tandem - Comunità Pastorale
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TANDEM Notiziario della Comunità Pastorale S. Giulio e S. Bernardo di Castellanza [email protected] Editoriale NUMERO 98 - GIUGNO 2016 Don Walter In assemblea per ascoltare Note introduttive di don Walter in occasione dell'Assemblea dell'8 maggio 2016, in vista della formulazione del Progetto della Comunità Pastorale. Porre dei segni - C'è un'espressione molto nota di don Tonino Bello che dice: "Dai segni del potere al potere dei segni: questo è il nostro potere, quello di porre dei segni". L'aver voluto iniziare i lavori per la formulazione di un Progetto per la nostra Comunità Pastorale con una Assemblea come questa, non è altro che un segno. Abbiamo voluto porre un segno preciso: quello di una Comunità radunata in assemblea per esercitare insieme l'arte dell'ascolto. In questo modo - mi pare - ci stiamo mettendo sulla stessa lunghezza d'onda dello stile di ascolto di papa Francesco. Per un verso, in ragione del suo ministero e del suo compito così alto, si deve pur prendere delle decisioni, fare delle scelte. A volte anche esigenti e controcorrente. Ma per un altro, proprio nell'ascolto della gente, papa Francesco ci sta indicando un metodo che si dimostra nei fatti. Con grande frequenza incontra nove cardinali, provenienti da tutto il mondo, per avere il polso della situazione della Chiesa a livello universale; e ancora: davanti al grande tema della famiglia istituisce non uno, ma ben due Sinodi di Vescovi, che nell'arco di due anni si sono ritrovati e gli hanno consegnato i loro pareri su questo tema così importante. L'ultima sua poderosa Esortazione apostolica Amoris Laetitia, che cercheremo di leggere insieme, nasce anzitutto da questo esigente metodo di ascolto. Ecco il senso semplicemente ecclesiale - papa Francesco direbbe: sinodale - di questa nostra Assemblea. Un movimento chiuso - Sono arrivato a Castellanza e ho trovato una comunità cristiana ricca di tradizioni. Codificate nel tempo, ma anche un po' scombinate. Soprattutto dalla prospettiva unitaria, voluta proprio dal Vescovo dieci anni fa, di diventare Comunità pastorale. Percependo che lo schema di fondo, al quale ci si deve attenere, è anzitutto quello di mettere insieme, giustapponendole, due parrocchie. Dove per Comunità pastorale si intende fondamentalmente questo: mettere insieme il meglio di una parrocchia col meglio dell'altra. Con la paura abbastanza diffusa, da entrambe le parti, di perdere per strada qualche pezzo importante e caratterizzante della propria identità. Come se l'unico grande movimento - pastorale - fosse di andare da insü a ingiò e da ingiò a insü, per stare al nostro linguaggio. Da una parte all'altra delle due chiese parrocchiali, da una parte all'altra dei due oratori rimasti, da una parte all'altra di tanti gruppi e iniziative esistenti. Al massimo attenendosi al principio dell'alternanza e/o di una sorta di par condicio: una volta si parte da S. Giulio e un'altra volta da S. Bernardo per non fare torto a nessuno. E l'impressione complessiva è di immettersi in un movimento sterile, in una circolarità vuota. Come di un cane che si morde la coda. Mentre intorno a noi - che abbiamo l'impressione di avere allargato il cerchio territoriale di appartenenza, cioè da una parrocchia ad una comunità pastorale che copre l'intera città di Castellanza - il mondo corre, il mondo cambia e non ci sta certo ad aspettare. Un mondo fatto di gioie, fatiche, di contraddizione e di entusiasmi, di scontatezza e di professionalità. Non possiamo permetterci di perdere il treno. Cambiare il verso - Cari amici, care amiche, va cambiato il verso del nostro movimento che a lungo andare sarà solo l'esercizio moralistico di qualche volenteroso. Perché una Comunità pastorale non si costituisce dalla somma di due o più parrocchie. Va cambiata la direzione: non più da una parte all'altra soltanto, ma, per quanto sarà possibile, andare insieme oltre certi confini, certi steccati, oltre le 'nostre' iniziative, la mia chiesa, il mio oratorio. E questo non significa dimenticare. Più semplicemente significa smetterla di piangerci addosso. Lagnandoci di un passato organizzativo parrocchiale (e oratoriano) che non torna più. Cercando di capire che dobbiamo ridomandarci insieme cosa significa essere chiesa oggi, essere comunità cristiana che annuncia il Vangelo, in un mondo che cambia. Questo credo sia il senso di un'altra espressione di papa Francesco: "Guai, allora, a chiuderci in noi, in parrocchia o nel nostro gruppo. Quando la Chiesa è chiusa, si ammala. La Chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali" (Veglia