Overwatch: come Pixar, più di Pixar

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Overwatch: come Pixar, più di Pixar
8/6/2016 12:0
GAMES
Overwatch: come Pixar, più di Pixar
Blizzard torna in pista con qualcosa di completamente nuovo, è uno shooter
online e ha carattere da vendere
IRVINE - A volte l'ironia è la giusta chiave di lettura. Per anni Blizzard - eminenza dei games resa
famosa (e milardaria) da successi come "Warcraft", "Starcraft" e "Diablo" - è stata etichettata «la
Pixar dei videogiochi». Il motivo? È presto detto: la certosina cura del dettaglio dei suoi prodotti ma
anche il discreto tempo profuso per la loro realizzazione. Ora, con "Overwatch", l'azienda californiana
ha deciso di abbracciare in toto il suo soprannome.
Chi abbandona la strada vecchia... - Dopo 15 anni con i "soliti vecchi brand" è tempo di lanciare
qualcosa di nuovo e, già che ci si butta, perché non "farla grossa" e provare a sperimentare con un
genere del tutto inedito? E così Blizzard, specializzatasi in giochi di strategia e di ruolo, si lancia con
qualcosa che non è proprio nelle sue corde: lo sparatutto competitivo online. La lezione arriva da un
altro dei suoi prodotti di punta lanciato per azzardo e poi più che decollato, il gioco di carte digitale
"Heartstone". Il mantra resta sempre quello: semplicità e accessibilità abbinate a un sistema di gioco
intrigante e divertente.
Proiettili per tutti - "Overwatch" sconvolge innanzitutto con l'impianto grafico che dall'estetica dei
lungometraggi Disney/Pixar prende moltissimo, l'idea di fondo è quella di realizzare un prodotto
dall'appeal universale che unisca trasversalmente bimbi (e bimbe) fino agli adulti passando per i
teenager videogiocatori smaliziati. E quindi via di colori, design fantasiosi per realizzare un cast di
personaggi mai cosi azzeccato, variegato e inclusivo.
Eroi come se piovessero - Ispirandosi a altri successoni dell'online - come i re del Moba "League of
Legends" e "Dota 2" - anche nell'ultima fatica di Blizzard tutto ruota attorno agli eroi. Sono 21,
suddivisi in quattro categorie (attacco, difesa, tank e supporto) e radicalmente diversi gli uni dagli
altri. Per conquistare la vittoria - nelle varie mappe tutte realizzate in maniera molto sagace - sarà
meglio imparare debolezze e pregi di ognuno anche perché, spesso e volentieri, sarà necessario
saltare dall'uno all'altro a dipendenza dell'andamento del match.
Uno per tutti, tutti per uno - Quali le differenze fra i nostri alter-ego digitali? Molteplici, dalle
caratteristiche fisiche (come resistenza, armatura e velocità) all'insieme di abilità che ne definiscono il
ruolo. Ritroviamo archetipi classici e noti (come il soldato con lanciarazzi, quello con il lanciagranate,
il medico, l'addetto/a alle torrette e lo scout agile e fastidioso) ma anche interessanti originalissime
variazioni sul tema come la pilota di mech D-Va, l'arciere/samurai Hanzo, il gorilla intellettuale
Winston e la "lanciaghiaccio" cinese Mei.
Stile da vendere - Il look e la caratterizzazione di tutti gli eroi è veramente da urlo: trasudano
carisma da ogni poro e mostrano un'identità forte ed è praticamente impossibile non affezionarcisi. È
un grande plusvalore perché la sensazione non è quella di avere a che fare con delle pedine
impersonali o degli "abiti" da indossare ma con delle icone, degli individui. Avete in mente i giochi di
lotta tipo "Street Fighter" o "Tekken"? Ecco, uguale.
Un gioco di squadra - "Overwatch" come "Heartstone" è un titolo pensato sia per il mordi-e-fuggi,
sia per il gioco competitivo. Che lo si voglia approcciare in un modo o nell'altro è importante tenere
conto che si tratta di un gioco di squadra: è vero che una grande manovra di un singolo può portare
alla vittoria ma è più spesso probabile il contrario. Se siete giocatori solitari, di quelli che spengono
l'audio di chat e non filano nessuno, sappiate sin da subito la vostra vita sarà un filino più complicata.
A incentivare la collaborazione anche il fatto che spesso e volentieri la vittoria è legata alla conquista
e al controllo di obiettivi strategici.
Peccati ven(i)ali - A convincere un po' meno di tutto il resto il sistema di ricompense e tutti gli oggetti
da sbloccare. Dopo ogni "level-up" riceveremo dei pacchi bonus che contengono in maniera casuale
skin aggiuntive per i personaggi, pose di vittoria, icone e quant'altro. Ogni personaggio ne ha un
numero discreto e, in totale, si va nell'ordine delle svariate centinaia. Per sbloccarle tutte potrà volerci
molto tempo oppure... potrebbe essere necessario mettere mano al portafoglio. Ogni pacco, infatti,
può essere comprato spendendo circa un franchetto, scelta questa che non è piaciuta a diversi. In
primo luogo perché l'ultimo parto di Blizzard non è un titolo gratuito (quindi perché bisognerebbe
sborsare altri soldi?) in secondo luogo perché a causa della casualità (scusate l'inghippo) diventa
molto complicato ottenere, per esempio, quel nuovo look lì per il proprio eroe preferito.
Questo è solo l'inizio - Al di là di queste facezie (perché in ogni caso si tratta di cosmetica) le
qualità di "Overwatch" brillano forte: butta nella mischia 21 volti memorabili e ha il pregio di rendere
accessibile al grande pubblico un genere che, per ora, è prerogativa di pochi e assidui giocatori. E
siamo solo all'inizio, conoscendo Blizzard, è molto probabile che nei prossimi anni continueremo a
vederne delle belle. Non ci resta che imbracciare le armi e... lasciarci stupire!
VOTO: 9
16.03.2017 23:05:19 - http://www.tio.ch/News/NewsBlog/Games/1088278/Overwatch-come-Pixar-piu-di-Pixar