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CANE E GATTO Malattie A-Z 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 5 18/07/16 09:41 CANE E GATTO •Prostaglandine. •Aglepristone. ABORTO L’aborto ha lo scopo di ridurre la progesteronemia, che è indispensabile alla gravidanza. Sono disponibili diverse molecole che permettono di ridurre la progesteronemia: gli estrogeni (inibiscono l’impianto degli embrioni), gli agonisti della dopamina (che inibiscono la formazione della prolattina, che a sua volta partecipa al mantenimento del corpo luteo), le prostaglandine (inibiscono la sintesi e la liberazione del progesterone all’interno del corpo luteo) e gli inibitori del progesterone (si fissano ai recettori del progesterone inibendone l’azione). PRIMA FASE DELLA GRAVIDANZA •Estrogeni 5-10 µg/kg (non più di 1 g/cane), 2-3 iniezioni a 48 ore di distanza, cominciando 2-4 giorni dopo l’accoppiamento. Prestare attenzione agli effetti collaterali secondari: aplasia midollare, piometra, ritorno in calore qualche giorno dopo le iniezioni. SECONDA FASE DELLA GRAVIDANZA •In questo stadio è possibile solo il riassorbimento fetale. •Prostaglandine. •Agonisti della prolattina (bromocriptina, cabergolina). ULTIMA FASE DELLA GRAVIDANZA •Aborto sempre associato all’espulsione del feto e sconsigliato in questo stadio. •Inibitori del progesterone (aglepristone). •Prostaglandine. •Agonista della prolattina (cabergolina) (Tabella 1). ➜ Aborto: percorso diagnostico, pag. 270. Tabella 1 Molecole utilizzabili alla fine della gravidanza Molecola Inizio del trattamento dopo il picco dell’LH (in giorni) Dose Durata del trattamento (in giorni) Efficacia (%) Prostaglandina PgF2a naturale (uso non approvato nei carnivori domestici) 13-49 10-250 µg/kg 2-5 volte al giorno SC o IM 3-11 80-100 Prostaglandina PgF2a sintetica (cloprostenolo) (uso non approvato nei carnivori domestici) 30-40 2,5 µg/kg SC 1 volta al giorno 4-5 100 Bromocriptina (agonista della dopamina) 35-45 50-100 µg/kg PO 4-7 50-100 Cabergolina (agonista della dopamina) 30/40/50 5 µg/kg PO 1 volta al giorno 5 25/100/100 Cabergolina e cloprostenolo 25 5 µg/kg PO 1 volta al giorno e 1 µg/kg SC ogni 2 giorni 7 (cabergolina), 3 (cloprostenolo) 100 0-45 10 µg/kg SC, due iniezioni a 24 ore d’intervallo 24 ore 95-100 Aglepristone (antiprogesterone) ACALASIA CRICOFARINGEA ➜ Disfagia, pag. 68. L’acalasia cricofaringea è una malattia congenita dovuta alla mancanza di coordinazione tra la contrazione del faringe e il rilassamento dello sfintere esofageo prossimale (muscolo cricofaringeo) durante la deglutizione, con conseguente disfagia. Questo deficit di coordinazione può causare una polmonite ab ingestis. Si ritiene che la causa sia un difetto di sviluppo delle vie afferenti sensitive del riflesso di deglutizione. Si parla di disfagia cricofaringea quando la malattia è acquisita (➜ Disfagia, pag. 68). Sembra che sia più frequente nei Cocker. SINTOMI ED ESAME OBIETTIVO •Disfagia. •Rigurgito immediatamente dopo la deglutizione (notevolmente più precoce rispetto al rigurgito osservato in caso di lesioni esofagee). •Ptialismo. •Tosse, dispnea (polmonite). •Dimagrimento. È difficile distinguere clinicamente una disfagia faringea da una disfagia cricofaringea. DIAGNOSI DIFFERENZIALE È necessario eliminare tutte le altre cause di disfagia faringea o cricofaringea (➜ Eziologia della disfagia, pag. 374) (miastenia, miosite, polimiosite). DIAGNOSI ED ESAMI COMPLEMENTARI Fluoroscopia L’acalasia cricofaringea può essere diagnosticata esclusivamente mediante fluoroscopia. Questo esame consiste nel somministrare all’animale del bario liquido o un pasto baritato, seguendo il suo tragitto dal faringe verso l’esofago. Le immagini mostrano un mancato rilassamento dello sfintere esofageo prossimale nonostante le contrazioni faringee siano normali. Una parte del mezzo di contrasto tende a rimanere nel faringe, ma anche nell’orofaringe, nel rinofaringe, nel laringe e nell’esofago prossimale. TRATTAMENTO Consiste nella resezione chirurgica della parte dorsale del muscolo cricofaringeo. Tuttavia, questo intervento deve essere eseguito solo dopo la conferma diagnostica dell’acalasia cricofaringea, poiché in tutti gli altri casi di disfagia faringea le conseguenze di tale intervento sono disastrose. 6 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 6 18/07/16 09:41 MALATTIE A-Z PROGNOSI La prognosi dopo miotomia è relativamente favorevole. A volte la cicatrizzazione muscolare evolve in modo inadeguato e vi è la formazione di un tessuto fibroso cicatriziale che causa una persistenza della disfagia. TRATTAMENTO Acromegalia indotta dal progesterone Il trattamento comprende l’ovarioisterectomia o l’interruzione dei progestinici. Acromegalia dovuta a tumore ipofisario ACROMEGALIA È dovuta a un eccesso di ormone della crescita (GH), chiamato anche somatotropina, secreto dalle cellule somatotrope dell’ipofisi. La secrezione di questo ormone è stimolata dall’ormone di rilascio del GH ed è inibita dalla somatomedina, entrambi secreti dall’ipotalamo. Il GH possiede effetti anabolici (stimolazione della sintesi proteica, di diversi tessuti molli e ossei) ed effetti catabolici (lipolisi e riduzione del trasporto del glucosio cellulare). EZIOLOGIA •La somministrazione di progestinici nel cane, come per esempio il medrossiprogesterone acetato, favorisce l’ipertrofia e l’iperplasia delle cellule somatotrope ipofisarie. •Iperprogesteronemia nella cagna. •Tumore ipofisario (più frequente nel gatto): frequentemente adenoma/macroadenoma (più frequente nel gatto maschio di età superiore a 10 anni). SINTOMI •Chirurgia (complessa e delicata). •Radioterapia. •Terapia medica: i dopaminergici (bromocriptina) e gli analoghi della somatostatina (octreotide) non sembrano offrire risultati soddisfacenti nel gatto. COMPLICAZIONI •Cardiomiopatia con insufficienza cardiaca congestizia •Ipertensione arteriosa •Diabete mellito (insulino-resistenza) •Ipoadrenocorticismo secondario •Osteofiti •Insufficienza renale PROGNOSI Malgrado gli effetti sistemici di un eccesso incontrollato di GH, la durata media della vita del gatto è di 2 anni. ADENOCARCINOMA DELLE GHIANDOLE APOCRINE DEI SACCHI ANALI •Ipertrofia dei tessuti della regione della testa e del collo •Stridore inspiratorio (corneggio) •Distensione addominale •Aumento di peso •Ispessimento cutaneo •Organomegalia (fegato, reni, cuore) •Ingrossamento della mandibola (prognatismo) •Aumento degli spazi interdentali •Ispessimento delle sporgenze ossee del cranio •Ingrossamento delle estremità •Problemi neurologici centrali (effetto massa sul cervello a causa del macroadenoma) Gli adenocarcinomi delle ghiandole apocrine dei sacchi anali (AGASA) sono tumori delle cellule dell’epitelio ghiandolare delle ghiandole anali, principalmente osservati nella specie canina. Generalmente questi tumori sono unilaterali e la loro dimensione varia da 0,2 a 1 cm. Nel 79% dei casi sono presenti metastasi. I siti più comuni di metastasi sono i linfonodi iliaci esterni, il fegato, la milza e i polmoni. Comunemente tendono a invadere i tessuti adiacenti. Non sono stati descritti casi nel gatto. Nel 90% dei casi, gli animali hanno più di 10 anni di età e sono di sesso femminile. Questi tumori secernono un polipeptide chiamato PTH-rP che imita gli effetti metabolici del paratormone ed è responsabile di un’ipercalcemia maligna (Figura 1). DIAGNOSI SINTOMI Dosaggio del GH nel siero (diagnosi definitiva). Dosaggio della somatomedina (IGF-I): nell’uomo la somatomedina aumenta in caso di acromegalia. Avviene lo stesso nel cane e nel gatto (valore normale nel gatto: 200-440 ng/mL) → forte sospetto di acromegalia con un valore >1000 ng/mL. •Dischezia •Presenza di una massa perianale •Costipazione Sospetto clinico: (➜ Sintomi) o insulino-resistenza durante il trattamento del diabete mellito (in particolare nel gatto). ESAMI COMPLEMENTARI TC + RM dell’ipofisi: ricerca di un adenoma ipofisario. AGASA Esami del sangue •Profilo biochimico: iperglicemia, ipercolesterolemia, aumento di GPT e AP, iperproteinemia da lieve a moderata. •Esame emocromocitometrico: leucocitosi, anemia (cane) o eritrocitosi (gatto). Radiografie addominali, toraciche e ossee: cardiomegalia, epatomegalia, nefromegalia, proliferazione dei tessuti dell’area orofaringea, testa e arti e alterazioni ossee (spondilosi, iperostosi, reazione periostale periarticolare). cm Linfonodo sottolombare Figura 1 Immagine necroscopica che mostra un adenocarcinoma delle ghiandole apocrine dei sacchi anali e dei linfonodi sottolombari. 7 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 7 18/07/16 09:41 CANE E GATTO Tabella 2 Diagnosi differenziali di tumori perianali nel cane maschio e femmina MASCHIO Tumore benigno Origine cellulare FEMMINA Tumore maligno Tumore benigno Tumore maligno Sebacea Sebacea (raramente apocrina) Sebacea Apocrina (sacco anale) Adenoma perianale (circumanale) Adenocarcinoma perianale Adenoma perianale Adenocarcinoma delle ghiandole apocrine dei sacchi anali Testosterone-dipendente Nessuno Carenza di estrogeni (dopo ovariectomia) Nessuno Elevata Rara Rara Rara Massa superficiale nella regione perineale, singola o multipla Generalmente singola, invasiva e a volte ulcerata Superficiale e singola Sottocutanea, situata a ore 4 e 8, di consistenza solida e poco mobile Metastasi Nessuna Linfonodi locoregionali Nessuna Molto frequentemente nei linfonodi iliaci Sindrome paraneoplastica Nessuna Molto raramente ipercalcemia Nessuna Il 50-90% dei casi è ipercalcemico Esami complementari Nessuno Radiografie o ecografia dell’addome per la presenza di metastasi addominali Nessuno Radiografie dell’addome e del torace o ecografia dell’addome per la presenza di metastasi addominali, calcemia e funzionalità renale Castrazione, asportazione chirurgica o crioterapia Asportazione ad ampi margini, radioterapia qualora inoperabile Asportazione o crioterapia Asportazione ad ampi margini, linfadenectomia, radioterapia Eccellente Da riservata a favorevole Eccellente Da sfavorevole a riservata Tumore Fattori ormonali Frequenza Sede e aspetto del tumore Trattamento Prognosi •Poliuria-polidipsia in presenza di ipercalcemia secondaria •Dimagrimento •Vomito •Linfoadenopatia iliaca DIAGNOSI Esame istologico della massa perianale dopo asportazione chirurgica, esame citologico dell’agoaspirato della massa o dei linfonodi. Trattamento medico: in caso di nefropatia ipercalcemica. •Diuresi forzata (40-60 mL/kg/die di cloruro di sodio allo 0,9% oltre alla fluidoterapia di mantenimento). •Furosemide dopo aver corretto la disidratazione, se necessario (2-4 mg/kg per via endovenosa ogni 12 ore). •Corticosteroidi (prednisolone 1-2 mg/kg/die per via orale) per ridurre la calcemia la quale può provocare delle calcificazioni ectopiche (rene, stomaco, polmoni, arterie). DIAGNOSI DIFFERENZIALE (Tabella 2) ESAMI COMPLEMENTARI Sospetto clinico: cagna, linfoadenopatia iliaca, poliuria-polidipsia. Esami del sangue: ipercalcemia frequente (27-53% dei casi), occasionale aumento di urea e creatinina in caso di nefropatia ipercalcemica. Ecografia addominale: linfoadenopatia iliaca o generalizzata (Figura 2). Radiografie addominali: linfoadenopatia iliaca (che devia il colon ventralmente). Radiografie toraciche: ricerca di metastasi polmonari. TRATTAMENTO Trattamento chirurgico: asportazione della massa e delle meta- stasi. Il ritorno a una calcemia normale significa che tutte le cellule tumorali sono state rimosse (in caso contrario, potrebbero esserci delle metastasi o il tumore non è stato asportato completamente). Figura 2 Ecografia addominale di un cane femmina con adenocarcinoma delle ghiandole apocrine dei sacchi anali, che mette in evidenza una linfoadenopatia dei linfonodi iliaci (NL). 