di Pentecoste, 2013). Arrivato a questo punto potrei cominciare a sognare con voi i lineamenti di una chiesa della misericordia, trovandoci a vivere nel bel mezzo dell'anno giubilare della misericordia. Ma mentre sono consapevole che sto cercando con voi di capire bene il verso, la direzione di questa nostra Comunità Pastorale, non lo voglio affatto predeterminare. Devo davvero anch'io mettermi in ascolto. Cominciando con voi ad ascoltare seriamente lo Spirito Santo che soffia e parla attraverso tutti, anche attraverso te. Qualche precisazione - Permettete però un'ultima nota a riguardo dell'ascolto. Non si tratta di far pervenire al Consiglio Pastorale tutto quello che ci salta in mente. Quello che magari ti covava dentro da tempo con un po' di risentimento, per qualche cam- TANDEM TANDEM Giugno 2016 - Pagina 2 biamento avvenuto e mai digerito. Importa davvero guardare avanti, per il verso giusto. Sapendo che indietro non si torna. Cercando piuttosto di capire insieme come andare avanti. Insomma: evitate di scrivere al Consiglio o a me lettere anonime, senza avere il coraggio di guardarci in faccia. Perché i cristiani in Assemblea si guardano in faccia e si dichiarano. E vorrei anche precisare cosa ci aspetta. Dopo questo primo ascolto, dalla sintesi di quanto ci saremo detti, dovrebbe nascere una prima bozza di Progetto pastorale. Questa bozza, nel prossimo autunno, sarà ancora una volta sottoposta all'attenzione di tutta la Comunità pastorale, perché se ne possa discutere insieme, in occasione di un'altra assemblea come questa. E non so dove questo cammino ci porterà. Certamente una prospettiva da tenere presente, senza che vengano forzati i tempi del nostro lavoro, sarà la visita pastorale decanale del nostro Arcivescovo, programmata per il prossimo febbraio. Profeti di un futuro che non ci appartiene Concludo. Ho trovato una splendida riflessione di John Dearden (1907-1988), cardinale e arcivescovo di Detroit, su che cosa deve essere la chiesa e il cammino di un credente che in ogni caso pensa. Ve la leggo e concludo: "Niente di ciò che noi facciamo è completo. Che è come dire che il Regno sta più in là di noi stessi. Nessuna affermazione dice tutto quello che si può dire. Nessuna preghiera esprime completamente la fede. Nessun credo porta la perfezione. Nessuna visita pastorale porta con sé tutte le soluzioni. Nessun programma compie in pieno la missione della Chiesa. Nessuna meta né obbiettivo raggiunge la completezza. Di questo si tratta: noi piantiamo semi che un giorno nasceranno. Noi innaffiamo semi già piantati, sapendo che altri li custodiranno. Mettiamo le basi di qualcosa che si svilupperà. Mettiamo il lievito che moltiplicherà le nostre capacità. Non possiamo fare tutto, però dà un senso di liberazione l'iniziarlo. Ci dà la forza di fare qualcosa e di farlo bene. Può rimanere incompleto, però è un inizio, il passo di un cammino. Una opportunità perché la grazia di Dio entri e faccia il resto. Può darsi che mai vedremo il suo compimento, ma questa è la differenza tra il capomastro e il manovale. Siamo manovali, non capomastri, servitori, non messia. Noi siamo profeti di un futuro che non ci appartiene". "Educarsi cristianamente alla politica" I giovani in dialogo con don Walter Magnoni "Educarsi cristianamente alla politica": questo il tema dell'incontro di noi giovani con don Walter Magnoni, responsabile diocesano della Pastorale Sociale e del Lavoro, tenutosi giovedì 11 febbraio. Don Walter ha iniziato con domande provocatorie, volte a capire cosa sia per noi la politica e il suo legame con la fede. Ha poi spiegato la timidezza delle nostre risposte: i giovani, ma non solo, sono portati al rifiuto della politica per gli scandali che la circondano e per un'incapacità di appassionarsi che rende sempre più lontana la politica, che si nutre di passione. La storia italiana racconta un sentimento diverso sin dal secondo dopoguerra, quando si ripartì proprio dalla politica: da idee diverse nacque una Costituzione tuttora tra le più belle al mondo. Rappresentativo anche il '68, quando i giovani si scoprirono protagonisti nella società. La politica è stata motivo di azione, condivisione, socializzazione. Il '92, con Tangentopoli e "Mani Pulite", ha visto un cambiamento: dal rispetto alla distruzione dell'oppositore e del confronto, da programmi orientati al futuro alla "conquista" dell'elettore. Da qui la diaspora dei cattolici, incapaci di riconoscersi in una società profondamente cambiata. Don Walter, citando l'enciclica Laudato sì di Papa Francesco, ha riassunto i fattori che hanno stravolto la società: - rapidizzazione: le telecomunicazioni hanno cambiato modi e tempi di comunicazione e relazione; - rapporto tra uomo, tecnica e limite: lo sviluppo della tecnica tocca l'uomo anche nell'ambito dell'etica; - globalizzazione, le migrazioni con le relative questioni di giustizia, accoglienza, risorse, sicurezza; - rapporto diritti e doveri: tanti sono i diritti, non tutti possono diventare subito oggetto di legge. Come vivere la politica da cristiani oggi? La risposta giunge ancora da Papa Francesco (Evangelii Gaudium): - il tempo è superiore allo spazio: in una politica che privilegia gli spazi di potere, noi cristiani dobbiamo preferire i tempi di dinamismi e processi; - l'unità prevale sul conflitto; - la realtà è più importante dell'idea; - il tutto è superiore alla parte. Dobbiamo avere una prospettiva ampia, affondando le radici nel piccolo. Preziose le parole sull'inserimento dei giovani in politica, con il consiglio di partecipare a scuole di formazione, come quella diocesana, che preparino ad affrontare con preparazione questo servizio, evitando "sfruttamenti di immagine". Prezioso l'invito a fare il bene della collettività, condividendo fatiche e responsabilità, superando l'interesse di pochi. Come non citare, infine, il Papa che a Firenze ha detto a noi giovani: "Il modo migliore per dialogare è fare qualcosa insieme a tutti coloro che hanno buona volontà. Faccio appello soprattutto a voi giovani, perché siete forti. Superate l'apatia, che nessuno disprezzi la vostra giovinezza, imparate a essere modelli nel parlare e nell'agire. Vi chiedo di essere costruttori dell'Italia, di mettervi al lavoro per un'Italia migliore. Non guardate dal balcone la vita, ma impegnatevi, immergetevi nell'ampio dialogo sociale e politico. Le mani e la nostra fede si alzino verso il cielo, ma lo facciano mentre edificano una città dove l'amore di Dio è il fondamento e così sarete liberi di accettare le sfide dell'oggi, di vivere i cambiamenti e le trasformazioni." Grazie a don Walter per questo incontro che, forse, ci ha aperto un po' gli occhi. Insomma, giovani.. rimbocchiamoci le mani e buttiamoci al servizio degli altri! Davide Farioli TANDEM TANDEM Giugno 2016 - Pagina 3 GIOVANI, A TU PER TU CON LA POLITICA Valentina, 18 anni 1.Dall'inizio di quest'anno 2.Un modo di governare in un particolare ambito 3.Sì perché come cittadina lo vedo tanto un diritto quanto un dovere. In molti hanno lottato per ottenere la possibilità di votare e noi non possiamo buttare via questa possibilità 4.Sì ascolto le notizie dei telegiornali e ogni tanto di qualche talk show 5.Secondo me dovrebbe viverla in modo da aiutare l'altro, non sostenendo solo le iniziative che sono a proprio favore. Deve cercare di seguire gli insegnamenti del Vangelo anche in questo ambito, mettendo al primo posto la verità e l'umiltà 6.Ho letto i programmi di tutti per farmi un'idea generale. Jessica, 24 anni 1.Posso votare da 6 anni. 2.La politica è l'attività di chi governa. Ma chi governa, almeno per quanto riguarda il nostro Paese, è scelto da noi. Siamo noi cittadini che tramite libere elezioni decidiamo chi ci governerà a livello nazionale e locale. Quindi per me la politica innanzitutto è scelta. A tutti è data la possibilità di scegliere ciò che meglio credono e chi meglio li rappresenta. 3.Sì ho sempre esercitato il mio diritto al voto. Due sono i motivi principali. Il primo è che non si tratta solo di un diritto, ma anche di un nostro dovere come cittadini italiani. Ed il secondo è che solo facendo la mia scelta attraverso il voto, avrò successivamente la possibilità di dichiararmi contento o meno del risultato. E' troppo facile astenersi e lasciare tutto in mano ad altri, lamentandosi poi e sostenendo che la nostra scelta sarebbe stata migliore. 4.Seguo le notizie relative alla politica nazionale e in alcuni casi anche internazionali; si pensi ad esempio la campagna elettorale americana per le presidenziali di novembre. Mi informo attraverso il telegiornale della sera e da quotidiani nazionali che leggo dal pc o dal cellulare almeno una volta al giorno. Certe volte utilizzo anche quotidiani o riviste straniere, perché così mi posso fare un'idea più chiara di cosa all'estero pensano della nostra politica. Dopo le elezioni amministrative, alcuni giovani riflettono sulla politica Domande 1. Da quanti anni voti? 2. Cos'è per te la politica? 3. Hai sempre esercitato il tuo diritto di voto? Vuoi dirci perché? 4. Segui le notizie relative alla politica? Quali sono le fonti per informarti? 5. Come pensi che un cristiano dovrebbe vivere la politica? 6. Come ti sei preparato alle elezioni amministrative che si sono tenute nella nostra città? 