Osservazione non accolta - Comune di Collesalvetti
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Osservazione non accolta - Comune di Collesalvetti
IL CONSIGLIO COMUNALE Uditi gli interventi del Presidente del Consiglio Comunale Monica Barsacchi, dell’assessore Menicagli, dell’assessore Demi, del Sindaco Lorenzo Bacci e dei consiglieri Antinori, Bosco e Iurescia, che si allegano quale parte integrante e sostanziale al solo originale del presente atto sotto la lettera “I”; Visto il Piano Strutturale adottato con Delibera di C.C. n.103 del 26.04.2004, approvato con Delibera di C.C. n.176 del 28.11. 2005 pubblicato sul BURT n. 51 del 21.12.2005; Richiamato lo stato di attuazione e le linee programmatiche assunte quale linea guida per l’elaborazione delle Varianti alla disciplina urbanistica e territoriale con Delibera G.M. n. 4 del 01.02.2011; Vista la Delibera n. 5 del 01.02.2011 con la quale la Giunta Comunale ha dato avvio al procedimento di variante normativa generale al Piano Strutturale comunale ed alle connesse procedure di valutazione ambientale strategica e di valutazione integrata e richiamate integralmente le premesse a tale atto; Vista la Variante generale al Piano Strutturale comunale e relativi Rapporto AmbientaleRelazione di Sintesi e Sintesi non Tecnica, adottata con Deliberazione del C.C. n. 34 del 27 aprile 2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012, e richiamate le premesse a detto atto; Visti la documentazione progettuale di Variante consistente nei seguenti elaborati che sono parte integrante del presente atto: 1) Norme Tecniche di attuazione, allegato al presente atto sotto la lett. “B”; 2) Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi, allegato al presente atto sotto la lett. “C”; 3) Sintesi Non Tecnica al Rapporto Ambientale ed alla Relazione di Sintesi, che si allega al presente atto sotto la lett. “D” Visto il contributo istruttorio formulato da ARPAT in merito al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica-Valutazione Integrata, assunto agli atti del comune in data 10 luglio 2012 al prot. n. 9.369; Vista la Deliberazione n. 119 del 25.09.2012 con cui la Giunta Municipale ha espresso parere motivato positivo in ordine al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica-Valutazione Integrata condotto a corredo della presente variante al PS; Rilevato che nei tempi di legge sono pervenute presso il competente Servizio Urbanistica dell’Ente le seguenti osservazioni alla Variante normativa generale del Piano Strutturale: 4) Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (in atti al prot. n. 8.940 del 02.07.2012); 5) Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (in atti al prot. n. 9.003 del 03.07.2012); 6) Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (in atti al prot. n. 10.357 del 26.07.2012); Viste le proposte tecniche di controdeduzione formulate dal Responsabile del Procedimento Arch. Leonardo Zinna, P.O. del Servizio Urbanistica dell’Ente che si allegano al presente atto alla lett. “F”; Vista la proposta di Dichiarazione di Sintesi redatta ai sensi dell’art. 27 della L.R. n. 10/2010, che si allega al presente atto sotto la lett. “G”; Vista la relazione Tecnica del Responsabile del Procedimento Arch. Leonardo Zinna, che si allega al presente atto sotto la lett. “E”; Visto il Rapporto del Garante della comunicazione che si allega al presente atto sotto la lett. “H”; Vista la L.R. 3 gennaio 2001, n. 1 – Norme sul governo del territorio e ss.mm.ii. e dei relativi regolamenti di attuazione; Vista la Parte II del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 – Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC), come da ultimo modificata ed integrata con il D.Lgs 29 giugno 2010, n. 128; Vista la L.R. 12 febbraio 2010 n. 10 - Norme in materia di valutazione ambientale strategica (Vas), di valutazione di impatto ambientale (Via) e di valutazione di incidenza con la quale la Regione Toscana ha provveduto ad adeguare il proprio ordinamento alle disposizioni nazionali in materia di valutazioni ambientali; Visto il D.P.G.R. 9.2.2007 n. 4/R - Regolamento di attuazione dell' articolo 11, comma 5, della legge regionale 3 gennaio 2005, n. 1 (Norme per il governo del territorio) in materia di valutazione integrata. Visto il D.Lgs. 18.08.2000, n. 267; Visto lo Statuto Comunale; Acquisito il parere favorevole della 1ª Commissione Consiliare - Uso e assetto del territorio, politiche ambientali, infrastrutture tecnologiche in data 25.09.2012; Acquisito il parere favorevole del responsabile del servizio in ordine alla regolarità tecnica della presente deliberazione ai sensi dell’ art. 49 del T.U. 18.08.2000, N. 267 e successive modificazioni, allegato al presente atto sotto la lettera “A”; omesso il parere di regolarità contabile in quanto dal presente atto non derivano impegni di spesa né diminuzioni di entrata ex art.49 - c.1 del D. Lgs. n.267/00; Con n. 14 voti favorevoli e n. 3 astenuti (consiglieri: Iurescia, Simoni, Cecconi) espressi in forma palese da n. 17 consiglieri presenti e votanti; DELIBERA 1. Di approvare la variante generale al Piano Strutturale comunale vigente consistente nella modifica degli artt. 3, 12 e 13 delle NNTTA, dello stralcio delle schede normative allegate alle stesse sotto le lettere A, B, C, D ed E, nonché dello stralcio delle Tavv. 7 (riquadri A, B e C) – Carta dei Vincoli; 2. Di approvare il Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi e la Sintesi Non Tecnica, redatti ai sensi della normativa nazionale e regionale vigente in materia di valutazione ambientaleintegrata di piani e programmi, quale parte integrante del presente atto e del procedimento di variante urbanistica; 3. Di approvare le proposte tecniche di controdeduzione allegate al presente atto sotto la lett. “F”; 4. Di approvare la proposta di Dichiarazione di Sintesi redatta ai sensi dell’art. 27, comma 2 della L.R. 12 febbraio 2010, allegata al presente atto sotto la lett. “G”; 5. Di dare atto che responsabile unico del procedimento è l’Arch. Leonardo Zinna; 6. Di dare mandato al Servizio Urbanistica di tutti gli adempimenti conseguenti l’adozione del presente atto a norma della L.R. 1/2005; 7. Con apposita votazione espressa, con n. 14 voti favorevoli e n. 3 astenuti (consiglieri: Iurescia, Simoni, Cecconi), in forma palese da n. 17 consiglieri presenti e votanti, il presente atto è dichiarato immediatamente eseguibile ai sensi di legge, stante l’urgenza di provvedere ai sensi dell’art.134 c. 4 del D. Lgs. N. 267/00. 2 INDICE Art.1 – Finalità del Piano Strutturale: pag. 5 Art.2 – Obiettivi del Piano Strutturale: pag. 5 Art.3 – Composizione del Piano Strutturale: pag. 6 Art.4 – Quadro conoscitivo: pag. 8 Art.5 – I sistemi territoriali: pag. 10 Art.6 – Definizioni: pag. 12 Art.7 – Obiettivi dei sistemi: pag. 15 Art.8 – Indirizzi e prescrizioni per la valutazione ambientale: pag. 18 Art.9 – Invarianti strutturali: pag. 24 Art.10- Statuto dei luoghi: pag. 26 Art.11–Disciplina degli assetti territoriali: pag. 30 Art.12 –Unità Territoriali organiche elementari: pag. 48 Art.13 –Il dimensionamento del Piano Strutturale: pag. 59 Art.14 - Definizione degli usi dei tempi e delle funzioni: pag. 68 Art.15 - Indirizzi per l'attuazione del Piano Strutturale: pag. 69 Art.16 –Le salvaguardie: pag. 78 Allegato A: pag. 81 Allegato B: pag. 81 Allegato C: pag. 81 Allegato D: pag. 81 Allegato E: pag. 81 4 Art.1 – Finalità del Piano Strutturale Il Piano Strutturale (PS) definisce le strategie comunali per il governo del territorio al fine di garantire lo sviluppo sostenibile della comunità locale in conformità alla legge regionale 16.1.1995 n.5: “Norme per il governo del territorio”. Art.2 – Obiettivi del Piano Strutturale Costituiscono obiettivi del PS, oltre quelli enunciati nel documento di avvio approvato in Consiglio Comunale in data 11.7.2003 con atto n.82: a) La partecipazione dei cittadini al processo di formazione dello strumento urbanistico quale riconoscimento delle identità locali e di corrispondenza tra le scelte politiche e tecniche del Piano e le esigenze della comunità; b) La valorizzazione delle idee di sviluppo economico compatibili con la complessità ambientale del territorio di Collesalvetti; c) Sviluppare una maggiore connessione fra crescita occupazionale locale e fenomeni di residenzialità; d) La tutela e la valorizzazione del sistema idraulico e degli ambiti fluviali in funzione della salvaguardia dell’ecosistema territoriale; e) La tutela e la valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche anche attraverso il recupero e la riqualificazione degli elementi antropici di valore culturale, storico e archeologico; 5 f) La valorizzazione dell’attività agricola in funzione di presidio territoriale e per il mantenimento e il miglioramento degli assetti territoriali e degli equilibri ambientali; g) Il recupero e la riqualificazione dei nuclei storici per la conservazione e valorizzazione del loro ruolo di centri della vita associata e dell’identità locale; h) La salvaguardia e la valorizzazione dei connotati della comunità mediante la riqualificazione dei servizi e delle dotazioni infrastrutturali, della mobilità, degli usi e delle funzioni al fine di assicurare l’equilibrio e l’integrazione tra il sistema dell’organizzazione degli spazi e il sistema di organizzazione dei tempi nei diversi cicli della vita umana. Art.3 – Composizione del Piano Strutturale Il PS si compone: 1) Quadro conoscitivo; 2) Indagini geologico tecniche di supporto alla pianificazione urbanistica; 3) Elementi per la valutazione degli effetti ambientali; 4) Individuazione dei sistemi, subsistemi, delle Unità Organiche Territoriali Elementari (UTOE); 5) Norme riunenti il complesso degli indirizzi, prescrizioni, salvaguardie, definizioni e disciplina degli assetti territoriali. 6) Cartografia: TAVOLA Tav. 1 Carta dei Sistemi territoriali Tav. 2 Carta del Sistema insediativo Tav. 3 Carta dell’Edificato Tav. 4 SHAPE confine sistemi territoriali A.N.P.I.L. e Parco Provinciale confine utoe sistema insediativo e produttivo A.N.P.I.L. e Parco Provinciale confine sistema insediativo e produttivo edificato A.N.P.I.L. e Parco Provinciale confine ponti 6 Carta delle Infrastrutture Tav. 5 Carta del Sistema rurale Tav. 6 Carta delle Invarianti strutturali stazioni autoporto ed interporto rotatorie crocino crocino strade nuova viabilità interporto ciclabile ferrovia ferrovia interporto autostrada nuovi svincoli superstrada strade comunali extraurbane scolmatore aree industriali centri abitati confine sistema rurale A.N.P.I.L. e Parco Provinciale confine 352/97 idrografia acquedotto colognole crinali viali zone umide parco e ANPIL vallivi aree archeologiche stazione floristica ultracentenaria canali ambientali aree boscate edifici Pollacce 7 Art. 4 – Quadro conoscitivo Il quadro conoscitivo fa parte integrante del Piano Strutturale e costituisce riferimento e indirizzo per la definizione degli atti di governo del territorio. Il quadro conoscitivo è costantemente aggiornato mediante il Sistema Informativo Territoriale quale strumento per la creazione di banche dati e di archivi, accessibili e affidabili, suddivisi per aree tematiche, finalizzato oltrechè alla conoscenza del territorio alla gestione dinamica dei processi di governo e delle politiche sul territorio. Il quadro conoscitivo del PS è costituito da: a) Analisi storica del territorio e degli insediamenti di cui alle fonti bibliografiche seguenti: - G.Barsotti:Storia naturale dei monti livornesi. Belforte Editore Libraio. Livorno 1999 - R.Mazzanti: Il Capitanato Nuovo di Livorno. Pacini Editore. Pisa 1984 - D.Mattoni: Pasquale Poccianti e l’acquedotto di Livorno. Editori Laterza. Bari1992 - I.Arrighi: L’acquedotto di Colognole (1792-1868). Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti, ASEM.Livorno1991 - G.Ciccone: Collesalvetti nel Medioevo. Curtes, Chiese e Castelli nel periodo Pisano (1109-1406). Pacini Editore. Pisa 1998 - B.Allegranti, A.De Ponte, F.Iacoponi: Collesalvetti e frazioni. Provincia di Livorno 1998 - M.N.Pezzini (a cura di): Doppia presenza, tradizione e innovazione in agricoltura.Provincia di Livorno 1997 - F.Minaccia: Da fattoria Granducale a Comunità. Collesalvetti 1737-1861. Edizioni scientifiche italiane. Napoli 1997 - F.Minaccia,E.Donati,D.Romolini,E.Ricconi: Lo sviluppo di una comunità. Collesalvetti 1861-1915. Edizioni Scientifiche Italiane. Napoli 1991 - G.Biagioli, R.Pazzagli, R.Toliani (a cura di): Le “corse agrarie”. Pacini Editore. Pisa 2000 - A.Freudiani (a cura di): Per una storia della dinastia dei Carmignani. Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense. Roma 1998 - C.Errico,M.Montanelli,R.Ciorli,M.Sanacore (testi): I mulini del territorio livornese. Comune di Livorno, Comune di Collesalvetti, Comune di Rosignano Marittimo. Livorno 1998 - Cent’anni dell’Istituto Salesiano - I Castelli della Via Emilia. A cura di Benozzo Gianetti. CLD Libri – Fornacette 2002 -Carla Celesta di Vegliasco. A cura di Francesca Cagianelli. Comune di Collesalvetti, Provincia di Livorno, Fondazione Cassa di Risparmi Di Livorno. Livorno 2002 - C.Errico, M.Montanelli: Produzione, conservazione e commercio del ghiaccio fra il XVI e XIX secolo nel territorio di Collesalvetti. Comune di Collesalvetti. Debatte – Livorno 2003 - La terra e gli uomini.Paesaggio agrario, trasformazioni sociali e produttive a Collesalvetti dall’unità d’Italia a oggi. A cura di V.Guastella,F.Mineccia,L.Tomassini. Comune di Collesalvetti 2003. - C.Errico, M.Montanelli: Il tabacco. Cultura e cura a fuoco nel territorio di Collesalvetti. Comune di Collesalvetti 2004. b) Lo stato degli insediamenti c) Indagine sul patrimonio edilizio esistente dagli anni 1988 al 1994 8 d) Le dinamiche economiche del territorio del SEL n.14 a cura dell’IRPET e) Analisi dei fenomeni sociali ed economici del territorio agricolo: i dati censuari f) Il sistema infrastrutturale e la mobilità: il Piano Urbano del Traffico, il Piano della sosta, Il Piano regionale della mobilità e della logistica, il Piano Generale dei Trasporti. g) Analisi delle risorse. h) I caratteri geologici e morfologici del territorio.Le indagini di supporto i) Dati del censimento dell’industria: lo stato del mondo produttivo locale j) Dati del censimento della popolazione: le dinamiche demografiche, le classi di età k) I servizi tecnologici: gli impianti a rete e puntuali. I dati quantitativi. l) Il ciclo integrale delle acque. Il piano d’ambito. ATO 5 m) I rifiuti. I dati quantitativi. ATO 4 n) Analisi dei rischi: lo stato del suolo e del sottosuolo o) Il quadro conoscitivo dello stato del bacino dell’Arno p) I Piani di assetto idraulico e idrogeologico q) Lo stato dell’area a rischio di incidenti rilevanti r) Il rapporto sullo stato dell’ambiente locale s) Gli studi e le indagini di supporto al Piano del Parco dei monti livornesi e delle ANPIL t) Cartografia tematica composta da: 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) suddivisione territoriale per frazioni carta dei servizi carta delle altimetrie carta dei vincoli carta delle emergenze paesistiche carta delle aree allagate pit: misure di salvaguardia sul rischio idraulico – reticolo idraulico ambiti AB carta delle infrastrutture Il quadro conoscitivo così schematicamente riassunto, si integra dei contributi bibiliografici, documentali e delle ricerche specifiche elaborate dagli enti. 9 Art.5 – I sistemi territoriali Il PS al fine di facilitare la comprensione dei fenomeni territoriali che costituiscono il risultato delle relazioni tra aspetti ambientali, economici, culturali e sociali, individua e suddivide il territorio comunale in sistemi e subsistemi quali risultanti dalle analisi conoscitive e in funzione degli obiettivi prefissati. L’articolazione segue criteri di omogeneità dal punto di vista ambientale, insediativo, infrastrutturale e funzionale ed è disciplinata da prescrizioni, indirizzi e parametri cogenti per la gestione dello strumento urbanistico. Il PS individua i seguenti sistemi e subsistemi 1 – SISTEMA DELLA PIANURA Comprende la parte eminentemente pianeggiante del territorio comunale posta a nord di esso. In tale zona, di concentrazione delle bonifiche idrauliche mediante la costruzione di un reticolo idraulico di scolo dell’intera pianura alluvionale del basso valdarno, si è susseguita storicamente la realizzazione di infrastrutture e insediamenti a carattere policentrico che ne denotano la vocazione di area soggetta a forte trasformabilità connessa a spazi di esclusiva o prevalente funzione agricola con elementi di particolare valenza paesistica ambientale (zone umide). 2 – SISTEMA DI COLLINA Area spiccatamente orografica vi si concentrano elementi di valore paesistico ed elementi testimoniali di valore storico-culturale connessi a luoghi ed aree a forte connotazione naturalistica e paesistica anche a prevalente funzione agricola, in cui gli elementi storici e recenti della trasformazione non ne hanno alterato sostanzialmente i caratteri originari. 3 – SISTEMA INSEDIATIVO Il Piano Strutturale individua il sistema insediativo quello costituente l’insieme areale degli scambi e delle relazioni produttive, residenziali e di servizio secondo i connotati 10 storici e attuali e in relazione agli obiettivi prefissati interconnesso ai sistemi di pianura e di collina. Il sistema insediativo si articola: a) subsistema dell’edificato storico: di epoca antecedente il 1880 b) subsistema dell’edificato consolidato: di epoca ricompresa tra il 1881 e il 1940 c) subsistema dell’edificato recente: di epoca successiva al 1940 d) subsistema degli insediamenti produttivi 4 – SISTEMA RURALE Il piano Strutturale individua il sistema rurale quale componente dei sistemi territoriali e degli insediamenti produttivi dai connotati storici. Il sistema rurale si suddivide nei seguenti subsistemi: a) subsistema territoriale ad esclusiva funzione rurale b) subsistema territoriale a prevalente funzione rurale c) subsistema territoriale a funzione rurale e paesistica ambientale d) subsistema territoriale con funzione rurale residuale e) subsistema territoriale con funzione rurale di protezione ambientale. 5 – SISTEMA FUNZIONALE Il Piano Strutturale individua nel sistema funzionale l’insieme delle infrastrutture e dei servizi che garantiscono sia la funzionalità interna delle relazioni, sia nei riguardi dei territori contigui e di area vasta. Il sistema funzionale si articola in: a) subsistema delle infrastrutture b) subsistema dei servizi. 6 – SISTEMA AMBIENTALE E’ l’insieme di norme prescrittive e ordinative, tendenti alla salvaguardia e tutela delle risorse essenziali – acqua, aria, suolo, sottosuolo – nonché quelle relative all’igiene, alla salute dei cittadini, trasversali ai singoli sistemi e subsistemi territoriali nonché l’individuazione degli elementi di sicurezza, a rete e puntuali, di superamento e di protezione dall’insieme dei rischi presenti sul territorio. 11 Il PS definisce i concetti di trasformabilità, trasformabilità condizionata e della conservazione che attengono ai sistemi e subsistemi individuati ed ogni altro concetto che semplifichi la comprensione terminologica e concettuale alla base della formulazione della disciplina degli assetti territoriali. Definisce altresì prescrizioni comuni a ciascun sistema e direttive non inquadrabili all’interno di un sistema o di un singolo subsistema. Il PS individua le Unità Territoriali Organiche Elementari sulla base di connotati di omogeneità morfologica, sociale, economica, strategica anche disgiunti fra loro. Art.6 – Definizioni Per le finalità applicative della presente normativa si esplicitano alcuni concetti-guida che assumono le seguenti definizioni: A – Categorie urbanistiche Trasformabilità: il complesso delle operazioni e degli interventi assentiti dallo strumento urbanistico che modificano in tutto o in parte l’aspetto o la funzionalità di un’area o di un luogo; Trasformabilità condizionata: il complesso delle operazioni o degli interventi assentiti dallo strumento urbanistico che modificano in tutto o in parte l’aspetto o la funzionalità di un’area o di un luogo, subordinatamente alla realizzazione di un insieme sistematico di interventi, od anche di uno solo, tendenti a salvaguardare uno o più aspetti o connotati di quel luogo o quell’area; Conservazione: il complesso di operazioni ed interventi assentiti dallo strumento urbanistico compatibili con gli obiettivi di salvaguardia e tutela dello stato del luogo riferito a particolari caratteri fisici o specifici ambiti del paesaggio naturale, a particolari caratteri architettonici e di testimonianza storica di specifici insediamenti, a il mantenimento dell’ aspetto morfologico territoriale; 12 Riqualificazione: le azioni volte al miglioramento della qualità della vita in un ambito territoriale circoscritto mediante la realizzazione di nuovi servizi, il superamento di condizioni di degrado fisico ed economico e ambientale, il ripristino di risorse naturali compromesse, il soddisfacimento di esigenze primarie relative alla conduzione delle attività agricole. Trasformazione : le azioni volte alla sostituzione o a nuove previsioni di interventi edilizi necessari per il riequilibrio delle funzioni e delle necessità sociali e per garantire una migliore e maggiore dotazione di servizi. Volumetria: La capacità insediativa residenziale che compete mediamente ad ogni abitante insediato o insediabile convenzionalmente assunta pari a 100 metricubi per abitante. Tale dato rapportato al numero dei componenti il nucleo familiare (secondo quanto emerso dal quadro conoscitivo:2,72 componenti a famiglia) consente, essendo l’indice di affollamento pari ad una famiglia per alloggio, di assumere la volumetria media per alloggio pari a 272 mc. Corridoi ambientali: Sono costituiti da spazi liberi tra un edificato e l’altro, necessari ad evitare fenomeni di saldatura urbana. In particolare sono rappresentati cartograficamente dal corridoio tra Vicarello e Collesalvetti. Carico urbanistico: In genere è la variazione della quantità insediativa in una determinata area espressa in volume(metricubi) o superficie di utilizzazione degli immobili (metriquadri) o variazione del numero delle unità immobiliari, secondo le destinazioni d’uso di essi, comportante l’addizione di dotazione di servizi per soddisfare minime esigenze di funzionalità. In relazione al carico urbanistico espresso in una determinata zona è possibile valutare l’entità dei fenomeni indotti in termini di numero e frequenza di persone e di mezzi, entità degli spazi di spostamento pedonale e veicolare, quantità dell’energia necessaria al riscaldamento e illuminamento, quantità di acqua potabile necessaria al soddisfacimento di esigenze primarie e di funzionamento, lunghezza di linee telefoniche e dei condotti in generale, quantità di condotti per l’allontanamento delle acque reflue e quantità organica da smaltire, quantità dei rifiuti prodotti nel contesto ove è avvenuta la variazione di carico, etc,…etc… B – Categorie edilizie 13 Valgono le definzioni del Regolamento Edilizio o in mancanza della legge regionale in materia. Il regolamento urbanistico, al fine di un corretto utilizzo delle risorse del territorio, nonché della riqualificazione e il riequilibrio delle funzioni e del tessuto insediativo, può definire ulteriori categorie nell’ambito dei seguenti interventi di tutela, di salvaguardia e di trasformazione a scala territoriale, urbana ed edilizia: Interventi di tutela e valorizzazione: Tutti gli interventi volti alla conservazione delle risorse, al mantenimento della qualità ambientale, alla valorizzazione di elementi e di ambiti paesaggistici significativi mediante recupero funzionale di usi compatibili. Interventi urbanistici a scala territoriale e urbana: - Interventi infrastrutturali: riguardano l’adeguamento o la realizzazione delle reti tecnologiche e delle strutture viarie, compreso le aree annesse e le strutture di servizio. - Opere di urbanizzazione primaria: come definite dall’art.4 della Legge 847/67 e successive modifiche e integrazioni. - Opere di urbanizzazione secondaria di carattere urbano e territoriale: come definite dall’art.17 della Legge 765/67 e successive modifiche e integrazioni. - Dotazione e adeguamento qualitativo degli standards: riguarda il soddisfacimento degli standards di servizi previsti dal D.M. 1444/68, ma soprattutto l’adeguamento qualitativo degli stessi alle reali esigenze degli abitanti. - Trasformazione urbanistica e riorganizzazione funzionale: riguarda la riconfigurazione funzionale e morfologica del tessuto urbano e quello rurale esistente nonché la realizzazione di nuova edificazione attuata anche attraverso specifiche regole tipomorfologiche. Al fine di attivare un corretto processo di attuazione del piano, il R.U. specificherà ulteriormente la natura e le modalità dei concetti precedentemente indicati avendo riguardo alle categorie di interventi e urbanistiche espresse dalle leggi regionali, dal PIT e dal PTC, in relazione agli obiettivi espressi per ogni sistema, sub-sistema o UTOE. In linea generale i concetti di recupero, riqualificazione e valorizzazione dell’ esistente, assumono valenza prioritaria rispetto alle trasformazioni ammesse . 14 Art.7 – Obiettivi dei sistemi Gli obiettivi del PS sono differenziati in relazione alle caratteristiche di ciascun sistema. Ciò non esclude che sussistano obiettivi comuni a ciascun sistema. A – SISTEMA DELLA PIANURA - Salvaguardia recupero e valorizzazione della rete idraulica e delle opere connesse e degli habitat naturali correlati. - Tutela delle risorse idriche del sottosuolo e riduzione della vulnerabilità idrogeologica da contaminazione - Valorizzazione dell’economia rurale tendente al riordino colturale orientato alla produzione di qualità attraverso tecniche di basso impatto ambientale, nonché all’incentivazione di un ruolo di presidio territoriale e di valorizzazione delle diversità degli ambienti e del paesaggio agrario anche mediante la regolamentazione degli interventi edilizi necessari alla conduzione dei fondi - Salvaguardia della separazione fisica tra le frazioni urbane necessaria al mantenimento dei connotati storico paesaggistici di sistema - Sviluppo della rete infrastrutturale necessaria all’implementazione del sistema economico locale di integrazione al sistema economico di area vasta - Sviluppo della rete infrastrutturale dei servizi per una fruizione allargata in funzione ricreativa idonea al collegamento e alla costituzione di un sistema di parchi anche a carattere tematico e per la connessione tra aree verdi urbane. - Sviluppo delle aree produttive a sostegno dell’economia B – SISTEMA DI COLLINA - Salvaguardia recupero e valorizzazione della rete idraulica e delle opere connesse e degli habitat naturali correlati. - Tutela delle risorse idriche del sottosuolo e riduzione della vulnerabilità idrogeologica da contaminazione - Tutela e valorizzazione dei caratteri paesaggistici, morfologici e naturalistici 15 - Valorizzazione dell’economia rurale tendente al riordino colturale orientato alla produzione di qualità attraverso tecniche di basso impatto ambientale, nonché all’incentivazione di un ruolo di presidio territoriale e di valorizzazione delle diversità degli ambienti e del paesaggio agrario anche mediante la regolamentazione degli interventi edilizi necessari alla conduzione dei fondi e incentivazione del recupero del patrimonio edilizio tendente allo sviluppo della fruizione turistica - Valorizzazione del sistema in stretta correlazione con il Parco delle Colline Livornesi e integrazione tra questo le ANPIL e il Parco Migliarino San Rossore, nonché sviluppo degli elementi di connessione con la riserva naturale della Contessa e della zona umida del Biscottino ed eventuale individuazione di aree e zone dello Scolmatore dell’Arno idonee al percorso di integrazione del parco, tesa al soddisfacimento del bisogno di natura da parte della popolazione urbana - Fruizione sostenibile delle aree boscate. C – SISTEMA INSEDIATIVO - Mantenimento del policentrismo territoriale tendente alla valorizzazione dell’identità storico culturale delle singole frazioni - Conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio testimoniale delle caratteristiche morfologiche e tipologiche originarie - Riqualificazione del tessuto urbano attraverso la dotazione di servizi e spazi tesi a migliorare la vivibilità urbana ed attenuare i disagi della mobilità anche mediante riconfigurazione infrastrutturale. - Sviluppo di sistemi alternativi di mobilità attraverso l’individuazione di piste ciclabili e percorsi pedonali - Definizione di regole tipologiche per lo sviluppo dell’ambiente urbano in sintonia con i caratteri preesistenti - Riassetto funzionale degli insediamenti finalizzato al riequilibrio del carico urbanistico per una corretta gestione delle risorse - Mantenimento di un contenuto carico insediativo delle residenze in funzione sociale - Sviluppo e riqualificazione delle aree produttive tendente al contenimento dei consumi e di riduzione delle emissioni inquinanti. - Disincentivare forme di saturazione edilizia del tessuto esistente urbano che possano limitare la costituzione di spazi aggregativi di valore sociale. 16 D – SISTEMA FUNZIONALE - Potenziamento della viabilità di interesse sovracomunale finalizzato alla riduzione del traffico veicolare sulla rete stradale esistente, alla eliminazione dell’attraversamento dei centri abitati e al miglioramento della mobilità urbana - Razionalizzazione della viabilità urbana mediante definizione di tracciati alternativi per la riduzione del traffico di attraversamento degli abitati - Riqualificazione e potenziamento della linea ferroviaria Pisa-Collesalvetti-Vada e relativo collegamento con Interporto-Stagno-Livorno dedicata al trasporto delle merci con riconversione di funzionalità di metropolitana di superficie e sviluppo di servizi connessi e pertinenti. - Sviluppo di una rete di percorsi pedonali e ciclabili alla scala territoriale anche mediante l’uso di percorsi ferroviari dimessi - Realizzazione di idonei cavalcaferrovia e potenziamento di ponti fluviali al fine di non intercludere l’interscambio interno e agevolare il potenziamento ferroviario mediante la soppressione di passaggi a livello - Sviluppo, potenziamento e adeguamento del canale scolmatore dell’Arno come potenziale idrovia di diretto collegamento tra il mare e le aree produttive e della logistica interne - Adeguamento razionalizzazione e potenziamento dei servizi per la residenza e delle attrezzature collettive nelle frazioni - Valorizzazione della rete distributiva commerciale di vicinato mediante incentivi agli interventi di ristrutturazione e di riconversione dell’esistente nonché il potenziamento in funzione della riqualificazione del tessuto delle relazioni urbane - Potenziamento e razionalizzazione dei servizi scolastici e della formazione - Riqualificazione e sviluppo dell’offerta turistico ricettiva attraverso la valorizzazione e il potenziamento delle strutture esistenti nonché mediante una localizzazione diffusa anche di nuove strutture ricettive nella prospettiva di costituire un sistema integrato locale di offerta turistica - Sviluppo e valorizzazione del rapporto con il mondo della ricerca in generale e quella universitaria in particolare potenziando offerta di sedi e servizi qualificati. 17 Art.8 – Indirizzi e prescrizioni per la valutazione ambientale Gli indirizzi di natura ambientale riguardano l’intero territorio comunale e sono definiti in funzione della tutela dell’ecosistema e degli aspetti incidenti sullo stato fisiologico di benessere dell’uomo. In questo senso si assume orientativamente che il pericolo può essere un oggetto o un insieme di circostanze in grado, potenzialmente, di danneggiare la salute di una persona e il rischio è la verosimiglianza , o la probabilità, che una persona subisca un danno per effetto di un particolare pericolo. Ciascun atto di competenza comunale è subordinato al rispetto delle condizioni di tutela poste dai seguenti indirizzi e prescrizioni di natura ambientale. Sono parte integrante degli indirizzi e prescrizioni del piano strutturale le azioni di tutela individuate nel processo di Agenda 21 locale. E’ necessario comunque attivare un processo sistematico inteso a valutare le conseguenze (positive e negative) sul piano ambientale, economico e sociale delle scelte di programmazione e pianificazione adottate dal Piano Strutturale, garantendo che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti nello stesso ed affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, aventi lo stesso grado e livello delle considerazioni di ordine urbanistico e territoriale. Obiettivo primario della valutazione è quello di valutare ambientalmente, economicamente e socialmente il Piano Strutturale, al fine di implementare e monitorare le sinergie positive realizzabili fra le priorità di sviluppo socioeconomico a quelle dell’ambiente. Operativamente questo si traduce nella verifica della rispondenza del PS e dei singoli comparti con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile: - valutando il grado di integrazione dei principi ambientali all’interno dei processi di formazione delle scelte di piano; - verificando i potenziali effetti ambientali, ovvero il contributo fattivo (positivo o negativo) sulla qualità sociale e sulla redditività economica delle scelte di piano. Il processo di valutazione mira, quindi, a rendere leggibili sia i risultati di miglioramento ambientale (riduzione dell’inquinamento, dei rifiuti, dei consumi di risorse ecc), sia gli effetti più rilevanti per la qualità sociale ed economica del territorio, derivante dalle scelte di pianificazione e programmazione. Obiettivo prioritario è quello di valutare la “posizione” del livello di sostenibilità riferimento al contesto complessivo del in territorio, attraverso l’utilizzo di indicatori 18 ambientali, economici e sociali applicati secondo le disposizioni delle Istruzioni Tecniche emanate dalla Regione Toscana o secondo quanto indicato dal PTC in tema di Valutazione Integrata Strategica. a) Pericolosità idraulica e geologica Il territorio comunale è suddiviso in classi di pericolosità idraulica idrogeologica e geologica secondo i criteri di classificazione stabiliti nei Piani di Assetto Idrogeologico e Idraulico redatti dalle competenti Autorità di Bacino, nonché in funzione della classificazione sismica del territorio comunale. Le condizioni e limitazioni indicate nelle suddette normative cosi come lo studio geologico di supporto alla pianificazione urbanistica allegato al presente Piano Strutturale fanno parte integrante e sostanziale della disciplina degli assetti territoriali compresa nel presente articolato. In questo senso ogni elaborazione o piano di assetto dovrà essere coordinato con gli atti di programmazione territoriale superando la concezione rigidamente vincolistica che ha caratterizzato finora le misure di salvaguardia. Ai fini della difesa del suolo è privilegiata ogni azione di prevenzione oltrechè di messa in sicurezza accompagnando gli atti sulla difesa del suolo dalla elaborazione di uno specifico piano di protezione civile. Ai fini della prevenzione il Regolamento Urbanistico avrà cura di individuare eventuali scarpate di faglia o fratture superficiali che possono ricondurre a possibili eventi profondi, nonché i siti di dissesto o frana non catalogati dal PAI, oltre ad una possibile diversa subarticolazione del grado di pericolosità sismico territoriale in funzione della risposta all’onda sismica del soprassuolo. b) Risorse idriche L’acqua dolce è una risorsa limitata e vulnerabile indispensabile alla vita, allo sviluppo e all’ambiente così come proclamato dal Consiglio di Europa a Strasburgo nella Carta Europea dell’Acqua in data 6 maggio 1968. In generale si dovrà perseguire il risparmio idrico attraverso le seguenti modalità: 1 – differenziazione delle reti potabile da altri usi negli insediamenti 2 – reimpiego delle acque usate 3 – raccolta e impiego delle acque meteoriche 19 4 – contenimento dell’uso idropotabile mediante applicazione di apposite tecnologie 5- controllo e gestione degli emungimenti In generale non vengono ammesse trasformazioni che comportano il superamento della disponibilità di risorse idriche reperibili o attivabili nell’area di riferimento. Il Regolamento Urbanistico avrà cura di individuare le aree e le località in cui è vietato l’emungimento incondizionato di acqua dal sottosuolo per l’alto grado di vulnerabilità ai processi di contaminazione in sintonia con gli indirizzi del PTC. Relativamente al sistema di smaltimento deve essere perseguito l’obiettivo di potenziamento della separazione degli impianti di fognatura e favorito il ricorso alla depurazione e al riuso delle acque usate. Negli insediamenti di piccole dimensioni e nelle case sparse i sistemi di smaltimento – fosse settiche, vasche Imhoff, subirrigazione, fitodepurazione, etc, ….. – dovranno tenere di conto della vulnerabilità del sottosuolo ai processi di contaminazione. Il Regolamento Urbanistico avrà cura di disciplinare le modalità di trasformazione territoriale e di utilizzazione degli edifici esistenti, in sintonia con il gestore unico e l’autorità d’ambito competente, nei siti e nelle località sprovviste di rete fognaria al fine di dotarli di idonei sistemi di smaltimento in armonia con le presenti prescrizioni e indirizzi. c) Rumore Per ogni insediamento deve essere garantito il non superamento dei livelli sonori ammissibili risultanti dalla zonizzazione acustica del territorio. Le scelte localizzative delle funzioni dovranno essere accompagnate da una idonea valutazione delle emissioni sonore e dalle relative misure di riduzione da assumersi negli appositi piani di risanamento acustico e da apposite misure di razionalizzazione e riorganizzazione del traffico veicolare. Le caratteristiche tecniche degli edifici dovranno garantire un’adeguata protezione dal rumore proveniente dall’esterno: il regolamento urbanistico individuerà in sintonia con la normativa vigente i parametri e i valori da rispettare. Il regolamento urbanistico provvederà a catalogare e codificare i possibili livelli di identificazione del “disagio” da rumore. Ciascuna opera identificabile come possibile sorgente di rumore deve essere realizzata con opere di mitigazione degli effetti sonori. 20 d) Atmosfera Dovrà essere garantita la qualità dell’aria stabilita nelle apposite normative di settore, assicurando che le attività produttive che comportano o inducono emissioni inquinanti non compatibili con gli standard di accettabilità siano da trasferirsi lontano dai centri abitati o comunque in aree che non comportano impatti significativi sui centri abitati stessi. In tali situazioni è consentito che sia dimostrata l’applicazione della migliore tecnologia disponibile, e l’attivazione di ogni intervento atto a mitigare gli impatti indiretti. E’ auspicabile per gli insediamenti produttivi la certificazione ambientale. Gli insediamenti produttivi esistenti a rischio inquinamento atmosferico dovranno monitorare costantemente le emissioni secondo un apposito piano di controllo della qualità dell’aria da concordare con l’Autorità Sanitaria Locale, coadiuvata dall’ARPAT locale, subordinando ogni utilizzazione e trasformazione dell’esistente. Nella valutazione dei piani di controllo della qualità dell’aria si avrà cura di tenere in debita considerazione le condizioni microclimatiche. In generale è prescritta la non ammissibilità di insediamento di industrie fonti di molestie insopprimibili. Nell’ambito di protezione da inquinamento atmosferico il regolamento urbanistico provvederà a individuare e catalogare le possibili situazioni del “disagio” da odori sgradevoli. e) Energia Si dovrà perseguire il contenimento di consumo energetico mediante assunzione delle seguenti misure: 1 – favorire il risparmio energetico mediante la realizzazione di edifici aventi caratteristiche costruttive finalizzate al contenimento energetico 2 – perseguire l’obiettivo della realizzazione di impianti energetici ad alta efficienza 3 – favorire l’uso di fonti rinnovabili Ogni insediamento dovrà essere accompagnato da specifiche valutazioni progettuali che tengano conto degli indirizzi e prescrizioni sopra espresse. Il Regolamento Urbanistico e il Regolamento edilizio stabiliranno le modalità di presentazione di tali progetti. 21 Potranno essere previste forme di incentivazione ed agevolazione per l’uso di fonti rinnovabili di energia e di risparmio energetico quali: - solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria; - impianti fotovoltaici di conversione dell’energia della radiazione solare in energia elettrica in corrente continua, autonomi o connessi alla rete elettrica esistente; - impianto eolico mediante uno o più aerogeneratori collegati alla rete locale; - la biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili ovvero trasformati in altre sostanze (solide, liquide o gassose) di più facile utilizzo negli impianti di conversione; - mini-impianti idroelettrici a recupero; - edifici ad "architettura bioclimatica" al fine di ottimizzare le relazioni energetiche con l'ambiente naturale circostante mediante il disegno architettonico per contenere le emissioni inquinanti e il consumo di fonti energetiche non rinnovabili, riducendo i consumi per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici minimizzando il fabbisogno energetico; f) Rifiuti Dovrà essere perseguito l’obiettivo della massima differenziazione della raccolta dei rifiuti, sia in ambito domestico, che produttivo, agricolo e commerciale. Ogni insediamento avrà cura di localizzare appositi spazi per la raccolta differenziata dei rifiuti mediante realizzazione di “isole ecologiche”. Dovrà essere perseguito l’obiettivo di far dotare ciascun edificio di appositi strumenti tecnologici idonei alla riduzione volumetrica dei rifiuti. g) Rischio incidenti rilevanti Nelle aree circostanti aziende a rischio di incidente rilevante sono identificati gli usi del suolo secondo una classificazione decrescente del grado di vulnerabilità in base a quanto stabilito dal DM 9 maggio 2001 e riportata nella carta delle vunerabilità annessa al quadro conoscitivo, redatta in armonia con le Istruzioni tecniche regionali appositamente emanate. In attesa che si compiano da parte degli enti competenti le fasi conclusive di valutazione sul rapporto di sicurezza presentato dall’azienda, sul grado di rischio e degli effetti di potenziale danno conseguenti all’evento ipotizzato si ammette l’adozione di norme transitorie e di salvaguardia finalizzate alla disciplina di assetti territoriali di 22 contenimento delle trasformabilità e delle funzioni d’uso d’incremento del carico insediativo preesistente, assumendo fin da questo momento che nell’areale ricompresso nei raggi di danno validati dall’organo competente non saranno consentite comunque variazioni in aumento del carico urbanistico a partire dai più alti gradi di rischio (letalità) subordinando a trasformabilità condizionata le variazioni in aumento del carico urbanistico realtive agli areali di danno sottoposti a gradi di rischio meno elevati (lesionabilità irreversibile e lesionabilità reversibile). Gli insediamenti produttivi a rischio di incidente rilevante dovranno monitorare costantemente il grado di sicurezza degli impianti secondo un apposito piano di sicurezza da validare da parte degli organi competenti. Il piano di sicurezza e le costanti modifiche e aggiornamenti dovrà essere comunicato all’Autorità Locale di Protezione Civile. Ogni utilizzazione e trasformazione dell’esistente dovrà essere conforme al piano di sicurezza trasmesso e compatibili con il piano di sicurezza esterno e, in mancanza, con il piano di protezione civile locale. h) Protezione da inquinamento elettromagnetico Si dovrà perseguire l’obiettivo di ridurre i livelli di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici di bassa frequenza. In generale gli impianti dovranno essere realizzati a distanza non inferiore ai parametri di legge di esposizione del campo magnetico dai centri abitati e dalle case sparse, facendo salve eventuali prescrizioni più restrittive impartite dagli organi tecnici di protezione ambientale competenti in relazione alla potenza degli impianti installati o da installare. Nelle aree soggette a tutela degli interessi paesistici gli elettrodotti devono essere realizzati in sotterraneo. Le stazioni di telefonia mobile dovranno rispettare la minima distanza dalle abitazioni misurata secondo le modalità espresse al 2° capoverso e nella direzione degli apparecchi ricetrasmittenti, facendo salve eventuali prescrizioni più restrittive impartite dagli organi tecnici di protezione ambientale competenti in relazione alla potenza degli impianti installati o da installare. Relativamente agli impianti fissi di radiocomunicazione il Regolamento Urbanistico può dettagliarne la dislocazione, anche mediante un accordo con i gestori, in ragione di 23 particolari situazioni che inducono il divieto di installazione dovuto alla alta sensibilità dell’area in merito ad interessi storici, architettonici, paesaggistici ed ambientali da tutelare oltre alle misure già in questo piano adottate. i) Siti inquinati In generale non è ammessa alcuna trasformazione urbanistica edilizia nei siti inquinati se non previa caratterizzazione e successivamente all’esito positivo delle operazioni di bonifica attestato dagli organi competenti in base alle prescrizioni da essi eventualmente impartite e secondo gli usi ammessi dallo strumento urbanistico successivamente alle operazioni sopra individuate. l) Aree percorse dal fuoco Nelle aree boscate in cui si sono verificati incendi e nelle aree individuate nella cartografia appositamente predisposta dall’ufficio competente della Provincia di Livorno, cui si rinvia, sono ammessi interventi di ripristino di esclusiva matrice selviculturale. Art. 9 – Invarianti strutturali Il Piano Strutturale individua, ai fini dell’equilibrio ambientale del territorio, aree ed edifici di valore storico, culturale e ambientale da tutelare. Le invarianti strutturali sono: 1) Il reticolo idraulico 2) Le zone umide 3) Le emergenze paesistiche 4) Il Parco dei Monti livornesi 5) Le ANPIL 6) Le infrastrutture storiche 7) Il patrimonio edilizio storico 8) I siti archeologici Le invarianti strutturali sono identificate e delimitate nella cartografia del Piano Strutturale. 24 Alle invarianti strutturali sopraindicate si aggiungono i vincoli sovraordinati prescritti dalle leggi nazionali e regionali vigenti riguardanti aree, impianti a rete, puntuali e prescrizioni settoriali: - oleodotti - gasdotti - aree delle sorgenti e dei pozzi di emungimento dell’acqua potabile - elettrodotti - cimiteri - depuratori - strade - ferrovie - beni storici - siti archeologici - vincoli ambientali e paesistici - vincoli idraulici e idrogeologici - vincoli sismici; comunque sussistenti ancorché non identificati e delimitati nella cartografia dei vincoli facente parte del quadro conoscitivo Alle invarianti strutturali di cui ai punti da 1 a 7 si applica la disciplina di cui al successivo articolo. Alla cartografia delle invarianti strutturali si accompagna la cartografia dei vincoli sovraordinati. 25 Art.10 - Statuto dei luoghi Il presente articolo disciplina i luoghi, gli edifici e i manufatti ricompresi nelle Invarianti Strutturali teso al mantenimento della riconoscibilità dei luoghi in termini di identità storico – locale. A – Il reticolo idraulico Il reticolo idraulico territoriale è piuttosto complesso e identifica la realtà territoriale colligiana con il suo sviluppo storico, sociale e produttivo mediante azioni ripetute di bonifica per colmata al fine di rendere idonei i nuovi terreni all’attività produttiva. Nell’ambito del reticolo idraulico sono sempre consentiti interventi di manutenzione e quelli di messa in sicurezza idraulica mediante tecniche naturalistiche. Eventuali interventi che introducessero elementi e manufatti o tecniche artificiali di regimazione o scolo meccanico delle acque dovranno comprendere le opere necessarie di mitigazione e adattamento morfologico ai luoghi. Il Piano Strutturale individua il reticolo idraulico principale, comprensivo delle pertinenze di ciascun fiume, torrente, botro o canale e delle relative opere di sicurezza, casse di espansione e di laminazione, idrovore, argini, golene, argini remoti, costituito da: 1 - Isola 2 – Tora 3 – Morra 4 – Acqua Salsa 5 – Ugione 6 – Tanna 7 – Nugola 8 – Fossa Nuova 9 – Fossa Chiara 10 – Bientina 11 - Torretta 12 – Toricchi 13 – Ficaiola 14 – Marmigliaio 26 15 – Fologno 16 – Chiaviche 17 – Scolmatore d’Arno Al reticolo idraulico individuato si applica il regime di inedificabilità per una fascia profonda dieci metri a partire dal piede esterno dell’argine o in mancanza dal ciglio di sponda. Per ragioni di sicurezza indotte da studi specifici relativi a calcoli idraulici redatti secondo le modalità stabilite nei PAI ,il Regolamento Urbanistico può apportare modifiche in aumento alla profondità della fascia di inedificabilità. Ogni trasformazione consentita è accompagnata dalle valutazioni di carattere idraulico formulate secondo le modalità impartite dalle Autorità di Bacino. Il reticolo idraulico settentrionale assolve oltre gli aspetti di sicurezza idraulica anche la funzione di uso del tempo libero e dell’attività di pesca e della navigazione da diporto subordinatamente a specifiche disposizioni di settore. Il Regolamento Urbanistico avrà cura di approfondire e dettagliare in sintonia con le autorità idrauliche competenti le attrezzature pertinenti agli usi descritti. B – Le zone umide Le zone umide rivestono valenza faunistica. In esse sono consentiti interventi di manutenzione e ripristino e di messa in sicurezza idraulica mediante tecniche naturalistiche. Nelle zone umide è altresì consentita la realizzazione di camminamenti e postazioni per l’osservazione della fauna. E’ vietata qualsiasi alterazione dello stato dei luoghi tendente alla riduzione della valenza faunistica e l’introduzione di elementi e manufatti artificiali. Nelle zone umide è interdetta l’edificazione. Nelle zone limitrofe alle zone umide è ammessa la realizzazione di servizi connessi e pertinenti alla gestione. Il regolamento urbanistico delimiterà il confine tra le zone umide e le aree pertinenziali e di servizio. Disciplinerà i servizi e stabilirà le funzioni pertinenti ivi compreso la consistenza e dimensionamento di ciascuno servizio. Alcune parti territoriali del reticolo idraulico possono assumere, per consistenza e dimensione in relazione alla fruizione faunistica, valenza di zone umide. 27 C – Le emergenze paesistiche Si annoverano nelle emergenze paesistiche i vallivi, i crinali, i viali dei cipressi, le aree boscate che si interconnettono costituendo un insieme armonioso e organico di preminente interesse paesaggistico da salvaguardare. Il regolamento urbanistico preciserà gli interventi e le trasformazioni ammissibili nelle suddette aree compatibilmente con le normative di settore, tenendo presente quanto segue: - le aree boscate rappresentano elemento di alto valore ambientale oltre che paesaggistico da tutelare ai fini idrogeologici e naturalistici da affrontare con le tecniche appropriate degli ambienti selvicolturali; - i viali dei cipressi rappresentano segni distintivi del paesaggio agrario locale e toscano in generale ove occorre evitare espianti generalizzati ma interventi selvicolturali tendenti al rinnovamento per parti di ciascun impianto; - i vallivi rappresentano aree omogenee in cui sarebbe auspicabile il non inserimento di elementi costituenti trasformazione permanente del suolo; - i crinali costituiscono aspetti distintivi del profilo orografico in cui l’introduzione di elementi di modifica ne alterebbero i connotati naturali. D – Il Parco dei Monti livornesi Il Piano Strutturale aderisce all’idea di parco quale strumento di governo delle risorse territoriali proiettate alla salvaguardia e valorizzazione dei beni naturalistici. E – Le ANPIL Costituiscono le aree perimetrate in tal senso interconnesse e contigue al Parco dei Monti livornesi. Il regolamento urbanistico specificherà gli interventi e le trasformazioni ammissibili all’interno delle ANPIL avendo presente i principi di mutualità tra tutela e valorizzazione, individuando precise modalità di fruizione e accessibilità compatibili con le caratteristiche ambientali e paesaggistiche dei luoghi. In particolare avrà cura di definire: - le modalità di tutela delle componenti paesaggistiche, ambientali e naturalistiche 28 - le attività agricole connesse e compatibili - le destinazioni d’uso - gli interventi edilizi - la gestione e la tutela dei soprassuoli - la raccolta dei prodotti del sottobosco - gli accessi - le attività turistiche compatibili - la vigilanza F – Le infrastrutture storiche Le infrastrutture storiche sono rappresentate dall’Acquedotto Leopoldino, da quello delle Pollacce, dal ponte Mediceo, il ponte Santoro. Il Piano Strutturale tutela le infrastrutture storiche e le opere connesse comprese le aree circostanti quali spazi pertinenziali. Sono ammessi interventi di restauro ampliati alle aree circostanti per valorizzare gli aspetti storici delle architetture connessi a quelle paesaggistiche degli impianti. G – Il patrimonio edilizio storico Gli edifici storici – le ville, le chiese, gli edifici pubblici di età superiore a 50 anni, i complessi edilizi e le aree pertinenziali - individuati in cartografia, siano essi notificati ai sensi della legislazione in materia, o quelli ricompresi in appositi elenchi redatti dall’amministrazione comunale, o quelli di acclarato e manifesto valore testimoniale, sono tutelati dal Piano Strutturale. Il regolamento urbanistico specificherà la categoria degli interventi ammissibili sugli edifici storici indipendentemente dalle funzioni d’uso comunque compatibili con le caratteristiche storiche architettoniche da salvaguardare. H – I siti archeologici Il Piano Strutturale salvaguarda i siti archeologici individuati ammettendo interventi volti alla loro valorizzazione comprese le trasformazioni infrastrutturali e di servizio contermini tendenti all’accrescimento della conoscenza di ciascun sito mediante dotazioni che aumentano la fruibilità e l’accessibilità pubblica. 29 Il regolamento urbanistico preciserà l’estensione delle aree contermini e individuerà la natura e le caratteristiche dei servizi funzionali. Art.11 – Disciplina degli assetti territoriali Il Piano Strutturale individua i criteri e la disciplina da seguire nella definizione degli assetti territoriali relativamente a ciascun sistema e subsistema individuato.Le norme che seguono hanno immediata efficacia sugli interventi consentiti. A – SUBSISTEMA RURALE Relativamente ai sistemi di pianura e di collina si ammettono principi comuni in ordine ai subsistema rurali in cui sono suddivisi, compatibili con la produzione agricola e forestale e alle attività connesse e complementari. La presente disciplina regola le destinazione di annessi agricoli, abitazioni, servizi, infrastrutture, attività agrituristiche, turismo verde, e le destinazioni relative a nuove edificazioni, a interventi sul patrimonio edilizio esistente, alle trasformazioni territoriali e alle attività complementari. L’attività agricola si integra con altre funzioni e settori produttivi compatibili con la tutela e valorizzazione del territorio, ivi comprese le attività di fruizione delle aree rurali per il tempo libero, anche attraverso la realizzazione di percorsi attrezzati e l’installazione di attrezzature a carattere precario, tettoie e manufatti in legno con copertura in erica, la salvaguardia delle risorse genetiche autoctone ed il mantenimento della presenza umana a presidio dell’ambiente. Fermo restando che gli interventi di nuova realizzazione sono disciplinati dalla normativa di settore, le trasformazioni territoriali sono subordinate al rispetto delle norme contenute nei Piano di Assetto Idraulico e Idrogeologico vigenti nonché alle prescrizioni contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento, e per espressamente previsto, dalle presenti norme e quanto da esse non dalle prescrizioni più restrittive qui introdotte. 30 Ai fini della salvaguardia dell’integrità territoriale i frazionamenti delle unità poderali sono vietati ai sensi dell’art. 846 del C.C. e della legge 3/6/1940 n.1078 senza la preventiva approvazione dei PMAA o in contrasto con quanto disposto dalla presenti norme. Nei subsistemi rurali è vietato il deposito di materiali e il ricovero di mezzi che non siano pertinenti alla conduzione agraria. Per facilitare l’uso di fonti rinnovabili per la produzione di energia a servizio degli edifici e delle attività l’installazione di impianti tecnologici di natura eolica, solare, di riciclaggio dei rifiuti e delle deiezioni animali,……. possono concorrere agli incentivi previsti dal Regolamento Edilizio. Ai fini della conservazione dei valori ambientali e degli assetti idrogeologici, concorrono oltre le presenti norme le disposizioni del Regolamento di Polizia Rurale, la legge e il regolamento forestale regionale. E’ prescritto il mantenimento ed il ripristino delle aree boschive, la conservazione degli insiemi vegetazionali di tipo particolare (zone umide, cacuminali, filari di siepi, ecc.), il divieto di impianto di essenze estranee ed infestanti. E' consentita l'introduzione di essenze arboree e cespugliose autoctone finalizzate alla tutela della fauna, la ricostruzione delle alberature lungo le strade, il mantenimento e ripristino all’ interno dei boschi dei percorsi e la conservazione di elementi di particolare interesse quali filari di alberi, cespugli e canneti. Compongono il sistema vegetazionale i terreni interessati dalle cenosi vegetali tipiche del luogo. I programmi di miglioramento agricolo ambientale assumono valore di Piano Attuativo nei casi previsti dalle presenti norme. ANNESSI AGRICOLI Vengono definiti annessi agricoli le costruzioni necessarie e pertinenti alla conduzione agricola strettamente correlati alla produzione di ciascuna azienda costituiti da: i locali per il magazzinaggio e confezionamento dei prodotti, i locali di ricovero degli attrezzi e mezzi d'opera, le tettoie, i fienili, gli essiccatoi, i fabbricati per il ricovero degli animali, le concimaie, le cantine vinicole, le serre, gli impianti di acquacoltura, i locali di esposizione e vendita dei prodotti aziendali. L’installazione di manufatti precari è consentita esclusivamente agli imprenditori agricoli iscritti nell’Albo provinciale che conducono aziende con superfici fondiarie minime non inferiori a quelle previste dalla L.R. o P.T.C., con le caratteristiche tipologiche di cui ai successivi articoli, per un periodo non superiore ad un anno. 31 Per le aziende che non raggiungono le superfici minime colturali , non è consentita la costruzione di annessi agricoli con esclusione delle aree di seguito specificate. E’ consentito nei locali di un annesso agricolo, in uno spazio non superiore a 50 mq, la vendita diretta dei prodotti dell’azienda. Le caratteristiche architettoniche degli annessi agricoli devono ispirarsi alle caratteristiche di ambientazione del territorio agricolo toscano secondo alcune regole tipologiche specificate nel regolamento edilizio. Riguardo all’ubicazione gli annessi agricoli dovranno essere realizzati nelle vicinanze della casa colonica in modo da costituire il complesso degli edifici pertinenti al centro aziendale. Riguardo alla dimensione gli annessi non possono eccedere la capacità produttiva del fondo o le reali necessità dell’azienda dimostrate secondo la normativa in vigore. Le tettoie o i fienili sono costituiti da edifici privi di tamponamenti laterali e devono avere il tetto a capanna con manto di copertura in coppi e embrici o tegole portoghesi simili agli altri edifici dell’azienda, anch’esse devono essere ubicate nell’area del centro aziendale. Le serre in sede fissa, soggette a concessione, sono generalmente costruite in ferro e vetro secondo la caratteristica sezione a pentagono. Le stalle o gli edifici di ricovero degli animali devono essere costruite con le caratteristiche degli annessi avendo cura dell’eventuale ripartizione in box per ciascun animale internamente all’edificio. Eccettuate le tettoie e le serre sono vietati annessi che abbiano parti strutturali in vista. Alla richiesta di concessione edilizia per ogni singolo annesso dovrà essere allegata la documentazione fotografica degli immobili presenti in azienda. La realizzazione di annessi agricoli può essere subordinata ad alcune limitazioni secondo il subsistema di localizzazione. Per cogliere l’obiettivo della valorizzazione del sistema rurale colligiano viene assimilato ad annesso agricolo la costruzione di una mieleria da realizzarsi una tantum nel solo ambito del subsistema a prevalente funzione rurale senza necessità di PMMA da parte del Consorzio Apicoltori locali, legalmente costituito, di 300 mq di superficie coperta massima dell’immobile, ad un solo piano e di altezza massima di 4 metri, misurata secondo le modalità stabilite nel Regolamento Edilizio, e con le caratteristiche architettoniche previste per gli edifici in zona rurale, su una superficie di terreno non superiore a 3000 mq.. 32 OPERE DI MIGLIORAMENTO FONDIARIO Le opere di miglioramento fondiario sono costituite da alla dotazione quegli interventi pertinenti infrastrutturale dell'azienda quali: sistemi d'irrigazione per condotte e relative opere di captazione delle acque dal sottosuolo, vasche di preriscaldo delle acque d'irrigazione, fosse di scolo e di regimazione delle acque superficiali, sistemi di drenaggio artificiali e muretti a retta o di contenimento dei terrazzamenti. I livellamenti fondiari sono ammessi su terreni aventi una pendenza media non superiore al 2% e una profondità media di livellamento non superiore a 60 cm., là dove tali opere non si interconnettono con i capifosso di scolo e con i viali alberati esistenti. Gli interventi che superano tali parametri, potranno essere autorizzati previa presentazione di studi e relazioni che dimostrino l’ininfluenza idrogeologica, idraulica e di compatibilità ambientale e che il materiale di resulta deve essere reimpiegato nell’azienda. Possono essere modificati i sistemi di coltivazione e apportate modifiche alla quadratura dei campi. Costituiscono opere di miglioramento fondiario i rimboschimenti. Sono vietati i disboscamenti. Gli interventi di sistemazione idraulico - agraria sono vietati nelle zone di pertinenza delle aste naturali di drenaggio se non finalizzati alle opere di messa in sicurezza idraulica. Sono ammesse recinzioni realizzate con siepi di essenze locali , sono ammesse installazioni di retrostante rete metallica nelle aree di pertinenza dei fabbricati ad uso abitativo, sono ammesse inoltre recinzioni in rete metallica per le aree di allevamento animali delle aziende agricole. In tutti i casi è vietata l’installazione di filo spinato e la realizzazione di recinzioni in muratura. Sono ammesse inoltre recinzioni temporanee in rete metallica e sostegni in legno per la difesa delle produzioni, dove siano accertati dagli organi preposti possibili danni. La realizzazione di pozzi che captano falde idriche, a qualunque scopo destinati, è vietata nell’area caratterizzata a elevata vulnerabilità dal PTC. E’ ammessa la realizzazione di invasi di accumulo delle acque superficiali per scopi irrigui nel rispetto della normativa di settore e previa valutazione di compatibilità ambientale. E’ vietata l’eliminazione ed il tombamento, con esclusione dei tratti necessari per la realizzazione di accessi carrabili, di fossi e fossette naturali di scolo delle acque superficiali. 