CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2003-04

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CONVIVENZA DI INIZIO CORSO 2003-04
CATECHESI PER I MAESTRI DI BAMBINI
RIUNIONE CON I DIDASCALI DELLE
COMUNITÀ NEOCATECUMENALI
Centro Neocatecumenale di Madrid
3 febbraio 1985
BOZZE NON CORRETTE
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Catechesi per i maestri di bambini
- Preghiera iniziale di Kiko
- Presentazioni
Kiko:
L'itinerario del didascalo o maestro, o se amate la sua missione all'interno del Cammino
Neocatecumenale sta ancora sorgendo. Io ho fatto pochi incontri perché nemmeno vogliamo
fare una cosa eccessivamente sovraccarica ed abbiamo preferito dare luogo al tempo.
Comunque, oggi possiamo apportare l'esperienza di quello che si sta facendo in Italia e vedere
quello che state facendo voi.
- (Si passa ad ascoltare le esperienze di quello che stanno facendo i didascali nelle diverse
parrocchie...)
Kiko:
Io benedico il Signore che sono stato per dieci anni professore in una scuola e ho avuto molto
contatto con i ragazzi (ci sono una serie di errori, di luoghi comuni, che sembrano
apparentemente positivi e, tuttavia, secondo la mia opinione e l'esperienza che abbiamo nel
Cammino sono negativi).
Cominciamo parlando dell'Eucaristia dei bambini che hanno fatto la Prima Comunione. In
questo senso dovete avere le idee molto chiare perché voi, come didascali, dovrete a volte
lottare con certi atteggiamenti sentimentali dei genitori; in questo senso dovete avere autorità.
Voi siete didascali, maestri di bambini e si suppone che se nella comunità, il Signore, vi ha
dato una missione, avete un carisma, vi devono rispettare. Se hai qualche problema coi
genitori, per questo hai i catechisti, possiamo illuminarti su alcune cose. Perché ci sono
sempre genitori che sono un po' nevrotici o che hanno un atteggiamento sentimentale, non
possono sopportare che il bambino soffra niente e commettono molti errori.
Sull'Eucaristia, io vi dico una cosa, le conclusioni alle quali noi siamo arrivati. Dobbiamo
partire dal fondamento che fino ad ora la questione dei bambini in tutto il mondo, soprattutto
in Italia ed in Spagna, va molto bene. Rispetto alla gioventù in tutto il mondo ed al putiferio
che è scoppiato nei ragazzi, possiamo dire che abbiamo un gran successo; di uno a cento,
quasi ottanta per cento di successo più che di fallimento in tutti gli aspetti. Ciò vuole dire che
il Signore ci sta benedicendo su questa linea.
Noi consideriamo sull'Eucaristia primo:
l'Eucaristia non deve essere divertente per il bambino, perché l'Eucaristia è una cosa molto
seria e le cose serie non sono mai divertenti; sanno di sofferenza, sanno di sacrificio. La
Scuola è una cosa seria e costa loro lavoro; non si tratta di divertirsi sempre.
Per cui le Messe che fanno per i bambini (con chitarra e tutto quel trambusto di cose, che
parlano di loro e per ciò gli parlano di tutto, e tutti se la passano molto bene) è antipedagogico secondo una nostra opinione. Non stiamo giudicando, nella situazione che c'è in
questo momento in tutta l'Europa non c'è altro rimedio che farle così altrimenti, i papà non li
porterebbero o non andrebbero con loro ed allora, come un male minore, meglio una
Eucaristia cosi che niente, no?
Quindi, queste messe che fanno nelle parrocchie hanno alcune cose positive, per prima cosa
che attraverso i bambini vengono anche i genitori, ecc. Per noi però questo non è l'ideale e ciò
lo sa anche la Chiesa. Abbiamo parlato con Monsignor BUGNINI che è stato il creatore di
tutto il rituale per bambini e ci diceva esattamente: "La messa non è per i bambini, né per i
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giovani, né per i domestici, né per i vecchi... la messa è "il popolo di Dio". Ma davanti ad
una situazione d'urgenza non c'è altro rimedio da fare che questo.
Indubbiamente a questo si è arrivato perché si suppone che è per gente che non ha fede, o che
ha molta poca fede, gente che è molto secolarizzata.
Ma non è questa la nostra situazione. Dico questo perché ai bambini del Cammino
Neocatecumenale che si preparano alla Prima Comunione noi facciamo una preparazione a
parte. La parrocchia ha una messa per i bambini che si preparano alla Prima Comunione e
vorrebbe che anche i nostri partecipassero a questa messa. Ma noi non siamo d'accordo perché
i nostri bambini non vivono assolutamente la situazione degli altri bambini che vengono al
catechismo; è completamente differente. Sarebbe come farli passare da una cosa che vale
cento a una cosa che vale venti.
Una messa di bambini non crediamo che sia un'educazione per il ragazzo, perché smette di
esserlo dopo, da adulto, non andrà più a Messa perché già come adulto quella Messa non gli
interessa. Allora, senza mettermi a giudicare perché non c'è altro rimedio che farlo, data la
situazione di secolarizzazione delle parrocchie, noi crediamo che la cosa più positiva è che i
ragazzi partecipino alle nostre Eucaristie.
Io ricordo quando andavamo da piccoli alla Messa cantata e stavamo due ore e mezzo in piedi
nel presbiterio, e di quelle Messe io non ho una brutta impressione, questo l'abbiamo vissuto
tutti. E non eravamo neanche seduti; non aprivamo bocca, né cantavamo né partecipavamo,
niente. E non credo che questo sia stato per me qualcosa di negativo.
Secondo: Noi non siamo d'accordo con i genitori che senza alcun motivo permettono ai loro
figli di non venire all'Eucaristia. Devono assolutamente venire all'Eucaristia perché, inoltre,
abbiamo scoperto molte cose. Abbiamo scoperto che il bambino ti dice che si annoia molto
che è molto stanco, e - come sono intelligenti i ragazzi - risulta che non era esattamente
questo (parlo soprattutto dell'Italia) ma avendo già visto i programmi televisivi sa a che ora c'è
un film e allora ti salta la celebrazione. Sta di fatto che rimangono in casa e non appena i
genitori vanno via accendono la TV e vedono i film che non possono vedere. Immaginatevi
che in Italia ci sono cento canali televisivi e a volte trasmettono perfino film pornografici. Ci
sono tre canali che tutta la notte trasmettendo film, uno dietro l'altro, e di ogni tipo, e ciò è una
cosa molto grave.
