Una "corsa semplice"

Transcript

Una "corsa semplice"
Una "corsa semplice"
"6 A VIA NOVELLI".Riecheggia ancor oggi nella mia mente questo suono, quando tutte le mattine da via
dell'Olivuzzo passava il bus che mi segnalava che era ora di andare a lavoro e che la nottata per me era
purtroppo finita. Mi sarebbe venuta tante volte la voglia di buttare giù dal terrazzo una bomba che nemmeno
ve lo immaginate.Mi alzavo e mi preparavo in fretta, perchè come ben saprete di tempo quando si prende il
bus per andare a lavoro non se ne ha mai abbastanza! Allora ti lavi il viso stile gatto e trangugi il caffé
bollente ustionandoti la lingua, ti butti giù per le scale facendole quattro a quattro: come nei film di Fantozzi
tanto per capirci! Ed eccolo il beneamato 6 A VIA NOVELLI! Tra tutta quella gente pensi di essere un
semplice paletto dove potersi appendere ma ti senti al sicuro perchè sei lì, stretto fra le persone: alla fine sei
uno dei pochi dei prescelti che potrebbero arrivare in orario dove deve andare!E durante il viaggio i tuoi
pensieri vagano all'impazzata, noti studenti stanchi e poi sbadigli, squilli e suonerie di cellulari già dalle
prime ore del mattino o c'è un turista che ti chiede: "Do you speak English? Station?" E ti chiedi perchè
proprio a te, con tutte le persone che ci sono sul bus, proprio a te!A stento metti assieme una risposta nel tuo
miglior inglese scolastico ed alla fine ti congratuli con te stesso per avercela fatta: non sapevi di saper
formulare una frase di senso compiuto anche a quell'ora del mattino, per di più in lingua straniera!Poi volgi il
tuo sguardo attonito al finestrino ma senza vedere nulla, dimentichi persino di essere a Firenze e che stai
attraversando una delle più belle città d'arte del mondo e che qualsiasi straniero pagherebbe per essere al tuo
posto. Il bus prosegue la sua corsa per via Pisana ma solo per pochi metri! Ti rassegni al blocco del traffico
di routine ed è a quel punto diventa più rapido il viaggio dei tuoi pensieri, più lungo, più vasto. Che ne sarà
del mio pranzo? Spero che si sia svegliata bene la capo negozio che oggi 'un ciò voglia! Il mio fidanzato
starà ancor dormendo: beato lui! Ma ad un tratto: "Devo scendere! Non ha sentito che ho suonato?". E vengo
bruscamente riportata alla realtà da una signora anziana, capelli brizzolati, bastone e carrellino della spesa.
Non si può viaggiare, nemmeno con il pensiero. E penso: "Perchè gli anziani vanno così presto a fare la
spesa? Non li hanno informati che la guerra è finita e che ci sono viveri in abbondanza per tutti?" Sospiro e
provo a comprendere. Quante cose o persone strane si notano, penso che alcune mi resteranno impresse per
la vita. Tutti per esempio conoscono la signora che pur stando benissimo pretende il posto a sedere e quando
ti alzi nemmeno pensa a ringraziarti. Anzi. Per non parlare dell'odore che alcuni passeggeri hanno addosso:
ed io che pensavo che l'acqua corrente fosse ormai arrivata in tutte le case. L'ingorgo sembra dissolversi
come per magia, il tragitto di via Pisana è durato relativamente poco. Guardo dal finestrino: tutti di fretta, i
motorini fanno zigzag come in una gara di slalom gigante dove tutti vogliono arrivare primi, prima degli
altri, nessun cenno di altruismo, nessuno ti lascerà passare. Te lo puoi scordare. Per ogni macchina solo due
persone, massimo tre: se queste persone prendessero un unica vettura noi non saremo qui intasati, penso io,
loro non avrebbero nemmeno la preoccupazione di dover guidare nel traffico e farebbero del bene a se stessi
e all'ambiente. Lasciatevi trasportare dal bus, è più comodo. Lasciatevi trasportare, dico io! Dall'Arno giunge
oggi uno scintillare strano ma al contempo affascinante dato dai riflessi del sole: uno scorcio su Firenze da
calendario, che io chiamo "La città dei Ponti" perchè non riesco mai a ricordarne tutti i nomi. L'ultimo breve
tratto di strada e poi via, in direzione Firenze Sud. Appena poggio un piede alla fermata di via Martelli vedo
giungere da lontano un 14...e poi un altro: addirittura due assieme! Peccato che come al solito sono troppo
lontana ed iniziare a correre è perfettamente inutile. Aspetterò pazientemente il prossimo. Allungando il
passo giungo in pochi secondi alla fermata del Duomo: "Un 14 VIA RIPA !"Stavolta non mi scappa! E non
scenderò che al capolinea". Sono occupati solo pochi posti a sedere, quindi mi godo questa insolita
tranquillità e la freschezza del mattino che irrompe da un finestrino dimenticato aperto.
Il viaggio prosegue a velocità abbastanza rapida, del resto siamo in pochi a dover scendere ed ancor meno a
dover salire. Le strade mi passano inconsciamente sotto gli occhi e penso che ormai dopo tanto tempo
percorrerei questo tragitto anche a occhi bendati come il cavallo di Piazza della Signoria. Altro che ai
cavalli! Dovrei pensare a cose più serie visto che il lavoro al supermercato mi attende. Ed è allora che scendo
e devo agire, lasciare i miei pensieri sul mezzo che mi ha appena scaricata: saranno sicuramente lì ad
attendermi alla prossima "corsa semplice".
Incredibile a che velocità viaggiano i pensieri... sembrano non fare mai capolinea: impressionante, non è
vero?