1 - Cassa Edile Firenze

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1 - Cassa Edile Firenze
Premessa
L’introduzione in Italia delle più recenti direttive europee in materia di
sicurezza, ci induce a ritenere necessaria una costante azione di divulgazione dei temi inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il settore dei ponteggi vive oggi all’interno del più vasto comparto
dell’edilizia un momento di grande trasformazione con il passaggio
dell’attività costruttiva da una impostazione di tipo familiare - artigianale
ad un approccio industriale denso di ricadute tecniche ed economiche,
ed il cui punto di forza risiede nella “capacità di produrre”.
Questo nuovo approccio in un segmento così specialistico dell’edilizia,
richiede necessariamente più che in altri comparti, lo sviluppo di programmi di aggiornamento degli operatori, al cui centro si pone la
formazione ed informazione degli addetti al montaggio.
Il Decreto Legge 235/2003 recepisce questa esigenza e impone determinati obblighi tra i quali la redazione di un piano di montaggio, uso e
smontaggio, la sorveglianza di un preposto e una formazione adeguata
e mirata.
Con questo opuscolo abbiamo inteso offrire all’addetto al montaggio,
seppure in modo sintetico, una guida recante tutti i precetti di buona
tecnica e di carattere normativo utili alla costruzione dei ponteggi in sicurezza, uno sforzo questo che speriamo sarà premiato in un prossimo
futuro sia in termini di minor incidenza degli infortuni che in maggiore
efficienza delle imprese.
1
1.1 Cosa sono i ponteggi
Norme tecniche di riferimento:
• D.P.R. 07/01/1956 n.164: “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni”.
• D.M. 02/09/1968: “Riconoscimento di efficacia di alcune misure tecniche di sicurezza per
i ponteggi metallici fissi, sostitutive al D.P.R. 07/01/1956 n.164”;
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 01/08/1974 n.226: “Ponteggi metallici fissi a tubi e giunti e ad
elementi prefabbricati”.
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 9/11/1978 n.85: “Autorizzazione alla costruzione ed all’impiego
dei ponteggi metallici”.
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 24/02/1982 n.24: “Ponteggi metallici realizzati con elementi
componibili”.
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 22/11/1985 n.149: “Disciplina della costruzione e dell’impiego
dei ponteggi metallici fissi”.
• UNI HD 1000/90:“Ponteggi di servizio con elementi prefabbricati. Materiali, dimensioni,
carichi di progetto e requisiti di sicurezza”;
• D.M. 23/03/1990 n.115: “Riconoscimento di efficacia per ponteggi metallici fissi aventi
interasse tra i montanti superiore a metri 1,80”;
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 15/05/1990 n.44: “Aggiornamento delle istruzioni per la compilazione delle relazioni tecniche per ponteggi metallici fissi a telai prefabbricati”.
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 24/10/1991 n.22831: “Istruzioni per la compilazione delle relazioni tecniche per ponteggi metallici fissi a montanti e traversi prefabbricati ”.
• D.L. 19/09/1994 n.626: “Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE,
89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 97/42/CE e
1999/38/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante
il lavoro”.
• CIRC. MINIST. DEL LAVORO 09/02/1995 n.20285: “Utilizzo di elementi di impalcato metallico
prefabbricato di tipo autorizzato in luogo di elementi di impalcato in legname ”.
• D.M. 09/01/1996: “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche” e circolare
15/10/96, n° 252 AA.GG./S.T.C.
• D.M. 16/01/1996: “Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica di sicurezza
delle costruzioni e dei carichi e dei sovraccarichi”.
• D.M. 16/01/1996: “Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”.
• CIRC. 04/07/1996 n.156AA.GG/STC: “Istruzione per l’applicazione delle norme tecniche
di cui al D.M. 16/01/1996”.
• D.L. 14/08/1996 n.494: “Attuazione della direttiva 92/57 CEE concernente le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili”.
• CIRC. 11/07/2000 n.46/2000: “Verifiche di sicurezza dei ponteggi metallici fissi di cui all’art.
30 del D.P.R. 07/01/1956 n.164”.
• D.M. 19/09/2000: “Riconoscimento di conformità alle vigenti norme di mezzi e sistemi di
sicurezza relativi alla costruzione ed all’impiego di un nuovo tipo di impalcato metallico
prefabbricato per ponteggi metallici fissi avente piano di calpestio realizzato con pannelli
di legno multistrato”.
• CIRC. 23/05/2003 n.20/2003: “Chiarimenti in relazione all’uso promiscuo dei ponteggi metallici fissi”.
• D.L. 19/07/2003 n.235: “Attuazione della direttiva 2001/45/CE relativa ai requisiti minimi di
sicurezza e di salute per l’uso delle attrezzature di lavoro da parte dei lavoratori”.
• ISPESL - settembre 2004: “Linee guida per la scelta, l’uso e la manutenzione di dispositivi
di protezione individuale contro le cadute dall’alto”.
Indice
Indice
1
2
3
1.1
1.2
1.3
1.4
Cosa sono i ponteggi
A cosa servono i ponteggi
Tipologie di ponteggio
Glossario
pag. 4
pag. 5
pag. 6
pag. 9
2.1
2.2
Il montaggio dei ponteggi
Vademecum per il montaggio
pag. 10
pag. 11
3.1
Gli ancoraggi. Tipologia e modalità di realizzazione
pag. 13
4.1
4.2
I Dispositivi Individuali di Protezione (D.P.I.)
Attrezzature di lavoro per l’auto assicurazione e la
protezione dalle cadute
pag. 16
5.1
Modalità standard di montaggio del ponteggio
pag. 23
6.1
6.2
6.3
6.4
Sottosistema dei parapetti
Sottosistema degli appoggi
Sottosistema dell’impalcato
Sottosistema dei parasassi
pag. 25
pag. 26
pag. 27
pag. 28
4
5
6
pag. 18
11
1.1 cosa
sonosono
i ponteggio
1.1 Cosa
i ponteggi
1.1.1 Il ponteggio disciplina o attività
complementare?
