scarica - Memorie Cooperative

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Viaggio nella cultura cooperativa
2011-2012
Origini e primi sviluppi
della cooperazione
nel XIX secolo
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LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
E’ avvenuta in Inghilterra tra il 1760 e il 1830.
Essa riguardò il settore tessile e quello
metallurgico.
La rivoluzione industriale e quella agraria segnarono di fatto il passaggio all'età
contemporanea.
La rivoluzione industriale si caratterizzò per la nascita delle fabbriche moderne,
dove una moltitudine di operai lavorava intorno a macchine mosse da nuove
forme di energia, il vapore e i combustibili fossili; alla base del nuovo sistema
produttivo c'era il capitale, ovvero il denaro che il padrone e i suoi soci
utilizzavano per comprare le macchine, gli edifici, le materie prime e con cui si
pagavano gli operai.
La rivoluzione industriale si caratterizzò per le innovazioni tecnologiche (spinning
jeny, water frame, mule le macchine più famose utilizzate in campo tessile) e per
le trasformazioni che subì il lavoro, con il passaggio da un lavoro di tipo
artigianale a quello operaio-industriale. La produzione delle merci subisce
un'accelerazione.
Dalla rivoluzione industriale scaturì anche il sistema capitalistico moderno.
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LA RIVOLUZIONE AGRARIA
metà XVIII – inizio XIX secolo
•incremento della produzione agricola
•incremento produttivo agricolo
•aumento della produttività
•miglioramento e la diffusione di utensili agricoli
La rivoluzione agraria comincia in Inghilterra con le enclosures: si tratta di terreni
comuni, utilizzati da pastori e contadini per un'economia di sussistenza, che
vennero divisi in lotti e ceduti a proprietari privati perché avviassero un'opera di
sfruttamento razionale e intensivo.
I lavoratori rurali impiegati nella coltivazione della terra divennero manodopera
salariata e molti andarono ad ingrossare le fila del proletariato industriale delle
città.
Ci fu un aumento notevole della produzione agricola, sia grazie ai metodi moderni
di sfruttamento del suolo che alle innovazioni tecnologiche degli strumenti
agricoli.
Nasce l'”agricoltura mista”, ovvero un sistema di integrazione tra colture
cerealicole per gli uomini e quelle foraggere per gli animali, che dettero il via allo
sviluppo della zootecnia.
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LE ORIGINI DELLE COOPERATIVE
Quando nascono?
• Inghilterra, prima metà dell’800
• Una società avanzata
• Fratture dello sviluppo economico
• Fervido dibattito culturale
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LE ORIGINI … 1844
Nasce a Rochdale (UK) la prima
società cooperativa (è la prima
che riesce a resistere alla sfida
del mercato)
Rochdale viene ricordata come prima cooperativa per la sua capacità di
esistere e resistere sul mercato, molte esperienze analoghe nate in quegli anni
fallirono. I principi ispiratori di Rochdale, sia come valori che dal punto di vista
pratico (accantonare avanzi di gestione, vendere al prezzo migliore sul mercato
e non al prezzo di costo) animano ancora oggi la cooperazione di consumo. I
fondatori vengono ricordati con il nome di Probi pionieri di Rochdale. Il primo
seme ufficiale della cooperazione di consumo viene piantato nell’agosto del
1844 nella cittadina di Rochdale,a nord di Manchester, in Inghilterra:i principi
a cui ancora oggi si ispira la cooperazione di consumatori sono ancora quelli di
quei padri fondatori,”i probi pionieri”,come sono stati chiamati.
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LE ORIGINI …
Avanzi di gestione
accantonati o distribuiti
tra i soci: ristorno
Una testa un voto
Prezzo migliore esistente
sul mercato
I “Probi Pionieri” di Rochdale
A Rochdale, nei pressi di Manchester, nell’agosto del 1844 si riunirono quelli
che saranno poi chiamati “Probi Pionieri” per ricostituire una cooperativa sorta
nel 1833 e fallita nel 1835. Sulla base dell’esperienza il 21 dicembre 1844, di
sera, aprirono il negozio di Toad lane.
