Via lo scalone, giù le tasse: Prodi si rimette al timone
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Via lo scalone, giù le tasse: Prodi si rimette al timone
5 STAMPA MEDIO ORIENTE VENERDÌ 6 LUGLIO 2007 NEL Perch t vuole interne crazia la demo diretta Il professor Cardini viaggia controcorrente Dopo la guerra civile palestinese una conferenza internazionale. Con la Siria. Un’analisi di Janiki Cingoli TV BLOG é Hbo, la cultura è solo una questione di brand POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA PARTITO DEMOCRATICO D.L. seven ANNO V • N°134 • € 1,00 «Non ho paura del futuro: le diversità ci sono, ma io ascolto tutti e poi decido» Cattolici nel Pd, non una lobby FRANCESCO SAVERIO GAROFANI I l dibattito attorno al Partito democratico torna a chiamare in causa il ruolo dei cattolici nel nuovo soggetto politico. Partecipano e si confrontano voci diverse, si registrano analisi divergenti, opinioni più o meno interessate agli esiti di questo processo costituente, ma anche alla possibile affermazione di questa o quella leadership. Mi pare che si possano individuare almeno due piste di discussione. La prima è quella posta da Savino Pezzotta: la prospettiva del Partito democratico è interessante per i cattolici? Oppure si corre il rischio di annegare una tradizione politica secolare in un indistinto contenitore? È una domanda che contiene una sua fondata preoccupazione, ma che viene Annegare una proposta con qualche antradizione? no di ritardo. Pezzotta si La discussiopreoccupa con ne sull’attualità dello qualche anno s t r u m e n t o partito d’ispidi ritardo razione cristiana è stata affrontata quando i Popolari decisero di aderire al progetto della Margherita. È stato quello lo spartiacque che ha segnato una rottura e una novità nella vicenda politica del cattolicesimo italiano. Quando l’ultimo congresso del Ppi assunse quella decisione storica e impegnativa non furono molte le voci in dissenso. Savino Pezzotta allora faceva un altro mestiere e dunque non può essere rimproverato di nulla. Ma ora siamo già oltre quel problema. E il progetto del Partito democratico segna il naturale e necessario sviluppo della Margherita. I cattolici democratici giungono a questo appuntamento avendo dimostrato, al di là delle insufficienze e delle inadempienze che pure vi sono state, una loro vitalità, se è vero – come si vede in questi giorni – che è proprio attorno al loro ruolo, ai loro valori, alla loro cultura politica che la discussione appare più vivace. Dentro e fuori l’arcipelago cattolico. Qui si innesta la seconda pista di riflessione. Quella che riguarda non il se, ma il come stare nel Partito democratico. Come affrontare il tema storico dell’incontro con altre tradizioni politiche, una volta avversarie, in primo luogo quella post-comunista. SEGUE A PAGINA 9 Via lo scalone, giù le tasse: Prodi si rimette al timone Poi palazzo Chigi precisa: gradualmente e nel rispetto del programma D overoso abolire lo scalone e redistribuire agli italiani. Così il presidente del consiglio Prodi ai microfoni del Tg3 riprende le redini del dibattito su tasse e pensioni. E se in tema di fisco il premier spiega che l’obiettivo resta quello annunciato in campagna elettorale di ridurre le tasse facendole pagare in modo giusto a tutti gli italiani, sullo scalone sgombra il campo dai dubbi: «Non è giusto che in un minuto solo vadano in pensione tre classi di età insieme. Ho consultato tutti, le diversità ci sono, ma poi deciderò io». Così la proposta del governo intende rispettare il programma dell’Unione che prevede l’abolizione dello scalone e l’allun- Carraro: il nuovo Veltroni può piacere al Nordest LUCA ROMANO Gli ex ppi: Rosy ed Enrico, restiamo uniti RUDY F. CALVO Retinopera, Pezzotta coordinatore mancato FABRIZIA BAGOZZI Acli: partecipazione contro l’antipolitica A PAGINA 4 gamento graduale della carriera lavorativa. Parole che hanno rasserenato il clima. Giordano ha definito «positive» le parole del premier. E Rutelli ha detto: «Sono sbalordito dal fatto che non sia ancora nato un movimento di trentenni che manifestino contro la possibilità di andare in pensione a 58 anni». A PAGINA 3 Nichi, l’altro V. della Cosa rossa MARIO LAVIA I senatori dl: macché complotti FRANCESCO LO SARDO Costi politica, rottura Anci-governo GIANNI DEL VECCHIO Tps: risaniamo ma non siamo ultrà RAFFAELLA CASCIOLI A PAGINA Palazzo Chigi: fiducia ai magistrati e presa di distanza da Pollari P alazzo Chigi prende le distanze da Nicolò Pollari, fa sapere che attualmente è “solo” consigliere di stato e che l’incarico presso la presidenza del consiglio che era stato comunicato il 20 novembre scorso «non ha avuto seguito» da quando ha lasciato la direzione del Sismi. Il giorno dopo la presa di posizione del Csm sull’attività di spio- scontinuità con la precedente gestione dei servizi. Ma in tanti nell’Unione chiedono precise misure e l’accertamento delle responsabilità: Mastella ieri, rispondendo ad un’interrogazione, ha rinviato eventuali interventi normativi