E
BIODIVERSITÀ
Aree naturali protette
Siti di Importanza Regionale/Comunitaria
ANPIL
RADIAZIONI NON
IONIZZANTI
Presenza di SRB e RTV
Linee elettriche
Distanze di sicurezza
Visuali e sfondi paesaggistici
Frammantazione territorio rurale
Grado di naturalità
Beni storico-culturali
PAESAGGIO E
CITTADINANZA
Vincoli paesaggistici
Invarianti
Valori paesaggistici/architettonici introdotti
Dotazioni territoriali e di servizi
Qualità della vita
Mobilità e accessibilità
Salute e sicurezza
3.7.1 − COMPONENTE ACQUA.
In Toscana, la gestione del servizio idrico integrato è strutturata in sei Ambiti Territoriali Ottimali (ATO),
all'interno di ognuno dei quali la gestione è affidata ad un Gestore Unico.
All’interno di tale schema la titolarità del Servizio Idrico del Comune di Collesalvetti è attribuita
all’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 5 – Toscana Costa e la gestione del Servizio Idrico
Integrato è affidata alla Soc. ASA (Azienda Servizi Ambientali) S.p.A.
14
3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO1.
Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti idriche di adduzione e distribuzione hanno uno sviluppo complessivo
di circa 2.284 km.
Il sistema acquedottistico di Livorno-Collesalvetti è alimentato dai 3 campi pozzi di Mortaiolo, Filettole e
Paduletto e dalle sorgenti ubicate nelle aree di Colognole, La Chiesina e La Terrazza. Il sistema riceve
risorsa dagli schemi del comune di S. Alessio (LU) e dal comune di Collesalvetti.
Per Collesalvetti il sistema acquedottistico si compone di due schemi separati che complessivamente
contano quasi 30 km di condotte adduttrici: l’acquedotto di Collesalvetti, alimentato dal campo pozzi di
Mortaiolo, e l’acquedotto di Colognole, alimentato dalle sorgenti dell’omonima zona e collegato alla rete
di Livorno. Il volume complessivo degli accumuli è pari a 665 mc.
Per quanto riguarda le caratteristiche delle acque distribuite non si evidenziano particolari problemi, a
parte la presenza di ferro e manganese nelle acque provenienti dalla falda di Mortaiolo la cui
concentrazione viene comunque abbattuta nell’impianto di potabilizzazione a valle del campo pozzi,
prima dell’immissione nella rete di distribuzione.
Dei 9,0 l/s provenienti dalle Sorgenti di Colognole solo 2,0 l/s servono all’approvvigionamento di utenze
dell’ATO. La disponibilità residua di risorsa ammonta a circa 2,0 l/s che costituisce la differenza fra
ricarica e portata sorgiva, che probabilmente si disperde in troppo pieno invernale. L’Autorità d’ambito
stima tale unità priva di interesse quantitativo per sviluppi futuri, benchè riesca a garantire una buona
qualità.
Dall’acquifero di Mortaiolo vengono attinti 177,0 l/s per uso acquedottistico di cui il 90% serve
all’approvvigionamento del comune di Livorno ed il resto serve il comune di Collesalvetti.
Le disponibilità residue sono stimate in 70,0 l/s circa provenienti eventualmente dal migliore
sfruttamento delle risorse del campo pozzi di Mortaiolo (aventi profondità tra 25 e 40 mt), che secondo
le indicazione del Piano d’Ambito dovrebbero essere utilizzate a copertura del deficit di risorsa del
Comune di Collesalvetti. La sostanziale buona qualità dell’acqua è caratterizzata dalla presenza di
magnesio e ferro.
Acquedotto Livorno - Collesalvetti2
Nel campo di Mortaiolo 35 pozzi prelevano, a profondità variabile tra 40 e 190 metri, circa 4,7 milioni di
mc/anno d’acqua da due falde.
Relativamente al Comune di Collesalvetti (comprendente le frazioni di Vicarello, Guasticce, Nugola,
Castell’Anselmo e Villaggio Emilio), i volumi erogati per l’anno 2006 sono pari a 1.378.140 mc, con una
media giornaliera di 3.775 mc.
Acquedotto di Colognole Sorgenti3
A nord delle pendici del monte Maggiore, nella zona livornese, si trovano le sorgenti di Colognole, le
cui acque nell’ 800 venivano fruite dalla città tramite l’acquedotto Leopoldino. L’acquedotto di
Colognole Sorgenti (70,5 Km), è costituito da n. 13 sorgenti, attraverso il squale ASA SpA serve i paesi
collinari di Colognole, Parrana S. Giusto, Parrana S. Martino e la frazione della Valle Benedetta. I
volumi erogati ammontano annualmente a 200.000 mc con una media di 547 mc/giorno. La frazione di
Colognole Paese è servita da alcune sorgenti che si trovano lungo la valle del botro Savolano (circa
25.000 mc/anno).
Acquedotto industriale di Livorno4
La costruzione dell’acquedotto industriale è cominciata negli anni ‘40 ad opera degli americani.
All’origine il sistema acquedottistico aveva funzione bivalente: potabile ed industriale. La scelta
1
Descrizione e dati desunti dal documento denominato Elementi ambientali significativi e stato dell'ambiente allegato al QC di
RU, dal Piano di Ambito approvato dall’AATO n. 5 dal Bilancio Socio Ambientale 2010 del Gestore del SII reperibili nei
rispettivi
siti
internet
ai
seguenti
link:
http://www.ato5acqua.toscana.it/Piano%20d'Ambito.htm;
e
http://www.asaspa.it/asa/page/bilancio-socio-ambientale.php?linksPagina=55&idMenuSpec=117&idMenu=9.
Fonte BSA 2010 del Gestore del Servizio Idrico Integrato – ASA SpA.
Ibidem
4
Ibidem
2
3
15
dell’emissario del Bientina quale fonte di approvvigionamento fu condizionata dall’obbligo di garantire
una adeguata portata all’utenza. La portata propria del canale era infatti integrata da un quantitativo
d’acqua prelevato dall’Arno tramite n. 5 sifoni, in località San Giovanni alla Vena, da tempo non più
funzionanti a causa dell’elevato inquinamento del fiume.
Con la dismissione dell’impianto di potabilizzazione di Stagno, avvenuta alla fine degli anni ‘50, il
sistema è stato dedicato al solo utilizzo industriale ed attualmente è gestito da ASA SpA.
Il prelievo di acqua dall’emissario del Bientina avviene tramite due derivazioni ad altezza diversa
distanti circa 1,7 Km l’una dall’altra.
Le acque sono prelevate in aspirazione dalla Società ENI Power cui è garantita una fornitura
continuativa di circa 500 mc/ora ripartita tra le industrie della zona nord di Livorno e la raffineria Agip
Plas di Stagno (circa 50%).
Nel 2010 ASA SpA ha distribuito 6.020.100 mc di acqua industriale (+ 163.663 mc rispetto al 2009) di
cui 3.671.739 ad ENIPOWER e 2.349.361 alle altre utenze industriali.
Relativamente alle risorse prelevate e distribuite si riporta di seguito l’estratto dei dati forniti da ASA
SpA nell’ambito del Bilancio Socio Ambientale 2010 riferiti al territorio comunale.
ANNO 2010 (mc)
Comune
Volume acqua
prelevata da
ASA SpA
Volume acquistato da
altri sistemi di
acquedotto
Volume
consegnato ad altri
sistemi di
acquedotto
Volume immesso
nella rete
primaria
Volume distribuito (prelevatoceduto+acquistato) al netto delle
perdite nella rete primaria
Collesalvetti
1.521.997
//
10.000
1.511.997
1.368.637
Interpolando i dati disponibili relativi al territorio comunale si può dire che il consumo giornaliero procapite dei 16.919 residenti nell’anno 2010 è stato pari a 221,62 litri giornalieri. Tale dato è comunque
da ponderarsi in ragione del fatto che omologa i dati relativi alle forniture domestiche a quelle non
domestiche di cui non è disponibile il dettaglio.
Relativamente alla tutela della qualità delle acque destinate al consumo umano ASA SpA ha condotto
una capillare campagna di verifiche, condotte secondo i sistemi di controllo della qualità, su un numero
totale di campioni di acqua erogata prelevati ed analizzati pari a 10.649.
Si riporta di seguito l’estratto relativo al comune di Collesalvetti per l’anno 2010 del documento "Qualità
delle Acque Potabili distribuite da ASA SpA". La normativa vigente stabilisce i requisiti
Rileva da ultimo segnalare l’azione messa in campo dall’A.C. in sinergia con il gestore del Servizio
Idrico Integrato di realizzazione di fontanelle pubbliche di erogazione di acqua ad Alta Qualità nei centri
abitati di Collesalvetti, Vicarello e Guasticce.
Etichetta qualità dell’acqua Collesalvetti – Anno 2010
16
fonte Bilancio Socio Ambientale 2012 di ASA SpA.
3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE.
Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti fognarie (nera + mista) hanno uno sviluppo complessivo nei 33
comuni dell’ambito di circa 1.129 km.
Tranne limitati esempi e brevi porzioni della rete (localizzate essenzialmente in frazione Vicarello) la
rete fognaria di acque reflue urbane in carico al gestore del servizio idrico integrato è di tipo separato e
recapita il refluo in impianti di depurazione pubblici.
I centri abitati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno ed in parte anche quello di Nugola sono
serviti da impianti di depurazione secondo lo schema di seguito riportato.
Dotazione servizio di smaltimento reflui in carico al gestore SII
Frazione
Residenti
Estensione della
fognatura (mt)
Impianto di
depurazione
Capacità di
progetto AE
Capacità di
progetto
mc/anno
Collesalvetti
4.285
11.985
Collesalvetti
(loc. La Chiusa)
4.000
320.000
Vicarello
3.988
5.048
Vicarello
(loc. Poggio al Chiuso)
6.000
438.000
Guasticce
1.508
7.930
Guasticce
2.500
210.000
Stagno
4.068
6.913
Stagno
(Via Barontini)
8.000
620.000
Nugola
1.231
1.047
Nugola Nuova
(PEEP)
800
50.000
I dati relativi alla popolazione nella tabella soprastante sono relativi alla ripartizione per ambiti
amministrativi al 31 dicembre 2011. In dettaglio rileva evidenziare come la frazione capoluogo assommi
anche i residenti nei nuclei abitati di Tanna Alta e Bassa, di Colliromboli e di Badia, totalmente
sprovvisti di rete fognaria. Restano non servite da pubblica fognatura nera anche specifiche porzioni
degli abitati di Vicarello, ivi compreso l’intero nucleo di Mortaiolo, e di Stagno (Stagno Vecchia e parte
delle aree produttive nella poste in loc. Ponte Ugione-Aiaccia). Nel caso del centro abitato di
Nugolaoccorre precisare che le reti e gli impianti in capo ad ASA SpA servono unicamente il
complesso residenziale a nord di Nugola Nuova lungo le vie degli Ulivi, delle Querce e degli Ontani.
17
Di norma le fognature attuali ed in particolare i collettori principali e la generalità degli impianti di
depurazione, conservano una capacità residua di trasporto liquami e di trattamento molto esigua.
Per tale motivazione aumenti di carico sostanziali rispetto alle necessità operative attualmente in
esercizio, sono da ritenersi attuabili solo a fronte di valutazioni ad hoc da parte del gestore del servizio
idrico integrato.
Le rimanenti frazioni ed i restanti agglomerati urbani non risultano dotati di impianti di depurazione
collettivi. In taluni casi sopravvivono limiitate porzioni di rete fognaria comunale di uso misto (Parrana
San Martino, Castell’Anselmo-Torretta Vecchia, Nugola) e sistemi autonomi di smaltimento di acque
reflue domestiche fuori dalla pubblica fognatura.
L’incidenza e la distribuzione degli impianti autonomi e degli scarichi fuori dalla pubblica fognatura
sono attualmente oggetto di specifiche verifiche condotte dai servizi comunali competenti in riferimento
alle disposizioni normative vigenti in materia anche al fine di determinarne il necessario adeguamento.
3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO.
Il territorio comunale di Collesalvetti è interessato dalla presenza del SIN di Livorno determinato dalla
funzionalità della raffineria di Stagno di proprietà dell’ENI.
La consultazione della banca dati SIRA ha evidenziato che per 10 siti del Comune di Collesalvetti sono
in corso procedure di accertamento in ordine alla suscettibilità di interventi di bonifica, secondo l’elenco
sotto riportato.
Relativamente alle casistiche ricomprese nella tabella sottostante, un solo procedimento è relativo ad
aree interne al SIN, laddove la distribuzione territoriale degli altri interessa unicamente la porzione
settentrionale del territorio comunale con prevalenza deile localizzazioni in frazione di Stagno, quattro
siti in frazione Guasticce ed un sito in Frazione Vicarello, loc. Il Faldo.
Elenco dei siti interessati da procedimento di bonifica
fonte Sezione SISBON del sito http://sira.arpat.toscana.it/sira/.
Rileva da ultimo seganalare, come, allo stato attuale, solo per il sito di cui al codice LI050 sono in corso
interventi di bonifica e/o messa in sicurezza.
3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA.
L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente energetica è relativa all’anno 2004
ed è costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano
Energetico Comunale di Collesalvetti).
18
In termini di consumo energetico complessivo si riporta la sottostante tabella che dettaglia la quota di
consumo per fonte energetica di provenienza.
Provenienza dei consumi energetici annui
FONTE
Tep
Tep/abitante
Percentuale
Prodotti petroliferi
39.205
2,44
39,34%
Metano
20.873
1,30
20,95%
Elettricità
39.569
2,46
39,71%
Totali
99.647
6,20
100%
Il consumo medio alla data del rapporto registrava un fabbisiogno medio per abitante maggiore del
10% circa rispetto ai consumi registrati nella Provincia di Livorno.
Di seguito si riporta anche la ripartizione di consumi di energia primaria nell’arco temporale (19992004) indagato nel corso della predisposizone del PEC.
Consumi complessivi per settore di attività del Comune di Collesalvetti (Tep/anno)
1999
2000
2001
2002
2003
2004
Variazione % 2004 su 1999
Agricoltura e
Pesca
2.286
2.286
1.758
1.758
2.363
2.363
-2,2
Trasporti
18.307
18.307
19109
19.109
18274
19833
+8,3
Civile
12.251
12.259
12.603
12.991
12.346
11.859
-3,2
Industria
53.025
53.025
52.792
52.860
46.576
49.401
-6,8
TOTALE
85.869
85.876
86.262
86.718
79.558
83.329
-3,0
Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di
mitigazione degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazione
autonoma di impianti da FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il
fabbisogno energetico dei fabbricati.
In riferimento alla produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili sul territorio comunale l’ltimo
aggiornamento disponibile, relativo all’anno 2011, riferisce di una potenza installata pari a 4618 kW,
quasi totalmente riferibili alla produzione energetica fotovoltaica.
Di seguito si riporta l’andamento della produzione energetica da impianti fotovoltaici nell’ultimo
quadriennio secondo i dati forniti dal GSE, con aggiornamento al dicembre 2011.
Produzione energia fotovoltaica
ANNO
Impianti
Potenza Kw
Incremento percentuale annuo
2008
31
226,6
//
2009
48
324,7
+43%
2010
74
628,9
+94%
2011
134
4.558
+624%
Il rapporto di Legambiente “Comuni Rinnovabili 2011”, colloca Collesalvetti tra le prime 20
amministrazioni pubbliche a livello nazionale per la categoria “minieolico” in relazione alla presenza nel
territorio comunale di un impianto eolico costituito da n. 3 turbine a tre pale per complessivi 60 kW
posto presso la Stazione Multienergy “Agip Grecciano Sud”.
19
Nel corso dell’anno 2007 l’A.C. ha provveduto a redigere ed approvare un apposito regolamento
comunale per l’installazione di impianti di produzione di energia da FER, la cui disciplina è stata
successivamente aggiornata nel corso dell’anno 2010. Tale regolamentazione ha consentito
all’Amministrazione Comunale di “governare” i processi di installazione e insediamento sul territorio di
tali impianti cercando un laborioso, e spesso fruttuoso, dialogo con i proponenti al fine di minimizzare
gli impatti ambientali e paesaggistici determinati da tali manufatti.
3.7.4 − COMPONENTE ARIA.
L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente aria è relativa all’anno 2004 ed è
costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano
Energetico Comunale di Collesalvetti).
Come chiaramente illustrato nel documento sullo stato dell’ambiente sopra citato, redatto a supporto
della disciplina urbanistica vigente, una delle più marcate peculiarità del territorio del Comune di
Collesalvetti è la coesistenza di contesti ambientali, insediativi ed antropici molto diversi. Al territorio
collinare preponderante nelle frazioni di Colognole, Castell’Anselmo, Nugola e delle Parrane fa da
contraltare la frazione di Guasticce che nasce sulla pianura alluvionale dell’Arno, le altre frazioni hanno
carattere più spiccatamente “urbano” quali: Collesalvetti, Vicarello e Stagno.
In quest’ultima, posta in contiguità con la periferia settentrionale di Livorno e caratterizzata da un
tessuto insediativo promiscuo, in cui convivono ambiti residenziali ed ambiti produttivi e commerciali, si
concentrano la quasi totalità delle attività industriali dell’intero territorio comunale, all’interno del quale
spicca la presenza di uno dei più importanti poli petrolchimici italiani rappresentato dalla raffineria ENI
posta a cavallo tra i due comuni.