I ponteggi da semplice attrezzatura
necessaria alla effettuazione di lavori in
quota al recupero di una nuova importante identità.
Attività specialistica le cui connotazioni
tecnologiche divengono talmente significative, da farne una disciplina a
se stante all’interno del campo delle
costruzioni.
I ponteggi sono strutture reticolari provviste solitamente di impalcati. Fino
ai primi del ‘900 le strutture portanti
venivano realizzate in legno mentre ora
sono quasi tutte metalliche.
Gli impalcati possono essere costituiti
da tavole di legno o metalliche indipendentemente dal materiale con cui
è costruita la struttura portante.
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Ponteggi - Manuale pratico per addetti
1.2 A cosa servono i ponteggi
1
1.2.1
Caratteristica peculiare del lavoro edile è l’esecuzione di lavorazioni in quota per la
costruzione o ristrutturazione di edifici. I ponteggi in questo caso vengono considerati
dispositivi di protezione collettiva contro le cadute dall’alto.
Nel presente fascicolo cercheremo di esporre sinteticamente funzione, tipologia, modalità di costruzione e manutenzione.
In alcuni casi la costruzione del ponteggio richiede le stesse condizioni attuative
necessarie alla realizzazione del manufatto edilizio: un progetto, dei calcoli, procedure per il montaggio, la manutenzione.
La storia vede una evoluzione del ponteggio dalle grandi strutture in legno, pesanti
e costose, alle attuali strutture leggere, in profili metallici, riutilizzabili più volte anche
con diversa configurazione, flessibili, economiche, sicure e di più semplice manutenzione.
Pur avendo alcuni elementi in comune, i ponteggi in acciaio si possono classificare
come appartenenti ad uno dei seguenti tre sistemi, previsti dalle vigenti normative
italiane:
1.2.2
• sistema a tubi e giunti, meglio
conosciuto come ponteggio a
tubi Innocenti, molto versatile e
idoneo per qualsiasi tipo di impiego;
• sistema a telai prefabbricati,
pensato per l’utilizzo su facciate
di edifici lineari;
• sistema a montanti e traversi
prefabbricati (multidirezionale o
multipiano), abbastanza flessibile e generalmente idoneo per
la realizzazione di strutture a tre
dimensioni.
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11
1.3 Tipologie
ponteggio
1.3 Tipologie
di di
ponteggio
1.3.1 Il sistema a tubi e giunti (artt. 30 - 38 DPR 164/56)
Meglio conosciuto come ponteggio a tubi Innocenti, prende il nome dall’inventore
del giunto, Ferdinando Innocenti, lo stesso che prima creò la famosa Lambretta e poi
fondò la casa automobilistica Innocenti. É costituito essenzialmente da vari tipi di giunti,
ortogonali, orientabili, semplici, a perni, ecc. che possono unire tubi di varie lunghezze.
Il diametro esterno standard del tubo è pari a 48,25 mm. Tale misura deriva dai tubi acqua con diametro interno di 1 pollice e mezzo (38,1 mm) che per primi furono impiegati
per la costruzione di ponteggi.
1.3.2
In questo tipo di ponteggio, è il
morsetto a rivestire un ruolo fondamentale,
in quanto rappresenta
l’elemento che “lega” fisicamente i
vari componenti (vedi art. 35 comma 5 del DPR 164/55).
Su detta struttura sono inseriti gli elementi metallici o in legno costituenti
i piani di calpestio. Quelli in legno
devono essere realizzati con tavole
di 5 cm di spessore, serrate fra loro.
Vantaggi che derivano dall’utilizzo di
questo sistema:
• facilità di stivaggio;
• facilità di trasporto;
• versatilità;
• alta resistenza ai carichi;
• basso costo di acquisto.
Svantaggi:
• alto costo di montaggio;
• alto costo di manutenzione.
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6
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
1.3 Tipologie di ponteggio
1
1.3.3 Il sistema a telai prefabbricati
É costituito da telai verticali (cavalle o cavalletti) collegati longitudinalmente da
aste semplici (correnti e diagonali) o tralicci parapetto (cancellini o spondine). La
larghezza standard del piano di calpestio è pari a 100 cm, la lunghezza standard
della campata è pari a 180 cm e l’altezza standard tra due impalcati consecutivi
è pari a 200 cm.
I telai si definiscono a “portale” se hanno il traverso saldato verso l’estremità dei
montanti, mentre si definiscono ad “H” se hanno il traverso saldato circa a metà
dei montanti.
1.3.4
Il montaggio del ponte avviene
per successiva sovrapposizione di
elementi dal basso verso l’alto, mediante l’innesto di ciascun telaio su
quello immediatamente inferiore
(mediante giunti a bicchiere) , tenuti
al giusto interasse dagli impalcati
metallici.
Vantaggi che derivano dall’utilizzo di
questo sistema:
• basso costo di montaggio;
• basso costo di acquisto.
Svantaggi:
• alto costo di trasporto;
• rigidità di impiego.
7
1
Tipologiedi
di ponteggi
ponteggio
1.31.3
Tipologie
1
1.3.5 I sistemi multidirezionali
É costituito da montanti su cui sono inanellati e saldati dischi ogni 50 cm. Quasi tutti i dischi presentano otto fori, di varie dimensioni, in cui si agganciano i cunei degli elementi
longitudinali (correnti) e trasversali (traversi).
1.3.6
Data la maggiore versatilità, consente di realizzare opere provvisionali per facciate
continue complesse. Inoltre i cataloghi delle varie aziende produttrici, si sono arricchiti
di una gamma di prodotti ed accessori, tali da consentire l’adozione di questo sistema
per una moltitudine di applicazioni compresa la realizzazione di stand e palchi per
spettacolo.
