[23/07/2010]-Rassegna stampa
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Rassegna stampa 23 Luglio 2010 ad uso interno L'Anagrafe di Palosco insiste: negata l'iscrizione al pachistano ) 22 luglio 2010 (Fonte: «Il Comune di Palosco non potrà non tenere conto del parere negativo dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che ha definito l'ordinanza del sindaco di Palosco "comportamento discriminatorio"»: così la Fiom-Cgil commenta la notizia del rigetto ufficiale dell'iscrizione anagrafica al cittadino pachistano Ashraf Tahir, di 28 anni, in possesso di un regolare permesso di soggiorno. Già a maggio l'extracomunitario si era visto negare l'iscrizione a voce. Ora, il rigetto è ufficiale, scritto nero su bianco, con comunicazione datata 10 luglio e con la seguente motivazione: «Considerato che il suo stato di famiglia, alla data odierna e se si provvedesse all'iscrizione della signoria vostra, conterebbe 4 soggetti e quindi si deve far riferimento a un reddito di 10.379,33 euro, vista la non presentazione di documenti attestanti un reddito derivante da fonte lecita di importo uguale o superiore a quello indicato, si rigetta la pratica di iscrizione anagrafica n. 43 del 5/06/2010». All'inizio di giugno la Fiom-Cgil e il suo Coordinamento migranti avevano puntato il dito pubblicamente (anche attraverso i giornali locali) contro il provvedimento definendolo «illegittimo e discriminatorio nei confronti dei cittadini extracomunitari». Con una lettera il sindacato aveva anche informato il prefetto di Bergamo, il questore (dai quali non è arrivata ad oggi alcuna risposta) e l'Unar (Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità), sollecitandoli ad intervenire. Una risposta severa, che sgombra il campo dai dubbi sulla legittimità o meno dell'ordinanza del sindaco di Palosco, era arrivata proprio dall'Unar («Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per le pari opportunità - Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali») negli uffici della Fiom-Cgil di Bergamo il 12 giugno. Il mittente definiva il provvedimento del Comune «comportamento discriminatorio». ad uso interno «È davvero sconcertante che da parte del Comune di Palosco sia stata rifiutata la residenza. Ora che è arrivato anche il parere del Ministero delle Pari Opportunità, il Comune non può non tenerne conto - spiega Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil di Bergamo -. La Fiom-Cgil non si fermerà, comunque, di fronte a questo rifiuto. Abbiamo chiesto un incontro al Prefetto». Infatti, ieri è stata inviata al Prefetto Camillo Andreana una richiesta di incontro urgente su questa vicenda. Discriminazione: il giudice del lavoro giudica discriminatori i regolamenti del Comune di Adro che escludono gli extracomunitari dal bonus bebè e dal contributo affitti. Il giudice dispone la riapertura del bando fino al 30 novembre 2010. (Fonte: www.immigrazioneoggi.it) 23 luglio 2010. Il giudice del lavoro di Brescia ha ritenuto “discriminatori” i due regolamenti del Comune di Adro (Brescia) che escludono gli immigrati extracomunitari per l’assegnazione del bonus bebè e per il contributo per gli affitti. Il ricorso è stato presentato dalla Camera del Lavoro di Brescia e dall’Asgi. Per il giudice si tratta di regolamenti in conflitto con l’articolo 44 del Testo unico sull’immigrazione, che al primo comma stabilisce che “quando il comportamento di un privato o di una pubblica amministrazione produce una discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, il giudice può, su istanza di parte, ordinare la cessazione del comportamento pregiudizievole ed adottare ogni altro provvedimento idoneo, secondo le circostanze, a rimuovere gli effetti della discriminazione”. Nella sentenza, il Tribunale di Brescia ha quindi ordinato al Comune di Adro di eliminare gli articoli