5.Non ho mai ben pensato a questa cosa, ma credo che un bravo cristiano debba essere innanzitutto un buon cittadino del suo Paese e della sua città, quindi che debba votare quando è chiamato alle urne. Dovrebbe essere consapevole che non si può essere sempre contenti, ma che comunque si è dato il proprio contributo per cercare di rendere la situazione migliore. Forse in passato ai cattolici venivano date delle indicazioni più precise su chi votare e quali idee sostenere, ma oggi non credo sia più così. Senza dubbio la nostra fede ci dice di scegliere ciò che è moralmente corretto e candidati giusti e trasparenti nel fornire informazioni sulle loro proposte. 6.Mi sono informata su tutti i candidati e le loro proposte. Mi fa piacere sapere che le persone che conosco, soprattutto giovani, si sono impegnate per la nostra città. Matteo, 27 anni 1.Voto da 10 anni 2.La politica per me dovrebbe rappresentare la direzione (in termini di valori, principi e "strategie") che un Paese intende intraprendere per garantire il bene dei propri cittadini. 3.Ho sempre votato perché penso che sia importante che chi ci governa abbia chiaro che i cittadini sono interessati a ciò che avviene e dove essi vogliono portare il proprio Paese. Se non si vota, non ci si deve stupire che la classe politica agisca per quello che ritiene corretto o, peggio, per i propri interessi. 4.Seguo le notizie, ma non con il grado di profondità che meriterebbero alcuni temi importanti. Le fonti alle quali mi rifaccio sono alcuni telegiornali e i titoli e i principali articoli di alcuni giornali nazionali. 5.Credo che l'essere cristiano non sia un'etichetta che si vuole avere addosso, ma penso sia il risultato di una formazione che si ricerca nel tempo. Non credo che esista una "politica cristiana" univoca a cui rifarsi, ma penso che ciascuno debba agire secondo quello che il Signore ha voluto comunicare a lui nella propria esperienza di vita. Penso che la fede cattolica suggerisca un modo diverso di agire in tutti gli ambiti della vita, quindi anche in quello politico. Non credo però che esista un'unica dottrina politica di tipo cattolico. 6.Dato che non credo molto all'importanza dei partiti a livello locale, ho cercato di scegliere il gruppo in base alla competenza e al mio modo di pensare (e dunque quello che sarebbe il mio modo di agire per il bene dei cittadini) Riccardo, 32 anni 1. Voto da ben 16 anni! 2. Ricercare il bene comune 3. Sì. E' un diritto e dovere di ogni cittadino. E' il fondamento della democrazia. E' importante esprimere la propria opinione e sostenere le persone che ci ispirano fiducia. 4. Mi informo attraverso il web, i telegiornali e talk-show; ammetto di non utilizzare i quotidiani. 5. Essere cristiano è fare la volontà di Dio, cioè vivere come Gesù. Il cristiano dovrebbe distinguersi per onestà, lealtà, rigore, coerenza, rispetto, impegno, incorruttibilità, disinteresse (imparzialità). 6. Ho letto i programmi delle diverse liste e mi sono fatto un'idea delle persone che si sono rese disponibili. Mi è stato chiesto di partecipare ad una lista, ma per diversi motivi, e con un po' di dispiacere, ho rinunciato. Mi sono riproposto di impegnarmi in prima persona in un futuro non troppo lontano. TANDEM TANDEM Giugno 2016 - Pagina 4 LA FAMIGLIA… 365 GIORNI L'ANNO! Il fondamento 1. La gioia dell'amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, "il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa". Come risposta a questa aspirazione "l'annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia" (AMORIS LÆTITIA del SANTO PADRE FRANCESCO) La famiglia è fondamentale per la crescita della persona, lo sviluppo della società e la vita della Chiesa. L'attenzione che la stessa Chiesa ha avuto in tanti anni ne è la dimostrazione. Nel quadro odierno, in cui la famiglia è esposta a molti rischi e minacce, è fondamentale che noi sposi e famiglie cristiane avvertiamo l'urgenza di testimoniare la nostra condizione sia come grazia da vivere e custodire, sia come vocazione alla santità in cui realizzare la sequela di Cristo e assumiamo il compito di rendere presente l'amore di Dio nella specificità della nostra esistenza e intorno a noi. In forza del sacramento del matrimonio su cui è fondata e grazie a una corretta pastorale familiare, la famiglia vive e cresce come soggetto protagonista del suo ruolo ministeriale nella Chiesa. La commissione famiglia In questo contesto nasce e si costituisce la Commissione famiglia. Come il Consiglio Pastorale, essa deve rappresentare l'immagine della fraternità e della comunione dell'intera comunità ed