In conseguenza di ciò e della particolare sensibilità rispetto alla problematica dell’inquinamento
atmosferico da parte della comunità locale l’amministrazione comunale ha disposto nel periodo
Giugno-Luglio 2002 una campagna di rilevamento della qualità dell’aria nella frazione di Stagno che si
andava a sommare ai continui monitoraggi effettuati dalle centraline della rete provinciale e della rete
ARIAL. Nella frazione di Stagno è stata attiva una centralina di tipo I, ovvero Industriale, dove l’unico
inquinante monitorato era la SO2.
Tale campagna ha permesso di mettere in evidenza un livello di concentrazione di CO calcolato come
la massima media giornaliera dei valori trascinata su 8 ore pari a 0,7 mg/m3.
Per quanto attiene alle polveri sottili (PM10) la sopra citata indagine ha messo in evidenza che 8 volte
sui 40 dati validati è stato superato il limite, pari a 50 µg/m3, Tutto ciò implica un attenta riflessione in
quanto la proiezione di tale valore su scala annuale comporterebbe il non rispetto dei limiti legislativi.
La presenza all’interno del centro abitato di Stagno dello stabilimento ENI impone un monitoraggio
continuo rispetto ai livelli di concentrazione di anidride solforosa nell’aria ambiente.
Per quanto concerne il rispetto dei limiti normativi della concentrazione media oraria ( V.L.: 350 µg/m3)
sono stati registrati, nel periodo di rilevamento sopra indicato, 6 episodi di inquinamento acuto di cui
uno rilevato durante la campagna estiva, il valore più elevato ha superato del 39% circa il valore limite
attestandosi a 486 µg/m3.
Per quanto riguarda l’NO2 gli unici dati a nostra disposizione sono quelli relativi all’indagine effettuata
mediante il laboratorio mobile nel periodo Giugno - Luglio 2002. i valori registrati risultano essere molto
al di sotto rispetto ai limiti normativi. (103 µg/m3 rispetto ai 200 fissati dalla norma).
Nonostante il Comune di Collesalvetti sia uno dei quattro comuni inseriti in zona B, e questo solo per la
presenza di una delle più grandi sorgenti puntuali emissive di a SO2 presenti sul territorio provinciale,
20
la situazione è sostanzialmente positiva infatti i livelli di concentrazione sono molto al di sotto dei valori
limite sia nel breve che nel lungo periodo e non sussistono rischi di raggiungimento degli stessi.
Nonostante ciò, già la relazione sullo stato dell’ambiente del 2004-5 riteneva fondamentale seguire
l’evoluzione del quadro emissivo e dei livelli di concentrazione in un ottica di mantenimento e
miglioramento della qualità dell’aria.
Per quanto detto in precedenza riguardo alla caratterizzazione del territorio comunale non sono
presenti all’interno dello stesso altre postazioni di rilevamento della qualità dell’aria ambiente. Allo
scopo di caratterizzare in via indicativa le fonti di emissioni di inquinanti dell’aria, ci si riferisce alle stime
elaborate dalla Regione Toscana e contenute nell’ “INVENTARIO REGIONALE DELLE SORGENTI DI
EMISSIONE IN ARIA AMBIENTE (IRSE)” in riferimento all’anno 2000, che rappresentano gli ultimi ed
unici dati in possesso dell’Ente in materia, stante anche l’ancor oggi disattesa richiesta di
aggiornamento e trasmissione degli inventari IRSE inviata ad ARPAT in data 15.12.2011.
Si riporta nella tabella di seguito la stima delle emissioni totali degli inquinanti nel Comune di
Collesalvetti e suddivisi per macrosettore.
In riferimento alla componente acustica dell’inquinamento atmosferico merita, in questa sede portare
alcune semplici considerazioni che non possono non trarre origine dall’approvazione del PCCA con la
Deliberazione n. 20 del 08.04.2009 in quanto strumento organicamente inserito nella vigente
pianificazione territoriale comunale all’interno del Regolamento Urbanistico.
Per quanto attiene a tale componente non si rileva la necessità di ricorrere all’elaborazione ed
all’attuazione di alcun piano di risanamento acustico in quanto non si evidenziano particolari sofferenze
e/o criticità all’interno del territorio comunale.
3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI.
Di seguito si riportano i dati relativi alla produzione di rifiuti solidi urbani, comprensivi dei dati inerenti
alla raccolta differenziata del quinquennio 2007-2011, all’interno del territorio comunale di Collesalvetti.
L’efficienza del servizio di raccolta differenziata si sia consolidata su valori prossimi al 25% della
produzione di rifiuti raccolti sul territorio comunale al netto della quota di rifiuti provenienti dallo
spazzamento delle strade e delle aree pubbliche.
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Produzione di rifiuti e dati RD del Comune di Collesalvetti (2007-2011)
ANNO
Abitanti
RU
(kg/anno)
RD
(kg/anno)
RU totale
(kg/anno)
Efficienza
RD (%)
Efficienza Rd
(%) con
spazzamento
RD/ab
(kg)
RU TOT/ab
(kg)
2007
16.493
8.284.480
2.543.147
10.827.627
24,38
25,94
154,20
656,50
2008
16.648
8.057.710
2.598.607
10.656.317
23,49
24,99
156,09
640,10
2009
16.744
8.344.780
2.491.726
10.836.506
22,99
24,46
148,81
647,19
2010
16.919
8.519.389
2.963.858
11.483.247
25,81
27,46
175,18
678,72
24,03
25,56
152,61
635,07
2011
16.915
8.160.685
2.581.444
10.742.129
Elaborazione su dati RD forniti dal gestore del servizio rifiuti REA SpA.
Risulta altrettanto evidente il divario con gli specifici obiettivi fissati dal Codice dell’Ambiente per l’anno
2008 (pari al 45%) e per l’anno 2012, in cui sarebbe prevista un’efficienza del servizio pari al 65% del
totale di RSU. Di seguito si riporta il dettaglio della raccolta relativa all’anno 2011.
fonte http://ambiente.comune.collesalvetti.li.it/site/home/notiziario-ambiente/raccolta-rifiuti.html su dati forniti da REA SpA
3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ.
Il Comune di Collesalvetti (10.758 ha) presenta un areale frammentato ed eterogeneo che può essere
sommariamente diviso in tre parti distinte:
- una zona di pianura prevalenemente destinata all’attività agricola;
- una zona collinare a macchia mediterranea e comunque naturale;
22
- una zona dalle caratteristiche intermedie
LA PIANURA:
In corrispondenza del confine con il Comune di Pisa a Nord e con quello di Livorno ad Ovest, ubicato al
piede settentrionale dei Monti Livornesi, sopravvive un’area umida residua della ben più vasta area di
Stagno-Coltano, caratterizzata da notevole interesse naturalistico-ecologico: il complesso palustre di
Biscottino-Suese.
LE COLLINE:
Un’attenzione di carattere conservazionistico deve essere anche dedicata alla Lecceta di Colognole,
rappresentando essa uno dei pochi lembi di foresta di Leccio sfuggita alla ceduazione per la presenza
delle omonime Sorgenti. Secondo una strutturazione verticale, in essa tipicamente si distinguono: uno
strato arboreo superiore costituito da Lecci e Pini marittimi; individui arborei di Corbezzolo; uno strato
arborescente inferiore di piante caducifoglie tra cui l’Orniello ed il Ciavardello a cui segue uno strato
arbustivo composto da scarsi cespugli di Tinoe dal Pungitopo. Il suolo, prevalentemente coperto da un
breve tappeto di Edera, presenta uno strato erbaceo composto da Viole, Ciclamini e Felci, queste
ultime rappresentate dall’Asplenio. La conservazione di questa peculiare fitocenosi dei Monti Livornesi
è da imputare alla presenza di importanti sorgenti nella parte alta del bacino del torrente Morra che ha,
inoltre, permesso il preservarsi di una ricca vegetazione ripariale e di un bosco misto che diviene, nella
parte alta, macchia mediterranea e pineta a Pino marittimo.
All’interno dei cisternini delle Sorgenti di Colognole vive una strana Cavalletta cavernicola, la Cavalletta
dello Schiavazzi che prende il nome dal suo scopritore.
Nel panorama delle emergenze naturali, i complessi ofioliferi di Monte Maggiore costituiscono un
aspetto peculiare del territorio in relazione alla loro tipica colonizzazione floristica.
Dal punto di vista geologico le “rocce verdi” rappresentato lembi di antichi magmi di origine profonda
che caratterizzano le linee di frattura di fosse oceaniche, sollevati a seguito di intensi movimenti
tettonici. Le rocce ofiolitiche, per la loro ricchezza di magnesio e metalli pesanti (cromo, titanio e
nichel), rappresentano una barriera ecologica alla libera diffusione di organismi vegetali e solo alcune
specie risultano strettamente legate a questo substrato, le cosiddette serpentinofite.
Nel ricco panorama naturalistico del territorio del Comune di Collesalvetti è giusto includere l’alta valle
del bacino del torrente Ugione la cui posizione geografica (a Nord-Nord Ovest) e la ricchezza di acque
sorgive hanno favorito condizioni stazionarie di temperatura e umidità ed un mesoclima che ha
permesso l’insediarsi di specie vegetali in periodi diversi dall’attuale.
La presenza di sorgenti perenni, la diversa natura del substrato geologico, la varietà di formazioni
vegetali lungo le pendici di questa valle spiegano la presenza di una fauna ricca e varia, compresa
quella acquatica. Nel bosco misto della Valle della Sambuca si osservano uccelli come: la Cinciallegra,
la Cinciarella, la Cincia mora, la Capinera, il Fringuello, l’Usignolo, il Merlo e il Pettirosso.
LE AREE PROTETTE
Nell’elenco ufficiale nazionale e regionale delle aree naturali protette (parchi nazionali, parchi regionali,
parchi provinciali, riserve naturali statali, riserve naturali provinciali, aree naturali protette di interesse
locale), sono incluse alcune aree del territorio di Collesalvetti.
Il Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi è costituito:
− dal Parco Provinciale dei Monti Livornesi istituito dalla Provincia di Livorno con deliberazione n. 936
del 19.2.1999;
− dalle Aree Naturali Protette di Interesse Locale dei Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano
Marittimo istituite con specifica deliberazione dalle rispettive amministrazioni comunali.
23
Al fine di garantire la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio
storico culturale e naturalistico all’interno del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi, ed a
promuovere le attività compatibili, è stato redatto il Piano del Parco dei Monti Livornesi.
Le ANPIL ricadenti sul territorio comunale sono quelle de Le Sorgenti di Colognole e di Parrana S.
Martino, istituite dal Comune di Collesalvetti con Del. C.C. n. 22 del 20/02/04 in attuazione del Sistema
Provinciale delle Aree Protette di cui alla Del. C. P. n. 346 del 27.09.961.
A seguito di specifico accordo di programma sottoscritto dalla Provincia di Livorno e dai Comuni di
Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, le A.N.P.I.L. del Comune di Collesalvetti costituiscono
parte del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi. Allo scopo di garantire il rispetto delle
caratteristiche naturali, paesaggistiche, storiche e culturali proprie delle Aree Protette, il Comune di
Collesalvetti ha approvato con Deibera del Consiglio Comunale n. 16 del 14.02.2011
Il Padule della Contessa, in seguito ai lavori di individuazione del Progetto Bioitaly, è stato inserito nella
Rete Ecologica Europea Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria proposto, in attuazione
della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Come noto, questa Direttiva è finalizzata almantenimento o al
ripristino di habitat definiti di interesse comunitario, fondamentali per la conservazione di comunità o di
singole specie, vegetali e animali, ad essi legati.
Il territorio della Riserva è compreso nel perimetro del SIR 47 IT5160001- insieme al vicino Padule del
Biscottino - ed è pertanto tutelato anche ai sensi della L.R. 56/2000 “Norme per la conservazione e la
tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”, è inoltre riconosciuto
area SIC e ZPS sulla base della deliberazione del Consiglio Regionale 10 Novembre 1998, n.342.
Con la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.86 del 28/04/04 è stata istituita la Riserva Naturale
Provinciale Oasi della Contessa. Se le prescrizioni indicate per il SIR definiscono il ruolo della Riserva
da un punto di vista territoriale ed ecologico, lo strumento di riferimento per gli aspetti legati alla
fruizione è il Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale del Sistema delle Aree Protette della
Provincia diLivorno finalizzato a rafforzare le logiche di sistema, accompagnando lo sviluppo delle
singole realtà locali in un quadro organico di politiche di conservazione della natura e di incentivo e
sviluppo delle attività economiche compatibili con i valori ambientali presenti e potenziali.Il Piano
pluriennale di sviluppo economico e sociale delle Aree Protette della Provincia di Livorno delinea un
percorso basato su una forte interazione tra Parchi e Riserve che compongono il sistema.
3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI.
L’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog ha negli ultimi anni catalizzato l’attenzione dell’opinione
pubblica e la preoccupazione per eventuali rischi alla sicurezza e alla salute della cittadinanza è stata a
più riprese rilanciata ed amplificata dagli organi di informazione, generando di conseguenza una
notevole pressione sugli organi istituzionalmente preposti.
L’interesse si è concentrato su sorgenti emissive di larga scala quali elettrodotti ad alta tensione, , linee
ferroviarie ad alta velocità, impianti radar, apparati per la diffusione radiofonica e televisiva e per
telefonia cellulare.
Al fine di valutare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a 50 Hz sono state
effettuate delle indagini da parte di ARPAT, in collaborazione con la Provincia di Livorno, negli anni
1997 e 1998.
È stata effettuata una campagna di misure lungo l’elettrodotto a 220 kV Livorno-Marginone (n.286), il
quale dovrebbe essere sostituito per 10 Km, con il nuovo elettrodotto a 380 kV Livorno-Acciaiolo; tali
elettrodotti attraversano parte del territorio di Collesalvetti.
24
Il monitoraggio effettuato, correlato ai dati della corrente esercitata nel periodo di misura, dà la
possibilità di calcolare il livello medio di esposizione all’induzione magnetica all’interno dei fabbricati,
generalmente abitazioni. Di seguito si riporta la tabella che illustra sinteticamente l’esito di tale
campagna di rilevamento.
Fonte: Documento sugli elementi ambientali significativi e sullo stato dell’ambiente, All. D al QC del vigente RU
Tutti i valori di campo magnetico ottenuti durante l’indagine, risultano estremamente inferiori ai limiti di
Legge (10 µT) ed anche agli obiettivi di qualità (3 µT) fissati dal DPCM 08/07/2003.
Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con
maggiore incidenza nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è
interessata unicamente da 2 siti mentre la programmazione degli operatori presenti prevede
l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le frazioni di Parrana San Giusto e
Colognole.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni
valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia
ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di
variante.
3.7.7 − COMPONENTE PAESAGGIO.
Il quadro di riferimento in materia è attualmente definito, intanto, dal’limplementazione quale Piano
Paesistico regionale del PIT vigente, in accordo con gli organi ministeriali che, su scala locale, ha
determinato la rivisitazione delle aree soggette a vincolo paesaggistico ex lege (con particolare
rilevanza, nel caso del Comune di Collesalvetti, per le aree di rispetto di fiumi e corsi d’acqua pubblici e
le aree di rispetto lacustre). Notevole estensione e rilevanza assumono le aree boscate che
25
caratterizzano il territorio collinare. Nel territorio comunale di Collesalvetti sono presenti due complessi
immobiliari e monumentali dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dei Codice dei Beni Storicoculturali e paesaggistici (D.Lgs.22/01/2004 n.42):
−
Area del Poggio Belvedere in frazione Nugola, istituita con D.M. 3 agosto 2006;
−
Complesso monumentale di Poggio alle Rondini o “Villa Celesia di Vegliasco” con Decreto n.
608 del 9 novembre 2010, limitrofa al centro abitato di Collesalvetti.
Oltre al reticolo idraulico alle aree naturali protette, già ricordate altrove e rispondenti a valori più
prettamente naturalistici ed ambientali, tra i beni ricompresi nelle invarianti aventi valore paesaggistico
o comunque storico-culturale, si segnalano le emergenze paesistiche rappresentate dei filari
monumentali di cipressi, dai principali andamenti dei crinali e dei vallivi, il complesso del patrimonio
storico ed archeologico, nonché dalle infrastruttre storiche costituite prevalentemente dall’Acquedotto
delle Pollace e dall’ancor più rignificativo e rilevante Acquedotto.
3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI,
SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE.
Lo stralcio delle schede normative allegate alle NN.TT.A. di PS non comporta alcuna variazione agli
effetti territoriali, ambientali, sociali, economici e sulla salute umana rispetto a quelli già valutati in
occasione della predisposizione degli strumenti valutativi a corredo del Regolamento Urbanistico che
recepiva tali previsioni, e che si riportano sinteticamente.
NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE:
La previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che comportava la realizzazione di un Piano di
Lottizzazione con destinazione produttiva nelle aree rese disponibili dalla traslazione verso nord del perimetro dell’Interporto
Toscano “Amerigo Vespucci” e poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline, è stata interamente trasposta nella scheda normativa
n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua
realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente procedimento consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo
normativo dello strumento urbanistico.
