novita` aprile 2013

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novita` aprile 2013
NOVITA’ APRILE 2013
Il signore degli orfani
di: Adam Johnson
SEDE: PI
Pak Jun Do è figlio di una madre scomparsa, una cantante rapita e portata a Pyongyang per
allettare i potenti della capitale, e di un padre influente, direttore di un orfanotrofio.
Crescendo, si fa notare per lealtà e coraggio, tanto da convincere lo Stato a offrirgli una
carriera molto rapida. E per lui comincia un percorso senza ritorno attraverso le stanze
segrete della dittatura più misteriosa del pianeta. "Umile cittadino della più grande nazione
del mondo", Jun Do diventa un rapitore professionista, costretto a destreggiarsi tra regole
instabili e richieste sconcertanti da parte dei suoi superiori per sopravvivere. L'amore per
Sun Moon, attrice leggendaria, lo porterà a prendere in mano la propria vita, con un
sorprendente colpo di scena. Ambientato nella Corea del Nord dei nostri giorni, il libro di
Adam Johnson descrive vita e accadimenti di un moderno Candido in un regime isolato e folle, un vero e proprio
regno eremita in cui realtà e propaganda si sovrappongono fino a essere indistinguibili. Romanzo d'avventura,
racconto di un'innocenza perduta e romantica storia d'amore, "Il signore degli orfani" è anche il ritratto di un
mondo che fino a oggi ci è stato tenuto nascosto: una terra devastata dalla fame, dalla corruzione, da una
crudeltà che colpisce a caso, dove esistono anche solidarietà, inaspettati squarci di bellezza, e amore.
Il veleno dell'oleandro
di: Simonetta Agnello Hornby
SEDE: PI+RA
Pedrara. La Sicilia dei Monti Iblei. Una villa perduta sotto alte pareti di roccia tra
l'occhieggiare di antiche tombe e il vorticare di corsi d'acqua carezzati dall'opulenza degli
oleandri. È qui che la famiglia Carpinteri si raduna intorno al capezzale di zia Anna, scivolata
in una svagata ma presaga demenza senile. Esistono davvero le pietre di cui la donna
vaneggia nel suo letto? Dove sono nascoste? Ma soprattutto, qual è il nodo che lega la zia al
bellissimo Bede, vero custode della proprietà e ambiguo factotum? Come acqua nel morbido
calcare i Carpinteri scavano nel passato, cercano negli armadi, rivelano segreti - vogliono,
all'unisono, verità mai dette e ricchezze mai avute. Tra le ombre del giorno e i chiarori della
notte, emergono influenze di notabili locali, traffici con i poteri occulti, e soprattutto passioni
ingovernabili. Le voci di Mara, nipote prediletta di Anna, e di Bede ci guidano dentro questo
sinuoso labirinto di relazioni, rimozioni, memorie, fino a scavalcare il confine della stessa morte. Simonetta
Agnello Hornby mette a fuoco un micromondo che pare allargarsi, con un brivido, a rappresentare i guasti, le
ambizioni e le ansie di liberazione dell'universo famigliare, tutto intero.
Pista nera
di: Antonio Manzini
SEDE: PI
Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d'Aosta, viene rinvenuto
un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e
rendendolo irriconoscibile. Poche tracce lì intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da
poco trasferito ad Aosta: briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia
pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto. La
vittima si chiama Leone Miccichè. È un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto
tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa
Pec, un'intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti
del vicequestore. Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto
passionale. Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo. È un poliziotto corrotto, ama la bella vita. Però
ha talento. Mette un tassello dietro l'altro nell'enigma dell'inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone
come fossero frammenti di un puzzle. Non è un brav'uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua
vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l'unico baluardo contro il male peggiore,
la morte per mano omicida ("in natura la morte non ha colpe"), o forse per qualche altro motivo che chiude in
fondo al cuore.