essere lo strumento della decisione comune sulla pastorale familiare, dove trovano sintesi, il ministero della presidenza del responsabile della comunità e la corresponsabilità dei laici. Nella nostra comunità la commissione esiste da diversi anni, vi fanno parte sia coppie adulte che giovani così da riportare all'interno del gruppo diversità di esperienze e nuovi slanci propositivi. Ci s'incontra con cadenza bimestrale o all'esigenza, in occasione dei momenti forti dedicati alla famiglia. Gli incontri sono occasione di riflessione e confronto, oltre che di organizzazione e verifica dei percorsi in atto. E' una realtà che negli anni ha lavorato bene, ed è riuscita a sperimentare e interpretare il senso dell'unità pastorale. Dagli ultimi incontri emerge il desiderio di lavorare con spirito positivo sulla famiglia, valorizzando quello che già c'è ed evitando inutili scoraggiamenti, mantenendo lo sguardo vigile alle urgenze familiari presenti sul territorio. Catechesi per le famiglie e per gli adulti Ai momenti di catechesi partecipano in media 20/25 coppie della comunità pastorale, che hanno alle spalle già diversi anni di matrimonio o che hanno già intrapreso un certo tipo di cammino. Gli incontri prevedono la visione di un filmato per la presentazione del tema a cui segue un momento di condivisione e confronto a gruppi ed infine una cena condivisa, Si svolgono in OSC o in OSG, nel tardo pomeriggio del sabato o della domenica, e si concludono, per chi lo desidera, con la partecipazione alla messa delle 20.30 in parrocchia. Verificando il cammino finora fatto emerge che se da un lato i contenuti degli incontri sono sempre stimolanti per riflessioni personali, dall'altro c'è il rischio che rimangano circoscritte al gruppo ristretto e non abbiano un riscontro vissuto nella comunità. Ci si propone quindi di rivedere le modalità magari organizzando delle uscite in giornata, che potrebbero essere vissute con più intensità. In affiancamento a questo cammino per famiglie, e dopo la conclusione del percorso di 5 anni della scuola di teologia per laici, si propone a partire dal prossimo anno pastorale una catechesi comunitaria per adulti con cadenza mensile da tenere al giovedì (va deciso quale giovedì del mese), e dei cicli di corsi su temi specifici e di settore con cadenza settimanale al martedì, con l'intervento di relatori esterni (con iscrizione e aperti anche alle altre parrocchie del Decanato Valle Olona) Giovani coppie Costituito da alcune coppie di giovani sposi con bambini piccoli questo gruppo nasce dall'esigenza di confrontarsi su esperienze e su vissuti più vicini al loro. E' ben consolidato e affiatato e sempre aperto ad accogliere nuove coppie. Per la riflessione si fanno aiutare da un sussidio scelto preventivamente, che prevede la lettura di un passo evangelico, la comprensione del testo, la testimonianza scritta da una coppia ed infine le domande di riflessione per la coppia e per il gruppo. Segue sempre una cena condivisa. Hanno cadenza mensile e si tengono di solito al sabato, nel tardo pomeriggio; anche in questo caso alternando OSC e OSG. E' assicurato il baby-sitter .E' sicuramente un'esperienza importante che potrebbe aiutare le nuove famiglie ad inserirsi gradualmente nella vita comunitaria. Giovani coppie e famiglie adulte si ritrovano ogni anno alla due giorni, a cui negli ultimi anni hanno partecipato oltre un centinaio di persone. E' un'esperienza forte di condivisione, arricchente per la crescita spirituale della persona e bella per le relazioni di amicizia che si vengono a creare. Equipe battesimale La pastorale battesimale gioca un ruolo determinante nell'accompagnamento delle giovani famiglie nel loro cammino di fede nei primi anni di vita del bambino. Diventa un'occasione soprattutto per alcuni genitori di riscoprire una fede che col tempo si è indebolita. L'accompagnamento di queste famiglie è gestito da una decina di catechisti tra San Bernardo e San Giulio. La famiglia che chiede il battesimo, dopo una prima presentazione dal parroco, viene incontrata, di solito in casa, dal catechista. E' questa un'occasione per instaurare una prima relazione di amicizia ma soprattutto per riflettere insieme sul senso della loro scelta. La settimana prima della celebrazione del Battesimo tutte le famiglie interessate vengono convocate per una catechesi comunitaria, da quest'anno tenuta da un responsabile dell'equipe. Da una verifica fatta emerge la necessità di migliorare e rafforzare l'accompagnamento delle famiglie nel periodo post-battesimale fino all'inizio del cammino di IC. I catechisti dovranno farsi carico di mantenere viva una