33 E’ vietata l’eliminazione di viabilità vicinale. NUOVE ABITAZIONI Si definisce casa colonica o abitazione rurale quell’edificio insistente sul fondo agricolo pertinente alla conduzione del medesimo fondo di proprietà del coltivatore diretto o imprenditore agricolo a titolo principale, secondo le definizioni legislative in vigore, idonea ad ospitare in forma permanente il nucleo familiare dell’imprenditore o quello di uno o più dipendenti. La realizzazione di nuove case di abitazione in zona agricola è commisurata alla effettiva necessità dell'imprenditore agricolo del fondo, dimostrata attraverso la formazione del P.M.A.A. ai sensi di legge. La costruzione di nuove case di abitazione rurali può essere limitata secondo la natura del subsistema di localizzazione. Non è ammessa la realizzazione di nuove case di abitazione qualora sul fondo insista un edificio avente la stessa destinazione ancorché degradato. Nel caso di nuove costruzioni eseguite con i criteri della bioarchitettura e l’uso di fonti rinnovabili di energia sono applicabili gli incentivi previsti dal regolamento edilizio. Il Regolamento Urbanistico può prevedere articolazioni diverse della superficie utile dell’abitazione rurale in funzione della dimensione del nucleo familiare. La minima unità d'intervento è stabilita dalla Legge Regionale o Piano Territoriale di Coordinamento. Le caratteristiche architettoniche delle case coloniche devono ispirarsi alle caratteristiche di ambientazione del territorio agricolo toscano secondo le regole tipologiche stabilite dal regolamento edilizio. INFRASTRUTTURE E SERVIZI Nei subsistemi rurali sono ammessi interventi di realizzazione di infrastrutture relativamente a: condotte idriche e fognarie, gasdotti, elettrodotti, oleodotti, linee telefoniche, e impianti di trasformazione dell’energia elettrica da media a bassa tensione, impianti eolici stazioni di radiocomunicazione. Tutti gli interventi connessi a dette opere infrastrutturali dovranno connotarsi senza produrre inquinamento visivo delle forme e delle immagini del paesaggio. A tale scopo le 34 presenti norme dettano limitazioni agli interventi che interessano aree di rilevante effetto paesistico ambientale. E’ vietata la costruzione di nuova viabilità interpoderale. E’ prescritta la conservazione e manutenzione della viabilità esistente. INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE Salvo eventuali edifici individuati di rilevante valore storico e architettonico, sul patrimonio edilizio esistente sono sempre ammessi gli interventi di ristrutturazione anche mediante redazione di Piani di Recupero ai sensi della L.R. 59/80. Le destinazioni d’uso sono quelle compatibili con le funzioni ammesse dalle presenti norme Generalmente gli interventi devono essere volti a conservare l’organismo edilizio in tutte le sue componenti architettoniche della casa rurale, ivi compresi i materiali, e il ripristino dell’originario aspetto e i connotati distintivi. Nel caso di interventi di recupero a fini di abitazione rurale, qualora le superfici esistenti non lo consentano è ammessa la realizzazione di servizi igienici in ampliamento, nei limiti dimensionali normativi regionali vigenti, ed il rialzamento del tetto nei limiti di adeguamento igienico sanitario e di sicurezza. Per tutti gli edifici costruiti antecedentemente il 1880 non è consentita la demolizione. Altresì non è consentita la demolizione degli edifici rappresentanti documentazione testimoniale di attività produttive specifiche: tabaccaie, bigattiere, etc…. E’ consentita la demolizione di corpi di fabbrica costituenti superfetazioni o di annessi non più funzionali alla conduzione agricola e la loro ricostruzione mediante ricomposizione architettonica dell’edificio principale nei limiti di compatibilità stabiliti dalle presenti norme. Sono comunque esclusi dalla ricomposizione architettonica gli edifici costruiti antecedentemente il 1880. Nell’edificato esistente di epoca superiore al 1880 è consentita la ristrutturazione edilizia mediante la demolizione preordinata ad una fedele ricostruzione, in termini di ubicazione, volumetria, altezza e destinazione d’uso. La ristrutturazione urbanistica è ammissibile nell’ambito della stessa azienda compatibilmente con le destinazioni stabilite dalle presenti norme. La ricostruzione dovrà avvenire con le caratteristiche costruttive citate. Le abitazioni rurali che non raggiungono alla data di entrata in vigore delle presenti norme i limiti dimensionali di 110 MQ. di superficie utile oltre il 20% di accessori sono 35 consentiti ampliamenti senza la presentazione del P.M.A.A. fino al raggiungimento di tali limiti dimensionali . E’ consentita la realizzazione di autorimesse nell’area di pertinenza dell’edificio, purché i nuovi manufatti si richiamino ai caratteri dell’edilizia rurale, la superfici di tali manufatti non potrà essere superiore a mq. 20 utili per ogni unità abitativa. La costruzione di natura pertinenziale dovrà essere vincolata permanentemente a tale destinazione mediante atto unilaterale d'obbligo da registrarsi e trascriversi nei registri immobiliari. Il mutamento della destinazione d’uso, con o senza opere, di edifici rurali è consentito per finalità residenziali, turistico ricettive, di ristorazione e di interesse pubblico previa dimostrazione della loro inutilizzabilità ai fini della conduzione agraria secondo le modalità normative. Per gli edifici esistenti aventi destinazione non agricola fin dall’epoca precedente la LR n.10/1979 o risultante da atti assunti in ragione di detta LR o successive in materia, è ammesso il cambio di destinazione d’uso con o senza opere nei limiti delle funzioni ammesse dalle presenti norme. Le dimensioni delle aree di pertinenza per i fondi agricoli che non raggiungono i parametri minimi della L.R. 64/95 o P.T.C. e comunque considerati improduttivi, sono pari all'intera superficie aziendale. E' introdotta la tipologia di centro aziendale, così denominata quell'insieme di edifici insistenti su una area intera di pertinenza che raggruppano il complesso di funzioni connesse alla conduzione agricola e relative all'attività amministrativa, commerciale, residenziale, di rappresentanza e accoglienza dei visitatori (foresteria), tecnica e agrituristica. Nei Centri Aziendali risultanti e individuati da piani di utilizzazione aziendale, miglioramento e sviluppo, già convenzionati o obbligati ai sensi della Legge Regionale Toscana 10/79 e 64/95 sono ammessi interventi di ristrutturazione edilizia atti a definire, specificare, razionalizzare e riorganizzare il complesso delle funzioni ivi svolte mediante progetti riferiti all'intera area di pertinenza che ne costituisce l'unità minima di intervento. La trasformazione di edifici rurali per fini residenziali è consentita negli edifici cui è possibile ricavare unità abitative non inferiori a 272 mc. ciascuna. La trasformazione di edifici rurali per scopi turistico ricettivi dovrà corrispondere agli standards e ai parametri dimensionali prescritti dal Testo Unico regionale in materia. La trasformazione di edifici rurali a fini agrituristici è regolata dalla L.R. Sono vietate le deruralizzazioni parziali. 36 PISCINE ED ATTREZZATURE E’ ammessa la realizzazione di piscine private all'aperto completamente interrate e piccole attrezzature sportive polivalenti di tennis, palla a volo, pallacanestro, nelle corti di pertinenza degli edifici, senza la creazione di volumetrie fuori terra anche per impianti tecnologici e con finiture che si integrino con il contesto ambientale in cui vengono realizzati, con il divieto di abbattimento di piante e dell’utilizzo dell’acqua del pubblico acquedotto. La localizzazione degli impianti dovrà uniformarsi alla morfologia del terreno al fine di ridurre al minimo i movimenti di terra necessari e le relative opere di contenimento, le caratteristiche tipologiche degli impianti dovranno essere desunte dagli elementi fisici e morfologici del paesaggio quali orditura, curve di livello, pendenze. A1 – I SINGOLI SUBSISTEMI RURALI I subsistemi rurali tendono a identificare specificità territoriali che li contraddistingue in tema ambientale. Paesistico o di valenza esclusivamente rurale, per i quali si introducono in linea con quanto asserito alcune ulteriori specificazioni o limitazioni in tema di conservazione e trasformabilità. a) subsistema territoriale ad esclusiva funzione rurale Individua le parti del territorio agricolo comunale suscettibili di trasformazioni territoriali di esclusiva funzione rurale. Si applicano le norme stabilite dalla Legge Regionale salvo le parti più restrittive qui introdotte. Le destinazioni d’uso del patrimonio edilizio esistente sono quelle richiamate dalle presenti norme. b) subsistema territoriale a prevalente funzione rurale Individua le parti del territorio agricolo comunale suscettibili di trasformazioni territoriali ove la componente rurale assume funzione prevalente ma non esclusiva. Si applicano le norme stabilite dalla Legge Regionale, dal PTC e dalle presenti norme salvo le parti più restrittive qui introdotte. E’ ammessa la realizzazione di una mieleria. 37 In adesione al Piano Regionale delle Attività Estrattive in questo subsistema è consentita l’attività estrattiva temporanea secondo una apposita cartografia di dettaglio allegata alle varianti di adeguamento in cui sono specificate le seguenti sottoattività distinte mediante specifica grafia sugli ambiti destinati alle diverse modalità di intervento di attuazione del progetto di coltivazione nonché del ripristino ambientale. L’esercizio di attività estrattiva è regolato dalla legge regionale. L’escavazione dovrà essere congiunta alle operazioni di ripristino. La progettazione dovrà tener conto delle caratteristiche fisico – meccaniche dei materiali estratti e dovrà essere congruente con i caratteri morfologici dell’area di cava senza mai prescindere dall’obbiettivo finale del procedimento di recupero. Il progetto di coltivazione dovrà contenere specifiche valutazioni ed indicazioni relative agli aspetti morfologici, botanici, idrogeologici e paesaggistici. facilitando l’ottenimento della morfologia finale che dovrà essere il più possibile congruente con i caratteri morfologici peculiari della zona. In particolare la coltivazione dovrà essere realizzata dall’alto verso il basso, per fette o gradoni discendenti. Dovrà essere garantita la stabilità delle scarpate sia provvisorie che finali.In ogni fase della coltivazione dovrà in oltre essere garantita la regimazione delle acque superficiali mediante fosse di guardia che convogliano le acque verso ricettori naturali esistenti. Particolare attenzione dovrà essere rivolta anche alla regimazione delle acque sotterranee eventualmente intercettate durante la coltivazione evitando che queste possano affiorare sui fronti di scavo e favorire quindi fenomeni di instabilità. Le aree di coltivazione dovranno essere mantenute in sicurezza e non dovranno costituire stati di pericolosità per chiunque. I fronti di scavo a cielo aperto, qualora coltivati a gradoni, dovranno essere rettificati in modo che il profilo finale sia rappresentato da un’unica superficie a pendenza uniforme con inclinazione congrua con le caratteristiche fisico– meccaniche e giacimentologiche dei terreni. Gli accessi alla viabilità pubblica dovranno essere curati e predisposti in modo tale che la movimentazione dei mezzi di cava non costituisca situazioni di pericolo. L’accesso dovrà garantire spazzi di manovra atti alla necessità, una visibilità su ambo i lati della viabilità principale di almeno ml. 150 e raggi di curvatura di ml. 40, o secondo le prescrizioni dell’ente competente. I progetti di coltivazione dovranno prevedere delle aree di rispetto della viabilità pubblica di almeno 40 ml. 38 I progetti di coltivazione dovranno prevedere delle aree di rispetto della viabilità pubblica di almeno 40 ml. vincolanti la ditta escavatrice al mantenimento in stato di efficienza della viabilità che interessa la cava e l’attività estrattiva che vi viene svolta. In ogni caso il progetto di coltivazione è sottoposto alla verifica prevista dalle normative in vigore. Tali aree si suddividono in: a) Ambito di Rispetto: In tale ambito è consentita l’escavazione. Dovranno essere previsti gli intereventi di regimazione idraulica necessari a salvaguardare l’idrografia superficiale. In questo ambito va conservata la vegetazione esistente. b) Ambito di deposito dei residui della coltivazione: In caso di scadenti proprietà meccaniche dei terreni una volta rimaneggiati, lo stoccaggio dovrà avvenire in aree morfologicamente stabili, dove siano realizzate interventi ed opere atte a garantire la stabilità della discarica privilegiando tecniche di ingegneria naturalistica. E’ ammessa l’istallazione di impianti aventi finalità di prima lavorazione dei materiali estratti o comunque complementari all’attività di cava e compatibili con il ripristino c) Ambito a destinazione finale boscata: Il modellamento dei terreni in queste aree dovrà essere eseguito in modo da consentire la collocazione a dimora di essenze arboree tipiche della vegetazione mediterranea. I tipi e le dimensioni di tali essenze saranno rappresentati in specifico elaborato allegato all’istanza di autorizzazione. L’altezza delle essenze non dovrà essere inferiore a mt. 2,50. Lo svincolo delle garanzie prestate dall’impresa potrà avvenire, oltre la verifica dell’avvenuto ripristino nei modi stabiliti nell’autorizzazione, solo previo accertamento dell’effettivo attecchimento dell’essenze. Nel susbsistema a prevalente funzione rurale mantengono le funzioni inerenti destinazioni turistico-ricettive finalizzate all’attività golfistica già convenzionate. In questo subsistema insistono attività di trasformazione di prodotti agrari. In apposita cartografia rappresentante il subsistema rurale a prevalente funzione agricola sono rappresentate le aree soggette a coltivazione di cava, golf e trasformazione di prodotti agricoli. 39 c) subsistema territoriale a funzione rurale e paesistica ambientale Individua le parti del territorio agricolo storicizzato in cui l'introduzione di trasformazioni territoriali generalizzate crea disturbo all'equilibrio paesaggistico ambientale E’ vietata la costruzione di nuove abitazioni rurali e di nuovi annessi agricoli che modificano l’andamento dei crinali. E’ vietata la costruzione di nuovi annessi agricoli che non abbiano specifica pertinenza col fondo agrario e che eccedono la capacità produttiva dello stesso e ad esso non collegate E’ vietata la costruzione di serre e impianti di acquacoltura E' vietata la realizzazione di cave di prestito E’ vietata l’installazione di insegne o cartelli pubblicitari, fatta eccezione per quelli previsti dal codice della strada e quelli realizzati in conformità alle tipologie previste da regolamenti comunitari, nazionali, regionali e comunali. E’ vietata la modificazione agli assetti colturali delle olivete e dei vigneti. e quelli vegetazionali paesaggisticamente e storicamente significativi E’ ammesso l'ampliamento degli edifici rurali esitenti fino al raggiungimento dei parametri se destinati all'abitazione principale (certificato di residenza del nucleo familiare alla data di adozione delle presenti norme), mentre per i rimanenti casi sono ammessi ampliamenti per adeguamento igienico sanitario... d) subsistema territoriale con funzione rurale residuale Individua le parti del territorio agricolo comunale nelle quali la polverizzazione colturale ha assunto finalità diverse dalla specifica produzione agricola di carattere aziendale e assumono valore di aggregazione con funzione sociale. E’ ammessa l’installazione di elementi prefabbricati in legno su ciascun singolo lotto di terreno non superiore a mq. 10 di superficie coperta per lotti non inferiori a 3000 mq. Il Regolamento Urbanistico può disporre particolari regolamentazioni della suddivisione dei terreni e delle caratteristiche degli annessi nonché le modalità attuative. e) subsistema territoriale con funzione rurale di protezione ambientale 40 Individua le parti del territorio rurale a prevalente carattere boschivo ma anche quelle con significative emergenze storiche ed ambientali, in cui l'introduzione di trasformazioni territoriali sono ritenute incompatibili. E’ vietata la costruzione di nuove abitazioni rurali E’ vietata la costruzione di nuovi annessi agricoli Sono vietati interventi di ristrutturazione urbanistica E' vietata la realizzazione di cave di prestito E’ vietata la costruzione di serre e impianti di acquacoltura E’ vietata l’installazione di insegne o cartelli pubblicitari, fatta eccezione per quelli previsti dal codice della strada, per quelli realizzate in conformità alle tipologie previste da regolamenti comunitari, nazionali, regionali e comunali. E' vietato l'espianto delle olivete. Sono ammesse opere pertinenziali degli edifici, secondo le destinazioni compatibili Sono vietati gli ampliamenti volumetrici e interventi di ristrutturazione urbanistica nelle aree coperte da vegetazione boschiva. Sono ammessi i regimi di trattamento idonei a garantire il rispetto dei dinamismi naturali delle riunioni vegetali spontanee, mediante interventi tesi alla conservazione degli equilibri naturali già raggiunti eliminando fenomeni di disturbo, quali il taglio dei boschi o le vicinanza delle coltivazioni, controllando nel tempo la situazione e permettere la loro evoluzione verso un equilibrio più stabile. In alcune situazioni sarà necessario superare situazioni negative o compromesse agendo mediante rimboschimento con specie arboree ed arbustive autoctone, favorendone il naturale dinamismo e eliminare l’eventuale dominio di entità vegetali alloctone mediante opportune tecniche di graduale sostituzione dello strato vegetale con specie più idonee. Il regolamento urbanistico può dettagliare la disciplina di ulteriori interventi sia di uso del patrimonio edilizio esistente, che di nuova edificazione, nel caso richiamando specifici piani di ambito o quanto effettivamente concordato circa il regolamento delle aree naturali protette di interesse locale avviato con la Provincia di Livorno mediante un apposito accordo sulle aree contigue. Relativamente ai caratteri degli edifici, che qui vengono richiamati, il Regolamento Urbanistico può introdurre ulteriori articolazioni in funzione del grado di trasformabilità e conservazione riguardo a ciascun subsistema rurale. Tali articolazioni possono riguardare 41 particolari aspetti costruttivi degli edifici o specifici richiami tipo-morfologici, dettagli dei materiali, tipologia delle coperture, colorimetrie, ma anche riguardare impianti tecnologici e rapporti di ubicazione e dislocazione, le sistemazioni esterne, le recinzioni più compatibili, i manufatti precari e le autorimesse, particolari attenzioni nelle lavorazioni agricole che nelle presenti norme dovessero risultare carenti descrittivamente o da precisare e approfondire, come eventualmente prescrivere modalità redazionali dei progetti in specie riguardo alle problematiche di compatibilità ambientale. B – SISTEMA INSEDIATIVO Relativamente al sistema insediativo viene disposta la seguente disciplina riguardante il subsistema edificato. B1 – SUBSISTEMA DELL’EDIFICATO E’ individuata la seguente articolazione del sistema insediativo relativo all’edificato: a) Edificato storico: anteriore al 1880 b) Edificato consolidato: tra il 1880 e il 1940 c) Edificato recente: oltre il 1940 L’ambito dell’edificato storico ricomprende gli edifici e le pertinenze degli immobili tutelati dalla L. n.1089/1939, non ricompresi nelle invarianti strutturali; gli impianti edilizi a sviluppo pressoché lineare anche di limitate estensioni formatesi per lo più lungo percorsi matrice in cui sono rintracciabili, talvolta, significativi apparati architettonici decorativi; il patrimonio insediativo costituito da villini, palazzine o comunque tipi edilizi aventi connotati architettonici di rilievo e/o soluzioni tipo-morfologiche legate al particolare rapporto con il sito e con i valori insediativi locali; il patrimonio di tutti quei manufatti, annessi o complessi a caratterizzazione spesso rurale in cui siano rintracciabili i valori più schiettamente architettonici e leggibili i valori di pertinenzialità stretta con il sistema territoriale d’appartenenza. Qualsiasi intervento sugli immobili appartenenti all’ambito dell’edificato storico, non può prescindere dal mantenimento dell’assetto urbano o ambientale, dell'impianto fondiario così come si è conformato nella specifica tipologia insediativa e dal rapporto tra il sistema degli spazi scoperti e coperti e tra spazi coperti e volumi edificati. Gli interventi, tesi al 42 recupero ed al mantenimento del patrimonio insediativo, dovranno conservare gli elementi e i materiali originali, eliminare le condizioni di degrado, siano esse specifiche dei materiali, di tipo antropico o legate ad interventi pregressi incongruenti e rispettare specifiche prescrizioni impartite dal Regolamento Edilizio o Urbanistico in tema di intonaci, tinteggiature, serramenti, sistemazioni esterne, pavimentazioni, coperture, mantenimento degli elementi di letteratura tipica dell’immobile da salvaguardare. Le categorie d’intervento ammesse sono quelle compatibili con gli obiettivi innanzi descritti e individuate in: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, adeguamento igienico sanitario. Relativamente alle destinazioni d’uso, fatte salve le destinazioni esistenti alla data di entrata in vigore delle presenti norme, sono ammesse le seguenti utilizzazioni: a) residenziale; b) direzionale; c) artigianale di servizio; d) commerciale limitato ai pubblici esercizi; e) turistico-ricettivo f) pubbliche o di interesse pubblico. Sono vietate tutte le utilizzazioni incompatibili con il valore storico-architettonico degli edifici. Per ciò che attiene l’utilizzazione degli spazi scoperti pertinenziali, oltre ai parcheggi privati, ove non in contrasto con il mantenimento ed il ripristino della sistemazione storica, sono ammessi arredi da giardino, gazebo e pergolati. Il Regolamento Urbanistico può individuare con apposito simbolo grafico, gli edifici soggetti a speciali prescrizioni riguardanti la ricostituzione della morfologia storica del tessuto edilizio. Relativamente alle prescrizioni speciali d’ambito n. 1-2-3 individuate nella categoria di unità disono altresì ammessi interventi di ricostituzione della morfologia storica mediante la sopraelevazione dell’edificio da realizzarsi secondo la profondità consolidatala del corpo di fabbrica e sino alla quota di gronda data dalla media delle altezze degli edifici contigui ovvero,all’altezza del fabbricato contiguo, nel caso di un lotto adiacente libero. Le nuove costruzioni oltre a rispettare quanto prescritto al comma 2 dovranno avere coperture a falde inclinate “a capanna”, e soluzioni di facciata 43 tipologicamente contestualizzate con l’esistente cortina edilizia. L’ambito dell’edificato consolidato ricomprende: gli edifici e le pertinenze degli immobili tutelati dalla L. n.1089/1939, non ricompresi nelle invarianti strutturali; gli impianti edilizi a sviluppo pressoché lineare anche di limitate estensioni formatesi per lo più lungo percorsi matrice; il patrimonio insediativo costituito da villini, palazzine o comunque tipi edilizi aventi connotati architettonici significativi e/o soluzioni tipo-morfologiche legate al particolare rapporto con il sito e con i valori insediativi locali; il patrimonio di tutti quei manufatti, annessi o complessi a caratterizzazione spesso rurale in cui siano rintracciabili i valori più schiettamente architettonici e leggibili i valori di pertinenzialità stretta con il sistema territoriale d’appartenenza. Nell’ ambito dell’edificato consolidato, in virtù della sua natura non propriamente storica, spesso si perdono i connotati caratteristici per evidenti azioni di degrado relative all’introduzione di funzioni incompatibili e di addizioni incongruenti anche in relazione al tessuto circostante. Qualsiasi intervento sugli immobili appartenenti all’ambito dell’edificato consolidato, non può prescindere dal mantenimento dell’assetto urbano o ambientale, dell'impianto fondiario così come si è conformato nella specifica tipologia insediativa e dal rapporto tra il sistema degli spazi scoperti e coperti e tra spazi coperti e volumi edificati. Gli interventi, tesi al recupero ed al mantenimento del patrimonio insediativo in generale, dovranno conservare gli elementi e i materiali di connotato, eliminare le condizioni di degrado, siano esse specifiche dei materiali, di tipo antropico o legate ad interventi pregressi incongruenti. Le categorie d’intervento ammesse sono quelle compatibili con gli obiettivi innanzi descritti e individuate in: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, adeguamento igienico sanitario, ristrutturazione anche mediante demolizione con fedele ricostruzione. Relativamente alle destinazioni d’uso, fatte salve le destinazioni esistenti alla data di entrata in vigore delle presenti norme, sono ammesse le seguenti utilizzazioni: a) residenziale; b) direzionale; c) artigianale di servizio; d) commerciale di vicinato e pubblici esercizi; e) turistico-ricettivo f) pubbliche o di interesse pubblico. 44 Sono vietate tutte le utilizzazioni incompatibili con il valore degli edifici. Per ciò che attiene l’utilizzazione degli spazi scoperti pertinenziali, oltre ai parcheggi privati, ove non in contrasto con il mantenimento ed il ripristino della sistemazione storica, sono ammessi arredi da giardino, gazebo e pergolati. Il Regolamento Urbanistico può individuare con apposito simbolo grafico, gli edifici soggetti a speciali prescrizioni riguardanti la ricostituzione della morfologia storica del tessuto edilizio mediante la sopraelevazione dell’edificio da realizzarsi secondo la profondità consolidata del corpo di fabbrica e sino alla quota di gronda data dalla media delle altezze degli edifici contigui ovvero,all’altezza del fabbricato contiguo, nel caso di un lotto adiacente libero. Le ricostruzioni, generalmente nell’ambito della volumetria esistente, dovranno avere coperture e soluzioni di facciata tipologicamente contestualizzate con l’esistente cortina edilizia anche mediante impianto a filo strada. Il Regolamento Urbanistico può fissare nei casi specifici parametri dimensionali relativi all’altezza, profondità, distanze, massimo ingombro dell’edificio da ricostruire. L’ambito dell’edificato recente corrisponde all’edilizia libera o cosiddetta “corrente” di ville, villette, palazzine o edifici di limitato o nullo interesse architettonico o ambientale, generalmente circondate su tre o quattro lati da spazi inedificati, sistemati a giardino o a parcheggi privati. Il sistema edificio-lotto costituisce un riferimento urbano definito e percepibile risalente ad una edificazione spesso in continuo allo sviluppo urbano contraddistinto dalla carenza del disegno urbanistico e/o tipologico, ma anche riferite a realizzazioni unitarie distinguibili ma carenti d’integrazione del sistema insediativo principale. In tale ambito sono ammesse tutte le categorie d’intervento applicabili all’edificato esistente. Il Regolamento Urbanistico nel perseguire l’obiettivo dell’integrazione al sistema insediativo e di ricomposizione del tessuto edilizio può individuare lotti edificabili all’interno dell’ambito dell’edificato recente prescrivendo parametri dimensionali, di allineamento,specifici. Relativamente alle destinazioni d’uso, fatte salve le destinazioni esistenti alla data di entrata in vigore delle presenti norme e compatibilmente con le prescrizioni ivi inserite, sono ammesse le seguenti utilizzazioni: a) residenziale; b) direzionale; 45 c) commerciale di vicinato e pubblici esercizi; d) artigianale di servizio; e) turistico-ricettivo; f) pubbliche o di interesse pubblico. L’utilizzazione degli spazi scoperti di pertinenza è adibita a parcheggi e verde privati,. E’ ammessa l’installazione di arredi da giardino quali gazebo e pergolati come definiti dal regolamento edilizio. La riconversione degli insediamenti esistenti per le finalità d’uso previste dalle presenti norme sono subordinate al soddisfacimento dei requisiti di funzionalità urbanistica e edilizia in relazione al carico insediativo proposto. Si prescinde dalla verifica dei requisiti di dimensionamento dei parcheggi pertinenziali nell’ambito dell’edificato storico. 46 Art. 12 – Unità Territoriali organiche elementari Il presente articolo individua le Unità Territoriale Organica Elementare (UTOE), gli obiettivi, i parametri urbanistici generali, le categoria di intervento ammissibili per ciascuna di esse e le previsioni confermative di immediata efficacia. Il Piano Strutturale ha il compito di determinare le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti e delle funzioni, nonché delle infrastrutture e dei servizi necessari in ciascuna UTOE. In sede di Regolamento Urbanistico potranno essere apportate lievi modifiche ed eventuali rettifiche alle perimetrazioni delle UTOE individuate nella cartografia del Piano Strutturale. Tali variazioni, limitate da precise e specifiche argomentazioni relative all’organicità dell’UTOE non potranno riguardare quantità superiori al 10% della superficie della singola UTOE e ferme restando le quantità insediative previste per ciascuna comunque nell’ambito delle circoscrizioni delimitate come Unità di paesaggio dal PTC. In riferimento ad obiettivi di area vasta e per la complessità degli usi e delle funzioni in esse previste le Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE) possono rivestire valenza di natura superiore, per consistenza e dimensione, assumendo la definizione di Unità Territoriali Organiche Complesse (UTOC). Per il perseguimento degli obiettivi delle presenti norme ed al fine di consentire la corretta applicazione dei criteri e degli indirizzi riferiti a ciascuna UTOE o UTOC, il Piano strutturale individua specifiche salvaguardie da considerarsi efficaci fino all’approvazione del Regolamento urbanistico oltre quelle definite puntualmente all’art. 12 delle presenti norme. Le UTOE sono descritte nella consistenza e dimensione nei prospetti che seguono riportanti:N°, denominazione, sup.territoriale,n° abitanti residenti,superficie a standards attuale distinta per funzione, previsione insediativa per unità di misura (metricubi, metriquadrati), n° abitanti previsti, quantità di standards previsti, funzioni ammesse. La consistenza di ciascuna UTOE è in funzione del dimensionamento stabilito per il Piano Strutturale. 47 UTOE N.1 – BISCOTTINO Superficie territoriale: ha 98,1475 Abitanti: n 82 Obiettivi: Le caratteristiche dell’area l’assimilano ad un sottobacino idrografico. L’obiettivo principale è rappresentato dalla messa in sicurezza idraulica. La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente rappresenta l’altro grande obiettivo di questa UTOE. Per la presenza consolidata di alcune funzioni specifiche legate al trattamento di rifiuti speciali l’area può assumere funzione industriale dedicata. Prescrizioni per il R.U.: Il RU individuerà gli interventi relativi alla messa in sicurezza idraulica, assoggetterà le trasformazioni territoriali consentite alla preventiva messa in sicurezza idraulica anche mediante attivazione di sinergie pubblico-privato. Il RU individuerà inoltre le funzioni ammissibili compatibili col recupero della vecchia fornace, dettaglierà le funzioni, oltre ad individuarne le aree pertinenziali, compatibili con la zona umida avendo riguardo alle possibili funzioni di interconnessione con il limitrofo Parco Migliarino-San Rossore. Le macrodestinazioni d’uso principali sono individuate in: rurale, residenziale,artigianale-industriale, commerciale, pubblico, turistico-ricettiva, paesisticaambientale. UTOE N.2 – LAVANDONE Superficie territoriale: ha 362,1781 Abitanti: n 10 Obiettivi: L’area si presta ad una destinazione monofunzionale agricola per la particolare omogeneità che la contraddistingue e soprattutto suscettibile di sperimentazione colturale e dell’innovazione nell’attività produttiva primaria. E’ anche suscettibile di interventi per la messa in sicurezza idraulica di territori più vasti confluendo nella località Punta degli Alessandrini il sistema dei canali di bonifica della pianura settentrionale, ma anche di un sistema meccanico di scolo, che la lega storicamente ai territori delle antiche bonifiche. Prescrizioni per il R.U.: Per quest’area della sperimentazione colturale agricola il RU appronterà specifiche norme d’incentivazione oltre a garantire eventuali interventi di messa in sicurezza idraulica 48 del bacino idrografico di confluenza Per la vicinanza al canale scolmatore dell’Arno l’area è suscettibile di interventi a carattere infrastrutturale legati all’ipotesi della sua navigabilità. Il RU individuerà le destinazioni d’uso compatibili. UTOE N.3 – CASE ROSSE Superficie territoriale: ha 123,7100 Abitanti: n 11 Obiettivi: Anche in questo caso prevale una funzione agricola. Ma l’esistenza di alcuni edifici a destinazione residenziale rende suscettibili gli edifici esistenti di trasformabilità a quello scopo. La particolare giacitura dei terreni e l’altimetria rispetto a situazioni contermini li garantiscono da problemi di ristagno idraulico che ne favoriscono la regimazione superficiale. Prescrizioni per il R.U.: Il RU disciplinerà oltre la trasformabilità incondizionata a scopo agricolo dell’area i possibili usi complementari per il tempo libero individuando nelle aree di attuale svolgimento dell’attività aeronautica di volo ultraleggero le dotazioni pertinenziali. UTOC N.4 – SCOLMATORE Superficie territoriale: ha 1269,262 Abitanti: n 314 Obiettivi: Questa UTOE è generata in funzione dell’ipotesi di navigabilità del canale Scolmatore dell’Arno.In tale ipotesi il canale assolverebbe ad una funzione molteplice di canale di sicurezza idraulica e di idrovia attrezzata su cui si attestano attività di logistica integrata. L’asse navigabile risulterebbe di forte attrattività anche per lo sviluppo di traffici di cabotaggio direttamente collegati con il mare aperto ampliando notevolmente le potenzialità intermodali dell’intera area sviluppando una direttrice di mercato verso l’entroterra toscano. Secondo studi economici di fattibilità la realizzabilità dell’idea si fonda su specifiche garanzie di manutenzione futura dell’opera che vengono legate alla presenza di aree a carattere produttivo. In questo senso l’intero sviluppo lineare del canale non può che essere rappresentato all’interno di una unica unità territoriale dovendo essere garantito sia l’approccio tematico che l’omogenità degli scopi della disciplina degli assetti territoriali. 49 La molteplicità delle funzioni espresse all’interno dell’area vengono subordinate ad ipotesi localizzative separate, intervallata da attività agricola ed altre funzioni Prescrizioni per il R.U.: In relazione agli obiettivi prefissati il RU individuerà le aree oltre quelle dell’interporto e dell’autoparco compatibili con l’ipotesi di navigabilità dello Scolmatore di generazione di traffici intermodali appartenenti o implementanti la funzione di logistica integrata. Le funzioni sono molteplici. Il RU individuerà le destinazioni compatibili eventualmente anche rinviando ad uno specifico piano attuativo delle funzioni con la seguente limitazione: sono vietate le nuove funzioni residenziali salvo quelle derivanti dal recupero del patrimonio edilizio esistente in aree rurali. All’interno dei comparti e delle aree con esclusiva o prevalente funzione logistica è ammessa l’introduzione di funzioni produttive di tipo artigianale-industriale con incidenza non superiore al 40% delle loro superfici territoriali Sono conseguentemente e tassativamente escluse le attività di smaltimento e di termovalorizzazione e comunque tutte le operazioni di smaltimento rifiuti come definite e disciplinate dall’allegato B alla parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e ssmmii. Sono invece ammesse unicamente le attività di recupero rifiuti definite ai punti R3 (limitatamente al recupero di legno e plastica) R4, R5 ed R13 (con riferimento alle sole attività R3, R4 ed R5 sopra richiamate) dell’allegato C alla stessa norma, comprese attività di recupero di materie e produzione di beni (quali a titolo esemplificativo: plastica, RAEE, impianti fotovoltaici dismessi), limitatamente ai soli rifiuti non pericolosi, e comunque senza comportare pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi suscettibili di recare pregiudizio all’ambiente. Individuerà inoltre i possibili usi complementari all’uso agricolo per il tempo libero individuando nelle aree di attuale svolgimento dell’attività aeronautica di volo ultraleggero le dotazioni pertinenziali. UTOE N.5 – COLMATA Superficie territoriale: ha 155,3311 Abitanti: n 6 Obiettivi: In quest’area convivono plurifunzioni. L’obiettivo è quello di costituire un polo industriale dedicato alla componentistica e all’hi-tech. Lo sviluppo planimetrico dell’UTOE è determinato dalla delimitazione delle infrastrutture principali della ex strada statale n555 ad ovest, della ferrovia ex CMF a sud, delle strada di collegamento e di raccordo con la SGC FIPILI a est e della ferrovia d’innesto ad Interporto a nord. Prescrizioni per il R.U.: 50 Il RU dovrà articolare la viabilità in modo che la diversità dei tipi di traffico garantisca percorsi separati e dedicati per il traffico residenziale di collegamento tra Guasticce e Stagno e viceversa. Dovranno essere lasciati spazi opportuni per garantire i futuri sovrappassi ferroviari in modo che tutta l’area mantenga autonomia e fluidità di traffico verso la superstrada FIPILI. Le destinazioni sono molteplici ma è vietata o sconsigliata la destinazione residenziale e quella relativa all’attività di semplice deposito delle merci. UTOE N.6 – GUASTICCE Superficie territoriale: ha 223,1992 Abitanti: n 1260 Obiettivi: Arricchire la frazione di Guasticce di dotazioni e servizi mediante una riconfigurazione che garantisca la sua indipendenza dai grandi insediamenti produttivi ubicati ad ovest. L’obiettivo è quello di articolare la frazione anche mediante un ribaltamento verso nord di collegamento al nuovo passante ferroviario abbandonando definitivamente la vecchia stazione. Il disegno urbano della frazione dovrà essere improntato secondo una adeguata dotazione di servizi posti a corona sul lato ovest di separazione dalle aree produttive e interportuali. Prescrizioni per il R.U.: Il RU garantirà il soddisfacimento di tutte le destinazioni funzionali e disegnerà la nuova articolazione urbana anche mediante disegni esplicativi da assumere come modelli tipologici e distributivi di riferimento.E’ vietata o sconsigliata la destinazione industriale. Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative UTOE N.7 – MORTAIOLO Superficie territoriale: ha 292,0575 Abitanti: n 161 Obiettivi: L’obiettivo è quello di garantire alcune prerogative dell’unità territoriale che ruotano intorno all’agglomerato di Mortaiolo fondate sul mantenimento dimensionale di agglomerato. Prescrizioni per il R.U.: 51 Il RU avrà cura di precisare le modalità attuative inserendo anche alcune categorie della conservazione. Il limite nord dell’unità può variare in funzione di un migliore approfondimento di dettaglio del percorso ferroviario di collegamento alla tratta Pisa-Vada. Sono vietate le destinazioni artigianale-industriale UTOE N.8 – VICARELLO Superficie territoriale: ha 246,9105 Abitanti: n 3031 Obiettivi: Assicurare alla frazione il più possibile una articolazione viaria circolare e contemporaneamente preservarla da fenomeni di avvicinamento alle infrastrutture che la delimitano della nuova ss206 e della ferrovia. Approfondire il sistema della viabilità ricercando soluzioni adeguate a consentire che il traffico veicolare in movimento lungo la direttrice di traffico svincolo FIPILI con l’area Guasticce Stagno assolva ad una più consona funzione di by-pass del centro abitato garantendo un adeguato grado di sicurezza ed un significativo abbattimento dei livelli di inquinamento ambientale ed acustico.Favorire la sostituzione edilizia. Prescrizioni per il R.U.: Il RU articolerà le attuali aree di espansione residenziale assicurando, mediante il disegno della viabilità, la modalità circolare nella frazione contrariamente all’attuale unico asse di attraversamento, evitando soprattutto gli accrescimenti per cortine successive alle strade. Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative. UTOE N.9 – GRECCIANO Superficie territoriale: ha 607,0976 Abitanti: n 141 Obiettivi: Assicurare l’attività agricola secondo le trasformabilità consentite dalla LR in materia, assicurare l’unitarietà dei complessi agricoli denominati centri aziendali, consentire la permanenza di destinazioni residenziali, favorire l’attività turistica ricettiva anche attraverso il riuso del patrimonio edilizio rurale, consentire limitate attività artigianali di servizio altrimenti non collocabili in ambiti più idonei. 52 Prescrizioni per il R.U.: Il riuso del patrimonio agricolo a fini turistici ricettivi deve avvenire nel rispetto delle tipologie architettoniche attuali.L’attività di orti periurbano potrà avvenire subordinatamente alla predisposizione di un regolamento che fissi dimensioni e consistenza e tipologie degli annessi. UTOE N.10 – STAGNO Superficie territoriale: ha 352,4949 Abitanti: n 4411 Obiettivi: Cogliere una riqualificazione dell’intera frazione mediante appositi approfondimenti di dettaglio e norme specifiche di attuazione anche mediante redazione di apposito strumento attuativo particolareggiato che consenta il raggiungimento degli obiettivi mediante esercizio del potere espropriativo. La riqualificazione interessa aspetti infrastrutturali e di destinazione e soprattutto un dosaggio dei carichi urbanistici in funzione di area dichiarata a rischio di incidenti rilevanti. Una diversa articolazione delle aree di espansione ove poter assicurare il riequilibrio attraverso il ribaltamento di immagine di aggregato urbano subordinato e connesso alla presenza del grande stabilimento; una riorganizzazione funzionale delle infrastruutre a maggior servizio della residenza e l’individuazione di un possibile sistema alternativo di circonvallazione della frazione per il traffico di attraversamento; l’eliminazione e la delocalizzazione di attività spiccatamente retroportuali; la valorizzazione degli spazi di aggregazione e connettivi, compresa l’arteria stradale di scorrimento, mediante operazioni di arredo; una più precisa e puntuale normativa sulle tipologie architettoniche da assentire comprese quelle relative all’attività produttive. Favorire la sostituzione edilizia e salvaguardare parti dell’abitato esistente che presenta connotati storico-morfologici interessanti nonché salvaguardare il tessuto urbanistico del borgo lineare di inizio secolo. Prescrizioni per il R.U.: Individuare processi percorribili di attuazione degli obiettivi. Costituire un articolato normativo capace di assumere valenza prescrittiva anche sotto il profilo delle funzioni assentibili. Assicurare fascie di rispetto e di usi compatibili correlate alla profondità dei raggi di danno ipotizzati. Articolare la viabilità mediante una netta separazione tra il traffico pesante e quello leggero. Riappropriarsi delle funzioni spiccatamente urbane mediante operazioni d’arredo lungo la viabilità trasversale. E’ vietata l’attività di deposito delle merci Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative. 53 UTOE N.11 – LA TANNA Superficie territoriale: ha 433,2710 Abitanti: n 267 Obiettivi: Mantenere le caratteristiche di ambito rurale pur riconoscendo le trasformazioni del passato con destinazioni funzionali derivate dalla vicinanza del capoluogo. Assicurare lo stato eminentemente rurale. Consentire nuovi interventi per la trasformazione di prodotti agricoli. Congelare nuove realizzazioni non agricole. Prescrizioni per il R.U.: Assicurare il recupero dell’edificato esistente secondo le destinazioni funzionali agli obiettivi specifici. Incentivare forme di attività complementare all’agricoltura. UTOE N.12 – COLLESALVETTI Superficie territoriale: ha 321,8042 Abitanti: n 3365 Obiettivi: Mantenere le caratteristiche della città storica mediante valorizzazione delle architetture e degli spazi aggregativi. Rivalutare percorsi pedonali e storico panoramici. Assicurare il recupero funzionale di parti di edifici per consentire una rivitalizzazione delle attività di vicinato.Incentivare forme di qualificazione e dotazione di servizi ricettivi anche mediante potenziamento delle situazioni preesistenti Prescrizioni per il R.U.: Redarre apposite normative legate al recupero funzionale degli edifici storici mantenendo le caratteristiche del tessuto storico connettivo, assicurando riqualificazione degli ambienti mediante sostituzione dell’edilizia impattiva recente nel contesto storico. Attivare forme incentivanti la riqualificazione. Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative. Incentivare la realizzazione di una struttura ricettiva integrata nel complesso di villa Carmignani implementando l’offerta di spazi conferenziali e di studio eventualmente applicando la formula del campus secondo lo schema allegato sub D. 54 UTOE N.13 – NUGOLA Superficie territoriale: ha 59,3037 Abitanti: n 899 UTOE N.15 – CASTELL’ANSELMO Superficie territoriale: ha 21,6817 Abitanti: n 178 UTOE N.17 – PARRANA SAN MARTINO Superficie territoriale: ha 30,2414 Abitanti: n 214 UTOE N.18 – PARRANA SAN GIUSTO Superficie territoriale: ha 11,2197 Abitanti: n 73 UTOE N.20 – COLOGNOLE Superficie territoriale: ha 85,214 Abitanti: n 125 Obiettivi: Favorire interventi e attività che qualifichino il centro storico mantenendone e innalzandone la vitalità, ammettendone la trasformazione purchè secondo regole evolutive tali da non distruggerne la qualità e facendo svolgere al centro storico anche significative funzioni di servizio alla fruizione delle risorse naturalistiche e paesaggistiche verso i parchi collinari; la realizzazione di una “porta del parco ( ANPIL)” con adeguati servizi e complesso ricettivo;favorire interventi di collegamento e fruizione del sistema dei parchi, dei beni storico-culturali e delle emergenze paesistiche;interventi di recupero del patrimonio edilizio a fini turistico ricettivi, con possibilità di ampliamenti; ammettere nuova 55 edilizia residenziale non in forma di lottizzazione unitaria ma di piccoli interventi al fine di rispondere alla domanda locale e specifica di abitazioni. Promuovere processi di valorizzazione delle costruzioni rurali storiche interne agli abitati anche mediante apposite destinazioni d’uso. Prescrizioni per il R.U.: Incentivare le trasformazioni per cogliere gli obiettivi prefissati.E’ vietata l’attività artigianale e industriale e quelle di deposito, la grande e media distribuzione commerciale;le lottizzazioni di tipo urbano e comunque gli interventi superiori a 1200 mc..favorendo quelli entro i limiti di una tipologia di quattro unità abitative. Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative. UTOE N.21 – LE CASE Superficie territoriale: ha 62,856 Abitanti: n 50 Obiettivi: Mantenere le caratteristiche di piccolo agglomerato sviluppatosi lungo i bordi dell’unica strada di accesso e di uscita. Favorire la realizzazione di piccoli interventi residenziali nei vuoti esistenti lungo i due lati stradali di bassa consistenza. Prescrizioni per il R.U.: Consentire tipologie residenziali entro i limiti dimensionali di quelle esistenti mono o bifamiliari E’ vietata ogni altra destinazione funzionale. UTOE N.14 – COLLINE LIVORNESI Superficie territoriale: ha 6080,8419 (di cui ha.688,5663 di Parco e ANPIL) Abitanti: n 1031 Obiettivi: Sostenere e incentivare le attività agricolo produttive tramite l'ammissibilità di interventi di recupero del patrimonio edilizio a fini agrituristici e turistico-ricettivi; la piena applicazione delle normative vigenti in materia di attività agricole, di quelle connesse e di agriturismo valutando le medesime quali contributo alla tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici; il 56 coordinamento con altre azioni comunali nei settori della fiscalità, dell'imprenditoria agricola, dei servizi ad essa connesse, delle strategie socioeconomiche del comparto agricolo produttivo; l'ammissibilità di pratiche pertinenziali per sport e tempo libero;favorire l’apicultura e le attrezzature per esercitarla;favorire le attività di campeggio, agricampeggio e camper service ove compatibili; attuare le previsioni del Piano regionale delle attività estrattive. Prescrizioni per il R.U.: Sono vietate le seguenti destinazioni funzionali: media e grande distribuzione commerciale, artigianale-industriale, nuove costruzioni a scopo residenziale. UTOE N.16 – TORRETTA Superficie territoriale: ha 36,0332 Abitanti: n 61 Obiettivi: Assicurare il mantenimento delle caratteristiche del borgo intorno alla piazza e al ponte. Incentivare forme di recupero anche mediante destinazioni funzionali di tipo turistico ricettivo. Prescrizioni per il R.U.: Disincentivare e vietare destinazioni contrastanti con gli obiettivi specifici. Incentivare forme di recupero dell’arredo e dei materiali, valorizzare mediante appositi interventi qualitativi lo spazio piazza e l’ingresso dalla strada statale. Connettersi funzionalmente all’area archeologica soprastante. UTOE N.19 – CROCINO Superficie territoriale: ha 26,3721 Abitanti: n 177 Obiettivi: Riconfigurare l’agglomerato mediante una variazione viaria di circonvallazione per incrementare la qualità delle relazioni attraverso una riqualificazione degli spazi aggregativi seppur ristretti parallelamente al corso del torrente Morra. Prescrizioni per il R.U.: 57 Disincentivare forme di saturazione degli spazi costituenti nuove possibilità aggregative. Mantenere possibilità edificatorie secondo piccoli interventi all’interno del suo ambito secondo una tipologia di quattro unità abitative.E’ vietata la media e grande distribuzione commerciale, l’attività artigianale-industriale e quella di deposito. 58 Art. 13 – Il dimensionamento del Piano Strutturale Residenza Si assume indicativamente secondo quanto emerge dal quadro conoscitivo e dagli obiettivi prefissati che il dimensionamento del Piano Strutturale riferito alla domanda residenziale, composta dai seguenti segmenti: 1) Una quota relativa alla crescita demografica: 35% 2) Una quota relativa a richieste di sostituzione edilizia per ragioni legate al miglioramento della qualità abitativa: 15% 3) Una quota della domanda è sicuramente riferibile alla formazione di nuovi nuclei familiari:25% 4) Una quota tende a soddisfare esigenze locative per ragioni di lavoro: 5% 5) Una quota tende a soddisfare esigenze locative per la produzione di reddito: 5% 6) Una quota è riferita a processi di riqualificazione di alloggi esistenti: 15%; è pari a 212000 metricubi secondo la proiezione decennale: arco temporale assunto come obiettivo strategico di verifica. A tale quantitativo va aggiunta la volumetria corrispondente alle esigenze di mantenimento residenziale dei nuclei abitativi collinari (n° 9) per non disperderne il valore sociale della continuità familiare e per conseguire una maggiore coesione sociale indotta dalla pressione dei servizi in ragione della presenza: 18000 metricubi. Una ulteriore quota aggiuntiva va considerata in ragione dei processi di induzione che si attiveranno nel decennio in relazione alle previsioni di nuovi insediamenti produttivi nelle frazioni di maggiore attrattività residenziale: Collesalvetti,Vicarello e Guasticce; pari a 40000 metricubi. In totale il dimensionamento del Piano Strutturale nel decennio prossimo per esigenze di natura residenziale è complessivamente di 272000 metricubi. 59 Ciascuna UTOE stabilirà le quantità insediative entro i limiti complessivamente sopraspecificati. Nel dimensionamento non vengono ricompresi gli interventi di riconversione del patrimonio edilizio esistente. “Le zone di completamento richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili da RU, pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art. 15 della LR n. 30 del 18 febbraio 2005”. Standards Relativamente alla dotazione di standards dal quadro conoscitivo emerge la necessità di un riequilibrio territoriale riferito al dato quantitativo di 35 mq. per abitante effettivi pari a 650000 mq., esclusi i parcheggi pubblici. Il riequilibrio territoriale delle dotazioni di servizi è fondato sull’accrescimento degli standards nelle frazioni non servite secondo la seguente distribuzione funzionale: Verde: 24 mq./abitante Istruzione: 4 “ / “ Attrezzature Collettive: 7 mq./abitante Parcheggi: secondo uno studio apposito di settore sulla sosta e comunque non inferiore a 2,5 mq./abitante. Il dato quantitativo è assunto come indicativo e non prescrittivo del raggiungimento dell’obiettivo numerico attestandosi sulla situazione di fatto. Infatti, ai fini di un riequilibrio territoriale ciascuna UTOE avrà cura di indicare le quantità di superficie da destinare a standards secondo le esigenze espresse dalle singole comunità locali 60 Attività produttive Il dimensionamento del fabbisogno di aree produttive consegue agli obiettivi prefissati di: - costituire un distretto della componentistica auto - costituire un distretto hi-tech - consolidare e sviluppare la piattaforma logistica costiera - concretizzare ogni ipotesi di navigabilità dello Scolmatore d’Arno e formarne un asse attrezzato a sostegno del canale - farsi parte integrante della catena produttiva del sistema di area vasta; - riqualificazione rete distributiva e individuazione di grandi strutture di vendita. per i quali concorrono le seguenti superfici dedicate: Interporto di Guasticce: ha 200 Aree produttive contermini: ha 20 Autoporto del Faldo: ha 70 Aree componentistica auto ex CMF: ha 40 Aree hi-tech ex SS 555: ha 15 Aree miste artigianali e della distribuzione commerciale de La Chiusa: ha 15 Aree di raffinazione prodotti petroliferi e gas: ha 75 Aree miste artigianali e della distribuzione commerciale di Ponte Ugione: ha 4 Aree artigianali e di trattamento rifiuti speciali del Biscottino: ha 14 Aree artigianali e della distribuzione commerciale e servizi di Ponte Biscottino: ha 7 Turismo L’obiettivo da raggiungere nell’arco temporale imposto è quello dei 3350 posti letto, secondo le varie forme di offerta turistica di alberghi, alberghi residenziali, agriturismo, campeggi, agricampeggi, villaggi turistici, affittacamere, implementando i vari segmenti della domanda turistica. 61 Ferma restando, conformemente al disposto di cui all’art. 8 del D.P.G.R. 9 febbraio 2007, n. 3/R, l’individuazione, in via generale, delle dimensioni massime sostenibili, di cui all'articolo 53, comma 2, lettera c), della L.R. n. 1/2005, e delle quantità previste al comma 4, lettera a), dello stesso articolo, all'interno delle singole UTOE, come di seguito indicate, è ammessa, con apposita variante al Regolamento Urbanistico, deroga al prelievo, per ogni singola UTOE, dal presente Piano Strutturale dei dimensionamenti residui per ciascuna delle funzioni principali nei casi di: • Piani per l’edilizia economica e popolare (ex art. 71 della L.R. 1/2005); • Piani per gli insediamenti produttivi (ex art. 72 della L.R. 1/2005); • Piani di recupero del patrimonio edilizio (ex art. 73 della L.R. 1/2005); • Programmi complessi di riqualificazione insediativa (ex art. 74 della L.R. 1/2005); • Piani complessi d’intervento (ex art. 65 della L.R. 1/2005); • Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005; qualora tali interventi contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni singola UTOE. Anche nei casi di cui al comma precedente resta escluso il trasferimento di eventuali residui di dimensionamento di singole classi di funzioni, da una o più UTOE, verso UTOE per le quali il presente strumento non abbia già determinato e quantificato un qualche dimensionamento per la stessa classe di funzioni. 62 1 - RESIDENZE NUMERO DENOMINAZIONE 1 Biscottino 2 Lavandone 3 Case Rosse 4 Scolmatore 5 Colmata 6 Guasticce 7 Mortaiolo 8 Vicarello 9 Grecciano 10 Stagno 11 La Tanna 12 Collesalvetti 13 Nugola 14 Colline livornesi 15 Castell'Anselmo 16 Torretta 17 Parrana S. Martino 18 Parrana S. Giusto 19 Crocino 20 Colognole 21 Le Case Dimensionamento AREA (Mq) 981.475 3.621.781 1.237.100 12.744.631 1.553.311 2.231.992 2.920.575 2.420.465 6.070.385 3.524.949 4.332.710 3.218.042 593.037 60.808.419 216.817 360.332 239.411 112.197 263.721 85.214 62.856 N°Abitanti (+) Dimensionamento 0 0 0 10 0 260 10 990 0 450 10 850 20 0 20 10 40 20 10 30 10 Vol.residenziali(Mc) 0 0 0 1000 0 26000 1000 99000 0 45000 1000 85000 2000 0 2000 10 4000 2000 1000 3000 1000 2720 272000 63 2 - STANDARDS Dimensionamento AREA NUMERO DENOMINAZIONE (Mq) 1 Biscottino 981.475 2 Lavandone 3.621.781 3 Case Rosse 1.237.100 4 Scolmatore 12.744.631 5 Colmata 1.553.311 6 Guasticce 2.231.992 7 Mortaiolo 2.920.575 8 Vicarello 2.420.465 9 Grecciano 6.070.385 10 Stagno 3.524.949 11 La Tanna 4.332.710 12 Collesalvetti 3.218.042 13 Nugola 593.037 14 Colline livornesi 60.808.419 15 Castell'Anselmo 216.817 16 Torretta 360.332 17 Parrana S. Martino 239.411 18 Parrana S. Giusto 112.197 19 Crocino 263.721 20 Colognole 85.214 21 Le Case 62.856 Mq. Standards 0 0 0 8000 10000 151500 1000 75000 0 180000 0 115000 37500 0 3000 10000 10000 4000 1000 4300 0 610300 64 4 - COMMERCIO DENOMINAZIONE Biscottino Lavandone Case Rosse Scolmatore Colmata Guasticce Mortaiolo Vicarello Grecciano Stagno La Tanna Collesalvetti Nugola Colline livornesi Castell'Anselmo Torretta Parrana S. Martino Parrana S. Giusto Crocino Colognole Le Case AREA (Mq) 981.475 3.621.781 1.237.100 12.744.631 1.553.311 2.231.992 2.920.575 2.420.465 6.070.385 3.524.949 4.332.710 3.218.042 593.037 60.808.419 216.817 360.332 239.411 112.197 263.721 85.214 62.856 totale Dimensionamento PS 52800 0 0 0 0 0 0 0 0 39000 0 154000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 245800 65 3 - ARTIG.-INDUSTR. DENOMINAZIONE Biscottino Lavandone Case Rosse Scolmatore Colmata Guasticce Mortaiolo Vicarello Grecciano Stagno La Tanna Collesalvetti Nugola Colline livornesi Castell'Anselmo Torretta Parrana S. Martino Parrana S. Giusto Crocino Colognole Le Case AREA (Mq) 981.475 3.621.781 1.237.100 12.744.631 1.553.311 2.231.992 2.920.575 2.420.465 6.070.385 3.524.949 4.332.710 3.218.042 593.037 60.808.419 216.817 360.332 239.411 112.197 263.721 85.214 62.856 totale Dimensionamento PS 141000 0 0 1650000 300000 0 0 0 0 146000 0 172000 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2409000 66 5 - TURISMO DENOMINAZIONE Biscottino Lavandone Case Rosse Scolmatore Colmata Guasticce Mortaiolo Vicarello Grecciano Stagno La Tanna Collesalvetti Nugola Colline livornesi Castell'Anselmo Torretta Parrana S. Martino Parrana S. Giusto Crocino Colognole Le Case AREA (Mq) 981.475 3.621.781 1.237.100 12.744.631 1.553.311 2.231.992 2.920.575 2.420.465 6.070.385 3.524.949 4.332.710 3.218.042 593.037 60.808.419 216.817 360.332 239.411 112.197 263.721 85.214 62.856 totale Dimensionamento PS 100 0 0 100 100 500 150 200 150 0 0 200 100 1000 0 50 100 50 0 50 0 2850 67 Art. 14 - Definizione degli usi dei tempi e delle funzioni Il Piano strutturale fornisce indirizzi e criteri per l’individuazione nel Regolamento Urbanistico della compatibilità delle destinazioni d’uso rispetto agli obiettivi prefissati. Il Regolamento urbanistico individuerà i criteri di coordinamento delle scelte localizzative con gli atti di competenza del sindaco in materia di orari e della disciplina regionale in materia distributiva commerciale. Tale individuazione dovrà essere finalizzata al riequilibrio e alla riorganizzazione dei tempi, degli orari e delle necessità di mobilità relativamente all’intero territorio comunale, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo e di valorizzazione dell’identità delle singole frazioni e di mantenimento della loro autonomia funzionale. Il Regolamento Urbanistico potrà demandare ad un "Piano di distribuzione e localizzazione delle funzioni", definito ai sensi dell’art. 5 della L.R. 39/94, e avente valore di piano attuativo, la disciplina dei mutamenti di destinazione d’uso degli immobili, ivi comprese le aree di pertinenza degli edifici esistenti e i terreni inedificati. Fino all’adozione di detto piano delle funzioni la disciplina delle destinazioni d’uso è regolamentata dalla presenti norme e dalle norme del Regolamento Urbanistico. Il Regolamento Urbanistico dovrà recepire quanto stabilito dai piani di settore regionali compatibilmente con le risorse ambientali ed i requisiti di localizzazione di ciascuna attività secondo i principi della presenti norme. Il Regolamento Urbanistico individuerà i criteri di coordinamento delle scelte localizzative, prescrittive e ordinative con gli atti di competenza del Sindaco in qualità di Autorità Sanitaria Locale e di Autorità Locale di Protezione Civile. Il Piano Strutturale definisce funzioni incompatibili con le caratteristiche delle aree territoriali oggetto di pianificazione quelle che contribuiscono al deperimento delle risorse, quelle in contrasto con le previsioni di tutela e valorizzazione del patrimonio storico, architettonico e ambientale, quelle che contribuiscono al degrado della qualità della vita inteso come negazione di esigenze di carattere funzionale, sociale e formale poste a base 68 di un coerente sviluppo progettuale sia di natura architettonica che urbanistica per la creazione di una ambiente armonioso. Art.15 - Indirizzi per l'attuazione del Piano Strutturale Per l'attuazione delle finalità e degli obiettivi previsti dall'art.l delle presenti norme, il Piano strutturale individua: - le prescrizioni direttamente precettive ed operative - le prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P.R.G. - i criteri a cui il Regolamento Urbanistico deve conformarsi - le salvaguardie Il Piano Strutturale ha carattere direttamente precettivo ed operativo relativamente alle intese di cui all’art. 81 del D.P.R. 616/77, come modificato con D.P.R. 383/94, agli accordi di programma, agli accordi di pianificazione, alla disciplina degli assetti territoriali stabilita dalle presenti norme e a ciò che ai sensi della legislazione nazionale e regionale vigente produce diretti effetti sull’uso e la tutela delle risorse del territorio comunale. Le disposizioni del Piano Strutturale sono vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del PRG costituiti da: -Il Regolamento Urbanistico -Il Programma Integrato di Intervento -I Piani Attuativi Le prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P.R.G. prevalgono sulle disposizioni degli strumenti urbanistici vigenti e sono cogenti nei confronti dei soggetti pubblici e privati. Sono prescrizioni vincolanti per gli atti costituenti la parte gestionale del P .R.G. : 69 a) L' individuazione sul territorio delle invarianti strutturali definite all’art.9 b) le prescrizioni previste secondo le finalità del Piano Strutturale per il sistema insediativo storico, consolidato e recente. c) le dimensioni massime ammissibili degli insediamenti e delle funzioni previsti all'art. 13 . d)le previsioni confermative della strumentazione urbanistica vigente individuate in ciascuna UTOE e) i criteri prescrittivi per il Regolamento Urbanistico circa l'attivazione delle direttive per la limitazione del rischio idraulico e idrogeologico di cui alle specifiche misure di salvaguardia del PIT per tutti gli interventi ricadenti nelle aree degli ambiti AB e nel rispetto degli studi e delle indicazioni contenute negli studi geologici-idraulici allegati al presente piano, nonché le disposizioni e prescrizioni contenute nei Piani di Assetto Idrogeologico eventualmente da raccordare con la normativa regionale in materia. Il R.U. disciplina con disposizioni immediatamente precettive ed operative le trasformazioni e le utilizzazioni degli insediamenti esistenti sul territorio comunale, ed in particolare provvede: - alla disciplina di tutti gli interventi che comportino la trasformazione fisica del territorio o l’alterazione dell’assetto dei luoghi e degli insediamenti, anche in integrazione di quanto stabilito alle successive lettere, ed anche in relazione a parti o a componenti territoriali non considerate dal Piano Strutturale e dagli atti di pianificazione sovraordinati. - alla perimetrazione del perimetro aggiornato dei centri abitati, ai sensi e per gli effetti dell’art. 17, L. 765/67 e dell’art. 4, D.L. 285/92. - agli approfondimenti circa l’ individuazione delle aree all’interno di tale perimetro caratterizzate da tessuto insediativo storico, consolidato e recente per le quali verrà definita una più articolata disciplina degli interventi in funzione di eventuali percettibili differenziazioni all’interno di ciascuna classificazione dell’edificato. - all’individuazione delle aree all’interno di tale perimetro sulle quali è possibile l’edificazione di nuovi edifici 70 - all’individuazione delle aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria, nel rispetto degli standards previsti dalle presenti norme. - all’individuazione delle aree nelle quali, in rapporto alla loro particolare complessità e rilevanza, si può intervenire solo mediante piani attuativi così come definiti all’art. 31 della L.R. 16.1.95 n°5 - alla disciplina per il recupero del patrimonio urbanistico e edilizio esistente, anche non compreso nelle aree precedenti - alla disciplina degli interventi consentiti fuori del perimetro dei centri abitati. - alle infrastrutture da realizzare all’esterno dei centri abitati - alla definizione, e previsione anche mediante una più articolata disciplina delle destinazioni d’uso, di interventi di trasformazione urbanistica o edilizia e degli spazi necessari a soddisfare i fabbisogni per le diverse funzioni, ivi compresi quelli per le funzioni pubbliche e collettive, anche di rilevanza sovracomunale ove le relative disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano immediatamente precettive ed operative, in ogni caso dando priorità alle scelte di recupero e riuso del territorio urbanizzato. - alla definizione, e previsione anche mediante una più articolata disciplina delle destinazioni d’uso ammesse nel sistema rurale, di interventi di trasformazione urbanistica o edilizia e degli spazi necessari a soddisfare i fabbisogni per le diverse funzioni, ivi compresi quelli per le funzioni pubbliche e collettive, anche di rilevanza sovracomunale ove le relative disposizioni della pianificazione sovraordinata non siano immediatamente precettive ed operative, in ogni caso dando priorità alle scelte di recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente. - all’eventuale adeguamento del dimensionamento qualora emergano dall’aggiornamento del quadro conoscitivo sostanziali modificazioni ai trend ipotizzati; Il presente articolo definisce inoltre i criteri progettuali per la redazione del RU: – L'obiettivo della individuazione, tutela e valorizzazione delle identità territoriali dovrà avvenire tramite il mantenimento di aree di salvaguardia intorno ad ogni singolo 71 monumento a carattere religioso per assicurarne la conservazione della percezione visiva. Questo criterio è teso all'individuazione e tutela degli elementi generatori delle singole frazioni. Tali spazi ( aree libere, piazze, orti ..) potranno essere oggetto di interventi di adeguamento funzionale tramite specifica progettazione comunale per il rafforzamento della funzione di "caposaldo" per la tutela e/o riorganizzazione delle forme di aggregazione sociale e qualità della vita. - Le ville e le relative aree di resede e i giardini e i parchi costituenti le unità testimoniali storiche architettoniche individuate dovranno mantenere la unitarietà di fruibilità e di funzione. Le corti, gli spazi comuni non potranno essere suddivisi ma dovranno essere mantenuti nella loro unità ed integrità. - La normativa del Regolamento Urbanistico relativa agli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente dovrà essere centrata sulle potenzialità di quegli interventi che rispettosi dell’organismo edilizio esistente non impediscono la pluralità di forme di utilizzazione del patrimonio. Dovrà essere esplicitato l'obbligo del mantenimento degli elementi tipologici essenziali idonei all’identificazione dell’appartenenza all’epoca storica dell’organismo edilizio. La dotazione degli standards urbanistici e di aree a parcheggio per soddisfare le nuove esigenze relative alle nuove destinazioni saranno opportunamente regolamentate nel rispetto dell’organismo edilizio e degli spazi circostanti. Il Regolamento Urbanistico potrà definire le modalità attuative delle categorie degli interventi raccordando l’uso dei materiali ai particolari architettonici da salvaguardare nonché disciplinare le modalità di recupero di dettagli costruttivi, anche strutturali, distintivi dell’organismo architettonico in se e della tipologia di appartenenza. Il Regolamento Urbanistico individuerà in ogni sistema territoriale, ed in particolare in ogni UTOE, le aree di tutela del patrimonio edilizio esistente. Gli interventi ammessi sono quelli rivolti alla tutela della testimonianza storica del tessuto edilizio, del recupero e della conservazione delle unità edilizie antiche. A tale scopo può essere approfondita la schedatura del patrimonio edilizio storico esistente svolgendo una più funzionale azione documentale per l’ individuazione degli elementi necessari alla formulazione della necessaria disciplina d'intervento. 