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UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE ISTITUTO DI STATISTICA Umberto Magagnoli Paola M. Chiodini Indici di capacità di processo in presenza di situazioni che si allontanano dalla legge normale Serie E.P. N. 106 - Ottobre 2001 Finito di stampare nel mese di ottobre 2001 da MULTISERVER – Romentino (NO) Indici di capacità di processo in presenza di situazioni che si allontanano dalla legge normale Capability Indices for Situations that Differ from the Normal Law Paola M. Chiodini, Umberto Magagnoli (•) Istituto di Statistica Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e-mail: [email protected] e-mail: [email protected] 1. Introduzione L'esigenza di disporre di strumenti manageriali che si caratterizzino per facilità operativa e di comprensione e che nel contempo abbiano un elevato grado di sensibilità alle modifiche che intervengono nel sistema produttivo ed organizzativo, è uno degli elementi propulsori per la ricerca applicata nell'ambito della valutazione della qualità di un sistema sia di produzione di beni sia di erogazione di servizi. Nell’attuale visione della Qualità Totale (TQM - Total Quality Management) anche gli aspetti riguardanti la qualità, più vicini al processo di produzione, assumono una rilevanza particolare che va al di là di quanto era tradizionalmente inteso e che sinteticamente si può indicare come Controllo Statistico di Processo (SPC - Statistical Process Control). L’analisi della capacità del processo che, da strumento tipicamente ad elevato contenuto tecnico, è diventata strumento di valutazione specifica e globale della qualità del sistema nei suoi aspetti manageriali richiede un apparato di metodi di sintesi e di confronto alla cui semplicità e immediatezza d’uso corrispondano basi sia probabilistiche sia statistiche che permettano di valutare le conseguenze delle decisioni operative, prese sulla base di informazioni parziali, quali sono quelle campionarie. E' questa certamente una delle finalità che ha portato all'introduzione di una serie di “indici di capacità di processo” (PCI - Process Capability Indices) che ha avuto in questo ultimo quarto di secolo un continuo sviluppo, dall'iniziale proposta che si può far risalire a Juran et alii (1974). La larga diffusione di tali strumenti, in particolare nell'industria americana e giapponese oltre che europea, è stata favorita anche dalla loro utilizzazione sistematica da parte di alcune importanti industrie di livello internazionale in campo automobilistico, quali Ford, General Motors e Chrysler. L’impiego di tali procedure per la valutazione della qualità ha svolto anche un'azione di diffusione diretta e indiretta in altri ambiti produttivi influendo sulle aziende fornitrici di tali industrie (•) Il presente lavoro costituisce, in forma estesa, il contributo presentato alla XL Riunione Scientifica della Società Italiana di Statistica, Firenze 2000. L’impostazione generale della ricerca è condivisa dagli autori; in particolare, a P.M. Chiodini si deve la stesura dei paragrafi 2, 5 e a U. Magagnoli si deve la stesura dei paragrafi 3, 4. 1 leader. L'attuale momento caratterizzato, in Europa ed in particolare, in Italia dall'introduzione della Certificazione della Qualità ha esteso l'impiego di tali strumenti a settori merceologici differenti e ad aziende di medie e piccole dimensioni. L'interesse nei riguardi dei PCI, similmente a quanto è avvenuto per altri strumenti procedurali aventi rilevanti basi ed implicazioni statistiche, quali sono ad esempio le carte di controllo di Shewhart, ha prodotto una notevole letteratura scientifica che ha portato all'introduzione di specifici indici, sia per superare eventuali limiti di quelli già presenti sia per rispondere a particolari nuove esigenze operative o metodologiche; di tali indici sono state studiate le proprietà inferenziali degli stimatori proposti e le procedure di verifica d'ipotesi ad essi collegabili (v. Kotz, Johnson (1993) e Kotz, Lovelace (1998)). Inoltre l’impiego di indicatori sintetici, quali i PCI, ha avuto, dai secondi Anni ’70 al momento attuale, una continua evoluzione che ha portato sia all’allargamento della classe di indici: dalle proposte iniziali (indice Cp) alla serie di indici quali gli indici Cpk, Cpm fino a quelli detti di terza generazione (ad esempio Cpmk e la classe di indici Cp(u, v) che comporta una struttura unificante dei precedenti indici) sia alla formulazione di altri indici, in grado di tenere conto dell’allontanamento dalle usuali assunzioni riguardanti la normalità della distribuzione della caratteristica in oggetto, quale l’indice Cs proposto da Wright e gli indici Cs(h) e C s* (h) che ne costituiscono una generalizzazione e che saranno oggetto di particolare interesse in questo lavoro. 2. I principali indici di capacità di processo L’esigenza di disporre di una misura immediata e di facile comprensione che evidenzi la capacità di un processo a rispettare i limiti di specificazione o di tolleranza imposti in fase di progetto e che si presenti in una forma adimensionale, propria di un indice (con valori positivi che possono essere maggiori o minori dell’unità in relazione ad una capacità di processo soddisfacente oppure non soddisfacente) è stata da sempre sentita nell’ambito dei sistemi organizzativi SPC. Indicata con X la caratteristica oggetto d’indagine, che per semplicità è considerata in questo lavoro unidimensionale, la situazione più ricorrente vede l’assegnazione di un “valore di riferimento” T (Target) ed anche di due valori “limiti di specificazione” U e L, rispettivamente superiore ed inferiore, nella letteratura indicati generalmente con USL (Upper Specification Limit) e LSL (Lower Specification Limit). Conoscendo la distribuzione di X è possibile valutare da un lato la proporzione o probabilità di unità prodotte dal processo θ che sono non conformi alle specifiche θ = 1 − Pr{L≤ X ≤U}=θL + θU = Pr{X <L} + Pr{X >U} = FX(L) + [1−FX(U)] (1) dove FX(•) è la funzione ripartizione della caratteristica X. Un altro parametro di