I loro principi, stabiliti in quel 1844, diventarono un modello in tutto il mondo:
Adesione libera e volontaria.
Controllo democratico.
Interesse limitato sul capitale.
Ristorno.
Neutralità politica e religiosa.
Vendita per contanti.
Sviluppo dell'educazione.
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LE ORIGINI …
Porta aperta a nuovi soci
Neutralità politica e
confessionale
Ecco un elenco dei Probi Pionieri:
Charles Howarth
ordinatore
John Bent
sarto
James Smithies
selezionatore di lane
Joseph Smith
selezionatore di lane
Robert Barkley
occupazione sconosciuta
Edward Fitton
tessitore
John Holt
tessitore
James Lord
tessitore
Abraham Taylor
tessitore
James Knowles
tessitore
James Manock
tessitore
William William
sovrintendente
Benjamin Rudman
venditore ambulante
James Day
falegname
James Tweedale
zoccolaio
William Lee
tessitore
John Whitehead
tessitore
James Holt
tessitore
George Ashworth
tessitore
James Maden
tessitore
Abraham Holt
tessitore
Samuel Ashworth
magazziniere
William Cooper
tessitore
William Mellalieu
filatore
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LE ORIGINI…Tratti comuni
• Nella fase delle origini, le cooperative
intervengono dove l’iniziativa privata si
rivela incapace di dare risposta ai bisogni
della società.
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LE ORIGINI... Inghilterra
Tutela dei redditi dei lavoratori e tutela della genuinità dei
prodotti a beneficio dei consumatori
1891: un milione di inglesi è associato alle cooperative.
Organizzazione:
A) vendita ai soci di generi di prima necessità a prezzi di mercato
B) ristorno
Obiettivo: aumentare la capacità di spesa degli operai urbani
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LE ORIGINI... Francia
Produzione di divise per la Guardia Nazionale, alleviare la
disoccupazione
1848 l’Ateliers social di Cliché, vicino a Parigi
Organizzazione: produceva indumenti per la guardia nazionale, sulla base del
principio di un salario uguale per tutti e utili equamente distribuiti.
Obiettivo: trovare una risposta alla disoccupazione.
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LE ORIGINI... Danimarca
Modernizzare la trasformazione di prodotti agricoli per un
reddito migliore agli agricoltori
Negli anni ottanta dell’Ottocento, su impulso del vescovo luterano Grϋndtvigts,
vennero fondati alcuni caseifici cooperativi
Organizzazione: caseifici cooperativi, seguiti poi da macelli e altre strutture
agroalimentari gestite collettivamente
Obiettivo: è modernizzare la trasformazione dei prodotti agricoli e consentire un
reddito agli ag3ricoltori
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LE ORIGINI… la Germania
Si rivolge agli agricoltori, agli artigiani e ai
commercianti
Credito ai soci
La cooperazione nasce in Germania seguendo due modelli:
Casse rurali (Raiffeisen), 1840
Si rivolgeva al settore agricolo
Operava su un piccolo mercato (max 2 villaggi)
Credito ai soli soci (illimitatamente responsabili)
Basso tasso di interesse
Banche popolari (Schulze-Delizsch), 1850
Obiettivo
Modernizzare agricoltura e piccolo artigianato e sottrarli agli usurai
Fornire i capitali finanziari per la modernizzazione dell’agricoltura e delle attività
urbane
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La cooperazione e il pensiero
nell'800
“Non c’è nulla di più sicuro tra i cambiamenti
sociali del prossimo futuro di una progressiva
crescita del principio e della pratica della
cooperazione”
John Stuart Mill
John Stuart Mill, filosofo ed economista inglese (Londra 1806 - Avignone 1873
Per John Stuart Mill l’impresa capitalistica – fondata com’è sul principio di
gerarchia – era un residuo del mondo feudale. Di qui la sua simpatia, da grande
liberale qual era, per il movimento cooperativo nel cui sviluppo vedeva, assieme a
tanti altri economisti inglesi dell’epoca e soprattutto Cairnes, la possibilità di
rendere le organizzazioni produttive compatibili con il principio di libertà. Celebre
è rimasta la sua profezia: “non c’è nulla di più sicuro tra i cambiamenti sociali del
prossimo futuro di una progressiva crescita del principio e della pratica della
cooperazione” (cap. IV dei Principles of Political Economy del 1852). Altrettanto
celebre la sua affermazione secondo cui “la forma di associazione che, se
l’umanità continua a migliorare, ci si deve aspettare che alla fine prevalga, non è
quella che può esistere tra un capitalista come capo e un lavoratore senza voce
alcuna nella gestione, ma l’associazione degli stessi lavoratori su basi di
eguaglianza che possiedono collettivamente il capitale con cui essi svolgono le
loro attività e che sono diretti da manager nominati e rimossi da loro stessi”.