discriminatori dai regolamenti comunali, di disporre la riapertura dei termini fino al 30 novembre 2010 per ottenere il contributo del fondo integrativo affitto, di dare pubblicità dei provvedimenti su Il Giornale di Brescia e su Bresciaoggi, condannando l’amministrazione comunale a rifondere le spese legali. ad uso interno Condanna più dura se la rapina è a sfondo razzista (fonte: www.ilsole24ore.com ) 22/07/2010 Condanna più dura nel caso di rapina a sfondo razzista. La Corte di cassazione ha punito con quattro anni di carcere l'aggressione a un giovane extracomunitario fatta al grido di «dammi i soldi, sporco negro». Al rifiuto della vittima di consegnare il denaro era scattata la violenza sia fisica sia verbale, sempre con insulti razzisti. Gli ermellini hanno respinto la tesi sostenuta dalla difesa del ricorrente, che cercava di far passare l'espressione incriminata come il risultato di una "discussione" causata dalla resistenza del ragazzo straniero nel consegnare il portafogli. I giudici di piazza Cavour spiegano, anzi, che la pretesa del denaro era collegata a una ragione di disprezzo razziale, e affermano che «l'aggravante della finalità di discriminazione e di odio etnico, nazionale, razziale o religioso è configurabile quando essa si rapporti, nell'accezione corrente, al pregiudizio manifesto di inferiorità di una sola razza». Secondo la Suprema Corte non ha inoltre nessuna importanza che l'insulto e il disprezzo dimostrato siano percepibili all'esterno o siano in grado di suscitare "riprovevoli sentimenti" o, al contrario, di provocare atti emulatori. Se fossero necessarie queste condizioni – spiega il collegio – l'aggravante dovrebbe essere esclusa ogni volta che il fatto accade in assenza di terze persone. Affittare a clandestini? Non è reato se il prezzo è basso La Corte di Cassazione ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Napoli (Fonte: www.immigrazione.biz ) L'articolo 12 comma 5-bis del Testo Unico dell'Immigrazione recita che “chiunque a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio ovvero cede, anche in locazione, un immobile ad uno straniero che sia privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”. Tutto è iniziato quando un cittadino italiano ha subaffittato alcune camere ad immigrati non in regola con il permesso di soggiorno al prezzo di 50 euro al mese. L'immobile era destinato a call center, e il locatario era consapevole dello stato di irregolarità degli immigrati, anche se il prezzo era davvero esiguo. Per questo la Corte d'appello di Napoli lo ha condannato alla reclusione per aver favorito la permanenza in Italia ad uso interno di 16 immigrati clandestini, ma dopo aver fatto ricorso, la Cassazione con la sentenza n. 27543 del 15 luglio ha accolto l'impugnazione della difesa e ha ricordato che perché possa essere contestato il reato di favoreggiamento, non basta che l'imputato abbia favorito la permanenza nel territorio dello Stato di immigrati clandestini mettendo a loro disposizione alloggi in affitto, ma serve anche il dolo specifico, che in questo caso non esiste perchè non c'è l'obiettivo specifico di trarre un ingiusto profitto dallo stato di illegalità dei cittadini stranieri che si realizza quando vengono imposte ai clandestini condizioni particolarmente onerose. In questo caso la Cassazione ha fatto rilevare che la quietanza mensile relativa all'affitto, era talmente bassa che non si configura alcun profitto e quindi, considerata anche la collocazione dell'edificio ha ribaltato la sentenza del Tribunale di Napoli. Sono un milione gli immigrati africani in Italia, la metà sono marocchini. Presentato il rapporto Caritas/Migrantes “Africa-Italia: scenari migratori” L’immigrazione come “strategia di sostegno alla crescita dei Paesi africani” (Fonte: www.immigrazioneoggi.it) La migrazione resta una delle “strategie di sopravvivenza dei singoli” soprattutto nei Paesi poveri e rientra a pieno titolo “nelle strategie di sostegno alla crescita dei Paesi africani”. Per questo risulta del tutto “inconsistente la tesi del 'basta aiutarli a casa loro'”. È quanto si legge nel rapporto Africa-Italia. Scenari migratori (Edizioni Idos) realizzato dal Dossier Statistico Immigrazione della Caritas diocesana di Roma, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes e presentato venerdì scorso a Roma. Un volume realizzato da oltre 60 autori e pubblicato con il contributo del Fondo Europeo per l’Integrazione dei cittadini di Paesi Terzi, che ha alla base lo studio delle molteplici problematiche del continente africano e che approfondisce i flussi migratori con l’Italia insieme ai rappresentanti di organizzazioni sociali e di ricerca, italiani e africani. Dei quasi 5 milioni di africani nell’Ue, circa un quinto si è insediato in Italia, ricorda lo studio Caritas. Gli africani nella Penisola erano il 30,5% dei titolari di permesso di soggiorno alla fine del 1990, il 30% dei residenti stranieri alla fine del 2002, il 26% alla fine del 2005, il 22,4% all’inizio del 2009. Si tratta di 871.128 persone, ma almeno 1 milione considerando quelle in attesa di registrazione anagrafica. Le donne sono il 39,8%, ma con variazioni ad uso interno notevoli tra le diverse collettività. Nel gruppo di quelle più conosciute, si va dal 21% del Senegal al 73% di Capo Verde. Ogni 10 immigrati africani su 7 sono nordafricani (69,6%) e quasi 5 marocchini (46,3%). Tra le collettività più numerose il Marocco (400 mila residenti), la Tunisia (oltre 100mila), l’Egitto (quasi 75.000), il Senegal (quasi 70.000), la Nigeria e il Ghana (più di 40.000). Gli africani in Italia vivono nei due terzi dei casi (66,3%) in quattro regioni: Lombardia (29%), Emilia Romagna (14,8%), Piemonte (10,2%) e Veneto (12,3%). Le traiettorie di insediamento cambiano a seconda dei gruppi nazionali. La Lombardia è il polo più importante per la presenza africana in generale e per gli egiziani in particolare, che qui si concentrano in 7 casi su 10. ad uso interno La crisi colpisce i lavoratori stranieri in due anni boom di disoccupati La Commissione di indagine sull'esclusione sociale: nella Capitale siamo passati dal 9,3% del 2007 al 16,6% del 2009. E chi ha un impiego percepisce uno stipendio medio di 890 euro mensili ( fonte www.roma.repubblica.it ) Sono in aumento i disoccupati stranieri nella capitale. Lo mette in rilievo il rapporto della Commissione di indagine sull'esclusione sociale (Cies), presentato oggi, che parla di un progressivo incremento degli immigrati sul totale dei senza lavoro: si va infatti dal 9,3% del 2007 al 13,5% del 2008 fino al 16,6% del 2009, con una forte prevalenza per gli uomini (+85,9%), composta in maggioranza da lavoratori che hanno perso la precedente occupazione. Dimezzata la crescita degli occupati. La contrazione generale della domanda di lavoro che ha caratterizzato in particolare il passaggio tra il 2008 e il 2009 in Italia ha, infatti, colpito in misura più rilevante gli stranieri, con un dimezzamento netto della crescita tendenziale degli occupati (da 204mila a 92mila) addebitabile nel complesso a una flessione della forza lavoro impiegata nel comparto dell'industria manifatturiera e nel terziario. Nel contempo, specie nella seconda parte del 2009, l'aumento dei disoccupati e degli inattivi ha investito gli stranieri in misura più che proporzionale al loro peso demografico (+77mila e +113mila, rispettivamente). Impieghi. Come nel resto d'Italia, la forza lavoro immigrata si concentra soprattutto nella fascia più bassa in termini sia professionali che retributivi. Se infatti solo l'1% dei lavoratori italiani laureati svolge impieghi di tipo operaio o non qualificati, la percentuale sale al 