Il doppio, la metà - Orchestra Milano Classica

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Il doppio, la metà - Orchestra Milano Classica
Il doppio, la metà
Si potrebbe forse dire di come a metà della sua breve esistenza Robert
Schumann abbia finito per incontrare il suo Doppio, o di come doppiandone il
punto intermedio si sia imbattuto nella sua (dolce?) metà, ma quale che sia il
significato che si decida di attribuire all’immagine oggi del tutto sbiadita di
Ludwig Schuncke (1810-1834), pianista virtuoso forse non di primissimo piano in
giro per l’Europa a caccia di concerti e di editori, va detto di un incontro, quello
del dicembre 1833 nella birreria di Krause a Lipsia, in cui Schumann subì un
incantamento, la fascinazione anche estetica del riconoscimento dell’etwas ähnliches,
e di come a quell’incontro seguì l’arruolamento di Ludwig tra le file del
Davidsbund, e poi pure un fecondo progetto editoriale, la «Neue Zeitschrift für
Musik», e ancora una convivenza nell’appartamento di Burgstrasse 21 durante la
quale i due si scambiarono dediche musicali (Robert la sua Toccata, Ludwig la sua
Sonata), dopo essersi entrambi dedicati fino a quel punto, e senza saper l’uno
dell’altro, a due diversissimi cicli di variazioni sul medesimo Sehnsuchtswaltzer di
Schubert, l’uno, quello di Schumann, lasciato incompiuto per sue incapacità,
l’altro trasfigurante il tema in virtuosistico Konzertstück per pianoforte e orchestra,
benché questa faccenda delle dediche e dei due cicli di variazioni dica poco di
rapporti realmente musicali tra i due, rapporti che rimasero probabilmente più sul
piano ideale dell’evangelo di una nuova poetische Zeit che su quello di una concreta
adesione a prassi compositive comuni, ora il concerto di questa sera accosta
all’opera più ambiziosa di Ludwig, appunto la Sonata in sol minore a Robert
dedicata, uno dei lavori pianistici più importanti di quest’ultimo, gli Studi Sinfonici
in forma di libera variazione, le due opere inframmezzate da composizioni più
piccole, ma entrambe, al di là di esiti differenti, significative di differenti ma
ugualmente presenti pressanti richieste di plauso e consenso, della Sonata op.3 di
Ludwig, risalente in realtà già al 1832, va detto di come essa testimoni di un postbeethovenismo esplicitato dalla scelta di un medesimo inciso ritmico, esso stesso
beethovenianissimo, che dia origine, pur variato, a ciascuno dei quattro tempi, e di
come l’autore, un po’ per dar prova in tempi non sospetti di affrancamento dalle
vacuità biedermeier, inserisca una fuga nel primo tempo sul soggetto di quel
medesimo inciso, un espediente che Schumann ebbe altrove a criticare, ma chi
l’ascolti almeno fino alla preparazione della riesposizione non stenterà a
riconoscervi l’elemento costitutivo della cadenza nella schumanniana Phantasie in
la minore (1841), poi Concerto op.54 (1845), mentre il Divertissement brillant op.12,
pubblicato appena pochi mesi dopo la Sonata, benché risalente anch’esso a un
paio d’anni prima, è davvero un tipico esempio di brano biedermeier, con quella sua
non-forma che accosta tre temi popolari tedeschi, trattati come alternative ai soliti
temi d’opera, li varia in maniera un po’ disordinata frequentando pure rapporti
armonici non più classici, imponendosi come obiettivo principale il successo
personale dell’esecutore, nulla a che spartire dunque con la delicatissima Arabeske
op.18, primo capitolo di un trittico (con Blumenstück e Humoreske) composto e
pubblicato a Vienna nel 1839, un pezzo cui Schumann parve attribuire non
troppe ambizioni («...un Blumenstück e una Arabeske, che sono meno significativi; i
titoli stanno a significare la gracilità e la delicatezza degli steli e delle linee», e
ancora «le opere 18 e 19 sono delicate e per signore»), e che il compositore definì
“variazioni senza tema”, “Guirlande”, in cui «tutto s’intreccia in un modo
particolare», (persino il gruppetto nell’ispiratissima coda pare riannodarsi alle
parole postludiche del poeta parlante dell’op.15), in una ulteriore ricerca attorno
alla forma-variazione che pure aveva raggiunto esiti altissimi negli Studi Sinfonici di
due anni prima, un’opera rielaborata tante volte da essere quasi priva tanto di una