interesse, per la valutazione della capacità del processo, è dato dalla perdita media o “rischio” R, collegato alla non corrispondenza del valore della caratteristica delle unità prodotte al valore T: R = E{l(X; T)} (2) 2 dove E{•} è l’operatore media aritmetica e l(x; T)≥ 0 è una funzione di perdita che è scelta opportunamente a seconda delle conseguenze economiche che la non corrispondenza del valore x di una unità prodotta rispetto a T ha sul produttore o, più in generale, sul sistema economico (fornitore – acquirente). In linea con le metodologie che si richiamano ai contributi di Taguchi riguardanti la progettazione “robusta” del TMQ, come funzione di perdita si ricorre spesso ad una semplice espressione quadratica l(x; T) = a (x−T)2 che comporta una funzione di rischio proporzionale a E{(X-T)2}, potendosi porre senza perdita di generalità: R = τ2 = E{(X-T)2} = E{(X-µ)2} + (µ−T)2 = σ2 + (µ−T)2 (3) essendo µ e σ2 rispettivamente il valore medio e la varianza della caratteristica X oggetto di interesse. Da quanto detto si richiede che i PCI siano legati in maniera inversa alla probabilità di non conformità θ ed al rischio R e di conseguenza allo scarto quadratico medio σ che misura la dispersione di X. L’esigenza di sintesi che è alla base dell’introduzione dei PCI, può essere offuscata o comunque attenuata da altri elementi che influiscono sulla proporzione di elementi non conformi e sull’entità della funzione di perdita, quali: − legge di distribuzione della X, in termini di forma (simmetria o non, normalità o non), con esistenza di parametri propri, legati o non legati, a quello di locazione µ ed a quello di dispersione σ ; − valori di specificazione diversi: presenza di un solo limite di specificazione, superiore o inferiore invece di due, intervallo di specificazione simmetrico o asimmetrico rispetto al valore di riferimento T, cioè T = M oppure T ≠ M, dove con M = (U+L)/2 si è indicato il punto centrale dell’intervallo di specificazione. 2.1 Struttura generale di un indice di capacità La tipica struttura di un indice PCI è quella di un rapporto C tra due intervalli, espressi nell’unità di misura della grandezza di interesse X, rispettivamente indicati con IN ed ID: C= IN ID (4) in cui l’intervallo IN che è al numeratore è più direttamente legato ai valori di specifica richiesti per il prodotto, mentre l’intervallo ID è più direttamente legato alle modalità distributive della caratteristica oggetto di interesse X in termini di dispersione, di forma della legge di distribuzione, di distorsione del valore medio rispetto al valore di target, ecc.. 3 2.2 L’indice Cp Alla struttura esposta in (4) per gli indici PCI risponde l’indice Cp che è stato proposto per primo (Kotz S., Lovelace C.R. (1998) e Kotz S., Johnson N.L. (1993)): Cp = d (U − L) = 3σ 6σ (5) E’ l’indice che presenta la forma più semplice, ed è impiegato tradizionalmente come misura della capacità reale del sistema produttivo a soddisfare il livello di qualità richiesto dalle specifiche di produzione. Tale indice, infatti, mette a confronto l’ampiezza dell’intervallo di specificazione del processo considerato, quantità a numeratore, con quella di un intervallo entro cui effettivamente si presenta il processo, quantità al denominatore. Quanto più è elevato il valore di Cp e tanto più ridotta è la variabilità della caratteristica del processo. Si osservi che, data la struttura dell’indice, qualora si verifichi una sola traslazione della legge di distribuzione che descrive il processo, il valore dell’indice Cp rimane invariato. Il valore di Cp fornisce una misura della “potenzialità” della capacità di un processo a produrre unità accettabili (v. Kotz, Lovelace (1998), pp. 34-35), non tenendo conto del valore su cui il processo è centrato rispetto al valore di target. E’ possibile mettere in relazione l’indice Cp e la frazione di elementi non conformi in un modo di immediata comprensione solo se valgono le seguenti condizioni: i) la variabile casuale X che descrive il processo si distribuisce secondo la legge normale; ii) la media µ della variabile X coincide con il valore di riferimento definito dalle specifiche T (pari anche al valore centrale dell’intervallo di specificazione M), situazione corrispondente ad un processo in controllo in media. Data la struttura dell’indice Cp e alla luce di quanto detto sopra, appare ovvio che la proporzione θ di elementi non conformi sotto le condizioni citate sia pari a: θ = Φ( L−µ U −µ ) + [1−Φ( )] σ σ (6) essendo Φ(•) la funzione di ripartizione della variabile casuale normale standardizzata. Poiché l’indice Cp non tiene conto della media del processo non fornisce una misura diretta di θ , ma piuttosto un estremo inferiore: θ ≥ Φ(−3Cp) + [1−Φ(3Cp)] = 2 Φ(−3Cp) (7) L’eguaglianza si avrà solo quando il processo è completamente centrato nell’intervallo di specificazione, ovvero quando µ = M. 2.3 L’indice Cpk e l’indice Cpm Mentre l’indice Cp non richiede conoscenze sul valore della media di processo µ, si è osservato che il valore di µ influenza la probabilità di elementi non conformi θ ed è stato, pertanto, introdotto l’indice Cpk che tiene conto di tale influenza. 4 L’indice Cpk è definito: Cpk = min(U − µ , µ − L) d− | µ − M | |µ −M | = = [1− ] Cp 3σ d 3σ (8) dove, a differenza di Cp, il termine a numeratore è dato dalla minor distanza dalla media di X dagli estremi di specificazione. Risulta così Cpk ≤ Cp, con l’uguaglianza solo se µ = M. Kane (1986) ha definito un indice analogo a Cpk dove nella (8) al posto di M è introdotto il valore di target T. Se la legge di distribuzione della caratteristica X è normale la (6), permette di determinare θ per casi particolari in cui µ ≠ M. L’indice Cpm, è definito: Cpm = (U − L) d = 2 6τ 3[σ + ( µ − T ) 2 ]1/ 2 (9) dove τ2 è l’errore quadratico medio della caratteristica X rispetto al valore di target T dato dalla (3), che, sfruttando la teoria introdotta da Taguchi relativa alla funzione di perdita quadratica, permette di modellare un indice che non solo tiene conto della variabilità del processo ma anche di quanto la media del processo si discosta dal valore di target. Così per massimizzare Cpm è sufficiente minimizzare τ, tramite una diminuzione della variabilità del processo oppure cercando di avvicinare la media del processo al valore di target o agendo in entrambi i modi contemporaneamente (v. Kotz, Lovelace (1998), pp. 77-83). Anche per l’indice Cpm è possibile determinare la frazione di elementi non conformi θ mediante la (6). 