72 Il RU individua il limite del sistema urbano insediativi funzionale alla valorizzazione dell’identità territoriali. - Le nuove aree produttive in ragione della loro collocazione dovranno essere progettate garantendo la massima funzionalità e razionalità rispettivamente per la mobilità e i servizi infrastrutturali, le reti tecnologiche, ecc.. In proposito si richiamano le norme di razionalità degli impianti nel sottosuolo mediante interventi coordinati tra le aziende erogatrici di servizi. - Di norma le nuove aree produttive si attuano tramite strumento urbanistico attuativo progettato prevedendo forme modulari e adattabili alla più ampia gamma di richieste, puntando su elementi di qualità e di specializzazione delle aree stesse garantendo forme sinergiche e di concentrazione di attività analoghe, per garantire, nella diversità delle tipologie, unicità delle forme degli insediamenti. - Nelle aree a prevalente destinazione agricola aventi valenza paesaggistica i criteri di redazione del regolamento urbanistico dovranno essere improntati al mantenimento dei caratteri distintivi del paesaggio agrario locale individuati in: a) colture tradizionali di pregio ( viti, oliveti, alberature da frutto, ecc..); b) restauro dei manufatti edilizi, idraulici aventi connotati significativi; c) alberature di confine ( cipressi); d) piantumazione delle stesse essenze arboree per la riqualificazione del paesaggio; e) assetti colturali storici; f) le emergenze ambientali minori rappresentate da piccole zone umide, laghetti di importanza faunistica; g) la viabilità vicinale e poderale; h) la rete idraulica di drenaggio superficiale; d) sviluppare iniziative di informazione a sostegno e sviluppo delle forme di coltivazione di agricoltura di qualità anche tramite forme e modalità consorziate ed associative. Al Regolamento Urbanistico spetterà inoltre definire criteri, modalità e limiti entro i quali potranno essere effettuate operazioni quali il taglio e la potatura degli alberi ornamentali (non produttivi), le piantagioni di nuove alberature, gli interventi di trasformazione fondiaria 73 che inducono alterazioni del paesaggio e del territorio, quali l’accorpamento dei campi, il riassetto della rete scolante consistente in fossi e capifossi, la trasformazione da colture arboree a colture erbacee. Negli ambiti del subsistema rurale i criteri di redazione del regolamento urbanistico dovranno essere improntati a: a) individuazione e verifica delle capacità produttive dei suoli prevalenti e della tipologia delle aziende con particolare riferimento alla Superficie Agricola Utilizzata, alle funzioni di presidio ambientale e/o agricolo produttivo; b)individuazione delle nuove costruzioni' edilizie rurali in specifiche aree e per aziende che mantengano in produzione le superfici fondiarie minime definite dall'art3 della LR n.64/95 previa dimostrazione dell'impossibilità di soddisfare le esigenze aziendali attraverso il riuso del patrimonio edilizio esistente; c) le costruzioni rurali ad uso abitativo dovranno essere realizzate con caratteristiche tipologiche e morfologiche appartenenti alla tradizione toscana con preferenza per forme compatte, con prevalenza delle pareti piane sulle aperture e con eventuali portici e loggiati compresi all'interno delle pareti perimetrali dell'edificio; d) gli annessi agricoli dovranno essere realizzati con materiali di finitura e particolari costruttivi il più possibile simili a quelli prescritti per le costruzioni ad uso abitativo, dovranno essere ubicati in posizione tale da evitare, o ridurre al minimo, la formazione di nuove strade poderali. e) individuazione, classificazione e disciplina delle destinazione d’uso ammesse con specifica articolazione e particolare attenzione alla compatibilità delle funzioni del tempo libero relativamente alle caratteristiche di ogni singolo subsistema rurale. f) riqualificazione dei territori interessati da fenomeni di abbandono o degrado ambientale g) prescrizioni relative alla limitazione ed inibizione di trasformazioni ed utilizzazioni improprie suscettibili di indurre fenomeni di degrado ambientale; h)trasformazioni fisiche e funzionali, capaci di configurare un confine netto, anche sotto il profilo visivo, tra la parte urbanizzata ed edificata con continuità e le altre parti del territorio; i) interventi di regolamentazione e individuazione di utilizzo tramite forme anche associative di orti di varie dimensioni, con prescrizioni relative alle tipologie degli annessi agricoli e loro localizzazione; l) costituzione di filari di alberature, anche con essenze fruttifere, per la delimitazione delle aree agricole di piccole dimensioni; 74 m) favorire il rimboschimento; n) redarre un apposita disciplina per la piantumazione di resedi di edifici ed aree non più necessarie alla conduzione agricola; o) favorire l’identificazione del centro aziendale anche mediante la ricomposizione architettonica degli edifici che ne fanno parte, la riutilizzazione degli immobili esistenti al suo interno, identificando il rapporto funzionale con i fondi, assumere caratteristiche planivolumetriche, tipologiche, di tipo e di qualità dei materiali usati, nonché eventuali caratteristiche delle sistemazioni esterne; p) modalità di utilizzazione per fini agrituristici, di immobili compatibili con la tipologia architettonica esistente privilegiando la riutilizzazione nel centro aziendale; Relativamente alle parti di territorio interne alle singole UTOE il regolamento urbanistico verificherà preventivamente le seguenti condizioni di compatibilità rispetto a : -la sussistenza di elementi di implementazione del quadro conoscitivo non rilevate in sede di formazione del Piano Strutturale; -lo studio delle preesistenze storiche sia di carattere insediativo che ambientale; -l’approfondimento della pericolosità e della fattibilità geomorfologia; -l'assenza di specifiche invarianti strutturali di tutela. -le condizioni infrastrutturali e il sistema funzionale Tali compatibilità dovranno essere verificate in particolare per : -le parti di territorio per le quali è necessario procedere ad un riassetto urbanistico; -le parti di territorio da assoggettare a particolare disciplina sia di carattere ambientale o di regolamentazione dei processi insediativi; -le parti di territorio dove la possibilità di realizzazione di servizi e/o nuovi insediamenti è subordinata alla verifica,dell'inesistenza di controindicazioni, di normative limitative o alla presenza di invarianti strutturali di tutela. In sede di regolamento urbanistico devono essere date priorità agli interventi che si collocano, con la struttura insidiativa esistente, in maniera consequenziale ed organica con l'obiettivo di garantire la progressione degli insediamenti, per stadi riconoscibili e conformi alla struttura esistente. mediante lo sviluppo organico e accorpato per assicurare la limitazione delle forme di urbanizzazione e il conseguente consumo di suolo. Il Programma Integrato di Intervento è lo strumento facoltativo con il quale l’Amministrazione Comunale individua le trasformazioni del territorio consentite dal 75 regolamento urbanistico da attuare nel periodo corrispondente al proprio mandato amministrativo e che, per la loro rilevanza e complessità, necessitano di una esecuzione programmata. Il P.I.I., in conformità con gli obiettivi, gli indirizzi e i parametri del Piano Strutturale, definisce: - gli interventi relativi alla realizzazione o alla trasformazione di infrastrutture, di opere di urbanizzazione, di dotazioni di spazi per funzioni pubbliche e/o collettive, da attuare nel periodo di validità di detto programma - i piani attuativi che si intendono formare entro i termini di validità del programma stesso, con indicazione dell’entità e delle caratteristiche delle trasformazioni fisiche e funzionali previste da ciascun P. A. - le aree destinate a spazi pubblici o di uso pubblico o sottoposte a speciali servitù; le aree da riservare ad edifici pubblici o di uso pubblico, nonché ad opere di interesse collettivo e sociale - le norme per la propria attuazione Il P.I.I. è completato dalla individuazione delle risorse del territorio utilizzate e dalla valutazione degli effetti sui sistemi ambientali, insediativi e socioeconomici; dalla valutazione degli effetti sugli atti di competenza del Sindaco in materia di orari ai sensi dell’art. 36 della L. 142/90; dalla valutazione della fattibilità economico finanziaria delle trasformazioni previste con particolare riferimento alla programmazione delle risorse finanziarie del Comune; dal piano urbano del traffico e dagli altri piani di competenza comunale, previsti dalle leggi regionali vigenti, aventi effetti sull'uso e la tutela delle risorse del territorio. I piani attuativi sono strumenti urbanistici di dettaglio approvati dal Comune, in attuazione del regolamento urbanistico o del programma integrato d'intervento, ai fini del coordinamento degli interventi sul territorio aventi i contenuti e l'efficacia : - dei piani particolareggiati, di cui all'articolo 13 della legge 17 agosto 1942, n° 1150; - dei piani di zona per l'edilizia economica e popolare, di cui alla legge 18 aprile 1965, n°167; 76 - dei piani per gli insediamenti produttivi, di cui all'articolo 27 della legge 22 ottobre 1971, n°865; - dei piani di recupero del patrimonio edilizio esistente, di cui all'articolo 28 della legge 5 agosto 1978n°457; - dei piani di lottizzazione, di cui all'articolo 28 della legge 17 agosto 1942, n° 1150; - dei programmi di recupero urbano, di cui all'articolo 11 del D.L. 5 ottobre 1993, convertito con legge 4 dicembre 1993, n°493. Ciascun piano attuativo può avere, in rapporto agli interventi previsti, i contenuti e l'efficacia di uno o più dei piani o programmi di cui al primo comma. L'atto di approvazione del piano attuativo individua le leggi di riferimento e gli immobili soggetti ad espropriazione ai sensi delle leggi stesse. I piani attuativi e le relative varianti sono adottati e successivamente approvati dal Comune, con le procedure di legge. I piani attuativi possono essere adottati ed approvati contestualmente alle varianti al regolamento urbanistico o al programma integrato d'intervento, laddove sussistono contrasti con le disposizioni di detti strumenti. I piani di settore di competenza comunale, previsti dalle leggi regionali vigenti, aventi effetti sull’uso e la tutela delle risorse del territorio, dovranno essere coerenti con gli obiettivi, gli indirizzi ed i parametri espressi dal Piano Strutturale. 77 Art. 16 – Le salvaguardie Le salvaguardie sono prescrizioni direttamente operative emanate al fine di impedire l'attuazione degli interventi in contrasto con le previsioni del Piano Strutturale sino all'approvazione del Regolamento Urbanistico. Esse sono definite in generale e valgono per ciascun Sistema, sub- sistema e unità territoriale organica elementare, e ciascuna definizione territoriale può contenere ulteriori specificazioni di salvaguardia. Sino all'approvazione del Regolamento Urbanistico si attivano le seguenti salvaguardie di carattere generale : - Ogni attività di trasformazione territoriale e di ristrutturazione dell’esistente che comportino aumento del carico urbanistico sono sottoposte alle verifiche di sostenibilità di cui all’art.8. - Ogni invariante strutturale evidenziata nelle tavole del Piano Strutturale e specificata nelle presenti norme è sottoposta a tutela : per i manufatti edilizi vale il regime conservativo e si applicano gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria nonché restauro conservativo; per le aree vale il regime di inedificabilità. - Per quanto riguarda le infrastrutture e le viabilità evidenziate nel sistema funzionale, sono sottoposte a salvaguardia le aree interessate dai nuovi tracciati viari, per una fascia non inferiore a 50 m su ciascun lato, in modo tale da garantire possibilità di aggiustamenti in sede di progettazione del tracciato. - All’interno delle UTOE sono sottoposte a tutela con vincolo di inedificabilità i parchi, giardini storici e le aree inedificate non ricomprese nelle previsioni confermative. - Per l’edificato storico, così come individuato nella cartografia del Piano Strutturale, qualora non interessato da strumenti urbanistici di dettaglio, sono consentiti gli interventi fino alla manutenzione straordinaria. 78 - Per l’edificato consolidato, così come individuato nella cartografia del Piano Strutturale, qualora non interessato da strumenti urbanistici di dettaglio, sono consentiti gli interventi fino alla ristrutturazione edilizia senza demolizione ed anche fedele ricostruzione. - Per l’edificato recente, così come individuato nella cartografia del Piano Strutturale, qualora non interessato da strumenti urbanistici di dettaglio, sono consentiti gli interventi fino alla totale demolizione senza fedele ricostruzione e interventi di sostituzione e addizione. - Negli ambiti destinati a funzione agricola si applicano le seguenti disposizioni: le attività di tempo libero sono ammesse con le garanzie di tutela previste dalle presenti norme e purchè non comportino realizzazione di manufatti stabili. - Sono inoltre sottoposte a salvaguardia la rete idraulica di drenaggio superficiale, le viabilità vicinali e poderali e i percorsi collinari. Sono tutelati inoltre i muri a secco, le opere tradizionali di sistemazione. Fino all’approvazione del Regolamento Urbanistico, valgono le prescrizioni di tutela previste dalle presenti norme. - Valgono le misure di salvaguardia sul rischio idraulico di cui agli art.73 e 74 del PIT nonché le normative di salvaguardia sul rischio idraulico o idrogeologico previste dalle Autorità di Bacino, fino all’approvazione dei Piani di Assetto Idrogeologico da parte delle stesse Autorità. In sede di elaborazione del Regolamento Urbanistico sarà provveduto al raccordo con la normativa regionale e le prescrizioni impartite dalle autorità competenti. - Relativamente al subsistema rurale le salvaguardie non si applicano alle attività di trasformazione cui risultano sottoscritte le convenzioni alla data di adozione del presente PS. - Relativamente al sistema insediativo le salvaguardie non si applicano alle previsioni confermative dei comparti previste dalla presenti norme individuate all’interno di ogni singola UTOE e alle vigenti zone B di completamento di cui sia stata presentata istanza antecedentemente all’adozione delle presenti norme. Le presenti salvaguardie entrano in vigore, ai sensi del comma 7 dell’art. 36 della L.R. 5/95, con l’adozione del Piano Strutturale da parte del Consiglio Comunale, e decadono 79 con l’approvazione del Regolamento Urbanistico; comunque non oltre tre anni dalla loro entrata in vigore. 80 Allegato A Stralciato Allegato B Stralciato Allegato C Stralciato Allegato D Stralciato Allegato E Stralciato 81 1 2 SOMMARIO 1 − PREMESSA. .............................................................................................................................................. 6 2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E RELAZIONE DI SINTESI. ........................................................................................................................................................... 8 3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE COMUNALE 2005: RAPPORTO DI VALUTAZIONE................................................................................................................... 10 3.0 − PREMESSA ................................................................................................................................ 10 3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE ................................................................ 10 3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE .............................................................. 12 3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ. ...................................................................................................... 13 3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA. ...................................................................................... 14 3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. .................................................................................... 14 3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE. .......................................................................................... 14 3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE. ..................................................................................... 15 3.7.1 − COMPONENTE ACQUA. ..................................................................................................... 17 3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO............................................................................................................................. 17 3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE. ........................................................................................... 21 3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO. .....................................................................22 3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA...................................................................................................22 3.7.4 − COMPONENTE ARIA. ..........................................................................................................24 3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI.......................................................................................................26 3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ. ..................................................................27 3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI. ...........................................................31 3.7.8 − COMPONENTE PAESAGGIO. ............................................................................................33 3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE. .. 34 3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI. ............................................................................................................................................................... 51 4 − MONITORAGGIO.................................................................................................................................... 52 4.0 − PREMESSA ................................................................................................................................ 52 4.1 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO ............................................................................................ 52 3 5 − INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI RICEVUTI. ............................ 54 5.0 − PREMESSA ................................................................................................................................ 54 5.1 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE INIZIALE. OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI. .................................................................................................... 55 5.2 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE INTERMEDIA. OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI. .......................................................................... 68 4 5 1 − PREMESSA. Il principio della valutazione dei piani e dei programmi è stato introdotto, nella legislazione regionale toscana, con la L.R. 49/99 “Norme in materia di programmazione regionale”, declinandolo nella forma della Valutazione Integrata. Si tratta del primo tentativo da parte del legislatore regionale di recepimento della direttiva comunitaria 42/2001/CE riguardante la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi, con l’obiettivo di pervenire a uno sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione ed il coordinamento tra singole politiche settoriali, a scala regionale. La Valutazione Integrata è stata poi individuata, con la L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 – “Norme per il governo del territorio”, come strumento/processo cui assoggettare l’intera filiera della pianificazione territoriale ed urbanistica. Ai sensi del Capo I del Titolo II della norma citata, gli enti locali adottano la propria disciplina urbanistica “previa effettuazione di una valutazione integrata degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana”. La Regione Toscana si è successivamente dotata, ai sensi della stessa L.R. 1/05, di un regolamento di attuazione (DPGR 9 febbraio 2007, n. 4/R) che ha provveduto a completare il quadro normativo regionale in materia, dettagliando articolazione, contenuti e modalità di attuazione della V.I., nell’alveo della pianificazione territoriale ed urbanistica. L’art. 4 del regolamento chiarisce la natura processuale della Valutazione Integrata che non accompagna semplicemente l’elaborazione dei piani e dei programmi ma ne costituisce parte integrante, indagandone preliminarmente coerenze interne ed esterne e ponderandone complessivamente gli effetti attesi. Tale processo comprende la condivisione e l’apertura del piano ad esso relativo, al contributo partecipativo esterno, la valutazione ambientale ai sensi della Direttiva 2001/42/CE (VAS) nonché il monitoraggio degli effetti prodotti ed indotti, condotto attraverso il ricorso ad indicatori predeterminati. Trattandosi di un porcesso che affianca il procedimento di definizione di piani e programmi, la valutazione si svolge in tre fasi - iniziale, intermedia e finale -, il cui svolgimento deve esaurirsi prima dell’approvazione del piano/programma al fine di consentire l’esame di eventuali alternative, ma non si esaurisce con il procedimento amministrativo in quanto trova diretta ed imprescindibile appendice nel monitoraggio degli effetti sopra richiamato. Nell’aprile 2006, è stato varato il D.Lgs. 152, cosiddetto “Codice dell’Ambiente” la cui Parte II è rubricata “Procedure par la valutazione ambientale stategica (VAS), per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC)”, le cui finalità specifica risulta essere, tra l’altro, il recepimento e l’attuazione della già citata Dir. del Parlamento europeo e del Consiglio 2001/42CE. Tralasciando, in questa sede, le complicate vicissitudini che hanno accompagnato la gestazione ed i numerosi problemi che ne hanno costellato la genesi, la norma nazionale è entrata definitivamente in vigore il 13 febbraio 2008 nell forma novellata dal D.Lgs n. 4/2008; tale norma, che ha già conosciuto 6 un ulteriore aggiornamento nel giugno 2010 con il D.Lgs n. 128, ha resa manifesta la necessità di adeguamento del quadro normativo regionale in materia. Il processo di elaborazione di tale norma ha trovato una prima tappa nell’emanazione dell DGR n. 87 del 9 febbraio 2009 recante, nelle more della formulazione di una legge organica e puntuale, indirizzi transitori per l’applicazione di VIA e VAS da parte degli enti locali, per approdare, il 12 febbraio 2010, all’approvazione della L.R. n. 10, di recepimento della normativa nazionale e comunitaria nonché di riordino e coordinamento della legislazione regionale in materia di valutazioni ambientali. L’entrata in vigore della L.R. 10/10 pone all’attenzione degli amministratori locali e dei tecnici pianificatori problemi di raccordo, ancorchè prevalentemente di natura procedurale piuttosto che di merito e sostanziale, tra gli strumenti di valutazione previsti, dal quadro normativo regionale, nella predisposizione degli strumenti e degli atti di governo del territorio. Ai sensi dell’art. 38 della L.R. 10/10, ad un apposito ed emanando regolamento di attuazione è demandato il coordinamento tra le procedure di VAS e di VI per la pianificazione territoriale, che rimane, pertanto, a tutt’oggi materia in attesa di definizione e soluzione. Tale quadro normativo costituisce lo sfondo per l’elaborazione della presente procedura di variante generale al Piano Strutturale avviata con Delibera della Giunta Comunale n. 5 del 01.02.2011 che approvava anche il documento preliminare di VAS con valore di fase iniziale della Valutazione Integrata ex art.5 del DPGR 4/R/2007. Tale documento è stato inoltrato ai soggetti istituzionali competenti in materia ambientale al fine di riceverne pareri e contributi utili alla formulazione del Rapporto Ambientale e con successivi invii, la fase consultiva e partecipativa è stata aperta anche al concorso delle amministrazioni comunali confinanti e delle associazioni/comitati comunali e di quelle operanti, nel territorio comunale, con finalità connesse alla gestione del territorio sotto i profili ambientali, paesaggistici e culturali. Il contributo pervenuto ha trovato spazio nel documento illustrativo della fase intermedia di Valutazione Integrata ai sensi dell’art. 7 del DPGR 4/R/2007, inviato agli stessi soggetti con prot. 994 del 24.01.2012, in cui coerentemente al dettato normativo oltre al documento di valutazione è stata messa a disposizioni dei soggetti destinatari la proposta di variante al PS. Nel frattempo, con Determinazione Dirigenziale n. 12 del 17.11.2011 è stata nominata Garante della Comunicazione per l’intera gamma di procedimenti di pianificazione urbanistica e governo del territorio ai sensi della L.R. 1/2005 del Comune di Collesalvetti, la Dott.ssa Annamaria MONDANI, notaio in Collesalvetti. La nomina di un soggetto autonomo ed esterno all’Ente conferma la politica inaugurata con la redazione del Regolamento Urbanistico di individuare in un soggetto terzo un effettiva garanzia della valorizzazione e della trasparenza dei procedimenti partecipativi a corredo della pianificazione territoriale. Il presente documento costituisce il Rapporto Ambientale del processo di Valutazione Ambientale Strategica ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 e ss.mm.ii. e assume anche significato di Relazione di Sintesi del processo di Valutazione Integrata ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007. 7 2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E RELAZIONE DI SINTESI. Il procedimento di VAS è ricompreso all’interno di quello previsto per l’elaborazione, l’adozione e l’approvazione di piani e programmi ed, all’interno del procedimento di Valutazione Integrata ai sensi del DPGR 4/R/2007, il processo di valutazione ambientale costituisce parte integrante del procedimento ordinario di approvazione dei piani e programmi rientranti nell’ambito di applicazione della normativa di riferimento. Ai sensi dell’art. 8 della L.R. 10/2010 per i piani ed i programmi disciplinati dalla L.R. 1/2005, il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica vengono adottati contestualmente alla proposta di piano o programma e la fase di consultazione viene effettuata contemporaneamente alle osservazioni al piano/programma. Ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 il rapporto ambientale è redatto dal soggetto proponente e contiene le informazioni di cui all’Allegato 2 della stessa legge. Esso, in particolare contiene le informazioni relative a: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale; f) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori; devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli 8 impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; l) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. Il rapporto ambientale tiene conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali, nonchè dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma; a tal fine, coerentemente con le indicazioni normative vigenti si è fatto largamente ricorso ai dati ed alle informazioni contenute nel sistema informativo regionale ambientale della Toscana (SIRA). Per facilitare l’informazione e la partecipazione del pubblico, il rapporto ambientale è accompagnato da una sintesi non tecnica che illustra con linguaggio non specialistico i contenuti del piano o programma e del rapporto ambientale. Come accennato il presente documento ha valore di Relazione di sintesi ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007; tale relazione costituisce il documento che descrive tutte le fasi del processo di valutazione svolte in corrispondenza con l'attività di elaborazione degli strumenti della pianificazione territoriale o degli atti di governo del territorio e comprende: a) i risultati delle valutazioni territoriali, ambientali, sociali ed economiche e sulla salute umana, la verifica di fattibilità e di coerenza interna ed esterna; b) la motivazione delle scelte fra soluzioni diverse o alternative, ove sussistenti; c) la definizione del sistema di monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento della pianificazione territoriale o dell'atto di governo del territorio e alla valutazione del processo di attuazione e di realizzazione delle azioni programmate; d) il rapporto ambientale contenente le informazioni di cui all'allegato 1 della Dir. 2001/42/CE. Ai sensi della stessa disposizione normativa, al momento dell'adozione degli atti deliberativi i competenti organi dell'amministrazione esaminano distintamente gli esiti del processo di valutazione integrata e gli esiti della valutazione ambientale e ne tengono conto ai fini della decisione. La relazione di sintesi è allegata agli atti da adottare ai sensi dell'articolo 16, comma 3, della L.R. n. 1/2005. In vacanza della prevista norma regolamentare di raccordo e di coordinamento tra i singoli procedimenti valutativi, il presente documento rappresenta il tentativo di dare unica e sintetica rappresentazione dei contenuti e delle verifiche che hanno accompagnato la predisposizione della proposta di variante generale normativa al PS del Comune di Collesalvetti. 9 3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE COMUNALE 2005: RAPPORTO DI VALUTAZIONE 3.0 − PREMESSA Con Deliberazione n. 5 del 01.02.2011, la Giunta Municipale ha dato l’avvio del procedimento della Variante generale al Piano Strutturale vigente approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio 2005 con la Delibera n. 81. La Variante al Piano Strutturale si è resa necessaria a seguito della rilevata esigenza di procedere alla redazione di una Variante di monitoraggio e gestione del Regolamento Urbanistico vigente a sua volta tesa a precisare, puntualizzare e chiarire lo spirito e il contenuto delle norme approvate che, per vari motivi, non sono riuscite a produrre gli effetti auspicati nonché, più banalmente, a correggere eventuali errori materiali ancora presenti nell’articolato normativo e negli elaborati cartografici. La variante al R.U. risulta infine finalizzata alla rimodulazione di alcune misure e disposizioni approvate al fine di riallinearne i contenuti ad eventuali normative sopraggiunte e/o di ricalibrarne l’efficacia e la funzionalità operativa. In tale occasione sono emerse con chiarezza sia alcune problematiche connesse all’attuazione dello strumento urbanistico approvato nel 2005, sia i limiti costitutivi dello stesso che ne hanno suggerito il ripensamento e la revisione dando corso alla presente variante. Il Piano Strutturale del Comune di Collesalvetti, adottato nella vigenza della L.R. 5/95 ed approvato in data successiva all’emanazione della nuova legge regionale sul governo del Territorio (L.R. 1/2005), è frutto di una stagione di pianificazione che risente della revisione normativa intercorsa e soprattutto delle scadenze che essa determinava circa l’adozione di uno strumento di pianificazione per le amministrazioni che fossero unicamente dotate di tradizionali Piani Regolatori Generali. In fase di elaborazione del vigente P.S., pertanto, maturò la scelta di articolare il nuovo strumento reiterando sostanzialmente l’impianto normativo e previsionale previgente, ormai consolidatosi nel corso degli anni, demandando sostanzialmente le nuove previsioni strategiche e di sviluppo ad una serie di disposizioni normative e prescrittive rese direttamente operative dal nuovo strumento. Alla luce di quanto esposto, il P.S. ha rinsaldato alcune linee e strategie di assetto territoriale della disciplina previgente. Il conseguente Regolamento Urbanistico ha risentito in maniera significativa delle previsioni di immediata efficacia sopra accennate, inerenti principalmente alla localizzazione dei Piani di Lottizzazione e delle aree di riqualificazione urbana, nonché all’individuazione di specifici interventi di trasformazione territoriale, quali il recupero dell’Ex Cinema Odeon e la realizzazione del Campus di Villa Carmignani a Collesalvetti, la previsione del Parco a Servizi e del Nuovo Parco Industriale nelle aree poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline ad ovest di Guasticce o il cossiddetto “Parco Commerciale” di Stagno. 3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE Il documento di avvio del procedimento di variante al PS illustra i principali contenuti della proposta di modifica allo strumento di pianificazione. Il P.S. attualmente vigente ha consolidato alcune linee e strategie di assetto territoriale del previgente P.R.G.. La variante al Piano Strutturale, non alterando i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno prodotto né l’impianto strategico-territoriale complessivo sotteso dallo strumento vigente, prevede 10 sostanzialmente, di creare le condizioni di maggiore dinamismo e flessibilità determinando nei fatti la reale attuazione e realizzazione degli interventi ipotizzati ed il raggiungimento degli obiettivi dati per i singoli ambiti di riferimento e per il conseguimento dell’armonico e sostenibile sviluppo complessivo dell’intero territorio comunale. In tale chiave la mancata attuazione di tali previsioni, a partire dal maggio 2005, data di approvazione del Piano Strutturale, costituisce per la comunità di Collesalvetti e per l’Amministrazione che la rappresenta un danno ed un impedimento al raggiungimento degli obiettivi di qualità della vita e dell’offerta terriitoriale ed insediativa che ne avevano determinato l’adozione. A tale fine si prevede lo stralcio dell’insieme di disposizioni rese di immediata efficacia dallo strumento con particolare riferimento alle schede allegate alle NN.TT.A. del P.S. di seguito indicate: − − − − − RILOCALIZZAZIONE INTERPORTO: previsione di cui all’allegato A alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che comportava sostanzialmente la traslazione verso nord del comparto logistico dell’Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” in funzione dei programmi di messa in sicurezza e navigabilità del Canale Scolmatore dell’Arno; la previsione risulta già attuata e pertanto si intende procedere unicamente allo stralcio della stessa dal corpo normativo del vigente P.S.; NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che comportava la realizzazione di un Piano di Lottizzazione con destinazione produttiva nelle aree rese disponibili dalla traslazione verso nord del perimetro dell’Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” e poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che consente la realizzazione di un Piano di Lottizzazione finalizzata all’arricchimento delle dotazioni di servizi e attività terziarie da porre sul margine occidentale dell’abitato di Guasticce creando al contempo una fascia di separazione e salvaguardia dalle aree produttive e logistiche, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: previsione di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano Strutturale consente la realizzazione di un intervento destinato ad attività di tipo congressualeconvegnistico, formativo e culturale, con particolare riguardo al mondo delle professioni, integrate da destinazioni e funzioni ricettive, con specifico richiamo al turismo congressuale. L’inerzia nell’attuazione degli interventi di rifunzionalizzazione della Villa Carmignani ha spinto l’A.C. a verificare se e quali elementi e parametri progettuali possano costituire un impedimento alla loro realizzazione, disponendo lo stralcio della scheda dal P.S.. RECUPERO EX CINEMA ODEON: il recupero del complesso dell’ex Cinema Odeon reso direttamente efficace con l’allegato E alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (il cui contenuto è stato integralmente trasposto nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) ha conosciuto, nel corso dell’ultimo quinquennio vicende alterne, che hanno determinato, anche in questo caso la sostanziale inerzia delle iniziative private per l’insostenibilità economico-finanziaria degli interventi previsti. Nel corso degli anni lo stato di degrado dell’area si è aggravato con ripercussioni sul decoro dell’abitato, la salubrità e la sicurezza delle aree adiacenti; al fine pertanto di agevolare e accelerare il processo di recupero e di riqualificazione di un’area così organica al centro storico e vitale del capoluogo, l’A.C., prevede lo stralcio dell’allegato al P.S. sopra citato e la rimodulazione dei contenuti prescrittivi della scheda normativa di R.U., senza incremento del carico urbanistico e delle volumetrie esistenti. Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati conferendogli allo scopo in necessari margini di 11 flessibilità, la variante al Piano Strutturale si sostanzia inoltre della volontà di ampliare la gamma di funzioni ammesse nell’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore (e segnatamente nel comparto logistico strategico costituito dall’area interportuale) contemplando anche quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali. La proposta di variante prevede, per gli specifici interventi già individuati come strategici dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, l’introduzione di una norma che consenta l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle U.T.O.E. di riferimento senza alterazione dei limiti di sostenibilità territoriale globalmente indicati. Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico; e pertanto il livello di dettaglio e di affidabilità degli elaborati dello strumento generale appare, ad oggi, ampiamente superata, pur necessitando, nel corso dell’elaborazione della variante di R.U., delle necessarie verifiche di sussistenza dei singoli aspetti e delle singole limitazioni. Il complesso delle modifiche proposte non appare suscettibile di produrre rilevanti impatti sull’ambiente insediativo e rurale del territorio e sul loro paesaggio né effetti particolarmente significativi rispetto a quelli già analizzati nel rapporto generale di valutazione integrata redatto in occasione della predisposizione del vigente R.U.. Nell’insieme si prevede possano verificarsi limitati consumi aggiuntivi di risorse naturali a causa della possibilità di attingimento dei dimensionamenti residui, del tutto funzionali, comunque, al conseguimento degli obiettivi di riqualificazione generale del paesaggio e delle sue dotazioni territoriali. 3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE La presente variante non presuppone alcun approfondimento di quadri conoscitivi specifici di riferimento che non siano già stati oggetto di studio in occasione della redazione del P.S. vigente o in sede di elaborazione del conseguente Regolamento Urbanistico. In sede di valutazione integrata iniziale/documento preliminare di VAS, è pervenuta, quale contributo istruttorio e partecipativo da parte della Regione Toscana, la raccomandazione che l’approfondimento al regime vincolistico effettuata in occasione della redazione del Regolamento Urbanistico, venga a costituire parte fondamentale del quadro conoscitivo della presente variante. Resta pertanto da intendersi che il nuovo quadro d’insieme della disciplina vincolistica operante sul territorio comunale illustrata e meglio chiarita negli elaborati grafici di RU distinti come Tavv. 9 riquadri a), b) e c) “Carta dei Vincoli”, ad oggi vigente, costuisce base di riferimento e quadro conoscitivo del presente procedimento. Rileva a tale fine precisare come il RU sia stato approvato nell’aprile 2009 e pertanto non tenga conto dell’integrazione al Pit per la disciplina paesaggistica adottata con deliberazione del Consiglio Regionale n. 32 del 16 giugno 2009. Il monitoraggio condotto nella vigenza del RU e tuttora in corso, ha consentito di implementare il regime vincolistico nel territorio di Collesalvetti, soprattutto in relazione ai vincoli paesaggistici ex lege (per es: aree di rispetto lacustre, aree di rispetto delle acque pubbliche, aree boscate, etc.), oggi ricompresi nel citato Piano di Indirizzo Territoriale regionale, redatto di concerto con il Ministero dei Beni Culturali e che determineranno, al fine di non ingenerare possibili ambiguità di lettura e di interpretazione, lo stralcio delle ormai superate tavole dei vincoli di Piano Strutturale, ed il prossimo e 12 compiuto aggiornamento di quelle di Regolamento Urbanistico nel corso della variante di monitoraggio e gestione, attualmente in fase di elaborazione. In riferimento alla definizione degli specifici obiettivi, si rileva che la presente variante al Piano Strutturale è improntata al superamento di incongruità riscontrate nel corpo normativo e cartografico, durante il periodo di vigenza dello strumento ed al conferimento di una maggiore flessibilità allo stesso strumento che agevoli una più probabile e pronta attuazione delle previsioni e delle misure ivi disposte. Anche in tale chiave si inquadra la necessità di provvedere ad una modifica parziale dello strumento che pur incidendo in modo marginale nell’impalcato generale del Piano, ne faccia comunque salvi obiettivi, dimensionamenti complessivi, quadri conoscitivi di riferimento e strategie. Nell’ambito della definizione di tale obiettivo generale che impronta la presente variante al PS, le misure disposte al fine di perseguirne il raggiungimento consistono nello stralcio delle “prescrizioni di immediata efficacia” per ogni singola UTOE, nonché nello stralcio delle schede normative in allegato alle NN.TT.A.. Tali misure si rendono necessarie in quanto, a seguito dell’avvenuto recepimento delle previsioni nell’ambito del Regolamento Urbanistico 2008-2009, si è in presenza di una duplicazione non necessaria delle stesse. L’inserimento di tali previsioni all’interno del PS, pur nell’ambito delle finalità comunque delineate dallo strumento, aggraverebbe, peraltro, il possibile ricorso all’istituto della variante alla pianificazione operativa, depotenziandone le facoltà di ripensamento e di revisione. D’altro canto appare di chiara evidenza come il semplice inserimento nel RU delle citate previsioni, consentirebbe appunto all’A.C., muovendosi in coerenza con le finalità del Piano Strutturale, di approntare percorsi differenti e più agevoli, capaci di garantirne appunto il raggiungimento e, al contempo, consentire il perseguimento degli interessi pubblici che ne hanno motivato l’introduzione. Ulteriore e significativa azione messa in campo dalla presente variante, al fine di conferire maggiore flessibilità e possibilità di concreta attuazione delle strategie complessive di governo del territorio, consiste nella modifica all’Art. 13 – Il Dimensionamento del Piano Strutturale delle NN.TT.A., in riferimento all’introduzione, mediante ricorso ad apposita variante al RU, di possibili deroghe al prelievo del residuo di dimensionamento per singola funzione e classe di attività, indipendentemente dall’UTOE di riferimento nei casi di Piani per l’edilizia economica e popolare, Piani per gli insediamenti produttivi, Piani di recupero del patrimonio edilizio, Programmi complessi di riqualificazione insediativa, Piani complessi d’intervento, nonché Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005 come da ultimo novellata con la L.R. 40/2011, qualora tali interventi contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni singolo ambito territoriale. Resta da menzionare la sopra accennata indicazione di stralcio delle tavv. n. 7 Carta dei Vincoli, riquadri a), b) e c), di Piano Strutturale al fine di garantire maggiore chiarezza operativa alla disciplina delle limitazioni che ha trovato compiuta definizione in sede di approvazione del vigente Regolamento Urbanistico. 3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ. L’oggetto del presente paragrafo è, come brevemente accennato, il “tema” della presente variante; le misure che essa introduce, rappresentano infatti, nel loro complesso, il primo tentativo dell’Amministrazione di dotarsi di uno strumento che, pur confermando l’impianto generale, le sue coerenze, e la sua sostenibilità territoriale ed ambientale di massima, assuma carattere di maggiore flessibilità e dinamismo, con lo scopo ultimo di moltiplicare le probabilità di concreta attuazione delle azioni previste e, soprattutto, il raggiungimento delle finalità stabilite. 13 In tale chiave resta inteso che la concreta attuazione del quadro previsionale strategico definito dallo strumento urbanistico generale rimane comunque subordinato al completamento della revisione alla disciplina urbanistica attuativa, attualmente in corso ed alla libera iniziativa privata cui è demandato l’impulso per l’attivazione delle principali trasformazioni urbanistiche e territoriali. 3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA. I lineamenti che hanno determinato la necessità della presente variante appaiono in piena coerenza con la disciplina urbanistica e territoriale vigente e con le finalità generali e specifiche che ne hanno improntato la definizione; la variante al P.S., così come quella concomitante al R.U., è stata avviata proprio al fine di dare compiuta attuazione all’insieme di previsioni, sia quelle complessive che quelle precisate e determinate per ogni singolo ambito territoriale, attualmente vigenti nel panorama della pianificazione urbanistica comunale. I risultati attesi per le azioni già diffusamente illustrate, coerentemente con gli obiettivi tratteggiati, sono quelli relativi al conferimento di maggiore versatilità e maggiore possibilità di concreta realizzazione delle misure e delle previsioni individuate nella strumentazione urbanistica. 3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. Stante la sua natura prevalentemente normativa e la non conformatività delle modifiche proposte, le misure previste nella presente variante, non mostrano profili di incoerenza con il PIT, con il PTC della provincia di Livorno e con altri atti pianificazione territoriale e/o di programmazione di settore. Come evidenziato in occasione della predisposizione del documento di Avvio del Procedimento, la presente variante si pone l’obiettivo di “completare” il PS vigente al fine di agevolare l’effettivo compimento del quadro previsionale strategico in esso delineato. L’esigenza di procedere alla variante di PS è infatti emersa in maniera significativamente rilevante nel corso del monitoraggio al vigente RU di cui si elabora, parallelamente, la rispettiva variante di gestione all’identico scopo di agevolare l’attuazione delle misure ivi previste e di raggiungere gli obiettivi in esso “travasati” dal PS. Non è pertanto nelle intenzioni dell’A.C., stante la riconferma del quadro statutario, previsionale e strategico sottesi dallo strumento di pianificazione, e stante la necessità di procedere nel più breve tempo possibile alla predisposizione delle misure correttive al Piano, procedere alla “riscrittura” del dimensionamento vigente. L’”incoerenza” con le disposizioni regolamentari regionali si sostanzia, pertanto, della profonda e radicata coerenza con l’impianto della pianificazione territoriale ancora vigente, cui la presente variante intende fornire rinnovato impulso. 3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE. In riferimento alle possibili soluzioni alternative vagliate, si precisa relativamente allo stralcio delle disposizioni di immediata efficacia e delle schede normative-allegato non si sono prese in considerazione ipotesi ulteriori e diverse, in quanto misure già recepite nel Regolamento Urbanistico, e pertanto superflue e ridondanti, oltre che improprie in sede di pianificazione strategica, per la marcata natura conformativa che le caratterizza. Relativamente allo stralcio della carta dei vincoli di PS, l’unica differente opzione contemplata è stata la conservazione degli elaborati tal quali; a seguito di approfondite valutazioni, tale eventalità è stata 14 scartata in quanto passibile di determinare possibili confusioni ed incertezze applicative per la contemporanea vigenza delle analoghe tavole di RU. In tale chiave si è ritenuto di garantire maggiore certezza normativa al pubblico interessato ed agli operatori conservando la disciplina più aggiornata ed approfondita, nelle more dell’ulteriore successivo adeguamento in materia di tutela paesaggistica, in coerenza e recepimento dell’integrazione al PIT quale piano paesistico regionale. Da ultimo rileva precisare che più ampia è stata la gamma di opzioni valutate in riferimento all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro conoscitivo, consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento limitatamente alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente riguardato l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo, nonché la cosiddetta “opzione zero”. Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità per come emerse nel corso del monitoraggio condotto sull’attuazione del RU, nonché inconciliabile con le finalità della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio al Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con lo scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in campo dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa, senza compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti territoriali. 3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE. In via generale le risorse potenzialmente interessate dalla eventuale attuazione della precisazione e della revisione al quadro previsionale e strategico definito dalla presente variante sono di seguito individuate: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Acqua; Suolo e sottosuolo; Energia; Aria; Rifiuti; Natura e biodiversità; Radiazioni non ionizzanti; Paesaggio e cittadinanza. Per ogni risorsa sopra indicata sono stati individuati indicatori in grado di quantificare l’impatto del piano sulla risorsa sia di dare informazioni sullo stato attuale dell’ambiente interessato: RISORSE INDICATORI Consumi idrici domestici Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli) Quantità di acqua erogata ACQUA Popolazione servita dall’acquedotto Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso Perdite alla rete idrica Caratteristiche della rete idrica Popolazione servita dalla pubblica fognatura 15 Popolazione servita da impianti di depurazione Potenzialità degli impianti di depurazione Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi Consistenza e qualità della rete fognaria Possibilità allaccio Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente Vulnerabilità della falda Consumo di suolo Superficie di suolo reso impermeabile Permeabilità SUOLO Geomorfologia Acclività Rischio geologico Rischio idraulico Reticolo idrografico Siti da bonificare Sito di interesse nazionale Consumi energetici; gas ed energia elettrica ENERGIA Fabbisogni di energia Produzione di energia da fonti rinnovabili Sistemi di gestione dei consumi pubblici Qualità dell’aria Emissioni da traffico veicolare ARIA Emissioni di origine civile Livello di inquinamento acustico Flussi di traffico Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale Sistema di raccolta Produzione di rifiuti pro capite RIFIUTI Percentuale di raccolta differenziata Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici Quantità di rifiuti avviata a recupero Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive Estensione delle aree verdi per tipologia NATURA E BIODIVERSITÀ Aree naturali protette Siti di Importanza Regionale/Comunitaria ANPIL RADIAZIONI NON IONIZZANTI Presenza di SRB e RTV Linee elettriche Distanze di sicurezza Visuali e sfondi paesaggistici Frammantazione territorio rurale Grado di naturalità PAESAGGIO E CITTADINANZA Beni storico-culturali Vincoli paesaggistici Invarianti Valori paesaggistici/architettonici introdotti Dotazioni territoriali e di servizi 16 Qualità della vita Mobilità e accessibilità Salute e sicurezza 3.7.1 − COMPONENTE ACQUA. In Toscana, la gestione del servizio idrico integrato è strutturata, secondo la legge Galli, in sei Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), all'interno di ognuno dei quali la gestione è affidata ad un Gestore Unico. All’interno di tale schema e di tale strutturazione generale, l’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 5 – Toscana Costa esercita la titolarità del Servizio Idrico del Comune di Collesalvetti, laddove la gestione del Servizio Idrico Integrato è affidata alla Soc. ASA (Azienda Servizi Ambientali) S.p.A. 3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO1. Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti idriche di adduzione e distribuzione hanno uno sviluppo complessivo di circa 2.284 km. I principali sistemi acquedottistici sovracomunali sono l’Acquedotto Anello, l’Acquedotto di LivornoCollesalvetti, l’Acquedotto Carlina, l’Acquedotto Puretta e lo schema della Dorsale nell’Isola d’Elba. Il sistema acquedottistico di Livorno-Collesalvetti è alimentato dai 3 campi pozzi di Mortaiolo, Filettole e Paduletto e dalle sorgenti ubicate nelle aree di Colognole, La Chiesina e La Terrazza. Il sistema riceve risorsa dagli schemi del comune di S. Alessio (LU) e dal comune di Collesalvetti. Per Collesalvetti il sistema acquedottistico si compone di due schemi separati che complessivamente contano quasi 30 km di condotte adduttrici: l’acquedotto di Collesalvetti, alimentato dal campo pozzi di Mortaiolo, e l’acquedotto di Colognole, alimentato dalle sorgenti dell’omonima zona e collegato alla rete di Livorno. Il volume complessivo degli accumuli è pari a 665 mc. Per quanto riguarda le caratteristiche delle acque distribuite non si evidenziano particolari problemi, a parte la presenza di ferro e manganese nelle acque provenienti dalla falda di Mortaiolo. La concentrazione di questi due inquinanti viene comunque abbattuta nell’impianto di potabilizzazione a valle del campo pozzi, prima dell’immissione nella rete di distribuzione. In base ai dati disponibili sono stati individuati sei ”domini idrogeologici” geograficamente distinti. Ciascun Dominio comprende una o più Unità Acquifere d’interesse acquedottistico, per un totale di 17 Unità. L’Unità denominata COLLINE PISANO – LIVORNESI E PEDECOLLINARE DI COLLESALVETTI, comprende le seguenti Unità permeabili per fratturazione: 1. Ofioliti del Gabbro 2. Flysch calcareo di Santa Luce 3. Ofioliti di Castellina – Riparbella e la seguente Unità permeabile per porosità: 4. Acquifero di Mortaiolo Relativamente al Comune di Collesalvetti rileva ripercorrere la descrizione che il Piano d’Ambito riporta per le Unità degli “Ofioliti del Gabbro” e dell’”Acquifero multistrato di Mortaiolo”. 1 Descrizione e dati desunti dal documento denominato Elementi ambientali significativi e stato dell'ambiente allegato al Quadro Conoscitivo del Regolamento Urbanistico vigente del Comune di Collesalvetti, dal Piano di Ambito approvato dall’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 5 – Toscana Costa e dal Bilancio Socio Ambientale 2010 del Gestore del SII reperibili nei rispettivi siti internet ai seguenti link: http://www.ato5acqua.toscana.it/Piano%20d'Ambito.htm; e http://www.asaspa.it/asa/page/bilancio-socio-ambientale.php?linksPagina=55&idMenuSpec=117&idMenu=9. 17 L’approvvigionamento dalla prima unità ammonta attualmente a circa 9,0 l/s provenienti dalle Sorgenti di Colognole (versante pisano) e dalle sorgenti Bucafonda (versante livornese). Di questi 9,0 l/s solo 2,0 l/s servono all’approvvigionamento di utenze dell’ATO 5 mentre la parte restante approvvigiona Comuni esterni all’ATO. La disponibilità residua di risorsa ammonta a circa 2,0 l/s che costituisce la differenza fra ricarica e portata sorgiva, che probabilmente si disperde in troppo pieno invernale. L’Autorità d’ambito stima tale unità priva di interesse quantitativo per sviluppi futuri, benchè riesca a garantire una buona qualità di acqua sul versante pisano, e comunque discreta su quello livornese a causa della presenza di magnesio e manganese. Dall’acquifero di Mortaiolo vengono attinti 177,0 l/s per uso acquedottistico di cui il 90% serve all’approvvigionamento del comune di Livorno ed il resto serve il comune di Collesalvetti. Le disponibilità residue sono stimate in 70,0 l/s circa provenienti eventualmente dal migliore sfruttamento delle risorse del campo pozzi di Mortaiolo (aventi profondità tra 25 e 40 mt), che secondo le indicazione del Piano d’Ambito dovrebbero essere utilizzate a copertura del deficit di risorsa del Comune di Collesalvetti. La sostanziale buona qualità dell’acqua è caratterizzata dalla presenza di magnesio e ferro. Acquedotto Livorno - Collesalvetti2 Nel campo di Mortaiolo 35 pozzi prelevano, a profondità variabile tra 40 e 190 metri, circa 4,7 milioni di mc/anno d’acqua da due falde presenti nei sedimenti grossolani del paleoalveo dell’Arno e del Serchio (quando questo fiume scorreva nell’attuale valle del Bientina e confluiva in Arno in prossimità di Calcinaia) e nei sedimenti sabbiosi del pleistocene inferiore. La rete idrica ha uno sviluppo di 424 km, convoglia annualmente alla città di Livorno e sua periferia circa 17 milioni di mc d’acqua con una media, nel 2006, di 46.700 mc/giorno, mentre, relativamente al Comune di Collesalvetti (comprendente le frazioni di Vicarello, Guasticce, Nugola, Castell’Anselmo e Villaggio Emilio), i volumi erogati per l’anno 2006 sono pari a 1.378.140 mc, con una media giornaliera di 3.775 mc. Le acque che approvvigionano Livorno provengono per il 40% da Vecchiano, per il 19% da Collesalvetti e per il 41% da Lucca, per soddisfare una domanda idrica nell’ordine di circa 600 litri/secondo, con punte massime sino a circa 800 litri/secondo. Trattamento delle acque: la disinfezione avviene quasi esclusivamente con impianti di dosaggio di ipoclorito, mentre a Mortaiolo è in servizio un impianto di deferromanganizzazione che nel 2006 ha trattato 4,5 milioni di mc d’acqua. Acquedotto di Colognole Sorgenti3 A nord delle pendici del monte Maggiore, nella zona livornese, si trovano le sorgenti di Colognole, le cui acque nell’ 800 venivano fruite dalla città tramite l’acquedotto Leopoldino. Oggi queste acque servono alcune frazioni del comune di Collesalvetti. L’acquedotto di Colognole Sorgenti (70,5 Km), è costituito da n° 13 sorgenti. L’acqua scorre in rocce della serie ofiolitica. Attraverso il suddetto acquedotto, ASA SpA riesce a servire i paesi collinari di Colognole, Parrana S. Giusto, Parrana S. Martino e la frazione della Valle Benedetta. I volumi erogati ammontano annualmente a 200.000 mc con una media di 547 mc/giorno. La frazione di Colognole Paese è servita da alcune sorgenti che si trovano lungo la valle del botro Savolano (circa 25.000 mc/anno). Presso quest’impianto è stato avviato un sistema filtrante automatizzato per l’abbattimento della torbidità che si manifestava in occasione di forti precipitazioni atmosferiche. Trattamento delle acque: disinfezione con ipoclorito di sodio. Acquedotto industriale di Livorno4 La costruzione dell’acquedotto industriale è cominciata negli anni ‘40 ad opera degli americani. All’origine il sistema acquedottistico aveva funzione bivalente: potabile ed industriale. La scelta Fonte BSA 2010 del Gestore del Servizio Idrico Integrato – ASA SpA. Ibidem 4 Ibidem 2 3 18 dell’emissario del Bientina quale fonte di approvvigionamento fu condizionata dall’obbligo di garantire una adeguata portata all’utenza. La portata propria del canale era infatti integrata da un quantitativo d’acqua prelevato dall’Arno tramite n. 5 sifoni, in località San Giovanni alla Vena, da tempo non più funzionanti a causa dell’elevato inquinamento del fiume. Con la dismissione dell’impianto di potabilizzazione di Stagno, avvenuta alla fine degli anni ‘50, il sistema è stato dedicato al solo utilizzo industriale ed attualmente è gestito da ASA SpA. Il prelievo di acqua dall’emissario del Bientina avviene tramite due derivazioni ad altezza diversa distanti circa 1,7 Km l’una dall’altra. L’acqua captata da entrambe le opere di presa è convogliata nella Fossa Morta, che ha la funzione di punto di accumulo e sedimentazione, da qui attraversa il canale industriale ed arriva alla centrale di Biscottino. Dalla centrale viene rilanciata con una prevalenza di circa 5 m, che serve a superare il dislivello offerto dal ponte canale sullo scolmatore d’Arno; all’arrivo alla centrale dei Tre Ponti l’acqua è accumulata in una vasca e da qui è rilanciata nella rete di distribuzione gestita da ASA SpA. Qui le acque sono prelevate in aspirazione dalla Società ENI Power e, con un moderno impianto costituito da PLC e Inverter, spinte nella rete dell’Acqua Industriale. L’acquedotto garantisce la fornitura continuativa di circa 500 mc/ora alle indu-strie della zona nord di Livorno dei quali il 50% per la raffineria Agip Plas di Stagno (Collesalvetti). Nel 2010 ASA SpA ha distribuito 6.020.100 mc di acqua industriale (+ 163.663 mc rispetto al 2009) di cui 3.671.739 ad ENIPOWER e 2.349.361 (ossia, il resto) alle altre utenze industriali. Relativamente alle risorse prelevate e distribuite si riporta di seguito l’estratto dei dati forniti da ASA SpA nell’ambito del Bilancio Socio Ambientale 2010 riferiti al territorio comunale. ANNO 2010 (mc) Comune Volume acqua prelevata da ASA SpA Volume acquistato da altri sistemi di acquedotto Volume consegnato ad altri sistemi di acquedotto Volume immesso nella rete primaria Volume distribuito (prelevatoceduto+acquistato) al netto delle perdite nella rete primaria Collesalvetti 1.521.997 // 10.000 1.511.997 1.368.637 Nella stessa sede il Gestore del SII illustra i dati relativi ai consumi idrici: la capillarità del servizio di distribuzione nel territorio gestito è stabile sul 99% dell'utenza potenziale. I dati resi disponibili da ASA SpA in forma aggregata per l’intero ambito territoriale di competenza, evidenziano come il numero totale delle unità alloggiative equivalenti è pari a 232.360 (+2.502 unità rispetto al 2009), includendo le diverse tipologie di clientela (domestica, non domestica, uso organizzazioni volontariato, uso pubblico e alleva-mento, uso comuni consorziati, scarichi industriali). ASA SpA è contrattualmente impegnata ad assicurare alle utenze domestiche una dotazione unitaria giornaliera alla consegna non inferiore a 150 litri/abitante, con una portata minima non inferiore a 0,10 litri/secondo per ogni unità abitativa. Per il servizio idrico integrato è stato fatturato, quale volume di competenza 2010, un totale pari a 27.539.743 mc, mentre nel 2009 è stato fatturato un volume pari a 27.445.707 mc. Nel 2010 il consumo annuale dell’utenza “domestica”, tenendo presente che la medesima è costituita da 203.300 unità alloggiative distribuite tra uso domestico residente, domestico non residente e deboli, ammonta a 19.817.848 mc. Considerando che ogni unità alloggiativa rappresenta la famiglia media composta da 2,3 membri (dato medio ATO, fonte Istat), possiamo stimare un uso pro-capite giornaliero di circa 115,82 litri (litri 140,352 nel 2009). Nel 2010 il consumo annuale per utenza globale (tutte le tipologie di utilizzo), composta da 232.360 unità alloggiative, ammonta a 27.539.743 mc, per un consumo pro-capite giornaliero di 141,18 litri (142,23 litri nel 2009). 19 Interpolando i dati disponibili relativi al territorio comunale si può altresì dire che il consumo giornaliero pro-capite dei 16.919 residenti nell’anno 2010 è stato pari a 221,62 litri giornalieri. Tale dato è comunque da ponderarsi in ragione del fatto che omologa i dati relativi alle forniture domestiche a quelle non domestiche di cui non è disponibile il dettaglio. Relativamente alla tutela della qualità delle acque destinate al consumo umano ASA SpA ha condotto una capillare campagna di verifiche, condotte secondo i sistemi di controllo della qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001:2000, su un numero totale di campioni di acqua erogata prelevati ed analizzati è pari a 10.649. Tale attività di raccolta sistematica dei dati analitici rilevati nei punti di prelievo ubicati lungo la rete di distribuzione dell’acqua destinata al consumo umano, determina la redazione, con cadenza trimestrale del documento "Qualità delle Acque Potabili distribuite da ASA SpA" del quale si riporta di seguito l’estratto relativo al comune di Collesalvetti per l’anno 2010. La normativa vigente stabilisce i requisiti minimi di qualità di un’acqua definita potabile e sono previste ben precise modalità di prelievo, distribuzione ed erogazione. Le acque destinate al consumo umano non devono quindi contenere “microrganismi e parassiti, né altre sostanze, in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana”. È quindi importante proteggere l’acqua, non solo all’origine, ma anche durante la sua distribuzione in rete, mantenendo in efficienza gli impianti di trattamento, rinnovando le strutture ed effettuando un monitoraggio continuo ed accurato. Le analisi sulle fonti di approvvigionamento e sulla rete di distribuzione vengono effettuate nel rispetto del D.Lgs. 31/01 “Qualità delle acque destinate al consumo umano”. Le acque si dividono in acque gregge (pozzi, sorgenti, acque superficiali) e acque potabilizzate immesse in distribuzione. ASA SpA effettua inoltre regolarmente controlli su tutti gli impianti di potabilizzazione delle acque. Rileva da ultimo segnalare l’azione messa in campo dall’A.C. in sinergia con il gestore del Servizio Idrico Integrato di realizzazione di fontanelle pubbliche di erogazione di acqua ad Alta Qualità nei centri abitati di Collesalvetti, Vicarello e Guasticce. Tale politica che trova la sua principale declinazione in materia di tutela ambientale nella riduzione di emissioni in atmosfera in ordine all’abbattimento di consumi di materie plastiche, ha trovato significativo riscontro nella popolazione comunale determinando la scelta di proseguire sul solco tracciato e di programmare la relaizzazione e l’installazione di un analogo impianto anche all’interno del centro abitato di Stagno. Etichetta qualità dell’acqua Collesalvetti – Anno 2010 fonte Bilancio Socio Ambientale 2012 di ASA SpA. 20 3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE. Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti fognarie (nera + mista) hanno uno sviluppo complessivo nei 33 comuni dell’ambito di circa 1.129 km. Tranne limitati esempi e brevi porzioni della rete (localizzate essenzialmente in frazione Vicarello) la rete fognaria di acque reflue urbane in carico al gestore del servizio idrico integrato è di tipo separato e recapita il refluo in impianti di depurazione pubblici. I centri abitati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno ed in parte anche quello di Nugola sono serviti da impianti di depurazione secondo lo schema di seguito riportato. Dotazione servizio di smaltimento reflui in carico al gestore SII Frazione Residenti Estensione della fognatura (mt) Impianto di depurazione Capacità di progetto AE Capacità di progetto mc/anno Collesalvetti 4.285 11.985 Collesalvetti (loc. La Chiusa) 4.000 320.000 Vicarello 3.988 5.048 Vicarello (loc. Poggio al Chiuso) 6.000 438.000 Guasticce 1.508 7.930 Guasticce 2.500 210.000 Stagno 4.068 6.913 Stagno (Via Barontini) 8.000 620.000 Nugola 1.231 1.047 Nugola Nuova (PEEP) 800 50.000 I dati relativi alla popolazione nella tabella soprastante sono relativi alla ripartizione per ambiti amministrativi al 31 dicembre 2011. In dettaglio rileva evidenziare come la frazione capoluogo assommi anche i residenti nei nuclei abitati di Tanna Alta e Bassa, di Colliromboli e di Badia, totalmente sprovvisti di rete fognaria. Restano non servite da pubblica fognatura nera anche specifiche porzioni degli abitati di Vicarello, ivi compreso l’intero nucleo di Mortaiolo, e di Stagno (Stagno Vecchia e parte delle aree produttive nella poste in loc. Ponte Ugione-Aiaccia). Nel caso del centro abitato di Nugolaoccorre precisare che le reti e gli impianti in capo ad ASA SpA servono unicamente il complesso residenziale a nord di Nugola Nuova lungo le vie degli Ulivi, delle Querce e degli Ontani. Di norma le fognature attuali ed in particolare i collettori principali e la generalità degli impianti di depurazione, conservano una capacità residua di trasporto liquami e di trattamento molto esigua. Per tale motivazione aumenti di carico sostanziali rispetto alle necessità operative attualmente in esercizio, sono da ritenersi attuabili solo a fronte di valutazioni ad hoc da parte del gestore del servizio idrico integrato. Tale procedura presuppone al contempo un assiduo e più strutturato raccordo con gli organi tecnici dell’Ente gestore, in parte già avviato sulla base di specifici protocolli di lavoro, che consenta di pervenire a contributi e valutazioni di sostenibilità maggiormente incisive in merito alla pianificazione del territorio ed alle disponibilità delle risorse, nonché alle eventuali esigenze di implementazione ed adeguamento delle reti e degli impianti ivi compresa la programmazione degli interventi e degli investimenti tecnico finanziari che fronteggino le criticità lamentate. Le rimanenti frazioni ed i restanti agglomerati urbani non risultano dotati di impianti di depurazione collettivi. In taluni casi sopravvivono limiitate porzioni di rete fognaria comunale di uso misto (Parrana San Martino, Castell’Anselmo-Torretta Vecchia, Nugola) e sistemi autonomi di smaltimento di acque reflue domestiche fuori dalla pubblica fognatura. L’incidenza e la distribuzione degli impianti autonomi e degli scarichi fuori dalla pubblica fognatura sono attualmente oggetto di specifiche verifiche condotte dai servizi comunali competenti in riferimento alle disposizioni normative vigenti in materia anche al fine di determinarne il necessario adeguamento. 