Coltivazione biologica di ortaggi in tunnel-serra

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Coltivazione biologica di ortaggi in tunnel-serra
ORTICOLTURA BIOLOGICA
Una iniziativa della Cooperativa Valle Laghi (Pietramurata) condivisa dai soci
COLTIVAZIONE BIOLOGICA
DI ORTAGGI
IN TUNNEL-SERRA
Gabriele Chistè
Le finalità dell’iniziativa
Centro Assistenza Tecnica - IASMA
Matteo Salaorni
Cooperativa Valle Laghi
Giuseppe Visintainer
Ufficio per la qualità delle produzioni agroalimentari - P.A.T.
Foto 1 (sopra) - L’apporto irriguo
è garantito da un sistema localizzato
di manichette poste lungo le file.
Fra le attività a carattere dimostrativo-divulgativo finanziate
tramite l’Art.40 della L.P. 17/81
merita di essere menzionato il
progetto realizzato presso la cooperativa Valle Laghi di Pietramurata.
Nel terreno adiacente alla struttura del magazzino sono stati
allestiti 4 tunnel per la coltivazione di ortaggi in ambiente
protetto. Contestualmente sono
stati realizzati due campi di collezione varietale con diverse
cultivar di susino e albicocco.
Completa l’iniziativa un nuovo
impianto di melo comprendente le varietà più indicate per
l’ampliamento dell’offerta per il
prossimo futuro vale a dire Red
Chief, Fuji e una selezione di
Gala (Galaxy). La particolarità
della proposta risiede nell’impegno cui devono attenersi tutti
gli operatori coinvolti (agricoltori soci con propria attività aziendale) di gestire le coltivazioni secondo le tecniche dell’agricoltura biologica.
Traspare, dalla diversificazione
colturale che caratterizza il progetto, la volontà da parte della
Cooperativa di sondare diverse
strade produttive assecondando
le molteplici opportunità colturali che le caratteristiche peculiari di questo territorio, unico
nel panorama agricolo provinciale, consentono di perseguire.
In un momento congiunturale
non proprio favorevole alla melicoltura, che per la coop. Valle
Laghi rappresenta ancora il 95%
TERRA TRENTINA
Partita come prova
dimostrativa
finanziata dalla PAT
(art. 40 L.P. 17/81),
l’iniziativa prosegue
con il coinvolgimento
di soci disponibili ed
ha lo scopo di
introdurre, seppure
gradualmente, in zona
colture diverse e
complementari
rispetto alle
tradizionali (melo,
susino, vite)
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ORTICOLTURA BIOLOGICA
TERRA TRENTINA
Foto 2
I pomodori sono
posti a distanza
di 40 cm con
un investimento
di 2,2 piante a mq
per un totale
di 90 per fila.
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del conferito, è importante ricercare nuovi percorsi produttivi per riqualificare un prodotto che, sotto il profilo commerciale, è unanimemente ritenuto
“stanco”.
La coltivazione del melo secondo il metodo dell’agricoltura
biologica, indirizzata oltretutto
su varietà diverse da Golden
Delicious, può rappresentare in
questo contesto una valida risposta alle mutate tendenze del
mercato.
Allo stesso modo è altrettanto
importante rilanciare nell’ambito frutticolo la coltivazione di
nuove varietà di susino per controbilanciare il costante regresso
della susina di Dro, anche a
causa dei noti problemi di ordine sanitario e, nel contempo,
favorire la diffusione della
remunerativa coltura dell’albicocco, finora trascurata pure
nelle aree potenzialmente vocate. Non è da sottovalutare inoltre il momento particolarmente favorevole che sta attraversando il comparto viti-vinicolo che si pone attualmente
quale vantaggiosa alternativa
alle più tradizionali coltivazioni.
Questa tendenza può portare
alla progressiva riduzione della superficie frutticola, con con-
seguenti riduzioni del quantitativo conferito e possibili ripercussioni su programmi e strategie adottati dalla struttura.
Uno degli scopi che la Cooperativa si è prefissata con l’iniziativa in corso è proprio quello
di dimostrare la redditività delle
colture tradizionali quando siano impostate su scelte razionali, al passo coi tempi e condotte con professionalità: finora le prime impressioni sembrano confermare tali intendimenti.
