tandem - Comunità Pastorale

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tandem - Comunità Pastorale
TANDEM
Notiziario della Comunità Pastorale S. Giulio e S. Bernardo di Castellanza
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Editoriale
NUMERO 98 - GIUGNO 2016
Don Walter
In assemblea per ascoltare
Note introduttive di don Walter in occasione dell'Assemblea dell'8 maggio 2016,
in vista della formulazione del Progetto della Comunità Pastorale.
Porre dei segni - C'è un'espressione molto nota di don Tonino Bello che dice: "Dai
segni del potere al potere dei segni: questo
è il nostro potere, quello di porre dei segni".
L'aver voluto iniziare i lavori per la formulazione di un Progetto per la nostra Comunità Pastorale con una Assemblea come
questa, non è altro che un segno. Abbiamo
voluto porre un segno preciso: quello di
una Comunità radunata in assemblea per
esercitare insieme l'arte dell'ascolto.
In questo modo - mi pare - ci stiamo mettendo sulla stessa lunghezza d'onda dello
stile di ascolto di papa Francesco. Per un
verso, in ragione del suo ministero e del
suo compito così alto, si deve
pur prendere delle decisioni,
fare delle scelte. A volte anche
esigenti e controcorrente. Ma
per un altro, proprio nell'ascolto della gente, papa Francesco
ci sta indicando un metodo
che si dimostra nei fatti. Con
grande frequenza incontra
nove cardinali, provenienti da
tutto il mondo, per avere il
polso della situazione della
Chiesa a livello universale; e
ancora: davanti al grande tema
della famiglia istituisce non
uno, ma ben due Sinodi di Vescovi, che nell'arco di due anni si sono ritrovati e gli hanno consegnato i loro pareri
su questo tema così importante. L'ultima
sua poderosa Esortazione apostolica Amoris
Laetitia, che cercheremo di leggere insieme, nasce anzitutto da questo esigente
metodo di ascolto. Ecco il senso semplicemente ecclesiale - papa Francesco direbbe: sinodale - di questa nostra Assemblea.
Un movimento chiuso - Sono arrivato a
Castellanza e ho trovato una comunità cristiana ricca di tradizioni. Codificate nel tempo, ma anche un po' scombinate. Soprattutto dalla prospettiva unitaria, voluta proprio dal Vescovo dieci anni fa, di diventare
Comunità pastorale. Percependo che lo
schema di fondo, al quale ci si deve attenere,
è anzitutto quello di mettere insieme,
giustapponendole, due parrocchie. Dove
per Comunità pastorale si intende fondamentalmente questo: mettere insieme il
meglio di una parrocchia col meglio dell'altra. Con la paura abbastanza diffusa, da
entrambe le parti, di perdere per strada qualche pezzo importante e caratterizzante della propria identità. Come se l'unico grande
movimento - pastorale - fosse di andare da
insü a ingiò e da ingiò a insü, per stare al
nostro linguaggio. Da una parte all'altra delle
due chiese parrocchiali, da una parte all'altra dei due oratori rimasti, da una parte all'altra di tanti gruppi e iniziative esistenti. Al
massimo attenendosi al principio dell'alternanza e/o di una sorta di par condicio: una
volta si parte da S. Giulio e un'altra volta da
S. Bernardo per non fare torto a nessuno.
E l'impressione complessiva è di immettersi in un movimento sterile, in una
circolarità vuota. Come di un cane che si
morde la coda. Mentre intorno a noi - che
abbiamo l'impressione di avere allargato il
cerchio territoriale di appartenenza, cioè da
una parrocchia ad una comunità pastorale
che copre l'intera città di Castellanza - il
mondo corre, il mondo cambia e non ci sta
certo ad aspettare. Un mondo fatto di gioie, fatiche, di contraddizione e di entusiasmi, di scontatezza e di professionalità. Non
possiamo permetterci di perdere il treno.
Cambiare il verso - Cari amici, care amiche, va cambiato il verso del nostro movimento che a lungo andare sarà solo l'esercizio moralistico di qualche volenteroso. Perché una Comunità pastorale non si costituisce dalla somma di due o più parrocchie. Va
cambiata la direzione: non più da una parte
all'altra soltanto, ma, per quanto sarà possibile, andare insieme oltre certi confini, certi
steccati, oltre le 'nostre' iniziative, la mia chiesa, il mio oratorio. E questo non significa
dimenticare. Più semplicemente significa
smetterla di piangerci addosso. Lagnandoci
di un passato organizzativo parrocchiale (e
oratoriano) che non torna più. Cercando di
capire che dobbiamo ridomandarci insieme
cosa significa essere chiesa
oggi, essere comunità cristiana
che annuncia il Vangelo, in un
mondo che cambia.
Questo credo sia il senso di
un'altra espressione di papa
Francesco: "Guai, allora, a chiuderci in noi, in parrocchia o nel
nostro gruppo. Quando la Chiesa è chiusa, si ammala. La Chiesa deve uscire verso le periferie
esistenziali" (Veglia di Pentecoste, 2013).