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La cooperazione e il pensiero
nell'800
“Il carattere dell'uomo può essere plasmato modificando
le sue condizioni di vita. La fabbrica deve essere il nucleo
dell'intera società e deve essere gestita in modo
cooperativo. I mezzi di produzione sono collettivi e i beni
prodotti sono scambiati in base a lavoro in essi
contenuto.”
Robert Owen
Robert Owen (1771-1858), il primo ad usare consapevolmente la parola
“cooperazione”, il quale fu fondatore di molti complessi cooperativi come New
Harmony (1825, in Indiana, Stati Uniti), New Lanark in Inghilterra, Orbiston in
Scozia. Owen fu uno strano “socialista”, perché non riconosceva nell’uomo alcuna
naturale propensione alla libertà. Pensava però che il suo carattere potesse essere
plasmato modificandone le condizioni materiali di vita. Incaricato dalla House of
Commons di coordinare i lavori di una commissione sullo stato di applicazione
delle poor laws, Owen colse l’occasione per redigere un rapporto, Villages of
cooperation, in cui espose le sue radicali idee di trasformazione sociale. Il punto
centrale della sua proposta fu la gestione in senso cooperativo della fabbrica,
intesa come il nucleo attorno al quale si sarebbe dovuta ricostruire l’intera
società. I beni prodotti si sarebbero dovuti scambiare in base al lavoro in essi
contenuto e la proprietà dei mezzi di produzione avrebbe dovuto essere collettiva.
Le cooperative oweniane, però, erano destinate a fallire.
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LE ORIGINI…in Italia
I PRIMI SPACCI COOPERATIVI
Fine Ottocento crescita notevole, in particolare centronord Italia (2.000 cooperative nel 1901)
1854 Magazzino di previdenza della Associazione Generale degli Operai, a Torino
1856 Prima cooperativa di produzione, ad Altare
1864, Prima banca popolare di credito, a Lodi
1886, Federazione Nazionale delle Cooperative
1883, Loreggia (Pd) (credito/bcc)
1883, Ravenna (lavoro/agricoltura)
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LE ORIGINI…in Italia
Le cooperative nascono
grazie a
• massoni, radicalliberali,
repubblicani
• cattolici,
benpensanti
• socialisti
La enorme diffusione del movimento cooperativo in Italia alla fine dell’Ottocento
fece progressivamente acquisire la consapevolezza di una identità di intenti
sociali, economici e politici al suo interno. Nell’ottobre 1886 si riunì a Milano il I
Congresso dei Cooperatori Italiani, al quale aderirono 248 società cooperative
in rappresentanza di circa 74.000 soci.
Il Congresso decise di costituire una ‘Federazione nazionale delle cooperative’
che iniziò la pubblicazione, dal 1° gennaio 1887, de «La Cooperazione
Italiana», periodico che ne diventerà l’organo ufficiale.