Vantaggi che derivano dall’utilizzo di questo sistema:
• basso costo di montaggio;
• facilità di trasporto;
• versatilità.
Svantaggi:
• alto costo di acquisto;
• debolezza dell’aggancio tra montanti ed elementi orizzontali.
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8
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
1.4 Glossario
1
1.4.1 Termini indicanti strutture od elementi costituenti il ponteggio
Sistema tubo/giunto:
piantane = elementi verticali
correnti = elementi longitudinali
stocchi = elementi trasversali su cui poggiano le tavole
Sistema a telai prefabbricati:
telai = elementi verticali portanti su cui appoggiano le tavole e a cui sono
vincolati gli accessori;
correnti e diagonali = elementi sciolti usati per i collegamenti longitudinali tra
telai;
parapetto doppio o traliccio parapetto = elemento unico per il collegamento
longitudinale;
Sistema multidirezionale:
montanti = elementi verticali;
correnti = elementi longitudinali;
traversi = elementi trasversali su cui poggiano le tavole;
Concetti comuni ai vari sistemi:
legatura = tratto verticale di ponteggio a tubi e giunti o multidirezionale in cui
sono compresi file complanari di stocchi, traversi e correnti; solitamente la
prima legatura corrisponde con il primo piano praticabile;
infilata = lo stesso che legatura riferita al sistema a telai prefabbricati;
stilata = tratto orizzontale di ponteggio in cui sono compresi una fila di montanti o piantane tenute assieme da una serie di traversi o stocchi. In un ponteggio a telai prefabbricati senza sbalzi laterali il numero delle stilate coincide
con il numero dei telai di partenza;
campo o campata = tratto di ponteggio compreso tra due stilate;
mantovana = barriera para sassi inclinata, ancorata longitudinalmente al
ponte con funzione di protezione dalla caduta di materiale dall’alto.
Può essere semplice o su più file sovrapposte in base all’altezza del ponte;
ponte/Impalcato = il piano in tavolame di legno o elementi di lamiera metallica che costituiscono la superficie di calpestio del ponteggio;
sotto ponte = l’impalcato immediatamente sottostante all’ultimo livello di
ponte;
basetta = piedino di appoggio dei montanti metallici del ponte;
vitone = accessorio necessario alla compensazione del dislivello fra un
montante di appoggio ed un altro, posti a diversa quota;
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2
Il montaggio
dei
ponteggi
2.1 Il2.1
montaggio
dei
ponteggi
1
2.1.1
Prima di montare il ponteggi
Il PIMUS, i ruoli ed il progetto.
Occorre verificare che in cantiere sia presente il Piano Integrato di Montaggio Uso e
Smontaggio del ponteggio (PIMUS). All’interno di questo documento si trovano:
• la descrizione d’uso del ponteggio che ne verrà fatto a montaggio ultimato;
• l’elenco dei componenti della squadra di montaggio (addetti), il nome del caposquadra (preposto) e gli attestati di abilitazione all’esercizio di tale funzione (nota:
vedi D.L. 235/2003);
• il disegno del ponteggio da realizzare; nel caso in cui l’ultimo piano di calpestio si
trovi ad un’altezza non superiore a 20 m ed il ponteggio sia conforme agli schemi
riportati nel libretto di autorizzazione ministeriale in dotazione, basterà allegare
quest’ultimo al disegno. Altrimenti il disegno dovrà essere firmato da ingegnere o
architetto e dovrà essere corredato di relazione di calcolo (nota: vedi DPR 164/1956 e
circolare Ministero Lavoro n.149/1985);
• i disegni delle eventuali strutture di servizio da realizzare durante le fasi di montaggio
e smontaggio, come ad esempio la struttura di puntellazione provvisoria per la realizzazione di una trave;
• la descrizione del sistema anticaduta da utilizzare;
• la descrizione illustrata delle procedure di montaggio, smontaggio ed eventuale
trasformazione, con l’utilizzo del sistema anticaduta indicato;
• la descrizione illustrata delle procedure di emergenza in caso di caduta dall’alto;
• le schede di verifica di idoneità dei materiali presenti in cantiere (nota: vedi circolare Ministero Lavoro 46/2000); queste andranno compilate dopo aver controllato
se il cantiere si trova qualche componente deformato, dissaldato, tagliato o privo di
qualche parte. Se individuati converrà segregarli così da non essere costretti a movimentarli più volte. Converrà anche dividere i materiali per tipologia e per misura così
si potrà individuarli più in fretta e risparmiare energie evitando lo spostamento continuo per la ricerca di qualche componente nascosto; soprattutto ci si potrà accorgere in anticipo della penuria di alcuni pezzi così da ordinarne l’approvvigionamento
in cantiere prima di far restare ferma la squadra.
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10
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
2.2 Vademecum per il montaggio
2.2.1
2
Prima di iniziare qualsiasi operazione
Ricordati di:
• Verifica le tue condizioni fisiche; se ravvisi qualche problema fallo presente al
tuo preposto che ti affiderà un compito adeguato al tuo stato fisico. Ricordati
che il tuo corpo ha bisogno di acqua per far funzionare i tuoi muscoli, il tuo
apparato digerente e per raffreddarsi attraverso il sudore che espelli. Quando
bevi alcol o mangi cibi difficili da digerire gran parte dell’acqua viene dirottata verso il fegato; i tal caso se fuori fa molto caldo puoi esaurire rapidamente
la tua riserva d’acqua ed essere preda del colpo di calore oppure, d’inverno,
puoi avere un accumulo di acido lattico nei muscoli che ti provocherà dolori per
qualche giorno. Ricordati quindi di reintegrare l’acqua che perdi e di mangiare
regolarmente cibi adeguati, evitando di assumere bevande alcoliche prima e
durante la tua permanenza in cantiere; a tal proposito c’è anche una legge che
ti vieta di farlo e che ti può costare pesanti sanzioni.