Arrivato a questo punto potrei
cominciare a sognare con voi i
lineamenti di una chiesa della
misericordia, trovandoci a vivere nel bel
mezzo dell'anno giubilare della misericordia.
Ma mentre sono consapevole che sto cercando con voi di capire bene il verso, la direzione di questa nostra Comunità Pastorale, non lo voglio affatto predeterminare.
Devo davvero anch'io mettermi in ascolto.
Cominciando con voi ad ascoltare seriamente lo Spirito Santo che soffia e parla attraverso tutti, anche attraverso te.
Qualche precisazione - Permettete però
un'ultima nota a riguardo dell'ascolto. Non
si tratta di far pervenire al Consiglio Pastorale tutto quello che ci salta in mente. Quello che magari ti covava dentro da tempo
con un po' di risentimento, per qualche cam-
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biamento avvenuto e mai digerito. Importa davvero guardare avanti, per il verso giusto. Sapendo che indietro non si torna. Cercando piuttosto di capire insieme come andare avanti. Insomma: evitate di scrivere al Consiglio o a me
lettere anonime, senza avere il coraggio di guardarci in faccia. Perché i cristiani in Assemblea
si guardano in faccia e si dichiarano.
E vorrei anche precisare cosa ci aspetta. Dopo
questo primo ascolto, dalla sintesi di quanto ci
saremo detti, dovrebbe nascere una prima bozza di Progetto pastorale. Questa bozza, nel prossimo autunno, sarà ancora una volta sottoposta
all'attenzione di tutta la Comunità pastorale, perché se ne possa discutere insieme, in occasione
di un'altra assemblea come questa. E non so
dove questo cammino ci porterà. Certamente
una prospettiva da tenere presente, senza che
vengano forzati i tempi del nostro lavoro, sarà
la visita pastorale decanale del nostro Arcivescovo, programmata per il prossimo febbraio.
Profeti di un futuro che non ci appartiene Concludo. Ho trovato una splendida riflessione
di John Dearden (1907-1988), cardinale e arcivescovo di Detroit, su che cosa deve essere la
chiesa e il cammino di un credente che in ogni
caso pensa. Ve la leggo e concludo:
"Niente di ciò che noi facciamo è completo.
Che è come dire che
il Regno sta più in là di noi stessi.
Nessuna affermazione
dice tutto quello che si può dire.
Nessuna preghiera
esprime completamente la fede.
Nessun credo porta la perfezione.
Nessuna visita pastorale
porta con sé tutte le soluzioni.
Nessun programma
compie in pieno la missione della Chiesa.
Nessuna meta né obbiettivo
raggiunge la completezza.
Di questo si tratta:
noi piantiamo semi che un giorno nasceranno.
Noi innaffiamo semi già piantati,
sapendo che altri li custodiranno.
Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupperà.
Mettiamo il lievito
che moltiplicherà le nostre capacità.
Non possiamo fare tutto,
però dà un senso di liberazione l'iniziarlo.
Ci dà la forza di fare qualcosa e di farlo bene.
Può rimanere incompleto,
però è un inizio, il passo di un cammino.
Una opportunità perché la grazia di Dio entri
e faccia il resto.
Può darsi che mai vedremo il suo compimento,
ma questa è la differenza
tra il capomastro e il manovale.
Siamo manovali, non capomastri,
servitori, non messia.
Noi siamo profeti
di un futuro che non ci appartiene".
"Educarsi cristianamente alla politica"
I giovani in dialogo con don Walter Magnoni
"Educarsi cristianamente alla politica":
questo il tema dell'incontro di noi giovani con don Walter Magnoni, responsabile diocesano della Pastorale Sociale
e del Lavoro, tenutosi giovedì 11 febbraio. Don Walter ha iniziato con domande provocatorie, volte a capire cosa
sia per noi la politica e il suo legame
con la fede. Ha poi spiegato la timidezza delle nostre risposte: i giovani, ma
non solo, sono portati al rifiuto della
politica per gli scandali che la circondano e per un'incapacità di appassionarsi
che rende sempre più lontana la politica, che si nutre di passione.
La storia italiana racconta un sentimento diverso sin dal secondo dopoguerra,
quando si ripartì proprio dalla politica:
da idee diverse nacque una Costituzione tuttora tra le più belle al mondo. Rappresentativo anche il '68, quando i giovani si scoprirono protagonisti nella società. La politica è stata motivo di azione, condivisione, socializzazione. Il '92,
con Tangentopoli e "Mani Pulite", ha visto un cambiamento: dal rispetto alla
distruzione dell'oppositore e del confronto, da programmi orientati al futuro alla "conquista" dell'elettore. Da qui
la diaspora dei cattolici, incapaci di riconoscersi in una società profondamente cambiata.