21 3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO. Il territorio comunale di Collesalvetti è interessato dalla presenza del SIN di Livorno determinato dalla funzionalità della raffineria di Stagno di proprietà dell’ENI. La consultazione della banca dati SIRA messa a disposizione da ARPAT sull’omonimo sito internet ha evidenziato che per 10 siti del Comune di Collesalvetti sono in corso procedure di accertamento in ordine alla suscettibilità di interventi di bonifica, secondo l’elenco sotto riportato. Relativamente alle casistiche ricomprese nella tabella sottostante, un solo procedimento è relativo ad aree interne al SIN, laddove la distribuzione territoriale degli altri interessa unicamente la porzione settentrionale del territorio comunale con prevalenza deile localizzazioni in frazione di Stagno, quattro siti in frazione Guasticce ed un sito in Frazione Vicarello, loc. Il Faldo. Tre procedure sono relative al sistema infrastrutturale viario ed alle relative pertinenze (distributori di carburanti), mentre le altre casistiche sono riferite ad attività produttive di varia natura e tipologia Elenco dei siti interessati da procedimento di bonifica fonte Sezione SISBON del sito http://sira.arpat.toscana.it/sira/. Rileva da ultimo seganalare, come, allo stato attuale, solo per il sito di cui al codice LI050 sono in corso interventi di bonifica e/o messa in sicurezza. Il fenomeno di abbandono incontrollato di rifiuti su aree pubbliche e private ha conosciuto negli ultimi anni un rinnovato sforzo dell’A.C. sia in relazione alla fase sanzionatoria che a quella preventiva (adeguamento del centro di raccolta dei rifiuti nel capologo e progettazione di un nuovo impianto a Stagno) e di vigilanza sul territorio, anche attraverso il potenziamento dello specifico Nucleo Osservatorio Tecnico intersettoriale. 3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA. L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente energetica è relativa all’anno 2004 ed è costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano Energetico Comunale di Collesalvetti). In termini di consumo energetico complessivo si riporta la sottostante tabella che dettaglia la quota di consumo per fonte energetica di provenienza. 22 Provenienza dei consumi energetici annui FONTE Tep Tep/abitante Percentuale Prodotti petroliferi 39.205 2,44 39,34% Metano 20.873 1,30 20,95% Elettricità 39.569 2,46 39,71% Totali 99.647 6,20 100% Il consumo medio alla data del rapporto registrava un fabbisiogno medio per abitante maggiore del 10% circa rispetto ai consumi registrati nella Provincia di Livorno. Di seguito si riporta anche la ripartizione di consumi di energia primaria nell’arco temporale (19992004) indagato nel corso della predisposizone del PEC. Consumi complessivi per settore di attività del Comune di Collesalvetti (Tep/anno) 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Variazione % 2004 su 1999 Agricoltura e Pesca 2.286 2.286 1.758 1.758 2.363 2.363 -2,2 Trasporti 18.307 18.307 19109 19.109 18274 19833 +8,3 Civile 12.251 12.259 12.603 12.991 12.346 11.859 -3,2 Industria 53.025 53.025 52.792 52.860 46.576 49.401 -6,8 TOTALE 85.869 85.876 86.262 86.718 79.558 83.329 -3,0 Per il settore civile, sia per i consumi di energia elettrica che di metano, il QC del PEC registra un ottimo posizionamento del Comune di Collesalvetti rispetto ad altre aree geografiche (nella valutazione dei consumi di metano si tiene già conto dei diversi valori di temperatura media delle località mediante il parametro GG=Grado Giorno) con minori consumi per complessivi 200 kWh/abitante per anno rispetto alla media del territorio provinciale e 100 kWh/abitante per anno rispetto alla media nazionale. Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di mitigazione degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazioe autonoma di impianti da FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il fabbisogno energetico dei fabbricati. In riferimento alla produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili sul territorio comunale l’ultimo aggiornamento disponibile, relativo all’anno 2011, riferisce di una potenza installata pari a 4618 kW, quasi totalmente riferibili alla produzione energetica fotovoltaica. Di seguito si riporta l’andamento della produzione energetica da impianti fotovoltaici nell’ultimo quadriennio secondo i dati forniti dal GSE, con aggiornamento al dicembre 2011. Produzione energia fotovoltaica ANNO Impianti Potenza Kw Incremento percentuale annuo 2008 31 226,6 // 2009 48 324,7 +43% 2010 74 628,9 +94% 2011 134 4.558 +624% 23 Il rapporto di Legambiente “Comuni Rinnovabili 2011”, colloca Collesalvetti tra le prime 20 amministrazioni pubbliche a livello nazionale per la categoria “minieolico” in relazione alla presenza nel territorio comunale di un impianto eolico costituito da n. 3 turbine a tre pale per complessivi 60 kW posto presso la Stazione Multienergy “Agip Grecciano Sud”. In tale sito, infatti, Eni ha installato, caso unico in Italia, un impianto di generazione elettrica da fonte rinnovabile del tipo misto fotovoltaico-eolicofinalizzato essenzialmente alla produzione di idrogeno da utilizzarsi come carburante per veicoli sperimentali. La produzione annua media di energia elettrica è stimata in 84.000 kWh pari a un risparmio di 18.48 Tep. Nel corso dell’anno 2007 l’A.C. ha provveduto a redigere ed approvare un apposito regolamento comunale per l’installazione di impianti di produzione di energia da FER, la cui disciplina è stata successivamente aggiornata nel corso dell’anno 2010. Tale regolamentazione ha consentito all’Amministrazione Comunale di “governare” i processi di installazione e insediamento sul territorio di tali impianti cercando un laborioso, e spesso fruttuoso, dialogo con i proponenti al fine di minimizzare gli impatti ambientali e paesaggistici determinati da tali manufatti. 3.7.4 − COMPONENTE ARIA. L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente aria è relativa all’anno 2004 ed è costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano Energetico Comunale di Collesalvetti). La qualità dell’aria è una componente ambientale di significativa rilevanza per le condizioni materiali di vita di una popolazione e di un territorio che risulta fortemente influenzata dalle condizioni meteoclomatiche quali la temperatura, l’umidità, la direzione prevalente e l’intensità del vento nonchè la piovosità in ragione del contributo che tali parametri offrono alla dispersione e/o l’abbattimento delle sostanze inquinanti presenti in atmosfera. Un ulteriore parametro meteoclimatico di rilevante incidenza sulla qualità complessiva dell’aria è rappresentato dalla radiazione solare; tale componente, infatti, in particolari situazioni climatiche, può determinare un’interazione con gli inquinanti primari quali NOx e COV dando conseguentemente luogo alla formazione di sostanze, detti inquinanti secondari, comunemente noti e classificati con il nome di smog fotochimico. Come chiaramente illustrato nel documento sullo stato dell’ambiente sopra citato, redatto a supporto della disciplina urbanistica vigente, una delle più marcate peculiarità del territorio del Comune di Collesalvetti è la coesistenza di contesti ambientali, insediativi ed antropici molto diversi. Al territorio collinare preponderante nelle frazioni di Colognole, Castell’Anselmo, Nugola e delle Parrane fa da contraltare la frazione di Guasticce che nasce sulla pianura alluvionale dell’Arno, le altre frazioni hanno carattere più spiccatamente “urbano” quali: Collesalvetti, Vicarello e Stagno. In quest’ultima, posta in contiguità con la periferia settentrionale di Livorno e caratterizzata da un tessuto insediativo promiscuo, in cui convivono ambiti residenziali ed ambiti produttivi e commerciali, si concentrano la quasi totalità delle attività industriali dell’intero territorio comunale, all’interno del quale spicca la presenza di uno dei più importanti poli petrolchimici italiani rappresentato dalla raffineria ENI posta a cavallo tra i due comuni. In conseguenza di ciò e della particolare sensibilità rispetto alla problematica dell’inquinamento atmosferico da parte della comunità locale l’amministrazione comunale ha disposto nel periodo Giugno-Luglio 2002 una campagna di rilevamento della qualità dell’aria nella frazione di Stagno che si andava a sommare ai continui monitoraggi effettuati dalle centraline della rete provinciale e della rete ARIAL. 24 Nella frazione di Stagno è stata attiva una centralina di tipo I, ovvero Industriale, dove l’unico inquinante monitorato era la SO2. Nei primi anni di attivazione della succitata rete di rilevamento fu posizionata a Guasticce una postazione fissa per il misurazione della concentrazione di SO2, successivamente rimossa una volta acquisita una serie significativa di dati, che comunque verificarono il rispetto degli standard di legge per l’inquinante in questione. Tale campagna ha permesso di mettere in evidenza un livello di concentrazione di CO calcolato come la massima media giornaliera dei valori trascinata su 8 ore pari a 0,7 mg/m3. Per quanto attiene alle polveri sottili (PM10) la sopra citata indagine ha messo in evidenza che 8 volte sui 40 dati validati è stato superato il limite, pari a 50 µg/m3, Tutto ciò implica un attenta riflessione in quanto la proiezione di tale valore su scala annuale comporterebbe il non rispetto dei limiti legislativi. La presenza all’internodel centro abitato di Stagno dello stabilimento ENI impone un monitoraggio continuo rispetto ai livelli di concentrazione di anidride solforosa nell’aria ambiente. Per quanto concerne il rispetto dei limiti normativi della concentrazione media oraria ( V.L.: 350 µg/m3) sono stati registrati, nel periodo di rilevamento sopra indicato, 6 episodi di inquinamento acuto di cui uno rilevato durante la campagna estiva, il valore più elevato ha superato del 39% circa il valore limite attestandosi a 486 µg/m3. Il quadro relativo alla presenza di SO2 non risulta completo se non si evidenziano i valori della concentrazione medie di tale inquinante rispetto alle 24 ore e rispetto all’anno civile. Per quanto riguarda la media giornaliera non si registrarono superamenti dei limiti imposti dalla normativa (V.L.: 125 µg/m3) ed il valore massimo si attestò a 108 µg/m3; ben il 95,8% dei valori medi giornalieri è rimasto al disotto di 50 µg/m3 con valori ancora più lusinghieri in riferimento alla media annuale in cui il valore registrato, nel corso del 2002, è stato di 9 µg/m3 contro un valore limite di 20 µg/m3 . Per quanto riguarda l’NO2 gli unici dati a nostra disposizione sono quelli relativi all’indagine effettuata mediante il laboratorio mobile nel periodo Giugno - Luglio 2002. i valori registrati risultano essere molto al di sotto rispetto ai limiti normativi. (103 µg/m3 rispetto ai 200 fissati dalla norma). Nonostante il Comune di Collesalvetti sia uno dei quattro comuni inseriti in zona B, e questo solo per la presenza di una delle più grandi sorgenti puntuali emissive di a SO2 presenti sul territorio provinciale, la situazione è sostanzialmente positiva infatti i livelli di concentrazione sono molto al di sotto dei valori limite si nel breve che nel lungo periodo e non sussistono rischi di raggiungimento degli stessi. Nonostante ciò, già la relazione sullo stato dell’ambiente del 2004-5 riteneva fondamentale seguire l’evoluzione del quadro emissivo e dei livelli di concentrazione in un ottica di mantenimento e miglioramento della qualità dell’aria. Per quanto detto in precedenza riguardo alla caratterizzazione del territorio comunale non sono presenti all’interno dello stesso altre postazioni di rilevamento della qualità dell’aria ambiente. Allo scopo di caratterizzare in via indicativa le fonti di emissioni di inquinanti dell’aria, ci si riferisce alle stime elaborate dalla Regione Toscana e contenute nell’ “INVENTARIO REGIONALE DELLE SORGENTI DI EMISSIONE IN ARIA AMBIENTE (IRSE)” in riferimento all’anno 2000, che rappresentano gli ultimi ed unici dati in possesso dell’Ente in materia, stante anche l’ancor oggi disattesa richiesta di aggiornamento e trasmissione degli inventari IRSE inviata ad ARPAT in data 15.12.2011. Si riporta nella tabella di seguito la stima delle emissioni totali degli inquinanti nel Comune di Collesalvetti e suddivisi per macrosettore. 25 In riferimento alla componente acustica dell’inquinamento atmosferico merita, in questa sede portare alcune semplici considerazioni che non possono non trarre origine dall’approvazione del PCCA con la Deliberazione n. 20 del 08.04.2009 in quanto strumento organicamente inserito nella vigente pianificazione territoriale comunale all’interno del Regolamento Urbanistico. Per quanto attiene a tale componente non si rileva la necessità di ricorrere all’elaborazione ed all’attuazione di alcun piano di risanamento acustico in quanto non si evidenziano particolari sofferenze e/o criticità all’interno del territorio comunale. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. 3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI. Di seguito si riportano i dati relativi alla produzione di rifiuti solidi urbani, comprensivi dei dati inerenti alla raccolta differenziata del quinquennio 2007-2011, all’interno del territorio comunale di Collesalvetti. Si evince chiaramente dalla lettura dei dati in tabella come l’efficienza del servizio di raccolta differenziata si sia consolidata su valori prossimi al 25% della produzione di rifiuti raccolti sul territorio comunale al netto della quota di rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade e delle aree pubbliche. Produzione di rifiuti e dati RD del Comune di Collesalvetti (2007-2011) ANNO Abitanti RU (kg/anno) RD (kg/anno) RU totale (kg/anno) Efficienza RD (%) Efficienza Rd (%) con spazzamento RD/ab (kg) RU TOT/ab (kg) 2007 16.493 8.284.480 2.543.147 10.827.627 24,38 25,94 154,20 656,50 2008 16.648 8.057.710 2.598.607 10.656.317 23,49 24,99 156,09 640,10 2009 16.744 8.344.780 2.491.726 10.836.506 22,99 24,46 148,81 647,19 2010 16.919 8.519.389 2.963.858 11.483.247 25,81 27,46 175,18 678,72 2011 16.915 8.160.685 2.581.444 10.742.129 24,03 25,56 152,61 635,07 26 Elaborazione su dati RD forniti dal gestore del servizio rifiuti REA SpA. Risulta altrettanto evidente il divario con gli specifici obiettivi fissati dal Codice dell’Ambiente per l’anno 2008 (pari al 45%) e per l’anno 2012, in cui sarebbe prevista un’efficienza del servizio pari al 65% del totale di RSU. Di seguito si riporta il dettaglio della raccolta relativa all’anno 2011 disponibile nelle Pagine dell’Ambiente dell’apposita sezione tematica del sito internet istituzionale. fonte http://ambiente.comune.collesalvetti.li.it/site/home/notiziario-ambiente/raccolta-rifiuti.html su dati forniti da REA SpA I dati sopra riportati sono suscettibili di incremento in ragione della recente implementazione del servizio di raccolta differenziata avviato per il complesso interportuale di Guasticce da REA SpA in qualità di gestore del servizio comunale di raccolta dei rifiuti. In merito alle attività di contrasto al fenomeno dell’abbandono incontrollato di rifiuti si rimanda a quanto illustrato in chiusura del paragrafo 3.7.2 relativo alla componente Suolo e Sottosuolo. 3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ. Il Comune di Collesalvetti (10.758 ha) presenta un areale frammentato ed eterogeneo che può essere sommariamente diviso in tre parti distinte: - una zona di pianura prevalenemente destinata all’attività agricola; - una zona collinare a macchia mediterranea e comunque naturale; - una zona dalle caratteristiche intermedie 27 Il territorio della “piana” occupa quasi interamente la prozione settentrionale del territorio comunale e consiste in un’ampia area di bonifica caratterizzata da un’agricoltura estensiva a cereali e leguminose, attraversata da una fitta rete di canali. Nella zona centro occidentale del Comune predomina, all’interno dell’area collinare boschiva, la macchia mediterranea a Leccio (Quercus ilex) e Corbezzolo (Arbutus unuedo) di varia età dove è possibile rinvenire più zone degradate: cesse parafuoco, macchie adibite a pascoli con ridotto sottobosco, cedui di limitata estensione e aree percorse dal fuoco. In tale macchia, per tratti non molto estesi, si incontrano “cerrete” (Quercus cerris), filari di essenze alloctone, giardini, piccoli boschetti a cipresso (Cupressus sempervirens), Pino domestico (Pinus pinea) e Pino marittimo, quest’ultimo specialmente in prossimità dei centri abitati. Nell’ambito della porzione orientale del Comune è presente una zona che occupa le aree ecotonali di transizione dove, tra coltivi di vario genere, si intercalano piccoli appezzamenti cacuminali di macchia. LA PIANURA: In corrispondenza del confine con il Comune di Pisa a Nord e con quello di Livorno ad Ovest, ubicato al piede settentrionale dei Monti Livornesi, sopravvive un’area umida residua della ben più vasta area di Stagno-Coltano, caratterizzata da notevole interesse naturalistico-ecologico: il complesso palustre di Biscottino-Suese. L’areale comprende due zone nelle quali l’acqua è presente costantemente, anche se con livelli variabili, durante il corso dell’anno: il Padule della Contessa (Suese) e la zona umida di Biscottino la quale è di origine artificiale in quanto ex cava della Fornace Arnaccio. Tra queste due aree si intercalano zone a prati umidi, solitamente allagati durante la stagione invernale e primaverile, e la rete dei canali di bonifica. La palude della Contessa, da un punto di vista geologico è costituita da depositi alluvionali risalenti all’Oleocene; ne consegue una vegetazione tipica delle fitocenosi palustri di acqua dolce di fiume, con un fragmiteto fitto e rigoglioso circondato da una larga fascia di Carice e agglomerati sparsi di Giunchi (Juncus conglomeratus). Si rinvengono Tife (Typha latifoglia), la Salcerella (Lythrum salicaria) e il Giaggiolo giallo (Iris), ma singolare è la presenza di Erba vescica (Utricularia vulgaris) ormai assente in molte zone umide (Pignatti, 1982). Nell’acqua, le piante natanti e sommerse sono rappresentate da Potamogeton, Utricularia e Chara, mentre tra le essenze arboree sono presenti le Tamerici (Tamarix gallica) e Frassini ossifilli (Fraxinus). Anche la fauna degli invertebrati è tipica di questi habitat con Rane verdi, Raganelle e Tritoni tra gli anfibi; Gambusi e Anguille come rappresentanti di una scarsa forma ittica. Tra i rettili si annovera la Biscia d’acqua e la Tartaruga palustre mentre i mammiferi che frequentano saltuariamente l’area o abitano le zone limitrofe sono: la Volpe, l’Istrice, la Puzzola, la Donnola e il Coniglio. L’aspetto più rilevante dal punto di vista faunistico di quest’area umida è dato dall’essere un importante punto di nidificazione, sosta e svernamento per molti uccelli, frequentato da circa 130 specie nel corso dell’anno. È questo infatti uno dei due luoghi in Toscana (l’altro è il Lago di Massaciuccoli) dove nidifica regolarmente la Salciaiola (Locustella) e risale al 1978 il rinvenimento del Gufo comune in questa unica sede toscana. Inoltre l’area presenta ottime caratteristiche per la sosta di anatrici e trampolieri, sono infatti presenti: la Marzaiola, l’Airone rosso, il Germano reale, l’Alzavola e anche numerosi rallidi tra cui il Porciglione. Oltre la Salciaiola, tra i passeriformi è degna di nota la presenza di Forapaglia castagnolo, con l’ultima popolazione relitta dell’ormai bonificata palude di Coltano (Ariamone-Meschini, 1980). Infine, una segnalazione interessante deve esser fatta in relazione alla comparsa di specie ornitiche caratteristiche di aree umide aperte (il Cormorano ed alcune specie di anatre tuffatrici) dovuta ad una sensibile modificazione della struttura dell’areale in relazione alla variazione di produttività agricola LE COLLINE: Un’attenzione di carattere conservazionistico deve essere anche dedicata alla Lecceta di Colognole, rappresentando essa uno dei pochi lembi di foresta di Leccio sfuggita alla ceduazione per la presenza 28 delle omonime Sorgenti. Secondo una strutturazione verticale, in essa tipicamente si distinguono: uno strato arboreo superiore costituito da Lecci e Pini marittimi (Pinus pinaster), questi ultimi giunti alla fine del loro ciclo vitale; individui arborei di Corbezzolo resi ormai rari dalla scarsa illuminazione; uno strato arborescente inferiore di piante caducifoglie tra cui l’Orniello (Fraxinus ornus) ed il Ciavardello (Sorbus torminalis) a cui segue uno strato arbustivo composto da scarsi cespugli di Tino (Viburnum tinus) e dal Pungitopo (Ruscus aculeatus). Il suolo, prevalentemente coperto da un breve tappeto di Edera (Hedera helix), presenta uno strato erbaceo composto da Viole, Ciclamini e Felci, queste ultime rappresentate dall’Asplenio adianto nero (Asplenium adiantum nigrum) e dall’Asplenio maggiore (A. onopteris). La conservazione di questa peculiare fitocenosi dei Monti Livornesi è da imputare alla presenza di importanti sorgenti nella parte alta del bacino del torrente Morra che ha, inoltre, permesso il preservarsi di una ricca vegetazione ripariale e di un bosco misto che diviene, nella parte alta, macchia mediterranea e pineta a Pino marittimo. All’interno dei cisternini delle Sorgenti di Colognole vive una strana Cavalletta cavernicola, la Cavalletta dello Schiavazzi (Dolichopoda schiavazzii), singolare ortottero che trova in questa sede il suo habitat tipico e che prende il nome dal suo scopritore. Nel panorama delle emergenze naturali, i complessi ofioliferi di Monte Maggiore costituiscono un aspetto peculiare del territorio in relazione alla loro tipica colonizzazione floristica. Dal punto di vista geologico le “rocce verdi” rappresentato lembi di antichi magmi di origine profonda che caratterizzano le linee di frattura di fosse oceaniche, sollevati a seguito di intensi movimenti tettonici. Le rocce ofiolitiche, per la loro ricchezza di magnesio e metalli pesanti (cromo, titanio e nichel), rappresentano una barriera ecologica alla libera diffusione di organismi vegetali e solo alcune specie risultano strettamente legate a questo substrato, le cosiddette serpentinofite tra le quali: l’Alisso del Bertolini (Alyssum bertolinii), la Stregonia del serpentino (Stachys recta serpentinii), l’Euforbia prostrata di Nizza (Euphorbia nicaeensis prostrata), il Fiordaliso tirreno di Caruel (Centaurea aplolepa carueliana), il Timo delle ofioliti (Thymus acicularis ophioliticus), la Viperina comune (Onosma echioides columnae) e la Ginestra genovese (Genista januensis). In particolare, sulle pendici settentrionali di Monte Maggiore si osservano interessanti specie montane tra cui l’Asfodelo montano (Asphodelus albus), il Sigillo di Salomone (Polygonatum odoratum) e l’Imperatoria apiomontana (Peucedanum oreoselium). Nel ricco panorama naturalistico del territorio del Comune di Collesalvetti è giusto includere l’alta valle del bacino del torrente Ugione la cui posizione geografica (a Nord-Nord Ovest) e la ricchezza di acque sorgive hanno favorito condizioni stazionarie di temperatura e umidità ed un mesoclima che ha permesso l’insediarsi di specie vegetali in periodi diversi dall’attuale. Sono infatti presenti piante caratteristiche del “bosco di laurifille”, come l’Alloro (Lauris nobilis) e l’Agrifoglio (Ilex aquifolium), caducifoglie mesofile come il Carpino bianco (Carpinus betulus) e il Carpino nero (Ostrya carpinifolia), liane come la Vite selvatica (Vitis vinifera sylvestris) e la Periploca (Periploca graeca), quest’ultima considerata peculiare specie geobotanica relitto terziario di origine pontica. Di notevole interesse floristico e fitogeografico sono le specie: Silene latifolia, Papaver apulum, Valium mollugo e Bromus inermis (Ansaldo et al., 1988); il Bucaneve (Galantus nivalis) trova qui la sua unica stazione dei Monti Livornesi. La presenza di sorgenti perenni, la diversa natura del substrato geologico, la varietà di formazioni vegetali lungo le pendici di questa valle spiegano la presenza di una fauna ricca e varia, compresa quella acquatica. Adesi ai ciottoli del fondo del torrente sono presenti molte specie di piccoli molluschi come l’Ancilo (Ancilus fluviatilis), le Neritine di fiume (Theodoxus fluviatilis) e numerose larve di Tricotteri, indicative di un elevato livello di salute del corpo idrico. Sulla superficie vivono sciami di Ragni d’acque o Gerri (Gerri gibbifer). Ai bordi delle pozze stagnanti sono presenti esemplari di Rana verde (Rana esculenta complex) e di suoi predatori naturali come ad esempio la Biscia dal collare 29 (Natrix natrix) mentre, al loro interno, vi sono Cavedani (Leuciscus cefalus), Rovelle (Rutilus rubilio) ed Anguille (Anguilla anguilla). Nel bosco misto della Valle della Sambuca si osservano uccelli come: la Cinciallegra (Parus major), la Cinciarella (P. caeruleus), la Cincia mora (P. ater), la Capinera (Sylvia atricapilla), il Fringuello (Fringuellus coelebs), l’Usignolo (Luscinia megarincos), il Merlo (Turdus merula) e il Pettirosso (Erithacus rubecula). LE AREE PROTETTE Nell’elenco ufficiale nazionale e regionale delle aree naturali protette (parchi nazionali, parchi regionali, parchi provinciali, riserve naturali statali, riserve naturali provinciali, aree naturali protette di interesse locale), sono incluse alcune aree del territorio di Collesalvetti. Il Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi è costituito: − dal Parco Provinciale dei Monti Livornesi istituito dalla Provincia di Livorno con deliberazione n. 936 del 19.2.1999; − dalle Aree Naturali Protette di Interesse Locale dei Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo istituite con specifica deliberazione dalle rispettive amministrazioni comunali. Al fine di garantire la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico culturale e naturalistico all’interno del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi, ed a promuovere le attività compatibili, è stato redatto il Piano del Parco dei Monti Livornesi. Il Piano del Parco disciplina gli ambiti territoriali facenti parte del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi mediante la definizione di prescrizioni, direttive ed indirizzi differenziati per i singoli ambiti. In relazione alle specifiche valenze storiche, naturalistiche ed ambientali individuate ed in funzione degli obiettivi stabiliti dal Piano, detti ambiti sono ulteriormente articolati in aree caratterizzate da differenti gradi di accessibilità, fruizione e tutela: − Aree ricadenti nel Parco Provinciale dei Monti Livornesi, al cui interno sono individuate le “Aree di Particolare Tutela”, caratterizzate da un maggiore grado di protezione in relazione ai valori naturalistici ed ambientali presenti. − Aree ricadenti nelle A.N.P.I.L. dei comuni di Collesalvetti, Livorno e Rosignano, la cui disciplina è definita dallo specifico Regolamento di Gestione ai sensi della L.R. 49/95. Il Piano individua anche nelle A.N.P.I.L., con valore propositivo per le Amministrazioni comunali competenti, alcune “Aree di Particolare Tutela”, richiedenti un maggiore grado di protezione in relazione ai valori naturalistici ed ambientali presenti. Le ANPIL ricadenti sul territorio comunale sono quelle de Le Sorgenti di Colognole e di Parrana S. Martino, istituite dal Comune di Collesalvetti con Del. C.C. n. 22 del 20/02/04 in attuazione del Sistema Provinciale delle Aree Protette di cui alla Del. C. P. n. 346 del 27.09.961. A seguito di specifico accordo di programma sottoscritto dalla Provincia di Livorno e dai Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, le A.N.P.I.L. del Comune di Collesalvetti costituiscono parte del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi. Allo scopo di garantire il rispetto delle caratteristiche naturali, paesaggistiche, storiche e culturali proprie delle Aree Protette, il Comune di Collesalvetti ha approvato con Deibera del Consiglio Comunale n. 16 del 14.02.2011 Al fine di garantire al gestione e fruizione unitaria del Sistema delle Aree protette dei Monti Livornesi, in una logica di integrazione fra i diversi ambiti territoriali, il Regolamento di gestione delle ANPIL recepisce le indicazioni del Piano del Parco Provinciale dei Monti Livornesi relativamente alle previsioni di servizi e strutture (porte, accessi, punti attrezzati, percorsi, ecc,) e di proposte specifiche di valorizzazione (progetti finalizzati) ricadenti all’interno del perimetro dell’A.N.P.I.L. 30 L’area naturale della Contessa appartiene a una pianura rivierasca in cui sono riconoscibili canali di bonifica e coltivazioni medio intensive, ma anche residui di antiche zone umide. Il paesaggio naturale doveva un tempo essere caratterizzato da estese bassure paludose interrotte, in posizioni più sollevate e asciutte, da una fitta copertura boschiva. Oggi, scomparse la maggior parte delle zone umide di retroduna, si è come rimasti sospesi fra un ambiente antropizzato e un ambiente naturale in parte compromesso. L'area della Contessa mostra chiaramente i segni dell'intervento umano, in particolare degli interventi di bonifica, sono infatti visibili arginelli, terrapieni, fossi e canali, carraie. L’area umida corrisponde attualmente a un bacino artificiale che ha sostituito la precedente prateria umida, in passato molto più estesa e periodicamente inondata. L'attuale lago è stato ottenuto con la realizzazione di argini più alti del livello di campagna. L’area della Contessa riveste un ruolo fondamentale nel mosaico di zone umide costiere della Toscana, legandosi funzionalmente ad una serie di aree comprendenti le Lame di San Rossore, il Lago di Massaciuccoli, la Palude dell’Ulivo, il Padule di Coltano e di Stagno, il Biscottino, il Galanchio e la Cornacchiaia, il Lago di Santa Luce. A livello più ampio, l’area è inserita lungo un’importante via di spostamento migratorio e costituisce un sito preferenziale di sosta e svernamento, con un ovvio incremento della diversità e dell’abbondanza di specie. Il Padule della Contessa, in seguito ai lavori di individuazione del Progetto Bioitaly, è stato inserito nella Rete Ecologica Europea Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria proposto, in attuazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Come noto, questa Direttiva è finalizzata almantenimento o al ripristino di habitat definiti di interesse comunitario, fondamentali per la conservazione di comunità o di singole specie, vegetali e animali, ad essi legati. Il territorio della Riserva è compreso nel perimetro del SIR 47 IT5160001- insieme al vicino Padule del Biscottino - ed è pertanto tutelato anche ai sensi della L.R. 56/2000 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”, è inoltre riconosciuto area SIC e ZPS sulla base della deliberazione del Consiglio Regionale 10 Novembre 1998, n.342. Con la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.86 del 28/04/04 è stata istituita la Riserva Naturale Provinciale Oasi della Contessa. Se le prescrizioni indicate per il SIR definiscono il ruolo della Riserva da un punto di vista territoriale ed ecologico, lo strumento di riferimento per gli aspetti legati alla fruizione è il Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale del Sistema delle Aree Protette della Provincia diLivorno finalizzato a rafforzare le logiche di sistema, accompagnando lo sviluppo delle singole realtà locali in un quadro organico di politiche di conservazione della natura e di incentivo e sviluppo delle attività economiche compatibili con i valori ambientali presenti e potenziali.Il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale delle Aree Protette della Provincia di Livorno delinea un percorso basato su una forte interazione tra Parchi e Riserve che compongono il sistema. La Riserva della Contessa presenta potenzialità che la configurano come un vero e proprio elementochiave per la valorizzazione dell’intero sistema al fine di offrire un adeguato supporto di interessi turistici complementari a quello balneare perché, opportunamente attrezzata, può diventare un punto di riferimento per le attività educative e luogo per la conoscenza diretta delle nuove opportunità produttive e di sviluppo (energie rinnovabili, agricoltura biologica, agriturismo, rifiuti). 3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI. L’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog ha negli ultimi anni catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e la preoccupazione per eventuali rischi alla sicurezza e alla salute della cittadinanza è stata a più riprese rilanciata ed amplificata dagli organi di informazione, generando di conseguenza una notevole pressione sugli organi istituzionalmente preposti. 31 L’interesse si è concentrato su sorgenti emissive di larga scala quali elettrodotti ad alta tensione, , linee ferroviarie ad alta velocità, impianti radar, apparati per la diffusione radiofonica e televisiva e per telefonia cellulare. La generazione di un campo elettromagnetico è dovuta alla propagazione nello spazio di campi elettrici e di campi magnetici a loro volta variabili nel tempo. Tali campi elettromagnetici emettono radiazioni ognuna con una propria frequenza; in base a questa frequenza le radiazioni generate da un campo elettromagnetico si distinguono in: − Radiazioni ionizzanti (dette IR, Ionizing Radiation) con frequenze maggiori di 300 GHz, tra cui si distinguono i raggi ultravioletti (UV) i raggi X ed i raggi g (o gamma). Queste radiazioni per la loro elevata energia sono in grado di rompere i legami molecolari delle cellule e possono indurre mutazioni genetiche; − Radiazioni non ionizzanti (NIR, Non Ionizing Radiation) generate da un campo elettromagnetico con frequenza compresa tra 0 e 300. Queste radiazioni non sono in grado di rompere direttamente i legami molecolari delle cellule perché non possiedono energia sufficiente e producono principalmente effetti termici. All’interno delle radiazioni non ionizzanti si distinguano per importanza applicativa i seguenti intervalli di frequenza: − Frequenze estremamente basse (ELF – Extra low Frequency) pari a 50-60 Hz. La principale sorgente è costituita dagli elettrodi, che trasportano energia elettrica dalle centrali elettriche di produzione agli utilizzatori; − Radiofrequenze ( RF- Radio Frequency) comprese tra 300 KHz e 300 MHz. Le principali sorgenti sono costituite dagli impianti di ricetrasmissione radio/T; − Microonde con frequenze comprese tra 300 MHz e 300 GHz. Le principali sorgenti di microonde sono costituite dagli impianti di telefonia cellulare e dai ponti radio. Al fine di valutare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a 50 Hz sono state effettuate delle indagini da parte di ARPAT, in collaborazione con la Provincia di Livorno, negli anni 1997 e 1998. È stata effettuata una campagna di misure lungo l’elettrodotto a 220 kV Livorno-Marginone (n.286), il quale dovrebbe essere sostituito per 10 Km, con il nuovo elettrodotto a 380 kV Livorno-Acciaiolo; tali elettrodotti attraversano parte del territorio di Collesalvetti. Il monitoraggio effettuato, correlato ai dati della corrente esercitata nel periodo di misura, dà la possibilità di calcolare il livello medio di esposizione all’induzione magnetica all’interno dei fabbricati, generalmente abitazioni. Le campagne di misura hanno avuto l’ulteriore scopo di individuare eventuale scostamenti ed inottemperanze rispetto al parametro di distanza dei conduttori dagli edifici stabiliti dal DPCM 23/04/1992. Di seguito si riporta la tabella che illustra sinteticamente l’esito di tale campagna di rilevamento. 32 Fonte: Documento sugli elementi ambientali significativi e sullo stato dell’ambiente, All. D al QC del vigente RU Tutti i valori di campo magnetico ottenuti durante l’indagine, risultano estremamente inferiori ai limiti di Legge (10 µT) ed anche agli obiettivi di qualità (3 µT) fissati dal DPCM 08/07/2003, (valori di attenzione e agli obiettivi di qualita' per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti). Si nota invece che in alcune situazioni (siti nn. 2 e 3) non risulta rispettata la distanza minima dei conduttori dagli edifici (20 metri) ai sensi del DPCM 23/04/1992. Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con maggiore incidenza nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è interessata unicamente da 2 siti mentre la programmazione degli operatori presenti prevede l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le frazioni di Parrana San Giusto e Colognole. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. 3.7.8 − COMPONENTE PAESAGGIO. La variante normativa oggetto della presente procedura valutativa non attiene in prima battuta ad aspetti pertinenti la componente ambientale in esame. Il quadro di riferimento in materia è attualmente definito, intanto, dal’limplementazione quale Piano Paesistico regionale del PIT vigente, in accordo con gli organi ministeriali che, su scala locale, ha 33 determinato la rivisitazione delle aree soggette a vincolo paesaggistico ex lege (con particolare rilevanza, nel caso del Comune di Collesalvetti, per le aree di rispetto di fiumi e corsi d’acqua pubblici e le aree di rispetto lacustre). Di notevole rilevanza ai fini della tutela paesaggistica e della salvaguardia del territorio, stante anche l’incidenza in termini di superficie occupata oltre che di reale pregio paesaggistico, è rappresentata dalle aree boschive che occupano larga parte del territorio collinare tra Nugola e Colognole. Nel territorio comunale di Collesalvetti sono presenti due complessi immobiliari e monumentali dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dei Codice dei Beni Storico-culturali e paesaggistici (D.Lgs.22/01/2004 n.42): − Area del Poggio Belvedere in frazione Nugola, istituita con D.M. 3 agosto 2006; − Complesso monumentale di Poggio alle Rondini o “Villa Celesia di Vegliasco” con Decreto n. 608 del 9 novembre 2010, limitrofa al centro abitato di Collesalvetti. Oltre ai valori ed ai beni il cui valore e la cui salvaguardia sono garantiti dalla normativa nazionale o comunque sovraordinata (si tralascia in questa sede per brevità l’elenco dei valori paesaggistici-storici e documentali definiti nel complesso impalcato del vigente PTC e destinati ad implementare le discipline vincolistiche e conservative locali), il PS vigente individua una lunga trama di beni e valori di natura paesaggistica ed ambientale che rappresentano la porzione più consistente delle invarianti e dello Statuto del Territorio in esso contenuti. Oltre al reticolo idraulico alle aree naturali protette, già ricordate altrove e rispondenti a valori più prettamente naturalistici ed ambientali, tra i beni ricompresi nelle invarianti aventi valore paesaggistico o comunque storico-culturale, si segnalano le emergenze paesistiche rappresentate dei filari monumentali di cipressi, dai principali andamenti dei crinali e dei vallivi, il complesso del patrimonio storico ed archeologico, nonché dalle infrastruttre storiche costituite prevalentemente dall’Acquedotto delle Pollace e dall’ancor più rignificativo e rilevante Acquedotto Leopoldino che si snoda per circa 18 km di gallerie, ponti, cisterne e pozzetti, tra le sorgenti di Colognole ed il Cisternone di Città, a Livorno, attraversando ed animando di scorci suggestivi le colline tra le Parrane e Nugola. 3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE. Lo stralcio delle schede normative allegate alle NN.TT.A. di PS non comporta alcuna variazione agli effetti territoriali, ambientali, sociali, economici e sulla salute umana rispetto a quelli già valutati in occasione della predisposizione degli strumenti valutativi a corredo del Regolamento Urbanistico che recepiva tali previsioni, e che si riportano sinteticamente, tralasciando le valutazioni di ordine generale e di coerenza che sono connaturate alle previsioni in oggetto in quanto direttamente organiche allo strumento di pianificazione territoriale. NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: La previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che comportava la realizzazione di un Piano di Lottizzazione con destinazione produttiva nelle aree rese disponibili dalla traslazione verso nord del perimetro dell’Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” e poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente procedimento consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo normativo dello strumento urbanistico. 2. – NUOVO PARCO INDUSTRIALE - U.TO.E. n. 5 - COLMATA Ambito di riferimento Standard prodotti dall’area di trasformazione Realizzazione di complesso produttivo con aree a verde e parcheggi pubblici e completamento di opere di urbanizzazione. Verde pubblico 45.000 mq. Parcheggi pubblici 4.200 mq. 34 VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Consumo di suolo Fabbisogno idrico Produzione acque reflue Produzione RR.SS.UU. Consumi energetici Inquinamento atmosferico Traffico Rumore impatto +/– entità x x x x x x x x – – – – – – – – Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - realizzazione di un complesso integrato per le attività produttive; -riqualificazione urbanistica e funzionale di ambiti in edificati all’interno del sistema produttivo, con esigui valori ambientali e formali; -potenziamento e miglioramento della rete infrastrutturale e contestuale separazione delle strade in funzione delle tipologie di traffico; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un polo produttivo qualificato e dotato di attrezzature di interesse collettivo per la fruizione del tempo libero, capace di ridefinire assetto infrastrutturale complessivo. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 5 di Colmata; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto alla qualificazione dell’offerta funzionale. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per lo sviluppo complessivo del territorio comunale. L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare. MONITORAGGIO Alla luce del contesto in cui si inserisce l’area di intervento, è prescritto il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. Si prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia acustiche che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici. PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: La previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che consente la realizzazione di un Piano di Lottizzazione finalizzata all’arricchimento delle dotazioni di servizi e attività terziarie da porre sul margine occidentale dell’abitato di Guasticce creando al contempo una fascia di separazione e salvaguardia dalle aree produttive e logistiche, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico. In conformità a tale disposizione, già nelle more della redazione del R.U., è stata presentata apposita istanza, adottata con Delibera del C.C. n. 34 del 31.03.2008; assoggettato alle fasi di pubblicazione, osservazioni e controdeduzioni il Piano non è mai stato approvato per le problematiche di carattere idraulico insistenti sull’area in questione. Non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente provvedimento consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo normativo dello strumento urbanistico. 4. - PARCO A SERVIZI DI GUASTICCE - U.TO.E. n. 6 -GUASTICCE Ambito di riferimento Standard prodotti dall’area di trasformazione Realizzazione di un nuovo insediamento a carattere polifunzionale, da completarsi con l’individuazione di attrezzature a carattere territoriale, spazi verdi e per la socializzazione Verde pubblico 3.500 mq Parcheggi pubblici 500 mq Parco rurale 25.943 mq. Opere di messa in sicurezza idraulica 6.000 mq. Attrezzature collettive 70.556 mq. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Consumo di suolo impatto x +/– - Rilevante entità Fabbisogno idrico x - Rilevante Produzione acque reflue x - Rilevante Produzione RR.SS.UU. x - Rilevante Consumi energetici x - Rilevante Inquinamento atmosferico x - Modesta Traffico x - Rilevante Rumore x - Modesta L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - realizzazione di un nuovo insediamento polifunzionale che arricchisca l'offerta di funzioni qualificanti a supporto dell'accresciuto ruolo di centralità territoriale assunta dalla frazione; - fornire un nuovo margine urbano alla frazione, riqualificandolo con la realizzazione di vaste aree verdi (parco rurale, messa in sicurezza idraulica, etc.) contribuendo alla separazione dell'abitato dalle contermini aree produttive e interportuali; - razionalizzazione degli assetti viari e della corretta distribuzione del traffico; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente di dotare la frazione di una ricca offerta di servizi qualificanti lo spazio urbano ed al contempo contribuire alla generale riqualificazione urbanistica e territoriale attraverso la creazione di una zona “cuscinetto” tra l'abitato e le aree produttive, nonché la risoluzione di alcune problematiche di traffico con l'apertura di alcune circolarità viabili. 35 VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 6 di Guasticce che lo individua in un apposito e specifico allegato; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato, e dell'incremento dell'offerta di spazi e opportunità qualificanti. L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, cui tuttavia farà fronte la razionalizzazione viaria e la creazione di percorsi sicuri, che consentiranno maggiore fluidità a compensazione degli effetti sopra indicati. L'intervento è suscettibile, altresì di produrre significativi incrementi potenziali di consumi energetici ed idrici, nonché della produzione di rifiuti solidi urbani e acque reflue di cui si prescrive attento monitoraggio. MONITORAGGIO Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. La realizzazione di alcuni obiettivi, è diretta funzione delle modalità attuative; al fine di rispondere concretamente alle finalità di qualificazione funzionale richieste, si richiede attenta e dettagliata progettazione degli spazi e delle attrezzature di carattere generale, nonché razionalizzazione della distribuzione di risorse e servizi con attenta ponderazione degli stralci funzionali in cui l'intervento stesso si articolerà. Si prescrive l’adozione di sistemi ed approntamenti mitigatori delle potenziali criticità di cui sopra. CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: L’inerzia nell’attuazione degli interventi di rifunzionalizzazione della Villa Carmignani e del relativo parco di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (scheda n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) spinge a verificare se e quali elementi e parametri progettuali possano costituire un impedimento alla loro realizzazione. Sull’area, la disciplina vigente, prevede la realizzazione di un insieme sistematico di interventi edlilizi finalizzati ad attività di tipo congressuale-convegnistico, formativo e culturale, con particolare riguardo al mondo delle professioni, integrate da destinazioni e funzioni ricettive, con specifico richiamo al turismo congressuale. Il piano prevede la valorizzazione dell’area boscata, il recupero e l’adeguamento dei fabbricati esistenti, la ricostruzione dell’ala demolita della casa padronale, la realizzazione di un campus e di una struttura ricetiva dimensionata per 100 posti letto, un auditorium per 300 posti, aule per attività didattica, attrezzature per il tempo libero e la pratica dello sport quali piscina e campi sportivi e da tennis, palestra e centro benessere. L’intervento prevede di essere completato con la realizzazione di parcheggi pertinenziali e con le opportune sistemazioni esterne nel parco e nelle altre aree aperte, con i relativi arredi e la predisposizione di aree attrezzate. Lo schema così proposto è stato concepito recependo le esigenze manifestate dalla proprietà a seguito dell’emissione dell’Avviso pubblico di partecipazione al Regolamento Urbanistico, calibrando, al contempo le richieste pervenute sulla base delle limitazioni dettate dalla strumentazione urbanistica e con gli specifici obiettivi dell’amministrazione. 23. – VILLA CARMIGNANI - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI Ambito di riferimento Realizzazione di un complesso turistico-ricettivo ed attrezzature ricreative integrate, con il recupero delle strutture esistenti. Standard prodotti dall’area di trasformazione Verde pubblico // Parcheggi pubblici // VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Consumo di suolo Fabbisogno idrico Produzione acque reflue Produzione RR.SS.UU. Consumi energetici Inquinamento atmosferico Traffico Rumore impatto +/– entità x x x x x x x x – – – – – – – – Modesta Rilevante Rilevante Modesta Rilevante Rilevante Rilevante Modesta L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - realizzazione di un complesso integrato per attività turistico-ricettive e ricreative; - recupero e riqualificazione urbanistica e funzionale delle strutture esistenti; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un polo ricettivo-integrato e qualificato dotato di attrezzature di interesse collettivo per la fruizione del tempo libero. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto alla qualificazione dell’offerta funzionale ed alla definizione delle qualità formali e paesaggistiche della frazione. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato. L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare. MONITORAGGIO Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.Si prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia acustiche che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici. 36 RECUPERO EX CINEMA ODEON: Il recupero del complesso dell’ex Cinema Odeon reso direttamente efficace con l’allegato E alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (il cui contenuto è stato integralmente trasposto nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) ha conosciuto, nel corso dell’ultimo quinquennio vicende alterne, che hanno determinato, anche in questo caso la sostanziale inerzia delle iniziative private per l’insostenibilità economico-finanziaria degli interventi previsti. Nel corso degli anni lo stato di degrado dell’area si è aggravato con ripercussioni sul decoro dell’abitato, la salubrità e la sicurezza delle aree adiacenti; al fine pertanto di agevolare e accelerare il processo di recupero e di riqualificazione di un’area così organica al centro storico e vitale del capoluogo, l’A.C., prevede lo stralcio dell’allegato al P.S. sopra citato e la rimodulazione dei contenuti prescrittivi della scheda normativa di R.U., senza incremento del carico urbanistico e delle volumetrie esistenti. 17. – P. d R. EX-ODEON - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI Ambito di riferimento Recupero di strutture e fabbricati esistenti al fine di una della riqualificazione di un ambito urbano. Standard prodotti dall’area di trasformazione Verde pubblico // Parcheggi pubblici // VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Qualità del suolo e del sottosuolo Fabbisogno idrico Produzione acque reflue Produzione RR.SS.UU. Consumi energetici Inquinamento atmosferico Traffico Rumore impatto x x x x x x x x +/– + – – – – – – – entità Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - riqualificazione di fabbricati e tessuti insediativi aventi valore storico-documentale e conseguente possibile rivitalizzazione del centro storico della frazione; - possibile effetto positivo sulla qualità del suolo, in considerazione dello stato di abbandono dell’area; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la valorizzazione dell’impianto insediativo centrale quale luogo del riconoscimento dell’identica collettiva e statutaria, degli ambiti storicizzati. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevati, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato. L'intervento è suscettibile di produrre modesti incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, amplificata dalla collocazione centrale dell’area di intervento posta tra la ridosso della Via Roma e la Piazza della Repubblica. MONITORAGGIO Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati dal complesso della disciplina urbanistica comunale e al contempo recuperare la necessaria flessibilità delle norme a questo funzionali, la variante al Piano Strutturale si sostanzia dello stralcio di tutte le ulteriori prescrizioni di immmediata efficacia disposte per le singole UTOE di cui all’art. 12 delle relative NN.TT.A., che comunque non producono impatti ed effetti di alcun rilievo rispetto all’assetto pianificatorio già sottoposto a valutazione nell’ambito della predisposizione del PS, prima, e dopo, e soprattutto, nell’ambito della redazione del Regolamento Urbanistico. Ulteriori modifiche previste nella presente variante al PS, che di seguito sinteticamente si ricordano, possono comportare effetti non ancora indagati dei quali si prova a dare compiuta illustrazione in riferimento alle matrici territoriali, ambientali, sociali, economiche e relative alla salute umana. ULTERIORI PROPOSTE DI MODIFICHE: In riferimento all’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore, individuata per garantire l’approccio tematico e l’omogeneità degli scopi sottesi dall’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e navigabilità del Canale, e prendendo le mosse dalle considerazioni espresse nella definizione degli specifici obiettivi che fonda le garanzie di manutenzione futura e di funzionalità degli interventi in 37 programma nella presenza di aree a carattere produttivo, l’ipotesi di variante propone di ampliare la molteplicità delle possibili funzioni ammesse nell’unità territoriale anche a quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali. La proposta di modifica interviene su un tema che non attiene alla definizione degli obiettivi di PS per l’UTOE n. 4 – Scolmatore, ma sulla disciplina relativa alle prescrizioni per il RU in riferimento alla stessa UTOE. In tale chiave vale la pena rammentare come l’UTOE n. 4 – Scolmatore trovi ragione della propria istituzione nell’ipotesi di navigabilità del canale artificiale che gli dà il nome e degli interventi di messa in sicurezza idraulica che ne avrebbero dovuto costituire il necessario presupposto. Tra gli obiettivi indicati nel vigente PS, e non discussi dalla proposta di variante, si legge: “Secondo studi economici di fattibilità la realizzabilità dell’idea (della navigabilità del canale Scolmatore – ndr) si fonda su specifiche garanzie di manutenzione futura dell’opera che vengono legate alla presenza di aree a carattere produttivo” e di seguito: “La molteplicità delle funzioni espresse all’interno dell’area vengono subordinate ad ipotesi localizzative separate, intervallata da attività agricola e altre funzioni”. L’introduzione della modifica proposta, pertanto, appare comunque in linea con gli orizzonti programmatici e gli scenari che la strategia di PS tratteggia pur in maniera generica. A tale scopo si puntualizza che in più occasioni il PS orienta le scelte di piano verso l’ampliamento dell’offerta di funzioni e di attività, ambientalmente sostenibili, all’interno delle singole unità territoriali organiche elementari quale contributo alla qualificazione dei singoli contesti territoriali. La misura proposta, mitigata comunque dalla prevalenza delle funzioni logistiche rispetto a quelle di tipo artigianale ed industriale, assommerebbe il vantaggio di poter localizzare in aree già in sicurezza idraulica e ampiamente infrastrutturate, attività produttive senza ulteriori impieghi di suolo rispetto ad ambiti territoriali già individuati con accordi di programma o strumenti similari, alla possibilità di attirare sul territorio investimanti di privati con più consistenti “ritorni” in termini di occupazione e conseguente distribuzione del reddito. Tale proposta, pertanto, rientra a pieno titolo nell’ambito della presente revisione allo strumento di pianificazione comunale, nella misura in cui introduce ulteriori possibilità di trasformazione del territorio senza significativo incremento degli effetti da essa indotti rispetto al quadro previsionale attuale, e nella misura in cui rappresenta un’ulteriore opportunità ed un ulteriore strumento capace di offrire più ampi gradi di flessibilità della pianificazione territoriale, così necessari nella gravosa contingenza economico-finanziaria che anche questi territori devono fronteggiare, nonché maggiori possibilità di attuazione coerente dell’insieme degli obiettivi sottesi dallo stesso PS. In sintesi si richiamano i temi sopra illustrati in relazione agli indicatori individuati in sede di “Documento Preliminare di VAS e Valutazione Iniziale di VI” che ha accompagnato l’Avvio del Procedimento della presente Variante. 38 RISORSE ACQUA INDICATORI IMPATTO ATTESO Consumi idrici domestici Impatto non presente e pertanto non si prevedono effetti in merito a tale indicatore. Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli) Lieve incremento dei consumi industriali di difficile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla fase attuativa della pianificazione ed a quella di monitoraggio. Quantità di acqua erogata Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore. Appare ragionevole l’attesa di impatti anche significativi su tale indicatore in funzione della natura e consistenza delle aziende eventualmente insediate; tale impatto resta, comunque di difficile quantificazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla fase di monitoraggio. Popolazione servita dall’acquedotto Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità. Non sono attesi effetti in riferimento a tale indicatore. Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso. Perdite alla rete idrica Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore. Caratteristiche della rete idrica Rete di adduzione acqua non potabile per uso industriale presente nell’UTOE a servizio prevalente dello stabilimento industriale ENI POWER di Stagno. Nessun impatto atteso. Popolazione servita dalla pubblica fognatura Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile. Non si attende alcun impatto dalla proposta di variante in discussione in relazione a tale indicatore. Popolazione servita da impianti di depurazione Potenzialità degli impianti di depurazione Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile. Non appare ragionevole attendersi alcun impatta dalla porposta in oggetto relativamente al comparto produttivologistico di Interporto; eventuali impatti in riferimento a tale indicatore i possono ragionevolmente attendere limitatamente all’area produttiva del Faldo. Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce cui afferiscono i reflui provenienti dal comparto logistico dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza dell’impianto intermodale e della vicina area produttiva denominata “Ex CMF. Alla luce delle ulteriori modifiche apportate alla disciplina di PS si rimanda la valutazione dei possibili effetti a specifiche verifiche da parte del gestore del SII sulla pianificazione attuativa. Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo. Consistenza e qualità della rete fognaria Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo. Possibilità allaccio L’allaccio è reso possibile dalla presenza di una rete civile esistente Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati Dato non rilevato. Non appare ragionevole ipotizzare alcun impatto in ordine a tale indicatore. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente Dato non disponibile e non rilevante rispetto alla modifica proposta. Relativamente al comparto interportuale non si attende alcun impatto significativo, ulteriore o cumulabile in ragione della possibilità di allaccio alla fognatura nera. Possibili impatti in riferimento a tale indicatore potrebbero prodursi sul comparto produttivo-logistico attualmente occupato dall’Autoparco “Il Faldo” 39 Vulnerabilità della falda L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 7 - CARTA delle AREE SENSIBILI alla VULNERABILITÀ delle indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturale in classe 2 ELEVATA. Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di sistemi acquiferi liberi in rocce prevalentemente carbonatiche con scarsa copertura e acquiferi liberi, semiconfinati o confinati generalmente caratterizzati da notevole anisotropia ed eterogeneità con copertura scarsamente permeabile. Posizionati in prossimità di centri abitati ed in un contesto idraulico superficiale di tipo rettificato. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Consumo di suolo Non è previsto alcun consumo di suolo ulteriore rispetto al quadro previsionale e strategico fissato con l’insieme della strumentazione urbanistica vigente. Superficie di suolo reso impermeabile Permeabilità SUOLO Geomorfologia Non è previsto alcun incremento dell’impermeabilizzazione dei suoli rispetto al quadro previsionale e strategico fissato con l’insieme della strumentazione urbanistica vigente e pertanto non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 6 - CARTA IDROGEOLOGICA delle indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturael in classe 1 PERMEABILITÀ PRIMARIA (per porosità) PpB – BASSA, con la sola eccezione degli ambiti territoriali occupati dall’Interporto e dell’Autoparco Il Faldo che sono ricomprese in classe 4 PERMEABILITÀ PRIMARIA IN AMMASSI DETRITICI DppM – MEDIA. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. L’UTOE n. 4 è caratterizzata dalla presenza di numerose aree soggette a ristagno prolungato di varia consistenza. Le aree oggetto della proposta di variante, essendo state oggetto nel corso degli anni di interventi di infrastrutturazione sono invece caratterizzate per i riporti di terreno e per il posizionamento a quote altimetrice superiori alla media . Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Acclività L’intera UTOE n. 4 è caratterizzata da una morfologia pianeggiante o subpianeggiante con pendenze inferiori al 5%. Tale indicatore non assume paertanto rilevanza e non appare suscettibile di subire impatti significativi o di innescare eventuali criticità territoriali. Rischio geologico L’UTOE n. 4 si caratterizza per pericolosità geomorfologiche medie (da medio bassa con bassa propensione al dissesto gravitativo e statico per le zone e i lotti bonificati geotecnicamente e le altre aree di pianura con sottosuolo eterogeneo e con caratteristiche geotecniche da medio-basse a scadenti, a medio elevate con medio-bassa propensione al dissesto per le aree di pianura con sottosuolo eterogeneo, caratteristiche geotecniche da basse a scadenti, soggette a fenomeni di ristagno). Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Rischio idraulico L’UTOE n. 4 ricade quasi interamente in classe di pericolosità idraulica 4 - MOLTO ELEVATA comprendenti le aree interessate da allagamenti per eventi Tr<30 anni. In assenza di studi idrologici-idraulici rientrano in questa classe le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a 2 metri sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda; oppure: c) aree morfologicamente depresse interessate da fenomeni di ristagno prolungato (zone umide). Sono inserite le P.I.4 e le P.I.M.E. e tutti gli elementi "idrografici" naturali o antropici (corsi d'acqua perenni, invasi, laghi, casse d'espansione etc.). Fanno eccezione l’area interportuale e quella dell’Autoparco (quelle destinatarie della proposta di modifica normativa della presente variante) che sono classificate come aree a pericolosità idraulica 3 – ELEVATA comprendente le aree interessate da allagamenti per eventi compresi tra 30<Tr<200 anni. 40 Reticolo idrografico La piana settentrionale è sempre stata servita da una serie di canali demaniali a scolo naturale od intermittente, carenti nel funzionamento idraulico e nel profilo dimensionale. A partire dal Nord: − l’Antifosso del Fosso Reale, che parallelo allo Scolmatore sbocca nel Toretta Inferiore, senza ricevere contributi diretti dalla piana; − l’Antifosso di Fattoria, che ha origine a nord di Vicarello, riceve i fossi Perino e Fologno e sottopassando il fiume Tora, entra nella piana di Guasticce per confluire nel Toretta Superiore; − il Tora Vecchia, che nasce in località Mortaiolo, sottopassa l’alveo del Tora confluendo insieme all’Antifosso di Fattoria nel Toretta Superiore; − il Toretta Superiore, che nasce dalla confluenza dei due precedenti e sbocca nel Toretta Inferiore insieme all’Antifosso del Fosso Reale; − il fosso Colmata degli Orti, che sbocca a Stagno nel canale Antifosso delle Acque Chiare avendo origine al margine ovest dell’Interporto mentre prima attraversava tutta la piana di Guasticce, − il fosso delle Chiaviche, che prima terminava con uno sbocco a paratoia nell’Acqua Salsa, ora con percorso diverso e ricalibrato, viene avviato verso l’idrovora realizzata a nord dell’Interporto. − completa il quadro del sistema idrografico dell’UTOE istituita proprio in ragione della sua presenza e dell’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e della sua navigabilità, il canale Scolmatore d’Arno, i cui argini sono posti a quota +4.88 m.m con una piena massima prevista di 1450 mc/s e quota massima del pelo libero di 3.88 m.m, in corrispondenza della linea mediana centrale del bacino. La gran parte della piana è stata soggetta fino a tempi recenti a frequenti allagamenti e ristagni a motivo della bassa giacitura dei terreni.; si verificava infatti che il livello del pelo libero dei ricettori finali fosse a quote comparabili con quelle del bacino di Guasticce ed anche superiori in caso di piena. A ciò si aggiungeva il fenomeno della tracimazione dei canali provenienti da monte, l’Antifosso di Fattoria ed il Tora Vecchia. Per permettere la concreta attuazione del Centro Interporto e la reindustrializzazione della ex-CMF, sono stati progettati una serie di interventi; ad oggi sono stati realizzati: risagomatura dell’Antifosso Reale nel tratto adiacente all’Antifosso della Fattoria, sistemazione e spostamento dell’Antifosso di Fattoria che scorre parallelo allo Scolmatore, spostamento del Fiume Tora a nord della S.G.C. FI-PI-LI e sua confluenza nell’Antifosso di Fattoria, realizzazione del Collettore ovest, dallo svincolo ovest all’impianto idrovoro, realizzazione del Collettore sud, dalla S.S.n.555 all’impianto idrovoro, esecuzione e completamento dell’impianto idrovoro. A ciò si deve aggiungere gli interventi già accennati come lo spostamento e l’allargamento del Fosso delle Chiaviche, la sistemazione dell’Acqua Salsa e la riduzione della Colmata degli Orti, che hanno contribuito ad eliminare le acque alte dalla piana di Guasticce. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree già largamente infrastrutturate, urbanizzate e sulle quali sono stati effettuati o sono in corso interventi di sistemazione e messa in sicurezza idraulica.. Siti da bonificare La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta tre localizzazioni ricadenti nell’UTOE n. 4, con procedure attive, ma relative a limitati ambiti territoriali ed ad eventi incidentali di modesta entità lungo le infrastrutture viarie per lo sversamento di idrocarburi lungo le scarpate stradali. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazoine di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Sito di interesse nazionale Nell’UTOE n. 4 non sono presenti siti di interesse nazionale. Il SIN relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende le aree interne alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia. Consumi energetici; gas ed energia elettrica Consumo energetico complessivo (ultimo aggiornamento disponibile anno 2004 – Fonte PEC di Collesalvetti): Prodotti petroliferi: 39.205 Tep (2,44 Tep/ab); Metano:20.873 Tep (1,30 Tep/ab); Elettricità: 39.569 Tep (2,46 Tep/ab). Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti difficele una sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS. Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di mitigazione degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazioe autonomai di impianti da FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il fabbisogno energetico dei fabbricati. Fabbisogni di energia Dato non disponibile. Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti difficele una sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS. ENERGIA 41 Produzione di energia da fonti rinnovabili Ultimo aggiornamento disponibile anno 2011: 4618 kW installati. L’eventuale insediamento di attività produttive in aree già urbanizzate appare suscettibile di produrre significativi impatti in riferimento a tale indicatore; appareinfatti ragionevole supporre ed attendersi l’attivazione di iniziative imprenditoriali produttive, che stante anche l’attuale contingenza economico-finanziaria, integrate e comunque attente alla copertura del proprio fabbisogno energetico (elettrico e termico) ed al contenimento dei costi ad esso relativi. Sistemi di gestione dei consumi pubblici Attualmente non risulta essere stato attivato alcun sistema di gestione particolare. Non si attende alcun impatto significativo sul presente indicatore a seguito dell’eventuale accoglimento della proposta di variante in discussione. Qualità dell’aria Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, in funzione, soprattutto delle tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili e fermi restando gli indirizzi che la variante pone per l’attuazione della previsione al RU. Emissioni di origine industriale Emissioni da traffico veicolare ARIA Emissioni di origine civile Livello di inquinamento acustico Flussi di traffico Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale Sistema di raccolta RIFIUTI Produzione di rifiuti pro capite Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della previsione al RU. Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità. Nessun impatto significativo atteso in relazione a tale indicatore. Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica ipotizzata nella presente variante riguarda aree già classificate come aree produttive. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della previsione al RU. Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale. È comunque vietato il transito del traffico commerciale sulla SP n. 555 Delle Colline. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della previsione al RU. Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004. Nessun impatto significativo atteso, allo stato attuale della pianificazione, stante la natura non conformativa del PS; si rimandano eventuali valutazioni di dettaglio alla fase di monitoraggio degli effetti del presente piano. Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto. A partire dal settembre 2011 è stato attivato, nell’area interportuale all’interno dell’UTOE oggetto della proposta di variante , il servizio di raccolta dei rifiuti urbani e della carta. Attualmente è offerta la possibilità di differenziare tali tipologie di rifiuti all'interno degli uffici mediante specifici contenitori carrellati. La raccolta sarà svolta in modalità “porta a porta”. La proposta di variante non appare suscettibile di produrre significativi effetti in ordine a tale indicatore. Ultima rilevazione disponibile anno 2008 (Fonte ATO Toscana Costa): 640,10 kg/ab per anno. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio. 42 Percentuale di raccolta differenziata Ultima rilevazione disponibile anno 2010 (Fonte Servizi Ambientali Comune di Collesalvetti): 27,46%. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio. Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in località “La Chiusa”. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore. Quantità di rifiuti avviata a recupero Dato non disponibile. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio. Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti; non si registrano comunque criticità significative in questo campo nell’UTOE n. 4 – Scolmatore. Nessun impatto significativo appare ragionevolmente da attendersi a seguito della proposta di variante in discussione. Estensione delle aree verdi per tipologia Ultimo dato disponibile relativamente all’UTOE n. 4 – Scolmatore (Fonte Variante al P.P. dell’Interporto Vespucci di Guasticce). Del. C.C. del 14 febbraio 2011): Aree verdi di compensazione: mq. 273.990; Aree verdi di riequilibrio: mq. 744.768; Verde pubblico attrezzato: mq. 1.250. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore. Aree naturali protette L’UTOE N. 4 non è interessata direttamente dalla presenza di aree naturali protette, per quanto il suo lembo occidentale sia caratterizzato dal SIR/SIC discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della contessa”. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse Siti di Importanza Regionale/Comunitaria L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza di SIR/SIC. Le attigue UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e Biscottino” (anche SIR e ZPS) che ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della Contessa”. Il vigente RU ha introdotto un ambito definito “area di incidenza del SIR” che si estende ad una porzione consistente dell’UTOE n. 4 e del perimetro di Interporto. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse ANPIL L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza diANPIL. Presenza di SRB e RTV Nell’UTOE n. 4 si segnala unicamente la presenza di un sito SRB (GSM+UMTS) in località podere Dalgas.Non si evidenziano eventuali impatti in riferimento a tale indicatore. Linee elettriche Il territorio dell’UTOE n. 4 è attraversato longitudinalmente (con andamento SO-NE) dagli elettrodotti n. 286 AvenzaLivorno (220 kV), n. 529 Marzocco-Guasticce e n. 527 Guasticce-Cascina (132 kV) e trasversalmente dall’elettrodotto n. 520 Guasticce-Pisa porta a Mare (132 kV). Le modifiche proposte non appaiono suscettibili di variare gli assetti esistenti e di produrre ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla situazione esistenti. Distanze di sicurezza Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si prevedono ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla situazione attuale. Visuali e sfondi paesaggistici Il vigente PS nell’articolare la propria definizione del sistema rurale, individua, prevalentemente lungo il corso del Canale Scolmatore, alcune fasce di territorio avente funzione rurale e paesaggistica ambientale senza riconoscere, comunque alcuna rilevanza al tema delle visuali e delle viste. Tale tema è invece introdotto dal vigente PTC della Provincia di Livorno che nella propria disciplina paesaggistica definisce il proprio Statuto territoriale individuando quali valori storico culturali quelli connessi agli ambiti rurali connotati dalla struttura agraria riconducibile agli interventi di bonifica con presenza di reticoli irrigui e riconosce ad una larga porzione del territorio interessato dalla’UTOE in oggetto deli valori estetico percettivi relativi alle aperture visuali verso i rilievi. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. NATURA E BIODIVERSITÀ RADIAZIONI NON IONIZZANTI PAESAGGIO E CITTADINANZA 43 Frammentazione territorio rurale Il territorio rurale interno all’UTOE n. 4, oggetto della proposta di variante in esame, risulta soggetto ad una diffusa frammentazione dovuta alla consistente maglia infrastrutturale ed idrografica, da un lato e dalla preponderante incidenza delle aree urbanizzate, con specifico riferimento ai due comparti produttivo-logistici dell’Interporto e dell’Autoparco in loc. Faldo. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale indicatore. Grado di naturalità L’area in questione appare fortemente compromessa nei propri contenuti naturali e naturalistici per la densità della maglia infrastrutturale nonché per la presenza di comparti logistico-produttivi rappresentati dall’Autoprco “Il Faldo” e Interporto “Amerigo Vespucci”. Residuano valori ambientali e naturalistici nelle aree marginali dell’UTOE e nelle aree ad esse contermini caratterizzate dalla Riserva Naturale Provinciale della Contessa e dal SIR n. 47 “padule di Suese e Biscottino”. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse. Beni storico-culturali Non si evidenzia la presenza di beni di interesse storico culturale fatta eccezione per la sola chiesa parrocchiale di Stagno. Nessun impatto atteso in ordine a tale indicatore. Vincoli paesaggistici L’UTOE n. 4 – Scolmatore non è interessata da vincoli paesaggistici se non marginalmente per la fascia a cavallo dell’acqua pubblica individuata con il Fiume Isola; non sono pertanto attesi significativi effetti in ordine a tale indicatore. Invarianti Il vigente PS individua all’interno dell’UTOE in oggetto l’insieme delle invarianti rappresentato e costituito dal sistema idrografico naturale e d artificiale nonché l’Interoprto quale cerniera tra il sistema infrastrutturale trasversale del sistema territoriale dell’Arno e l’itinerario plurimodale tirrenico in funzione dell’alleggerimento appenninico. La proposta di variante qui avanzata incide su tale invariante comunque in conformità all’obiettivo di “potenziamento e qualificazione”. Valori paesaggistici/architettonici introdotti Dotazioni territoriali e di servizi Qualità della vita Mobilità e accessibilità Salute e sicurezza La realizzazione dell’area interportuale ha introdotto nuovi linguaggi architettonici nella realizzazione del tessuto produttivo esistente trasformando consistentemente un contesto naturale morfologicamente depresso ed idoneo ad habitat assimilabili ad aree umide che per le intrinseche caratteristiche geotecniche hanno suggerito e comportato linguaggi e tecnologie costruttive improntate alla “leggerezza”. Il paesaggio risulta fortemente condizionato dalla presenza di tracciati viari in rilevato e sopraelevazione. Nessun impatto significativo atteso. L’UTOE in oggetto è dotata di una modesta superficie di verde pubblico e servizi collettivi legati al culto ed alla socializzazione della popolazione ubicate nello storico nucleo di Stagno Vecchia, avente valenza fortemente localistica. All’interno del comparto produttivo logistico dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è ospitata una consistente area destinata a servizi amministrativi e ricettivi. La proposta in questione incrementerebbe la gamma di possibili dotazioni territoriali potenziando l’offertà di attività potenzialmente compatibili ed ammesse, nonché le vocazioni produttive di un’area già interessata da profonde trasformazioni territoriali, infrastrutturali e funzionali. Non esistono indagini o rilevamenti effettuati a tale scopo. Non si evidenziano significative criticità in merito anche alla luce della modesta densità abitativa dell’UTOE in questione. Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili si rimandano specifiche vlutazioni di merito sia in ordine a possibili impatti negativi sia in riferimento a quelli positivi come eventuale ricaduta occupazionale, etc. L’UTOE n. 4 – Scolmatore segue lo sviluppo longitudinale del canale artificiale da cui assume il nome ed interessata dalla SGC FI-PI-LI e dagli attraversamenti trasversali (da est ad ovest) della SRT n. 206 Emilia, dall’autostrada A12 e dalla SS n. 1 Aurelia. L’area è inoltre interessata dal tracciato viario di collegamento tra il Porto di Livorno e L’interporto “Amerigo Vespucci”; la pianificazione territoriale e settoriale specifica vigenti prevedono l’estendimento del tracciato fin qui realizzato fino ad innestarsi sul tracciato della Pisa-Vada.Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. L’UTOE n. 4 – Scolmatore risulta scarsamente abitata se non per la sua porzione che interessa l’abitato storico di Stagno Vecchia e non presenta significative criticità in ordine alla sicurezza ed alla salute; alcuni studi recenti tenderebbero a dimostrare un nesso causale tra l’incidenza di alcune patologie e le attività industriali del comparto petrolchimico insistenti a Stagno e Livorno. Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili si rimandano specifiche valutazioni di merito fermo restando che è indirizzo per il RU l’ammissibilità, in tali contesti, di attività e categorie di funzioni F industriali eventualmente con l’esclusione delle attività F5) petrolchimica e F6) di recupero e trattamento rifiuti, secondo la classificazione introdotta dal vigente atto generale di governo del territorio. 44 Ancora e comunque in funzione di consentire un sufficiente grado di flessibilità e concreta possibilità di effettiva realizzazione delle linee programmatiche e delle previsioni date all’interno del PS, l’ipotesi di variante propone, per specifici interventi già individuati come strategici dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, di introdurre una norma che, all’interno di specifiche varianti al Regolamento Urbanistico, consenta l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle UTOE di riferimento. Il tema in oggetto determina possibili conflitti con le norme regolamentari introdotte con il DPGR 3/R/2007 in materia di raccordo tra strumenti della pianificazione territoriale con specifico riferimento alla definizione ed alla modulazione del dimensionamento (artt. 7 e 8). Le norme citate prevedono che le dimensioni massime sostenibili siano individuate all’interno dei sistemi e subsistemi considerati nella loro interezza, nonché delle singole UTOE. In tale chiave la deroga che si propone di istituire comporterebbe la possibilità di “travaso” di dimensionamento da ambiti territoriali che, rispetto alle previsioni del vigente RU, dispongono di un residuo verso ambiti che ne sono privi; tale possibilità resterebbe, tuttavia, condizionata all’approvazione di piani attuativi, comunque denominati, successivi o contestuali ad apposite varianti al Regolamento Urbanistico che contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale strategico del Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni singola UTOE. La norma proposta, pertanto, conserva la necessità del requisito della coerenza interna agli atti di pianificazione territoriale comunale, pur introtucendo l’ipotesi di una deroga, che ferme restando le quantità massime sostenibili dell’intero territorio comunale, consenta una “ridistribuzione” dei dimensionamenti residui relativi ad ogni singola UTOE in distinti ambiti territoriali. In tale chiave la norma introduce una opzione, una “possibilità”, i cui eventuali effetti sono difficilemente apprezzabili al presente stadio di valutazione; un minimo approfondimento sul tema in questione permette di formulare alcune considerazioni a margine, allo scopo di meglio apprezzare la portata e le ricadute della norma in parola. Le verifiche effettuate sul dimensionamento residenziale in sede di Relazione Illustrative/Sintesi non tecnica del vigente RU, evidenziano come il “residuo” non attinto dall’atto di governo del territorio ammonti a 6.480 mc. e chiariscono come tale “residuo” provenga prevalentemente dalle UTOE relative ai centri abitati collinari (Nugola, Parrana San Giusto, Colognole e Le Case) o ai nuclei abitati di più modesta entità (Torretta Vecchia e La Tanna). Pur non introducendo vincoli di sorta in merito alla rilocalizzazione del residuo sopra descritto, è pertanto ragionevole attendere che la variante proposta determini una traslazione di dimensionamento dai centri minori alle frazioni maggiori soggette a maggiori pressioni demografiche ed insediative, senza peraltro, in questa fase, poterne circostanziare gli impatti e le conseguenze tanto in ordine al preciso contesto localizzativo, quanto in riferimento alle specifiche tipologie e entità degli effetti indotti. Tali esami ed accertamenti restano pertanto demandati alla fase di approvazione della variante al RU con conseguente/contestuale piano attuativo ed alle relative procedure valutative e partecipative ai sensi della normativa nazionale e regionale in materia. 45 RISORSE INDICATORI IMPATTO ATTESO Consumi idrici domestici Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti. Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli) Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti. Quantità di acqua erogata Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). All’attuale stadio della pianificazione risulta impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Popolazione servita dall’acquedotto Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità. L’effettivo impatto della modifica proposta risulta di difficile determinazione ma in riferimento a tale specifico parametro ed indicatore risulta non rilevante rispetto al dimensionamento complessivo dato ed alla sostenibilità indicata in fase di redazione di PS e di RU. Eventuali effetti significativi possono essere rilevati e valuitati in sede di pianificazione attuativa (di predisposizione di RU e/o di variante) e dei relativi procedimenti partecipativi e valutativi. Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso. Perdite alla rete idrica Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitatatamente alla singola UTOE. Qualsiasi intervento rientrante nell’ambito di applicazione della presente proposta di variante appare comunque suscettibile di incidere scarsamente su tale indicatore se non, eventualmente, in termini migliorativi. Caratteristiche della rete idrica La rete di distribuzione copre tutte le frazioni ed i nuclei abitati del territorio comunale. Popolazione servita dalla pubblica fognatura Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai singoli agglomerati ed alle singole UTOE. Popolazione servita da impianti di depurazione Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai singoli agglomerati ed alle singole UTOE. Sul territorio comunale esistono 5 impianti di depurazione di acque reflue urbane condotti dal gestore del SII relativamente agli agglomerati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno e Nugola. Solo il depuratore di Guasticce, interessato da recenti opere di ampliamento ed adeguamento delle capacità depurative, copre interamente l’ambito insediativo di riferimento. Potenzialità degli impianti di depurazione Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza dell’Interporto e delle aree produttive a corona dell’abitato. È di recente sottoscrizione un accordo tra i comuni di Collesalvetti e Fauglia de il gestore del SII per l’adeguamento del depuratore della frazione capoluogo in ragione delle previsioni di espansioni residenziali delle due amministrazioni e del relativo incremento di carico atteso sull’impianto esistente. Sono in previsione interventi di efficientamento dell’impianto di depurazione di Vicarello, il cui abitato soffre della cronica incompletezza della rete fognaria con presenza di tratti di rete mista; la frazione di Stagno non risulta completamente servita da un sistema di fognatura nera e la parte sud del centro abitato soffre della contemporanea presenza di tipologie di reflui differenti nonché della presenza di numerosi scarichi in ambiente lungo il Fosso Cateratto già gravato da problematiche di tipo ambientale di diversa natura; è in corso di definizione in accordo con ASA SpA il progetto di realizzazione dell’impianto di depurazione di Nugola e dell’adeguamento della sua rete fognaria; le residue frazioni collinari sono prive di sistemi fognari separati e di adeguati impianti di depurazione. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Consistenza e qualità della rete fognaria All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. ACQUA 46 Possibilità allaccio All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente Dato non disponibile. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Vulnerabilità della falda Consumo di suolo Superficie di suolo reso impermeabile Permeabilità Geomorfologia Acclività Rischio geologico Rischio idraulico Rappresentano una criticità territoriale del comune di Collesalvetti l’elevata entità e consistenza delle aree soggette a rischio idraulico, con consistenti limitazioni alla vita materiale dei cittadini, alla loro sicurezza ed incolumità, e fortemente penalizzante per le possibilità di sviluppo del territorio. A tale scopo è in via di ratifica un protocollo d’intesa con gli Enti competenti ed i consorzi di bonifica, volto alla definizione di un programma complessivo di interventi mirati alla riduzione del rischio idraulico nella porzione settentrionale del territorio comunale; Sussistono, inoltre, sul territorio collinare numerose criticità in ordine alla stabilità dei versanti ed al rischio idrogeologico e geomorfologico; La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Reticolo idrografico SUOLO Siti da bonificare La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta 10 procedure attive sul territorio comunale; 5 di esse sono in fase di caratterizzazione e solo per un sito (AGIPPLAST) è in corso la bonifica dell’area. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Sito di interesse nazionale Nel territorio comunale è presente il SIN di Livorno, relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende le aree interne alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Consumi energetici; gas ed energia elettrica Fabbisogni di energia ENERGIA Produzione di energia da fonti rinnovabili Sistemi di gestione dei consumi pubblici I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante alle funzioni ammesse nell’UTOE n. 4 (pagg. 19 e 20 della presente valutazione). Non sono disponibili dati disaggragati e/o riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti territoriali. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. 47 Qualità dell’aria Emissioni di origine industriale Emissioni da traffico veicolare ARIA Emissioni di origine civile Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato. Nonostante la richiesta in merito inviata in data 15.12.2011 sonosono stati resi disponibili dati circa la qualità dell’aria nel complesso del territorio comunale né sulla ripartizione e incidenza delle singole sorgenti di emissione da parte di ARPAT che nel proprio contributo istruttorio al documento preliminare di VAS-Valutazione Integrata Iniziale aveva sollecitato il ricorso ai dati IRSE 2007. Sussistono le criticità rappresentate essenzialmente dallo stabilimento ENI a Stagno e dalla Fonderia nel capoluogo; La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità. Sussiste, con particolare riferimento alle frazioni di Stagno e Guasticce, la commistione di traffico veicolare residenziale leggero e di quello commerciale pesante per la presenza di numerose attività produttive e logistiche negli ambiti territoriali di riferimento La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Livello di inquinamento acustico Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Il >Regolamento Urbanistico vigente è comunque corredato del Piano Comunale di Classificazione Acustica a cui , comunque, la declinazione attuativa deella presente variante non può che conformarsi, senza pertanto determinare l’attesa di significativi effetti sui singoli ambiti territoriali. Flussi di traffico Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Sistema di raccolta Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Produzione di rifiuti pro capite I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante alle funzioni ammesse nell’UTOE n. 4. Non sono disponibili dati disaggragati e/o riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti territoriali. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la RIFIUTI 48 Percentuale di raccolta differenziata natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in località “La Chiusa”. È stata recentemente approvata una variante al RU per la localizzazione di un nuovo centro di raccolta in frazione Stagno. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Quantità di rifiuti avviata a recupero Dato non disponibile. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Estensione delle aree verdi per tipologia I dati relativi al presente indicatore sono reperibili nella tabella di verifica degli standard urbanistici, disaggregati per frazione, riportata nella Relazione Illustrativa-Sintesi non Tecnica a corredo del RU; cui si rimanda per brevità. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. In linea generale, stante il largo impiego degli strumenti compensativi e perequativi cui è ricorso il vigente RU, appare ragionevole attendere, dall’attuazione della presente proposta, incrementi delle superfici attuali in termini di dotazioni territoriali, di standard e servizi, ivi comprese le varie tipologie di aree a verde pubblico. Aree naturali protette Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza del Parco Provinciale dei Monti Livornesi, a seguito di apposita convenzione sottoscritta dall’Ente con i comuni di Rosignano e Livorno e la Provincia quale ente gestore, dal SIR/SIC discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della contessa”. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. È in via di definizione un programma di attività con l’Ente Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli volto tra l’altro all’istituzione di un Parco dell Biosfera. NATURA E BIODIVERSITÀ 49 Siti di Importanza Regionale/Comunitaria Le UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e Biscottino” (anche SIR e ZPS) che ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della Contessa”. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. ANPIL Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza delle due2 ANPIL di Parrana San Martino e delle Sorgenti di Ciolognole. La gestione di tali ambiti, a seguito dell’approvazione dei relativi regolamenti comunali, è demandata alla Provincia di Livorno nell’ambito della conduzione unitaria del Sistema delle aree naturali protette dei Monti Livornesi. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Presenza di SRB e RTV Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con maggiore incidenza nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è interessata unicamente da 2 siti mentre la programmazione deigli operatori presenti prevede l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le frazioni di Parrana San Giusto e Colognole. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. RADIAZIONI NON IONIZZANTI Linee elettriche Distanze di sicurezza I dati pertinenti a tali indicatori sono desumibili dagli elaborati cartografici di RU. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Visuali e sfondi paesaggistici Frammentazione territorio rurale Grado di naturalità Beni storico-culturali Vincoli paesaggistici PAESAGGIO E CITTADINANZA Invarianti Valori paesaggistici/architettonici introdotti Dotazioni territoriali e di servizi Qualità della vita Relativamente alla risorsa paesaggio e cittadinanza, si segnalano: − l’insieme delle problematiche locali di mobilità, accessibilità, dotazioni terrritoriali e funzionali, nonché di qualità della vita alla base dell’impianto complessivo della strumentazione urbanistica vigente e delle sue previsioni; − la ridefinizione dei vincoli paesaggistici in sede di concomitante variante di monitoraggio al RU in riferimento ai reali valori da tutelare per specifiche categorie di beni; − si segnalanoperplessità in ordine alla possibile frammentazione del territorio rurale derivante dall’introduzione delle misure inerenti le aree agricole residuali e alle possibilità ivi previste. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tali indicatori. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Mobilità e accessibilità Salute e sicurezza 50 Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico; e pertanto il livello di dettaglio e di affidabilità degli elaborati dello strumento generale appare, ad oggi, ampiamente superata, pur necessitando, nel corso dell’elaborazione della variante di RU, delle necessarie verifiche di sussistenza dei singoli aspetti e delle singole limitazioni. La modifica proposta non appare suscettibile di determinare significativi effetti sul territorio in quanto limitata ad un riordino degli elaborati di piano con l’unica conseguenza di ristabilire univocità e chiarezza interpretative alla disciplina vincolistica vigente sul territorio ed approfondita in sede di predisposizione dell’attuale Regolamento Urbanistico. 3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI. Stante l’obiettivo fissato per l’elaborazione della presente variante, la valutazione oggetto del presente paragrafo tende ad essere tautologica. Resta infatti chiaro che ogni dispositivo introdotto e/o proposto con la presente variante si sostanzia prevalentemente, quando non esclusivamente, della volontà dell’Ammnistrazione Comunale di dare compiuta attuazione all’insieme di previsioni, sia quelle complessive che quelle precisate e determinate per ogni singolo ambito territoriale, attualmente vigenti nel panorama della pianificazione urbanistica comunale. I risultati attesi per le azioni già diffusamente illustrate, coerentemente con gli obiettivi tratteggiati, sono quelli relativi al conferimento di maggiore versatilità e maggiore possibilità di concreta realizzazione delle misure e delle previsioni individuate nella strumentazione urbanistica. 51 4 − MONITORAGGIO. 4.0 − PREMESSA Il Rapporto Ambientale redatto ai sensi dell’Allegato 2 alla L.R. 10/2010 nonché la Relazione di Sintesi ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007, devono comprendere la definizione del sistema di monitoraggio quale ulteriore strumento per valutare il processo di attuazione delle azioni previste dal Piano. Attraverso l’individuazione del sistema di indicatori (o comunque di approfondimenti conoscitivi) che dovranno essere periodicamente aggiornati, viene così verificata l’effettiva realizzazione degli interventi previsti, il raggiungimento degli effetti attesi, eventuali effetti non previsti e l’adozione delle misure di mitigazione. In tal senso il monitoraggio consisterà sostanzialmente in due azioni: − − il controllo periodico dello stato di attuazione dello strumento; l’aggiornamento continuo dello stato dell’ambiente, la verifica attraverso gli indicatori individuati per ciascuna risorsa con esplicitazione della distanza rispetto a quanto previsto, di eventuali variazioni intervenute a seguito delle trasformazioni realizzate in attuazione delle azioni previste. Indispensabile è il confronto tra gli effetti attesi preventivamente e quelli reali, a consuntivo, ed il controllo della effettiva applicazione di eventuali misure di mitigazione e della loro efficacia. 4.1 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO Analogamente a quantoprevisto per il vigente RU, ai sensi degli artt. 13 e 55 della L.R.T. n. 1/2005 l'Amministrazione Comunale dispone il monitoraggio degli effetti indotti dal Piano Strutturale. Le strutture tecniche comunali procedono a tale monitoraggio, regolandone le attività, le modalità e le tempistiche in funzione degli aggiornamenti al quadro conoscitivo che si rendano necessari od opportuni anche attraverso la proposta di varianti gestionali e/o generali. Al fine di gestire e verificare il carico urbanistico, l'Amministrazione Comunale effettua il monitoraggio delle trasformazioni territoriali di iniziativa pubblica e quelli di iniziativa privata; in tale chiave si procede al controllo degli effetti indotti dall’applicazione della disciplina generale di carattere statutario e/o strategico. Il Comune procede con proprie forme alla predisposizione di idonee forme di pubblicità e partecipazione dei cittadini alle attività occorrenti per il monitoraggio e le eventuali modifiche occorrenti. Al fine di consentire e garantire, graduata, partecipata e sostenibile attuazione delle previsioni di gestione e sviluppo del territorio comunale, i competenti organi tecnici comunali predispongono, con scadenza non superiore a due anni, apposito “Documento di Verifica sullo stato e sull’efficacia del P.S.”. Tale documento dovrà verificare che l'attuazione degli interventi garantisca il rispetto delle norme statutarie e strategiche di Piano Strutturale, e dei parametri e degli indicatori individuati dalla presente documentazione di valutazione. Il Documento di Verifica e la Relazione Programmatica da redigersi sulla base delle modalità descritte nel comma successivo, costituiranno la base tecnica e programmatica per l'adeguamento del quadro conoscitivo di P.S. e della relativa disciplina. 52 Qualora i competenti organi comunali lo ritengano necessario, il Documento di Verifica potrà essere accompagnato da una “Relazione Programmatica per la sostenibilità”, che, anche recependo gli esiti della Valutazione Integrata di accompagnamento ai singoli Piani Attuativi già predisposti, fornisca, con identica cadenza, indicazioni strategiche sulla programmazione, opportunità, priorità ed implicazioni relazionali degli interventi residui. 53 5 − INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI RICEVUTI. 5.0 − PREMESSA Al fine di stimolare e promuovere il contributo qualificato alla predisposizione della proposta di Piano, e di agevolare un’ampia partecipazione alla definizione dei suoi contenuti e della valutazione a supporto, con successivi invii sono stati inoltrati gli atti e gli elaborati predisposti per la presente variante di PS ai seguenti enti ed amministrazioni: Regione Toscana; Provincia di Livorno; 3. Uff. Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Li-Lu-Pi; 4. Autorità di Bacino del Fiume Arno; 5. Autorità del Bacino Regionale Toscana Costa; 6. Consorzio di Bonifica Ufficio dei Fiumi e dei Fossi; 7. Azienda U.S.L. n. 6 di Livorno; 8. A.R.P.A.T. Dipartimento Provinciale di Livorno; 9. Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E.; 10. Comune di Livorno; 11. Comune di Rosignano Marittimo; 12. Comune di Pisa; 13. Comune di Cascina; 14. Comune di Crespina; 15. Comune di Fauglia; 16. Comune di Orciano Pisano; 1. 2. nonché alle seguenti associazioni operanti nel territorio comunale e nei comuni contermini, nell’ambito delle politiche ambientali e nerritoriali nonchè delle attività culturali: Circolo ARCICACCIA; 2. ENALCACCIA − Sezione di Collesalvetti; 3. FEDERCACCIA − Sezione di Collesalvetti; 4. Ass. CERCHIAPERTO; 5. Ass. GAIA; 6. Ass. Naz.le GIACCHE VERDI; 7. Ass. SALVIAMO IL SALVABILE; 8. Comitato ARCOBALENO; 9. WWF − Sezione LIVORNO; 10. LEGAMBIENTE LIVORNO S.V.A.; 11. LIPU − Sezione LIVORNO. 1. A seguito della trasmissione dell’Avvio del Procedimento di Variante al PS corredato del Documento Preliminare di VAS e di Valutazione Iniziale di VI, sono pervenuti, da parte dei soggetti coinvolti, i contributi di seguito illustrati. 54 5.1 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE INIZIALE. OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI. Autorità di Bacino del Fiume Arno – Sintesi del contributo: Con prot. 4.724 del 25 marzo 2011 l’Autorità di Bacino del Fiume Arno ha inviato una nota in cui si ricorda, stante l’ipotesi di incremento di consumi atteso per effetto della proposta di variante al PS, l’adozione del Progetto di Piano di bacino Stralcio “Bilancio Idrico” e delle relative misure di salvaguardia entrate in vigore con la publicazione in G.U. n. 78 del 02.04.2008. L’Autorità da, al contempo, atto del fatto che il Comune di Collesalvetti ha completato l’adeguamento al Quadro conoscitivo del Piano stralcio di assetto idrogeologico. Considerazioni e chiarimenti: In riferimento al Piano Stralcio “Bilancio Idrico” si precisa che una porzione consistente del territorio comunale ricompresa entro l’ambito di competenza dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, e cioè quella a monte ed a valle dell’immissione del Fosso Tora nel Canale Scolmatore (Per l’interbacino dello Scolmatore dell’Arno e per il sottobacino del Canale Emissario di Bientina), non è stato possibile determinare il DMV, e quindi resta indeterminato il livello di criticità, in quanto la notevole antropizzazione del reticolo altera in maniera sostanziale i parametri idrologici e biologici, connessi sostanzialmente all’azione dei sistemi di regolazione, ed è pertanto riportata in cartografia come interbacino sotteso a sezione significativa per la quale non è stata determinata la portata di Q7,2. Per la porzione di interbacino del Torrente Tora ricadente entro i limiti amministrativi comunali, è stato invece calcolato in DMV pari a 0,029 mc/s alla confluenza con lo Scolmatore che si traduce in 92 giorni critici per anno (Q<Q7,2), che fa ricomprendere tale area in classe di criticità con deficit idrico molto elevato C4. Si precisa che le UTOE gravitanti intorno a tale interbacino risultano essere quelle collinari e cioè quelle aventi una pressione antropica sulla risorsa idrica determinata quasi esclusivamente dagli usi idropotabili e domestici. In tali UTOE, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa del PS, al momento non appare ragionevole attendere significativi impatti dalle proposte di modifica che sostanziano la presente variante. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Si ricorda comunque la vigenza delle disposizioni di cui al Capo II – Disciplina della gestione delle risorse, del Tittolo III delle NNTTA di RU, che prevedono una serie di dispositivi a tutela delle singole matrici ambientali ivi comprese le misure volte alla Componente Acqua ed al risparmio idrico, cui qualsiasi nuova previsione deve comunque conformarsi. Si demanda pertanto alla concomitante variante di monitoraggio del vigente RU, attualmente in corso, l’integrazione delle norme sopra richiamate con le disposizioni e le prescrizini contenute nel Piano Stralcio “Bilancio Idrico” per la corretta gestione delle possibili trasformazioni territoriali eventualmente inclusee nell’atto di governo del territorio. Bacino di rilievo regionale Toscana Costa – Sintesi del contributo: Con prot. 4.741 del 25 marzo 2011 il Bacino di rilievo regionale Toscana Costa ha inviato una nota in cui si ricorda la necessità di provvedere alla richiesta di un parere del Bacino nel caso in cui i contenuti dela variante determinino una modifica del quadro conoscitivo di PAI. 55 Considerazioni e chiarimenti: In riferimento alla nota in oggetto si precisa che, allo stato della elaborazione della Variante e sulla scorta degli indirizzi ed obiettivi fissati nel documento di avvio del procedimento, non è attesa alcuna modifica al QC di PAI derivanti o connessa ai contenuti della presente variante. Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per le province di Pisa e Livorno – Sintesi del contributo: Con prot. 4.962 del 30 marzo 2011 la Soprintendenza di Pisa e Livorno riteneva di dover sospendere i termini per la trasmissione del contributo richiedendo l’integrazione degli elaborati di piano e della documentazione fotografica. Considerazioni e chiarimenti: Con nota prot. n. 5.194 del 04.04.2011, il Servizio Urbanistica, incaricato della redazione della Variante al PS, ha provveduto ad inoltrare all’ente ministeriale la precisazione relativa alla natura degli atti in questione chiarendo i profili che rendevano impossibile la trasmissione della documentazione richiesta. Ai sensi del DPGR 4/R/2007, con il presente documento di valutazione integrata intermedia, l’ufficio competente provvede a rendere disponibili i contenuti della variante allo strumento di pianificazione, che, come largamente descritto, hanno natura unicamente normativa. Regione Toscana Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa– Sintesi del contributo: Con prot. 5.107 del 31.03.2011 l’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa ha inviato una nota volta a ricordare la necessità di provvedere al deposito delle indagini geologicotecniche a supporto della pianificazione ai sensi della normativa regionale vigente in materia al fine di consentirne la verifica ed il controllo. Considerazioni e chiarimenti: Nessuna considerazione in merito. Comune di Pisa – Sintesi del contributo: Con prot. 5.113 del 31 marzo 2011 il Comune di Pisa segnalava l’opportunità dell’interessamento dell’Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli in relazione al procedimento di variante al PS, in qualità di gestore del SIR n. 62 denominato “Selva Piana”, ricadente interamente all’interno dell’area naturale protetta, stante il fatto che il Comune di Collesalvetti risulta confinante conl’area contigua del Parco. Considerazioni e chiarimenti: Nell’accogliere il contributo del Comune di Pisa si precisa che il Servizio Urbanistica dell’Ente, provvederà ad inoltrare il presente documento e gli elaborati di variante all’Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, al fine di promuoverne eventuali contributi partecipativi alla definizione della variante stessa. Regione Toscana – Settore Pianificazione del territorio e Settore Viabilità di interesse regionale – Sintesi del contributo: Con prot. 5.636 del 11 aprile 2011 il Settore Pianificazione del territorio della Regione Toscana trasmetteva il proprio contributo evidenziando alcuni elementi meritevoli di approfondimento in relazione alla coerenza con gli atti di programmazione e pianificazioneterritoriale regionale. A tale fine si formulavano le seguenti considerazioni: 56 a. è necessario che l’approfondimento relativo al regime vincolistico, elaborato in fase di RU vigente costituisca parte fondamentale del QC della Variante al PS; b. risulta indispensabile un resoconto del dimensionamento che evidenzi con chiarezza la previsione di PS, le quantità messe in campo dal vigente RU, quelle effettivamente utilizzate, nonché un resoconto ai sensi dell’art. 6 del DPGR 3/R/2007 dello stato di attuazione dello strumento urbanistico vigente, del “fatto salvo” e del dimensionamento residuo; c. risulta necessario, ai sensi dell’art. 36 del PIT, includere la valutazione delle previsioni non attuate all’interno della VAS coordinata con la VI; d. è necessario che il dimensionamento sia articolato come previsto dal DPGR 3/R/2007 e corredato della verifica degli standard; e. è indispensabile, nel caso in cui la variante preveda un dimensionamento aggiuntivo rispetto al PS vigente, un QC su cui fondare tale scelta, corredato da adeguate verifiche sulla sua sostenibilità. Allegata alla nota sopra citata perveniva all’Ente anche il contributo del Settore Viabilità di interesse regionale che ricordava tra gli interventi previsti dal piano pluriennale investimenti 2002-07 nel territorio comunale, ancora da realizzare od in fase di esecuzione: A. miglioramento dello svincolo a rotatoria in uscita dalla FI-PI-LI con la SRT 206 in località Vicarello; B. Variante al centro abitato di Crocino; e che sono in corso di valutazione le modalità e i tempi di finanziamento per la nuova programmazione dei seguenti interventi: A. svincolo a rotatoria sulla SRT 206 in località Torretta Vecchia; B. svincolo a rotatoria in località Vicarello all’incrocio con la Via Falaschi; C. svincolo a rotatoria sulla SRT 206 in località Il Faldo. Considerazioni e chiarimenti: L’analisi del contributo in questione richiede l’approfondimento di alcune tematiche e l’esposizione di considerazioni di merito che si tratteggiano sinteticamente secondo lo schema della citata nota regionale. a. In riferimento a quanto precisato dalla Regione è da intendersi che il nuovo quadro d’insieme della disciplina vincolistica operante sul territorio comunale illustrata e meglio chiarita negli elaborati grafici di RU distinti come Tavv. 9 riquadri a), b) e c) “Carta dei Vincoli”, ad oggi vigente, costuisce base di riferimento e quadro conoscitivo del presente procedimento. Rileva a tale fine precisare come il RU sia stato approvato nell’aprile 2009 e pertanto non tenga conto dell’integrazione al PIT per la disciplina paesaggistica adottata con deliberazione del Consiglio Regionale n. 32 del 16 giugno 2009. Il monitoraggio condotto nella vigenza del RU e tuttora in corso, ha consentito di implementare il regime vincolistico nel territorio di Collesalvetti, soprattutto in relazione ai vincoli paesaggistici ex lege, oggi ricompresi nel citato Piano di Indirizzo Territoriale regionale, redatto di concerto con il Ministero dei Beni Culturali e che determineranno, al fine di non ingenerare possibili ambiguità di lettura e di interpretazione, lo stralcio delle ormai superate tavole dei vincoli di Piano Strutturale, ed il prossimo e compiuto aggiornamento di quelle di Regolamento Urbanistico nel corso della variante di monitoraggio e gestione, attualmente in fase di elaborazione. b. Il dimensionamento del Piano Strutturale vigente, per il decennio successivo alla propria adozione, ai fini residenziali è stimato, complessivamente in mc. 273.324. Il vigente P.S. comunale dispone, all’art. 12 delle sue NN.TT.A., relativo alla disciplina delle singole UTOE, l’immediata efficacia di una serie di provvedimenti e di interventi, così riproponendo numerose previsioni contenute nel previgente PRG, inerenti, perlopiù, ai comparti edificatori degli abitati di Collesalvetti e Vicarello e alle aree soggette a Recupero Urbanistico delle frazioni collinari. 57 Alla luce di tale indirizzo, nel corso degli anni, hanno, pertanto avuto avvio, su istanza dei proprietari, numerosi procedimenti di Piano Attuativo, alcuni dei quali sono intervenuti ancor prima dell’approvazione del Piano Strutturale; il tutto come sintetizzato nella sottostante tabella, riassuntiva della reiterazione delle previsioni del Piano Regolatore effettuate con il Regolamento Urbanistico adottato (attraverso il filtro e la conferma espressa contenuta nel Piano Strutturale), e dello stato di attuazione delle stesse con indicazione dell’iter tecnico-amministrativo ad esse pertinente. Tabella interventi previsti dal P.R.G., confermati dal P.S. e reiterati dal R.U.. intervento mc. adozione Del. C.C. Approvaz. Del. C.C. convenzione UTOE n. 8 - Vicarello 1. Punta Nord-Ovest 19.000 Istanza di PdL presentata in data: 06.04.2004 2. Bastione 22.500 Nessuna istanza presentata 3. Nuova Piazza 10.000 Nessuna istanza presentata 4. Corte 9.000 Nessuna istanza presentata 5. Bastione orientale 15.000 Nessuna istanza presentata 6. Vicarello sud* 17.000 7. Ferrovia 16.000 Istanza di PdL presentata in data:04.05.2011 8. RU n. 1 4.500 Nessuna istanza presentata n.83 del 16.04.2004 n.158 del 19.10.2004 13.06.2006 UTOE n. 12 - Collesalvetti 13. Confine est * 60.510 n.29 del 23.02.2005 n.149 del 29.09.2005 02.05.2006 18. Bastione al bosco-A 1.900 n.130 del 27.09.2010 n.13 del 14.02.2011 non convenzionato 19. Bastione al bosco-B* 12.000 n.21 del 03.03.2006 n.74 del 28.07.2006 07.03.2007 21. Chiesa 1 6.500 n.103 del 29.07.2011 // // 22. Chiesa 2 6.500 n.104 del 29.07.2011 // // UTOE n. 13 - Nugola 1. RU n. 11 Nessuna istanza presentata 840 UTOE n. 15 – Castell’Anselmo 2. RU n. 4 3. Zampetti Nessuna istanza presentata 400 5.000 n.150 del 21.12.2007 n.83 del 05.08.2008 20.10.2008 UTOE n. 17 – Parrana San Martino 1. RU n. 3 864 Nessuna istanza presentata 2. RU n. 8 1.860 Nessuna istanza presentata UTOE n. 19 - Crocino 1. RU n. 4 400 n.31 del 13.04.2011 n.75 del 17.07.2008 non convenzionato 2. RU n. 5 400 n.45 del 31.03.2008 n.130 del 29.09.2011 non convenzionato 3. RU n. 6 400 Nessuna istanza presentata UTOE n. 20 - Colognole 1. RU n. 2 400 Nessuna istanza presentata 2. RU n. 12 870 Nessuna istanza presentata NOTA: gli interventi contrassegnati con (*) sono attualmente in corso di realizzazione 58 Nel computo degli interventi resi immediatamente efficaci direttamente dalla strumentazione urbanistica sono da annoverare anche le schede normative in allegato al P.S. e di seguito richiamate con riferimento al relativo stato di attuazione. Tabella schede normative allegate al P.S.. intervento mc. adozione Del. C.C. Approvaz. Del. C.C. convenzione UTOE n. 4 - Scolmatore All. A - Rilocalizzazione Interporto // Intervento approvato, convenzionato e attualmente in fase di completamento UTOE n. 5 - Colmata All. B – Nuovo Parco Industriale di Guasticce Nessuna istanza presentata // UTOE n. 6 - Guasticce All. C – Piano Particolar. dei Servizi di Guasticce // n.34 del 31.03.2008 non approvato non convenzionato UTOE n. 12 - Collesalvetti All. D – Campus di Villa Carmignani All. E – P. di Recupero ex Cinema Odeon // Nessuna istanza presentata // Nessuna istanza presentata Ad essi, nel corso dei circa 36 mesi di vigenza del R.U., si sono sommati gli interventi da esso introdotti e di seguito indicati. Tabella interventi introdotti dal R.U. avviati. intervento mc. adozione Del. C.C. Approvaz. Del. C.C. convenzione UTOE n. 3 – Case Rosse 1. Aviosuperficie // n.66 del 03.06.2010 n.135 del 30.09.2010 non convenzionato UTOE n. 4 - Scolmatore 3. Ampliamento Faldo // Istanza di PdL presentata in data: 14.05.2010 UTOE n. 8 - Vicarello 10. PEEP 9.625 Istanza di PEEP presentata in data: 21.05.2010 UTOE n. 9 - Grecciano 09. Nido // n.167 del 30.11.2010 n.27 del 05.04.2011 non convenzionato UTOE n. 12 - Collesalvetti 10. PEEP - Collesalvetti 3.450 UTOE n. 14 – Colline Livornesi 15. Podere Melucci // n.14 del 13.04.2011 n.105 del 29.07.2011 non convenzionato Se, come accennato, il dimensionamento residenziale disposto dal Piano Strutturale vigente, per il decennio successivo alla propria adozione, quale orizzonte temporale della propria validità, è fissato, complessivamente in mc. 273.324, occorre precisare come le previsioni di P.S. di immediata efficacia o direttamente operative, esauriscano, nella quasi totalità dei casi, il dimensionamento residenziale delle singole UTOE. Come emerge chiaramente nell’esposizione dei dati relativi alla verifica dei dimensionamenti, contenuti nella Relazione Illustrativa di RU, cui si rimanda integralmente per i contenuti in questione, ben il 77,50% del dimensionamento residenziale previsto dal PS è stato, dallo stesso strumento, reso direttamente operativo a conferma di una programmazione derivante dal P.R.G. 59 previgente, lasciando al RU, in tal senso, un margine di discrezionalità piuttosto limitato in merito alle scelte da attuare. Il “residuo” spendibile previsto dal P.S., assomma a 6.480 mc complessivi, che costituiscono appena il 2,37% del totale del dimensionamento programmato per l’intero decennio successivo alla sua data di approvazione. A chiarimento e migliore comprensione dei dati sommariamente esposti ed in riferimento al quasi totale attingimento del dimensionamento di P.S., da parte del vigente R.U., occorre ricordare, che il protrarsi della fase di elaborazione, anche in ragione delle iniziative di attivazione della partecipazione e del coinvolgimento della cittadinanza, ha determinato la sostanziale saldatura tra la data di vigenza dello stesso e l’orizzonte temporale assunto come riferimento dal P.S. per la determinazione dei propri limiti dimensionali di sviluppo e programmazione. Come facilmente intuibile per i profili di legittimo affidamento del privato che tali previsioni andavano ad innescare e per quelli di opportunità politico-amministrativa ad essi connessi, il Regolamento Urbanistico ha recepito la diretta esecutività dell’intera gamma di previsioni derivanti dalla strumentazione previgente, consistenti in svariati comparti edilizi, prevalentemente collocati nei centri abitati di Collesalvetti e Vicarello ed ambiti di riqualificazione urbanistica di più modesta entità posti prevalentemente nelle frazioni collinari. In riferimento all’osservazione formulata da parte della Regione Toscana, si richiama, in questa sede la portata delle previsioni rese di immediata efficacia dal P.S. ed il relativo stato di attuazione. Come accennato le previsioni di P.S., esauriscono, nella quasi totalità dei casi, il dimensionamento residenziale delle singole UTOE, secondo lo schema di seguito riportato, confrontato con gli interventi messi in campo dal presente R.U., come aggiornati a seguito dell’accolgimento delle osservazioni pervenute. Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – RESIDENZA U.T.O.E. 6 7 8 10 11 12 13 15 16 17 18 19 20 Guasticce Mortaiolo Vicarello Stagno La Tanna Collesalvetti Nugola Castell’Anselmo Torretta P.S. Martino P.S. Giusto Crocino Colognole 21 Le Case TOTALE dimensionamento P.S. (mc.) 20.000 1.000 113.000 31.000 1.000 90.000 2.000 5.400 1.000 2.724 2.000 1.200 2.000 Interventi direttam. operativi P.S. (mc.) // // 113.000 // // 87.410 840 5.400 // 2.724 // 1.200 1.270 Interventi previsti da R.U. (mc.) 20.000 1.000 113.000 31.000 // 90.000 1.440 5.400 // 2.724 // 1.200 1.270 0 0 0 0 +1.000 0 +560 0 +1.000 0 +2.000 0 +730 1.000 273.324 // 211.844 400 267.434 +600 +6.480 Saldo Occorre, peraltro richiamare il fatto che numerosi interventi di carattere pubblico quale la realizzazione degli Impianti sportivi comunali e del distretto socio-sanitario del Santa Caterina a Collesalvetti, rilevanti comparti riservati alla logistica derivanti da politiche di Area Vasta quali l’Interporto Amerigo Vespucci e l’Autoparco del Faldo, nonché numerosi comparti residenziali, in ragione della immediata efficacia garantitagli dal vigente PS (tra i quali spiccano gli interventi dei Comparti Confine Est e Bastione al Bosco “B” a Collesalvetti per un totale di oltre 70.000 mc., nonché il Comparto Sud di Vicarello per altri 17.000 mc) risultano già in avanzato iter esecutivo (come meglio illustrato nella precedentetabella “interventi previsti dal P.R.G., confermati dal P. e reiterati dal RU”), laddove, sempre in ragione della piena ed immediata operatività assegnatagli dal 60 Piano Strutturale, altri interventi risultano, al momento, in avanzato iter tecnico-amministrativo (si ricordino per tutti il Parco Servizi di Guasticce ed il Comparto Zampetti a Castell’Anselmo). Anche al fine di ovviare a tali limitazioni, il RU ha quindi previsto una serie di interventi di completamento definiti sulla base di principi perequativi, da attuarsi previa sottoscrizione di atti convenzionali che disciplinino non solo la consistenza e le modalità attuative, ma anche gli obblighi che i proponenti assumono nei confronti dell’Amministrazione Comunale. Tali interventi, talvolta altamente significativi in termini di “ritorno” di dotazioni ed attrezzature di interesse generale e collettivo, nonché di opere di urbanizzazione, per la comunità, non concorrono alla determinazione del dimensionamento di Piano Strutturale, ai sensi della normativa tecnica di attuazione dello stesso strumento di pianificazione. L’art. 13 delle NN.TT.A. di PS precisa che “nel dimensionamento non vengono ricompresi gli interventi di riconversione del patrimonio edilizio esistente” ed aggiunge al comma successivo che “le zone di completamento richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili dal RU, pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art.15 della LR n.30 del 18 febbraio 2005”. Per tale ragione il vigente RU, in coerenza al PS, ha escluso dal conteggio dell’attingimento del dimensionamento residenziale, tutti gli interventi di cui al Titolo IV, Sezione I – INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE, le previsioni edificatorie relative alle Aree della trasformabilità urbana (in quanto aree di completamento ai sensi del D.M. 1444/68, ex B2 del previgente PRG) e quelle ad esse assimilate dall’atto di governo, ricomprendenti, per analogia, gli interventi diretti di completamento ancorchè assoggettati all’onere del convenzionamento con l’A.C. al fine di regolare la realizzazione di piccole opere infrastrutturali, urbanizzazioni e/o l’acquisizione di aree al patrimonio comunale. Potranno a tale fine lamentarsi i limiti e le modalità di definizione del dimensionamento da parte del vigente PS, ma rileva altresì sottolineare come quest’ultimo sia adottato nel vigore della L.R. 5/95, laddove l’approvazione sia occorsa a seguito dell’emanazione della L.R. 1/05 e ben prima del regolamento di attuazione (DPGR 3/R/2007) che dettaglia le disposizioni di raccordo tra Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico anche in riferimento alla definizione, articolazione e parametrazione del dimensionamento. I dimensionamenti disposti dal PS per il sistema delle attività, infatti, non sono perfettamente coerenti con le sopravvenute disposizioni del regolamento di attuazione della LR 1/2005, limitandosi ad una articolazione per “commercio”, “artigianato-industria” e “turismo”, distribuito per singole UTOE secondo le tabelle di seguito riportate. Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – COMMERCIO U.T.O.E. 1 10 12 Biscottino Stagno Collesalvetti TOTALE dimensionamento P.S. (mq.) 52.800 39.000 154.000 245.800 Interventi direttam. operativi P.S. (mq.) // 20.000 // 20.000 Interventi previsti da R.U. (mq.) // 10.400 15.000 25.400 Saldo +52.800 +28.600 +139.000 +220.400 Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – ARTIGIANATO-INDUSTRIA U.T.O.E. 1 4 5 10 12 Biscottino Scolmatore Colmata Stagno Collesalvetti TOTALE dimensionamento P.S. (mq.) 141.000 1.650.000 300.000 146.000 172.000 2.409.000 Interventi direttam. operativi P.S. (mq.) // // // // // // Interventi previsti da R.U. (mq.) // 594.087 246.950 25.000 63.625 917.262 Saldo +141.000 +1.055.913 +53.050 +121.000 +108.375 +1.479.338 61 La lettura dei dati sopra esposi chiarisce come il presente RU, pur attivando, nel suo corpo normativo, interventi talvolta di ingente entità e consistenza, preservi buona parte del dimensionamento previsto per l’arco temporale assunto quale riferimento per la propria determinazione. In dettaglio si evidenzia come sia stato previsto di attingere al 10,33% del complesso delle superfici utili lorde ritenute sostenibili in riferimento all’attività commerciale, ed il 38,08% delle superfici per attività artigianali ed industriali, e si programmino interventi di carattere ricettivo fino alla copertura del 49,20% del dimensionamento dei posti letto sul territorio comunale. Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – TURISMO 1 4 5 6 7 8 9 12 13 14 16 17 18 20 U.T.O.E. dimensionamento P.S. (posti letto) Interventi direttam. operativi P.S. (p.l.) Interventi previsti da R.U. (p.l.) Saldo Biscottino Scolmatore Colmata Guasticce Mortaiolo Vicarello Grecciano Collesalvetti Nugola Colline Livornesi Torretta P.S. Martino P.S. Giusto Colognole 100 100 100 500 150 200 150 200 100 1.000 50 100 50 50 // // // // // // // 100 // // // // // // // 100 // 300 50 200 150 200 // 402 // // // // +100 0 +100 +200 +100 0 0 0 0 +598 +50 +100 +50 +50 TOTALE 2.850 100 1.402 +1.448 In riferimento alla verifica da condursi ai sensi dell’art. 6 del DPGR 3/R/2007, si evidenzia e precisa che già in fase di valutazione del RU, si è provveduto a sottoporre a valutazione integrata il complesso delle previsioni messe in campo dall’atto generale di governo del territorio, ivi comprese quelle in esso confluite quali reiterazioni dalla previgente disciplina per come filtrata dal PS del 2005. Di tale valutazione è dato conto nel presente documento in cui, al paragrafo 3.5, sono riportati integralmenti i contenuti elaborati e riportati nel rapporto generale di valutazione integrata a corredo della documentazione di RU. c. Fermo restando che all’interno della gamma di previsioni illustrate al punto precedente, talune istanze sono state presentate in assenza dell’attuale disciplina regolamentare inerente la valutazione integrata ex art. 11 della L.R. n. 1 del 3 gennaio 2005, di tutti gli interventi avviati, per i quali non sia intercorsa nel vigore del PIT 2005-2010 la relativa convenzione, risulta comunque verificata e accertata la coerenza ai principi, obiettivi e prescrizioni del P.S. vigente, nonché alle direttive dello stesso PIT ai sensi dell’art. 36, comma 1 lett. b) della sua Disciplina di Piano. Di tale valutazione è dato conto nel presente documento in cui, al paragrafo 3.5, sono riportati integralmenti i contenuti elaborati e riportati nel rapporto generale di valutazione integrata a corredo della documentazione di RU. Rileva inoltre precisare che tutti gli interventi ricompresi e previsti dal RU vigente, ivi compresi quelli già convenzionati o già in fase di realizzazione alla data di adozione, sono stati comunque sottoposti, nel corso del processo di valutazione integrata che ne ha accompagnato l’elaborazione e la redazione, ad accurata analisi qualitativa dei probabili effetti sulle componenti territoriali, ambientali, economiche e sociali, nonché sugli aspetti pertinenti la salvaguardia della salute umana, delle coerenze interne ed esterne con gli obiettivi, le finalità ed i contenuti della strumentazione urbanistica e territoriale. 62 Degli esiti di tale valutazione è data evidenza nell’apposito elaborato di Rapporto generale di valutazione integrata, cui si rimanda integralmente, non essendo attualmente disponibili dati e riscontri di eventuali monitoraggi più recenti e/o aggiornati, eventualmente condotti nella fase di esecuzione o successivi al completamento e all’esercizio degli interventi su richiamati. d. Come già ricordato e il PS, adottato nel vigore della LR 5/95 ed approvato in vigenza della nuova legge sul governo del territorio del 2005, soffre di una mancata coerenza con le disposizioni introdotte dal DPGR 3/R/2007 per disciplinare il reccordo tra PS e RU, in particolare in riferimento alle classi di attività per le quali deve essere prodottoun dimensionamento. Se la conversione tra i mc. su cui è parametrato il dimensionamento residenziale ed i mq. di SUL previsti dalla disciplina regolamentare sono facilmente adeguabili con una semplice conversione, l’adeguamento alle altre indicazioni appare meno agevole se non a costo di approfondimenti dei quadri conoscitivi di riferimento, che non sono previsti con l’attuale procedura di variante, né risultano compatibili con gli obiettivi ad essa sottesi che si esauriscono sostanzialmente nella volontà di creare le condizioni per una più certa, efficace e compiuta attuazione del quadro previsionale e strategico sancito dallo strumento di pianificazione vigente. Come già ricordato sono comunque state valutate differneti opzioni in riferimento all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro conoscitivo, consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento limitatamente alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente riguardato l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo, nonché la cosiddetta “opzione zero”. Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità per come emerse nel corso del monitoraggio condotto sull’attuazione del RU, nonché inconciliabile con le finalità della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio al Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con lo scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in campo dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa, senza compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti territoriali. In riferimento alla verifica degli standard si rimanda ancora una volta alle valutazioni che corredano la Relazione Illustrativa-Sintesi non Tecnica al RU che di seguito si riportano sommariamente. Il Piano Strutturale vigente assume in 37,50 mq./ab. totali, il valore di riferimento complessivo della somma delle aree a standard per l'intero territorio comunale, ripartiti per tipologia secondo lo schema di seguito riportato. Ripartizione delle aree a standard per tipologia di servizio verde pubblico servizi per l'istruzione attrezzature collettive parcheggi pubblici 24,00 mq./ab. 4,00 mq./ab. 7,00 mq./ab. 2,50 mq./ab. Il RU, in virtù del valore indicativo assegnato dal PS a tale parametro, ha provveduto, con le prescrizioni contenute nelle singole schede normative relative agli interventi convenzionati, tanto in ambito insediativo-produttivo quanto in ambito rurale di cui agli allegati G e H, a determinare e dettagliare la realizzazione e distribuzione di superfici destinate a standard urbanistici, e soggette a cessione gratuita all’A.C., che, nella maggior parte dei casi, eccedono largamente i limiti di legge e 63 quelli fissati dallo stesso Piano Strutturale, superando, in tal modo e di fatto, lo stesso concetto di standard. La verifica del dimensionamento del Piano Strutturale vigente, per il decennio successivo alla propria adozione, relativamente alla realizzazione di aree destinate a standard urbanistici risulta quindi illustrato nella tabella di seguito riportata. Tabella riassuntiva del dimensionamento di P.S. – STANDARD URBANISTICI 4 5 6 7 8 10 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 U.T.O.E. dimensionam. P.S. (mq.) esistenti e di progetto (mq.) da interventi convenzionati di R.U. (mq.) Totale Saldo Scolmatore Colmata Guasticce Mortaiolo Vicarello Stagno Collesalvetti Nugola Colline Livornesi Castell'Anselmo Torretta P.S. Martino P.S. Giusto Crocino Colognole Le Case 8.000 10.000 151.500 1.000 75.000 180.000 115.000 37.500 // 3.000 10.000 10.000 4.000 1.000 4.300 // // 60.700 11.851 3.484 101.929 228.531 137.932 51.069 // 3.337 4.812 13.337 919 10.047 11.485 641 739.102 108.600 102.994 1.950 72.642 133.450 81.240 7.075 2.700 3.036 // 350 350 // // 1.100 739.102 169.300 114.845 5.434 174.571 361.981 219.172 58.144 2.700 6.373 4.812 13.687 1.269 10.047 11.485 1.741 +731.102 +159.300 – 36.655 +4.434 +99.571 +181.981 +104.172 +20.644 +2.700 +3.373 – 5.188 +3.687 – 2.731 +9.047 +7.185 +1.741 TOTALE 610.300 640.074 1.254.589 1.894.663 +1.284.363 Dal quadro riassuntivo sopra esposto risulta la mancata verifica del dimensionamento dell'UTOE n. 6 – Guasticce, dell’UTOE n. 16 Torretta e dell'UTOE n. 18 – Parrana San Giusto. In tale chiave ed alla luce del fatto che il residuo di dimensionamento residenziale delle ultime due frazioni collinari risulta essere pari, rispettivamente a mc. 1.000 e mc. 2.000; è allora ipotizzabile che il saldo negativo dei due ambiti, possa essere colmato con l'integrale attingimento del dimensionamento residenziale. Analisi differente va condotta per Guasticce, in cui il mancato raggiungimento del limite posto da Piano Strutturale è ampiamente imputabile al fatto che dei due interventi previsti dal Regolamento Urbanistico, quello riguardante la Scheda n. 2 dell'UTOE – “Parco Servizi”, reso di immediata efficacia dal Piano Strutturale, è stato fatto salvo dal RU, in quanto già adottato prima del completamento della redazione dello stesso. Tale intervento, quindi, pur capace di produrre notevoli ritorni in termini di dotazioni territoriali di attrezzature pubbliche, di gran lunga eccedenti i limiti normativi e quelli assunti dal Piano Strutturale, progettato e redatto in maniera svincolata dalle logiche di piano che hanno condotto la stesura del RU, ha fatto emergere il sostanziale sovradimensionamento delle quantità espresse dal PS, rispetto alla sostenibilità della frazione ed alle potenzialità degli interventi previsti. L’analisi concernente la verifica delle superfici destinate a standard urbanistici per abitante insediato, è stata, invece, condotta assumendo come valore di riferimento una popolazione residente, al 2013, e cioè alla fine del quinquennio di validità degli interventi di trasformazione entro il perimetro dell’ambito urbano, pari a 17.112 unità5. 