• Controlla di avere indosso l’abbigliamento giusto per le condizioni di esposizione al sole, temperatura e umidità che è prevista per il giorno di svolgimento
delle operazioni.
• Controlla la tua imbracatura e prova ad indossarla.
• Controlla di avere a portata di mano tutti gli attrezzi, i dispositivi di protezione
individuale e i dispositivi anticaduta che possono esserti utili durante i lavori e le
eventuali operazioni di emergenza codificate nel PIMUS.
• Se sei all’aperto verifica che non stia piovendo, nevicando o non sia in arrivo
un temporale; i ponteggi attirano i fulmini! Se tira un vento così forte che ti fa
volar via il cappellino con la tesa che hai in testa fallo presente al tuo preposto e
ricorda che più ti allontani dal suolo e più il vento aumenta.
• Se arrivando in cantiere ti sei accorto della presenza di ghiaccio, se l’hai notato sul parabrezza di alcune automobili, fai presente al tuo preposto che prima di
cominciare ad eseguire le operazioni sarebbe meglio fare un’accurata verifica
della presenza di ghiaccio sugli impalcati montati.
11
2
2.2IlVademecum
2.1
montaggioper
deiil montaggio
ponteggi
1
2.2.2
Durante il montaggio
Ricordati di:
• Evitare di lasciare tavole in accollo: un tuo compagno potrebbe camminare
sull’estremità e cadere. Durante la realizzazione degli ancoraggi ricordati di traguardare longitudinalmente il ponteggio così da correggerne la linearità e la distanza
dall’opera servita. Tutto questo ti servirà ad evitare imprevisti più avanti nel montaggio. Una volta realizzati verificane la tenuta possibilmente con l’apposito strumento. Se
hai qualche perplessità in merito segnalala al tuo preposto.
• Lasciare i piani di calpestio sempre liberi; se proprio non puoi fare a meno di appog-giare dei pezzi, assicurati che non possano rotolare o spostarsi accidentalmente.
Libera comunque sempre gli impalcati prima di lasciare il cantiere.
2.2.3
A montaggio ultimato:
Ricordati di:
• Verificare che gli impalcati praticabili siano provvisti verso il vuoto di parapetti di altezza non inferiore a 1 m e di tavola fermapiede. Ricordati che gli stessi accorgimenti
valgono anche nel caso in cui la distanza dall’opera servita sia superiore a 20 cm.
• Verificare che gli impalcati praticabili siano provvisti di sottoponte ad una distanza
non superiore a 2,5 m.
• Verificare che l’altezza di transito sugli impalcati praticabili non sia inferiore a 1,65 m.
• Verificare che tutti gli impalcati praticabili siano raggiungibili attraverso comodi percorsi creati con l’ausilio di tavole con botola e scalette.
2.2.4
Prima di smontare:
Ricordati di:
• Verificare la presenza di tutti gli ancoraggi; nel caso ne manchi qualcuno segnalalo
al tuo preposto.
• Verificare che la struttura non abbia subito urti o deformazioni. Nel caso segnalalo al
tuo preposto.
• Verificare che sugli impalcati non siano stati lasciati attrezzi o materiali di risulta delle
opere edili come calcinacci o tondini di ferro. In tal caso pretendi che ti vengano
sgomberati prima di iniziare le operazioni.
• Verificare che alla struttura non siano stati attaccati cavi o apparecchi elettrici non
previsti dal progetto, tiranti, stendardi, ecc. In tal caso segnalali al tuo preposto.
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Ponteggi - Manuale pratico per addetti
3.1 Gli ancoraggi. Tipologia e modalità di realizzazione
3.1.1
3
L’ancoraggio del ponteggio
Il ponteggio di facciata, se realizzato seguendo gli schemi riportati nel libretto di
autorizzazione ministeriale in dotazione, deve essere ancorato all’opera servita almeno ogni 22 mq di facciata. La presenza di teli, sbalzi, parasassi, partenze rastremate e castelli di tiro comporta una maggiore densità di ancoraggi, specificata
nel progetto del ponteggio. Di seguito sono riportati alcuni ancoraggi tipici.
3.1.2 Cravatta
a pilastro
3.1.3 Cravatta
(in pianta)
3.1.4 Cravatta
(prospetto)
Si procede a realizzare
intorno ad un elemento
“pilastro” un sistema
di tubi collegati fra
loro, in modo da serrare l’elemento fra due
profili metallici che impediscano il gioco sul
piano orizzontale.
Come prima.
Da notare: la struttura
del ponte deve essere opportunamente
controventata per evitare il “gioco” longitudinale del ponteggio,
il quale farebbe sfilare
l’ancoraggio dalla sua
sede.
La ganascia è realizzata con un solo morsetto
per ogni giunto. Per cui
l’ancoraggio
lavora
bene solo a trazione.
Poiché il serraggio intorno al pilastro non è
efficace per altre funzioni.
3.1.5.1 Ancoraggio con golfare e tassello.
E’ un ancoraggio di invenzione recente, economico, efficace ed in
parte riutilizzabile. E’ composto da tassello e barra filettata con anello.
Si posiziona in modo rapido e sicuro su qualsiasi struttura a patto che
venga usato il tassello adeguato: quello meccanico su pietre, calcestruzzo e mattoni pieni, quello chimico per tutti gli altri impieghi. Attenzione al tipo di resina: quella epossidica si deteriora a contatto con
l’acqua quindi è sconsigliabile usarla all’esterno. Chiedere sempre la
scheda tecnica al rivenditore per conoscerne la tenuta sia a trazione
che a compressione.