forma originaria (perché troppo incompiuta) quanto di una definitiva (perché in
realtà inclusiva di varianti scartate) e perfino di una titolazione certa (Variations
Pathétiques, Fantaisies et Finale sur un thême de M. le Baron de Fricken, Symphonische
Variationen, Davidsbund Études, Etüden im Orchester Charakter, Études en forme de
variations), dalla prima versione inedita del 1835 con le “variazioni” 1, 2, 4, 5, 10 e
12 più le cinque postume, alla prima edizione Haslinger del 1837 (Symphonische
Etüden) con l’aggiunta degli “studi” 3, 6-9 e 11 e l’espunzione delle cinque
variazioni postume, all’edizione Schuberth del 1852 che accanto a altre modifiche,
soprattutto nel Finale, eliminava gli studi 3 e 9 della versione 1837, fino
all’edizione Schubring del 1861, che combinò artificiosamente le due edizioni
precedenti ripristinando pure i due studi espunti nel 1852 secondo l’unico
principio del non buttar via nulla, un’opera che, così l’autore nel 1834, trovava le
sue ragioni poetiche e formali nel percorso tra il suo tema, definito da Schumann
in italiano Marcia Funebre, e la sua trasmutazione finale in marcia trionfale,
un’opera che ci riporta proprio al punto da cui eravamo partiti, a quando cioè
Schumann, fidanzatosi segretamente con Ernestine von Fricken nel 1834, accettò
di elaborare in forma di variazioni un tema flautistico del padre adottivo di lei,
musicista dilettante, e proprio mentre Ludwig si ammalava di tisi rifugiandosi tra
le braccia amorevoli di Henriette Voigt, Robert gridava tutta la sua disperazione
per l’agonia dell’amico allontanandosi però inspiegabilmente da Lipsia, dove
Ludwig si sarebbe poi spento in solitudine il 7 dicembre 1834 prima ancora di
compiere ventiquattro anni, per correre a Asch dai Fricken, per dedicarsi alle sue
variazioni sulla Marcia Funebre del barone Ignaz, lasciando che in tal modo si
consumasse quello che egli stesso avrebbe di lì a poco definito «l’anno più
importante della mia vita»
Renato Principe
LUDWIG SCHUNCKE
L’ALTER EGO DI SCHUMANN?
CHRISTIAN LUDWIG SCHUNKE (1810-1834)
Sonata in sol minore op. 3
allegro – scherzo (molto allegro) – andante sostenuto – finale (allegro)
Divertissement brillant sur des motifs allemands op. 12
introduzione (allegro) – allegretto con tre variazioni – allegretto – molto allegro
ROBERT SCHUMANN (1810-1856)
Arabeske in do maggiore op. 18
Studi sinfonici in forma di variazioni op. 13
Thema (andante)
Étude I (1° variazione) – Un poco più vivo
Étude II (2° variazione) – Andante
Étude III – Vivace
Étude IV (3° variazione) – Allegro marcato
Étude V (4° variazione) – Scherzando
Étude VI (5° variazione) – Agitato
Étude VII (6° variazione) – Allegro molto
Étude VIII (7° variazione) – Sempre marcatissimo
Étude IX – Presto possibile
Étude X (8° variazione) – Allegro con energia
Étude XI (9° variazione) – Andante espressivo
Étude XII (Finale) – Allegro brillante
Tatiana Larionova pianoforte
con la partecipazione di Renato Principe
autore del libro Ludwig Schuncke l’alter ego di Schumann
Lo Gisma editore, Firenze 2011
Nata nel 1979, TATIANA LARIONOVA inizia a studiare il pianoforte all’età di
cinque anni. Nel 1991 viene ammessa alla Central Music School di Mosca, dove
studia con il Professor Yuri Slesarev. Dopo essersi diplomata con il massimo dei
voti, entra al Conservatorio di Stato “Tchaikovskij” di Mosca nella classe di
Victor Merzhanov fino al 2004, dove si laurea brillantemente. Nel 2014 ha
conseguito il Master in Pedagogia presso il Conservatorio della Svizzera Italiana a
Lugano. Si è successivamente perfezionata con Stanislav Ioudenitch presso
l’International Center for Music, Park University di Kansas City dove ha vinto
una full-scholarship. Tatiana ha vinto numerosi premi in concorsi internazionali,
fra cui International Liszt Piano Competition (Poland 1999), terzo premio al
Concorso Internazionale S. Thalberg di Napoli (2004) e secondo premio al
“Premio Seiler” International Piano Competition di Palermo (2004), Honorary
Mention al Web Concert Hall International Competition (USA, 2007), primo
premio al Concorso Pianistico Internazionale “Lago di Monate” e primo premio
al Concorso Pianistico Internazionale “Palma d’oro”, terzo premio al Concorso
Pianistico Internazionale “Città di Cantù”.