Di proposito si rinvia l’esposizione dei risultati relativi agli
impianti dimostrativi frutticoli a
successiva comunicazione in
quanto la loro recente realizzazione (anno d’impianto 2000)
non consente l’esposizione di
dati sufficientemente esaurienti.
Ciò che al momento merita un
maggiore approfondimento sono invece le prime informazioni che emergono dalle produzioni orticole condotte dai vari
operatori succedutisi nella gestione dei singoli tunnel.
È superfluo sottolineare come
rientri tra gli obiettivi primari
della cooperativa Valle Laghi l’allargamento di prodotti orto-frutticoli del proprio paniere d’offerta, in linea anche con le stra-
tegie della O.P. di appartenenza, vale a dire il C.I.O. - Serene
Star che raggruppa diverse realtà produttive, non solo provinciali. Inoltre in questo contesto
gioca un ruolo determinante il
rapporto sinergico instauratosi
con il consorzio Val di Gresta
per un’ulteriore valorizzazione
del prodotto conferito.
Si ritiene cosa utili descrivere,
seppur in modo sintetico, le caratteristiche costruttive dei quattro tunnel predisposti per la
realizzazione del progetto che
sono costituiti da una struttura
a semi-arco, della lunghezza pari a 38 m, larghezza 5,20 m ed
altezza 2,60 m.
La copertura è in film plastico
semplice con testate e fiancate
apribili a mezzo manovella. Lo
zoccolo laterale è costituito da
pannelli di fibra di vetro ondulati dell’altezza di 50 cm. Nei
periodi più caldi si è fatto ricorso all’uso di rete ombreggiante
che riduce del 25% l’intensità
luminosa con conseguente abbassamento della temperatura
di 3- 4° C nelle ore di punta.
L’Apporto irriguo viene garantito da un sistema localizzato con
manichetta posto localizzato
lungo le file. Foto 1
La coltivazione di ortaggi
con metodo biologico
in coltura protetta
Annata 2001
Nel 2001 per problemi di tipo
organizzativo si è fatto un solo
ciclo di produzione, così realizzato:
due tunnel coltivati parte a pomodoro e parte a cetriolo;
due tunnel coltivati parte a pomodoro e parte a fagiolo rampicante.
In ogni tunnel sono state predisposte quattro file alla distanza di 110 cm. I pomodoro sono
stati posti a distanza di 40 cm,
•
•
di sostegno. Importante è impiegare del filo di rafia naturale e
non dello spago sintetico che implica il recupero con conseguente impiego di ore lavorative e
relativi costi aggiuntivi. Foto 4
Fondamentale si è rilevata la
pacciamatura del terreno eseguita su tutti i tunnel con il tessuto intrecciato nero in polipropilene da 95 g. al mq, recuperabile e quindi utilizzabile per
diversi anni.
L’irrigazione è stata fatta impiegando manichette rigide con
gocciolatore in linea alla distanza di 30 cm, con portata di 2
litri ora.
I cetrioli sono stati seminati in
contenitori alveolari da 46 fori
dagli stessi agricoltori che gestivano i tunnel impiegando la
Cv Jazzer F1; il trapianto è avvenuto il 10 di giugno, con piantine che avevano ben sviluppato le prime due foglie vere, su
terreno pacciamato alla distanza di 30 cm sulla fila con un
investimento di 3 piante al mq.
Per l’allevamento in verticale si
sono impiegate le reti di nylon
e spago. L’irrigazione è stata
fatta con le ali gocciolanti.
Tale sistema è stato adottato
anche per il fagiolo rampicante; per questa coltura la semina
sulla fila è stata fatta con 14
piante al ml.
Al fine di favorire un’impollinazione equilibrata del pomodoro e del cetriolo si è fatto ricorso all’apporto di piccole casette di bombi, pronubi forniti
in colonie di 50 individui e sistemati nei tunnel all’altezza di
50 cm dal terreno.
Per regimare al meglio la temperature durante il periodo estivo, i tunnel sono stati dotati di
reti ombreggianti al 25% in modo tale da ridurre la temperatura interna di 3-4 °C.
Temperature troppo elevate non
favoriscono la vitalità del polline e la stessa attività dei bombi
viene limitata, comprometten-
Foto 3
Pomodoro
insalataro tondo
liscio.
Foto 4
La legatura con
filo di rafia
naturale comporta
meno ore di lavoro
e minori costi.