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3
3.1 Gli ancoraggi.
Tipologia
e modalità
di realizzazione
3.1 Gli ancoraggi.
Tipologia
e modalità
di realizzazione
3.1.5.2 Ancoraggio con golfare
3.1.5.2 Ancoraggio con golfare
L’efficacia del sistema risiede nella
sua certificabilità alla tenuta. Inoltre
l’ancoraggio risulta rimovibile, riutilizabile, economico. Sul mercato sono disponibili kit per ancoraggi a vite con fiala
chimica adatta a paramenti in blocchi e
laterizio forato.
L’efficacia del sistema risiede nella
sua certificabilità alla tenuta. Inoltre
l’ancoraggio risulta rimovibile, riutilizzabile, economico. Sul mercato sono disponibili kit per ancoraggi a vite con fiala
chimica adatta a paramenti in blocchi e
laterizio forato.
3.1.7 Cravatta a parete
Come per i pilastri su porte di accesso
al piano. Si evidenzia la necessità di
completare l’ancoraggio con entrambi
gli elementi di serraggio, in modo da
rispondere equamente a tutti gli sforzi sia
di compressione che trazione.
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Ponteggi - Manuale pratico per addetti
3.1 Gli ancoraggi. Tipologia e modalità di realizzazione
3.1. 8 Ancoraggio con staffa di
vincolo realizzata in opera
(annegata nel getto)
Da predisporre in fase di esecuzione
del getto, inserendo una staffa sagomata fra due ferri. Difficilmente recuperabile alla fine dei lavori, è assai
resistente e sicuro.
3
3.1.9 Ancoraggio a espansione con
vitone (veduta in pianta).
Sistema molto in voga è realizzato
mediante l’inserimento di un pezzo
speciale “vitone”, funzionante a mò
di martinetto (lavorante a compressione). Per regolare la compressione
si agisce sul “vitone” inducendone la
massima estensione dell’elemento. In
interventi di restauro con presenza di
soglie o davanzali in opera, non da
sufficienti garanzie di tenuta.
3.1.10 Le cose da non fare :
“L’ancoraggio alla parete con filo di
ferro”.
Sistema molto in uso per gli ancoraggi
veloci. Non offre nessuna garanzia di
efficacia in quanto:
- non funziona a compressione;
- non fornisce garanzie di durata;
- non fornisce indicazioni sulla tenuta
dato che durante la piegatura il filo
subisce uno snervamento;
è un sistema pericoloso da escludere
in assoluto.
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4
4.1 I Dispositivi
Individuali
di Protezione(DPI)
(DPI)
4.1 I Dispositivi
Individuali
di Protezione
4.1.1
Dotazioni e attrezzature per l’esecuzione di lavori in quota del tipo salva vita (III categoria), atte ad impedire, arrestare o controllare una eventuale caduta (imbrachi), ed i
relativi accessori di trattenuta quali: connettori (moschettoni, pinze, grilli, ganci e similari); corde di sicurezza (statiche o dinamiche); sistemi di dissipazione (a piastrina e ad
assorbimento ); freni ( auto bloccanti); sistemi di rinvio (carrucole e similari); ancoraggi
statici (piastrine , golfari e fix). Detti sistemi di provenienza prettamente alpinistica, sono
stati recentemente introdotti anche nel comparto dell’edilizia con ottimi risultati in termini di tempo e costi di apprestamento. Le novità del settore sono state disciplinate dal
D. Lgs 626/94 titolo IV ed allegato V. 9 e 10; dal D.Lgs. 475/92 art. 4 e seguenti; norme
UNI EN 341/353/354/355/358 del 1993 e 813 del 1998;
4.1.2 Le imbracature (art. 10 DPR 164/56).
Fra i sistemi più efficienti di protezione dalle
cadute per lavori in quota su strutture precarie o non adeguatamente protette contro
le cadute sono gli imbrachi, ossia cinture e
cinturoni di diversa foggia atti: ”a ripartire la
forza di arresto sul corpo in caso di caduta
dell’operatore”. E’ evidente che detto dispositivo consente di poter effettuare anche
lo stazionamento dell’operatore nel vuoto,
nonché di procedere per mezzo di idonei dispositivi ed accessori, al calo od al recupero
dell’operatore, in perfetta sicurezza e senza
comprometterne la salute
Possono essere regolate in modo da vestire
la taglia dell’operatore, senza costituire intralcio al movimento, ma soprattutto senza
sfilarsi di dosso. La qualità del dispositivo è
fondamentale ai fini della sicurezza. Prima di
essere indossati vanno verificati nelle cuciture
e regolati nelle dimensioni in modo da vestire
perfettamente.
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Ponteggi - Manuale pratico per addetti
4.1 I Dispositivi Individuali di Protezione (DPI)
4
4.1.3
L’imbracatura si compone di un sistema di cosciali e bretelle collegate fra loro tramite una fascia imbottita centrale, collegate per mezzo di fibbie metalliche o cuciture. L’imbraco è dotato inoltre di vari anelli metallici atti a garantire l’aggancio
dell’operatore alle strutture di vincolo.
Ogni imbracatura in relazione all’uso ed alle specifiche prestazionali, deve essere omologata in base alle direttive: CE EN 361 (dispositivo anticaduta), CE EN
358 (posizionamento sul lavoro), CE EN 813 (cinture con cosciali), NFPA – ANSI
A10 14 Z 359.1 (dispositivo anticaduta). Gli imbrachi per poter essere omologati devono rispondere alle seguenti specifiche prestazionali di base: vestibilità e
libertà di movimento; escludere lesioni all’apparato neuro-circolatorio a seguito
di compressioni prolungate (dovute all’appendimento); sicurezza dei sistemi di
chiusura e regolazione; regolabilità dimensionale (cinghie e fibbie di regolazione);
resistenza all’abrasione; resistenza all’esposizione ai raggi UV; resistenza meccanica allo strappo/caduta (soprattutto delle cuciture);
L’imbracatura è realizzata in fibre di poliammide o poliestere, pertanto è sensibile
all’azione del sole ed all’acqua. La buona pulizia e la custodia del dispositivo garantiscono per la sicurezza dell’utilizzatore. Il dispositivo che mostra sfilacciamento
delle fettucce o la scucitura dei vari elementi è senz’altro da sostituire. Il cinturone
deve essere scelto in base alle necessità della lavorazione, e deve essere sempre
associato ad un sistema di vincolo esterno.