continuità di rapporti personali e di amicizia. Anche per questo motivo sarebbe importante che nel gruppo possano inserirsi nuove forze, soprattutto giovani. TANDEM TANDEM Fidanzati La pastorale prematrimoniale, costituisce uno dei capitoli più urgenti, importanti e delicati della pastorale familiare. L'itinerario proposto, partendo dalla realtà umana vissuta dai fidanzati e illuminandola e interpretandola con l'annuncio del vangelo, deve permettere ai fidanzati di giungere a conoscere e a vivere il mistero cristiano del matrimonio. I fidanzati devono essere aiutati e stimolati a fare una significativa esperienza di fede e di vita ecclesiale. E' fondamentale che i fidanzati si sentano accompagnati e accolti dalla comunità, occorre quindi pensare e proporre loro occasioni concrete di incontro. In prospettiva In prospettiva don Walter chiede che possano essere rappresentate nella Commissione Famiglia anche i genitori che sono coinvolti nei nostri due oratori nella Catechesi dell'IC. Andrà quanto prima rilevata la modalità di partecipazione/rappresentanza, avvalendosi anche di una rappresentanza delle catechiste. Ci si domanda anche quale attenzione la Commissione potrà e dovrà avere a situazioni familiari in difficoltà (card. D. Tettamanzi, "Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito") e quali attenzione la Commissione è bene che metta in atto tenendo conto delle indicazioni che provengono dalla Sinodo dei Vescovi sulla famiglia ("La famiglia soggetto dell'Evangelizzazione"), oltre alle precisazioni Giugno 2016 - Pagina 5 messe in atto dal card. A. Scola e dalla recente Esortazione apostolica di papa Francesco, Amoris laetitia. Raccordi interessanti andrebbero anche coltivati da parte della Commissione con quanto viene messo in atto dai servizi sociali del Comune in ordine alle famiglie in difficoltà, a quanto evidenzia la Caritas delle due parrocchie della CP, e da alcune associazione particolarmente dedite alla realtà famigliare (es. Corte dei Ciliegi). INSIEME AL… SANTUARIO MADONNA DELLA GUARDIA Le famiglie della nostra comunità sono state guidate da Don Walter nel cammino di riflessione attorno al tema: ''Dalla 'famiglia oggetto' alla 'famiglia soggetto' di evangelizzazione''. Riportiamo qualche interessante spunto di riflessione, rivelatori della bellezza del matrimonio, fedele e aperto alla vita, che fonda la famiglia. Famiglia soggetto di evangelizzazione La complessità del contesto sociale in cui oggi le famiglie vivono impone una maggiore responsabilità nella trasmissione della fede. Diventa ancora più importante far emergere nuove domande, piuttosto che rifugiarsi in vecchie risposte, già pronte all'uso, fornendo ai figli gli strumenti necessari per poter operare una scelta consapevole. E' fondamentale allora recuperare una fede che parli con i fatti e che sia nel contempo gioiosa. Solo attraverso la gioia di essere cristiani si può dare una testimonianza credibile ('Amoris Laetitia'). Famiglia soggetto attivo di evangelizzazione nei confronti dei figli Creare legami, una "rete" di famiglie, che condividano un modo di vivere può rappresentare una valida via di evangelizzazione: inseriti in un gruppo, i figli possono trovare più piacevole partecipare ai momenti di vita cristiana, con maggiori stimoli nel sentire gli ambienti che frequentano (oratorio, chiesa) come la loro seconda casa. Quando questa rete manca, tutto risulta più difficile e a volte si fa molta fatica far vivere anche ai figli i valori cristiani. La testimonianza viva del vangelo vissuto in famiglia, fondata sull'esempio, è certamente più significativa di molte parole. E' importante riuscire a vedere "il poco che già c'è" per poi farlo crescere, piuttosto che inventare cose nuove (a partire dal quotidiano, dalle cose semplici di tutti i giorni). Famiglia soggetto attivo di evangelizzazione nei confronti dell'ambiente esterno All'interno del gruppo di discussione si è discusso del processo di evangelizzazione come relazione interpersonale. Il processo attraverso cui avviene ha diverse fasi: la fase iniziale in cui occorre la predisposizione, di chi riceve e ricerca, e la convinzione di chi dona e può TANDEM TANDEM Giugno 2016 - Pagina 6 influire. Segue una fase in cui l'evangelizzazione deve essere innescata, questa è spesso la fase più critica legata spesso all'imbarazzo all'approccio che può sorgere nel cristiano che esternalizza la propria fede. Attraverso l'innesco si manifesta una messaggio che deve essere capito. La comprensione del messaggio risulta essere agevolata quando lo stesso è veicolato dall'esempio più che dalla parole enfatizzando l'importanza