L'acustica perfetta
di: Daria Bignardi
SEDE: PI
Arno e Sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un pomeriggio d'estate lei lo
lascia, dicendogli che "le piacciono gli amori infelici". Si ritrovano molti anni dopo, decidono di
sposarsi: sono allegri, innamorati, sembrano felici. Arno è convinto di darle tutto se stesso e non
si spiega le malinconie e le bugie che affiorano poco a poco. In fondo, la sua vita gli piace così
com'è: suona il violoncello alla Scala, ha avuto tre figli dalla donna della sua vita, non si fa
domande. Ma il disagio di Sara col tempo aumenta, finché una mattina Arno non sarà costretto
da un evento inconcepibile a chiedersi chi è davvero la persona con cui ha vissuto tredici anni, la donna che ama
da sempre. Con titubanza, inizia a seguire una pista di ferite giovanili e passioni soffocate e, con crescente
sgomento, ritrova il bandolo di storie insospettabili. Può una donna restare con un uomo che pensa di amarla ma
non ha mai voluto conoscerla davvero? Può un uomo accettare che sua moglie non si fidi di lui? Si può vivere
senza esprimere se stessi? E come incide il dolore nelle nostre vite? Abbiamo tutti le stesse carte in mano?
Parliamo di musica
di: Stefano Bollani
SEDE:RA
"L'idea che per capire la musica si debba per forza possedere un certo bagaglio culturale è una
turbata, spesso è una scusa per pigri, o una medaglia acquisita sul campo per chi crede di
essere fra quelli che la 'capiscono'. Avere gli strumenti per godere della musica non significa
conoscere né l'armonia né l'epoca in cui è stata scritta né il retroterra culturale del compositore,
ma riconoscere qualcosa che abbiamo dentro e che risuona." In questo libro Stefano Bollani ci
spiega il bello della musica. E lo fa con parole semplici, con il suo spirito libero, sfatando insidiosi
luoghi comuni e svelando i segreti di un laboratorio fantastico, quello dell'improvvisatore:
armonia, melodia, dinamiche, ritmo, colpi a effetto, trucchi, debolezze e assi nella manica dei
jazzisti, dei creatori pop e degli interpreti. Parliamo di musica è un viaggio affascinante nei meccanismi della
creazione musicale raccontato da uno dei massimi talenti del nostro tempo. Bollani però prima di tutto è un vorace
ascoltatore, dai Beatles a Frank Zappa, da Elio e le Storie Tese a Giacomo Puccini, da Bill Evans alla bossanova di
Antonio Carlos Jobim e co compilando una sorta di appassionato "taccuino di appunti", il grande pianista ci guida
nella comprensione dei suoni e delle loro diverse chiavi di lettura, fino a farci scoprire che si tratta di un percorso
dentro le nostre stesse percezioni nascoste. Perché "non solo nella musica, ma anche nella vita, il vero spettacolo
è ascoltare".
La rivoluzione della luna
di: Andrea Camilleri
SEDE: PI+RA
"Racconto veritiero di una storia solo in parte supposta, il romanzo cresce e concresce scortato
dalla luna. Tutto era lecito allora, nel Seicento, a Palermo, fuorché ciò che era lecito. (...) Tra le
pompe di un dovizioso apparato, con maggiordomi, paggi, maestri di casa e scacazzacarte, e in
mezzo a uno strisciar di riverenze, di ludi e di motteggi, era tutto un rigirar di scale e porte: un
far complotti, ordire attentati, muover coltelli e insanguinar le mani; violar le leggi, collezionar
prebende, metter tangenti, dispensar favori e accudir parentele; abusare, predare e
ladroneggiare, intorbidar le acque; industriarsi nel vizio, puttaneggiare e finger compassione e
trepida carità per il sesso più giovane, e derelitto, mentre un'enfasi scenica e profanatoria provvedeva ai corrotti
desideri con burlesques di tonache coi fessi aperti dietro e dinanzi. L'illegalità lavorava a pieno servizio. Era il
predicato forte della politica del Sacro Regio Consiglio, e delle sue mosse proditorie, dapprima alle spalle di un
Viceré che la malattia aveva reso tardo e lento, grave di carne tremolosa, dirupato e assopito sul suo carcassone;
e poi contro la sua vedova, donna Eleonora di Mora, senza paragone diversa, lucidamente ferma e decisa nella
difesa delle leggi e della giustizia sociale, da lui designata a sostituirlo in caso di morte improvvisa. Fu così che,
nel 1677, la Sicilia ebbe un Viceré "anomalo". Un governatore donna."