TERRA TRENTINA
con un investimento medio di
2,2 piantine al mq per un totale
di 90 per fila. Foto 2
Sono state messe a dimora 720
piante di pomodoro di cui 520
di pomodoro insalataro Foto 3
della Cv Arletta e 200 della Cv
Italdor del tipo allungato.
Il trapianto è stato fatto alla 18a
settimana impiegando piantine
con pane di terra ottenute in
contenitori di polistirolo da 46
fori. Il tipo di allevamento verticale è stato attuato con tutori
in canna di bambù e spago.
I due sistemi di tutoraggio si differenziano essenzialmente per
la rapidità con cui si esegue la
legatura della pianta nella fase
di crescita, ma anche per la struttura di sostegno dell’intera coltivazione. Il sistema di allevamento che impiega lo spago come
tutore si è dimostrato molto interessante e più funzionale rispetto al tutore rigido in legno
o bambù, anche nella fase di
smantellamento della struttura
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ORTICOLTURA BIOLOGICA
appropriato l’irrigazione e la
disponibilità di azoto.
Dal punto di vista della difesa
antiparassitaria il pomodoro non
ha richiesto particolari interventi, ma solo un paio di trattamenti
a base di rame quando le condizioni di eccesso di umidità potevano favorire le batteriosi
e la peronospora.
Sono stati fatti due lanci di Afidius colemanni e Phitoseyulus
persimilis, predatori naturali al
fine di controllare il diffondersi
di afidi e acari.
Foto 5
I pomodori di
forma allungata
hanno manifestato
gravi sintomi di
marciume apicale.
do l’allegagione. La fertilizzazione di fondo è stata fatta impiegando stallatico umificato e solfato potassico magnesiaco.
TERRA TRENTINA
Considerazioni
sulle tecniche colturali
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Pomodoro
La coltivazione di tale ortaggio
non ha comportato problemi particolari, solo la tipologia allungata ha manifestato gravi sintomi
di marciume apicale. Foto 5
Tale fisiopatia si manifesta particolarmente sulle tipologie di
pomodoro allungato ed è correlata ad una serie di fattori legati all’equilibrio fisiologico
della pianta che in condizioni
ambientali, nutrizionali, genetiche non favorevoli accentuano
tale problema. Per contenere
tali sintomi risultano validi gli
interventi preventivi con prodotti fogliari a base di calcio,
cercando di regimare in modo
Cetriolo
Questo ortaggio ha manifestato particolare interesse dal punto di vista produttivo, non presentando difficoltà nell’allevamento della pianta, ma solo
qualche problema di tipo parassitario dovuto alla gestione non
appropriata del tunnel.
Questo evidenzia che nello stesso tunnel non si possono coltivare contemporaneamente ortaggi che richiedono parametri
bio-agronomici differenti, per la
difficoltà di poter garantire alle
singole specie le appropriate
condizioni colturali.
Tale coltura è molto sensibile
agli afidi, all’oidio, all’acaro, per
cui, dovendo favorire le condizioni che frenano lo sviluppo
di tali patogeni, si creano squilibri per le altre colture.
Nonostante i lanci di predatori
naturali, gli afidi hanno avuto il
sopravvento con conseguenze
negative sulla produzione e si
è dovuti intervenire con un prodotto vegetale a base di Azadiracta indica (Olio di neem).
Per contrastare l’oidio è stato
necessario trattare con prodotti
a base di zolfo.
I due sistemi di allevamento
provati non hanno sortito differenze poichè la pianta deve essere comunque aiutata ed indirizzata sulla rete o spago, in modo che i cirri si attacchino ai tutori. La varietà Jazzer, nella fase
di allevamento, ha bisogno di
essere potata mirando ad eliminare i germogli ascellari fino
all’altezza di 40 cm, garantendo in tal modo la rapidità di crescita dell’apice.
Fagiolo
L’esperienza fatta non ha portato a dei risultati positivi per
vari motivi.
La prova aveva lo scopo di verificare la possibilità di anticipare la produzione del fagiolo
sotto tunnel.
Come già riferito, la difficoltà
di gestire tunnel piccoli, con diverse colture a sviluppo verticale si è confermata anche per la
coltivazione del fagiolo rampicante che non risulta di semplice attuazione.