Don Walter, citando l'enciclica Laudato
sì di Papa Francesco, ha riassunto i fattori che hanno stravolto la società:
- rapidizzazione: le telecomunicazioni
hanno cambiato modi e tempi di comunicazione e relazione;
- rapporto tra uomo, tecnica e limite: lo sviluppo della tecnica tocca l'uomo anche nell'ambito dell'etica;
- globalizzazione, le migrazioni con le
relative questioni di giustizia, accoglienza, risorse, sicurezza;
- rapporto diritti e doveri: tanti sono
i diritti, non tutti possono diventare
subito oggetto di legge.
Come vivere la politica da cristiani oggi?
La risposta giunge ancora da Papa Francesco (Evangelii Gaudium):
- il tempo è superiore allo spazio: in
una politica che privilegia gli spazi di
potere, noi cristiani dobbiamo preferire i tempi di dinamismi e processi;
- l'unità prevale sul conflitto;
- la realtà è più importante dell'idea;
- il tutto è superiore alla parte. Dobbiamo avere una prospettiva ampia, affondando le radici nel piccolo.
Preziose le parole sull'inserimento dei giovani in politica, con il consiglio di partecipare a scuole di formazione, come quella diocesana, che preparino ad affrontare con preparazione questo servizio, evitando "sfruttamenti di immagine". Prezioso l'invito a fare il bene della collettività, condividendo fatiche e responsabilità, superando l'interesse di pochi.
Come non citare, infine, il Papa che a
Firenze ha detto a noi giovani: "Il modo
migliore per dialogare è fare qualcosa
insieme a tutti coloro che hanno buona
volontà. Faccio appello soprattutto a voi
giovani, perché siete forti. Superate
l'apatia, che nessuno disprezzi la vostra
giovinezza, imparate a essere modelli nel
parlare e nell'agire. Vi chiedo di essere
costruttori dell'Italia, di mettervi al lavoro per un'Italia migliore. Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell'ampio dialogo sociale e politico. Le mani e la nostra fede
si alzino verso il cielo, ma lo facciano
mentre edificano una città dove l'amore
di Dio è il fondamento e così sarete liberi di accettare le sfide dell'oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni."
Grazie a don Walter per questo incontro
che, forse, ci ha aperto un po' gli occhi.
Insomma, giovani.. rimbocchiamoci le
mani e buttiamoci al servizio degli altri!
Davide Farioli
TANDEM
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GIOVANI, A TU PER TU CON LA POLITICA
Valentina, 18 anni
1.Dall'inizio di quest'anno
2.Un modo di governare in un particolare ambito
3.Sì perché come cittadina lo vedo tanto
un diritto quanto un dovere. In molti
hanno lottato per ottenere la possibilità
di votare e noi non possiamo buttare
via questa possibilità
4.Sì ascolto le notizie dei telegiornali e ogni
tanto di qualche talk show
5.Secondo me dovrebbe viverla in modo
da aiutare l'altro, non sostenendo solo
le iniziative che sono a proprio favore.
Deve cercare di seguire gli insegnamenti del Vangelo anche in questo ambito, mettendo al primo posto la verità
e l'umiltà
6.Ho letto i programmi di tutti per farmi
un'idea generale.
Jessica, 24 anni
1.Posso votare da 6 anni.
2.La politica è l'attività di chi governa.
Ma chi governa, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, è scelto da noi.
Siamo noi cittadini che tramite libere
elezioni decidiamo chi ci governerà a
livello nazionale e locale. Quindi per me
la politica innanzitutto è scelta. A tutti è
data la possibilità di scegliere ciò che
meglio credono e chi meglio li rappresenta.
3.Sì ho sempre esercitato il mio diritto al
voto. Due sono i motivi principali. Il
primo è che non si tratta solo di un diritto, ma anche di un nostro dovere come
cittadini italiani. Ed il secondo è che solo
facendo la mia scelta attraverso il voto,
avrò successivamente la possibilità di
dichiararmi contento o meno del risultato. E' troppo facile astenersi e lasciare tutto in mano ad altri, lamentandosi
poi e sostenendo che la nostra scelta
sarebbe stata migliore.
4.Seguo le notizie relative alla politica
nazionale e in alcuni casi anche internazionali; si pensi ad esempio la campagna elettorale americana per le presidenziali di novembre. Mi informo attraverso il telegiornale della sera e da
quotidiani nazionali che leggo dal pc o
dal cellulare almeno una volta al giorno. Certe volte utilizzo anche quotidiani o riviste straniere, perché così mi posso fare un'idea più chiara di cosa all'estero pensano della nostra politica.
Dopo le elezioni amministrative,
alcuni giovani riflettono sulla politica
Domande
1. Da quanti anni voti?
2. Cos'è per te la politica?
3. Hai sempre esercitato il tuo diritto di voto? Vuoi dirci perché?
4. Segui le notizie relative alla politica? Quali sono le fonti per informarti?
5. Come pensi che un cristiano dovrebbe vivere la politica?
6. Come ti sei preparato alle elezioni amministrative che si sono tenute nella
nostra città?