8 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 8 18/07/16 09:41 MALATTIE A-Z •Chemioterapia: cisplatino o carboplatino, mitoxantrone (➜ Protocolli di chemioterapia, pag. 460), melfalan (dopo la chirurgia) 7 mg/m2 PO per 5 giorni consecutivi ogni 3 settimane. PROGNOSI In generale la prognosi è sfavorevole; tuttavia, se la/le massa/e è/sono di piccole dimensioni, se al momento della diagnosi non sono presenti metastasi e se il trattamento è di tipo chirurgico, il tempo di sopravvivenza può aumentare in modo significativo. Il periodo medio di sopravvivenza è di 8,5 mesi negli animali che presentano ipercalcemia e di 19,5 mesi negli animali normocalcemici. AELUROSTRONGILOSI Si tratta di una patologia parassitaria polmonare del gatto, il cui agente patogeno è un elminta (Aelurostrongylus abstrusus) che penetra le vie aeree e il parenchima polmonare. Recenti studi condotti su colonie feline del Centro e del Sud Italia stimano una prevalenza tra il 17 e il 24%. Alcuni gatti sono portatori sani. Gli adulti si sviluppano all’interno delle arteriole polmonari. Le femmine depongono le uova che si accumulano all’interno dei capillari alveolari. Dopo la schiusa, le larve L1 migrano attraverso gli alveoli, risalgono lungo i bronchioli, i bronchi e la trachea per essere infine deglutite ed eliminate nelle feci. Le larve contaminano le lumache o le limacce, all’interno delle quali si trasformano in larve L2 e poi L3. Quest’ultima forma larvale può essere presente anche in ospiti paratenici, come anfibi, rettili e roditori. Il gatto si infesta ingerendo le larve L3 presenti nelle sue prede. Questo stadio larvale attraversa la parete del tratto digerente per raggiungere il sistema linfatico e quindi il cuore destro e le arterie polmonari, dove si stabilisce. Il ciclo è simile a quello dell’angiostrongilosi del cane. Figura 3 Radiografia toracica di un gatto con aelurostrongilosi (è possibile notare l’addensamento interstiziale diffuso). SINTOMI L’amiloidosi renale è una patologia associata al deposito di sostanza amiloide nei glomeruli, nella midollare o nella parte interstiziale dei reni. Questa sostanza prodotta nel fegato provoca una diminuzione della funzionalità dei reni, che perdono la loro capacità di filtrare e di concentrare le urine. Di conseguenza, i reni lasciano passare molecole di peso molecolare elevato (principalmente proteine). L’amiloide è una sostanza proteica polimerizzata formata da diverse subunità. Le subunità sono composte sia da catene leggere di immunoglobuline (amiloidosi primaria) sia da un precursore ematico formatosi in seguito a stimolazione antigenica cronica in corso di infezioni croniche, malattie immunomediate o tumori, come il linfoma multicentrico (amiloidosi secondaria, che rappresenta la forma più frequente nel cane e nel gatto). Ciononostante, l’eziologia viene raramente identificata. Questa molecola possiede una struttura fibrillare particolare chiamata a foglietto b, che le conferisce proprietà ottiche specifiche visibili all’esame istologico. Dopo colorazione con rosso Congo, la sostanza amiloide produce una birifrangenza verde osservabile in luce polarizzata. L’amiloide si deposita all’interno dei glomeruli (soprattutto nel cane) o nella parte interstiziale e midollare dei reni (soprattutto nel gatto). Queste alterazioni strutturali dei glomeruli causano perdite proteiche. Una volta che il glomerulo è distrutto in modo irreversibile, l’intero nefrone non è più funzionale e viene sostituito da tessuto fibroso cicatriziale. Con l’aumento del numero di glomeruli distrutti, si riduce ulteriormente la velocità di filtrazione glomerulare, la quale porta alla ritenzione di sodio e ipertensione arteriosa. La sostanza amiloide può accumularsi in qualsiasi organo (fegato, milza, stomaco, intestino tenue, miocardio, linfonodi, prostata, tiroide e pancreas). Questa patologia si accompagna più frequentemente a un’insufficienza renale cronica. Alcune razze sembrano predisposte all’amiloidosi renale, per esempio: Sharpei, Beagle ed Epagneul breton nei cani e il gatto di razza Abissino. •Identici a quelli dell’asma del gatto. •Tosse produttiva, a volte emottisi. •Dispnea espiratoria. •Sibili espiratori. •A volte crepitii. •Saltuariamente malessere generale, anoressia, letargia, ipertermia, dimagrimento, polmonite batterica secondaria, versamento pleurico. DIAGNOSI Dimostrazione della presenza di larve L1: esami coprologici ripetuti perché le larve non vengono escrete in modo continuo (tecnica di Baermann), lavaggio broncoalveolare (➜ Lavaggio broncoalveolare, pag. 452) o esame citologico polmonare da agoaspirato. ESAMI COMPLEMENTARI Radiografie toraciche: addensamento polmonare diffuso di tipo interstiziale nodulare, a volte alveolare e peribronchiale. Raramente, è possibile osservare versamento pleurico, dilatazione delle arterie polmonari e linfoadenopatia tracheobronchiale (Figura 3). Esami del sangue: frequentemente eosinofilia. TRATTAMENTO •Fenbendazolo 25-50 mg/kg PO una volta al giorno per 2 settimane. •Ivermectina (il cui uso della forma iniettabile nel cane e nel gatto non è approvato) 400 µg/kg SC a 2 settimane di distanza (tossicità non studiata nel gatto). •Levamisolo 10 mg/kg PO per 2 giorni o 8 mg/kg ogni 2 giorni per 3 volte. •Mebendazolo 50 mg/kg PO 2 volte al giorno per 5 giorni (raddoppiare la dose nei gatti di peso superiore a 2 kg). •Selamectina 6 mg/kg come spot-on, 3 somministrazioni a 2 settimane di intervallo. •Terapia