Gli americani hanno fatto uno studio sul problema dei bambini che passano tante ore davanti
alla televisione, e stanno intentando una campagna affinché i genitori tolgano per un tempo la
televisione ai propri figli perché gli sta creando una serie di problemi psicologici. Un altro
problema della televisione è la quantità di violenza che i bambini ricevono; gli psicologi
hanno richiamato l'attenzione dei genitori affinché questi non lascino vedere film di violenza
ai bambini da soli, ma li vedano con essi e dopo dialoghino con loro sulle scene di violenza
per togliergli dalla testa quei complessi che possono rimanere in loro. Ci sono film tremendi
con una quantità di violenza che lascia sempre qualcosa nei bambini, come: "questo lo fanno
i grandi". Il bambino imita sempre, l'uomo è un animale mimetico, imitiamo sempre; allora il
bambino pensa che un adulto per fare questo avrà le sue ragioni, e ciò lo giustificherà da
adulto quando il bambino potrà fare violenza perché è convinto che gli uomini lo fanno, ecc.
Allora, ritornando all'Eucaristia, ci sono alcune cose che sono basilari per noi. Ci siamo
arrabbiati con molti genitori che, perché il bambino diceva che si annoiava, non lo portavano
all'Eucaristia. Il bambino deve comprendere l'importanza dell'Eucaristia e il padre nella sua
casa deve mettere una gerarchia di valori: Dio al primo posto e con questo non si scherza!. Il
ragazzo deve vedere che il padre e la madre sono uniti, sono seri in questo senso, che non
discutono mai. Sanno che devono andare alla Eucarestia e vanno all'Eucaristia (ad esempio è
anti-pedagogico che la madre ceda in questo senso). Se qualcuno lascia che i figli non
vengano all'Eucarestia sta facendo del male ai propri figli, questo è secondo quanto il Signore
ci sta ispirando.
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È assurdo che i genitori sabato dopo sabato vadano all'Eucaristia e il bambino rimanga tutto il
tempo in casa a vedere la TV e il giorno dopo, la domenica, vada alla Messa dei bambini
senza i genitori, ecc. Il bambino deve scoprire, non appena farà uso della ragione, che
innanzi tutto l'Eucaristia è fondamentale per i genitori e anche per lui. Questo è molto
importante perché la fede si vive familiarmente. Perché la fede non si vive a livello di
bambino, né a livello di giovane, perché allora dovrebbero esserci anche Eucaristie per
giovani, per sposati e per anziani. Questo è ciò che si sta seminando inconsciamente, ma non
deve essere così.
Per questo motivo ci fu una reazione della Conferenza Episcopale Italiana a fronte delle
Messe dei bambini, perché non era d'accordo; e tutto questo perché la "parzializzazione" nella
Pastorale è stata sempre nefasta e negativa. La Pastorale dei giovani, la Pastorale delle donne
di servizio, la Pastorale degli operai... si sono create pastorali per le classi sociali e in Francia
si sta venendo da questo tipo di pastorale. L'Azione Cattolica che è specializzata è in crisi in
tutta Europa. L'Azione Cattolica che è specializzata e che è andata ai margini della parrocchia,
sta molto male, la gente è uscita dalla Chiesa e non c'è modo che ritorni alle parrocchie.
Allora, posto questo come assioma diciamo così, la cosa più importante è che i bambini
vengono all'Eucaristia. Perciò è importante la loro partecipazione, che assistano e che stiano
lì. Tutto il resto, che non si divertono, che stanno lì come dei pali, che si annoino ha molto
meno importanza…
Ora ci sono alcune cose da dire. Una volta che hanno fatto la Prima Comunione e che
assistono all'Eucaristia bisogna dare loro un momento dove possano comunicare normalmente
come noi. Quando già i bambini vengono all'Eucaristia e c'è un numero considerevole di essi,
facciamo in modo che l'Eucaristia sia leggera. Per ciò, il responsabile o qualcun altro deve
preoccuparsi di velocizzare l'Eucaristia, non deve neanche essere una cosa eccessivamente
pesante. I bambini normalmente non connettono più quando incominciano le esperienze degli
adulti, perché alcuni parlano con un linguaggio che loro non capiscono; non lo capiscono
perché parlano di cose che noi altri comprendiamo, ma il bambino non lo capisce ed allora
ascoltare, seguire, gli costa fatica. Forse ascolto alla prima, ma alla terza risonanza già ascolto
difficilmente.
La cosa ideale è che spontaneamente i ragazzi si alzino e dicano la loro esperienza o ciò che
vogliono, come un adulto. Se vedete che gli adulti hanno detto due, tre, quattro esperienze ed i
bambini sono silenziosi, è bene allora che il didascalo domandi loro: "vediamo, a te che ti
ha detto la Parola?" I bambini devono sapere che cosa il maestro domanda loro.
Su quello che avete appena detto e cioè che sia il presbítero a domandare, abbiamo molta
esperienza in Italia. Risultato di questa esperienza? Completamente negativo! Perché ci sono
presbiteri che lo sanno fare bene, ed altri molto male. Gli adulti sono arrivati a protestare
perché il presbitero si mette a parlar loro con vocina da bambino, e ad interrogare il bambino
e il bambino è lì represso. Insomma questo in Italia lo abbiamo dovuto eliminare. Parlo più
dell'Italia perché lì abbiamo masse di bambini; in tutte le Eucaristie abbiamo 40, 50 bambini,
anche per un'altra circostanza, e cioè che in Italia la Prima Comunione la fanno ai dieci o agli
undici anni; l'hanno ritardata moltissimo è questo è una cosa molto grave per i nostri figli
perché ci ha obbligati ad introdurli nell'Eucaristia già a 7 o a 8 anni nonostante non abbiano
fatto la Prima Comunione. Ci sono anche altri inconvenienti perché i ragazzi che hanno fatto
la Prima Comunione protestano per il fatto che siedono assieme ai più piccoli; ma il meglio è
nemico del buono; devono accettarlo e nient'altro. Quello che possiamo tentare è che i
bambini che hanno fatto la Prima Comunione vengano invitati affinché preparino con i
grandi, con questo già non è considerarli bambini - uno per equipe. Quando fate il gruppo per
preparare l'Eucaristia, prendete un bambino e mettetelo nell'equipe come un adulto (che vada
senza i suoi genitori, se è possibile o che lo lascino uscire o che vadano gli altri a chiamarlo;
questo dovete vederlo voi) e gli fate fare una ammonizione.
