TRE PER TE 2014/2015 - Fondazione Teatri di Piacenza

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TRE PER TE 2014/2015 - Fondazione Teatri di Piacenza
La Compagnia incontra il pubblico
mercoledì 4 marzo 2015 - ore 18
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - DITELO ALL’ATTORE
a cura di Enrico Marcotti
TRE
PER
I PROSSIMI APPUNTAMENTI A TEATRO
e
martedì 3 marzo 2015 - ore 15
TEATRO GIOIA - InFormazione Teatrale
MASTERCLASS DI DANZA CONTEMPORANEA
a cura di Cristiana Morganti
DIREZIONE GENERALE
SPETTACOLO
DAL VIVO
COMUNE DI PIACENZA
TRE PER TE
2014/2015
Stagione di Prosa del Teatro Municipale di Piacenza
Prosa - Altri Percorsi - Teatro Danza
giovedì 5 marzo 2015 - ore 21
TEATRO GIOIA - Teatro Danza
Cristiana Morganti
P ro s a
JESSICA AND ME
creazione, direzione, coreografia e interpretazione Cristiana Morganti
produzione il Funaro/Pistoia
fino a sabato 14 marzo 2015 (visita libera)
sabato 7 e sabato 14 marzo 2015 - ore 15
GALLERIA BIFFI ARTE/SCUOLA PRIMARIA “GIORDANI”
A teatro con mamma e papà
fino a venerdì 13 marzo 2015 (dal martedì al venerdì)
GALLERIA BIFFI ARTE/SCUOLA PRIMARIA “GIORDANI”
Salt’in Banco
“MINOU, IL FILO AMICO” di Joe Colosimo
mostra/laboratorio
lunedì 9 marzo 2015 - ore 9 e ore 10.45
martedì 10 marzo 2015 - ore 10
TEATRO COMUNALE FILODRAMMATICI - Salt’in Banco
Fondazione Sipario Toscana Onlus
NON SONO STATO IO
domenica 8 marzo 2015 - ore 16.30 e ore 18
OFFICINA DELLE OMBRE - A teatro con mamma e papà
lunedì 9 marzo 2015 - ore 9.30 e ore 10.30
martedì 10 marzo 2015 - ore 9.30 e ore 10.30
mercoledì 11 marzo 2015 - ore 10
lunedì 16 marzo 2015 - ore 10
martedì 17 marzo 2015 - ore 10
OFFICINA DELLE OMBRE - Salt’in Banco
Teatro Gioco Vita
CIRCOLUNA
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rcoledì 4 marzo 2015 - ore
TEATRO MUNICIPALE
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regia Carlo Cecchi
musiche di scena Nicola Piovani
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costumi Nanà Cecchi - disegno luci P
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D’Ubaldo strumenti a percussion
foto Alessandro Cecchi
personaggi e interpreti
ORSINO, Duca d’Illiria Remo Stella
VALENTINO, Gentiluomo al servizio del Duca Giuliano Scarpinato
UFFICIALE al servizio del Duca Rino Marino
VIOLA, poi travestita da CESARIO Eugenia Costantini
SEBASTIANO, suo fratello gemello Davide Giordano
CAPITANO della nave naufragata Rino Marino
ANTONIO, altro capitano di mare, amico di Sebastiano Federico Brugnone
OLIVIA, Contessa Barbara Ronchi
MARIA, sua cameriera personale Daniela Piperno
SIR TOBY, zio di Olivia Vincenzo Ferrera
SIR ANDREW, protetto di Sir Toby Loris Fabiani
MALVOLIO, maggiordomo di Olivia Carlo Cecchi
FABIAN, al servizio di Olivia Giuliano Scarpinato
FESTE, buffone di Olivia Dario Iubatti
foto Alessandro Cecchi
assistente alla regia Dario Iubatti
assistente alla scena Sandra Viktoria Müller
direttore tecnico dell’allestimento Roberto Bivona
tecnico luci Camilla Piccioni
macchinista Edoardo Romagnoli
sarta Marianna Peruzzo
amministratore di compagnia Francesca Leone
direttore di produzione Marta Morico
comunicazione e ufficio stampa Beatrice Giongo
La commedia, scritta da Shakespeare tra il 1599 e il 1601, prende il nome
dalla festa della dodicesima notte, o Epifania. Si narra la storia di Viola, naufraga sulla costa di un’immaginaria Illiria, e di suo fratello Sebastiano, che lei