adiuvante con corticosteroidi: 2 mg/kg/die PO per 2 settimane, poi diminuire progressivamente la dose. AMILOIDOSI RENALE 9 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 9 18/07/16 09:41 CANE E GATTO EZIOLOGIA ➜ Eziologia dell’amiloidosi renale, pag. 355. SINTOMI Nella fase iniziale della malattia, assenza di sintomi, a seguire presenza dei tipici sintomi di insufficienza renale (cane e gatto) •Poliuria-polidipsia •Vomito •Diarrea •Dimagrimento •Disidratazione •Anoressia •Anemia •Ipertensione arteriosa Sindrome nefrosica (secondaria a ipoproteinemia) (più rara nel gatto) renalismo, ipertensione arteriosa). La microalbuminemia, tranne nei casi delle patologie che sono state descritte essere all’origine dei falsi positivi o di un’interpretazione impossibile, è conseguente a un’alterazione della filtrazione glomerulare o, più raramente, a un danno a carico dei tubuli prossimali. Questo test permette di identificare precocemente una glomerulopatia nelle razze a rischio. Esami del sangue Profilo biochimico Ipoalbuminemia, ipoproteinemia, iperazotemia, iperfosfatemia e ipercreatininemia in caso di insufficienza renale, ipercolesterolemia frequente (sindrome nefrosica). Esame emocromocitometrico Anemia in caso di insufficienza renale cronica. Dosaggio dell’antitrombina III: può risultare ridotta e in tal caso esiste il rischio di tromboembolia. •Edema periferico •Versamenti (addominale o pleurico, raramente pericardico) •Ipertensione arteriosa Ecografia renale Segni di embolia (a causa della perdita di antitrombina III nelle urine) (molto rara nel gatto) Misurazione della pressione arteriosa •Dispnea, tachipnea (embolia polmonare) •Coma, crisi convulsiva (embolia cerebrale) •Paralisi (embolia arteriosa a un arto) DIAGNOSI La diagnosi definitiva si basa sulla dimostrazione istologica della presenza di depositi di sostanza amiloide nei reni. Pertanto, la biopsia renale è indispensabile per differenziare l’amiloidosi dalla glomerulonefrite. I prelievi bioptici devono interessare la corticale (soprattutto nel cane) e la midollare (soprattutto nel gatto, in particolare negli Abissini), per la presenza di depositi in due compartimenti distinti. Per la ricerca specifica della sostanza amiloide è necessario impiegare una colorazione rosso Congo. Biopsia renale: ecoguidata (➜ Biopsia ecoguidata, pag. 441), laparotomia, laparoscopia ed esame istologico. ESAMI COMPLEMENTARI ➜ Proteinuria: percorso diagnostico, pag. 330. Analisi delle urine Iperecogenicità corticale, reni di dimensioni normali o ridotte. Un’ipertensione arteriosa è frequentemente associata ad amiloidosi renale e pertanto deve essere sempre indagata. In generale, l’ipertensione arteriosa nel gatto viene definita come una pressione arteriosa sistolica superiore a 170-180 mmHg o una pressione arteriosa diastolica superiore a 120 mmHg. Nel cane questi valori sono rispettivamente di 180 e 100 mmHg. TRATTAMENTO Una volta dimostrata la presenza di un’amiloidosi renale, è necessario ricercare una patologia primaria di tipo neoplastico o infettivo o infiammatorio cronico, poiché il trattamento inizialmente sarà mirato all’eliminazione della causa scatenante: •Non esistono trattamenti specifici per l’amiloidosi. •Trattamento della causa scatenante, quando è identificata. •Trattamento dell’embolia (➜ Tromboembolia aortica, pag. 225; Tromboembolia polmonare, pag. 226). •Trattamento della sindrome nefrosica ––Diuretici (furosemide 2-4 mg/kg PO 1-2 volte al giorno). ––Dieta povera di sodio. •Trattamento dell’ipertensione arteriosa (➜ Ipertensione arteriosa, pag. 130). •Trattamento dell’insufficienza renale (➜ Insufficienza renale cronica, pag. 121). •Prevenzione delle embolie ––Aspirina 10 mg/kg PO 1 o 2 volte al giorno nel cane e 10-25 mg/kg ogni 3 giorni nel gatto. La proteinuria è sempre presente in caso di lesioni glomerulari (cane), ma è spesso assente in caso di depositi nella parte interstiziale o midollare (gatto). Viene valutata misurando il rapporto proteine:creatinina nell’urina (UPC). Il rapporto deve essere inferiore a 0,5 sia nel cane sia nel gatto. Il peso specifico urinario è diminuito (isostenuria). L’esame del sedimento urinario mette spesso in evidenza la presenza di numerosi cilindri ialini e granulari. L’uso di corticosteroidi è sconsigliato perché favorisce il deposito della sostanza amiloide. Microalbuminemia COMPLICAZIONI Recentemente è stato sviluppato un test facilmente eseguibile in ambulatorio per identificare la microalbuminemia. Attualmente l’unico potenziale limite è il suo costo. La microalbuminemia è presente quando viene danneggiato anche solo il 5% del parenchima renale e per questo permette di raggiungere una diagnosi precoce di lesione renale. In ogni caso è necessario prendere alcune precauzioni durante l’interpretazione dei risultati positivi, poiché falsi positivi sono frequenti: malattie infiammatorie o infettive (cavo orale, cute, apparato digerente, prostata, tratto urinario inferiore, fegato), alcune malattie virali (FeLV, FIV, PIF), alcune malattie parassitarie (dirofilariosi, ehrlichiosi, malattia di Lyme), tutte le malattie autoimmuni e alcune malattie metaboliche (diabete mellito, ipertiroidismo, ipercorticosur- •Embolie •Ipertensione arteriosa •Insufficienza renale/iperparatiroidismo secondario •Versamenti o edemi periferici ANAPLASMOSI L’anaplasmosi è una malattia infettiva causata da Anaplasma phagocytophilum (nuova denominazione delle specie precedentemente chiamate Ehrlichia phagocytophila, Ehrlichia equi). Si tratta di un 10 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 10 18/07/16 09:41 MALATTIE A-Z batterio Gram-negativo intracellulare che infetta principalmente i granulociti neutrofili e, molto raramente, i granulociti