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Allora dovete mentalmente convincere i genitori e dir loro che i catechisti vi hanno detto che
non possono cedere assolutamente. Inoltre, stiamo salvando nel Cammino i bambini di un
mostro che si chiama televisione. Li stiamo aiutando.
Come una cosa eccezionale i bambini preparano tra di loro l'Eucaristia solo il giorno
dell'accoglienza nella comunità, , ma dopo lo fanno già come tutti gli altri, perché l'Eucaristia
è più importante dei bambini; essi sono incorporati alla preparazione con un gruppo. L'unico
problema se il bambino è piccolo è che i genitori devono mettersi d'accordo se portarlo (in
assemblea) o tenerlo loro.
- (Un didascalo parla del problema dei ragazzi che fanno molto tardi la Prima Comunione)
Questo lo vediamo ora perché è importante per i ragazzi non tenerli separati dall'Eucaristia
tanto tempo. L'età ideale per la Prima Comunione è quando incominciano a capire, a 7 anni; a
questa età sanno comportarsi perfettamente, inoltre sono più ricettivi che mai, si comportano
meglio che mai. Poi c'è una parte più difficile quando hanno 11 o 12 anni. Ma questo implica
che si raddoppi il numero dei bambini nell'Eucaristia. Ora, in Italia si fa sempre così ed i
ragazzi sono molto contenti. Noi diciamo che possono venire in celebrazione da quando si
comportano bene, da quando il bambino è quieto e non si alza dalla sua sedia, perché è
proibito completamente girovagare. Se un bambino non sa essere quieto, lo si dice al padre:
"mi ha detto il responsabile che il tuo bambino non può venire all'Eucaristia, perché
l'assemblea non può dipendere da un bambino che corre e distrae tutto il mondo".
- (Dice uno che può essere non buono che i bambini vadano all'Eucaristia prima di fare la
Prima Comunione perché questo potrebbe far venire meno loro l'incentivo).
Kiko:
Anche a noi all'inizio ci sembrò questo, dopo abbiamo visto che non è così, che è già molto
forte per loro il non potersi comunicare. E bisogna metterli separati da una parte quelli che
hanno fatto la Prima Comunione.
(Davanti al problema dei genitori che ritornano molto tardi dall'Eucaristia con bambini
piccoli...)
Kiko:
Nella convivenza mensile, il responsabile dice: “signori, non possiamo celebrare molto
tardi l'Eucaristia, ci mettiamo d'accordo e si fa prima”. Bisogna progredire in questo
senso; tutte le cose nella vita degenerano ed è necessaria una indicazione. Se lasci che ogni
volta la comunità continui a ritardare sempre più alla fine la celebrazione, si incomincerà a
mezzanotte. Ciò è necessario esporlo nella convivenza come uno dei problemi della comunità.
Nelle parrocchie dove nella stessa sala celebra più di una comunità, è necessario cercare la
comunità che ha meno bambini. Ci sono comunità che per loro è meglio celebrare l'Eucaristia
alle 18:30 o alle 21:00 o ad altre che viene meglio celebrare alle 18:00 Bisogna perdere un
pomeriggio per mettervi d'accordo tra responsabili delle comunità e fare il tabellone degli
orari. Ci sono comunità che celebrano alle sei del pomeriggio, finiscono alle 20.30 e dopo
cenano coi bambini. Altri preferiscono mettere a letto i bambini incominciare l'Eucaristia alle
21.00, questo con i bambini.
Mentre arrivano gli adulti all'Eucaristia vi mettete con i bambini in una stanza e lì provate il
canto, il ritornello che essi devono cantare.
Se il didascalo è anche cantore, si siede coi bambini al loro fianco; normalmente metto i
bambini di fianco ai cantori perché sentano le chitarre e cantino. Se qualche volta io non
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posso stare al fianco dei bambini metto un altro didascalo con loro; ma i bambini non devono
essere soli e soprattutto, il didascalo deve conoscerli perché ci possono essere due che sono
amichetti e tutta la celebrazione la passano a chiacchierare e allora bisogna separarli, farli
sedere in modo che possano vivere tutto il momento senza parlare. È normale che questo costi
loro qualcosa, ma è meraviglioso che stiano con i genitori, è stupendo che dopo danzino con i
genitori; è meraviglioso che stiano nella festa. Ciò è impressionante, le nostre Eucaristie sono
veramente una meraviglia per i bambini, è per loro molto, molto importante. E penoso che
alcuni genitori non vogliano portare i bambini, questa è una deformazione ed è necessario in
questo senso fare una campagna per insistere affinché portino i loro figli. Non si può
transigere assolutamente in questo.
Se non ci sono impedimenti, quanto prima, fate in modo che i bambini facciano la Prima
Comunione.
Noi (nel Cammino Neocatecumenale) abbiamo la preparazione alla Comunione, il postcomunione e la preparazione alla Cresima nelle parrocchie, e noi portiamo normalmente la
Pastorale di mediazione. Risultato: volevano che i nostri bambini che hanno fatto la Prima
Comunione continuassero a fare il post-comunione in parrocchia. Siccome nella parrocchia
hanno messe per bambini, volevano che i nostri fossero anche a queste Messe. Ma questo va
bene per la parrocchia, è un servizio buono che sta facendo la parrocchia sapendo che è
pochissimo quello che serve, perché i genitori non hanno fede; tutto ciò che si fa lì è molto
poco perché per noi è più importante quello che i bambini ricevono dopo nella famiglia.
Questo va bene per i bambini che non hanno genitori in comunità, ma i nostri bambini hanno
un post-comunione meraviglioso che è la comunità, l'Eucaristia della comunità.
- (Davanti alla domanda di un didascalo che spiega come i bambini arrivino stanchi
all'Eucaristia della comunità dopo avere ricevuto nella parrocchia la catechesi di preparazione
alla comunione, la soluzione è che si passi la catechesi ad un altro giorno che non sia il
sabato)
Kiko:
Passiamo ad un altro problema che sono le convivenze solo con i bambini. Le convivenze
sono nate fondamentalmente per due ragioni: una, perché ai bambini costava loro un po'
parlare nell'Eucaristia; ed anche per aiutare i genitori, soprattutto quando i bambini hanno già
un'età superiore ai 10 anni. Abbiamo visto che hanno bisogno della figura del didascalo come
una figura alternativa e complementare al padre. Alternativa in quanto che il bambino
comincia ad avere un po' di rivalità col padre agli 11 o 12 anni, ed è molto buono che invece
di cercare forse questa figura alternativa al padre in un maestro ateo o in un'altra persona, la
cerchi in un maestro di comunità che si faccia suo amico; un adulto col quale possa confidarsi
un po'. Ed abbiamo visto che questo è molto positivo.