Nel 1892 la Federazione si trasforma nella Lega Nazionale delle Cooperative.
Nella Lega confluiscono cooperative ispirate ai più svariati orientamenti politici.
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LE ORIGINI… Figure della prima
cooperazione italiana
Liberali: Mazzini, Wollemborg, Luzzatti,
Viganò, Buffoli
Cattolici: Chiri, Guetti, Cerutti, Sturzo,
Rezzara, Toniolo
Socialisti: Costa, Baldini, Prampolini,
Massarenti, Vergnanini
Il dibattito sulla cooperazione coinvolgeva sia i socialisti, che i liberali, i conservatori
sociali, i repubblicani, i cattolici; il confronto coinvolgeva anche questioni politiche, in
relazione alla natura e alle basi sociali dello stato unitario. Tra i nomi di spicco si
incontrano quelli del liberale Luigi Luzzatti (Presidente del Consiglio dei Ministri nel
1910), del cattolico Giuseppe Toniolo, del sindacalista-socialista Nullo Baldini.
La Lega partecipa nell’agosto 1895 al Congresso di fondazione dell’Alleanza
Cooperativa Internazionale a Londra. Nel 1907 essa costituì, insieme alla
Confederazione Generale del Lavoro (CgdL) e alla Federazione delle Società di
Mutuo Soccorso, la cosiddetta “Triplice Economica”: si trattava di un'alleanza tra le
più grandi e strutturate organizzazioni dei lavoratori per arrivare ad un
miglioramento graduale delle condizioni delle classi lavoratrici.
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Due cooperative: esempi di
imprese coop nell''800
LA SOCIETÀ COOPERATIVA
DI CONSUMO PER Il POPOLO
A MASSA MARITTIMA (1868)
La Società Cooperativa di Consumo per il Popolo (1868) è una cooperativa che
nasce per iniziativa dei minatori ed è legata all'industria estrattiva e siderurgica
del territorio di Massa Marittima.
La cooperativa nacque dall'impulso dell'ala liberal-democratica di Massa Marittima,
di tradizione risorgimentale, e si rifaceva esplicitamente all'esperienza dei “Buoni
pionieri” di Rochdale.
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Due cooperative: esempi di
imprese coop nell''800
ALLEANZA COOPERATIVA A PIOMBINO (1909)
L'Alleanza Cooperativa di Piombino nasce nel 1909 tra gli scaricatori del porto e
sarà un alleata forte degli operai durante le agitazioni del 1910-11.
Non è però chiaro se questa cooperativa fosse un'azienda realmente fondata e
retta dagli operai per il miglioramento delle proprie condizioni oppure fosse un
mezzo di cui la classe padronale si serviva per aumentare il loro potere sui
lavoratori (la cosa era del resto già avvenuta a Portoferraio e con gli spacci
aziendali “camuffati” da cooperative): sul giornale socialista e internazionalista
“Il Martello” apparve infatti un appello agli operai perché boicottassero questa
cooperativa.
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Aspetti della cooperazione italiana
ottocentesca
• Riconoscimento legislativo (Codice di commercio,
1882)
• Lega nazionale delle società cooperative italiane
(Milano, 1886)
• Fenomeno prevalentemente settentrionale
• Fenomeno politico e confessionale
• Crescita numerica, dimensionale, dei networks
La cooperazione si espande dopo il 1854 su tutto il territorio nazionale, in
particolare nel centro e nel nord Italia: pur restando sotto l'ala protettiva di
Cavour, le cooperative si contraddistinguono per un attivismo laico che non le
confinano nell'area del filantropismo ma le spingono ad essere protagoniste nel
mercato italiano; le cooperative sono inoltre legate in modo robusto con le
società di mutuo soccorso.
Parallelamente alla crescita industriale le cooperative si moltiplicano,
affiancandosi ai ceti proletari e impiegatizi, con una forte preminenza di
cooperative socialiste e, in misura minore, cattoliche.
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