Annata 2002
Il piano di coltivazione previsto per il 2002 questo tipo di
produzione per tutti i 4 tunnel:
1° trapianto Lattuga di Trento e
Canasta
2° trapianto Pomodoro insalataro
3° trapianto Lattuga di Trento
•
•
Lattuga di Trento e Canasta
Con il primo trapianto avvenuto verso la metà di febbraio sono state messe a dimora nei
quattro tunnel 7.600 piante di
lattuga alle seguenti distanze: tra
le file 25 cm e 30 cm sulla fila
con un investimento medio di
13 piante al mq.
Si sono impiegate due varietà:
Lattuga di Trento e Canasta
Su due tunnel si è fatta la pacciamatura con film di polietilene
per il controllo delle infestanti,
per avere un anticipo della raccolta e per una maggiore pulizia del prodotto. Foto 6
In uno dei due tunnel non pacciamati è stato impiegato il tessuto non tessuto per proteggere la coltivazione dalle basse
temperature e favorirne lo sviluppo equilibrato.
Prima del trapianto si è proceduto al bagno delle piantine tramite l’immersione del cubetto
di torba in una soluzione di biotite, stimolante organico che favorisce la radicazione e l’attecchimento.
La ripresa vegetativa è stata
buona, non si sono verificati
gravi problemi di tipo parassitario, solo qualche sporadico attacco di pythium ed elateridi.
Non si è proceduto a nessun
tipo di intervento antiparassitario, la produzione è stata discreta per la tipologia Lattuga Trento, mentre per la Canasta la produzione è stata buona.
Il tessuto non tessuto ha dimostrato la sua utilità anticipando
leggermente la produzione se
abbinato alla pacciamatura; in
caso contrario provoca l’anticipo della nascita delle infestanti
che diventano concorrenziali
alla coltura. Foto 7
Vi è comunque il problema che
il tessuto non tessuto, in ambiente protetto, induce una leggera riduzione del passaggio
della luce e mantiene la coltura
più bagnata, accentuando il rischio dei marciumi.
Pomodoro
Dopo la coltura della lattuga, si
è proceduto al trapianto del pomodoro previa preparazione
del terreno fatta con una fresatura e l’interramento di stallatico
e microelementi.
Il sistema adottato è stato quello descritto in precedenza e che
ha fornito i migliori risultati.
In tutti i tunnel si è praticata la
pacciamatura con tessuto intrecciato nero, l’irrigazione localizzata con ala gocciolante, tutoraggio con spago. Il trapianto è
stato effettuato alla metà di aprile impiegando piantine ben sviluppate alle distanze di 1,10 cm
tra le file e 40 cm sulla fila, con
un investimento di 2,2 piante
al mq. Durante il periodo di coltivazione non si sono verificati
problemi, la raccolta è iniziata
nella prima decade di luglio e
si è protratta fino ai primi di ottobre.
Solo nella parte finale del ciclo
si è riscontrata l’insorgenza di
batteriosi sulla vegetazione, ma
grazie ad appropriati interventi
con rame il problema è stato
(in basso)
Foto 6
La pacciamatura
con film di plietilene
consente di ottenere
il controllo delle
infestanti, un anticipo
della raccolta ed
un frutto più pulito.
Foto 7
Il tessuto non tessuto
anticipa
la produzione
se abbinato
alla pacciamatura.
TERRA TRENTINA
Le due tipologie di fagiolo rampicante, una mangiatutto a baccello verde (Stortina di Trento)
e l’altra borlotto a maturazione
cerosa tipo Lamon (Ardore), per
problemi di condizionamento
climatico non hanno fruttificato,
ma hanno manifestato un’attività vegetativa esuberante, fuori
dalla norma.
Tutto questo ha fatto esplodere il problema degli afidi e degli acari, compromettendo seriamente la produzione nonostante due lanci di Phitoseyulus
persimilis.
Il risultato negativo ha fornito
comunque utili indicazioni sulla coltivazione, evidenziando
come questi tunnel non siano
indicati per tale tipo di produzione. Inoltre il fagiolo rampicante deve essere coltivato in
periodi climatici favorevoli,
poiché il caldo accentua il problema acari e limita l’allegagione, provocando la cascola dei
piccoli baccelli. Sapendo che
tale coltura ha esigenze nutrizionali contenute rispetto ad altre, la fertilizzazione dovrà quindi essere impostata in modo da
evitare un’eccessiva vigoria.