I requisiti essenziali di sicurezza dei DPI sono disciplinati dal D. Lgs. 475/92.
4.1.4 Guanti e casco
Come gli imbrachi tutti DPI, realizzati in materiale plastico o pelle (guanti) risultano
essere particolarmente sensibili all’usura (polveri e cementi) ed all’esposizione ai
raggi del sole. Vanno puliti dopo l’uso, custoditi al buio e sostituiti periodicamente
controllando sull’etichetta la scadenza.
Specifiche di riferimento DPI a norma CE, omologati e rispondenti alle specifiche
prestazionali EN 397 (caschi da lavoro) ; EN 420 EN 388 pericoli meccanici , EN
1082 taglio da urto (per i guanti) .
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4
4.2 Attrezzature di lavoro per l’auto assicurazione
4.2 Attrezzature
di lavoro per l’auto assicurazione e
e la protezione dalle cadute.
la protezione dalle cadute.
4.2.1 Connettori a pinza
Il vincolo alle strutture pontiere o a quelle reticolari può avvenire per mezzo di moschettoni (connettore permanente con ghiera) oppure anche attraverso l’utilizzazione di
connettori a “pinza” per ancoraggi a strutture tubolari (vedi figura a sinistra), in acciaio
inox con chiusura automatica a molla con varie possibilità di apertura da 75 a 140 mm.
comunque rispondente alle norme di omologazione EN 362 EN 354 (cordino).
4.2.2
Il sistema sopra descritto non è utilizzabile
per sistemi anticaduta del tipo a frizione
(come i dissipatori di energia con recupero del cavo), ma esclusivamente per
sicurezze veloci di tipo statico (la pinza è
venduta in kit assieme ad uno spezzone
di corda statica in poliamminide non
più lungo di cm. 150 (ex Art. 10 del DPR
164/56).
4.2.3 Connettori permanenti
Utilizzazione di sistemi di sicurezza per lavorazioni in quota
su ponti, tralicci, o con l’ausilio di cavi di sicurezza, che
utilizzano dispositivi di trattenuta con apertura di sicurezza omologati secondo le norme CE EN 362, con braccio
dotato di dispositivo di autochiusura, sistema di bloccaggio di sicurezza con ghiera di sicurezza a vite o a baionetta, o con doppio comando per l’apertura.
4.2.4 Connettore per agganci permanenti
Connettore per aggancio su strutture reticolari, tubolari o
cavi di acciaio, con ampia apertura, doppio comando
di sicurezza in acciaio inox (apertura da 60 mm.), resistenza a trazione in senso longitudinale 20 kN, trasversale 7 kN,
ghiera aperta 6 kN. In fase di utilizzazione è necessario
che l’operatore sia dotato di doppio cordino di ritenuta,
statico, in poliamminide (conforme alla norma EN 354)
oppure con sistema a fettucce completo di assorbitore di
energia conforme alla norma EN 355. Il doppio cordino
risulta necessario al fine di garantire il vincolo alle strutture
nel passaggio da un ancoraggio a quello successivo.
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Ponteggi - Manuale pratico per addetti
4.2 Attrezzature di lavoro per l’auto assicurazione
e la protezione dalle cadute.
4
4.2.5 Sistemi statici con dispositivo di dissipazione dell’energia
Sistemi di progressione con utilizzo di dispositivi di assicurazione mediante l’uso di
connettori (moschettoni) con sistemi di chiusura di sicurezza semplice o doppia, e
fune di trattenuta con meccanismo di dissipazione o freno. Si tratta di un dispositivo anticaduta adatto per lavorazioni in quota, con movimentazione in presenza
di linee vita.
4.2.6
Il doppio cordino è funzionale al passaggio da un ancoraggio a quello
successivo, senza interruzione della
catena di sicurezza.
Da notare: l’utilizzazione di un doppio sistema di connettori di sicurezza
in acciaio del tipo omologato a norma CE, dotato di chiusura a molla
con dispositivo di sicurezza contro
l’apertura accidentale.
Sistema connettore con bloccante
statico a norma CE EN 358
19
4
4.2 Attrezzature di lavoro per l’auto assicurazione
4.2 Attrezzature
di lavoro per l’auto assicurazione e
e la protezione dalle cadute.
la protezione dalle cadute.
4.2.7 Dispositivi anticaduta retrattili (con freno/frizione dinamica)
Il presente dispositivo è indicato in caso di permanenza in quota per tempi limitati, ossia per interventi poco estesi e lavori puntuali, dove l’allestimento delle protezioni anti
caduta, di parapetti e linee vita risulta troppo oneroso o di difficile esecuzione. Funziona a dissipazione di energia con riavvolgimento (omologati a norma EN 360). Il dispositivo viene applicato in alto al di sopra dell’operatore, in posizione tale da consentire
all’utilizzatore di spostarsi lungo un percorso di limitata ampiezza. In caso di caduta nel
vuoto, l’arrotolatore interno (il dispositivo che recupera e tiene in tensione il cavo di acciaio di assicurazione) entra automaticamente in funzione frenando fino al completo
arresto la caduta dell’operatore . Il sistema è dotato di una frizione interna che attiva
l’arresto in modo graduale e progressivo senza, assoggettare l’operatore a strappi. Il
dispositivo si comporta sostanzialmente come un rocchetto intorno al quale è avvolto
un cavo di acciaio di resistenza nota. Il cavo può essere allungato per le necessità di
spostamento.