5 Tale valore è desunto dall’applicazione di un tasso di incremento demografico pari al 6,26‰; cfr. paragrafo 2 del presente capitolo. 64 Alla luce della distribuzione percentuale della popolazione comunale nelle singole frazioni, il cui andamento non ha subito significative variazioni nel corso degli ultimi 15 anni, si è ricostruita una tabella riassuntiva della ipotetica ripartizione territoriale degli abitanti attesi al 2013, come di seguito illustrato. Tabella riassuntiva della distribuzione territoriale della popolazione attesa al 2013 Frazione % popolazione residente popolazione residente attesa al 2013 Guasticce 8,68 1.485 Vicarello 21,81 3.732 Stagno 28,01 4.793 Collesalvetti 23,50 4.021 Nugola 7,31 1.251 Castell'Anselmo 2,80 479 P.S. Martino 3,59 615 P.S. Giusto 2,29 392 Colognole TOTALE 2,01 100,00 344 17.112 Dalla lettura comparata dei valori ricavati nella tabella sopra riportata e della consistenza delle superfici destinate a standard urbanistici distribuite nelle singole frazioni per tipologia di servizio ed attrezzatura, è possibile desumere lo schema di verifica di seguito illustrato. A tale proposito rileva ricordare come le quantità relative alle UTOE n. 7 e n. 8, risultano nella tabella di cui sotto, accorpati in un’unica stima, trattandosi di centri abitati ricompresi nella stessa frazione. Analoghe considerazioni possono essere condotte circa le UTOE n. 4 e 10, relativamente all’agglomerato di Stagno Vecchia, ricadente, comunque nell’ambito della frazione di Stagno, circa le UTOE n. 13 e 14, che relativamente all’unico intervento convenzionato di cui all’Allegato H che consente la realizzazione di dotazioni territoriali di superfici a standard risulta insistere sulla frazione di Nugola, circa le UTOE n. 15 e 16, relativamente alla frazione di Castell’Anselmo, per le UTOE n. 18 e 19, ricomprese nella frazione di Parrana San Giusto ed infine per le UTOE n. 20 e 21, appartenenti alla frazione di Colognole. Tabella di verifica degli standard urbanistici per frazione GUASTICCE superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) (residenti 1.485) verde pubblico 83.306 24,00 56,10 servizi per l'istruzione 2.371 4,00 1,60 attrezzature collettive 17.406 7,00 11,72 parcheggi pubblici 11.762 2,50 7,92 VICARELLO superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) 114.845 37,50 77,34 (residenti 3.732) verde pubblico 92.241 24,00 24,72 servizi per l'istruzione 8.923 4,00 2,39 attrezzature collettive 39.680 7,00 10,63 parcheggi pubblici 39.157 2,50 10,49 COLLESALVETTI superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) totale totale 180.005 37,50 48,22 (residenti 4.021) verde pubblico 93.824 24,00 23,33 servizi per l'istruzione 42.730 4,00 10,63 attrezzature collettive 25.086 7,00 6,24 parcheggi pubblici 57.532 2,50 14,31 totale 219.172 37,50 54,51 65 STAGNO superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) (residenti 4.793) verde pubblico 302.190 24,00 45,72 servizi per l'istruzione 11.400 4,00 3,38 attrezzature collettive 22.986 7,00 7,79 parcheggi pubblici 27.213 2,50 5,68 verde pubblico 32.077 24,00 25,64 servizi per l'istruzione 2.561 4,00 2,05 attrezzature collettive 7.612 7,00 6,08 parcheggi pubblici 18.594 2,50 14,86 verde pubblico 4.355 24,00 9,09 servizi per l'istruzione 624 4,00 1,30 attrezzature collettive 2.590 7,00 5,41 parcheggi pubblici 3.616 2,50 7,55 NUGOLA superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) verde pubblico 6.347 24,00 10,32 servizi per l'istruzione 0,00 4,00 0,00 attrezzature collettive 5.414 7,00 8,80 parcheggi pubblici 1.576 2,50 3,13 verde pubblico 6.139 24,00 15,66 servizi per l'istruzione 0,00 4,00 0,00 attrezzature collettive 1.498 7,00 3,82 parcheggi pubblici 3.679 2,50 9,39 totale 11.185 37,50 23,35 verde pubblico 2.120 24,00 6,16 servizi per l'istruzione 0,00 4,00 0,00 attrezzature collettive 8.494 7,00 24,69 parcheggi pubblici 2.612 2,50 7,59 totale 13.687 37,50 22,25 (residenti 392) COLOGNOLE superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) 60.844 37,50 48,64 (residenti 615) PARRANA SAN GIUSTO superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) totale (residenti 479) PARRANA SAN MARTINO superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) 363.789 37,50 75,90 (residenti 1.251) CASTELL’ANSELMO superfici (mq.) Standard P.S. (mq./ab.) Standard fraz. (mq./ab.) totale totale 11.316 37,50 28,87 (residenti 344) totale 13.226 37,50 38,45 Dal quadro sopra illustrato si evince che, a seguito dell’applicazione e del pieno compimento delle previsioni messe in campo dal RU, persisterebbero, sul territorio, limitate sofferenze in termini di dotazioni di superfici destinate a standard urbanistici, con particolare riferimento ai nuclei abitati minori ed alle frazioni collinari. Resta inteso che alcune delle puntuali criticità evidenziate in rosso nello schema sopra riportato, potrebbero essere colmate a seguito dell’integrale attingimento delle residue potenzialità edificatorie residenziali individuate dal PS vigente, in particolar modo relativamente ai casi delle frazioni di Castell’Anselmo e Parrana San Giusto. In linea generale, data la collocazione geografica, il contesto ambientale ed i modelli insediativi affermatisi negli ambiti collinari, appare ragionevole affermare che il dimensionamento previsto dal Piano Strutturale vigente in termini di standard urbanistici relativamente alle frazioni di collina ed ai centri abitati minori, risulti non calibrato sui 37,50 mq./ab. posto come riferimento generale e pertanto con esso non confrontabile. Considerazioni a parte merita il capitolo concernente la dotazione di attrezzature per l’istruzione il cui dimensionamento e, ancor più, la cui distribuzione sul territorio risulta fortemente influenzata dalla consistenza demografica delle singole frazioni. In termini generali la dotazione di aree per l’istruzione risulta, comunque, complessivamente verificata, al 2013, per l’intera popolazione comunale. 66 Tabella di verifica delle attrezzature per l’istruzione al 2013 mq. mq/ab Guasticce 2.371 1,60 Vicarello 8.923 2,39 ATTREZZATURE PER L’ISTRUZIONE Stagno Collesalvetti Nugola Castell’Anselmo 11.400 42.730 2.561 624 2,38 10,63 2,05 1,30 totale 68.609 4,01 Tale risultato, come appare chiaro dai dati riportati in tabella è ampiamente imputabile alla previsione dell’ampliamento del polo scolastico del capoluogo, introdotta dal RU. Relativamente alle altre tipologie di standard valgono le verifiche di seguito riassunte. Tabella di verifica degli standard su base comunale al 2013 mq. mq/ab mq/ab VERDE PUBBLICO ATTREZZATO ATTREZZATURE PUBBLICHE DI INTERESSE COLLETTIVO PARCHEGGI PUBBLICI 622.599 36,38 24,00 130.766 7,64 7,00 165.741 9,68 2,50 I valori sopra riporttati devono considerarsi al netto degli standard relativi alle UTOE n. 4 – Scolmatore e n. 5 – Colmata, in ragione del fatto che essi sono stati valutati unicamente ed integralmente funzionali ai poli produttivi che vi insistono, e non anche ai centri abitati cui fanno capo dal punto di vista amministrativo, e quali misure compensative e/o mitagatorie di problematiche specifiche, inerenti il corretto sfruttamento delle risorse territoriali ed ambientali e la messa in sicurezza idraulica delle aree. e. La variante al PS, come si è largamente cercato di argomentare in relazione alla definizione dei relativi obiettivi e delle motivazioni che ne hanno determinato il ricorso, ha carattere eminentemente normativo, e non prevede alcun dimensionamento aggiuntivo rispetto al PS vigente. Per quanto sopra esposto non si è provveduto all’implementazione di alcun QC specifico di riferimento. In riferimento al contributo del Settore Viabilità di interesse regionale si prende atto dell’ipotesi di programmazione e dell’esecuzione delle opere connesse alla variante al centro abitato di Crocino e, stando alle rassicurazioni avute dalla Provincia di Livorno, dell’avanzato iter di attuazione dello svincolo a rotatoria sulla SGC FI-PI-LI in frazione Vicarello. Dipartimento provinciale ARPAT di LIVORNO – Sintesi del contributo: Con prot. 5.782 del 12 aprile 2011 il Dipartimento provinciale ARPAT di LIVORNO trasmetteva un’articolata nota in cui segnalava la carenza di valutazioni relative alle azioni conseguenti agli obiettivi fissati per la variante al PS, della valutazione degli effetti ambientali e territoriali attesi, e del QC dello stato delle risorse e delle indicazioni sulle ulteriori ricerche da svolgere, nonché dell’esposizione dei criteri per l’impostazione del rapporto ambientale. Con la stessa nota si consigliava che la documentazione relativa alla valutazione, dovesse, nelle sue fasi successive: a. Sviluppare l’analisi di coerenza con i piani sovraordinati di settore; b. Sviluppare il quadro conoscitivo di riferimento e l’accertamento dello stato delle risorse; c. Individuare, descrivere e valutare gli effetti ambientali e territoriali attesi e gli impatti sull’ambiente derivante dalla variante. Considerazioni e chiarimenti: In riferimento al contributo pervenuto si riportano di seguito alcune sintetiche considerazioni, ritenendo che i punti a) e c) del sopra richiamato elenco abbiano trovato compiuto sviluppo nell’attuale fase di 67 valutazione integrata intermedia tratteggiate nel corpo della presente relazione (cfr. paragrafi 3.3 e 3.5). In relazione alla lettera b) dello stesso elenco si richiamano le considerazioni espresse in riferimento al contributo regionale sottolineando, per le motivazioni ivi illustrate, che la presente variante non prevede interventi sui dimensionamenti dati e pertanto non sviluppa approfondimenti di QC. Nella carenza di dati di base in materia, la presente relazione quale esito del procediemnto di valutazione integrata intermedia, dà seguito alla raccomandazione di inserire tra gli indicatori previsti per la risorsa ARIA, le emissioni di origine industriale. Al contempo si precisa come, nonostante esplicita richiesta ,formulata dall’Ente, in data 15 dicembre 2011, non sia stato possibile fare riferimento ai dati IRSE 2007 per approfondire la ripartizione e l’incidenza delle singole sorgenti di emissione presenti nel territorio comunale. Si precisa, altresì, che il PCCA è integrato al vigente RU ed approvato con gli stessi atti, mentre risulta, attualmente in fase di aprovazione uno specifico regolamento comunale relativo alla localizzazione di eventuali sorgenti a radio frequenza quali SRB, Radio e TV. Regione Toscana – Settore tutela e valorizzazione delle risorse ambientali – Sintesi del contributo: Con prot. 6.331 del 21 aprile 2011 il Settore Pianificazione del territorio della Regione Toscana integrava il proprio contributo inoltrando la nota del Settore tutela e valorizzazione delle risorse ambientali volto a ricapitolare le variazioni normative intercorse in materia. Considerazioni e chiarimenti: Nel prendere atto del contributo formulato dall’ufficio regionale, si precisa che la modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento alla materia in oggetto. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. 5.2 − CONTRIBUTI ED INTEGRAZIONI ALLA INTERMEDIA. OSSERVAZIONI E CHIARIMENTI. VARIANTE E/O ALLA VALUTAZIONE Agli stessi soggetti di cui al paragrafo di premessa, con l’aggiunta dell’Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli, è stata trasmessa anche la documentazione inerente alla Valutazione Integrata Intermedia, comprensiva dei contenuti della variante, al fine di acquisire eventuali pareri, seganlazioni, proposte e contributi capaci di integrare ed implementare il presente documento di valutazione e la stessa proposta di variante. Autorità di Bacino del Fiume Arno – Sintesi del contributo: Con prot. 2.343 del 20 febbraio 2012 l’Autorità di Bacino del Fiume Arno ha inviato nota di contenuto analogo a quella prot. 4.724 del 25.03.2011, inviata in occasione della trasmissione della Valutazione iniziale. Considerazioni e chiarimenti: Si rimanda a quanto illustrato nel precedente paragrafo. 68 Bacino di rilievo regionale Toscana Costa – Sintesi del contributo: Con prot. 2.485 del 22 febbraio 2012 il Bacino di rilievo regionale Toscana Costa ha inviato una di contenuto analogo a quella prot. 4.741 del 31.03.2011, inviata in occasione della trasmissione della Valutazione iniziale. Considerazioni e chiarimenti: Si rimanda a quanto illustrato nel precedente paragrafo. Regione Toscana Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-Lucca-Pisa – Sintesi del contributo: Con prot. 2.526 del 23 febbraio 2012 l’Ufficio Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Livorno-LuccaPisa ha inviato una nota di contenuto analogo a quella prot. 5.107 del 31.03.2011, inviata in occasione della trasmissione della Valutazione iniziale. Considerazioni e chiarimenti: Si rimanda a quanto illustrato nel precedente paragrafo. Consorzio di Bonifica Colline Livornesi – Sintesi del contributo: Con prot. 2.798 del 29 febbraio 2012 il Consorzio di Bonifica delle Colline Livornesi ha ritenuto di evidenziare che non sussistessero osservazioni di competenza in merito alla documentazione esaminata. Considerazioni e chiarimenti: Nessuna considerazione in merito. Associazione SALVIAMO IL SALVABILE – Sintesi del contributo: Con prot. 2.803 del 29 febbraio 2012 l’Associazione per la tutela dei beni ambientali, culturali e storici nel Comune di Collesalvetti, SALVIAMO IL SALVABILE propone di rivisitare la disciplina di piano relativamente alla classificazione dei sistemi rurali per la porzione di territorio denominata Poggio Belvedere, in ragione della sopraggiunta dichiarazione di pubblico interesse apposta, su tale area, dagli organi ministeriali competenti con D.M. del 3 agosto 2006. Tale proposta si motiva con l’intento di non generare incongruenze tra la disciplina di PS e la disciplina di tutela e salvaguardia paesaggistica e storico culturale. Considerazioni e chiarimenti: Nel prendere atto del contributo formulato rileva comunque illustrare le seguenti considerazioni. Il tema in questione esula dalle proposte di modifica e dallo schema di variante illustrato fin dal Documento di avvio del procedimento e non rileva ai fini del raggiungimento degli obiettivi fissati per la revisione dello strumento. In ogni caso si precisa altresì che le finalità di tutela che hanno comportato l’apposizione del vincolo in questione non vengono in alcun modo disattese dalla disciplina territoriale vigente, sommandosi semplicemente ad esse. Per quanto sopra illustrato non si ritiene, nel corso della presente variante, di dover procedere alla modifica proposta, rimandando la valutazione delle questioni poste e delle ipotesi tratteggiate alla futura revisione generale della strumentazione urbanistica da effettuarsi ad esaurimento della stagione pianificatoria in corso ed a seguito della definizione di nuove finalità ed obiettivi per le politiche comunali di governo del territorio. 69 Provincia di Livorno – Dipartimento delle infrastrutture e della pianificazione – Sintesi del contributo: Con prot. 2.864 del 1 marzo 2012 il Dipartimento delle Infrastrutture e della Pianificazione della Provincia di Livorno ha formulato il proporio contributo istruttorio evidenziando la necessità di provvedere ad una variante “sostanziale” relativa al dimensionamento complessivodel P.S. e dei necessari approfondimenti di Quadro Conoscitivo ad esso pertinenti, non ritenendo coerente il dispositivo normativo proposto in variante con il disposto normativo di cui all’art. 8 del DPGR 3/R/2007. Considerazioni e chiarimenti: Le motivazioni che hanno determinato la scelta di procedere ad una variante di PS e le finalità che la sostanziano sono reiteratamente state illustrate nel corpo delle relazioni e della documentazione prodotta a supporto e si possono sinteticamente riassumere nella necessità, al tramonto di una stagione pianificatoria di transizione tra il vecchio modello di programmazione generale urbanistica e l’ormai non più “nuovo” modello sintesi di una pianificazione strategica e di una conseguente e coerente pinanificazione conformativa ed attuativa della stessa, nonché in una fase di grossa difficoltà del territorio ad offrire risposte alla straripante crisi economica e finanziaria, prima ancora che ipotesi di sviluppo, di provvedere a dare alla disciplina territoriale ed urbanistica il massimo grado di flessibilità con l’unico intento di offrire il massimo grado di effettiva e compiuta attuazione al quadro previsionale e strategico definito. Non si può che concordare circa il richiamo ai contenuti del comma 1 dell’art. 8 del DPGR 3/R/2007 in merito all’attribuzione per specifici ambiti territoriali (nel caso del Comune di Collesalvetti le UTOE) dei quantitativi massimi sostenibili di “trasformabilità” del territorio stesso. Fermo restando questo assunto è altrettanto vero, però che il successivo comma 3 della stessa norma, peraltro richiamato dalla stessa nota provinciale, riservi in via esclusiva, nel rispetto dei commi precedenti la localizzazione e il dimensionamento delle singole previsioni al regolamento urbanistico, al quale il piano strutturale riserva una pluralità di opzioni pianificatorie, coerenti e compatibili con i contenuti statutari e strategici del piano medesimo. Con la presente variante, l’A.C. di Collesalvetti, intende dotarsi di un dispositivo normativo, che consenta di “migrare” il modesto dimensionamento residuo lasciato in campo dal vigente RU, tra UTOE differenti, nel rispetto dell’impianto statutario e strategico definito dallo stesso PS, su cui la variante in corso non incide minimamente, nonché degli obiettivi ad esso sottesi e comunque all’interno dello stesso sistema territoriale. Di tale ultimo, peraltro non trascurabile dettaglio, si darà più attenta e congrua evidenza in fase post adottiva e di osservazioni, anche in considerazione del contributo degli uffici provinciali in esame. In tale senso si è pertanto ritenuto di offrire, attraverso comunque la garanzia di una variante al RU che evidenzi, attraverso i propri adempimenti partecipativi e valutativi la sostenibilità ambientale e territoriale delle eventuali “migrazioni” di dimensionamento, un ulteriore strumento che coernetemento con l’impianto strategico e le finalità del PS, consenta l’effettivo conseguimento di tali finalità ed obiettivi. Dipartimento provinciale ARPAT di LIVORNO – Sintesi del contributo: Con prot. 3.415 del 13 marzo 2012 il Dipartimento provinciale dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale precisa di non potersi esprimere sulla documentazione inviata in quanto adempimento non previsto dalla “Carta dei Servizi e delle attività” approvata con DCRT n. 7 del 27.01.2010. Considerazioni e chiarimenti: Nessuna considerazione in merito. 70 Azienda USL n. 6 di Livorno – Sintesi del contributo: Con prot. 4.324 del 30 marzo 2012 l’Azienda sanitaria livornese ha inteso formulare il proprio contributo istruttorio relativamente però ad aspetti non oggetto della presente variante e per lo più con indicazioni e suggerimenti pertinenti alla fase attuativa e conformativa della pianificazione. Considerazioni e chiarimenti: Nel prendere atto del contributo formulato si rimandano le valutazioni di dettaglio alla concomitante valutazione a supporto della variante di monitoraggio al Ru, ove pertinenti. 71 1 2 SOMMARIO 1 − PREMESSA. ................................................................................................................................................... 5 2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E RELAZIONE DI SINTESI...................... 7 3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE COMUNALE 2005: RAPPORTO DI VALUTAZIONE..................................................................................................................................................... 9 3.0 − PREMESSA........................................................................................................................................ 9 3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE .................................................................................. 9 3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE ............................................................................... 11 3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ. ............................................................................................................... 12 3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA. .................................................................................................. 12 3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. .................................................................................................. 12 3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE........................................................................................................ 12 3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE. .................................................................................................. 13 3.7.1 − COMPONENTE ACQUA. ...........................................................................................................14 3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO. .................................................................................................................................... 15 3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE. ......................................................................................................... 17 3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO. ..................................................................................18 3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA. .........................................................................................................18 3.7.4 − COMPONENTE ARIA. ...............................................................................................................20 3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI. ............................................................................................................21 3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ. ...............................................................................22 3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI. .......................................................................24 3.7.7 − COMPONENTE PAESAGGIO. ....................................................................................................25 3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE................................................... 26 3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI. ......................... 44 4 − MONITORAGGIO. ........................................................................................................................................ 45 4.0 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO ..................................................................................................... 45 3 4 1 − PREMESSA. Il principio della valutazione dei piani e dei programmi è stato introdotto, nella legislazione regionale toscana, con la L.R. 49/99 “Norme in materia di programmazione regionale”, declinandolo nella forma della Valutazione Integrata. Si tratta del primo tentativo da parte del legislatore regionale di recepimento della direttiva comunitaria 42/2001/CE riguardante la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi, con l’obiettivo di pervenire a uno sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione ed il coordinamento tra singole politiche settoriali, a scala regionale. La Valutazione Integrata è stata poi individuata, con la L.R. 3 gennaio 2005, n. 1 – “Norme per il governo del territorio”, come strumento/processo cui assoggettare l’intera filiera della pianificazione territoriale ed urbanistica. La Regione Toscana si è successivamente dotata, ai sensi della stessa L.R. 1/05, di un regolamento di attuazione (DPGR 9 febbraio 2007, n. 4/R) che ha provveduto a completare il quadro normativo regionale in materia, dettagliando articolazione, contenuti e modalità di attuazione della V.I., nell’alveo della pianificazione territoriale ed urbanistica. L’art. 4 del regolamento chiarisce la natura processuale della Valutazione Integrata che non accompagna semplicemente l’elaborazione dei piani e dei programmi ma ne costituisce parte integrante, indagandone preliminarmente coerenze interne ed esterne e ponderandone complessivamente gli effetti attesi. Tale processo comprende la condivisione e l’apertura del piano ad esso relativo, al contributo partecipativo esterno, la valutazione ambientale ai sensi della Direttiva 2001/42/CE (VAS) nonché il monitoraggio degli effetti prodotti ed indotti, condotto attraverso il ricorso ad indicatori predeterminati. Trattandosi di un porcesso che affianca il procedimento di definizione di piani e programmi, la valutazione si svolge in tre fasi - iniziale, intermedia e finale -, il cui svolgimento deve esaurirsi prima dell’approvazione del piano/programma al fine di consentire l’esame di eventuali alternative, ma non si esaurisce con il procedimento amministrativo in quanto trova diretta ed imprescindibile appendice nel monitoraggio degli effetti sopra richiamato. Nell’aprile 2006, è stato varato il D.Lgs. 152, cosiddetto “Codice dell’Ambiente” la cui Parte II è rubricata “Procedure par la valutazione ambientale stategica (VAS), per la valutazione di impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC)”, le cui finalità specifica risulta essere, tra l’altro, il recepimento e l’attuazione della già citata Dir. del Parlamento europeo e del Consiglio 2001/42CE. Lla norma nazionale è entrata definitivamente in vigore il 13 febbraio 2008 nell forma novellata dal D.Lgs n. 4/2008; tale norma, che ha già conosciuto un ulteriore aggiornamento nel giugno 2010 con il D.Lgs n. 128, ha resa manifesta la necessità di adeguamento del quadro normativo regionale in materia. Il processo di elaborazione di tale norma ha trovato compimento il 12 febbraio 2010, con l’approvazione della L.R. n. 10. 5 Tale quadro normativo costituisce lo sfondo per l’elaborazione della presente procedura di variante generale al Piano Strutturale avviata con Delibera della Giunta Comunale n. 5 del 01.02.2011 che approvava anche il documento preliminare di VAS con valore di fase iniziale della Valutazione Integrata ex art.5 del DPGR 4/R/2007. Tale documento è stato inoltrato ai soggetti istituzionali competenti in materia ambientale al fine di riceverne pareri e contributi utili alla formulazione del Rapporto Ambientale e con successivi invii, la fase consultiva e partecipativa è stata aperta anche al concorso delle amministrazioni comunali confinanti e delle associazioni/comitati comunali e di quelle operanti, nel territorio comunale, con finalità connesse alla gestione del territorio sotto i profili ambientali, paesaggistici e culturali. Il contributo pervenuto ha trovato spazio nel documento illustrativo della fase intermedia di Valutazione Integrata ai sensi dell’art. 7 del DPGR 4/R/2007 e della fase finale di VAS e VI. Nel frattempo, con Determinazione Dirigenziale n. 12 del 17.11.2011 è stata nominata Garante della Comunicazione per l’intera gamma di procedimenti di pianificazione urbanistica e governo del territorio ai sensi della L.R. 1/2005 del Comune di Collesalvetti, la Dott.ssa Annamaria MONDANI, notaio in Collesalvetti. La nomina di un soggetto autonomo ed esterno all’Ente conferma la politica inaugurata con la redazione del Regolamento Urbanistico di individuare in un soggetto terzo un effettiva garanzia della valorizzazione e della trasparenza dei procedimenti partecipativi a corredo della pianificazione territoriale. Il presente documento costituisce il Sintesi Non Tecnica del Rapporto Ambientale del processo di Valutazione Ambientale Strategica ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 e ss.mm.ii. e della Relazione di Sintesi del processo di Valutazione Integrata ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007. 6 2 − VALUTAZIONE DEI PIANI E PROGRAMMI: RAPPORTO AMBIENTALE E RELAZIONE DI SINTESI. Il procedimento di VAS è ricompreso all’interno di quello previsto per l’elaborazione, l’adozione e l’approvazione di piani e programmi ed, all’interno del procedimento di Valutazione Integrata ai sensi del DPGR 4/R/2007, il processo di valutazione ambientale costituisce parte integrante del procedimento ordinario di approvazione dei piani e programmi rientranti nell’ambito di applicazione della normativa di riferimento. Ai sensi dell’art. 8 della L.R. 10/2010 per i piani ed i programmi disciplinati dalla L.R. 1/2005, il rapporto ambientale e la sintesi non tecnica vengono adottati contestualmente alla proposta di piano o programma e la fase di consultazione viene effettuata contemporaneamente alle osservazioni al piano/programma. Ai sensi dell’art. 24 della L.R. 10/2010 il rapporto ambientale è redatto dal soggetto proponente e contiene le informazioni di cui all’Allegato 2 della stessa legge. Esso, in particolare contiene le informazioni relative a: a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma e del rapporto con altri pertinenti piani o programmi; b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente e sua evoluzione probabile senza l’attuazione del piano o del programma; c) caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all’articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228; e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi ed di ogni considerazione ambientale; f) possibili impatti significativi sull’ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l’interrelazione tra i suddetti fattori; devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma; h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli 7 impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare; l) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti. Il rapporto ambientale tiene conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali, nonchè dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma; a tal fine, coerentemente con le indicazioni normative vigenti si è fatto largamente ricorso ai dati ed alle informazioni contenute nel sistema informativo regionale ambientale della Toscana (SIRA). Come accennato il presente documento ha valore di Relazione di sintesi ai sensi dell’art. 10 del DPGR 4/R/2007; tale relazione costituisce il documento che descrive tutte le fasi del processo di valutazione svolte in corrispondenza con l'attività di elaborazione degli strumenti della pianificazione territoriale o degli atti di governo del territorio e comprende: a) i risultati delle valutazioni territoriali, ambientali, sociali ed economiche e sulla salute umana, la verifica di fattibilità e di coerenza interna ed esterna; b) la motivazione delle scelte fra soluzioni diverse o alternative, ove sussistenti; c) la definizione del sistema di monitoraggio finalizzato alla gestione dello strumento della pianificazione territoriale o dell'atto di governo del territorio e alla valutazione del processo di attuazione e di realizzazione delle azioni programmate; d) il rapporto ambientale contenente le informazioni di cui all'allegato 1 della Dir. 2001/42/CE. Ai sensi della stessa disposizione normativa, al momento dell'adozione degli atti deliberativi i competenti organi dell'amministrazione esaminano distintamente gli esiti del processo di valutazione integrata e gli esiti della valutazione ambientale e ne tengono conto ai fini della decisione. In vacanza della prevista norma regolamentare di raccordo e di coordinamento tra i singoli procedimenti valutativi, il presente documento rappresenta il tentativo di dare unica e sintetica rappresentazione dei contenuti e delle verifiche che hanno accompagnato la predisposizione della proposta di variante generale normativa al PS del Comune di Collesalvetti. 8 3 − VARIANTE NORMATIVA GENERALE AL PIANO STRUTTURALE COMUNALE 2005: RAPPORTO DI VALUTAZIONE 3.0 − PREMESSA Con Deliberazione n. 5 del 01.02.2011, la Giunta Municipale ha dato l’avvio del procedimento della Variante generale al Piano Strutturale vigente approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio 2005 con la Delibera n. 81. La Variante al Piano Strutturale si è resa necessaria a seguito della rilevata esigenza di procedere alla redazione di una Variante di monitoraggio e gestione del Regolamento Urbanistico vigente a sua volta tesa a precisare, puntualizzare e chiarire lo spirito e il contenuto delle norme approvate che, per vari motivi, non sono riuscite a produrre gli effetti auspicati nonché, più banalmente, a correggere eventuali errori materiali ancora presenti nell’articolato normativo e negli elaborati cartografici. La variante al R.U. risulta infine finalizzata alla rimodulazione di alcune misure e disposizioni approvate al fine di riallinearne i contenuti ad eventuali normative sopraggiunte e/o di ricalibrarne l’efficacia e la funzionalità operativa. In tale occasione sono emerse con chiarezza sia alcune problematiche connesse all’attuazione dello strumento urbanistico approvato nel 2005, sia i limiti costitutivi dello stesso che ne hanno suggerito il ripensamento e la revisione dando corso alla presente variante. Il Piano Strutturale del Comune di Collesalvetti, adottato nella vigenza della L.R. 5/95 ed approvato in data successiva all’emanazione della nuova legge regionale sul governo del Territorio (L.R. 1/2005), è frutto di una stagione di pianificazione che risente della revisione normativa intercorsa e soprattutto delle scadenze che essa determinava circa l’adozione di uno strumento di pianificazione per le amministrazioni che fossero unicamente dotate di tradizionali Piani Regolatori Generali. In fase di elaborazione del vigente P.S., pertanto, maturò la scelta di articolare il nuovo strumento reiterando sostanzialmente l’impianto normativo e previsionale previgente, ormai consolidatosi nel corso degli anni, demandando sostanzialmente le nuove previsioni strategiche e di sviluppo ad una serie di disposizioni normative e prescrittive rese direttamente operative dal nuovo strumento. Alla luce di quanto esposto, il P.S. ha rinsaldato alcune linee e strategie di assetto territoriale della disciplina previgente. Il conseguente Regolamento Urbanistico ha risentito in maniera significativa delle previsioni di immediata efficacia sopra accennate, inerenti principalmente alla localizzazione dei Piani di Lottizzazione e delle aree di riqualificazione urbana, nonché all’individuazione di specifici interventi di trasformazione territoriale, quali il recupero dell’Ex Cinema Odeon e la realizzazione del Campus di Villa Carmignani a Collesalvetti, la previsione del Parco a Servizi e del Nuovo Parco Industriale nelle aree poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline ad ovest di Guasticce o il cossiddetto “Parco Commerciale” di Stagno. 3.1 − I CONTENUTI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE Il documento di avvio del procedimento di variante al PS illustra i principali contenuti della proposta di modifica allo strumento di pianificazione. Il P.S. attualmente vigente ha consolidato alcune linee e strategie di assetto territoriale del previgente P.R.G.. La variante al Piano Strutturale, non alterando i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno prodotto né l’impianto strategico-territoriale complessivo sotteso dallo strumento vigente, prevede sostanzialmente, di creare le condizioni di maggiore dinamismo e flessibilità determinando nei fatti la 9 reale attuazione e realizzazione degli interventi ipotizzati ed il raggiungimento degli obiettivi dati per i singoli ambiti di riferimento e per il conseguimento dell’armonico e sostenibile sviluppo complessivo dell’intero territorio comunale. A tale fine si prevede lo stralcio dell’insieme di disposizioni rese di immediata efficacia dallo strumento con particolare riferimento alle schede allegate alle NN.TT.A. del P.S. di seguito indicate: − − − − − RILOCALIZZAZIONE INTERPORTO: previsione di cui all’allegato A alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, in quanto previsione già attuata. NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: previsione di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano Strutturale in quanto riversata nella scheda normativa n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; RECUPERO EX CINEMA ODEON: previsione di cui all’allegato E alle NN.TT.A. del Piano Strutturale in qunato ntegralmente trasposta nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico. Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati conferendogli allo scopo in necessari margini di flessibilità, la variante al Piano Strutturale si sostanzia inoltre della volontà di ampliare la gamma di funzioni ammesse nell’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore (e segnatamente nel comparto logistico strategico costituito dall’area interportuale)contemplando anche quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali. La proposta di variante prevede, per specifici interventi già individuati come strategici dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, l’introduzione di una norma che consenta l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle U.T.O.E. di riferimento senza alterazione dei limiti di sostenibilità territoriale globalmente indicati. Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico. Il complesso delle modifiche proposte non appare suscettibile di produrre rilevanti impatti sull’ambiente insediativo e rurale del territorio e sul loro paesaggio né effetti particolarmente significativi rispetto a quelli già analizzati nel rapporto generale di valutazione integrata redatto in occasione della predisposizione del vigente R.U.. Nell’insieme si prevede possano verificarsi limitati consumi aggiuntivi di risorse naturali a causa della possibilità di attingimento dei dimensionamenti residui, del tutto funzionali, comunque, al conseguimento degli obiettivi di riqualificazione generale del paesaggio e delle sue dotazioni territoriali. 10 3.2 − GLI OBIETTIVI DELLA PROPOSTA DI VARIANTE La presente variante non presuppone alcun approfondimento di quadri conoscitivi specifici di riferimento che non siano già stati oggetto di studio in occasione della redazione del P.S. vigente o in sede di elaborazione del conseguente Regolamento Urbanistico. In sede di valutazione integrata iniziale/documento preliminare di VAS, è pervenuta, quale contributo istruttorio e partecipativo da parte della Regione Toscana, la raccomandazione che l’approfondimento al regime vincolistico effettuata in occasione della redazione del Regolamento Urbanistico, venga a costituire parte fondamentale del quadro conoscitivo della presente variante. Resta pertanto da intendersi che il nuovo quadro d’insieme della disciplina vincolistica operante sul territorio comunale illustrata e meglio chiarita negli elaborati grafici di RU distinti come Tavv. 9 riquadri a), b) e c) “Carta dei Vincoli”, ad oggi vigente, costuisce base di riferimento e quadro conoscitivo del presente procedimento. Rileva a tale fine precisare come il RU sia stato approvato nell’aprile 2009 e pertanto non tenga conto dell’integrazione al Pit per la disciplina paesaggistica adottata con deliberazione del Consiglio Regionale n. 32 del 16 giugno 2009. Il monitoraggio condotto nella vigenza del RU e tuttora in corso, ha consentito di implementare il regime vincolistico nel territorio di Collesalvetti, soprattutto in relazione ai vincoli paesaggistici ex lege, oggi ricompresi nel citato Piano di Indirizzo Territoriale regionale, redatto di concerto con il Ministero dei Beni Culturali e che determineranno, al fine di non ingenerare possibili ambiguità di lettura e di interpretazione, lo stralcio delle ormai superate tavole dei vincoli di Piano Strutturale, ed il prossimo e compiuto aggiornamento di quelle di Regolamento Urbanistico nel corso della variante di monitoraggio e gestione, attualmente in fase di elaborazione. In riferimento alla definizione degli specifici obiettivi, si rileva che la presente variante al Piano Strutturale è improntata al superamento di incongruità riscontrate nel corpo normativo e cartografico, durante il periodo di vigenza dello strumento ed al conferimento di una maggiore flessibilità allo stesso strumento che agevoli una più probabile e pronta attuazione delle previsioni e delle misure ivi disposte. Anche in tale chiave si inquadra la necessità di provvedere ad una modifica parziale dello strumento che pur incidendo in modo marginale nell’impalcato generale del Piano, ne faccia comunque salvi obiettivi, dimensionamenti complessivi, quadri conoscitivi di riferimento e strategie. Nell’ambito della definizione di tale obiettivo generale che impronta la presente variante al PS, le misure disposte al fine di perseguirne il raggiungimento consistono nello stralcio delle “prescrizioni di immediata efficacia” per ogni singola UTOE, nonché nello stralcio delle schede normative in allegato alle NN.TT.A.. Tali misure si rendono necessarie in quanto, a seguito dell’avvenuto recepimento delle previsioni nell’ambito del Regolamento Urbanistico 2008-2009, si è in presenza di una duplicazione non necessaria delle stesse. L’inserimento di tali previsioni all’interno del PS, pur nell’ambito delle finalità comunque delineate dallo strumento, aggraverebbe, peraltro, il possibile ricorso all’istituto della variante alla pianificazione operativa, depotenziandone le facoltà di ripensamento e di revisione. Ulteriore e significativa azione messa in campo dalla presente variante, al fine di conferire maggiore flessibilità e possibilità di concreta attuazione delle strategie complessive di governo del territorio, consiste nella modifica all’Art. 13 – Il Dimensionamento del Piano Strutturale delle NN.TT.A., in riferimento all’introduzione, mediante ricorso ad apposita variante al RU, di possibili deroghe al prelievo del residuo di dimensionamento per singola funzione e classe di attività, indipendentemente dall’UTOE di riferimento nei casi di Piani per l’edilizia economica e popolare, Piani per gli insediamenti produttivi, Piani di recupero del patrimonio edilizio, Programmi complessi di riqualificazione insediativa, Piani complessi d’intervento, nonché Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005 11 come da ultimo novellata con la L.R. 40/2011, qualora tali interventi contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni singolo ambito territoriale. 3.3 − VERIFICA DI FATTIBILITÀ. L’oggetto del presente paragrafo è, come brevemente accennato, il “tema” della presente variante; le misure che essa introduce, rappresentano infatti, nel loro complesso, il primo tentativo dell’Amministrazione di dotarsi di uno strumento che, pur confermando l’impianto generale, le sue coerenze, e la sua sostenibilità territoriale ed ambientale di massima, assuma carattere di maggiore flessibilità e dinamismo, con lo scopo ultimo di moltiplicare le probabilità di concreta attuazione delle azioni previste e, soprattutto, il raggiungimento delle finalità stabilite. 3.4 − VERIFICA DI COERENZA INTERNA. I lineamenti che hanno determinato la necessità della presente variante appaiono in piena coerenza con la disciplina urbanistica e territoriale vigente e con le finalità generali e specifiche che ne hanno improntato la definizione; la variante al P.S., è stata avviata proprio al fine di dare compiuta attuazione all’insieme di previsioni. 3.5 − VERIFICA DI COERENZA ESTERNA. Stante la sua natura prevalentemente normativa e la non conformatività delle modifiche proposte, le misure previste nella presente variante, non mostrano profili di incoerenza con il PIT, con il PTC della provincia di Livorno e con altri atti pianificazione territoriale e/o di programmazione di settore. Come evidenziato in occasione della predisposizione del documento di Avvio del Procedimento, la presente variante si pone l’obiettivo di “completare” il PS vigente al fine di agevolare l’effettivo compimento del quadro previsionale strategico in esso delineato. Non è pertanto nelle intenzioni dell’A.C., stante la riconferma del quadro statutario, previsionale e strategico sottesi dallo strumento di pianificazione, e stante la necessità di procedere nel più breve tempo possibile alla predisposizione delle misure correttive al Piano, procedere alla “riscrittura” del dimensionamento vigente. L’”incoerenza” con le disposizioni regolamentari regionali si sostanzia, pertanto, della profonda e radicata coerenza con l’impianto della pianificazione territoriale ancora vigente, cui la presente variante intende fornire rinnovato impulso. 3.6 − VERIFICA DELLE ALTERNATIVE. In riferimento alle possibili soluzioni alternative vagliate, si precisa relativamente allo stralcio delle disposizioni di immediata efficacia e delle schede normative-allegato non si sono prese in considerazione ipotesi ulteriori e diverse, in quanto misure già recepite nel Regolamento Urbanistico, e pertanto superflue e ridondanti, oltre che improprie in sede di pianificazione strategica, per la marcata natura conformativa che le caratterizza. Relativamente allo stralcio della carta dei vincoli di PS, l’unica differente opzione contemplata è stata la conservazione degli elaborati tal quali; a seguito di approfondite valutazioni, tale eventalità è stata scartata in quanto passibile di determinare possibili confusioni ed incertezze applicative. Da ultimo rileva precisare che più ampia è stata la gamma di opzioni valutate in riferimento all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro conoscitivo, consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento limitatamente alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente riguardato l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo, nonché la cosiddetta “opzione zero”. 12 Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità, nonché inconciliabile con le finalità della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio al Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con lo scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in campo dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa, senza compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti territoriali. 3.7 − STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE. In via generale le risorse potenzialmente interessate dalla eventuale attuazione della precisazione e della revisione al quadro previsionale e strategico definito dalla presente variante sono di seguito individuate: 1. Acqua; 2. Suolo e sottosuolo; 3. Energia; 4. Aria; 5. Rifiuti; 6. Natura e biodiversità; 7. Radiazioni non ionizzanti; 8. Paesaggio e cittadinanza. Per ogni risorsa sopra indicata sono stati individuati indicatori in grado di quantificare l’impatto del piano sulla risorsa sia di dare informazioni sullo stato attuale dell’ambiente interessato: RISORSE INDICATORI Consumi idrici domestici Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli) Quantità di acqua erogata Popolazione servita dall’acquedotto Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso Perdite alla rete idrica Caratteristiche della rete idrica ACQUA Popolazione servita dalla pubblica fognatura Popolazione servita da impianti di depurazione Potenzialità degli impianti di depurazione Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi Consistenza e qualità della rete fognaria Possibilità allaccio Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente Vulnerabilità della falda Consumo di suolo Superficie di suolo reso impermeabile SUOLO Permeabilità Geomorfologia Acclività Rischio geologico Rischio idraulico Reticolo idrografico 13 Siti da bonificare Sito di interesse nazionale Consumi energetici; gas ed energia elettrica ENERGIA Fabbisogni di energia Produzione di energia da fonti rinnovabili Sistemi di gestione dei consumi pubblici Qualità dell’aria Emissioni da traffico veicolare ARIA Emissioni di origine civile Livello di inquinamento acustico Flussi di traffico Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale Sistema di raccolta Produzione di rifiuti pro capite RIFIUTI Percentuale di raccolta differenziata Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici Quantità di rifiuti avviata a recupero Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive Estensione delle aree verdi per tipologia NATURA E BIODIVERSITÀ Aree naturali protette Siti di Importanza Regionale/Comunitaria ANPIL RADIAZIONI NON IONIZZANTI Presenza di SRB e RTV Linee elettriche Distanze di sicurezza Visuali e sfondi paesaggistici Frammantazione territorio rurale Grado di naturalità Beni storico-culturali PAESAGGIO E CITTADINANZA Vincoli paesaggistici Invarianti Valori paesaggistici/architettonici introdotti Dotazioni territoriali e di servizi Qualità della vita Mobilità e accessibilità Salute e sicurezza 3.7.1 − COMPONENTE ACQUA. In Toscana, la gestione del servizio idrico integrato è strutturata in sei Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), all'interno di ognuno dei quali la gestione è affidata ad un Gestore Unico. All’interno di tale schema la titolarità del Servizio Idrico del Comune di Collesalvetti è attribuita all’Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 5 – Toscana Costa e la gestione del Servizio Idrico Integrato è affidata alla Soc. ASA (Azienda Servizi Ambientali) S.p.A. 14 3.7.1.A − SERVIZIO DI ACQUEDOTTO1. Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti idriche di adduzione e distribuzione hanno uno sviluppo complessivo di circa 2.284 km. Il sistema acquedottistico di Livorno-Collesalvetti è alimentato dai 3 campi pozzi di Mortaiolo, Filettole e Paduletto e dalle sorgenti ubicate nelle aree di Colognole, La Chiesina e La Terrazza. Il sistema riceve risorsa dagli schemi del comune di S. Alessio (LU) e dal comune di Collesalvetti. Per Collesalvetti il sistema acquedottistico si compone di due schemi separati che complessivamente contano quasi 30 km di condotte adduttrici: l’acquedotto di Collesalvetti, alimentato dal campo pozzi di Mortaiolo, e l’acquedotto di Colognole, alimentato dalle sorgenti dell’omonima zona e collegato alla rete di Livorno. Il volume complessivo degli accumuli è pari a 665 mc. Per quanto riguarda le caratteristiche delle acque distribuite non si evidenziano particolari problemi, a parte la presenza di ferro e manganese nelle acque provenienti dalla falda di Mortaiolo la cui concentrazione viene comunque abbattuta nell’impianto di potabilizzazione a valle del campo pozzi, prima dell’immissione nella rete di distribuzione. Dei 9,0 l/s provenienti dalle Sorgenti di Colognole solo 2,0 l/s servono all’approvvigionamento di utenze dell’ATO. La disponibilità residua di risorsa ammonta a circa 2,0 l/s che costituisce la differenza fra ricarica e portata sorgiva, che probabilmente si disperde in troppo pieno invernale. L’Autorità d’ambito stima tale unità priva di interesse quantitativo per sviluppi futuri, benchè riesca a garantire una buona qualità. Dall’acquifero di Mortaiolo vengono attinti 177,0 l/s per uso acquedottistico di cui il 90% serve all’approvvigionamento del comune di Livorno ed il resto serve il comune di Collesalvetti. Le disponibilità residue sono stimate in 70,0 l/s circa provenienti eventualmente dal migliore sfruttamento delle risorse del campo pozzi di Mortaiolo (aventi profondità tra 25 e 40 mt), che secondo le indicazione del Piano d’Ambito dovrebbero essere utilizzate a copertura del deficit di risorsa del Comune di Collesalvetti. La sostanziale buona qualità dell’acqua è caratterizzata dalla presenza di magnesio e ferro. Acquedotto Livorno - Collesalvetti2 Nel campo di Mortaiolo 35 pozzi prelevano, a profondità variabile tra 40 e 190 metri, circa 4,7 milioni di mc/anno d’acqua da due falde. Relativamente al Comune di Collesalvetti (comprendente le frazioni di Vicarello, Guasticce, Nugola, Castell’Anselmo e Villaggio Emilio), i volumi erogati per l’anno 2006 sono pari a 1.378.140 mc, con una media giornaliera di 3.775 mc. Acquedotto di Colognole Sorgenti3 A nord delle pendici del monte Maggiore, nella zona livornese, si trovano le sorgenti di Colognole, le cui acque nell’ 800 venivano fruite dalla città tramite l’acquedotto Leopoldino. L’acquedotto di Colognole Sorgenti (70,5 Km), è costituito da n. 13 sorgenti, attraverso il squale ASA SpA serve i paesi collinari di Colognole, Parrana S. Giusto, Parrana S. Martino e la frazione della Valle Benedetta. I volumi erogati ammontano annualmente a 200.000 mc con una media di 547 mc/giorno. La frazione di Colognole Paese è servita da alcune sorgenti che si trovano lungo la valle del botro Savolano (circa 25.000 mc/anno). Acquedotto industriale di Livorno4 La costruzione dell’acquedotto industriale è cominciata negli anni ‘40 ad opera degli americani. All’origine il sistema acquedottistico aveva funzione bivalente: potabile ed industriale. La scelta 1 Descrizione e dati desunti dal documento denominato Elementi ambientali significativi e stato dell'ambiente allegato al QC di RU, dal Piano di Ambito approvato dall’AATO n. 5 dal Bilancio Socio Ambientale 2010 del Gestore del SII reperibili nei rispettivi siti internet ai seguenti link: http://www.ato5acqua.toscana.it/Piano%20d'Ambito.htm; e http://www.asaspa.it/asa/page/bilancio-socio-ambientale.php?linksPagina=55&idMenuSpec=117&idMenu=9. Fonte BSA 2010 del Gestore del Servizio Idrico Integrato – ASA SpA. Ibidem 4 Ibidem 2 3 15 dell’emissario del Bientina quale fonte di approvvigionamento fu condizionata dall’obbligo di garantire una adeguata portata all’utenza. La portata propria del canale era infatti integrata da un quantitativo d’acqua prelevato dall’Arno tramite n. 5 sifoni, in località San Giovanni alla Vena, da tempo non più funzionanti a causa dell’elevato inquinamento del fiume. Con la dismissione dell’impianto di potabilizzazione di Stagno, avvenuta alla fine degli anni ‘50, il sistema è stato dedicato al solo utilizzo industriale ed attualmente è gestito da ASA SpA. Il prelievo di acqua dall’emissario del Bientina avviene tramite due derivazioni ad altezza diversa distanti circa 1,7 Km l’una dall’altra. Le acque sono prelevate in aspirazione dalla Società ENI Power cui è garantita una fornitura continuativa di circa 500 mc/ora ripartita tra le industrie della zona nord di Livorno e la raffineria Agip Plas di Stagno (circa 50%). Nel 2010 ASA SpA ha distribuito 6.020.100 mc di acqua industriale (+ 163.663 mc rispetto al 2009) di cui 3.671.739 ad ENIPOWER e 2.349.361 alle altre utenze industriali. Relativamente alle risorse prelevate e distribuite si riporta di seguito l’estratto dei dati forniti da ASA SpA nell’ambito del Bilancio Socio Ambientale 2010 riferiti al territorio comunale. ANNO 2010 (mc) Comune Volume acqua prelevata da ASA SpA Volume acquistato da altri sistemi di acquedotto Volume consegnato ad altri sistemi di acquedotto Volume immesso nella rete primaria Volume distribuito (prelevatoceduto+acquistato) al netto delle perdite nella rete primaria Collesalvetti 1.521.997 // 10.000 1.511.997 1.368.637 Interpolando i dati disponibili relativi al territorio comunale si può dire che il consumo giornaliero procapite dei 16.919 residenti nell’anno 2010 è stato pari a 221,62 litri giornalieri. Tale dato è comunque da ponderarsi in ragione del fatto che omologa i dati relativi alle forniture domestiche a quelle non domestiche di cui non è disponibile il dettaglio. Relativamente alla tutela della qualità delle acque destinate al consumo umano ASA SpA ha condotto una capillare campagna di verifiche, condotte secondo i sistemi di controllo della qualità, su un numero totale di campioni di acqua erogata prelevati ed analizzati pari a 10.649. Si riporta di seguito l’estratto relativo al comune di Collesalvetti per l’anno 2010 del documento "Qualità delle Acque Potabili distribuite da ASA SpA". La normativa vigente stabilisce i requisiti Rileva da ultimo segnalare l’azione messa in campo dall’A.C. in sinergia con il gestore del Servizio Idrico Integrato di realizzazione di fontanelle pubbliche di erogazione di acqua ad Alta Qualità nei centri abitati di Collesalvetti, Vicarello e Guasticce. Etichetta qualità dell’acqua Collesalvetti – Anno 2010 16 fonte Bilancio Socio Ambientale 2012 di ASA SpA. 3.7.1.B − SERVIZIO DI SMALTIMENTO ACQUE REFLUE. Nel territorio dell’ATO n. 5 le reti fognarie (nera + mista) hanno uno sviluppo complessivo nei 33 comuni dell’ambito di circa 1.129 km. Tranne limitati esempi e brevi porzioni della rete (localizzate essenzialmente in frazione Vicarello) la rete fognaria di acque reflue urbane in carico al gestore del servizio idrico integrato è di tipo separato e recapita il refluo in impianti di depurazione pubblici. I centri abitati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno ed in parte anche quello di Nugola sono serviti da impianti di depurazione secondo lo schema di seguito riportato. Dotazione servizio di smaltimento reflui in carico al gestore SII Frazione Residenti Estensione della fognatura (mt) Impianto di depurazione Capacità di progetto AE Capacità di progetto mc/anno Collesalvetti 4.285 11.985 Collesalvetti (loc. La Chiusa) 4.000 320.000 Vicarello 3.988 5.048 Vicarello (loc. Poggio al Chiuso) 6.000 438.000 Guasticce 1.508 7.930 Guasticce 2.500 210.000 Stagno 4.068 6.913 Stagno (Via Barontini) 8.000 620.000 Nugola 1.231 1.047 Nugola Nuova (PEEP) 800 50.000 I dati relativi alla popolazione nella tabella soprastante sono relativi alla ripartizione per ambiti amministrativi al 31 dicembre 2011. In dettaglio rileva evidenziare come la frazione capoluogo assommi anche i residenti nei nuclei abitati di Tanna Alta e Bassa, di Colliromboli e di Badia, totalmente sprovvisti di rete fognaria. Restano non servite da pubblica fognatura nera anche specifiche porzioni degli abitati di Vicarello, ivi compreso l’intero nucleo di Mortaiolo, e di Stagno (Stagno Vecchia e parte delle aree produttive nella poste in loc. Ponte Ugione-Aiaccia). Nel caso del centro abitato di Nugolaoccorre precisare che le reti e gli impianti in capo ad ASA SpA servono unicamente il complesso residenziale a nord di Nugola Nuova lungo le vie degli Ulivi, delle Querce e degli Ontani. 17 Di norma le fognature attuali ed in particolare i collettori principali e la generalità degli impianti di depurazione, conservano una capacità residua di trasporto liquami e di trattamento molto esigua. Per tale motivazione aumenti di carico sostanziali rispetto alle necessità operative attualmente in esercizio, sono da ritenersi attuabili solo a fronte di valutazioni ad hoc da parte del gestore del servizio idrico integrato. Le rimanenti frazioni ed i restanti agglomerati urbani non risultano dotati di impianti di depurazione collettivi. In taluni casi sopravvivono limiitate porzioni di rete fognaria comunale di uso misto (Parrana San Martino, Castell’Anselmo-Torretta Vecchia, Nugola) e sistemi autonomi di smaltimento di acque reflue domestiche fuori dalla pubblica fognatura. L’incidenza e la distribuzione degli impianti autonomi e degli scarichi fuori dalla pubblica fognatura sono attualmente oggetto di specifiche verifiche condotte dai servizi comunali competenti in riferimento alle disposizioni normative vigenti in materia anche al fine di determinarne il necessario adeguamento. 3.7.2 − COMPONENTE SUOLO E SOTTOSUOLO. Il territorio comunale di Collesalvetti è interessato dalla presenza del SIN di Livorno determinato dalla funzionalità della raffineria di Stagno di proprietà dell’ENI. La consultazione della banca dati SIRA ha evidenziato che per 10 siti del Comune di Collesalvetti sono in corso procedure di accertamento in ordine alla suscettibilità di interventi di bonifica, secondo l’elenco sotto riportato. Relativamente alle casistiche ricomprese nella tabella sottostante, un solo procedimento è relativo ad aree interne al SIN, laddove la distribuzione territoriale degli altri interessa unicamente la porzione settentrionale del territorio comunale con prevalenza deile localizzazioni in frazione di Stagno, quattro siti in frazione Guasticce ed un sito in Frazione Vicarello, loc. Il Faldo. Elenco dei siti interessati da procedimento di bonifica fonte Sezione SISBON del sito http://sira.arpat.toscana.it/sira/. Rileva da ultimo seganalare, come, allo stato attuale, solo per il sito di cui al codice LI050 sono in corso interventi di bonifica e/o messa in sicurezza. 3.7.3 − COMPONENTE ENERGIA. L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente energetica è relativa all’anno 2004 ed è costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano Energetico Comunale di Collesalvetti). 18 In termini di consumo energetico complessivo si riporta la sottostante tabella che dettaglia la quota di consumo per fonte energetica di provenienza. Provenienza dei consumi energetici annui FONTE Tep Tep/abitante Percentuale Prodotti petroliferi 39.205 2,44 39,34% Metano 20.873 1,30 20,95% Elettricità 39.569 2,46 39,71% Totali 99.647 6,20 100% Il consumo medio alla data del rapporto registrava un fabbisiogno medio per abitante maggiore del 10% circa rispetto ai consumi registrati nella Provincia di Livorno. Di seguito si riporta anche la ripartizione di consumi di energia primaria nell’arco temporale (19992004) indagato nel corso della predisposizone del PEC. Consumi complessivi per settore di attività del Comune di Collesalvetti (Tep/anno) 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Variazione % 2004 su 1999 Agricoltura e Pesca 2.286 2.286 1.758 1.758 2.363 2.363 -2,2 Trasporti 18.307 18.307 19109 19.109 18274 19833 +8,3 Civile 12.251 12.259 12.603 12.991 12.346 11.859 -3,2 Industria 53.025 53.025 52.792 52.860 46.576 49.401 -6,8 TOTALE 85.869 85.876 86.262 86.718 79.558 83.329 -3,0 Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di mitigazione degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazione autonoma di impianti da FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il fabbisogno energetico dei fabbricati. In riferimento alla produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili sul territorio comunale l’ltimo aggiornamento disponibile, relativo all’anno 2011, riferisce di una potenza installata pari a 4618 kW, quasi totalmente riferibili alla produzione energetica fotovoltaica. Di seguito si riporta l’andamento della produzione energetica da impianti fotovoltaici nell’ultimo quadriennio secondo i dati forniti dal GSE, con aggiornamento al dicembre 2011. Produzione energia fotovoltaica ANNO Impianti Potenza Kw Incremento percentuale annuo 2008 31 226,6 // 2009 48 324,7 +43% 2010 74 628,9 +94% 2011 134 4.558 +624% Il rapporto di Legambiente “Comuni Rinnovabili 2011”, colloca Collesalvetti tra le prime 20 amministrazioni pubbliche a livello nazionale per la categoria “minieolico” in relazione alla presenza nel territorio comunale di un impianto eolico costituito da n. 3 turbine a tre pale per complessivi 60 kW posto presso la Stazione Multienergy “Agip Grecciano Sud”. 19 Nel corso dell’anno 2007 l’A.C. ha provveduto a redigere ed approvare un apposito regolamento comunale per l’installazione di impianti di produzione di energia da FER, la cui disciplina è stata successivamente aggiornata nel corso dell’anno 2010. Tale regolamentazione ha consentito all’Amministrazione Comunale di “governare” i processi di installazione e insediamento sul territorio di tali impianti cercando un laborioso, e spesso fruttuoso, dialogo con i proponenti al fine di minimizzare gli impatti ambientali e paesaggistici determinati da tali manufatti. 