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ORTICOLTURA BIOLOGICA
almeno 8 agricoltori hanno potuto fare questa esperienza.
A testimoniare l’importanza di
questo campo dimostrativo, il
Consiglio di Amministrazione
ha creato al proprio interno un
gruppo di lavoro, per verificare l’andamento agronomico e
commerciale dell’attività.
Foto 8
L’impiego di
bombi favorisce
l’allegagione
e l’uniformità
dei frutti.
Quantitativi conferiti
contenuto. L’impiego dei bombi
per favorire l’allegagione e l’uniformità dei frutti è pratica molto importante e anche per il secondo anno si è confermata la
necessità di applicarla nelle coltivazioni precoci e protette. Foto 8
Concludendo, si può ritenere
che il pomodoro fatto in coltivazione protetta, coltivato secondo il metodo dell’agricoltura biologica è tecnicamente proponibile, purchè si gestiscano
correttamente i parametri climatici, si impieghino varietà che
non necessitano di forzature
nutrizionali e che siano resistenti a determinati patogeni tellurici
tipo fusarium e verticillium.
Il terzo ciclo che prevedeva una
coltivazione di lattuga non è
stato fatto per mancanza di tempo degli agricoltori impegnati
nelle raccolte aziendali.
TERRA TRENTINA
Riepilogo delle produzioni
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Per quanto riguarda le produzioni, ci si soffermerà esclusivamente su quelle dei tunnel; per
il frutteto, messo a dimora tra
l’anno 2000 e l’anno 2001, non
è ancora possibile effettuare
delle verifiche produttive, pur
restando un punto di riferimento per gli associati per quanto
riguarda le varietà di melo, susino e albicocco da scegliere per
i rinnovi.
Coinvolgimento
dei produttori
I tunnel sono stati affidati per
l’annata 2001 e 2002 a dei soci,
con un contratto di comodato,
come stabilito dal Consiglio di
Amministrazione della Cooperativa. I produttori si sono impegnati a rispettare la pratica
dell’agricoltura biologica, conferendo tutta la verdura prodotta presso il magazzino frutta
della Cooperativa a Pietramurata.
Nelle varie annate l’intenzione
è quella di cedere i tunnel a soci
sempre diversi; la Cooperativa
dà comunicazione agli stessi
tramite una propria circolare
della disponibilità delle suddette strutture; finora la rotazione
è stata soddisfacente, in quanto su almeno due tunnel le aziende coinvolte sono sempre
state diverse, quindi con il 2003
ANNATA
2001
2001
2002
2002
Nella tabella in basso si elencano le varietà di ortaggi conferiti;
nel 2001 a titolo di osservazione,
è stato seminato del cornetto di
Trento rampicante, ma il conferimento è stato praticamente
nullo, in quanto le piante hanno continuato a vegetare, senza mai andare a frutto.
Per il 2003 si intende continuare con la rotazione, seminando, dopo il pomodoro Arletta
del 2002, lattuga trentina e cetriolo Jazzer, terminando l’annata con radicchio.
Tutti i mezzi tecnici ammessi
per una razionale gestione tecnico agronomica dei tunnel sono reperibili presso il deposito
scorte agrarie della Cooperativa; dal punto di vista della consulenza agronomica, ci si è avvalsi della collaborazione del
Centro di Assistenza Tecnica di
San Michele all’Adige, nella persona del tecnico Gabriele Chistè.
Ricadute dell’iniziativa
sulla Cooperativa
Nell’anno 2002, vista la positiva collaborazione con il Consorzio Ortofrutticolo Val di Gresta,
VARIETÀ
Totale Cetriolo Jazzer
Totale Pomodoro Arletta
Totale Lattuga
Totale Pomodoro
TOTALE KG.
Kg CONFERITI
544,2
3924,0
1716,1
5321,0
11.505,0
Considerazioni finali
Queste produzioni possono
presentare una valida integrazione alla coltura del melo, in
particolare nella fase di rinnovo degli impianti, consentendo
un minimo di rotazione colturale di cui tanto necessitano le
superfici su cui da più generazioni si succedono le stesse coltivazioni.
Nell’ambito dell’agricoltura biologica, le aziende agricole che
hanno fatto domanda di conversione, in stretta collaborazione con la Cooperativa, sono sta-
condo il metodo dell’agricoltura biologica, vi sia una preparazione professionale sufficiente
per l’ottenimento di produzioni in linea con gli standard qualitativi richiesti dal mercato.