Io vi maledico
di: Concita De Gregorio
SEDE: PI
"lo vi maledico" c'è scritto sulla lapide di marmo che un operaio dell'Ilva di Taranto ha voluto
mettere per strada, sotto casa sua. E "Io vi maledico", dice la figlia dell'imprenditore che si è
ucciso strozzato dall'usura bancaria. Sono due delle storie che compongono il ritratto corale
di un Paese disorientato, in cui rabbia e frustrazione possono trasformarsi in malattia sociale
o in vento di cambiamento. C'è il ragazzo sardo che voleva partecipare a X Factor, non
l'hanno preso ed è tornato in miniera. C'è Michele, 4 anni, che ha fatto il test per misurare la
rabbia e doveva prendere delle medicine, ma sua madre ha deciso di no. La fatica dei
genitori, la sazietà disillusa dei figli. Emanuela che ha scritto due volte a Marchionne e che
sa - glielo ha spiegato suo padre - cosa significa "comportarsi da uomo". C'è Milagros che
racconta che gli indignados sono orfani delle carte di credito e figli degli sfratti. C'è la rabbia
degli adolescenti, cui i professori non sanno dare risposte. Ci sono cinque donne sindaco del Sud, dove le teste di
maiale non son maschere da indossare alle feste. E c'è Atesia, dove le donne del call center rispondono la notte ai
maniaci per non perdere 80 centesimi lordi. Un ritratto scritto con parole dure come la pietra. O come la verità.
Unico antidoto alla rabbia di chi è stanco di non essere ascoltato.
I lupi arrivano col freddo
di: Sofia Gallo
SEDE: PI
I lupi arrivano d'inverno, scendono a valle, cercano prede. I lupi arrivano affamati,
attaccano, fanno paura. Così sono i lupi che incontra Fuad: uomini crudeli, che conducono
vite oscure e nascoste, perennemente in fuga, che lo rapiscono per farne un perfetto
guerrigliero. Fuad è preda prima della rabbia, poi della paura e di un senso d'impotenza che
lo annienta. Ma due ragazzi uniti a lui dal caso lo aiutano a ritrovare se stesso e la voglia di
reagire: i tre stringono un forte legame, e insieme percorreranno una gran parte della
Turchia orientale, terra dalla realtà divisa. Qui, intorno al lago Van, convivono le due anime
del paese, quella turca e quella curda, in un contrasto sovente sopito, a volte esplosivo, a
volte appianato con intelligenza, ma pur tuttavia perennemente presente; sarà quel
contrasto a segnare la strada al protagonista e a dettare l'epilogo del racconto. Un racconto
fatto di fughe, inseguimenti, amori, amicizia; un'avventura che si snoda tra paesaggi mozzafiato e piccoli villaggi,
scandita dagli incontri con persone di straordinaria umanità. Una narrazione tesa sino al finale liberatorio,
occasione di riscatto per Fuad e inizio di una nuova vita.