45,9% fra i lavoratori stranieri con lo stesso titolo di studio. Busta paga. La retribuzione si attesta mediamente intorno a 890 euro mensili, a fronte dei 1.345 percepiti sempre in media dai lavoratori di origine italiana: un salario mensile superiore ai 2mila euro è appannaggio del 10,2% degli occupati italiani, ma solo dello 0,4% dei loro colleghi stranieri. L'effetto congiunto di queste due caratteristiche (la bassa qualificazione delle mansioni e il basso livello della retribuzione) aveva in una prima fase limitato l'impatto della crisi produttiva su questa componente del mercato del lavoro. Poche tutele. Il prolungarsi delle difficoltà economiche e l'approfondirsi della recessione - si legge nel rapporto - hanno però determinato un più diretto coinvolgimento della forza lavoro straniera ed anche una più sensibile flessione dei livelli occupazionali: i lavoratori stranieri, infatti, presentano una particolare debolezza sia dal punto di vista negoziale che normativo, ad uso interno in quanto privi spesso di reti di tutela e di appoggio e dunque più esposti alle fasi negative del ciclo economico. Torino: accordo tra Comune ed Ufficio scolastico provinciale per supportare le scuole ad alta intensità di stranieri In programma una serie di iniziative all’insegna dello slogan “la lingua italiana è per tutti” (Fonte: www.immigrazioneoggi.it ) Valorizzare il multiculturalismo e sviluppare pari opportunità di apprendimento per tutti. Questi gli obiettivi del protocollo d’intesa sul tema “la lingua italiana è per tutti” siglato ieri dal Comune di Torino e dall’Ufficio Scolastico Provinciale per rispondere in modo efficace alla presenza numerosa degli alunni stranieri nelle scuole del capoluogo. Già dall’anno scolastico di prossima apertura, il Comune di Torino metterà a disposizione risorse per consentire l’attuazione di corsi intensivi di italiano, impegnandosi inoltre a supportare le scuole nei territori caratterizzati da un’alta presenza di stranieri e a programmare iniziative di valorizzazione della diversità linguistica e culturale. L’Ufficio Scolastico Provinciale si impegna, invece, a dare alle scuole indicazioni e strumenti di intervento, anche mettendo a disposizione materiali e guide, oltre che il sito web, a supportare docenti e tutor, a provvedere all’assegnazione del contributo finanziario previsto dal Miur per le scuole ad alta densità di immigrati. Piemonte: presentato “È nata!!!” un programma di iniziative per favorire l’accesso delle immigrate cinesi alle cure ostetriche e ginecologiche Firmato un protocollo d’intesa tra il Collegio Interprovinciale delle Ostetriche Torino-Asti e l’associazione Nuova Generazione Italo Cinese (Fonte: www.immigrazioneoggi.it) “È nata!!!” è l’iniziativa presentata ieri in Piemonte per migliorare i rapporti fra le donne della comunità cinese e la Sanità pubblica in campo ostetrico e ginecologico. Si tratta di un programma di iniziative pluriennale, sottoscritto ieri dal Collegio Interprovinciale Ostetriche Torino-Asti (ente di diritto pubblico rappresentativo dell’ordine professionale delle Ostetriche sul relativo territorio) e l’associazione Nuova ad uso interno Generazione Italo Cinese (associazione no profit impegnata da anni nel campo della solidarietà ed integrazione sociale della comunità cinese in Italia). Il progetto ha l’obiettivo di favorire la reciproca conoscenza fra culture così lontane, migliorare la qualità del servizio socio-sanitario rendendolo più umano e rispettoso delle diversità culturali. Si tratta di una iniziativa unica nel settore in cui i due Enti – attraverso la raccolta di informazioni sulle esigenze culturali delle donne e delle coppie cinesi in Italia e la formazione continua del rispettivo personale – proverranno ad offrire le basi conoscitive per una prestazione sanitaria in campo ostetrico ginecologico