Per ciò li portiamo a queste convivenze dove vengono divisi per gruppi, facciamo loro alcune
domande. Non bisogna neanche metterli sotto esame, non si tratta di questo. L'ideale è fare tre
convivenze all'anno: una a inizio o a fine corso, un'altra per la preparazione del Natale ed
un'altra dopo la Veglia Pasquale per domandarli come è stata la Veglia; quindi fate tre
convivenze. In questa convivenza si cerca di pregare insieme le Lodi, si prepara loro un
questionario, li si divide per piccoli gruppi e si domanda loro come vanno le Lodi in casa, se
ci sono problemi, se sono contenti. Bisogna chiedere anche sull'Eucaristia, ma senza fare in
modo che giudichino l'Eucaristia.
La convivenza si deve fare con tutti i ragazzi del Cammino che nella parrocchia hanno fatto
la Prima Comunione; allora vi riunite tutti i disascali della parrocchia e la preparate con fede.
Potete anche optare affinché vadano anche i ragazzi già grandi che hanno fatto la Prima
Comunione, però di comunità che ancora non hanno fatto la tappa della Preghiera.
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Una domanda che io vi invito a fare in questa convivenza è quella in relazione ai pericoli della
scuola, ossia avvertirli che sono in un ambiente che non è cristiano; bisogna preservarli contro
amichetti che conosceranno nella scuola. Sarebbe molto buono allora fare una convivenza con
loro sull'apostolato nella scuola, affidare una missione ai ragazzi, guardare tutto questo con
loro. "Come si può portare Gesù Cristo nella scuola, nella tua classe, ai tuoi amici?" I
ragazzi possono rispondere cose stupende; ad uno si può chiedere per esempio che diventi
amico del più emarginato della scuola. E come possiamo fare? "Invitalo alle Lodi con te, in
casa tua, e fa che rimanga a mangiare con te. Bisogna invitare quei ragazzi che hanno
per esempio le famiglie disunite, distrutte, possiamo dar loro un sostituto della famiglia
con la tua propria famiglia"; l'abbiamo fatto in Italia ed è stata una cosa davvero stupenda.
Diversa è l'amicizia con un ragazzo che ha questa missione da quella di un amico verso il
quale si ha una posizione di dipendenza. Perché ai ragazzi piace il modo di essere di uno il
quale può essere un prepotente o altro e dice: "tu sei uno stupido, questi sono fascisti e tu sei
un fascista.." I ragazzi quando hanno già 11 o 12 anni incominciano ad essere molto sensibili.
E sapete che nella famiglia il bambino installa una cosmogonia, cioè installa un mondo: il
padre rappresenta Dio, la madre rappresenta la natura che dà la vita che l'alimenta; significa
l'ordine naturale, ed i fratelli rappresentano l'ambiente sociale. Nonostante il ragazzo non sia
cosciente questo è lo schema. Quando questo schema viene distorto il ragazzo avrà dopo,
rispetto alla sua situazione nel mondo, molti conflitti per vivere nella società. Perché il padre
non stava in casa, perché la madre non so che cosa, perché forse non ha avuto fratelli, ecc.
Dopo, la scuola è il posto dove egli deve mettere in pratica quello che ha imparato nella
famiglia; fa i primi tentativi per metterlo in pratica ed alcuni ragazzi ricevono alcuni traumi
molto grossi quando si rendono conto che nella scuola nessuno fa caso a loro; in casa era il re
e nella scuola gli hanno dato un schiaffo, gli hanno tolto il panino o gli hanno messo un
soprannome. E il ragazzo comincia a guardare male i suoi genitori, perché si rende conto che
non l'hanno educato bene. Cioè, il ragazzo riceve nella scuola un battesimo sociale; se vede
che quello che gli hanno dato i genitori non gli serve perché lo respingono nella scuola,
perché ridono di lui, ecc. allora egli, inconsciamente, respinge suo padre o sua madre. Ci sono
molti ragazzi che non sopportano che sua madre sia molto protettiva, perché intuisce che la
madre protettiva non sta insegnandogli a lottare, perché si sente diverso dagli altri ragazzi e
pensa: Perché io non sono come quell'altro? E questo lo discute moltissimo.
Per questo motivo, il fatto che abbia molti fratelli è già un'educazione sociale primordiale. A
casa mia noi eravamo quattro leoni, perché c'eravamo già formati a scuola e quando
sapevamo che avevano picchiato un fratello, andavamo là in quattro. Avevamo avuto già in
casa una prima scuola sociale.
Allora noi vogliamo che essi vivano la scuola come un campo di azione cristiana. Finisce
ogni tipo di educazione cristiana quando essi vedendosi respinti dalla scuola, si vendono agli
amici per essere accettati. Questo è il primo passo. Poi viene l'università e anche in questo
primo stadio della scuola è mischiata la società e la famiglia; nell'università si lanciano per
loro conto e rischio, e molte volte respingono di pianta la famiglia, la respingono perché non
gli serve ed inoltre vogliono affermarsi loro di fronte alla famiglia. Vediamo allora che è
molto importante che il primo nucleo che è la scuola, la vivano con amici della comunità,
perché segna moltissimo questi ragazzi. Segnerebbe anche te. Se tu ti rendi conto che la
famiglia non ti sta servendo per vivere socialmente, allora c'è un istinto in noi che cerchiamo
di inventarci la famiglia con gli amici, una famiglia diversa con il risultato che appaiono
sociologicamente ciò che si chiamano "bande" o "gruppi". Vedrete allora che si fanno bande
quei ragazzi ai quali "manca" loro il padre o la madre, o quello che sia, ed in queste bande ci
sono alcuni sistemi sociologici molto forti; c'è un leader, c'è un'obbedienza, c'è un
cameratismo, c'è una solidarietà. Essi cercano in qualche modo di crearsi, in modo fittizio o
naturale, una seconda famiglia, una scuola per imparare a vivere. Questo è un fenomeno che
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troviamo in tante parti: nelle prigioni, nei riformatori, ecc. e che si riproduce sempre, si
formano gruppi di pressione. Bene, avete capito la cosa.