2. – NUOVO PARCO INDUSTRIALE - U.TO.E. n. 5 - COLMATA
Realizzazione di complesso produttivo con aree a verde e parcheggi pubblici e completamento di
opere di urbanizzazione.
Ambito di riferimento
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Verde pubblico
45.000 mq.
Parcheggi pubblici
4.200 mq.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Consumo di suolo
Fabbisogno idrico
Produzione acque reflue
Produzione RR.SS.UU.
Consumi energetici
Inquinamento atmosferico
Traffico
Rumore
impatto
+/–
entità
x
x
x
x
x
x
x
x
–
–
–
–
–
–
–
–
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Rilevante
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- realizzazione di un complesso integrato per le attività produttive;
-riqualificazione urbanistica e funzionale di ambiti in edificati all’interno del sistema produttivo,
con esigui valori ambientali e formali;
-potenziamento e miglioramento della rete infrastrutturale e contestuale separazione delle strade
in funzione delle tipologie di traffico;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un polo
produttivo qualificato e dotato di attrezzature di interesse collettivo per la fruizione del
tempo libero, capace di ridefinire assetto infrastrutturale complessivo.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 5 di Colmata; in particolare propone una soluzione
coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto alla
qualificazione dell’offerta funzionale.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per lo sviluppo complessivo del territorio comunale.
L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare.
26
MONITORAGGIO
Alla luce del contesto in cui si inserisce l’area di intervento, è prescritto il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche
ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed
energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.
Si prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia
acustiche che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici.
PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE:
La previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che consente la realizzazione di un Piano di
Lottizzazione finalizzata all’arricchimento delle dotazioni di servizi e attività terziarie da porre sul margine occidentale
dell’abitato di Guasticce creando al contempo una fascia di separazione e salvaguardia dalle aree produttive e logistiche, è
stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico.
In conformità a tale disposizione, già nelle more della redazione del R.U., è stata presentata apposita istanza, adottata con
Delibera del C.C. n. 34 del 31.03.2008; assoggettato alle fasi di pubblicazione, osservazioni e controdeduzioni il Piano non è
mai stato approvato per le problematiche di carattere idraulico insistenti sull’area in questione.
Non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente provvedimento
consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo normativo dello strumento urbanistico.
4. - PARCO A SERVIZI DI GUASTICCE - U.TO.E. n. 6 -GUASTICCE
Realizzazione di un nuovo insediamento a carattere polifunzionale, da completarsi con
l’individuazione di attrezzature a carattere territoriale, spazi verdi e per la socializzazione
Ambito di riferimento
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Verde pubblico
3.500 mq
Parcheggi pubblici
500 mq
Parco rurale
25.943 mq.
Opere di messa in
sicurezza idraulica
6.000 mq.
Attrezzature collettive
70.556 mq.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Consumo di suolo
impatto
x
+/–
-
entità
Rilevante
Fabbisogno idrico
x
-
Rilevante
Produzione acque reflue
x
-
Rilevante
Produzione RR.SS.UU.
x
-
Rilevante
Consumi energetici
x
-
Rilevante
Inquinamento atmosferico
x
-
Modesta
Traffico
x
-
Rilevante
Rumore
x
-
Modesta
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- realizzazione di un nuovo insediamento polifunzionale che arricchisca l'offerta di
funzioni qualificanti a supporto dell'accresciuto ruolo di centralità territoriale assunta
dalla frazione;
- fornire un nuovo margine urbano alla frazione, riqualificandolo con la realizzazione di
vaste aree verdi (parco rurale, messa in sicurezza idraulica, etc.) contribuendo alla
separazione dell'abitato dalle contermini aree produttive e interportuali;
- razionalizzazione degli assetti viari e della corretta distribuzione del traffico;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente di dotare la frazione di
una ricca offerta di servizi qualificanti lo spazio urbano ed al contempo
contribuire alla generale riqualificazione urbanistica e territoriale attraverso la
creazione di una zona “cuscinetto” tra l'abitato e le aree produttive, nonché la
risoluzione di alcune problematiche di traffico con l'apertura di alcune circolarità
viabili.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 6 di Guasticce che lo individua in un apposito e
specifico allegato; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato, e dell'incremento dell'offerta di spazi e opportunità
qualificanti.
L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, cui tuttavia farà fronte la razionalizzazione viaria e la
creazione di percorsi sicuri, che consentiranno maggiore fluidità a compensazione degli effetti sopra indicati. L'intervento è
suscettibile, altresì di produrre significativi incrementi potenziali di consumi energetici ed idrici, nonché della produzione di rifiuti solidi
urbani e acque reflue di cui si prescrive attento monitoraggio.
MONITORAGGIO
Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo
insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. La
realizzazione di alcuni obiettivi, è diretta funzione delle modalità attuative; al fine di rispondere concretamente alle finalità di qualificazione funzionale richieste,
si richiede attenta e dettagliata progettazione degli spazi e delle attrezzature di carattere generale, nonché razionalizzazione della distribuzione di risorse e
servizi con attenta ponderazione degli stralci funzionali in cui l'intervento stesso si articolerà. Si prescrive l’adozione di sistemi ed approntamenti mitigatori delle
potenziali criticità di cui sopra.
CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI:
27
L’inerzia nell’attuazione degli interventi di rifunzionalizzazione della Villa Carmignani e del relativo parco di cui all’allegato D
alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (scheda n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) spinge
a verificare se e quali elementi e parametri progettuali possano costituire un impedimento alla loro realizzazione.
Sull’area, la disciplina vigente, prevede la realizzazione di un insieme sistematico di interventi edlilizi finalizzati ad attività di
tipo congressuale-convegnistico, formativo e culturale, con particolare riguardo al mondo delle professioni, integrate da
destinazioni e funzioni ricettive, con specifico richiamo al turismo congressuale.
Il piano prevede la valorizzazione dell’area boscata, il recupero e l’adeguamento dei fabbricati esistenti, la ricostruzione
dell’ala demolita della casa padronale, la realizzazione di un campus e di una struttura ricetiva dimensionata per 100 posti
letto, un auditorium per 300 posti, aule per attività didattica, attrezzature per il tempo libero e la pratica dello sport quali piscina
e campi sportivi e da tennis, palestra e centro benessere. L’intervento prevede di essere completato con la realizzazione di
parcheggi pertinenziali e con le opportune sistemazioni esterne nel parco e nelle altre aree aperte, con i relativi arredi e la
predisposizione di aree attrezzate.
Lo schema così proposto è stato concepito recependo le esigenze manifestate dalla proprietà a seguito dell’emissione
dell’Avviso pubblico di partecipazione al Regolamento Urbanistico, calibrando, al contempo le richieste pervenute sulla base
delle limitazioni dettate dalla strumentazione urbanistica e con gli specifici obiettivi dell’amministrazione.
23. – VILLA CARMIGNANI - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI
Ambito di riferimento
Realizzazione di un complesso turistico-ricettivo ed attrezzature ricreative integrate, con il recupero
delle strutture esistenti.
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Verde pubblico
//
Parcheggi pubblici
//
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
impatto
+/–
entità
x
x
x
x
x
x
x
x
–
–
–
–
–
–
–
–
Modesta
Rilevante
Rilevante
Modesta
Rilevante
Rilevante
Rilevante
Modesta
Consumo di suolo
Fabbisogno idrico
Produzione acque reflue
Produzione RR.SS.UU.
Consumi energetici
Inquinamento atmosferico
Traffico
Rumore
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- realizzazione di un complesso integrato per attività turistico-ricettive e ricreative;
- recupero e riqualificazione urbanistica e funzionale delle strutture esistenti;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un
polo ricettivo-integrato e qualificato dotato di attrezzature di interesse collettivo
per la fruizione del tempo libero.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una
soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto
alla qualificazione dell’offerta funzionale ed alla definizione delle qualità formali e paesaggistiche della frazione.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato.
L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare.
MONITORAGGIO
Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo
insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.Si
prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia acustiche
che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici.
RECUPERO EX CINEMA ODEON:
Il recupero del complesso dell’ex Cinema Odeon reso direttamente efficace con l’allegato E alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale (il cui contenuto è stato integralmente trasposto nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato
G al Regolamento Urbanistico) ha conosciuto, nel corso dell’ultimo quinquennio vicende alterne, che hanno determinato,
anche in questo caso la sostanziale inerzia delle iniziative private per l’insostenibilità economico-finanziaria degli interventi
previsti.
Nel corso degli anni lo stato di degrado dell’area si è aggravato con ripercussioni sul decoro dell’abitato, la salubrità e la
sicurezza delle aree adiacenti; al fine pertanto di agevolare e accelerare il processo di recupero e di riqualificazione di un’area
così organica al centro storico e vitale del capoluogo, l’A.C., prevede lo stralcio dell’allegato al P.S. sopra citato e la
rimodulazione dei contenuti prescrittivi della scheda normativa di R.U., senza incremento del carico urbanistico e delle
volumetrie esistenti.
17. – P. d R. EX-ODEON - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI
Ambito di riferimento
Recupero di strutture e fabbricati esistenti al fine di una della riqualificazione di un ambito urbano.
Standard prodotti dall’area di
trasformazione
Verde pubblico
//
Parcheggi pubblici
//
28
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Impatto Ambientale
Impatto relativo alle finalità
Qualità del suolo e del sottosuolo
Fabbisogno idrico
Produzione acque reflue
Produzione RR.SS.UU.
Consumi energetici
Inquinamento atmosferico
Traffico
Rumore
impatto
x
x
x
x
x
x
x
x
+/–
+
–
–
–
–
–
–
–
entità
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
Modesta
L'intervento in esame persegue le seguenti finalità:
- riqualificazione di fabbricati e tessuti insediativi aventi valore storico-documentale e
conseguente possibile rivitalizzazione del centro storico della frazione;
- possibile effetto positivo sulla qualità del suolo, in considerazione dello stato di
abbandono dell’area;
Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la valorizzazione
dell’impianto insediativo centrale quale luogo del riconoscimento dell’identica
collettiva e statutaria, degli ambiti storicizzati.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI
COERENZA
PRIORITÀ
EFFICACIA
L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una
soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio.
Tale intervento risponde a criteri di priorità elevati, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di
trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato.
L'intervento è suscettibile di produrre modesti incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a
causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, amplificata dalla collocazione centrale dell’area di intervento
posta tra la ridosso della Via Roma e la Piazza della Repubblica.
MONITORAGGIO
Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo
insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.
Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di
fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati dal complesso della disciplina urbanistica
comunale e al contempo recuperare la necessaria flessibilità delle norme a questo funzionali, la
variante al Piano Strutturale si sostanzia dello stralcio di tutte le ulteriori prescrizioni di immmediata
efficacia disposte per le singole UTOE di cui all’art. 12 delle relative NN.TT.A., che comunque non
producono impatti ed effetti di alcun rilievo rispetto all’assetto pianificatorio già sottoposto a valutazione
nell’ambito della predisposizione del PS, prima, e dopo, e soprattutto, nell’ambito della redazione del
Regolamento Urbanistico.
Ulteriori modifiche previste nella presente variante al PS, che di seguito sinteticamente si ricordano,
possono comportare effetti non ancora indagati dei quali si prova a dare compiuta illustrazione in
riferimento alle matrici territoriali, ambientali, sociali, economiche e relative alla salute umana.
ULTERIORI PROPOSTE DI MODIFICHE:
In riferimento all’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore, individuata per garantire l’approccio tematico e l’omogeneità degli scopi sottesi
dall’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e navigabilità del Canale, e prendendo le mosse dalle considerazioni espresse
nella definizione degli specifici obiettivi che fonda le garanzie di manutenzione futura e di funzionalità degli interventi in
programma nella presenza di aree a carattere produttivo, l’ipotesi di variante propone di ampliare la molteplicità delle possibili
funzioni ammesse nell’unità territoriale anche a quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto
per quelle di district-park e residenziali.
La proposta di modifica interviene su un tema che non attiene alla definizione degli obiettivi di PS per
l’UTOE n. 4 – Scolmatore, ma sulla disciplina relativa alle prescrizioni per il RU in riferimento alla
stessa UTOE.
In tale chiave vale la pena rammentare come l’UTOE n. 4 – Scolmatore trovi ragione della propria
istituzione nell’ipotesi di navigabilità del canale artificiale che gli dà il nome e degli interventi di messa
in sicurezza idraulica che ne avrebbero dovuto costituire il necessario presupposto. Tra gli obiettivi
indicati nel vigente PS, e non discussi dalla proposta di variante, si legge: “Secondo studi economici di
fattibilità la realizzabilità dell’idea (della navigabilità del canale Scolmatore – ndr) si fonda su specifiche
garanzie di manutenzione futura dell’opera che vengono legate alla presenza di aree a carattere
produttivo” e di seguito: “La molteplicità delle funzioni espresse all’interno dell’area vengono
subordinate ad ipotesi localizzative separate, intervallata da attività agricola e altre funzioni”.
29
L’introduzione della modifica proposta, pertanto, appare comunque in linea con gli orizzonti
programmatici e gli scenari che la strategia di PS tratteggia pur in maniera generica. A tale scopo si
puntualizza che in più occasioni il PS orienta le scelte di piano verso l’ampliamento dell’offerta di
funzioni e di attività, ambientalmente sostenibili, all’interno delle singole unità territoriali organiche
elementari quale contributo alla qualificazione dei singoli contesti territoriali.
La misura proposta, mitigata comunque dalla prevalenza delle funzioni logistiche rispetto a quelle di
tipo artigianale ed industriale, assommerebbe il vantaggio di poter localizzare in aree già in sicurezza
idraulica e ampiamente infrastrutturate, attività produttive senza ulteriori impieghi di suolo rispetto ad
ambiti territoriali già individuati con accordi di programma o strumenti similari, alla possibilità di attirare
sul territorio investimanti di privati con più consistenti “ritorni” in termini di occupazione e conseguente
distribuzione del reddito. Tale proposta, pertanto, rientra a pieno titolo nell’ambito della presente
revisione allo strumento di pianificazione comunale, nella misura in cui introduce ulteriori possibilità di
trasformazione del territorio senza significativo incremento degli effetti da essa indotti rispetto al quadro
previsionale attuale, e nella misura in cui rappresenta un’ulteriore opportunità ed un ulteriore strumento
capace di offrire più ampi gradi di flessibilità della pianificazione territoriale, così necessari nella
gravosa contingenza economico-finanziaria che anche questi territori devono fronteggiare, nonché
maggiori possibilità di attuazione coerente dell’insieme degli obiettivi sottesi dallo stesso PS.
Si riporta di seguito la valutazione sintetica dei contenuti della presente variante, qualitativamente
espressi secondo i criteri di giudizio riportati nella tabella successiva.
VAS-VI
INDICATORI DI GIUDIZIO PER LA VALUTAZIONE
IMPATTO POSITIVO
IMPATTO ACCETTABILE
IMPATTO TRASCURABILE/NESSUN IMPATTO
IMPATTO NON VALUTABILE
IMPATTO NEGATIVO
30
RISORSE
ACQUA
INDICATORI
IMPATTO ATTESO
Consumi idrici domestici
Impatto non presente e pertanto non si prevedono effetti in merito a tale indicatore.
Consumi idrici non domestici (pubblici,
industriali, agricoli)
Lieve incremento dei consumi industriali di difficile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la
natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla fase attuativa della
pianificazione ed a quella di monitoraggio.
Quantità di acqua erogata
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore.
Appare ragionevole l’attesa di impatti anche significativi su tale indicatore in funzione della natura e consistenza
delle aziende eventualmente insediate; tale impatto resta, comunque di difficile quantificazione allo stato attuale
della pianificazione e data la natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di
dettaglio alla fase di monitoraggio.
Popolazione servita dall’acquedotto
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità.
Non sono attesi effetti in riferimento a tale indicatore.
Dotazione di pozzi privati e classificazione per
tipologia d’uso
Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso.
Perdite alla rete idrica
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore.
Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore.
Caratteristiche della rete idrica
Rete di adduzione acqua non potabile per uso industriale presente nell’UTOE a servizio prevalente dello
stabilimento industriale ENI POWER di Stagno. Nessun impatto atteso.
Popolazione servita dalla pubblica fognatura
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità.
Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile.
Non si attende alcun impatto dalla proposta di variante in discussione in relazione a tale indicatore.
Popolazione servita da impianti di depurazione
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità.
Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile.
Non appare ragionevole attendersi alcun impatta dalla porposta in oggetto relativamente al comparto produttivologistico di Interporto; eventuali impatti in riferimento a tale indicatore i possono ragionevolmente attendere
limitatamente all’area produttiva del Faldo.
Potenzialità degli impianti di depurazione
Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce cui afferiscono i reflui provenienti dal comparto logistico
dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza
dell’impianto intermodale e della vicina area produttiva denominata “Ex CMF. Alla luce delle ulteriori modifiche
apportate alla disciplina di PS si rimanda la valutazione dei possibili effetti a specifiche verifiche da parte del
gestore del SII sulla pianificazione attuativa.
Popolazione dotata di sistemi di depurazione
autonomi
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo.
Consistenza e qualità della rete fognaria
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo.