2.4 L’indice Cpmk e l’indice Cp(u, v) I PCI sono stati introdotti in Giappone alla metà degli Anni ’70. La prima generazione, Cp e Cpk, costituisce uno strumento di base per descrivere la dispersione. Alla metà degli Anni ’80 con il contributo degli statistici sono stati messi in luce i limiti di tale approccio, in particolare, è stato evidenziato come l’impiego di tali indici non contribuisse in alcuni casi al miglioramento della qualità del processo. E’ stato pertanto introdotto l’indice Cpm assieme ad altri ad esso collegati che hanno come riferimento la variabilità rispetto al valore di target. Tuttavia il miglioramento così ottenuto non è risultato sufficiente. Una possibile strada sembra quella di proporre indici che riuniscano le proprietà dei diversi indici già esistenti. Un esempio ci è dato dall’indice Cpmk, proposto da Pearn et al. (1992), che è una combinazione degli indici Cpk e Cpm: Cpmk = min(U − µ , µ − L) d− µ−M |µ −M | = = [1 − ] Cpm 2 2 1/ 2 3τ 3[σ + ( µ − T ) ] d (10) Dal confronto di tale indice con gli altri emerge che esso è più selettivo rispetto 5 a deviazioni del processo dal valore di target. In modo del tutto analogo a quanto si è visto per gli altri indici si può ottenere la frazione di elementi non conformi θ, mediante la (6). Una classificazione, infine, in ordine di rango per evidenziare la sensitività a differenze tra media del processo e valore di target pone i diversi indici in ordine decrescente: Cpmk, Cpm, Cpk e Cp (Pearn, Kotz (1994)). Un ulteriore indice che viene qui presentato, proposto da Vännman (1995), è l’indice Cp(u, v), che ha la seguente definizione: d − u| µ − M | 3[σ 2 + v ( µ − T ) 2 ]1/ 2 C p (u, v) = (11) dove u e v sono una coppia di parametri non negativi, che costituisce una classe di indici diversi in relazione a valori assegnati a u e v. Ponendo alternativamente il valore di u e v pari a 0 e 1 si possono ottenere gli indici precedentemente illustrati, infatti: Cp(0, 0) = Cp; Cp(1, 0) = Cpk; Cp(0, 1) = Cpm; Cp(1, 1) = Cpmk. (12) Le ragioni che hanno portato ad introdurre l’indice Cp(u, v), u>0 e v>0, vanno ricercate nell’esigenza di disporre di indici che fossero più sensibili allo spostamento della media del processo rispetto al valore di target. In particolare, si osserva che l’indice Cp(u, v) presenta la sopraddetta proprietà quando u e v assumono valori elevati, infatti, all’aumentare del valore di questi due parametri aumenta la sensibilità dell’indice. Le restanti principali proprietà di Cp(u, v) sono sostanzialmente le medesime degli altri indici esposti precedentemente ad esempio, per la frazione di elementi non conformi si ha la relazione, analoga alle precedenti, θ ≤ 2Φ(−3Cp(u, v)) per u>0 e v>0. 3. Indici di capacità di processo in presenza di distribuzioni asimmetriche Capostipite di una nuova generazione di indici che tengono conto della asimmetria della caratteristica di interesse, è l’indice Cs, introdotto da Wright (1995), definito nel seguente modo: Cs = min (U − µ ; µ − L) 3 σ + (µ − T ) + µ 3 / σ 2 2 = d − µ−M 3σ 1 + [( µ − T ) / σ ] + γ 1 2 (13) dove al denominatore si tiene conto dell’asimmetria della caratteristica X mediante il valore assoluto dell’indice di asimmetria, γ 1 di Fisher, essendo µ 3 = γ 1σ 3 il momento centrale terzo della caratteristica X. Questo indice risulta essere particolarmente interessante in quanto, quale generalizzazione dell’indice Cpmk, consente di valutare situazioni in cui la legge di 6 distribuzione della caratteristica oggetto dell’indagine sia non simmetrica. E’ da osservare che l’indice Cs sarà sempre minore al più uguale all’indice Cpmk e l’uguaglianza si avrà solo nel caso in cui la legge di distribuzione della caratteristica X sia simmetrica. La critica fondamentale che si può muovere all’indice Cs consta nel fatto che non esistono relazioni funzionali esplicite o maggiorazioni tra l’indice e la frazione di elementi non conformi θ , come si verifica invece per gli altri indici, problema che è argomento di questo lavoro. 3.1 L’indice Cs(h) e l’indice C*s (h) Si è ritenuto interessante studiare l’andamento dell’indice Cs al variare della frazione di elementi non conformi θ e per facilitare una tale analisi si è proposta una formulazione più generale dell’indice indicato nella (13), come è presentata da Chen e Kotz (1996), ovvero: C s ( h) = min (U − µ ; µ − L) 3 σ 2 + (µ − T ) 2 + h µ 3 / σ = d − µ−M 3σ 1 + [( µ − T ) / σ ] + h γ 1 2 , (14) dove h è un parametro definito positivo che enfatizzando la componente dell’indice Cs legata all’indice di asimmetria γ 1 consente di ricercare un andamento tra l’indice C s (h) e θ similare a quello che si ha nel caso di distribuzione normale per la variabile X. Di interesse è anche lo studio dell’indice C*s (h) che, può intendersi come una generalizzazione dell’indice Cpm e risulta essere definito nel seguente modo: C s* (h) = d = 3 σ + (µ − T ) + h µ 3 / σ 2 2 d 3σ 1 + [( µ − T ) / σ ] + h γ 1 2 (15) dove il numeratore viene a coincidere con quello dell’indice Cpm mentre il denominatore coincide con quello dell’indice Cs(h) ottenendo così un indice che risulta essere insensibile a slittamenti della media del processo rispetto a M, valore centrale dell’intervallo di specificazione, mentre è sensibile agli scostamenti della media del processo produttivo dal valore di target T ed al grado di asimmetria della legge di distribuzione di X. In questo contesto diviene interessante osservare che per h=0 l’indice Cs(h) coincide con l’indice Cpmk mentre l’indice C*s (h) viene a coincidere con l’indice Cpm. D’altro canto per h=1 l’indice Cs(h) coincide con l’indice Cs proposto da Wright. L’influenza dell’entità della asimmetria presente