Noi allora cerchiamo di aiutare questi ragazzi perché non si creino nella scuola o per strada
questa seconda famiglia sociale. Come? Con amici nostri, dandogli un ambiente cristiano;
perché è molto diverso se il ragazzo entra in un gruppo ateo, in un gruppo di figli di marxisti.
È molto importante dargli "l'ambiente". Un nostro professore di psicologia ci diceva che il
vero maestro non è tanto quello che insegna cose quanto colui che è capace di situare il
bambino nell'ambiente più idoneo per lui, dove il bambino possa sviluppare tutte le probabili
possibilità. Al miglior bambino educato lo mettiamo domani in un ambiente comunista, e quel
ragazzo sarà comunista; il bambino di 12 anni non ha capacità sociologica né psichica per
lottare contro tutto l'ambiente sociale. Non può essere un asociale, e non può avere come
rifugio la sua famiglia davanti alla società perché un giorno suo padre e sua madre
moriranno.
Queste cose coscientemente i bambini non le sanno; è scritto nella nostra natura. Lo sanno i
genitori; tutta la vita i genitori hanno fatto attenzione agli amichetti, e hanno voluto portare i
bambini in una scuola cattolica, no? Tutti voi sapete che ha molta importanza l'ambiente nel
quale sta vostro figlio.
Sto dandovi alcuni modelli, non voglio dire che questo è sempre esattamente così,
comprendete no? Sappiamo che questo non sarà possibile al cento per cento perché avrà
anche i suoi amici nella scuola, ma se lui ha un gruppo di amici che sono della comunità, già
l'abbiamo aiutato moltissimo.
E soprattutto un'altra cosa: perché è importante la Convivenza? Perché c'è il pericolo per il
bambino di credere che le Lodi che prega in casa sua, sono una eccezione. Deve sapere che
anche altri bambini pregano le Lodi, e conoscere come questi altri reagiscono davanti alle
Lodi. Ascoltare un altro bambino che dice che forse suo padre è un prepotente, che non lo
lascia muovere e così apprendere che non è più solo suo padre il prepotente in quel senso. È
sempre positivo sapere che stiamo tra la gente.
Tra un po' arriva la preparazione alla Pasqua. Allora, dopo Pasqua dovete pensare ad una
convivenza dove i ragazzi diano la loro esperienza sulla Pasqua; domandate anche come
vanno le Lodi a casa. Ed io vi dico di dar loro un orientamento in questa convivenza
sull'apostolato nella scuola. "Come fare per rendere la scuola più cristiana? Che cosa
potremmo fare nella scuola?" Perché in classe si può fare moltissimo; i compagni
influiscono molto più dei professori.
Io alle Belle Arti ho imparato, più che dai professori, dai miei stessi compagni; stavo in un
corso dove c'erano pittori magnifici e da essi ho imparato moltissimo. A me ciò che più mi ha
formato come artista è stato l'ambiente, la mia classe dell'accademia. Io stavo in una classe
dove oggi quasi tutti sono pittori di fama; se fossi stato in classe con un termine medio molto
basso, io come artista sarei stato un'altra persona. Voglio dire che in classe si viene influenzati
moltissimo, i compagni ci influenzano molto. Possiamo dare noi ai nostri figli una missione.
Ad un ragazzo con già 12 o 13 anni possiamo mandarlo a scuola con una missione di questo
tipo.
Abbiamo già detto che vi mettete d'accordo tutti i didascali della parrocchia e fate la
convivenza con tutti i bambini delle comunità. Con altri bambini della parrocchia che non
sono in comunità non è buono perché gli stessi ragazzi lo rifiutano, non stanno nel gruppo, ci
sono alcune leggi sociologiche. Se noi vogliamo fare un servizio alla parrocchia possiamo un
giorno avere un incontro con i bambini della parrocchia. Come una cosa eccezionale. E vorrei
che sia preparato in maniera completamente distinto poiché questa non può essere come la
convivenza del Cammino che è di revisione, di critica che serve per aiutarli.
Attraverso queste convivenze, che cosa pretendiamo? Pretendiamo una cosa molto semplice,
che il ragazzo senta il bisogno del didascalo, deve vedere una figura distinta dal padre.
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Perché? Perché il ragazzo un giorno può dire al didascalo: "io con mio padre non mi
capisco, perché mio padre è così, ecc..." e il didascalo possa dirgli: "non ti preoccupare,
parlerò io con tuo padre..." Cioè, il maestro deve essere un amico del ragazzo, dovete farvi
amici dei ragazzi. Perché quando il ragazzo avrà una crisi sa che può parlarne con il didascalo
della sua comunità; un po' in questo senso.
Dopo, un'altra cosa sulla convivenza con gli adulti. In queste convivenze lasciavamo i ragazzi
liberi, 40 ragazzi sciolti tutto il giorno "a la buena de Dios". Allora abbiamo incominciato a
fare un'altra cosa, ed è questa, che cioè alle Lodi vengono con noi: dopo i Salmi e la lettura
breve si fa una preghiera ed un Padre Nostro, ricevono la benedizione e normalmente il
didascalo dà loro un tema, parla loro di qualche cosa, sta con loro, e dopo si fa a caso una
lettura oppure una parola che ha preparato il didascalo. Poi nel pomeriggio quando i bambini
giocano, bisogna raccoglierli perché non devono finire la convivenza sudando, ma devono
fare una preghiera finale. Questo incontro finale può farlo anche un altro fratello di comunità,
questo perché il didascalo possa partecipare anche lui alla convivenza.
Si può fare così con i ragazzi: dalle 11 alla 13 ci sono le Lodi; dalle 13 alle 14.30 partita di
calcio; alle 14.30 pranzo (in Spagna si pranza intorno alle 15.00 n.d.r); dopo il pranzo tempo
libero e dopo fate un incontro con loro, che duri una mezz'ora, dando loro una catechesi. Un
altro tempo libero di due ore, organizzandoli giochi, per poi fare un'altra riunione per pregare
i Vespri.
Bene, se mi fanno responsabile di 40 bambini in una convivenza, devo organizzare il giorno
per questi bambini in modo che abbiano a passare la maggior parte del tempo con giochi, mi
cerco un altro fratello che mi aiuti, ed ad intervalli li fermiamo e diamo loro una parola. Il
responsabile della comunità prima di cominciare le Lodi deve nominare un fratello che stia la
seconda parte della giornata coi bambini. Il didascalo conduce la parte delle Lodi, la catechesi
con i bambini (mentre i grandi finiscono le loro Lodi), e il pomeriggio, dopo avere mangiato,
un altro fratello si incarica di essi. Questo di affidarli il pomeriggio ad un altro fratello si può
fare a rotazione; vedete voi.