Morte a Pemberley
di: P. D. James
SEDE: PI
Inghilterra, 1803. Sono passati sei anni da quando Elizabeth e Darcy hanno iniziato la loro
vita insieme nella splendida tenuta di Pemberley. Elizabeth è felice del suo ruolo di padrona
di casa ed è madre di due bellissimi bambini. La sorella maggiore Jane, cui lei è legatissima,
vive nelle vicinanze insieme al marito Charles, vecchio amico di Darcy, e il suo adorato
padre, Mr Bennet, va spesso a farle visita. Ma in una fredda e piovosa serata d'ottobre,
mentre fervono gli ultimi preparativi per il grande ballo d'autunno che si terrà il giorno
successivo, l'universo tranquillo e ordinato di Pemberley viene scosso all'improvviso dalla
comparsa di Lydia, la sorella minore di Elizabeth e Jane. In preda a una crisi isterica la
giovane donna urla che suo marito, l'ambiguo e disonesto Wickham, non gradito a
Pemberley per la sua condotta immorale, è appena stato ucciso proprio lì, nel bosco della tenuta. Di colpo, l'ombra
pesante e cupa del delitto offusca l'eleganza e l'armonia di Pemberley, e i protagonisti si ritrovano loro malgrado
coinvolti in una vicenda dai contorni drammatici.
L'ultima volta che l'ho vista
di: Charlotte Link
SEDE: RA
Galles, 2009. Una calda e bellissima giornata di agosto. Boschi e colline solitarie da una
parte, la potenza del mare dall'altra. Vanessa e Matthew Hard, in viaggiò da Holyhead a
Swansea, si fermano in un parcheggio isolato. L'uomo si allontana per pochi minuti, e al suo
ritorno scopre che la moglie è scomparsa senza lasciare traccia. Matthew non sa che è stata
rapita: il suo sequestratore, Ryan Lee, la rinchiude in una grotta nella "valle della volpe", un
luogo isolato che lui solo è in grado di raggiungere, ma viene arrestato e incarceralo per un
crimine precedente. Di Vanessa non si sa più nulla, e il marito sprofonda nell'incubo
dell'incertezza. Nessun indizio, nessuna pista concreta. Tre anni dopo, Ryan viene rimesso in
libertà. ma qualcuno pare abbia ordito una trama spaventosa, un'orribile vendetta per gli
errori commessi nel suo passato: sua madre e la sua ex fidanzata vengono inspiegabilmente aggredite, e un'altra
donna viene rapita "replicando" nei minimi dettagli la scomparsa di Vanessa Willard.
Anna Bolena, una questione di famiglia
di: Hilary Mantel
SEDE: PI
Dopo "Wolf Hall", romanzo che narra l'origine dell'Inghilterra moderna attraverso gli occhi
del discusso Thomas Cromwell, questo secondo capitolo dell'opera dedicata all'epoca Tudor
si apre nel 1535, quando il Segretario di Stato di Enrico VIII è all'apice del suo potere. Le
sue fortune sono infatti cresciute insieme a quelle di Anna Bolena, la seconda moglie del re,
per la quale il sovrano ha chiuso i rapporti con la Chiesa di Roma e fondato quella Anglicana.
Ma la politica di corte sospinge l'Inghilterra in un isolamento pericoloso e Anna fallisce in ciò
che aveva promesso: dare alla luce un figlio maschio che assicuri la linea dei Tudor. La
corona è debole e quando Cromwell assiste all'invaghimento del re per la riservata e
tranquilla Jane Seymour, la fine del matrimonio con Anna Bolena è già certa, ma ancora
senza un disegno. Mentre si fa strada attraverso gli scandali sessuali di corte, immersa nei
miasmi del pettegolezzo, il Segretario di Stato deve anche trattare per giungere a una versione ufficiale che possa
soddisfare Enrico e mettere al sicuro la propria carriera, diventare l'autore di una storia che salvi il potere e la
corona per sempre. Ma nessuno, né Thomas né il sovrano, uscirà illeso dal sanguinoso teatro che sono gli ultimi
giorni di Anna, la regina che va incontro al patibolo con coraggio e solennità, inondando del suo sangue la storia
inglese.