5.Non ho mai ben pensato a questa cosa,
ma credo che un bravo cristiano debba
essere innanzitutto un buon cittadino del
suo Paese e della sua città, quindi che
debba votare quando è chiamato alle
urne. Dovrebbe essere consapevole
che non si può essere sempre contenti,
ma che comunque si è dato il proprio
contributo per cercare di rendere la situazione migliore. Forse in passato ai
cattolici venivano date delle indicazioni
più precise su chi votare e quali idee
sostenere, ma oggi non credo sia più
così. Senza dubbio la nostra fede ci dice
di scegliere ciò che è moralmente corretto e candidati giusti e trasparenti nel
fornire informazioni sulle loro proposte.
6.Mi sono informata su tutti i candidati e
le loro proposte. Mi fa piacere sapere
che le persone che conosco, soprattutto giovani, si sono impegnate per la nostra città.
Matteo, 27 anni
1.Voto da 10 anni
2.La politica per me dovrebbe rappresentare la direzione (in termini di valori,
principi e "strategie") che un Paese intende intraprendere per garantire il bene
dei propri cittadini.
3.Ho sempre votato perché penso che
sia importante che chi ci governa abbia
chiaro che i cittadini sono interessati a
ciò che avviene e dove essi vogliono
portare il proprio Paese. Se non si vota,
non ci si deve stupire che la classe politica agisca per quello che ritiene corretto o, peggio, per i propri interessi.
4.Seguo le notizie, ma non con il grado di
profondità che meriterebbero alcuni
temi importanti. Le fonti alle quali mi
rifaccio sono alcuni telegiornali e i titoli
e i principali articoli di alcuni giornali
nazionali.
5.Credo che l'essere cristiano non sia
un'etichetta che si vuole avere addosso, ma penso sia il risultato di una formazione che si ricerca nel tempo. Non
credo che esista una "politica cristiana" univoca a cui rifarsi, ma penso che
ciascuno debba agire secondo quello
che il Signore ha voluto comunicare a
lui nella propria esperienza di vita. Penso
che la fede cattolica suggerisca un
modo diverso di agire in tutti gli ambiti
della vita, quindi anche in quello politico. Non credo però che esista un'unica
dottrina politica di tipo cattolico.
6.Dato che non credo molto all'importanza
dei partiti a livello locale, ho cercato di
scegliere il gruppo in base alla competenza e al mio modo di pensare (e dunque quello che sarebbe il mio modo di
agire per il bene dei cittadini)
Riccardo, 32 anni
1. Voto da ben 16 anni!
2. Ricercare il bene comune
3. Sì. E' un diritto e dovere di ogni cittadino. E' il fondamento della democrazia.
E' importante esprimere la propria opinione e sostenere le persone che ci ispirano fiducia.
4. Mi informo attraverso il web, i telegiornali e talk-show; ammetto di non
utilizzare i quotidiani.
5. Essere cristiano è fare la volontà di
Dio, cioè vivere come Gesù. Il cristiano dovrebbe distinguersi per onestà, lealtà, rigore, coerenza, rispetto, impegno,
incorruttibilità, disinteresse (imparzialità).
6. Ho letto i programmi delle diverse liste
e mi sono fatto un'idea delle persone
che si sono rese disponibili. Mi è stato
chiesto di partecipare ad una lista, ma
per diversi motivi, e con un po' di dispiacere, ho rinunciato. Mi sono
riproposto di impegnarmi in prima persona in un futuro non troppo lontano.
TANDEM
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LA FAMIGLIA… 365 GIORNI L'ANNO!
Il fondamento
1. La gioia dell'amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della
Chiesa.
Come hanno indicato i Padri sinodali,
malgrado i numerosi segni di crisi del
matrimonio, "il desiderio di famiglia
resta vivo, in specie fra i giovani, e
motiva la Chiesa". Come risposta a
questa aspirazione "l'annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia"
(AMORIS LÆTITIA del SANTO PADRE FRANCESCO)
La famiglia è fondamentale per la crescita della persona, lo sviluppo della società e la vita della Chiesa. L'attenzione
che la stessa Chiesa ha avuto in tanti
anni ne è la dimostrazione.
Nel quadro odierno, in cui la famiglia è
esposta a molti rischi e minacce, è fondamentale che noi sposi e famiglie cristiane avvertiamo l'urgenza di testimoniare la nostra condizione sia come grazia da vivere e custodire, sia come vocazione alla santità in cui realizzare la
sequela di Cristo e assumiamo il compito di rendere presente l'amore di Dio
nella specificità della nostra esistenza e
intorno a noi. In forza del sacramento
del matrimonio su cui è fondata e grazie
a una corretta pastorale familiare, la famiglia vive e cresce come soggetto protagonista del suo ruolo ministeriale nella
Chiesa.
La commissione famiglia
In questo contesto nasce e si costituisce
la Commissione famiglia.