eosinofili. In Europa, questo batterio viene trasmesso da Ixodes ricinus. La malattia interessa principalmente i carnivori (cane e gatto), oltre che gli equini, i ruminanti e l’uomo (anaplasmosi granulocitica umana). Il batterio viene trasmesso all’animale 24-48 ore dopo l’impianto della zecca. Si diffonde per via ematica e linfatica e il periodo di incubazione è di 1-2 settimane. Successivamente penetra nei granulociti neutrofili per endocitosi e rimane all’interno dei fagosomi. Si moltiplica formando delle morule. La citolisi che induce a carico delle cellule infettate gli permette di diffondersi ad altri organi per via ematica o linfatica. SINTOMI ED ESAME OBIETTIVO È possibile osservare numerosi sintomi aspecifici descritti dal proprietario, di seguito elencati in ordine decrescente di frequenza: letargia, anoressia, poliuria-polidipsia, diarrea, vomito, debolezza, zoppia. L’esame obiettivo rivela quanto segue, elencato in ordine decrescente di frequenza: ipertermia, splenomegalia, pallore delle mucose, addome teso, diarrea, vomito, petecchie, epistassi, melena, dolori articolari (poliartrite). ANCHILOSTOMIASI È una malattia parassitaria dell’apparato digerente del cane causata da un nematode chiamato Ancylostoma caninum. L’animale si contamina mediante ingestione di larve o per via transcutanea, poiché le larve sono in grado di passare attraverso la cute. I cuccioli possono contaminarsi con il latte della madre. SINTOMI ED ESAME OBIETTIVO •Anemia (gli anchilostomi sono ematofagi) •Ipoproteinemia •Melena •Scarsa crescita nei cuccioli •Dimagrimento •Pelo ispido DIAGNOSI ED ESAMI COMPLEMENTARI Coprologia parassitaria La dimostrazione della presenza di uova di Ancylostoma caninum è diagnostica (Figura 4). DIAGNOSI Striscio ematico: la visualizzazione di morule intracellulari per- mette di confermare la diagnosi. Le morule sono presenti in circa il 50% dei casi. PCR È sempre positiva. Sierologia (immunofluorescenza indiretta) La sieroconversione avviene circa 3-5 giorni dopo la comparsa dello stadio di morula. È negativa nel 30% dei casi. ESAMI COMPLEMENTARI Esami del sangue Trombocitopenia, anemia normocromica normocitica rigenerativa o iporigenerativa, leucopenia o leucocitosi (rara), linfopenia, neutropenia, monocitosi, occasionale aumento dei tempi di coagulazione (tempo di protrombina e tempo di tromboplastina parziale attivata). Aumento della fosfatasi alcalina (50%), iperglobulinemia (75%), iperproteinemia (50%). Figura 4 Uovo di anchilostoma al microscopio ottico. Esami del sangue Test di Coombs a volte positivo, ricerca di anticorpi antipiastrine spesso positiva. Nei cani con gravi infestazioni è possibile identificare un’anemia rigenerativa o iporigenerativa microcitica ipocromica, ipoproteinemia e iposideremia. Analisi delle urine TRATTAMENTO Proteinuria da assente a moderata, a volte bilirubinuria, emoglobinuria molto frequente. Ecografia Splenomegalia frequente senza alterazioni riguardanti l’ecostruttura e l’ecogenicità splenica. TRATTAMENTO Doxiciclina: 5 mg/kg PO 2 volte al giorno per 2-4 settimane. Prednisone: 0,5-1 mg/kg PO 2 volte al giorno per 1-2 settimane, quindi riduzione progressiva per un periodo di almeno 2 mesi in caso di poliartrite, anemia o trombocitopenia immunomediate. Il trattamento di scelta comprende l’uso di antielmintici: •Febantel: 10 mg/kg/die PO per 3 giorni. •Febantel e praziquantel: 10 mg/kg/die di febantel e 1 mg/kg/die di praziquantel per 3 giorni; la posologia deve essere aumentata del 50% nei cuccioli di età inferiore a 6 mesi. •Fenbendazolo: 50 mg/kg/die PO per 3 giorni. •Mebendazolo: 22 mg/kg/die PO per 3 giorni. •Pirantel: 5 mg/kg PO. •Milbemicina ossima: 0,5 mg/kg PO 1 volta al mese. Trattamento sintomatico dei problemi secondari (diarrea, vomito ecc.). Nei soggetti giovani con infestazione grave e anemia è preferibile usare pirantel che offre il vantaggio di agire molto rapidamente. Poiché la maggior parte di questi antielmintici è inefficace sugli stadi larvali, si consiglia di ritrattare l’animale 2-3 settimane dopo. PROGNOSI PROFILASSI Relativamente favorevole. Tuttavia, alcuni animali non diventano mai negativi (PCR) e restano pertanto portatori. Si consiglia di trattare i cuccioli a 2, 4, 6 e 8 settimane di età; la madre viene trattata contemporaneamente. Se l’allevamento o il 11 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 11 18/07/16 09:41 CANE E GATTO canile sono periodicamente infestati, è possibile utilizzare la milbemicina ossima ogni mese. In caso di collettività, è necessario rimuovere le feci tutti i giorni e pulire il terreno con candeggina all’1%. ESAMI COMPLEMENTARI Anemia non rigenerativa: esame emocromocitometrico, conta reticolocitaria (reticolociti inferiori a 60.000/mm3), conta piastrinica, striscio ematico, sideremia, esame del midollo osseo. Anemia iporigenerativa: esame emocromocitometrico, conta ANEMIA L’anemia viene definita come una riduzione della concentrazione ematica di emoglobina. Nel cane si parla di anemia quando la concentrazione è inferiore a 10 g/dL e nel gatto quando è inferiore a 8 g/dL. Le anemie sono generalmente classificate in funzione del loro carattere rigenerativo o non rigenerativo (conta reticolocitaria): anemia rigenerativa (reticolociti superiori a 150.000/mm3), anemia iporigenerativa (reticolociti compresi tra 60.000 e 150.000/mm3) e anemia non rigenerativa (reticolociti inferiori a 60.000/mm3). In caso di conferma dell’anemia mediante esame emocromocitometrico, è necessario misurare la conta reticolocitaria, l’unico parametro che permette di caratterizzare l’anemia. È necessario interpretare il valore assoluto e non relativo dei reticolociti. Tuttavia, è importante ricordare che un ritardo di 4-5 giorni è a volte necessario