nella distribuzione della caratteristica X, in termini dell’indice di forma γ1 e del parametro h presenti nelle equazioni (14) e (15), sui valori dei PCI Cs(h) e C*s (h), rispettivamente, è data in Figura 1. In tale figura, al fine di evidenziare il contributo del solo parametro h e di γ1 si è considerato che la caratteristica X presenti una media µ centrata su M, assunto quest’ultimo coincidente con T ossia µ ≡ µ0 con µ0 = M ≡ T e che lo scarto quadratico medio σ sia pari a 1/6 dell’intervallo di specificazione (U-L), σ ≡ σ0 con σ0 = d/3; in tali 7 condizioni gli indici Cs(h) e C*s (h) coincidono e sono espressi dalla relazione seguente: 1 C s (h) ≡ C s* (h) = che comporta per h = 0 o γ1 = 0 il valore unitario degli 1+ hγ1 indici PCI considerati. Dal grafico si può osservare, ad esempio, che la presenza di un valore di |γ1| = 1 comporta valori dei PCI considerati pari a 0,84 per h = 0,5 e pari a 0,71 per h = 1, mentre per |γ1| = 2 si hanno valori dei PCI pari a 0,71 e 0,58 rispettivamente per i medesimi due valori di h considerati. 1.1 h 1 0 0.9 0.2 Cs(h) 0.8 0.4 0.6 0.7 0.8 1 0.6 1.2 0.5 0 0.5 1 1.5 2 γ1 Figura 1: Influenza di h e di γ1 sugli indici Cs(h) e C*s (h) nel caso in cui la media µ=µ0 e lo scarto quadratico medio σ=σ0 4. Ricerca del valore da assegnare al parametro h presente negli indici Cs(h) e C*s(h) Negli indici Cs(h) e C*s (h) definiti nel paragrafo precedente è presente un parametro h che influisce sulla componente legata alla simmetria della distribuzione della caratteristica X espressa in termini dell’indice γ1. In questo paragrafo si vuole indicare una procedura che permetta di individuare l’opportuno valore da assegnare ad h così da tenere nel giusto conto la natura asimmetrica presente nella distribuzione della caratteristica X. E’ sembrato logico nello stabilire un criterio per l’individuazione del valore di h mettere a confronto l’andamento degli indici Cs(h), C*s (h) e quello della frazione di elementi non conformi θ in presenza di una caratteristica X distribuita con legge gaussiana rispetto a quello che si verifica in presenza di una caratteristica X distribuita con una specifica legge asimmetrica, considerando i parametri di locazione (media) e di dispersione (varianza) identici tra le due distribuzioni. Come leggi di distribuzioni asimmetriche si sono prese in considerazione, per il loro largo impiego operativo oltre che per proprietà e semplicità formali, quelle rispondenti alla legge di Gamma a due parametri e la legge Weibull a due parametri, 8 rispettivamente indicate con Gam(ξ, α) e Wei(ζ, β). Entrambe rappresentano variabili casuali continue che assumono soltanto valori non negativi, in cui i parametri α e β, rispettivamente, costituiscono degli indicatori di forma, a cui il corrispondente indice di asimmetria γ1 è strettamente legato mediante una relazione biunivoca. Nelle Appendici A1 e A2 si sono riportate le funzioni di densità e di ripartizione, i principali momenti e gli indici di forma rispettivamente per la distribuzione Gamma e di Weibull. Per ciascun indice PCI considerato, Cs(h) o C*s (h), e per ciascuna delle due leggi di distribuzione ipotizzate per la caratteristica oggetto di studio X si è proceduto all’individuazione del valore da assegnare ad h secondo i passi qui indicati, in modo che le relazioni tra gli indici PCI e la frazione di elementi non conformi sia la più prossima a quella che si verifica nella situazione di distribuzione normale per la caratteristica X. Questo faciliterebbe anche l’operatore che, sulla base dell’esperienza d’impiego degli indici Cpmk e Cpm, in presenza di caratteristiche X distribuite normalmente, sarebbe in grado di valutare indirettamente la frazione θ di elementi non conformi e di dare così un equivalente significato ai corrispondenti indici Cs(h) o C*s (h) in presenza di distribuzioni asimmetriche. i) ii) iii) iv) Stabilito un valore del parametro di forma per la legge di distribuzione nell’ambito dei valori di interesse applicativo (α>0 per la distribuzione Gamma o β>0 per la distribuzione di Weibull) e un valore medio di riferimento µ0, assunto unitario, senza perdita di generalità, si è considerata una successione di m distribuzioni individuate dai valori medi µi>µ0 per i=1,2,…,m opportunamente assegnata. Mediante le relazioni delle appendici A1 e A2 sono ottenibili per la successione di distribuzioni i parametri di scala (ξi oppure ζ i per i=0,1,…,m) e di dispersione σi per i=0,1,…..m aventi lo stesso parametro di forma (α o β) e quindi le funzioni di ripartizione Fi(•). Con i valori µ0 e σ0 relativi alla situazione distributiva di riferimento vengono individuate le grandezze di specificazione degli indici PCI considerati e precisamente: • valore di target T: T = µ0 • valore centrale dell’intervallo di specificazione M: M =µ0 • ampiezza dell’intervallo di specificazione: 2d=6σ0 da cui d=3σ0 • estremi inferiore e superiore dell’intervallo di specificazione (L,U): L=µ0-d, U=µ0+d. Mediante la funzione di ripartizione Fi(•) propria della legge di distribuzione considerata in corrispondenza della successione di variabili casuali Xi è possibile ottenere la frazione di unità prodotte non conformi data da: θi=Fi(L)-[1-Fi(U)] v) per i=0,1,…,m. (16) In corrispondenza di ciascun valore θi si determina la frazione di unità non conformi considerando la caratteristica, distribuita secondo la legge normale, con media pari a µi e varianza σ2i ossia gli stessi valori dei parametri della variabile casuale Xi asimmetrica considerata: 9 L − µi θ Ni = Φ σi U − µi + 1 − Φ σi per i=0,1,…,m. (17) vi) Stabilita una serie H di r valori per il parametro h presente nella espressione dell’indice PCI considerato (Cs(h) oppure C*s (h)), h∈{0;0,1;0,2;…;1;…} si determinano i valori per le m+1 situazioni di distribuzione asimmetriche, aventi tutte il parametro di forma (α o β), Ci(h) per i=0,…,m e h∈H; si può graficamente evidenziare la relazione tra i valori di Ci(h) e le frazioni di elementi non conformi θi in un grafico(1) gh ≡ {zi=Φ-1(θi)+3, Ci(h), i=0,1,…,m} per ogni valore di h∈H. vii) Un grafico analogo ai precedenti