Le conquiste di Norman. In salotto

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Le conquiste di Norman. In salotto
Persinsala Teatro
Monica Scidurlo
gennaio 2, 2011
Norman conquista la scena, conquista il pubblico, ma è troppo
normale per conquistare Milano.
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Secondo episodio della trilogia Le conquiste di Norman. Ci si sposta
dalla sala da pranzo al salotto per assistere alle vicende di una famiglia
inglese perbenista messa sottosopra dall’estroso cognato – Norman. Su
ritmi comici perfetti, si snoda un fine settimana apparentemente felice in
campagna, dove Norman rappresenta la trasgressione. Con una
personalità a metà tra un bambino giocherellone e un narciso piacione,
saprà far capitolare ai suoi piedi tutte le donne della famiglia riuscendo
paradossalmente a rinsanarne i singoli rapporti e matrimoni. Infatti
Norman – più che il seduttore – rappresenta il lasciarsi andare, il vivere di
istinto che manca a tutti i componenti della famiglia e che, preso in piccole
dosi, serve a ricaricarsi per poter vivere entro le regole della propria
normalità. Rapporti che vivono su di un equilibrio precario sono scossi da
una sferzata di energia e un tocco di follia.
A fine spettacolo si è portati a pensare che, probabilmente, ognuno di noi
avrebbe bisogno di incontrare ogni tanto un “Norman” che lo aiuti a tirar
fuori il proprio lato fanciullesco, ed è per questo che il protagonista – qui
nelle vesti del seduttore – rappresenta in realtà tutto ciò che nella vita fa
accantonare la razionalità per vivere d’impulso. Norman può essere una
passione, un hobby, un sogno da inseguire, un ricordo. E ancora una
serata con gli amici, una risata a crepapelle, un tramonto, un pianto
liberatorio. Tutto ciò che rompe gli schemi. L’ironia dei personaggi,
costruiti su prototipi ben definiti, rende ogni figura amabile nella sua
semplicità. Il ritmo della commedia è costante e due ore di spettacolo
scorrono piacevolmente.
Una nota di merito a uno straordinario Giovanni Prosperi che veste i panni
di Tom. Sicuramente aiutato dalla drammaturgia del personaggio stesso,
ha comunque saputo interpretare il ruolo di un ingenuo ragazzo perbene
che, nella società odierna, non avrebbe spazio – strappando continue
risate al pubblico.
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La riflessione personale nasce invece guardando la cartolina dello
spettacolo “Dopo il tutto esaurito a Londra e New York”, così recita il titolo.
Tutto esaurito. Ormai a Milano il sold out vale solo per i grandi concerti a
San Siro o per i musical commercial-popolari. La sala del Menotti non era
piena – ed essendo tornata anche nei giorni seguenti per vedere gli altri
episodi, ho potuto verificare la scarsa affluenza. Perché in Italia una
commedia così esilarante, educatamente ironica e messa in scena da
attori tutti diplomati nelle migliori scuole di recitazione, riesce a riempire a
malapena mezza sala? Copiamo gli States in tutto, eppure siamo
lontanissimi da Broadway e Off Broadway. La Kitchen Company è una
compagnia giovane – sia perché nata da poco, sia perché composta da
interpreti giovani – ma se non si diffonde la cultura e, in questo caso,
quella teatrale, di queste performance continueranno a godere solo coloro
che, per natura o per fortuna, nel teatro si sono imbattuti quasi per caso.
Visto che con l’anno nuovo si usa esprimere un desiderio, il mio è che il
teatro torni a essere un bene di tutti e per tutti e, in una città come Milano,
vorrei vedere le sale sempre piene, anche se in cartellone non ci sono
nomi di richiamo o i “beniamini” della tv!
Lo spettacolo continua:
Teatro Tieffe Menotti
via Menotti, 11 – Milano
Fino a domenica 16 gennaio
Le conquiste di Norman
di Alan Ayckbourn
regia Eleonora D’Urso
con Elisabetta Becattini, Fabrizio Careddu, Daria D’Aloia, Eleonora
d’Urso, Giovanni Prosperi, Marco Zanutto
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