3.7.4 − COMPONENTE ARIA. L’ultimo aggiornamento disponibile in riferimento alla componente aria è relativa all’anno 2004 ed è costituita dal rapporto sullo stato dell’ambiente servito, tra l’altro per la predisposizione del Piano Energetico Comunale di Collesalvetti). Come chiaramente illustrato nel documento sullo stato dell’ambiente sopra citato, redatto a supporto della disciplina urbanistica vigente, una delle più marcate peculiarità del territorio del Comune di Collesalvetti è la coesistenza di contesti ambientali, insediativi ed antropici molto diversi. Al territorio collinare preponderante nelle frazioni di Colognole, Castell’Anselmo, Nugola e delle Parrane fa da contraltare la frazione di Guasticce che nasce sulla pianura alluvionale dell’Arno, le altre frazioni hanno carattere più spiccatamente “urbano” quali: Collesalvetti, Vicarello e Stagno. In quest’ultima, posta in contiguità con la periferia settentrionale di Livorno e caratterizzata da un tessuto insediativo promiscuo, in cui convivono ambiti residenziali ed ambiti produttivi e commerciali, si concentrano la quasi totalità delle attività industriali dell’intero territorio comunale, all’interno del quale spicca la presenza di uno dei più importanti poli petrolchimici italiani rappresentato dalla raffineria ENI posta a cavallo tra i due comuni. In conseguenza di ciò e della particolare sensibilità rispetto alla problematica dell’inquinamento atmosferico da parte della comunità locale l’amministrazione comunale ha disposto nel periodo Giugno-Luglio 2002 una campagna di rilevamento della qualità dell’aria nella frazione di Stagno che si andava a sommare ai continui monitoraggi effettuati dalle centraline della rete provinciale e della rete ARIAL. Nella frazione di Stagno è stata attiva una centralina di tipo I, ovvero Industriale, dove l’unico inquinante monitorato era la SO2. Tale campagna ha permesso di mettere in evidenza un livello di concentrazione di CO calcolato come la massima media giornaliera dei valori trascinata su 8 ore pari a 0,7 mg/m3. Per quanto attiene alle polveri sottili (PM10) la sopra citata indagine ha messo in evidenza che 8 volte sui 40 dati validati è stato superato il limite, pari a 50 µg/m3, Tutto ciò implica un attenta riflessione in quanto la proiezione di tale valore su scala annuale comporterebbe il non rispetto dei limiti legislativi. La presenza all’interno del centro abitato di Stagno dello stabilimento ENI impone un monitoraggio continuo rispetto ai livelli di concentrazione di anidride solforosa nell’aria ambiente. Per quanto concerne il rispetto dei limiti normativi della concentrazione media oraria ( V.L.: 350 µg/m3) sono stati registrati, nel periodo di rilevamento sopra indicato, 6 episodi di inquinamento acuto di cui uno rilevato durante la campagna estiva, il valore più elevato ha superato del 39% circa il valore limite attestandosi a 486 µg/m3. Per quanto riguarda l’NO2 gli unici dati a nostra disposizione sono quelli relativi all’indagine effettuata mediante il laboratorio mobile nel periodo Giugno - Luglio 2002. i valori registrati risultano essere molto al di sotto rispetto ai limiti normativi. (103 µg/m3 rispetto ai 200 fissati dalla norma). Nonostante il Comune di Collesalvetti sia uno dei quattro comuni inseriti in zona B, e questo solo per la presenza di una delle più grandi sorgenti puntuali emissive di a SO2 presenti sul territorio provinciale, 20 la situazione è sostanzialmente positiva infatti i livelli di concentrazione sono molto al di sotto dei valori limite sia nel breve che nel lungo periodo e non sussistono rischi di raggiungimento degli stessi. Nonostante ciò, già la relazione sullo stato dell’ambiente del 2004-5 riteneva fondamentale seguire l’evoluzione del quadro emissivo e dei livelli di concentrazione in un ottica di mantenimento e miglioramento della qualità dell’aria. Per quanto detto in precedenza riguardo alla caratterizzazione del territorio comunale non sono presenti all’interno dello stesso altre postazioni di rilevamento della qualità dell’aria ambiente. Allo scopo di caratterizzare in via indicativa le fonti di emissioni di inquinanti dell’aria, ci si riferisce alle stime elaborate dalla Regione Toscana e contenute nell’ “INVENTARIO REGIONALE DELLE SORGENTI DI EMISSIONE IN ARIA AMBIENTE (IRSE)” in riferimento all’anno 2000, che rappresentano gli ultimi ed unici dati in possesso dell’Ente in materia, stante anche l’ancor oggi disattesa richiesta di aggiornamento e trasmissione degli inventari IRSE inviata ad ARPAT in data 15.12.2011. Si riporta nella tabella di seguito la stima delle emissioni totali degli inquinanti nel Comune di Collesalvetti e suddivisi per macrosettore. In riferimento alla componente acustica dell’inquinamento atmosferico merita, in questa sede portare alcune semplici considerazioni che non possono non trarre origine dall’approvazione del PCCA con la Deliberazione n. 20 del 08.04.2009 in quanto strumento organicamente inserito nella vigente pianificazione territoriale comunale all’interno del Regolamento Urbanistico. Per quanto attiene a tale componente non si rileva la necessità di ricorrere all’elaborazione ed all’attuazione di alcun piano di risanamento acustico in quanto non si evidenziano particolari sofferenze e/o criticità all’interno del territorio comunale. 3.7.5 − COMPONENTE RIFIUTI. Di seguito si riportano i dati relativi alla produzione di rifiuti solidi urbani, comprensivi dei dati inerenti alla raccolta differenziata del quinquennio 2007-2011, all’interno del territorio comunale di Collesalvetti. L’efficienza del servizio di raccolta differenziata si sia consolidata su valori prossimi al 25% della produzione di rifiuti raccolti sul territorio comunale al netto della quota di rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade e delle aree pubbliche. 21 Produzione di rifiuti e dati RD del Comune di Collesalvetti (2007-2011) ANNO Abitanti RU (kg/anno) RD (kg/anno) RU totale (kg/anno) Efficienza RD (%) Efficienza Rd (%) con spazzamento RD/ab (kg) RU TOT/ab (kg) 2007 16.493 8.284.480 2.543.147 10.827.627 24,38 25,94 154,20 656,50 2008 16.648 8.057.710 2.598.607 10.656.317 23,49 24,99 156,09 640,10 2009 16.744 8.344.780 2.491.726 10.836.506 22,99 24,46 148,81 647,19 2010 16.919 8.519.389 2.963.858 11.483.247 25,81 27,46 175,18 678,72 24,03 25,56 152,61 635,07 2011 16.915 8.160.685 2.581.444 10.742.129 Elaborazione su dati RD forniti dal gestore del servizio rifiuti REA SpA. Risulta altrettanto evidente il divario con gli specifici obiettivi fissati dal Codice dell’Ambiente per l’anno 2008 (pari al 45%) e per l’anno 2012, in cui sarebbe prevista un’efficienza del servizio pari al 65% del totale di RSU. Di seguito si riporta il dettaglio della raccolta relativa all’anno 2011. fonte http://ambiente.comune.collesalvetti.li.it/site/home/notiziario-ambiente/raccolta-rifiuti.html su dati forniti da REA SpA 3.7.6 − COMPONENTE NATURA E BIODIVERSITÀ. Il Comune di Collesalvetti (10.758 ha) presenta un areale frammentato ed eterogeneo che può essere sommariamente diviso in tre parti distinte: - una zona di pianura prevalenemente destinata all’attività agricola; - una zona collinare a macchia mediterranea e comunque naturale; 22 - una zona dalle caratteristiche intermedie LA PIANURA: In corrispondenza del confine con il Comune di Pisa a Nord e con quello di Livorno ad Ovest, ubicato al piede settentrionale dei Monti Livornesi, sopravvive un’area umida residua della ben più vasta area di Stagno-Coltano, caratterizzata da notevole interesse naturalistico-ecologico: il complesso palustre di Biscottino-Suese. LE COLLINE: Un’attenzione di carattere conservazionistico deve essere anche dedicata alla Lecceta di Colognole, rappresentando essa uno dei pochi lembi di foresta di Leccio sfuggita alla ceduazione per la presenza delle omonime Sorgenti. Secondo una strutturazione verticale, in essa tipicamente si distinguono: uno strato arboreo superiore costituito da Lecci e Pini marittimi; individui arborei di Corbezzolo; uno strato arborescente inferiore di piante caducifoglie tra cui l’Orniello ed il Ciavardello a cui segue uno strato arbustivo composto da scarsi cespugli di Tinoe dal Pungitopo. Il suolo, prevalentemente coperto da un breve tappeto di Edera, presenta uno strato erbaceo composto da Viole, Ciclamini e Felci, queste ultime rappresentate dall’Asplenio. La conservazione di questa peculiare fitocenosi dei Monti Livornesi è da imputare alla presenza di importanti sorgenti nella parte alta del bacino del torrente Morra che ha, inoltre, permesso il preservarsi di una ricca vegetazione ripariale e di un bosco misto che diviene, nella parte alta, macchia mediterranea e pineta a Pino marittimo. All’interno dei cisternini delle Sorgenti di Colognole vive una strana Cavalletta cavernicola, la Cavalletta dello Schiavazzi che prende il nome dal suo scopritore. Nel panorama delle emergenze naturali, i complessi ofioliferi di Monte Maggiore costituiscono un aspetto peculiare del territorio in relazione alla loro tipica colonizzazione floristica. Dal punto di vista geologico le “rocce verdi” rappresentato lembi di antichi magmi di origine profonda che caratterizzano le linee di frattura di fosse oceaniche, sollevati a seguito di intensi movimenti tettonici. Le rocce ofiolitiche, per la loro ricchezza di magnesio e metalli pesanti (cromo, titanio e nichel), rappresentano una barriera ecologica alla libera diffusione di organismi vegetali e solo alcune specie risultano strettamente legate a questo substrato, le cosiddette serpentinofite. Nel ricco panorama naturalistico del territorio del Comune di Collesalvetti è giusto includere l’alta valle del bacino del torrente Ugione la cui posizione geografica (a Nord-Nord Ovest) e la ricchezza di acque sorgive hanno favorito condizioni stazionarie di temperatura e umidità ed un mesoclima che ha permesso l’insediarsi di specie vegetali in periodi diversi dall’attuale. La presenza di sorgenti perenni, la diversa natura del substrato geologico, la varietà di formazioni vegetali lungo le pendici di questa valle spiegano la presenza di una fauna ricca e varia, compresa quella acquatica. Nel bosco misto della Valle della Sambuca si osservano uccelli come: la Cinciallegra, la Cinciarella, la Cincia mora, la Capinera, il Fringuello, l’Usignolo, il Merlo e il Pettirosso. LE AREE PROTETTE Nell’elenco ufficiale nazionale e regionale delle aree naturali protette (parchi nazionali, parchi regionali, parchi provinciali, riserve naturali statali, riserve naturali provinciali, aree naturali protette di interesse locale), sono incluse alcune aree del territorio di Collesalvetti. Il Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi è costituito: − dal Parco Provinciale dei Monti Livornesi istituito dalla Provincia di Livorno con deliberazione n. 936 del 19.2.1999; − dalle Aree Naturali Protette di Interesse Locale dei Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo istituite con specifica deliberazione dalle rispettive amministrazioni comunali. 23 Al fine di garantire la conservazione e la valorizzazione dell’ambiente, del paesaggio, del patrimonio storico culturale e naturalistico all’interno del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi, ed a promuovere le attività compatibili, è stato redatto il Piano del Parco dei Monti Livornesi. Le ANPIL ricadenti sul territorio comunale sono quelle de Le Sorgenti di Colognole e di Parrana S. Martino, istituite dal Comune di Collesalvetti con Del. C.C. n. 22 del 20/02/04 in attuazione del Sistema Provinciale delle Aree Protette di cui alla Del. C. P. n. 346 del 27.09.961. A seguito di specifico accordo di programma sottoscritto dalla Provincia di Livorno e dai Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, le A.N.P.I.L. del Comune di Collesalvetti costituiscono parte del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi. Allo scopo di garantire il rispetto delle caratteristiche naturali, paesaggistiche, storiche e culturali proprie delle Aree Protette, il Comune di Collesalvetti ha approvato con Deibera del Consiglio Comunale n. 16 del 14.02.2011 Il Padule della Contessa, in seguito ai lavori di individuazione del Progetto Bioitaly, è stato inserito nella Rete Ecologica Europea Natura 2000 come Sito di Importanza Comunitaria proposto, in attuazione della Direttiva Habitat 92/43/CEE. Come noto, questa Direttiva è finalizzata almantenimento o al ripristino di habitat definiti di interesse comunitario, fondamentali per la conservazione di comunità o di singole specie, vegetali e animali, ad essi legati. Il territorio della Riserva è compreso nel perimetro del SIR 47 IT5160001- insieme al vicino Padule del Biscottino - ed è pertanto tutelato anche ai sensi della L.R. 56/2000 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche”, è inoltre riconosciuto area SIC e ZPS sulla base della deliberazione del Consiglio Regionale 10 Novembre 1998, n.342. Con la Deliberazione del Consiglio Provinciale n.86 del 28/04/04 è stata istituita la Riserva Naturale Provinciale Oasi della Contessa. Se le prescrizioni indicate per il SIR definiscono il ruolo della Riserva da un punto di vista territoriale ed ecologico, lo strumento di riferimento per gli aspetti legati alla fruizione è il Piano Pluriennale di Sviluppo Economico e Sociale del Sistema delle Aree Protette della Provincia diLivorno finalizzato a rafforzare le logiche di sistema, accompagnando lo sviluppo delle singole realtà locali in un quadro organico di politiche di conservazione della natura e di incentivo e sviluppo delle attività economiche compatibili con i valori ambientali presenti e potenziali.Il Piano pluriennale di sviluppo economico e sociale delle Aree Protette della Provincia di Livorno delinea un percorso basato su una forte interazione tra Parchi e Riserve che compongono il sistema. 3.7.7 − COMPONENTE RADIAZIONI NON IONIZZANTI. L’inquinamento elettromagnetico o elettrosmog ha negli ultimi anni catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica e la preoccupazione per eventuali rischi alla sicurezza e alla salute della cittadinanza è stata a più riprese rilanciata ed amplificata dagli organi di informazione, generando di conseguenza una notevole pressione sugli organi istituzionalmente preposti. L’interesse si è concentrato su sorgenti emissive di larga scala quali elettrodotti ad alta tensione, , linee ferroviarie ad alta velocità, impianti radar, apparati per la diffusione radiofonica e televisiva e per telefonia cellulare. Al fine di valutare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici a 50 Hz sono state effettuate delle indagini da parte di ARPAT, in collaborazione con la Provincia di Livorno, negli anni 1997 e 1998. È stata effettuata una campagna di misure lungo l’elettrodotto a 220 kV Livorno-Marginone (n.286), il quale dovrebbe essere sostituito per 10 Km, con il nuovo elettrodotto a 380 kV Livorno-Acciaiolo; tali elettrodotti attraversano parte del territorio di Collesalvetti. 24 Il monitoraggio effettuato, correlato ai dati della corrente esercitata nel periodo di misura, dà la possibilità di calcolare il livello medio di esposizione all’induzione magnetica all’interno dei fabbricati, generalmente abitazioni. Di seguito si riporta la tabella che illustra sinteticamente l’esito di tale campagna di rilevamento. Fonte: Documento sugli elementi ambientali significativi e sullo stato dell’ambiente, All. D al QC del vigente RU Tutti i valori di campo magnetico ottenuti durante l’indagine, risultano estremamente inferiori ai limiti di Legge (10 µT) ed anche agli obiettivi di qualità (3 µT) fissati dal DPCM 08/07/2003. Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con maggiore incidenza nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è interessata unicamente da 2 siti mentre la programmazione degli operatori presenti prevede l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le frazioni di Parrana San Giusto e Colognole. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalle modifiche proposte, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. 3.7.7 − COMPONENTE PAESAGGIO. Il quadro di riferimento in materia è attualmente definito, intanto, dal’limplementazione quale Piano Paesistico regionale del PIT vigente, in accordo con gli organi ministeriali che, su scala locale, ha determinato la rivisitazione delle aree soggette a vincolo paesaggistico ex lege (con particolare rilevanza, nel caso del Comune di Collesalvetti, per le aree di rispetto di fiumi e corsi d’acqua pubblici e le aree di rispetto lacustre). Notevole estensione e rilevanza assumono le aree boscate che 25 caratterizzano il territorio collinare. Nel territorio comunale di Collesalvetti sono presenti due complessi immobiliari e monumentali dichiarati di notevole interesse pubblico ai sensi dei Codice dei Beni Storicoculturali e paesaggistici (D.Lgs.22/01/2004 n.42): − Area del Poggio Belvedere in frazione Nugola, istituita con D.M. 3 agosto 2006; − Complesso monumentale di Poggio alle Rondini o “Villa Celesia di Vegliasco” con Decreto n. 608 del 9 novembre 2010, limitrofa al centro abitato di Collesalvetti. Oltre al reticolo idraulico alle aree naturali protette, già ricordate altrove e rispondenti a valori più prettamente naturalistici ed ambientali, tra i beni ricompresi nelle invarianti aventi valore paesaggistico o comunque storico-culturale, si segnalano le emergenze paesistiche rappresentate dei filari monumentali di cipressi, dai principali andamenti dei crinali e dei vallivi, il complesso del patrimonio storico ed archeologico, nonché dalle infrastruttre storiche costituite prevalentemente dall’Acquedotto delle Pollace e dall’ancor più rignificativo e rilevante Acquedotto. 3.8 − VALUTAZIONE IN MODO INTEGRATO DEGLI EFFETTI TERRITORIALI, AMBIENTALI, SOCIALI ED ECONOMICI E SULLA SALUTE UMANA ATTESI DELLE AZIONI PREVISTE. Lo stralcio delle schede normative allegate alle NN.TT.A. di PS non comporta alcuna variazione agli effetti territoriali, ambientali, sociali, economici e sulla salute umana rispetto a quelli già valutati in occasione della predisposizione degli strumenti valutativi a corredo del Regolamento Urbanistico che recepiva tali previsioni, e che si riportano sinteticamente. NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: La previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che comportava la realizzazione di un Piano di Lottizzazione con destinazione produttiva nelle aree rese disponibili dalla traslazione verso nord del perimetro dell’Interporto Toscano “Amerigo Vespucci” e poste lungo la S.P. n. 555 delle Colline, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente procedimento consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo normativo dello strumento urbanistico. 2. – NUOVO PARCO INDUSTRIALE - U.TO.E. n. 5 - COLMATA Realizzazione di complesso produttivo con aree a verde e parcheggi pubblici e completamento di opere di urbanizzazione. Ambito di riferimento Standard prodotti dall’area di trasformazione Verde pubblico 45.000 mq. Parcheggi pubblici 4.200 mq. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Consumo di suolo Fabbisogno idrico Produzione acque reflue Produzione RR.SS.UU. Consumi energetici Inquinamento atmosferico Traffico Rumore impatto +/– entità x x x x x x x x – – – – – – – – Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante Rilevante L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - realizzazione di un complesso integrato per le attività produttive; -riqualificazione urbanistica e funzionale di ambiti in edificati all’interno del sistema produttivo, con esigui valori ambientali e formali; -potenziamento e miglioramento della rete infrastrutturale e contestuale separazione delle strade in funzione delle tipologie di traffico; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un polo produttivo qualificato e dotato di attrezzature di interesse collettivo per la fruizione del tempo libero, capace di ridefinire assetto infrastrutturale complessivo. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 5 di Colmata; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto alla qualificazione dell’offerta funzionale. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per lo sviluppo complessivo del territorio comunale. L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare. 26 MONITORAGGIO Alla luce del contesto in cui si inserisce l’area di intervento, è prescritto il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. Si prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia acustiche che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici. PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: La previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, che consente la realizzazione di un Piano di Lottizzazione finalizzata all’arricchimento delle dotazioni di servizi e attività terziarie da porre sul margine occidentale dell’abitato di Guasticce creando al contempo una fascia di separazione e salvaguardia dalle aree produttive e logistiche, è stata interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico. In conformità a tale disposizione, già nelle more della redazione del R.U., è stata presentata apposita istanza, adottata con Delibera del C.C. n. 34 del 31.03.2008; assoggettato alle fasi di pubblicazione, osservazioni e controdeduzioni il Piano non è mai stato approvato per le problematiche di carattere idraulico insistenti sull’area in questione. Non rilevandosi particolari elementi ostativi alla sua realizzazione la variante al P.S., oggetto del presente provvedimento consiste unicamente nello stralcio della stessa dal corpo normativo dello strumento urbanistico. 4. - PARCO A SERVIZI DI GUASTICCE - U.TO.E. n. 6 -GUASTICCE Realizzazione di un nuovo insediamento a carattere polifunzionale, da completarsi con l’individuazione di attrezzature a carattere territoriale, spazi verdi e per la socializzazione Ambito di riferimento Standard prodotti dall’area di trasformazione Verde pubblico 3.500 mq Parcheggi pubblici 500 mq Parco rurale 25.943 mq. Opere di messa in sicurezza idraulica 6.000 mq. Attrezzature collettive 70.556 mq. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Consumo di suolo impatto x +/– - entità Rilevante Fabbisogno idrico x - Rilevante Produzione acque reflue x - Rilevante Produzione RR.SS.UU. x - Rilevante Consumi energetici x - Rilevante Inquinamento atmosferico x - Modesta Traffico x - Rilevante Rumore x - Modesta L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - realizzazione di un nuovo insediamento polifunzionale che arricchisca l'offerta di funzioni qualificanti a supporto dell'accresciuto ruolo di centralità territoriale assunta dalla frazione; - fornire un nuovo margine urbano alla frazione, riqualificandolo con la realizzazione di vaste aree verdi (parco rurale, messa in sicurezza idraulica, etc.) contribuendo alla separazione dell'abitato dalle contermini aree produttive e interportuali; - razionalizzazione degli assetti viari e della corretta distribuzione del traffico; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente di dotare la frazione di una ricca offerta di servizi qualificanti lo spazio urbano ed al contempo contribuire alla generale riqualificazione urbanistica e territoriale attraverso la creazione di una zona “cuscinetto” tra l'abitato e le aree produttive, nonché la risoluzione di alcune problematiche di traffico con l'apertura di alcune circolarità viabili. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 6 di Guasticce che lo individua in un apposito e specifico allegato; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato, e dell'incremento dell'offerta di spazi e opportunità qualificanti. L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, cui tuttavia farà fronte la razionalizzazione viaria e la creazione di percorsi sicuri, che consentiranno maggiore fluidità a compensazione degli effetti sopra indicati. L'intervento è suscettibile, altresì di produrre significativi incrementi potenziali di consumi energetici ed idrici, nonché della produzione di rifiuti solidi urbani e acque reflue di cui si prescrive attento monitoraggio. MONITORAGGIO Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. La realizzazione di alcuni obiettivi, è diretta funzione delle modalità attuative; al fine di rispondere concretamente alle finalità di qualificazione funzionale richieste, si richiede attenta e dettagliata progettazione degli spazi e delle attrezzature di carattere generale, nonché razionalizzazione della distribuzione di risorse e servizi con attenta ponderazione degli stralci funzionali in cui l'intervento stesso si articolerà. Si prescrive l’adozione di sistemi ed approntamenti mitigatori delle potenziali criticità di cui sopra. CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: 27 L’inerzia nell’attuazione degli interventi di rifunzionalizzazione della Villa Carmignani e del relativo parco di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (scheda n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) spinge a verificare se e quali elementi e parametri progettuali possano costituire un impedimento alla loro realizzazione. Sull’area, la disciplina vigente, prevede la realizzazione di un insieme sistematico di interventi edlilizi finalizzati ad attività di tipo congressuale-convegnistico, formativo e culturale, con particolare riguardo al mondo delle professioni, integrate da destinazioni e funzioni ricettive, con specifico richiamo al turismo congressuale. Il piano prevede la valorizzazione dell’area boscata, il recupero e l’adeguamento dei fabbricati esistenti, la ricostruzione dell’ala demolita della casa padronale, la realizzazione di un campus e di una struttura ricetiva dimensionata per 100 posti letto, un auditorium per 300 posti, aule per attività didattica, attrezzature per il tempo libero e la pratica dello sport quali piscina e campi sportivi e da tennis, palestra e centro benessere. L’intervento prevede di essere completato con la realizzazione di parcheggi pertinenziali e con le opportune sistemazioni esterne nel parco e nelle altre aree aperte, con i relativi arredi e la predisposizione di aree attrezzate. Lo schema così proposto è stato concepito recependo le esigenze manifestate dalla proprietà a seguito dell’emissione dell’Avviso pubblico di partecipazione al Regolamento Urbanistico, calibrando, al contempo le richieste pervenute sulla base delle limitazioni dettate dalla strumentazione urbanistica e con gli specifici obiettivi dell’amministrazione. 23. – VILLA CARMIGNANI - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI Ambito di riferimento Realizzazione di un complesso turistico-ricettivo ed attrezzature ricreative integrate, con il recupero delle strutture esistenti. Standard prodotti dall’area di trasformazione Verde pubblico // Parcheggi pubblici // VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità impatto +/– entità x x x x x x x x – – – – – – – – Modesta Rilevante Rilevante Modesta Rilevante Rilevante Rilevante Modesta Consumo di suolo Fabbisogno idrico Produzione acque reflue Produzione RR.SS.UU. Consumi energetici Inquinamento atmosferico Traffico Rumore L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - realizzazione di un complesso integrato per attività turistico-ricettive e ricreative; - recupero e riqualificazione urbanistica e funzionale delle strutture esistenti; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la realizzazione di un polo ricettivo-integrato e qualificato dotato di attrezzature di interesse collettivo per la fruizione del tempo libero. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. L'intervento rivela, altresì, un alto livello di coerenza rispetto alla qualificazione dell’offerta funzionale ed alla definizione delle qualità formali e paesaggistiche della frazione. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevata, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato. L'intervento è suscettibile di produrre significativi incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare. MONITORAGGIO Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui.Si prescrive l’approfondimento valutativo delle potenziali criticità indicate e l’eventuale adozione di sistemi di abbattimento delle emissioni inquinanti sia acustiche che atmosferiche e lo studio di sistemi di riduzione dei fabbisogni energetici ed idrici. RECUPERO EX CINEMA ODEON: Il recupero del complesso dell’ex Cinema Odeon reso direttamente efficace con l’allegato E alle NN.TT.A. del Piano Strutturale (il cui contenuto è stato integralmente trasposto nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico) ha conosciuto, nel corso dell’ultimo quinquennio vicende alterne, che hanno determinato, anche in questo caso la sostanziale inerzia delle iniziative private per l’insostenibilità economico-finanziaria degli interventi previsti. Nel corso degli anni lo stato di degrado dell’area si è aggravato con ripercussioni sul decoro dell’abitato, la salubrità e la sicurezza delle aree adiacenti; al fine pertanto di agevolare e accelerare il processo di recupero e di riqualificazione di un’area così organica al centro storico e vitale del capoluogo, l’A.C., prevede lo stralcio dell’allegato al P.S. sopra citato e la rimodulazione dei contenuti prescrittivi della scheda normativa di R.U., senza incremento del carico urbanistico e delle volumetrie esistenti. 17. – P. d R. EX-ODEON - U.TO.E. n.12 - COLLESALVETTI Ambito di riferimento Recupero di strutture e fabbricati esistenti al fine di una della riqualificazione di un ambito urbano. Standard prodotti dall’area di trasformazione Verde pubblico // Parcheggi pubblici // 28 VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO SUGLI OBIETTIVI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Impatto Ambientale Impatto relativo alle finalità Qualità del suolo e del sottosuolo Fabbisogno idrico Produzione acque reflue Produzione RR.SS.UU. Consumi energetici Inquinamento atmosferico Traffico Rumore impatto x x x x x x x x +/– + – – – – – – – entità Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta Modesta L'intervento in esame persegue le seguenti finalità: - riqualificazione di fabbricati e tessuti insediativi aventi valore storico-documentale e conseguente possibile rivitalizzazione del centro storico della frazione; - possibile effetto positivo sulla qualità del suolo, in considerazione dello stato di abbandono dell’area; Il raggiungimento delle finalità sopra indicate consente la valorizzazione dell’impianto insediativo centrale quale luogo del riconoscimento dell’identica collettiva e statutaria, degli ambiti storicizzati. VALUTAZIONE QUALITATIVA DELL’IMPATTO DELL’INTERVENTO RISPETTOAGLI INDICATORI RELAZIONALI COERENZA PRIORITÀ EFFICACIA L'intervento risulta conforme rispetto agli obiettivi definiti dal P.S. per l'U.T.O.E. n. 12 di Collesalvetti; in particolare propone una soluzione coerente con la disponibilità di risorse essenziali del territorio. Tale intervento risponde a criteri di priorità elevati, nel rispetto delle coerenze interne e relazionali nell'insieme degli interventi di trasformazione previsti dal R.U. per la riqualificazione complessiva dell'abitato. L'intervento è suscettibile di produrre modesti incrementi potenziali di sorgenti di rumorosità ed emissioni atmosferiche inquinanti a causa della realizzazione di nuovi poli di attrazione del traffico veicolare, amplificata dalla collocazione centrale dell’area di intervento posta tra la ridosso della Via Roma e la Piazza della Repubblica. MONITORAGGIO Si prescrive il monitoraggio qualitativo e quantitativo dei flussi veicolari e delle emissioni acustiche ed atmosferiche indotte dalla realizzazione del nuovo insediamento. Si rende, altresì necessario prescrivere valutazioni di dettaglio inerenti i consumi idrici ed energetici e la produzione di rifiuti urbani e reflui. Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati dal complesso della disciplina urbanistica comunale e al contempo recuperare la necessaria flessibilità delle norme a questo funzionali, la variante al Piano Strutturale si sostanzia dello stralcio di tutte le ulteriori prescrizioni di immmediata efficacia disposte per le singole UTOE di cui all’art. 12 delle relative NN.TT.A., che comunque non producono impatti ed effetti di alcun rilievo rispetto all’assetto pianificatorio già sottoposto a valutazione nell’ambito della predisposizione del PS, prima, e dopo, e soprattutto, nell’ambito della redazione del Regolamento Urbanistico. Ulteriori modifiche previste nella presente variante al PS, che di seguito sinteticamente si ricordano, possono comportare effetti non ancora indagati dei quali si prova a dare compiuta illustrazione in riferimento alle matrici territoriali, ambientali, sociali, economiche e relative alla salute umana. ULTERIORI PROPOSTE DI MODIFICHE: In riferimento all’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore, individuata per garantire l’approccio tematico e l’omogeneità degli scopi sottesi dall’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e navigabilità del Canale, e prendendo le mosse dalle considerazioni espresse nella definizione degli specifici obiettivi che fonda le garanzie di manutenzione futura e di funzionalità degli interventi in programma nella presenza di aree a carattere produttivo, l’ipotesi di variante propone di ampliare la molteplicità delle possibili funzioni ammesse nell’unità territoriale anche a quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali. La proposta di modifica interviene su un tema che non attiene alla definizione degli obiettivi di PS per l’UTOE n. 4 – Scolmatore, ma sulla disciplina relativa alle prescrizioni per il RU in riferimento alla stessa UTOE. In tale chiave vale la pena rammentare come l’UTOE n. 4 – Scolmatore trovi ragione della propria istituzione nell’ipotesi di navigabilità del canale artificiale che gli dà il nome e degli interventi di messa in sicurezza idraulica che ne avrebbero dovuto costituire il necessario presupposto. Tra gli obiettivi indicati nel vigente PS, e non discussi dalla proposta di variante, si legge: “Secondo studi economici di fattibilità la realizzabilità dell’idea (della navigabilità del canale Scolmatore – ndr) si fonda su specifiche garanzie di manutenzione futura dell’opera che vengono legate alla presenza di aree a carattere produttivo” e di seguito: “La molteplicità delle funzioni espresse all’interno dell’area vengono subordinate ad ipotesi localizzative separate, intervallata da attività agricola e altre funzioni”. 29 L’introduzione della modifica proposta, pertanto, appare comunque in linea con gli orizzonti programmatici e gli scenari che la strategia di PS tratteggia pur in maniera generica. A tale scopo si puntualizza che in più occasioni il PS orienta le scelte di piano verso l’ampliamento dell’offerta di funzioni e di attività, ambientalmente sostenibili, all’interno delle singole unità territoriali organiche elementari quale contributo alla qualificazione dei singoli contesti territoriali. La misura proposta, mitigata comunque dalla prevalenza delle funzioni logistiche rispetto a quelle di tipo artigianale ed industriale, assommerebbe il vantaggio di poter localizzare in aree già in sicurezza idraulica e ampiamente infrastrutturate, attività produttive senza ulteriori impieghi di suolo rispetto ad ambiti territoriali già individuati con accordi di programma o strumenti similari, alla possibilità di attirare sul territorio investimanti di privati con più consistenti “ritorni” in termini di occupazione e conseguente distribuzione del reddito. Tale proposta, pertanto, rientra a pieno titolo nell’ambito della presente revisione allo strumento di pianificazione comunale, nella misura in cui introduce ulteriori possibilità di trasformazione del territorio senza significativo incremento degli effetti da essa indotti rispetto al quadro previsionale attuale, e nella misura in cui rappresenta un’ulteriore opportunità ed un ulteriore strumento capace di offrire più ampi gradi di flessibilità della pianificazione territoriale, così necessari nella gravosa contingenza economico-finanziaria che anche questi territori devono fronteggiare, nonché maggiori possibilità di attuazione coerente dell’insieme degli obiettivi sottesi dallo stesso PS. Si riporta di seguito la valutazione sintetica dei contenuti della presente variante, qualitativamente espressi secondo i criteri di giudizio riportati nella tabella successiva. VAS-VI INDICATORI DI GIUDIZIO PER LA VALUTAZIONE IMPATTO POSITIVO IMPATTO ACCETTABILE IMPATTO TRASCURABILE/NESSUN IMPATTO IMPATTO NON VALUTABILE IMPATTO NEGATIVO 30 RISORSE ACQUA INDICATORI IMPATTO ATTESO Consumi idrici domestici Impatto non presente e pertanto non si prevedono effetti in merito a tale indicatore. Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli) Lieve incremento dei consumi industriali di difficile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla fase attuativa della pianificazione ed a quella di monitoraggio. Quantità di acqua erogata Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore. Appare ragionevole l’attesa di impatti anche significativi su tale indicatore in funzione della natura e consistenza delle aziende eventualmente insediate; tale impatto resta, comunque di difficile quantificazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa del PS. Si rimandano pertanto, eventuali valutazioni di dettaglio alla fase di monitoraggio. Popolazione servita dall’acquedotto Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità. Non sono attesi effetti in riferimento a tale indicatore. Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso. Perdite alla rete idrica Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitati ala solaUTOE n. 4 – Scolamtore. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore. Caratteristiche della rete idrica Rete di adduzione acqua non potabile per uso industriale presente nell’UTOE a servizio prevalente dello stabilimento industriale ENI POWER di Stagno. Nessun impatto atteso. Popolazione servita dalla pubblica fognatura Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile. Non si attende alcun impatto dalla proposta di variante in discussione in relazione a tale indicatore. Popolazione servita da impianti di depurazione Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Il dato parziale limitato all’UTOE n. 4 non è disponibile. Non appare ragionevole attendersi alcun impatta dalla porposta in oggetto relativamente al comparto produttivologistico di Interporto; eventuali impatti in riferimento a tale indicatore i possono ragionevolmente attendere limitatamente all’area produttiva del Faldo. Potenzialità degli impianti di depurazione Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce cui afferiscono i reflui provenienti dal comparto logistico dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza dell’impianto intermodale e della vicina area produttiva denominata “Ex CMF. Alla luce delle ulteriori modifiche apportate alla disciplina di PS si rimanda la valutazione dei possibili effetti a specifiche verifiche da parte del gestore del SII sulla pianificazione attuativa. Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo. Consistenza e qualità della rete fognaria Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo. Possibilità allaccio L’allaccio è reso possibile dalla presenza di una rete civile esistente Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati Dato non rilevato. Non appare ragionevole ipotizzare alcun impatto in ordine a tale indicatore. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si ipotizza alcun impatto ulteriore e/o cumulativo. VALUTAZIONE SINTETICA 31 Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente Dato non disponibile e non rilevante rispetto alla modifica proposta. Relativamente al comparto interportuale non si attende alcun impatto significativo, ulteriore o cumulabile in ragione della possibilità di allaccio alla fognatura nera. Possibili impatti in riferimento a tale indicatore potrebbero prodursi sul comparto produttivo-logistico attualmente occupato dall’Autoparco “Il Faldo” Vulnerabilità della falda L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 7 - CARTA delle AREE SENSIBILI alla VULNERABILITÀ delle indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturale in classe 2 ELEVATA. Si tratta di aree caratterizzate dalla presenza di sistemi acquiferi liberi in rocce prevalentemente carbonatiche con scarsa copertura e acquiferi liberi, semiconfinati o confinati generalmente caratterizzati da notevole anisotropia ed eterogeneità con copertura scarsamente permeabile. Posizionati in prossimità di centri abitati ed in un contesto idraulico superficiale di tipo rettificato. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Consumo di suolo Non è previsto alcun consumo di suolo ulteriore rispetto al quadro previsionale e strategico fissato con l’insieme della strumentazione urbanistica vigente. Superficie di suolo reso impermeabile Permeabilità SUOLO Non è previsto alcun incremento dell’impermeabilizzazione dei suoli rispetto al quadro previsionale e strategico fissato con l’insieme della strumentazione urbanistica vigente e pertanto non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. L’intera UTOE n. 4 ricade in aree classificate ai sensi della Tav. 6 - CARTA IDROGEOLOGICA delle indagini geologico tecniche di supporto al Piano Strutturael in classe 1 PERMEABILITÀ PRIMARIA (per porosità) PpB – BASSA, con la sola eccezione degli ambiti territoriali occupati dall’Interporto e dell’Autoparco Il Faldo che sono ricomprese in classe 4 PERMEABILITÀ PRIMARIA IN AMMASSI DETRITICI DppM – MEDIA. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Geomorfologia L’UTOE n. 4 è caratterizzata dalla presenza di numerose aree soggette a ristagno prolungato di varia consistenza. Le aree oggetto della proposta di variante, essendo state oggetto nel corso degli anni di interventi di infrastrutturazione sono invece caratterizzate per i riporti di terreno e per il posizionamento a quote altimetrice superiori alla media . Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Acclività L’intera UTOE n. 4 è caratterizzata da una morfologia pianeggiante o subpianeggiante con pendenze inferiori al 5%. Tale indicatore non assume paertanto rilevanza e non appare suscettibile di subire impatti significativi o di innescare eventuali criticità territoriali. Rischio geologico L’UTOE n. 4 si caratterizza per pericolosità geomorfologiche medie (da medio bassa con bassa propensione al dissesto gravitativo e statico per le zone e i lotti bonificati geotecnicamente e le altre aree di pianura con sottosuolo eterogeneo e con caratteristiche geotecniche da medio-basse a scadenti, a medio elevate con mediobassa propensione al dissesto per le aree di pianura con sottosuolo eterogeneo, caratteristiche geotecniche da basse a scadenti, soggette a fenomeni di ristagno). Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazione di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. 32 Rischio idraulico L’UTOE n. 4 ricade quasi interamente in classe di pericolosità idraulica 4 - MOLTO ELEVATA comprendenti le aree interessate da allagamenti per eventi Tr<30 anni. In assenza di studi idrologici-idraulici rientrano in questa classe le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrano contestualmente le seguenti condizioni: a) vi sono notizie storiche di inondazioni; b) sono morfologicamente in situazione sfavorevole di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a 2 metri sopra il piede esterno dell'argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda; oppure: c) aree morfologicamente depresse interessate da fenomeni di ristagno prolungato (zone umide). Sono inserite le P.I.4 e le P.I.M.E. e tutti gli elementi "idrografici" naturali o antropici (corsi d'acqua perenni, invasi, laghi, casse d'espansione etc.). Fanno eccezione l’area interportuale e quella dell’Autoparco (quelle destinatarie della proposta di modifica normativa della presente variante) che sono classificate come aree a pericolosità idraulica 3 – ELEVATA comprendente le aree interessate allagamenti eventi 30<Tr<200 anni.naturale od intermittente, La piana settentrionale è sempre da stata servita daper una seriecompresi di canali tra demaniali a scolo Reticolo idrografico carenti nel funzionamento idraulico e nel profilo dimensionale. A partire dal Nord: − l’Antifosso del Fosso Reale, che parallelo allo Scolmatore sbocca nel Toretta Inferiore, senza ricevere contributi diretti dalla piana; − l’Antifosso di Fattoria, che ha origine a nord di Vicarello, riceve i fossi Perino e Fologno e sottopassando il fiume Tora, entra nella piana di Guasticce per confluire nel Toretta Superiore; − il Tora Vecchia, che nasce in località Mortaiolo, sottopassa l’alveo del Tora confluendo insieme all’Antifosso di Fattoria nel Toretta Superiore; − il Toretta Superiore, che nasce dalla confluenza dei due precedenti e sbocca nel Toretta Inferiore insieme all’Antifosso del Fosso Reale; − il fosso Colmata degli Orti, che sbocca a Stagno nel canale Antifosso delle Acque Chiare avendo origine al margine ovest dell’Interporto mentre prima attraversava tutta la piana di Guasticce, − il fosso delle Chiaviche, che prima terminava con uno sbocco a paratoia nell’Acqua Salsa, ora con percorso diverso e ricalibrato, viene avviato verso l’idrovora realizzata a nord dell’Interporto. − completa il quadro del sistema idrografico dell’UTOE istituita proprio in ragione della sua presenza e dell’ipotesi di messa in sicurezza idraulica e della sua navigabilità, il canale Scolmatore d’Arno, i cui argini sono posti a quota +4.88 m.m con una piena massima prevista di 1450 mc/s e quota massima del pelo libero di 3.88 m.m, in corrispondenza della linea mediana centrale del bacino. La gran parte della piana è stata soggetta fino a tempi recenti a frequenti allagamenti e ristagni a motivo della bassa giacitura dei terreni.; si verificava infatti che il livello del pelo libero dei ricettori finali fosse a quote comparabili con quelle del bacino di Guasticce ed anche superiori in caso di piena. A ciò si aggiungeva il fenomeno della tracimazione dei canali provenienti da monte, l’Antifosso di Fattoria ed il Tora Vecchia. Per permettere la concreta attuazione del Centro Interporto e la reindustrializzazione della ex-CMF, sono stati progettati una serie di interventi; ad oggi sono stati realizzati: risagomatura dell’Antifosso Reale nel tratto adiacente all’Antifosso della Fattoria, sistemazione e spostamento dell’Antifosso di Fattoria che scorre parallelo allo Scolmatore, spostamento del Fiume Tora a nord della S.G.C. FI-PI-LI e sua confluenza nell’Antifosso di Fattoria, realizzazione del Collettore ovest, dallo svincolo ovest all’impianto idrovoro, realizzazione del Collettore sud, dalla S.S.n.555 all’impianto idrovoro, esecuzione e completamento dell’impianto idrovoro. A ciò si deve aggiungere gli interventi già accennati come lo spostamento e l’allargamento del Fosso delle Chiaviche, la sistemazione dell’Acqua Salsa e la riduzione della Colmata degli Orti, che hanno contribuito ad eliminare le acque alte dalla piana di Guasticce. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree già largamente infrastrutturate, urbanizzate e sulle quali sono stati effettuati o sono in corso interventi di sistemazione e messa in sicurezza idraulica.. Siti da bonificare La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta tre localizzazioni ricadenti nell’UTOE n. 4, con procedure attive, ma relative a limitati ambiti territoriali ed ad eventi incidentali di modesta entità lungo le infrastrutture viarie per lo sversamento di idrocarburi lungo le scarpate stradali. Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazoine di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. Sito di interesse nazionale Nell’UTOE n. 4 non sono presenti siti di interesse nazionale. Il SIN relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende le aree interne alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia. 33 Consumi energetici; gas ed energia elettrica ENERGIA Fabbisogni di energia Produzione di energia da fonti rinnovabili Ultimo aggiornamento disponibile anno 2011: 4618 kW installati. L’eventuale insediamento di attività produttive in aree già urbanizzate appare suscettibile di produrre significativi impatti in riferimento a tale indicatore; appareinfatti ragionevole supporre ed attendersi l’attivazione di iniziative imprenditoriali produttive, che stante anche l’attuale contingenza economico-finanziaria, integrate e comunque attente alla copertura del proprio fabbisogno energetico (elettrico e termico) ed al contenimento dei costi ad esso relativi. Sistemi di gestione dei consumi pubblici Attualmente non risulta essere stato attivato alcun sistema di gestione particolare. Non si attende alcun impatto significativo sul presente indicatore a seguito dell’eventuale accoglimento della proposta di variante in discussione. Qualità dell’aria Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, in funzione, soprattutto delle tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili e fermi restando gli indirizzi che la variante pone per l’attuazione della previsione al RU. Emissioni di origine industriale Emissioni da traffico veicolare ARIA Consumo energetico complessivo (ultimo aggiornamento disponibile anno 2004 – Fonte PEC di Collesalvetti): Prodotti petroliferi: 39.205 Tep (2,44 Tep/ab); Metano:20.873 Tep (1,30 Tep/ab); Elettricità: 39.569 Tep (2,46 Tep/ab). Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti difficele una sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS. Rileva precisare che la disciplina di RU relativa alla gestione delle risorse offre già ampie garanzie di mitigazione degli impatti attesi in riferimento all’attivazione di percorsi virtuosi sia per l’installazioe autonomai di impianti da FER, che per il ricorso a sistemi costruttivi e tecnologici volti a limitare il fabbisogno energetico dei fabbricati. Dato non disponibile. Appare ragionevole attendere un significativo impatto in ordine a tale indicatore, per quanto risulti difficile una sua determinazione quantitativa, stante anche la natura non conformativa del PS. Emissioni di origine civile Livello di inquinamento acustico Flussi di traffico Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della previsione al RU. Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità. Nessun impatto significativo atteso in relazione a tale indicatore. Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica ipotizzata nella presente variante riguarda aree già classificate come aree produttive. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della previsione al RU. Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale. È comunque vietato il transito del traffico commerciale sulla SP n. 555 Delle Colline. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio, sia in funzione della tipologie di aziende ed attività eventualmente insediabili sia in relazione agli indirizzi che la variante comunque pone per l’attuazione della previsione al RU. Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004. Nessun impatto significativo atteso, allo stato attuale della pianificazione, stante la natura non conformativa del PS; si rimandano eventuali valutazioni di dettaglio alla fase di monitoraggio degli effetti del presente piano. 34 Sistema di raccolta Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto. A partire dal settembre 2011 è stato attivato, nell’area interportuale all’interno dell’UTOE oggetto della proposta di variante , il servizio di raccolta dei rifiuti urbani e della carta. Attualmente è offerta la possibilità di differenziare tali tipologie di rifiuti all'interno degli uffici mediante specifici contenitori carrellati. La raccolta sarà svolta in modalità “porta a porta”. La proposta di variante non appare produrre significativi effettikg/ab in ordine a tale indicatore. Ultima rilevazione disponibile anno suscettibile 2008 (Fonte di ATO Toscana Costa): 640,10 per anno. Produzione di rifiuti pro capite L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase attuativa ed a quella di monitoraggio. Percentuale di raccolta differenziata Ultima rilevazione disponibile anno 2010 (Fonte Servizi Ambientali Comune di Collesalvetti): 27,46%. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio. Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in località “La Chiusa”. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore. Quantità di rifiuti avviata a recupero Dato non disponibile. L’eventuale impatto su tale indicatore della proposta di variante in discussione è di non facile determinazione allo stato attuale della pianificazione e data la natura non conformativa dei suoli del PS; eventuali analisi e valutazioni di dettaglio sono pertanto rimandate alla fase di monitoraggio. Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti; non si registrano comunque criticità significative in questo campo nell’UTOE n. 4 – Scolmatore. Nessun impatto significativo appare ragionevolmente da attendersi a seguito della proposta di variante in discussione. RIFIUTI Estensione delle aree verdi per tipologia Aree naturali protette NATURA E BIODIVERSITÀ Siti di Importanza Regionale/Comunitaria RADIAZIONI NON IONIZZANTI Ultimo dato disponibile relativamente all’UTOE n. 4 – Scolmatore (Fonte Variante al P.P. dell’Interporto Vespucci di Guasticce). Del. C.C. del 14 febbraio 2011): Aree verdi di compensazione: mq. 273.990; Aree verdi di riequilibrio: mq. 744.768; Verde pubblico attrezzato: mq. 1.250. Nessun impatto atteso in riferimento a tale indicatore. L’UTOE N. 4 non è interessata direttamente dalla presenza di aree naturali protette, per quanto il suo lembo occidentale sia caratterizzato dal SIR/SIC discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della contessa”. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza di SIR/SIC. Le attigue UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e Biscottino” (anche SIR e ZPS) che ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della Contessa”. Il vigente RU ha introdotto un ambito definito “area di incidenza del SIR” che si estende ad una porzione consistente dell’UTOE n. 4 e del perimetro di Interporto. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse ANPIL L’UTOE N. 4 non è interessata dalla presenza diANPIL. Presenza di SRB e RTV Nell’UTOE n. 4 si segnala unicamente la presenza di un sito SRB (GSM+UMTS) in località podere Dalgas.Non si evidenziano eventuali impatti in riferimento a tale indicatore. Linee elettriche Il territorio dell’UTOE n. 4 è attraversato longitudinalmente (con andamento SO-NE) dagli elettrodotti n. 286 Avenza-Livorno (220 kV), n. 529 Marzocco-Guasticce e n. 527 Guasticce-Cascina (132 kV) e trasversalmente dall’elettrodotto n. 520 Guasticce-Pisa porta a Mare (132 kV). Le modifiche proposte non appaiono suscettibili di variare gli assetti esistenti e di produrre ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla situazione esistenti. Distanze di sicurezza Dato non rilevante rispetto alla modifica proposta. Non si prevedono ulteriori e/o differenti impatti/effetti rispetto alla situazione attuale. 35 PAESAGGIO E CITTADINANZA Visuali e sfondi paesaggistici Il vigente PS nell’articolare la propria definizione del sistema rurale, individua, prevalentemente lungo il corso del Canale Scolmatore, alcune fasce di territorio avente funzione rurale e paesaggistica ambientale senza riconoscere, comunque alcuna rilevanza al tema delle visuali e delle viste. Tale tema è invece introdotto dal vigente PTC della Provincia di Livorno che nella propria disciplina paesaggistica definisce il proprio Statuto territoriale individuando quali valori storico culturali quelli connessi agli ambiti rurali connotati dalla struttura agraria riconducibile agli interventi di bonifica con presenza di reticoli irrigui e riconosce ad una larga porzione del territorio interessato dalla’UTOE in oggetto deli valori estetico percettivi relativi alle aperture visuali verso i rilievi. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Frammentazione territorio rurale Il territorio rurale interno all’UTOE n. 4, oggetto della proposta di variante in esame, risulta soggetto ad una diffusa frammentazione dovuta alla consistente maglia infrastrutturale ed idrografica, da un lato e dalla preponderante incidenza delle aree urbanizzate, con specifico riferimento ai due comparti produttivo-logistici dell’Interporto e dell’Autoparco in loc. Faldo. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale indicatore. Grado di naturalità L’area in questione appare fortemente compromessa nei propri contenuti naturali e naturalistici per la densità della maglia infrastrutturale nonché per la presenza di comparti logistico-produttivi rappresentati dall’Autoprco “Il Faldo” e Interporto “Amerigo Vespucci”. Residuano valori ambientali e naturalistici nelle aree marginali dell’UTOE e nelle aree ad esse contermini caratterizzate dalla Riserva Naturale Provinciale della Contessa e dal SIR n. 47 “padule di Suese e Biscottino”. La proposta di variante incide su aree già largamente urbanizzate non sono pertanto attesi significativi in patto in ordine a tale valore. Rileva comunque a tale fine che il vigente RU individua un’ampia porzione del territorio comunale dei quadranti settentrionali in cui è reso obbligatorio l’approfondimento dei possibili impatti delle trasformazioni territoriali sulle matrici naturalistiche, faunistiche e vegetazionali in rapporto alla specifica tutela di habitat di rilevante interesse. Beni storico-culturali Non si evidenzia la presenza di beni di interesse storico culturale fatta eccezione per la sola chiesa parrocchiale di Stagno. Nessun impatto atteso in ordine a tale indicatore. Vincoli paesaggistici L’UTOE n. 4 – Scolmatore non è interessata da vincoli paesaggistici se non marginalmente per la fascia a cavallo dell’acqua pubblica individuata con il Fiume Isola; non sono pertanto attesi significativi effetti in ordine a tale indicatore. Invarianti Valori paesaggistici/architettonici introdotti Dotazioni territoriali e di servizi Qualità della vita Il vigente PS individua all’interno dell’UTOE in oggetto l’insieme delle invarianti rappresentato e costituito dal sistema idrografico naturale e d artificiale nonché l’Interoprto quale cerniera tra il sistema infrastrutturale trasversale del sistema territoriale dell’Arno e l’itinerario plurimodale tirrenico in funzione dell’alleggerimento appenninico. La proposta di variante qui avanzata incide su tale invariante comunque in conformità all’obiettivo di “potenziamento e qualificazione”. La realizzazione dell’area interportuale ha introdotto nuovi linguaggi architettonici nella realizzazione del tessuto produttivo esistente trasformando consistentemente un contesto naturale morfologicamente depresso ed idoneo ad habitat assimilabili ad aree umide che per le intrinseche caratteristiche geotecniche hanno suggerito e comportato linguaggi e tecnologie costruttive improntate alla “leggerezza”. Il paesaggio risulta fortemente condizionato dalla presenza di tracciati viari in rilevato e sopraelevazione. Nessun impatto significativo atteso. L’UTOE in oggetto è dotata di una modesta superficie di verde pubblico e servizi collettivi legati al culto ed alla socializzazione della popolazione ubicate nello storico nucleo di Stagno Vecchia, avente valenza fortemente localistica. All’interno del comparto produttivo logistico dell’Interporto “Amerigo Vespucci” è ospitata una consistente area destinata a servizi amministrativi e ricettivi. La proposta in questione incrementerebbe la gamma di possibili dotazioni territoriali potenziando l’offertà di attività potenzialmente compatibili ed ammesse, nonché le vocazioni produttive di un’area già interessata da profonde trasformazioni territoriali, infrastrutturali e funzionali. Non esistono indagini o rilevamenti effettuati a tale scopo. Non si evidenziano significative criticità in merito anche alla luce della modesta densità abitativa dell’UTOE in questione. Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili si rimandano specifiche vlutazioni di merito sia in ordine a possibili impatti negativi sia in riferimento a quelli positivi come eventuale ricaduta occupazionale, etc. 36 Mobilità e accessibilità Salute e sicurezza L’UTOE n. 4 – Scolmatore segue lo sviluppo longitudinale del canale artificiale da cui assume il nome ed interessata dalla SGC FI-PI-LI e dagli attraversamenti trasversali (da est ad ovest) della SRT n. 206 Emilia, dall’autostrada A12 e dalla SS n. 1 Aurelia. L’area è inoltre interessata dal tracciato viario di collegamento tra il Porto di Livorno e L’interporto “Amerigo Vespucci”; la pianificazione territoriale e settoriale specifica vigenti prevedono l’estendimento del tracciato fin qui realizzato fino ad innestarsi sul tracciato della Pisa-Vada.Non si evidenziano allo stato attuale della pianificazione possibili impatti significativi in ordine a dale indicatore dal momento che la proposta in questione inciderebbe unicamente sulla parziale trasformazine di aree già largamente infrastrutturate ed urbanizzate. L’UTOE n. 4 – Scolmatore risulta scarsamente abitata se non per la sua porzione che interessa l’abitato storico di Stagno Vecchia e non presenta significative criticità in ordine alla sicurezza ed alla salute; alcuni studi recenti tenderebbero a dimostrare un nesso causale tra l’incidenza di alcune patologie e le attività industriali del comparto petrolchimico insistenti a Stagno e Livorno. Non essendo precisabile allo stato della pianificazione la natura specifica delle attività potenzialmente insediabili si rimandano specifiche valutazioni di merito fermo restando che è indirizzo per il RU l’ammissibilità, in tali contesti, di attività e categorie di funzioni F industriali eventualmente con l’esclusione delle attività F5) petrolchimica e F6) di recupero e trattamento rifiuti, secondo la classificazione introdotta dal vigente atto generale di governo del territorio. 37 Ancora e comunque in funzione di consentire un sufficiente grado di flessibilità e concreta possibilità di effettiva realizzazione delle linee programmatiche e delle previsioni date all’interno del PS, l’ipotesi di variante propone, per specifici interventi già individuati come strategici dall’Amministrazione Comunale o altri che si rendessero necessari nel corso del tempo, di introdurre una norma che, all’interno di specifiche varianti al Regolamento Urbanistico, consenta l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle UTOE di riferimento. Il tema in oggetto determina possibili conflitti con le norme regolamentari introdotte con il DPGR 3/R/2007 in materia di raccordo tra strumenti della pianificazione territoriale con specifico riferimento alla definizione ed alla modulazione del dimensionamento (artt. 7 e 8). Le norme citate prevedono che le dimensioni massime sostenibili siano individuate all’interno dei sistemi e subsistemi considerati nella loro interezza, nonché delle singole UTOE. In tale chiave la deroga che si propone di istituire comporterebbe la possibilità di “travaso” di dimensionamento da ambiti territoriali che, rispetto alle previsioni del vigente RU, dispongono di un residuo verso ambiti che ne sono privi; tale possibilità resterebbe, tuttavia, condizionata all’approvazione di piani attuativi, comunque denominati, successivi o contestuali ad apposite varianti al Regolamento Urbanistico che contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale strategico del Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni singola UTOE. La norma proposta, pertanto, conserva la necessità del requisito della coerenza interna agli atti di pianificazione territoriale comunale, pur introtucendo l’ipotesi di una deroga, che ferme restando le quantità massime sostenibili dell’intero territorio comunale, consenta una “ridistribuzione” dei dimensionamenti residui relativi ad ogni singola UTOE in distinti ambiti territoriali. In tale chiave la norma introduce una opzione, una “possibilità”, i cui eventuali effetti sono difficilemente apprezzabili al presente stadio di valutazione; un minimo approfondimento sul tema in questione permette di formulare alcune considerazioni a margine, allo scopo di meglio apprezzare la portata e le ricadute della norma in parola. Le verifiche effettuate sul dimensionamento residenziale in sede di Relazione Illustrative/Sintesi non tecnica del vigente RU, evidenziano come il “residuo” non attinto dall’atto di governo del territorio ammonti a 6.480 mc. e chiariscono come tale “residuo” provenga prevalentemente dalle UTOE relative ai centri abitati collinari (Nugola, Parrana San Giusto, Colognole e Le Case) o ai nuclei abitati di più modesta entità (Torretta Vecchia e La Tanna). Pur non introducendo vincoli di sorta in merito alla rilocalizzazione del residuo sopra descritto, è pertanto ragionevole attendere che la variante proposta determini una traslazione di dimensionamento dai centri minori alle frazioni maggiori soggette a maggiori pressioni demografiche ed insediative, senza peraltro, in questa fase, poterne circostanziare gli impatti e le conseguenze tanto in ordine al preciso contesto localizzativo, quanto in riferimento alle specifiche tipologie e entità degli effetti indotti. Tali esami ed accertamenti restano pertanto demandati alla fase di approvazione della variante al RU con conseguente/contestuale piano attuativo ed alle relative procedure valutative e partecipative ai sensi della normativa nazionale e regionale in materia. 38 VALUTAZIONE RISORSE ACQUA INDICATORI IMPATTO ATTESO Consumi idrici domestici Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti. Consumi idrici non domestici (pubblici, industriali, agricoli) Impatto non determinabile in riferimento alla singola UTOE. Resta invariato in funzione del fabbisogno stimato in sede di predisposizone di PS e dei relativi dimensionamenti. Quantità di acqua erogata Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 1.603.267 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). All’attuale stadio della pianificazione risulta impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Popolazione servita dall’acquedotto Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 18.140 unità. L’effettivo impatto della modifica proposta risulta di difficile determinazione ma in riferimento a tale specifico parametro ed indicatore risulta non rilevante rispetto al dimensionamento complessivo dato ed alla sostenibilità indicata in fase di redazione di PS e di RU. Eventuali effetti significativi possono essere rilevati e valuitati in sede di pianificazione attuativa (di predisposizione di RU e/o di variante) e dei relativi procedimenti partecipativi e valutativi. Dotazione di pozzi privati e classificazione per tipologia d’uso Dato non pertinente rispetto alla modifica proposta. Nessun impatto atteso. Perdite alla rete idrica Dato complessivo sull’intero territorio comunale per l’anno 2009: mc. 182.108 (fonte ASA S.p.A.: Bilancio Socio Ambientale 2009). Non è possibile estrarre dati specifici limitatatamente alla singola UTOE. Qualsiasi intervento rientrante nell’ambito di applicazione della presente proposta di variante appare comunque suscettibile di incidere scarsamente su tale indicatore se non, eventualmente, in termini migliorativi. Caratteristiche della rete idrica La rete di distribuzione copre tutte le frazioni ed i nuclei abitati del territorio comunale. Popolazione servita dalla pubblica fognatura Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai singoli agglomerati ed alle singole UTOE. Popolazione servita da impianti di depurazione Il numero di abitanti serviti ammonta (dato aggiornato al 2009) a 11.570 unità. Non sono disponibili dati parziali relativi ai singoli agglomerati ed alle singole UTOE. Sul territorio comunale esistono 5 impianti di depurazione di acque reflue urbane condotti dal gestore del SII relativamente agli agglomerati di Collesalvetti, Vicarello, Guasticce, Stagno e Nugola. Solo il depuratore di Guasticce, interessato da recenti opere di ampliamento ed adeguamento delle capacità depurative, copre interamente l’ambito insediativo di riferimento. Potenzialità degli impianti di depurazione Dato non disponibile. Il depuratore di Guasticce è stato recentemente adeguato alle capacità richieste dalla presenza dell’Interporto e delle aree produttive a corona dell’abitato. È di recente sottoscrizione un accordo tra i comuni di Collesalvetti e Fauglia de il gestore del SII per l’adeguamento del depuratore della frazione capoluogo in ragione delle previsioni di espansioni residenziali delle due amministrazioni e del relativo incremento di carico atteso sull’impianto esistente. Sono in previsione interventi di efficientamento dell’impianto di depurazione di Vicarello, il cui abitato soffre della cronica incompletezza della rete fognaria con presenza di tratti di rete mista; la frazione di Stagno non risulta completamente servita da un sistema di fognatura nera e la parte sud del centro abitato soffre della contemporanea presenza di tipologie di reflui differenti nonché della presenza di numerosi scarichi in ambiente lungo il Fosso Cateratto già gravato da problematiche di tipo ambientale di diversa natura; è in corso di definizione in accordo con ASA SpA il progetto di realizzazione dell’impianto di depurazione di Nugola e dell’adeguamento della sua rete fognaria; le residue frazioni collinari sono prive di sistemi fognari separati e di adeguati impianti di depurazione. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Popolazione dotata di sistemi di depurazione autonomi Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. SINTETICA 39 Consistenza e qualità della rete fognaria All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Possibilità allaccio All’attuale stadio della pianificazione risultà impossibile determinare la rilevanza dei singoli impatti derivanti dall’adozione della proposta di modifica in discussione per gli specifici ambiti di applicazione, stante la natura di strumento non conformativo del PS. L’eventuale valutazione degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Presenza di sversamenti e/o scarichi non autorizzati Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue domestiche in ambiente e rinnovi Dato non rilevato. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Autorizzazioni allo scarico di acque reflue urbane/industriali in ambiente Dato non disponibile. È in corso un monitoraggio in merito al presente indicatore da parte dei Servizi Ambientali dell’Ente che al momento della presente valutazione non è ancora giunto a conclusione. Vulnerabilità della falda Consumo di suolo Superficie di suolo reso impermeabile Permeabilità Geomorfologia Acclività Rischio geologico Rischio idraulico SUOLO Rappresentano una criticità territoriale del comune di Collesalvetti l’elevata entità e consistenza delle aree soggette a rischio idraulico, con consistenti limitazioni alla vita materiale dei cittadini, alla loro sicurezza ed incolumità, e fortemente penalizzante per le possibilità di sviluppo del territorio. A tale scopo è in via di ratifica un protocollo d’intesa con gli Enti competenti ed i consorzi di bonifica, volto alla definizione di un programma complessivo di interventi mirati alla riduzione del rischio idraulico nella porzione settentrionale del territorio comunale; Sussistono, inoltre, sul territorio collinare numerose criticità in ordine alla stabilità dei versanti ed al rischio idrogeologico e geomorfologico; La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Reticolo idrografico Siti da bonificare La banca dati regionale ARPAT-SIRA dei siti interessati da procedure di bonifica (SISBON) riporta 10 procedure attive sul territorio comunale; 5 di esse sono in fase di caratterizzazione e solo per un sito (AGIPPLAST) è in corso la bonifica dell’area. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Sito di interesse nazionale Nel territorio comunale è presente il SIN di Livorno, relativo allo stabilimento ENI di Stagno ricomprende le aree interne alla raffineria fino alla S.S. n. 1 Aurelia. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Consumi energetici; gas ed energia elettrica Fabbisogni di energia ENERGIA Produzione di energia da fonti rinnovabili Sistemi di gestione dei consumi pubblici I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante alle funzioni ammesse nell’UTOE n. 4 (pagg. 19 e 20 della presente valutazione). Non sono disponibili dati disaggragati e/o riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti territoriali. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. 40 Qualità dell’aria Emissioni di origine industriale Emissioni da traffico veicolare Emissioni di origine civile ARIA RIFIUTI Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità relativamente a nessu parametro rilevato. Nonostante la richiesta in merito inviata in data 15.12.2011 sonosono stati resi disponibili dati circa la qualità dell’aria nel complesso del territorio comunale né sulla ripartizione e incidenza delle singole sorgenti di emissione da parte di ARPAT che nel proprio contributo istruttorio al documento preliminare di VAS-Valutazione Integrata Iniziale aveva sollecitato il ricorso ai dati IRSE 2007. Sussistono le criticità rappresentate essenzialmente dallo stabilimento ENI a Stagno e dalla Fonderia nel capoluogo; La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Non esistono stazioni di rilevamento sul territorio comunale né è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo. Il monitoraggio condotto in continuo dalla Rete regionale di rilevamento di qualita dell’aria attualmente presenti nel territorio toscano per il territorio provinciale non presenta significative criticità. Sussiste, con particolare riferimento alle frazioni di Stagno e Guasticce, la commistione di traffico veicolare residenziale leggero e di quello commerciale pesante per la presenza di numerose attività produttive e logistiche negli ambiti territoriali di riferimento La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Livello di inquinamento acustico Non sussistono significative criticità nel territorio comunale. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Il >Regolamento Urbanistico vigente è comunque corredato del Piano Comunale di Classificazione Acustica a cui , comunque, la declinazione attuativa deella presente variante non può che conformarsi, senza pertanto determinare l’attesa di significativi effetti sui singoli ambiti territoriali. Flussi di traffico Dato non rilevato. Non è stata condotta alcuna campagna di misurazione allo scopo sul territorio comunale. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Organizzazione del sistema di trasporto pubblico locale Il territorio comunale è servito dall’Azienda trasporti Livornese S.p.a., che gestisce il servizio di trasporto pubblico del bacino della Provincia di Livorno e Pisa, a seguito dell’aggiudicazione della gara regionale per l’assegnazione dei servizi di trasporto pubblico, svoltasi nel 2004. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Sistema di raccolta Sistema di raccolta tradizionale con contenitori stradali differenziati per categorie merceologiche di rifiuto. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. 41 Produzione di rifiuti pro capite Percentuale di raccolta differenziata I dati generali riferiti agli indicatori in questione sono riportati nella tabella riferita agli impatti della proposta di variante alle funzioni ammesse nell’UTOE n. 4. Non sono disponibili dati disaggragati e/o riferiti a singole UTOE o a singoli ambiti territoriali. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Localizzazione dei sistemi di raccolta pubblici Il territorio comunale è dotato di un centro di raccolta dei rifiuti in maniera differenziata nella frazione capoluogo, in località “La Chiusa”. È stata recentemente approvata una variante al RU per la localizzazione di un nuovo centro di raccolta in frazione Stagno. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Quantità di rifiuti avviata a recupero Dato non disponibile. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio. Presenza abbandoni incontrollati/discariche abusive Il territorio comunale è interessato da episodi di abbandono incontrollato di rifiuti. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Estensione delle aree verdi per tipologia I dati relativi al presente indicatore sono reperibili nella tabella di verifica degli standard urbanistici, disaggregati per frazione, riportata nella Relazione Illustrativa-Sintesi non Tecnica a corredo del RU; cui si rimanda per brevità. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. In linea generale, stante il largo impiego degli strumenti compensativi e perequativi cui è ricorso il vigente RU, appare ragionevole attendere, dall’attuazione della presente proposta, incrementi delle superfici attuali in termini di dotazioni territoriali, di standard e servizi, ivi comprese le varie tipologie di aree a verde pubblico. Aree naturali protette Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza del Parco Provinciale dei Monti Livornesi, a seguito di apposita convenzione sottoscritta dall’Ente con i comuni di Rosignano e Livorno e la Provincia quale ente gestore, dal SIR/SIC discontinuo “Padule di Suese e Biscottino” e dalla Riserva provinciale “Oasi della contessa”. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. È in via di definizione un programma di attività con l’Ente Parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli volto tra l’altro all’istituzione di un Parco dell Biosfera. NATURA E BIODIVERSITÀ 42 Siti di Importanza Regionale/Comunitaria Le UTOE n. 1 Biscottino e n. 5 Colmata sono caratterizzate dalla presenza del SIR n. 47 denominato “Padule di Suese e Biscottino” (anche SIR e ZPS) che ricomprende l’ambito già interessato dall’istituzione della Riserva Provinciale “Oasi della Contessa”. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. ANPIL Il territorio comunale è caratterizzato dalla presenza delle due2 ANPIL di Parrana San Martino e delle Sorgenti di Ciolognole. La gestione di tali ambiti, a seguito dell’approvazione dei relativi regolamenti comunali, è demandata alla Provincia di Livorno nell’ambito della conduzione unitaria del Sistema delle aree naturali protette dei Monti Livornesi. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Presenza di SRB e RTV Nel territorio comunale sono presenti 12 siti SRB variamente distribuiti tra le varie frazioni con maggiore incidenza nell’abitato di Stagno (n. 3 localizzazioni); la porzione meridionale del territorio è interessata unicamente da 2 siti mentre la programmazione deigli operatori presenti prevede l’implementazione della rete di copertura con ulteriori due siti tra le frazioni di Parrana San Giusto e Colognole. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. RADIAZIONI NON IONIZZANTI Linee elettriche Distanze di sicurezza I dati pertinenti a tali indicatori sono desumibili dagli elaborati cartografici di RU. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tale indicatore. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Visuali e sfondi paesaggistici Frammentazione territorio rurale Grado di naturalità Beni storico-culturali Vincoli paesaggistici PAESAGGIO E CITTADINANZA Invarianti Valori paesaggistici/architettonici introdotti Dotazioni territoriali e di servizi Qualità della vita Relativamente alla risorsa paesaggio e cittadinanza, si segnalano: − l’insieme delle problematiche locali di mobilità, accessibilità, dotazioni terrritoriali e funzionali, nonché di qualità della vita alla base dell’impianto complessivo della strumentazione urbanistica vigente e delle sue previsioni; − la ridefinizione dei vincoli paesaggistici in sede di concomitante variante di monitoraggio al RU in riferimento ai reali valori da tutelare per specifiche categorie di beni; − si segnalanoperplessità in ordine alla possibile frammentazione del territorio rurale derivante dall’introduzione delle misure inerenti le aree agricole residuali e alle possibilità ivi previste. La modifica in discussione è di tipo normativo e come tale, stante l’attuale stadio della pianificazione e la natura non conformativa dello strumento in variante, al momento non sono valutabili effetti indotti in riferimento a tali indicatori. Non essendo possibile ad oggi alcuna localizzazione derivante dalla modifica proposta, ogni valutazione in merito degli aspetti e degli effetti di dettaglio resta, pertanto, demandata alla fase di pianificazione attuativa (RU e/o variante) ed alla fase di monitoraggio, per quanto non appaia ragionevole attendersi significativi effetti su tale indicatore a seguito della presente proposta di variante. Mobilità e accessibilità Salute e sicurezza 43 Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico; e pertanto il livello di dettaglio e di affidabilità degli elaborati dello strumento generale appare, ad oggi, ampiamente superata, pur necessitando, nel corso dell’elaborazione della variante di RU, delle necessarie verifiche di sussistenza dei singoli aspetti e delle singole limitazioni. La modifica proposta non appare suscettibile di determinare significativi effetti sul territorio in quanto limitata ad un riordino degli elaborati di piano con l’unica conseguenza di ristabilire univocità e chiarezza interpretative alla disciplina vincolistica vigente sul territorio ed approfondita in sede di predisposizione dell’attuale Regolamento Urbanistico. 3.9 − VALUTAZIONE DELL’EFFICACIA AI FINI DEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI. Stante l’obiettivo fissato per l’elaborazione della presente variante, la valutazione oggetto del presente paragrafo tende ad essere tautologica. Resta infatti chiaro che ogni dispositivo introdotto e/o proposto con la presente variante si sostanzia prevalentemente, quando non esclusivamente, della volontà dell’Ammnistrazione Comunale di dare compiuta attuazione all’insieme di previsioni, sia quelle complessive che quelle precisate e determinate per ogni singolo ambito territoriale, attualmente vigenti nel panorama della pianificazione urbanistica comunale. I risultati attesi per le azioni già diffusamente illustrate, coerentemente con gli obiettivi tratteggiati, sono quelli relativi al conferimento di maggiore versatilità e maggiore possibilità di concreta realizzazione delle misure e delle previsioni individuate nella strumentazione urbanistica. 44 4 − MONITORAGGIO. 4.0 − IL SISTEMA DI MONITORAGGIO Analogamente a quantoprevisto per il vigente RU, ai sensi degli artt. 13 e 55 della L.R.T. n. 1/2005 l'Amministrazione Comunale dispone il monitoraggio degli effetti indotti dal Piano Strutturale. Le strutture tecniche comunali procedono a tale monitoraggio, regolandone le attività, le modalità e le tempistiche in funzione degli aggiornamenti al quadro conoscitivo che si rendano necessari od opportuni anche attraverso la proposta di varianti gestionali e/o generali. Al fine di gestire e verificare il carico urbanistico, l'Amministrazione Comunale effettua il monitoraggio delle trasformazioni territoriali di iniziativa pubblica e quelli di iniziativa privata; in tale chiave si procede al controllo degli effetti indotti dall’applicazione della disciplina generale di carattere statutario e/o strategico. Il Comune procede con proprie forme alla predisposizione di idonee forme di pubblicità e partecipazione dei cittadini alle attività occorrenti per il monitoraggio e le eventuali modifiche occorrenti. Al fine di consentire e garantire, graduata, partecipata e sostenibile attuazione delle previsioni di gestione e sviluppo del territorio comunale, i competenti organi tecnici comunali predispongono, con scadenza non superiore a due anni, apposito “Documento di Verifica sullo stato e sull’efficacia del P.S.”. Tale documento dovrà verificare che l'attuazione degli interventi garantisca il rispetto delle norme statutarie e strategiche di Piano Strutturale, e dei parametri e degli indicatori individuati dalla presente documentazione di valutazione. Il Documento di Verifica e la Relazione Programmatica da redigersi sulla base delle modalità descritte nel comma successivo, costituiranno la base tecnica e programmatica per l'adeguamento del quadro conoscitivo di P.S. e della relativa disciplina. Qualora i competenti organi comunali lo ritengano necessario, il Documento di Verifica potrà essere accompagnato da una “Relazione Programmatica per la sostenibilità”, che, anche recependo gli esiti della Valutazione Integrata di accompagnamento ai singoli Piani Attuativi già predisposti, fornisca, con identica cadenza, indicazioni strategiche sulla programmazione, opportunità, priorità ed implicazioni relazionali degli interventi residui. 45 Comune di Collesalvetti Assetto del territorio URBANISTICA P R OV I N C I A D I LI V O R N O Oggetto: Variante generale al Piano Strutturale. Approvazione. Relazione del Responsabile del procedimento. PREMESSA Con Deliberazione n. 34 del 27 aprile 2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012, il Consiglio Comunale ha adottato la Variante normativa generale al Piano Strutturale vigente già approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio 2005 con la Delibera n. 81. Le modifiche al Piano Strutturale oggetto della proposta di variante sono state introdotte in linea ed in conformità ai contenuti ed agli obiettivi fissati con la Delibera n. 5 del 01.02.2011 con la quale la Giunta Comunale ha dato avvio al procedimento di variante normativa generale al Piano Strutturale comunale ed alle connesse procedure di valutazione ambientale strategica e di valutazione integrata. In estrema sintesi, la variante al Piano Strutturale, concepita senza alterare i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno prodotto e senza modificarne l’impianto strategico complessivo, è stata animata, sostanzialmente, dall’intenzione di dotare lo strumento di pianificazione territoriale del massimo grado di flessibilità e di dinamismo possibile. Le modifiche adottate, infatti, sono essenzialmente finalizzate a rendere maggiormente efficace lo strumento nel conseguimento degli obiettivi fissati per i singoli ambiti territoriali individuati dallo stesso PS contribuendo, pertanto a determinare le condizioni per una concreta attuazione degli interventi ipotizzati nel quadro di un armonico e sostenibile sviluppo complessivo dell’intero territorio comunale. Tale linea guida è rappresentata dall’esigenza e dalla convinta e determinata volontà di procedere ad una semplificazione e ad una più agevole e diretta applicabilità della disciplina urbanistica, nell’intento di conservare gli elementi di tutela delle risorse essenziali del territorio e del paesaggio, ma agevolando l’effettiva realizzazione di interventi ritenuti strategici o comunque utili ad un riequilibrio delle dotazioni territoriali e capaci di concorrere ad una riqualificazione complessiva del paesaggio naturale, rurale e di quello insediativo. La Variante generale al Piano Strutturale comunale in oggetto, il Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi nonché la Sintesi non Tecnica ad essa relativi, sono stati depositati, ai sensi dell’art. 25 della L.R. 10/2010, presso gli uffici comunali e pubblicati sul sito web istituzionale per consentire alla cittadinanza e a chiunque avesse interesse di avanzare osservazioni e proposte in merito. Contestualmente la proposta di variante e la documentazione di valutazione ad essa connessa sono state trasmesse agli enti territoriali individuati ai sensi dell’art. 19 della stessa LR 10/2010. In merito al procedimento di VAS, unicamente ARPAT con prot. 9.369 del 10.07.2012, ha provveduto ad inoltrare il proprio contributo istruttorio. L’agenzia regionale ha concentrato essenzialmente le proprie osservazioni sulle componenti rifiuti, ambiente idrico, qualità dell’aria, impatto acustico, flora, fauna ed ecosistemi. La Giunta Comunale in qualità di Autorità Competente ha espresso in forma positiva il proprio Parere Motivato sulla documentazione di valutazione da parte della con Deliberazione n. ___ del 25.09.2012. LE OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE Si illustrano di seguito in forma sintetica i contenuti delle osservazioni e le relative proposte tecniche di controdeduzione, redatte in riferimento agli obiettivi ed alle conseguenti azioni stabiliti nei documenti di avvio del procedimento di variante di cui alla Delibera di G.C. n. 5 del 01.02.2011. SINTESI DELLE OSSERVAZIONI ALLE NNTTA DELLA VARIANTE DI PS ADOTTATA Nei termini di legge sono pervenute le osservazioni della Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (in atti al prot. n. 8.940 del 02.07.2012), del Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012), e della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012). Di seguito se ne sintetizzano i contenuti e le proposte tecniche di controdeduzione. Osservazione n. 1 – Soc. INTERPORTO TOSCANO “A. VESPUCCI” S.p.A. Protocollo: n. 8.940 del 02.07.2012 Ubicazione: Interporto Toscano “Amerigo VESPUCCI” Dati Piano Strutturale: UTOE n. 4 - Scolmatore Elaborati oggetto di osservazione: art. 12 delle NN.TT.A. Sintesi Proposta tecnica controdeduzione Conclusioni La Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A., richiede maggiore dettaglio interpretativo alla modifica normativa dell’art. 12 delle NNTTA adottate, relativamente all’ammissibilità di attività produttive di natura artigianale ed industriale, ed alla relativa esclusione di attività legate allo smaltimento di rifiuti e/o altre sostanze potenzialmente inquinanti o dannose per le matrici ambientali. Al fine di consentire una più agevole e certa attività di pianificazione si precisa che l’esclusione che si intende operare in relazione alle attività di trattamento rifiuti attiene unicamente alle operazioni di smaltimento rifiuti come definite e disciplinate dall’allegato B alla parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e ssmmii. Sono conseguentemente e tassativamente escluse le attività di smaltimento e di termovalorizzazione. Nelle aree oggetto della variante adottata, si intende ammettere, pertanto, unicamente le attività di recupero rifiuti definite ai punti R3 (limitatamente al recupero di legno e plastica) R4, R5 ed R13 dell’allegato C alla stessa norma, comprese attività di recupero di materie e produzione di beni (quali a titolo esemplificativo: plastica, RAEE, impianti fotovoltaici dismessi), limitatamente ai soli rifiuti non pericolosi, e comunque senza comportare pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi suscettibili di recare pregiudizio all’ambiente. OSSERVAZIONE ACCOLTA Osservazione n. 2 – Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti et alii Protocollo: n. 9.003 del 03.07.2012 Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.; Sintesi: Il segretario politico di Sinistra Ecologia e Libertà di Collesalvetti e due cittadini già sottoscrittori di una petizione popolare del 28 giugno 2010 che lamentava i disagi dell’abitato di Nugola, propongono un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti: Sintesi Si richiede chiarimento in ordine al dimensionamento della frazione di Nugola in relazione alle previsioni di RU. A Proposta tecnica controdeduzione Il vigente PS definisce il dimensionamento residenziale per ogni singola UTOE, assegnando nello specifico all’ambito territoriale di Nugola una volumetria complessiva di 2.000 mc. L’art. 13 delle NN.TT.A. di PS approvato nel 2005, e che per mero errore materiale risulta stralciato dalle norme adottate con la variante in corso, precisa che “nel dimensionamento non vengono ricompresi gli interventi di riconversione del patrimonio edilizio esistente” ed aggiunge al comma successivo che “le zone di completamento richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili dal RU, pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art.15 della LR n.30 del 18 febbraio 2005”. Per tale ragione il vigente RU, in coerenza con il PS, ha escluso dal conteggio dell’attingimento del dimensionamento residenziale, tutti gli interventi di cui al Titolo IV, Sezione I – INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE (compresi gli interventi di ampliamento e cambio d’uso), le previsioni edificatorie relative alle Aree della trasformabilità urbana (in quanto aree di completamento ai sensi del D.M. 1444/68, ex B2 del previgente PRG) e quelle ad esse assimilate dallo stesso RU, ricomprendenti, per analogia, Conclusioni OSSERVAZIONE NON ACCOLTA [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 Si richiede la conservazione del comma dell’art. 13 delle NNTTA di attuazione di PS stralciato nella proposta di variante che definisce le volumetrie non computabili ai fini della B determinazione del dimensionamento residenziale per ogni singolo ambito territoriale (zone di completamento, art. 15 della LR 30/2005, etc.); Si evidenziano possibili incoerenze tra la proposta di variante che consente l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle UTOE di riferimento, con la definizione dei QC e la sostenibilità definiti per ogni singolo ambito territoriale. C gli interventi diretti di completamento ancorchè assoggettati a convenzionamento con l’A.C.. Quanto lamentato, nell’osservazione in questione, trova, pertanto, fondamento nell’attuazione delle disposizioni dell’art. 13 delle NN.TT.A. di PS e nell’applicazione degli indirizzi di pianificazione da esso definiti per ogni singola frazione. L’A.C. nel riconoscere comunque le criticità lamentate ma contemporaneamente non intendendo, ad oggi, incidere sui diritti edificatori già riconosciuti dal vigente RU, intende procedere, al termine del quinquennio di validità delle previsioni soggette alla perdita di efficacia, al riordino del tema dei dimensionamenti residenziali e non solo dei singoli ambiti territoriali, vincolandoli in maniera più aderente ai quadri conoscitivi di riferimento, ed ad una conseguente rivisitazione generale e complessiva delle previsioni di trasformazione eventualmente non attuate. Come sopra sinteticamente accennato, il comma in questione, fondamentale nella definizione del quadro di riferimento dei dimensionamenti per ogni singolo ambito territoriale anche in sede di redazione del RU, è stato oggetto di un mero errore materiale e pertanto, in accoglimento di quanto osservato, si propone il ripristino della norma approvata. Come accennato in premessa e come già stabilito nella documentazione di avvio del procedimento allegato alla Deliberazione di G.C. n. 5/2011, la principale motivazione e l’essenziale obiettivo della variante in oggetto consiste nell’esigenza, in una fase di grossa difficoltà e sofferenza del territorio ad offrire risposte alla straripante crisi economica e finanziaria, di provvedere a dare alla disciplina territoriale ed urbanistica il massimo grado di flessibilità con l’unico intento di ampliare le probabilità di effettiva e compiuta attuazione al quadro previsionale e strategico definito dallo stesso PS. Si precisa inoltre che la Relazione Illustrativa che accompagna l’approvazione del Piano Strutturale, nel trattare il tema del dimensionamento ben chiarisce come questo sia “fondato su ipotesi strategiche di sviluppo che tengono conto di una molteplicità di fattori in parte derivati dal quadro conoscitivo, relativamente all’articolazione delle esigenze, e dalla formulazione degli obiettivi”. Appare dunque evidente che la consistenza dei dimensionamenti definiti dalle NNTTA del PS non attiene unicamente alla sostenibilità dei singoli ambiti territoriali derivante dall’analisi del quadro conoscitivo, ma è, in larga parte, funzione della definizione degli obiettivi di riqualificazione, di valorizzazione e di sviluppo delle UTOE e del territorio nel suo complesso. In tale chiave con il dispositivo in osservazione, l’A.C. ha inteso dotarsi di un’ulteriore opzione pianificatoria, che consenta di “migrare” il dimensionamento residuo non oggetto di previsioni nel vigente RU, anche tra UTOE differenti, nel rispetto dell’impianto statutario e strategico definito dal PS, su cui la variante in corso non incide minimamente, nonché nel rispetto degli obiettivi ad esso sottesi e comunque all’interno dello stesso sistema territoriale. OSSERVAZIONE ACCOLTA OSSERVAZIONE NON ACCOLTA [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 In tale senso si è pertanto ritenuto di offrire, attraverso comunque la garanzia di una conseguente variante al RU (che illustri attraverso le relative procedure di valutazione ambientale la sostenibilità ambientale e territoriale delle eventuali “migrazioni” di dimensionamento), un ulteriore strumento di attuazione dell’impianto pianificatorio del PS, finalizzato all’effettivo conseguimento delle finalità e degli obiettivi da essi definiti. Si chiede lo stralcio della L’osservazione non appare pertinente in quanto non previsione di un’area normativa oggetto delle previsioni di PS ed ancor meno della destinata ad impianti ed variante in corso. attrezzature sportive posta lungo la S.P. n. 4 delle Sorgenti D in loc. Pian della Tanna e la conversione della stessa in invariante strutturale in ragione del fatto che tale area è stata oggetto di esondazione negli anni 1991 e 1993. OSSERVAZIONE NON PERTINENTE Osservazione n. 3 – Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno Protocollo: n. 10.357 del 26.07.2012 Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.; Sintesi: L’ufficio ministeriale propone un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti: Sintesi A Vengono richiamate le considerazioni già formulate dal Settore Pianificazione del Territorio della Regione Toscana nel suo contributo istruttorio alla procedura di VAS-VI, assunto agli atti dell’Ente al prot. 5.636 del 11 aprile 2011, nonchè le osservazioni già avanzate dalla Provincia di Livorno con analoga nota in atti al prot. 2.864 del 01.03.2012 B L’osservazione prosegue nell’analisi della Variante e di tutti gli atti ad essa connessi sottolineando come la nuova edificazione con destinazione residenziale di cui alla scheda normativa di RU n. 6 dell’UTOE n. 13 denominata “Poggino” che prevede, previo convenzionamento con l’A.C., la realizzazione di un’unità abitativa, non sia approvabile dall’Ente scrivente in quanto “in netto contrasto con tutte le direttive di vincolo paesaggistico già espresse nel D.M. del 3 Agosto 2006 nella zona limitrofa”. L’esclusione dall’edificabilità è da estendersi Proposta tecnica controdeduzione Conclusioni I temi sollevati, e già richiamati nell’osservazione n. 2 hanno trovato articolata argomentazione tra le considerazioni ed i chiarimenti riportati al capitolo 5 INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI RICEVUTI del Rapporto Ambientale – Relazione di Sintesi della VAS-VI a corredo della presente variante, cui si rimanda integralmente per maggiore chiarezza e completezza.; OSSERVAZIONE NON ACCOLTA Analogamente a quanto riportato in occasione della controdeduzione all’osservazione n. 2 pundo d), quanto osservato costituisce contenuto proprio del Regolamento Urbanistico e pertanto non pertinente in ordine alla variante al PS di cui all’oggetto. Rileva comunque, per chiarezza, ricordare come le previsioni oggetto di osservazione non ricadano entro il perimetro territoriale soggetto a vincolo paesaggistico ai sensi del D.M. del 3 Agosto 2006, e pertanto non siano, in alcun modo, assoggettabili alle limitazioni da esso stabilite. OSSERVAZIONE NON PERTINENTE [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 per l’osservante anche all’area destinata a zona per attrezzature sportive ex art. 113 delle NNTTA di RU, che al pari dell’area sopra richiamata del Poggino dovrà, secondo l’uffico ministeriale, “essere destinata a verde agricolo-urbano” C Da ultimo si ravvede e viene sottolineata “l’opportunità di concertare con l’ufficio scrivente l’esistenza di valori paesaggistici prima di procedere a qualsiasi atto pianificatorio dando vita a strumenti di copianificazione paesaggistica”. La natura della variante in corso, eminentemente volta all’adeguamento normativo della disciplina del PS, non appariva tale da richiedere il qualificato contributo dell’Ente osservante per la definizione dei valori paesaggistici del territorio comunale già definiti dalle disposizioni normative vigenti, dall’integrazione del PIT avente valore di Piano Paesistico regionale, nonché dallo statuto del territorio per come descritto dallo stesso Piano Strutturale. Nell’accogliere con soddisfazione l’apertura alla collaborazione offerta dalla Soprintendenza, si ritiene largamente utile ed opportuno anche per l’Ente rilanciare tale disponibilità nella prossima fase di generale revisione della disciplina statutaria e strategica connessa alla fine naturale dell’attuale PS e del relativo RU; OSSERVAZIONE ACCOLTA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA E VALUTAZIONE INTEGRATA La proposta di variante è stata accompagnata fin dagli atti di avvio dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione Integrata, ai sensi della normativa nazionale e regionale vigenti in materia di valutazione di piani e programmi. Il sottoscritto ha avuto cura di inviare la documentazione a corredo dell’avvio del procedimento ai soggetti competenti in materia ambientale, alle amministrazioni comunali confinanti ed alle associazioni operanti sul territorio comunale in materia di tutela ambientale, di promozione culturale e nell’attività faunisticovenatoria, al fini di ricevere contributi e suggerimenti. Completata la documentazione di Valutazione Integrata Intermedia, nel gennaio 2012, con le stesse finalità e con metodologia analoga, il responsabile del procedimento ha provveduto a trasmettere agli stessi soggetti la relazione di valutazione ed i contenuti della variante consistenti nell’elaborato delle norme tecniche di attuazione come modificato dalla proposta di variante. CONCLUSIONI Per quanto sopra esposto, il sottoscritto Responsabile del procedimento, tenendo conto del contributo istruttorio al Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi trasmesso da ARPAT, delle osservazioni presentate e delle proposte di controdeduzioni tecniche illustrate, dell Parere Motivato espresso dalla Giunta Comunale con Deliberazione n. __ del 25.09.2012 e della proposta di Dichiarazione di Sintesi propone di procedere all’approvazione della variante normativa generale al Piano Strutturale nonché della relativa documentazione di Valutazione Ambientale Strategica ed Integrata. Collesalvetti, 25.09.2012 Il Responsabile P.O. del Servizio Urbanistica (Dott. Arch. Leonardo ZINNA) [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 Variante generale al Piano Strutturale comunale, Rapporto Ambientale e Relazione di Sintesi COMUNE DI COLLESALVETTI (Provincia di Livorno) CONTRODEDUZIONE ALLE OSSERVAZIONI Settembre 2012 1 Nei termini di legge sono pervenute le osservazioni da parti dei seguenti soggetti: 1. Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (prot. n. 8.940 del 02.07.2012); 2. Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012); 3. Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012). ed Di seguito se ne sintetizzano i contenuti e le proposte tecniche di controdeduzione. 2 Osservazione n. 1 – Soc. INTERPORTO TOSCANO “A. VESPUCCI” S.p.A. Protocollo: n. 8.940 del 02.07.2012 Ubicazione: Interporto Toscano “Amerigo VESPUCCI” Dati Piano Strutturale: UTOE n. 4 - Scolmatore Elaborati oggetto di osservazione: art. 12 delle NN.TT.A. Sintesi: La Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A., richiede maggiore dettaglio interpretativo alla modifica normativa dell’art. 12 delle NNTTA della variante al PS, relativamente alla definizione delle prescrizioni per il RU per l’UTOE n. 4 – Scolmatore ed all’ammissibilità di attività produttive di natura artigianale ed industriale, limitatamente al 40% della superficie dei comparti e delle aree con esclusiva o prevalente funzione logistica e comunque con esclusione di attività legate allo smaltimento di rifiuti e/o altre sostanze potenzialmente inquinanti o dannose per le matrici ambientali. Proposta tecnica di controdeduzione: Al fine di consentire una più agevole e certa attività di pianificazione si precisa che l’esclusione che si intende operare in relazione alle attività di trattamento rifiuti attiene unicamente alle operazioni di smaltimento rifiuti come definite e disciplinate dall’allegato B alla parte IV del D.Lgs. n. 152/2006 e ssmmii. Sono conseguentemente e tassativamente escluse le attività di smaltimento e di termovalorizzazione. Nelle aree oggetto della variante adottata, si intende ammettere, pertanto, unicamente le attività di recupero rifiuti definite ai punti R3 (limitatamente al recupero di legno e plastica) R4, R5 ed R13 (relativamente alle attività sopra richiamate) dell’allegato C alla stessa norma, comprese attività di recupero di materie e produzione di beni (quali a titolo esemplificativo: plastica, RAEE, impianti fotovoltaici dismessi), limitatamente ai soli rifiuti non pericolosi, e comunque senza comportare pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi suscettibili di recare pregiudizio all’ambiente. Esito voto Consiglio Comunale: Osservazione accolta Osservazione parzialmente accolta Osservazione non accolta Osservazione non pertinente 3 Osservazione n. 2 – Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti et alii Protocollo: n. 9.003 del 03.07.2012 Ubicazione: // Dati Piano Strutturale: // Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.; Sintesi: Il segretario politico di Sinistra Ecologia e Libertà di Collesalvetti e due cittadini già sottoscrittori di una petizione popolare del 28 giugno 2010 che lamentava i disagi dell’abitato di Nugola, propongono un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti: a) Si richiede chiarimento in ordine al dimensionamento della frazione di Nugola in relazione alle previsioni di RU; b) Si richiede la conservazione del comma dell’art. 13 delle NNTTA di attuazione di PS stralciato nella proposta di variante che definisce le volumetrie non computabili ai fini della determinazione del dimensionamento residenziale per ogni singolo ambito territoriale (zone di completamento, art. 15 della LR 30/2005, etc.); c) Si evidenziano possibili incoerenze tra la proposta di variante che consente l’attingimento dei dimensionamenti residui per singola classe di attività indipendentemente dalle UTOE di riferimento, con la definizione dei QC e la sostenibilità definiti per ogni singolo ambito territoriale; d) Si chiede lo stralcio della previsione di un’area normativa destinata ad impianti ed attrezzature sportive posta lungo la S.P. n. 4 delle Sorgenti in loc. Pian della Tanna e la conversione della stessa in invariante strutturale in ragione del fatto che tale area è stata oggetto di esondazione negli anni 1991 e 1993. In conclusione si ritiene necessaria una variante generale complessiva e di più ampia portata di quella adottata. Proposta tecnica di controdeduzione: a) Il vigente PS definisce il dimensionamento residenziale per ogni singola UTOE, assegnando nello specifico all’ambito territoriale di Nugola una volumetria complessiva di 2.000 mc. L’art. 13 delle NN.TT.A. di PS approvato nel 2005, e che per mero errore materiale risulta stralciato dalle norme adottate con la variante in corso, precisa che “nel dimensionamento non vengono ricompresi gli interventi di riconversione del patrimonio edilizio esistente” ed aggiunge al comma successivo che “le zone di completamento richiamate dalle presenti norme e quelle ad esse assimilabili dal RU, pertinenti agli obiettivi di coesione familiare del Piano Strutturale, non vanno ad implementarne il dimensionamento, parimenti l’edificabilità derivante dall’applicazione dell’art.15 della LR n.30 del 18 febbraio 2005”. Per tale ragione il vigente RU, in coerenza con il PS, ha escluso dal conteggio dell’attingimento del dimensionamento residenziale, tutti gli interventi di cui al Titolo IV, Sezione I – INTERVENTI SUL PATRIMONIO EDILIZIO ESISTENTE (compresi gli interventi di ampliamento e cambio d’uso), le previsioni edificatorie relative alle Aree della trasformabilità urbana (in quanto aree di completamento ai sensi del D.M. 1444/68, ex B2 del previgente PRG) e quelle ad esse assimilate dallo stesso RU, ricomprendenti, per analogia, gli interventi diretti di completamento ancorchè assoggettati a convenzionamento con l’A.C.. Quanto lamentato, nell’osservazione in questione, trova, pertanto, fondamento nell’attuazione delle disposizioni dell’art. 13 delle NN.TT.A. di PS e nell’applicazione degli indirizzi di pianificazione da esso definiti per ogni singola frazione. L’A.C. nel riconoscere comunque le criticità lamentate ma contemporaneamente non intendendo, ad oggi, incidere sui diritti edificatori già riconosciuti dal vigente RU, intende 4 procedere, al termine del quinquennio di validità delle previsioni soggette alla perdita di efficacia, al riordino del tema dei dimensionamenti residenziali e non solo dei singoli ambiti territoriali, vincolandoli in maniera più aderente ai quadri conoscitivi di riferimento, ed ad una conseguente rivisitazione generale e complessiva delle previsioni di trasformazione eventualmente non attuate.; Esito voto Consiglio Comunale: Osservazione non accolta b) Come sopra sinteticamente accennato, il comma in questione, fondamentale nella definizione del quadro di riferimento dei dimensionamenti per ogni singolo ambito territoriale anche in sede di redazione del RU, è stato oggetto di un mero errore materiale e pertanto, in accoglimento di quanto osservato, si propone il ripristino della norma approvata. Esito voto Consiglio Comunale: Osservazione accolta c) Come accennato in premessa e come già stabilito nella documentazione di avvio del procedimento allegato alla Deliberazione di G.C. n. 5/2011, la principale motivazione e l’essenziale obiettivo della variante in oggetto consiste nell’esigenza, in una fase di grossa difficoltà e sofferenza del territorio ad offrire risposte alla straripante crisi economica e finanziaria, di provvedere a dare alla disciplina territoriale ed urbanistica il massimo grado di flessibilità con l’unico intento di ampliare le probabilità di effettiva e compiuta attuazione al quadro previsionale e strategico definito dallo stesso PS. Si precisa inoltre che la Relazione Illustrativa che accompagna l’approvazione del Piano Strutturale, nel trattare il tema del dimensionamento ben chiarisce come questo sia “fondato su ipotesi strategiche di sviluppo che tengono conto di una molteplicità di fattori in parte derivati dal quadro conoscitivo, relativamente all’articolazione delle esigenze, e dalla formulazione degli obiettivi”. Appare dunque evidente che la consistenza dei dimensionamenti definiti dalle NNTTA del PS non attiene unicamente alla sostenibilità dei singoli ambiti territoriali derivante dall’analisi del quadro conoscitivo, ma è, in larga parte, funzione della definizione degli obiettivi di riqualificazione, di valorizzazione e di sviluppo delle UTOE e del territorio nel suo complesso. In tale chiave con il dispositivo in osservazione, l’A.C. ha inteso dotarsi di un’ulteriore opzione pianificatoria, che consenta di “migrare” il dimensionamento residuo non oggetto di previsioni nel vigente RU, anche tra UTOE differenti, nel rispetto dell’impianto statutario e strategico definito dal PS, su cui la variante in corso non incide minimamente, nonché nel rispetto degli obiettivi ad esso sottesi e comunque all’interno dello stesso sistema territoriale. In tale senso si è pertanto ritenuto di offrire, attraverso comunque la garanzia di una conseguente variante al RU (che illustri attraverso le relative procedure di valutazione ambientale la sostenibilità ambientale e territoriale delle eventuali “migrazioni” di dimensionamento), un ulteriore strumento di attuazione dell’impianto pianificatorio del PS, finalizzato all’effettivo conseguimento delle finalità e degli obiettivi da essi definiti Esito voto Consiglio Comunale: d) Osservazione non accolta L’osservazione non appare pertinente in quanto non oggetto delle previsioni di PS ed ancor meno della variante in corso. Esito voto Consiglio Comunale: Osservazione non pertinente 5 Osservazione n. 3 – Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno Protocollo: n. 10.357 del 26.07.2012 Ubicazione: // Dati Piano Strutturale: // Elaborati oggetto di osservazione: NN.TT.A.; Sintesi: L’ufficio ministeriale propone un’articolata osservazione che di seguito si sintetizza per punti: a) Vengono richiamate le considerazioni già formulate dal Settore Pianificazione del Territorio della Regione Toscana nel suo contributo istruttorio alla procedura di VAS-VI, assunto agli atti dell’Ente al prot. 5.636 del 11 aprile 2011, nonchè le osservazioni già avanzate dalla Provincia di Livorno con analoga nota in atti al prot. 2.864 del 01.03.2012; b) L’osservazione prosegue nell’analisi della Variante e di tutti gli atti ad essa connessi sottolineando come la nuova edificazione con destinazione residenziale di cui alla scheda normativa di RU n. 6 dell’UTOE n. 13 denominata “Poggino” che prevede, previo convenzionamento con l’A.C., la realizzazione di un’unità abitativa, non sia approvabile dall’Ente scrivente in quanto “in netto contrasto con tutte le direttive di vincolo paesaggistico già espresse nel D.M. del 3 Agosto 2006 nella zona limitrofa”. L’esclusione dall’edificabilità è da estendersi per l’osservante anche all’area destinata a zona per attrezzature sportive ex art. 113 delle NNTTA di RU, che al pari dell’area sopra richiamata del Poggino dovrà, secondo l’uffico ministeriale, “essere destinata a verde agricolo-urbano”; c) Da ultimo si ravvede e viene sottolineata “l’opportunità di concertare con l’ufficio scrivente l’esistenza di valori paesaggistici prima di procedere a qualsiasi atto pianificatorio dando vita a strumenti di copianificazione paesaggistica”. Proposta tecnica di controdeduzione: a) I temi sollevati, e già richiamati nell’osservazione n. 2 hanno trovato articolata argomentazione tra le considerazioni ed i chiarimenti riportati al capitolo 5 INTEGRAZIONE TRA PROPOSTA DI VARIANTE E CONTRIBUTI RICEVUTI del Rapporto Ambientale – Relazione di Sintesi della VAS-VI a corredo della presente variante, cui si rimanda integralmente per maggiore chiarezza e completezza; Esito voto Consiglio Comunale: Osservazione non accolta b) controdeduzione all’osservazione n. 2 pundo d), quanto osservato costituisce contenuto proprio del Regolamento Urbanistico e pertanto non pertinente in ordine alla variante al PS di cui all’oggetto. Rileva comunque, per chiarezza, ricordare come le previsioni oggetto di osservazione non ricadano entro il perimetro territoriale soggetto a vincolo paesaggistico ai sensi del D.M. del 6 3 Agosto 2006, e pertanto non siano, in alcun modo, assoggettabili alle limitazioni da esso stabilite. Esito voto Consiglio Comunale: c) Osservazione non pertinente La natura della variante in corso, eminentemente volta all’adeguamento normativo della disciplina del PS, non appariva tale da richiedere il qualificato contributo dell’Ente osservante per la definizione dei valori paesaggistici del territorio comunale già definiti dalle disposizioni normative vigenti, dall’integrazione del PIT avente valore di Piano Paesistico regionale, nonché dallo statuto del territorio per come descritto dallo stesso Piano Strutturale. Nell’accogliere con soddisfazione l’apertura alla collaborazione offerta dalla Soprintendenza, si ritiene largamente utile ed opportuno anche per l’Ente rilanciare tale disponibilità nella prossima fase di generale revisione della disciplina statutaria e strategica connessa alla fine naturale dell’attuale PS e del relativo RU; Esito voto Consiglio Comunale: Osservazione accolta 7 Comune di Collesalvetti Servizi Ambientali UFFICIO AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE P R OV I N C I A D I LI V O R N O OGGETTO: Approvazione della Variante generale al Piano Strutturale comunale, Rapporto Ambientale e Relazione di Sintesi – Proposta di Dichiarazione di Sintesi ai sensi dell’art. 17 del D.Lgs. 152/2006. PREMESSA La Variante al Piano Strutturale di cui all’oggetto si è resa necessaria a seguito della rilevata esigenza di procedere alla redazione di una Variante di monitoraggio e gestione del Regolamento. In tale occasione sono emerse con chiarezza sia alcune problematiche connesse all’attuazione dello strumento urbanistico approvato nel 2005, sia i limiti costitutivi dello stesso che ne hanno suggerito il ripensamento e la revisione dando corso alla variante in oggetto ed alle connesse attività di valutazione ambientale strategica ed integrata ai sensi delle disposizioni nazionali e regionali vigenti in materia. DESCRIZIONE SINTETICA DEL PROCESSO DECISIONALE Con Deliberazione n. 5 del 01.02.2011, la Giunta Municipale ha dato l’avvio del procedimento della Variante generale al Piano Strutturale vigente approvato dal Consiglio Comunale in data 31 maggio 2005 con la Delibera n. 81. Consegentemente all’approvazione del documento di avvio si è provveduto, con nota prot. 3.015 del 24.02.2011, ad inoltrare il Documento preliminare di VAS e di Valutazione Iniziale di Valutazione Integrata soggetti competenti in materia ambientale, nonché alle principali associazioni di volontariato operanti sul territorio comunale negli ambiti della promozione culturale e della conservazione naturalistico-ambientale dello stesso, al fine di ricevere eventuali contributi istruttori in merito al procedimento di variante. Delle considerazioni, delle osservazioni e dei rilievi pervenuti in tale circostanza è dato conto già nel documento di Valutazione Integrata intermedia, redatto ai sensi dell’art. 7 del DPGR 4/R/2007, inviato con prot. 994 del 24.01.2012 congiuntamente ai contenuti della variante, ai soggetti competenti in materia ambientale, alle amministrazioni comunali confinanti con il territtorio di Collesalvetti, nonché alle associazioni operanti sul territorio comunale in materia di tutela ambientale, di promozione culturale e nell’attività faunisticovenatoria, al fini di ricevere contributi e suggerimenti. I contributi ed i suggerimenti formulati da enti ed associazioni in merito al sopra richiamato documento di Valutazione Intermedia ed ai contenuti in proposta di variante, e riportati nel Rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi allegati alla Delibera di Consiglio Comunale di adozione della Variante in oggetto n. 34 del 27 aprile 2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012. MODALITÀ DI INTEGRAZIONE DELLE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI La proposta di variante adottata è stata accompagnata fin dagli atti di avvio dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica e di Valutazione Integrata, ai sensi della normativa nazionale e regionale vigenti in materia di valutazione di piani e programmi. Nei vari stadi in cui si articola il processo di valutazione la fase di consultazione è stata ampia e partecipata a seguito della decisione dell’amministazione comunale di aprirsi oltre che ai soggetti competenti in materia ambientale anche alle amministrazioni comunali confinanti con Collesalvetti, nonché alle associazioni operanti sul territorio comunale. I contributi pervenuti sono stati integrati nel rapporto Ambientale-Relazione di Sintesi ed hanno comunque accompagnato e modulato la definizione degli obiettivi della variante nonché le scelte e le disposizioni ad essi connesse. COME SI È TENUTO CONTO DEL RAPPORTO AMBIENTALE, DEGLI ESITI DELLE CONSULTAZIONI E DEL PARERE MOTIVATO Il Rapporto Ambientale ha accompagnato il processo di elaborazione della disciplina regolamentare fin dal suo concepimento, orientandone le scelte, nella naturale adesione del disposto normativo alle finalità ad esso sottese, dando conto dei possibili effetti attesi e del complesso delle coerenze con gli strumenti di pianificazione territoriale a varia scala e degli strumenti di programmazione di settore. [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980240-270-258 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 Nei termini di legge disposti per il completamento della fase di consultazione, con prot. 9.369 del 10.07.2012, è pervenuto da parte dei soggetti competenti in materia ambientale unicamente il contributo istruttorio formulato da ARPAT in merito al procedimento di VAS che concentra essenzialmente le proprie osservazioni sulle componenti rifiuti, ambiente idrico, qualità dell’aria, impatto acustico, flora, fauna ed ecosistemi. Nei termini di legge sono altresì pervenute le osservazioni alle NNTTA adottate da parte della Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (in atti al prot. n. 8.940 del 02.07.2012), del Segretario di SINISTRA ECOLOGIA e LIBERTÀ di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012), e della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012). Tali contributi e osservazioni hanno trovato risposta nell’elaborazione del parere motivato espresso dalla Giunta Comunale, in maniera analoga a quanto fatto con i contributi istruttori alla valutazione ambientale ed integrata pervenuti nelle fase preliminare-iniziale ed intermedia, andando, ove necessario a completare il quadro conoscitivo di riferimento e contribuendo a modulare ed adeguare le scelte ed i contenuti della proposta di variante. Con Deliberazione della Giunta Municipale n. __ del 25.09.2012, l’autorità competente ha espresso ai sensi dell’art.10 del Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e ss.mm.ii. e dell’art. 26 della L.R. 10/2010, parere motivato positivo circa la compatibilità ambientale positivo circa la compatibilità ambientale della variante normativa generale al PS a condizione che si provveda a dare piena attuazione a quanto previsto dal Rapporto Ambientale in materia di monitoraggio dell’efficacia e della compatibilità delle misure previste. La relazione di accompagnamento al parere motivato introduceva la valutazione in ordine all’accoglimento/rigetto di numerose osservazioni e contributi proposti articolando le argomentazioni che ne suggeriscono la relativa determinazione. CONSIDERAZIONI SULLE SCELTE DI PIANO IN RIFERIMENTO A POSSIBILI ALTERNATIVE In riferimento alle possibili soluzioni alternative vagliate, si precisa relativamente allo stralcio delle disposizioni di immediata efficacia e delle schede normative-allegato non si sono prese in considerazione ipotesi ulteriori e diverse, in quanto misure già recepite nel Regolamento Urbanistico, e pertanto superflue e ridondanti, oltre che improprie in sede di pianificazione strategica, per la marcata natura conformativa che le caratterizza. Relativamente allo stralcio della carta dei vincoli di PS, l’unica differente opzione contemplata è stata la conservazione degli elaborati tal quali; a seguito di approfondite valutazioni, tale eventalità è stata scartata in quanto passibile di determinare possibili confusioni ed incertezze applicative per la contemporanea vigenza delle analoghe tavole di RU. Da ultimo rileva precisare che più ampia è stata la gamma di opzioni valutate in riferimento all’introduzione di una norma residuale che, in assenza di approfondimenti significativi al quadro conoscitivo, consentisse di prevedere deroghe all’attingimento del residuo di dimensionamento limitatamente alle UTOE di riferimento. In tale chiave le possibili alternative hanno sommariamente riguardato l’eventualità di procedere ad una variante “sostanziale” al dimensionamento complessivo sul territorio e ad un contestuale approfondimento del quadro conoscitivo specifico ad esso relativo, nonché la cosiddetta “opzione zero”. Entrambe le ipotesi sopra indicate sono state scartate in fase di elaborazione in quanto rispettivamente, non compatibile con i tempi e le disponibilità tecniche e finanziarie dell’Ente né con l’urgenza di provvedere al riordino della disciplina urbanistica e territoriale ed alle sue criticità per come emerse nel corso del monitoraggio condotto sull’attuazione del RU, nonché inconciliabile con le finalità della presente variante e di quella concomitante di gestione e monitoraggio al Regolamento Urbanistico, di conferire maggiore dinamicità e flessibilità alla disciplina vigente, con lo scopo ultimo di consentire il pieno, compiuto, sollecito coronamento delle previsioni messe in campo dalla pianificazione strutturale, strategica, così come di quella attuativa e conformativa, senza compromissioni per gli equilibri ambientali e per la sostenibilità complessiva degli assetti territoriali. Collesalvetti, lì 25.09.2012 Il Responsabile P.O. del Servizio Urbanistica (Dott. Arch. Leonardo ZINNA) [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980240-270-258 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 Comune di Collesalvetti Assetto del territorio URBANISTICA P R OV I N C I A D I LI V O R N O RAPPORTO DEL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE (Artt. 19 e 20 L.R. 3 Gennaio 2005 n. 1 e successive modifiche e/o integrazioni) OGGETTO: Variante normativa generale al vigente Piano Strutturale comunale ex art. 17 Legge Regionale 3/01/2005 n. 1. La sottoscritta Annamaria MONDANI, notaio in Collesalvetti, nominata Garante della Comunicazione con Determinazione Dirigenziale n. 12 del 17.11.2011 comunica che il Servizio Urbanistica ha predisposto la documentazione per l’approvazione definitiva della variante parziale normativa al vigente Regolamento Urbanistico ex art. 17 Legge Regionale 3/01/2005 n. 1, in oggetto. Oggetto del provvedimento e finalità della Variante parziale normativa e cartografica del R.U. vigente . Il P.S. attualmente vigente ha consolidato alcune linee e strategie di assetto territoriale del previgente P.R.G.. La variante al Piano Strutturale, non alterando i quadri conoscitivi di riferimento che lo hanno prodotto né l’impianto strategico-territoriale complessivo sotteso dallo strumento vigente, prevede sostanzialmente, di creare le condizioni di maggiore dinamismo e flessibilità determinando, nei fatti, la reale attuazione e realizzazione degli interventi ipotizzati ed il raggiungimento degli obiettivi dati per i singoli ambiti di riferimento e per il conseguimento dell’armonico e sostenibile sviluppo complessivo dell’intero territorio comunale. A tale fine si prevede lo stralcio dell’insieme di disposizioni rese di immediata efficacia dallo strumento con particolare riferimento alle schede allegate alle NN.TT.A. del P.S. di seguito indicate: − − − − − RILOCALIZZAZIONE INTERPORTO: previsione di cui all’allegato A alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, in quanto previsione già attuata. NUOVO PARCO INDUSTRIALE DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato B alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 2, UTOE 5 – Colmata dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; PARCO DEI SERVIZI DI GUASTICCE: previsione di cui all’allegato C alle NN.TT.A. del Piano Strutturale, in quanto interamente trasposta nella scheda normativa n. 1, UTOE 6 – Guasticce dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; CAMPUS DI VILLA CARMIGNANI: previsione di cui all’allegato D alle NN.TT.A. del Piano Strutturale in quanto riversata nella scheda normativa n. 23, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico; RECUPERO EX CINEMA ODEON: previsione di cui all’allegato E alle NN.TT.A. del Piano Strutturale in qunato ntegralmente trasposta nella scheda normativa n. 17, UTOE 12 – Collesalvetti dell’allegato G al Regolamento Urbanistico. Le previsioni sopra elencate sono state integralmente e coerentemente recepite dal vigente Regolamento Urbanistico. A tale proposito rileva evidenziare come la conservazione di tali misure nel corpo nornativo di P.S., quali schede normative direttamente efficaci ad esso allegate, rappresenti collocazione impropria nel quadro della strumentazione territoriale, trovando tali disposizioni, per la propria natura di previsioni con carattere conformativo del regime dei suoli, più appropriata e consona collocazione in un atto avente valenza più direttamente attuativa ed operativa, quale, appunto, il Regolamento Urbanistico. Le schede sopra menzionate hanno poi, come ricordato, trovato coerente trasposizione nel vigente R.U.; nella fase attuale pertanto, risulta ulteriormente da rilevare come la maturata esigenza di rendere le previsioni in esse contenute meno rigide, più funzionali e concretamente operative, abbia suggerito, pur [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 conservando la coerenza con lo spirito e con il dettato del P.S. e nelle more di una sua più generale e complessiva revisione che prenda le mosse dall’approfondimento dei quadri conoscitivi di riferimento, di intervenire sul corpo normativo dello stesso al fine di procedere al loro stralcio ed alla rimodulazione di misure e dispositivi che non alterino gli equilibri territoriali assunti e non pregiudichino la sostenibilità delle previsioni vigenti. Con le identiche finalità di dare coerenza tecnica allo strumento e creare le più ampie condizioni di fattibilità, in senso lato, degli interventi programmati conferendogli allo scopo in necessari margini di flessibilità, la variante al Piano Strutturale si sostanzia inoltre della volontà di ampliare la gamma di funzioni ammesse nell’U.T.O.E. n. 4 – Scolmatore (e segnatamente nel comparto logistico strategico costituito dall’area interportuale)contemplando anche quelle di natura artigianale e industriale, conservando al contempo il divieto per quelle di district-park e residenziali. Ulteriore e significativa azione messa in campo dalla presente variante, al fine di conferire maggiore flessibilità e possibilità di concreta attuazione delle strategie complessive di governo del territorio, consiste nella modifica all’Art. 13 – Il Dimensionamento del Piano Strutturale delle NN.TT.A., in riferimento all’introduzione, mediante ricorso ad apposita variante al RU, di possibili deroghe al prelievo del residuo di dimensionamento per singola funzione e classe di attività, indipendentemente dall’UTOE di riferimento nei casi di Piani per l’edilizia economica e popolare, Piani per gli insediamenti produttivi, Piani di recupero del patrimonio edilizio, Programmi complessi di riqualificazione insediativa, Piani complessi d’intervento, nonché Piani ed interventi di cui al Capo IV bis del Titolo V della L.R. 1/2005 come da ultimo novellata con la L.R. 40/2011, qualora tali interventi contribuiscano a precisare e completare il quadro previsionale strategico del presente Piano Strutturale ai fini del perseguimento degli obiettivi da esso definiti per ogni singolo ambito territoriale. Allo scopo di eliminare possibili dubbi interpretativi, si propone infine il definitivo stralcio delle tavole n. 7 (riquadri A, B e C) del Piano Strutturale – Carta dei Vincoli. La disciplina vincolistica è stata, infatti, oggetto di approfondimento e aggiornamento in fase di redazione e approvazione di Regolamento Urbanistico. Il percorso partecipativo La procedura della variante in oggetto è stata avviata con Delibera della Giunta Comunale n. 5 del 01.02.2011, ed è stata preceduta da una comunicazione pubblicata sul periodico “Vita del Comune” n. 13 del settembre 2010, supplemento al settimanale delle autonomie locali toscane AUT&AUT n. 4. A seguito della deliberazione di avvio del procedimento, il responsabile dello stesso ha provveduto, ai sensi della normativa nazionale e regionale vigente in materia di valutazioni di piani e programmi, ad inoltrare la documentazione preliminare di VAS e Iniziale di Valutazione Integrata ai soggetti competenti in materia ambientale, alle amministrazioni comunali confinanti ed alle associazioni operanti sul territorio comunale in materia di tutela ambientale, di promozione culturale e nell’attività faunistico-venatoria, al fini di ricevere contributi e suggerimenti. Completata la documentazione di Valutazione Integrata Intermedia, nel gennaio 2012, con le stesse finalità e con metodologia analoga, il responsabile del procedimento ha provveduto a trasmettere agli stessi soggetti la relazione di valutazione ed i contenuti della variante consistenti nell’elaborato delle norme tecniche di attuazione come modificato dalla proposta di variante. In tale occasione, oltre al contributo degli enti come nel caso dell’avvio del procedimento, è pervenuto all’Ente anche un apporto partecipativo da parte dell’Associazione Salviamo il Salvabile. Di seguito si riporta integralmente l’elenco dei destinatari delle comunicazioni e delle richieste di contributi di cui sopra: ENTI 1. Regione Toscana; 2. Provincia di Livorno; 3. Uff. Tecnico del Genio Civile di Area Vasta Li-Lu-Pi; 4. Autorità di Bacino del Fiume Arno; 5. Autorità del Bacino Regionale Toscana Costa; 6. Consorzio di Bonifica Ufficio dei Fiumi e dei Fossi; 7. Azienda U.S.L. n. 6 di Livorno; 8. A.R.P.A.T. Dipartimento Provinciale di Livorno; 9. Soprintendenza B.A.P.P.S.A.E.; 10. Comune di Livorno; [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238 11. Comune di Rosignano Marittimo; 12. Comune di Pisa; 13. Comune di Cascina; 14. Comune di Crespina; 15. Comune di Fauglia; 16. Comune di Orciano Pisano; 17. Ente Parco Regionale Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli ASSOCIAZIONI 1. Circolo ARCICACCIA; 2. ENALCACCIA − Sezione di Collesalvetti; FEDERCACCIA − Sezione di Collesalvetti; Ass. CERCHIAPERTO; Ass. GAIA; Ass. Naz.le GIACCHE VERDI; Ass. SALVIAMO IL SALVABILE; Comitato ARCOBALENO; 9. WWF − Sezione LIVORNO; 10. LEGAMBIENTE LIVORNO S.V.A.; 11. LIPU − Sezione LIVORNO 3. 4. 5. 6. 7. 8. Adozione e pubblicazione La variante in oggetto è stata adottata con Deliberazione del Consiglio Comunale n. n. 34 del 27 aprile 2012, pubblicata sul BURT n. 21 del 23.05.2012. A seguito dell’adozione e dell’invio della documentazione allegata alla delibera ai soggetti competenti in materia ambientale per l’avvio della fase delle consultazioni ai sensi della LR 10/2010, è pervenuto presso il competente Servizio Urbanistica del Comune di Collesalvetti, unicamente il contributo istruttorio dell’ARPAT ai fini della Valutazione Ambientale StrategicaValutazione Integrata. Tale contributo è stato oggetto delle considerazioni e delle controdeduzioni che sono confluite nella Delibera n. __ del 25.09.2012, con la quale la Giunta Muinicipale ha espresso parere motivato positivo in merito al procedimento di valutazione sopra menzionato. Le osservazioni Nei termini di legge dei 45 giorni successivi all’avviso di pubblicazione sul BURT dell’adozione della variante in oggetto, sono pervenute, presso il competente Servizio Urbanistica del Comune di Collesalvetti le seguenti osservazioni da parte dei seguenti soggetti: 1. Soc. Interporto Toscano Amerigo Vespucci S.p.A. (prot. n. 8.940 del 02.07.2012); 2. Segretario di S.E. e L. di Collesalvetti ed altri (prot. n. 9.003 del 03.07.2012); 3. Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno (prot. n. 10.357 del 26.07.2012). Il competente ufficio comunale ha provveduto ad elaborare e redigere le relative proposte di controdeduzioni tecniche alle osservazini sopra elencate. Si comunica inoltre che il Responsabile Unico del Procedimento è l’Arch. Leonardo ZINNA (tel: 0586.980239; fax: 0586.980258; mail: [email protected]), e che l’ufficio incaricato della redazione e della formulazione degli atti relativi alla Variante in oggetto è il Servizio Urbanistica, sito in Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti. Il Garante della Comunicazione (Dott.ssa Annamaria MONDANI) [email protected] Piazza della Repubblica, 32 – 57014 Collesalvetti (LI) • telefono: 0586980239-249-293 www.comune.collesalvetti.li.it Codice fiscale 00285400495• Partita IVA 00112340492• Fax 0586980238