è ottenuto per la situazione di confronto in cui si considera la variabile casuale X distribuita normalmente gN ≡ {zNi=Φ-1(θNi)+3, CNi(h), i=0,1,…,m}. I valori CNi sono gli stessi determinati per i Ci(h) per h=0, e quindi CNi=Ci(0). Il grafico gN rappresenta pertanto la relazione tra la frazione degli elementi non conformi e l’indice PCI considerato nell’ipotesi di legge di distribuzione simmetrica e specificatamente normale che costituisce l’assunzione considerata come base nelle applicazioni. viii) Mediante interpolazione o estrapolazione lineare del grafico gN si determinano ~ i valori C i dell’indice PCI in corrispondenza della frazione degli elementi non ~ conformi propria della distribuzione asimmetrica considerata. I valori C i sono ix) ottenuti in corrispondenza del valore di ascissa zi=Φ-1(θi)+3 per i=0,1,…,m sul grafico gN. Un esempio della procedura descritta è dato in Figura 2. La scelta dell’opportuno valore da assegnare al parametro h∈H si riconduce alla minimizzazione di una funzione degli scostamenti tra i valori Ci(h) ed i ~ ~ corrispondenti valori di riferimento C i : ∆i(h)=|Ci(h)- C i | per i=0,1,…,m ed x) h∈H. Come criterio di accostamento si sono considerati: a) criterio “min-max”: si ricerca il valore di h tale che min Q(h) = Q(h ) con h∈H Q(h)=max ∆i(h) per i=0,1,…,m. = = b) criterio “min-quadrati”: si ricerca il valore h tale che min S (h) = S (h) con h∈H m S (h) = ∑ ∆2i (h) . i =0 (1 ) Per facilitare la rappresentazione grafica del legame funzionale tra θi e Ci(h) si è utilizzato al posto di θi la trasformazione “probit” zi=Φ-1(θi)+3, che si dimostra utile nel caso in questione in quanto linearizza il grafico ottenuto facilitando l’interpolazione richiesta al successivo passo vii). 10 {z (θ i ), Ci (h)} 1,0 ∆ i (h ) ~ Ci 0,9 0,8 {z (θ Ni , Ci (h = 0)} 0,7 0,6 z i = z (θ i ) 0,5 0,4 0,00 0,20 0,40 0.0 0,60 0.6 0,80 1,00 1,20 1,40 Norm. ~ Figura 2: Grafico degli scostamenti ∆i(h) tra i valori Ci(h) ed i valori di riferimento C i . = I valori h e h in generale possono essere diversi tra loro e dipendono da molteplici elementi i principali sono • legge di distribuzione asimmetrica considerata per la variabile casuale X (per esempio: Gamma e Weibull); • valore del parametro di forma (α o β) e quindi dell’indice di asimmetria γ1 considerato; • successione degli m valori medi presi in considerazione (µ0, µ1,…,µm); • ampiezza e risoluzione dei valori per h considerati in H. Un’analisi di sensibilità completa richiederebbe l’impiego di strumenti analitici = piuttosto complessi per verificare la “robustezza” di h e h e quindi l’insensibilità del parametro h ottenuto nelle diverse condizioni studiate. Si è ritenuto pertanto opportuno svolgere un’analisi preliminare in linea con la procedura precedentemente descritta, i cui risultati sono riportati nel seguente paragrafo. 5. Risultati di un’analisi comparata per la scelta del parametro h presente negli indici Cs(h) e C*s(h) Impiegando la procedura di ricerca ottimale del parametro h presente negli indici PCI Cs(h) e C*s (h) descritta nel paragrafo 4, una prima analisi comparativa è stata condotta considerando che la caratteristica X si distribuisca con legge di Weibull definita da un parametro di forma β=0,25 oppure che si distribuisca con legge Gamma di uguale coefficiente di variazione cv=0,428 che comporta un parametro di forma α=5,461, come risulta nell’Appendice A3. 11 La successione dei valori medi considerati per la variabile casuale X ed i principali parametri delle distribuzioni Gamma e di Weibull sono riportati nella Tabella 1, nella quale sono indicati i valori di specificazione degli indici PCI ottenuti sulla base dei valori µ0 e σ0 di riferimento, in particolare, i valori medi µi sono ottenuti dai valori di riferimento µ0 e σ0 mediante il parametro di scostamento δi a cui si sono assegnati i valori da 0,1 a 0,8 utilizzando la relazione µi= µ0+ δiσ0 per i=1,2,…,8. Tabella 1: Parametri delle distribuzioni di X - Weibull e Gamma – adottate per il confronto e valori di specificazione Valori di specificazione Distrib. Weibull (1) Distrib. Gamma (2) α = 5,461 M = T = µ 0 = 1,00; β = 2,50 cv = 0,428 cv = 0,428 d = 3σ 0 = 1,284; U = 2,284; L = −0,284 γ 1 = 0,3586 γ 1 = 0,8558 i µi σi ζi ξi δi 0 0 1,000 0,428 1,127 0,183 1 0,1 1,042 0,446 1,175 0,191 2 0,2 1,086 0,465 1224 0,199 3 0,3 1,128 0,483 1,272 0,207 4 0,4 1,171 0,501 1,320 0,214 5 0,5 1,214 0,520 1,368 0,222 6 0,6 1,257 0,538 1,416 0,230 7 0,7 1,300 0,556 1,465 0,238 8 0,8 1,342 0,574 1,513 0,246 (1) (2) Essendo β e ζ rispettivamente il parametro di forma e quello di scala della distribuzione di Weibull (v. Appendice A2). Essendo α e ξ rispettivamente il parametro di forma e quello di scala della distribuzione Gamma (v. Appendice A1) Relativamente all’indice Cs(h) nelle Tabelle 2a e 2b, rispettivamente per la distribuzione di Weibull e Gamma si sono riportati i valori, indicati per semplicità con Ci(h), per ogni distribuzione della caratteristica X ipotizzata in Tabella 1, e quindi per i=0,1,…m, facendo variare h da 0 a 1,2 con passo pari a 0,1. Nelle tabelle sono indicati anche la corrispondente frazione degli elementi non conformi θi, la frazione degli elementi non conformi nell’ipotesi di distribuzione non normale θNi e il valore ~ corrispondente Ci , ottenuto mediante interpolazione lineare come è stato indicato nel passo viii) della procedura riportata nel paragrafo 4. Nelle due tabelle si sono specificatamente riportati i valori Ci(h) per h=0 e h=1 ed inoltre quelli vicini ai parametri h e h ottenuti con la procedura di paragrafo 4. I valori di h e h risultano uguali tra loro e pari a 0,6 per la distribuzione di Weibull (Tabella 2a) e a 0,7 per la distribuzione Gamma (Tabella 2b), rispettivamente. 