Possibilità allaccio
L’allaccio è reso possibile dalla presenza di una rete civile esistente
Presenza di sversamenti e/o scarichi non
autorizzati
Dato non rilevato.
Non appare ragionevole ipotizzare alcun impatto in ordine a tale indicatore.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue
domestiche in ambiente e rinnovi
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo.
VALUTAZIONE
SINTETICA
31
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue
urbane/industriali in ambiente
Dato non disponibile e non rilevante rispetto alla modifica proposta. Relativamente al comparto interportuale non
si attende alcun impatto significativo, ulteriore o cumulabile in ragione della possibilità di allaccio alla fognatura
nera. Possibili impatti in riferimento a tale indicatore potrebbero prodursi sul comparto produttivo-logistico
attualmente occupato dall’Autoparco “Il Faldo”
Vulnerabilità della falda
L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 7 - CARTA delle AREE SENSIBILI alla
VULNERABILITÀ delle indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturale in classe 2 ELEVATA.
Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di sistemi acquiferi liberi in rocce prevalentemente carbonatiche con
scarsa copertura e acquiferi liberi, semiconfinati o confinati generalmente caratterizzati da notevole anisotropia
ed eterogeneità con copertura scarsamente permeabile. Posizionati in prossimità di centri abitati ed in un
contesto idraulico superficiale di tipo rettificato.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore
dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già
largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
Consumo di suolo
Non è previsto alcun consumo di suolo ulteriore rispetto al quadro previsionale e strategico fissato con l’insieme
della strumentazione urbanistica vigente.
Superficie di suolo reso impermeabile
Permeabilità
SUOLO
Non è previsto alcun incremento dell’impermeabilizzazione dei suoli rispetto al quadro previsionale e strategico
fissato con l’insieme della strumentazione urbanistica vigente e pertanto non si evidenziano allo stato attuale
della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in
questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed
urbanizzate.
L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 6 - CARTA IDROGEOLOGICA delle indagini
geologico tecniche di supporto al Piano Strutturael in classe 1 PERMEABILITÀ PRIMARIA (per porosità) PpB –
BASSA, con la sola eccezione degli ambiti territoriali occupati dall’Interporto e dell’Autoparco Il Faldo che sono
ricomprese in classe 4 PERMEABILITÀ PRIMARIA IN AMMASSI DETRITICI DppM – MEDIA.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore
dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già
largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
Geomorfologia
L’UTOE n. 4 è caratterizzata dalla presenza di numerose aree soggette a ristagno prolungato di varia consistenza.
Le aree oggetto della proposta di variante, essendo state oggetto nel corso degli anni di interventi di
infrastrutturazione sono invece caratterizzate per i riporti di terreno e per il posizionamento a quote altimetrice
superiori alla media .
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore
dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già
largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
Acclività
L’intera UTOE n. 4 è caratterizzata da una morfologia pianeggiante o subpianeggiante con pendenze inferiori al
5%. Tale indicatore non assume paertanto rilevanza e non appare suscettibile di subire impatti significativi o di
innescare eventuali criticità territoriali.
Rischio geologico
L’UTOE n. 4 si caratterizza per pericolosità geomorfologiche medie (da medio bassa con bassa propensione al
dissesto gravitativo e statico per le zone e i lotti bonificati geotecnicamente e le altre aree di pianura con
sottosuolo eterogeneo e con caratteristiche geotecniche da medio-basse a scadenti, a medio elevate con mediobassa propensione al dissesto per le aree di pianura con sottosuolo eterogeneo, caratteristiche geotecniche da
basse a scadenti, soggette a fenomeni di ristagno).
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore
dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già
largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
32
Rischio idraulico
L’UTOE n. 4 ricade quasi interamente in classe di pericolosità idraulica 4 - MOLTO ELEVATA comprendenti le
aree interessate da allagamenti per eventi Tr<30 anni. In assenza di studi idrologici-idraulici rientrano in questa
classe le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti
condizioni:
a) vi sono notizie storiche di inondazioni;
b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota
posta a 2 metri sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda;
oppure:
c) aree morfologicamente depresse interessate da fenomeni di ristagno prolungato (zone umide). Sono inserite le
P.I.4 e le P.I.M.E. e tutti gli elementi "idrografici" naturali o antropici (corsi d'acqua perenni, invasi, laghi, casse
d'espansione etc.).
Fanno eccezione l’area interportuale e quella dell’Autoparco (quelle destinatarie della proposta di modifica
normativa della presente variante) che sono classificate come aree a pericolosità idraulica 3 – ELEVATA
comprendente
le aree interessate
allagamenti
eventi
30<Tr<200
anni.naturale od intermittente,
La piana settentrionale
è sempre da
stata
servita daper
una
seriecompresi
di canali tra
demaniali
a scolo
Reticolo idrografico
carenti nel funzionamento idraulico e nel profilo dimensionale. A partire dal Nord:
− l’Antifosso del Fosso Reale, che parallelo allo Scolmatore sbocca nel Toretta Inferiore, senza ricevere
contributi diretti dalla piana;
− l’Antifosso di Fattoria, che ha origine a nord di Vicarello, riceve i fossi Perino e Fologno e sottopassando il
fiume Tora, entra nella piana di Guasticce per confluire nel Toretta Superiore;
− il Tora Vecchia, che nasce in località Mortaiolo, sottopassa l’alveo del Tora confluendo insieme all’Antifosso di
Fattoria nel Toretta Superiore;
− il Toretta Superiore, che nasce dalla confluenza dei due precedenti e sbocca nel Toretta Inferiore insieme
all’Antifosso del Fosso Reale;
− il fosso Colmata degli Orti, che sbocca a Stagno nel canale Antifosso delle Acque Chiare avendo origine al
margine ovest dell’Interporto mentre prima attraversava tutta la piana di Guasticce,
− il fosso delle Chiaviche, che prima terminava con uno sbocco a paratoia nell’Acqua Salsa, ora con percorso
diverso e ricalibrato, viene avviato verso l’idrovora realizzata a nord dell’Interporto.
− completa il quadro del sistema idrografico dell’UTOE istituita proprio in ragione della sua presenza e
dell’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e della sua navigabilità, il canale Scolmatore d’Arno, i cui argini
sono posti a quota +4.88 m.m con una piena massima prevista di 1450 mc/s e quota massima del pelo libero di
3.88 m.m, in corrispondenza della linea mediana centrale del bacino.
La gran parte della piana è stata soggetta fino a tempi recenti a frequenti allagamenti e ristagni a motivo
della bassa giacitura dei terreni.; si verificava infatti che il livello del pelo libero dei ricettori finali fosse a quote
comparabili con quelle del bacino di Guasticce ed anche superiori in caso di piena. A ciò si aggiungeva il
fenomeno della tracimazione dei canali provenienti da monte, l’Antifosso di Fattoria ed il Tora Vecchia. Per
permettere la concreta attuazione del Centro Interporto e la reindustrializzazione della ex-CMF, sono stati
progettati una serie di interventi; ad oggi sono stati realizzati:
risagomatura dell’Antifosso Reale nel tratto adiacente all’Antifosso della Fattoria,
sistemazione e spostamento dell’Antifosso di Fattoria che scorre parallelo allo Scolmatore,
spostamento del Fiume Tora a nord della S.G.C. FI-PI-LI e sua confluenza nell’Antifosso di Fattoria,
realizzazione del Collettore ovest, dallo svincolo ovest all’impianto idrovoro,
realizzazione del Collettore sud, dalla S.S.n.555 all’impianto idrovoro,
esecuzione e completamento dell’impianto idrovoro.
A ciò si deve aggiungere gli interventi già accennati come lo spostamento e l’allargamento del Fosso delle
Chiaviche, la sistemazione dell’Acqua Salsa e la riduzione della Colmata degli Orti, che hanno contribuito ad
eliminare le acque alte dalla piana di Guasticce.
Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale
indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree
già largamente infrastrutturate, urbanizzate e sulle quali sono stati effettuati o sono in corso interventi di
sistemazione e messa in sicurezza idraulica..
Siti da bonificare
La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta tre
localizzazioni ricadenti nell’UTOE n. 4, con procedure attive, ma relative a limitati ambiti territoriali ed ad eventi
incidentali di modesta entità lungo le infrastrutture viarie per lo sversamento di idrocarburi lungo le scarpate
stradali. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale
indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazoine di
aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
Sito di interesse nazionale
Nell’UTOE n. 4 non sono presenti siti di interesse nazionale. Il SIN relativo allo stabilimento ENI di Stagno
ricomprende le aree interne alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia.
33
Consumi energetici; gas ed energia elettrica
ENERGIA
Fabbisogni di energia
Produzione di energia da fonti rinnovabili
Ultimo aggiornamento disponibile anno 2011: 4618 kW installati. L’eventuale insediamento di attività produttive in
aree già urbanizzate appare suscettibile di produrre significativi impatti in riferimento a tale indicatore;
appareinfatti ragionevole supporre ed attendersi l’attivazione di iniziative imprenditoriali produttive, che stante
anche l’attuale contingenza economico-finanziaria, integrate e comunque attente alla copertura del proprio
fabbisogno energetico (elettrico e termico) ed al contenimento dei costi ad esso relativi.
Sistemi di gestione dei consumi pubblici
Attualmente non risulta essere stato attivato alcun sistema di gestione particolare.
Non si attende alcun impatto significativo sul presente indicatore a seguito dell’eventuale accoglimento della
proposta di variante in discussione.
Qualità dell’aria
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete
regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale
non presenta significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, in funzione, soprattutto delle
tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili e fermi restando gli indirizzi che la variante pone per
l’attuazione della previsione al RU.
Emissioni di origine industriale
Emissioni da traffico veicolare
ARIA
Consumo energetico complessivo (ultimo aggiornamento disponibile anno 2004 – Fonte PEC di Collesalvetti):
Prodotti petroliferi: 39.205 Tep (2,44 Tep/ab); Metano:20.873 Tep (1,30 Tep/ab); Elettricità: 39.569 Tep (2,46
Tep/ab).
Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti difficele una
sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS.
Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di mitigazione
degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazioe autonomai di impianti da
FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il fabbisogno energetico dei fabbricati.
Dato non disponibile. Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per
quanto risulti difficile una sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS.
Emissioni di origine civile
Livello di inquinamento acustico
Flussi di traffico
Organizzazione del sistema di trasporto
pubblico locale
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione
allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria
attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie
di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per
l’attuazione della previsione al RU.
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione
allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria
attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità.
Nessun impatto significativo atteso in relazione a tale indicatore.
Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica ipotizzata nella presente variante
riguarda aree già classificate come aree produttive.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie
di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per
l’attuazione della previsione al RU.
Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale. È
comunque vietato il transito del traffico commerciale sulla SP n. 555 Delle Colline.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie
di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per
l’attuazione della previsione al RU.
Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto
pubblico del bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per
l’assegnazione dei servizi di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004.
Nessun impatto significativo atteso, allo stato attuale della pianificazione, stante la natura non conformativa del
PS; si rimandano eventuali valutazioni di dettaglio alla fase di monitoraggio degli effetti del presente piano.
34
Sistema di raccolta
Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto. A
partire dal settembre 2011 è stato attivato, nell’area interportuale all’interno dell’UTOE oggetto della proposta di
variante , il servizio di raccolta dei rifiuti urbani e della carta. Attualmente è offerta la possibilità di differenziare
tali tipologie di rifiuti all'interno degli uffici mediante specifici contenitori carrellati. La raccolta sarà svolta in
modalità “porta a porta”.
La
proposta
di variante
non appare
produrre
significativi
effettikg/ab
in ordine
a tale indicatore.
Ultima
rilevazione
disponibile
anno suscettibile
2008 (Fonte di
ATO
Toscana
Costa): 640,10
per anno.
Produzione di rifiuti pro capite
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio.
Percentuale di raccolta differenziata
Ultima rilevazione disponibile anno 2010 (Fonte Servizi Ambientali Comune di Collesalvetti): 27,46%.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio.
Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici
Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo,
in località “La Chiusa”. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore.
Quantità di rifiuti avviata a recupero
Dato non disponibile.
L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo
stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni
di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio.
Presenza abbandoni incontrollati/discariche
abusive
Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti; non si registrano comunque
criticità significative in questo campo nell’UTOE n. 4 – Scolmatore.
Nessun impatto significativo appare ragionevolmente da attendersi a seguito della proposta di variante in
discussione.
RIFIUTI
Estensione delle aree verdi per tipologia
Aree naturali protette
NATURA E
BIODIVERSITÀ
Siti di Importanza Regionale/Comunitaria
RADIAZIONI
NON
IONIZZANTI
Ultimo dato disponibile relativamente all’UTOE n. 4 – Scolmatore (Fonte Variante al P.P. dell’Interporto Vespucci
di Guasticce). Del. C.C. del 14 febbraio 2011): Aree verdi di compensazione: mq. 273.990; Aree verdi di
riequilibrio: mq. 744.768; Verde pubblico attrezzato: mq. 1.250. Nessun impatto atteso in riferimento a tale
indicatore.
L’UTOE N. 4 non è interessata direttamente dalla presenza di aree naturali protette, per quanto il suo lembo
occidentale sia caratterizzato dal SIR/SIC discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale
“Oasi della contessa”.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in
ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio
comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle
trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di
habitat di rilevante interesse
L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza di SIR/SIC. Le attigue UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono
caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e Biscottino” (anche SIR e ZPS) che
ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della Contessa”. Il vigente
RU ha introdotto un ambito definito “area di incidenza del SIR” che si estende ad una porzione consistente
dell’UTOE n. 4 e del perimetro di Interporto.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in
ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio
comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle
trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di
habitat di rilevante interesse
ANPIL
L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza diANPIL.
Presenza di SRB e RTV
Nell’UTOE n. 4 si segnala unicamente la presenza di un sito SRB (GSM+UMTS) in località podere Dalgas.Non si
evidenziano eventuali impatti in riferimento a tale indicatore.
Linee elettriche
Il territorio dell’UTOE n. 4 è attraversato longitudinalmente (con andamento SO-NE) dagli elettrodotti n. 286
Avenza-Livorno (220 kV), n. 529 Marzocco-Guasticce e n. 527 Guasticce-Cascina (132 kV) e trasversalmente
dall’elettrodotto n. 520 Guasticce-Pisa porta a Mare (132 kV). Le modifiche proposte non appaiono suscettibili di
variare gli assetti esistenti e di produrre ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla situazione esistenti.
Distanze di sicurezza
Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si prevedono ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto
alla situazione attuale.
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PAESAGGIO E
CITTADINANZA
Visuali e sfondi paesaggistici
Il vigente PS nell’articolare la propria definizione del sistema rurale, individua, prevalentemente lungo il corso del
Canale Scolmatore, alcune fasce di territorio avente funzione rurale e paesaggistica ambientale senza
riconoscere, comunque alcuna rilevanza al tema delle visuali e delle viste. Tale tema è invece introdotto dal
vigente PTC della Provincia di Livorno che nella propria disciplina paesaggistica definisce il proprio Statuto
territoriale individuando quali valori storico culturali quelli connessi agli ambiti rurali connotati dalla struttura
agraria riconducibile agli interventi di bonifica con presenza di reticoli irrigui e riconosce ad una larga porzione
del territorio interessato dalla’UTOE in oggetto deli valori estetico percettivi relativi alle aperture visuali verso i
rilievi.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in
ordine a tale valore.
Frammentazione territorio rurale
Il territorio rurale interno all’UTOE n. 4, oggetto della proposta di variante in esame, risulta soggetto ad una
diffusa frammentazione dovuta alla consistente maglia infrastrutturale ed idrografica, da un lato e dalla
preponderante incidenza delle aree urbanizzate, con specifico riferimento ai due comparti produttivo-logistici
dell’Interporto e dell’Autoparco in loc. Faldo.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in
ordine a tale indicatore.
Grado di naturalità
L’area in questione appare fortemente compromessa nei propri contenuti naturali e naturalistici per la densità
della maglia infrastrutturale nonché per la presenza di comparti logistico-produttivi rappresentati dall’Autoprco
“Il Faldo” e Interporto “Amerigo Vespucci”.
Residuano valori ambientali e naturalistici nelle aree marginali dell’UTOE e nelle aree ad esse contermini
caratterizzate dalla Riserva Naturale Provinciale della Contessa e dal SIR n. 47 “padule di Suese e Biscottino”.
La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in
ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio
comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle
trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di
habitat di rilevante interesse.
Beni storico-culturali
Non si evidenzia la presenza di beni di interesse storico culturale fatta eccezione per la sola chiesa parrocchiale
di Stagno. Nessun impatto atteso in ordine a tale indicatore.
Vincoli paesaggistici
L’UTOE n. 4 – Scolmatore non è interessata da vincoli paesaggistici se non marginalmente per la fascia a cavallo
dell’acqua pubblica individuata con il Fiume Isola; non sono pertanto attesi significativi effetti in ordine a tale
indicatore.
Invarianti
Valori paesaggistici/architettonici introdotti
Dotazioni territoriali e di servizi
Qualità della vita
Il vigente PS individua all’interno dell’UTOE in oggetto l’insieme delle invarianti rappresentato e costituito dal
sistema idrografico naturale e d artificiale nonché l’Interoprto quale cerniera tra il sistema infrastrutturale
trasversale del sistema territoriale dell’Arno e l’itinerario plurimodale tirrenico in funzione dell’alleggerimento
appenninico.