prima che il midollo osseo rilasci nel sangue i reticolociti. Per questo motivo, non bisogna concludere che si tratti di un’anemia non rigenerativa quando, in caso di anemia recente, la conta reticolocitaria è bassa. EZIOLOGIA ➜ Eziologia dell’anemia, pag. 356. SINTOMI •Pallore delle mucose •Letargia •Intolleranza all’esercizio •Polso debole •Tachicardia •Tachipnea •Altri sintomi associati alla causa dell’anemia DIAGNOSI La raccolta dell’anamnesi è importante: traumi, trattamenti farmacologici precedenti o in corso (antinfiammatori, antibiotici, estrogeni, chemioterapia ecc.), patologie precedenti (babesiosi), avvelenamento da anticoagulanti, sintomi clinici di perdite sanguigne (urinarie, digerenti). ➜ Anemia: percorso diagnostico, pag. 274. Anche l’esame obiettivo è importante: ascite in caso di emoperitoneo, dispnea (emotorace), petecchie (trombocitopenia), ematomi/ ecchimosi/soffusioni (problemi di coagulazione), massa addominale (splenomegalia in caso di anemia emolitica immunomediata, tumori). Inizialmente, dopo aver confermato l’anemia mediante un esame emocromocitometrico, è necessario conoscere l’aspetto rigenerativo o non rigenerativo dell’anemia, misurando la conta reticolocitaria e interpretandola in funzione della durata dell’anemia in base all’anamnesi. In ambulatorio, in tutti gli animali anemici è possibile eseguire: •Striscio ematico: ricerca di eritroblasti, aspetto delle emazie (anisocitosi, microcitosi, policromatofilia), emobartonelle, babesie, numero semiquantitativo di piastrine e leucociti normale o non, presenza di rouleaux (anemia emolitica). •Tempo di sanguinamento auricolare (emostasi primaria: trombocitopenia). •Tempo di coagulazione in provetta senza anticoagulante (emostasi secondaria). •Test di agglutinazione su vetrino (presenza di anticorpi sulle emazie). (➜ Test di agglutinazione su vetrino, pag. 467). reticolocitaria (reticolociti compresi tra 60.000 e 150.000/mm3), conta piastrinica, striscio ematico, sideremia, test ormonali (ipoadrenocorticismo, ipotiroidismo), diagnostica per immagini per la ricerca di processi infiammatori o infettivi cronici (ecografia addominale, radiografie toraciche), esame del midollo osseo. Anemia rigenerativa: esame emocromocitometrico, conta reti- colocitaria (reticolociti superiori a 150.000/mm3), conta piastrinica, striscio ematico, tempo di coagulazione in provetta senza anticoagulante, test di agglutinazione su vetrino (➜ Test di agglutinazione su vetrino, pag. 467), tempi di coagulazione completi (tempo di protrombina, tempo di tromboplastina parziale attivata, tempo di trombina, FDP), test di Coombs. ANEMIA APLASTICA Si tratta di un’anemia (Hb <8 g/dL nel gatto e <10 g/dL nel cane) secondaria a patologie che interessano le cellule pluripotenti del midollo osseo le quali portano a un’anemia non rigenerativa (➜ Eziologia dell’anemia, pag. 356). Frequentemente sono interessate anche le altre linee cellulari. In questo contesto non rientrano le anemie secondarie dovute a insufficienza renale e che sono dovute a un deficit di eritropoietina e non a una patologia sviluppatasi a livello del midollo osseo. SINTOMI •Pallore delle mucose •Letargia •Intolleranza all’esercizio •Polso debole •Tachicardia •Tachipnea Se sono interessate le altre linee di cellule ematiche, è possibile osservare: •Melena, emottisi, ematochezia, ematuria (trombocitopenia) •Febbre (leucopenia) DIAGNOSI Biopsia o aspirato del midollo osseo (➜ Agoaspirato del midollo osseo/biopsia osteomidollare, pag. 432) ESAMI COMPLEMENTARI Esame emocromocitometrico, piastrine, reticolociti (reticolociti inferiori a 60.000/mm3). Anamnesi (radioterapia, chemioterapia, somministrazione di antibiotici), esame obiettivo (sertolioma). Test FeLV, FIV Sierologia ehrlichiosi Ricerca del parvovirus nelle feci TRATTAMENTO •Terapia immunosoppressiva (➜ Anemia emolitica, pag. 13). 12 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 12 18/07/16 09:41 MALATTIE A-Z •rhG-CSF (fattore umano stimolante la formazione delle colonie di granulociti nel caso di neutropenia): 5 µg/kg/die SC o EV. •Ossiglobina: cane: 30 mL/kg EV (alla velocità massima di 10 mL/ kg/h). ANEMIA DA CARENZA DI FERRO Si tratta di un’anemia (Hb <8 g/dL nel gatto e <10 g/dL nel cane) secondaria a una carenza di ferro. Solitamente è secondaria a emorragie croniche, principalmente a carico del tratto digerente. EZIOLOGIA Questo tipo di anemia è causato da perdite ematiche croniche principalmente digestive: ulcere, tumori (gastrici, intestinali), parassitosi (tricuridi). Anche l’ematuria cronica può essere responsabile di questo tipo di anemia, sebbene raramente. SINTOMI •Pallore delle mucose. •Letargia. •Intolleranza all’esercizio. •Polso debole. •Tachicardia. •Tachipnea. •Altri sintomi associati a perdite ematiche croniche: melena, ematochezia. L’anemia da carenza di ferro è raramente dovuta a perdite ematiche croniche non digestive. ANEMIA EMOLITICA L’anemia emolitica è un’anemia (Hb <8 g/dL nel gatto e <10 g/dL nel cane) secondaria alla distruzione degli eritrociti da parte di anticorpi. Gli anticorpi possono provocare un’emolisi intravascolare o extravascolare (fegato, milza, midollo osseo). Le anemie emolitiche idiopatiche interessano principalmente i soggetti di sesso femminile. Si parla di malattia da agglutinine fredde quando gli anticorpi sono di tipo IgM. Le Ig generalmente osservate sono IgG e IgA. Le reazioni di emolisi a volte coinvolgono anche il sistema del complemento. EZIOLOGIA ➜ Eziologia dell’anemia emolitica, pag. 358. SINTOMI Possono essere confusi con quelli della babesiosi. •Pallore delle mucose •Letargia •Anoressia •Ipertermia •Tachicardia •Polso filiforme •Epatomegalia •Splenomegalia •Ittero •Emoglobinuria DIAGNOSI Test di Coombs: positivo (attenzione ai falsi negativi quando l’animale ha ricevuto corticosteroidi o quando il numero di anticorpi presenti sulle emazie è basso). DIAGNOSI ESAMI COMPLEMENTARI •Esami del sangue: anemia rigenerativa (reticolociti superiori a 150.000/mm3), iporigenerativa (reticolociti compresi tra 60.000 e 150.000/mm3) o non rigenerativa (reticolociti inferiori a 60.000/mm3), MCV basso, iposideremia (sideremia <70 µg/dL), ipoproteinemia e ipoalbuminemia dovute alle perdite ematiche croniche. •Striscio ematico: microcitosi, ipocromia, cheratociti. ticolociti superiori a 150.000/mm3), a volte non rigenerativa (reticolociti inferiori a 60.000/mm3) o iporigenerativa (reticolociti compresi tra 60.000 e 150.000/mm3); quando lo stesso fenomeno immunitario interessa le cellule pluripotenti, compaiono trombocitopenia, leucocitosi, aumento della bilirubinemia, LDH e GPT. Anemia Condizione scatenante •La prima cosa da fare è ricercare sangue nelle feci o nelle urine (melena, ematochezia o ricerca di sangue occulto nelle feci tramite esami di laboratorio). •Coprologia parassitaria. •Diagnostica per immagini: ecografia (massa a carico del tratto digerente), radiografie (passaggio del bario). •Endoscopia dell’apparato digerente: tumori, ulcere, parassiti (tricuridi). TRATTAMENTO •Trattare la causa dell’anemia. •Ferro 100-300 mg PO 1 volta al giorno o 10 mg/kg IM 1 volta sola seguita da terapia orale, fino al raggiungimento di un esame emocromocitometrico normale. •Trasfusione (➜ Trasfusione, pag. 471) 10-20 mL/kg EV in caso di anemia grave o di deterioramento delle condizioni generali. •Ossiglobina: cane: 30 mL/kg EV (alla velocità massima di 10 mL/ kg/h), nel gatto non è raccomandata per l’elevato rischio di sovraccarico volumetrico (dose di 5-10 mL/kg infusa molto lentamente). Esami del sangue: più frequentemente anemia rigenerativa (re- Test di agglutinazione su vetrino (➜ Test di agglutinazione su vetrino, pag. 467): miscelare su un vetrino per microscopio due gocce di sangue intero in EDTA e due gocce di soluzione fisiologica. Inclinare il vetrino in modo da miscelare il sangue con la soluzione fisiologica e osservare la comparsa di agglutinazione nella soluzione. L’osservazione di agglutinazione indica la presenza di anticorpi sulla membrana delle emazie. Striscio ematico: eritroblastosi, sferocitosi, presenza di rouleaux, babesie, emobartonelle. Analisi delle urine: bilirubinuria, emoglobinuria (in caso di emolisi intravascolare). Esami per la ricerca della condizione scatenante •Diagnostica per immagini: ecografia addominale, radiografie toraciche (presenza di focolai infettivi o di tumori). •Sierologia: ehrlichiosi, FeLV, dirofilariosi, leptospirosi. •Presenza di anticorpi antinucleari. TRATTAMENTO Opzioni terapeutiche •Combinazione corticosteroidi/azatioprina •Combinazione corticosteroidi/ciclosporina 13 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 13 18/07/16 09:41 CANE E GATTO •Prednisone: 2 mg/kg/die PO divisi in 2 somministrazioni nel cane; 2-4 mg/kg/die PO divisi in 2 somministrazioni nel gatto per 1-2 mesi fino a raggiungere un livello di emoglobina normale, quindi diminuire la dose gradualmente. A volte è necessario continuare la terapia con corticosteroidi per tutta la vita dell’animale, impiegando dosi estremamente variabili a seconda del soggetto. Lo scopo è di raggiungere la dose più bassa possibile che riesca a mantenere il livello di emoglobina entro valori normali. •Desametasone: 0,1-0,4 mg/kg IM o EV 2 volte al giorno nei casi in cui l’animale non è in grado di alimentarsi da solo. deglutiti ed eliminati nelle feci. Il passaggio degli stadi larvali da L1 a L3 avviene in un gasteropode terrestre. Per l’infestazione di un carnivoro è necessaria pertanto l’ingestione di un ospite intermedio come una lumaca, una limaccia o di un ospite paratenico come una rana. Dopo essere entrate nel tratto digerente, le larve L3 attraversano la parete intestinale per raggiungere i linfonodi mesenterici, gastrici, duodenali, colici, epatici o splenici. In questa sede, lo stadio L3 si trasforma in L4 e poi in pre-adulto, che in seguito migra alla volta del cuore destro e delle arterie polmonari passando attraverso il sistema portale. La presenza di vermi adulti dà origine a un’arterite, a embolie polmonari e a problemi di coagulazione. Sono possibili migrazioni erratiche a livello di occhi, reni, sistema nervoso centrale e fegato. Questa malattia è emergente nelle zone del Centro e Sud Italia. Azatioprina (se i corticosteroidi da soli non sono sufficienti) SINTOMI ED ESAME OBIETTIVO •Combinazione corticosteroidi/micofenolato mofetile •Combinazione corticosteroidi/clorambucile (gatto) Corticosteroidi (trattamento di scelta) Clorambucile: gatti >4 kg: 2 mg PO ogni 2 giorni, gatti <4 kg: 2 mg ogni 3 giorni, poi ridurre gradualmente fino a trovare la dose minima che permette di controllare l’anemia. •Difficoltà respiratoria •Dispnea •Tachipnea •Tachicardia •Emottisi, petecchie, ematomi sottocutanei e sottocongiuntivali, ematemesi, melena (problemi di coagulazione) •Ipertermia •Pallore delle mucose •Diarrea •Problemi neurologici: atassia, paresi, paralisi di uno o più arti, convulsioni •Soffio sistolico apicale destro in caso di insufficienza della tricuspide Ossiglobina: cane: 30 mL/kg EV (alla velocità massima di 10 mL/ DIAGNOSI ED ESAMI COMPLEMENTARI Trasfusione (➜ Trasfusione, pag. 471): non è indicata tranne Il migliore strumento diagnostico rimane questo esame, che ha come scopo la dimostrazione della presenza di larve L1 nelle feci. Si impiega sia la tecnica di Baermann sia la tecnica per flottazione con solfato di zinco. (Figura 5) •Cane: 2 mg/kg PO per 1-2 settimane, poi ridurre gradualmente fino a trovare la dose minima