Tentativi di botanica degli affetti
di: Beatrice Masini
SEDE: PI
Primo Ottocento, primavera. Bianca Pietra, giovane donna di buona educazione e scarsi
mezzi, lascia la casa natale sul lago di Garda per approdare nella campagna milanese, ospite
di un poeta di chiara fama: don Titta ha l'estro dell'agricoltura sperimentale, che pratica
nella sua tenuta, e in più coltiva fiori e piante esotiche nel parco della villa di Brusuglio. E
Bianca, abile acquerellista, è chiamata a ritrarre il patrimonio botanico del padrone di casa.
Graziosa, ardente, irrequieta, si accinge al compito con slancio, entrando a far parte di una
famiglia grande quanto complicata. Disegna, dipinge, esplora i giardini e studia con interesse
la miriade di personaggi che popolano la grande dimora: tra di loro c'è Pia, una servetta
orfana di acuta intelligenza e garbo innato che gode di singolari privilegi. Curiosa fino
all'impudenza, sincera all'eccesso, incline alle fantasticherie, Bianca si convince che le origini di Pia nascondano un
segreto e che don Titta con tutta la famiglia si stia dando molta pena perché esso resti tale: quanto basta per
darle il desiderio di scoprire la verità avviando un'indagine appassionata. Ciò che Bianca, così acuta nell'osservare
e illustrare la natura, si ostina a non comprendere è che questa ricerca del vero vede in gioco i suoi stessi
sentimenti: ed è un gioco pericoloso, perché la botanica degli affetti non è una scienza esatta, non conosce regole
e può rivelarsi profondamente ingannevole.
Io prima di te
di: Jojo Moyes
SEDE: PI
A ventisei anni, Louisa Clark sa tante cose. Sa esattamente quanti passi ci sono tra la
fermata dell'autobus e casa sua. Sa che le piace fare la cameriera in un locale senza troppe
pretese nella piccola località turistica dove è nata e da cui non si è mai mossa, e
probabilmente, nel profondo del suo cuore, sa anche di non essere davvero innamorata di
Patrick, il ragazzo con cui è fidanzata da quasi sette anni. Quello che invece ignora è che sta
per perdere il lavoro e che, per la prima volta, tutte le sue certezze saranno messe in
discussione. A trentacinque anni, Will Traynor sa che il terribile incidente di cui è rimasto
vittima gli ha tolto la voglia di vivere. Sa che niente può più essere come prima, e sa
esattamente come porre fine a questa sofferenza. Quello che invece ignora è che Lou sta per
irrompere prepotentemente nella sua vita portando con sé un'esplosione di giovinezza, stravaganza e abiti
variopinti. E nessuno dei due sa che sta per cambiare l'altro per sempre. "Io prima di te" è la storia di un incontro.
L'incontro fra una ragazza che ha scelto di vivere in un mondo piccolo, sicuro, senza sorprese e senza rischi, e un
uomo che ha conosciuto successo, la ricchezza e la felicità, e all'improvviso li ha visti dissolversi, ritrovandosi
inchiodato su una sedia a rotelle. Due persone profondamente diverse, che imparano a conoscersi senza però
rinunciare a se stesse, insegnando l'una all'altra a mettersi in gioco.