La proposta di variante qui avanzata incide su tale invariante comunque in conformità all’obiettivo di
“potenziamento e qualificazione”.
La realizzazione dell’area interportuale ha introdotto nuovi linguaggi architettonici nella realizzazione del tessuto
produttivo esistente trasformando consistentemente un contesto naturale morfologicamente depresso ed idoneo
ad habitat assimilabili ad aree umide che per le intrinseche caratteristiche geotecniche hanno suggerito e
comportato linguaggi e tecnologie costruttive improntate alla “leggerezza”. Il paesaggio risulta fortemente
condizionato dalla presenza di tracciati viari in rilevato e sopraelevazione. Nessun impatto significativo atteso.
L’UTOE in oggetto è dotata di una modesta superficie di verde pubblico e servizi collettivi legati al culto ed alla
socializzazione della popolazione ubicate nello storico nucleo di Stagno Vecchia, avente valenza fortemente
localistica.
All’interno del comparto produttivo logistico dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è ospitata una consistente area
destinata a servizi amministrativi e ricettivi. La proposta in questione incrementerebbe la gamma di possibili
dotazioni territoriali potenziando l’offertà di attività potenzialmente compatibili ed ammesse, nonché le vocazioni
produttive di un’area già interessata da profonde trasformazioni territoriali, infrastrutturali e funzionali.
Non esistono indagini o rilevamenti effettuati a tale scopo. Non si evidenziano significative criticità in merito
anche alla luce della modesta densità abitativa dell’UTOE in questione.
Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili
si rimandano specifiche vlutazioni di merito sia in ordine a possibili impatti negativi sia in riferimento a quelli
positivi come eventuale ricaduta occupazionale, etc.
36
Mobilità e accessibilità
Salute e sicurezza
L’UTOE n. 4 – Scolmatore segue lo sviluppo longitudinale del canale artificiale da cui assume il nome ed
interessata dalla SGC FI-PI-LI e dagli attraversamenti trasversali (da est ad ovest) della SRT n. 206 Emilia,
dall’autostrada A12 e dalla SS n. 1 Aurelia. L’area è inoltre interessata dal tracciato viario di collegamento tra il
Porto di Livorno e L’interporto “Amerigo Vespucci”; la pianificazione territoriale e settoriale specifica vigenti
prevedono l’estendimento del tracciato fin qui realizzato fino ad innestarsi sul tracciato della Pisa-Vada.Non si
evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal
momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree già
largamente infrastrutturate ed urbanizzate.
L’UTOE n. 4 – Scolmatore risulta scarsamente abitata se non per la sua porzione che interessa l’abitato storico di
Stagno Vecchia e non presenta significative criticità in ordine alla sicurezza ed alla salute; alcuni studi recenti
tenderebbero a dimostrare un nesso causale tra l’incidenza di alcune patologie e le attività industriali del
comparto petrolchimico insistenti a Stagno e Livorno.
Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili
si rimandano specifiche valutazioni di merito fermo restando che è indirizzo per il RU l’ammissibilità, in tali
contesti, di attività e categorie di funzioni F industriali eventualmente con l’esclusione delle attività F5)
petrolchimica e F6) di recupero e trattamento rifiuti, secondo la classificazione introdotta dal vigente atto
generale di governo del territorio.
37
Ancora e comunque in funzione di consentire un sufficiente grado di flessibilità e concreta possibilità di effettiva realizzazione
delle linee programmatiche e delle previsioni date all’interno del PS, l’ipotesi di variante propone, per specifici interventi già
individuati come strategici dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, di
introdurre una norma che, all’interno di specifiche varianti al Regolamento Urbanistico, consenta l’attingimento dei
dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle UTOE di riferimento.
Il tema in oggetto determina possibili conflitti con le norme regolamentari introdotte con il DPGR
3/R/2007 in materia di raccordo tra strumenti della pianificazione territoriale con specifico riferimento
alla definizione ed alla modulazione del dimensionamento (artt. 7 e 8). Le norme citate prevedono che
le dimensioni massime sostenibili siano individuate all’interno dei sistemi e subsistemi considerati nella
loro interezza, nonché delle singole UTOE. In tale chiave la deroga che si propone di istituire
comporterebbe la possibilità di “travaso” di dimensionamento da ambiti territoriali che, rispetto alle
previsioni del vigente RU, dispongono di un residuo verso ambiti che ne sono privi; tale possibilità
resterebbe, tuttavia, condizionata all’approvazione di piani attuativi, comunque denominati, successivi
o contestuali ad apposite varianti al Regolamento Urbanistico che contribuiscano a precisare e
completare il quadro previsionale strategico del Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli
obiettivi da esso definiti per ogni singola UTOE.
La norma proposta, pertanto, conserva la necessità del requisito della coerenza interna agli atti di
pianificazione territoriale comunale, pur introtucendo l’ipotesi di una deroga, che ferme restando le
quantità massime sostenibili dell’intero territorio comunale, consenta una “ridistribuzione” dei
dimensionamenti residui relativi ad ogni singola UTOE in distinti ambiti territoriali.
In tale chiave la norma introduce una opzione, una “possibilità”, i cui eventuali effetti sono difficilemente
apprezzabili al presente stadio di valutazione; un minimo approfondimento sul tema in questione
permette di formulare alcune considerazioni a margine, allo scopo di meglio apprezzare la portata e le
ricadute della norma in parola.
Le verifiche effettuate sul dimensionamento residenziale in sede di Relazione Illustrative/Sintesi non
tecnica del vigente RU, evidenziano come il “residuo” non attinto dall’atto di governo del territorio
ammonti a 6.480 mc. e chiariscono come tale “residuo” provenga prevalentemente dalle UTOE relative
ai centri abitati collinari (Nugola, Parrana San Giusto, Colognole e Le Case) o ai nuclei abitati di più
modesta entità (Torretta Vecchia e La Tanna). Pur non introducendo vincoli di sorta in merito alla
rilocalizzazione del residuo sopra descritto, è pertanto ragionevole attendere che la variante proposta
determini una traslazione di dimensionamento dai centri minori alle frazioni maggiori soggette a
maggiori pressioni demografiche ed insediative, senza peraltro, in questa fase, poterne circostanziare
gli impatti e le conseguenze tanto in ordine al preciso contesto localizzativo, quanto in riferimento alle
specifiche tipologie e entità degli effetti indotti.
Tali esami ed accertamenti restano pertanto demandati alla fase di approvazione della variante al RU
con conseguente/contestuale piano attuativo ed alle relative procedure valutative e partecipative ai
sensi della normativa nazionale e regionale in materia.
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VALUTAZIONE
RISORSE
ACQUA
INDICATORI
IMPATTO ATTESO
Consumi idrici domestici
Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di
predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti.
Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali,
agricoli)
Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di
predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti.
Quantità di acqua erogata
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio
Ambientale 2009). All’attuale stadio della pianificazione risulta impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti
derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di
strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto
demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Popolazione servita dall’acquedotto
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità. L’effettivo impatto della modifica proposta
risulta di difficile determinazione ma in riferimento a tale specifico parametro ed indicatore risulta non rilevante rispetto al
dimensionamento complessivo dato ed alla sostenibilità indicata in fase di redazione di PS e di RU.
Eventuali effetti significativi possono essere rilevati e valuitati in sede di pianificazione attuativa (di predisposizione di RU
e/o di variante) e dei relativi procedimenti partecipativi e valutativi.
Dotazione di pozzi privati e classificazione per
tipologia d’uso
Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso.
Perdite alla rete idrica
Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale
2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitatatamente alla singola UTOE. Qualsiasi intervento rientrante nell’ambito di
applicazione della presente proposta di variante appare comunque suscettibile di incidere scarsamente su tale indicatore se
non, eventualmente, in termini migliorativi.
Caratteristiche della rete idrica
La rete di distribuzione copre tutte le frazioni ed i nuclei abitati del territorio comunale.
Popolazione servita dalla pubblica fognatura
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai
singoli agglomerati ed alle singole UTOE.
Popolazione servita da impianti di depurazione
Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai
singoli agglomerati ed alle singole UTOE. Sul territorio comunale esistono 5 impianti di depurazione di acque reflue urbane
condotti dal gestore del SII relativamente agli agglomerati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno e Nugola. Solo il
depuratore di Guasticce, interessato da recenti opere di ampliamento ed adeguamento delle capacità depurative, copre
interamente l’ambito insediativo di riferimento.
Potenzialità degli impianti di depurazione
Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza
dell’Interporto e delle aree produttive a corona dell’abitato. È di recente sottoscrizione un accordo tra i comuni di
Collesalvetti e Fauglia de il gestore del SII per l’adeguamento del depuratore della frazione capoluogo in ragione delle
previsioni di espansioni residenziali delle due amministrazioni e del relativo incremento di carico atteso sull’impianto
esistente. Sono in previsione interventi di efficientamento dell’impianto di depurazione di Vicarello, il cui abitato soffre della
cronica incompletezza della rete fognaria con presenza di tratti di rete mista; la frazione di Stagno non risulta
completamente servita da un sistema di fognatura nera e la parte sud del centro abitato soffre della contemporanea
presenza di tipologie di reflui differenti nonché della presenza di numerosi scarichi in ambiente lungo il Fosso Cateratto già
gravato da problematiche di tipo ambientale di diversa natura; è in corso di definizione in accordo con ASA SpA il progetto
di realizzazione dell’impianto di depurazione di Nugola e dell’adeguamento della sua rete fognaria; le residue frazioni
collinari sono prive di sistemi fognari separati e di adeguati impianti di depurazione. La modifica in discussione è di tipo
normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al
momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Popolazione dotata di sistemi di depurazione
autonomi
Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al
momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
SINTETICA
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Consistenza e qualità della rete fognaria
All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione
della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non
conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Possibilità allaccio
All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione
della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non
conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di
pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Presenza di sversamenti e/o scarichi non
autorizzati
Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al
momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue
domestiche in ambiente e rinnovi
Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al
momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Autorizzazioni allo scarico di acque reflue
urbane/industriali in ambiente
Dato non disponibile. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente
che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione.
Vulnerabilità della falda
Consumo di suolo
Superficie di suolo reso impermeabile
Permeabilità
Geomorfologia
Acclività
Rischio geologico
Rischio idraulico
SUOLO
Rappresentano una criticità territoriale del comune di Collesalvetti l’elevata entità e consistenza delle aree soggette a
rischio idraulico, con consistenti limitazioni alla vita materiale dei cittadini, alla loro sicurezza ed incolumità, e fortemente
penalizzante per le possibilità di sviluppo del territorio.
A tale scopo è in via di ratifica un protocollo d’intesa con gli Enti competenti ed i consorzi di bonifica, volto alla definizione
di un programma complessivo di interventi mirati alla riduzione del rischio idraulico nella porzione settentrionale del
territorio comunale;
Sussistono, inoltre, sul territorio collinare numerose criticità in ordine alla stabilità dei versanti ed al rischio idrogeologico e
geomorfologico;
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Reticolo idrografico
Siti da bonificare
La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta 10 procedure attive sul
territorio comunale; 5 di esse sono in fase di caratterizzazione e solo per un sito (AGIPPLAST) è in corso la bonifica
dell’area. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura
non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Sito di interesse nazionale
Nel territorio comunale è presente il SIN di Livorno, relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende le aree interne alla
raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della
pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in
riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni
valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa
(RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio.
Consumi energetici; gas ed energia elettrica
Fabbisogni di energia
ENERGIA
Produzione di energia da fonti rinnovabili
Sistemi di gestione dei consumi pubblici
I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante alle
funzioni ammesse nell’UTOE n. 4 (pagg. 19 e 20 della presente valutazione). Non sono disponibili dati disaggragati e/o
riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti territoriali.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
40
Qualità dell’aria
Emissioni di origine industriale
Emissioni da traffico veicolare
Emissioni di origine civile
ARIA
RIFIUTI
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di
rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta
significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato.
Nonostante la richiesta in merito inviata in data 15.12.2011 sonosono stati resi disponibili dati circa la qualità dell’aria nel
complesso del territorio comunale né sulla ripartizione e incidenza delle singole sorgenti di emissione da parte di ARPAT
che nel proprio contributo istruttorio al documento preliminare di VAS-Valutazione Integrata Iniziale aveva sollecitato il
ricorso ai dati IRSE 2007.
Sussistono le criticità rappresentate essenzialmente dallo stabilimento ENI a Stagno e dalla Fonderia nel capoluogo;
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo
scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel
territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità.
Sussiste, con particolare riferimento alle frazioni di Stagno e Guasticce, la commistione di traffico veicolare residenziale
leggero e di quello commerciale pesante per la presenza di numerose attività produttive e logistiche negli ambiti territoriali
di riferimento
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Livello di inquinamento acustico
Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale,
stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono
valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio. Il >Regolamento Urbanistico vigente è comunque corredato del Piano Comunale di Classificazione
Acustica a cui , comunque, la declinazione attuativa deella presente variante non può che conformarsi, senza pertanto
determinare l’attesa di significativi effetti sui singoli ambiti territoriali.
Flussi di traffico
Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Organizzazione del sistema di trasporto pubblico
locale
Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del
bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi di
trasporto pubblico, svoltasi nel 2004.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Sistema di raccolta
Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
41
Produzione di rifiuti pro capite
Percentuale di raccolta differenziata
I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante alle
funzioni ammesse nell’UTOE n. 4. Non sono disponibili dati disaggragati e/o riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti
territoriali. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura
non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici
Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in località
“La Chiusa”. È stata recentemente approvata una variante al RU per la localizzazione di un nuovo centro di raccolta in
frazione Stagno.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Quantità di rifiuti avviata a recupero
Dato non disponibile.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio.
Presenza abbandoni incontrollati/discariche
abusive
Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
Estensione delle aree verdi per tipologia
I dati relativi al presente indicatore sono reperibili nella tabella di verifica degli standard urbanistici, disaggregati per
frazione, riportata nella Relazione Illustrativa-Sintesi non Tecnica a corredo del RU; cui si rimanda per brevità.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante. In linea generale, stante il largo impiego degli strumenti compensativi e perequativi cui è ricorso il
vigente RU, appare ragionevole attendere, dall’attuazione della presente proposta, incrementi delle superfici attuali in
termini di dotazioni territoriali, di standard e servizi, ivi comprese le varie tipologie di aree a verde pubblico.
Aree naturali protette
Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza del Parco Provinciale dei Monti Livornesi, a seguito di apposita
convenzione sottoscritta dall’Ente con i comuni di Rosignano e Livorno e la Provincia quale ente gestore, dal SIR/SIC
discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della contessa”. La modifica in discussione è
di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in
variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
È in via di definizione un programma di attività con l’Ente Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli volto tra
l’altro all’istituzione di un Parco dell Biosfera.
NATURA E
BIODIVERSITÀ
42
Siti di Importanza Regionale/Comunitaria
Le UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e
Biscottino” (anche SIR e ZPS) che ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della
Contessa”.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
ANPIL
Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza delle due2 ANPIL di Parrana San Martino e delle Sorgenti di Ciolognole.
La gestione di tali ambiti, a seguito dell’approvazione dei relativi regolamenti comunali, è demandata alla Provincia di
Livorno nell’ambito della conduzione unitaria del Sistema delle aree naturali protette dei Monti Livornesi.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
Presenza di SRB e RTV
Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con maggiore incidenza
nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è interessata unicamente da 2 siti mentre la
programmazione deigli operatori presenti prevede l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le
frazioni di Parrana San Giusto e Colognole.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
RADIAZIONI
NON
IONIZZANTI
Linee elettriche
Distanze di sicurezza
I dati pertinenti a tali indicatori sono desumibili dagli elaborati cartografici di RU.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
Visuali e sfondi paesaggistici
Frammentazione territorio rurale
Grado di naturalità
Beni storico-culturali
Vincoli paesaggistici
PAESAGGIO E
CITTADINANZA
Invarianti
Valori paesaggistici/architettonici introdotti
Dotazioni territoriali e di servizi
Qualità della vita
Relativamente alla risorsa paesaggio e cittadinanza, si segnalano:
− l’insieme delle problematiche locali di mobilità, accessibilità, dotazioni terrritoriali e funzionali, nonché di qualità della
vita alla base dell’impianto complessivo della strumentazione urbanistica vigente e delle sue previsioni;
− la ridefinizione dei vincoli paesaggistici in sede di concomitante variante di monitoraggio al RU in riferimento ai reali
valori da tutelare per specifiche categorie di beni;
− si segnalanoperplessità in ordine alla possibile frammentazione del territorio rurale derivante dall’introduzione delle
misure inerenti le aree agricole residuali e alle possibilità ivi previste.
La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non
conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tali indicatori.
Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli
aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase
di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente
proposta di variante.
Mobilità e accessibilità
Salute e sicurezza
43
Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del
Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in
fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico; e pertanto il livello di dettaglio e di affidabilità degli elaborati
dello strumento generale appare, ad oggi, ampiamente superata, pur necessitando, nel corso dell’elaborazione della variante
di RU, delle necessarie verifiche di sussistenza dei singoli aspetti e delle singole limitazioni.