- (I didascali intervengono e danno la loro esperienza di come fanno con i bambini nelle
comunità. I piccoli stanno normalmente con i badanti che si portano alle convivenze; il
problema è con i ragazzi più grandi che sono quelli che hanno bisogno di attenzione da parte
del didascalo e della comunità).
I figli sono molto importanti; non si può lasciarli soli come cavalli pazzi che rompono tutto.
Si presenta nella comunità questo problema? Allora si sacrifica un fratello che si incarichi di
dar loro una parola, di giocare e di pregare con essi. Ogni volta penso che potrebbe
incaricarsi un fratello.
Una cosa che non è educativa è lasciare i bambini soli tutto il giorno in casa. Secondo… noi
abbiamo una convivenza al mese per rivedere la nostra vita di fede; usiamo questa convivenza
affinché i nostri figli che hanno fatto già la Prima Comunione, rivedano anche la loro fede:
fanno le Lodi con noi (la prima parte) e dopo il maestro se li porta. I piccoli vanno via col
badante, e quelli grandi che hanno fatto già la Prima Comunione si riuniscono in una sala ed il
maestro domanda ad ognuno la loro esperienza. Succede che non tutti hanno parlato? Si
continua dopo avere mangiato, e dopo che hanno finito si organizza un gioco "il fazzoletto" o
quello che sia; ci sono moltissimi giochi da fare con i ragazzi. Dopo, quando già sono stanchi,
li si raccoglie e si dice: "ragazzi preghiamo!" E questi ubbidiscono. E si corregge quello che
fa lo stupido; inoltre ti ameranno moltissimo se correggi quello che fa lo stupido. Li riunite
alla fine, si fa a caso una lettura, è detta una parola su questa lettura, invitate ognuno di loro a
fare una preghiera, alla fine si prega il Padre Nostro, ci si scambia la Pace, chiedete una
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Catechesi per i maestri di bambini
benedizione al Signore per loro e così avete finito. Una convivenza geniale! E vedrete che
tutti desidereranno venire.
La cosa importante è inculcare alla comunità che tutto quello che facciamo noi per passare la
fede ai figli è fondamentale, e che lo riceveremo centuplicato. E tutto ciò che è impedire di
lasciare i bambini perché non si annoino, perché ci disturbano, ecc. vedrete che dopo pagherà,
questo dopo ci sarà contraccambiato . I bambini non si può lasciarli soli.
(Qualche didascalo propone che i bambini facciano la preghiera del fine pomeriggio con gli
altri, quelli grandi, ai vespri con la comunità).
Potete fare anche così, ma è più vitale per essi che facciano la preghiera soli, perché i grandi
non vengono lì volentieri, perché stanno giocando... comunque si può fare nei due modi. A
loro piace pregare, partecipare; date loro una parola adeguata dopo avere aperto a caso il
Vangelo e fate pregare ad ognuno di loro. E sapendo che questa preghiera che fanno è molto
importante: che preghino per la loro famiglia, che preghino per i malati, che preghino per la
Spagna, che preghino perché non ci sia la guerra, che preghino per gli amici di classe. E
dopo, inoltre, bisogna focalizzare questi ragazzi come vi dicevo preparandoli a questa
missione nella scuola.
Al mattino il maestro può dar loro una parola, si prende un tema dell'Antico Testamento e si
domanda: "a te che cosa dice questa parola?" Per questo sei didascalo, fratello mio, per
pensare che cosa può aiutare i bambini. Qualunque cosa tu legga della Scrittura, domandagli
dopo: "Che significato ha per te?" Quindi spezzi la parola, raccogli tutto, dialoghi con i
ragazzi. Per esempio, io l'altro giorno con le catechesi di Lazzaro domandavo: "Che cosa
significa che Lazzaro esce con i piedi legati?" e i ragazzi ti dicono mille cose.
Allora vediamo… Lodi coi grandi, fanno i Salmi, una parola breve e ricevono la benedizione
del presbitero, o se non avete presbitero il responsabile della comunità. Vanno in un altra sala
con il maestro a continuare le Lodi, e dopo a giocare fino all'ora di pranzo. In questo
momento che sono col maestro, si proclama una lettura del Vangelo, si dà loro una catechesi
attualizzando questo Vangelo nella vita dei bambini e fanno le preghiere. Che non sia una
cosa molto lunga.
Ora vediamo come organizzare il pomeriggio che è la cosa più difficile…
Ci sono varie possibilità; una è che, come gli adulti, che fanno la convivenza è ognuno dà la
sua esperienza di come va la sua vita di fede, così allo stesso modo fate con i bambini. Li
riunite perché ognuno dia la sua esperienza di vita nella fede. Per me questa sarebbe la cosa
migliore ma questi sono suggerimenti; stiamo costruendo tutto sotto l'azione dello Spirito
Santo per questo motivo vi faccio domande; soprattutto si cerca di fare questo con i bambini
più grandi che hanno fatto già la Prima Comunione. Questo vedetelo voi.
Un fratello che in mattinata abbia già dato la sua esperienza, nel pomeriggio avrà la missione
di incaricarsi dei ragazzi ed organizzarli giochi. Questo si farà in quelle comunità dove è
necessario, perché ci sono comunità che hanno solo bambini piccoli e a questi provvedono già
le badanti. Perciò non serve, non è necessario.
Infine, occorre che un fratello al termine del pomeriggio si incarichi di raccoglierli e di fare
con loro una preghiera, dopo aver letto una lettura del Vangelo a caso. Ossia, una lettura del
Vangelo, una parola, un canto, preghiere spontanee, il Padre Nostro, l'abbraccio della Pace e
la benedizione: "Che il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita
eterna" Per quelli invece che hanno solamente tre bambini non c'è problema, alla fine del
pomeriggio li si incorpora alla preghiera della Comunità; tutto questo dipende dalle
circostanze di ogni comunità.
Comunque, se il maestro comincia nelle convivenze a dare ai ragazzi alcune catechesi e vede
che questi si interessano, la sua figura comincia ad essere importante nella comunità; se no, il
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Catechesi per i maestri di bambini
maestro non fa niente nella comunità. Con questo voglio dire che è importante la figura del
maestro, sebbene gli comporti un piccolo sacrificio. Quello che è necessario è vedere che
abbia la vocazione di didascalo, è necessario trovare uno che in realtà abbia questo amore per
i ragazzi e che sia capace di sacrificarsi per loro, stando con essi e dando loro una parola di
fede.