che permette di controllare l’anemia. Ciclosporina: 5-10 mg/kg/die PO, poi ridurre gradualmente la dose fino a trovare la dose minima che permette di controllare l’anemia. Micofenolato mofetile: 10-15 mg/kg PO 1 o 2 volte al giorno, poi ridurre gradualmente la dose fino a trovare la dose minima che permette di controllare l’anemia. kg/h); nel gatto non è raccomandata per l’elevato rischio di sovraccarico volumetrico (dose di 5-10 mL/kg infusa molto lentamente). nei casi di shock o di anemia grave. La decisione di effettuare una trasfusione dipende dalle condizioni generali dell’animale. È preferibile eseguire un’infusione di ossiemoglobina: 30 mL/kg EV alla velocità massima di 10 mL/kg/h. Coprologia parassitaria Fluidoterapia di mantenimento (➜ Fluidoterapia, pag. 449) •Evita i rischi di nefrotossicità da emoglobina. •Apporta i bisogni idrici necessari. COMPLICAZIONI •Insufficienza renale acuta dovuta a emoglobinuria •Coagulazione intravascolare disseminata •Tromboembolia polmonare PROGNOSI Il tasso di mortalità è del 20-40%. Nei casi acuti, la mortalità può raggiungere l’80%. Figura 5 Larva di stadio I di Angiostrongylus vasorum. ANGIOSTRONGILOSI L’angiostrongilosi è una malattia parassitaria causata da Angiostrongylus vasorum, un verme ematofago della famiglia degli elminti che vive all’interno delle arterie polmonari principali e nel ventricolo destro del cane. Le uova sono deposte nelle arterie polmonari o nel ventricolo destro e si accumulano nei capillari polmonari; gli stadi larvali L1 migrano negli alveoli e vengono espettorati, Radiografie toraciche Addensamento principalmente interstiziale, diffuso e nodulare, soprattutto presente nei lobi caudali. A volte è possibile osservare un addensamento alveolare soprattutto ventrale, linfoadenopatia tracheobronchiale con deviazione della trachea, un arrotondamento del margine destro del cuore e dilatazione del tronco polmonare. 14 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 14 18/07/16 09:41 MALATTIE A-Z Ecocardiografia È possibile osservare la presenza di un trombo nell’arteria polmonare, oltre alla dilatazione del tronco polmonare associata o meno a ipertensione polmonare. Esami del sangue Esame emocromocitometrico mitanza con l’antielmintico, al fine di prevenire i rischi di shock anafilattico secondario alla morte dei parassiti all’interno dell’organismo. ANISOCORIA È frequente riscontrare neutrofilia, monocitosi, linfocitosi e basofilia, oltre che eosinofilia e, a volte, anemia e trombocitopenia. Tempi di coagulazione I tempi di coagulazione sono strumenti utili nel caso in cui siano presenti problemi di coagulazione, per ricercare la presenza di coagulazione intravascolare disseminata. Profilo biochimico A volte sono presenti iperglobulinemia da lieve a moderata e una lieve ipercalcemia. TRATTAMENTO Il trattamento di questa malattia parassitaria prevede l’impiego di fenbendazolo 50 mg/kg/die PO per 7 giorni consecutivi (alcuni studi riportano 10 giorni fino a 2 settimane di trattamento). Inoltre, è possibile usare mebendazolo a una dose di 50-100 mg/kg PO 1 volta al giorno per 5 settimane consecutive, levamisolo (7,5 mg/kg SC 2 volte a 10 giorni di distanza), ivermectina (0,2 mg/kg SC 2 volte a 10 giorni di distanza), milbemicina (0,5 mg/kg 2 volte a 7 giorni di distanza). La somministrazione di aspirina (10-15 mg/kg/die PO) nei 5 giorni precedenti il trattamento antielmintico permette di ridurre i rischi di trombosi; questa pratica rimane dubbia a causa del rischio di peggiorare i problemi di coagulazione. Alcuni autori consigliano di somministrare un glucocorticoide in conco- L’anisocoria è una differenza di diametro tra le pupille. All’origine dell’anisocoria può esservi una miosi monolaterale o una midriasi monolaterale e quindi può essere conseguenza di un deficit delle vie simpatiche (miosi) o parasimpatiche (midriasi) che innervano l’occhio o di una lesione intraoculare (uveite, glaucoma, tumori, sinechie posteriori, atrofia dell’iride). DIAGNOSI Inizialmente è necessario determinare se si tratta di una condizione oculare o neurologica. Esame oftalmologico completo •Glaucoma •Uveite •Tumore •Atrofia dell’iride •Sinechie posteriori Esame neurologico completo In base ai riflessi pupillari e/o ai deficit visivi osservati, la sede della lesione viene identificata nella tabella (Tabella 3). In base alla sede neurologica, l’eziologia è diversa così come anche gli esami da eseguire. (Tabella 4) Tabella 3 Sintomi oculari osservati in base alla sede della lesione neurologica nelle vie ottiche Visione Lesione localizzata a destra Pupilla a riposo Riflesso pupillare Occhio destro Occhio sinistro Occhio destro Occhio sinistro Illuminazione dell’occhio destro Illuminazione dell’occhio sinistro Retina o nervo ottico Assente Normale Midriasi Normale Risposta assente Miosi di entrambe le pupille Orbita Assente Normale Midriasi Normale Risposta assente Miosi dell’occhio sinistro Chiasma ottico (bilaterale) Assente Assente Midriasi Midriasi Risposta assente Risposta assente Nucleo genicolato laterale Normale Assente Normale o miosi Normale o midriasi Miosi di entrambe le pupille Miosi di entrambe le pupille Radiazioni ottiche Normale Assente Normale Normale Miosi di entrambe le pupille Miosi di entrambe le pupille Corteccia occipitale Normale Assente Normale Normale Miosi di entrambe le pupille Miosi di entrambe le pupille Nucleo parasimpatico del nervo III Normale Normale Midriasi Midriasi Risposta assente Risposta assente Nervo III Normale Normale Midriasi Normale Miosi dell’occhio sinistro Miosi dell’occhio sinistro Nervo simpatico Normale Normale Miosi Normale Miosi di entrambe le pupille Miosi di entrambe le pupille 15 01_HEBERT_CANE_GATTO_1_55.indd 15 18/07/16 09:41