La modifica proposta non appare suscettibile di determinare significativi effetti sul territorio in quanto
limitata ad un riordino degli elaborati di piano con l’unica conseguenza di ristabilire univocità e
chiarezza interpretative alla disciplina vincolistica vigente sul territorio ed approfondita in sede di
predisposizione dell’attuale Regolamento Urbanistico.
3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI.
Stante l’obiettivo fissato per l’elaborazione della presente variante, la valutazione oggetto del presente
paragrafo tende ad essere tautologica.
Resta infatti chiaro che ogni dispositivo introdotto e/o proposto con la presente variante si sostanzia
prevalentemente, quando non esclusivamente, della volontà dell’Ammnistrazione Comunale di dare
compiuta attuazione all’insieme di previsioni, sia quelle complessive che quelle precisate e determinate
per ogni singolo ambito territoriale, attualmente vigenti nel panorama della pianificazione urbanistica
comunale.
I risultati attesi per le azioni già diffusamente illustrate, coerentemente con gli obiettivi tratteggiati, sono
quelli relativi al conferimento di maggiore versatilità e maggiore possibilità di concreta realizzazione
delle misure e delle previsioni individuate nella strumentazione urbanistica.
44
4 − MONITORAGGIO.
4.0 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO
Analogamente a quantoprevisto per il vigente RU, ai sensi degli artt. 13 e 55 della L.R.T. n. 1/2005
l'Amministrazione Comunale dispone il monitoraggio degli effetti indotti dal Piano Strutturale.
Le strutture tecniche comunali procedono a tale monitoraggio, regolandone le attività, le modalità e le
tempistiche in funzione degli aggiornamenti al quadro conoscitivo che si rendano necessari od
opportuni anche attraverso la proposta di varianti gestionali e/o generali.
Al fine di gestire e verificare il carico urbanistico, l'Amministrazione Comunale effettua il monitoraggio
delle trasformazioni territoriali di iniziativa pubblica e quelli di iniziativa privata; in tale chiave si procede
al controllo degli effetti indotti dall’applicazione della disciplina generale di carattere statutario e/o
strategico.
Il Comune procede con proprie forme alla predisposizione di idonee forme di pubblicità e
partecipazione dei cittadini alle attività occorrenti per il monitoraggio e le eventuali modifiche occorrenti.
Al fine di consentire e garantire, graduata, partecipata e sostenibile attuazione delle previsioni di
gestione e sviluppo del territorio comunale, i competenti organi tecnici comunali predispongono, con
scadenza non superiore a due anni, apposito “Documento di Verifica sullo stato e sull’efficacia del
P.S.”.
Tale documento dovrà verificare che l'attuazione degli interventi garantisca il rispetto delle norme
statutarie e strategiche di Piano Strutturale, e dei parametri e degli indicatori individuati dalla presente
documentazione di valutazione.
Il Documento di Verifica e la Relazione Programmatica da redigersi sulla base delle modalità descritte
nel comma successivo, costituiranno la base tecnica e programmatica per l'adeguamento del quadro
conoscitivo di P.S. e della relativa disciplina.
Qualora i competenti organi comunali lo ritengano necessario, il Documento di Verifica potrà essere
accompagnato da una “Relazione Programmatica per la sostenibilità”, che, anche recependo gli esiti
della Valutazione Integrata di accompagnamento ai singoli Piani Attuativi già predisposti, fornisca, con
identica cadenza, indicazioni strategiche sulla programmazione, opportunità, priorità ed implicazioni
relazionali degli interventi residui.
45
Comune di
Collesalvetti
Assetto del territorio
URBANISTICA
P R OV I N C I A D I LI V O R N O
Oggetto: Variante generale al Piano Strutturale. Approvazione. Relazione del Responsabile del
procedimento.
PREMESSA
Con Deliberazione n. 34 del 27 aprile 2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012, il Consiglio
Comunale ha adottato la Variante normativa generale al Piano Strutturale vigente già approvato dal
Consiglio Comunale in data 31 maggio 2005 con la Delibera n. 81.
Le modifiche al Piano Strutturale oggetto della proposta di variante sono state introdotte in linea ed in
conformità ai contenuti ed agli obiettivi fissati con la Delibera n. 5 del 01.02.2011 con la quale la Giunta
Comunale ha dato avvio al procedimento di variante normativa generale al Piano Strutturale comunale ed
alle connesse procedure di valutazione ambientale strategica e di valutazione integrata.
In estrema sintesi, la variante al Piano Strutturale, concepita senza alterare i quadri conoscitivi di
riferimento che lo hanno prodotto e senza modificarne l’impianto strategico complessivo, è stata animata,
sostanzialmente, dall’intenzione di dotare lo strumento di pianificazione territoriale del massimo grado di
flessibilità e di dinamismo possibile.
Le modifiche adottate, infatti, sono essenzialmente finalizzate a rendere maggiormente efficace lo
strumento nel conseguimento degli obiettivi fissati per i singoli ambiti territoriali individuati dallo stesso PS
contribuendo, pertanto a determinare le condizioni per una concreta attuazione degli interventi ipotizzati nel
quadro di un armonico e sostenibile sviluppo complessivo dell’intero territorio comunale.
Tale linea guida è rappresentata dall’esigenza e dalla convinta e determinata volontà di procedere ad una
semplificazione e ad una più agevole e diretta applicabilità della disciplina urbanistica, nell’intento di
conservare gli elementi di tutela delle risorse essenziali del territorio e del paesaggio, ma agevolando
l’effettiva realizzazione di interventi ritenuti strategici o comunque utili ad un riequilibrio delle dotazioni
territoriali e capaci di concorrere ad una riqualificazione complessiva del paesaggio naturale, rurale e di
quello insediativo.
La Variante generale al Piano Strutturale comunale in oggetto, il Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi
nonché la Sintesi non Tecnica ad essa relativi, sono stati depositati, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 10/2010,
presso gli uffici comunali e pubblicati sul sito web istituzionale per consentire alla cittadinanza e a chiunque
avesse interesse di avanzare osservazioni e proposte in merito.
Contestualmente la proposta di variante e la documentazione di valutazione ad essa connessa sono state
trasmesse agli enti territoriali individuati ai sensi dell’art. 19 della stessa LR 10/2010.
In merito al procedimento di VAS, unicamente ARPAT con prot. 9.369 del 10.07.2012, ha provveduto ad
inoltrare il proprio contributo istruttorio. L’agenzia regionale ha concentrato essenzialmente le proprie
osservazioni sulle componenti rifiuti, ambiente idrico, qualità dell’aria, impatto acustico, flora, fauna ed
ecosistemi.
La Giunta Comunale in qualità di Autorità Competente ha espresso in forma positiva il proprio Parere
Motivato sulla documentazione di valutazione da parte della con Deliberazione n. ___ del 25.09.2012.
LE OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE
Si illustrano di seguito in forma sintetica i contenuti delle osservazioni e le relative proposte tecniche di
controdeduzione, redatte in riferimento agli obiettivi ed alle conseguenti azioni stabiliti nei documenti di
avvio del procedimento di variante di cui alla Delibera di G.C. n. 5 del 01.02.2011.
SINTESI DELLE OSSERVAZIONI ALLE NNTTA DELLA VARIANTE DI PS ADOTTATA
Nei termini di legge sono pervenute le osservazioni della Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A.
(in atti al prot. n. 8.940 del 02.07.2012), del Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del
03.07.2012), e della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238
etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012). Di seguito se ne
sintetizzano i contenuti e le proposte tecniche di controdeduzione.
Osservazione n. 1 – Soc. INTERPORTO TOSCANO “A. VESPUCCI” S.p.A.
Protocollo: n. 8.940 del 02.07.2012
Ubicazione: Interporto Toscano “Amerigo VESPUCCI”
Dati Piano Strutturale: UTOE n. 4 - Scolmatore
Elaborati oggetto di osservazione: art. 12 delle NN.TT.A.
Sintesi
Proposta tecnica controdeduzione
Conclusioni
La Soc. Interporto Toscano
Amerigo Vespucci S.p.A., richiede
maggiore dettaglio interpretativo
alla modifica normativa dell’art. 12
delle
NNTTA
adottate,
relativamente all’ammissibilità di
attività produttive di natura
artigianale ed industriale, ed alla
relativa esclusione di attività
legate allo smaltimento di rifiuti
e/o altre sostanze potenzialmente
inquinanti o dannose per le
matrici ambientali.
Al fine di consentire una più agevole e certa attività di
pianificazione si precisa che l’esclusione che si intende
operare in relazione alle attività di trattamento rifiuti
attiene unicamente alle operazioni di smaltimento rifiuti
come definite e disciplinate dall’allegato B alla parte IV
del D.Lgs. n. 152/2006 e ssmmii.
Sono conseguentemente e tassativamente escluse le
attività di smaltimento e di termovalorizzazione.
Nelle aree oggetto della variante adottata, si intende
ammettere, pertanto, unicamente le attività di recupero
rifiuti definite ai punti R3 (limitatamente al recupero di
legno e plastica) R4, R5 ed R13 dell’allegato C alla
stessa norma, comprese attività di recupero di materie e
produzione di beni (quali a titolo esemplificativo: plastica,
RAEE, impianti fotovoltaici dismessi), limitatamente ai
soli rifiuti non pericolosi, e comunque senza
comportare pericolo per la salute dell’uomo e senza usare
procedimenti o metodi suscettibili di recare pregiudizio
all’ambiente.
OSSERVAZIONE
ACCOLTA
Osservazione n. 2 – Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti et alii
Protocollo: n. 9.003 del 03.07.2012
Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.;
Sintesi: Il segretario politico di Sinistra Ecologia e Libertà di Collesalvetti e due cittadini già sottoscrittori di una
petizione popolare del 28 giugno 2010 che lamentava i disagi dell’abitato di Nugola, propongono un’articolata
osservazione che di seguito si sintetizza per punti:
Sintesi
Si richiede chiarimento in
ordine al dimensionamento
della frazione di Nugola in
relazione alle previsioni di RU.
A
Proposta tecnica controdeduzione
Il vigente PS definisce il dimensionamento residenziale
per ogni singola UTOE, assegnando nello specifico
all’ambito territoriale di Nugola una volumetria
complessiva di 2.000 mc. L’art. 13 delle NN.TT.A. di PS
approvato nel 2005, e che per mero errore materiale
risulta stralciato dalle norme adottate con la variante in
corso, precisa che “nel dimensionamento non vengono
ricompresi gli interventi di riconversione del
patrimonio edilizio esistente” ed aggiunge al comma
successivo che “le zone di completamento richiamate
dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili dal
RU, pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del
Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il
dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante
dall’applicazione dell’art.15 della LR n.30 del 18
febbraio 2005”. Per tale ragione il vigente RU, in
coerenza con il PS, ha escluso dal conteggio
dell’attingimento del dimensionamento residenziale, tutti
gli interventi di cui al Titolo IV, Sezione I – INTERVENTI
SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE (compresi gli
interventi di ampliamento e cambio d’uso), le previsioni
edificatorie relative alle Aree della trasformabilità urbana
(in quanto aree di completamento ai sensi del D.M.
1444/68, ex B2 del previgente PRG) e quelle ad esse
assimilate dallo stesso RU, ricomprendenti, per analogia,
Conclusioni
OSSERVAZIONE
NON ACCOLTA
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
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Si richiede la conservazione del
comma dell’art. 13 delle NNTTA
di attuazione di PS stralciato
nella proposta di variante che
definisce le volumetrie non
computabili
ai
fini
della
B
determinazione
del
dimensionamento residenziale
per
ogni
singolo
ambito
territoriale
(zone
di
completamento, art. 15 della LR
30/2005, etc.);
Si
evidenziano
possibili
incoerenze tra la proposta di
variante
che
consente
l’attingimento
dei
dimensionamenti residui per
singola
classe
di
attività
indipendentemente dalle UTOE
di riferimento, con la definizione
dei QC e la sostenibilità definiti
per
ogni
singolo
ambito
territoriale.
C
gli interventi diretti di completamento ancorchè
assoggettati a convenzionamento con l’A.C..
Quanto lamentato, nell’osservazione in questione,
trova, pertanto, fondamento nell’attuazione delle
disposizioni dell’art. 13 delle NN.TT.A. di PS e
nell’applicazione degli indirizzi di pianificazione da
esso definiti per ogni singola frazione.
L’A.C. nel riconoscere comunque le criticità lamentate ma
contemporaneamente non intendendo, ad oggi, incidere
sui diritti edificatori già riconosciuti dal vigente RU,
intende procedere, al termine del quinquennio di validità
delle previsioni soggette alla perdita di efficacia, al
riordino del tema dei dimensionamenti residenziali e non
solo dei singoli ambiti territoriali, vincolandoli in maniera
più aderente ai quadri conoscitivi di riferimento, ed ad una
conseguente rivisitazione generale e complessiva delle
previsioni di trasformazione eventualmente non attuate.
Come sopra sinteticamente accennato, il comma in
questione, fondamentale nella definizione del quadro di
riferimento dei dimensionamenti per ogni singolo ambito
territoriale anche in sede di redazione del RU, è stato
oggetto di un mero errore materiale e pertanto, in
accoglimento di quanto osservato, si propone il
ripristino della norma approvata.
Come accennato in premessa e come già stabilito nella
documentazione di avvio del procedimento allegato alla
Deliberazione di G.C. n. 5/2011, la principale motivazione
e l’essenziale obiettivo della variante in oggetto consiste
nell’esigenza, in una fase di grossa difficoltà e sofferenza
del territorio ad offrire risposte alla straripante crisi
economica e finanziaria, di provvedere a dare alla
disciplina territoriale ed urbanistica il massimo grado di
flessibilità con l’unico intento di ampliare le probabilità di
effettiva e compiuta attuazione al quadro previsionale e
strategico definito dallo stesso PS.
Si precisa inoltre che la Relazione Illustrativa che
accompagna l’approvazione del Piano Strutturale, nel
trattare il tema del dimensionamento ben chiarisce come
questo sia “fondato su ipotesi strategiche di sviluppo
che tengono conto di una molteplicità di fattori in
parte derivati dal quadro conoscitivo, relativamente
all’articolazione delle esigenze, e dalla formulazione
degli obiettivi”. Appare dunque evidente che la
consistenza dei dimensionamenti definiti dalle NNTTA del
PS non attiene unicamente alla sostenibilità dei singoli
ambiti territoriali derivante dall’analisi del quadro
conoscitivo, ma è, in larga parte, funzione della
definizione degli obiettivi di riqualificazione, di
valorizzazione e di sviluppo delle UTOE e del territorio nel
suo complesso. In tale chiave con il dispositivo in
osservazione, l’A.C. ha inteso dotarsi di un’ulteriore
opzione pianificatoria, che consenta di “migrare” il
dimensionamento residuo non oggetto di previsioni nel
vigente RU, anche tra UTOE differenti, nel rispetto
dell’impianto statutario e strategico definito dal PS,
su cui la variante in corso non incide minimamente,
nonché nel rispetto degli obiettivi ad esso sottesi e
comunque all’interno dello stesso sistema territoriale.
OSSERVAZIONE
ACCOLTA
OSSERVAZIONE
NON ACCOLTA
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238
In tale senso si è pertanto ritenuto di offrire, attraverso
comunque la garanzia di una conseguente variante al RU
(che illustri attraverso le relative procedure di valutazione
ambientale la sostenibilità ambientale e territoriale delle
eventuali “migrazioni” di dimensionamento), un ulteriore
strumento di attuazione dell’impianto pianificatorio del PS,
finalizzato all’effettivo conseguimento delle finalità e degli
obiettivi da essi definiti.
Si chiede lo stralcio della L’osservazione non appare pertinente in quanto non
previsione di un’area normativa oggetto delle previsioni di PS ed ancor meno della
destinata ad impianti
ed variante in corso.
attrezzature sportive posta
lungo la S.P. n. 4 delle Sorgenti
D in loc. Pian della Tanna e la
conversione della stessa in
invariante strutturale in ragione
del fatto che tale area è stata
oggetto di esondazione negli
anni 1991 e 1993.
OSSERVAZIONE
NON
PERTINENTE
Osservazione n. 3 – Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici,
artistici ed etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno
Protocollo: n. 10.357 del 26.07.2012
Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.;
Sintesi:
L’ufficio ministeriale propone un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti:
Sintesi
A Vengono
richiamate
le
considerazioni già formulate dal
Settore
Pianificazione
del
Territorio
della
Regione
Toscana nel suo contributo
istruttorio alla procedura di
VAS-VI, assunto agli atti
dell’Ente al prot. 5.636 del 11
aprile
2011,
nonchè
le
osservazioni già avanzate dalla
Provincia di Livorno con
analoga nota in atti al prot.