Ha partecipato a molti festival pianistici internazionali, fra cui il Festival “ColLegno” di Lucca, Tirolerfestspiele, Erl, Forum Pianistico Europeo di Berlino e
“Bodensee-Festival” in Germania. In quest’ultima occasione, il leggendario
pianista Shura Cherkassky, presente all’esecuzione, ha affermato di trovarsi di
fronte ad un “wunderkind assoluto”. Ha suonato nelle sale più importanti di tutta
Europa (in Russia, Bielorussia, Germania, Polonia, Francia, Austria, Svizzera,
Italia) e negli Stati Uniti. Nel 2001 ha eseguito con grande successo di critica e
pubblico il Concerto n. 23 di Mozart nella Sala Bolshoi del Conservatorio di
Mosca con l’Orchestra del Conservatorio diretta da A. Kaluzhnyi. Nell’aprile
2009 esordisce con straordinarie acclamazioni nella Sala Verdi del Conservatorio
di Milano per la Società dei Concerti, concerto che le frutta il conferimento, da
parte del Comune di Milano, del Premio “Milano Donna” 2009, dedicato alle
donne che, con la loro attività, fanno grande il nome di Milano nel mondo. Nel
novembre 2009 è uscito, per Limen Music, il suo debutto discografico: un
cofanetto CD/DVD contenente musiche di Haydn, Liszt e Rachmaninoff.
Vive attualmente in Italia, dove suona regolarmente come solista per le più
importanti istituzioni, e dove si dedica con passione anche alla musica da camera
(in duo pianistico con Davide Cabassi, in trio con pianoforte, in quartetto con
percussioni, etc.) e all’insegnamento. È direttore artistico della fortunata stagione
concertistica internazionale da camera “Primavera di Baggio”. Nel 2013 fonda i
corsi estivi Kawai a Ledro (Junior e Senior camp) ed è inoltre docente presso
l’Istituto Comprensivo “Madre Bucchi” di Milano. I suoi studenti sono
regolarmente premiati a concorsi nazionali e internazionali di categoria.
Associazione “Amici di Milano Classica”
XXIII STAGIONE CONCERTISTICA 2014-2015
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Consiglio direttivo
Maria Candida Morosini presidente
Sandro Boccardi, Stefano Caldi, Sergio Giuli, Roberto Turriani
Soci promotori
Maria Candida Morosini, Vincenzo Sironi
Soci sostenitori
Paolo Beltrame, Angelo Binda e Giancarla Salmaso, John W. Buss,
Stefano Filippo Caldi, Chiara Buss Fumagalli, Giuseppe e Mariangela Cappelletti,
Nico Cerana, Massimo De Giuli, Faustina Bassani, Franca Sironi,
Maria Angela Visentini
Soci ordinari B
Martha Barzano-Waser, Antonio Cao, Maria Ceppellini, Emanuela Crescentini,
Anna Feltri, Carla Ferrari Aggradi, Sergio Giuli, Miranda Mambelli, Lia Mangolini,
Arnaldo Masserini, Ada Mauri, Liliana Nicodano Mutti, Maria Simonetta Pavan,
Marisa Pogliago, Nerina Porta, Franco Salucci, Franco Schönheit,
Ada Somazzi Mellace, Luciana Tomelleri, Paola Valagussa,
Anne Marie Wille, Brigitte Zanetti
Soci ordinari A
Antonia Ausenda Fattori, Mario Bazzini, Giovannella Bazzini Salvadori, Laura Bianco,
Enrico Bigliardi, Fabrizio Brambilla, Claudio Buzzi, Piera Caramellino, Carlo Cattaneo,
Paolo Clerici, Nicoletta Contardi, Alfredo Cristanini, Sig.ra Dallera,
Maria Grazia Dominici Inzaghi, Isabella Dominici Inzaghi, Maria Elisa Ettorre,
Reldo Ferraro, Modesta Ferretti, Pietro Fornari, Enrica Garcia Bonelli, Matilde Garelli,
Giuliana Giardini Clerici, Alessandro Grazzi, Franco Groppi, Vittoria Groppi Civardi,
Maria Luisa Guatteri Vismara, Maria Laura Locati, Marisa Malerba,
Elena Manzoni Di Chiosca, Francesca Montanari, Maria Elisa Massagrande,
Lilli Nardella, Rosanna Pagnini, Letizia Pederzini, Roberta Podestà, Marina Presti,
Pierina Ranica, Roberta Rossi, Noris Sanchini, Maria Luisa Sangalli, Nadia Scarci,
Annamaria Spagna, Giuliana Tongiorgi, Maria Teresa Traversi,
Roberto Turriani, Ernesto Vismara
Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia, Milano
sabato 14 marzo ore 21.00
LUDWIG SCHUNCKE
L’ALTER EGO DI SCHUMANN?
CHRISTIAN LUDWIG SCHUNKE (1810-1834)
Sonata in sol minore op. 3
Divertissement brillant sur des motifs allemands op. 12
ROBERT SCHUMANN (1810-1856)
Arabeske in do maggiore op. 18
Studi sinfonici in forma di variazioni op. 13
Tatiana Larionova pianoforte
con la partecipazione di Renato Principe
autore del libro Ludwig Schuncke l’alter ego di Schumann
Lo Gisma editore, Firenze 2011
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