Obiettivo della Cooperativa è
quello di fornire la possibilità,
mettendo a disposizione le superfici del progetto dimostrativo, di acquisire le conoscenze
di base per produzioni di qualità, in quanto non trova alcun
riscontro l’errata credenza che
il prodotto biologico, anche se
di basso standard qualitativo
possa comunque, in qualche
modo, venire valorizzato.
fatti&previsioni
L’attribuzione da parte di SLOW FOOD della qualifica
di presidio al vino santo trentino DOC della Valle dei Laghi
ha indotto un aumento di interesse all’acquisto da parte di
operatori di varie province o regioni italiane. L’associazione vignaioli
produttori di vino santo trentino DOC della Valle dei Laghi non ha
finora modificato il prezzo di vendita. Esso rimane compreso tra i 1819 euro per le annate recenti e i 23-24 euro per le annate più+vecchie. I dati sono riferiti a bottiglie da 375 millilitri.
Circa 200 soci delle cooperative frutticole SOA di Aldeno e SAV di
Volano hanno partecipato ad un incontro su “Realtà e prospettive della
frutticoltura a Trento sud” che si è svolto il13 marzo 2003 nella sala
della vigna del Comune di Nomi. Dal convegno organizzato di comune accordo dal centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S.
Michele e dalla dirigenza delle due cooperative, è emerso che nei
prossimi 5 anni dovranno essere rinnovati ben 200 ettari di frutteto. Si
tratta di 1 terzo della superficie complessiva attualmente investita a
melo. Ai partecipanti è stato distribuito un fascicolo con la descrizione
delle varietà di melo da piantare.
L’associazione nazionale ASSOMELA cui aderiscono 6 tra le maggiori organizzazioni di produttori ortofrutticoli dell’Italia settentrionale
ha affidato ad una agenzia specializzata una indagine intesa a rilevare vari aspetti del mercato e consumo di mele nei Paesi del sud-est
asiatico. Tipo e varietà di mele preferiti, categorie prevalenti di consumatori, livello di reddito e conseguente capacità di acquisto sono gli
aspetti più significativi dell’indagine. Il resoconto sarà valutato dalla
dirigenza di ASSOMELA e delle organizzazioni di produttori in vista
di una futura vendita di mele italiane nei Paesi indagati.
TERRA TRENTINA
VARIETÀ
kg CONFERITI
CAVOLFIORI
2673,5
CAVOLO CAPPUCCIO
893,0
CAVOLO VERZA
1624,0
AG.CORNETTI DI TRENTO 327,6
FAGIOLI BORLOTTI
43,0
INSALATA CANASTA
20,0
INSALATA TRENTINA
17,3
POMODORI
1509,7
POMODORO ARLETTA
5207,4
RADICCHIO CHIOGGIA
2095,0
RADICCHIO GLORIA
104,4
RADICCHIO INDIGO
524,0
RADICCHIO PRECOCE
107,0
RADICCHIO TREVISANO
372,5
ZUCCHINO SUPREMO
8846,7
TOT kg
24.365,1
te due, entrambe in ambito frutticolo. La realtà più rilevante è
rappresentata dalla società Toblino Srl, che ha convertito un
frutteto a corpo unico di 4,50
ettari unitamente ad un’interessante iniziativa condotta dall’azienda agricola Bortolotti Rolando che ha investito circa un ettaro nella coltura biologica dell’albicocco e 1.500 metri quadrati in orticole biologiche.
Lo scopo della Cooperativa è
quello di avvicinarsi in modo
graduale e ponderato al mondo dell’agricoltura biologica,
senza forzare le scelte dei singoli imprenditori. È fondamentale che, oltre ad una convinzione di base per produrre se-
NOTIZIE
circa una decina di aziende si
sono dedicate alla coltivazione
di ortaggi.
In particolare due soci, che nel
2001 avevano in gestione le
strutture del campo dimostrativo hanno iniziato una loro esperienza nel campo dell’orticoltura, nel settore dell’agricoltura convenzionale.
Sempre nello stesso anno altre
dieci aziende agricole hanno
avviato delle attività in ambito
orticolo, conferendo il prodotto presso la cooperativa.
Si riporta di seguito una tabella
con le quantità di ortaggi conferite dagli associati nell’anno
2002
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