Non gioco più, me ne vado. Gregari e campioni, coppe e
bidoni
di: Gianni Mura
SEDE: RA
Il giorno prima, l'attesa lieve, agitatissima: cosa accadrà? E poi è il giorno. Lo stadio è una
muraglia di colori, di cori, di rumori. Ai lati del percorso gli appassionati di ciclismo si
accalcano, attendono, scalpitano sui sandali. Sfilano i campioni in campo. I panchinari. Gli
arbitri. Il quarto uomo. Sfilano i campioni sulla strada. I gregari. I fotografi. I "suiveurs" e i
giornalisti. Il durante e il dopo. L'attesa, la tensione, la rassegnazione, la gioia. L'euforia. La
poesia. Questo è un libro di sport, di calcio e di ciclismo. Di poesia. "Non gioco più, me ne
vado": un libro su di noi, che ci riconosciamo in quelle sfide, in quei momenti. Come
eravamo, dove eravamo, quando Tardelli urlava sotto il cielo di Madrid, e dove quando, nel 2006, il cielo di Berlino
si tingeva d'azzurro e noi ridevamo, piangevamo, urlavamo. Come e dove quando Pantani volava sul Galibier, e
come e dove e quando e perché Pantani chiuse le ali in quell'alba grigissima, in quella grigia stanza d'albergo. C'è
tutto questo, c'è il giorno memorabile e il giorno comune, il giorno euforico e il giorno disperato, in questo libro. E
il giorno come un altro. Non ancora compiuti vent'anni, Gianni Mura inizia la sua carriera alla "Gazzetta dello
Sport". Assiste alle partite di provincia, ma subito dopo si trova a raccontare, nel 1965, quello che succede sulle
salite estreme, strette, affollate, e sulle discese ventose del Giro.
Il cacciatore di teste
di: Jo Nesbø
SEDE: RA
A Roger Brown non manca nulla. Ha un lavoro rispettabile come cacciatore di teste per le
grandi multinazionali e un hobby segreto, i furti d'arte, grazie ai quali foraggia lo
spropositato stile di vita che conduce. E non appena gli viene presentato Clas Greve,
proprietario di un meraviglioso Peter Paul Rubens, un dipinto andato disperso durante la
Seconda guerra mondiale, comincia immediatamente ad accarezzare l'idea del colpo. Ma
niente in questa storia va mai come previsto. E nell'appartamento di Greve, Roger Brown
trova sì il prezioso Rubens, ma anche qualcosa che non cercava affatto. E ben presto appare
evidente che lo scaltro cacciatore di teste altro non è che una povera preda...
Piangi pure
di: Lidia Ravera
SEDE: PI
Iris ha 79 anni, una figlia intelligentissima e antipatica, che parla esclusivamente con Dio, e
una nipote bellissima e ignorante, che trae vantaggio dalle passioni degli uomini. Vive sola
ed è in ottima salute, ma quando, per risolvere una decorosa miseria ormai intollerabile,
vende la nuda proprietà della casa in cui abita, incomincia a pensare alla morte. È perché ha
scommesso sulla sua aspettativa di vita? Lo chiede a Carlo, lo psicoanalista che lavora al
pianterreno e, da tre anni, prende il caffè con lei al bar di fronte. Carlo è una buona
conoscenza, una consuetudine, quasi un amico. È lui che le consiglia di tenere un diario per
contenere e disinnescare quei sintomi minacciosi, Iris esegue. Prima è cauta, racconta le sue paure per dominarle.
Ma poi finisce per raccontare anche altro. E si scopre innamorata di Carlo. Anche questo è un sintomo, ma siamo
portati a pensare che sia sintomo di una malattia giovanile. È così? Esiste una scadenza per l'eros, un inverno del
nostro desiderio? Oppure è uno dei tanti stereotipi che ci obbligano a rinunciare alla vita? Contro ogni previsione
Iris e Carlo vivranno la loro storia d'amore, impareranno a guardarsi l'un l'altra, e a guardare il tratto di strada che
devono ancora percorrere, approfittando della luce più suggestiva. Quella del tramonto. Con "Piangi pure" Lidia
Ravera racconta una storia struggente in cui l'età avanzata dei protagonisti diventa l'occasione per un rinnovato
inno alla vita.