dei gesti più che della comunicazione verbale. Infine l'evangelizzazione diviene compiuta quando viene accolta. Le modalità e le occasioni in cui si può ritrovare evangelizzazione hanno degli elementi facilitatori che sono: - Il bisogno come stimolo poiché le persone che non sentono il bisogno per- dono la voglia di ricerca di un messaggio nuovo - La proposta e l'accoglienza di chi può donare mettono a proprio agio il ricevente predisponendolo al completamento del processo di evangelizzazione - L'omogeneità di interessi tra le persone individua canali comunicativi e momenti di con-vivialità preferenziali attraverso cui evangelizzare All'interno del gruppo alcuni esempi esperienziali quali percorsi di crescita personali in un contesto di collettività sono: il gruppo di coppia guida per il battesimo, il cammino delle giovani coppie, le benedizioni di quartiere o la partecipazione alla due giorni delle famiglie. Riattivare la bellezza del vangelo nella famiglia 'Preferisco una famiglia con la faccia stanca per i sacrifici a una famiglia con le facce imbellettate che non sanno di tenerezza e compassione. La vita matrimoniale deve rinnovarsi tutti i giorni. E, come ho detto prima, preferisco famiglie con le rughe, con ferite, cicatrici, ma che vanno avanti perché quelle ferite, quelle cicatrici, quelle rughe sono frutto della fedeltà di un amore che non sempre è stato facile. L'amore non è facile, non è facile, no, ma è la cosa più bella che un uomo e una donna possono darsi a vicenda, il vero amore, per tutta la vita'. (Mess. finale Papa Francesco, viaggio in Messico, 12-14 febbraio 2016) ORATORIO: CONSULENZA PER LA VITA Individuare le proprie "matching skills", cioè le capacità spendibili in ambiti diversi, per esempio tempo libero e lavoro. Questa la richiesta della redazione de "il volo", notiziario trimestrale di PriceWaterhouseCoopers, società internazionale di revisione e consulenza. "Che cos'hai sviluppato nella tua vita, che puoi mettere a frutto anche nel lavoro?" A questa domanda Alberto Re Fraschini, giovane castellanzese che lavora in PwC, ha risposto raccontando la sua esperienza in oratorio. Una testimonianza che offre spunti per la riflessione sulle attività e il valore del percorso dei nostri oratori. Oratorio: consulenza per la vita di Alberto Re Fraschini “Matching skills”: ci penso un attimo e subito mi salta in mente un esempio lampante. Sono in PwC da poco meno di un anno, ma il mio seppur breve percorso professionale mi ha permesso di sperimentare fin da subito queste matching skills . Da quasi 10 anni faccio l’educatore in un oratorio, impegno che si traduce in incontri settimanali di riflessione e discussione e nella proposta di iniziative ritagliate su misura per i ragazzi: uscite il sabato sera, proposte di volontariato, vacanze estive... oltre all’attività di “consulenza” per la vita. È un compito sfidante, soprattutto ora che seguo ragazzi delle superiori, iperattivi e tanto “grandi” quanto, in realtà, ancora fragili e non ancora maturi. Dove sarebbero queste matching skills, direte? Ne ho potute riscontrare molteplici, provo a riassumerle in pochi punti: - capacità di rapportarmi con persone di diverse età, adattandomi al contesto; - capacità di confrontarmi con i colleghi (nel caso, gli altri educatori); - capacità di gestire e organizzare attività per gruppi di persone; - capacità di essere un punto di riferimento, sia dal basso verso l’alto, ma anche dall’alto verso il basso. Tutto questo, ovviamente, senza avere la pretesa di possedere appieno queste capacità. Cito con piacere il primo progetto su cui sono stato pianificato: un inventario cespiti in un ospedale. Mansioni prevalentemente pratiche (l’esperienza oratoriana insegna molto anche sotto questo aspetto) e team allargato. Qualità relazionali-umane e capacità organizzative mi hanno permesso di essere un punto di riferimento per l’operatività del team, pur essendo, per seniority, l’ultimo tra tutti. Insomma, sin da questo progetto, cioè dall’inizio della mia PwC Experience, ho potuto sperimentare molte delle dinamiche sopra citate. A me pare un bel match, in tutti i sensi La serata di capodanno organizzata con i ragazzi (io sono il ragazzo con baffi e papillon, al centro un altro educatore e intorno alcuni dei ragazzi che seguiamo). TANDEM TANDEM Giugno 2016 - Pagina 7 Corso fidanzati 2016: ricchezza nella diversità Sposarsi richiede un grande impegno, una condivisione di intenti che la coppia affronta giorno dopo giorno. Un cammino che inizia con il sì davanti a Dio, un percorso in cui ci si prepara attraverso il corso fidanzati prima, ma che deve continuare