il messaggero - Scrambled Age
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il messaggero - Scrambled Age
( Lunedì 15.10.2001) La piccola Woodstock dell’Ado Non soltanto musicisti sul palco, ma anche artisti alle prese con sculture e maxi-tele. Uno che ieri mattina si fosse recato ignaro in piazza Vittoria avrebbe detto fra sé e sé compiaciuto: «Caspita: che sta succedendo?». Eh, già, perché tra le tante bancarelle del mercatino dell’usato (perché non spostarlo da Piazzutta proprio nella piazza e provvedere, a ogni “uscita”, con un complesso musicale?), chioschi enogastronomici e informativi dell’Ado (Associazione donatori organi) e un palco con musicisti di pregio impegnati dal vivo a stento ieri la si riconosceva (in attesa dell’inaugurazione serale della fontana del Pacassi). Piazza Vittoria si è ripresa ieri, grazie alla festa-manifestazione organizzata dall’Ado per i 25 anni di vita in Friuli-Venezia Giulia, il ruolo di cuore della città. Tanta la gente fin dalla prima mattinata, attirata soprattutto dagli artisti: non soltanto i musicisti sul palco, ma anche Ignazio Romeo alle prese con materiale di “recupero” (cartoni da imballo e altro) intento a costruire un arco “di speranza” e tanti artisti noti e meno noti alle prese con tre tele lunghe quaranta metri distese sull’asfalto, poi issate in tutto il loro splendore policromo da una gru cortesemente messa a disposizione della ditta Kusterle. C’erano persone di ogni età: dagli anziani, contenti di rivedere la “vecia” piazza viva e pulsante, alle coppie con bimbi ai giovanissimi, richiamati dalla musica live. Al banco dell’Ado tutte le informazioni sulle donazioni (ne occorrerebbero molte, ma molte di più...) e delle stupende magliette con impresso il logo della festa, cioè un bellissimo dipinto del compianto Attilio Carbone, grande artista Goriziano mai dimenticato. Ha aperto la festa alle 10.30 la presidente della sezione isontina dell’Ado Maria Pinat, che ha sottolineato fra l’altro come il lavoro compiuto nei cinque lustri gratifichi moltissimo gli iscritti, in quanto la nostra regione per ben due volte ha superato tutte le altre d’Italia per numero di donazioni. «Dà speranza ciò che il Papa ha detto a favore dei trapianti – ha aggiunto – ma è necessario che il mondo politico snellisca le procedure burocratiche e permetta ai medici di base di raccogliere le dichiarazioni di volontà. L’Ado intende continuare a fornire sempre più gli strumenti affinché i cittadini possano da soli riflettere e scegliere in maniera consapevole, al di là di tante parole avventate e scorrette dette, seppur in buona fede, da personaggi famosi. Con tale scopo – ha concluso – oggi gridiamo “partecipiamo alla vita” e attraverso l’arte vogliamo creare un’occasione di riflessione». Sul palco hanno iniziato alle 12.30, con “evergreen” di Procol Harum, Pink Floyd, Eric Clapton, Fleetwood Mac, Deep Purple, Joe Cocker e un omaggio ad Augusto Daolio dei Nomadi quelli della band Del Ponte, Giorgini, Konjedic, Moro (che in questo periodo non intendono, per rispetto verseo un amico, usare il nome che li ha resi famosi). Nel pomeriggio gli Scrambled Age hanno fatto rivivere il mito Uriah Heep, i 4Wd hanno offerto rock-blues texano e soul guidati dal grande guitarman Franco Decolle, coordinatore dei concerti, la Flexy Gang di Mauro Radigna ha regalato “fun” e riflessione nel segno del vero r’n’roll e del surf, mentre un fachiro mangiafuoco ha fatto incantare e sognare i bambini. Il duo folk Pucci-Venier ha proposto ottima musica: ha chiuso una band techno slovena A-wrx con una performance multimediale. Piazza Vittoria: vorremmo vederla spesso così, almeno una volta al mese, con i banchetti pieni di “modernariato” prezioso, libri ingialliti dal tempo e vecchissimi vinili anni 50 di Johnnie Ray, Harry Belafonte, The Platters, Chris Barber e altri miti. Un plauso a quelli dell’Ado (in particolare alla presidente e la direttrice artistica della festa “colorata” Alba Gurtner): una bella giornata, dove fra i “nomi” dell’arte ti può capitare anche di ritrovare una compagna di classe delle superiori che non vedevi da anni e trovarla sempre affascinante... Gi.Al.