a dopo «la definitiva e completa conoscenza dei reali accadimenti». A PAGINA 2 naggio ai danni di circa 250 magistrati in prima linea delle inchieste di questi ultimi anni (ha fatto sapere ieri Mastella) attuata dal Sismi, il governo sembra muoversi con cautela confermando in una nota «la sua piena e totale fiducia nel lavoro dei magistrati» ed auspicando che sia fatta «rapidamente» chiarezza. Quindi sottolinea la di- CO-SPONSOR DELLA PROPOSTA ITALIANA SULLA PENA DI MORTE ALL’ONU R O B I N Ordine D’Alema: grazie Lula «V oglio ringraziare il governo Lula di essere cosponsor della risoluzione contro la pena di morte che l’Europa, da una proposta italiana, ha deciso di presentare a settembre all’apertura della sessantaduesima assemblea generale dell’Onu». Sono le parole che il ministro degli esteri ha rivolto al presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva nel corso del seminario dell’associazione Eubrasil all’europarlamento. (Ap) Fini, il leader della destra moderna e liberale, è partito per la battaglia: abolire l’ordine dei giornalisti. Bene. Aspettiamo di difendere tutti gli altri. G iorni fa mi è capitato di partecipare ad uno dei tanti convegni sul disegno di legge di riforma della Rai. Quando un autorevole esponente di un autorevole partito del centrosinistra ha sostenuto con argomenti molto convincenti che le nuove norme sulla governance interromperanno finalmente l’intreccio perverso che lega la Rai e la politica, che è tempo che i partiti facciano non prelationis sui futuri organigrammi. Ora come si sa io sono un tifoso del disegno di legge Gentiloni, perché lo ritengo un tentativo serio per attenuare fortemente e rendere digeribile il rapporto tra politica e servizio pubblico radiotelevisivo attraverso l’istituzione di una fondazione che è organo di garanzia e di controllo ma non di gestione. Ho però sempre creduto che valgono più i comportamenti delle regole. SEGUE A PAGINA 2 rbitro, fischia. La metafora (copyright Raffaele Bonanni) in effetti non è male. Nella partita più importante (quella delle pensioni) il presidente del consiglio sembrava un arbitro che avesse perso il fischietto. Ieri, però, al Tg3 Prodi ha detto almeno due cose importanti. Prima, che lo scalone va abolito (l’ufficio stampa ha poi aggiunto «gradualmente»). Seconda, che nella maggioranza Una politica ci sono visioni diche decida è verse, ma la merce più che alla fine spetterichiesta rà a lui da un’Italia prendere ormai disillusa una decisione. L’arbitro sa che potrebbe essere la sua ultima partita. Che siamo già arrivati ai tempi supplementari. Rifondazione gli chiedeva ancora ieri di non fischiare. I sindacati, dopo l’avventurosa proposta Damiano, sembrano aver fretta di chiudere la partita. Come ha intuito il Veltroni del Lingotto una politica che decida è la merce più richiesta oggi da un’Italia (anche di centrosinistra) sempre più insofferente per i lunghi rituali della politica. Va bene la concertazione. Sì al dialogo. Ma alla fine l’arbitro deve fischiare. Ieri Prodi ha ritrovato la parola sulle pensioni e ha fatto bene. Ora indichi il dischetto del rigore. Anche perché, ne siamo certi, non sarà quello che piace solo agli arcigni «ultrà di Bruxelles». (gio.co.) Chiuso in redazione alle 20,30 Una carta per Letta Il Pd anche in Rai? No, grazie uno ma due passi indietro e ha, infine, tuonato contro l’uso del famigerato “panino” nei telegiornali, ho chiuso gli occhi. Ho immaginato di essere nella stanza di un direttore (di tg o di altra struttura aziendale) e di assistere, non visto, alle insistenti telefonate che quello stesso autorevole esponente di partito (così come tutti gli altri suoi colleghi di destra, di centro e di sinistra) giornalmente fa per piazzare nel panino l’onorevole X o Y o per esercitare una sorta di ius A capire se intanto continuerà a Lo scioglimento di sezioni ds e circoli dl a viale Mazzini NINO RIZZO NERVO 3 L’arbitro ha ritrovato il fischietto FRANCO A. GRASSINI E nrico Letta sta meditando se presentare la sua candidatura per la leadership del Partito democratico e non c’è dubbio che le sue perplessità al riguardo siano numerose. Veltroni ha molte capacità positive ed è anche tanto popolare da essere quasi imbattibile. Per giunta le prospettive di rimonta elettorale del centrosinistra sono estremamente limitate sia per le troppe liti ed incertezze che han- no caratterizzato le scelte sin qui compiute, sia perché in Italia, come in altri paesi, un non trascurabile numero di elettori sceglie di votare contro il governo in carica quali che siano state le sue politiche. Ciò nonostante c’è una carta che Enrico potrebbe giocare che non solo potrebbe farlo vincere, ma addirittura risollevare le sorti del Partito democratico sino al punto da non escludere il successo nelle elezioni prossime venture. SEGUE A PAGINA 2 @L’Europa verso una Carta dei diritti dei consumatori di energia@Il pulmino democratico arriva in Liguria Oggi su www.europaquotidiano.it Nel 2006 la popolazione italiana è aumentata di 300mila unità