a portare la coppia ad una continua riflessione, a mettersi in gioco sempre. Sono 17 le coppie che da gennaio ad aprile si sono incontrate, hanno condiviso tra loro esperienze, dubbi e opinioni sul matrimonio, coadiuvate da don Walter e dalle coppie guida. Rispetto allo scorso anno il corso è stato ridotto a 4 mesi, con una continuità articolata soprattutto grazie alla ripresa con le coppie guida. A metà maggio si è svolto il primo matrimonio, mentre solo tre coppie hanno in programma il matrimonio il prossimo anno. L'età media dei partecipanti è di 30 anni (quella nazionale è 33) A raccontarci come si è svolto il corso fidanzati Don Walter Magni: "Abbiamo fatto otto incontri, di cui quello conclusivo al santuario di Santa Gianna Beretta Molla a Magenta. Il gruppo di quest'anno è stato interessante, non tanto dal punto di vista numerico, ma della varietà delle coppie che mi sono trovato davanti. La quasi totalità già convive, ma anche non vive quotidianamente insieme, spesso si ritrova a dormire insieme nel week-end: insomma, c'è voglia di stare insieme. Ci sono due coppie, entrambe con figli, mentre un'altra è composta da una ragazza madre e dal suo nuovo compagno. Davanti a me si è presentata anche una coppia in cui lui non è né credente né battezzato: in questo caso si celebrerà il matrimonio misto, ossia un matrimonio tra un cattolico e un non cattolico (non cristiano o non credente), senza la celebrazione dell'Eucaristia, poiché vi sarà solo una celebrazione della parola. E' però la parte cattolica che sostiene tutto, chiedendo all'altra parte non cattolica di entrare nei criteri del matrimonio cattolico, per esempio nell'educazione dei figli. E poi c'è lo zoccolo duro, composto da fidanzati con provenienze esplicitamente oratoriale, oppure coppie senza una specifica appartenenza alla comunità cristiana, che hanno perso una lunga catechesi per anni. Cosa significa allora, con 17 coppie così diverse fra loro, far passare contenuti e valori del matrimonio cristiano? "I primi incontri sono stati dedicati a far parlare le coppie per descrivere il loro livello di fede, a partire dalla domanda "cosa significa per te essere credente?" per poi chiedersi "Cosa significa allora chiedere il sacramento del matrimonio?". Si è cercato di far maturare una riflessione per poi riprenderla nelle case delle coppie guida, durante i 15 giorni di intervallo tra un incontro e l'altro. Quello con le coppie guida è risultato un approccio più familiare e meno formale. Un altro passaggio fondamentale del corso è stato quello di percepire la positività della situazione nella quale i fidanzati si trovano, perché Dio fin dall'inizio "maschio e femmina li creò", nella consapevolezza che lo stare insieme implica delle regole (fedeltà, dono di sé, il "per sempre"). Non è scontato il motivo per cui ci si sposa in chiesa: il corso aiuta a ritrovare le motivazioni per le quali ognuno decide di farlo. Infine, è stata affrontata la questione dei figli, momento in cui è emerso che raramente ci si sposa per quello. Il figlio non è cercato in modo esasperato perché fuori tempo per cercarli o ce l'hai già". La parola a una coppia di fidanzati... Il corso fidanzati cui abbiamo partecipato si è rivelato ben riuscito in ogni aspetto, presentandosi con un taglio moderno e molto efficace. Abbiamo trovato molto interessante, oltre alla capacità espositiva di Don Walter ed alla Sua grande ospitalità, la presenza delle cosiddette "coppie guida", le quali hanno contribuito a rendere più vivace il dibattito sui temi affrontati nonché ad amalgamare le varie coppie durante gli incontri infrasettimanali. Molte volte si pensa di sapere già tutto sulla coppia oppure non si vuole mettere in discussione la propria intimità, ma grazie a questo corso abbiamo compreso che c'è sempre molto da imparare da noi stessi e dagli altri. TANDEM TANDEM Giugno 2016 - Pagina 8 Per suggerimenti, commenti e proposte: [email protected] http://www.comunitapastoralecastellanza.it SOMMARIO Comunioni in comunità pag. 1 pag. 2 - L’editoriale del Parroco - "Educarsi cristianamente alla politica": i giovani in dialogo con don Walter Magnoni pag. 3 - Giovani: a tu per tu con la politica pag. 4/5 - La famiglia: ...365 giorni l'anno! pag. 6 - Oratorio: consulenza per la vita pag. 7 - Corso fidanzati 2016: ricchezza nella diversità pag. 8 - Le comunioni in Comunità [email protected] 3294455687 [email protected] 0331500134 - Via V. Veneto, 2 [email protected] 0331489100 - Via S. Camillo, 1 Notiziario della Comunità Pastorale S. Giulio e S. Bernardo di Castellanza TANDEM TANDEM Numero 97 - Realizzato in proprio - Giugno 2016