Come il Consiglio Pastorale, essa deve
rappresentare l'immagine della fraternità e della comunione dell'intera comunità ed essere lo strumento della decisione comune sulla pastorale familiare,
dove trovano sintesi, il ministero della
presidenza del responsabile della comunità e la corresponsabilità dei laici.
Nella nostra comunità la commissione
esiste da diversi anni, vi fanno parte sia
coppie adulte che giovani così da riportare all'interno del gruppo diversità di
esperienze e nuovi slanci propositivi.
Ci s'incontra con cadenza bimestrale o
all'esigenza, in occasione dei momenti
forti dedicati alla famiglia. Gli incontri
sono occasione di riflessione e confronto, oltre che di organizzazione e verifica
dei percorsi in atto.
E' una realtà che negli anni ha lavorato
bene, ed è riuscita a sperimentare e interpretare il senso dell'unità pastorale.
Dagli ultimi incontri emerge il desiderio
di lavorare con spirito positivo sulla famiglia, valorizzando quello che già c'è
ed evitando inutili scoraggiamenti, mantenendo lo sguardo vigile alle urgenze
familiari presenti sul territorio.
Catechesi per le famiglie
e per gli adulti
Ai momenti di catechesi partecipano in
media 20/25 coppie della comunità pastorale, che hanno alle spalle già diversi
anni di matrimonio o che hanno già intrapreso un certo tipo di cammino. Gli
incontri prevedono la visione di un filmato per la presentazione del tema a cui
segue un momento di condivisione e confronto a gruppi ed infine una cena condivisa, Si svolgono in OSC o in OSG, nel
tardo pomeriggio del sabato o della domenica, e si concludono, per chi lo desidera, con la partecipazione alla messa
delle 20.30 in parrocchia. Verificando il
cammino finora fatto emerge che se da
un lato i contenuti degli incontri sono
sempre stimolanti per riflessioni personali, dall'altro c'è il rischio che rimangano circoscritte al gruppo ristretto e non
abbiano un riscontro vissuto nella comunità. Ci si propone quindi di rivedere le
modalità magari organizzando delle uscite
in giornata, che potrebbero essere vissute con più intensità.
In affiancamento a questo cammino
per famiglie, e dopo la conclusione
del percorso di 5 anni della scuola di
teologia per laici, si propone a partire dal prossimo anno pastorale una
catechesi comunitaria per adulti con
cadenza mensile da tenere al giovedì
(va deciso quale giovedì del mese), e
dei cicli di corsi su temi specifici e di
settore con cadenza settimanale al
martedì, con l'intervento di relatori
esterni (con iscrizione e aperti anche
alle altre parrocchie del Decanato
Valle Olona)
Giovani coppie
Costituito da alcune coppie di giovani
sposi con bambini piccoli questo gruppo nasce dall'esigenza di confrontarsi
su esperienze e su vissuti più vicini al
loro.
E' ben consolidato e affiatato e sempre
aperto ad accogliere nuove coppie. Per
la riflessione si fanno aiutare da un sussidio scelto preventivamente, che prevede la lettura di un passo evangelico, la
comprensione del testo, la testimonianza scritta da una coppia ed infine le domande di riflessione per la coppia e per
il gruppo. Segue sempre una cena condivisa. Hanno cadenza mensile e si tengono di solito al sabato, nel tardo pomeriggio; anche in questo caso alternando
OSC e OSG. E' assicurato il baby-sitter
.E' sicuramente un'esperienza importante
che potrebbe aiutare le nuove famiglie
ad inserirsi gradualmente nella vita comunitaria.
Giovani coppie e famiglie adulte si ritrovano ogni anno alla due giorni, a
cui negli ultimi anni hanno partecipato oltre un centinaio di persone.
E' un'esperienza forte di condivisione, arricchente per la crescita spirituale della persona e bella per le relazioni di amicizia che si vengono a
creare.
Equipe battesimale
La pastorale battesimale gioca un ruolo determinante nell'accompagnamento delle giovani famiglie nel loro cammino di fede nei primi anni di vita del
bambino. Diventa un'occasione soprattutto per alcuni genitori di riscoprire una
fede che col tempo si è indebolita. L'accompagnamento di queste famiglie è
gestito da una decina di catechisti tra
San Bernardo e San Giulio. La famiglia che chiede il battesimo, dopo una
prima presentazione dal parroco, viene
incontrata, di solito in casa, dal catechista. E' questa un'occasione per instaurare una prima relazione di amicizia ma soprattutto per riflettere insieme sul senso della loro scelta. La settimana prima della celebrazione del Battesimo tutte le famiglie interessate vengono convocate per una catechesi comunitaria, da quest'anno tenuta da un
responsabile dell'equipe.
Da una verifica fatta emerge la necessità di migliorare e rafforzare l'accompagnamento delle famiglie nel periodo post-battesimale fino all'inizio
del cammino di IC. I catechisti dovranno farsi carico di mantenere viva una
continuità di rapporti personali e di
amicizia. Anche per questo motivo sarebbe importante che nel gruppo possano inserirsi nuove forze, soprattutto giovani.