2.864 del 01.03.2012
B L’osservazione
prosegue
nell’analisi della Variante e di
tutti gli atti ad essa connessi
sottolineando come la nuova
edificazione con destinazione
residenziale di cui alla scheda
normativa di RU n. 6 dell’UTOE
n. 13 denominata “Poggino”
che
prevede,
previo
convenzionamento con l’A.C.,
la realizzazione di un’unità
abitativa, non sia approvabile
dall’Ente scrivente in quanto “in
netto contrasto con tutte le
direttive
di
vincolo
paesaggistico già espresse nel
D.M. del 3 Agosto 2006 nella
zona limitrofa”. L’esclusione
dall’edificabilità è da estendersi
Proposta tecnica controdeduzione
Conclusioni
I temi sollevati, e già richiamati nell’osservazione n. 2
hanno trovato articolata argomentazione tra le
considerazioni ed i chiarimenti riportati al capitolo 5 INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E
CONTRIBUTI RICEVUTI del Rapporto Ambientale –
Relazione di Sintesi della VAS-VI a corredo della
presente variante, cui si rimanda integralmente per
maggiore chiarezza e completezza.;
OSSERVAZIONE
NON ACCOLTA
Analogamente a quanto riportato in occasione della
controdeduzione all’osservazione n. 2 pundo d), quanto
osservato costituisce contenuto proprio del Regolamento
Urbanistico e pertanto non pertinente in ordine alla
variante al PS di cui all’oggetto.
Rileva comunque, per chiarezza, ricordare come le
previsioni oggetto di osservazione non ricadano
entro il perimetro territoriale soggetto a vincolo
paesaggistico ai sensi del D.M. del 3 Agosto 2006, e
pertanto non siano, in alcun modo, assoggettabili alle
limitazioni da esso stabilite.
OSSERVAZIONE
NON
PERTINENTE
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238
per l’osservante anche all’area
destinata
a
zona
per
attrezzature sportive ex art. 113
delle NNTTA di RU, che al pari
dell’area sopra richiamata del
Poggino dovrà, secondo l’uffico
ministeriale, “essere destinata a
verde agricolo-urbano”
C Da ultimo si ravvede e viene
sottolineata “l’opportunità di
concertare
con
l’ufficio
scrivente l’esistenza di valori
paesaggistici
prima
di
procedere a qualsiasi atto
pianificatorio dando vita a
strumenti di copianificazione
paesaggistica”.
La natura della variante in corso, eminentemente volta
all’adeguamento normativo della disciplina del PS, non
appariva tale da richiedere il qualificato contributo
dell’Ente osservante per la definizione dei valori
paesaggistici del territorio comunale già definiti dalle
disposizioni normative vigenti, dall’integrazione del PIT
avente valore di Piano Paesistico regionale, nonché
dallo statuto del territorio per come descritto dallo stesso
Piano Strutturale. Nell’accogliere con soddisfazione
l’apertura
alla
collaborazione
offerta
dalla
Soprintendenza, si ritiene largamente utile ed opportuno
anche per l’Ente rilanciare tale disponibilità nella
prossima fase di generale revisione della disciplina
statutaria e strategica connessa alla fine naturale
dell’attuale PS e del relativo RU;
OSSERVAZIONE
ACCOLTA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E VALUTAZIONE INTEGRATA
La proposta di variante è stata accompagnata fin dagli atti di avvio dal procedimento di Valutazione
Ambientale Strategica e di Valutazione Integrata, ai sensi della normativa nazionale e regionale vigenti in
materia di valutazione di piani e programmi.
Il sottoscritto ha avuto cura di inviare la documentazione a corredo dell’avvio del procedimento ai soggetti
competenti in materia ambientale, alle amministrazioni comunali confinanti ed alle associazioni operanti sul
territorio comunale in materia di tutela ambientale, di promozione culturale e nell’attività faunisticovenatoria, al fini di ricevere contributi e suggerimenti.
Completata la documentazione di Valutazione Integrata Intermedia, nel gennaio 2012, con le stesse finalità
e con metodologia analoga, il responsabile del procedimento ha provveduto a trasmettere agli stessi
soggetti la relazione di valutazione ed i contenuti della variante consistenti nell’elaborato delle norme
tecniche di attuazione come modificato dalla proposta di variante.
CONCLUSIONI
Per quanto sopra esposto, il sottoscritto Responsabile del procedimento, tenendo conto del contributo
istruttorio al Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi trasmesso da ARPAT, delle osservazioni presentate
e delle proposte di controdeduzioni tecniche illustrate, dell Parere Motivato espresso dalla Giunta
Comunale con Deliberazione n. __ del 25.09.2012 e della proposta di Dichiarazione di Sintesi propone di
procedere all’approvazione della variante normativa generale al Piano Strutturale nonché della relativa
documentazione di Valutazione Ambientale Strategica ed Integrata.
Collesalvetti, 25.09.2012
Il Responsabile P.O. del Servizio Urbanistica
(Dott. Arch. Leonardo ZINNA)
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238
Variante generale al Piano Strutturale comunale, Rapporto Ambientale e Relazione di Sintesi
COMUNE DI COLLESALVETTI
(Provincia di Livorno)
CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI
Settembre 2012
1
Nei termini di legge sono pervenute le osservazioni da parti dei seguenti soggetti:
1.
Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (prot. n. 8.940 del 02.07.2012);
2.
Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012);
3.
Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici
etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012).
ed
Di seguito se ne sintetizzano i contenuti e le proposte tecniche di controdeduzione.
2
Osservazione n. 1 – Soc. INTERPORTO TOSCANO “A. VESPUCCI” S.p.A.
Protocollo: n. 8.940 del 02.07.2012
Ubicazione:
Interporto Toscano “Amerigo VESPUCCI”
Dati Piano Strutturale: UTOE n. 4 - Scolmatore
Elaborati oggetto di osservazione: art. 12 delle NN.TT.A.
Sintesi:
La Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A., richiede maggiore dettaglio interpretativo
alla modifica normativa dell’art. 12 delle NNTTA della variante al PS, relativamente alla
definizione delle prescrizioni per il RU per l’UTOE n. 4 – Scolmatore ed all’ammissibilità di
attività produttive di natura artigianale ed industriale, limitatamente al 40% della superficie dei
comparti e delle aree con esclusiva o prevalente funzione logistica e comunque con esclusione
di attività legate allo smaltimento di rifiuti e/o altre sostanze potenzialmente inquinanti o
dannose per le matrici ambientali.
Proposta tecnica di controdeduzione:
Al fine di consentire una più agevole e certa attività di pianificazione si precisa che l’esclusione
che si intende operare in relazione alle attività di trattamento rifiuti attiene unicamente alle
operazioni di smaltimento rifiuti come definite e disciplinate dall’allegato B alla parte IV del
D.Lgs. n. 152/2006 e ssmmii.
Sono conseguentemente e tassativamente escluse le attività di smaltimento e di
termovalorizzazione.
Nelle aree oggetto della variante adottata, si intende ammettere, pertanto, unicamente le attività
di recupero rifiuti definite ai punti R3 (limitatamente al recupero di legno e plastica) R4, R5 ed
R13 (relativamente alle attività sopra richiamate) dell’allegato C alla stessa norma, comprese
attività di recupero di materie e produzione di beni (quali a titolo esemplificativo: plastica, RAEE,
impianti fotovoltaici dismessi), limitatamente ai soli rifiuti non pericolosi, e comunque senza
comportare pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi suscettibili di
recare pregiudizio all’ambiente.
Esito voto Consiglio Comunale:
Osservazione accolta
Osservazione parzialmente accolta
Osservazione non accolta
Osservazione non pertinente
3
Osservazione n. 2 – Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti et alii
Protocollo: n. 9.003 del 03.07.2012
Ubicazione: //
Dati Piano Strutturale: //
Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.;
Sintesi:
Il segretario politico di Sinistra Ecologia e Libertà di Collesalvetti e due cittadini già sottoscrittori
di una petizione popolare del 28 giugno 2010 che lamentava i disagi dell’abitato di Nugola,
propongono un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti:
a) Si richiede chiarimento in ordine al dimensionamento della frazione di Nugola in
relazione alle previsioni di RU;
b) Si richiede la conservazione del comma dell’art. 13 delle NNTTA di attuazione di PS
stralciato nella proposta di variante che definisce le volumetrie non computabili ai fini
della determinazione del dimensionamento residenziale per ogni singolo ambito
territoriale (zone di completamento, art. 15 della LR 30/2005, etc.);
c) Si evidenziano possibili incoerenze tra la proposta di variante che consente
l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività
indipendentemente dalle UTOE di riferimento, con la definizione dei QC e la sostenibilità
definiti per ogni singolo ambito territoriale;
d) Si chiede lo stralcio della previsione di un’area normativa destinata ad impianti ed
attrezzature sportive posta lungo la S.P. n. 4 delle Sorgenti in loc. Pian della Tanna e la
conversione della stessa in invariante strutturale in ragione del fatto che tale area è stata
oggetto di esondazione negli anni 1991 e 1993.
In conclusione si ritiene necessaria una variante generale complessiva e di più ampia portata di
quella adottata.
Proposta tecnica di controdeduzione:
a) Il vigente PS definisce il dimensionamento residenziale per ogni singola UTOE,
assegnando nello specifico all’ambito territoriale di Nugola una volumetria complessiva
di 2.000 mc. L’art. 13 delle NN.TT.A. di PS approvato nel 2005, e che per mero errore
materiale risulta stralciato dalle norme adottate con la variante in corso, precisa che “nel
dimensionamento non vengono ricompresi gli interventi di riconversione del patrimonio
edilizio esistente” ed aggiunge al comma successivo che “le zone di completamento
richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili dal RU, pertinenti agli
obiettivi di coesione familiare del Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il
dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art.15 della LR
n.30 del 18 febbraio 2005”. Per tale ragione il vigente RU, in coerenza con il PS, ha
escluso dal conteggio dell’attingimento del dimensionamento residenziale, tutti gli
interventi di cui al Titolo IV, Sezione I – INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO
ESISTENTE (compresi gli interventi di ampliamento e cambio d’uso), le previsioni
edificatorie relative alle Aree della trasformabilità urbana (in quanto aree di
completamento ai sensi del D.M. 1444/68, ex B2 del previgente PRG) e quelle ad esse
assimilate dallo stesso RU, ricomprendenti, per analogia, gli interventi diretti di
completamento ancorchè assoggettati a convenzionamento con l’A.C..
Quanto lamentato, nell’osservazione in questione, trova, pertanto, fondamento
nell’attuazione delle disposizioni dell’art. 13 delle NN.TT.A. di PS e nell’applicazione
degli indirizzi di pianificazione da esso definiti per ogni singola frazione.
L’A.C. nel riconoscere comunque le criticità lamentate ma contemporaneamente non
intendendo, ad oggi, incidere sui diritti edificatori già riconosciuti dal vigente RU, intende
4
procedere, al termine del quinquennio di validità delle previsioni soggette alla perdita di
efficacia, al riordino del tema dei dimensionamenti residenziali e non solo dei singoli
ambiti territoriali, vincolandoli in maniera più aderente ai quadri conoscitivi di riferimento,
ed ad una conseguente rivisitazione generale e complessiva delle previsioni di
trasformazione eventualmente non attuate.;
Esito voto Consiglio Comunale:
Osservazione non accolta
b) Come sopra sinteticamente accennato, il comma in questione, fondamentale nella
definizione del quadro di riferimento dei dimensionamenti per ogni singolo ambito
territoriale anche in sede di redazione del RU, è stato oggetto di un mero errore
materiale e pertanto, in accoglimento di quanto osservato, si propone il ripristino della
norma approvata.
Esito voto Consiglio Comunale:
Osservazione accolta
c) Come accennato in premessa e come già stabilito nella documentazione di avvio del
procedimento allegato alla Deliberazione di G.C. n. 5/2011, la principale motivazione e
l’essenziale obiettivo della variante in oggetto consiste nell’esigenza, in una fase di
grossa difficoltà e sofferenza del territorio ad offrire risposte alla straripante crisi
economica e finanziaria, di provvedere a dare alla disciplina territoriale ed urbanistica il
massimo grado di flessibilità con l’unico intento di ampliare le probabilità di effettiva e
compiuta attuazione al quadro previsionale e strategico definito dallo stesso PS.
Si precisa inoltre che la Relazione Illustrativa che accompagna l’approvazione del Piano
Strutturale, nel trattare il tema del dimensionamento ben chiarisce come questo sia
“fondato su ipotesi strategiche di sviluppo che tengono conto di una molteplicità di fattori
in parte derivati dal quadro conoscitivo, relativamente all’articolazione delle esigenze, e
dalla formulazione degli obiettivi”. Appare dunque evidente che la consistenza dei
dimensionamenti definiti dalle NNTTA del PS non attiene unicamente alla sostenibilità
dei singoli ambiti territoriali derivante dall’analisi del quadro conoscitivo, ma è, in larga
parte, funzione della definizione degli obiettivi di riqualificazione, di valorizzazione e di
sviluppo delle UTOE e del territorio nel suo complesso. In tale chiave con il dispositivo in
osservazione, l’A.C. ha inteso dotarsi di un’ulteriore opzione pianificatoria, che consenta
di “migrare” il dimensionamento residuo non oggetto di previsioni nel vigente RU, anche
tra UTOE differenti, nel rispetto dell’impianto statutario e strategico definito dal PS, su
cui la variante in corso non incide minimamente, nonché nel rispetto degli obiettivi ad
esso sottesi e comunque all’interno dello stesso sistema territoriale. In tale senso si è
pertanto ritenuto di offrire, attraverso comunque la garanzia di una conseguente variante
al RU (che illustri attraverso le relative procedure di valutazione ambientale la
sostenibilità ambientale e territoriale delle eventuali “migrazioni” di dimensionamento),
un ulteriore strumento di attuazione dell’impianto pianificatorio del PS, finalizzato
all’effettivo conseguimento delle finalità e degli obiettivi da essi definiti
Esito voto Consiglio Comunale:
d)
Osservazione non accolta
L’osservazione non appare pertinente in quanto non oggetto delle previsioni di PS ed ancor
meno della variante in corso.
Esito voto Consiglio Comunale:
Osservazione non pertinente
5
Osservazione n. 3 – Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici,
storici, artistici ed etnoantropologici per le province di
Pisa e Livorno
Protocollo: n. 10.357 del 26.07.2012
Ubicazione: //
Dati Piano Strutturale: //
Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.;
Sintesi:
L’ufficio ministeriale propone un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti:
a) Vengono richiamate le considerazioni già formulate dal Settore Pianificazione del
Territorio della Regione Toscana nel suo contributo istruttorio alla procedura di VAS-VI,
assunto agli atti dell’Ente al prot. 5.636 del 11 aprile 2011, nonchè le osservazioni già
avanzate dalla Provincia di Livorno con analoga nota in atti al prot. 2.864 del
01.03.2012;
b) L’osservazione prosegue nell’analisi della Variante e di tutti gli atti ad essa connessi
sottolineando come la nuova edificazione con destinazione residenziale di cui alla
scheda normativa di RU n. 6 dell’UTOE n. 13 denominata “Poggino” che prevede, previo
convenzionamento con l’A.C., la realizzazione di un’unità abitativa, non sia approvabile
dall’Ente scrivente in quanto “in netto contrasto con tutte le direttive di vincolo
paesaggistico già espresse nel D.M. del 3 Agosto 2006 nella zona limitrofa”.
L’esclusione dall’edificabilità è da estendersi per l’osservante anche all’area destinata a
zona per attrezzature sportive ex art. 113 delle NNTTA di RU, che al pari dell’area sopra
richiamata del Poggino dovrà, secondo l’uffico ministeriale, “essere destinata a verde
agricolo-urbano”;
c) Da ultimo si ravvede e viene sottolineata “l’opportunità di concertare con l’ufficio
scrivente l’esistenza di valori paesaggistici prima di procedere a qualsiasi atto
pianificatorio dando vita a strumenti di copianificazione paesaggistica”.
Proposta tecnica di controdeduzione:
a) I temi sollevati, e già richiamati nell’osservazione n. 2 hanno trovato articolata
argomentazione tra le considerazioni ed i chiarimenti riportati al capitolo 5 INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI RICEVUTI del Rapporto
Ambientale – Relazione di Sintesi della VAS-VI a corredo della presente variante, cui si
rimanda integralmente per maggiore chiarezza e completezza;
Esito voto Consiglio Comunale:
Osservazione non accolta
b) controdeduzione all’osservazione n. 2 pundo d), quanto osservato costituisce contenuto
proprio del Regolamento Urbanistico e pertanto non pertinente in ordine alla variante al PS
di cui all’oggetto.
Rileva comunque, per chiarezza, ricordare come le previsioni oggetto di osservazione non
ricadano entro il perimetro territoriale soggetto a vincolo paesaggistico ai sensi del D.M. del
6
3 Agosto 2006, e pertanto non siano, in alcun modo, assoggettabili alle limitazioni da esso
stabilite.
Esito voto Consiglio Comunale:
c)
Osservazione non pertinente
La natura della variante in corso, eminentemente volta all’adeguamento normativo della
disciplina del PS, non appariva tale da richiedere il qualificato contributo dell’Ente
osservante per la definizione dei valori paesaggistici del territorio comunale già definiti dalle
disposizioni normative vigenti, dall’integrazione del PIT avente valore di Piano Paesistico
regionale, nonché dallo statuto del territorio per come descritto dallo stesso Piano
Strutturale. Nell’accogliere con soddisfazione l’apertura alla collaborazione offerta dalla
Soprintendenza, si ritiene largamente utile ed opportuno anche per l’Ente rilanciare tale
disponibilità nella prossima fase di generale revisione della disciplina statutaria e strategica
connessa alla fine naturale dell’attuale PS e del relativo RU;
Esito voto Consiglio Comunale:
Osservazione accolta
7
Comune di
Collesalvetti
Servizi Ambientali
UFFICIO AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE
P R OV I N C I A D I LI V O R N O
OGGETTO: Approvazione della Variante generale al Piano Strutturale comunale, Rapporto
Ambientale e Relazione di Sintesi – Proposta di Dichiarazione di Sintesi ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs.