crede morto. Viola si traveste da uomo e, col nome di Cesario, entra al servizio
del Duca Orsino. Orsino nel frattempo si innamora della contessa Olivia il cui
fratello è morto di recente. Il Duca chiede a Viola-Cesario di corteggiarla per
conto suo. Olivia, naturalmente, credendo che Viola-Cesario sia un ragazzo, si
innamora di lui. Viola a sua volta si innamora del duca Orsino, che crede che
lei sia un ragazzo. L’arrivo di Sebastiano, il fratello di Viola creduto morto nel
naufragio, complica ulteriormente le cose... Accanto a questa trama “maggiore”, ve ne è una seconda più farsesca e allo stesso tempo malinconica in cui Sir
Toby Belch, Sir Andrew, Maria e Feste cospirano per far credere a Malvolio che
Olivia si sia innamorata di lui, e con un tranello gli giocano una burla.
Illiria. Il Duca e la Contessa hanno due tenaci fissazioni: il Duca si è fissato
sulla Contessa perché lei non ne vuole sapere; la Contessa si è fissata sul
fratello morto, al quale vuole restare fedele per sette anni. Con questi due
begli esemplari di nevrosi narcisistica, tutto resterebbe nell’immobilità e
addio commedia. Ma il Destino - e Shakespeare - fanno scoppiare una
tempesta: una nave fa naufragio, dal quale si salva una ragazzetta di nome
Viola. Nel naufragio ha perduto un fratello. La ragazzetta si trova sperduta
in Illiria; ma è piena di risorse (vecchiotte, a dir la verità: Plauto, gli Italiani,
già Shakespeare in commedie precedenti) e decide di travestirsi da ragazzo
e di diventare il paggio del Duca. Il Duca lo prende in grande simpatia (il
paggio-ragazza si innamora tambur battente di lui) e decide di farlo diventare il suo messaggero d’amore con la Contessa. La Contessa si innamora
subito del paggio e le cose si metterebbero male perché il paggio è una
femmina e al tempo di Shakespeare i matrimoni gay, o almeno i pacs, non
erano previsti. Ma il Destino e Shakespeare hanno risparmiato il fratello del
paggio-ragazza, il quale, essendo suo gemello, è tale e quale alla sorellafratello. Così questo fratello scampato al naufragio e inseguito anche lui
da un innamorato, si sistema volentieri con la Contessa, che lo prende
per il paggio-ragazza di cui si era invaghita. Si sposano presto presto. Il
Duca esplode di gelosia, ma poi chiarito l’equivoco si calma e si prende il
paggio-ragazza come futura sposa. Questo è il plot principale. Ma ce n’è
un altro, forse più importante. È un plot comico e si svolge alla corte della
Contessa: lo zio ubriacone e l’astuta dama di compagnia; un maggiordomo
e un cretino di campagna che spasimano ambedue per la Contessa e, non
poteva mancare, il fool. Malgrado la sua funzione comica, questo plot ha
uno svolgimento più amaro: la follia che percorre la commedia, come in un
carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo
capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte.
L’amore è il tema della commedia; la musica, che come dice il Duca nei
primi versi “è il cibo dell’amore” ha una funzione determinante. Non come
commento ma come azione. La scena reinventerà un espace de jeu che permetta, senza nessuna pretesa realistica o illustrativa, il susseguirsi rapido e
leggero di questa strana malinconica commedia, perfetta fino al punto di
permettersi a volte di rasentare la farsa.
Carlo Cecchi