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Fidanzati
La pastorale prematrimoniale, costituisce uno dei capitoli più urgenti, importanti e delicati della pastorale familiare.
L'itinerario proposto, partendo dalla realtà umana vissuta dai fidanzati e illuminandola e interpretandola con l'annuncio del vangelo, deve permettere ai
fidanzati di giungere a conoscere e a vivere il mistero cristiano del matrimonio.
I fidanzati devono essere aiutati e stimolati a fare una significativa esperienza di fede e di vita ecclesiale. E' fondamentale che i fidanzati si sentano accompagnati e accolti dalla comunità, occorre quindi pensare e proporre loro occasioni concrete di incontro.
In prospettiva
In prospettiva don Walter chiede che
possano essere rappresentate nella Commissione Famiglia anche i genitori che
sono coinvolti nei nostri due oratori nella
Catechesi dell'IC. Andrà quanto prima
rilevata la modalità di partecipazione/rappresentanza, avvalendosi anche di una
rappresentanza delle catechiste.
Ci si domanda anche quale attenzione la
Commissione potrà e dovrà avere a situazioni familiari in difficoltà (card. D.
Tettamanzi, "Il Signore è vicino a chi ha
il cuore ferito") e quali attenzione la Commissione è bene che metta in atto tenendo conto delle indicazioni che provengono dalla Sinodo dei Vescovi sulla
famiglia ("La famiglia soggetto dell'Evangelizzazione"), oltre alle precisazioni
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messe in atto dal card. A. Scola e dalla
recente Esortazione apostolica di papa
Francesco, Amoris laetitia.
Raccordi interessanti andrebbero anche
coltivati da parte della Commissione con
quanto viene messo in atto dai servizi
sociali del Comune in ordine alle famiglie in difficoltà, a quanto evidenzia la
Caritas delle due parrocchie della CP, e
da alcune associazione particolarmente
dedite alla realtà famigliare (es. Corte
dei Ciliegi).
INSIEME AL… SANTUARIO
MADONNA DELLA GUARDIA
Le famiglie della nostra comunità
sono state guidate da Don Walter nel
cammino di riflessione attorno al
tema: ''Dalla 'famiglia oggetto' alla
'famiglia soggetto' di evangelizzazione''. Riportiamo qualche interessante
spunto di riflessione, rivelatori della
bellezza del matrimonio, fedele e aperto alla vita, che fonda la famiglia.
Famiglia soggetto
di evangelizzazione
La complessità del contesto sociale in
cui oggi le famiglie vivono impone una
maggiore responsabilità nella trasmissione della fede. Diventa ancora più importante far emergere nuove domande,
piuttosto che rifugiarsi in vecchie risposte, già pronte all'uso, fornendo ai figli
gli strumenti necessari per poter operare una scelta consapevole. E' fondamentale allora recuperare una fede che parli
con i fatti e che sia nel contempo gioiosa. Solo attraverso la gioia di essere cristiani si può dare una testimonianza credibile ('Amoris Laetitia').
Famiglia soggetto attivo di evangelizzazione nei confronti dei figli
Creare legami, una "rete" di famiglie, che
condividano un modo di vivere può rappresentare una valida via di evangelizzazione: inseriti in un gruppo, i figli possono trovare più piacevole partecipare
ai momenti di vita cristiana, con maggiori stimoli nel sentire gli ambienti che
frequentano (oratorio, chiesa) come la
loro seconda casa.
Quando questa rete manca, tutto risulta
più difficile e a volte si fa molta fatica
far vivere anche ai figli i valori cristiani.
La testimonianza viva del vangelo vissuto in famiglia, fondata sull'esempio, è
certamente più significativa di molte parole. E' importante riuscire a vedere "il
poco che già c'è" per poi farlo crescere,
piuttosto che inventare cose nuove (a partire dal quotidiano, dalle cose semplici di
tutti i giorni).
Famiglia soggetto attivo di evangelizzazione nei confronti dell'ambiente esterno
All'interno del gruppo di discussione si è
discusso del processo di evangelizzazione come relazione interpersonale. Il processo attraverso cui avviene ha diverse
fasi: la fase iniziale in cui occorre la
predisposizione, di chi riceve e ricerca, e la convinzione di chi dona e può
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influire. Segue una fase in cui l'evangelizzazione deve essere innescata, questa è spesso la fase più critica legata
spesso all'imbarazzo all'approccio che
può sorgere nel cristiano che esternalizza
la propria fede. Attraverso l'innesco si
manifesta una messaggio che deve essere capito. La comprensione del messaggio risulta essere agevolata quando
lo stesso è veicolato dall'esempio più che
dalla parole enfatizzando l'importanza dei
gesti più che della comunicazione verbale. Infine l'evangelizzazione diviene
compiuta quando viene accolta.