sempre migliore, massimamente rispettosa sia delle linee guida scientifiche in materia che delle esigenze culturali specifiche delle donne che entrano in contatto con la Sanità pubblica. ad uso interno Diminuito l'allarmismo giornalistico nei confronti degli immigrati Presentato a Roma dall'Osservatorio Carta di Roma e dall'Unchr ( fonte www.immigrazione.biz ) Qualcosa sta cambiando dal punto di vista giornalistico. In Italia sin dagli albori dell'immigrazione e dei primi sbarchi di clandestini degli anni novanta, non si era fatto altro che parlare degli stranieri come persone da reprimere e da allontanare a tutti i costi perché pericolose per la sicurezza nazionale. Negli ultimi anni, la battaglia si è fatta sempre più aspra anche dal punto di vista della politica perchè molti esponenti candidati alle varie elezioni regionali e nazionali, hanno presentato, chi più chi meno, una propria visione dell'immigrazione. C'era e c'è chi crede che l'integrazione sia un qualcosa di impossibile e chi invece spinge tutt'ora per concedere la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia, il cosiddetto ius soli. Insomma diverse visioni del tema tanto caldo in questi ultimi anni, che è stato protagonista di un approfondito studio svolto dall'Osservatorio Carta di Roma, che partendo dal caso Rosarno ha ricostruito, andando indietro nel tempo, il cambiamento della nostra mentalità nei confronti di quelle persone che arrivano da altri paesi. Qualcosa sta cambiando dunque, in positivo. Il rapporto, presentato a Roma anche dall'Alto Commissariato della Nazioni Unite, fa pensare che si stia arrivando ad una “normalizzazione” del fenomeno. Infatti il calo dell'attenzione deve far supporre che nel giornalismo italiano sia passata una logica meno emergenziale e piu' slegata ai fatti di cronaca nera. E' invece ipotizzabile, secondo la ricerca, che "il ridotto allarmismo sia conseguenza di una diminuita insistenza sul tema da parte dei politici, ai quali l'agenda giornalistica si manifesterebbe ancora subalterna". ad uso interno Anche la Regione Toscana ha confermato la costruzione del Cie (fonte: www.immigrazione.biz) La Toscana si arrende al volere del Ministro dell'Interno Roberto Maroni che continua la sua battaglia di partito contro l'immigrazione clandestina. Per fare ciò intende costruire nuovi centri di identificazione ed espulsione, i cosiddetti Cie, imponenti strutture recintate dal alte mura o sbarre appuntite dove gli immigrati vengono accompagnati per essere identificati nei casi in cui non richiedono la protezione internazionale. L'interesse della popolazione del piccolo Comune dove è stata individuata l'area per la costruzione della struttura si alza di giorno in giorno, soprattutto dopo le parole del Presidente della regione Toscana Enrico Rossi che si è detto nettamente contrario alla Legge Bossi-Fini, ma "purtroppo esiste e con essa anche questi centri. Parlando con il Ministro Maroni ho raccomandato di garantire in primo luogo i diritti umani". Rossi ha spiegato che ''come detto anche in campagna elettorale, per noi l'eventuale Cie in Toscana deve essere di piccole dimensioni, deve garantire l'assistenza sanitaria, i tempi di permanenza non devono essere troppo lunghi e i diritti umani deve essere rispettati''. In piu' la gestione del Cie deve essere svolta in convenzione con un ''volontariato attento e capace'' di portare avanti questo compito. L'elevata presenza poi di una forte immigrazione cinese ha predisposto entrambe le parti a trovare un punto d'incontro perché si avvii una regolarizzazione di questa vasta comunità, soprattutto per il grosso apporto di manodopera che danno a favore delle aziende tessili di Prato e dintorni. ad uso interno Divieto di burqa. "Non deciderà l’Ue" Barroso e van Rompuy: "Materia di competenza nazionale. Non prendiamo