Entra nella mia vita
di: Clara Sánchez
SEDE: PI
Madrid. Il sole estivo illumina la casa piena di fiori. È pomeriggio e la piccola Veronica
approfitta di un breve momento di solitudine per sfogare la curiosità di bambina spiando tra
le cose dei genitori. Apre una cartella piena di documenti, intorno a lei il silenzio, e spunta
una foto. Veronica la estrae con la punta delle dita, come se bruciasse. Non l'ha mai vista
prima. Ritrae una bambina poco più grande di lei, con un caschetto biondo, una salopette di
jeans e un pallone tra le mani. Veronica è confusa, ma il suo intuito le suggerisce che è
meglio non fare domande, non adesso che la mamma è sempre triste. Anno dopo anno,
Veronica si convince sempre più che le discussioni e i malumori in casa sua nascondano
qualcosa di cui nessuno vuole parlare. E che l'enigma di quella foto, di quella bambina
sconosciuta, c'entri in qualche modo. Ma quando Veronica diventa una donna, decisa e tenace, non può più fare
finta di niente. La malattia della madre la costringe a fare i conti con un passato di cui non sa nulla, un passato
rubato che la avvicina sempre di più alla bambina misteriosa della fotografia. Ritrovarla è l'unica strada per
raggiungere la verità. Una verità che, forse, ha un prezzo troppo alto. E quando Veronica trova la bambina, ormai
una donna anche lei, capisce che la strada è tutt'altro che percorsa, che il mistero è tutt'altro che svelato. Ma
soprattutto capisce che c'è qualcuno disposto a tutto pur di ostacolarla nella sua ricerca. Non le rimane che sé
stessa, il suo intuito e il suo coraggio...
La casa dei quattro venti
di: Elif Shafak
SEDE: RA
Dicono che i gemelli siano inseparabili, due corpi per un'anima sola. Pembe e Jamila sono
nate a tre minuti di distanza, nel piccolo villaggio curdo della Casa dei quattro venti. Jamila
ha occhi verdi come l'edera, sogna di girare il mondo come i marinai e di svegliarsi ogni
giorno in un porto diverso. Pembe è seria, posata, la sua risata è il rumore di due bicchieri
che si toccano e le sue mani conoscono i segreti della vita e della morte. Da grande sarà una
levatrice: quasi sacra, vivrà sospesa tra il mondo invisibile e quello visibile come la trama
sottile di una ragnatela. E se Pembe resterà fino all'ultimo legata al villaggio e alla sua
gente, Jamila andrà a Istanbul e poi a Londra, conoscerà l'amore e il tradimento, farà tre
figli e troppi sbagli e alla fine tornerà nel luogo da cui era partita. Perché i destini di Pembe e
Jamila si chiamano e si intrecciano fino a confondersi in quel disegno fragile e intricato che è
la vita. Dopo "La bastarda di Istanbul", Elif Shafak ritorna con un nuovo romanzo ricco di magia e di sentimenti, d
storie e di personaggi in bilico fra tradizione e modernità, tra la paura e una fortissima voglia di libertà.
Le signorine di Concarneau
di: Georges Simenon
SEDE: PI
Jules Guérec - quarant'anni, celibe, proprietario di due pescherecci - è sempre vissuto nella
cittadina bretone in cui è nato, nella casa adiacente all'emporio che la sua famiglia gestisce
da generazioni, nello stesso odore "di catrame, cordami, caffè, cannella e acquavite",
insieme alle due sorelle rimaste nubili, che lo accudiscono con una sollecitudine benigna,
occhiuta e possessiva. A loro Guérec deve rendere conto di come spende ogni centesimo.
Persino quando gli capita di andare a Quimper, e di non resistere alla tentazione di tornare
in quella certa strada dove un paio di signore "arrivate da Parigi" passeggiano "gettando agli
uomini sguardi provocanti", il pensiero di come farà a giustificare i cinquanta franchi
mancanti gli rovina il piacere. Sono loro, le sorelle, a sorvegliare tutto, a provvedere a tutto.