12 Tabella 2a: Valori di Ci(h) ≡ Cs(h) per i =0, 1 …, m=8 e per diversi valori di h Distribuzione di Weibull ~ I θi θNi Ci 0 1 2 3 4 5 6 7 8 0,0029 0,0052 0,0086 0,0133 0,0195 0,0273 0,0369 0,0480 0,0608 h= 0,0013 0,0027 0,0050 0,0084 0,0132 0,0197 0,0281 0,0384 0,0506 0,6 h = 0,6 Indice PC: Cs(h) ≡ Ci(h); Ci(h) per i =0, 1 …, m=8 h=0,0 … h=0,5 h=0,6 h=0,7 … h=1,0 0,915 1,000 0,839 0,923 0,767 0,846 0,699 0,771 0,637 0,700 0,579 0,635 0,527 0,575 0,490 0,519 0,434 0,469 Q(h) 0,0855 S(h) 0,0648 … … … … … … … … … … … 0,921 0,907 0,894 0,850 0,838 0,826 0,781 0,769 0,758 0,713 0,703 0,694 0,650 0,641 0,633 0,591 0,583 0,576 0,537 0,530 0,523 0,487 0,481 0,475 0,441 0,436 0,431 0,0140 0,0073 0,0204 0,0108 0,0038 0,0092 … … … … … … … … … … … 0,847 0,782 0,719 0,659 0,602 0,549 0,500 0,455 0,413 0,0565 0,0339 Tabella 2b: Valori di Ci(h) ≡ Cs(h) per i =0, 1 …, m=8 e per diversi valori di h Distribuzione Gamma i θi 0 1 2 3 4 5 6 7 8 0,0089 0,0126 0,0172 0,0227 0,0294 0,0371 0,0460 0,0559 0,0670 h= θNi 0,0013 0,0027 0,0050 0,0084 0,0132 0,0197 0,0281 0,0384 0,0506 0,7 h = 0,7 ~ Ci Indice PC: Cs(h) ≡ Ci(h); Ci(h) per i =0, 1 …, m=8 h=0,0 … h=0,6 h=0,7 h=0,8 … h=1,0 0,761 1,000 0,708 0,923 0,658 0,846 0,611 0,771 0,567 0,700 0,525 0,635 0,487 0,575 0,451 0,519 0,416 0,469 Q(h) 0,2391 S(h) 0,1524 … … … … … … … … … … … 0,813 0,791 0,771 0,751 0,731 0,713 0,691 0,673 0,656 0,634 0,617 0,602 0,580 0,565 0,551 0,529 0,516 0,504 0,482 0,471 0,460 0,439 0,429 0,420 0,400 0,391 0,375 0,0519 0,0299 0,0331 0,0274 0,0186 0,0201 … … … … … … … … … … … 0,734 0,679 0,625 0,575 0,527 0,482 0,441 0,403 0,367 0,0565 0,0339 Analogamente, nelle Tabelle 3a e 3b sono stati riportati i risultati riguardanti l’indice C*s (h). Si osservi che i valori di ottimi h ottenuti, secondo la procedura di paragrafo 4, sono rispettivamente h = h pari a 0,3 per la distribuzione di Weibull (Tabella 3a) e pari a 0,4 per la distribuzione Gamma (Tabella 3b), rispettivamente. 13 Tabella 3a: Valori di Ci(h) ≡ C*s (h) per i =0, 1 …, m=8 e per diversi valori di h Distribuzione di Weibull ~ i θi θNi Ci 0 1 2 3 4 5 6 7 8 0,0029 0,0052 0,0086 0,0133 0,0195 0,0273 0,0369 0,0480 0,0608 h= 0,0013 0,0027 0,0050 0,0084 0,0132 0,0197 0,0281 0,0384 0,0506 0,3 h = 0,3 Indice PC: C*s (h) ≡ Ci(h); Ci(h) per i =0, 1 …, m=8 h=0,0 … h=0,2 h=0,3 h=0,4 … h=1,0 0,949 1,000 0,902 0,955 0,854 0,906 0,807 0,857 0,763 0,808 0,721 0,761 0,683 0,718 0,647 0,678 0,614 0,640 Q(h) 0,0528 S(h) 0,0434 … … … … … … … … … … … 0,966 0,950 0,935 0,938 0,907 0,893 0,876 0,862 0,849 0,829 0,816 0,804 0,783 0,772 0,761 0,739 0,729 0,719 0,698 0,689 0,680 0,659 0,651 0,643 0,623 0,616 0,609 0,0221 0,0091 0,0142 0,0178 0,0063 0,0065 … … … … … … … … … … … 0,858 0,820 0,781 0,741 0,703 0,666 0,632 0,599 0,569 0,0914 0,0653 Tabella 3b: Valori di C i(h) ≡ C*s (h) per i =0, 1 …, m=8 e per diversi valori di h Distribuzione Gamma i θi 0 1 2 3 4 5 6 7 8 0,0089 0,0126 0,0172 0,0227 0,0294 0,0371 0,0460 0,0559 0,0670 h= θNi 0,0013 0,0027 0,0050 0,0084 0,0132 0,0197 0,0281 0,0384 0,0506 0,4 h = 0,4 ~ Ci Indice PC: C*s (h) ≡ C i(h); C i(h) per i =0, 1 …, m=8 h=0,0 … h=0,2 h=0,3 h=0,4 … h=1,0 0,850 1,000 0,813 0,955 0,778 0,906 0,744 0,857 0,712 0,808 0,682 0,762 0,652 0,718 0,626 0,678 0,600 0,640 Q(h) 0,1503 S(h) 0,1030 … … … … … … … … … … … 0,813 0,791 0,771 0,751 0,731 0,713 0,691 0,673 0,656 0,634 0,617 0,602 0,580 0,565 0,551 0,529 0,516 0,504 0,482 0,471 0,460 0,439 0,429 0,420 0,400 0,391 0,375 0,0424 0,0280 0,0418 0,0248 0,0145 0,0280 … … … … … … … … … … … 0,734 0,702 0,670 0,639 0,608 0,579 0,551 0,525 0,501 0,1156 0,1056 Data l’importanza che riveste l’indice di forma delle due distribuzioni α e β sull’opportuna scelta del valore da assegnare a h nelle espressioni che individuano rispettivamente gli indici Cs(h) e C*s (h) è stata effettuata un’analisi, condotta con la stessa procedura esposta nel paragrafo 4, considerando una successione di valori di α e β nell’intervallo di interesse applicativo. I risultati relativi ai valori di h e h sono riportati in Tabella 4a, per la distribuzione di Weibull, e in Tabella 4b per quella Gamma. 14 Tabella 4a: Valori ottimi di h, h e h , al variare del parametro di forma β della distribuzione di Weibull Distribuzione di Weibull Indice PC: Cs(h) Indice PC: C s* (h) β cv γ1 h 1 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 1,000 0,679 0,523 0,428 0,363 0,317 2,000 1,072 0,631 0,359 0,168 0,025 0,4 0,6 0,7 0,6 0,2 0,0 h 0,4 0,6 0,7 0,6 0,3 0,0 h 0,2 0,3 0,4 0,3 0,1 0,0 h 0,2 0,3 0,4 0,3 0,0 0,0 Tabella 4b: Valori ottimi di h, h e h , al variare del parametro di forma α della distribuzione Gamma Distribuzione Gamma Indice PC: C s(h) Indice PC: C s* (h) α cv γ1 h 1 3,0 6,0 9,0 12,0 15,0 1,000 0,577 0,408 0,333 0,289 0,258 2,000 1,155 0,816 0,667 0,577 0,516 0,4 0,6 0,8 0,8 0,8 0,8 h 0,4 0,6 0,8 0,8 0,8 0,8 h 0,2 0,3 0,4 0,4 0,4 0,4 h 0,2 0,3 0,4 0,4 0,4 0,4 Si osservi che i valori di α = β = 1 comportano l’individuazione della medesima distribuzione esponenziale negativa che è stata riportata nelle Tabelle 4a e 4b, per confronto. Si riscontra che la diversità tra i corrispondenti valori di h, definiti mediante i due criteri di accostamento considerati, è molto trascurabile; il ché avvalora la correttezza dei risultati ottenuti. I valori di h e h tendono a dimezzarsi nel passare dall’indice Cs(h) al corrispondente indice C*s (h); mentre per la distribuzione Gamma al variare di α i valori h e h sono tendenzialmente crescenti, stabilizzandosi attorno a 0,8 e 0,4, rispettivamente per l’indice Cs(h) e C*s (h); per la distribuzione di Weibull, invece, al variare di β, h e h hanno un andamento prima crescente e poi decrescente e quest’ultimo andamento è giustificato dall’approssimazione a zero dell’indice di asimmetria γ1, raggiungendo un valore massimo attorno a 0,7 e 0,4, rispettivamente per gli indici Cs(h) e C*s (h). 