Le modalità e le occasioni in cui si può
ritrovare evangelizzazione hanno degli
elementi facilitatori che sono:
- Il bisogno come stimolo poiché le persone che non sentono il bisogno per-
dono la voglia di ricerca di un messaggio nuovo
- La proposta e l'accoglienza di chi può
donare mettono a proprio agio il ricevente
predisponendolo
al
completamento del processo di evangelizzazione
- L'omogeneità di interessi tra le persone individua canali comunicativi e momenti di con-vivialità preferenziali attraverso cui evangelizzare
All'interno del gruppo alcuni esempi
esperienziali quali percorsi di crescita personali in un contesto di collettività sono:
il gruppo di coppia guida per il battesimo, il cammino delle giovani coppie, le
benedizioni di quartiere o la partecipazione alla due giorni delle famiglie.
Riattivare la bellezza
del vangelo nella famiglia
'Preferisco una famiglia con la faccia
stanca per i sacrifici a una famiglia con
le facce imbellettate che non sanno di
tenerezza e compassione.
La vita matrimoniale deve rinnovarsi tutti
i giorni. E, come ho detto prima, preferisco famiglie con le rughe, con ferite, cicatrici, ma che vanno avanti perché quelle ferite, quelle cicatrici, quelle rughe
sono frutto della fedeltà di un amore che
non sempre è stato facile. L'amore non
è facile, non è facile, no, ma è la cosa
più bella che un uomo e una donna possono darsi a vicenda, il vero amore, per
tutta la vita'.
(Mess. finale Papa Francesco, viaggio in Messico, 12-14 febbraio 2016)
ORATORIO: CONSULENZA PER LA VITA
Individuare le proprie "matching skills", cioè le capacità spendibili in ambiti diversi, per esempio tempo libero e
lavoro. Questa la richiesta della redazione de "il volo", notiziario trimestrale di PriceWaterhouseCoopers, società
internazionale di revisione e consulenza. "Che cos'hai sviluppato nella tua vita, che puoi mettere a frutto anche nel
lavoro?" A questa domanda Alberto Re Fraschini, giovane castellanzese che lavora in PwC, ha risposto raccontando
la sua esperienza in oratorio. Una testimonianza che offre spunti per la riflessione sulle attività e il valore del
percorso dei nostri oratori.
Oratorio: consulenza per la vita
di Alberto Re Fraschini
“Matching skills”: ci penso un attimo e subito mi salta in
mente un esempio lampante.
Sono in PwC da poco meno di un anno, ma il mio seppur
breve percorso professionale mi ha permesso di sperimentare fin da
subito queste matching skills
.
Da quasi 10 anni faccio l’educatore in un oratorio, impegno
che si traduce in incontri settimanali di riflessione e discussione e nella proposta di iniziative ritagliate su misura per i
ragazzi: uscite il sabato sera, proposte di volontariato, vacanze estive... oltre all’attività di “consulenza” per la vita.
È un compito sfidante, soprattutto ora che seguo ragazzi
delle superiori, iperattivi e tanto “grandi” quanto, in realtà,
ancora fragili e non ancora maturi.
Dove sarebbero queste matching skills, direte?
Ne ho potute riscontrare molteplici, provo a riassumerle in
pochi punti:
- capacità di rapportarmi con persone di diverse età, adattandomi al contesto;
- capacità di confrontarmi con i colleghi (nel caso, gli altri
educatori);
- capacità di gestire e organizzare attività per gruppi di persone;
- capacità di essere un punto di riferimento, sia dal basso
verso l’alto, ma anche dall’alto verso il basso.
Tutto questo, ovviamente, senza avere la pretesa di possedere appieno queste capacità.
Cito con piacere il primo progetto su cui sono stato pianificato: un inventario cespiti in un ospedale.
Mansioni prevalentemente pratiche (l’esperienza oratoriana
insegna molto anche sotto questo aspetto) e team allargato.
Qualità relazionali-umane e capacità organizzative mi hanno
permesso di essere un punto di riferimento per l’operatività
del team, pur essendo, per seniority, l’ultimo tra tutti.
Insomma, sin da questo progetto, cioè dall’inizio della mia
PwC Experience, ho potuto sperimentare molte delle dinamiche sopra citate.
A me pare un bel match, in tutti i sensi
La serata di capodanno organizzata con i ragazzi (io
sono il ragazzo con baffi e papillon, al centro un altro
educatore e intorno alcuni dei ragazzi che seguiamo).
TANDEM
TANDEM
Giugno 2016 - Pagina 7
Corso fidanzati 2016: ricchezza nella diversità
Sposarsi richiede un grande impegno, una condivisione di intenti
che la coppia affronta giorno dopo giorno. Un cammino che inizia
con il sì davanti a Dio, un percorso in cui ci si prepara attraverso il
corso fidanzati prima, ma che deve continuare a portare la coppia
ad una continua riflessione, a mettersi in gioco sempre. Sono 17 le
coppie che da gennaio ad aprile si sono incontrate, hanno condiviso tra loro esperienze, dubbi e opinioni sul matrimonio, coadiuvate
da don Walter e dalle coppie guida.