Bisogna vedere la missione del didascalo, cioè se il maestro è importante o non è importante.
Se il maestro è importante solo per la Pasqua o per qualche convivenza, allora non passa
niente. Crediamo che il maestro debba essere una persona che abbia autorità coi ragazzi, che
lo rispettino, che sappia diventare serio quando è necessario diventare seri. Ed inoltre che si
prenda molto sul serio questo; prima della convivenza deve prepararsi una parola e darla ai
ragazzi con amore.
Quello che non dovete mai pensare dei ragazzi è: "poverino quanto soffre, poverino si
annoia!" Non è buono per il ragazzo. Dunque, avanti uomo! Ma non è buono neanche averli
tutta la domenica sette ore che giocano alla cavallina. Comunque non stiamo qui dando delle
norme strette; stiamo riflettendo su quello che avete fatto e quello che si può fare. Dopo, ogni
comunità ha la sua propria realtà.
La cosa importante è: Lodi, una catechesi col didascalo, gioco e preghiera finale.
Organizzatelo come volete voi.
Quando verrà il buon tempo fate un'escursione con essi, una convivenza in campagna per
tutto il giorno, raccontandovi come va la loro vita spirituale, se pregano, che relazione hanno
con Dio, domandando uno ad uno come va la loro vita di fede, che intimità hanno con Gesù
Cristo. Fate insomma una convivenza.
Noi in Italia facciamo, inoltre, durante l'anno un altro tipo di incontro, a volte li portiamo al
cinema. Per esempio, se c'è qualche film che può servirli, lo sfruttiamo. È chiaro, non devono
essere film di nudi o di violenza, ecc. ciò sarebbe assurdo! È importante scegliere il film
perché essi apprendono molto, perché sono intelligenti i ragazzi. Bisogna portarli a vedere un
film che abbia un contenuto.
Per esempio, quando uscì il film "Alla ricerca dell'Arca perduta" Carmen, Mario ed io, una
domenica pomeriggio andammo con 25 bambini al cinema,. Si comportarono stupendamente
(dissi loro che se non si fossero comportati bene non li avremmo più portati con noi) e dopo
una vedova preparò per loro in casa sua, un cioccolato con frittelle, facemmo una buona
merenda, finimmo di fare merenda, presi la Bibbia e la prima cosa che feci fu domandarli:
"Che cosa vi è sembrato il film?" Dissero cose stupende, tirarono fuori un contenuto
stupendo, che Dio non si può strumentale per la politica, che tutti volevano l'Arca per fare la
guerra, e che non si può strumentalizzare Dio per ammazzare la gente. Dopo ciò lessi una
lettura sull'Arca, spiegai loro che cosa era l'Arca nella Scrittura. Ci alzammo, fecero le
preghiere spontanee... insomma ce la passammo benissimo. Poi vennero i genitori a
prenderseli da quella casa, e mi stanno chiamando a tutte le ore per sapere quando ritorniamo
un'altra volta. Questo per dirvi che anche voi potete farlo una domenica pomeriggio inoltre i
ragazzi ti danno sempre qualcosa.
L'unico problema può essere che non ci siano film. Ma ora abbiamo una cosa molto buona
che sono le videocassette. Ci sono molti film buonissimi messi su videocassetta: "I Dieci
Comandamenti"; La Vita di San Francisco d'Assisi"; "Giovanna d'Arco" "Gesù" di Zeffirelli,
si può mettere una videocassetta in parrocchia e in un parola si fa un "Cinema Club" con i
ragazzi. Dopo la proiezione del film si chiede loro le impressioni. A me non piace farlo in
massa perché nella massa l'uomo perde sempre la sua individualità è meglio un piccolo
gruppo nella vostra parrocchia.
Un'altra iniziativa è quella di portarseli una domenica allo Zoo; i contenuti sono importanti.
Io per esempio, quando era maestro in una scuola, portavo i ragazzi allo Zoo, facevo con loro
all'aperto dei concorsi di pittura. Un'altra volta feci fare loro un album con foglie distinte;
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andammo in una casa di campagna e fecero alcuni album preziosi con foglie, che poi
classificavano. Poi davo loro dei premi. Facevamo tutto a squadre, ogni squadra aveva il suo
responsabile; li ho fatti lavorare sempre come asini, ed erano contenti. E nei concorsi loro
davano dei soldi, denaro dalle loro mance; con tutto il denaro che tiravamo fuori compravamo
qualche regalo, io ne mettevo anche un po' del mio e con questi soldi costituivamo un
premio, con la giuria e tutto. Ed era stupendo. Perché l'ultima cosa che si fa con i bambini è
annoiarli, li sorprendevo sempre. Un giorno arrivavano in classe e si trovavano che avevo
messo loro un disco dei Beetles, o una sonata di Beethoven, e dicevo loro: “scrivi quello che
la musica ti va suggerendo”. Ma la cosa più importante è che non sapevano mai quello che io
volevo fare in classe. Un altro giorno parlavamo di Dio, mettevo un vaso di fiori nel mezzo e
domandavo: "Vediamo che ho voluto dire con questo gesto? A chi me lo dice gli metto un
10”. E c'era sempre un ragazzo intelligente che diceva che Dio ha creato questo. Che la
bellezza vale più di non so che cosa... lì tutti erano interessati, inquieti, pieni di sorpresa; la
sorpresa è arte.
Si possono fare cose molto importanti. Per esempio, una domenica li portate allo zoo e li fate
riflettere su come Dio ha creato gli animali, che è meraviglioso di come Dio ha fatto il
cammello, di come ha fatto la giraffa. Fate loro delle domande che possano riflettere su
queste, che non siano distratti ecc..
Fatevi amici dei ragazzi. Per esempio uno della comunità ha una videocassetta, fate una
colletta (oppure fallo coi tuoi soldi, chi ha vocazione lo faccia, usa il tuo denaro) cerchi un
film con contenuto religioso, li prepari una merenda... ma sempre con lo stesso schema:
bisogna portare la vita all'illuminazione di Gesù Cristo, illuminarli la realtà. Fatelo sia
attraverso un film, sia con lo Zoo, sia che li portate a vedere una pittura, sia che un giorno li
inviti a casa tua a sentire musica (Dio ha inventato la musica ed ascoltare musica è una cosa
stupenda) A ragazzi un po' grandi invitateli a leggere alcuni libri, per esempio Dowstoieski,
Gorka, etc. sono cose molto importanti per la cultura di un ragazzo quando si hanno 15 anni,
come è la musica ed una certa letteratura; ad esempio la letteratura russa è ricca di contenuti
religiosi.