4.2.8
Il riavvolgimento del cavo sulla posizione
originale avviene grazie ad una molla di
ritorno . Nella parte sottostante il cavo termina con una campanella (sovente rivestita in gomma) a cui si fissa un secondo
moschettone con ghiera per assicurare
l’operatore al gancio dorsale o sternale
dell’imbraco.
I dispositivi si differenziano l’uno da l’altro
per la lunghezza del cavo di ritenuta, o
per la tipologia dell’elemento avvolgibile
(cavo d’acciaio o fettuccia in poliestere).
Il sistema di connessione fornito dai moschettoni deve essere omologato.
Non sono mai accettati moschettoni privi
di ghiera e privi dell’omologazione alle
norme CE EN 362, EN 12275. L’imbraco da
parte sua deve consentire l’utilizzazione
del dispositivo, e recare chiaramente
l’omologazione alle norme EN 361 e EN
358.
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20
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
4.2 Attrezzature di lavoro per l’auto assicurazione
e la protezione dalle cadute.
4
4.2.9 Dispositivi anticaduta scorrevoli.
La famiglia dei sistemi di progressione e
per l’assicurazione in fase di montaggio
di ponti e ponteggi, contempla inoltre i
sistemi di tipo scorrevole su binario fisso o
su corda, con funzione “bloccante”.
Dissipatori di energia su corda
Sistemi anticaduta automatici per spostamenti su piano verticale (come risalita di
scalette, o di tralicci) . Il sistema è composto da un bloccante che interviene a
serrare la corda con un sistema ad una
o più camme in caso di carico della leva
del “freno”, montato su di una corda
in poliamminide del tipo statico o semi
statico (a trefoli di sezione non inferiore
a 14 mm. ) o cavo di acciaio. Il dispositivo da solo non può essere utilizzato per
le lavorazioni in quota in quanto non garantisce sufficiente sicurezza per lo stazionamento, per cui deve essere abbinato ad un sistema di connettori con
corda statica e dissipatore. Lo stesso dispositivo è invece sufficiente per poter effettuare una progressione in sicurezza.
E’ evidente che il dispositivo può essere
utilizzato solo in abbinamento con un imbraco.
Il dispositivo in caso di caduta interviene
frenando l’operatore per attrito, ossia
serrando la corda o il profilo di acciaio
su cui scorre attraverso ganasce o per
l’azionamento di una leva a lavoro asimmetrico.
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4
4.2 Attrezzature di lavoro per l’auto assicurazione
4.2 Attrezzature
di lavoro per l’auto assicurazione e
e la protezione dalle cadute.
la protezione dalle cadute.
4.2.10 Dispositivi anticaduta scorrevoli
4.2.11
La parte più delicata del dispositivo risiede nella cura con la quale viene mantenuto il cavo di ritenuta (da revisionare
periodicamente).
La presenza di una falsa piegatura o la
rottura di qualche filo del trefolo è chiaro
indice di sofferenza del cavo, il quale
deve essere immediatamente sostituito.
La medesima vigilanza deve essere riposta in caso di caduta (il cavo deve essere
revisionato in tutta la sua estensione).
E’ sempre comunque necessario, provvedere periodicamente alla revisione
del cordino o della fettuccia (in poliamminide) di collegamento dell’imbraco al
dispositivo bloccante, a causa dell’azione
invecchiante prodotta dai raggi UV.
In questo caso funzionano da spia :
• il colore della calza (quando sbiadisce
la fune è da cambiare);
• la trama nella fettuccia di trattenuta
(una fettuccia sfilacciata deve essere
sostituita).
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22
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
5.1 Modalità standard di montaggio del ponteggio
5
5.1.1 Costruzione del ponteggio aspetti
operativi
Poiché il ponteggio pone problematiche di
esposizione al vuoto, ne più ne meno similari
ai rischi di caduta dagli elementi in costruzione, il montaggio del ponteggio non può
essere lasciato ad improvvisazioni.
Si dovranno seguire in modo corretto, le indicazioni previste da ciascun libretto di montaggio in dotazione al ponte, ed in ogni caso
alla messa in opera ed all’adozione di tutti i
dispositivi di difesa e protezione dagli infortuni.
Contestualmente all’avvio del montaggio del
secondo impalcato (secondo piano di ponte) , si predisporranno alle estremità del tratto
di ponte in costruzione (ma anche a distanze
intermedie se lo sviluppo supera i 9 ml. o le
5 campate), dei ritti di ancoraggio provvisori,
sui quali saranno fissate funi di acciaio di trattenuta (vedi figura).
La costruzione dei ponteggi è soggetta alle
disposizioni di cui al titolo IV (ponteggi in legno) e V (ponteggi metallici ) del DPR 164/56.
Di fondamentale importanza il rispetto di tutte
le indicazioni di cui agli Artt. 30-38 del Decreto,
i quali individuano puntualmente i documenti
necessari alla esecuzione del ponte (autorizzazione del fabbricante, la relazione tecnica, il progetto, il disegno) , le caratteristiche
specifiche , le condizioni alle quali si devono
svolgere le fasi di montaggio, smontaggio,
manutenzione e revisione delle strutture.
Il D. Lgs. 235/03 recepisce la direttiva europea 03/198, modificando il titolo III del D.
Lgs. 626/94, relativamente alle attrezzature di
lavoro, determinando i requisiti minimi di salute e sicurezza delle attrezzature di lavoro
per i lavori in quota con particolare riferimento a: scale a pioli; sistemi di accesso progressione con funi; ponteggi.
23
5
5.1 Modalità
standard
di montaggio
ponteggio
5.1 Modalità
standard
di montaggio
deldel
ponteggio
5.1.2 Operatività
Se non vi è possibilità di fissare elementi
di sicurezza in alzato (sulla testa di ciascun ritto) le funi possono essere tesate
fra un ancoraggio ed un altro posti al
piano di calpestio. Questa eventualità è
molto ricorrente in quanto il ponte di servizio deve sopravanzare la costruzione
sempre di un piano (in quella fase non
c’è la possibilità quindi di assicurarsi alle
strutture dell’edificio in corso di realizzazione).