Rispetto allo scorso anno il corso è stato ridotto a 4 mesi, con una
continuità articolata soprattutto grazie alla ripresa con le coppie
guida. A metà maggio si è svolto il primo matrimonio, mentre solo
tre coppie hanno in programma il matrimonio il prossimo anno.
L'età media dei partecipanti è di 30 anni (quella nazionale è 33)
A raccontarci come si è svolto il corso fidanzati Don Walter Magni:
"Abbiamo fatto otto incontri, di cui quello conclusivo al santuario
di Santa Gianna Beretta Molla a Magenta. Il gruppo di quest'anno è
stato interessante, non tanto dal punto di vista numerico, ma della
varietà delle coppie che mi sono trovato davanti. La quasi totalità
già convive, ma anche non vive quotidianamente insieme, spesso
si ritrova a dormire insieme nel week-end: insomma, c'è voglia di
stare insieme. Ci sono due coppie, entrambe con figli, mentre un'altra
è composta da una ragazza madre e dal suo nuovo compagno.
Davanti a me si è presentata anche una coppia in cui lui non è né
credente né battezzato: in questo caso si celebrerà il matrimonio
misto, ossia un matrimonio tra un cattolico e un non cattolico (non
cristiano o non credente), senza la celebrazione dell'Eucaristia,
poiché vi sarà solo una celebrazione della parola. E' però la parte
cattolica che sostiene tutto, chiedendo all'altra parte non cattolica
di entrare nei criteri del matrimonio cattolico, per esempio nell'educazione dei figli. E poi c'è lo zoccolo duro, composto da fidanzati
con provenienze esplicitamente oratoriale, oppure coppie senza una
specifica appartenenza alla comunità cristiana, che hanno perso
una lunga catechesi per anni.
Cosa significa allora, con 17 coppie così diverse fra loro, far passare contenuti e valori del matrimonio cristiano? "I primi incontri
sono stati dedicati a far parlare le coppie per descrivere il loro
livello di fede, a partire dalla domanda "cosa significa per te
essere credente?" per poi chiedersi "Cosa significa allora chiedere il sacramento del matrimonio?". Si è cercato di far maturare una riflessione per poi riprenderla nelle case delle coppie guida, durante i 15 giorni di intervallo tra un incontro e l'altro.
Quello con le coppie guida è risultato un approccio più familiare
e meno formale. Un altro passaggio fondamentale del corso è
stato quello di percepire la positività della situazione nella quale i
fidanzati si trovano, perché Dio fin dall'inizio "maschio e femmina li creò", nella consapevolezza che lo stare insieme implica
delle regole (fedeltà, dono di sé, il "per sempre"). Non è scontato il motivo per cui ci si sposa in chiesa: il corso aiuta a ritrovare
le motivazioni per le quali ognuno decide di farlo. Infine, è stata
affrontata la questione dei figli, momento in cui è emerso che
raramente ci si sposa per quello. Il figlio non è cercato in modo
esasperato perché fuori tempo per cercarli o ce l'hai già".
La parola a una coppia di fidanzati...
Il corso fidanzati cui abbiamo partecipato si è rivelato ben riuscito in ogni aspetto, presentandosi con
un taglio moderno e molto efficace. Abbiamo trovato molto interessante, oltre alla capacità espositiva
di Don Walter ed alla Sua grande ospitalità, la presenza delle cosiddette "coppie guida", le quali hanno contribuito a rendere più vivace il dibattito sui
temi affrontati nonché ad amalgamare le varie coppie durante gli incontri infrasettimanali.
Molte volte si pensa di sapere già tutto sulla coppia
oppure non si vuole mettere in discussione la propria intimità, ma grazie a questo corso abbiamo compreso che c'è sempre molto da imparare da noi stessi
e dagli altri.
TANDEM
TANDEM
Giugno 2016 - Pagina 8
Per suggerimenti, commenti e proposte:
[email protected]
http://www.comunitapastoralecastellanza.it
SOMMARIO
Comunioni in comunità
pag. 1
pag. 2
- L’editoriale del Parroco
- "Educarsi cristianamente alla politica":
i giovani in dialogo con don Walter Magnoni
pag. 3 - Giovani: a tu per tu con la politica
pag. 4/5 - La famiglia: ...365 giorni l'anno!
pag. 6 - Oratorio: consulenza per la vita
pag. 7 - Corso fidanzati 2016: ricchezza nella diversità
pag. 8 - Le comunioni in Comunità
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[email protected] 0331489100 - Via S. Camillo, 1
Notiziario della Comunità Pastorale S. Giulio e S. Bernardo di Castellanza
TANDEM
TANDEM
Numero 97 - Realizzato in proprio - Giugno 2016