Perché questi incontri sussidiari? Perché vi diano autorità. Se tu li hai portati a casa, o li hai
portati allo Zoo, o a vedere un film o a fare merenda, ti incominciano ad amare, hai autorità,
vedono che tu dai loro un contenuto. Allora, nell'Eucaristia non sei più un impiastro che ti
hanno messo lì per dire: "bambini, state buoni, quieti! Hai un contenuto, ti amano, hanno con
te un'amicizia, ecc.
Una volta all'anno potete fare un'opera di rappresentazione con loro. Vi dico già che la cosa
più importante è che si faccia un piccolo gruppo di amici; questo li forma molto.
La preparazione alla Prima Comunione normalmente la fanno nella parrocchia o nella scuola.
Poi facciamo loro l'ingresso in comunità. Un altro problema che c'è in Italia è che fanno la
Prima Comunione a 11 anni; una bambina a 11 anni è già quasi una donna. E quelli che hanno
bambini soffrono perché hanno i bambini fino a questa età che stanno senza l'Eucaristia;
questo ci sembra un'assurdità.
Bene... dopo tutto quello che si è detto il problema più grosso che abbiamo è uno solo: Avete
voi questa vocazione? Questo è il problema. Vi rendete conto di quello che si può fare? Che
è importante. Ma è necessario avere una chiamata per questo, perché didascalo (maestro) si
"nasce" non si fa; il maestro è come un artista. Può migliorare studiando psicologia e tutto
questo, ma non serve che sia uno chiunque. Io ho avuto bravissimi maestri; ricordo che la
Novena di Beethoven l'ascoltai per la prima volta a casa di un professore che ci invitava a
gruppi, ci invitava a fare merenda nonostante i gruppi da dieci. Il maestro deve avere una
creatività, un'inventiva.
Io vi domando se avete una vocazione, se sentite una chiamata, perché è una linea che
dobbiamo continuare ad aprire. Stiamo tentando. Ad uno che in realtà gli sia pesante che non
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Catechesi per i maestri di bambini
sente questo desiderio, che lo dica dunque: “Kiko, io credo che sia molto importante quello
che ho scoperto in questo incontro; penso che sarebbe buono che nella mia comunità eleggessi
un altro che possa fare questo, forse una donna, o un uomo che sappia fare questo, che sappia
dare contenuti e fare questa missione coi ragazzi”.
Forse qualcuno di voi non può farlo perché non avete tempo, o perché avete un altro
carisma, un'altra missione. Allora, per il bene dei vostri figli e dei figli della comunità dovete
suscitare che sorga nella comunità un vero didascalo.
Rispetto alla preparazione dei bambini per la Prima Comunione, direi che invece di stare tre
anni, o due anni, basterebbe un anno di preparazione. Che conosca altre cose, che veda altri
bambini in un'altra preparazione. E quello, se è importante, è che conosca per lo meno quello
che era lo schema del Catechismo di Pio X che c’era prima, questo sono tenuti a saperlo.
Non le domande classiche, bensì imparare le preghiere, le Beatitudini, gli Articoli della Fede,
il Padre Nostro, l'Ave Maria, il Credo, la Salve Regina, i Dieci Comandamenti... questo lo
devono sapere. Forse è che con queste catechesi che li stiamo dando, il ragazzo non ha
memorizzato mai niente, (si riferisce alle formule delle preghiere n.d.r. ) e neanche è buono;
memorizzare serve anche. Perché in Spagna la cosa è stata sempre un pendolare; prima tutto
era così, ora tutto così; né prima era buono, né ora è buono. C'è un equilibrio che dobbiamo
trovare a poco a poco.
Allora, se il parroco è d'accordo e vedete che vostro figlio è preparato, il parroco deve vedere
se è preparato, può fare solo un anno di preparazione nella parrocchia, se questo non crea
problemi nella parrocchia. Alla fine prendi questo catechismo (mostra il Catechismo), insegni
al bambino le cose fondamentali.... In tutti i modi questo bisogna vederlo caso per caso. La
nostra tendenza è che i bambini facciano quanto prima la Prima Comunione. Poi se nel futuro
il Signore ci indica che, data la situazione delle parrocchie, il cammino debba avere un
schema di preparazione alla Prima Comunione che possa servire anche per quelli di fuori,
come per esempio stiamo facendolo coi fidanzati... abbiamo qui un itinerario di preparazione
al matrimonio, molto importante, che speriamo di potere proporre alle Vicarie per tutti i
fidanzati di Madrid…
- (Un didascalo suggerisce di fare un campeggio)
KIKO: A me sembra che sia molto complicato e difficile; bisogna fare molta attenzione. Vi
ricordo che in questo dei campeggi con ragazzi giovani sono sempre sorti molti problemi,
omosessualità ed altro, soprattutto se si fanno accampamenti misti. È già un'età difficile,
dobbiamo essere coscienti. Noi in Italia, per esempio, quando sono andati al Giubileo, 1500
giovani a Roma, non li abbiamo mescolati; i ragazzi sono stati in alcuni hotel e le ragazze in
altri, ed è stato stupendo. Sono piccoli di 18 e 17 anni. Perché il demonio esiste e vediamo il
pericolo. È sempre difficile, non è facile.
Noi dobbiamo saper scegliere in questo momento; tra le migliaia di cose che potremmo fare, è
necessario sapere quello che dobbiamo fare di urgente e di sicuro, e non perdere tempo in
altre cose. Dove ti metti è necessario fare bene, perché se non lo fai bene, fai danno.
Comunque bisogna vederla come idea, bisogna vedere sia il positivo che il negativo di una
cosa, come si potrebbe fare, elaboralo bene e dopo... vedremo. Comunque questo ha molti
conflitti.
Dopo ci sono altri problemi: il Cammino Neocatecumenale sta camminando oggi molto unito,
se si fa un'esperienza in questo senso tutti vogliono farla, non è una cosa isolata perché stiamo
camminando con un solo spirito, ad una sola voce. È la più grande forza che abbiamo in
questi momenti.
KIKO: Facciamo una preghiera
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