6. Conclusioni Nel presente lavoro sono stati analizzati i comportamenti di due indicatori di capacità di processo che possono essere impiegati qualora la caratteristica d’interesse 15 presenti una distribuzione asimmetrica. Tali indici C s (h) e C*s (h) si possono intendere come una generalizzazione dell’indice Cs proposto da Wright (1995), il quale tiene conto dell’asimmetria della distribuzione mediante l’indice di forma γ1, in cui il parametro h dà una rilevanza differente al grado di asimmetria della distribuzione. E’ stata proposta una procedura che permette l’individuazione del valore da assegnare ad h in modo tale che sia conforme al criterio di corrispondenza tra indici di capacità e frazioni di unità non conformi alle specifiche, qualora la caratteristica sia distribuita con legge normale. In particolare, l’analisi è stata condotta considerando due specifiche distribuzioni di interesse operativo: con legge di Weibull e con legge Gamma entrambe a due parametri, determinando il campo degli opportuni valori da assegnare al parametro h presente negli indici considerati. Le indicazioni emerse porterebbero a suggerire, qualora non si conosca l’esatta distribuzione della caratteristica di interesse, per h il valore 0,6, relativamente all’indice C s (h) , il che fa sì che tale indice sia in una posizione intermedia tra l’indice Cpmk e l’indice Cs di Wright; mentre il valore h=0,3 potrebbe essere impiegato per l’indice C*s (h). Lo studio dopo aver condotto una comparazione tra due possibili distribuzioni asimmetriche della caratteristica, quella Gamma e quella di Weibull; riporta i risultati ottenuti che confermano l’indicazione sopraindicata. In questo lavoro ci si è limitati a presentare solo il modello adatto alla definizione di un indice di capacità di processo sensibile all’asimmetria della distribuzione della caratteristica del processo, mentre ci si propone di approfondire in seguito anche gli aspetti inferenziali che sono legati ad elementi campionari, in particolare la stima puntuale ed intervallare degli indici proposti, le proprietà distributive e asintotiche dei corrispondenti stimatori, conducendo uno studio su ulteriori distribuzioni, quali quella “lognormale” e “beta”, anch’esse d’interesse applicativo. Appendici Appendice A1. Distribuzione Gamma a due parametri Una variabile casuale continua U si distribuisce con legge di distribuzione Gamma a due parametri, U∼Gam(ξ,α), se presenta la seguente funzione di densità: ξ u f G (u; ξ ,α ) = Γ(α ) ξ α −1 e −u / ξ per 0≤u<∞ (A1) La corrispondente funzione di ripartizione risulta data da: 1 u I ,α FG (u; ξ , α ) = Γ(α ) ξ 0 per 0 ≤ u < ∞ per u < 0 16 (A2) u dove I(u; α) è la funzione Gamma incompleta, definita come: I (u;α ) = ∫ t α −1e −t dt . 0 La distribuzione Gamma è individuata da due parametri, rispettivamente: • ξ: parametro di scala, con ξ>0; • α: parametro di forma, con α>0. La funzione di densità presenta un grafico campanulare per valori di α maggiori di 1, mentre per α=1 coincide con la legge di distribuzione esponenziale. I momenti dall’origine della variabile casuale U∼Gam(ξ,α) risultano (v. Johnson, Kotz (1970)): µ k = E{U k } = α (α + 1)...(α + k − 1)ξ k = (α + k − 1)ξµ k −1 per k=1, 2, … e, in particolare, si ha il valor medio µ e la media dei quadrati µ2 pari a µ = αξ ; µ2 = α(α +1) ξ 2 (A3) Pertanto, i principali momenti centrali saranno µ 2 = αξ 2 = σ 2 , varianza; µ 3 = 2αξ 3 ; µ 4 = 3α (α + 2)ξ 4 Lo scarto quadratico medio σ e l’indice di forma di Fisher γ1, che misura l’asimmetria della distribuzione, risultano: σ = αξ ; µ µ 2 2 γ 1 = 33 = ; γ 2 = 44 = 31 + . σ σ α α (A4) (A5) In Figura A1 vengono riportati gli andamenti delle funzione di densità della variabile casuale Gamma, per alcuni valori di α, in forma standardizzata (U-µ)/σ, messi a confronto con la distribuzione normale standardizzata: variabile casuale Z∼N(0, 1). Trattandosi di una variabile casuale non negativa, il coefficiente di variazione cv costituisce un parametro di particolare interesse sia dal punto di vista descrittivo sia da quello inferenziale come è evidenziato dal legame con α, avendosi infatti: 1 σ = (A6) µ α L’indice di asimmetria γ1, dato dall’equazione (A5), risulta sempre positivo ed è anch’esso funzione solo del parametro di forma α e tende a zero al divergere di α: cv = γ1 = 2 α = 2c v (A7) 17 α=1 Norm. α=2 α=4 α=6 α=8 α=10 0.50 0.45 0.40 0.35 0.30 0.25 0.20 0.15 0.10 0.05 0.00 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 z Figura A1: Funzioni di densità della variabile casuale Gamma in forma standardizzata, per alcuni valori di α, messi a confronto con la distribuzione della normale. Il grafico di Figura A2 riporta l’andamento di cv e γ1 al variare di α. Qualora siano noti il coefficiente di variazione e la media della variabile casuale U ∼ Gam(ξ, α) si ottengono i parametri ξ e α mediante le equazioni (A3) e (A4): α= 1 cv (A8) 2 ξ = µ ⋅ cv 2 (A9) dalle quali è possibile, mediante le relazioni precedenti, determinare gli altri parametri di interesse, quali: 2 µ varianza: σ = cv indice di asimmetria: γ 1 = 2 ; 2 . cv 18 γ1 Cv 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 α Figura A2: Distribuzione Gamma. Coefficiente di variazione e indice di forma γ1 al variare di α. Appendice A2. Distribuzione di Weibull a due parametri Una variabile casuale continua V si distribuisce con legge di Weibull a due parametri, V∼Wei(ζ, β), se presenta la seguente funzione di densità: β f W (v; ζ , β ) = ζ v ζ β −1 v β exp − ζ per 0≤v<∞ (A10) La corrispondente funzione di ripartizione risulta data da: v β 1 − exp − FW (v; ζ , β ) = ζ 0 per 0 ≤ v < ∞ (A11) per v < 0 La distribuzione di Weibull è evidenziata da due parametri, rispettivamente: • ζ: parametro di scala, con ζ>0; • β: parametro di forma, con β>0. La funzione di densità presenta un grafico campanulare per valori di β maggiori di uno, mentre per β=1 coincide con la legge di distribuzione esponenziale. I momenti dall’origine della variabile casuale V∼Wei(ζ, β) risultano (v. Johnson, Kotz (1970)) 19 µ k = g k (β )ζ k per k=1,2,… dove k g k (β ) = Γ1 + β e, in particolare, abbiamo il valor medio µ e la media quadratica µ2 pari a: 1 2 µ = g 1 (β )ζ = Γ1 + ζ ; µ 2 = g 2 (β )ζ 2 = Γ1 + ζ 2 β β (A12) I principali momenti centrali risultano µ 2 = [ g 2 ( β ) − g12 ( β )]ζ 2 = k 2 ( β )ζ 2 = σ 2 µ 3 = [ g 3 ( β ) − 3 g 2 ( β ) g1 ( β ) + 2 g13 ( β )]ζ 3 = k 3 ( β )ζ 3 µ 4 = [ g 4 ( β ) − 4 g 3 ( β ) g 1 ( β ) + 6 g 2 ( β ) g 12 ( β ) − 3 g 14 ( β )]ζ 4 = k 4 ( β )ζ 4 Lo scarto quadratico medio σ e l’indice di forma di Fisher γ1, che misura l’asimmetria della distribuzione, risultano: 1/ 2 2 2 σ = k 2 ( β )ζ = Γ1 + − Γ 2 1 + ζ β β (A13) µ3 k 3 (β ) µ k (β ) = ; γ 2 = 44 = 4 3 3/ 2 σ σ [k 2 (β )] [k 2 (β )]2 (A14) γ1 = espressioni in cui il parametro di forma β è presente tramite particolari funzioni gamma gk(β)=Γ(1+k/β). In Figura A3 vengono riportati gli andamenti delle funzione di densità della variabile casuale di Weibull, per alcuni valori di β, in forma standardizzata (V-µ)/σ, messi a confronto con la distribuzione normale standardizzata: variabile casuale Z∼N(0,1). Similmente a quanto evidenziato nell’appendice A1 per la distribuzione Gamma, il coefficiente di variazione cv = µ/σ risulta legato al solo parametro di forma β, seppure con una relazione di maggior complessità rispetto a quella data dall’equazione (A4), che lega il cv al parametro α della distribuzione Gamma: σ [k 2 (β )] = µ k1 ( β ) 1/ 2 cv = Γ1 + = Γ1 + − 1 1 β 2 β 1/ 2 20 (A16) Norm. β=1 β=1,5 β=2 β=2,5 β=3 β=4 0.50 0.45 0.40 0.35 0.30 0.25 0.20 0.15 0.10 0.05 0.00 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 z Figura A3: Funzioni di densità della variabile casuale di Weibull in forma standardizzata, per alcuni valori di β, messi a confronto con la distribuzione della normale. L’indice di asimmetria γ1, dato dall’equazione (A14) presenta valori negativi per β>3,6, mentre è positivo qualora β sia inferiore a 3,6. Per rendere più agevole la comparazione tra la distribuzione Gamma e quella di Weibull i valori di β sono stati limitati ai casi in cui la distribuzione risulta asimmetrica positiva, vale a dire per β<3,6 e, più specificatamente, per valori di β nell’intervallo [1; 3,5]. Il grafico di Figura A4 riporta l’andamento di cv e di γ1 al variare di β. Qualora siano assegnati i valori del coefficiente di variazione cv e della media cv della variabile casuale V∼Wei(ζ, β) è possibile, per via numerica, ottenere il valore del parametro di forma β in funzione di cv e, mediante l’equazione (A12), ricavare il parametro di scala ζ. Essendo così noti i valori di ζ e β, utilizzando le relazioni corrispondenti date in precedenza si possono ottenere gli altri parametri di interesse. 21 Cv γ1 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0.0 1 1.2 1.4 1.6 1.8 2 2.2 2.4 2.6 2.8 3 3.2 3.4 3.6 3.8 4 4.2 4.4 4.6 4.8 5 -0.5 β Figura A4: Distribuzione di Weibull. Coefficiente di variazione e indice di forma γ1 al variare di β. Appendice A3. Relazioni tra i parametri della distribuzione Gamma e di Weibull, aventi lo stesso coefficiente di variazione e la stessa media Siano U e V due variabili casuali distribuite rispettivamente come Gamma e come Weibull a due parametri: U ∼ Gam(ξ, α) e V ∼ Wei(ζ, β). Fissato come valore β (1<β<3,6) il parametro di forma della distribuzione di Weibull, si può ottenere il coefficiente di variazione cv, mediante l’equazione (A16). Attribuito un valore alla media µ, mediante l’equazione (A12), si individua il parametro di scala ζ, risultando così completamente definita la distribuzione di Weibull e, in particolare, utilizzando l’equazione (A14), si ottiene l’indice di asimmetria γ1 in funzione del valore assegnato a β, indicato come γ1(W). Assumendo per la distribuzione Gamma la stessa media µ e lo stesso coefficiente di variazione cv , in precedenza assunti per la distribuzione di Weibull, mediante l’equazione (A8) si determina il parametro di forma α della distribuzione Gamma e mediante l’equazione (A9) si ottiene il valore del parametro di scala ξ della stessa distribuzione. Il valore di α così ottenuto, legato in modo univoco al valore assegnato a β, permette utilizzado l’equazione (A7) di ottenere l’indice di asimmetria γ1 per la distribuzione Gamma, indicato come γ1(G), che risulta diverso da quello della corrispondente distribuzione di Weibull: γ1(W). 22 Ad esempio, posto, senza perdita di generalità, µ=1 e considerato β=2,5, si ottiene, il coefficiente di variazione: g (β ) cv = 22 − 1 g1 ( β ) 1/ 2 = 0,4979 e, quindi, il parametro di scala ζ della distribuzione di Weibull è: ζ = µ = 1,1271 g1 ( β ) mentre l’indice di asimmetria γ1(W) risulta essere γ 1(W) = k3 (β ) = 0,3586 [k 2 ( β )]3 / 2 Il parametro di forma α per la corrispondente distribuzione Gamma è dato da: α= 1 cv 2 = 5,4615 e, quindi, il parametro di scala ξ della distribuzione Gamma è: ξ= µ = 0,1831 α mentre l’indice di asimmetria γ1(G) risulta γ 1 ( G ) = 2 ⋅ cv = 0,8558 Tale valore è sensibilmente diverso dal corrispondente indice di asimmetria per la distribuzione di Weibull considerata ( γ 1 ( W ) = 0,3586 ) Quale ulteriore considerazione si può osservare che qualora si desideri che le due variabili casuali U e V abbiano la stessa media, ed invece dello stesso coefficiente di variazione abbiano lo stesso indice di asimmetria γ1, per β pari a 2,5, che corrisponde a γ1(W)=0,3586, il valore del parametro di forma α della variabile Gamma considerata 2 2 2 diviene, per l’eq. (A7): α = = (5,5772) = 31,1 . Da ciò abbiamo il valore γ1 ξ=µ/α =0,0322 come parametro di scala e un coefficiente di variazione γ cv ( G ) = 1 = 0,1793 che differisce in modo sensibile da quello della distribuzione 2 corrispondente di Weibull dato che esso è pari a 0,4279. 23 Riferimenti bibliografici BOYLES R.A. (1991), “The Taguchi capability index”, Journal of Quality Technology, 23, 17-26. CHAN L.K., CHENG S.W., SPIRING F.A. (1988), “A new measure of process capability Cpm”, Journal of Quality Technology, 20, 160-175. CHAN L.K., CHENG S.W., SPIRING F.A. (1988), “The robustness of process capability index Cp to departure from normality”, Statistical Theory and Data Analysis, II (K. Matusita, ed.), North-Holland, Amsterdam, 223-229. CHEN H., KOTZ S. (1996), “An asymptotic distribution of Wright’s process capability index sensitive to skewness”, Journal of Statistical Computation & Simulation, 55, 147-158. 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The aim has been obtained studying the two indeces C s (h) and C*s (h), with a comparison between the Gamma and the Weibull distributions for the random variable. The risults are reported. Parole chiave: Process Capcability Indices, Skewed distributions, Weibull distribution, Gamma distribution. 25