posizione" (fonte: www.stranieriinitalia.it) Roma – 20 luglio 2010 – L’Unione Europea non darà indicazioni su burqa e niqab, vietare o meno l’utilizzo del velo integrale nei luoghi pubblici sarà una scelta dei singoli stati membri. Incontrando ieri a Bruxelles i leader di diverse religioni, il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso ed il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy hanno “glissato” sull’argomento, che invece è al centro del dibattito in molti dei Paesi del vecchio continente. A chi gli chiedeva un parere sul divieto di burqa Barroso ha risposto “non è di competenza dell’Unione Europea, quindi come presidente della Commissione non prenderò una posizione su questa materia. Riteniamo che sia una competenza nazionale”. “Anche io dò la stessa risposta” ha chiosato Van Rompuy. Il divieto di indossare il velo integrale nei luoghi pubblici, giustificato con motivi di sicurezza e di tutela delle donne, ha avuto già un primo sì dai parlamenti di Francia e Belgio, e analoghi progetti di legge sono stati presentati anche in Spagna e Italia. Il governo inglese si è invece espresso contro il divieto. Danimarca:il governo nasconde il razzismo (Fonte: www.presseurop.eu/it ) Secondo alcuni "il governo danese nasconde il razzismo". Jyllands-Posten ricorda che in agosto il Comitato delle Nazioni unite per l'eliminazione della discriminazione razziale giudicherà il livello di razzismo presente in Danimarca. Tuttavia, secondo il Centro di documentazione e consiglio sul razzismo, il rapporto inviato dal governo danese al Comitato sottovaluta la realtà del paese. Vengono omessi in particolare 560 casi di violenza catalogati dai servizi segreti, il cui movente potrebbe essere razzista o religioso. Il 26 luglio il Centro sottoporrà un rapporto alternativo all'Onu. ad uso interno Messico & co. contro la legge razzista ( fonte www.europaquotidiano.it ) Il Messico e altri sette paesi latinoamericani, insieme a gruppi per la difesa dei diritti civili, hanno impugnato davanti a tribunali federali americani la nuova legge sull’immigraz \ione approvata in Arizona. Il provvedimento, che entrerà in vigore il prossimo 29 luglio, assegna ai poliziotti dello stato il compito di fermare chiunque sia sospettato di essere un immigrato illegale. E cioè, potenzialmente, ogni cittadino con lineamenti ispanici. La legge, voluta dalla governatrice repubblicana Jan Brewer, ha già suscitato reazioni stizzite nell’amministrazione Obama: oltre alle accuse di razzismo, il documento rappresenta una forzatura della legislazione nazionale e rischia di costringere il presidente ad accelerare i tempi per una riforma complessiva delle norme sull’immigrazione. Intanto continuano le violenze al confine, con una lunga serie di omicidi di rancheros. Aumenta anche il traffico di armi e droga, nei dati forniti dal governo. Per arginare la crisi, Washington farà ricorso alla guardia nazionale. A inizio agosto verranno inviati sul confine 300 agenti di frontiera, che potranno aumentare fino a 1000 uomini supportati da 1200 militari della Guardia. Non abbastanza per la governatrice Brewer, che ha risposto all’annuncio invocando una riforma di più ampio respiro. La questione nel frattempo ha suscitato una grande mobilitazione nell’opinione pubblica statunitense e latinoamericana. Nel fine settimana oltre 4000 persone hanno partecipato ad un concerto di protesta ad Albuquerque. Tra gli ospiti sul palco anche Taboo, rapper dei Black Eyed Peas di origini messicane. ad uso interno Barcellona: al via il terzo Congresso Mondiale per gli Studi sul Medio Oriente. Tra i temi affrontati il ruolo delle migrazioni islamiche in Occidente e i futuri scenari per le famiglie migranti Oltre 2 mila esperti di Islam di tutto il mondo: il più ampio forum di accademici del mondo arabo (Fonte: www.immigrazioneoggi.it ) 20.07.2010. Il ruolo dell’Islam nelle società occidentali, le migrazioni dei cittadini di credo musulmano in Occidente, la situazione arabo-israeliana, il ruolo delle reti familiari islamiche in Europa. Questi e molti altri sono i temi che verranno discussi a partire da oggi a Barcellona alla terza edizione del Congresso Mondiale per gli Studi sul Medio Oriente (Wocmes). Fino a sabato prossimo sono riuniti nella capitale catalana quasi duemila studiosi provenienti da oltre 40 Paesi diversi e specializzati in moltissime discipline. Accomunati dall’obiettivo di comprendere e far comprendere le realtà delle regioni comprese dall’Iraq fino all’Asia Centrale, per la terza volta consecutiva in 12 anni ricercatori di ogni angolo del pianeta si sono dati convegno per confrontarsi e conoscersi. Il primo Wocmes si è tenuto nell’autunno 2002 a Mainz, in Germania, indetto dalle società europee e nordamericane di studi sull’Islam per fare il punto sulle cause dell’11 settembre e per prepararsi alla nuova era che ne sarebbe seguita. Forti del successo tedesco, gli organizzatori decisero di portare il Wocmes, nel 2006, nell’altra sponda del Mediterraneo, ad Amman. Con questa terza edizione di Barcellona, il più ampio forum di accademici sul mondo arabo-islamico è ora tornato in Europa, in una delle città simbolo di dialogo e incontro delle due sponde del mare. ad uso interno IMMIGRAZIONE –A ROMA “SEMINARIO SU MIGRAZIONE BRASILIANA E QUESTIONI DI GENERE” ORGANIZZATO DA “RETE BRASILIANI IN EUROPA” (Fonte: http://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=19853) Si svolgerà a Roma nei giorni 23, 24 e 25 luglio 2010 (sala Auditorium di Via Liberiana 17) il Seminario sulla “Migrazione Brasiliana e le Questioni di Genere”, promosso dalla Rete di Brasiliane e Brasiliani in Europa, con il sostegno del Consolato Generale del Brasile a Roma e dei Centri di Servizio per il volontariato del Lazio CESV e SPES. Il Seminario ha l’obiettivo di indagare i seguenti assi tematici: - Analisi teorica di generi e breve contestualizzazione dei movimenti di Genere in Brasile - Orientamento sessuale e identità di genere - Tratta di esseri umani - Status delle donne brasiliane in Europa e approccio ai vari tipi di violenza contro le donne Tra i relatori del convegno alcuni nomi di personaggi importanti del panorama mondiale sul tema come la Prof.ssa Else Vieira - Mary Queen University Londra- Inghilterra, Sonia Leão Embradiva – Francoforte – Germania, Monica Pereira - Ass. Abraço Brusselle – Belgio, Heloisa Maria Galvão – Ass. Verde Amarelo – brasiliane in Massachusetts – USA, Glaucenira Maximino da Costa – Spagna oltre a tanti altri. Confermata anche la presenza di un rappresentante della Segreteria per le politiche sulle donne del Governo Brasiliano, dell’On. Fabio Porta e del direttore dell’UNAR dott. Massimiliano Monnanni. Per tutta la durata del seminario sarà allestita la mostra fotografica “Gender-Brasil Ritratti di un Mondo Sconosciuto” di Barry Michel Wolfe (fotografo e Direttore della SOS Dignidade S.Paulo - Brasile). La Rete di Brasiliane e Brasiliani in Europa coinvolge rappresentanti di associazioni di volontariato, organi di difesa dei diritti umani, gruppi culturali, organizzazioni religiose, entità di assistenza sociale, scuole, professori, studenti e collaboratori. Attualmente la rete è composta da brasiliane e brasiliani residenti in 10 paesi europei: Germania, Austria, Belgio, Spagna, Francia, Olanda, Italia, Portogallo, Regno Unito e Svizzera. La sezione italiana della rete è formata da: Associação Nossa Senhora Aparecida, Libellula, IBRIT -Istituto Brasile - Italia, Bramondo, ACIB - Associazione Culturale Italo Brasiliana, ADBI -Associazione delle Donne Brasiliane in Italia, Gondwana – Associazione di Cooperazione e Diplomazia Popolare.(21/07/2010 – ITL/ITNET) ad uso interno