L’operazione del montaggio delle spalle
nei ponteggi ad “H”, risulta pericolosa
soprattutto in presenza di aggetti, li dove
la linearità del ponteggio non consente
di poter rientrare per compensare il vuoto fra ciascun elemento aggettante (terrazzi e cornicioni). In tal senso risulta assai utile provvedere da subito ad inserire
nelle strutture in corso di costruzione
accessori e dispositivi atti a realizzare
efficaci sistemi di trattenuta, come ad
esempio con:
- golfari (anelli con filettatura posti per
mezzo di tassello o resinati);
- elementi di aggancio (tipo occhielli)
da affogare direttamente nel getto delle strutture (vedi sezione ancoraggi);
21
24
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
6
6.1 Sottosistema dei parapetti
6.1.1
Tutti i ponteggi da quelli metallici a quelli
in legno non possono mai derogare dalla
presenza del parapetto di sicurezza che
deve essere composto (per essere omologabile) da: un corrimano posto ad una
altezza di non meno di cm. 100 dal piano
di calpestio; un corrente intermedio posto
all’altezza di cm. 60 dal piano; da una
tavola battitacco detta anche sponda
di non meno di cm. 20 di altezza. Ciascun
impalcato deve essere inoltre ben serrato
alla struttura portante senza lasciare gretole od aperture nel piano di calpestio, né
consentire la possibilità di scorrimento dei
singoli elementi (pannelli metallici o tavolame) e la fuoriuscita degli stessi.
6.1.2
Quando l’impalcato del ponte raggiunge il piano di falda,
il parappetto sommitale deve
sopravanzare l’altezza della
gronda di almeno 120 cm.
con un ulteriore corrente.
25
6
6.2 Sottosistema
degli
appoggi
6.2 Sottosistema
degli
appoggi
6.1.3 Il posizione degli elevatori sul ponte.
La collocazione di argani sui ponteggi necessita del rafforzamento degli elementi di
sostegno “montanti” mediante raddoppio.
Il vuoto deve essere inoltre difeso contro le
cadute da un apposito cancellino (ex art. 56
e 57 DPR 164/56).
6.2.1.1 Compensazione del dislivello con
elemento speciale “vitone”.
Art. 20 DPR 164/56. La base di appoggio del
ponte deve garantire la necessaria stabilità .
6.2.1.2 Appoggio del ponte: la basetta.
L’Art. 35 comma 3° del DPR 164/56 reca:
“L’estremità inferiore del montante deve essere sostenuta da una piastra di base metallica, a superficie piana, di area non minore di
18 volte l’area del poligono circoscritto alla
sezione del montante stesso e di spessore tale
da resistere senza deformazioni al carico. La
piastra deve avere un dispositivo di collegamento col montante atto a centrare il carico
su di essa e tale da non produrre momenti
flettenti sul montante.” (In base all’Art.5 del
D.M. 2 Settembre 1968 è ammesso utilizzare
piastre di base metalliche di area inferiore
purché dette piastre abbiano una superficie
di appoggio non inferiore a 150 cm quadrati
e siano di comprovata resistenza meccanica.)
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26
Ponteggi - Manuale pratico per addetti
6
6.3 Sottosistema dell’impalcato
6.3.1 Impalcato
L’impalcato in legno è normato dagli artt.
23 e 56 del DPR 164/56. Il piano di calpestio deve essere realizzato con tavolame
scelto, di spessore non inferiore a cm. 4
(ponte) ovvero di cm. 5 per i castelli di
tiro. Ciascun montante deve essere posto
ad un interasse non superiore ai cm. 180
(comma 2° art.36 DPR 164/56). Le tavole
che costituiscono l’impalcato devono risultare bene serrate fra loro, così come i
piani dei ponti metallici devono risultare
ben fissi e stabili nella posizione di appoggio. I parapetti devono essere di altezza
non infriore al metro, e dotati di una tavola
ferma piede di almeno cm. 20 di altezza
(Art. 24 DPR 164/56).
6.3.2 Stocco
Elemento di compensazione fra il ponteggio e la superficie esterna della facciata.
Lo stocco viene montato a sbalzo oppure
in appoggio alla struttura esistente. Nella
generalità dei casi lo stocco è utilizzabile
solo ai fini della protezione dalle cadute
e per la protezione degli operatori sottostanti, dai rischi di caduta di materiali o
attrezzi.
Data la sua funzione non può essere utilizzato come semplice “prolunga” praticabile del ponteggio di servizio .
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6
6.4 Sottosistema
parasassi
6.4 Sottosistema
deldel
parasassi
6.4.1 Parasassi e mantovane.
Ex art. 28 del DPR 164/56: “4. In corrispondenza ai luoghi di transito o stazionamento
deve essere sistemato, all’altezza del solaio
di copertura del piano terreno, un impalcato di sicurezza (mantovana) a protezione
contro la caduta di materiali dall’alto. 5.
Tale protezione può essere sostituita con una
chiusura continua in graticci sul fronte del
ponteggio, qualora presenti le stesse garanzie di sicurezza, o con la segregazione
dell’area sottostante.”. Attualmente il tavolame è stato sostituito da elementi metallici.
6.4.1 Controventamenti
Gli elementi di controventamento (diagonali)
risultano indispensabili per irrigidire le strutture
di ponteggio con grande sviluppo longitudinale ed in altezza.
I riferimenti normativi sono quelli dettati dal
comma 4 dell’art. 35 del DPR 164/56.
Le diagonali devono essere montate secondo gli schemi costruttivi dettati dal produttore del ponteggio.
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Ponteggi - Manuale pratico per addetti