Anche quella volta che lui, da giovanotto, ha messa incinta una ragazza, è stata Celine - che
delle due è la più penetrante e la più spiccia, e che afferma di conoscere il fratello come fosse un figlio suo - a
prendere in mano la situazione. Una notte, però, Guérec, senza quasi accorgersene, sarà la causa di un evento
tragico, le cui paradossali conseguenze potrebbero forse spingerlo a uscire dal bozzolo soffocante, ma anche
tiepido e rassicurante, dei legami familiari.
I sotterranei della cattedrale
di: Marcello Simoni
SEDE: RA
Urbino, anno 1790. Un "magister" dell'Università cittadina viene trovato morto all'interno
della Cattedrale. Lo stato del suo corpo lascia supporre che sia precipitato dalle impalcature
erette all'interno dell'edificio per la ricostruzione della cupola, distrutta l'anno precedente da
un terremoto. Ma Vitale da Montefeltro, uno studente destinato al sacerdozio, intuisce che
dietro l'incidente si cela un enigma irrisolto. Dubita che il magister, grande cultore di
antiquariato, sia morto per puro caso, e indagando sui suoi ultimi giorni scopre un fatto
sconcertante: l'uomo era sulle tracce di un antico tempio dedicato alle Ninfe, nascosto
all'insaputa di tutti nel sottosuolo della città. Vitale si appassiona al mistero, ma ben presto
si rende conto che il "magister" non è morto per pura disgrazia. È stato assassinato. Tra i
sospetti vi sono il priore della Cattedrale, il "rector" dell'Università e un inquietante individuo
che vive nei sotterranei di Urbino.
Il rivoluzionario
di: Valerio Varesi
SEDE: PI
È il 1944, la guerra è finita e l'Italia fa i conti con le terribili ferite del secondo conflitto
mondiale. È il tempo della ricostruzione, e l'ex partigiano Oscar è in prima linea sul fronte
della rinascita. Affiancato dall'amata Italina, amica, confidente e moglie, Oscar prende parte
all'impresa di fondare un Paese moderno, ispirato agli ideali di eguaglianza e giustizia
sociale. Negli anni però i compromessi della politica e le divisioni ideologiche spingono Oscar
a cercare fuori dalla sua città, Bologna, la visione di un mondo nuovo. Per incontrare l'orrore
del socialismo reale e della Guerra Fredda, e varcare - infine - altri confini, diretto verso il
cuore della tenebra e la fine di un'epoca.
Le tre minestre
di: Andrea Vitali
SEDE: PI+RA
Le tre minestre che danno il titolo al racconto autobiografico di Andrea Vitali rappresentano,
con un espediente letterario tanto originale quanto spassoso, tre ministre: è così che Vitali
ribattezza segretamente le zie che accompagnano gli anni della sua infanzia. Cristina,
ministro degli Interni, è preposta alla conduzione delle faccende domestiche e alla cucina;
Colomba, ministro dell'Agricoltura, si occupa dell'orto e delle attività agricole di famiglia;
Paola infine, ministro degli Esteri, è impegnata professionalmente fuori casa e cura le
relazioni con vicini e parenti. Filo conduttore del racconto di Vitali sono le qualità attribuite ai
cibi di casa, più particolarmente le loro presunte virtù terapeutiche, a cui si legano vari
aneddoti. Siamo in un'Italia di provincia, negli anni Sessanta, dove ancora si parla il dialetto
e "la saggezza si esprime in assiomi che non ammettono repliche". Le zie circondano il
ragazzino con un affetto "rustico ma profumato", dettato dal buon senso ma ancora pregno di superstizioni,
retaggio di una cultura popolare di altri tempi. Ne emerge uno spaccato di vita vissuta e di costume di grande
suggestione, delicatamente nostalgico e al contempo ironico. Un autentico tuffo nel passato al quale contribuisce
anche il verace ricettario della tradizione locale che affonda le radici nel territorio, tra le sponde del lago di Como e
le valli retrostanti.