152/2006.
PREMESSA
La Variante al Piano Strutturale di cui all’oggetto si è resa necessaria a seguito della rilevata esigenza di
procedere alla redazione di una Variante di monitoraggio e gestione del Regolamento.
In tale occasione sono emerse con chiarezza sia alcune problematiche connesse all’attuazione dello
strumento urbanistico approvato nel 2005, sia i limiti costitutivi dello stesso che ne hanno suggerito il
ripensamento e la revisione dando corso alla variante in oggetto ed alle connesse attività di valutazione
ambientale strategica ed integrata ai sensi delle disposizioni nazionali e regionali vigenti in materia.
DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROCESSO DECISIONALE
Con Deliberazione n. 5 del 01.02.2011, la Giunta Municipale ha dato l’avvio del procedimento della
Variante generale al Piano Strutturale vigente approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio 2005 con
la Delibera n. 81. Consegentemente all’approvazione del documento di avvio si è provveduto, con nota prot.
3.015 del 24.02.2011, ad inoltrare il Documento preliminare di VAS e di Valutazione Iniziale di Valutazione
Integrata soggetti competenti in materia ambientale, nonché alle principali associazioni di volontariato operanti
sul territorio comunale negli ambiti della promozione culturale e della conservazione naturalistico-ambientale
dello stesso, al fine di ricevere eventuali contributi istruttori in merito al procedimento di variante.
Delle considerazioni, delle osservazioni e dei rilievi pervenuti in tale circostanza è dato conto già nel
documento di Valutazione Integrata intermedia, redatto ai sensi dell’art. 7 del DPGR 4/R/2007, inviato con
prot. 994 del 24.01.2012 congiuntamente ai contenuti della variante, ai soggetti competenti in materia
ambientale, alle amministrazioni comunali confinanti con il territtorio di Collesalvetti, nonché alle associazioni
operanti sul territorio comunale in materia di tutela ambientale, di promozione culturale e nell’attività faunisticovenatoria, al fini di ricevere contributi e suggerimenti.
I contributi ed i suggerimenti formulati da enti ed associazioni in merito al sopra richiamato documento di
Valutazione Intermedia ed ai contenuti in proposta di variante, e riportati nel Rapporto Ambientale-Relazione
di Sintesi allegati alla Delibera di Consiglio Comunale di adozione della Variante in oggetto n. 34 del 27 aprile
2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012.
MODALITÀ DI INTEGRAZIONE DELLE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI
La proposta di variante adottata è stata accompagnata fin dagli atti di avvio dal procedimento di
Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione Integrata, ai sensi della normativa nazionale e regionale
vigenti in materia di valutazione di piani e programmi.
Nei vari stadi in cui si articola il processo di valutazione la fase di consultazione è stata ampia e
partecipata a seguito della decisione dell’amministazione comunale di aprirsi oltre che ai soggetti competenti
in materia ambientale anche alle amministrazioni comunali confinanti con Collesalvetti, nonché alle
associazioni operanti sul territorio comunale.
I contributi pervenuti sono stati integrati nel rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi ed hanno
comunque accompagnato e modulato la definizione degli obiettivi della variante nonché le scelte e le
disposizioni ad essi connesse.
COME SI È TENUTO CONTO DEL RAPPORTO AMBIENTALE, DEGLI ESITI DELLE
CONSULTAZIONI E DEL PARERE MOTIVATO
Il Rapporto Ambientale ha accompagnato il processo di elaborazione della disciplina regolamentare fin
dal suo concepimento, orientandone le scelte, nella naturale adesione del disposto normativo alle finalità ad
esso sottese, dando conto dei possibili effetti attesi e del complesso delle coerenze con gli strumenti di
pianificazione territoriale a varia scala e degli strumenti di programmazione di settore.
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980240-270-258
www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238
Nei termini di legge disposti per il completamento della fase di consultazione, con prot. 9.369 del
10.07.2012, è pervenuto da parte dei soggetti competenti in materia ambientale unicamente il contributo
istruttorio formulato da ARPAT in merito al procedimento di VAS che concentra essenzialmente le proprie
osservazioni sulle componenti rifiuti, ambiente idrico, qualità dell’aria, impatto acustico, flora, fauna ed
ecosistemi. Nei termini di legge sono altresì pervenute le osservazioni alle NNTTA adottate da parte della Soc.
Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (in atti al prot. n. 8.940 del 02.07.2012), del Segretario di
SINISTRA ECOLOGIA e LIBERTÀ di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012), e della
Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di
Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012).
Tali contributi e osservazioni hanno trovato risposta nell’elaborazione del parere motivato espresso dalla
Giunta Comunale, in maniera analoga a quanto fatto con i contributi istruttori alla valutazione ambientale ed
integrata pervenuti nelle fase preliminare-iniziale ed intermedia, andando, ove necessario a completare il
quadro conoscitivo di riferimento e contribuendo a modulare ed adeguare le scelte ed i contenuti della
proposta di variante.
Con Deliberazione della Giunta Municipale n. __ del 25.09.2012, l’autorità competente ha espresso ai
sensi dell’art.10 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii. e dell’art. 26 della L.R. 10/2010,
parere motivato positivo circa la compatibilità ambientale positivo circa la compatibilità ambientale della
variante normativa generale al PS a condizione che si provveda a dare piena attuazione a quanto previsto dal
Rapporto Ambientale in materia di monitoraggio dell’efficacia e della compatibilità delle misure previste.
La relazione di accompagnamento al parere motivato introduceva la valutazione in ordine
all’accoglimento/rigetto di numerose osservazioni e contributi proposti articolando le argomentazioni che ne
suggeriscono la relativa determinazione.
CONSIDERAZIONI SULLE SCELTE DI PIANO IN RIFERIMENTO A POSSIBILI ALTERNATIVE
In riferimento alle possibili soluzioni alternative vagliate, si precisa relativamente allo stralcio delle
disposizioni di immediata efficacia e delle schede normative-allegato non si sono prese in considerazione
ipotesi ulteriori e diverse, in quanto misure già recepite nel Regolamento Urbanistico, e pertanto superflue e
ridondanti, oltre che improprie in sede di pianificazione strategica, per la marcata natura conformativa che le
caratterizza.
Relativamente allo stralcio della carta dei vincoli di PS, l’unica differente opzione contemplata è stata la
conservazione degli elaborati tal quali; a seguito di approfondite valutazioni, tale eventalità è stata scartata in
quanto passibile di determinare possibili confusioni ed incertezze applicative per la contemporanea vigenza
delle analoghe tavole di RU.
Da ultimo rileva precisare che più ampia è stata la gamma di opzioni valutate in riferimento
all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro conoscitivo,
consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento limitatamente alle UTOE di
riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente riguardato l’eventualità di procedere
ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul territorio e ad un contestuale
approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo, nonché la cosiddetta “opzione zero”.
Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto rispettivamente,
non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con l’urgenza di provvedere al
riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità per come emerse nel corso del
monitoraggio condotto sull’attuazione del RU, nonché inconciliabile con le finalità della presente variante e di
quella concomitante di gestione e monitoraggio al Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità
e flessibilità alla disciplina vigente, con lo scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento
delle previsioni messe in campo dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e
conformativa, senza compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti
territoriali.
Collesalvetti, lì 25.09.2012
Il Responsabile P.O. del Servizio Urbanistica
(Dott. Arch. Leonardo ZINNA)
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Comune di
Collesalvetti
Assetto del territorio
URBANISTICA
P R OV I N C I A D I LI V O R N O
RAPPORTO DEL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE
(Artt. 19 e 20 L.R. 3 Gennaio 2005 n. 1 e successive modifiche e/o integrazioni)
OGGETTO: Variante normativa generale al vigente Piano Strutturale comunale ex art. 17 Legge
Regionale 3/01/2005 n. 1.
La sottoscritta Annamaria MONDANI, notaio in Collesalvetti, nominata Garante della Comunicazione con
Determinazione Dirigenziale n. 12 del 17.11.2011 comunica che il Servizio Urbanistica ha predisposto la
documentazione per l’approvazione definitiva della variante parziale normativa al vigente Regolamento
Urbanistico ex art. 17 Legge Regionale 3/01/2005 n. 1, in oggetto.
Oggetto del provvedimento e finalità della Variante parziale normativa e cartografica del R.U.
vigente .
Il P.S. attualmente vigente ha consolidato alcune linee e strategie di assetto territoriale del previgente
P.R.G.. La variante al Piano Strutturale, non alterando i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno
prodotto né l’impianto strategico-territoriale complessivo sotteso dallo strumento vigente, prevede
sostanzialmente, di creare le condizioni di maggiore dinamismo e flessibilità determinando, nei fatti, la reale
attuazione e realizzazione degli interventi ipotizzati ed il raggiungimento degli obiettivi dati per i singoli
ambiti di riferimento e per il conseguimento dell’armonico e sostenibile sviluppo complessivo dell’intero
territorio comunale.
A tale fine si prevede lo stralcio dell’insieme di disposizioni rese di immediata efficacia dallo strumento con
particolare riferimento alle schede allegate alle NN.TT.A. del P.S. di seguito indicate:
−
−
−
−
−
RILOCALIZZAZIONE INTERPORTO: previsione di cui all’allegato A alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale, in quanto previsione già attuata.
NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del
Piano Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata
dell’allegato G al Regolamento Urbanistico;
PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce
dell’allegato G al Regolamento Urbanistico;
CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: previsione di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale in quanto riversata nella scheda normativa n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G
al Regolamento Urbanistico;
RECUPERO EX CINEMA ODEON: previsione di cui all’allegato E alle NN.TT.A. del Piano
Strutturale in qunato ntegralmente trasposta nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti
dell’allegato G al Regolamento Urbanistico.
Le previsioni sopra elencate sono state integralmente e coerentemente recepite dal vigente Regolamento
Urbanistico. A tale proposito rileva evidenziare come la conservazione di tali misure nel corpo nornativo di
P.S., quali schede normative direttamente efficaci ad esso allegate, rappresenti collocazione impropria nel
quadro della strumentazione territoriale, trovando tali disposizioni, per la propria natura di previsioni con
carattere conformativo del regime dei suoli, più appropriata e consona collocazione in un atto avente
valenza più direttamente attuativa ed operativa, quale, appunto, il Regolamento Urbanistico.
Le schede sopra menzionate hanno poi, come ricordato, trovato coerente trasposizione nel vigente R.U.;
nella fase attuale pertanto, risulta ulteriormente da rilevare come la maturata esigenza di rendere le
previsioni in esse contenute meno rigide, più funzionali e concretamente operative, abbia suggerito, pur
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conservando la coerenza con lo spirito e con il dettato del P.S. e nelle more di una sua più generale e
complessiva revisione che prenda le mosse dall’approfondimento dei quadri conoscitivi di riferimento, di
intervenire sul corpo normativo dello stesso al fine di procedere al loro stralcio ed alla rimodulazione di
misure e dispositivi che non alterino gli equilibri territoriali assunti e non pregiudichino la sostenibilità delle
previsioni vigenti.
Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di
fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati conferendogli allo scopo in necessari margini di
flessibilità, la variante al Piano Strutturale si sostanzia inoltre della volontà di ampliare la gamma di funzioni
ammesse nell’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore (e segnatamente nel comparto logistico strategico costituito
dall’area interportuale)contemplando anche quelle di natura artigianale e industriale, conservando al
contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali.
Ulteriore e significativa azione messa in campo dalla presente variante, al fine di conferire maggiore
flessibilità e possibilità di concreta attuazione delle strategie complessive di governo del territorio, consiste
nella modifica all’Art. 13 – Il Dimensionamento del Piano Strutturale delle NN.TT.A., in riferimento
all’introduzione, mediante ricorso ad apposita variante al RU, di possibili deroghe al prelievo del residuo di
dimensionamento per singola funzione e classe di attività, indipendentemente dall’UTOE di riferimento nei
casi di Piani per l’edilizia economica e popolare, Piani per gli insediamenti produttivi, Piani di recupero del
patrimonio edilizio, Programmi complessi di riqualificazione insediativa, Piani complessi d’intervento,
nonché Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005 come da ultimo novellata con
la L.R. 40/2011, qualora tali interventi contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale
strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni
singolo ambito territoriale.
Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7
(riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto
di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico.
Il percorso partecipativo
La procedura della variante in oggetto è stata avviata con Delibera della Giunta Comunale n. 5 del
01.02.2011, ed è stata preceduta da una comunicazione pubblicata sul periodico “Vita del Comune” n. 13
del settembre 2010, supplemento al settimanale delle autonomie locali toscane AUT&AUT n. 4.
A seguito della deliberazione di avvio del procedimento, il responsabile dello stesso ha provveduto, ai sensi
della normativa nazionale e regionale vigente in materia di valutazioni di piani e programmi, ad inoltrare la
documentazione preliminare di VAS e Iniziale di Valutazione Integrata ai soggetti competenti in materia
ambientale, alle amministrazioni comunali confinanti ed alle associazioni operanti sul territorio comunale in
materia di tutela ambientale, di promozione culturale e nell’attività faunistico-venatoria, al fini di ricevere
contributi e suggerimenti.
Completata la documentazione di Valutazione Integrata Intermedia, nel gennaio 2012, con le stesse finalità
e con metodologia analoga, il responsabile del procedimento ha provveduto a trasmettere agli stessi
soggetti la relazione di valutazione ed i contenuti della variante consistenti nell’elaborato delle norme
tecniche di attuazione come modificato dalla proposta di variante. In tale occasione, oltre al contributo degli
enti come nel caso dell’avvio del procedimento, è pervenuto all’Ente anche un apporto partecipativo da
parte dell’Associazione Salviamo il Salvabile.
Di seguito si riporta integralmente l’elenco dei destinatari delle comunicazioni e delle richieste di contributi
di cui sopra:
ENTI
1. Regione Toscana;
2. Provincia di Livorno;
3. Uff. Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Li-Lu-Pi;
4. Autorità di Bacino del Fiume Arno;
5. Autorità del Bacino Regionale Toscana Costa;
6. Consorzio di Bonifica Ufficio dei Fiumi e dei Fossi;
7. Azienda U.S.L. n. 6 di Livorno;
8. A.R.P.A.T. Dipartimento Provinciale di Livorno;
9. Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E.;
10. Comune di Livorno;
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238
11. Comune di Rosignano Marittimo;
12. Comune di Pisa;
13. Comune di Cascina;
14. Comune di Crespina;
15. Comune di Fauglia;
16. Comune di Orciano Pisano;
17. Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli
ASSOCIAZIONI
1. Circolo ARCICACCIA;
2. ENALCACCIA − Sezione di Collesalvetti;
FEDERCACCIA − Sezione di Collesalvetti;
Ass. CERCHIAPERTO;
Ass. GAIA;
Ass. Naz.le GIACCHE VERDI;
Ass. SALVIAMO IL SALVABILE;
Comitato ARCOBALENO;
9. WWF − Sezione LIVORNO;
10. LEGAMBIENTE LIVORNO S.V.A.;
11. LIPU − Sezione LIVORNO
3.
4.
5.
6.
7.
8.
Adozione e pubblicazione
La variante in oggetto è stata adottata con Deliberazione del Consiglio Comunale n. n. 34 del 27 aprile
2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012. A seguito dell’adozione e dell’invio della documentazione
allegata alla delibera ai soggetti competenti in materia ambientale per l’avvio della fase delle consultazioni
ai sensi della LR 10/2010, è pervenuto presso il competente Servizio Urbanistica del Comune di
Collesalvetti, unicamente il contributo istruttorio dell’ARPAT ai fini della Valutazione Ambientale StrategicaValutazione Integrata. Tale contributo è stato oggetto delle considerazioni e delle controdeduzioni che sono
confluite nella Delibera n. __ del 25.09.2012, con la quale la Giunta Muinicipale ha espresso parere
motivato positivo in merito al procedimento di valutazione sopra menzionato.
Le osservazioni
Nei termini di legge dei 45 giorni successivi all’avviso di pubblicazione sul BURT dell’adozione della
variante in oggetto, sono pervenute, presso il competente Servizio Urbanistica del Comune di Collesalvetti
le seguenti osservazioni da parte dei seguenti soggetti:
1.
Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (prot. n. 8.940 del 02.07.2012);
2.
Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012);
3.
Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le
province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012).
Il competente ufficio comunale ha provveduto ad elaborare e redigere le relative proposte di
controdeduzioni tecniche alle osservazini sopra elencate.
Si comunica inoltre che il Responsabile Unico del Procedimento è l’Arch. Leonardo ZINNA (tel:
0586.980239; fax: 0586.980258; mail: [email protected]), e che l’ufficio incaricato della
redazione e della formulazione degli atti relativi alla Variante in oggetto è il Servizio Urbanistica, sito in
Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti.
Il Garante della Comunicazione
(Dott.ssa Annamaria MONDANI)
[email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293
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